anno 20 n° 1/2 2011 - Peoplecaring.telecomitalia.it - Telecom Italia
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A rgomenti 24<br />
Fantasy<br />
L’antico scrivano<br />
Nel cielo c’erano i colori di gioielli purissimi:<br />
i mille bagliori dei diamanti, il<br />
verde purissimo degli smeraldi, il blu<br />
intenso dello zaffiro, il rubente rossore<br />
del rubino...<br />
Il mare ondeggiava pacificamente, ributtando le onde<br />
sulla spiaggia con un rimbombo dalla potenza rassicurante.<br />
Ammiraravo, estasiato, la profonda linea dell’orizzonte.<br />
Qualla profond<strong>it</strong>à ompalpabile dove due linee, il<br />
cielo e la terra, si congiungono a formare un’evanescenza<br />
azzurra.<br />
Il cielo era terso, solo un microscopico cirro spinto da<br />
un vento fresco e teso si colorava del sole che si<br />
incendiava per andare a coricarsi sotto la terra...<br />
All’improvviso, però, l’atmosfera della serata divenne<br />
elettrica; l’aria si fece pesante, il cielo assunse le<br />
sfumature del grigio conferendo riflessi argentei alla<br />
luminos<strong>it</strong>à del giorno.<br />
Cupi brontolii scesero dalle nuvole per rotolare tuonando<br />
sopra gli alberi dalle folte chiome scosse da un<br />
vento teso e algido; scorrevano, i tuoni, sopra il verde<br />
dell’erba, sopra la sabbia fino a poco proma indorata<br />
dai raggi del sole.<br />
Il temporale crebbe e divenne<br />
superbo con i suoi lampi<br />
di collera. Folgori e fulmini<br />
si accesero per andare ad<br />
ancorarsi nelle volte del<br />
cielo che, sostenuto da<br />
colonne di luce deformata,<br />
improvvisava un tempio alla<br />
gloria di Zeus, signore del<br />
fulmine e del tuono.<br />
Il paesaggio si era trasformato,<br />
la terra tremava sotto il<br />
rullare solenne dei tamburi<br />
celesti.<br />
La pioggia cominciò a cadere,<br />
a scendere sempre più<br />
violenta, fino a rinforzare la<br />
tess<strong>it</strong>ura del temporale. Ben<br />
presto non si riuscì più a scorgere, a pochi passi di<br />
distanza, nè il mare di fronte nè il bosco alle spalle.<br />
Il giorno lasciò la scena permettendo al buio di sciogliere<br />
i nodi che trattenevano la luce sulla terra.<br />
E fu notte...<br />
... poi, così come improvvisa era iniziata, la pioggia<br />
cessò di scendere... gocce, diamanti di acqua danzarono<br />
mollemente nell’aria per poi sparire dal ventre<br />
di Gea. La madre. La terra.<br />
La notte giacque su un fianco emergendo dagli spazi<br />
siderali con l’algida Selene che, luminoso il viso,<br />
s’affacciò, qual conchiglia che affiorava in superficie,<br />
sopra la schiuma luminosa delle onde del mare.<br />
Le stelle, l’una dopo l’altra, annegarono nel cielo<br />
ormai svuotato dai nembi neri come la pece, cupi,<br />
atramentosi.<br />
Ora, l’aria è lacerata dalle grida stridule dei gabbiani<br />
che si affacciavano dai loro ricoveri notturni lungo le<br />
rive del mare.<br />
Quelle grida stridule, laceranti, sembravano essere<br />
presagio di chi sa quali dolorosi eventi. Brividi sotto<br />
le stelle.<br />
I gabbiani sono tristi e f<strong>anno</strong> pensare a brutti presagi.