rassegna stampa 4 maggio - Provincia di Cagliari
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Salta l’incontro dei sindacati con Cappellacci, il confronto con la giunta riprende domani<br />
«Piano del lavoro, basta ritar<strong>di</strong>»<br />
Venerdì sciopero Cgil: «L’isola ha un motivo in più per protestare»<br />
ALFREDO FRANCHINI<br />
CAGLIARI. C’è una sorta <strong>di</strong> male<strong>di</strong>zione che si abbatte sugli incontri tra la Giunta e i sindacati e<br />
così anche ieri è saltato il confronto: ora si dovrebbe tenere domani, salvo imprevisti, in una pausa<br />
dei lavori del Consiglio regionale. È accaduto che ieri mattina i tre segretari del sindacato regionale,<br />
Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, siano stati avvisati, con una telefonata della segreteria<br />
della Giunta, che il presidente Cappellacci stava male, a letto con la febbre.<br />
Il confronto, dunque, riprenderà domani dagli argomenti che - secondo il sindacato - non hanno<br />
mai fatto nemmeno un piccolo passo in avanti. A cominciare, ovviamente, dai temi del lavoro su cui<br />
Costa, Medde e Ticca hanno rotto gli indugi proclamando per il prossimo mese una grande<br />
mobilitazione popolare, l’ultima arma - secondo Cgil-Cisl e Uil - che possa dare una scossa alla<br />
Giunta Cappellacci. È inutile nascondere che tra le parti c’è tensione. Nell’ultimo incontro il<br />
sindacato ha fatto il pressing sui problemi storici e sui mali cronicizzati ma non sono arrivate né<br />
soluzioni, né ipotesi. L’accusa dei sindacati è pesante: «La Giunta non sa o non vuole leggere il<br />
dramma sociale della Sardegna», sostiene Enzo Costa. Ora l’aspettativa è che l’esecutivo «batta un<br />
colpo». L’incontro <strong>di</strong> domani dovrebbe avvenire nel primo pomeriggio quando si sarà conclusa la<br />
seduta meri<strong>di</strong>ama del Consiglio regionale, in attesa della ripresa dei lavori. E sul confronto pesa la<br />
mobilitazione generale in Sardegna annunciata per giugno e lo sciopero che la Cgil sta<br />
organizzando per vener<strong>di</strong> prossimo. È quest’ultimo uno sciopero nazionale ma i sar<strong>di</strong> - sostiene<br />
Costa - hanno una ragione <strong>di</strong> più per parteciparvi. E la ragione sta proprio in quell’elenco <strong>di</strong><br />
inadempienze del Governo e della Giunta che il sindacato sardo ha presentato da tempo al<br />
presidente Cappellacci.<br />
In Sardegna c’è stato un autentico crollo degli investimenti pubblici e questo ha fatto peggiorare la<br />
contingenza più generale dovuta alla crisi economica. I fon<strong>di</strong> Fas sono spariti e dovevano tirare un<br />
sistema appesantito. Non è vero che nelle casse non ci siano risorse perché il sindacato ha<br />
denunciato la mancata utilizzazione <strong>di</strong> quasi otto miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> residui passivi; causati da tanti fattori<br />
tra cui l’ineluttabile Patto <strong>di</strong> stabilità ma anche e soprattutto da una macchina regionale che non si<br />
muove. Cgil-Cisl e Uil non chiedono il ricorso a strumenti or<strong>di</strong>nari visto che la situazione è<br />
tutt’altro che or<strong>di</strong>naria. E se occorrono mezzi straor<strong>di</strong>nari, Cgil-Cisl e Uil non vogliono più vedersi<br />
costretti a temporeggiare. Non è facile perché un vero piano del lavoro ha bisogno <strong>di</strong> due<br />
presupposti: nuove idee e una svolta nell’impianto normativo e nella capacità <strong>di</strong> spesa che la<br />
Regione non ha.