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Il monitoraggio dei fabbisogni professionali delle ... - ClicLavoro

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Sistema Informativo Excelsior 2010 - <strong>Il</strong> <strong>monitoraggio</strong> <strong>dei</strong> <strong>fabbisogni</strong> <strong>professionali</strong> per favorire l’occupabilità<br />

Ancor più interessanti sono però gli andamenti <strong>delle</strong> assunzioni previste e la relativa<br />

distribuzione per livelli di istruzione.<br />

Se si eccettua il 2009, le assunzioni di laureati e di diplomati programmate dalle<br />

imprese sono continuamente aumentate in termini assoluti, segnando entrambe, in ciascun<br />

anno, variazioni superiori alla media di molti punti. Grazie a ciò, tra il 2004 e il 2009<br />

le assunzioni di laureati passavano dall’8,4 all’11,9% del totale e quelle di diplomati dal<br />

29,5 al 42,4%; perdevano invece quota sia i qualificati (dal 21,1% al 15,3% del totale),<br />

sia le persone con la sola licenza dell’obbligo (dal 41 al 30,4%).<br />

La ripresa <strong>delle</strong> assunzioni che, come visto, caratterizza il 2010 ha avuto conseguenze<br />

anche sulla domanda di qualificazione “in entrata” espressa dalle imprese, anche se<br />

con alcune differenze tra i diversi livelli di istruzione. Alle 28 mila entrate in più rispetto a<br />

quelle previste nel 2009, i laureati concorrono con oltre 6.400 unità (+10,3%, passando<br />

al 12,5% del totale), i diplomati con quasi 20.900 (+9% circa, per un’incidenza sul totale<br />

che raggiunge il 44%) e le persone con la sola licenza dell’obbligo con oltre 16.500 (il<br />

10,4% in più rispetto a quelle previste nel 2009). Restano invece negative le prospettive<br />

di assunzione per coloro che hanno una qualifica professionale (qualifica regionale di<br />

istruzione o formazione professionale), <strong>dei</strong> quali si prevedono assunzioni in calo quasi<br />

del 19% (pari a oltre 15 mila unità in meno) tanto da portarne la quota relativa all’11,7%<br />

del totale.<br />

I dati salienti di tali andamenti sono quindi da un lato l’innalzamento <strong>dei</strong> livelli medi di<br />

scolarità richiesti dalle imprese (come conferma il 57% circa di assunzioni con formazione<br />

secondaria o terziaria), dall’altro la dinamica di segno opposto e apparentemente contradditorio<br />

<strong>delle</strong> assunzioni programmate di figure con la sola licenza media (in aumento)<br />

e di quelle con qualifica professionale (in riduzione). Questi andamenti presentano lo<br />

stesso segno in entrambi i macro-settori di attività: le assunzioni di persone con la licenza<br />

media sono previste in aumento sia nell’industria che nei servizi (+10.100 e +6.400<br />

circa), quelle di personale con qualifica sono in riduzione di 2.600 unità nell’industria e<br />

di quasi 12.500 nei servizi.<br />

Si tenga inoltre conto che nel caso della licenza dell’obbligo si è verificata al contempo<br />

una riduzione dell’offerta di lavoro a causa del ricambio naturale di cui si è detto (solo<br />

in parte compensato dai flussi di manodopera straniera), che nel 2009 ne ha visto una<br />

riduzione <strong>delle</strong> forze di lavoro di quasi 180 mila unità (cui va aggiunta quella di quasi<br />

140 mila attivi con la sola licenza elementare); a ciò si aggiunge, tuttavia, il fatto che tali<br />

figure sono probabilmente presenti in misura considerevole tra coloro che tra il 2008 e il<br />

2009 hanno perso il posto di lavoro o sono state poste in Cassa Integrazione. Peraltro,<br />

il numero assoluto <strong>delle</strong> assunzioni previste di personale con la sola licenza media è<br />

tutt’altro che trascurabile (quasi 176 mila unità), secondo solo a quello <strong>delle</strong> assunzioni<br />

di diplomati (oltre 242 mila).<br />

Altre sono invece le possibili letture del calo <strong>delle</strong> assunzioni di qualificati, figure di<br />

cui spesso le imprese hanno segnalato la carenza (stante la scelta <strong>dei</strong> giovani sempre<br />

più orientata alla scuola media superiore e la crescente disaffezione per le professioni<br />

manuali), o l’insufficiente preparazione professionale. Per queste, l’ipotesi che si può<br />

ragionevolmente formulare è che la preferenza <strong>delle</strong> imprese, anche a causa della riorganizzazione<br />

<strong>delle</strong> attività e <strong>delle</strong> innovazioni tecnologiche introdotte, si diriga in misura più<br />

diffusa verso i diplomati, potendo contare, anche per questi, su un eccesso di offerta che<br />

mette le imprese in condizioni di vagliare i candidati con un maggiore grado di selettività.<br />

Ciò sembra peraltro l’ultimo step di un processo “a cascata”, che parte dai laureati, la<br />

cui forte e costante crescita dell’occupazione (e quindi <strong>delle</strong> assunzioni) avviene toglien-<br />

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