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Il monitoraggio dei fabbisogni professionali delle ... - ClicLavoro

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Capitolo II: I <strong>fabbisogni</strong> di competenze e di figure <strong>professionali</strong>: il possibile mismatch rispetto all’offerta di lavoro<br />

La classificazione che ne è derivata costituisce una codificazione che potrebbe essere<br />

comparabile al livello “prima cifra” ISCO o ISCED. La classificazione intende, nello<br />

specifico, identificare tre grandi categorie di competenze: le competenze sociali (capacità<br />

comunicativa, abilità nel gestire rapporti con i clienti, capacità di lavorare in gruppo,<br />

capacità direttive e di coordinamento, capacità di lavorare in autonomia), le competenze<br />

di carattere cognitivo (conoscenza <strong>delle</strong> lingue straniere, capacità di risolvere problemi,<br />

abilità creative e di ideazione) e le competenze tecnico-pratiche (abilità manuali, abilità<br />

amministrative, competenze informatiche, di base e specialistiche). Le competenze<br />

sociali rappresentano le skills legate a tutte le attività lavorative che vengono svolte a<br />

contatto con altre persone, siano esse colleghi o clienti, e costituiscono probabilmente<br />

la componente maggiormente “trasversale” <strong>delle</strong> competenze qui classificate. Le competenze<br />

cognitive e tecnico-pratiche sono, invece, più specifiche e includono tutte quelle<br />

abilità innate o acquisite che permettono di svolgere in modo efficace una determinata<br />

professione.<br />

Complessivamente, il fabbisogno di competenze di seguito analizzato fa riferimento<br />

alle sole assunzioni a carattere non stagionale programmate dalle imprese per il 2010. 7<br />

L’analisi della distribuzione <strong>delle</strong> competenze richieste fa emergere con chiarezza le due<br />

considerate più di frequente come molto importanti: si tratta della capacità di lavorare in<br />

gruppo (54,8% di risposte) e della capacità di autonomia (45,1%).<br />

Questi risultati suggeriscono due ordini di considerazioni. <strong>Il</strong> primo riguarda il confronto<br />

con la National Employer Skill Survey condotta nel Regno Unito, dal quale emerge proprio<br />

in corrispondenza di queste due competenze la maggior differenza tra l’Italia e questo<br />

Paese, dove esse risultano invece molto meno richieste dalle imprese. Una possibile motivazione<br />

alla base di tale fenomeno risiede nelle differenze fra l’impostazione del nostro<br />

sistema formativo e quello anglosassone: in quest’ultimo, l’attività didattica frontale è fortemente<br />

ridimensionata sin dalle scuole secondarie, favorendo invece il lavoro di gruppo<br />

e lo svolgimento di ricerche e project work a casa. Questo approccio risulta ancora più<br />

accentuato in ambito universitario, in cui in numerose discipline la valutazione avviene<br />

pressoché esclusivamente sulla base di lavori e progetti svolti dagli studenti in team o<br />

in autonomia. È quindi probabile che le imprese nel Regno Unito considerino scontato il<br />

possesso di determinate skills, che invece in Italia vengono esplicitamente richieste.<br />

La seconda considerazione riguarda l’apparente contraddizione tra la forte domanda di<br />

competenze relative al lavoro autonomo e, al contempo, al lavoro di gruppo, che in realtà si<br />

spiega anche logicamente, in quanto l’autonomia non implica isolamento ma collaborazione.<br />

A livello di ricaduta sul sistema formativo, poi, questi dati evidenziano non solo l’importanza<br />

di sviluppare metodi attivi e lavoro di gruppo, ma anche quella di considerare<br />

l’acquisizione <strong>delle</strong> competenze trasversali come un obiettivo fondamentale della scuola,<br />

fin dal ciclo primario.<br />

Segue un secondo gruppo di competenze caratterizzate da una forte richiesta (abilità<br />

manuali, abilità di gestire rapporti con i clienti, capacità di risolvere i problemi, capacità<br />

comunicativa). <strong>Il</strong> distacco fra il sesto e il settimo posto è molto elevato, da 31,9% a 18,6%:<br />

questo consente di dire che quattro su sei <strong>delle</strong> competenze più richieste sono di natura<br />

“trasversale”: fanno eccezione le abilità manuali, al terzo posto, e quelle di gestire i rapporti<br />

con i clienti. <strong>Il</strong> gruppo finale è costituito da competenze più “specifiche”, che, in<br />

quanto tali, sono meno richieste a livello aggregato.<br />

7 Nel totale, si tratta come visto in precedenza di 551.950 assunzioni. L’elevato numero di risposte garantisce un adeguato livello di<br />

rappresentatività di ogni gruppo o sottogruppo considerato.<br />

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