28.10.2014 Views

Rivista dell'istruzione. N. 4/11 Focus - Comune di Modena

Rivista dell'istruzione. N. 4/11 Focus - Comune di Modena

Rivista dell'istruzione. N. 4/11 Focus - Comune di Modena

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Una sfida possibile:<br />

scuola e territorio<br />

in rete per il successo<br />

formativo <strong>di</strong> tutti<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

<strong>di</strong> Adriana Querzè<br />

Andare male a scuola: perché?<br />

I dati del Ministero confermano il comune<br />

sentire <strong>di</strong> chi vive e lavora nella<br />

scuola me<strong>di</strong>a: un ragazzo su quattro ha<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, abbandona<br />

precocemente la scuola, è in situazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio.<br />

Ma chi sono i ragazzi che vanno male<br />

a scuola o che stanno male a scuola,<br />

quelli che chiamiamo <strong>di</strong>fficili, con problemi<br />

emozionali o <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento?<br />

Le ricerche ci <strong>di</strong>cono alcune<br />

cose <strong>di</strong> loro.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà sono spesso rilevate dalla<br />

prima classe della scuola primaria o<br />

già dalla scuola dell’infanzia. Si manifestano<br />

con una netta <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> genere<br />

che vede la prevalenza dei maschi<br />

rispetto alle femmine con un rapporto<br />

<strong>di</strong> 2 a 1.<br />

I ragazzi cosiddetti <strong>di</strong>fficili sono accomunati<br />

da alcuni atteggiamenti verso<br />

la scuola quali l’ostilità, l’incostanza, la<br />

trascuratezza, la <strong>di</strong>sorganizzazione. Le<br />

famiglie <strong>di</strong> origine sono in prevalenza<br />

<strong>di</strong> basso livello <strong>di</strong> istruzione, anche se<br />

alcune ricerche evidenziano che molti<br />

alunni provengono da famiglie con<br />

status sociale, economico e culturale<br />

me<strong>di</strong>o-alto. Gli atteggiamenti educativi<br />

dei genitori <strong>di</strong> questi ragazzi sono<br />

caratterizzati da orientamenti estremi:<br />

l’indulgenza eccessiva, l’autoritarismo<br />

o aspettative altissime.<br />

Dispersione e <strong>di</strong>sagio<br />

scolastico: status o relazione?<br />

Storicamente la letteratura scientifica<br />

relativa alla <strong>di</strong>spersione e al <strong>di</strong>sagio<br />

scolastico si polarizza intorno a due<br />

ambiti <strong>di</strong> riflessione: le caratteristiche<br />

dei ragazzi e l’ambiente <strong>di</strong> vita.<br />

Ricerche e teorie del primo ambito<br />

spiegano il <strong>di</strong>sagio scolastico chiamando<br />

in causa le caratteristiche dei<br />

ragazzi, l’attitu<strong>di</strong>ne allo stu<strong>di</strong>o, la motivazione,<br />

l’adattamento alla scuola, i<br />

percorsi scolastici pregressi, le ‘doti’<br />

intellettive.<br />

Ricerche e teorie del secondo ambito<br />

affrontano il <strong>di</strong>sagio scolastico chiamando<br />

in causa l’ambiente sociale e<br />

familiare che non ha fornito quanto era<br />

necessario sul piano affettivo, motivazionale,<br />

culturale, economico, delle opportunità.<br />

Gli interventi e i programmi <strong>di</strong> contenimento<br />

del <strong>di</strong>sagio scolastico, che a<br />

queste teorie e ricerche si rifanno, non<br />

hanno pienamente raggiunto gli esiti<br />

sperati né a livello nazionale né internazionale.<br />

Quelli che si basano su<br />

interventi centrati sull’in<strong>di</strong>viduo hanno<br />

spesso l’effetto <strong>di</strong> stigmatizzare il<br />

ragazzo portandolo, non <strong>di</strong> rado, verso<br />

la me<strong>di</strong>calizzazione del <strong>di</strong>sturbo o<br />

la necessità <strong>di</strong> un’assistenza continua.<br />

Gli interventi che in<strong>di</strong>viduano nella deprivazione<br />

la causa del <strong>di</strong>sagio tentano<br />

<strong>di</strong> fornire ciò che manca: più ore <strong>di</strong><br />

insegnamento, più strumenti <strong>di</strong>dattici,<br />

più stimolazioni, sostegno psicologico,<br />

recupero.<br />

Proprio in relazione alle altissime percentuali<br />

<strong>di</strong> insuccesso dei programmi<br />

<strong>di</strong> intervento, tende oggi a prevalere<br />

l’idea che il <strong>di</strong>sagio scolastico, più<br />

che uno status immo<strong>di</strong>ficabile (in<strong>di</strong>viduale<br />

o sociale) sia una relazione,<br />

cioè l’esito dell’incontro tra le oggettive<br />

caratteristiche in<strong>di</strong>viduali e sociali<br />

dei ragazzi e il contesto scolastico,<br />

nella consapevolezza che quest’ultimo<br />

può mo<strong>di</strong>ficare e ridurre o, al contrario,<br />

enfatizzare e perpetuare situazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Lo sviluppo del <strong>di</strong>sagio scolastico,<br />

quin<strong>di</strong>, non può essere considerato<br />

È in aumento<br />

il fenomeno<br />

dell’insuccesso<br />

scolastico<br />

e del <strong>di</strong>sagio<br />

e gli interventi<br />

compensativi<br />

non sempre<br />

ottengono<br />

gli effetti sperati<br />

49


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

50<br />

<strong>Focus</strong><br />

Quando il <strong>di</strong>sagio<br />

scaturisce<br />

da un cattivo<br />

rapporto<br />

tra un ragazzo<br />

e i contesti<br />

<strong>di</strong> vita,<br />

la scuola<br />

può svolgere<br />

un ruolo decisivo<br />

per una buona<br />

crescita<br />

soltanto effetto <strong>di</strong> un certo ambiente<br />

familiare o sociale né univoco risultato<br />

<strong>di</strong> caratteristiche del ragazzo. L’insieme<br />

dei comportamenti sintomatici<br />

del <strong>di</strong>sagio scolastico va considerato<br />

all’interno del contesto scolastico che<br />

lo contiene.<br />

La scuola non può autoassolversi<br />

Dunque, è opportuno accettare il fatto<br />

che il <strong>di</strong>sagio non trae origine da qualcosa,<br />

ma è componente dell’insieme<br />

dei sistemi relazionali <strong>di</strong> cui il ragazzo<br />

fa parte.<br />

Così impostato il problema chiama fortemente<br />

in causa la scuola come contesto<br />

nel quale la relazione viene agita.<br />

Più precisamente chiama in causa i<br />

docenti con le loro competenze <strong>di</strong>sciplinari<br />

e metodologiche; il clima <strong>di</strong> classe<br />

e <strong>di</strong> scuola; le relazioni fra docenti e<br />

fra docenti e genitori; l’immagine mentale<br />

che gli adulti hanno degli studenti;<br />

l’idea <strong>di</strong> efficacia professionale, cioè<br />

il convincimento degli adulti <strong>di</strong> ‘potercela<br />

fare’. Questo approccio può meglio<br />

contenere il proliferare <strong>di</strong> situazioni<br />

nelle quali il <strong>di</strong>sagio annunciato si<br />

materializza come profezia che si auto-adempie.<br />

Le tecniche, gli interventi specialistici,<br />

i programmi settoriali possono essere<br />

importanti ma è la capacità della scuola<br />

<strong>di</strong> non auto-assolversi, <strong>di</strong> non chiamarsi<br />

fuori (è colpa del ragazzo o della<br />

famiglia o è colpa della società…) e<br />

<strong>di</strong> riflettere sulle concrete modalità <strong>di</strong><br />

relazione messe in campo negli altrettanto<br />

concreti contesti <strong>di</strong> lavoro. Solo<br />

questo approccio può dare ai ragazzi<br />

la garanzia <strong>di</strong> non essere considerati<br />

perduti dalla scuola e <strong>di</strong> usufruire <strong>di</strong><br />

altre opportunità.<br />

Questo non significa scuola facile, sarebbe<br />

un doppio tra<strong>di</strong>mento per chi<br />

ha bisogno, forse più <strong>di</strong> altri, <strong>di</strong> uscire<br />

dalla scuola culturalmente attrezzato;<br />

significa scuola responsabile e<br />

capace <strong>di</strong> porsi come luogo <strong>di</strong> buona<br />

crescita.<br />

L’esperienza delle scuole<br />

secondarie <strong>di</strong> primo grado<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Da nove anni le scuole secondarie <strong>di</strong><br />

primo grado <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> lavorano in rete<br />

sui temi del <strong>di</strong>sagio scolastico cercando<br />

<strong>di</strong> concretizzare un approccio che parta<br />

dall’accettazione del fatto che esso non<br />

trae origine da qualcosa ma è componente<br />

dell’insieme dei sistemi relazionali<br />

<strong>di</strong> cui il ragazzo fa parte; insieme che<br />

include, in primo luogo, la scuola stessa,<br />

inelu<strong>di</strong>bile agente <strong>di</strong> cambiamento.<br />

Il convegno “Una sfida possibile: scuola<br />

e territorio in rete, per il successo formativo<br />

<strong>di</strong> tutti”, svoltosi a <strong>Modena</strong> il 13<br />

maggio 20<strong>11</strong>, ha tentato <strong>di</strong> dar conto<br />

<strong>di</strong> questa esperienza inquadrandola in<br />

riflessioni più generali e mettendola in<br />

relazione con altre, attuate da altri soggetti<br />

sul territorio nazionale.<br />

Il convegno, organizzato dal <strong>Comune</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, Rete delle scuole secondarie<br />

<strong>di</strong> primo grado, Associazione<br />

Città&Scuola, è stato patrocinato<br />

da Regione Emilia-Romagna, Provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, Ufficio scolastico regionale<br />

e Ufficio scolastico provinciale<br />

ed ha avuto il sostegno <strong>di</strong> Fondazione<br />

Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, Fondazione<br />

San Filippo Neri e Associazione<br />

Servizi per il volontariato <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

La pluralità <strong>di</strong> soggetti a vario titolo<br />

coinvolti, due dei quali – Fondazione<br />

Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Associazione<br />

Città &Scuola – sostengono<br />

<strong>di</strong>rettamente il progetto, dà conto<br />

dell’articolazione del lavoro delle scuole<br />

secondarie <strong>di</strong> primo grado della città<br />

e della sua positiva azione sul tessuto<br />

sociale oltre che scolastico.


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

Le ipotesi del convegno <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Proponiamo in questo inserto alcune delle relazioni ed esperienze presentate al convegno<br />

sottolineando che si è trattato <strong>di</strong> una giornata in cui i cosiddetti ‘saperi esperti’<br />

sono stati obbligati a mettersi in relazione con le esperienze e le conoscenze maturate<br />

da insegnanti, educatori, <strong>di</strong>rigenti scolastici. Questa scelta, culturale più che<br />

organizzativa, è nata dalla volontà <strong>di</strong> non applicare alla prassi scolastica modelli e<br />

teorie elaborati altrove ma, al contrario, <strong>di</strong> contribuire a fare interagire <strong>di</strong>fferenti luoghi<br />

<strong>di</strong> elaborazione del sapere nella consapevolezza che il ‘luogo-scuola’ consente<br />

a professionisti riflessivi e colti <strong>di</strong> elaborare conoscenze e saperi autentici che assumono<br />

tanto più valore quanto più si interfacciano con la ricerca educativa e ne vengono<br />

riconosciuti come parte qualificata.<br />

I contributi qui proposti consistono in quattro relazioni ed altrettante esperienze ed<br />

intendono fornire spunti <strong>di</strong> riflessione sul progetto modenese.<br />

Le ragioni del progetto<br />

Mario Menziani nell’intervento su Il progetto “Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta. Scuola e territorio<br />

insieme per prevenire il <strong>di</strong>sagio e la <strong>di</strong>spersione scolastica”, ripercorre le fasi <strong>di</strong><br />

crescita del progetto stesso, la sua sistematizzazione e assunzione consapevole da<br />

parte delle scuole definendone gli aspetti centrali:<br />

- l’arricchimento dell’offerta formativa con l’apertura delle scuole oltre l’orario curricolare<br />

per realizzare attività, laboratori e iniziative basate sul lavoro <strong>di</strong> docenti,<br />

<strong>di</strong> genitori in qualità <strong>di</strong> esperti, <strong>di</strong> volontari, <strong>di</strong> associazioni e <strong>di</strong> istituzioni del territorio;<br />

- il supporto all’appren<strong>di</strong>mento con l’organizzazione <strong>di</strong> sportelli <strong>di</strong>dattici e attività<br />

<strong>di</strong> ‘compiti insieme’ svolti in sinergia con doposcuola già attivi sul territorio, centri<br />

<strong>di</strong>urni e associazioni con il miglioramento e l’incremento del rapporto fra scuola<br />

e territorio;<br />

- il reperimento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> necessari alla realizzazione degli interventi col coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> enti e istituzioni del territorio: fondazioni bancarie, regione, comune.<br />

Questi interventi, sottolinea Menziani, sono stati resi possibili grazie alla creazione<br />

ed alla manutenzione <strong>di</strong> reti: quella delle scuole, quella territoriale e quella del volontariato,<br />

delle quali vengono esaminati gli effettivi punti <strong>di</strong> forza e le potenzialità.<br />

Il ruolo dei soggetti in gioco<br />

Francesco Pisanu, nel saggio Attività extracurricolari, sostegno all’impegno scolastico<br />

e prevenzione del <strong>di</strong>sagio: il caso del progetto “Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta”, esamina<br />

alcune caratteristiche strutturali del progetto che coinvolge significativamente enti,<br />

istituzioni e collettività. Un dato quantitativo esprime questo coinvolgimento: se, su<br />

base annua, Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio e <strong>Comune</strong> arrivano a finanziare 3.144<br />

ore <strong>di</strong> attività nelle scuole considerate, il volontariato ne realizza 3.150. In questo<br />

contesto i punti <strong>di</strong> rilievo sono:<br />

- attivazione <strong>di</strong> azioni su aspetti cognitivi e psico-sociali (ren<strong>di</strong>mento e comportamento),<br />

in cui sono sempre meno le possibilità <strong>di</strong> supporto per studenti in <strong>di</strong>fficoltà;<br />

­ attribuzione agli attori istituzionali della rete <strong>di</strong> maggiori responsabilità sul versante<br />

‘accademico’ e cognitivo, per assegnare a genitori e volontariato azioni che<br />

solo in parte sono centrate sul successo formativo;<br />

- attenzione alla con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> ‘assunti <strong>di</strong> base’ che possano consentire ai <strong>di</strong>versi<br />

attori in gioco <strong>di</strong> avere un approccio comune nella realizzazione delle attività.<br />

In questo quadro le percezioni degli studenti, in particolare su “compiti assieme”,<br />

sono molto positive, risultando inclusive e positivamente slegate da ciò che avviene<br />

in classe rispetto alle <strong>di</strong>namiche relazionali a volte etichettanti ed emarginanti rispetto<br />

ad alunni che presentano <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.<br />

<strong>Focus</strong><br />

Il convegno<br />

<strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

della primavera<br />

20<strong>11</strong><br />

ha messo a fuoco<br />

idee fondamentali<br />

in materia<br />

<strong>di</strong> contrasto<br />

della <strong>di</strong>spersione,<br />

come il lavoro<br />

<strong>di</strong> rete, l’apporto<br />

<strong>di</strong> genitori<br />

e il ruolo del<br />

volontariato<br />

51


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Concetti<br />

fondamentali<br />

per prevenire<br />

il <strong>di</strong>sagio sono<br />

il coinvolgimento<br />

attivo<br />

dei soggetti<br />

(capability),<br />

la partecipazione<br />

sociale,<br />

la ricerca-azione<br />

Un nuovo approccio<br />

Ciro Ruggerini e Sumire Manzotti in Capability e Developmental Approach: possibili<br />

implicazioni nell’esperienza scolastica presentano la capability come concetto capace<br />

<strong>di</strong> orientare le azioni <strong>di</strong> tutte le agenzie (politiche, sociali e sanitarie) <strong>di</strong> una comunità<br />

verso una maggiore sinergia ed efficacia. Evidente è l’attinenza <strong>di</strong> questo contributo<br />

con le caratteristiche strutturali del progetto modenese per alcuni aspetti salienti:<br />

­ la persona alla quale sono <strong>di</strong>retti atti <strong>di</strong> assistenza o aiuti allo sviluppo non va<br />

considerata un recettore passivo ma un agente in grado <strong>di</strong> identificare obiettivi<br />

prioritari;<br />

- la persona e le agenzie della comunità possono funzionare al meglio in un terreno<br />

culturale esplicitamente con<strong>di</strong>viso.<br />

Le Capabilities rappresentano le libertà o le opportunità che le persone hanno <strong>di</strong> essere<br />

e <strong>di</strong> fare quello che in realtà vogliono essere e fare; l’approccio è dunque in grado<br />

<strong>di</strong> tener conto delle <strong>di</strong>versità in<strong>di</strong>viduali e del ruolo fondante della libertà umana.<br />

Anche la cultura alla base dell’organizzazione scolastica può esserne profondamente<br />

influenzata.<br />

La metafora della rete<br />

Vando Borghi nell’intervento La metafora della rete: aprire la scatola nera, prendendo<br />

le mosse dall’alta ricorrenza del concetto <strong>di</strong> rete nei ragionamenti relativi all’istruzione,<br />

afferma che tale termine è <strong>di</strong>ventato una metafora che occorrerà esplorare e,<br />

in un certo senso, <strong>di</strong>sambiguare.<br />

La rete non è virtuosa in sé e occorre esaminare le proprietà che rendono virtuosa<br />

tale modalità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento partendo dalla con<strong>di</strong>visibile affermazione che una<br />

rete è virtuosa se persegue l’interesse generale. Centrale <strong>di</strong>viene allora l’identificazione<br />

dei ‘sintomi’ che ci segnalano la presenza <strong>di</strong> questa caratteristica:<br />

- la visibilità dei criteri sulla base dei quali viene perseguito un obiettivo <strong>di</strong> interesse<br />

generale. Il fatto che si riconosca che le materie, i problemi, le questioni <strong>di</strong> cui<br />

si sta trattando sono attinenti al bene pubblico;<br />

- la pratica della partecipazione che non è un dato <strong>di</strong> partenza ma, laddove si produce,<br />

è un esito, qualcosa che richiede un investimento <strong>di</strong> risorse materiali e immateriali,<br />

un sostegno, una manutenzione nel corso del tempo;<br />

- il fatto che le relazioni promosse dalla rete siano orientate alla creazione <strong>di</strong> terre<br />

<strong>di</strong> confine, che mettano in contatto soggetti <strong>di</strong>versi per natura, estrazione sociale,<br />

appartenenza culturale per poter almeno tentare <strong>di</strong> contrastare il fatto che<br />

l’esperienza sociale urbana contemporanea è sempre più fortemente caratterizzata<br />

dall’incontro tra simili.<br />

Le esperienze-pilota<br />

A questi contributi sono state affiancate quattro esperienze particolarmente significative:<br />

La gestione dei casi <strong>di</strong>fficili nella scuola me<strong>di</strong>a del Canton Ticino <strong>di</strong> Flavia Cereghetti-Bion<strong>di</strong>;<br />

I laboratori del fare e del sapere nell’esperienza trentina <strong>di</strong> Silvia Tabarelli;<br />

Provaci ancora, Sam! <strong>di</strong> Marina Busso e Barbara Rivoira;<br />

Scuola per prevenire, scuola per recuperare <strong>di</strong> Daniele Giar<strong>di</strong>na e Edda Odorici dell’Istituto<br />

comprensivo “Trilussa” <strong>di</strong> Quarto Oggiaro (Mi).<br />

Si tratta <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong>verse che però <strong>di</strong>mostrano che intervenire sul <strong>di</strong>sagio è possibile<br />

se la scuola, le famiglie, il volontariato, la ricerca accademica, gli enti e le istituzioni<br />

prendono sul serio l’affermazione che il bene più prezioso del presente e del<br />

futuro sono i ragazzi e le loro potenzialità.<br />

Non possiamo permetterci <strong>di</strong> perdere né gli uni né le altre, perché ciò non è giusto<br />

e nemmeno conveniente per le persone e per il Paese.<br />

52<br />

Adriana Querzè<br />

Assessore all’Istruzione, politiche per l’infanzia<br />

e l’adolescenza, rapporti con l’università<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>


Il progetto<br />

“Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta”<br />

Scuola e territorio insieme per prevenire<br />

il <strong>di</strong>sagio e la <strong>di</strong>spersione scolastica<br />

<strong>di</strong> Mario Menziani<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Le ragioni che hanno ispirato<br />

il progetto<br />

Più che <strong>di</strong> un singolo progetto dobbiamo<br />

parlare <strong>di</strong> un vero e proprio<br />

percorso per descrivere l’esperienza<br />

modenese nel campo della prevenzione<br />

del <strong>di</strong>sagio e della <strong>di</strong>spersione<br />

scolastica. Avviato ormai nove<br />

anni fa, il percorso ha coinvolto tutte<br />

le scuole secondarie <strong>di</strong> primo grado<br />

(tabella 1) e ha da sempre avuto la caratteristica<br />

<strong>di</strong> rivolgersi a tutti gli alunni,<br />

nella convinzione che solo mutando<br />

il ‘clima’ interno alla scuola si riescano<br />

a coinvolgere anche gli alunni<br />

che manifestano <strong>di</strong>sagio.<br />

Questa convinzione è basata sull’esperienza<br />

quoti<strong>di</strong>ana e sull’osservazione<br />

delle crescenti manifestazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio<br />

personale e scolastico degli alunni,<br />

nonché sulla constatazione dell’inadeguatezza<br />

della scuola, se non ad<strong>di</strong>rittura<br />

dell’arretramento della stessa nella<br />

capacità <strong>di</strong> offrire strumenti adeguati<br />

alle nuove necessità.<br />

La crisi dei valori tra<strong>di</strong>zionali, delle figure<br />

genitoriali, della famiglia, dell’identità<br />

maschile, nonché la crescente affluenza<br />

<strong>di</strong> immigrati, con la conseguente<br />

crisi <strong>di</strong> identità personale e culturale<br />

delle seconde generazioni, costituiscono<br />

fattori che mettono a dura prova<br />

il sistema scolastico italiano, da anni<br />

bisognoso <strong>di</strong> riforme, e ne mostrano<br />

l’inadeguatezza ad assicurare risposte<br />

efficaci al <strong>di</strong>sagio, alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

alla mancanza <strong>di</strong> motivazione,<br />

alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accettazione delle<br />

regole della convivenza sociale, alla<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> relazione interpersonale<br />

che i ragazzi e le ragazze manifestano<br />

in maniera sempre più evidente.<br />

Un percorso <strong>di</strong> ricerca-azione<br />

Il percorso ha inteso offrire risposte a<br />

queste necessità, ponendosi come riferimento<br />

per le nuove generazioni che<br />

l’attraversano, per le loro famiglie e per<br />

le <strong>di</strong>verse istituzioni che si occupano <strong>di</strong><br />

infanzia e adolescenza. Per questo l’intento<br />

prioritario è stato quello <strong>di</strong> dare<br />

l’avvio ad una fitta rete <strong>di</strong> relazioni tra<br />

tutti gli interlocutori.<br />

Abbiamo proceduto attraverso un progetto<br />

pragmatico <strong>di</strong> ricerca-azione, con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare gli strumenti più<br />

idonei a consentire ai ragazzi <strong>di</strong> scuola<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> affrontare con serenità il percorso<br />

formativo e il processo <strong>di</strong> sviluppo<br />

personale. Nel percorso abbiamo maturato<br />

la convinzione che il nostro sforzo,<br />

per <strong>di</strong>mostrarsi efficace, non possa prescindere<br />

dalla collaborazione dell’intero<br />

territorio per la messa a punto <strong>di</strong> azioni<br />

sempre più coor<strong>di</strong>nate tra scuola, famiglie,<br />

servizi territoriali e volontariato. Durante<br />

tutto il percorso, fondamentale è<br />

stato il sostegno da parte dell’Assessorato<br />

all’istruzione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

Una strategia <strong>di</strong> ‘rapido’<br />

intervento<br />

Abbiamo ritenuto necessario garantire<br />

ai ragazzi un contesto ricco, stimolante<br />

e vario; per questo abbiamo aperto la<br />

scuola al territorio e interagito con tutte<br />

le realtà che si occupano <strong>di</strong> infanzia<br />

e adolescenza a partire dal volontariato<br />

sociale.<br />

Di fronte<br />

a crisi sociale,<br />

<strong>di</strong> valori<br />

e <strong>di</strong> stili<br />

<strong>di</strong> vita<br />

il progetto<br />

modenese<br />

ha chiamato<br />

attorno<br />

alla questione<br />

educativa<br />

una pluralità<br />

<strong>di</strong> soggetti<br />

del territorio<br />

Tabella 1 – Percentuali <strong>di</strong> alunni con problemi <strong>di</strong> alfabetizzazione, comportamento o<br />

nella preparazione nelle scuole secondarie <strong>di</strong> primo grado modenesi. A.s. 2010-<strong>11</strong><br />

N. plessi N. alunni<br />

% alunni da seguire<br />

con alfabetizzazione<br />

% alunni con problemi<br />

<strong>di</strong> comportamento<br />

% alunni con problemi<br />

nella preparazione<br />

10 4.431 4, 6 4, 2 20, 0<br />

53


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Il progetto<br />

si articola<br />

in numerose azioni,<br />

finalizzate<br />

a <strong>di</strong>versificare<br />

le proposte<br />

formative<br />

per sostenere<br />

e orientare<br />

allievi<br />

e genitori<br />

Abbiamo cercato <strong>di</strong> garantire una capacità<br />

<strong>di</strong> ascolto imme<strong>di</strong>ata e tempestiva,<br />

per dare risposte efficaci alle necessità<br />

manifestate. In particolare abbiamo<br />

costruito insieme ai Servizi sociali<br />

e all’USL percorsi rapi<strong>di</strong> <strong>di</strong> intervento,<br />

pre<strong>di</strong>sponendo protocolli d’azione<br />

e <strong>di</strong> scambio <strong>di</strong> informazioni.<br />

Al tempo stesso abbiamo voluto garantire<br />

alle singole istituzioni scolastiche<br />

la capacità <strong>di</strong> sviluppare al loro interno<br />

strumenti <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> intervento sempre<br />

più precisi ed efficaci, mettendole<br />

in grado <strong>di</strong> riformularli (pianificando,<br />

monitorando e valutando) e <strong>di</strong> adattarli<br />

alle specifiche esigenze. In particolare<br />

abbiamo promosso la costituzione in<br />

ciascuna scuola <strong>di</strong> un’équipe <strong>di</strong> docenti<br />

(supportandoli anche con azioni specifiche<br />

<strong>di</strong> aggiornamento) in grado <strong>di</strong> analizzare<br />

e gestire le informazioni per in<strong>di</strong>rizzare<br />

i colleghi nel lavoro quoti<strong>di</strong>ano e<br />

i consigli <strong>di</strong> classe nella programmazione<br />

degli interventi necessari.<br />

Gli elementi caratterizzanti<br />

Punti car<strong>di</strong>ne degli interventi attuati sono<br />

stati:<br />

1. l’arricchimento dell’offerta formativa:<br />

aprendo le scuole oltre l’orario<br />

curricolare per la realizzazione <strong>di</strong> attività,<br />

laboratori e iniziative, affidati<br />

anche alla gestione <strong>di</strong> genitori, <strong>di</strong><br />

volontari e associazioni o istituzioni<br />

del territorio (tabella 2);<br />

2. un efficace supporto all’appren<strong>di</strong>mento<br />

degli alunni più deboli, nonché<br />

degli alunni stranieri: organizzando<br />

sportelli <strong>di</strong>dattici, attività <strong>di</strong> ‘compiti<br />

insieme’, avvalendosi <strong>di</strong> contributi<br />

esterni quali doposcuola, centri <strong>di</strong>urni,<br />

ecc.; sapendo costruire rete con<br />

tutte queste <strong>di</strong>verse realtà; favorendo<br />

il <strong>di</strong>alogo tra scuola e territorio;<br />

3. un altrettanto efficace supporto alla<br />

persona: avviando e successivamente<br />

consolidando l’esperienza<br />

dei tutor e degli sportelli d’ascolto<br />

come strumenti <strong>di</strong> intervento, durante<br />

la permanenza a scuola; collaborando<br />

con i servizi del territorio in<br />

presenza <strong>di</strong> problematiche più gravi<br />

in carico ai servizi stessi;<br />

4. azioni rivolte ai genitori, in quanto<br />

primi educatori dei propri figli, per favorire:<br />

la consapevolezza del ruolo <strong>di</strong><br />

genitore; la concertazione <strong>di</strong> strategie<br />

efficaci; la progettazione e la realizzazione<br />

<strong>di</strong> azioni significative finalizzate<br />

sia al bene personale (benessere<br />

psicofisico-relazionale; ricerca<br />

della propria autonomia personale:<br />

orientamento alla vita) sia al bene comune<br />

(puntando sui valori costituzionali<br />

della citta<strong>di</strong>nanza attiva, della legalità,<br />

della partecipazione democratica<br />

e della convivenza civile);<br />

5. il reperimento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> necessari alla<br />

realizzazione degli interventi, rivolgendoci<br />

a varie istituzioni del territorio:<br />

fondazioni bancarie, regione,<br />

comune (tabella 3).<br />

Nell’imme<strong>di</strong>ato futuro inten<strong>di</strong>amo av­<br />

Tabella 2 – Attività svolte nell’ambito del progetto. A.s. 2010-<strong>11</strong><br />

Attività<br />

N. ore <strong>di</strong> attività<br />

Operatori Volontari Totale<br />

N. ragazzi<br />

coinvolti<br />

Laboratori pomeri<strong>di</strong>ani 321 1562 1.883 1.390<br />

Tutoraggio 1.187 315 1.502 156<br />

Compiti insieme 1.442 1.288 2.730 516<br />

Totale 2.950 3.165 6<strong>11</strong>5 2.062<br />

54<br />

Tabella 3 – Risorse economiche. A.s. 2010-<strong>11</strong><br />

Fondazione Cassa <strong>di</strong><br />

Scuole secondarie<br />

Risorse<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

<strong>di</strong> primo grado<br />

Importo in euro 70. 000 15. 000 30. 000


viare con le scuole superiori <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />

un percorso <strong>di</strong> collaborazione per dare<br />

il via ad azioni sinergiche con il comune<br />

intento <strong>di</strong> facilitare il passaggio da un<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> scuola all’altro e <strong>di</strong> ridurre gli<br />

insuccessi e gli abbandoni, <strong>di</strong> allargare<br />

il coinvolgimento delle realtà territoriali<br />

anche al mondo delle realtà produttive<br />

per realizzare azioni <strong>di</strong> orientamento<br />

rivolte ad alunni e famiglie.<br />

La governance del progetto<br />

Ben presto è maturata la convinzione<br />

che soltanto il coor<strong>di</strong>namento tra scuole,<br />

famiglie, servizi territoriali e volontariato<br />

potesse rendere efficaci le azioni<br />

intraprese. Era pertanto necessario<br />

lavorare alla realizzazione delle azioni<br />

previste dal progetto e al tempo stesso<br />

avviare una rete citta<strong>di</strong>na a partire da<br />

una ben strutturata rete tra le scuole.<br />

La rete delle scuole si basa su due organismi<br />

fondamentali: il Comitato tecnico-scientifico<br />

e il Coor<strong>di</strong>namento citta<strong>di</strong>no<br />

dei docenti. Parallelamente a<br />

quest’ultimo si è costituito un Coor<strong>di</strong>namento<br />

dei comitati dei genitori con<br />

i quali da subito si è avviata una collaborazione<br />

operativa per l’apertura pomeri<strong>di</strong>ana<br />

delle scuole, per svolgervi<br />

attività laboratoriali (brevi esperienze,<br />

generalmente a carattere tecnico-pratico,<br />

gestite in prima persona dai genitori<br />

nell’ine<strong>di</strong>to ruolo <strong>di</strong> insegnanti).<br />

Nel Coor<strong>di</strong>namento tecnico-scientifico<br />

sono rappresentate le scuole e il territorio.<br />

Ne fanno parte, oltre al <strong>di</strong>rigente<br />

della scuola capofila, rappresentanti<br />

dei docenti, dei genitori, delle istituzioni<br />

locali e delle realtà territoriali che<br />

si occupano <strong>di</strong> infanzia e adolescenza.<br />

Ha funzioni <strong>di</strong> controllo e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo,<br />

nonché <strong>di</strong> verifica della congruità<br />

delle azioni con le finalità del progetto.<br />

Il Coor<strong>di</strong>namento citta<strong>di</strong>no dei docenti ha<br />

funzioni <strong>di</strong> progettazione, confronto e verifica<br />

delle attività realizzate ed è costituito<br />

da un rappresentante per ogni scuola<br />

(nominato dal collegio docenti, generalmente<br />

è una ‘funzione strumentale’,<br />

solo in taluni casi è ‘funzione specifica’).<br />

Non sembri secondario quest’ultimo<br />

aspetto, che riteniamo importante perché<br />

implica il coinvolgimento <strong>di</strong> tutto il<br />

collegio dei docenti. In tal modo vengono<br />

<strong>di</strong>scusse e con<strong>di</strong>vise le articolazioni<br />

specifiche del progetto da adottare<br />

nelle scuole e si destinano le risorse<br />

necessarie; si conferisce ad un collega<br />

l’incarico <strong>di</strong> rappresentare la scuola<br />

nel Coor<strong>di</strong>namento citta<strong>di</strong>no e ad un<br />

numero congruo <strong>di</strong> docenti il compito<br />

<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare il progetto d’istituto.<br />

Attività da ricomporre<br />

nel curricolo<br />

Le articolazioni delle attività sono molteplici.<br />

Si prevedono:<br />

a. laboratori pomeri<strong>di</strong>ani, la cui organizzazione<br />

comporta tempo e impegno<br />

<strong>di</strong>retto degli insegnanti perché,<br />

pur essendo condotti dai genitori,<br />

necessitano <strong>di</strong> momenti organizzativi,<br />

<strong>di</strong> un costante controllo durante<br />

la realizzazione e <strong>di</strong> verifiche (delle<br />

presenze e del ren<strong>di</strong>mento) <strong>di</strong> competenza,<br />

appunto, dei docenti;<br />

b. attività <strong>di</strong> ‘compiti insieme’ che richiedono<br />

altrettanto sforzo organizzativo<br />

quando non anche partecipazione<br />

<strong>di</strong>retta dei docenti;<br />

c. attività <strong>di</strong> tutoraggio, <strong>di</strong> sportello, <strong>di</strong><br />

raccordo con i doposcuola presenti<br />

sul territorio, e ancora perio<strong>di</strong>ci contatti<br />

con gli assistenti sociali dei poli<br />

territoriali e con le agenzie ad essi<br />

collegati, o con l’Usl: tutti impegni<br />

<strong>di</strong>retti e <strong>di</strong> collegamento con i singoli<br />

consigli <strong>di</strong> classe coinvolti che vanno<br />

organizzati, condotti, coor<strong>di</strong>nati.<br />

La convinzione che sia importante<br />

stabilire un legame forte tra progetto<br />

e programmazione <strong>di</strong> ciascun consiglio<br />

<strong>di</strong> classe, perché tutte le attività <strong>di</strong><br />

supporto siano riconosciute e apprezzate<br />

come parti integranti <strong>di</strong> un unico<br />

curricolo dell’alunno, ci ha portato<br />

all’elaborazione <strong>di</strong> strumenti (schede<br />

e calendari) <strong>di</strong> rilevazione e <strong>di</strong> controllo<br />

della situazione della classe in relazione<br />

al <strong>di</strong>sagio e, più in generale, alle<br />

<strong>di</strong>fficoltà scolastiche, che sono stati<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Organismi<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />

(scientifica,<br />

professionale,<br />

per i genitori)<br />

consentono<br />

<strong>di</strong> monitorare<br />

i progetti<br />

e integrarli<br />

nel curricolo<br />

scolastico<br />

55


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

I genitori<br />

hanno assunto<br />

un ruolo <strong>di</strong>namico<br />

per la promozione,<br />

la gestione,<br />

la <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> esperienze formative<br />

rivolte<br />

ai ragazzi<br />

(laboratori,<br />

compiti)<br />

e agli adulti<br />

(consulenza,<br />

tutoraggio)<br />

messi a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> ogni scuola e<br />

costituiscono ormai un’esperienza comune<br />

in città.<br />

L’effetto contagio della rete<br />

Lavorare in rete ha consentito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere<br />

pratiche e metodologie rilevatesi<br />

efficaci in alcune scuole e <strong>di</strong> applicarle,<br />

adattandole, nelle altre. Valga per tutte<br />

l’esperienza positiva dei laboratori pomeri<strong>di</strong>ani<br />

gestiti dai genitori, che avviati<br />

inizialmente in due sole scuole hanno<br />

visto una rapida <strong>di</strong>ffusione in tutti gli altri<br />

istituti attraverso un’encomiabile operazione<br />

<strong>di</strong> supporto che i genitori già<br />

esperti hanno condotto nei confronti <strong>di</strong><br />

chi si accingeva per la prima volta a realizzarli<br />

(giungendo persino alla compilazione<br />

<strong>di</strong> un vero e proprio manuale dei<br />

laboratori, un piccolo strumento operativo<br />

con consigli, suggerimenti e modelli<br />

a cui ispirarsi); così pure i compiti insieme,<br />

patrimonio esperienziale <strong>di</strong> una delle<br />

<strong>di</strong>eci scuole citta<strong>di</strong>ne, sono <strong>di</strong>ventati,<br />

con <strong>di</strong>fferenti modelli, esperienze presenti<br />

in tutte le altre.<br />

La rete tra scuole si è estesa e rafforzata<br />

anche attraverso il coor<strong>di</strong>namento<br />

dei comitati genitori che hanno successivamente<br />

organizzato una propria<br />

struttura autonoma (l’Associazione<br />

Città & Scuola) col compito <strong>di</strong> collaborare<br />

alla realizzazione del progetto<br />

curando in modo particolare il supporto<br />

alle azioni dei genitori (mettendo<br />

in opera varie forme <strong>di</strong> collaborazione,<br />

organizzando momenti <strong>di</strong> formazione,<br />

contribuendo alla progettazione<br />

<strong>di</strong> nuove iniziative e al reperimento<br />

delle risorse necessarie). Di particolare<br />

rilievo il fatto che nell’associazione,<br />

pur destinando i propri sforzi a<br />

favore dei soli alunni <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a,<br />

continuano a garantire la propria attività<br />

volontaria un buon numero <strong>di</strong> genitori<br />

i cui figli già da alcuni anni frequentano<br />

le scuole superiori.<br />

La mappa delle opportunità<br />

La rete territoriale è costituita innanzitutto<br />

dall’intreccio della rete delle scuole<br />

me<strong>di</strong>e con reti istituzionali (istruzione<br />

e servizi sociali e le numerose strutture<br />

ad essi collegati); protocolli e calendari<br />

per incontri perio<strong>di</strong>ci sono le realizzazioni<br />

più significative. Questa già importante<br />

struttura si è andata via via arricchendo<br />

tramite la tessitura <strong>di</strong> nuove relazioni<br />

e la sollecitazione alla costruzione <strong>di</strong><br />

nuove reti. In particolare ciò è stato ottenuto<br />

con agenzie territoriali quali centri<br />

<strong>di</strong> aggregazione giovanile, cooperative<br />

sociali, associazioni <strong>di</strong> volontariato,<br />

centri culturali che si occupano <strong>di</strong> infanzia<br />

e adolescenza, nella consapevolezza<br />

che il coor<strong>di</strong>namento delle azioni, lo<br />

scambio <strong>di</strong> informazioni sulle esperienze<br />

attuate dai ragazzi, il confronto metodologico<br />

potessero essere strumenti utili al<br />

conseguimento degli obiettivi comuni.<br />

Nello specifico abbiamo operato con<br />

i <strong>di</strong>versi doposcuola esistenti sul territorio<br />

dapprima per una maggior conoscenza<br />

reciproca, quin<strong>di</strong> per un<br />

confronto metodologico e per mettere<br />

a punto modalità che favorissero lo<br />

scambio delle informazioni, la collaborazione<br />

con le scuole e con i singoli<br />

consigli <strong>di</strong> classe interessati.<br />

La <strong>di</strong>somogeneità della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

queste offerte e la scarsa conoscenza<br />

delle stesse ci hanno indotti a elaborare<br />

una mappa delle <strong>di</strong>verse iniziative, creando<br />

in questo modo, oltre che un utile<br />

strumento informativo, anche un legame<br />

più forte tra realtà omogenee, possibilità<br />

<strong>di</strong> confronto e scambi efficaci<br />

con le scuole <strong>di</strong> riferimento (tabella 4).<br />

56<br />

Tabella 4 – Doposcuola funzionanti sul territorio citta<strong>di</strong>no. A.s. 2010-<strong>11</strong><br />

N.<br />

doposcuola<br />

esterni alla scuola<br />

N.<br />

alunni<br />

frequentanti<br />

N.<br />

aperture<br />

settimanali<br />

N.<br />

volontari<br />

coinvolti<br />

N.<br />

operatori<br />

retribuiti<br />

15 323 2-3 199 17


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Il ruolo del volontariato<br />

La presenza<br />

<strong>di</strong> un volontariato<br />

<strong>di</strong>ffuso<br />

(<strong>di</strong> pensionati,<br />

genitori,<br />

docenti,<br />

studenti)<br />

è il segno tangibile<br />

<strong>di</strong> una comunità<br />

che si prende cura<br />

dell’educazione<br />

dei giovani<br />

Vero e proprio tessuto connettivo degli<br />

interventi è rappresentato dalla rete<br />

del volontariato.<br />

Essa è presente nelle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong><br />

partecipazione e coinvolgimento dei<br />

genitori; nella realizzazione dei laboratori<br />

pomeri<strong>di</strong>ani (oltre che da genitori<br />

e nonni, questi laboratori sono attivati<br />

anche grazie alla presenza <strong>di</strong> alcune<br />

organizzazioni <strong>di</strong> pensionati e <strong>di</strong> alcune<br />

associazioni <strong>di</strong> artigiani); nell’intervento<br />

<strong>di</strong> tanti studenti delle me<strong>di</strong>e superiori<br />

che prestano le loro competenze<br />

nelle attività <strong>di</strong> compiti insieme; negli<br />

interventi <strong>di</strong> docenti in pensione che<br />

continuano a prestare la loro opera in<br />

attività <strong>di</strong> recupero o <strong>di</strong> insegnamento<br />

dell’italiano agli stranieri; nell’impegno<br />

quoti<strong>di</strong>ano dei docenti che si spendono<br />

per la realizzazione del progetto; nelle<br />

realtà <strong>di</strong> doposcuola territoriali attivati<br />

e sostenuti dal contributo <strong>di</strong> decine e<br />

decine <strong>di</strong> persone.<br />

Si tratta <strong>di</strong> uno degli aspetti più significativi<br />

dell’intero progetto. Questa risorsa,<br />

cui abbiamo fatto ricorso inizialmente<br />

per supplire alle carenze, si è imposta<br />

come straor<strong>di</strong>naria ricchezza <strong>di</strong><br />

un territorio che crede nel futuro e si<br />

de<strong>di</strong>ca ai propri ragazzi: testimonianza<br />

esemplare che ra<strong>di</strong>ca in profon<strong>di</strong>tà<br />

e conferisce senso allo stare insieme,<br />

all’essere comunità.<br />

Mario Menziani<br />

Docente nella scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado<br />

“Ferraris-Marconi” <strong>Modena</strong><br />

57


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Attività extracurricolari<br />

a sostegno<br />

dell’impegno scolastico<br />

Il caso del progetto “Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta”<br />

<strong>di</strong> Francesco Pisanu<br />

Più che<br />

<strong>di</strong> ‘recupero’<br />

si tratta<br />

<strong>di</strong> promuovere<br />

attività mirate<br />

a far riacquisire<br />

autostima<br />

e motivazione<br />

ai ragazzi<br />

in <strong>di</strong>fficoltà<br />

58<br />

Prevenire l’abbandono<br />

La ricerca e la prassi in ambito educativo<br />

hanno ormai consolidato la<br />

prospettiva <strong>di</strong> un contributo positivo<br />

delle Attività strutturate extracurricolari<br />

nella prevenzione dell’abbandono<br />

scolastico. In genere, gli studenti<br />

considerati a rischio abbandono (per<br />

caratteristiche in<strong>di</strong>viduali, familiari e<br />

<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento scolastico) che possono<br />

beneficiare <strong>di</strong> continue e significative<br />

attività extracurricolari, che<br />

stimolano il coinvolgimento rispetto<br />

allo stu<strong>di</strong>o e all’appren<strong>di</strong>mento, hanno<br />

poi tassi <strong>di</strong> abbandono molto più<br />

bassi rispetto a coloro che non hanno<br />

avuto questa possibilità (Mahoney,<br />

Cairns, 1997).<br />

Dall’altra parte queste attività extracurricolari<br />

necessitano <strong>di</strong> essere svolte<br />

in piena continuità rispetto a quelle<br />

curricolari, e dunque con una partecipazione<br />

centrale da parte della scuola,<br />

per evitare possibili effetti negativi<br />

negli appren<strong>di</strong>menti e nei livelli <strong>di</strong><br />

competenze, simili a quelli in<strong>di</strong>viduati<br />

dalla ricerca educativa per quanto<br />

riguarda l’efficacia dei compiti a casa<br />

(Trautwein et al., 2006).<br />

Ancora, per chiudere il cerchio, recenti<br />

indagini qualitative sull’abbandono<br />

scolastico svolte nel contesto<br />

della Provincia <strong>di</strong> Trento (Tabarelli, Pisanu,<br />

Bertazzoni, 20<strong>11</strong>) hanno sottolineato<br />

l’importanza della cura e<br />

del potenziamento <strong>di</strong> alcune caratteristiche<br />

in<strong>di</strong>viduali già dalla scuola<br />

elementare. Tra questi l’impegno e<br />

la partecipazione percepita vengono<br />

considerati come prioritari, anche in<br />

un’ottica <strong>di</strong> equilibrio cognitivo e socio-affettivo<br />

del singolo studente, soprattutto<br />

nel passaggio dal primo al<br />

secondo ciclo <strong>di</strong> istruzione.<br />

Un progetto per il successo<br />

formativo<br />

Il progetto “Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta” della<br />

rete <strong>di</strong> scuole me<strong>di</strong>e del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Modena</strong>, che qui verrà descritto in base<br />

ad alcune caratteristiche strutturali<br />

e ad una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> tipo psico-sociale<br />

a livello studente, è centrato<br />

proprio su questi elementi: non sull’improvvisazione<br />

e la semplice delega alle<br />

famiglie, ma su piani e progetti strutturati<br />

che coinvolgono e responsabilizzano<br />

una <strong>di</strong>screta fetta della collettività<br />

locale, come le stesse famiglie e il mondo<br />

del volontariato.<br />

Il progetto, iniziato nell’anno scolastico<br />

2002-03, è nato da un gruppo <strong>di</strong><br />

docenti e genitori che hanno <strong>di</strong>ffuso e<br />

ampliato iniziative già avviate da tempo<br />

in alcune scuole della città <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />

Si è partiti dalla constatazione che per<br />

i ragazzi <strong>di</strong>fficili non erano adeguate le<br />

attività scolastiche normalmente pre<strong>di</strong>sposte<br />

nel curricolo scolastico e che<br />

era necessario promuovere attività specifiche<br />

mirate a far riacquisire autostima<br />

e motivazione (come il tutoraggio, i<br />

compiti insieme, i laboratori pomeri<strong>di</strong>ani<br />

curricolari o extracurricolari, lo sportello<br />

<strong>di</strong> ascolto), ormai noti elementi basilari<br />

per la qualità degli appren<strong>di</strong>menti<br />

e del successo formativo.<br />

Il presente lavoro <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

sul progetto sarà, dunque, organizzato<br />

in questo modo: una prima parte<br />

sarà de<strong>di</strong>cata ad una sequenza <strong>di</strong> dati<br />

strutturali che interessano la realizzazione<br />

delle attività extracurricolari considerate;<br />

una seconda parte approfon<strong>di</strong>rà<br />

gli esiti psico-sociali (legati a impegno<br />

e motivazione percepiti dagli studenti)<br />

<strong>di</strong> due attività extracurricolari in<br />

particolare, cioè il tutoraggio e i compiti<br />

insieme.


I destinatari delle attività<br />

realizzate<br />

Il primo dato interessante riguarda i destinatari<br />

del progetto. È in<strong>di</strong>viduabile<br />

una lunga serie <strong>di</strong> situazioni ‘a rischio’,<br />

che variano da situazioni più o meno<br />

strutturate e certificate ad altre identificabili<br />

all’interno della categoria delle<br />

situazioni problematiche o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio,<br />

in termini generali. È presente, inoltre,<br />

un numero consistente <strong>di</strong> alunni stranieri<br />

(<strong>di</strong> poco superiore al 15% del totale<br />

degli studenti). A seguire, in termini<br />

quantitativi, anche se in parte frutto<br />

delle attribuzioni degli insegnanti nei loro<br />

confronti, c’è la presenza <strong>di</strong> un gruppo<br />

identificabile in termini molto generali<br />

con lacune nella preparazione (il<br />

20% degli studenti).<br />

Ci sono altri due potenziali raggruppamenti<br />

<strong>di</strong> interesse.<br />

Un primo raggruppamento intercetta<br />

problematiche più <strong>di</strong> tipo cognitivo, ed<br />

è rappresentato dall’unione delle categorie<br />

alunni certificati e alunni DSA segnalati<br />

o da accertare; queste due categorie<br />

raggruppano circa 350 studenti<br />

(circa l’8% degli studenti).<br />

Un secondo gruppo è riconducibile a<br />

problematiche <strong>di</strong> natura maggiormente<br />

comportamentale e relazionale, cioè<br />

i ragazzi ‘seguiti dai servizi sociali’ e<br />

quelli ‘seguiti dal doposcuola esterno’;<br />

complessivamente questo raggruppamento<br />

comprende più <strong>di</strong> 400 studenti<br />

(oltre il 9% del totale).<br />

Finanziamenti e attività<br />

Un altro dato strutturale importante per<br />

l’analisi del progetto sono la tipologia e il<br />

‘peso’ dei soggetti che realizzano le attività<br />

attraverso un’intensa azione <strong>di</strong> rete.<br />

Tale rete appare stabilizzata su due versanti<br />

principali: un versante istituzionale<br />

composto dalla locale Fondazione Cassa<br />

<strong>di</strong> Risparmio e dal <strong>Comune</strong>, e un versante<br />

meno istituzionalizzato, ma non<br />

per questo meno importante, costituito<br />

dal mondo del volontariato, attraverso<br />

le famiglie e le associazioni.<br />

Il primo versante contribuisce da un<br />

punto <strong>di</strong> vista economico (in un rapporto<br />

tra fon<strong>di</strong> della Fondazione e fon<strong>di</strong> del<br />

<strong>Comune</strong> pari a 7 a 1), principalmente<br />

per finanziare le attività specifiche (oltre<br />

il 63% dei fon<strong>di</strong> messi a <strong>di</strong>sposizione),<br />

e in seconda battuta per le spese<br />

<strong>di</strong> organizzazione (circa il 13% del totale).<br />

Il confronto vero e proprio tra i due<br />

versanti si realizza pienamente rispetto<br />

alle ore finanziate (per quanto riguarda<br />

la Fondazione e il <strong>Comune</strong>) e messe a<br />

<strong>di</strong>sposizione (per quanto riguarda il volontariato)<br />

sulle singole attività <strong>di</strong> progetto.<br />

Se Fondazione e <strong>Comune</strong> in un<br />

anno arrivano a finanziare 3.144 ore <strong>di</strong><br />

attività nelle nove scuole considerate,<br />

il volontariato si stabilizza poco sopra<br />

le 3.150 ore.<br />

È interessante esplorare i contributi a<br />

questo monte ore: se un’attività come<br />

il tutoraggio è praticamente tutta a carico<br />

dell’attività finanziata dalla Fondazione<br />

e dal <strong>Comune</strong>, i laboratori sono in<br />

buona parte frutto <strong>di</strong> un’attività volontaria;<br />

una posizione interme<strong>di</strong>a, e per<br />

questo più potenzialmente interessante<br />

è rappresentata dai compiti assieme,<br />

che nonostante vedano una prevalenza<br />

<strong>di</strong> ore finanziate dalla Fondazione<br />

e dal <strong>Comune</strong>, hanno comunque una<br />

presenza del volontariato non secondaria.<br />

Si tratta dunque <strong>di</strong> attività nelle<br />

quali la rete nel suo complesso ha effettuato<br />

dei dosaggi <strong>di</strong> risorse (finanziarie<br />

e umane) a misura variabile, muovendosi<br />

seguendo una sorta <strong>di</strong> criterio <strong>di</strong><br />

congruenza formativa: i maggiori carichi<br />

pedagogici e formativi per le ore finanziate,<br />

minori carichi <strong>di</strong> questo tipo<br />

per le ore <strong>di</strong> volontariato.<br />

Le percezioni degli studenti<br />

sulle attività: un approfon<strong>di</strong>mento<br />

sui compiti assieme<br />

Un altro aspetto interessante <strong>di</strong> questo<br />

progetto è la metodologia della ricercaazione,<br />

i cui esiti si utilizzano per attivare<br />

processi <strong>di</strong> miglioramento e <strong>di</strong> potenziamento<br />

delle attività. In questo lavoro,<br />

verranno presentati gli esiti <strong>di</strong> una<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Gli utenti<br />

del progetto<br />

modenese<br />

sono soggetti<br />

con problematiche<br />

relazionali,<br />

ragazzi<br />

in ritardo<br />

nella preparazione,<br />

stranieri,<br />

allievi certificati<br />

o DSA<br />

59


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Svolgere<br />

i compiti<br />

assieme<br />

e con la guida<br />

<strong>di</strong> adulti ‘esperti’<br />

sembra migliorare<br />

il senso<br />

<strong>di</strong> autoefficacia<br />

e <strong>di</strong> fiducia<br />

dei ragazzi<br />

in <strong>di</strong>fficoltà<br />

Tabella 1 – Effetti significativi delle variabili <strong>di</strong> sfondo considerate sulle variabili<br />

psico-sociali per quanto riguarda i “compiti assieme”<br />

Variabili legate a impegno e<br />

coinvolgimento<br />

1) Controllo percepito e<br />

rilevanza del lavoro a scuola<br />

Es. item: “Ho dei buoni<br />

risultati in questa attività<br />

perché mi impegno tanto”<br />

2) Future aspirazioni e obiettivi<br />

Es. item: “Grazie a questa<br />

attività, avrò maggiori<br />

opportunità in futuro”<br />

3) Motivazione estrinseca<br />

Es. item: “Mi sembra <strong>di</strong><br />

imparare meglio con questa<br />

attività se l’insegnante mi<br />

supporta e mi premia (ad<br />

esempio con un ‘bravo!’ detto<br />

a voce) per quello che faccio”<br />

4) Supporto familiare<br />

Es. item: “Se dovessi avere<br />

dei problemi in questa attività<br />

i miei genitori sarebbero<br />

sempre pronti ad aiutarmi”<br />

5) Supporto tra pari per<br />

l’appren<strong>di</strong>mento<br />

Es. item: “Grazie a questa<br />

attività, mi sembra <strong>di</strong> avere<br />

rapporti migliori con i miei<br />

compagni <strong>di</strong> classe”<br />

6) Relazioni studenti-adulti<br />

Es. item: “Mi piace parlare<br />

con l’insegnante in questa<br />

attività”<br />

% <strong>di</strong><br />

risposte<br />

positive<br />

*<br />

Genere<br />

100 ND<br />

Tipo<br />

Classe<br />

Prima ><br />

seconda e<br />

terza<br />

Durata<br />

attività<br />

ND<br />

84,4 ND ND ND<br />

76,5 ND<br />

Prima ><br />

seconda e<br />

terza<br />

Frequenza<br />

microattività<br />

Verifiche<br />

frequenti ><br />

verifiche non<br />

frequenti<br />

Verifiche<br />

frequenti ><br />

verifiche non<br />

frequenti<br />

Nazionalità<br />

genitori<br />

ND<br />

Non italiani<br />

> italiani<br />

ND ND ND<br />

76,5 ND ND ND ND ND<br />

83,9 ND<br />

83,9 ND<br />

Prima ><br />

seconda e<br />

terza<br />

Prima ><br />

seconda e<br />

terza<br />

*Nelle modalità alta e me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ciascuna considerata.<br />

ND: nessuna <strong>di</strong>fferenza significativa.<br />

ND<br />

ND<br />

ND<br />

Verifiche<br />

frequenti ><br />

verifiche non<br />

frequenti<br />

Non italiani<br />

> italiani<br />

ND<br />

60<br />

rilevazione tramite un questionario che<br />

misurava, tra gli altri, i livelli <strong>di</strong> impegno<br />

e <strong>di</strong> coinvolgimento percepiti dagli studenti,<br />

utilizzando la versione italiana<br />

dello Student Engagement Instrument<br />

(SEI, Appleton et al., 2006), rispetto a<br />

due attività: il tutoraggio e i compiti assieme.<br />

Vista la quantità <strong>di</strong> dati raccolti<br />

per questa secondo tipologia (N = 243),<br />

verranno considerati solo questi dati.<br />

L’attività denominata compiti assieme<br />

consiste principalmente in stu<strong>di</strong>o guidato<br />

da un adulto esperto. Per uno o<br />

due pomeriggi alla settimana (o spesso<br />

anche più, se possibile) i ragazzi in attività<br />

pomeri<strong>di</strong>ane vengono aiutati ad attivare<br />

una serie <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

per favorire il realizzarsi <strong>di</strong> performance<br />

scolastiche future. La tabella<br />

(cfr. seconda colonna da sinistra) ci in<strong>di</strong>ca<br />

come in genere l’attività dei compiti<br />

assieme sia stata valutata positivamente<br />

per quanto riguarda le variabili<br />

riferite a impegno e coinvolgimento,<br />

premiando in sostanza il livello <strong>di</strong> autoefficacia<br />

percepita dagli studenti nel<br />

realizzare l’attività, gli aspetti strumentali<br />

per il futuro e gli aspetti sociali e relazionali.<br />

Nelle altre colonne si possono<br />

vedere gli esiti degli impatti che alcune<br />

variabili <strong>di</strong> sfondo (come il genere,<br />

la classe frequentata, la durata delle<br />

attività…) hanno avuto sulle variabili<br />

<strong>di</strong> impegno e coinvolgimento considerate.<br />

Come si può notare, la variabile<br />

‘genere’ non ha prodotto delle <strong>di</strong>fferenze<br />

significative, nel senso che le attività<br />

svolte all’interno dei “compiti as­


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

sieme” e i giu<strong>di</strong>zi dati rispetto a questa<br />

attività non <strong>di</strong>fferenziano i maschi e le<br />

femmine. Le <strong>di</strong>fferenze, in parte, ci sono<br />

sulla tipologia <strong>di</strong> classe; infatti c’è<br />

un maggior controllo percepito, da parte<br />

degli studenti della prima, che probabilmente<br />

sono più seguiti, più monitorati,<br />

rispetto a quelli della seconda e<br />

della terza classe.<br />

In maniera abbastanza particolare,<br />

la durata dell’attività non ha sancito<br />

delle <strong>di</strong>fferenze: le persone che hanno<br />

seguito per più tempo questa attività<br />

non hanno <strong>di</strong>fferenze nella percezione<br />

rispetto a quelle che l’hanno<br />

seguita <strong>di</strong> meno. Le <strong>di</strong>fferenze si manifestano<br />

per la frequenza <strong>di</strong> una particolare<br />

tipologia <strong>di</strong> attività svolta nei<br />

“compiti assieme”, cioè le preparazioni<br />

alle verifiche. Si tratta <strong>di</strong> un’attività<br />

molto strumentale, fatta in preparazione<br />

<strong>di</strong> un evento che poi sta per<br />

realizzarsi in classe. Un altro aspetto<br />

interessante è rivolto alla nazionalità<br />

dei genitori: si evidenzia come i punteggi<br />

<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione e <strong>di</strong> motivazione<br />

siano più alti negli studenti che appartengono<br />

a famiglie in parte eterogenee,<br />

quin<strong>di</strong> con almeno un genitore<br />

non italiano, rispetto a quelli che,<br />

invece, hanno dei genitori completamente<br />

italiani.<br />

L’equilibrio tra ‘professionisti’<br />

e ‘volontari’<br />

In base ai dati presentati nelle sezioni<br />

precedenti è possibile in<strong>di</strong>care alcuni<br />

punti <strong>di</strong> rilievo che interessano il progetto<br />

“Citta<strong>di</strong>ni si <strong>di</strong>venta”.<br />

Per quanto riguarda gli elementi strutturali,<br />

non si può che sottolineare positivamente<br />

l’impegno della rete, <strong>di</strong> scuole<br />

e altri attori sul territorio, nell’attivare<br />

azioni su aspetti cognitivi e psico-sociali<br />

(ren<strong>di</strong>mento e comportamento),<br />

in cui sono sempre meno le possibilità<br />

<strong>di</strong> supporto per studenti in <strong>di</strong>fficoltà. Il<br />

coinvolgimento <strong>di</strong> attori <strong>di</strong>versi sul territorio,<br />

in una buona integrazione tra ambiti<br />

istituzionali e non, appare centrato,<br />

in base ai dati a <strong>di</strong>sposizione, nell’attribuire<br />

agli attori istituzionali della rete<br />

maggiori responsabilità sul versante<br />

‘accademico’ e cognitivo, per delegare<br />

invece ai meno istituzionali (ad esempio<br />

famiglie e volontariato) azioni che solo<br />

in parte sono centrate sul successo<br />

La rete istituzionale<br />

(scuole, ecc.)<br />

si impegna<br />

sugli aspetti<br />

cognitivi,<br />

quella informale<br />

sulle <strong>di</strong>mensioni<br />

motivazionali<br />

e relazionali<br />

61


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

62<br />

<strong>Focus</strong><br />

Prepararsi<br />

<strong>di</strong> frequente<br />

alle verifiche,<br />

con un supporto<br />

autorevole,<br />

è un fattore<br />

<strong>di</strong> gratificazione<br />

e <strong>di</strong> successo<br />

formativo. Questo è uno snodo decisivo,<br />

soprattutto in scenari in cui potrebbe<br />

essere possibile lavorare con sempre<br />

meno risorse a <strong>di</strong>sposizione e nei<br />

quali, dunque, il volontariato assumerà<br />

maggiore importanza. Da questo punto<br />

<strong>di</strong> vista <strong>di</strong>venta necessaria la con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> ‘assunti <strong>di</strong> base’<br />

(ad esempio attraverso il rilascio <strong>di</strong><br />

vademecum, come già sta accadendo<br />

all’interno del progetto) che possano<br />

consentire ai <strong>di</strong>versi attori in gioco <strong>di</strong><br />

avere un approccio comune e comunque<br />

una soglia minima <strong>di</strong> professionalità<br />

<strong>di</strong>dattica e pedagogica per affrontare<br />

al meglio ambedue i versanti (cognitivo<br />

e comportamentale), in un’ottica<br />

<strong>di</strong> continuità e congruenza rispetto<br />

a ciò che si svolge in classe. È ciò che<br />

probabilmente si è realizzato all’interno<br />

dell’attività “compiti assieme”, attraverso<br />

un buon bilanciamento tra ruoli<br />

‘professionali’ e non (ma non per questo<br />

meno efficaci).<br />

La percezione <strong>di</strong> efficacia<br />

degli studenti<br />

Sulle percezioni degli studenti, in particolare<br />

per quanto riguarda l’attività presa<br />

in esame dei “compiti assieme”, si<br />

evidenziano come elementi <strong>di</strong> rilievo il<br />

possibile transfer tra la strategia extrascolastica<br />

e l’attività prettamente scolastica<br />

e gli aspetti sociali e relazionali<br />

legati alla strategia stessa. Si tratta,<br />

inoltre, <strong>di</strong> un’attività altamente inclusiva:<br />

come si è visto, non crea <strong>di</strong>fferenze<br />

tra maschi e femmine e tra studenti<br />

italiani e non italiani. I dati raccolti ci<br />

restituiscono una rappresentazione in<br />

cui, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quello che in genere<br />

ci si aspetta, più l’attività è strumentalmente<br />

legata a ciò che avviene<br />

in classe, più positive sono le percezioni<br />

degli studenti. L’unico elemento, infatti,<br />

che crea delle <strong>di</strong>fferenziazioni per<br />

quanto riguarda la durata delle attività<br />

a cui partecipano gli studenti è la tipologia<br />

<strong>di</strong> queste attività. Nello specifico<br />

i dati ci <strong>di</strong>cono che preparare le verifiche<br />

in maniera molto frequente aumen­<br />

ta la probabilità <strong>di</strong> avere maggior controllo<br />

percepito e rilevanza del lavoro<br />

a scuola e maggiori future aspirazioni<br />

e obiettivi. Inoltre, il livello alto <strong>di</strong> frequenza<br />

nella preparazione delle verifiche<br />

modula in maniera più positiva la<br />

relazione tra studenti e adulti. In linea<br />

<strong>di</strong> massima questo elemento potrebbe<br />

essere considerato come una possibile<br />

traccia <strong>di</strong> sviluppo per le prossime e<strong>di</strong>zioni<br />

delle attività.<br />

Bibliografia<br />

Appleton J.J., Christenson S.L., Kim D.,<br />

Reschly A.L., Measuring cognitive and<br />

psychological engagement: Validation<br />

of the Student Engagement Instrument,<br />

in “Journal of School Psychology”, 44,<br />

2006.<br />

Mahoney J.L., Cairns R.B., Do extracurricular<br />

activities protect against early<br />

school dropout?, in “Developmental<br />

Psychology”, vol. 33(2), 1997.<br />

Tabarelli S., Pisanu F., Bertazzoni C., Indagine<br />

sui fattori <strong>di</strong> rischio e <strong>di</strong> protezione<br />

del fenomeno <strong>di</strong>spersione scolastica,<br />

Report <strong>di</strong> ricerca, IPRASE Trentino,<br />

20<strong>11</strong>.<br />

Trautwein U., Ludtke O., Schnyder<br />

I., Niggli A., Pre<strong>di</strong>cting homework effort:<br />

support for a domain-specific,<br />

multilevel homework model, in “Journal<br />

of Educational Psychology”, 98, 2006.<br />

Francesco Pisanu<br />

Ricercatore area educativa IPRASE Trentino, docente <strong>di</strong><br />

Psicologia della formazione e dell’orientamento, Facoltà<br />

<strong>di</strong> Scienze cognitive – Università <strong>di</strong> Trento


Capability<br />

e Developmental<br />

Approach: possibili<br />

implicazioni<br />

nell’esperienza<br />

scolastica<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo intervento è <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care<br />

le implicazioni, per l’organizzazione<br />

dell’esperienza scolastica, del concetto<br />

<strong>di</strong> Capability e <strong>di</strong> una teoria dello<br />

sviluppo ad esso congruente (Applied<br />

Developmental Science Approach). Il<br />

nostro assunto <strong>di</strong> base è che il concetto<br />

<strong>di</strong> capability sia in grado <strong>di</strong> orientare<br />

azioni sinergiche e, per questo, potenzialmente<br />

più efficaci <strong>di</strong> tutte le agenzie<br />

(politiche, sociali e sanitarie) <strong>di</strong> una<br />

comunità.<br />

Innovative Care for Chronic<br />

Con<strong>di</strong>tion<br />

<strong>di</strong> Ciro Ruggerini e Sumire Manzotti<br />

L’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità<br />

(OMS) ha pubblicato nel 2002 un<br />

documento intitolato “Innovative Care<br />

for Chronic Con<strong>di</strong>tion” (ICCC), che<br />

sostiene la necessità <strong>di</strong> un cambio <strong>di</strong><br />

para<strong>di</strong>gma nell’assistenza alle con<strong>di</strong>zioni<br />

croniche. Questo documento ha<br />

un’importanza cruciale nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

me<strong>di</strong>che non suscettibili <strong>di</strong> guarigione,<br />

ma il modello che esso propone è applicabile<br />

anche all’assistenza alle persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità (Ruggerini, Vezzosi,<br />

Dalla Vecchia, 2008) e alle persone<br />

che presentano uno sviluppo atipico,<br />

espressione della neuro<strong>di</strong>versità interin<strong>di</strong>viduale<br />

( 1 ).<br />

A nostro parere si può sostenere che il<br />

1) Si veda, ad esempio, il documento del<br />

Panel <strong>di</strong> aggiornamento e revisione della<br />

Consensus Conference sui Disturbi Specifici<br />

<strong>di</strong> Appren<strong>di</strong>mento (PARCC) in Marchiori,<br />

Ruggerini, Lorusso, Tressol<strong>di</strong> (20<strong>11</strong>).<br />

documento ICCC, nato in ambito sanitario,<br />

propone un modello <strong>di</strong> rapporto<br />

collaborativo tra citta<strong>di</strong>ni, famiglie e<br />

Agenzie della Comunità.<br />

Per gli obiettivi <strong>di</strong> questo lavoro possiamo<br />

osservare che i contenuti essenziali<br />

<strong>di</strong> questo documento sono:<br />

­ la persona alla quale sono <strong>di</strong>retti atti<br />

<strong>di</strong> assistenza o aiuti allo sviluppo<br />

non va considerata un recettore<br />

passivo ma un agente in grado <strong>di</strong><br />

identificare obiettivi prioritari;<br />

­ la persona e le agenzie della sua<br />

Comunità possono funzionare al<br />

meglio in un terreno culturale esplicitamente<br />

con<strong>di</strong>viso.<br />

In questa relazione sosteniamo che il<br />

concetto <strong>di</strong> capability e una teoria dello<br />

sviluppo ad esso congruente (Developmental<br />

Approach) possono costituire<br />

la trama essenziale <strong>di</strong> questo terreno.<br />

Anche la cultura alla base dell’organizzazione<br />

scolastica può essere profondamente<br />

influenzata.<br />

Il concetto <strong>di</strong> Capability<br />

Il concetto <strong>di</strong> capability, nato negli anni<br />

’80 nell’area dell’Economia del benessere<br />

( 2 ), è stato proposto da Amartya<br />

Sen, premio Nobel 1998 per il suo contributo<br />

alla scienza economica e alla<br />

teoria della politica sociale.<br />

Secondo Sen l’obiettivo etico-egualitario<br />

della <strong>di</strong>stribuzione delle risorse socio-economiche<br />

deve essere raggiunto<br />

tramite la massimizzazione della capa-<br />

2) Welfare Economics, Sen, 1992; 1999; 2009.<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Documenti<br />

elaborati<br />

dall’Organizzazione<br />

Mon<strong>di</strong>ale della<br />

Sanità<br />

propongono<br />

modelli<br />

<strong>di</strong> ‘cura’<br />

centrati<br />

sull’iniziativa<br />

delle persone<br />

e della comunità<br />

63


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Tabella 1 – Rappresentazione schematica dell’approccio capability<br />

Dotazione<br />

in<strong>di</strong>viduale<br />

Set<br />

in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong><br />

capabilities<br />

Il concetto<br />

<strong>di</strong> capability,<br />

introdotto<br />

da Amartya Sen,<br />

è centrato<br />

sul benessere<br />

<strong>di</strong> persone libere<br />

e consapevoli<br />

delle proprie scelte<br />

e risorse<br />

64<br />

Vettore delle<br />

risorse<br />

Caratteristiche<br />

del contesto<br />

Mezzi per<br />

raggiungere i<br />

propri obiettivi<br />

Funzione<br />

in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong><br />

conversione<br />

dei fattori<br />

personali,<br />

sociali e<br />

ambientali<br />

bility, ossia la scelta <strong>di</strong> possibili opportunità<br />

<strong>di</strong> ‘essere o fare’ (functioning) <strong>di</strong><br />

tutti i citta<strong>di</strong>ni.<br />

L’approccio capability ha un’influenza<br />

che oltrepassa l’analisi economica della<br />

<strong>di</strong>stribuzione della ricchezza e concorre<br />

alla definizione dei concetti <strong>di</strong> benessere<br />

personale, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto umano universale<br />

e <strong>di</strong> giustizia sociale.<br />

Per Sen, il benessere deve essere concettualizzato<br />

in termini <strong>di</strong> Capabilities:<br />

esse rappresentano le libertà o le opportunità<br />

che le persone hanno <strong>di</strong> essere<br />

e <strong>di</strong> fare quello che vogliono in realtà<br />

essere e fare. I funzionamenti realizzati<br />

– e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente osservabili<br />

– sono il prodotto delle scelte personali<br />

che un in<strong>di</strong>viduo opera all’interno<br />

del suo insieme <strong>di</strong> capacità con il fine<br />

<strong>di</strong> compiere il proprio progetto <strong>di</strong> vita.<br />

La conversione <strong>di</strong> beni e servizi (i mezzi)<br />

in benessere umano (capacità e funzionamenti)<br />

è influenzata da tre gruppi<br />

<strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> conversione:<br />

­ in<strong>di</strong>viduali (ad esempio: con<strong>di</strong>zioni<br />

fisiche, sesso, abilità cognitive...);<br />

­ sociali (norme sociali, pratiche <strong>di</strong>scriminatorie,<br />

ruoli legati al genere, gerarchie<br />

sociali, relazioni <strong>di</strong> potere...);<br />

­ ambientali (clima, localizzazione<br />

geo grafica...) (tabella 1).<br />

Più vettori <strong>di</strong><br />

funzionamenti<br />

potenziali<br />

Libertà <strong>di</strong><br />

raggiungere<br />

i propri<br />

obiettivi<br />

Scelta<br />

Il benessere e la libertà<br />

delle persone<br />

Un vettore <strong>di</strong><br />

funzionamenti<br />

realizzati<br />

Obiettivi<br />

effettivamente<br />

raggiunti<br />

Un punto <strong>di</strong> forza dell’approccio capability<br />

è la possibilità <strong>di</strong> tenere conto <strong>di</strong><br />

variazioni interpersonali nel convertire<br />

le caratteristiche dei beni in funzionamenti.<br />

La risultante caratteristica multi<strong>di</strong>mensionale<br />

si <strong>di</strong>stingue nettamente<br />

dalla meto<strong>di</strong>ca tra<strong>di</strong>zionale dell’impostazione<br />

welfarista, che non tiene conto<br />

delle <strong>di</strong>versità in<strong>di</strong>viduali e del ruolo<br />

fondante della libertà umana.<br />

Per il suo aspetto multi-<strong>di</strong>mensionale,<br />

oggi quello <strong>di</strong> capability è <strong>di</strong>ventato<br />

un concetto guida per le scelte politiche<br />

(Manzotti, 2010). Si può ricordare,<br />

ad esempio, che l’In<strong>di</strong>ce dello Sviluppo<br />

Umano (Human Development Index,<br />

HDI) dell’ONU è costituito sulla base<br />

del para<strong>di</strong>gma capability.<br />

L’in<strong>di</strong>ce HDI rappresenta il benessere<br />

collettivo <strong>di</strong> un paese; la ricchezza <strong>di</strong> un<br />

paese si valuta per la riuscita (politica<strong>di</strong>stributiva)<br />

nel raggiungere un’aggregazione<br />

del benessere dei citta<strong>di</strong>ni nella<br />

maniera più equa possibile.<br />

L’HDI, nella sua versione del 2010, è<br />

composto da 3 <strong>di</strong>mensioni:<br />

1. livello della salute;<br />

2. livello dell’istruzione;


3. livello della produzione economica.<br />

Ciò evidenzia l’importanza della gestione<br />

del sistema sanitario e del sistema<br />

scolastico.<br />

Ogni decisione sia politica che operativa<br />

a <strong>di</strong>versi livelli dell’erogazione dei<br />

servizi sanitari e <strong>di</strong> quelli della pubblica<br />

istruzione deve essere guidata dal<br />

concetto <strong>di</strong> capability; il nostro compito<br />

è <strong>di</strong> contribuire al benessere attuale<br />

e futuro delle persone, tramite l’esercizio<br />

del <strong>di</strong>ritto della libertà <strong>di</strong> realizzarsi<br />

nella società secondo scelte personali<br />

ragionevoli, cioè del <strong>di</strong>ritto alla ‘fioritura<br />

come persona’.<br />

Capability, Qualità della Vita,<br />

ICF<br />

Qualità della Vita (QdV) è un concetto<br />

filosofico che si pone, oggi, come<br />

un obiettivo sociale, politico ed economico.<br />

Il concetto <strong>di</strong> QdV può essere, ad un<br />

estremo, fatto coincidere con la possibilità<br />

<strong>di</strong> accesso a risorse materiali; ad<br />

un altro con una <strong>di</strong>mensione totalmente<br />

soggettiva descritta dai termini ‘felicità’<br />

o ‘sod<strong>di</strong>sfazione’.<br />

Vi sono <strong>di</strong>versi strumenti psicometrici<br />

che tentano <strong>di</strong> rendere operativo il concetto<br />

<strong>di</strong> QdV; per ognuno si può constatare<br />

come si raggiunga una misura<br />

statica <strong>di</strong> benessere personale. Va sottolineato<br />

che il concetto <strong>di</strong> QdV:<br />

1. non esplicita i fattori connessi al<br />

percorso <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> uno stato<br />

<strong>di</strong> benessere;<br />

2. non comprende la nozione <strong>di</strong> benessere<br />

collettivo, cioè la somma<br />

<strong>di</strong> benessere <strong>di</strong> tutte le persone in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dalle risorse personali.<br />

La considerazione della libertà (<strong>di</strong> essere<br />

protagonista della propria vita) e<br />

quella della giustizia riguardo alla <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> questa libertà tra le persone<br />

sono le <strong>di</strong>mensioni che rendono<br />

la nozione <strong>di</strong> capability, a nostro parere,<br />

sovraor<strong>di</strong>nata a quella <strong>di</strong> QdV: essa<br />

suggerisce <strong>di</strong> identificare l’essenza<br />

della QdV nella possibilità <strong>di</strong> funzionare<br />

in <strong>di</strong>versi domini della vita sociale<br />

in mo<strong>di</strong> scelti, tra <strong>di</strong>verse opportunità,<br />

sulla base dei propri valori personali.<br />

Inoltre, con la sua enfasi sulla centralità<br />

del soggetto come agente attivo nelle<br />

scelte arricchisce anche le descrizioni<br />

più complete del funzionamento personale<br />

(si pensi, a questo proposito, al<br />

modello ICF) introducendo una <strong>di</strong>mensione<br />

che spesso è, <strong>di</strong> fatto, trascurata<br />

(Morris, 2009).<br />

Capability e approccio<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare<br />

Il concetto <strong>di</strong> capability può essere<br />

parte <strong>di</strong> quella cultura comune che,<br />

nel linguaggio del documento ICCC,<br />

“prepara, informa e motiva” la partnership<br />

tra il citta<strong>di</strong>no e le agenzie della<br />

sua Comunità. Vogliamo specificare,<br />

inoltre, che il concetto <strong>di</strong> capability costituisce<br />

un quadro concettuale <strong>di</strong> riferimento<br />

sovraor<strong>di</strong>nato per una comprensione<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare del processo<br />

educativo.<br />

Il Centro per l’educazione e la ricerca<br />

sulla capability dell’Università <strong>di</strong> Bielefeld<br />

(Germania) ( 3 ) in<strong>di</strong>ca nel concetto<br />

<strong>di</strong> capability uno “strumento analitico<br />

che permette <strong>di</strong> concettualizzare e valutare<br />

le cause della <strong>di</strong>seguaglianza in<br />

campo educativo”; esso quin<strong>di</strong> può essere<br />

la base dell’integrazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

ambiti culturali e il terreno nel quale<br />

le azioni delle agenzie <strong>di</strong> una comunità<br />

si mettono in sintonia.<br />

Il documento ICCC in<strong>di</strong>vidua tre livelli<br />

<strong>di</strong> articolazione della partnership tra il<br />

citta<strong>di</strong>no e le agenzie:<br />

- microlivello, che considera il modo<br />

in cui il soggetto interpreta il suo<br />

ruolo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no;<br />

- mesolivello, che considera il modo<br />

in cui avviene l’interazione tra il soggetto<br />

e le agenzie della sua Comunità;<br />

- macrolivello, che considera l’ambiente<br />

politico.<br />

3) www.bca-research.net/.<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

La capability<br />

è qualcosa<br />

<strong>di</strong> più<br />

del capitale umano<br />

e sgancia<br />

la scuola<br />

dalla <strong>di</strong>pendenza<br />

lineare<br />

delle esigenze<br />

del mercato<br />

del lavoro<br />

65


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

L’attivazione<br />

<strong>di</strong> progetti<br />

personalizzati,<br />

basati<br />

sull’empowerment<br />

in<strong>di</strong>viduale<br />

e sociale,<br />

è una strategia<br />

vincente<br />

nelle situazioni<br />

Un esempio<br />

Un esempio <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza attiva esercitata in ambito scolastico (Ruggerini, Vicini,<br />

Manzotti e Griffo, 2010) è il seguente:<br />

M. frequenta una 5 a classe elementare quando viene inviata ad un consulto per una<br />

<strong>di</strong>fficoltà scolastica. La sua storia è suggestiva <strong>di</strong> un Disturbo Specifico <strong>di</strong> Appren<strong>di</strong>mento<br />

(DSA): “Fin dai primi anni piangeva prima <strong>di</strong> leggere; spesso ha cefalea dopo<br />

le attività scolastiche; vi è, probabilmente, familiarità (a uno zio materno attualmente<br />

trentenne venne riconosciuto un problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia in età scolare)”.<br />

Il suo ambiente psicosociale è molto favorevole: entrambi i genitori sono plurilaureati;<br />

la madre, traduttrice, lavora a casa e ha tempo per aiutarla nelle attività scolastiche.<br />

La valutazione psico<strong>di</strong>agnostica conclude senza <strong>di</strong>fficoltà per un quadro <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia:<br />

M. è molto brillante ai test <strong>di</strong> efficienza intellettiva e risulta eccessivamente lenta<br />

a due prove <strong>di</strong> lettura.<br />

Nella restituzione della valutazione si enfatizzano: la necessità <strong>di</strong> una filosofia degli<br />

Aiuti orientati allo sviluppo <strong>di</strong> un interesse autentico per ‘l’imparare a conoscere’<br />

e la necessità, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> fare prevalere nettamente gli Aiuti abilitativi sul Trattamento<br />

della caratteristica.<br />

L’in<strong>di</strong>cazione trova consenso nei genitori ma non negli insegnanti che riconoscono<br />

la loro mancanza <strong>di</strong> esperienza nel campo (M. frequenta una scuola <strong>di</strong> montagna<br />

con pochi scolari e piuttosto isolata dalle altre scuole). I genitori si attivano a<br />

sostegno dell’istituzione scolastica: stabiliscono contatti con la sezione provinciale<br />

dell’Associazione Italiana Dislessia e con gli esecutori <strong>di</strong> una ricerca avvenuta in<br />

una provincia limitrofa.<br />

Sulla base della necessità degli insegnanti della scuola i genitori <strong>di</strong> M. trovano nella<br />

comunità risorse economiche per organizzare un corso <strong>di</strong> formazione sugli Aiuti<br />

abilitativi da attuare in ambito scolastico.<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 8 mesi dalla prima valutazione M. ha mutato ra<strong>di</strong>calmente il suo atteggiamento<br />

verso la lettura, <strong>di</strong>ventando più sereno. La sua età <strong>di</strong> lettura – in assenza<br />

<strong>di</strong> un Trattamento specifico – è aumentata, in 8 mesi, <strong>di</strong> 22 mesi, pur rimanendo insufficiente<br />

per la classe frequentata.<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà Microlivello: il progetto <strong>di</strong> vita<br />

66<br />

Il concetto <strong>di</strong> capability implica che un<br />

soggetto interpreti in modo attivo la<br />

propria citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Per le persone con <strong>di</strong>sabilità ciò è<br />

espresso con chiarezza dalla seguente<br />

formulazione ( 4 ):<br />

“Il progetto <strong>di</strong> vita è lo strumento perno<br />

delle nuove politiche sulla <strong>di</strong>sabilità.<br />

Il progetto <strong>di</strong> vita richiede <strong>di</strong> intraprendere<br />

un percorso <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> coscienza<br />

in<strong>di</strong>viduale (<strong>di</strong> agency) che conduce la<br />

persona con <strong>di</strong>sabilità a conoscere la<br />

propria con<strong>di</strong>zione e gli impoverimenti<br />

in<strong>di</strong>viduali e sociali che la società ha<br />

prodotto, a definire i propri obiettivi <strong>di</strong><br />

vita e a motivarli secondo un progetto<br />

personalizzato. Questo processo, essendo<br />

basato sull’empowerment in<strong>di</strong>viduale<br />

e sociale (…) richiede la parteci-<br />

4) Barbuto, Biggeri e Griffo, in stampa.<br />

pazione della persona con <strong>di</strong>sabilità (…)<br />

nel processo decisionale e nella ricerca<br />

<strong>di</strong> supporto alle istituzioni pubbliche”.<br />

Ciò che viene espresso in modo esplicito<br />

per le persone con <strong>di</strong>sabilità rimane<br />

implicitamente esteso alla totalità<br />

dei citta<strong>di</strong>ni – per la maggioranza dei<br />

quali si assume che ciò che chiamiamo<br />

citta<strong>di</strong>nanza attiva sia un correlato<br />

necessario dello sviluppo tipico.<br />

Mesolivello: le con<strong>di</strong>zioni<br />

per uno sviluppo attivo positivo<br />

Il concetto <strong>di</strong> capability getta luce sulle<br />

teorie dello sviluppo e sulla teoria<br />

dell’educazione negli studenti con sviluppo<br />

tipico e atipico.<br />

Lo sviluppo in<strong>di</strong>viduale si accompagna<br />

da una parte alla comparsa <strong>di</strong> capacità<br />

e, dall’altra, <strong>di</strong> possibili <strong>di</strong>sadattamenti<br />

ai nuovi compiti evolutivi. La psichiatria


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

infantile e la psicologia dello sviluppo<br />

hanno sottolineato per lo più la seconda<br />

parte <strong>di</strong> questa affermazione e hanno<br />

puntato il loro interesse più sui fattori<br />

del <strong>di</strong>sadattamento che sui fattori<br />

che favoriscono il benessere e l’adattamento.<br />

La cornice culturale che ha<br />

sostenuto questa visione è quella della<br />

Psicopatologia dello sviluppo (Cicchetti<br />

e Rogosch, 2002).<br />

Negli ultimi anni si è delineato un nuovo<br />

orizzonte definito come Applied Developmental<br />

Science Approach ( 5 ), fondato<br />

su due ipotesi.<br />

La prima è che sia possibile definire<br />

gli attributi <strong>di</strong> uno sviluppo positivo dei<br />

giovani secondo le ‘5 C’ <strong>di</strong> Lerner et al.<br />

(2010) (tab. 2); la seconda è che questo<br />

sviluppo si realizza se l’interazione tra<br />

il soggetto e la sua comunità permette<br />

l’esercizio <strong>di</strong> scelta tra <strong>di</strong>verse, possibili,<br />

opportunità.<br />

Il fattore chiave <strong>di</strong> questa concezione<br />

è la possibilità per il soggetto <strong>di</strong> esse­<br />

5) Schwartz, Pantin, Coatsworth, Szapocznik,<br />

2007.<br />

re agente attivo nella scelta dei funzionamenti<br />

(agency).<br />

Il risultato <strong>di</strong> questo sviluppo è positivo<br />

non solo nel senso che il soggetto si allontana<br />

dai comportamenti <strong>di</strong>sadattati<br />

e dalla sofferenza mentale, ma realizza<br />

l’aspirazione <strong>di</strong> essere un membro attivo<br />

della sua comunità.<br />

Capability e educazione<br />

Saito (2003) ha condotto una delle prime<br />

esplorazioni del rapporto tra capability<br />

e educazione e ha messo in risalto<br />

due <strong>di</strong>rettive.<br />

La prima è che educazione e istruzione<br />

aumentano le capacità (o abilità) del<br />

soggetto e, con questo, lo mettono in<br />

grado <strong>di</strong> accedere ad un numero più<br />

ampio <strong>di</strong> opportunità. Tuttavia “Un’istruzione<br />

obbligatoria non è sufficiente,<br />

in sé, alla realizzazione della capability<br />

(…) se un sistema educativo utilizza,<br />

portandolo all’estremo, un approccio<br />

top-down e enfatizza la competitività,<br />

i bambini tendono a stu<strong>di</strong>are in funzione<br />

del successo nelle valutazioni (…) e<br />

possono avere <strong>di</strong>fficoltà nell’apprendere<br />

Tabella 2 – Attributi <strong>di</strong> uno sviluppo positivo dei giovani secondo Lerner et al.:<br />

le ‘5 C’<br />

Competenza (Competence)<br />

<strong>Focus</strong><br />

Uno sviluppo<br />

positivo<br />

dei giovani<br />

si basa<br />

sul rafforzamento<br />

<strong>di</strong> alcuni attributi<br />

cognitivi,<br />

relazionali<br />

ed etici,<br />

per apprendere<br />

a <strong>di</strong>ventare<br />

autonomi<br />

Valutazione positiva delle proprie azioni in determinate aree: sociale, accademica, cognitiva,<br />

lavorativa, ecc. Esempio <strong>di</strong> competenza sociale è la capacità <strong>di</strong> risolvere i conflitti;<br />

esempio <strong>di</strong> competenza cognitiva è la capacità nel prendere decisioni.<br />

Fiducia in sé (Confidence)<br />

Una percezione positiva <strong>di</strong> sé – <strong>di</strong> valore e <strong>di</strong> autoefficacia – che va oltre la constatazione<br />

della possibilità <strong>di</strong> successo in qualche area.<br />

Relazioni interpersonali (Connection)<br />

Possibilità <strong>di</strong> partecipare a legami con persone o istituzioni che si esprimono in scambi<br />

bi<strong>di</strong>rezionali con pari, famiglia, scuola e agenzie della comunità.<br />

Ruolo (Character)<br />

Rispetto delle regole sociali e culturali, senso <strong>di</strong> ciò che è giusto o sbagliato (moralità)<br />

e integrità.<br />

Prendersi cura (Caring)<br />

Comprensione ed empatia per gli altri.<br />

67


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

68<br />

<strong>Focus</strong><br />

Sia nel campo<br />

dell’han<strong>di</strong>cap,<br />

sia nell’ambito<br />

DSA,<br />

ciò che conta<br />

è apprendere<br />

ad essere<br />

consapevole<br />

del proprio progetto<br />

esistenziale<br />

come <strong>di</strong>ventare autonomi”.<br />

La seconda implicazione <strong>di</strong> un approccio<br />

capability è la necessità <strong>di</strong> insegnamento<br />

dei valori che guidano la scelta<br />

dei funzionamenti.<br />

Capability e bisogni educativi speciali<br />

Sviluppi recenti nella risposta ai bisogni<br />

educativi speciali hanno affinità rilevanti<br />

con l’approccio capability, anche<br />

se non ne costituiscono una declinazione<br />

esplicita.<br />

Nel campo dell’educazione dei bambini<br />

con Disabilità Intellettiva, Harvey (2009)<br />

ha delineato un percorso <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong><br />

un’identità positiva il cui nucleo essenziale<br />

è il riconoscimento dei propri bisogni<br />

emotivi e dei propri valori e una<br />

pratica <strong>di</strong> scelta consapevole dei propri<br />

funzionamenti.<br />

Nel campo dei Disturbi Specifici <strong>di</strong><br />

Appren<strong>di</strong>mento un documento recente<br />

( 6 ) mette in risalto come tra i fattori<br />

che rendono possibile un adattamento<br />

<strong>di</strong> successo in età giovane adulta<br />

sia in primo piano la capacità <strong>di</strong> stabilire<br />

obiettivi appropriati e <strong>di</strong> vedersi proiettati<br />

nel futuro.<br />

In entrambi i casi è al centro delle proposte<br />

educative la sperimentazione<br />

della possibilità <strong>di</strong> essere agente consapevole<br />

delle proprie azioni e del proprio<br />

progetto esistenziale.<br />

Macrolivello: costruire<br />

opportunità nella comunità<br />

Nel para<strong>di</strong>gma capability il compito politico<br />

è <strong>di</strong> sostenere la costruzione <strong>di</strong><br />

una rete <strong>di</strong> servizi nella comunità e <strong>di</strong><br />

assicurare l’eguaglianza della <strong>di</strong>stribuzione<br />

delle opportunità.<br />

Le risorse economiche, sociali e umane<br />

sono limitate anche nei servizi pubblici,<br />

come la sanità e la pubblica istruzione.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle risorse limitate<br />

va finalizzata alle capability degli<br />

utenti. Ogni unità <strong>di</strong> input dovrebbe<br />

produrre un massimo <strong>di</strong> capability.<br />

Il compito essenziale degli ammini­<br />

6) Timmons, Wills, Kemp, Basha, Mooney, 2010.<br />

stratori pubblici è, perciò, <strong>di</strong> allocare il<br />

totale delle risorse <strong>di</strong>sponibili in modo<br />

che, a tutti i citta<strong>di</strong>ni, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dalle loro caratteristiche <strong>di</strong> sviluppo<br />

tipico o atipico, siano offerte opportunità<br />

<strong>di</strong> ‘fioritura’.<br />

Khader (2008) ha mostrato, ad esempio,<br />

una declinazione del concetto <strong>di</strong><br />

capability in una filosofia <strong>di</strong> sostegno<br />

allo sviluppo delle persone con Disabilità<br />

intellettiva grave, basata su un principio<br />

<strong>di</strong> giustizia sociale. I car<strong>di</strong>ni sono:<br />

1. “rispettare la <strong>di</strong>gnità della persona<br />

con Disabilità Intellettiva (DI) presuppone<br />

il loro riconoscimento come<br />

membri <strong>di</strong> un gruppo oppresso,<br />

laddove ‘oppressione’ è ogni azione<br />

che ‘impone socialmente’ qualcosa<br />

a qualcuno;<br />

2. pensare in termini <strong>di</strong> giustizia per le<br />

persone con DI significa rifiutare <strong>di</strong><br />

creare standard separati per ciò che<br />

è ad essi dovuto;<br />

3. immaginare giustizia per le persone<br />

con DI richiede rispetto per le <strong>di</strong>fferenze<br />

in<strong>di</strong>viduali; ‘fiorire’ significa<br />

cose <strong>di</strong>verse per una persona con<br />

DI grave e una persona che non ha<br />

questa caratteristica ma ciò non si-


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

gnifica che sia impossibile, per una<br />

persona con DI grave, ‘fiorire’;<br />

4. ottenere giustizia per le persone con<br />

DI grave richiede attenzioni aggiuntive<br />

alla nozione <strong>di</strong> ‘fioritura’ rispetto<br />

alla tra<strong>di</strong>zionale enfasi liberale sulla<br />

libertà politica; (…) le persone con<br />

DI grave hanno bisogno <strong>di</strong> un sostegno<br />

concreto e non solo <strong>di</strong> una libertà<br />

teorica <strong>di</strong> realizzare funzionamenti<br />

secondo scelte <strong>di</strong> libertà”.<br />

Bibliografia<br />

Barbuto P.R., Biggeri M., Griffo G., Project<br />

of life, peer counselling and selfhelp<br />

group as tools to expand capabilities,<br />

agency and human rights (20<strong>11</strong>,<br />

in stampa).<br />

Cicchetti D., Rogosch F.A., A developmental<br />

psychopathology perspective<br />

on adolescence, in “Journal of Consulting<br />

and Clinical Psychology”, 70, 2002.<br />

Deneulin S., Shahani L. (a cura <strong>di</strong>), An Introduction<br />

to the Human Development<br />

and Capability Approach, <strong>di</strong>sponibile<br />

nel sito www.idrc.ca/en, 2009.<br />

Khader S., Cognitive Disability, Capabilities<br />

and Justice, in “Essays in Philosophy”,<br />

9, 2008.<br />

Harvey K., Positive Identity Development.<br />

NADD Press, New York, 2009.<br />

Lerner R.M., von Eye A., Lerner J.V., Bizan<br />

L., Bowers E.P., Special Issue Introduction:<br />

The Meaning and Measurement<br />

of Thriving: A View of the Issues,<br />

in “Youth Adolescence”, 39, 2010.<br />

Manzotti S., Para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> analisi economica<br />

applicati al settore sanitario: alcuni<br />

casi <strong>di</strong> prassi assistenziali nel campo<br />

della NPIA. Tesi <strong>di</strong> specializzazione<br />

in Neuropsichiatria infantile, Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Reggio Emilia,<br />

a.a. 2009-10.<br />

Marchiori M., Ruggerini C., Lorusso<br />

M.L., Tressol<strong>di</strong> P., (coor<strong>di</strong>natori), DSA<br />

Documento d’intesa, PARCC, www.lineeguidadsa.it.,<br />

20<strong>11</strong>.<br />

Morris C., Measuring participation in<br />

childhood <strong>di</strong>sability: how does the capability<br />

approach improve our understan<strong>di</strong>ng?,<br />

in “Developmental Me<strong>di</strong>cine<br />

& Child Neurology”, 51, 2009.<br />

Ruggerini C., Vezzosi F., Dalla Vecchia<br />

A., Prendersi cura della <strong>di</strong>sabilità intellettiva.<br />

Coor<strong>di</strong>nate OMS, buone prassi,<br />

storie <strong>di</strong> vita, Erickson, Trento, 2008.<br />

Ruggerini C., Vicini S., Manzotti S., Griffo<br />

G., La ‘Cura della Comunità’ per la<br />

promozione della salute: il ruolo dei documenti<br />

clinici. Il caso della <strong>di</strong>sabilità<br />

intellettiva e delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

in G.B. Camerini, E. Sechi (a cura<br />

<strong>di</strong>), Riabilitazione psicosociale nell’infanzia<br />

e nell’adolescenza. Principi ed<br />

esperienze, Maggioli, Rimini, 2010.<br />

Schwartz S.J., Pantin H., Coatsworth<br />

J.D., Szapocznik J., Addressing the<br />

Challenges and Opportunities for Today’s<br />

Youth: Toward an Integrative<br />

Model and its Implications for Research<br />

and Intervention, in “The Journal of Primary<br />

Prevention”, 28, 2007.<br />

Saito M., Amartya Sen’s Capability Approach<br />

to Education: a Critical Exploration,<br />

in “Journal of Philosophy of Education”,<br />

2003.<br />

Sen A., Inequality Re-examined, Oxford<br />

University Press, Oxford, 1992.<br />

Sen A., Development as Freedom, Oxford<br />

University Press, Oxford, 1999.<br />

Sen A., The Idea of Justice, Allen Lane,<br />

London, 2009.<br />

Timmons J., Wills J., Kemp J., Basha R.,<br />

Mooney M., Charting the Course: Supporting<br />

the Career Development of<br />

Youth with Learning Disabilities, Institute<br />

for Educational Leadership, National<br />

Collaborative on Workforce and<br />

Disability for Youth, Washington DC,<br />

2010.<br />

<strong>Focus</strong><br />

Ciro Ruggerini<br />

Neuropsichiatra infantile, psichiatra, psicoterapeuta<br />

(SITCC); <strong>di</strong>rettore sanitario della Cooperativa <strong>di</strong> servizi<br />

l’arcobaleno (Reggio Emilia); presidente della Società<br />

italiana per lo stu<strong>di</strong>o del ritardo mentale (SIRM)<br />

Sumire Manzotti<br />

Neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, dottore <strong>di</strong><br />

ricerca in economia aziendale (Università <strong>di</strong> Waseda,<br />

Tokyo); Socio Fondatore Minamiyachimata Mental<br />

Hospital (Chiba, Tokio)<br />

L’in<strong>di</strong>ce<br />

internazionale<br />

dello sviluppo<br />

umano (HDI)<br />

tiene insieme<br />

i livelli<br />

della salute,<br />

dell’istruzione<br />

e della produzione<br />

economica:<br />

la scuola<br />

ne esce<br />

comunque<br />

rispettata<br />

69


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

70<br />

<strong>Focus</strong><br />

L’idea <strong>di</strong> rete<br />

ci ricorda<br />

la cura<br />

<strong>di</strong> un interesse<br />

generale<br />

che oggi<br />

non può essere<br />

solo a carico<br />

delle strutture<br />

pubbliche<br />

La metafora della rete:<br />

aprire la scatola nera<br />

La rete: un concetto da<br />

esplorare<br />

“Rete” è uno dei termini che oggi ricorre<br />

maggiormente nelle riflessioni che<br />

riguardano la scuola e la relazione tra<br />

scuola e territorio. È anche uno dei termini<br />

più utilizzati nei ragionamenti sul<br />

<strong>di</strong>sagio scolastico e sulla progettazione<br />

degli interventi a contrasto della <strong>di</strong>spersione<br />

scolastica.<br />

Questo termine, che è <strong>di</strong>ventato una<br />

metafora, rischia <strong>di</strong> rimanere una sorta<br />

<strong>di</strong> scatola nera che, prima o poi, bisognerà<br />

aprire per analizzarne alcune<br />

caratteristiche e per capirne il funzionamento.<br />

Per analizzare i contenuti<br />

<strong>di</strong> questa scatola nera propongo un<br />

assunto: la rete non è qualche cosa <strong>di</strong><br />

virtuoso in sé.<br />

La rete rappresenta una delle tante<br />

possibili modalità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e<br />

la sua specificità parrebbe essere quella<br />

<strong>di</strong> presentarsi come una modalità più<br />

paritaria e, almeno apparentemente,<br />

più democratica. Tuttavia ci sono molti<br />

esempi che dovrebbero indurci a usare<br />

con cautela questa affermazione.<br />

Mi è capitato <strong>di</strong> lavorare in una struttura<br />

residenziale per ragazzini vivaci e questi,<br />

appena collocati in qualsiasi contesto,<br />

fosse la scuola, la comunità in cui<br />

vivevano o altri luoghi, avevano formidabili<br />

competenze <strong>di</strong> rete. In tempi brevissimi<br />

costruivano le loro reti finalizzate<br />

al raggiungimento <strong>di</strong> personali obiettivi<br />

<strong>di</strong> crescita che spesso però contrastavano<br />

con gli obiettivi delle strutture<br />

<strong>di</strong> riferimento e non potevano sicuramente<br />

considerarsi virtuosi.<br />

Un altro esempio. Le reti migratorie<br />

rappresentano una risorsa in<strong>di</strong>spensabile<br />

senza la quale lo stesso processo<br />

migratorio nemmeno si compirebbe.<br />

Allo stesso tempo però, esse sono un<br />

formidabile strumento <strong>di</strong> controllo e <strong>di</strong><br />

esclusione <strong>di</strong> tutti i comportamenti e gli<br />

in<strong>di</strong>vidui non conformi alle caratteristiche<br />

<strong>di</strong> appartenenza familiare, culturale<br />

o nazionale, attraverso le quali quella<br />

rete si costituisce.<br />

<strong>di</strong> Vando Borghi<br />

Ancora si può riflettere sulla formidabile<br />

capacità <strong>di</strong> rete delle organizzazioni criminali,<br />

che ci <strong>di</strong>mostra che non si tratta<br />

<strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> necessariamente positivo<br />

e quin<strong>di</strong>, dobbiamo chiederci che<br />

cosa determini la virtuosità delle reti.<br />

Le finalità delle reti:<br />

curare il bene pubblico<br />

Fra le molte proprietà delle reti, ho isolato<br />

tre aspetti che <strong>di</strong>rettamente determinano<br />

la virtuosità delle reti stesse: le<br />

finalità, i no<strong>di</strong>, la natura delle relazioni.<br />

Sicuramente rende virtuosa una rete il<br />

fatto che essa persegua qualche cosa<br />

che possiamo genericamente definire<br />

come interesse generale, e perseguire<br />

un interesse generale vuol <strong>di</strong>re, a<br />

mio parere, prendersi cura, avere cura<br />

dei più deboli.<br />

Chi è il responsabile del perseguimento<br />

dell’interesse generale? Qui sta un<br />

primo problema che il fare rete ci consegna,<br />

nello scenario della contemporaneità.<br />

Se è stato vero in passato che<br />

la realizzazione dell’interesse generale<br />

era imputabile a un unico attore, l’attore<br />

pubblico, che aveva per definizione<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> realizzare l’interesse generale,<br />

oggi noi siamo in uno scenario<br />

in cui questo non si dà più. Gli attori<br />

che oggi sono chiamati a concorrere<br />

all’interesse generale sono <strong>di</strong>versi:<br />

soggetti pubblici, privati, for profit,<br />

no profit, associazioni, organizzazioni<br />

<strong>di</strong>verse.<br />

Quin<strong>di</strong> occorre riflettere sulle caratteristiche<br />

del processo che consente la<br />

realizzazione dell’interesse generale,<br />

perché oggi non possiamo più identificare<br />

l’interesse generale con un solo<br />

soggetto (pubblico), ma dobbiamo associarlo<br />

a un processo.<br />

Quando siamo in presenza dell’effettiva<br />

realizzazione dell’interesse generale?<br />

Quali ‘sintomi’ ce lo segnalano? Sicuramente<br />

la visibilità dei criteri sulla base<br />

dei quali viene perseguito un obiettivo<br />

<strong>di</strong> interesse generale, il fatto che si<br />

riconosca che le materie, i problemi, le


questioni <strong>di</strong> cui si sta trattando sono attinenti<br />

al bene pubblico. Ad esempio, se<br />

la questione della <strong>di</strong>spersione scolastica<br />

viene demandata ai soggetti singoli<br />

e alle famiglie <strong>di</strong>venta questione privata.<br />

Se, al contrario, la questione della <strong>di</strong>spersione<br />

scolastica viene collocata in<br />

una cornice finalizzata alla realizzazione<br />

dell’interesse pubblico perché si ritiene<br />

che l’esperienza <strong>di</strong> ingiustizia e <strong>di</strong><br />

esclusione del singolo rappresentino un<br />

vulnus all’interesse collettivo, allora essa<br />

<strong>di</strong>venta questione pubblica.<br />

Le relazioni nelle reti<br />

La rete, più che altre forme <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento,<br />

ha a che fare col tema della partecipazione.<br />

La partecipazione non è<br />

un dato <strong>di</strong> partenza ma, laddove si produce,<br />

è un esito, qualcosa che richiede<br />

un investimento <strong>di</strong> risorse materiali<br />

e immateriali, un sostegno, una manutenzione<br />

nel corso del tempo.<br />

Anche territori come il nostro che hanno<br />

una storia <strong>di</strong> partecipazione hanno,<br />

appunto, una storia. Non è detto<br />

che le nuove generazioni, i più giovani<br />

o coloro che arrivano da altrove,<br />

necessariamente la conoscano e la riproducano.<br />

La riproducono laddove si creano le<br />

strutture <strong>di</strong> opportunità per farlo. Le famiglie<br />

<strong>di</strong> immigrati interagiscono maggiormente,<br />

ad esempio, nei primi livelli<br />

della scolarizzazione perché è lì che<br />

trovano le occasioni più sostanziose,<br />

più concrete, più strutturate e favorenti<br />

la partecipazione attiva.<br />

Infine la modalità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />

reticolare esige, più che altre forme<br />

<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, che queste relazioni<br />

siano orientate alla creazione <strong>di</strong><br />

borderline, <strong>di</strong> terre <strong>di</strong> confine, alla costruzione<br />

<strong>di</strong> ponti, <strong>di</strong> spazi che mettano<br />

in contatto soggetti <strong>di</strong>versi per natura,<br />

estrazione sociale, appartenenza<br />

culturale. Il coltivare il contatto tra<br />

le <strong>di</strong>versità è infatti qualcosa che <strong>di</strong>venta<br />

sempre più artificiale: l’esperienza<br />

sociale urbana contemporanea<br />

è sempre più fortemente caratterizzata<br />

dal fatto <strong>di</strong> far incrociare fra<br />

loro i simili per natura culturale, provenienza,<br />

età.<br />

I no<strong>di</strong> delle reti:<br />

costruire capitale sociale<br />

I no<strong>di</strong> delle reti hanno a che fare con<br />

la struttura <strong>di</strong> opportunità. Una delle<br />

strutture reticolari per eccellenza è la<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Nelle reti<br />

si favoriscono<br />

la partecipazione<br />

attiva<br />

e il confronto<br />

tra realtà sociali<br />

e culturali<br />

<strong>di</strong>verse<br />

71


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

La rete<br />

è la <strong>di</strong>mensione<br />

più appropriata<br />

per produrre<br />

capitale sociale,<br />

in<strong>di</strong>spensabile<br />

in una società<br />

che sembra<br />

aver smarrito<br />

il senso<br />

dei beni comuni<br />

72<br />

struttura cerebrale, fatta dalla rete delle<br />

sinapsi che, nel tempo, cambia, e<br />

quanto meno sono gli stimoli (e la <strong>di</strong>versità<br />

è uno stimolo al funzionamento<br />

della rete) tanto più quella rete si impoverisce.<br />

Le strutture <strong>di</strong> opportunità hanno a<br />

che fare con il capitale sociale, cioè<br />

con la dotazione <strong>di</strong> competenze, pratiche,<br />

esperienze, che facilitano il perseguimento<br />

dell’interesse generale. Il<br />

capitale sociale che le realtà sociali<br />

contemporanee esigono è <strong>di</strong>verso da<br />

quello della tra<strong>di</strong>zione: implica un <strong>di</strong><br />

più <strong>di</strong> riflessività, non si limita soltanto<br />

ad accumulare esperienze, ma ha<br />

bisogno <strong>di</strong> creare occasioni attraverso<br />

le quali, su quelle esperienze, ci si<br />

possa confrontare, si possa <strong>di</strong>scutere,<br />

si possa riflettere. E a fare questo<br />

siamo sempre meno abituati. È imme<strong>di</strong>ato<br />

l’esempio che ci riconsegna la<br />

vita politica attraverso una crescente<br />

incapacità <strong>di</strong> riflettere, <strong>di</strong>scutere, interpretare.<br />

Infine occorre ricordare che i no<strong>di</strong> si riproducono<br />

o, al contrario, vanno persi,<br />

anche sulla base della struttura <strong>di</strong><br />

opportunità presenti nel contesto. Noi<br />

dobbiamo quin<strong>di</strong> tenere conto della natura<br />

intrinsecamente politica <strong>di</strong> materie<br />

quali gli interventi contro la <strong>di</strong>spersione,<br />

il sostegno delle potenzialità in<strong>di</strong>viduali,<br />

gli interventi per la promozione<br />

del benessere.<br />

Performance vs citta<strong>di</strong>nanza?<br />

Sono in atto delle trasformazioni che<br />

hanno a che fare con il combinato <strong>di</strong><br />

un crescente attacco al lavoro e all’istruzione<br />

pubblica. Dal 1976 al 2006<br />

la percentuale <strong>di</strong> ricchezza complessiva<br />

prodotta che va al mondo del lavoro<br />

è <strong>di</strong>minuita, nei Paesi OCSE, del<br />

10%, in Italia del 14%. Osserviamo un<br />

attacco strutturale al lavoro delle persone<br />

e un analogo e strutturale attacco<br />

all’istruzione pubblica.<br />

Tutto ciò non riguarda esclusivamente<br />

l’Italia, ma ha a che fare con processi<br />

<strong>di</strong> natura e <strong>di</strong>mensione globale che<br />

stanno colpendo, in particolare, alcuni<br />

aspetti dell’istruzione pubblica, particolarmente<br />

tutto quello che ha a che<br />

fare con l’insegnamento delle cosiddette<br />

humanities o, più in generale, <strong>di</strong><br />

quelle competenze che non sono imme<strong>di</strong>atamente<br />

strumentali a una performance<br />

<strong>di</strong> tipo economico-professionale<br />

ma che sono esattamente il terreno<br />

sulla base del quale si costruisce la<br />

citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Vando Borghi<br />

Docente <strong>di</strong> Sociologia dello sviluppo e Politiche del<br />

lavoro, Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Sociologia, Università <strong>di</strong> Bologna


La gestione<br />

dei casi <strong>di</strong>fficili<br />

Scuola me<strong>di</strong>a del Canton Ticino (CH)<br />

<strong>di</strong> Flavia Cereghetti-Bion<strong>di</strong><br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Risorse supplementari<br />

Per affrontare le situazioni particolarmente<br />

complesse <strong>di</strong> allievi della scuola<br />

me<strong>di</strong>a nel Canton Ticino è stato istituito<br />

un gruppo <strong>di</strong> lavoro che, dopo aver<br />

analizzato le situazioni e la vastità del<br />

problema, ha proposto la creazione <strong>di</strong><br />

una commissione “Casi <strong>di</strong>fficili”.<br />

La denominazione “Casi <strong>di</strong>fficili” rinvia<br />

a una misura straor<strong>di</strong>naria particolarmente<br />

flessibile che gli istituti scolastici<br />

possono attivare su presentazione <strong>di</strong><br />

un progetto specifico all’apposita Commissione<br />

cantonale per l’ottenimento <strong>di</strong><br />

risorse finanziarie supplementari.<br />

In questo modo è possibile cercare una<br />

risposta per gli allievi che presentano<br />

situazioni complesse <strong>di</strong> forte <strong>di</strong>sadattamento,<br />

nel caso in cui le or<strong>di</strong>narie risorse<br />

a <strong>di</strong>sposizione della scuola non si rivelino<br />

sufficienti o efficaci a contenerli.<br />

Nascono così i Gruppi operativi (GO)<br />

composti dal <strong>di</strong>rettore della sede, dal<br />

capo-gruppo del Servizio <strong>di</strong> sostegno,<br />

dal docente <strong>di</strong> classe, dal docente SP<br />

e dalle figure esterne (psicologi, assistenti<br />

sociali, tutori...) legate all’allievo<br />

in questione che, in un prezioso lavoro<br />

<strong>di</strong> rete, accompagnano, monitorano, rielaborano<br />

il progetto non perdendo <strong>di</strong><br />

vista gli obiettivi prefissati.<br />

Strategie <strong>di</strong>fferenziate<br />

Accanto al Gruppo operativo vi sono<br />

anche azioni chiamate ‘Misura F’ e ‘Misura<br />

G’ che, pur avendo caratteristiche<br />

organizzative <strong>di</strong>verse, perseguono lo<br />

stesso obiettivo: mantenere i ragazzi<br />

‘dentro’ la scuola.<br />

La prima Misura si caratterizza per la<br />

creazione, nel rispetto del principio <strong>di</strong><br />

integrazione, <strong>di</strong> zone tampone interne<br />

agli istituti come momenti <strong>di</strong> ‘time out’<br />

durante i quali l’allievo può essere accolto<br />

per tempi limitati con l’obiettivo <strong>di</strong><br />

un rientro (parziale o totale) nella normale<br />

attività scolastica. Lo scopo <strong>di</strong> questa<br />

Misura è quello <strong>di</strong> permettere agli allievi<br />

e ai docenti <strong>di</strong> beneficiare <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza<br />

fisica e psicologica dalle situazioni stressanti,<br />

limitata nel tempo e in previsione<br />

<strong>di</strong> un reinserimento rapido nell’attività<br />

scolastica o in ambito pre-professionale.<br />

La ‘Misura G’ riguarda, invece, la creazione<br />

<strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> collaborazioni con<br />

le istanze esterne alla scuola, sia pubbliche<br />

che private, <strong>di</strong>sposte ad accogliere,<br />

per un lasso <strong>di</strong> tempo ben definito,<br />

gli allievi che svolgono un’esperienza<br />

lavorativa e personale <strong>di</strong>versa<br />

da quella scolastica. Una figura della<br />

scuola (docente, educatore) svolge la<br />

funzione <strong>di</strong> collegamento e <strong>di</strong> accompagnamento<br />

all’esperienza.<br />

L’interesse <strong>di</strong> questa procedura istituzionalizzata<br />

è che, <strong>di</strong> fronte a una situazione<br />

<strong>di</strong>fficile, la pratica <strong>di</strong> collaborazione<br />

genera soluzioni nuove scaturite<br />

dalla forza del gruppo, soluzioni<br />

che non erano state immaginate a livello<br />

in<strong>di</strong>viduale.<br />

Si possono<br />

sperimentare<br />

situazione<br />

<strong>di</strong> ‘<strong>di</strong>stanziamento’<br />

temporaneo<br />

e reti<br />

<strong>di</strong> collaborazione<br />

per ‘affidamento’<br />

esterno finalizzato<br />

al rientro<br />

a scuola<br />

Flavia Cereghetti-Bion<strong>di</strong><br />

Ufficio insegnamento me<strong>di</strong>o - Divisione scuola -<br />

Dipartimento educazione cultura sport (DECS)<br />

73


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

I laboratori del fare<br />

e del sapere<br />

nell’esperienza trentina<br />

<strong>di</strong> Silvia Tabarelli<br />

Attraverso<br />

laboratori<br />

non strettamente<br />

attinenti<br />

alle <strong>di</strong>scipline<br />

(quin<strong>di</strong> cucina,<br />

riparazioni,<br />

falegnameria, ecc.)<br />

si promuovono<br />

abilità, saperi,<br />

comportamenti<br />

consapevoli<br />

74<br />

Contrastare il <strong>di</strong>sagio<br />

La presentazione descrive la metodologia,<br />

le fasi e gli esiti <strong>di</strong> un’azione <strong>di</strong> ricerca<br />

collocata in un più ampio progetto,<br />

promosso dalla Provincia <strong>di</strong> Trento,<br />

riguardante “Interventi strutturati in<br />

materia <strong>di</strong> lotta alla <strong>di</strong>scriminazione in<br />

contesto formativo e conseguentemente<br />

<strong>di</strong> inclusione sociale dei beneficiari”.<br />

Il campo <strong>di</strong> ricerca ha riguardato tre Istituti<br />

comprensivi della Provincia coinvolgendo,<br />

per ciascun istituto, un gruppo<br />

<strong>di</strong> studenti che ha partecipato ai “Laboratori<br />

del fare e del sapere” (LFS), un<br />

docente <strong>di</strong>sciplinare, un docente o un<br />

educatore responsabile della gestione<br />

dei laboratori.<br />

La presa in carico del <strong>di</strong>sagio scolastico<br />

è, tra le pratiche in uso nella scuola<br />

trentina, <strong>di</strong> particolare interesse perché<br />

sembra accogliere sia le istanze <strong>di</strong><br />

personalizzazione proprie della <strong>di</strong>dattica<br />

per competenze, sia la necessità<br />

dell’in<strong>di</strong>vidualizzazione dei tempi e delle<br />

mete <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.<br />

I compiti <strong>di</strong> realtà<br />

Sotto l’etichetta “LFS” si raccolgono<br />

esperienze molto <strong>di</strong>versificate che hanno<br />

in comune l’organizzazione <strong>di</strong> spazi<br />

appositamente allestiti a laboratorio<br />

dove i ragazzi ‘apprendono facendo’,<br />

impegnandosi in compiti <strong>di</strong> realtà.<br />

Sono i laboratori <strong>di</strong> falegnameria, <strong>di</strong> riparazione<br />

<strong>di</strong> biciclette, <strong>di</strong> cucina, <strong>di</strong> legatoria,<br />

<strong>di</strong> cucito, ecc., <strong>di</strong>versi da quelli<br />

de<strong>di</strong>cati alla <strong>di</strong>dattica laboratoriale delle<br />

<strong>di</strong>scipline. L’ipotesi che la ricerca intende<br />

verificare è se i “LFS” con<strong>di</strong>vidono<br />

con la <strong>di</strong>dattica laboratoriale la caratteristica<br />

<strong>di</strong> essere luoghi del ‘fare’ –<br />

in quanto attivano abilità operative, abilità<br />

cognitive, comportamenti sociali –<br />

e del ‘sapere’, in quanto danno accesso<br />

a un sapere critico, alla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> sé costruita con la metacognizione.<br />

I “LFS” sono anche luoghi capaci<br />

<strong>di</strong> accogliere le <strong>di</strong>verse esigenze formative;<br />

essi assumono un’importanza<br />

particolare per l’accoglienza <strong>di</strong> quegli<br />

studenti che si <strong>di</strong>scostano dal normale<br />

percorso scolastico, secondo quanto<br />

espresso nel “Regolamento per favorire<br />

l’integrazione e l’inclusione degli<br />

studenti con Bisogni educativi speciali<br />

(BES)” riguardo a fenomeni come<br />

la <strong>di</strong>spersione scolastica, l’eterogeneità<br />

delle classi, le situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e<br />

<strong>di</strong> abbandono scolastico.<br />

Scoprire pratiche positive<br />

In risposta a queste criticità, gli obiettivi<br />

principali del progetto della Provincia<br />

<strong>di</strong> Trento sono:<br />

­ rilevare la <strong>di</strong>ffusione, nel sistema<br />

scolastico trentino, <strong>di</strong> pratiche <strong>di</strong>dattiche<br />

e <strong>di</strong> scelte organizzative<br />

tese all’inclusione dei soggetti destinatari<br />

del progetto e in<strong>di</strong>viduare<br />

possibili azioni <strong>di</strong> sistema per una<br />

maggiore <strong>di</strong>ffusione;<br />

­ in<strong>di</strong>viduare le prassi <strong>di</strong>dattiche e organizzative<br />

finalizzate al successo<br />

formativo presenti nel secondo ciclo<br />

<strong>di</strong> istruzione e formazione e promuovere<br />

azioni <strong>di</strong> sistema per la loro<br />

<strong>di</strong>ffusione;<br />

- promuovere la cultura e le modalità<br />

<strong>di</strong> lavoro in rete nelle specifiche realtà<br />

territoriali, nell’ottica dell’integrazione<br />

delle risorse e della valorizzazione<br />

delle opportunità formative<br />

presenti nella comunità.<br />

Le caratteristiche fondamentali dei “Laboratori<br />

del fare e del sapere” descritte<br />

nella ricerca riguardano anche i meto<strong>di</strong><br />

utilizzati, i network attivati all’interno<br />

e all’esterno della scuola e gli esiti,<br />

seppur parziali, acquisiti in questi anni<br />

<strong>di</strong> sperimentazione.<br />

Silvia Tabarelli<br />

IPRASE Trentino


Provaci ancora,<br />

Sam!<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Torino<br />

<strong>di</strong> Marina Busso e Barbara Rivoira<br />

<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Obiettivo integrazione<br />

“Provaci ancora, Sam!” è un progetto<br />

interistituzionale che si realizza nel territorio<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Torino con il coinvolgimento<br />

dei Servizi educativi e sociali<br />

comunali, dell’Ufficio scolastico<br />

provinciale, dell’Ufficio Pio della Compagnia<br />

<strong>di</strong> San Paolo e <strong>di</strong> alcune associazioni<br />

<strong>di</strong> volontariato.<br />

Si rivolge alla popolazione scolastica<br />

italiana e straniera anche <strong>di</strong> recentissima<br />

immigrazione (arrivi in corso d’anno).<br />

Infatti le finalità legate all’integrazione<br />

e alla lotta al <strong>di</strong>sagio sociale sono<br />

una delle parti strutturali del progetto.<br />

Le figure professionali coinvolte sono:<br />

insegnanti, educatori, funzionari comunali,<br />

operatori delle associazioni <strong>di</strong><br />

volontariato, psicologi.<br />

Si svolge in parte presso le se<strong>di</strong> scolastiche,<br />

in parte in strutture delle Associazioni,<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Torino o <strong>di</strong><br />

altri enti.<br />

Rafforzare l’autonomia<br />

Lo sviluppo del progetto ha una durata<br />

annuale. Per i ragazzi <strong>di</strong> prima me<strong>di</strong>a<br />

l’obiettivo principale è la promozione<br />

in seconda, per i ragazzi inseriti<br />

nei percorsi <strong>di</strong> recupero scolastico<br />

l’obiettivo invece è la licenza me<strong>di</strong>a.<br />

Si mira al raggiungimento <strong>di</strong> obiettivi<br />

sia <strong>di</strong>dattici sia <strong>di</strong> tipo relazionale,<br />

comportamentale, pratico-organizzativo<br />

e <strong>di</strong> autonomia nello stu<strong>di</strong>o. Le<br />

aree tematiche su cui il progetto si<br />

concentra sono prevalentemente la<br />

linguistica e la logico-matematica; le<br />

altre aree (artistica, motoria o tecnica)<br />

non sono però escluse, poiché in<br />

esse l’allievo ha la possibilità <strong>di</strong> rilevare<br />

competenze non formali e informali,<br />

utili alla definizione del suo programma<br />

in<strong>di</strong>viduale da cui partire anche<br />

per l’appren<strong>di</strong>mento dell’italiano<br />

e della matematica.<br />

Questo risultato da raggiungere è accompagnato<br />

da una serie <strong>di</strong> altri obiettivi<br />

specifici (in alcuni casi definiti per<br />

il singolo allievo) che mirano al miglioramento<br />

delle capacità <strong>di</strong> attenzione,<br />

appren<strong>di</strong>mento, partecipazione, consapevolezza,<br />

adeguatezza per rendere<br />

gli allievi capaci <strong>di</strong> essere giovani citta<strong>di</strong>ni<br />

maturi e attivi.<br />

La ricerca-azione<br />

Il metodo <strong>di</strong> lavoro adottato è quello<br />

della ricerca-azione poiché la caratteristica<br />

del progetto è sempre rimasta<br />

<strong>di</strong> tipo sperimentale. Nonostante<br />

la struttura sia piuttosto definita,<br />

ogni anno, ciascuna realtà territoriale<br />

provvede ad una propria progettazione<br />

e programmazione dettagliata. I<br />

partner contribuiscono, infatti, alla definizione<br />

del programma <strong>di</strong> lavoro portando<br />

e confrontando la propria analisi<br />

dei bisogni, delle motivazioni e delle<br />

possibili soluzioni con quella degli altri.<br />

Da questa prima analisi scaturisce<br />

la proposta educativa che comprende<br />

l’aspetto <strong>di</strong>dattico che si realizza durante<br />

l’anno con un monitoraggio costante<br />

che consente correzioni e revisioni<br />

del programma. In questa situazione<br />

<strong>di</strong> confronto iniziale vengono anche<br />

in<strong>di</strong>viduati alcuni allievi che si trovano<br />

in <strong>di</strong>fficoltà particolari, per i quali<br />

viene richiesto un intervento più articolato<br />

e specifico. Gli incontri <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />

e <strong>di</strong> monitoraggio hanno<br />

anche lo scopo <strong>di</strong> far procedere il percorso<br />

su una traccia comune che garantisca<br />

la congruenza con la <strong>di</strong>mensione<br />

citta<strong>di</strong>na del progetto.<br />

Marina Busso<br />

Ufficio Pio della Compagnia <strong>di</strong> San Paolo<br />

Barbara Rivoira<br />

Coor<strong>di</strong>natrice del progetto “Provaci ancora, Sam!”<br />

Di fronte<br />

ai casi <strong>di</strong>fficili<br />

si definiscono<br />

progetti<br />

personalizzati<br />

con obiettivi<br />

comportamentali,<br />

praticoorganizzativi,<br />

<strong>di</strong> autonomia<br />

nello stu<strong>di</strong>o<br />

75


<strong>Rivista</strong><br />

dell’istruzione<br />

4 - 20<strong>11</strong><br />

<strong>Focus</strong><br />

Scuola per prevenire,<br />

scuola per recuperare<br />

Quarto Oggiaro (MI)<br />

<strong>di</strong> Daniele Giar<strong>di</strong>na e Edda Odorici<br />

In un ambiente<br />

<strong>di</strong>fficile<br />

scuole<br />

e soggetti esterni<br />

si impegnano<br />

per aiutare<br />

i ragazzi<br />

attraverso percorsi<br />

personali,<br />

non costrittivi,<br />

agiti<br />

in vari contesti<br />

76<br />

Aree a rischio<br />

Dal 1999 l’Istituto comprensivo “Trilussa”<br />

<strong>di</strong> Quarto Oggiaro (Mi) è riconosciuto<br />

come ‘scuola in area a rischio’.<br />

Il contesto, infatti, rispetto ad altre zone<br />

<strong>di</strong> Milano, si presenta con un alto<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio rispetto a: con<strong>di</strong>zione<br />

abitativa, composizione delle famiglie,<br />

livello <strong>di</strong> istruzione, tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione,<br />

con<strong>di</strong>zione lavorativa,<br />

problemi giu<strong>di</strong>ziari. Alta è la percentuale<br />

degli alunni all’attenzione del Tribunale<br />

dei minori (alcuni anche seguiti<br />

per provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> allontanamento<br />

dal nucleo familiare); oppure con la<br />

famiglia seguita dai servizi sociali; o<br />

ancora che presentano problematiche<br />

<strong>di</strong> devianza/<strong>di</strong>pendenza documentate,<br />

con frequenza irregolare o a rischio <strong>di</strong><br />

insuccesso formativo e a volte <strong>di</strong> abbandono<br />

scolastico.<br />

Da allora l’impegno nelle azioni atte ad<br />

affrontare il <strong>di</strong>sagio degli alunni e far<br />

loro raggiungere il successo scolastico<br />

e formativo viene sistematizzato in<br />

un unico progetto che coinvolge tutte<br />

le componenti scolastiche in un intreccio<br />

<strong>di</strong> attività e collaborazione con molteplici<br />

partner esterni.<br />

Risposte ai bisogni speciali<br />

Le azioni sono svolte in orario sia<br />

scolastico sia extrascolastico; sono<br />

condotte dai docenti, ma anche da<br />

educatori esterni, psicologi, volontari;<br />

perseguono obiettivi <strong>di</strong> recupero<br />

strumentale delle abilità, ma offrono<br />

anche spazi <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> relazione<br />

<strong>di</strong>versificati, costruendo percorsi ‘cuciti<br />

addosso’ alle esigenze degli alunni<br />

in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Per rispondere ai bisogni speciali che<br />

gli alunni manifestano, il progetto cerca<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare verso queste strade:<br />

­ un percorso personalizzato che<br />

permetta <strong>di</strong> realizzare una situazione<br />

positiva <strong>di</strong> crescita in<strong>di</strong>viduale<br />

(raggiungimento della sufficienza in<br />

una certa <strong>di</strong>sciplina, raggiungimento<br />

della licenza me<strong>di</strong>a…);<br />

­ la riduzione del tempo <strong>di</strong> esposizione<br />

a situazioni <strong>di</strong> stress (la lezione<br />

frontale, la verifica, il compito…),<br />

al fine <strong>di</strong> limitare l’adozione<br />

<strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa/attacco<br />

verso se stessi e gli altri e <strong>di</strong><br />

migliorare l’approccio alla partecipazione<br />

scolastica;<br />

- il bisogno <strong>di</strong> agire il proprio ruolo in<br />

contesti <strong>di</strong>versi da quelli della scuola,<br />

scar<strong>di</strong>nando l’obbligo per molti<br />

ragazzi <strong>di</strong> rappresentarsi al gruppo<br />

dei pari come leader o come gregario<br />

negativo.<br />

Dall’emergenza alla personalizzazione<br />

I progetti realizzati in questi anni si possono<br />

così accorpare:<br />

- progetti per le emergenze;<br />

­ personalizzazione del percorso scolastico;<br />

- progetti <strong>di</strong> prevenzione;<br />

­ i progetti esterni che però vedono<br />

anche il coinvolgimento della scuola.<br />

Per molti alunni gli esiti delle attività sono<br />

stati passi positivi rispetto alla situazione<br />

<strong>di</strong> partenza e complessivamente<br />

hanno determinato un forte abbattimento<br />

dell’abbandono scolastico.<br />

Di fronte al profondo <strong>di</strong>sagio degli alunni<br />

la scuola non può farcela da sola: solo<br />

una rete a maglie ben strette <strong>di</strong> attori<br />

e azioni può offrire delle occasioni <strong>di</strong><br />

crescita percorribili.<br />

Daniele Giar<strong>di</strong>na - Edda Odorici<br />

Docenti nell’Istituto comprensivo “Trilussa”,<br />

scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado – Quarto Oggiaro (MI)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!