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Comunicazioni - Comune di Modena

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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Settore Istruzione – Cde – CdhProvve<strong>di</strong>torato agli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>In collaborazione conProvincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Emilia Romagna Teatro2° salone <strong>di</strong> idee progetti e servizi per la scuola<strong>Modena</strong> 6 – 10 settembre 1999<strong>Comunicazioni</strong>


Lunedì 6 settembreSpazio esposizione - ore 16/17Tassi SandraAscoltarsi. Parole, musica, gesti ed emozioniLettura e biblioteca scolastica alle scuole SuperioriLiceo Classico “San Carlo” - <strong>Modena</strong> -1998/99Classe/in.4 classi V ginnasio - n.3 classi II liceoArea tematicaLingua italianaContenuto tematicoL’aspetto emozionale del vissuto dei ragazzi, come in<strong>di</strong>vidui in crescita.Obiettivo/iIndagare le connessioni fra emozioni e comportamenti anche in situazioni <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, attraversolinguaggi non usuali nella scuola come la musica e la letteratura giovanile contemporanea.Destinatario/iStudentiPersonale coinvoltoBibliotecaria dell’Istituto e, in<strong>di</strong>rettamente, i vari consigli <strong>di</strong> classe.ProgettazionePer classeDescrizione del percorsoMotivazioneÈ un progetto allargato che ha coinvolto alcune <strong>di</strong>scipline in parallelo: italiano, musica, storia dell’arte, e (perle classi II liceo) filosofia, scienze, letteratura classica, letteratura straniera. L’intento <strong>di</strong> questo percorso <strong>di</strong>educazione alla salute è stato quello <strong>di</strong> considerare la vita interiore dei nostri giovani e giovanissimi comecentro <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> correlarla allo sforzo <strong>di</strong> imparare, nella consapevolezza che, per ciascuno,l’appren<strong>di</strong>mento è <strong>di</strong>rettamente proporzionale al proprio stato <strong>di</strong> benessere. Si è voluta offrire anche lapossibilità <strong>di</strong> impegnarsi operativamente in una ricerca, in parte insolita, <strong>di</strong> mezzi e <strong>di</strong> strumenti per capirsi eanche per farsi capire dall’esterno. Ciò che ha accomunato maggiormente i lavori dei due gruppi <strong>di</strong> classi,infatti, è stata la ribellione verso gli stereotipi e i giu<strong>di</strong>zi preconfezionati con i quali, spessissimo, il mondodegli adulti riduce ed imprigiona l’universo giovanile.Articolazione delle fasi <strong>di</strong> attivitàDiverse sono state le tappe formative dell’attività.Incontro <strong>di</strong> attivazione. E’ stata, per così <strong>di</strong>re, la miccia per accendere l’interesse verso l’attività e percoinvolgere il più attivamente possibile i ragazzi nel lavoro <strong>di</strong> introspezione, apertura, riflessione e confrontoche avrebbe dovuto svilupparsi da quel momento. Le classi si sono incontrate con testi poetici, passi <strong>di</strong>prosa, canzoni moderne e musica classica scelti appositamente per mettere gli alunni <strong>di</strong> fronte allarappresentazione della loro con<strong>di</strong>zione esistenziale: una vita fatta <strong>di</strong> emozioni contrastanti, a volte anche <strong>di</strong>segno opposto, ma che riescono stranamente a convivere negli animi degli adolescenti. Proprio da questaopposizione <strong>di</strong> “positivo” e “negativo”, <strong>di</strong> “pessimismo” e “ottimismo” sono nati i contributi dei singoli ragazzi:ognuno, infatti, è stato chiamato ad esprimersi liberamente sulle emozioni in lui dominanti in questo periododella vita. Dalla messa in comune, dal confronto e dalla <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> gruppo (effettuate senza la presenza<strong>di</strong> docenti in classe) sono emersi, poi, per generalizzazione, quelli che per ciascuna classe potevano essereconsiderate le emozioni prevalenti del mondo giovanile. Ogni gruppo ha selezionato da cinque a ottoevocatori.Incontro <strong>di</strong> ascolto. Sulla base dell’esito dei primi incontri, il secondo appuntamento si è svolto all’insegnadell’ascolto: ad ogni gruppo sono state proposte una breve rassegna <strong>di</strong> brani musicali ed una scelta <strong>di</strong> passiletterari classici e contemporanei relative alle singole “emozioni” selezionate dalle classi. S trattavadell’esemplificazione <strong>di</strong> come le emozioni possono prendere voce dalle parole e dalla musica. Il passaggio


alla terza fase dell’attività è stato contrassegnato dal coinvolgimento attivo degli studenti. La loroelaborazione ha conosciuto momenti propri <strong>di</strong> ciascun gruppo <strong>di</strong> lavoro, quali: in<strong>di</strong>viduazione della finalità dellavoro, <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e mezzi, dei tempi <strong>di</strong> realizzazione, dei ruoli <strong>di</strong> singoli o <strong>di</strong> sottogruppi; messa in comune <strong>di</strong>quanto elaborato dai sottogruppi; confronto, <strong>di</strong>scussione, scelta; il prodotto finito. Ma sono stati tre i momentifondamentali del lavoro degli studenti:la ricerca, che si è configurata come “ricerca bibliografica”, per alcune classi e in taluni casi ha seguito i passi<strong>di</strong> una corretta ricerca informativa per autore o per soggetto: i ragazzi hanno esplorato il mondo letterariosecondo precisi in<strong>di</strong>ci, così come hanno esplorato l’universo della pittura e dell’arte. Non sempre e non pertutti la ricerca ha rispettato questi canoni: per molti studenti si è trattato <strong>di</strong> ricercare nella propria “bibliotecamentale”, quella, cioè, in cui erano conservati titoli, passi, personaggi ed emozioni già provate e ritenuteesemplari. Si è trattato <strong>di</strong> una ricerca più “selvaggia”, ma più vicina a quanto il progetto dei docenti intendevaraggiungere, e cioè che i ragazzi cercassero in se stessi, e dunque nella propria memoria <strong>di</strong> singoli e <strong>di</strong>gruppo, l’espressione più vicina al loro sentire emotivo.L’analisi dei testi proposti per l’esplicitazione dell’uno o dell’altro sentimento ha avuto, anch’essa,caratteristiche sue proprie. Anche se assai spesso me<strong>di</strong>ata dalla riflessione sul valore polisemico delleparole, il giu<strong>di</strong>zio sul valore rappresentativo del testo è stato espresso dai ragazzi nei termini del “mi <strong>di</strong>ce” edel “mi fa sentire” piuttosto che rispetto all’intenzionalità dell’autore; una reinterpretazione in terminipersonali, cioè, che è quanto si chiede a chi con<strong>di</strong>vide un linguaggio comune come quello della canzone edella musica.La scelta dei testi da antologizzare è stata, però, affidata a criteri <strong>di</strong> rappresentatività generale, tanto che iragazzi hanno imposto a se stessi <strong>di</strong> superare il proprio punto <strong>di</strong> vista soggettivo in favore della astrazione(in termini <strong>di</strong> pensiero cognitivo) del significato più generale <strong>di</strong> ogni termine in<strong>di</strong>cante un’emozione.Parallelamente altre due fasi hanno completato il percorso: le opportunità offerte dal Cineforum - “Quando leemozioni <strong>di</strong>ventano arte” - in cui i ragazzi hanno assistito alla proiezione <strong>di</strong> tre film (“Shine”, “Basquiat”, “Ilpara<strong>di</strong>so perduto”); la giornata dell’Arte e della Creatività studentesca - “Quando le emozioni si voglionoesprimere” - in cui, presso la scuola, sono stati allestiti da artisti modenesi vari atelier: gli studenti hannoassistito alla presentazione <strong>di</strong> opere e tecniche potendo, in alcuni momenti, intervenire operativamente.Prodotto realizzatoAl termine dell’esperienza, e a sua documentazione e <strong>di</strong>vulgazione, sono stati prodotti dai ragazzi cartelloniillustrativi, dossier cartacei, video che verranno presentati nel corso dell’intervento.Risultati raggiuntiNell’impostazione del lavoro i docenti non hanno ritenuto <strong>di</strong> specificare in quale accezione assumere iltermine “emozione” per poi valutare, ad itinerario terminato, quale <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> senso vi fosse attribuita daglistudenti. In fase <strong>di</strong> conclusione dell’attività va evidenziato come i ragazzi abbiano posto l’accentosull’intenzionalità delle emozioni che, lungi dall’esaurirsi nel perimetro ristretto della soggettività, si <strong>di</strong>rigonosempre verso gli altri (in positivo e in negativo) stabilendo con essi relazioni e, ciò che più interessa,determinando la qualità e le connotazioni delle relazioni stesse. E’ possibile supporre che la metodologia dellavoro <strong>di</strong> gruppo, piuttosto che l’analisi introspettiva affidata al singolo, abbia portato inevitabilmente a taleaccezione; nel lavoro condotto a scuola, “costruito”, i ragazzi non hanno avuto modo <strong>di</strong> riflettere su <strong>di</strong>un’emozione in quel momento esperita, e, dunque, non le hanno potuto assegnare l’altro possibile ruolo:quello, cioè, <strong>di</strong> una risposta non controllata <strong>di</strong>pendente dalla percezione-valutazione non oggettiva <strong>di</strong> unapercezione.Stand Nuove Tecnologie - ore 16/17Tonino CantaFinalità <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong>dattica multime<strong>di</strong>aleDirettore Tecnico TecnilabLa Tecnilab s.p.a è nata nel 1977 da un gruppo <strong>di</strong> soci con una lunga esperienza nel settore della“comunicazione <strong>di</strong>dattica”, progetta, produce, commercializza ed assiste i suoi sistemi presenti in Europa.Viene presentata la rete <strong>di</strong>dattica IDM NET, totalmente hardware, uno strumento professionale utile ad uncorretto utilizzo <strong>di</strong> supporti informatici finalizzati alla formazione pluri<strong>di</strong>sciplinare.


Martedì 7 settembreLaboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 15.30/16.30Branchesi Lida - Coor<strong>di</strong>natore e responsabile scientificoFerrari Franca e Piazza Giovanni - autori dei contenutiCorcione Domenico, Martini Giuseppe, Petrarca Stefano - autori del softwareVlad Roman - Presidente Comitato ScientificoProgetto Muse (Musica e Suono nelle Elementari) e Amavi - Muse (AmbientiMultime<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Autoformazione. Valutazione dell'Innovazione)CEDE - Centro Europeo dell'Educazione - Villa Falconieri - FRASCATI - RMper conto della Direzione Generale dell'Istruzione Elementare - MPI1993/96 Progettazione, costruzione, sperimentazione in itinere e validazione del Pacchetto formativo(Progetto Muse); 1996-99 Monitoraggio e valutazione della Sperimentazione Nazionale (Progetto AMAVI).Scuole: 400 Circoli Didattici su tutto il territorio nazionale (7 in provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>) hanno partecipato allasperimentazione nazionale.Area tematicaEducazione Musicale - Formazione - InformaticaAbstractMuse è un Corso pilota iperme<strong>di</strong>ale su CD Rom, per la formazione e l'aggiornamento degli insegnanti <strong>di</strong>scuola primaria, finalizzato allo sviluppo <strong>di</strong> competenze relative all'Educazione al Suono e alla Musica. IlProgetto Muse non è stato soltanto un prototipo per la formazione, ma un vero e proprio progetto <strong>di</strong> ricerca.La qualità e vali<strong>di</strong>tà dei prodotti realizzati è stata riconosciuta sia a livello nazionale che internazionale.I risultati della sperimentazione sono stati pubblicati recentemente (L. Branchesi, M. A. Destro (cur.),Formazione al Suono e alla Musica in ambienti multime<strong>di</strong>ali: Valutazione dell'innovazione, Cede, FrancoAngeli, 1999; L. Branchesi, B. Losito (cur.), Formazione Innovazione Didattica: Imparare dall'esperienza,Cede - Mpi, Roma 1999; L. Branchesi, F. Ferrari (cur.), Musica e suono nelle Elementari: Itinerari <strong>di</strong>datticiintorno ed oltre Muse, Cede - Mpi, Roma 1999) e presentati in un convegno nazionale (13 Maggio 1999).Un Muse-Informazioni su Internet, al sito web del Cede: www.cede.it informa sui dueProgetti.Branchesi LidaProgetto Muse: Musica e Suono nella Scuola ElementareCEDE - Centro Europeo dell'Educazione - FrascatiArea tematicaEducazione Musicale - Formazione - InformaticaAbstractLa progettazione, la costruzione, la sperimentazione in itinere, la validazione del Pacchetto formativo Muse(cfr. scheda) nonché il monitoraggio e la valutazione della Sperimentazione nazionale in 400 Circoli <strong>di</strong>dattici(Amavi) hanno prodotto una molteplicità <strong>di</strong> esperienze e fornito una quantità <strong>di</strong> riflessioni e <strong>di</strong> dati checonsentono <strong>di</strong> focalizzare e approfon<strong>di</strong>re alcuni no<strong>di</strong> problematici relativi agli ambienti formativi multime<strong>di</strong>ali,al rapporto tra formazione e innovazione, all'educazione al suono e alla musica nella scuola elementare, allemetodologie <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> progettazione. Si tratta <strong>di</strong> un'esperienza unica in Europa i cui risultati e i cuiprodotti sono molto apprezzati anche a livello internazionale.La relazione traccia la storia, le finalità, gli sviluppi sperimentali <strong>di</strong> Muse, soffermandosi sui risultati piùsignificativi e presentando in anteprima prospettive e linee <strong>di</strong> sviluppo del Progetto.Ferrari FrancaProgetto Muse: Modelli per ricollocare nelle mappe concettuali le rappresentazioni sonore e musicali.Conservatorio “L. Refice” - FrosinoneArea tematicaEducazione Musicale


AbstractQuante catene <strong>di</strong> interpretanti si sviluppano nella nostra mente intorno a concetti come “Preistoria”,“Me<strong>di</strong>oevo”, “In<strong>di</strong>ani”, “Walzer”...?È possibile rileggere l’esperienza pluriennale del progetto Muse attraverso questa chiave: gli insegnantielementari si cimentano con l’ESM solo quando siano riusciti a ricollocare immagini mentali chiare e <strong>di</strong>stinterelative a dati ed esperienze sonoro - musicali nelle mappe cognitive <strong>di</strong> cui si servono abitualmente. Molte <strong>di</strong>queste mappe contengono già, spesso, riferimenti intuitivi e non esplorati a strutture, stili e repertori.Spazio esposizione - ore 15.30/16.30Mussini Lorena; Tomasini Andrea; Vandelli PatriziaL'integrazione nella scuola secondaria nel quadro dell'autonomia <strong>di</strong>dattica edorganizzativa: l'esperienza dei tutor.IPSSCT "Elsa Morante" Sassuolo1998/99Classe/iTutte le classi con alunni <strong>di</strong>sabili inseritiArea tematicaScuolaContenuto tematicoIntegrazione scolastica, Integrazione lavorativa, progettualità, tutorObiettivo/iPromuovere l'integrazione scolastica in una prospettiva progettuale articolata e complessa con ilcoinvolgimento <strong>di</strong> più soggetti.Dare risposte adeguate e <strong>di</strong>versificate alle forti esigenze <strong>di</strong> interventi mirati e specifici per attività educative e<strong>di</strong>dattiche.Destinatario/iInsegnanti, alunni in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>capPersonale coinvoltoCoor<strong>di</strong>natore del progetto sperimentale, team docenti <strong>di</strong> sostegno, operatori specializzati, <strong>Comune</strong> <strong>di</strong>SassuoloProgettazione (per istituto, per classe, per team...)Progettazione per istituto con il ricorso al team <strong>di</strong> progetto ed il coinvolgimento <strong>di</strong> altri soggetti presenti sulterritorio. Ricorso a classi aperte e gruppi misti <strong>di</strong> lavoro.Descrizione percorsoL’integrazione scolastica nella Scuola Secondaria nel quadro dell’autonomia <strong>di</strong>dattica ed organizzativa:presentazione dei percorsi progettuali con particolare riguardo per il Progetto Tutor.Una breve ma esauriente presentazione del progetto sperimentale che il nostro Istituto da due anni staattuando per coor<strong>di</strong>nare, attivare e documentare, in modo organico ed unitario, tutti gli interventi <strong>di</strong>dattici e ipercorsi progettuali pensati per favorire l’integrazione dei <strong>di</strong>sabili, deve necessariamente fare riferimento alquadro più ampio dei forti cambiamenti in atto. Solo collocando questa progettazione sullo sfondodell’autonomia <strong>di</strong>dattica ed organizzativa della Scuola, se ne può <strong>di</strong>fatti cogliere il senso e la prospettivanella struttura complessa <strong>di</strong> un percorso progettuale forte, incentrato su alcuni nuclei “fondamentali” <strong>di</strong>intervento che vengono poi declinati in una serie <strong>di</strong> filoni <strong>di</strong> attività, <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> progettazionemirate e specifiche che confluiscono nei vari PEI (piani educativi in<strong>di</strong>vidualizzati). Se pensiamo che dareconcretezza all’autonomia significa intenderla soprattutto come capacità <strong>di</strong> ogni singola Scuola <strong>di</strong> definire leproprie proposte culturali e formative, ancorandole ai bisogni dell’utenza e del territorio e progettandoattentamente le attività educative e <strong>di</strong>dattiche più idonee, allora ne consegue che bisogna mettere in camporisorse, forze e competenze <strong>di</strong>verse ma tutte coor<strong>di</strong>nate in percorsi formativi adeguati per rispondere inmodo concreto ed efficace alle esigenze dei giovani <strong>di</strong>sabili, ma non solo, che sono i veri destinatari <strong>di</strong> quelloche si progetta e si propone. Ancora, autonomia significa soprattutto saper potenziare i settori più bisognosi<strong>di</strong> interventi mirati e specifici, ricercare un nesso fra innovazione e pratica <strong>di</strong>dattica, spostando competenze,mezzi e persone nei settori più problematici o più innovativi dell’organizzazione complessiva. L’intento è


quello <strong>di</strong> attuare non tanto un modello efficientistico <strong>di</strong> una scuola che programma e pianifica le proprierisorse in modo ingegneristico, quanto piuttosto <strong>di</strong> una Scuola che si propone come comunità educativa chepensa e si ripensa, proiettandosi in percorsi sperimentali e progetti che, da un lato raccolgono la memoria el’identità propria <strong>di</strong> ogni singolo Istituto, ma dall’altro delineano strade nuove da percorrere, in unaprospettiva che si apre anche al territorio e agli altri soggetti. E’ quanto si propone questo progetto che havoluto definire finalità, contesti <strong>di</strong> significato ed ambiti <strong>di</strong> intervento che possono <strong>di</strong>ventare davvero unpatrimonio da con<strong>di</strong>videre, un modello trasferibile. Cre<strong>di</strong>amo infatti che le riforme e le complesseinnovazioni in atto abbiano bisogno <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualità forti e competenti che riescano a tracciare i possibiliconfini <strong>di</strong> percorsi sperimentali, gli orizzonti <strong>di</strong> senso in cui anche altri possono riconoscersi e lavorareinsieme per traguar<strong>di</strong> non raggiungibili singolarmente. Ogni percorso sperimentale ha bisogno <strong>di</strong> forticon<strong>di</strong>visioni, <strong>di</strong> elaborazione collettiva, <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> persone che riconoscendosi in quella progettualitàlavorino insieme. Con queste premesse ci siamo chiesti: può un settore problematico e <strong>di</strong>fficile come quellodell’han<strong>di</strong>cap <strong>di</strong>ventare un settore innovativo? La nostra ipotesi è che sia possibile a patto <strong>di</strong> supportarlo conuna progettualità forte e coor<strong>di</strong>nata che veda un coor<strong>di</strong>natore ed un’équipe <strong>di</strong> lavoro o team <strong>di</strong> docenti cheinsieme progettano e percorrono ipotesi <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> lavoro e d’intervento, definendo le priorità, gli strumenti ele modalità operative. Ciò significa trasformare un campo <strong>di</strong>fficile come quello dell’han<strong>di</strong>cap in un vero eproprio settore organizzato e propositivo, capace <strong>di</strong> portare avanti percorsi sperimentali o progetti complessiper intervenire sia in “orizzontale”, per gruppi misti <strong>di</strong> lavoro o per classi parallelle, sia in “verticale” in unpercorso curricolare o in un progetto formativo in<strong>di</strong>viduale che si sviluppi in modo coerente per tappeprogressive, puntando il più possibile all’autonomia e all’inserimento lavorativo del ragazzo <strong>di</strong>sabile. Significaanche <strong>di</strong>ffondere, insieme alla cultura dell’han<strong>di</strong>cap, innovazioni <strong>di</strong>dattiche e metodologiche nella pratica<strong>di</strong>dattica quoti<strong>di</strong>ana, coinvolgendo sempre più i docenti del Consiglio <strong>di</strong> Classe in percorsi sperimentali oprogettazioni specifiche per avvicinarli e far attraversare agli stessi la frontiera della <strong>di</strong>versità.Diffondere la consapevolezza che il livello <strong>di</strong> un’operazione culturale non si misura con la <strong>di</strong>fficoltàdell’esecuzione richiesta né con la quantità dei contenuti che si è riusciti a proporre, ma che operando<strong>di</strong>datticamente si devono ricercare quelle con<strong>di</strong>zioni, quegli strumenti e quei contenuti che sono in grado <strong>di</strong>mettere in moto il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, suscitando motivazione ed interesse. L’impianto complessivo<strong>di</strong> questo progetto cerca anche <strong>di</strong> realizzare un vero e proprio sistema formativo integrato che vede nelbiennio iniziale un’integrazione sistematica del PEI in<strong>di</strong>viduale con le attività dei laboratori creatiappositamente per supportare il processo <strong>di</strong> crescita e appren<strong>di</strong>mento. Nel triennio finale invece si cerca <strong>di</strong>privilegiare un potenziamento dei percorsi <strong>di</strong> alternanza scuola/lavoro per costruire competenze spen<strong>di</strong>bilinel mondo del lavoro, integrando il percorso scolastico con esperienze professionalizzanti che concorrono adefinire certificazioni <strong>di</strong> competenze o titoli finiti. Da qui l’importanza <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare ed integrare nel progettoeducativo in<strong>di</strong>vidualizzato del <strong>di</strong>sabile, tutte le opportunità offerte dal territorio e le esperienze realizzatenell’extra-scuola.Presentazione del Progetto Tutor.In questa prospettiva un progetto molto importante e significativo per il Nostro Istituto è stato ed è, il ProgettoTutor che, fin dalla sua nascita, è stato una risorsa straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ventando una componente fondamentaledell’integrazione scolastica contribuendo in tal modo al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro. Il progettoha caratteristiche molto peculiari perché risulta centrato sull’impiego dei giovani tutors per tutti i ragazzi<strong>di</strong>sabili frequentanti la scuola e in tutte le attività e i percorsi integrati già presentati.Chi è il tutor? Il tutor è un ex-alunno della scuola o <strong>di</strong> altre scuole del comprensorio che, per rispettare lefinalità del progetto, deve avere una forte carica volontaristica e deve essere in grado <strong>di</strong> prendersi a caricouna persona in <strong>di</strong>fficoltà e aiutarla a crescere.Quando e perché è nato questo progetto? Il progetto tutor risale all’A.S. 1991/92 ed è sorto come ricerca <strong>di</strong>risorse e risposta ad un bisogno della struttura scolastica <strong>di</strong> migliorare l’integrazione dell’alunnohan<strong>di</strong>cappato attraverso una figura più amicale, avente la funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atore della comunicazione e dellasocializzazione. Il progetto è poi stato formalizzato ed è stato attuato con il sostegno e le in<strong>di</strong>cazioni dellascuola, del Provve<strong>di</strong>torato e del <strong>Comune</strong>. Il tutor ha quin<strong>di</strong> lo scopo <strong>di</strong> favorire i rapporti dell’alunno con icompagni <strong>di</strong> classe, con i pari e con il mondo esterno, potenziare la sua crescita personale e fornire, quandonecessario, un supporto <strong>di</strong>dattico-educativo.Per quanto riguarda le modalità <strong>di</strong> attuazione, bisogna sottolineare che la titolarità del progetto appartienealla scuola nel senso che è la scuola che opera una selezione, sulla base <strong>di</strong> criteri precisi e definiti nelprogetto stesso, dei tutor in<strong>di</strong>viduandoli nell’ambito <strong>di</strong> una certa offerta ed utilizzandoli tenendo conto siadelle competenze e delle attitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ciascuno, sia dei bisogni formativi e relazionali dei ragazzi <strong>di</strong>sabili.Il progetto tutor fa parte ed ispira il P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa) ed è pertanto un momentoprogettuale ed educativo importante, sia a livello degli organi collegiali d’Istituto che dei Consigli <strong>di</strong> Classe.Il progetto tutor dell’anno scolastico in corso ha visto il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse figure: il coor<strong>di</strong>natore delprogetto H d’Istituto, i docenti <strong>di</strong> sostegno, i tutor, gli alunni H e i Consigli <strong>di</strong> Classe ( n.11 tutor per 20 alunni<strong>di</strong>sabili con il coinvolgimento <strong>di</strong> 19 Consigli <strong>di</strong> Classe).


Esso è stato attuato partendo innanzitutto dai bisogni formativi degli alunni han<strong>di</strong>cappati ed in<strong>di</strong>viduando leloro priorità formative; sono stati quin<strong>di</strong> selezionati i tutor in relazione ai bisogni; si è proceduto ad unaformazione dei tutor che si è articolata in momenti collettivi ( incontri con la Preside, con il coor<strong>di</strong>natore e conil gruppo degli insegnanti <strong>di</strong> sostegno) e momenti in<strong>di</strong>viduali (incontro con l’insegnante <strong>di</strong> sostegno, con ilConsiglio <strong>di</strong> Classe,…); il progetto si è quin<strong>di</strong> realizzato attraverso il P.E.I. dell’alunno ed è stato infinesottoposto a verifica e valutazione.Le attività svolte dai tutor sono state prevalentemente <strong>di</strong> facilitazione dell’appren<strong>di</strong>mento, me<strong>di</strong>azione nellerelazioni scolastiche ed extra-scolastiche e partecipazione ad attività laboratoriali, visite <strong>di</strong>dattiche e gited’istruzione.Collocazione: Sc D 16Laboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 17/19Pugliese Patrizia, Zanti Maria CristinaDalla prevenzione alla formazione: per una nuova professionalità docente nellascuola dell’autonomia.Funzione e ruolo del docente f/g : il contesto normativoNegli ultimi anni è aumentata la consapevolezza che un intervento preventivo nei confronti del <strong>di</strong>sagioadolescenziale non sia significativo se non migliora, nel suo complesso, la qualità dell’offerta formativa. Le<strong>di</strong>rettrici normative e programmatiche sono state definite, nell’ambito dell’educazione alla salute, dal ProgettoGiovani del 1989 e dalla Legge n. 162 del 1990 e sono state riba<strong>di</strong>te dalle Circolari ministeriali n. 120 del1994, n. 45 del 1995, n. 325 del 1995, le quali affermano fortemente la necessità della promozione delbenessere in<strong>di</strong>viduale e relazionale nell’or<strong>di</strong>narietà della vita scolastica. Il giovane dovrebbe ritrovare nellascuola protagonismo e capacità <strong>di</strong> azione, superando la demotivazione che conduce all'abbandono e alleripetenze. Nella medesima prospettiva è stato definito il quadro normativo più specificamente finalizzatoalla progettazione <strong>di</strong> attività volte alla prevenzione e al recupero della <strong>di</strong>spersione scolastica, degli insuccessiformativi e del supporto psicopedagogico. In particolare, il D.L. n. 132 del 15 aprile 1994, nel determinare ladotazione degli organici delle scuole e degli istituti <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado per gli anni scolastici 1994/95 e1995/96, ha tenuto conto, per la prima volta, anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio economico socio-culturale escolastico, al fine <strong>di</strong> evidenziare le <strong>di</strong>verse situazioni delle Province. L’innovazione già promossa nell’ambitodell’educazione alla salute è stata, così, estesa alla prevenzione dell’insuccesso formativo, correttamenteinteso non più quale dato meramente statistico riferito alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento proprie <strong>di</strong> una limitatacategoria <strong>di</strong> soggetti a rischio, bensì quale ultimo e <strong>di</strong>rompente effetto del generale malessere pedagogico<strong>di</strong>datticoe comunicativo-relazionale dell’Istituzione Scuola nel suo complesso. Il suddetto decreto haprevisto, in particolare, all’articolo 3, che gli organici comprendessero la dotazione <strong>di</strong> personale docente,determinata, appunto, secondo i già citati in<strong>di</strong>ci, da utilizzare per le finalità definite ai punti f) e g): si ètrattato dell’atto <strong>di</strong> nascita dei cosiddetti ”docenti f/g”.Il Provve<strong>di</strong>torato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> ha recepito gli inten<strong>di</strong>menti e le finalità della normativa già dal 25agosto 1994, invitando i Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> istruzione secondaria <strong>di</strong> primo e secondo grado a presentare:- progetti finalizzati alla realizzazione <strong>di</strong> attività psicopedagogiche, tesi a migliorare le con<strong>di</strong>zionirelazionali, comunicative e <strong>di</strong>dattiche dei processi formativi;- progetti <strong>di</strong> orientamento educativo, <strong>di</strong> rimotivazione, <strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong> sostegno, con particolareattenzione ai momenti <strong>di</strong> passaggio e <strong>di</strong> transizione, con modalità anche <strong>di</strong> tipo tutoriale;- progetti finalizzati a una migliore valutazione dei processi formativi.Nel primo anno <strong>di</strong> attivazione hanno risposto Istituti Superiori della Provincia (2 Licei, 1 Istituto Magistrale, 11Tecnici, 6 Professionali); nell’anno successivo gli Istituti coinvolti sono stati 21 (3 Licei, 1 Istituto Magistrale, 9Tecnici, 8 Professionali), nell’anno scolastico 1996/97, infine, i progetti hanno interessato n 28 IstitutiSuperiori (3 Licei, 1 Istituto Magistrale, 12 Tecnici, 12 Professionali).L’anno scolastico 1997/98 si è caratterizzato per una inspiegabile interruzione delle esperienze promossenell’ambito della lotta alla <strong>di</strong>spersione scolastica, dal momento che il Provve<strong>di</strong>torato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>non ha nominato i docenti f/g nemmeno negli Istituti che si erano avvalsi del <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> questa figura nei treanni scolastici precedenti. Le scuole che avevano aderito all’esperienza pilota hanno, comunque, mantenutol’impegno della lotta nei confronti della <strong>di</strong>spersione e degli insuccessi formativi. A tal fine, è stato utilizzatoquel bagaglio <strong>di</strong> competenze e <strong>di</strong> professionalità che aveva permesso l’avvio <strong>di</strong> una reale e profondainnovazione nell’or<strong>di</strong>narietà della vita scolastica, anche grazie al personale contributo dei docenti f/g chehanno continuato ad utilizzare e <strong>di</strong>ffondere la formazione ricevuta negli anni precedenti, formando a lorovolta i colleghi e istituendo una importante rete <strong>di</strong> collaborazione e <strong>di</strong> scambi interistituzionali.


Per quanto riguarda l’a.s. 1998/99 il Provve<strong>di</strong>torato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> ha ripristinato la figura del docentef/g nella particolare accezione <strong>di</strong> docente referente della qualità e del successo formativo in n. 10 Istitutidella Provincia (2 Licei, 1 Istituto d’Arte, 5 Tecnici, 2 Professionali).I risultati dell’esperienza dell’ultimo anno sono attualmente in fase <strong>di</strong> verifica.Gli obiettiviLa C.M. n. 257 del 9 agosto 1994 fissa, quali prioritari delle esperienze pilota nell’ambito della prevenzionedella <strong>di</strong>spersione scolastica, i seguenti obiettivi:1. riqualificare l’azione educativa e <strong>di</strong>dattica complessiva della scuola;2. realizzare progetti integrati <strong>di</strong> area tra le scuole e tra queste e le istituzioni del territorio;3. razionalizzare e ottimizzare le risorse esistenti, nell’ottica <strong>di</strong> un sistema formativo integrato. A tal fine lastessa circolare in<strong>di</strong>cava, quali prerequisiti in<strong>di</strong>spensabili, il monitoraggio e la successiva lettura, intermini <strong>di</strong> correlazione, dei seguenti in<strong>di</strong>catori:a) conoscenza quantitativa e qualitativa dei fenomeni <strong>di</strong> insuccesso e <strong>di</strong>spersione e delle cause che lisottendono;b) organizzazione degli interventi e delle attività sia in ambito scolastico che extrascolastico in un quadro <strong>di</strong>coor<strong>di</strong>namento tra le Scuole e tra le Istituzioni, a partire da aree territoriali circoscritte (reti <strong>di</strong> Scuole –conferenze <strong>di</strong> servizio - protocolli operativi - accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma);c) formazione in servizio dei docenti e aggiornamento <strong>di</strong> tutti gli operatori coinvolti, in relazione ad unaarticolazione funzionale delle attività.Il Provve<strong>di</strong>torato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, come già si <strong>di</strong>ceva, fin dal primo anno <strong>di</strong> attivazione dei progetti, hapromosso qualificati corsi <strong>di</strong> formazione in servizio per i docenti f /g, volti all’acquisizione <strong>di</strong> competenzespecificamente orientanti e proprie della nuova figura professionale del tutor <strong>di</strong> Istituto o formatore <strong>di</strong>formatori, al fine <strong>di</strong> dotare gli insegnanti impegnati nella sperimentazione <strong>di</strong> strumenti idonei alraggiungimento degli obiettivi fissati nella già citata normativa.A tale proposito, il gruppo <strong>di</strong> lavoro dei docenti <strong>di</strong>staccati su progetti finalizzati alla prevenzione e alla lottanei confronti dell’insuccesso formativo, alla conclusione del secondo anno <strong>di</strong> esperienza sul campo, haoperato una riflessione riguardante il ruolo e la funzione rivestiti nell’ambito degli Istituti <strong>di</strong> appartenenza,traducendo in termini operativi gli obiettivi e le finalità normative.Il documento tentava <strong>di</strong> offrire una risposta, supportata da prove validate sul campo, alla domanda: “A cosaserviamo?”, al fine <strong>di</strong> rendere trasparente e pubblica la riflessione sulle reali potenzialità innovative dellanuova figura <strong>di</strong> docente, le cui caratteristiche e peculiarità cominciavano ad assumere contorni più definiti ericonoscibili.Le risposte mettevano in evidenza la funzione svolta dai tutors nell’or<strong>di</strong>narietà della vita degli Istituti <strong>di</strong>appartenenza e traducevano in azioni concrete il linguaggio degli obiettivi. I docenti f /g della Provincia <strong>di</strong><strong>Modena</strong> riconoscevano <strong>di</strong>:a) avere promosso benessere nell’or<strong>di</strong>narietà della vita scolastica, attivando e sostenendo offerte formative<strong>di</strong> qualità;b) avere aiutato fattivamente gli studenti a superare il <strong>di</strong>sagio scolastico, sviluppando in essi il senso <strong>di</strong>identità e appartenenza e offrendo loro soluzioni atte ad affrontare i momenti critici dell’inserimento e delpassaggio da or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> Scuole . Gli strumenti privilegiati a tal fine erano stati il rafforzamento dellamotivazione e il potenziamento delle competenze o abilità trasversali, nonché delle capacitàcomunicative e relazionali;c) avere attivato e sostenuto i collegamenti con le altre Scuole e le altre agenzie formative presenti sulterritorio.Il documento elaborato al termine dell’anno scolastico 1995/96 ha rappresentato anche un momentoimportante <strong>di</strong> presentazione al territorio della valenza innovativa dell’esperienza compiuta, nonché un attivoconfronto e primo monitoraggio dell’effettiva ricaduta e qualità dei progetti sperimentati nelle singole Scuole.La lettura del documento chiarisce la ferma intenzione dei docenti, impegnati in prima personanell’attivazione e nel sostegno dei progetti, <strong>di</strong> proporsi come fondamentale risorsa per l’Istituto <strong>di</strong>appartenenza per quanto riguarda la specifica area progettuale, il tutorato degli alunni in <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento o in crisi motivazionale, la formazione in servizio dei colleghi referenti dell’innovazionenell’ambito dei <strong>di</strong>versi Consigli <strong>di</strong> classe.Le competenze citate risultano quanto mai in<strong>di</strong>spensabili nel momento attuale, caratterizzatodall’innalzamento dell’obbligo scolastico e dalla sperimentazione dell’autonomia.La metodologia e gli strumentiL’elaborazione teorica e la ricerca pedagogica non sono necessariamente sfere <strong>di</strong> indagine praticate daidocenti o, almeno, non lo sono state nella tra<strong>di</strong>zione della Scuola Superiore italiana. Molto spesso ricercheanche importanti non sono comprese dai docenti che le sentono assai <strong>di</strong>stanti rispetto ai problemi incontratinella pratica quoti<strong>di</strong>ana dell’insegnamento: è nota la <strong>di</strong>ffidenza manifestata nei confronti <strong>di</strong> elaborazioni


concettuali <strong>di</strong> tipo pedagogico estranee alla Scuola e, in questo senso, la frase più comune che manifesta gliatteggiamenti <strong>di</strong>fensivi <strong>di</strong> molti docenti potrebbe essere :“Interessante la teoria, ma la pratica quoti<strong>di</strong>ana è un’altra cosa !“La grande forza innovativa della figura del docente <strong>di</strong>staccato su progetti <strong>di</strong> prevenzione alla <strong>di</strong>spersione èstata proprio quella <strong>di</strong> coniugare teoria e prassi, utilizzando la metodologia della ricerca - azione, la qualeoffre risposte operative e modelli attuativi me<strong>di</strong>ante l’applicazione <strong>di</strong> concetti teorici. Va da sé che l’impattoincisivo <strong>di</strong> tale scelta strategica sta proprio nella validazione sul campo delle teorie, grazie al coinvolgimentoin prima persona degli insegnanti che riflettono e si misurano con nuove competenze pedagogiche e<strong>di</strong>sciplinari nella quoti<strong>di</strong>ana prassi <strong>di</strong>dattica. L’innovativa immissione della ricerca - azione nella ScuolaSuperiore della provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, sviluppata ed articolata me<strong>di</strong>ante i progetti anti-<strong>di</strong>spersione, ha avutocome sostegno e centratura la formazione <strong>di</strong> una vera e propria figura professionale, sconosciuta finoall’anno scolastico 1994/95, con un’area <strong>di</strong> competenze vaste e spen<strong>di</strong>bili a <strong>di</strong>versi livelli . Queste ultimepossono essere riassunte nei quattro macro ruoli del formatore <strong>di</strong> formatori, definiti da M. Huberman ruoli <strong>di</strong>catalizzatori, ossia agenti <strong>di</strong> cambiamento, <strong>di</strong> facilitatori delle <strong>di</strong>namiche relazionali, <strong>di</strong> consiglieri tecnici cheoffrono soluzioni agli specifici problemi proposti dalla ricerca-azione, <strong>di</strong> agenti <strong>di</strong> collegamento con l’esternoche reperiscono risorse e le finalizzano alla risposta ai bisogni emersi. Nel merito, i docenti f/g si sonocaratterizzati per l’acquisizione e l’utilizzazione delle seguenti competenze:a) comunicativo-relazionali (comportamenti non <strong>di</strong>rettivi <strong>di</strong> tipo rogersiano) espresse, prima <strong>di</strong> tutto, nei ruoli<strong>di</strong> catalizzatore, ossia <strong>di</strong> colui che fa emergere i problemi e i bisogni <strong>di</strong> studenti e docenti in relazione allegran<strong>di</strong> domande dello star bene a scuola e <strong>di</strong> facilitatore della tenuta del gruppo, della gestione esuperamento del conflitto, della promozione <strong>di</strong> un clima favorevole all’appren<strong>di</strong>mento dei soggetti increscita. Il docente f/g, infine, ricopre il ruolo <strong>di</strong> consulente che svolge l’azione <strong>di</strong> specchio per i problemiconnessi con l’azione docente e l’emergere del <strong>di</strong>sagio degli studenti, anche eventualmente all’interno <strong>di</strong>spazi specificamente de<strong>di</strong>cati all’ascolto, quali il C.I.C <strong>di</strong> Istituto (Centro <strong>di</strong> informazione e consulenza);b) competenze orientanti e riorientanti: il tutor <strong>di</strong> Istituto aiuta i ragazzi, in un momento cruciale dell’etàevolutiva, ad inserirsi positivamente nella Scuola Superiore, al fine <strong>di</strong> evitare fenomeni <strong>di</strong> gravemalessere e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> motivazione nei confronti dello stu<strong>di</strong>o. A tal fine, attiva progetti saldamenteancorati all’interno della cornice d’accoglienza e promuove l’adozione, da parte dei Consigli delle classiprime e seconde, <strong>di</strong> moduli trasversali finalizzati all’appren<strong>di</strong>mento delle <strong>di</strong>verse strategie affettive,cognitive e metacognitive. Approdo e finalità ultimi <strong>di</strong> tale intervento per gli adolescenti delle classi inentrata sono il rafforzamento dell’autostima e l’acquisizione <strong>di</strong> abilità decisionali e <strong>di</strong> scelt , in<strong>di</strong>spensabilialla crescita e al rafforzamento dell’identità personale, nonché alla consapevolezza da parte dei soggettidei <strong>di</strong>versi e personali stili cognitivi e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.Il docente f/g segue i percorsi formativi degli alunni, in particolare degli studenti a rischio, ponendoun‘attenzione mirata ai momenti <strong>di</strong> crisi motivazionale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà nell’appren<strong>di</strong>mento e scegliendo <strong>di</strong> voltain volta la strategia ritenuta più efficace tra un ventaglio <strong>di</strong> opzioni che vanno dall’intervento sul gruppoclasse,al sostegno <strong>di</strong> piccoli gruppi, al colloquio <strong>di</strong> consulenza in<strong>di</strong>viduale. Quest’ultima, in particolare,rappresenta una strategia decisamente innovativa, giocata sull’ascolto attivo e su competenze <strong>di</strong> tipoempatico-rogersiano proprie della consultazione <strong>di</strong> tipo psicologico; tale intervento, tra<strong>di</strong>zionalmente lontanodalla prassi scolastica, è ora immesso nella quoti<strong>di</strong>anità dei servizi formativi offerti all’utenza da quegli Istitutiche possono usufruire, al loro interno, <strong>di</strong> un’equipe <strong>di</strong> docenti formati per erogare tale servizio, come vieneriba<strong>di</strong>to dalla Direttiva Ministeriale 163. Il tutor, infine, orienta gli studenti e li assiste nel momento della sceltauniversitaria o lavorativa del post-<strong>di</strong>ploma, offrendo informazioni sulle opportunità proprie del territorio e,soprattutto, guidando gli studenti all’interno <strong>di</strong> percorsi formativi atti a renderli consapevoli delle proprieaspettative nei confronti del futuro, delle personali attitu<strong>di</strong>ni e delle conoscenze e competenze acquisite aconclusione del ciclo degli stu<strong>di</strong> superiori. Anche in questo segmento dell’intervento orientante, assefondamentale è il rafforzamento delle capacità decisionali e <strong>di</strong> scelta e, ancor più, l’acquisizione dellamentalità adattiva e flessibile propria dell’imparare ad imparare, in<strong>di</strong>spensabile all’inserimento nel mondorelazionale e lavorativo.c) capacità tecniche legate alla ricerca: come già si <strong>di</strong>ceva, il docente <strong>di</strong>staccato su progetti <strong>di</strong> prevenzioneagli insuccessi formativi <strong>di</strong>venta il trait d’union tra teoria e prassi, aiutando la comunità scolastica aforgiare strumenti, tecniche e materiali, definibili come concrete attuazioni <strong>di</strong>dattiche dei modelli astratti;d) competenze specificamente progettuali: il docente f/g elabora un modello <strong>di</strong> sviluppo, coincidente con larete dei progetti, agendo e controllando una serie <strong>di</strong> fasi:−−−−prepara il cambiamento, identificando i bisogni e censendo l’esistente;evidenzia la <strong>di</strong>fferenza tra ciò che la scuola ha e i suoi bisogni più profon<strong>di</strong>, facendo emergere l’area dellamancanza che, letta in termini propositivi e costruttivi, <strong>di</strong>venta l’area del cambiamento, cioè l’area <strong>di</strong>progetto;pianifica l’azione o la serie <strong>di</strong> azioni, selezionando spazi, tempi, soggetti coinvolti, materiali;attua il monitoraggio in itinere e la valutazione finale, decidendo, sulla base degli effetti ottenuti, semantenere e generalizzare il modello o ripensarlo, elaborando le necessarie variazioni.


In questa sede è importante ricordare che la cultura della progettualità è stata <strong>di</strong>ffusa dalla normativa riferitaall’educazione alla salute ed era bagaglio specifico e comune <strong>di</strong> molti docenti f/g provenienti dallapregressa formazione che il Provve<strong>di</strong>torato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> aveva fornito ai docenti referenti in taleambito;e) competenze <strong>di</strong> consulenza sul progetto: il docente f/g è chiamato ad offrire “consigli” altamente qualificati,coniugando abilità organizzativo - gestionali e <strong>di</strong> intervento consapevole sui processi decisionali conscelte squisitamente tecniche riguardanti strategie, auspicabili soluzioni, eventuali aree <strong>di</strong> rischio ederrore, no<strong>di</strong> problematici inevitabilmente connessi all’attuazione del progetto e al costante monitoraggio<strong>di</strong> esso;f) competenze <strong>di</strong> formatore dei docenti referenti dei progetti modulari: anche in questo caso si tratta <strong>di</strong> unaspetto decisamente innovativo e poco praticato tra le attività proprie della professionalità docente, inquanto l’insegnante assume il ruolo <strong>di</strong> formatore non solo dei propri alunni, ma pure dei colleghi che gliriconoscono le competenze fin qui descritte e la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffonderle all’interno della comunità educantedell’Istituto <strong>di</strong> appartenenza. Come già precisato relativamente al colloquio <strong>di</strong> consulenza in<strong>di</strong>viduale,soltanto gli Istituti che comprendano nel proprio organico docenti debitamente formati e riconosciuti in taleruolo, possono erogare questo prezioso servizio formativo che contribuisce ad accelerare i tempi dellamessa in opera e del sostegno all’innovazione, attraverso la formazione <strong>di</strong> una vera e propria équipe <strong>di</strong>lavoro;g) competenze <strong>di</strong> documentazione e <strong>di</strong>vulgazione : documenta le esperienze svolte nel quoti<strong>di</strong>ano “farscuola”, attribuendo ad esse la leggibilità in<strong>di</strong>spensabile a renderle conoscenze con<strong>di</strong>visibili dall’interacomunità scolastica ed extrascolastica. Mantiene i collegamenti con gli altri Istituti scolastici e con leagenzie educative presenti sul territorio, favorendo la creazione e il sostegno della rete interististuzionale.La verificaAl termine dell’anno scolastico 1996/97, conclusivo della triennale esperienza <strong>di</strong> ricerca-azione condotta daidocenti f/g della provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, l’équipe <strong>di</strong> lavoro da essi formata ha prodotto un vero e propriomodello <strong>di</strong> intervento progettuale nella Scuola, in<strong>di</strong>cando puntualmente le “fasi del cambiamento”, dallarilevazione dei dati sui quali intervenire (area del progetto), sino alla valutazione dei risultati. In particolare, ilgruppo <strong>di</strong> lavoro si è soffermato sull’analisi e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quattro tipologie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori (<strong>di</strong> contesto, <strong>di</strong> input, <strong>di</strong>processo e <strong>di</strong> prodotto ), ritenute in<strong>di</strong>spensabili sia nel momento dell’in<strong>di</strong>viduazione dell’area problematica sucui intervenire, sia nella fase finale <strong>di</strong> lettura, analisi e conseguente valutazione dei risultati <strong>di</strong> cambiamento.Tra i quattro elencati, sono stati riconosciuti come determinanti per l’elaborazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o valutativofondato su parametri <strong>di</strong> tipo qualitativo e quantitativo, gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> processo e <strong>di</strong> prodotto: i primi, inparticolare, rappresentano uno strumento <strong>di</strong> fondamentale importanza per il monitoraggio costantedell’andamento del progetto sui soggetti coinvolti, nonché per l’osservazione “in tempi reali” del primoimpatto <strong>di</strong> esso con la quoti<strong>di</strong>anità della vita istituzionale, il cui equilibrio è incontrovertibilmente rottodall’innovazione introdotta. Questo tipo <strong>di</strong> valutazione è, dunque, specifica della verifica “in itinere”, marisulta determinante anche in fase finale, quando <strong>di</strong>venta in<strong>di</strong>spensabile la lettura del processo relazionaleche ha sicuramente con<strong>di</strong>zionato gli esiti finali, secondo un’ottica <strong>di</strong> tipo sistemico. Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> prodottoservono, invece, a valutare se gli obiettivi tout-court fissati dal progetto (coinvolgimento <strong>di</strong> insegnanti ealunni, organizzazione delle attività, gestione degli spazi e dei tempi, ecc.) sono stati raggiunti; come già si<strong>di</strong>ceva, ragionando nell’ottica del cambiamento dell’istituzione nella sua globalità, i prodotti sono, comunque,parte <strong>di</strong> quel sistema <strong>di</strong> cui rappresentano essi stessi una fase aperta alla circolarità e alla inevitabile eauspicabile “area del miglioramento”.La valutazione dei risultati ottenuti grazie all’attivazione dei progetti finalizzati al successo formativo, insintesi, ha utilizzato il seguente schema:VALUTAZIONE DEI RISULTATI:• grado <strong>di</strong> istituzionalizzazione dell’innovazione• impatto sugli allievi e sui docenti• stu<strong>di</strong>o valutativo sulle percentuali dei risultati, sulle padronanze acquisite, sui cambiamenti delle capacitàin<strong>di</strong>viduali (rilettura degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> processo e <strong>di</strong> prodotto)• rilevazione e analisi <strong>di</strong> altri effettipositivinegativiinattesi• riorientamento del modello: area del miglioramentoAlla conclusione dell’anno scolastico in corso, le premesse contenute in questo documento si sono rivelatequanto mai d’attualità e in accordo con i regolamenti previsti dalla sperimentazione dell’autonomiascolastica. Il formatore <strong>di</strong> formatori o altrimenti detto docente referente della qualità e del successo


formativo vedrà valorizzato il proprio ruolo e le competenze descritte, <strong>di</strong>ventando una risorsa in<strong>di</strong>spensabileper la reale attuazione delle istanze <strong>di</strong> innovazione e qualità dell’offerta formativa, ispiratrici <strong>di</strong> quel pianodell’offerta formativa che ogni scuola è tenuta ad attuare.Spazio esposizione - ore 17/18Bellini Annalisa; Ghid<strong>di</strong> ElenaGesti, segni e paroleScuola elementare parificata “Figlie della Provvidenza” <strong>Modena</strong>1998/99Classe/iTutte le classi del plessoArea tematicaScuolaContenuto tematicoSor<strong>di</strong>tà, Organizzazione e opportunità educativo-<strong>di</strong>dattiche, Progetti <strong>di</strong>datticiObiettivo/iRi-educazione au<strong>di</strong>o-foneticaDestinatario/iAlunni della scuolaPersonale coinvoltoInsegnanti e operatoriProgettazione (per istituto, per classi, per team...)Per plessoDescrizione del percorsoOpportunità educative.Uscite, escursioni,visite guidate,attività lu<strong>di</strong>co sportive.Organizzazione<strong>di</strong>dattica.Gruppi aperti efunzionali in base ailivelli <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento einsegnamento percompetenze.Esame funzionale.Eseguito da unaneurope<strong>di</strong>atra, rientra,assieme allacertificazione me<strong>di</strong>cadella sor<strong>di</strong>tà , nelprofilo <strong>di</strong>namicofunzionale.SCUOLA ELEMENTARE PARIFICATA“FIGLIE DELLA PROVVIDENZA”(accoglie bambini au<strong>di</strong>olesi)Educazione au<strong>di</strong>ofoneticaEducazionecognitivisticooperazionale


InformaticaEducazioneritmico-musicaleAttività teatraleSperimentazionemetodologico-<strong>di</strong>datticaÈ stato detto: “ Un Educazione alla salute bambino impara così,acquisendo nuove capacità tramite le <strong>di</strong>ta delle mani e dei pie<strong>di</strong>.Assorbendo le abitu<strong>di</strong>ni e gli atteggiamenti <strong>di</strong> coloro che gli stanno intorno, spingendo e tirando il suo mondo.Un bambino impara così, più provando che sbagliando, più attraverso il piacere che attraverso la sofferenza,più grazie all’esperienza che grazie ai suggerimenti e alle spiegazioni, e più grazie ai suggerimenti che aglior<strong>di</strong>ni.E un bambino impara così, tramite l’affetto, l’amore, la pazienza, la com prensione, il senso <strong>di</strong> appartenenza,il fare e l’essere”. 1Se la scuola elementare ha come fine la formazione dell’uomo e del citta<strong>di</strong>no e come compito specifico lapromozione della prima alfabetizzazione culturale e lo sviluppo integrale della personalità del fanciullo, deveoffrire il massimo delle opportunità, favorendo l’armonica realizzazione <strong>di</strong> tutte le sue capacità fisiche, sociali,intellettive e spirituali; deve guidare l’alunno nella progressiva conquista della sua autonomia <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio e <strong>di</strong>assunzione <strong>di</strong> impegni, nel suo inserimento attivo nel mondo delle relazioni interpersonali e svilupparecapacità in grado <strong>di</strong> affermare i valori umani, l’impegno e la fatica dell’apprendere.Un’organizzazione della scuola, che voglia rispondere in modo qualitativamente adeguato alle richiesteeducative e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento degli alunni, non può prescindere dal muovere dalle loro effettive capacità edesigenze, ricercando soluzioni <strong>di</strong>fferenziate caso per caso; dalla elasticità del suo or<strong>di</strong>namento strutturale;dalle scelte metodologiche e dalle con<strong>di</strong>zioni rilevanti che contribuiscono a definire un’azione educativa “sumisura” e un’attività <strong>di</strong>dattica che porta con se’ la proposta <strong>di</strong> un “sapere per la vita” ; dalla previsione <strong>di</strong>spazi ed attrezzature <strong>di</strong>dattico-strumentali adeguate, prevedendo uno stretto rapporto <strong>di</strong> interrelazione trascuola e spazi extra-scolastici (famiglia, risorse ambientali, strutture culturali ed educative da valorizzare).Ogni singola scuola non può chiudersi in se stessa pensando <strong>di</strong> essere autosufficiente; deve piuttostoaprirsi verso l’esterno fruendo delle proposte valide dell’ambiente circostante. Ciò implica che l’attività<strong>di</strong>dattica non si svolgerà soltanto all’interno delle aule e della scuola, bensì realizzerà escursioni,esplorazioni, attività e visite all’esterno, senza trascurare l’apporto esperienziale e culturale che puòpervenire, alla scuola medesima, dall’ingresso nella stessa <strong>di</strong> persone esterne.L’Istituto “Figlie della Provvidenza” gestisce due scuole elementari, una a <strong>Modena</strong> e l’altra a S.Croce <strong>di</strong>Carpi, dove funzionano anche tre sezioni <strong>di</strong> scuola materna integrata. Le due realtà vanno considerate elette in un’ottica unica ed unitaria, la cui peculiarità é costituita dal progetto d’integrazione tra alunni udenti enon-udenti e dalla educazione del sordo, intesa come processo formativo globale. Il raggiungimento <strong>di</strong>questo fine comporta il rispetto della continuità educativa favorita dall’interscambio delle esperienze edall’innovazione <strong>di</strong>dattica tra le varie classi, tra i due plessi e tra la scuola materna ed elementare, chemettono a <strong>di</strong>sposizione materiale, documenti ed iniziative.Si ispira ad un quadro <strong>di</strong> valori spirituali e cristiani delineati nel progetto educativo, che hanno un postofondamentale nelle finalità della scuola. Vuole rispondere ai ritmi della crescita intellettuale, affettiva, moralee spirituale degli alunni, pre<strong>di</strong>lige con<strong>di</strong>zioni operative che consentono <strong>di</strong> utilizzare, in maniera flessibile,modelli <strong>di</strong> organizzazione del lavoro precisati <strong>di</strong> anno in anno, nel Piano Educativo d’Istituto.Organizzazione <strong>di</strong>dattica1 Frederich Maffet “How A Child Learns” in “Vivere, amare ,capirsi” <strong>di</strong> L. Buscaglia, ed. Mondadori, 1995.


Le classi sono organizzate per ciclo e a classi aperte. Nella formazione delle classi si tiene conto delle“<strong>di</strong>fferenze in<strong>di</strong>viduali”; si organizzano gli alunni in gruppi mobili e/o stabili e si fa uso <strong>di</strong> tecnologie peradeguare le procedure <strong>di</strong> insegnamento alle esigenze <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> ogni alunno.Le attività sono perciò programmate come segue.Per gruppi omogenei <strong>di</strong> capacità. Si tratta <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> alunni che, avendo in comune lo stesso patrimonioconoscitivo e ritmi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento simili, lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi cognitivi adeguatialle loro reali possibilità, esigenze ed interessi, per tutto il tempo dell’attività scolastica.Per gruppo assembleare. Per uscite, escursioni, gite, attività teatrali, appren<strong>di</strong>mento socializzato conau<strong>di</strong>ovisivi, videocassette sottotitolate, impostazione e conclusione <strong>di</strong> ricerche, esperienze <strong>di</strong> caratterereligioso, attività <strong>di</strong> nuoto, sci e pattinaggio.Per singolo soggetto. Per un sistematico intervento in<strong>di</strong>vidualizzato, rivolto in<strong>di</strong>stintamente a tutti gli alunnicon i quali, oltre al tra<strong>di</strong>zionale, ma pur sempre fondamentale trattamento au<strong>di</strong>o-fonetico, si propongono isoftware <strong>di</strong>dattici per supportare e rafforzare la corretta impostazione fono-articolatoria, per arricchire illessico e per potenziare la struttura frastica.Per gli alunni che presentano maggiori <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, si prevedono inoltre interventiin<strong>di</strong>vidualizzati <strong>di</strong> recupero, relativi all’approfon<strong>di</strong>mento dei contenuti <strong>di</strong>sciplinari. Infatti, riteniamo che gliallievi, a seconda delle loro potenzialità e delle situazioni contingenti che si creano, debbano avere lapossibilità <strong>di</strong> accedere a programmi formativi in<strong>di</strong>vidualizzati, anche all’interno <strong>di</strong> una scuola speciale.La scuola, da oltre 15 anni, ha fatto una scelta organizzativa a favore della pluralità dei docenti, in unrapporto paritario <strong>di</strong> stima e fiducia reciproca. Tale scelta comporta l’intervento <strong>di</strong> più insegnanti sullo stessogruppo-classe, in un sistema <strong>di</strong> classi aperte. Tali “classi aperte” comprendono alunni <strong>di</strong> classi talvolta<strong>di</strong>verse, ma che hanno raggiunto le stesse competenze a livello <strong>di</strong>sciplinare e <strong>di</strong> maturazione e vengonostabilite dal collegio docenti ogni inizio d’anno scolastico, senza precludere possibilità <strong>di</strong> cambiamentidurante il percorso. Non é infatti possibile pensare che tutti gli alunni riescano ad acquisire gli stessicontenuti e conseguire gli obiettivi <strong>di</strong>dattici con gli stessi ritmi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.Qualora sia necessario, riteniamo che anche la ripetizione <strong>di</strong> una classe possa essere con<strong>di</strong>zione positiva avantaggio del bambino sordo, in armonia e nel rispetto dei suoi ritmi, garantendogli così pari opportunitàeducative.Il lavoro su classi aperte favorisce inoltre la valorizzazione delle esperienze e degli interessi culturali dellestesse insegnanti e realizza un’interazione <strong>di</strong> abilità e competenze in un lavoro educativo-<strong>di</strong>dattico con<strong>di</strong>viso,sulla base <strong>di</strong> un progetto che richiede corresponsabilità, quale fondamento della collegialità, con pari <strong>di</strong>gnitàsul piano delle competenze, degli orari, delle responsabilità nella programmazione e nel lavoro, nel <strong>di</strong>rittodella formazione al servizio.Un’organizzazione può essere unitaria e perseguire l’obiettivo <strong>di</strong> un insegnamento unitario non solo se siusano gli stessi meto<strong>di</strong> e proce<strong>di</strong>menti, ma anche, e soprattutto, se é previsto l’interscambio tra gli apportidei vari meto<strong>di</strong> e la coesistenza paritaria nella scuola degli insegnanti. Gli alunni possono tanto piùsperimentare forme <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> gruppo e <strong>di</strong> aiuto vicendevole quanto più gli insegnanti hanno potuto farproprie tali metodologie <strong>di</strong> lavoro.Il gruppo dei docenti, nell’ambito <strong>di</strong> una collaborazione <strong>di</strong> reciproca complementarità, progetta, realizza,valuta le forme e i contenuti <strong>di</strong> lavoro in rapporto a determinate finalità; si confronta e si verifica in funzionedegli alunni; in<strong>di</strong>vidua i collegamenti inter<strong>di</strong>sciplinari effettuabili nelle <strong>di</strong>verse aree educative.Opportunità educative(uscite, escursioni, attività lu<strong>di</strong>co-sportive)Le insegnanti, all'inizio dell'anno scolastico, programmano <strong>di</strong>verse visite guidate scegliendole anche tra leiniziative proposte dal territorio, come esperienze che favoriscono opportunità <strong>di</strong> socializzazione e unarricchimento dei contenuti della programmazione.Inoltre, considerando il particolare deficit dei loro alunni, attuano anche frequenti gite aventi lo scopo <strong>di</strong>portarli a contatto imme<strong>di</strong>ato con la realtà ambientale, per facilitare l'acquisizione <strong>di</strong> concetti relativi ai <strong>di</strong>versiambiti <strong>di</strong>sciplinari.Infine, per potenziare le abilità motorie <strong>di</strong> base, l'autonomia, l'autostima e la socializzazione, tutti gli alunnifrequentano regolarmente corsi <strong>di</strong> nuoto e <strong>di</strong> sci e partecipano a varie attività ricreative e lu<strong>di</strong>co-sportiveorganizzate dalle insegnanti che si avvalgono anche della collaborazione <strong>di</strong> obiettori e volontari a cui èaperta la scuola.Esame funzionaleAll'interno dell'attività educativo-<strong>di</strong>dattica si inserisce l'apporto dato da una neurope<strong>di</strong>atra atto a determinareil grado <strong>di</strong> sviluppo cognitivo e intellettivo raggiunto da ciascun bambino.


Questo intervento in<strong>di</strong>vidualizzato è un notevole supporto per gli insegnanti i quali hanno così, durante l'annoscolastico, un quadro completo della maturazione dell'allievo.Il compito della neurope<strong>di</strong>atra infatti consiste nel valutare le capacità e le abilità possedute dai bambiniall'inizio dell'anno scolastico.Questa analisi viene fatta attraverso test cognitivi, intellettivi, percettivi, affettivi, adatti alle varie età, siacronologiche che mentali <strong>di</strong> ogni alunno.Alla fine dell'anno scolastico viene riesaminato ciascun bambino in modo da valutare se ci sono statiprogressi rilevanti, se il ritmo <strong>di</strong> maturazione è rimasto costante, se ci sono state regressioni o se ci sonocampi in cui è necessario uno specifico intervento da parte delle insegnanti.I test utilizzati si prefiggono <strong>di</strong> valutare il bambino non sulla base del profitto, ma secondo lo sviluppo deiprocessi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.Viene molto sfruttata per questo scopo la valutazione clinica piagetiana (per valutare se esistono i concetti <strong>di</strong>conservazione, la corrispondenza biunivoca che precede il contare, la capacità <strong>di</strong> classificare e <strong>di</strong> seriare, larappresentazione spaziale e il suo livello).Altro strumento fondamentale <strong>di</strong> analisi degli alunni è il <strong>di</strong>segno sia spontaneo che provocatodall'esaminatore (figura umana, albero, casa, famiglia).Inoltre si utilizzano test specifici per valutare lo sviluppo percettivo visuo-motorio (tests <strong>di</strong> Bender, <strong>di</strong> Rey, <strong>di</strong>Benton, <strong>di</strong> Frostig, dei cubi <strong>di</strong> Kohs).Ci sono poi prove <strong>di</strong> livello che danno un'età mentale, che vengono proposte ai bambini soprattutto perosservare la strategia usata per risolvere i problemi e vedere così la maturazione del loro pensiero (reattivodelle matrici <strong>di</strong> Raven, scala <strong>di</strong> Borelli-Oleron per sor<strong>di</strong>, scala Wechsler per bambini, test dei cubi <strong>di</strong> Kohs,<strong>di</strong>segno della figura umana).Si stu<strong>di</strong>a anche lo sviluppo dell'orientamento nello spazio (batteria Piaget-Mead, definizione della dominanzadella mano, del piede, degli occhi, test <strong>di</strong> organizzazione spaziale), la percezione temporale,l'organizzazione ritmica (Stambak), l'eventuale esistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgnosie <strong>di</strong>gitali, si verifica se sono presenti<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memorizzazione.A volte è necessario un approfon<strong>di</strong>mento delle capacità <strong>di</strong> comprensione dei messaggi verbali stu<strong>di</strong>ati sotto<strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista.Nei bambini sor<strong>di</strong>, in particolare del 2° ciclo, viene analizzato il linguaggio verbale (denominazione <strong>di</strong>vocaboli, struttura frastica e livello linguistico: concreto-seriale, concreto-descrittivo, descrittivo-ideativo) pervedere la sua evoluzione nel tempo.Se necessario si propongono esami neurologici e soprattutto osservazioni psicomotorie.In particolare viene approfon<strong>di</strong>to lo stu<strong>di</strong>o dei bambini, sia udenti sia sor<strong>di</strong>, che presentano <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento o problemi comportamentali.Questo momento <strong>di</strong> analisi è vissuto dai bambini in un modo positivo e sereno, perché conoscono ladottoressa sin dalla scuola materna, perciò si impegnano attivamente in qualsiasi attività da lei proposta informa <strong>di</strong> gioco <strong>di</strong>vertente e stimolante.È rivolto principalmente ai bambini au<strong>di</strong>olesi delle due scuole e ai normo-udenti dell'ultimo anno della scuolamaterna e della I elementare.Progetti <strong>di</strong>datticiEducazione au<strong>di</strong>o-foneticaIl metodo <strong>di</strong>dattico educativo valorizza al massimo il recupero protesico. Il linguaggio verbale resta l’obiettivoprincipale da far acquisire, perciò la scuola, pur avvalendosi del linguaggio dei segni, utilizza i mezzi e le<strong>di</strong>dattiche più idonee e funzionali per far conseguire, insieme all’abilità <strong>di</strong> labiolettura, una buona competenzalinguistica.Le insegnanti valorizzano anche il linguaggio dei segni quale “lingua madre” del bambino sordo e loutilizzano come mezzo efficace e veloce per trasmettre i concetti più complessi dei contenuti educativo<strong>di</strong>dattici.Pertanto si prefiggono questi obiettivi:- sviluppare la respirazione fonatoria e attivare la funzione vocale;- emettere voce naturale nel rispetto dei suoi elementi espressivi: tono, colore volume, ritmo;- conoscere l’alfabeto fonetico e articolare correttamente i fonemi;- esprimersi con chiarezza, flui<strong>di</strong>tà e ritmo nel rispetto della proso<strong>di</strong>a della parola;- pronunciare correttamente l’accento nella parola e l’intonazione nella frase;- leggere con abilità il linguaggio verbale sulle labbra degli interlocutori;- ascoltare, <strong>di</strong>scriminare rumori, suoni, parole e frasi utilizzando le protesi acustiche e sfruttandoefficacemente il residuo u<strong>di</strong>tivo;- rieducare l’orecchio all’attività acustica, nei bambini con impianto cocleare.


Quest’ultimo obiettivo si riferisce al fatto che da pochi anni la scuola si è aperta anche all’accoglienza <strong>di</strong>bambini che hanno subito l’impianto cocleare. Si tratta <strong>di</strong> un particolare stimolatore elettrico delle fibre delnervo acustico con lo scopo <strong>di</strong> generare sensazioni u<strong>di</strong>tive a livello corticale in soggetti affetti da sor<strong>di</strong>tà totalio profonde non sufficientemente compensabili con la protesi acustica.In questo momento sono due i bambini presenti nella scuola , con questo genere <strong>di</strong> impianto, uno frequentala scuola elementare <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, l’altra quella materna <strong>di</strong> Carpi.Per loro l’obiettivo finale raggiungibile è il riconoscimento e la comprensione del linguaggio verbale senza(quando possibile) l’apporto della lettura labiale.Le insegnanti, per il raggiungimento degli obiettivi preposti, oltre a svolgere l’attività fonetica “classica”attraverso trattamento in<strong>di</strong>vidualizzato con l’utilizzo <strong>di</strong> specchio, logoarticolatore, main-frequency-in<strong>di</strong>cator, s-in<strong>di</strong>cator, henaphonrhotar, n-in<strong>di</strong>cator, f-in<strong>di</strong>cator; si avvalgono dell’apporto <strong>di</strong> un software <strong>di</strong>datticoappositamente ideato per la riabilitazione della voce, della parola e del linguaggio nei soggetti con <strong>di</strong>fficoltà.InformaticaTale intervento mira ad aiutare gli alunni ad appropriarsi <strong>di</strong> alcuni processi logici che possono migliorare leloro capacità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> sintesi.Considera tuttavia obiettivo altrettanto fondamentale rafforzare e migliorare la competenza linguistica.L’informatica rappresenta un valido supporto per l’approfon<strong>di</strong>mento e il rafforzamento <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>sciplinecurricolari, in particolare della lingua italiana e della matematica.Per la prima <strong>di</strong>sciplina viene impiegato materiale preparato per alunni con <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comunicazione, per laseconda si propone l'utilizzo del linguaggio Logo e in particolare l'esplorazione del mondo grafico dellatartaruga, presentando attività in cui gli alunni possono acquisire, giocando, conoscenze nel campo dellageometria, imparano a procedere con or<strong>di</strong>ne nella risoluzione <strong>di</strong> un problema, si abituano a manipolaresimboli e soprattutto a riflettere e progettare.Benché tutta l'attività non si svolga unicamente sul personal computer, la scuola tuttavia riconosce in questostrumento alcuni pregi rilevanti in un contesto educativo:- il <strong>di</strong>alogo con il computer si sviluppa in modo visivo, per cui l'alunno au<strong>di</strong>oleso è messo in unacon<strong>di</strong>zione vantaggiosa;- l'elaboratore è un ottimo catalizzatore dell'attenzione e strumento particolarmente adatto asuscitare l'interesse;- la costante interazione con la "macchina" abitua l'alunno allo sforzo <strong>di</strong> leggere e, con l'esercizio, acomprendere quei messaggi che compaiono nello schermo rendendolo più autonomo efavorendo l'autostima;- con imme<strong>di</strong>atezza il bambino può verificare l'esattezza della sua azione e, quando sbaglia,provare ad autocorreggersi imparando così anche a guardarsi dall'errore.Per ogni classe è prevista, settimanalmente, un'ora e mezza <strong>di</strong> attività informatica, che si svolgegeneralmente in due momenti successivi e complementari: il primo in classe o nel laboratorio <strong>di</strong> educazionecognitivistico-operazionale, che si caratterizza come momento <strong>di</strong> spiegazione e chiarificazione da partedell'insegnante e <strong>di</strong> riflessione, ipotesi e progettazione da parte degli alunni; il secondo momento, invece, èspecificatamente <strong>di</strong> verifica e si attua principalmente con l'utilizzo del calcolatore.La scuola <strong>di</strong>spone inoltre <strong>di</strong> un computer corredato da stampante a colori, tavola grafica, analizzatore vocalee microfono pre<strong>di</strong>sposti per il funzionamento del software <strong>di</strong>dattico precedentemente citato, ideatoappositamente per la riabilitazione della voce, della parola e del linguaggio nei soggetti con <strong>di</strong>fficoltà. E'particolarmente apprezzato dai bambini au<strong>di</strong>olesi per la ricchezza e la varietà degli stimoli che offre. Talesoftware è utilizzato parallelamente alla rieducazione fono-articolatoria e per singolo soggetto.Educazione cognitivistico operazionaleL’attività è volta a formare le strutture profonde del pensiero, a costruirne i fondamenti logici, ad elaborare iconcetti e ad interiorizzare le conoscenze.Lo scopo principale è quello <strong>di</strong> favorire il coor<strong>di</strong>namento funzionale tra corpo e pensiero, facilitandol’appren<strong>di</strong>mento degli obiettivi cognitivi me<strong>di</strong>ante attività operative concrete.L’utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi canali percettivi e <strong>di</strong> vari stimoli visivi, segnici, tattili, tonici, barici, u<strong>di</strong>tivi in comportamentimotori significativi, consentono l’accesso alle attività psicomotorie anche a soggetti aventi <strong>di</strong>fficoltà o deficitsia sensoriali che psichici.Tale attività favorisce l’inter<strong>di</strong>sciplinarità e la pluri<strong>di</strong>sciplinarità; potenzia le capacità logiche ed organizzative<strong>di</strong> tipo matematico e <strong>di</strong> orientamento nello spazio; introduce gli alunni nel mondo dell’informatica; si operainfatti attraverso “situazioni problematiche” reali, indotte o progettate, che fanno insorgere motivazioni,bisogni e interessi, determinando attenzione, ricerca e approfon<strong>di</strong>mento.L’insegnante che opera in questo settore si avvale dei risultati dei test cognitivi, intellettivi, percettivi, affettiviproposti e valutati attraverso l’esame funzionale, perciò non sulla base del profitto, ma secondo lo sviluppodei processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.


Tutti gli esercizi vengono proposti all’interno <strong>di</strong> un’aula specializzata che raccoglie materiale vario, strutturatoe non, <strong>di</strong> impiego assai flessibile.Nella scuola <strong>di</strong> Santa Croce, tale attività viene svolta in integrazione con i bambini normo-udenti colconseguente rinforzo non soltanto socio-affettivo, ma anche cognitivo.Educazione ritmico-musicaleL’attività musicale è molto importante nell’intervento educativo e rieducativo del bambino au<strong>di</strong>oleso, perchélo coinvolge globalmente, agendo sugli aspetti psico-cognitivi dell’appren<strong>di</strong>mento quali l’attenzione e lamemorizzazione, la motricità e la sensorialità, la simbolizzazione, l’affettività e la socializzazione.In particolare favorisce l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un linguaggio verbale più espressivo e melo<strong>di</strong>co me<strong>di</strong>antel’acquisizione dell’accento, dell’intonazione, dell’unità frastica, della pronuncia delle doppie e migliora lacomunicazione globale.Infatti, attraverso esercizi ritmici a livello corporeo e vocale, l’utilizzo <strong>di</strong> strumenti a percussione, l’attivitàmotoria, giochi, l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> danze e filastrocche, l’alunno au<strong>di</strong>oleso potenzia la percezione u<strong>di</strong>tivasfruttandone i residui con l’utilizzo delle protesi, controlla meglio la respirazione, acquista maggior chiarezzaarticolatoria e acqisisce unità frastica.Attività teatralePer una lunga e consolidata tra<strong>di</strong>zione, la scuola attribuisce grande valore formativo ed educativo, sia sotto ilprofilo dell’appren<strong>di</strong>mento sia della socializzazione, all’attività <strong>di</strong> drammatizzazione.Lavorare sul palcoscenico permette ai bambini sor<strong>di</strong> <strong>di</strong> crescere, sia sul piano psicologico, sia su quellolinguistico-cognitivo, perciò all’inizio <strong>di</strong> ogni anno scolastico, vengono programmati specifici momenti durantei quali gli alunni realizzano l’interpretazione <strong>di</strong> favole e racconti e, sulla linea <strong>di</strong> una lunga tra<strong>di</strong>zione, ad annialterni , il “Presepe Vivente”, coinvolgendo, attraverso la partecipazione a spettacoli aperti al pubblico,l’attenzione e l’interesse delle famiglie e <strong>di</strong> molti citta<strong>di</strong>ni intorno al problema dell’au<strong>di</strong>oleso, delle suecapacità espressive, comprese quelle del linguaggio verbale.L’attività <strong>di</strong> drammatizzazione si propone i seguenti obiettivi:- sviluppare l’espressione corporea: saper esprimere sentimenti ed emozioni con tutto il corpo e conl’espressività del viso;- saper interpretare una parte e sperimentare <strong>di</strong>versi stati d’animo;- comprendere un testo;- comunicare con un linguaggio corretto a livello articolatorio ed espressivo;- stimolare e sviluppare l’impegno nello stu<strong>di</strong>o e la capacità <strong>di</strong> memorizzare;- avviarsi ad esprimere con il tono della voce sentimenti ed emozioni;- esprimersi con il corpo in sequenze ritmiche e movimenti armonici;- saper intervenire nel <strong>di</strong>alogo con pertinenza e al momento giusto;- imparare ad assumere un comportamento corretto e rispettoso nei confronti degli altri;- introdursi nelle rappresentazioni con piena partecipazione della personalità, sapendosi organizzareautonomamente.Tutto ciò per favorire l’opportunità <strong>di</strong> fare conoscere al pubblico le potenzialità <strong>di</strong> cui è dotato l’au<strong>di</strong>oleso.Educazione alla saluteOgni anno sono previsti per gli alunni <strong>di</strong> quinta classe una serie <strong>di</strong> incontri con l’insegnate <strong>di</strong> scienze ed unadottoressa, allo scopo <strong>di</strong> impostare una corretta educazione sessuale ispirata alla morale cristiana.All’interno <strong>di</strong> questo progetto <strong>di</strong>dattico sono incluse anche le visite guidate elaborate dal comune nel progettoscuola-città per educare i bambini ad una corretta alimentazione.Coinvolgendo come protagonisti i bambini abbiamo realizzato una videocassatta sottotitolata per aiutarli adacquisire un corretto comportamento a tavola.Sperimentazione metodologico-<strong>di</strong>dattica(Scelta dei libri alternativi)Le insegnanti dopo attenta analisi dei <strong>di</strong>versi testi ministeriali, ritengono questi non sempre rispondenti aparticolari criteri <strong>di</strong> semplicità ed essenzialità <strong>di</strong> linguaggio, come richiesto dai loro alunni.Nel corso degli anni ha avuto valenza positiva l’adozione <strong>di</strong> testi alternativi e <strong>di</strong> altro materiale <strong>di</strong>dattico, inquanto rispondenti alle effettive capacità linguistiche possedute dagli alunni.Le conseguenti linee metodologiche adottate dalle insegnanti sono atte a favorire il processo <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento degli allievi nel rispetto delle loro caratteristiche psico-evolutive.Simona, 14 anni, sorda profonda che ha frequentato la nostra scuola elementare e successivamente inseritain una scuola me<strong>di</strong>a-statale <strong>di</strong> udenti, dove è stata licenziata e valutata con gli stessi criteri utilizzati per icompagni <strong>di</strong> classe, al termine della III me<strong>di</strong>a, riferendosi, in un tema, al passaggio alla scuola superiore, sirivolge agli amici che sta per lasciare così:


“Mi auguro <strong>di</strong> trovare sempre persone che mi aiutino come é accaduto fino ad ora. Spero anche <strong>di</strong> nonavervi stancato chiedendo continuamente: “Cosa <strong>di</strong>cono i professori? Di che cosa stanno parlando? Cosaspiegano?”Io penso ed ho paura che, se un sordo domanda continuamente cosa <strong>di</strong>cono gli altri, può darsi che la gentesi stanchi <strong>di</strong> rispondergli e che l’amicizia si indebolisca. A me non é capitato. Sono stata fortunata e ne sonofelice.....Penso sia stato utile stare insieme a voi dopo essere stata quasi sempre con dei sor<strong>di</strong>. Avevo mille dubbima, vivendo con voi, ho imparato come si sta con gli udenti e ho scoperto che si sta bene “quasi” come con isor<strong>di</strong>.Mi auguro che anche voi abbiate avuto modo <strong>di</strong> conoscere un po’ il mio mondo, il mondo dei sor<strong>di</strong>”.Collocazione: Sc D 8


mercoledì 8 settembreLaboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 9.30/10.30Cantoni M., Cocchi Manuela, Ferrari Maria, Frigieri Lucia, Piazza E., Pirovano Emilia, Sandri Patrizia,Scagliarini M. G., Vancini RobertoProgetto RETE HIl progetto è stato finanziato dalla Direzione Generale dell'Istruzione Professionale.Hanno partecipato alla realizzazione dell'ipertesto tre gruppi <strong>di</strong> Istituti Professionali:Gruppo NordGruppo Emilia RomagnaGruppo ToscanaIn questa scheda saranno in<strong>di</strong>cati gli Istituti ed i docenti del Gruppo Emilia Romagna che hanno collaboratonell'ultimo anno <strong>di</strong> realizzazione dell'ipertesto.IPSAA "Spallanzani" <strong>di</strong> Castelfranco Emilia,IPSSC "Cattaneo" <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,IPSSSCT "Don Z. Io<strong>di</strong>" <strong>di</strong> Reggio Emilia,IPSCT "Aldrovan<strong>di</strong> - Rubbiani" <strong>di</strong> BolognaClasse/iScuola secondaria II° gradoArea tematicaScuolaContenuto tematicoIntegrazione scolastica, Integrazione lavorativa, Formazione docentiObiettivo/iIl pacchetto fornisce ai docenti informazioni formative, progettuali, operative e documentative per larealizzazione dei percorsi <strong>di</strong> integrazione scolastica e lavorativa degli alunni in situazioni <strong>di</strong> han<strong>di</strong>capall'interno della scuola superiore.Destinatario/iDocenti che vogliono confrontare le proprie conoscenze con quelle presenti all'interno dell'ipertesto o chevogliono ampliare la loro formazione rispetto alla progettazione <strong>di</strong> percorsi per alunni in situazione <strong>di</strong>han<strong>di</strong>cap.Personale coinvoltoPer la realizzazione del materiale sono stati in<strong>di</strong>viduati, come maggiormente qualificati, gli insegnanti <strong>di</strong>sostegno quali specialisti nella progettazione <strong>di</strong> percorsi per gli alunni in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.Progettazione (per istituto, per classe, per team...)La progettazione iniziale del Progetto RETE H è avvenuta a livello <strong>di</strong> Direzione Generale dell'IstruzioneProfessionale, con il coinvolgimento dei Presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutti gli Istituti coinvolti.La produzione <strong>di</strong> materiale è stata invece affidata agli insegnanti si sostegno.La realizzazione informatica è stata curata dalla cooperativa Anastasis <strong>di</strong> Bologna.Descrizione del percorsoNell'anno scolastico 1994/95, la Direzione Generale dell'Istruzione Professionale ha in<strong>di</strong>viduato alcuni Istitutidell'Italia centro-nord che, in parallelo col Progetto CIGNO attuato con il co-finanziamento dell'UnioneEuropea, realizzassero un pacchetto formativo sulle esperienze <strong>di</strong> integrazione degli alunni in situazione <strong>di</strong>han<strong>di</strong>cap nella scuola superiore: il Progetto RETE H.La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questo materiale, rivolto ai docenti degli Istituti Professionali, ha lo scopo <strong>di</strong>:- fornire un iter procedurale e metodologico tale da consentire la costruzione <strong>di</strong> percorsiin<strong>di</strong>vidualizzati per alunni in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap;- documentare le esperienze prodotte;- promuovere una riflessione ed un confronto con altre realtà scolastiche,- sollecitare nuove proposte formative;- offrire opportunità <strong>di</strong> auto-aggiornamento per coloro che non abbiano mai affrontato tali tematiche;- proporre un confronto con altre esperienze analoghe.


Sono quin<strong>di</strong> stati formati alcuni "gruppi" che riunivano <strong>di</strong>versi Istituti:• Gruppo Nord:- IPSSS "Montagna" <strong>di</strong> Vicenza- IPSCT "Frisi" <strong>di</strong> Milano- IPSCT "Giulio" <strong>di</strong> Torino- IPSAR "Polo" <strong>di</strong> Genova• Gruppo Emilia Romagna:- IPSAA "Spallanzani" <strong>di</strong> Castelfranco Emilia- IPSSCT "Cattaneo" <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>- IPSSSCT "Don Z. Io<strong>di</strong>" <strong>di</strong> Reggio Emilia- IPSSCT "Aldrovan<strong>di</strong> - Rubbiani" <strong>di</strong> Bologna• Gruppo Toscana:- IPSACT "Matteotti" <strong>di</strong> Pisa- IPSSCTP "Dati" <strong>di</strong> Prato- IPSSCT "Colombo" <strong>di</strong> LivornoAd ogni gruppo è stato assegnato un titolo, cioè un argomento da sviluppare.Il Gruppo dell'Emilia Romagna aveva come titolo: "Circuiti modulari interscuola".I docenti sono stati selezionati <strong>di</strong>rettamente dai Presi<strong>di</strong> dei vari Istituti ed hanno avviato la parte operativa delprogetto, il cui contenuto è <strong>di</strong>viso in sei <strong>di</strong>verse sezioni:1. Analisi della situazione iniziale: strumenti per la raccolta dei dati sull'esperienza nella scuoladell'obbligo2. La pre-accoglienza nella scuola secondaria superiore3. L'accoglienza nella scuola secondaria superiore4. Strumenti per l'osservazione e l'elaborazione del PDF e PEP5. Percorsi formativi scuola-territorio (scuola-azienda, tirocinio protetto, forma zione in situazione,scuola-scuola, scuola-laboratorio protetto)6. La certificazione del cre<strong>di</strong>to formativoSi è cercato <strong>di</strong> raccogliere, secondo una sequenzialità logico temporale le esprienze <strong>di</strong> integrazioneeffettuate negli ultimi anni, nate dalle problematiche vissute dai vari Consigli <strong>di</strong> Classe ed elaborate anchesulla base delle risorse offerte dal territorio.Pur essendo previste e regolamentate da una normativa comune in tutte le regioni, queste esperienzerisentono fortemente della presenza <strong>di</strong> infrastrutture locali, del collegamento che si è riusciti ad instaurare inuna determinata zona fra la scuola, l'Azienda USL, gli enti locali, la formazione professionale, il mondo dellavoro; del deficit dell'alunno che effettuerà il percorso e, non ultima, della <strong>di</strong>sponibilità delle persone e dellaloro sensibilizzazione verso le problematiche dell'han<strong>di</strong>cap.Nel riunire questi lavori si è toccata con mano la <strong>di</strong>fficoltà ad uniformare, sotto un unico comunedenominatore, strumenti, progetti e percorsi anche se effettuati in province vicine come quelle <strong>di</strong> Bologna,<strong>Modena</strong>, Reggio Emilia. Le esperienze, infatti, nascono e crescono adattandosi ognuna alle singole realtà,alle strutture ed alle risorse presenti sul territorio.Pur non avendo la presunzione che questi percorsi possano essere ricreati integralmente in altre zoned'Italia o in altri contesti, con questo ipertesto si è voluto effettuare sia una raccolta <strong>di</strong> esperienze realmentevissute che offrire agli insegnanti un iter, una serie <strong>di</strong> tappe, una traccia da seguire per la progettazione <strong>di</strong>percorsi formativi.Lo scopo è quello <strong>di</strong> fornire una reale risposta alle esigenze degli alunni che si trovano in una particolaresituazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap che frequentano, ma non solo, l'ambiente scolastico, oltre a quello <strong>di</strong> far uscire lascuola stessa da quell'isolamento in cui spesso è relegata rispetto al mondo sociale e lavorativo.Collocazione: Sc D 15Spazio esposizione - ore 9.30/10.30Pettinella Vittorio (regia <strong>di</strong>)Chiu<strong>di</strong> gli occhi apri la boccaCentro socio-riabilitativo residenziale “San Lorenzo”Ente titolare del servizio: A.USL <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>


Ente gestore del servizio: Coop. Soc. Gulliversettembre - <strong>di</strong>cembre 1998Area tematicaPolitiche sociali assistenzialiContenuto tematicoHan<strong>di</strong>cap adulto, narrazione, documentazione, progettazioneObiettivo/iNarrare aspetti dell’esperienza del Centro a <strong>di</strong>eci anni dalla sua aperturaDestinatario/iOperatori, famiglie, rappresentanti istituzionali e tutti i partecipanti al Convegno “Vite comuni: una riflessionesulla residenzailità per adulti han<strong>di</strong>cappati” (<strong>Modena</strong> 12/12/1998)Personale coinvoltoUtenti, operatori e bambini del paese che frequentano il cortile del CentroTecnici necessari alla realizzazione del videoProgettazione (per istituto, per classi, per team...)A cura del gruppo <strong>di</strong> lavoro del Centro “San Lorenzo”Descrizione del percorso“San Lorenzo” è la casa <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a, Gianni, Corra<strong>di</strong>na, Mary, Lorella e Ketty, cinque ragazze e un ragazzoormai adulti, in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave.Apre nel luglio del 1988 in una piccola frazione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> San Prospero; dalle sue finestre l’orizzonte è<strong>di</strong> campi coltivati.L’Azienda U.S.L. (allora U.S.L. n. 15 <strong>di</strong> Mirandola) con l’apertura <strong>di</strong> questo Servizio ha dato una rispostaresidenziale ai bisogni <strong>di</strong> adulti con gravi deficit ed alle loro famiglie; la gestione del Centro è stata curata intutti questi anni dalla Cooperativa Sociale Gulliver <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, aggiu<strong>di</strong>cataria dell’appalto.“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca” è il video che in questo contesto è stato prodotto in occasione del decennale,nell’ambito <strong>di</strong> una iniziativa pubblica <strong>di</strong> riflessione sul tema della residenzialità per adulti han<strong>di</strong>cappati(<strong>Modena</strong>, 12 Dicembre 1998) in cui l’esperienza <strong>di</strong> “San Lorenzo” è stata elaborata e comunicata attraversopiù strade tra cui, oltre al video, le relazioni orali e la pubblicazione <strong>di</strong> un libro (VITE COMUNI <strong>di</strong> MichelePansini, Magma E<strong>di</strong>zioni).Questa la motivazione contingente che ci ha dato l’occasione <strong>di</strong> “ripensarci” e confrontarci ancora una voltae attingendo alle molteplici risorse che l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi strumenti rivela.Motivazione contingente che si innesta su una pianta dalle ra<strong>di</strong>ci più profonde: una pratica costante equoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> documentazione come strumento <strong>di</strong> memoria e <strong>di</strong> appropriazione del sapere che l’esperienzaelaborata produce.Collocazione: PSA D 9Titolo:Regia:Fotografia:Suono:Assistente almontaggio eoperatore AVID:Interpreti:Produzione:“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca”Vittorio PettinellaMilco FabbriTiziano PopoliSergio SmerieriCorrada Triglia, Gianni Calanca, Maria Festina Baral<strong>di</strong>, Na<strong>di</strong>a Guerzoni, LorellaCarboni, Marangon Roberta.Gulliver Cooperativa Sociale a r.l.Gruppo <strong>di</strong> lavoro del Centro “San Lorenzo”Anno: Dicembre 1998Durata:25’ VIDEO BETACAM


PROGETTO“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca”, nasce come progetto collettivo del gruppo degli operatori del Centro “SanLorenzo”.Un lavoro iniziale improntato sull’ideazione ha permesso a ciascun operatore <strong>di</strong> contribuire con riflessioniproprie a definire il piano <strong>di</strong> realizzazione.In questa prima fase <strong>di</strong> elaborazione progettuale, abbiamo quin<strong>di</strong> per prima cosa, delineato un senso eaffrontato le intenzioni etiche e culturali conseguenti.Stabilito e consolidato un punto <strong>di</strong> partenza comune che prevede lo sviluppo narrativo <strong>di</strong> due macro pistetematiche, il tempo ritorno/circolare e il gioco (sono queste infatti due componenti fondamentali dell’agirequoti<strong>di</strong>ano e del fare educativo a “San Lorenzo”), cominciamo a lavorare alla stesura <strong>di</strong> una sceneggiatura.PREPARAZIONESpoglio della sceneggiatura: in questa fase analizziamo minuziosamente ogni scena che compone lasceneggiatura, allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare ciò che si rende necessario da qui all’inizio delle riprese.Valutiamo inoltre le risorse (economiche, umane, <strong>di</strong> tempo), in<strong>di</strong>spensabili all’attuazione del progetto.Piano <strong>di</strong> lavorazione: per prima cosa stabiliamo la durata delle riprese in base al tipo <strong>di</strong> lavorazione pensatae soprattutto al grado <strong>di</strong> autonomia che riteniamo possibile conciliare con la vita quoti<strong>di</strong>ana del Centro.Di norma valutiamo <strong>di</strong> girare le scene solo nei fine settimana, per un massimo <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci giorni <strong>di</strong> lavorazionecomplessiva.Si tratta quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> trovare le migliori combinazioni possibili fra tutti gli elementi impegnati, in particolare gli“attori” che, in questo caso, siamo noi stessi (operatori del Centro), i ragazzi ospiti, il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base che hain cura i ragazzi, i bambini che frequentano ogni giorno il cortile della struttura e alcuni vicini sensibiliall’iniziativa.APPUNTI DI REGIA E LAVORO CON GLI ATTORIIl fatto <strong>di</strong> avere una stretta relazione con la realtà che raccontiamo, ci mette nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esserecostantemente presenti e accolti da chi, con il proprio volto e corpo, viene coinvolto nella costruzione delprogetto.Pensare un lavoro <strong>di</strong> questo tipo, implica oltre che una riflessione sullo strumento che si usa per raccontare,un’ulteriore riflessione sul senso che si vuole trasmettere.Cerchiamo <strong>di</strong> dare forma, (nell’accezione cinematografica), ad un luogo che in prima istanza viviamo e inseconda, ci accingiamo a raccontare: dare corpo a immagini che sono scritte, far vivere <strong>di</strong>aloghi, rendereemozioni.Tutto ciò tenendo sempre conto <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> vista che, almeno in questo caso è duale: il punto <strong>di</strong> vista delregista coincide con il punto <strong>di</strong> vista dell’operatore/educatore.Pratichiamo quell’aspetto del lavoro educativo che nella pedagogia contemporanea trova spesso una sedemetaforica: “l’educatore è come un regista”.Solo così, pensiamo <strong>di</strong> riuscire a ricreare il senso più profondo e vero <strong>di</strong> un procedere educativo originale,quale intende essere la realizzazione <strong>di</strong> questo progetto.Il lavoro con gli “attori”, soprattutto con i ragazzi ospiti del Centro, consiste nel riproporre in un altro modo laquoti<strong>di</strong>anità.Non a caso scegliamo, senza rinunciare a dare un taglio convincente e umanitario alle immagini, <strong>di</strong> narrare iltempo ricorsivo-circolare e il gioco.Il tempo ricorsivo-circolare: è il tempo della ripetizione e dei gesti quoti<strong>di</strong>ani, <strong>di</strong>verso dal tempo lineare eproduttivo del nostro contesto sociale.In questo sta la sua valenza educativa (esperienza <strong>di</strong> una lentezza “tempo del tempo”); e la sua fragilitàrischio del ripetersi dell’eternamente uguale a se stesso, il tempo del vuoto.Un’attenzione costante a ciò che è lento, permette <strong>di</strong> cogliere i cambiamenti impercettibili e attivare unacomunicazione lu<strong>di</strong>ca capace <strong>di</strong> trasformare una quoti<strong>di</strong>anità meccanica, in un azione <strong>di</strong> gioco.Il gioco: chiunque partecipa alla realizzazione <strong>di</strong> questo lavoro pratica un’azione <strong>di</strong> gioco, ne rispetta leregole implicite e a volte, impreve<strong>di</strong>bilmente, ne aggiunge delle altre; cambia le carte in tavola.Propone a sua volta, una variante dello stesso gioco, inserisce degli imprevisti .... e il gioco <strong>di</strong>venta più bello.CONCLUSIONI A PROGETTO TERMINATOLa possibilità <strong>di</strong> realizzare questo progetto (sostenuto economicamente da Gulliver Cooperativa Sociale a.r.l.e dal lavoro dei ragazzi e degli educatori del Centro “San Lorenzo”), <strong>di</strong> ascoltare le voci che l’hanno animatoha costituito anche per noi una sorpresa.L’occasione <strong>di</strong> narrare una storia fatta dal nostro sguardo, parlata dalla nostra lingua, ci ha confermatoquanto possa essere stratificato e strano il nostro lavoro, e quanto sia importante intraprendere strade,spesso non attinenti al nostro ambito professionale.


L’idea <strong>di</strong> realizzare un video che narrasse i 10 anni <strong>di</strong> vita del nostro Centro nasce e prende forma in unpercorso del gruppo, lungo quanto la sua storia, che ha cercato sempre <strong>di</strong> raccontare il proprio tempo e leproprie esperienze.Ripensare all’esperienza vissuta per aiutarsi nella costruzione <strong>di</strong> senso del proprio lavoro; narrare il tempopassato per costruire in termini progettuali le esperienze del tempo a venire.Raccontare storie, le nostre, <strong>di</strong> educatori e quelle dei ragazzi che qui vivono per pensare e ripensarecostantemente il nostro agire.Nel racconto si accoglie un gesto quoti<strong>di</strong>ano, altrimenti perduto, si riflette, ci si ripiega all’in<strong>di</strong>etro conpazienza.Voltarsi in<strong>di</strong>etro per procedere con qualche chiarezza in più, forse, con qualche elemento compreso nellanostra storia da poter elaborare, sperimentare o allontanare.Idea <strong>di</strong> racconto, dunque, legata a idea <strong>di</strong> progetto; un progetto che non è solo un elaborato scritto <strong>di</strong>viso perpunti e sigle ma un continuo e sempre rinnovato percorso che <strong>di</strong>venta la forma stessa del nostro operarequoti<strong>di</strong>ano.Laboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 11/12A.S.P.H.I.A.S.P.H.I. Onlus significa ”Associazione per lo Sviluppo <strong>di</strong> Progetti Informatici per gli Han<strong>di</strong>cappati”ASPHI, associazione senza fini <strong>di</strong> lucro, è una libera associazione <strong>di</strong> enti ed aziende che si propone comecentro <strong>di</strong> competenza nella ricerca, e nello sviluppo <strong>di</strong> applicazioni informatiche e telematiche, finalizzateall’integrazione scolastica, sociale e lavorativa dei <strong>di</strong>sabili e delle persone svantaggiate.Opera in Italia da circa vent’anni. Ha se<strong>di</strong> a Bologna, Milano, Roma e Torino.L’attività <strong>di</strong> ASPHI viene sud<strong>di</strong>visa in 4 settori che si chiamano:. Integrazione Lavorativa. Integrazione Scolastica. Riabilitazione e Vita In<strong>di</strong>pendente. Informazione e SensibilizzazioneOrganizza corsi <strong>di</strong> formazione in informatica per persone <strong>di</strong>sabili, progetta e coor<strong>di</strong>na la realizzazione <strong>di</strong>software <strong>di</strong>dattico e riabilitativo; sviluppa nuove metodologie per l’integrazione reale delle persone <strong>di</strong>sabilinelle scuole <strong>di</strong> ogni grado e nel mercato del lavoro; gestisce progetti informatici avanzati in collaborazionecon Enti e Istituti <strong>di</strong> Ricerca.Partecipa e coor<strong>di</strong>na numerosi progetti dell’Unione Europea.Affianca a queste attività un quoti<strong>di</strong>ano lavoro <strong>di</strong> informazione e promozione.I soci ASPHI, che sono gli enti e le aziende che ne sostengono in vario modo l'attività, sono al momento unacinquantina. ASPHI ha rapporti con altre Associazioni, con Amministrazioni Pubbliche centrali e locali, conUnità Sanitarie Locali, con Università e Centri <strong>di</strong> Ricerca, con Centri <strong>di</strong> Cura e Riabilitazione.Le Principali CollaborazioniUnione Europea, IBM, INAIL, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Pubblica Istruzione, Provve<strong>di</strong>toratiagli Stu<strong>di</strong>, Università, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, Fondazione Don Carlo Gnocchi - Onlus,Ausilioteca, A.U.S.L., CNR, Enti Locali, Associazioni, Centri <strong>di</strong> documentazione, Cooperativa Anastasis.ServiziSTEP (Supporto Tecnologico per l’Educazione della Persona) è un centro ASPHI nato per offrire supportoqualificato all’utilizzo delle tecnologie in campo educativo.Si rivolge a tutti coloro che intendono fare uso delle Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione perla riduzione dell’han<strong>di</strong>cap: persone <strong>di</strong>sabili e loro famigliari, operatori in campo educativo e riabilitativo.Fornisce a singoli e a gruppi informazione, consulenza e formazione sull’uso <strong>di</strong> Tecnologie in ambienteeducativo a fronte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità sensoriali, cognitive e pluri-han<strong>di</strong>cap.Il centro si avvale del supporto <strong>di</strong> esperti nelle specifiche <strong>di</strong>sabilità.Segretario Generale: Andrea MagalottiIn<strong>di</strong>rizzo : A.S.P.H.I.Via Arienti 6 - 40124 BolognaTel. 051.277811 – fax : 051.224116Sito Internet: www.asphi.itANASTASISLa cooperativa Anastasis nasce a Bologna nel 1985, costituita da un gruppo <strong>di</strong> tecnici informatici già inseritiin attività sociali realizzate con l'utilizzo delle nuove tecnologie. Questo gruppo <strong>di</strong> tecnici aveva maturato tali


esperienze in collaborazione con l'associazione A.S.P.H.I., all'epoca Associazione per lo SviluppoProfessionale degli Han<strong>di</strong>cappati in campo Informatico.L'oggetto sociale in cui i soci ed i <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> Anastasis si riconoscono caratterizza l'azienda quale"software house", pur mantenendo una particolare ambizione <strong>di</strong> poter operare per la definizione e creazione<strong>di</strong> mercati e <strong>di</strong> lavoro nell'ambito dell'informatica al servizio delle persone svantaggiate.Nel tempo questa caratterizzazione ha assunto sempre <strong>di</strong> più la definizione <strong>di</strong> obiettivo primario dell'azienda,che ad oggi interviene con la propria esperienza e professionalità nei settori che prevedono l'uso delle nuovetecnologie e dei sistemi cosiddetti <strong>di</strong> punta a favore dei <strong>di</strong>sabili.La Cooperativa Anastasis è in grado <strong>di</strong> svolgere i seguenti servizi:• Progettazione e realizzazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> addestramento professionale in campo informatico rivolti a<strong>di</strong>sabili motori, psichici e sensoriali.• L'impegno <strong>di</strong> Anastasis, prima rivolto all'ambito nazionale, ora si sta estendendo nella sperimentazione <strong>di</strong>attività in altri Stati membri dell'Unione Europea.• Progettazione e conduzione <strong>di</strong> corsi per terapisti della riabilitazione ed insegnanti per l'uso <strong>di</strong>strumentazioni informatiche a favore dei processi <strong>di</strong> rieducazione e riabilitazione, nonché nell'ambitodell'integrazione <strong>di</strong> bambini con <strong>di</strong>fficoltà nel settore scolastico e familiare.• Sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica, ricerca e sperimentazione <strong>di</strong> strumenti/ausili informatici hardware e software peragevolare i <strong>di</strong>sabili sia nell'acquisizione <strong>di</strong> cultura informatica, sia nell'inserimento lavorativo e scolastico.In tale ambito, Anastasis ha avviato un canale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e commercializzazione <strong>di</strong> prodotti softwarenell'area dei supporti educativi a favore <strong>di</strong> bambini con problemi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Al fine <strong>di</strong> consentireuna <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> detti strumenti, Anastasis ha istituito in tutte le regioni italiane dei punti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazionepresso istituzioni e centri che possano ospitare all'interno della propria struttura <strong>di</strong>sabili, genitori,insegnanti e terapisti, per poter mostrar loro le applicazioni software fino ad oggi <strong>di</strong>sponibili.• Realizzazione <strong>di</strong> software multime<strong>di</strong>ale nell'ambito della formazione e della <strong>di</strong>dattica; importante, tra i variprogetti, quello in realizzazione con il Ministero della Pubblica Istruzione finalizzato a creare prodotti per idocenti e i giovani <strong>di</strong>sabili allievi degli Istituti Professionali <strong>di</strong> Stato.• Sviluppo <strong>di</strong> un interesse per la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> case automatizzate; in tal senso l'Anastasis è stata unatra le aziende costituenti un consorzio a livello nazionale che si occupa <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre dei modelli <strong>di</strong> caseintelligenti ad uso delle varie tipologie <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap. Questo consorzio nel breve tempo ha partecipato consuccesso al programma comunitario <strong>di</strong> sviluppo scientifico Tide, <strong>di</strong> scambio europeo Helios e <strong>di</strong>formazione professionale Horizon per l'avviamento dei <strong>di</strong>sabili al lavoro. In questo quadro è opportunosegnalare la realizzazione del progetto, in corso d'opera, TALENT, acronimo <strong>di</strong> Tele Access to Learning& Education Technology. Tale progetto prevede lo sviluppo <strong>di</strong> un nuovo flessibile sistema <strong>di</strong> formazioneprofessionale a <strong>di</strong>stanza (tele-formazione) che si basa anche sull'uso <strong>di</strong> appositi programmi multime<strong>di</strong>ali.• Progettazione e sviluppo <strong>di</strong> software applicativo per personal computer nonché software gestionale permainframe. Anche in questo settore, caratteristico <strong>di</strong> una azienda produttrice <strong>di</strong> software, Anastasisrealizza un progetto denominato "Progetto <strong>di</strong> continuità" teso a stabilire un rapporto <strong>di</strong> lavoro con exallievi dei corsi per <strong>di</strong>sabili me<strong>di</strong>ante commesse passate all'Anastasis da aziende manifatturiere. Si tenta,pertanto, <strong>di</strong> consentire al più alto numero <strong>di</strong> giovani che hanno acquisito una formazione specifica <strong>di</strong> potersperimentare imme<strong>di</strong>atamente all'uscita delle scuole le proprie conoscenze e professionalità in attivitàlavorative "supervisionate" dai tecnici esperti dell'Anastasis.ANASTASIS S.c.r.l.Via San Gervasio, 240121 BOLOGNATel. 051/23.47.32Fax 051/23.64.91Internet: www.anastasis.itE-mail: coopanas@tin.itSpazio esposizione - ore 11/12Vianello Renzo, Clementi Fiorenza, Glorioso Tullia, Ferrari Oretta, Malagoli MauraApplicazione del progetto: “MS 4-8. Dal pensiero intuitivo al pensiero concreto”Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova - Dip. <strong>di</strong> Psicologia dello sviluppoCircolo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> Castlfranco E. e <strong>di</strong> Bomporto; I e VII Circolo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Padova 1991; <strong>Modena</strong> 1997/99Area tematicaRiferimenti Teorici Culturali


Contenuto tematicoIntegrazione scolastica, Difficoltà d’appren<strong>di</strong>mento, TestObiettivo/iValutazione del passaggio dal pensiero intuitivo al pensiero operatorio-concreto.Potenziamento delle strutture mentali in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà o han<strong>di</strong>cap.Destinatario/iBambini <strong>di</strong> età mentale o reale compresa tra i 4 e gli 8 anni (in alcuni casi tra i 3 e i 12 anni)Personale coinvoltoOperatori scolastici, operatori socio-sanitari, docente universitarioProgettazione (per istituto, per classe, per team...)Per istitutoDescrizione percorsoIl progetto <strong>di</strong> ricerca: “MS 4-8 Dal pensiero intuitivo al pensiero operatorio” è stato condotto da ricercatoridell’Università <strong>di</strong> Padova coor<strong>di</strong>nati dal Prof. Renzo Vianello.MotivazioneIl materiale MS 4-8 (M = Mentali; S = Strutture) è stato elaborato per:• valutare un aspetto cruciale dello sviluppo dell’intelligenza : il passaggio dal pensiero intuitivo a quellooperatorio-concreto;• effettuare l’intervento volto al potenziamento delle strutture mentali in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà o han<strong>di</strong>cap.È rivolto a bambini <strong>di</strong> età mentale o reale compresa tra i 4 e gli 8 anni (in alcuni casi tra i 3 e i 12 anni) conritardo mentale o <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.Fondamenti teoriciIl test riprende la teoria piagetiana, senza tuttavia, aderirne aprioristicamente. Si presuppone che il pensieroprogre<strong>di</strong>sca con tempi molto lunghi. In termini tecnici il passaggio dal pensiero intuitivo a quello operatorioconcreto richiede ad<strong>di</strong>rittura 4-5 anni(dai 4 anni, o prima, agli 8-9).Caratteristiche del progetto :⇒ Un test (OLC) per la valutazione del passaggio dal pensiero intuitivo al pensierooperatorio ;⇒ Tre guide (CFI - NST - SR) con materiale volto al potenziamento delle strutture mentali in caso <strong>di</strong><strong>di</strong>fficoltà o in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.OLC: Operazioni Logiche e ConservazioneIl test fornisce riferimenti quantitativi sul livello raggiunto dal bambino nel pensiero logico nelle aree dellanumerazione, della seriazione, della classificazione e della conservazione della quantità <strong>di</strong> sostanza.Le capacità misurate dal test sono necessarie per gran parte degli appren<strong>di</strong>menti tipici dei primi anni dellascuola elementare.CFI: Corrispondenze e Funzioni. InterventoSono state elaborate proposte (sotto forma <strong>di</strong> schede operative) relative a cinque aree:• corrispondenze a livello qualitativo ;• corrispondenze quantitative <strong>di</strong>rette;• corrispondenze quantitative inverse;• funzioni <strong>di</strong>rette;• funzioni inverse.NST: Nozioni Spaziali e TemporaliIl materiale operativo propone 46 situazioni <strong>di</strong> lavoro in or<strong>di</strong>ne crescente <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.L’ampia area delle nozioni spaziali e temporali comprende numerosi settori, tra cui:vicino e lontano, alto e basso, rapporti spazio-temporali, veloce e lento.SR: Simmetrie e RotazioniIl materiale comprende strumenti concreti e schede operative. Il bambino è sollecitato a compiere leoperazioni mentali richieste in situazioni in cui vengono effettuate simmetrie e rotazioni.In<strong>di</strong>cazioni generali per il rapporto insegnamento-appren<strong>di</strong>mento


Le guide relative ad ogni proposta contengono in<strong>di</strong>cazioni generali sulle modalità ritenute ottimali nelrapporto insegnamento-appren<strong>di</strong>mento (relative, ad esempio, alla necessità <strong>di</strong> instaurare un rapporto in cui ilbambino/adolescente sia attivo, partecipe; alla funzione che possono avere certe in<strong>di</strong>cazioni linguistiche; allautilità <strong>di</strong> favorire la conoscenza <strong>di</strong> come funziona la propria mente durante il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentometaconoscenza;al ruolo dei conflitti cognitivi, ecc.).Applicazione del progettoA seguito dei due corsi <strong>di</strong> aggiornamento tenuti presso il CDH <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> dal Prof. Renzo Vianello, negli anni1997/’98 e 1998/’99, sul progetto stesso, si è costituito in città un gruppo <strong>di</strong> lavoro, composto da insegnanti eoperatori psicopedagogici che ha effettuato esperienze <strong>di</strong> applicazione del progetto all’interno della propriarealtà scolastica.In questa prima fase <strong>di</strong> approccio agli strumenti, l’interesse si è rivolto in modo particolare allasomministrazione del test ai bambini in <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, allo scopo <strong>di</strong> definire meglio il loropotenziale cognitivo.In alcuni casi sono state effettuate esperienze, nel corso dell’anno scolastico, <strong>di</strong> utilizzazione del materiale <strong>di</strong>intervento.Il materiale è risultato <strong>di</strong> facile applicazione e rispondente agli obiettivi per cui è stato elaborato. L’esitopositivo <strong>di</strong> questo primo approccio costituisce il punto <strong>di</strong> partenza per ulteriori esperienze.Collocazione: Sc D 14


Giovedì 9 settembreLaboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 15.30/16.30Ferlino LuciaRicerca e documentazione per la <strong>di</strong>dattica: il Servizio NazionaleSoftware Didattico.Ricercatrice dell’Istituto per le Tecnologie DidatticheViene presentato il Servizio Nazionale Software Didattico che mette a <strong>di</strong>sposizione l’opportunità <strong>di</strong>interrogare on line la banca dati della biblioteca del software <strong>di</strong>dattico in essa contenuto, tramite anchespecifiche aree <strong>di</strong>sciplinari. L’Istituto per le Tecnologie Didattiche è un istituto del C.N.R. interamentede<strong>di</strong>cato alla ricerca nel settore delle Tecnologie Didattiche. Si caratterizza come settore <strong>di</strong>sciplinareautonomo in cui convergono contributi <strong>di</strong> più <strong>di</strong>scipline (informatica, comunicazioni, psicologia cognitiva,pedagogia) per affrontare gli aspetti <strong>di</strong> complessità nella progettazione e gestione dei processi <strong>di</strong>dattici e deirelativi modelli.Spazio esposizione - ore 15.30/16.30Sacchi GiancarloL’autonomia decentrata: i laboratori territorialiI.R.S.A.E.E. Emilia RomagnaNel regolamento in materia <strong>di</strong> autonomia delle istituzioni scolastiche all’art. 7 punto 5 viene affermata lapossibilità <strong>di</strong> istituire laboratori territoriali. È questa una opportunità <strong>di</strong> realizzare veri e propri centri <strong>di</strong> servizi,in funzione delle scuole e delle reti <strong>di</strong> scuole, che possono caratterizzarsi per la ricerca e la sperimentazione,la documentazione, la formazione in servizio del personale, l’orientamento scolastico e professionale.Laboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 17/18Barbi GiovanniCollaborazione in Rete e Realtà VirtualeDocente <strong>di</strong> Lettere sezione scuola me<strong>di</strong>a - I. C. <strong>di</strong> Novi (<strong>Modena</strong>) e collaboratore esterno Laboratorio <strong>di</strong>Tecnologie Educative - Università <strong>di</strong> Firenze1998/99Area TematicaInformatica - PedagogiaAbstractPartendo da un'analisi "critica" <strong>di</strong> alcune delle esperienze più significative <strong>di</strong> collaborazione in rete condottein Italia (attenzione, "più significative" quasi sempre significa "meglio documentate") si procederà allapresentazione <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong> lavoro in grado <strong>di</strong> integrare le istanze proprie degli aspetti collaboratividell'appren<strong>di</strong>mento con le esigenze, ormai imprescin<strong>di</strong>bili, del costruzionismo e del costruttivismo [Vygotsky,Piaget, Papert ...].Un momento <strong>di</strong> riflessione rivolto a tutti gli insegnanti ma soprattutto, speriamo, una vera econcreta possibilità <strong>di</strong> inserire la Rete nella <strong>di</strong>dattica quoti<strong>di</strong>ana della scuola elementare e della scuolame<strong>di</strong>a.Spazio esposizione - ore 17/18Montobbio Paolo, Roversi GraziaLa qualità nei servizi scolastici. I cantieri della qualitàRSO, Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Il progetto, promosso dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e dal Provve<strong>di</strong>torato, è rivolto a se<strong>di</strong>ci scuole secondarie <strong>di</strong>II grado e vuole costituire un supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche per metterle in grado <strong>di</strong>sperimentare l’innovazione dei modelli organizzativi e <strong>di</strong> valutare il servizio scolastico offerto, tramite specificiprogrammi <strong>di</strong> miglioramento operativi.


Venerdì 10 settembreLaboratorio Facoltà <strong>di</strong> Economia - ore 15.30/16,30Fragomeni LunaInfo Point Europa, le opportunità per il mondo della scuolaOperatrice Info Point EuropaIl servizio Info Point Europa del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> è aperto dal maggio 1997. Fa parte della rete dei servizi<strong>di</strong> informazione coor<strong>di</strong>nati dalla D.G.X. della Commissione Europea.È un servizio <strong>di</strong> informazione sulle attività e le opportunità dell'Unione Europea e sulla politica, la cultura, illavoro, la formazione in ambito comunitario.Al servizio è possibile ottenere informazioni sui programmi, sulle iniziative, sulle azioni e sulle linee <strong>di</strong>finanziamento riservate al mondo della scuola.AbstractPartendo dalla presentazione del servizio Info Point Europa, si vogliono offrire agli insegnanti le informazioninecessarie per capire quali servizi e quali opportunità potranno trovare presso il servizio. Verranno inoltrepresentate le principali banche dati <strong>di</strong>sponibili al servizio e quelle <strong>di</strong> libero accesso sulla rete INTERNET.Nella comunicazione verranno presentate le attività <strong>di</strong> formazione rivolte agli insegnanti, le opportunità <strong>di</strong>visite organizzate al servizio e le esperienze realizzate sino ad oggi che hanno consentito alle scuole <strong>di</strong>partecipare a programmi comunitari.La comunicazione si concluderà con una panoramica sui principali programmi, azioni, iniziative comunitariee sulle relative linee <strong>di</strong> finanziamento. Saranno presentate le esperienze <strong>di</strong> progetti realizzati nell'ambito <strong>di</strong>programmi e azioni comunitarie (Socrates, Azioni a favore dei giovani, Connect, Servizio VolontarioEuropeo) promosse in collaborazione con l'Info Point Europa.Al termine verrà lanciato un invito agli insegnanti a proseguire un'esperienza <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una banca datisulle esperienze e sui progetti finanziati dalla Commissione Europea.Spazio esposizione - ore 15.30/16.30Melchiori RobertoL’archivio docimologico per l’autovalutazione delle scuoleCEDE RomaCon L’Archivio Docimologico per l’Autovalutazione delle Scuole, (ADAS) il SNQI (Servizio Nazionale per laQualità dell’Istruzione), istituito presso il CEDE (Centro Europeo dell’Educazione), intende offrire un servizio<strong>di</strong> valutazione su scala nazionale per contribuire al rinnovamento della cultura professionale degli insegnantie dei <strong>di</strong>rigenti scolastici. Si tratta <strong>di</strong> un vero e proprio archivio, realizzato con le più avanzate tecnologie eaccessibile attraverso la rete (Internet), costituito da materiali valutativi proposti da scuole, insegnanti,associazioni ed enti <strong>di</strong> ricerca.Il CEDE è un ente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico con autonomia amministrativa sottoposto alla vigilanza del Ministerodella Pubblica Istruzione. Il Centro cura la raccolta, l’elaborazione e la <strong>di</strong>ffusione della documentazionepedagogico-<strong>di</strong>dattica italiana e straniera, conduce stu<strong>di</strong> e ricerche sugli or<strong>di</strong>namenti scolastici in altri paesi,con particolare riguardo a quelli della Comunità Europea e sull’attività in campo educativo delleorganizzazioni internazionali.

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