Ente gestore del servizio: Coop. Soc. Gulliversettembre - <strong>di</strong>cembre 1998Area tematicaPolitiche sociali assistenzialiContenuto tematicoHan<strong>di</strong>cap adulto, narrazione, documentazione, progettazioneObiettivo/iNarrare aspetti dell’esperienza del Centro a <strong>di</strong>eci anni dalla sua aperturaDestinatario/iOperatori, famiglie, rappresentanti istituzionali e tutti i partecipanti al Convegno “Vite comuni: una riflessionesulla residenzailità per adulti han<strong>di</strong>cappati” (<strong>Modena</strong> 12/12/1998)Personale coinvoltoUtenti, operatori e bambini del paese che frequentano il cortile del CentroTecnici necessari alla realizzazione del videoProgettazione (per istituto, per classi, per team...)A cura del gruppo <strong>di</strong> lavoro del Centro “San Lorenzo”Descrizione del percorso“San Lorenzo” è la casa <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a, Gianni, Corra<strong>di</strong>na, Mary, Lorella e Ketty, cinque ragazze e un ragazzoormai adulti, in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave.Apre nel luglio del 1988 in una piccola frazione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> San Prospero; dalle sue finestre l’orizzonte è<strong>di</strong> campi coltivati.L’Azienda U.S.L. (allora U.S.L. n. 15 <strong>di</strong> Mirandola) con l’apertura <strong>di</strong> questo Servizio ha dato una rispostaresidenziale ai bisogni <strong>di</strong> adulti con gravi deficit ed alle loro famiglie; la gestione del Centro è stata curata intutti questi anni dalla Cooperativa Sociale Gulliver <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, aggiu<strong>di</strong>cataria dell’appalto.“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca” è il video che in questo contesto è stato prodotto in occasione del decennale,nell’ambito <strong>di</strong> una iniziativa pubblica <strong>di</strong> riflessione sul tema della residenzialità per adulti han<strong>di</strong>cappati(<strong>Modena</strong>, 12 Dicembre 1998) in cui l’esperienza <strong>di</strong> “San Lorenzo” è stata elaborata e comunicata attraversopiù strade tra cui, oltre al video, le relazioni orali e la pubblicazione <strong>di</strong> un libro (VITE COMUNI <strong>di</strong> MichelePansini, Magma E<strong>di</strong>zioni).Questa la motivazione contingente che ci ha dato l’occasione <strong>di</strong> “ripensarci” e confrontarci ancora una voltae attingendo alle molteplici risorse che l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi strumenti rivela.Motivazione contingente che si innesta su una pianta dalle ra<strong>di</strong>ci più profonde: una pratica costante equoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> documentazione come strumento <strong>di</strong> memoria e <strong>di</strong> appropriazione del sapere che l’esperienzaelaborata produce.Collocazione: PSA D 9Titolo:Regia:Fotografia:Suono:Assistente almontaggio eoperatore AVID:Interpreti:Produzione:“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca”Vittorio PettinellaMilco FabbriTiziano PopoliSergio SmerieriCorrada Triglia, Gianni Calanca, Maria Festina Baral<strong>di</strong>, Na<strong>di</strong>a Guerzoni, LorellaCarboni, Marangon Roberta.Gulliver Cooperativa Sociale a r.l.Gruppo <strong>di</strong> lavoro del Centro “San Lorenzo”Anno: Dicembre 1998Durata:25’ VIDEO BETACAM
PROGETTO“Chiu<strong>di</strong> gli occhi, apri la bocca”, nasce come progetto collettivo del gruppo degli operatori del Centro “SanLorenzo”.Un lavoro iniziale improntato sull’ideazione ha permesso a ciascun operatore <strong>di</strong> contribuire con riflessioniproprie a definire il piano <strong>di</strong> realizzazione.In questa prima fase <strong>di</strong> elaborazione progettuale, abbiamo quin<strong>di</strong> per prima cosa, delineato un senso eaffrontato le intenzioni etiche e culturali conseguenti.Stabilito e consolidato un punto <strong>di</strong> partenza comune che prevede lo sviluppo narrativo <strong>di</strong> due macro pistetematiche, il tempo ritorno/circolare e il gioco (sono queste infatti due componenti fondamentali dell’agirequoti<strong>di</strong>ano e del fare educativo a “San Lorenzo”), cominciamo a lavorare alla stesura <strong>di</strong> una sceneggiatura.PREPARAZIONESpoglio della sceneggiatura: in questa fase analizziamo minuziosamente ogni scena che compone lasceneggiatura, allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare ciò che si rende necessario da qui all’inizio delle riprese.Valutiamo inoltre le risorse (economiche, umane, <strong>di</strong> tempo), in<strong>di</strong>spensabili all’attuazione del progetto.Piano <strong>di</strong> lavorazione: per prima cosa stabiliamo la durata delle riprese in base al tipo <strong>di</strong> lavorazione pensatae soprattutto al grado <strong>di</strong> autonomia che riteniamo possibile conciliare con la vita quoti<strong>di</strong>ana del Centro.Di norma valutiamo <strong>di</strong> girare le scene solo nei fine settimana, per un massimo <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci giorni <strong>di</strong> lavorazionecomplessiva.Si tratta quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> trovare le migliori combinazioni possibili fra tutti gli elementi impegnati, in particolare gli“attori” che, in questo caso, siamo noi stessi (operatori del Centro), i ragazzi ospiti, il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base che hain cura i ragazzi, i bambini che frequentano ogni giorno il cortile della struttura e alcuni vicini sensibiliall’iniziativa.APPUNTI DI REGIA E LAVORO CON GLI ATTORIIl fatto <strong>di</strong> avere una stretta relazione con la realtà che raccontiamo, ci mette nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esserecostantemente presenti e accolti da chi, con il proprio volto e corpo, viene coinvolto nella costruzione delprogetto.Pensare un lavoro <strong>di</strong> questo tipo, implica oltre che una riflessione sullo strumento che si usa per raccontare,un’ulteriore riflessione sul senso che si vuole trasmettere.Cerchiamo <strong>di</strong> dare forma, (nell’accezione cinematografica), ad un luogo che in prima istanza viviamo e inseconda, ci accingiamo a raccontare: dare corpo a immagini che sono scritte, far vivere <strong>di</strong>aloghi, rendereemozioni.Tutto ciò tenendo sempre conto <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> vista che, almeno in questo caso è duale: il punto <strong>di</strong> vista delregista coincide con il punto <strong>di</strong> vista dell’operatore/educatore.Pratichiamo quell’aspetto del lavoro educativo che nella pedagogia contemporanea trova spesso una sedemetaforica: “l’educatore è come un regista”.Solo così, pensiamo <strong>di</strong> riuscire a ricreare il senso più profondo e vero <strong>di</strong> un procedere educativo originale,quale intende essere la realizzazione <strong>di</strong> questo progetto.Il lavoro con gli “attori”, soprattutto con i ragazzi ospiti del Centro, consiste nel riproporre in un altro modo laquoti<strong>di</strong>anità.Non a caso scegliamo, senza rinunciare a dare un taglio convincente e umanitario alle immagini, <strong>di</strong> narrare iltempo ricorsivo-circolare e il gioco.Il tempo ricorsivo-circolare: è il tempo della ripetizione e dei gesti quoti<strong>di</strong>ani, <strong>di</strong>verso dal tempo lineare eproduttivo del nostro contesto sociale.In questo sta la sua valenza educativa (esperienza <strong>di</strong> una lentezza “tempo del tempo”); e la sua fragilitàrischio del ripetersi dell’eternamente uguale a se stesso, il tempo del vuoto.Un’attenzione costante a ciò che è lento, permette <strong>di</strong> cogliere i cambiamenti impercettibili e attivare unacomunicazione lu<strong>di</strong>ca capace <strong>di</strong> trasformare una quoti<strong>di</strong>anità meccanica, in un azione <strong>di</strong> gioco.Il gioco: chiunque partecipa alla realizzazione <strong>di</strong> questo lavoro pratica un’azione <strong>di</strong> gioco, ne rispetta leregole implicite e a volte, impreve<strong>di</strong>bilmente, ne aggiunge delle altre; cambia le carte in tavola.Propone a sua volta, una variante dello stesso gioco, inserisce degli imprevisti .... e il gioco <strong>di</strong>venta più bello.CONCLUSIONI A PROGETTO TERMINATOLa possibilità <strong>di</strong> realizzare questo progetto (sostenuto economicamente da Gulliver Cooperativa Sociale a.r.l.e dal lavoro dei ragazzi e degli educatori del Centro “San Lorenzo”), <strong>di</strong> ascoltare le voci che l’hanno animatoha costituito anche per noi una sorpresa.L’occasione <strong>di</strong> narrare una storia fatta dal nostro sguardo, parlata dalla nostra lingua, ci ha confermatoquanto possa essere stratificato e strano il nostro lavoro, e quanto sia importante intraprendere strade,spesso non attinenti al nostro ambito professionale.