Comunicazioni - Comune di Modena
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quello <strong>di</strong> attuare non tanto un modello efficientistico <strong>di</strong> una scuola che programma e pianifica le proprierisorse in modo ingegneristico, quanto piuttosto <strong>di</strong> una Scuola che si propone come comunità educativa chepensa e si ripensa, proiettandosi in percorsi sperimentali e progetti che, da un lato raccolgono la memoria el’identità propria <strong>di</strong> ogni singolo Istituto, ma dall’altro delineano strade nuove da percorrere, in unaprospettiva che si apre anche al territorio e agli altri soggetti. E’ quanto si propone questo progetto che havoluto definire finalità, contesti <strong>di</strong> significato ed ambiti <strong>di</strong> intervento che possono <strong>di</strong>ventare davvero unpatrimonio da con<strong>di</strong>videre, un modello trasferibile. Cre<strong>di</strong>amo infatti che le riforme e le complesseinnovazioni in atto abbiano bisogno <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualità forti e competenti che riescano a tracciare i possibiliconfini <strong>di</strong> percorsi sperimentali, gli orizzonti <strong>di</strong> senso in cui anche altri possono riconoscersi e lavorareinsieme per traguar<strong>di</strong> non raggiungibili singolarmente. Ogni percorso sperimentale ha bisogno <strong>di</strong> forticon<strong>di</strong>visioni, <strong>di</strong> elaborazione collettiva, <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> persone che riconoscendosi in quella progettualitàlavorino insieme. Con queste premesse ci siamo chiesti: può un settore problematico e <strong>di</strong>fficile come quellodell’han<strong>di</strong>cap <strong>di</strong>ventare un settore innovativo? La nostra ipotesi è che sia possibile a patto <strong>di</strong> supportarlo conuna progettualità forte e coor<strong>di</strong>nata che veda un coor<strong>di</strong>natore ed un’équipe <strong>di</strong> lavoro o team <strong>di</strong> docenti cheinsieme progettano e percorrono ipotesi <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> lavoro e d’intervento, definendo le priorità, gli strumenti ele modalità operative. Ciò significa trasformare un campo <strong>di</strong>fficile come quello dell’han<strong>di</strong>cap in un vero eproprio settore organizzato e propositivo, capace <strong>di</strong> portare avanti percorsi sperimentali o progetti complessiper intervenire sia in “orizzontale”, per gruppi misti <strong>di</strong> lavoro o per classi parallelle, sia in “verticale” in unpercorso curricolare o in un progetto formativo in<strong>di</strong>viduale che si sviluppi in modo coerente per tappeprogressive, puntando il più possibile all’autonomia e all’inserimento lavorativo del ragazzo <strong>di</strong>sabile. Significaanche <strong>di</strong>ffondere, insieme alla cultura dell’han<strong>di</strong>cap, innovazioni <strong>di</strong>dattiche e metodologiche nella pratica<strong>di</strong>dattica quoti<strong>di</strong>ana, coinvolgendo sempre più i docenti del Consiglio <strong>di</strong> Classe in percorsi sperimentali oprogettazioni specifiche per avvicinarli e far attraversare agli stessi la frontiera della <strong>di</strong>versità.Diffondere la consapevolezza che il livello <strong>di</strong> un’operazione culturale non si misura con la <strong>di</strong>fficoltàdell’esecuzione richiesta né con la quantità dei contenuti che si è riusciti a proporre, ma che operando<strong>di</strong>datticamente si devono ricercare quelle con<strong>di</strong>zioni, quegli strumenti e quei contenuti che sono in grado <strong>di</strong>mettere in moto il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, suscitando motivazione ed interesse. L’impianto complessivo<strong>di</strong> questo progetto cerca anche <strong>di</strong> realizzare un vero e proprio sistema formativo integrato che vede nelbiennio iniziale un’integrazione sistematica del PEI in<strong>di</strong>viduale con le attività dei laboratori creatiappositamente per supportare il processo <strong>di</strong> crescita e appren<strong>di</strong>mento. Nel triennio finale invece si cerca <strong>di</strong>privilegiare un potenziamento dei percorsi <strong>di</strong> alternanza scuola/lavoro per costruire competenze spen<strong>di</strong>bilinel mondo del lavoro, integrando il percorso scolastico con esperienze professionalizzanti che concorrono adefinire certificazioni <strong>di</strong> competenze o titoli finiti. Da qui l’importanza <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare ed integrare nel progettoeducativo in<strong>di</strong>vidualizzato del <strong>di</strong>sabile, tutte le opportunità offerte dal territorio e le esperienze realizzatenell’extra-scuola.Presentazione del Progetto Tutor.In questa prospettiva un progetto molto importante e significativo per il Nostro Istituto è stato ed è, il ProgettoTutor che, fin dalla sua nascita, è stato una risorsa straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ventando una componente fondamentaledell’integrazione scolastica contribuendo in tal modo al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro. Il progettoha caratteristiche molto peculiari perché risulta centrato sull’impiego dei giovani tutors per tutti i ragazzi<strong>di</strong>sabili frequentanti la scuola e in tutte le attività e i percorsi integrati già presentati.Chi è il tutor? Il tutor è un ex-alunno della scuola o <strong>di</strong> altre scuole del comprensorio che, per rispettare lefinalità del progetto, deve avere una forte carica volontaristica e deve essere in grado <strong>di</strong> prendersi a caricouna persona in <strong>di</strong>fficoltà e aiutarla a crescere.Quando e perché è nato questo progetto? Il progetto tutor risale all’A.S. 1991/92 ed è sorto come ricerca <strong>di</strong>risorse e risposta ad un bisogno della struttura scolastica <strong>di</strong> migliorare l’integrazione dell’alunnohan<strong>di</strong>cappato attraverso una figura più amicale, avente la funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atore della comunicazione e dellasocializzazione. Il progetto è poi stato formalizzato ed è stato attuato con il sostegno e le in<strong>di</strong>cazioni dellascuola, del Provve<strong>di</strong>torato e del <strong>Comune</strong>. Il tutor ha quin<strong>di</strong> lo scopo <strong>di</strong> favorire i rapporti dell’alunno con icompagni <strong>di</strong> classe, con i pari e con il mondo esterno, potenziare la sua crescita personale e fornire, quandonecessario, un supporto <strong>di</strong>dattico-educativo.Per quanto riguarda le modalità <strong>di</strong> attuazione, bisogna sottolineare che la titolarità del progetto appartienealla scuola nel senso che è la scuola che opera una selezione, sulla base <strong>di</strong> criteri precisi e definiti nelprogetto stesso, dei tutor in<strong>di</strong>viduandoli nell’ambito <strong>di</strong> una certa offerta ed utilizzandoli tenendo conto siadelle competenze e delle attitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ciascuno, sia dei bisogni formativi e relazionali dei ragazzi <strong>di</strong>sabili.Il progetto tutor fa parte ed ispira il P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa) ed è pertanto un momentoprogettuale ed educativo importante, sia a livello degli organi collegiali d’Istituto che dei Consigli <strong>di</strong> Classe.Il progetto tutor dell’anno scolastico in corso ha visto il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse figure: il coor<strong>di</strong>natore delprogetto H d’Istituto, i docenti <strong>di</strong> sostegno, i tutor, gli alunni H e i Consigli <strong>di</strong> Classe ( n.11 tutor per 20 alunni<strong>di</strong>sabili con il coinvolgimento <strong>di</strong> 19 Consigli <strong>di</strong> Classe).