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gennaio 2013 - Comune di Modena

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SpecialeScuola 2.0da pagina 2Quadrimestrale anno XVIII n. 1Gennaio/Aprile <strong>2013</strong>Reg. Trib. Civ. <strong>Modena</strong>n. 1264 del 19/12/1995Direttore responsabileGiancarlo BarbieriContatti:<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> - MemoViale Jacopo Barozzi 172, <strong>Modena</strong>tel. 059/2034311memo@comune.modena.itwww.comune.modena.it/memoRedazione:Giuliano BoniFrancesca D’AlfonsoMaria Grazia RotelliImpaginazione:Giuliano BoniMaria Grazia RotelliTocchiamoi tasti giustiQuali sono i rischi e quali le opportunitàofferte da questa “rivoluzione” tecnologica?Come si riflette su docenti, studentie sul far scuola? Lo speciale <strong>di</strong> questonumero ospita approfon<strong>di</strong>menti e riflessioni<strong>di</strong> Adriana Querzè, Franco Lorenzoni,Marco Dallari. Accanto a loro lavoce degli insegnanti con l’esperienza<strong>di</strong> una scuola me<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> una primaria,nonchè il parere dei genitori.da pagina 2 a pagina 11èufficiale. Basta un clic e imparare<strong>di</strong>venta facile, veloce e magari<strong>di</strong>vertente.Personal computer, tablet, e-reader: glistrumenti tecnologici e i social networksono entrati nel quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> tutti intervenendora<strong>di</strong>calmente sull’approccioalla lettura, alla scrittura e all’acquisizionedelle informazioni. Ma come cambianoi meccanismi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentonei cosidetti “nativi <strong>di</strong>gitali”?EventiAppuntamentiAppuntamentiSpe<strong>di</strong>zionein abbonamento postalePubblicità inferiore al 50%.Autorizzazionedella Direzione Provinciale PT<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Prima pagina a BUK:82 giornali scolasticiin gara da tutt’ItaliaLezione-concertoper le classI: Viva l’Italia,l’Italia che resisteLeggermente:quattro incontricon gli autoripagina 12pagina 13pagina 16


<strong>di</strong> Adriana QuerzèAssessore all’Istruzione, Politiche per l’infanzia e l’adolescenza, Rapporti con l’Università del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>Quin<strong>di</strong>ci anni fa Feltrinellipubblicava Critica della ragioneinformatica <strong>di</strong> TomásMaldonado. Nella prefazione delvolume l’autore scrive: “…sonoprofondamente convinto che le tecnologie,se si vuole tutelare la lorocarica innovativa, devono restaresempre aperte al <strong>di</strong>battito delle idee.Disposte a esaminare (e riesaminare)non solo i loro presupposti fondativima anche, e forse in primo luogo, iloro rapporti con le <strong>di</strong>namiche dellasocietà.” Anche nella scuola occorrerebbeesaminare (e riesaminare) ipresupposti fondativi delle tecnologiee i loro rapporti con le finalitàche il sistema nazionale <strong>di</strong> istruzionesi pone. Forse, incamminandosi perquesta via, si potrebbero superare lecontrapposizioni tra coloro che sonoo non sono a favore delle tecnologiee che, un po’ ingenerosamente, Maldonadodefinisce “giocosi lud<strong>di</strong>sti”e “guastatori lud<strong>di</strong>sti”.Garanzia del <strong>di</strong>ritto all’istruzione daun lato; identità, autonomia e competenzadall’altro, rappresentanocarattere e finalità <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>istruzione che, come il nostro, intendeeducare istruendo. Viene allorada chiedersi se e come le tecnologieinfluenzino questo carattere e questefinalità; se l’uno e le altre venganomo<strong>di</strong>ficati dall’irruzione tecnologicao se, viceversa, è quest’ultima che simo<strong>di</strong>fica entrando nel “pianeta scuola”.E, ancora, viene da chiedersi see come alle tecnologie possa essereattribuito quel ruolo taumaturgicoo, contrariamente, <strong>di</strong>struttivo che ilsenso comune e la stessa riflessionepedagogica riservano loro ogni voltache si parla <strong>di</strong> processi cognitivi.Esigibilità del <strong>di</strong>rittoall’istruzioneIl <strong>di</strong>ritto all’istruzione, è statoinizialmente inteso come “<strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> accesso” alla scuola: sufficiente T. Maldonado, Critica alla ragione informatica,Feltrinelli, Milano, 1997ppren<strong>di</strong>sti <strong>di</strong>gitali: i docenti 2.0<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> scuole pubbliche, trasporti,mense, gratuità od esonerodal pagamento dei libri <strong>di</strong> testo, borse<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Oggi la connotazionepiù matura che ha acquisito è quella<strong>di</strong> “<strong>di</strong>ritto al successo formativo”:solide competenze per il numero piùalto possibile <strong>di</strong> studenti, da acquisirenei mo<strong>di</strong> e nei tempi più consonialle caratteristiche <strong>di</strong> ciascuno.Ciò richiede la <strong>di</strong>fferenziazione el’in<strong>di</strong>vidualizzazione dei percorsi <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o perché, come ci ricorda DonMilani, “il problema della scuolasono i ragazzi che perde”. Le nuovetecnologie impongono un’ulterioreaccezione del <strong>di</strong>ritto all’istruzione:quella del “<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso alletecnologie della comunicazionee dell’informazione”. Se così nonfosse si provocherebbero <strong>di</strong>suguaglianzee nuove emarginazioni: fracoloro che vengono definiti nativi<strong>di</strong>gitali, per esclusive ragioni anagrafiche,tanti non lo sono e nonlo saranno mai, non essendo stati“esposti” agli strumenti che oggicontribuiscono alla <strong>di</strong>ffusione, allaaccessibilità e quin<strong>di</strong>, in<strong>di</strong>rettamente,alla democratizzazione del sapere.Questi strumenti non possonosostituire altre fondamentali forme<strong>di</strong> relazione, esperienza e conoscenza,ma dovranno essere me<strong>di</strong>a chela scuola utilizza in modo intenzionale,cioè coerente con le sue finalità<strong>di</strong> istituzione democratica che promuovele potenzialità in<strong>di</strong>viduali.Identità, autonomiae competenzaL’identità si forma nell’integrazionedei riman<strong>di</strong> dell’immagine che glialtri hanno <strong>di</strong> noi ed oggi i contatticon gli altri avvengono anche attraversola rete nella quale, per molteore ogni giorno, restano impigliatii nostri ragazzi. Cosa accade quin<strong>di</strong>se oltre alle piazze, alle palestre, aglioratori, alle scuole bambini e adolescentifrequentano assiduamenteanche lo spazio della ragnatela globale?Accade che le identità si fannofluide, mutevoli, multiple comeGaranzia del <strong>di</strong>rittoall’istruzione, autonomia,competenze,successo formativo:come si concilianole finalità del nostrosistema educativo conl’inevitabile irromperedelle tecnologie nelleclassi?i ruoli sociali che potenzialmenteogni in<strong>di</strong>viduo potrà e dovrà svolgere:tutto questo contribuisce a veicolareil messaggio che i destini nonsono dati, che tutto può accadere,che esistono opportunità e “mon<strong>di</strong>possibili” che le nostre identità fluttuantipossono attraversare. Questacostruzione identitaria è sicuramentepiù adatta ad un mondo che simuove velocemente e all’idea che idestini non siano definiti dal luogo<strong>di</strong> nascita, dall’istruzione e dalla ricchezzadei genitori. La realtà però,può riservare sorprese sgradevoli e,soprattutto, è caratterizzata da unavelocità e complessità così marcateda poter creare destabilizzazione e<strong>di</strong>sorientamento. Ai “citta<strong>di</strong>ni in etàevolutiva” occorre quin<strong>di</strong> una maggioreconsapevolezza <strong>di</strong> sé ed unapiù forte interiorizzazione dei valori<strong>di</strong> riferimento: per questo la domandache essi pongono agli adultiè forte, anche se spesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilelettura, e chiede vicinanza ed eserciziodella responsabilità.Quella responsabilità che, a casa e ascuola, <strong>di</strong>viene necessaria anche sulversante della costruzione dell’autonomiadei ragazzi. Se autonomiaè fondamentalmente darsi regoleda sé, e quin<strong>di</strong> scegliere e deciderenel rispetto <strong>di</strong> se stessi e degli altri,senza bisogno che un custode esternovigili sul nostro comportamento,l’autonomia in rete è capacità <strong>di</strong>garantire la propria sicurezza, <strong>di</strong>percepire i rischi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere lapropria reputazione on-line e rispettarequella altrui, <strong>di</strong> gestire iltempo che si trascorre in rete… cioèquell’insieme <strong>di</strong> competenze emotive,affettive, sociali capaci <strong>di</strong> trasformaregli strumenti tecnologici inopportunità <strong>di</strong> crescita e non in ladri<strong>di</strong> tempo o pericolose trappole.Compito della scuola è anche quello<strong>di</strong> costruire competenze e se conosceresignifica <strong>di</strong>scriminare, lacapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare va fortementesostenuta nell’epoca delletecnologie dell’informazione edella comunicazione. In internet enei social network si ha l’impressione<strong>di</strong> avere le informazioni a portata<strong>di</strong> click mentre spesso si galleggiain un mare che in<strong>di</strong>fferentementemescola le informazioni generalicon quelle specifiche, il video stupidocon la riflessione filosofica, ilcommento per la giornata piovosao le frittelle bruciate con la notiziainatten<strong>di</strong>bile, l’annuncio commercialecon la bufala…Estrapolare ed integrare le informazioni;<strong>di</strong>scriminare fra opinioni efatti; capire cosa significa cercareinformazioni sulla Treccani o suWikipe<strong>di</strong>a; sapersi orientare in unlibro o in un sito… sono competenze<strong>di</strong> cui la scuola deve farsi cariconell’ambito del sostegno alle vecchiee nuove forme <strong>di</strong> alfabetizzazioneoggi necessarie per vivere efruire pienamente delle opportunitàdella rete, ricordando sempre che iprocessi cognitivi non “stanno tuttinella testa” poiché sono attivati dall’ambienteesterno e dagli artefattimateriali e culturali che lo abitano.Responsabilità educativaIn tutto questo c’è meno attenzioneai ragazzi, ai loro tempi, al loro <strong>di</strong>rittoal gioco, all’esplorazione, allarelazione? C’è il rischio <strong>di</strong> una sorta<strong>di</strong> espropriazione dell’infanzia edelle esperienze strutturanti che do-vrebbero caratterizzarla? No, a pattoche la tecnologia non elimini altreesperienze <strong>di</strong> vita e che i “gran<strong>di</strong>”ricor<strong>di</strong>no che sempre, al fianco <strong>di</strong> unbambino che cresce ed impara c’èun adulto che <strong>di</strong>rettamente o, piùspesso in<strong>di</strong>rettamente, insegna.Da quando le informazioni venivanoraccolte osservando dei pittogrammisu una roccia o leggendo leincisioni su una tavoletta d’argilla oancora scorrendo dei co<strong>di</strong>ci miniatio stu<strong>di</strong>ando un libro stampato oppure,come accade oggi, scaricando une-book, ogni appren<strong>di</strong>mento è stato,prima <strong>di</strong> tutto, atto sociale e relazione,empatia e scambio.E se insegnanti e genitori saprannoraccogliere la sfida dell’educazionecome sfida alla propria capacità<strong>di</strong> essere adulti e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> esserciper esercitare le responsabilità educative,nessun computer chiuderàal mondo-<strong>di</strong>-fuori o depriverà <strong>di</strong>esperienze buone e importanti. Alcontrario, ogni marchingegno, sensatamentee socialmente utilizzato,potrà svolgere la sua funzione<strong>di</strong> estensione delle potenzialità delcorpo, come le forbici e i telescopi,le tazze e i martelli, o della mentecome i linguaggi e le calcolatrici, isistemi simbolici, le reti e gli strumentiinformatici, partecipando agliinfiniti processi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione trauomo e ambiente continuamentealimentati dalla nostra creatività.speciale scuola 2.0


<strong>di</strong> Franco Lorenzonimaestro elementare fondatore della casa laboratorio <strong>di</strong> CenciAttrazioni fataliAppello perché bambine e bambini, dai 3 agli 8 anni,siano liberi da schermi e computer nella scuolaIl testo dell’appelloche Franco Lorenzoni harivolto a Marco RossiDoria con una letteraaperta pubblicata suRepubblica e sul web.Il <strong>di</strong>battito è apertoIl Ministero dell’Istruzione progetta<strong>di</strong> portare in sempre piùaule le LIM (Lavagne InterattiveMultime<strong>di</strong>ali), cioè schermi giganticollegati a un pc, in un momento incui le classi si affollano sempre più<strong>di</strong> bambini - fino a 30 e 31 - e quandoè assente un insegnante spessole classi si accorpano e il numerocresce. A partire dal prossimo anno,inoltre, i libri <strong>di</strong> testo cartacei sarannoprogressivamente sostituiti consupporti informatici da leggere sutablet.Tutto ciò avviene in un contesto incui, con la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> I-phone ecellullari dell’ultima generazione,genitori ed adulti sono ovunque esempre potenzialmente collegati allarete, dunque sconnessi o connessisolo a intermittenza con i bambiniche hanno vicino.Ben prima del <strong>di</strong>luvio tecnologico,<strong>di</strong>lagato in ogni casa e ogni tempo,bambine e bambini si sono trovati afare i conti con adulti <strong>di</strong>stratti. Ciòche sta cambiando ra<strong>di</strong>calmente erapidamente è che ora, nel reagirealle consuete <strong>di</strong>strazioni adulte,bambini anche molto piccoli trovanofacilmente anche loro attrazionialtrettanto potenti.Le industrie, per vendere, escogitanomarchingegni sempre più attraenti,maneggevoli e sofisticati,rivolti a bambini sempre più piccoli.Ai genitori, spesso immersi ancheloro nel grande gioco virtuale onnipresente,molte volte fa comodoche un figlio abbia a <strong>di</strong>sposizione ungioco elettronico o un cellulare, perché<strong>di</strong>venta muto e trasparente e puòrestare interi pomeriggi tranquillo,perché completamente immerso inuno schermo interattivo.Il risultato è che i bambini sono sottomessi,fin dalla più tenera età, adun bombardamento tecnologico senzaprecedenti e si moltiplicano le oreche, anche da molto piccoli, passanodavanti a schermi <strong>di</strong> ogni misura.Chi prova ad opporsi sa quali battagliequoti<strong>di</strong>ane deve combattere incasa per limitare l’uso compulsivo<strong>di</strong> play station e videogiochi semprepiù accattivanti. L’attaccamento aschermi gran<strong>di</strong> e piccoli ha tutte lecaratteristiche <strong>di</strong> una droga, perchéormai nessuno può più nutrire dubbisulla <strong>di</strong>pendenza che crea.La scuola, in questo contesto, deveaffrontare con intelligenza e sensibilitàla questione, rifiutando <strong>di</strong> appiattirsisul presente e seguire l’onda.L’illusione che, <strong>di</strong> fronte a bambinisempre meno capaci <strong>di</strong> attenzioneprolungata, li si possa conquistarelusingandoli “con gli strumenti chea loro piacciono” è assurda e controproducente.Faccio una proposta e un appello:liberiamo bambine e bambini, dai 3agli 8 anni, dalla presenza <strong>di</strong> schermie computer, almeno nella scuola.Fermiamoci finché siamo in tempo!La Scuola dell’Infanzia e i primidue anni della Scuola Primaria devonoessere luoghi completamenteliberi da schermi.Non ho nulla contro la tecnologia(che tra l’altro può essere <strong>di</strong> grandeaiuto per i bambini che hannobisogni educativi speciali, come nelcaso della <strong>di</strong>slessia), ma è necessarioreagire alla troppa esposizionetecnologica dei più piccoli. L’uso <strong>di</strong>computer e supporti informatici vaintrodotto, con gradualità e cautela,solo dopo gli 8 anni. L’ingresso nelmondo e il primo incontro con le conoscenzestrutturate è cosa così delicatada meritare la massima cura eun’aula dotata <strong>di</strong> un grande schermocambia la <strong>di</strong>sposizione dello spazioe della mente.Bambine e bambini hanno bisognodel mondo vero per nutrire i loropensieri e la loro immaginazione.Hanno bisogno dei loro corpi tuttiinteri, capaci <strong>di</strong> toccare con mano lecose e non essere ridotti solo a velocipolpastrelli. Hanno bisogno <strong>di</strong>sporcarsi con la terra piantando, anchein un piccolo giar<strong>di</strong>no, qualcheseme che non sappiamo se nascerà.Hanno bisogno <strong>di</strong> essere attesi e <strong>di</strong>conoscere l’attesa, <strong>di</strong> sviluppare ilsenso del tatto e gli altri sensi e nonlimitarsi al touch screen. Se lasciamoche pensino che il mondo puòessere contenuto in uno schermo, lipriviamo del senso della vastità, chenon è riproducibile in 3D. Gli altri ela realtà non si accendono e spengonoa nostro piacimento.I primi anni <strong>di</strong> scuola rischiano <strong>di</strong>trasformarsi in un tempo dove regnal’irrealtà. Ma i bambini hannoun <strong>di</strong>sperato bisogno <strong>di</strong> adulti chesappiano attendere e accogliere leparole e i pensieri che affiorano, chesiano capaci <strong>di</strong> ascoltarli e guardarlinegli occhi. Hanno bisogno <strong>di</strong> tempilunghi, <strong>di</strong> muovere il corpo e muoverela testa, <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere e usare lacreta; devono poter essere condottiad entrare lentamente in un librosfogliandolo, guardando le figure eascoltando la voce viva <strong>di</strong> qualcunoche lo legga. E cominciare a scriveree a contare usando matite, pennelli epennarelli, manipolando e costruendooggetti per contare, costruire figureed indagare il mondo. Hannobisogno <strong>di</strong> guardare fuori dalla finestrail sole che in<strong>di</strong>ca il tempo e icolori della luce che cambiano colpassare delle nuvole. Hanno bisogno<strong>di</strong> scontrarsi e incontrarsi tra loro inquel corpo a corpo con le cose e congli altri, così necessario per capirese stessi. Tutto questo davanti a unoschermo NON SI PUO’ FARE!Scuole dell’Infanzia e Scuole Primariein questi anni sono state unodei pochi luoghi pubblici in cui gliimmigrati hanno trovato in molticasi spazio e accoglienza.La scuola italiana è tra le poche inEuropa che cerca <strong>di</strong> integrare i <strong>di</strong>sabili.La convivenza non è un insegnamento,ma una pratica <strong>di</strong>fficilee quoti<strong>di</strong>ana, che richiede spazi,tempi e strumenti adatti. Se unagenerazione <strong>di</strong> giovani insegnantientreranno in scuole dotate <strong>di</strong> LIMe tablet inevitabilmente, inesorabilmente,si troveranno a fare cose chefanno male ai bambini, <strong>di</strong>menticandociò che è essenziale, semplice e<strong>di</strong>fficile a farsi.I neonati nel nuovo millennio li siusa chiamare nativi <strong>di</strong>gitali. La sortedei nativi, in molti continenti, è statasegnata da colonizzazioni violente e<strong>di</strong>struttive, giustificate in nome dellaciviltà e del progresso. Evitiamoche anche i nostri piccoli nativi sianocolonizzati precocemente e pervasivamenteda tecnologie che, neiprimi anni, impoveriscono la vita el’immaginario infantile.Franco LorenzoniMaestro elementare classe ‘53, hafondato con altri collaboratori la casa-laboratorio<strong>di</strong> Cenci ad Amelia, in Umbria:un luogo <strong>di</strong> ricerca educativa ed artisticache si occupa <strong>di</strong> ecologia, intercultura eintegrazione. Attivo nel Movimento <strong>di</strong>Cooperazione Educativa, ha partecipatoa progetti <strong>di</strong> gemellaggio e cooperazioneinternazionale in Guatemala e Brasile.Con Alexander Langer, alla fine deglianni Ottanta, ha curato la sezione educativaed artistica della Fiera delle utopieconcrete <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello. Negli anniNovanta ha promosso un gruppo che hadato vita, a Palermo, alla ricerca Arte delnarrare, arte del convivere. Dal 1999 collaboracon Memo del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>e coor<strong>di</strong>na un gruppo <strong>di</strong> insegnanti perla <strong>di</strong>ffusione del cerchio narrativo nellescuole. Ha pubblicato, tra gli altri “Con ilcielo negli occhi” e “L’ospite bambino”.La risposta <strong>di</strong> Marco Rossi Doria dal titolo “Costruiamo aquiloni enavighiamo sul web” e numerosi interventi <strong>di</strong> maestri, genitori,professori e citta<strong>di</strong>ni sono pubblicati sul sito Cenci (www.cencicasalab.it)dove il <strong>di</strong>battito è aperto e in continuo svolgimento.Chi è interessato al tema e vuole dare un contributo a questa <strong>di</strong>scussionepuò mandare una mail a cencicasalab@gmail.com o interveniresulla pagina facebook della Casa-laboratorio <strong>di</strong> Cencispeciale scuola 2.0


speciale scuola 2.0<strong>di</strong> Gabriella Moran<strong>di</strong>, Gabriella Borbeggiani, Sonia BettatiCoor<strong>di</strong>namento Provinciale Presidenti CDI Circolo e CGE i genitori stannoa guardare?Interrogativi e timori deigenitori sull’evoluzionedell’appren<strong>di</strong>mento neigiovani. Le nuoveresponsabilità educativetra scuola e famigliaPensare ad un futuro scolasticoimpostato su una <strong>di</strong>dattica<strong>di</strong>gitalizzata, a noi genitoriprovoca più che un sentimento <strong>di</strong>fiducia, una serie <strong>di</strong> interrogativi.Soprattutto per quanto riguarda leconseguenze sulla formazione deiragazzi nella fascia più giovane, incui l’appren<strong>di</strong>mento è fortementelegato all’esperienza, determinatodal fare le cose e dall’esperire i concettiofferti dalla <strong>di</strong>dattica.Ci interroghiamo su come potrannoi nostri figli stu<strong>di</strong>are e fare propridei testi che vengono offerti loro giàpronti, pre-impostati, che possonoessere rielaborati con un semplicecomando copia-incolla, riducendo alminimo la necessità <strong>di</strong> comprenderele implicazioni e i significati correlatialle nozioni, per inquadrarle inun contesto cognitivo più ampio ecompleto, più personale.Riteniamo probabile che ciò possarendere lo scrivere sempre piùsuperfluo e sempre meno pensato,conformato a stereotipi standar<strong>di</strong>zzatibenché universali. Una tendenzache ve<strong>di</strong>amo ogni giorno nel<strong>di</strong>alogare dei nativi <strong>di</strong>gitali, nellacomunicazione sincopata delle chate dei messaggini, fatta <strong>di</strong> ‘botta e risposta,parole ad effetto e <strong>di</strong> icone(faccine) che, da sole, con imme<strong>di</strong>ataimprecisione, parlano al postoloro, indebolendo il bisogno <strong>di</strong>esprimere ogni sfumatura e <strong>di</strong> essereveramente compresi.è vero in molti casi, che la scuola <strong>di</strong>oggi è fatta <strong>di</strong> nozioni veicolate inmodo noioso e poco affascinante, maquesto ammodernamento presunto,non porterà a sorvolare in superficiesugli aspetti profon<strong>di</strong> della storia,della realtà, della geografia, dell’arte?Perché, ci chie<strong>di</strong>amo, noi non ciaccontentiamo della superficie dellecose e vogliamo andare in profon<strong>di</strong>tà,anche se non siamo stu<strong>di</strong>osi oricercatori? La risposta è perché ci èstato insegnato a scuola. La nostrascuola ci ha insegnato a cercare nelfondo delle cose, arrivandoci conpazienza e con coraggio, come adun nostro personalissimo traguardo.Inoltre, che fine farebbero i parametri<strong>di</strong> valutazione/preparazionedegli alunni? Sulla base <strong>di</strong> qualicriteri verrebbero valutati gli elaboratidegli studenti? … e gli errori<strong>di</strong> scrittura, <strong>di</strong> copiatura, <strong>di</strong> sintassiresi accidentali o plausibili da unutilizzo massiccio dei software nellaproduzione <strong>di</strong> un qualsiasi testo, o <strong>di</strong>una ricerca che non sia fatta solo <strong>di</strong>presentazioni grafiche?Temiamo che la via più breve e piùcomoda sarà la più percorsa dallementi veloci e naturalmente egocentrichedei ragazzi, e sarà forseanche la meno gestibile dagli educatori-insegnanti,che faticherannoa contenerli e ad accompagnarli inuna adeguata riflessione ed elaborazionedell’apprendere.Ci chie<strong>di</strong>amo quanto noi adulti, comunitàeducante, me<strong>di</strong>amente incompetentirispetto a questi mezzi,sapremo valutare o arginare gli effetti<strong>di</strong> una presenza preponderantedel virtuale nell’ambiente primarioin cui si sviluppa la vita <strong>di</strong> relazionereale dei nostri figli, la scuola.Cre<strong>di</strong>amo quin<strong>di</strong> che sia opportunoe saggio affidarsi ad esperti per valutarepreventivamente le ricadutepsicologiche e pedagogiche <strong>di</strong> unapratica <strong>di</strong>gitale <strong>di</strong>ffusa e tanto innestatanel processo <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> unapopolazione giovane, <strong>di</strong>versa caso percaso e ancora in via <strong>di</strong> definizione.Forse, sarebbe più utile e ragionevoleottimizzare l’utilizzo <strong>di</strong> strumenticollettivi, rivolti al gruppo classecome le Lavagne interattive (LIM)<strong>di</strong> cui le scuole stanno faticosamentecercando <strong>di</strong> dotarsi, e potenziarecapillarmente la formazione dei docentirispetto al mondo del <strong>di</strong>gitale.Il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>gitalizzazione dellascuola, dovrà sicuramente seguirepercorsi e modalità guidati e benpadroneggiati dal docente, poichésiamo convinti che non ci sia appren<strong>di</strong>mentose non c’è una sapienterelazione, veicolo insostituibile <strong>di</strong>passione ed interesse per il sapere.Ultimo ma non meno importante sarebbeil problema dell’accuratezzanella gestione materiale dei supportiinformatici (e-book o tablet) acquistatidalle scuole o, più probabilmentedalle famiglie, specie tra i piùpiccoli.Alunni virtuali,bambini realiQuesta storia inizia più omeno nel 2005. In anticiposui finanziamenti ministerialisiamo riusciti a farci acquistaredue lavagne interattive multime<strong>di</strong>alie le abbiamo installate nelle nostreaule. Non se ne parlava ancora, inquel periodo, e non c’erano suggerimenti<strong>di</strong>dattici, né voci a favore ocontro. Anche per questo motivo,la sperimentazione che abbiamocondotto nella scuola primaria Cittadelladal 2005 ci ha consentito <strong>di</strong>osservare un cambiamento sostanzialenel rapporto dei bambini conle nuove tecnologie. L’episo<strong>di</strong>o cheriportiamo è stato già inserito in unapubblicazione per la Erickson, maci piace riprenderlo come punto <strong>di</strong>partenza.In una delle prime attività, abbiamochiesto a un bambino <strong>di</strong> colorareuna figura <strong>di</strong> rosso. Lui ha premutoil <strong>di</strong>to in<strong>di</strong>ce sull’icona del rosso.Poi gli abbiamo chiesto <strong>di</strong> prendereil giallo e riempire un’altra figura.Il bambino ci ha guardati un po’ perplessoe si è rifiutato. “Non posso”,ha detto.“Perché non puoi?”“Perché così il giallo si sporca”.La risposta <strong>di</strong> questo bambino, particolarmenteattento all’uso delletempere, ha rappresentato per noiuna sorta <strong>di</strong> zeitgeist, lo spirito deltempo che stavamo vivendo. Difronte alla LIM, i bambini eranorimasti a bocca aperta, i più timi<strong>di</strong>si erano rifiutati <strong>di</strong> affrontare il pericolo,quasi tutti si avvicinavano conun timore reverenziale. E poi c’erail problema della definizione delconfine tra mondo reale e virtualitàche tanto aveva confuso il bambino“pittore”.I nostri alunni del 2005 non vivevanoin un mondo deprivato tecnologicamente.Se è vero che conoscevanol’esistenza dei computer, non li ritenevanoperò invasivi: le macchineservivano per lavorare, per scrivereo per giocare. Al limite, esse potevanoessere utilizzate per imparare,ma si trovavano recintate in un laboratorioapposito.Come in tutte le storie che meritano<strong>di</strong> essere raccontate, passano gli annie si arriva ai giorni nostri. I bambinicrescono, vanno alle me<strong>di</strong>e e ai loroposti siede una nuova generazione.Sarà un caso, ma quando avviamola prima attività con la LIM quasinessuno si stupisce. Notiamo ilsolito aumento dell’attenzione, c’èqualcuno che lascia cadere il classico“wow”, ma si tratta <strong>di</strong> casi spora<strong>di</strong>ci.Tra le nostre attività c’è anche unsito <strong>di</strong> classe: bambini e insegnantipubblicano notizie, immagini e storiecome fosse un giornale online.Anche in questo caso è possibilemarcare un prima e un dopo.Il web 2.0 si fa sentire: i bambininon si limitano a postare notizie ecommenti, ma chiedono componenti,suggeriscono miglioramenti.Il nostro obiettivo è sostanzialmenteraggiunto. Abbiamo realizzato unascuola che non si limita a svolgere ilsuo compito in aula. Il gruppo continuaa vivere e a formarsi anche dopoil suono della campanella. Rimaneil tema <strong>di</strong> come portare questa comunitàvirtuale a occupare <strong>di</strong> nuovole vie e le piazze della città, vincerela paura degli adulti e tornare afare esperienze pratiche. Ma nessunasperimentazione si può mai <strong>di</strong>rerealmente conclusa.Negli ultimi anni la riflessione sullenuove tecnologie in mano ai bambiniha riprodotto gli schemi usualidegli apocalittici contro gli integrati.Noi, non può essere <strong>di</strong>versamenteper chi è impegnato in prima linea,abbiamo ragionato sul come.Nel nostro caso abbiamo costruitosoftware da utilizzare in appren<strong>di</strong>mentocooperativo e abbiamo potenziatouna <strong>di</strong>dattica per competenze.Ci sembra un modo <strong>di</strong> declinarele tecnologie a favore della vita veradei bambini.Due insegnanti dellaprimaria Cittadellaraccontano come hannoreagito al nuovo rapportoche, in pochi anni, si ècreato tra i bambini e letecnologiespeciale scuola 2.0<strong>di</strong> Eva Pigliapoco e Ivan Sciapeconedocenti scuola primaria Cittadella <strong>Modena</strong>10 11


eventiPrimapaginaFoto <strong>di</strong> gruppo dei premiati dell’e<strong>di</strong>zione 2012 nella chiesa San CarloSeconda e<strong>di</strong>zione delconcorso <strong>di</strong> giornalismoscolastico rivolto alle scuolesuperiori italiane.La cerimonia <strong>di</strong> premiazionedei sei vincitori inprogramma il 21 marzoDalla Lombar<strong>di</strong>a alla Sicilia,dalla Liguria alla Calabria,ben 17 regioni su 20 sonorappresentate dalle 93 redazioniscolastiche iscritte al concorso PrimaPagina. Boom <strong>di</strong> iscrizioni allaseconda e<strong>di</strong>zione del concorso <strong>di</strong>giornalismo scolastico rivolto allescuole secondarie <strong>di</strong> secondo gradoitaliane promosso dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><strong>Modena</strong> (Memo), in collaborazionecon l’associazione culturale Progettartenell’ambito della VI e<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> BUK, festival della piccola e me<strong>di</strong>ae<strong>di</strong>toria.Rasoio <strong>di</strong> Ockham, Il Rolando,L’urlo <strong>di</strong> Vitruvio, Onda d’urto sonosolo alcuni dei titoli dei giornali pervenuti,insieme a tantissimi altri <strong>di</strong>varia ispirazione. Alcuni sono suggeritidal nome della scuola, altriprendono spunto da opere <strong>di</strong> filosofia,letteratura, matematica o solodalla fantasia degli studenti, matutti comunicano un messaggio oun intento che si esprime attraversole pagine del giornale. Con ironia,contestazione, serietà, originalità eimpegno le redazioni degli studentie dei loro professori aggiungonouna pagina alla lunga storia dei giornaliniscolastici, storia che testimoniadella pratica della scrittura tra igiovani come strumento <strong>di</strong> arricchimentocomunicativo e espressioneparticolare della loro creatività edel loro sentire. Il concorso prevededue sezioni: la prima per i giornaliin formato cartaceo, pdf e e-book ela seconda per quelli solo on line ovideo. La giuria composta da giornalisti,esperti della cultura e personalitàdella scuola e una rappresentanza<strong>di</strong> studenti, decreterà i primitre classificati per ogni sezione chesi aggiu<strong>di</strong>cheranno premi in materialie<strong>di</strong>toriali. La proclamazione deivincitori e la cerimonia <strong>di</strong> premiazione,alla quale saranno invitate apartecipare tutte le scuole, avverrà ilgiorno 23 marzo <strong>2013</strong> alle ore 21.00nell’ambito <strong>di</strong> BUK – Festival dellapiccola e me<strong>di</strong>a e<strong>di</strong>toria che si svolgeràil 23 e 24 marzo <strong>2013</strong>. Tutti igiornali partecipanti saranno inoltreesposti in un apposito spazio all’internodella stessa manifestazione alForo Boario (via Bono da Nonantola2) dove sarà presente anche laredazione interscolastica modeneseVoci dal Branco che seguirà l’eventoin <strong>di</strong>retta con comunicati stampae video su youtube visionabili sull’omonimocanale de<strong>di</strong>cato.FESTIVAL DELLA PICCOLAE MEDIA EDITORIA - VI e<strong>di</strong>zione23-24 MARZO <strong>2013</strong>FORO BOARIO MODENABUK è una manifestazione ideata da RossellaDiaz e Francesco Zarzana, organizzatadall’associazione culturale Progettarte, con lacollaborazione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, con ilpatrocinio del Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali, della Regione Emilia Romagna e dellaProvincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, pensata per favorirela <strong>di</strong>ffusione della piccola e me<strong>di</strong>a e<strong>di</strong>toria,dando visibilità alle oltre 100 case e<strong>di</strong>trici chepresentano la loro ricca offerta culturale. Ilfestival letterario ha conosciuto nelle e<strong>di</strong>zionipassate un grande successo <strong>di</strong> pubblico (hasuperato i 25.000 visitatori nell’e<strong>di</strong>zione del2012). In programma conferenze e <strong>di</strong>battiti suigran<strong>di</strong> temi <strong>di</strong> attualità, rea<strong>di</strong>ng e atélier letteraricreativi, incontri con autori e personalitàdella cultura, eventi musicali e spettacoli dalvivo. Il Festival si avvale anche della collaborazionedell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> eReggio Emilia.Qualche anticipazione degli eventi collaterali<strong>di</strong> questa VI E<strong>di</strong>zione <strong>2013</strong>:• il gen. Luciano Garofano, ex capo dei Ris,presenterà in anteprima il suo libro sul femminici<strong>di</strong>odal titolo “I labirinti del male”• Catena Fiorello introdurrà il suo nuovoromanzo “Casca il mondo, casca la terra”• Paola Maugeri giornalista e conduttrice televisivapresenta la sua “Vita a impatto Zero”• il Theatre de l’Opprimé <strong>di</strong> Parigi renderàomaggio a Nelson Rodrigues, mostro sacro delteatro brasiliano• BIO – BUK, lo spazio de<strong>di</strong>cato interamente alconnubio bio - cultura• il concorso per giovani creativi Parole <strong>di</strong>gitaliVI e<strong>di</strong>zione• convegno sulle nuove tecnologie <strong>di</strong>gitaliin collaborazione con <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,Assessorato Politiche giovanili, Provincia<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, Università <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e ReggioEmilia, CIVIBOX.www.bukmodena.itLa band fa lezioneCome avvicinarsi ai giovani,parlare lo stesso linguaggio,stimolare interessi, creareuna sintonia? Il primo pensiero vaalla tecnologia: non a caso si parla<strong>di</strong> nativi <strong>di</strong>gitali. Si pensa ai tablet,alle lavagne interattive, a internetper arrivare a facebook e twitter.E la musica? Ci si <strong>di</strong>mentica che ilbinomio musica e giovani è una realtàquasi in<strong>di</strong>ssolubile. Ci si <strong>di</strong>menticaanche che la musica, ignoratapurtroppo dai programmi scolastici,è fonte <strong>di</strong> cultura (popolare o colta)ed è soprattutto uno straor<strong>di</strong>narioveicolo per coniugare la <strong>di</strong>mensionecognitiva con quella emotiva. Lo sabene Fabio Caon – docente ricercatore<strong>di</strong> Didattica della Letteratura edella comunicazione interculturalepresso l’Università Ca’ Foscari <strong>di</strong>Venezia – che ha elaborato e realizzatoil progetto <strong>di</strong>dattico Parole inviaggio per l’insegnamento dellalingua e della grammatica italianaagli stranieri e una serie <strong>di</strong> lezioniconcerto su <strong>di</strong>versi temi come i 150anni dell’Unità d’Italia, le stragiFalcone e Borsellino, l’educazioneinterculturale, in cui si alternanoconferenze a performance musicalicon un gruppo dal vivo.In occasione della ricorrenza dellaliberazione, Fabio Caon e la suaband saranno a <strong>Modena</strong> con la lezioneconcerto Viva l’Italia, l’Italiache resiste. L’appuntamento è permartedì 23 Aprile (ore 10 - 13) allaTenda in viale Molza ed è rivoltoalle scuole secondarie <strong>di</strong> I e II gradoprevia iscrizione gratuita.Dall’incontro con il prof. Caon ènata questa breve intervista.Come nasce l’idea <strong>di</strong> coniugaremusica e lezione?Perché attraverso la musica, in questocaso le canzoni d’autore, si riescea raggiungere sia l’aspetto cognitivoche quello emozionale deiragazzi. La musica, con le emozioniche suscita ascoltandola dal vivo, èun veicolo eccezionale <strong>di</strong> pensierie contenuti che vengono assimilatiin modo semplice e <strong>di</strong>retto e, nellostesso tempo, è un grande stimoloper l’espressività dei ragazzi.Che temi affronta la lezione-concertoViva l’Italia, l’Italia che resiste?L’incontro è incentrato sul tema dell’identitànazionale in un contestoplurale. Si cerca <strong>di</strong> far riflettere glistudenti sulla consapevolezza dellapropria identità applicata al temadell’Italia tenendo conto del valorepositivo della contaminazione tralingue e culture.E come si svolge?Si alternano cinque minuti <strong>di</strong> lezionecon altrettanti <strong>di</strong> musica dal vivo.Verranno proposte canzoni famose <strong>di</strong>Paolo Conte, Francesco De Gregori,Fabrizio De Andrè, Franco Battiato,Luciano Ligabue e altri cantautori,tutte attinenti al tema trattatoSappiamo che le precedenti esperienzehanno avuto molto successoSì, la partecipazione dei ragazzi èstata molto positiva, si è <strong>di</strong>mostrataun’esperienza con un grosso impattosugli studenti che si sentono coinvoltiin modo attivo.Martedì 23 aprile <strong>2013</strong> inprogramma Viva l’Italia,l’Italia che resiste, la lezioneconcerto<strong>di</strong> Fabio Caon e delsuo gruppo musicale rivoltaalle classi delle scuolesecondarie.Un modo alternativo <strong>di</strong> parlaredell’identità italiana inchiave interculturaleFabio Caon e la sua band durante una lezione-concertoappuntamentiFabio Caon è ricercatore all’Università Ca’ Foscari <strong>di</strong> Venezia (Dipartimento <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Linguistici e CulturaliComparati) e cantautore.È autore del progetto “Parole in viaggio. Apprendere l’italiano con le canzoni” sostenuto dal sito internetparoleinviaggio.itals.it e dal libro con CD: F. Caon, 2010, Parole in viaggio, Guerra, Perugia. Il progetto vuolefornire agli studenti in Italia e nel mondo, la possibilità <strong>di</strong> imparare l’italiano in modo piacevole e creativo.Offre ai docenti la possibilità <strong>di</strong> trovare e produrre del materiale <strong>di</strong>dattico da portare in classe e da con<strong>di</strong>viderecon i colleghi <strong>di</strong> tutto il mondo. Nel CD sono contenute 8 canzoni originali, con le relative basi musicalie attività <strong>di</strong>dattiche per l’insegnamento della lingua, <strong>di</strong> aspetti della cultura e della letteratura italiana. Illibro che lo accompagna contiene molte proposte <strong>di</strong>dattiche che prevedono attività creative nelle quali glistudenti possono liberare la loro fantasia e il loro ingegno e con<strong>di</strong>videre i loro prodotti attraverso il sito,con i compagni e colleghi <strong>di</strong> tutto il mondo.www.paroleinviaggio.itals.it - Per contatti: fabiocaon@unive.it12 13


novitàIl mondo attraversoi nostri occhiIn mostra gli scatti <strong>di</strong> 23 classi <strong>di</strong> 5 scuole modenesi che hannoaderito al concorso indetto dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e dall’AssociazionePrader Willi Emilia RomagnaNasce tutto da una prima mostra promossa dall’Associazione Sindrome <strong>di</strong>Prader Willi Emilia Romagna, una mostra che raccoglie 109 scatti realizzatida ragazzi affetti dalla sindrome che hanno voluto testimoniare la loropersonale visione del mondo. La sindrome <strong>di</strong> Prader Willi è una malattiagenetica che colpisce un bambino ogni 15.000 nati, caratterizzata dall’alterazionedelcromosoma15. Prende ilnome daglistu<strong>di</strong>osi chela in<strong>di</strong>viduarononel1956: AndreaPrader,H e i n r i c hWilli, AlexisLabhart, AndrewZiegler,e Guido Fanconi in Svizzera. I neonati, a causa <strong>di</strong> uno scarso tonomuscolare, generalmente si nutrono con <strong>di</strong>fficoltà e spesso devono esserealimentati con biberon speciali o sonde. Riescono a stare seduti, strisciaree camminare più tar<strong>di</strong> dei loro coetanei. Tra i due e i quattro anni molti <strong>di</strong>loro sviluppano un appetito insaziabile che può degenerare in un’obesitàeccessiva se non viene subito controllata. Questo appetito, accompagnatoda un facile aumento <strong>di</strong> peso, problemi <strong>di</strong> comportamento e temperamentotestardo ed irascibile sono i maggiori problemi associabili alla sindrome(per saperne <strong>di</strong> più: www.praderwilli.it).Gli scatti, esposti alla Galleria Europa a <strong>Modena</strong> nel novembre 2012,hanno suggerito ai membri dell’Associazione e al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>l’idea <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>re un concorso fotografico, rivolto alle classi delle scuoleprimarie e secondarie <strong>di</strong> primo e secondo grado <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, chiedendo aipartecipanti <strong>di</strong> comunicare con un clic la loro personale visione del mondo,uno sguardo che rifletta un punto <strong>di</strong> vista particolare sulla realtà che cicirconda. L’intento è quello <strong>di</strong> allestire un’ulteriore mostra, in programmanel mese <strong>di</strong> aprile <strong>2013</strong> sempre alla Galleria Europa, in cui esporre lefotografie delle classi e una selezione <strong>di</strong> quelle scattate dai ragazzi affettidalla sindrome, per vedere in che modo pensieri e visioni accomuninotutti, oltre le <strong>di</strong>fferenti abilità.Per informazioni sulla mostra <strong>di</strong> aprile vai su www.comune.modena.it/memoE-sperienze... e-bookChe fine fanno le esperienze <strong>di</strong>dattico-educativee i progetti realizzati dainsegnanti, educatori e operatori socio-sanitari?La loro documentazione è confluita inun ricco catalogo <strong>di</strong>sponibile on line sul sito<strong>di</strong> Memo, alla voce “catalogo esperienze” sulframe <strong>di</strong> sinistra.Qui è possibile trovare la scheda <strong>di</strong> descrizionedell’esperienza con i prodotti realizzati(foto, filmati, power point, ipertesti, altrifile). Ma non solo. Alcune <strong>di</strong> queste documentazionisono <strong>di</strong>ventate degli e-book<strong>di</strong>rettamente visionabili sul sito: i raccontiscritti dai genitori <strong>di</strong> bambini da 0 a 6 anni sucome narrare i <strong>di</strong>ritti, il progetto In viaggioche racconta <strong>di</strong> una mostra e <strong>di</strong> lettureanimate per la scuola primaria, un itinerario<strong>di</strong>dattico che ha coinvolto due classi <strong>di</strong> scuolaprimaria per 5 anni per scoprire i 4 elementi- aria, acqua, terra e fuoco - e il cosiddettoquinto elemento, cioè l’anima, lo spirito.Infine, ben 3 e-book raccolgono il materialeprodotto da un insegnante <strong>di</strong> italianonella sua lunga esperienza <strong>di</strong> docente <strong>di</strong>italiano alla scuola primaria, con in<strong>di</strong>cazionimetodologiche e suggerimenti <strong>di</strong>dattici cheriguardano l’ascolto e la produzione <strong>di</strong> testied una analisi sulle <strong>di</strong>verse tipologie testuali.Queste ed altre novità sono in arrivo suwww.comune.modena.it/memoIn cerca <strong>di</strong> nuovi itinerariScade il 29 marzo <strong>2013</strong> il termine per presentare i progetti che confluiranno nelle propostedegli Itinerari scuola città per l’anno scolastico <strong>2013</strong>/2014.I progetti possono essere rivolti a ni<strong>di</strong>, scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie<strong>di</strong> primo e secondo grado.La stessa proposta può essere rivolta anche a più gra<strong>di</strong> scolastici contemporaneamente. L’avvisopubblico è pubblicato su www.comune.modena.it/memo.Per informazioni e chiarimenti è possibile rivolgersi a Katia Sighinolfi o Monica Rinieri tel. 0592034332 / 059 2034318A Memo due seminari sull’autismoSono rivolti a educatori, operatorisanitari, insegnanti <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>nee grado e genitori gli incontri inprogramma a Memo in cui esperti <strong>di</strong><strong>di</strong>versi settori affronteranno due particolariaspetti dell’autismo.Si comincia sabato 16 marzo <strong>2013</strong>alle ore 9 con Tra continuità e passaggionel progetto sui <strong>di</strong>sturbi dellospettro autistico, che approfon<strong>di</strong>rà iltema del “Passaggio”.Il passaggio da un or<strong>di</strong>ne scolasticoad un altro, oppure da una sezione adun’altra, il passaggio <strong>di</strong> età che con<strong>di</strong>zionaanche le scelte <strong>di</strong> vita sonoalcuni degli esempi che verrannotrattati. Chi vive e lavora con personecon autismo sa quanto il cambiamentovada pensato e pianificato, avolte guardato da un punto <strong>di</strong> vistapossibile fareÈ matematica allascuola dell’infanzia?È possibile proporreesperienze sul numeroa bambini cosìpiccoli? Il dvd Bambiniche contano raccoglie leesperienze realizzate dal 2008nel-le scuole dell’infanzia comunali <strong>di</strong><strong>Modena</strong>, con la guida e la consulenza scientifica <strong>di</strong> Maria G. BartoliniBussi, docente <strong>di</strong> Didattica della Matematica presso la Facoltà <strong>di</strong><strong>di</strong>verso.Il secondo appuntamento è sabato11 maggio sempre alle 9 con Documentazionedel percorso autismo:risultati e prospettive, un momentode<strong>di</strong>cato alla presentazione della documentazionedel progetto formativoche ha coinvolto educatori, docenti eoperatori.Ospiti d’onore le famiglie dei bambinicoinvolti nel percorso: la presentazionedella documentazione,finora, ha cementato quel rapportotra scuola, famiglia e AUSL in<strong>di</strong>spensabileper costruire un efficaceintervento precoce.I seminari sono organizzati da Memoin collaborazione con il Centro perl’Autismo dell’Azienda USL <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,il Coor<strong>di</strong>namento PedagogicoProvinciale, la Regione Emilia-Romagnae l’Ufficio Scolastico RegionaleUfficio XII – Ambito territorialeper la provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.Info: ww.comune.modena.it/memo nellasezione eventi della formazioneIscrizioni su mymemoLa matematica alla scuoladell’infanziaL’ITALIANO FACILELibri per l’insegnamento e l’appren<strong>di</strong>mentodella lingua italiana, quaderni <strong>di</strong> lavoro,eserciziari illustrati scritti da docenti pergli studenti stranierivisita il nostro sito:www.comune.modena.it/memoalla voce“I prodotti e<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> Memo”memo@comune.modena.itspe<strong>di</strong>zioni in tutt’ItaliaScienze della Formazione dell’Università <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Reggio Emilia.L’ipertesto mostra come sia possibile proporre ai bambini da tre asei anni esperienze significative sulla matematica, supportate da unrobusto impianto teorico, partendo da situazioni legate alla vita reale<strong>di</strong> ogni giorno.Bambini che contano è articolato su due livelli: una parte centralein cui si sviluppano i contenuti sud<strong>di</strong>visi in cinque box e un livello<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, contestuale ai <strong>di</strong>versi argomenti trattati, chepermette <strong>di</strong> accedere ai contributi teorici <strong>di</strong> numerosi autori.Il dvd è in ven<strong>di</strong>ta a Memo ed ha un costo <strong>di</strong> € 10,00.Info: www.comune.modena.it - memo@comune.modena.itnovità14 15


appuntamentiConversazionicon gli autoriSeconda e<strong>di</strong>zione per Leggermente, gli incontri con l’autore in programma a Memo che intendonoaprire momenti <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> riflessione su tematiche <strong>di</strong> attualità che toccano da vicino la sferaeducativa. Cominciata a settembre del 2012, la rassegna <strong>di</strong> incontri proseguirà fino a maggio, affrontandoargomenti che spaziano dalle modalità comunicative degli adolescenti all’importanza del gioco come rappresentazionedel mondo, dalle nuove sfide educative delle nuove famiglie al fenomeno emergente del bullismo omofobico.Tutti gli incontri si svolgono a Memo (viale J. Barozzi, 172 <strong>Modena</strong>) alle 17.30.venerdì 8 febbraio <strong>2013</strong>Puer ludens. Antimanuale per poeti,funamboli e guerrieriFrancesca AntonacciIl testo esplora la <strong>di</strong>mensionedel gioco partendo dall’in<strong>di</strong>viduazionedelle suecaratteristiche contrad<strong>di</strong>ttorie:serietà/<strong>di</strong>vertimento,cooperazione/competizione,regola/libertà, finzione/realtà,norma/trasgressione.L’ntreccio tra il pensiero <strong>di</strong>autori che hanno approfon<strong>di</strong>tola riflessione sul gioco(Huizinga, Caillois, Fink,Turner) con i maestri dell’immaginariosimbolico(Durand, Bachelard, Hillman) consente <strong>di</strong> esplorare la<strong>di</strong>mensione del gioco non come un mezzo per lo sviluppo<strong>di</strong> competenze, ma come “simbolo del mondo” edesperienza autentica.venerdì 22 marzo <strong>2013</strong>Famiglie mutanti: pedagogia e famiglienella società globalizzataAlessandra GigliMolte rappresentazioni dellefamiglie <strong>di</strong> oggi offrono immagini<strong>di</strong> fragilità, instabilitàe debolezza espressa anchea livello educativo; in alcunicontesti, come quelli scolastici,gli operatori evidenzianovere e proprie “emergenze”provocate da meccanismieducativi che si “inceppano”e creano <strong>di</strong>sorientamento.Si tratta ormai <strong>di</strong> una “sfidacollettiva”, che il volume esaminada una prospettiva pedagogica, offrendo un’occasioneper ripensare le coor<strong>di</strong>nate educative, teorichee metodologiche, che meglio si prestano a sostenere ilcompito genitoriale.mercoledì 17 aprile <strong>2013</strong>Le talpe riflessive. Il mondo sotterraneodell’introversioneTimido, docile, ardente... Manuale percapire ed accettare valorie limiti dell’introversione(propria o altrui)Luigi AnepetaIl volume Le talpe riflessive raccoglie unaserie <strong>di</strong> testimonianze tratte dal Forum dellaLega Italiana per la tutela degli Introversi.Dai racconti emerge un quadrocon luci ed ombre: l’empatia, la sofferenza,il rapporto critico con la normalitàdominante, la presa <strong>di</strong> posizione neiconfronti dell’esistente, l’utopia <strong>di</strong> unmondo fatto a misura d’uomo.Il libro Timido, docile, ardente... si rivolgeai genitori e agli insegnanti alfine <strong>di</strong> aiutarli a capire ciò che accadenella soggettività dei bambini e dei ragazziintroversi.giovedì 23 maggio <strong>2013</strong>Il bullismo omofobicoElena BuccolieroIl volume esamina un caso particolarmenteimportante neicomportamenti <strong>di</strong> aggressività:quello che prende <strong>di</strong> miral’identità sessuale (vera o presunta)<strong>di</strong> bambini e ragazzi. Untesto per genitori, operatori einsegnanti che si propone <strong>di</strong> offrirebasi teoriche, <strong>di</strong> ricerca edesperienziali su cui insegnanti,psicologi scolastici, educatoripossano costruire dei loropercorsi educativi, accomunatida una scelta etica-deontologicache mira a contrastare ogniforma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione e <strong>di</strong> violenza, sia essa verbaleo fisica, e <strong>di</strong> violazione dei <strong>di</strong>ritti umani.16

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