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CULTURA u CULTURA<br />
I Grandi<br />
bronzi del<br />
Battistero di<br />
Firenze<br />
1<br />
scultorea di Vincenzo Danti è stata al centro<br />
della mostra ‘I grandi bronzi del Battistero’, ospitata<br />
fino a settembre al Museo Nazionale del Bar-<br />
L’arte<br />
gello, di Firenze. I bronzi dello scultore perugino (1530-<br />
1576), che fu discepolo ‘ideale’ di Michelangelo, ha preso<br />
occasione dal restauro delle tre grandi figure realizzate per<br />
la porta sud del Battistero di Firenze, che raffigurano la<br />
‘Decollazione del Battista’ e costituiscono il suo capolavoro.<br />
Il gruppo bronzeo, riportato alla sua originaria bellezza<br />
sotto la supervisione dell'Opificio delle Pietre Dure, è<br />
stato visibile per la prima volta ‘da vicino’, come sottolinea<br />
la soprintendente Cristina Acidini, e il pubblico ha potuto<br />
apprezzarne ‘la suprema eleganza intellettuale dei moti<br />
falcati, quasi da danzatori, di Salomè e del carnefice sull'inginocchiato<br />
Battista’.<br />
Contemporaneo del Gianbologna, Danti lavorò a lungo,<br />
come l’artista fiammingo, al servizio dei Medici. Gran<br />
parte delle opere che realizzò per Cosimo I sono oggi conservate<br />
al Museo Nazionale del Bargello, che è dunque la<br />
sede privilegiata per richiamare l’attenzione del pubblico<br />
su questo straordinario scultore del ‘500, particolarmente<br />
attento alla lezione di Michelangelo.<br />
Nonostante Danti non sia stato né un allievo, né un collaboratore<br />
diretto del Buonarroti, ne fu comunque tra i più<br />
importanti e originali seguaci. Il suo rapporto con Michelangelo<br />
si basò su una libera elezione delle opere del maestro<br />
come modelli normativi: studiandole lungamente da<br />
vicino, egli ne condivise in profondità non solo gli ideali<br />
formali, ma anche la tecnica e il metodo di lavoro. Si distinse<br />
inoltre dagli altri seguaci fiorentini del Buonarroti,<br />
legati alle sue opere giovanili presenti a Firenze, privilegiando<br />
il linguaggio formale del Michelangelo romano e<br />
dei suoi molti discepoli, dal 1550 in poi.<br />
La mostra, che ha riunito al gruppo del Battistero e alle<br />
opere presenti al Bargello, gran parte di quelle collocate<br />
in altre sedi fiorentine e in raccolte museali in Italia e all'estero,<br />
ha rappresentato l'occasione per uno studio critico approfondito<br />
anche della tecnica scultorea di questo artista.<br />
(AdnKronos) *<br />
Outubro - Ottobre 2008 - INSIEME - 24