Giovanni Burzio Sul fascismo e la disposizione XII ... - ANPI - Savona
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nuova generazione, morto a Parigi nel 1926 per i postumi di una bastonatura, i socialisti riformisti<br />
C<strong>la</strong>udio Treves e Filippo Turati (emigrato c<strong>la</strong>ndestinamente nel 1926), il socialista Pietro Nenni,<br />
Carlo Sforza, ex-ministro degli esteri, Carlo Rosselli ed Emilio Lussu fuggiti dal confino di Lipari<br />
nel 1929, Palmiro Togliatti, divenuto segretario del Partito Comunista dopo l'arresto di Antonio<br />
Gramsci nel 1926.<br />
Un'eccezione fu Alcide De Gasperi, ultimo segretario politico del Partito Popo<strong>la</strong>re dopo Sturzo, il<br />
quale si era rifugiato in Vaticano.<br />
L'opposizione più organica fu condotta dal partito Comunista.<br />
Questa maggiore organicità e solidità non fu frutto soltanto del<strong>la</strong> volontà antifascista dei singoli<br />
militanti del partito e dei suoi quadri dirigenti, ma anche, e in misura rilevante, del collegamento dei<br />
comunisti italiani con un'organizzazione come l'Internazionale comunista e delle possibilità di<br />
collegamento che ne derivavano.<br />
L'impegno dei comunisti italiani nel<strong>la</strong> lotta contro il regime fu tale che il maggior numero di<br />
condannati dai tribunali fascisti fu di appartenenti al Partito.<br />
Mentre il partito Comunista combatteva <strong>la</strong> sua battaglia contro il <strong>fascismo</strong>, e molti dei suoi militanti<br />
e dirigenti erano nelle galere o al confino, Antonio Gramsci, condannato dal Tribunale Speciale a<br />
oltre 20 anni nel giugno del 1928, conduceva in carcere una meditazione di grande importanza nel<strong>la</strong><br />
storia del pensiero politico e del<strong>la</strong> cultura italiana, avendo per oggetto i problemi del<strong>la</strong> rivoluzione<br />
italiana ed internazionale, in rapporto al<strong>la</strong> storia d'Italia e d'Europa.<br />
Frutto di questo <strong>la</strong>voro furono i "Quaderni del carcere", uno dei maggiori prodotti del<strong>la</strong> cultura<br />
italiana dell'epoca.<br />
Dal carcere Gramsci mantenne intermittenti contatti con il partito e non mancarono momenti di<br />
contrasto attorno al 1930, quando egli si oppose alle scelte del gruppo dirigente sovietico.<br />
Gramsci morì nell'aprile del 1937, nel<strong>la</strong> clinica Quisisana di Roma, dove era stato trasferito per <strong>la</strong><br />
ma<strong>la</strong>ttia contratta in carcere.<br />
Gli esuli, i cospiratori, gli ideologi dell'anti<strong>fascismo</strong>, se riuscirono a mantenere viva l'opposizione<br />
più all'estero che in Italia, non furono però concretamente in grado di mettere in alcun modo in<br />
pericolo il regime fascista, saldo per l'appoggio da parte delle grandi forze economiche, del<strong>la</strong><br />
monarchia, del Vaticano, per l'efficace repressione contro gli oppositori condotta con tutti i mezzi di<br />
uno Stato moderno, forte anche di un consenso difficilmente misurabile nel<strong>la</strong> sua entità, fra masse<br />
deluse dalle forze politiche prefasciste.<br />
Ma un elemento giocava a favore dell'anti<strong>fascismo</strong>: il <strong>fascismo</strong> nel<strong>la</strong> sua veste di imperialismo,<br />
nel<strong>la</strong> sua forma più aggressiva, avrebbe portato il paese al<strong>la</strong> catastrofe, per cui sarebbe stato<br />
compito dell'anti<strong>fascismo</strong> salvare il Paese.<br />
LA ROTTURA DEGLI EQUILIBRI INTERNAZIONALI<br />
Il periodo 1924.29 era stato contrassegnato da una non casuale coincidenza con <strong>la</strong> ripresa<br />
economica mondiale, da un raggiunto compromesso franco-tedesco e dal<strong>la</strong> speranza che <strong>la</strong> SDN<br />
potesse costituire lo strumento per <strong>la</strong> composizione dei conflitti internazionali.<br />
In Europa gli anni'30 furono contraddistinti anzitutto dal<strong>la</strong> crisi del<strong>la</strong> repubblica di Weimar e quindi<br />
dall'ascesa e dal consolidamento del regime nazista, il quale con le sue iniziative pose fine<br />
definitivamente all'equilibrio europeo e con il riarmo tedesco alterò i rapporti di forza usciti da<br />
Versailles.<br />
L'Italia fascista, dopo aver oscil<strong>la</strong>to in un primo tempo fra il timore del<strong>la</strong> rinascita del<strong>la</strong> potenza<br />
tedesca e il desiderio di inserirsi negli spazi aperti da questa per i propri scopi, finì per essere<br />
soggiogata al carro del nazismo e diventare, nel<strong>la</strong> sostanza se non nell'apparenza, uno stato<br />
subordinato.<br />
Toccò all'Italia, dopo che in Asia lo aveva fatto il Giappone, dare il colpo di grazia al<strong>la</strong> Società<br />
delle nazioni aggredendo nel 1935 l'Abissinia per realizzare <strong>la</strong> creazione dell'impero.<br />
Il "revisionismo" dei trattati trionfò negli anni'30, così da provocare, quando furono superati i limiti,