Lettere aperte agli Amici di Marco Todeschini del Circolo di PsicoBioFisica
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e posti a <strong>di</strong>stanze eguali, l’azione mutua dei due estremi A e C, passa attraverso B, oppure ne<br />
viene fermata?»<br />
Risposta: B rimane immobile, mentre A e C convergono verso il baricentro <strong>di</strong> B, e B non<br />
impe<strong>di</strong>sce affatto la misteriosa “amorevole” azione a <strong>di</strong>stanza gravi<strong>di</strong>ca tra i due corpi A e C,<br />
“follemente reciprocamente attratti”. Il Lettore mi scusi se <strong>di</strong> tanto in tanto ironizzo sulla<br />
paccottiglia <strong>del</strong>la fisica accademica blasonata, ma questo è dovuto all’aver appreso <strong>del</strong>la T.d.A., al<br />
quale mostra e <strong>di</strong>mostra tutte le lacune e le incongruenze <strong>di</strong> certe acquisizioni <strong>del</strong>la fisica moderna<br />
<strong>del</strong> tutto dogmatiche.<br />
Teoria dei Vortici cartesiani; con <strong>del</strong>le riflessioni sulla Attrazione" <strong>di</strong> Bernard Le Bovier de<br />
Fontenelle, Parigi, 1752.<br />
"Riflessioni sulla Teoria precedente" - “Parte X”.<br />
«Ma una cosa ancor più importante, è quella <strong>di</strong> sapere se con l’attrazione, quale che ne sia la<br />
legge, si ammetterà così anche la forza centrifuga.» … omissis …<br />
Omissis.<br />
Saltiamo a piè pari le pur legittime domande e dubbi che il de Fontenelle pone sull’altrettanto<br />
meccanismo d’azione <strong>del</strong>la forza centrifuga, oltre che <strong>di</strong> quella gravi<strong>di</strong>ca. Ancora una volta la<br />
Teoria <strong>del</strong>la gravitazione universale si ferma a descrive il “come”, ma non dà mai ragione <strong>del</strong><br />
“perché”, lo stesso <strong>di</strong>casi <strong>del</strong>la legge <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> Keplero in relazione ai moti orbitali dei pianeti.<br />
In particolare, riguardo la misteriosa forza centrifuga, il <strong>Todeschini</strong> ha scoperto e <strong>di</strong>mostrato come,<br />
in breve, in ultima analisi non sia altro che l’inerzia <strong>del</strong>la massa <strong>di</strong> spazio fluido a provocare l’effetto<br />
centrifugo sulla materia; materia che appunto si scontra, viene urtata dalla massa eterea <strong>del</strong>lo<br />
spazio fluido. Quin<strong>di</strong>, il movimento relativo tra una determinata porzione <strong>di</strong> materia e una corrente<br />
<strong>di</strong> spazio fluido – i cartesiani la definirebbero appunto un vortice etereo -, provoca l’effetto<br />
centrifugo, e l’apparenza percepita dai nostri limitati sensi ingannevoli, che sia in azione una<br />
misteriosa invisibile forza che tende a deviare la traiettoria circolare rotatoria <strong>di</strong> un determinato<br />
corpo in <strong>di</strong>rezione rettilinea istantanea tangente a ciascun punto <strong>del</strong>la stessa traiettoria circolare.<br />
Omissis.<br />
Teoria dei Vortici cartesiani; con <strong>del</strong>le riflessioni sulla Attrazione" <strong>di</strong> Bernard Le Bovier de<br />
Fontenelle, Parigi, 1752.<br />
"Riflessioni sulla Teoria precedente" - “Parte XV”.<br />
Qui il de Fontenelle continua a riferirsi e a criticare il Sistema Newtoniano, da egli ritenuto<br />
<strong>di</strong>chiaratamente falso, come afferma in uno dei passi <strong>del</strong> suo libro qui omessi.<br />
«Se la materia è finita (cioè limitata in rapporto allo spazio <strong>del</strong>l’universo, <strong>di</strong> cui ne occupa solo<br />
una porzione, appunto limitata), essa non sarà, sempre in rapporto allo spazio, che una<br />
quantità infinitamente piccola; e l’Universo, sebbene <strong>del</strong> tutto reale, non sarà che un vuoto<br />
immenso che non conterrà nulla, privo <strong>di</strong> alcuna forza, <strong>di</strong> alcuna azione, <strong>di</strong> alcuna funzione,<br />
(in confronto) a una piccola parte (ad esso) prossima (vicina, in continuità con esso, contenuta<br />
in esso), che non meriterà (nemmeno) <strong>di</strong> essere considerata. L’Onnipotente non avrà<br />
versato nulla in questo vaso.»<br />
Omissis.<br />
Giustamente il de Fontenelle <strong>di</strong>ce che l’universo newtoniano è in sostanza un nulla pieno <strong>di</strong> nulla,<br />
ove non può accadere nulla, dal momento che la materia occupa una insignificante porzione <strong>di</strong><br />
esso. Dio o la Natura, o il Caso, avrebbero pertanto creato un non-contenitore immenso, che nulla