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liBri<br />
From Disco<br />
to disco<br />
Luca Locati Luciani, Crisco Disco.<br />
Disco music e clubbing gay negli anni ‘70 e ‘80, Volibero<br />
edizioni 2013<br />
pp. 303<br />
Gli anni Settanta (più precisamente il periodo che va dalla<br />
rivolta di Stonewall del 1969 all’avvento dell’aidS nel<br />
1982 circa) sono considerati e idealizzati come l’età<br />
dell’oro della vita e della cultura gay.<br />
Molte persone che quel decennio non l’hanno vissuto in prima persona,<br />
invece, lo vedono come un periodo di sfrenata ed edonistica<br />
decadenza durante il quale si è vissuto senza scrupoli e in maniera<br />
troppo promiscua la propria sessualità.<br />
Come per tutti i miti fondativi, la storiografia di quel decennio tende<br />
ad essere selettiva e finisce per raccontare solo una parte della<br />
storia, quella della minoranza di uomini gay bianchi borghesi che<br />
viveva nelle grandi città degli Stati Uniti e attorno alla quale, nel corso<br />
degli anni, è stato costruito l’immaginario gay occidentale così<br />
come lo conosciamo oggi.<br />
Questa ricostruzione, però, tralascia tutte quelle realtà periferiche<br />
e minoritarie che hanno plasmato profondamente, sebbene non<br />
in modo così immediatamente evidente, la cultura gay degli ultimi<br />
quarant’anni.<br />
esclude palesemente l’apporto delle donne, delle lesbiche cresciute<br />
all’interno del movimento femminista, delle drag queen, delle<br />
persone transessuali e/o transgenere, dei latino e afroamericani,<br />
dei migranti, dei sottoproletari... la lista sarebbe ancora lunga, ma<br />
quel che conta è che proprio in quel lungo decennio di cui stiamo<br />
parlando, gli incontri e la confusione tra tutte queste realtà e generi<br />
diede avvio a un’orgia del possibile, forse troppo idealistica e naive,<br />
che avrebbe cambiato radicalmente il modo di vedere e vivere il<br />
mondo. e non solo alle persone non eteronormative.<br />
a una di queste realtà, la disco Music degli anni Settanta e ottanta,<br />
luca locati luciani ha dedicato un bel libro recentemente pubblicato<br />
da Vololibero edizioni, con un saggio sul camp di Gianluca Meis.<br />
la Crisco disco del titolo si riferisce a un locale il cui nome si ispirava<br />
a una nota marca di margarina americana ed era uno dei tanti<br />
locali polifunzionali che nacquero verso la metà degli anni Settanta,<br />
soprattutto a New York e a Filadelfia, e che frequentati da una pletora<br />
di persone diversissime tra di loro accomunate dalla passione<br />
per la danza (i ritmi incalzanti della disco facilitavano il movimento)<br />
e dall’uso libero delle droghe e del proprio corpo.<br />
la disco music nacque in contrapposizione al rock duro e progressivo<br />
di quegli anni negli Stati Uniti (discorso a parte sarebbe da fare<br />
per quello che successe in Gran Bretagna, dove il punk si affermò<br />
come la controcultura dominante), ma ben presto divenne, vista anche<br />
la sua spiccata indole internazionalista ed egualitaria, il genere<br />
musicale maggiormente capace di comunicare la voglia di cambiamento<br />
e amore universale (il 1969 non è poi così lontano) che c’era<br />
nell’aria. Quasi di contrappasso all’impenetrabilità e oscurità dei primi<br />
locali gay ad ospitare i dj che suonavano queste nuove sonorità,<br />
la disco musica era scintillosa e gioiosa, gaia dentro.<br />
da discoteca in discoteca, la disco music conquistò il pianeta nell’arco<br />
di un quinquennio.<br />
tutti e tutte, etero e gay, volevano ballare, cantare e sudare al ritmo<br />
di donna Summer, Sylvester, Gloria Gaynor, Village People, Grace<br />
Jones, amanda lear, ecc.<br />
tanto contagiosa da conquistare la paludata italia sanremese e<br />
plasmare in qualche modo anche il nostro nascente movimento di<br />
liberazione omosessuale: il testo di una canzone di ivan Cattaneo è<br />
addirittura firmato da Mario Mieli.<br />
Sulla pista da ballo si annullavano apparentemente le differenze, si<br />
poteva ancora credere che anche attraverso la musica si sarebbe<br />
potuto cambiare il mondo, se non altro cambiare se stessi ed aprirsi<br />
verso gli altri, in e con tutti i sensi.<br />
Gian Pietro Leonardi<br />
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