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Formazione manageriale dei dirigenti sanitari - Trentino Salute

Formazione manageriale dei dirigenti sanitari - Trentino Salute

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21/22<br />

anno dieci numero ventuno/ventidue<br />

Remo Andreolli<br />

3 Editoriale<br />

Andrea Francesconi<br />

5 La formazione<br />

<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong><br />

Franca Bellotti<br />

27 La formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> nella Provincia<br />

Autonoma di Trento<br />

Fabrizio Fontana, Silvia Pedrolli<br />

41 Oltre le competenze<br />

specialistiche: la<br />

formazione <strong>manageriale</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

nell’Azienda Provinciale<br />

per i Servizi Sanitari di<br />

Trento<br />

Andrea Francesconi<br />

51 La valutazione<br />

dell’esperienza formativa<br />

realizzata dalla Provincia<br />

Autonoma di Trento nel<br />

periodo 2002 -2007<br />

Alessandra Rodaro<br />

63 Appendice 1:<br />

Analisi <strong>dei</strong> risultati <strong>dei</strong><br />

questionari di customer<br />

satisfaction e delle prove<br />

di valutazione finale<br />

Andrea Francesconi,<br />

Alessandra Rodaro<br />

71 Appendice 2:<br />

Schede di sintesi<br />

<strong>dei</strong> lavori finali<br />

<strong>dei</strong> partecipanti<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


“Serrati gli uni contro gli altri dalla crescita del loro numero e dalla moltiplicazione <strong>dei</strong> collegamenti,<br />

accomunati dal risveglio della speranza e dell’angoscia per il futuro, gli uomini di domani lavoreranno<br />

per la formazione di una coscienza unica e di una conoscenza condivisa”.<br />

Pierre Teilhard de Chardin<br />

“Punto Omega”, nel pensiero di Teilhard de Chardin, filosofo e teologo vissuto tra il 1881 e il<br />

1955, è il punto di convergenza naturale dell’umanità, laddove tendono tutte le coscienze, nella ricerca<br />

dell’unità che sola può salvare l’Uomo e la Terra. “Punto Omega” è anche il titolo scelto per la rivista<br />

quadrimestrale del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> ideata nel 1995 da Giovanni Martini, poiché le sue<br />

pagine vogliono rappresentare un punto di incontro per tutti coloro che sono interessati ai temi della<br />

salute e della qualità della vita.<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


A<br />

Editoriale<br />

lcune realtà regionali, compresa<br />

la Provincia Autonoma di Trento,<br />

si sono impegnate in questi anni<br />

nel trovare proposte operative e di<br />

risposta ai bisogni di qualificazione<br />

professionale attivando anche corsi<br />

di formazione <strong>manageriale</strong>, con<br />

l'obiettivo di incentivare le capacità<br />

manageriali <strong>dei</strong> propri <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

che per le loro funzioni dirigenziali<br />

sono costantemente chiamati<br />

a possedere adeguate conoscenze e<br />

competenze non solo di natura professionale,<br />

ma anche organizzativa<br />

e gestionale.<br />

Il direttore di struttura complessa,<br />

del resto, è interessato sempre più a<br />

possedere una cultura <strong>manageriale</strong><br />

finalizzata a ritrovare strategie, modelli<br />

e strumenti orientati dai bisogni<br />

di salute <strong>dei</strong> cittadini, che sul piano<br />

organizzativo si traducono e trovano<br />

significato nel Governo Clinico.<br />

Peraltro governare il sistema con un<br />

orientamento clinico vuol dire essere<br />

in grado di gestire: la domanda di<br />

salute, le risposte professionali, le<br />

risorse, il contesto organizzativo<br />

utilizzando le fonti e i riferimenti<br />

culturali più appropriati.<br />

Da qui l’esigenza per il Sistema <strong>sanitari</strong>o<br />

di contare su professionisti<br />

<strong>dirigenti</strong> in grado di orientare e valorizzare<br />

i professionisti della salute<br />

per raggiungere obiettivi d'interesse<br />

comune ed offrire ai cittadini cure<br />

migliori, e questo è stato l’obiettivo<br />

finale della formazione oggetto<br />

del presente volume in quanto si è<br />

impegnata a fornire ai professionisti<br />

coinvolti quegli ulteriori strumenti,<br />

anche di conoscenza, di "autoregolazione<br />

professionale" e di volontà di<br />

partecipare alla riorganizzazione dell'erogazione<br />

<strong>dei</strong> servizi e <strong>dei</strong> processi<br />

clinici, per il miglioramento continuo<br />

della qualità dell'assistenza.<br />

Rispetto ai concetti trattati di efficienza,<br />

efficacia, budget, costi/benefici,<br />

bilancio, è stato dato ai professionisti<br />

coinvolti un giusto e appropriato<br />

significato, evitando comunque di<br />

oscurare i concetti di risultato di salute,<br />

di cura, di appropriatezza degli<br />

interventi, di relazione umana.<br />

Non va dimenticato infatti che i servizi<br />

<strong>sanitari</strong> sono prevalentemente<br />

'beni relazionali', il cui esito finale<br />

dipende strettamente dalla relazione<br />

che si determina tra fornitore<br />

e utente. E che oltre alle capacità<br />

tecniche e manageriali del professionista<br />

<strong>sanitari</strong>o, altre componenti<br />

risultano determinanti nel produrre<br />

l'outcome finale: il rapporto umano<br />

che si instaura con l'utente, lo scambio<br />

di informazioni tra professionista<br />

e utente e il grado di collaborazione<br />

dell'utente.<br />

Con la presente pubblicazione si descrive<br />

l’esperienza quadriennale della<br />

Provincia Autonoma di Trento anche<br />

illustrando sinteticamente le tesi<br />

(workshop) presentate al termine <strong>dei</strong><br />

corsi. Per ciascuna tesi viene infatti<br />

presentato l’abstract e fornite alcune<br />

informazioni relative al lavoro, quali<br />

utili strumenti di orientamento per<br />

consultazioni ed eventuali ulteriori<br />

studi e approfondimenti.<br />

dott. Remo Andreolli<br />

Assessore provinciale alle Politiche per la salute<br />

3<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


La formazione <strong>manageriale</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

Andrea Francesconi<br />

1. Il contesto di partenza<br />

Negli scorsi decenni, i sistemi<br />

<strong>sanitari</strong> di molti Paesi europei si<br />

sono qualificati per processi, più<br />

o meno significativi, di riforma<br />

caratterizzati da un forte orientamento<br />

all’introduzione di logiche e<br />

di strumenti di management al fine<br />

di ricercare il difficile compromesso<br />

tra dinamiche crescenti di domanda<br />

<strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, evoluzione<br />

scientifico tecnologica e stringenti<br />

vincoli si spesa.<br />

I cambiamenti istituzionali<br />

sono, spesso, stati determinati<br />

da alcune motivazioni comuni<br />

quali, per esempio, la forte preoccupazione<br />

<strong>dei</strong> Governi in merito<br />

all’andamento della spesa <strong>sanitari</strong>a<br />

pubblica e dell’incremento del costo<br />

<strong>dei</strong> sistemi <strong>sanitari</strong> nazionali.<br />

Queste preoccupazioni di carattere<br />

macroeconomico, hanno<br />

assunto toni particolarmente significativi<br />

in periodi caratterizzati<br />

da una contingenza economica<br />

negativa e si sono tradotte:<br />

1) nel perseguimento di maggiori<br />

livelli di responsabilizzazione<br />

(accountability) delle aziende<br />

<strong>sanitari</strong>e pubbliche;<br />

2) nella introduzione di logiche di<br />

governo aziendale da applicare<br />

alle aziende <strong>sanitari</strong>e pubbliche.<br />

Con riferimento al primo punto,<br />

nella prospettiva dell’accountability,<br />

si è diffusa una logica secondo<br />

la quale le amministrazioni, siano<br />

esse nazionali, regionali, o siano<br />

esse enti direttamente erogatori di<br />

servizi quali, nel caso italiano, le<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong> (Aziende<br />

Sanitarie Locali e/o Aziende Ospedaliere),<br />

sono chiamate a rendere<br />

conto alla collettività dell’impiego<br />

delle risorse che vengono messe<br />

loro a disposizione tramite l’assegnazione<br />

di specifici trasferimenti<br />

di denaro derivanti, prevalentemente,<br />

dal prelievo fiscale.<br />

L’accountability pubblica impone<br />

una rendicontazione non solo di<br />

tipo contabile, ovvero relativa al<br />

rispetto delle regole formali tipiche<br />

<strong>dei</strong> sistemi di contabilità pubblica,<br />

ma soprattutto di tipo sostanziale<br />

inerente i livelli di efficienza ed<br />

efficacia dell’azione amministrativa<br />

tenendo innanzitutto conto delle<br />

esigenze della cittadinanza.<br />

L’accountability pubblica può,<br />

così, essere vista come un tentativo<br />

concreto e un’esigenza specifica,<br />

del “pubblico” o della collettività<br />

rappresentata di avere uno specifico<br />

ruolo nel valutare l’operato delle<br />

amministrazioni pubbliche che si<br />

traduce, con riguardo specifico al<br />

contesto <strong>sanitari</strong>o, in una parallela<br />

crescita della centralità del paziente<br />

come soggetto non più solo<br />

5<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


6<br />

<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

passivo recipiente delle opinioni e<br />

delle indicazioni <strong>dei</strong> clinici.<br />

Con riferimento al secondo punto<br />

si deve evidenziare come, anche<br />

tenendo conto del fatto che i processi<br />

di riforma caratterizzanti gli<br />

specifici sistemi Paese presentino<br />

specifiche peculiarità (che riflettono,<br />

a loro volta, le esigenze proprie<br />

di ogni contesto nazionale), tutti i<br />

processi di cambiamento istituzionale<br />

intercorsi in Europa, a partire<br />

dagli anni ’90, sono accomunati da<br />

un elemento: un forte orientamento<br />

all’introduzione di logiche di management<br />

come motori principali<br />

dell’azione di governo delle aziende<br />

<strong>sanitari</strong>e pubbliche.<br />

In Italia, in particolare, l’insieme<br />

<strong>dei</strong> principali provvedimenti di<br />

riforma, che si sono succeduti a<br />

partire dal 1992, è stata definita<br />

in termini di “aziendalizzazione”<br />

del sistema <strong>sanitari</strong>o.<br />

Si tratta di provvedimenti che<br />

hanno perseguito, in maniera forte<br />

e strutturata, l’adozione e l’introduzione,<br />

nell’ambito delle strutture<br />

pubbliche erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong>,<br />

di logiche e tecniche di management<br />

tali da orientare le aziende<br />

pubbliche di servizi <strong>sanitari</strong> verso il<br />

congiunto perseguimento di:<br />

a) adeguati livelli di efficacia (intesa<br />

come capacità di rispondere<br />

in maniera quantitativamente<br />

e qualitativamente adeguata ai<br />

bisogni <strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> pazienti e<br />

<strong>dei</strong> cittadini)<br />

b) adeguati livelli di efficienza<br />

(intesa in termini di adeguato<br />

rapporto tra risorse impiegate<br />

e risultati ottenuti stante le<br />

disponibili conoscenze e le disponibili<br />

tecnologie);<br />

c) adeguati livelli di appropriatezza<br />

delle prestazioni (intesa<br />

in termini di effettivo soddisfacimento<br />

<strong>dei</strong> bisogni degli<br />

utenti tramite l’erogazione delle<br />

prestazioni e <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong><br />

effettivamente necessari);<br />

d) un effettivo orientamento a<br />

mettere al centro <strong>dei</strong> processi<br />

decisionali, ai diversi livelli<br />

di responsabilità organizzativa<br />

della Aziende Sanitarie Locali<br />

e delle Aziende Ospedaliere le<br />

esigenze qualitative del paziente<br />

rispetto alle esigenze <strong>dei</strong><br />

professionisti e/o alle esigenze<br />

di contenimento <strong>dei</strong> costi.<br />

Le finalità di fondo perseguite<br />

dal processo di aziendalizzazione<br />

della sanità italiana hanno portato<br />

a una nutrita serie di interventi di<br />

cambiamento di sistema progressivamente<br />

recepiti (anche se in<br />

maniera tuttora fortemente disomogenea)<br />

dalle singole Regioni e<br />

dalle singole aziende pubbliche<br />

erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

I principali cambiamenti hanno<br />

riguardato:<br />

a) innovazioni nell’assetto istituzionale<br />

e organizzativo delle<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong> finalizzate<br />

a una loro maggiore autonomia<br />

e responsabilizzazione<br />

sui risultati;<br />

b) innovazioni nel sistema di finanziamento<br />

delle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong> tramite l’introduzione<br />

di valorizzazioni tariffarie delle<br />

prestazioni <strong>sanitari</strong>e;<br />

c) innovazioni nei sistemi di valu-<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


tazione e di incentivazione <strong>dei</strong><br />

professionisti <strong>sanitari</strong>;<br />

d) innovazioni nei sistemi e negli<br />

strumenti di governo aziendale<br />

(dai sistemi di programmazione,<br />

ai sistemi di gestione del rischio<br />

clinico, ai sistemi di gestione<br />

della qualità, ai sistemi di assessment<br />

tecnologico);<br />

e) innovazioni nei sistemi di accreditamento<br />

istituzionale e di<br />

accreditamento all’eccellenza;<br />

f) l’introduzione di sistemi di formazione<br />

continua <strong>dei</strong> professionisti<br />

dell’area <strong>sanitari</strong>a;<br />

g) l’introduzione, progressiva e costante,<br />

di strumenti di clinical governance<br />

delle strutture <strong>sanitari</strong>e.<br />

L’insieme di tali cambiamenti e<br />

di tali innovazioni ha determinato<br />

un radicale e profondo mutamento<br />

del contesto organizzativo delle<br />

aziende <strong>sanitari</strong>e pubbliche e un<br />

radicale ripensamento del ruolo<br />

che, in tali aziende, deve essere ricoperto<br />

dai professionisti <strong>sanitari</strong> e<br />

dai <strong>dirigenti</strong> medici in particolare.<br />

2. Il ruolo <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> professionisti<br />

nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

In relazione al contesto di riferimento<br />

italiano e internazionale, i cambiamenti<br />

che stanno “sfidando” la<br />

professione medica sono molteplici,<br />

profondi, rilevanti e inevitabili.<br />

La sensazione prevalente evidenzia<br />

un cambiamento di potere<br />

organizzativo a danno del medico<br />

specialista, del professionista e a<br />

favore del medico manager o, preferibilmente,<br />

del medico dirigente.<br />

Nella maggior parte <strong>dei</strong> Paesi<br />

economicamente avanzati i medici<br />

stanno assumendo un ruolo crescente<br />

nella gestione delle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong> occupando posizioni<br />

di direzione di struttura che richiedono<br />

lo sviluppo di competenze<br />

di management che integrino le<br />

competenze strettamente di ordine<br />

clinico professionale.<br />

2.1. Il caso <strong>dei</strong> medici che ricoprono<br />

posizioni di Alta direzione (Direzione<br />

generale o Direzione Sanitaria di<br />

Azienda)<br />

La necessità di sviluppare e di<br />

possedere competenze di direzione<br />

e di gestione trova largo e unanime<br />

consenso laddove applicata ai<br />

professionisti medici che ricoprono<br />

posizioni cosiddette di General Management,<br />

laddove, cioè, il ruolo<br />

da essi ricoperto sia, per esempio,<br />

quello di Direttori Generali o di Direttori<br />

Sanitari di azienda.<br />

In tali situazioni, non v’è dubbio<br />

che il background professionale clinico<br />

debba essere sostanzialmente<br />

integrato da competenze di ordine<br />

gestionale e <strong>manageriale</strong>.<br />

Similarmente a quanto accade in<br />

tutte le organizzazioni complesse,<br />

al fine di ricoprire la posizione di<br />

direttore generale, le competenze e<br />

le conoscenze tecnico professionali<br />

(cliniche nel caso delle aziende<br />

di servizi <strong>sanitari</strong>) possono essere<br />

molto utili ma sicuramente non sono<br />

sufficienti.<br />

Le persone che ricoprono tali<br />

ruoli, abbiano essi competenze cliniche,<br />

competenze ingegneristiche,<br />

competenze legali, competenze<br />

giuridiche o, infine, competenze di<br />

7


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

ordine economico devono, infatti,<br />

acquisire, sviluppare e progressivamente<br />

dominare le capacità di coordinamento<br />

e di direzione di uomini<br />

e di risorse economico finanziarie<br />

in maniera adeguata al contesto<br />

organizzativo e sociale in cui si<br />

trovano a operare. Queste capacità<br />

rappresentano il fattore critico di<br />

successo per ricoprire il ruolo di<br />

management e per creare valore<br />

nell’esercizio del ruolo stesso.<br />

Si ritiene che l’acquisizione<br />

delle capacità ora descritte sia<br />

adeguatamente supportata dalla<br />

partecipazione a iniziative di formazione<br />

di lunga durata orientate<br />

a sviluppare competenze di general<br />

management idonee e coerenti<br />

rispetto allo sviluppo delle competenze<br />

di alta direzione <strong>dei</strong> singoli<br />

individui.<br />

In tal senso, è opinione consolidata<br />

che la formazione <strong>manageriale</strong><br />

per i medici che intendano<br />

assumere posizioni di direzione<br />

generale non debba differire dalla<br />

formazione riservata alla generalità<br />

di coloro che intendono svolgere,<br />

nelle organizzazioni complesse,<br />

funzioni di general management.<br />

2.2. Il caso <strong>dei</strong> medici e <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> che ricoprono posizioni di<br />

responsabilità di struttura (Direzione<br />

di Dipartimento o Direzione<br />

di Struttura Complessa)<br />

Anche nei casi in cui i professionisti<br />

<strong>sanitari</strong> ricoprano posizioni caratterizzate<br />

per una responsabilità organizzativa<br />

inferiore (Dipartimento e<br />

Strutture Complesse), si ritiene che<br />

le competenze clinico professionali<br />

non siano, da sole, sufficienti per<br />

consentire loro l’esercizio del ruolo<br />

nell’ambito delle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

È oramai, infatti, diffusa e radicata<br />

la convinzione che le decisioni<br />

cliniche <strong>dei</strong> professionisti operanti<br />

nelle aziende di servizi <strong>sanitari</strong>, sia<br />

nell’ambito ospedaliero, sia nell’ambito<br />

<strong>dei</strong> servizi territoriali e della<br />

medicina di base, rappresentino<br />

elementi e fattori critici, sotto il<br />

profilo dell’impatto organizzativo,<br />

così come sotto il profilo strettamente<br />

economico <strong>dei</strong> costi che<br />

caratterizzano i sistemi <strong>sanitari</strong> a<br />

livello internazionale.<br />

Molteplici possono essere gli<br />

esempi a sostegno di tale tesi. Si<br />

considerino, infatti, un insieme<br />

di scelte qualificanti l’attività <strong>dei</strong><br />

clinici quali:<br />

a) le scelte in termini di numero e<br />

tipologia di visite specialistiche<br />

di cui necessitano i pazienti;<br />

b) le scelte relative alla tipologia di<br />

ricovero (ordinario, day hospital,<br />

day surgery) di cui necessitano;<br />

c) le scelte in merito alle tipologie<br />

di accertamenti diagnostici<br />

loro necessari prima, durante o<br />

successivamente agli episodi di<br />

ricovero;<br />

d) le scelte in merito all’utilizzo di<br />

specifici protocolli diagnostico<br />

terapeutici;<br />

e) le scelte in merito all’utilizzo di<br />

determinati percorsi diagnostico<br />

terapeutici;<br />

f) le scelte relative all’utilizzo di<br />

specifiche tecnologie <strong>sanitari</strong>e;<br />

g) le terapie farmacologiche più<br />

efficaci in relazione al loro stato<br />

di salute, ecc.


Tab. 1.<br />

Il background<br />

cognitivo<br />

<strong>dei</strong> medici<br />

e <strong>dei</strong> manager<br />

(Fonte:<br />

Adattamento<br />

da Riley, 1998)<br />

Il clInIco<br />

Focalizzato sulle esigenze del<br />

singolo paziente<br />

Non è interessato agli aspetti<br />

economici dell’assistenza<br />

Ha frequenti contatti con pazienti<br />

e parenti<br />

Orientato alla soluzione di tutti<br />

i problemi immediati<br />

Atteggiamento indipendente<br />

e competitivo<br />

Orientato all’approccio scientifico<br />

alla soluzione <strong>dei</strong> problemi<br />

Si attende che i problemi abbiano<br />

delle soluzioni<br />

Rimane nella medesima azienda per<br />

molto tempo (anche per tutta la<br />

carriera)<br />

Il managEr<br />

Focalizzato sulle esigenze<br />

dell’intera popolazione servita<br />

È interessato a garantire l’efficienza<br />

<strong>dei</strong> trattamenti nell’ambito<br />

dell’ammontare di risorse<br />

a disposizione<br />

Ha rari contatti con pazienti e<br />

parenti<br />

Deve decidere di quale problema<br />

occuparsi prioritariamente<br />

Suddivide con altri le responsabilità<br />

Orientato all’approccio pragmatico<br />

in considerazione di fattori “politici<br />

e di aspetti motivazionali<br />

e relazionali<br />

Si attende di dover affrontare<br />

molte situazioni solo parzialmente<br />

risolvibili<br />

Cambia spesso l’azienda in cui<br />

opera<br />

Esse tutte rappresentano (senza<br />

pretesa alcuna di aver rappresentato<br />

la globalità del fenomeno) esempi<br />

di variabili, con impatto economico<br />

più o meno rilevante, largamente dipendenti<br />

da decisioni che competono<br />

innanzitutto ai professionisti.<br />

In tal senso, affrontare il tema<br />

del ruolo <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> clinici non<br />

può prescindere da una riflessione<br />

sul rapporto esistente nell’ambito<br />

delle aziende di servizi <strong>sanitari</strong> tra<br />

dimensione tecnica/clinico/professionale<br />

e dimensione gestionale/<br />

<strong>manageriale</strong>.<br />

Si tratta, peraltro, di una riflessione<br />

che si estende e accomuna<br />

tutte le organizzazioni professionali<br />

(Università, Studi associati tra<br />

professionisti, ecc.) 1 che porta a<br />

evidenziare una dualità nei ruoli<br />

considerati. In altri termini, anche i<br />

professori universitari, gli avvocati,<br />

gli architetti, i direttori di orchestra,<br />

9


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

10<br />

affrontano il non gradito problema<br />

di integrare le proprie competenze<br />

specialistiche con competenze molto<br />

diverse e in alcuni casi lontane<br />

da quelle sviluppate sui banchi<br />

dell’Università.<br />

Le differenze nel sistema di<br />

valori del professionista e del manager<br />

sono elevate. Con riferimento<br />

specifico ai professionisti <strong>sanitari</strong>,<br />

il sistema cognitivo e le modalità di<br />

affrontare situazioni problematiche<br />

differenziano profondamente il clinico<br />

e il manager. Tale situazione,<br />

peraltro va considerata come fisiologica<br />

e positiva per le organizzazioni<br />

in cui essi operano. Nell’esercizio<br />

della propria attività clinica il professionista<br />

non deve operare con<br />

logiche gestionali, ma nell’esercizio<br />

della propria funzione di direttore di<br />

struttura semplice e/o complessa lo<br />

stesso medico deve abbandonare le<br />

logiche professionali e indossare i<br />

panni del manager.<br />

Lo schema della Tabella 1 sintetizza<br />

gli approcci mentali che, spesso,<br />

caratterizzano l’orientamento<br />

proprio <strong>dei</strong> clinici e <strong>dei</strong> manager.<br />

Nonostante le notevoli differenze<br />

indicate nella Tabella 1, manager e<br />

clinici hanno anche delle caratteristiche<br />

che li accomunano (Smith<br />

2003). Entrambe le professioni,<br />

infatti, attraggono normalmente<br />

soggetti disposti a impegnarsi molto<br />

attivamente nell’ambito lavorativo<br />

anche a scapito di proprie esigenze<br />

personali. I sentieri di carriera sono,<br />

in entrambi i casi, lunghi e tortuosi<br />

e infine sia i manager, sia i clinici,<br />

devono, spesso, valutare e assumersi<br />

rischi professionali. Entrambe le<br />

figure si qualificano, inoltre, per<br />

la presenza di specializzazioni ed<br />

entrambe necessitano di sviluppare<br />

competenze idonee a garantire comunicazioni<br />

efficaci.<br />

Va, inoltre, considerato come i<br />

continui cambiamenti che hanno<br />

qualificato l’evoluzione <strong>dei</strong> sistemi<br />

<strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> paesi evoluti riflettano<br />

i tentativi <strong>dei</strong> governi che si sono,<br />

nel tempo, succeduti, di fronteggiare<br />

ciò che appariva (e tuttora<br />

rimane) un problema insuperabile:<br />

quello della conflittualità tra professionisti<br />

e manager. I conflitti tra<br />

le due professionalità sorgono e si<br />

manifestano prevalentemente nell’area<br />

economico finanziaria ovvero,<br />

nell’area connessa alle scelte relative<br />

all’allocazione e all’utilizzo delle<br />

risorse, ma, nel nuovo contesto<br />

istituzionale e ambientale, sempre<br />

più orientato all’accountability (si<br />

veda il precedente paragrafo 1), i<br />

manager sono sempre più spesso<br />

chiamati a monitorare e a valutare<br />

anche elementi ritenuti molto vicini<br />

allo spazio decisionale proprio <strong>dei</strong><br />

clinici, quali, per esempio, quelli<br />

relativi al rischio clinico associato<br />

alla gestione delle strutture complesse,<br />

alla gestione <strong>dei</strong> reclami <strong>dei</strong><br />

pazienti verso i professionisti e gli<br />

operatori dell’assistenza, al ricorso<br />

a consulenze cliniche professionali<br />

esterne ecc..<br />

In alcune situazioni ciò arriva<br />

fino al punto da far percepire ai<br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> un’intromissione<br />

<strong>dei</strong> “manager” in aree in precedenza<br />

esclusivamente riservate<br />

all’autonomia clinica (Davies & Harrison,<br />

2003) con una conseguente<br />

diminuzione del proprio potere<br />

organizzativo.


Si manifesta, per tale via, la<br />

dimensione della mutua interdipendenza<br />

tra le due professionalità,<br />

dimensione influenzata anche<br />

dalle considerazioni in merito alla<br />

prevalenza dell’una o dell’altra<br />

figura. A tale riguardo si sostiene,<br />

a ragione veduta, che i clinici<br />

possono occuparsi della dimensione<br />

di ordine gestionale, mentre i<br />

manager (perlomeno in tutti i casi<br />

dove non abbiano precedenti esperienze<br />

cliniche) non sono in grado<br />

di esercitare il ruolo professionale<br />

medico. Tale considerazione porta<br />

i manager a sottolineare l’assoluta<br />

rilevanza della componente professionale<br />

al fine dell’efficace gestione<br />

delle strutture <strong>sanitari</strong>e, mentre<br />

solo raramente i medici ritengono<br />

di necessitare del supporto <strong>manageriale</strong><br />

come condizione necessaria<br />

all’efficacia della pratica clinica.<br />

Un altro ordine importante di<br />

considerazioni da effettuare si riferisce<br />

alla necessità per i <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> di fronteggiare problemi<br />

quali quelli connessi alla gestione<br />

del proprio tempo professionale<br />

(dedicare più tempo a un paziente<br />

significa, spesso, dedicarne di<br />

meno agli altri) e del proprio carico<br />

di lavoro clinico in relazione all’andamento<br />

(mutevole ma sempre su<br />

standard elevati) della domanda<br />

di prestazioni <strong>sanitari</strong>e e alla loro<br />

propensione a sovraccaricarsi di<br />

attività per soddisfare le esigenze<br />

di ogni paziente (Gabbard, 195).<br />

Si tratta, nell’insieme, di elementi<br />

che possono portare ad affermare<br />

la necessità di un approccio<br />

<strong>manageriale</strong> per evitare che difficili<br />

situazioni organizzative possano<br />

compromettere le performance individuali,<br />

d’equipe e della struttura<br />

di appartenenza.<br />

Le competenze gestionali e<br />

di management sono, peraltro,<br />

indispensabili per i medici che<br />

ricoprano posizioni di direzione di<br />

strutture complesse e/o dirigano<br />

team clinici e/o di ricerca.<br />

In funzione, infatti, dell’evoluzione<br />

<strong>dei</strong> contesti organizzativi di<br />

riferimento per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

è necessario coniugare senza contraddizioni<br />

concettuali e operative<br />

le due dimensioni e delinearne con<br />

chiarezza gli elementi distintivi.<br />

Se, infatti, storicamente, il<br />

principale elemento di riferimento<br />

per le decisioni cliniche è riconducibile<br />

ai bisogni del singolo<br />

paziente e/o all’esito del singolo<br />

intervento, l’evoluzione delle<br />

modalità di esercizio della clinica<br />

rende sempre più importante che<br />

essi comprendano le dimensioni<br />

di ordine economico e organizzativo<br />

delle proprie scelte non solo<br />

rispetto al singolo paziente, ma,<br />

anche, in relazione alle implicazioni<br />

connesse alla disponibilità delle<br />

stesse risorse per gli altri pazienti<br />

e in relazione alla sostenibilità<br />

finanziaria delle singole procedure<br />

terapeutiche, delle unità operative<br />

(strutture semplici e complesse) in<br />

cui operano e, addirittura, dell’intero<br />

sistema <strong>sanitari</strong>o.<br />

In tale senso si deve sempre<br />

più sviluppare un orientamento<br />

al “management clinico” che<br />

deve, progressivamente, favorire<br />

un atteggiamento orientato alla<br />

comprensione e alla valutazione<br />

dell’esperienza complessiva <strong>dei</strong><br />

11


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

12<br />

pazienti e del loro sistema di riferimento<br />

più che alla valutazione del<br />

singolo caso.<br />

Per tale via si può sostenere<br />

che le dimensioni della clinica si<br />

esplicitano, nell’attuale contesto <strong>dei</strong><br />

sistemi <strong>sanitari</strong> avanzati, anche in<br />

termini di analisi e di valutazione:<br />

a) <strong>dei</strong> bisogni <strong>sanitari</strong> del bacino di<br />

utenza di riferimento dell’azienda<br />

e del medico dirigente (orientamento<br />

alla efficacia clinica e di<br />

sistema);<br />

b) della congruenza tra bisogni<br />

<strong>sanitari</strong> e risorse economico<br />

finanziarie spesso vincolate da<br />

esigenze di finanza pubblica<br />

regionale e nazionale (orientamento<br />

all’appropriatezza nell’uso<br />

delle risorse e all’efficienza gestionale),<br />

c) <strong>dei</strong> processi organizzativi a livello<br />

di struttura semplice, di struttura<br />

complessa, di dipartimento,<br />

di intera azienda di servizi <strong>sanitari</strong><br />

(orientamento alla qualità<br />

organizzativa e all’efficienza di<br />

processo);<br />

d) delle esigenze degli interlocutori<br />

sociali di riferimento siano essi<br />

stakeholder interni quali per<br />

esempio i professionisti con cui si<br />

instaurano relazioni sistematiche<br />

di processo o esterni quali per<br />

esempio le associazioni <strong>dei</strong> malati<br />

piuttosto che il sistema della<br />

ricerca scientifica (orientamento<br />

alla collaborazione organizzativa<br />

e all’innovazione di processo).<br />

Quanto appena sostenuto non<br />

deve, tuttavia, essere travisato. La<br />

giusta attenzione nei confronti delle<br />

risorse economiche e delle dinamiche<br />

organizzative non deve diventare il<br />

principale elemento di preoccupazione<br />

per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>. Altri<br />

elementi, quali, innanzitutto, quelli<br />

connessi alla qualità dell’assistenza<br />

<strong>sanitari</strong>a nelle sue diverse accezioni<br />

(clinica, relazionale ecc.) devono,<br />

anzi, essere oggetto di attenta valutazione<br />

da parte <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

e orientare il loro comportamento e<br />

le loro decisioni.<br />

Nella sostanza, il processo decisionale<br />

caratterizzante la professione<br />

deve cambiare passando<br />

progressivamente da un processo<br />

decisionale monodimensionale, caratterizzato<br />

per una esclusiva focalizzazione<br />

sulle esigenze del singolo<br />

paziente, a un processo decisionale<br />

multifattoriale caratterizzato dalla<br />

contemporanea considerazione di:<br />

a) esigenze del singolo paziente;<br />

b) livelli qualitativi delle prestazioni<br />

erogate;<br />

c) implicazioni relative alle risorse<br />

che caratterizzano le diverse<br />

alternative decisionali;<br />

d) valutazioni (anche di ordine<br />

etico) relative all’impiego delle<br />

risorse e alle implicazioni in<br />

termini di trasferimento <strong>dei</strong> costi<br />

e <strong>dei</strong> benefici tra diversi pazienti<br />

può comportare.<br />

e) implicazioni di ordine organizzativo<br />

quali quelle connesse per<br />

esempio alla gestione del rischio<br />

clinico.<br />

Quanto ora affermato ha validità<br />

di ordine generale con riferimento,<br />

perlomeno alle esperienze proprie<br />

<strong>dei</strong> sistemi <strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> Paesi economicamente<br />

avanzati dove fattori<br />

strutturali ed elementi di ordine


socio economico generale quali tra<br />

gli altri:<br />

a. l’invecchiamento della popolazione;<br />

b. l’evoluzione della scienza medica;<br />

c. l’evoluzione della tecnologia<br />

<strong>sanitari</strong>a;<br />

d. la presenza di bisogni crescenti<br />

sconfinanti dalla salute al “well<br />

being”,<br />

contribuiscono a incrementare la<br />

domanda di prestazioni assistenziali<br />

e <strong>sanitari</strong>e attuali e prospettiche<br />

facendo ipotizzare scenari di progressivo<br />

e continuo incremento<br />

della spesa <strong>sanitari</strong>a non sempre<br />

sostenibili e compatibili con i quadri<br />

macroeconomici caratterizzanti le<br />

singole realtà nazionali.<br />

Lo sviluppo di competenze gestionali<br />

può, infine, consentire ai<br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> di usufruire di<br />

specifici benefici.<br />

Significative, a tale riguardo, le<br />

conclusioni di uno studio inglese<br />

che ha evidenziato specifici vantaggi<br />

connessi all’essere un “medico/manager”.<br />

I benefici individuati sono di seguito<br />

elencati e sono connessi a:<br />

a) ricoprire una posizione idonea a<br />

attrarre risorse per lo sviluppo<br />

e l’innovazione della propria<br />

struttura;<br />

b) poter influenzare le scelte relative<br />

alle modalità di realizzazione<br />

<strong>dei</strong> piani e delle strategie deliberate<br />

dall’alta direzione;<br />

c) avere una maggiore capacità di<br />

influenza sulle scelte relative<br />

allo sviluppo di standard clinici<br />

e di assistenziali;<br />

d) beneficiare di riconoscimenti<br />

economici connessi alla posizione<br />

ricoperta e di specifici<br />

incentivi monetari;<br />

e) ricoprire, nell’ambito della propria<br />

organizzazione, una posizione<br />

organizzativa cui è associato<br />

un elevato status;<br />

f) essere coinvolto nelle decisioni<br />

e nelle scelte più qualificanti<br />

dell’organizzazione.<br />

3. le prime esperienze pionieristiche<br />

in tema di formazione <strong>manageriale</strong><br />

per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>.<br />

Negli anni passati si è affermata e<br />

diffusa la convinzione che una efficace<br />

modalità di supportare il cambiamento<br />

nei processi decisionali<br />

<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> fosse quella di<br />

introdurli ai concetti del management<br />

e di coinvolgerli direttamente<br />

nella gestione delle strutture erogatrici<br />

di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

In tale contesto si è assistito a<br />

un crescente ruolo delle iniziative e<br />

<strong>dei</strong> programmi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

che si sono sviluppati qualitativamente<br />

e quantitativamente<br />

fino ad assumere, nello specifico<br />

contesto italiano carattere di obbligatorietà.<br />

Nell’ottica di fornire una “ricostruzione<br />

storica” del processo di evoluzione<br />

delle iniziative di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per medici <strong>dirigenti</strong> va,<br />

innanzitutto evidenziato come la<br />

consapevolezza della rilevanza della<br />

formazione <strong>manageriale</strong> si sia sviluppata,<br />

in Italia, a partire dai primi<br />

anni ’0 del ventesimo secolo.<br />

In quel periodo, infatti, si assiste<br />

all’emergere delle prime iniziative<br />

pionieristiche volte a sensibilizzare i<br />

13


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

14<br />

professionisti medici alle tematiche<br />

cosiddette manageriali.<br />

I primi corsi di management per<br />

medici vengono organizzati da Scuole<br />

di management quali la Scuola di<br />

Direzione Aziendale dell’Università<br />

Commerciale Bocconi di Milano, la<br />

Scuola di Lucca, da singole Unità<br />

Sanitarie Locali, da singole Regioni<br />

e da altre agenzie formative di minor<br />

rilievo e si svolgono in un contesto<br />

istituzionale ancora totalmente<br />

estraneo e avulso alle implicazioni<br />

manageriali della gestione.<br />

In tale contesto fattori quali tra<br />

gli altri:<br />

a) sollecitazioni professionali colte<br />

da alcuni attori chiave,<br />

b) prime riflessioni normative,<br />

c) iniziative autonomamente sviluppate<br />

dalle Società Scientifiche<br />

e dagli Ordini <strong>dei</strong> Medici;<br />

d) esigenze e bisogni di sviluppo<br />

professionale autonomamente<br />

percepite da alcuni opinion<br />

leader tra i medici di direzione<br />

<strong>sanitari</strong>a e i clinici,<br />

e) lungimiranza di alcuni <strong>dirigenti</strong><br />

di alto livello di Regioni e di<br />

alcuni responsabili della formazione<br />

aziendale sensibili al tema<br />

delle scelte gestionali;<br />

hanno rappresentato i fattori<br />

critici per “scoprire” la formazione<br />

<strong>manageriale</strong> rivolta ai medici<br />

<strong>dirigenti</strong> e per realizzare i primi<br />

interventi formativi.<br />

Si trattava, prevalentemente, di<br />

iniziative all’inizio poco strutturate,<br />

di breve durata, aventi come principale<br />

obiettivo quello di gettare<br />

i semi e di creare le basi per una<br />

prima comprensione del ruolo e<br />

della rilevanza dell’approccio aziendale<br />

per l’economia delle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong> e per la pratica <strong>dei</strong><br />

professionisti medici.<br />

Le iniziative erano principalmente<br />

e prevalentemente orientate a sviluppare<br />

una prima alfabetizzazzione<br />

con riferimento ad alcune tecniche<br />

e ad alcuni strumenti tipici <strong>dei</strong> ruoli<br />

dirigenziali quali tra gli altri:<br />

a) i sistemi di programmazione e<br />

controllo di gestione<br />

b) il budget,<br />

c) la gestione del personale<br />

d) le tecniche di valutazione,<br />

e) l’organizzazione aziendale<br />

f) la riprogettazione delle procedure<br />

g) i percorsi diagnostico terapeutici,<br />

ecc...<br />

4. la formazione <strong>manageriale</strong><br />

“istituzionale”<br />

Al di là delle prime esperienze, l’ufficiale<br />

presa d’atto della rilevanza<br />

della formazione <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> si manifesta, concretamente,<br />

nel nostro Paese alla<br />

fine del 1997.<br />

In tale anno viene, infatti, emanato<br />

un provvedimento normativo,<br />

il DPR 44 che regolamenta i requisiti<br />

per l’accesso al secondo livello<br />

dirigenziale per il personale del<br />

ruolo <strong>sanitari</strong>o del Servizio Sanitario<br />

Nazionale (SSN).<br />

Tale decreto individua quattro<br />

tipologie di requisti che consentono<br />

l’accesso al secondo livello dirigenziale<br />

nell’area <strong>sanitari</strong>a. Tre di questi<br />

(iscrizione all’albo professionale<br />

ove esistente, anzianità di servizio,<br />

curriculum documentante la specifica<br />

attività professionale svolta) si<br />

riferiscono a competenze di ordine


clinico la quarta caratteristica si<br />

riferisce, invece, esplicitamente<br />

alla acquisizione di uno specifico<br />

attestato di formazione <strong>manageriale</strong><br />

connesso alla frequenza di specifici<br />

corsi di formazione.<br />

I corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

previsti dal DPR 44/97 trovano<br />

specifica disciplina nell’Art.7 del<br />

DPR stesso che regolamenta:<br />

a) le modalità con le quali i corsi<br />

possono essere programmati;<br />

b) le modalità di organizzazione<br />

<strong>dei</strong> corsi;<br />

c) i soggetti titolari dell’organizzazione<br />

<strong>dei</strong> corsi stessi.<br />

Con riferimento al primo punto il<br />

Ministero della Sanità (attuale Ministero<br />

della <strong>Salute</strong>), le Regioni e le<br />

Province Autonome sono individuati,<br />

a diverso titolo, come soggetti<br />

responsabili della programmazione<br />

delle iniziative formative sul territorio<br />

nazionale.<br />

Con riferimento al secondo punto<br />

si stabiliscono delle indicazioni di<br />

massima in merito ai contenuti che<br />

devono caratterizzare la formazione<br />

<strong>manageriale</strong> rivolta ai <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>.<br />

Si tratta di orientamenti di<br />

primo riferimento che individuano<br />

tematiche di ordine generale da<br />

includere nelle materie di insegnamento.<br />

Particolare attenzione è posta<br />

ad aspetti quali l’organizzazione<br />

e la gestione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, i<br />

criteri di finanziamento e i bilanci,<br />

la gestione del personale, gli indicatori<br />

di misurazione della qualità <strong>dei</strong><br />

servizi e delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e,<br />

elementi di sanità pubblica. La formazione<br />

deve, inoltre caratterizzarsi<br />

sia per una componente teorica,<br />

di illustrazione delle logiche e <strong>dei</strong><br />

modelli teorici relativi ai singoli<br />

aspetti contenutistici, sia per una<br />

parte pratica volta ad apprezzare le<br />

concrete applicazioni nella pratica<br />

clinico-gestionale delle unità operative<br />

<strong>sanitari</strong>e delle logiche e degli<br />

strumenti di management.<br />

Il DPR individua così <strong>dei</strong> primi<br />

elementi progettuali di importante<br />

rilevanza ai fini del concreto avvio<br />

delle prime esperienze di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> da parte delle Regioni<br />

chiamate a definire gli specifici<br />

contenuti delle iniziative formative<br />

in maniera tale da garantirne l’effettiva<br />

congruenza con i fabbisogni<br />

di competenze manageriali propri di<br />

coloro che aspirano alla dirigenza<br />

di secondo livello delle strutture<br />

<strong>sanitari</strong>e.<br />

Con riferimento al terzo punto, le<br />

Università, le Aziende Sanitarie e le<br />

Aziende Ospedaliere, le Associazioni<br />

e le Società Scientifiche sono individuati<br />

come i soggetti cui affidare<br />

la concreta realizzazione <strong>dei</strong> singoli<br />

percorsi di formazione <strong>manageriale</strong>. 2<br />

Evidente il disegno di affidarsi a<br />

organizzazioni di provata serietà,<br />

affidabilità e rigore scientifico a garanzia<br />

della qualità e della efficacia<br />

della formazione.<br />

Il DPR 44/97, introducendo la<br />

formazione <strong>manageriale</strong> come requisito<br />

esplicito per accedere ai più alti<br />

livelli di responsabilità di direzione<br />

delle strutture <strong>sanitari</strong>e (dalla direzione<br />

di strutture complesse alla<br />

direzione <strong>sanitari</strong>a di azienda) rappresenta<br />

il primo “riconoscimento<br />

15


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

16<br />

ufficiale” dell’importanza per tutto<br />

il personale dell’area <strong>sanitari</strong>a di<br />

integrare le proprie competenze specialistiche,<br />

derivanti dalla pregressa<br />

formazione universitaria, dall’esperienza<br />

professionale maturata in<br />

anni di esercizio della pratica clinica<br />

e dalle iniziative di aggiornamento<br />

professionale specialistico con competenze<br />

di ordine gestionale.<br />

Si tratta di un passo fondamentale,<br />

nell’ambito del processo di<br />

aziendalizzazione delle strutture<br />

pubbliche erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong><br />

iniziato a partire dal 1992,<br />

processo che, per avere successo,<br />

non può prescindere dalle competenze<br />

e dalla qualità di coloro che<br />

all’interno delle strutture stesse<br />

ricoprono incarichi di responsabilità<br />

gestionale.<br />

In termini di selezione della dirigenza<br />

il DPR presenta degli indubbi<br />

elementi di innovazione rispetto alla<br />

pregressa situazione. In particolare<br />

si ritiene opportuno evidenziare:<br />

a) l’esplicito riconoscimento del<br />

fabbisogno di formazione <strong>manageriale</strong><br />

per i <strong>dirigenti</strong> dell’area<br />

<strong>sanitari</strong>a;<br />

b) l’esplicito riconoscimento del<br />

ruolo di gestione assunto dai<br />

<strong>dirigenti</strong> dell’area <strong>sanitari</strong>a;<br />

c) l’allineamento con i principi<br />

ispiratori del processo di riforma<br />

istituzionale del SSN;<br />

d) l’allineamento con le tendenze e<br />

le esperienze europee. 3<br />

L’emanazione del DPR 44/97 ha<br />

determinato, in seno alle Regioni e<br />

alle Province Autonome, l’avvio di un<br />

processo di riflessione in merito alle<br />

effettive caratteristiche delle iniziative<br />

di formazione <strong>manageriale</strong> valevoli<br />

ai fini dell’ottenimento dell’attestato<br />

di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

Rimandando al capitolo successivo<br />

l’analisi della concreta esperienza<br />

della Provincia Autonoma di Trento,<br />

si vuole qui evidenziare alcuni <strong>dei</strong><br />

principali elementi di criticità connessi<br />

con l’effettiva implementazione<br />

del DPR.<br />

Si trattava, innanzitutto di individuare:<br />

a) il contenuto effettivo <strong>dei</strong> corsi<br />

declinando le indicazioni di<br />

ordine generale in concrete indicazioni<br />

operative sugli argomenti<br />

da trattare, sulla loro sequenza,<br />

sulle ore da dedicare a ogni singolo<br />

argomento ecc.;<br />

b) le modalità didattiche ritenute<br />

più idonee a favorire l’apprendimento<br />

e l’interiorizzazione <strong>dei</strong><br />

contenuti da parte <strong>dei</strong> discenti;<br />

c) le modalità di valutazione dell’apprendimento;<br />

d) le modalità da utilizzare al fine<br />

di garantire un equilibrato mix di<br />

concettualizzazioni teoriche e di<br />

applicazioni pratiche al contesto<br />

clinico <strong>sanitari</strong>o delle tematiche<br />

da trattare;<br />

e) le modalità di accreditamento<br />

delle organizzazioni responsabili<br />

dell’effettiva conduzione <strong>dei</strong><br />

corsi di formazione;<br />

f) i contenuti, la durata e gli altri<br />

elementi del percorso formativo<br />

considerati come essenziali ai<br />

fini del riconoscimento nazionale<br />

della validità delle iniziative<br />

formative erogate a livello regionale<br />

e <strong>dei</strong> relativi certificati<br />

di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

Come è facile comprendere si


trattava di elementi di non semplice<br />

definizione soprattutto in contesti<br />

di confronto istituzionale a livello<br />

di Conferenza Stato Regioni, dove,<br />

negli anni successivi all’emanazione<br />

del DPR, si sono concretamente<br />

operate le scelte che hanno portato<br />

all’effettiva attivazione in molte regioni<br />

italiane delle iniziative di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> disciplinate dal<br />

provvedimento legislativo in esame.<br />

Le realtà locali maggiormente<br />

attive nell’implementazione delle<br />

iniziative di formazione <strong>manageriale</strong><br />

sono state, oltre alla Provincia<br />

Autonoma di Trento, la Provincia<br />

Autonoma di Bolzano, la Regione<br />

Liguria, la Regione Lombardia, la-<br />

Regione Sicilia che, con modalità e<br />

scelte operative differenti, hanno da<br />

tempo concluso numerose edizioni<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

con il coinvolgimento di un considerevole<br />

numero di <strong>dirigenti</strong> medici.<br />

Le stesse realtà hanno individuato<br />

(o stanno per farlo) specifiche<br />

modalità per garantire continuità<br />

al certificato di formazione <strong>manageriale</strong><br />

che, secondo quanto stabilito<br />

dal DPR 44/97, ha validità<br />

settennale.<br />

5. le esperienze europee di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

Il tema della formazione <strong>manageriale</strong><br />

<strong>dei</strong> medici <strong>dirigenti</strong> è da più<br />

di 20 anni oggetto di dibattito e di<br />

riflessione, non solo in Italia, ma<br />

in tutti i principali Paesi Europei e<br />

negli Stati Uniti.<br />

Un primo tentativo di sistematizzare<br />

i differenti contributi e i<br />

differenti approcci è stato effettuato<br />

dalla European HealthCare<br />

Management Association (EHMA) 4<br />

che nel 1993 ha messo a confronto<br />

le esperienze di dieci paesi europei 5<br />

sul tema della formazione materiale<br />

per medici <strong>dirigenti</strong> al fine di analizzare<br />

le similutidini e le differenze<br />

<strong>dei</strong> singoli approcci e le future<br />

modalità di sviluppo delle iniziative<br />

formative. (Boufford 1993).<br />

Al di là di questo primo studio<br />

pionieristico, la rilevanza e l’importanza<br />

tuttora associata al tema<br />

è ben testimoniata dai seguenti<br />

contributi:<br />

– “Un’iniziativa formativa unica è<br />

stata avviata congiuntamente<br />

dalla Business School e dalla<br />

School of Medicine dell’Imperial<br />

College di Londra con l’obiettivo<br />

di formare medici con approfondite<br />

conoscenze di management. Gli<br />

studenti undergraduate possono<br />

seguire un corso di management<br />

di un anno così. Questo corso è<br />

molto popolare e frequentato.<br />

Gli studenti, nei questionari di<br />

customer satisfaction inerenti<br />

il corso, ne hanno segnalato la<br />

rilevante utilità in termini di<br />

sviluppo di competenze di lavoro<br />

di gruppo, di allargamento <strong>dei</strong><br />

loro orizzonti, di efficacia nel<br />

prepararli a riflettere in maniera<br />

più innovativa sulle modalità di<br />

erogazione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong><br />

e ospedalieri. Una dettagliata<br />

analisi <strong>dei</strong> questionari di valutazione<br />

ha evidenziato un’elevata<br />

richiesta di training formativo<br />

relativamente alle tematiche<br />

del teamwork e della gestione<br />

del cambiamento organizzativo.<br />

17


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

1<br />

Questi sono considerate competenze<br />

sempre più necessarie<br />

nell’ambito del National Health<br />

Service inglese. Avviare gli studenti<br />

di medicina alla formazione<br />

<strong>manageriale</strong> all’inizio del loro<br />

curriculum scolastico consente<br />

loro di apprezzare fin da subito i<br />

concetti chiave di organizzazione<br />

e di management che hanno un<br />

elevato impatto sull’assistenza<br />

concretamente erogata ai<br />

pazienti. Inoltre la formazione<br />

<strong>manageriale</strong> può permettere ai<br />

medici di meglio dialogare e<br />

interagire con i manager e, per<br />

tale via contribuire a superare i<br />

conflitti che caratterizzano i rapporti<br />

tra le due professionalità”.<br />

(Atun, 2003)<br />

– “Una grande azienda di servizi<br />

<strong>sanitari</strong> negli Stati Uniti ha<br />

promosso un cambiamento nella<br />

propria cultura organizzativa<br />

che è ora basata sulla leadership<br />

congiunta e sul riconoscimento<br />

della mutua dipendenza tra<br />

medici e manager perseguita<br />

tramite l’allineamento degli<br />

obiettivi non più esclusivamente<br />

focalizzati sulla cura <strong>dei</strong> singoli<br />

pazienti, sull’efficienza e sulla<br />

produttività” (Crosson, 2003). La<br />

stessa azienda ha attivato specifiche<br />

iniziative di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per tutti I medici<br />

che intendano ricoprire ruoli di<br />

leadership organizzativa.<br />

– “In Olanda, i processi di peer<br />

review esterni, spesso, rilevano<br />

carenze manageriali, piuttosto<br />

che carenze cliniche. Ciò<br />

porta a concludere che “l’auto<br />

regolazione” <strong>dei</strong> clinici sia<br />

più efficace delle regole e <strong>dei</strong><br />

limiti imposti dai clinical manager”<br />

(Plochg et al, 2003).<br />

– “Una revisione globale e complessiva<br />

del problema (Edwards,<br />

2003) suggerisce l’opportunità<br />

di ridefinire l’autonomia clinica<br />

al fine di preservarla e di assicurarsi<br />

che ricomprenda anche i<br />

concetti di responsabilizzazione<br />

e di accountability. Ciò rappresenterebbe<br />

un importante passo<br />

in avanti al fine di facilitare la<br />

leadership clinica.“<br />

– “In relazione ai rilevanti cambiamenti<br />

istituzionali si è assistito a<br />

concertate iniziative <strong>dei</strong> governi<br />

di coinvolgerei medici nelle tematiche<br />

strettamente manageriali e,<br />

perciò di responsabilizzarli sullo<br />

spinoso e politicamente sensibile<br />

tema della gestione delle risorse.<br />

Ciò si è verificato in Inghilterra a<br />

partire dal 1994 con il rapporto<br />

Griffiths sul management nel<br />

National Health Service e si è<br />

gradualmente sviluppato con<br />

la successiva introduzione <strong>dei</strong><br />

clinical e <strong>dei</strong> medical directors.<br />

I Medici/manager si ritrovano a<br />

essere l’anello di congiunzione<br />

tra le problematiche di management<br />

e quelle dell’assistenza<br />

clinica e ritengono che il ruolo<br />

che si richiede loro di ricoprire<br />

sia particolarmente stressante e<br />

impegnativo.”(Goodwin, 1996;<br />

Thorne, 1997).<br />

È, in altri termini, diffusa, a<br />

livello europeo, la consapevolezza<br />

che i sistemi <strong>sanitari</strong> necessitino,<br />

per essere efficacemente gestiti<br />

del miglio management. Ma ciò è


possibile solo se i professionisti<br />

<strong>sanitari</strong> (e i medici in particolare)<br />

vengono maggiormente coinvolti nel<br />

management e migliorano le proprie<br />

competenze gestionali. L’analisi delle<br />

concrete esperienze di molti paesi<br />

e di molte aziende di servizi <strong>sanitari</strong><br />

ha dimostrato che i medici che<br />

svolgono anche ruoli manageriali si<br />

qualificano per specifici vantaggi<br />

nei confronti <strong>dei</strong> loro interlocutori<br />

non medici tra i quali si ricordano<br />

la maggior credibilità, il maggior<br />

know-how sul funzionamento <strong>dei</strong><br />

processi di diagnosi e cura, una<br />

maggiore capacità di apprezzare le<br />

implicazioni e gli impatti dell’evoluzione<br />

tecnologica e scientifica sugli<br />

stessi processi.<br />

I professionisti che ricoprono<br />

ruoli di management, inoltre, sono<br />

più orientati a considerare nella<br />

giusta e adeguata prospettiva le<br />

tematiche connesse con la valutazione<br />

dell’outcome e quelle inerenti<br />

la qualità dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a<br />

effettivamente erogata.<br />

Questi vantaggi sono, tuttavia,<br />

destinati a essere vanificati e a<br />

rimanere lettera morta fintantoché<br />

i professionisti clinici che ricoprono<br />

anche ruoli di responsabilità<br />

organizzativa non sono adeguatamente<br />

formati e messi al lavoro per<br />

sviluppare la base intellettuale del<br />

medical management. (Simpson e<br />

Smith 1997).<br />

Sulla base di tali argomentazioni,<br />

molte sono, di conseguenza, anche<br />

le concrete iniziative formative<br />

disponili, a livello europeo, per<br />

i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> che ricoprono<br />

posizioni di responsabilità organizzativa.<br />

La Tabella 2 fornisce gli indirizzi<br />

internet delle principali organizzazioni<br />

inglesi e statunitensi che<br />

erogano iniziative formative al pari<br />

Tab. 2.<br />

Organizzazioni che<br />

erogano iniziative<br />

di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per<br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

e informazioni<br />

su iniziative<br />

organizzate da<br />

altre agenzie a<br />

livello europeo<br />

General Medical Council (1999) Management in<br />

Sanità – Il ruolo <strong>dei</strong> medici<br />

British Association of Medical Managers<br />

The Association of American Medical Colleges<br />

fornisce informazioni in merito a programmi<br />

congiunti (MD/MBA) erogati dalla università<br />

negli Stati Uniti<br />

The National Institute for Health Care Management<br />

Research and Education Foundation. Si<br />

tratta di un’altra organizzazione statunitense<br />

che organizza forum e incontri indirizzati a una<br />

pluralità di soggetti e di organismi operanti nel<br />

settore <strong>sanitari</strong>o<br />

Euopean Health Management Association<br />

http://www.gmc-uk.org/<br />

standards/manage.htm<br />

http://www.bamm.co.uk<br />

http://www.aamc.org/<br />

http://www.nihcm.org/<br />

http://www.ehma.org/<br />

19


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

20<br />

di indirizzi e suggerimenti su iniziative<br />

di formazione <strong>manageriale</strong><br />

per <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> organizzate da<br />

altre agenzie a livello europeo.<br />

6. Prospettive per il futuro<br />

Sebbene le iniziative di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>,<br />

in Italia e in Europa, siano state<br />

molteplici, si deve comunque evidenziare<br />

come, spesso, esse si siano<br />

caratterizzate per una mancanza di<br />

sistematicità e per essere limitate a<br />

taluni aspetti e ad alcuni strumenti<br />

di management quali per esempio<br />

la leadership piuttosto che l’assetto<br />

dipartimentale o ancora le valutazioni<br />

economiche.<br />

Si evidenzia quindi la necessità<br />

di approcci più sistematici e di<br />

interventi formativi multidisciplinari<br />

che favoriscano l’effettivo<br />

interscambio culturale tra le diverse<br />

tipologie di professionisti di norma<br />

operanti nell’ambito delle aziende<br />

di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

Le iniziative derivanti, in Italia,<br />

dall’applicazione del DPR 44/97<br />

hanno, solo in parte, consentito<br />

di rispondere a questa esigenza di<br />

multidisciplinarietà. Se da un lato,<br />

infatti, anche in relazione alla durata<br />

<strong>dei</strong> corsi (è previsto un numero<br />

minimo di cento ore di formazione<br />

d’aula effettiva), si è perseguito lo<br />

scopo di approfondire le logiche caratterizzanti<br />

l’approccio economico<br />

aziendale nonché molti strumenti e<br />

tecniche di management, dall’altro<br />

lato, tuttavia, il carattere sostanzialmente<br />

obbligatorio <strong>dei</strong> corsi<br />

ha, in molti casi, fatto percepire ai<br />

professionisti la formazione come<br />

un obbligo formale piuttosto che<br />

come un presupposto fondamentale<br />

per il loro efficace operare nell’ambito<br />

delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e<br />

di appartenenza.<br />

Ciò può rinforzare la convinzione<br />

di alcuni professionisti, soprattutto<br />

di quelli limitatamente o,<br />

ancora, solo formalmente, coinvolti<br />

nel management, che gli aspetti e<br />

gli elementi di gestione e organizzazione<br />

delle strutture <strong>sanitari</strong>e<br />

siano in forte conflitto con le attività<br />

professionali e comportino un<br />

carico di lavoro aggiuntivo e non<br />

necessario.<br />

In realtà, come si spera di avere<br />

chiarito in questo contributo, il<br />

coinvolgimento <strong>dei</strong> clinici nel management<br />

è fondamentale al fine<br />

di assicurare un adeguato bilanciamento<br />

tra le differenti dimensioni<br />

che influenzano i risultati e le<br />

performance delle organizzazioni<br />

<strong>sanitari</strong>e e delle loro sottoarticolazioni<br />

organizzative (dipartimenti,<br />

strutture complesse, semplici ecc.)<br />

ovvero: l’etica, l‘efficacia, l’appropriatezza,<br />

l’efficienza e la libertà di<br />

scelta del paziente.<br />

Le future iniziative formative<br />

dovranno essere pensate con l’intento<br />

di rimuovere alcuni pregiudizi<br />

e incomprensioni, che ancor oggi,<br />

qualificano l’atteggiamento <strong>dei</strong><br />

professionisti nel loro riguardo e<br />

dovranno caratterizzarsi per un<br />

maggiore impatto sul funzionamento<br />

delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />

Al riguardo si forniscono alcuni<br />

spunti di possibile riflessione per


la progettazione di alcune iniziative<br />

formative (non solo rivolte ai<br />

medici):<br />

a) Se è vero che i manager debbono<br />

sviluppare competenze di management<br />

può essere opportuno che<br />

i manager sviluppino competenze<br />

di medicina! In altri termini si<br />

ritiene importante promuovere<br />

iniziative formative interdisciplinari<br />

per professionisti e per<br />

manager. Così come i clinici frequentano<br />

corsi di management, i<br />

manager dovrebbero frequentare<br />

corsi o seminari brevi di medicina<br />

per non medici. Si tratta di una<br />

proposta formulata sin dal 199<br />

da Carpenter, Proenca e Nash<br />

e che ha già, peraltro, trovato<br />

attuazione in Italia nell’ambito<br />

delle iniziative di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per Direttori Generali<br />

attivate da alcune Regioni. Alla<br />

base di tale proposta poggia la<br />

convinzione che una migliore<br />

comprensione reciproca delle<br />

rispettive culture potrà migliorare<br />

le relazioni organizzative e la<br />

qualità dell’assistenza erogata.<br />

b) La formazione e il management<br />

devono avvicinarsi in maniera<br />

maggior alla pratica clinica.<br />

Una possibile modalità può,<br />

per esempio, riguardare specifiche<br />

iniziative formative e<br />

di cambiamento organizzativo<br />

nell’area della misurazione e del<br />

controllo <strong>dei</strong> risultati. A tale<br />

riguardo vanno incoraggiate le<br />

iniziative volte alla misurazione<br />

e alla valutazione delle performance<br />

cliniche nell’ambito <strong>dei</strong><br />

sistemi di programmazione e di<br />

controllo di gestione. Finalizzata<br />

anche all’adozione di sistemi<br />

di reporting integrati che considerino<br />

congiuntamente dati<br />

e indicatori di ordine squisitamente<br />

<strong>manageriale</strong> (quali quelli<br />

presenti nei sistemi di valutazione<br />

multidimensionale della<br />

performance sul modello della<br />

balanced scorecard) con dati e<br />

indicatori squisitamente clinici<br />

(quali quelli connessi all’outcome<br />

<strong>dei</strong> processi di diagnosi e<br />

cura) che permettano di valutare<br />

sistematicamente le performance<br />

delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />

c) Si potrebbero, inoltre, sviluppare<br />

in maniera più costruttiva ed<br />

efficace programmi e iniziative<br />

di formazione tali da connettere<br />

in maniera sinergica iniziative<br />

già presenti a livello di sistema.<br />

Il riferimento è allo sviluppo di<br />

programmi master congiunti tra<br />

le facoltà di medicina e quelle<br />

di economia che permettano di<br />

coinvolgere ai temi del management<br />

i medici fin dagli inizi del<br />

loro percorso formativo rendendo,<br />

per tale via, superflui programmi<br />

intensivi da svilupparsi<br />

a stadi più avanzati della carriera<br />

<strong>dei</strong> professionisti medici.<br />

d) Prevedere, infine, un sistema<br />

di continuo monitoraggio e<br />

adeguamento delle competenze<br />

manageriali <strong>dei</strong> professionisti<br />

sia tramite iniziative formative<br />

d’aula, sia tramite specifiche<br />

iniziative di affiancamento e di<br />

counseling.<br />

21


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

22<br />

noTE<br />

[1] Si veda al riguardo quanto<br />

sostenuto dal British Medical<br />

Journal (n. 326/2003) che<br />

approfondisce e affronta tale<br />

tematica.<br />

[2] Il DPR prevedeva il coinvolgimento<br />

diretto nell’effettuazione<br />

delle iniziative formative<br />

dell’Istituto Superiore di Sanità<br />

cui era affidata la realizzazione<br />

dell’insegnamento<br />

di sanità pubblica in tutti i<br />

corsi e la realizzazione della<br />

totalità delle iniziative di<br />

formazione per l’area relativa<br />

alla Sanità Pubblica. Tale indicazione<br />

originaria, probabilmente<br />

in relazione a concreti<br />

problemi di risorse assegnate<br />

all’Istituto non è mai divenuta<br />

operativa e i corsi sono stati<br />

erogati dagli altri soggetti<br />

previsti dal DPR.<br />

[3] A tale riguardo si rimanda alla<br />

ricerca condotta dall’EHMA,<br />

“Management Development for<br />

Doctors in Europe”, Dublino<br />

1994. Il tema sarà più diffusamente<br />

trattato nei paragrafi<br />

successive.<br />

[4] EHMA è un’associazione senza<br />

scopo di lucro che intende<br />

promuovere il miglioramento<br />

dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a in<br />

Europa tramite la definizione<br />

e l’adozione di standard di<br />

performance <strong>manageriale</strong>. Con<br />

sede a Dublino è l’unica organizzazione<br />

europea focalizzata<br />

sulle tematiche dello sviluppo<br />

<strong>manageriale</strong> delle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong> e vuole costituire<br />

un forum di discussione<br />

e di proposizioni dove i policy<br />

maker e i <strong>dirigenti</strong> delle<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong>, i<br />

responsabili del personale e<br />

della formazione, le Università<br />

e i Centri di ricerca pubblici<br />

e privati possono condividere<br />

informazioni qualificate<br />

sull’evoluzione <strong>dei</strong> sistemi<br />

<strong>sanitari</strong> europei, su concrete<br />

esperienze di cambiamento e<br />

di innovazione e su iniziative<br />

formative nell’ambito del management<br />

<strong>sanitari</strong>o.<br />

[5] I Paesi considerati nel rapporto<br />

sono stati i seguenti: Finlandia,<br />

Germania, Gran Bretagna,<br />

Irlanda, Italia, Olanda, Scozia,<br />

Spagna e Svezia.<br />

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[1] Formez (2006). 9° rapporto<br />

nazionale sulla formazione<br />

nella PA -Lo scenario della<br />

formazione nel sistema delle<br />

autonomie locali.<br />

23<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

24<br />

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Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


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Andrea Francesconi è Professore Associato<br />

di economia aziendale, Università<br />

degli Studi di Trento, e Direttore scientifico<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

organizzati dalla Provincia Autonoma di<br />

Trento dal 2000 al 2007.<br />

25<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


La formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> nella Provincia<br />

Autonoma di Trento<br />

Franca Bellotti<br />

1. Il quadro di riferimento<br />

L’articolo 5 del D.P.R. 10 dicembre<br />

1997, n. 44 prevede, tra i requisiti<br />

per l’accesso al secondo livello dirigenziale<br />

il possesso dell’attestato<br />

di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

Il successivo Decreto Legislativo<br />

19 giugno 1999, n. 229, integrando<br />

l’articolo 16 del Decreto Legislativo<br />

30 dicembre 1992, n. 502, ribadisce<br />

che la formazione <strong>manageriale</strong> costituisce<br />

requisito necessario per lo<br />

svolgimento degli incarichi relativi<br />

alle funzioni di direzione <strong>sanitari</strong>a<br />

aziendale e per l’esercizio delle<br />

funzioni dirigenziali di secondo<br />

livello per le categorie <strong>dei</strong> medici,<br />

odontoiatri, veterinari, farmacisti,<br />

biologi, chimici, fisici e psicologi.<br />

Il Decreto Legislativo n. 229/1999<br />

rinvia a un emanando decreto del<br />

Ministero della Sanità la definizione<br />

<strong>dei</strong> criteri per l’attivazione <strong>dei</strong> corsi<br />

per la formazione <strong>manageriale</strong>,<br />

stabilendo altresì la competenza<br />

delle regioni e delle province autonome<br />

per la loro organizzazione<br />

e attuazione, previo accordo con il<br />

Ministero stesso, e con la possibilità<br />

di avvalersi di soggetti pubblici e<br />

privati accreditati per la formazione<br />

continua.<br />

In attesa della emanazione del<br />

decreto ministeriale di definizione<br />

<strong>dei</strong> criteri per l’attivazione <strong>dei</strong><br />

corsi, è stato ritenuto opportuno<br />

procedere in sede locale alla loro<br />

progettazione per consentire un<br />

tempestivo avvio nel caso il Ministero<br />

avesse prontamente emanato<br />

il suddetto decreto e comunque per<br />

attuarli, sotto forma di corsi rientranti<br />

nelle iniziative di formazione<br />

continua rivolte al personale dirigenziale,<br />

nel caso che l’emanazione<br />

del decreto ministeriale avesse<br />

subito ritardi. 1<br />

A prescindere, infatti, dall’obbligo<br />

di frequenza e superamento<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

– che, ai sensi della modifica introdotta<br />

con decreto legislativo 2 luglio<br />

2000, n. 254 si consegue anche<br />

dopo l’assunzione dell’incarico di<br />

direzione delle strutture complesse<br />

– era apparso di fondamentale<br />

importanza offrire a chi ricopre posizioni<br />

di responsabilità gestionale<br />

nelle strutture <strong>sanitari</strong>e la possibilità<br />

di acquisire le conoscenze e le<br />

capacità necessarie per armonizzare<br />

le esigenze e gli obiettivi di governo<br />

clinico del settore diretto con le<br />

esigenze e gli obiettivi strategici<br />

dell’intera azienda <strong>sanitari</strong>a.<br />

Dunque anche la realizzazione<br />

da subito di corsi di formazione<br />

<strong>manageriale</strong>, se permetteva di sedimentare<br />

una preziosa esperienza<br />

formativa, in vista di un loro futuro<br />

riconoscimento formale quali corsi<br />

abilitanti all’assunzione o al mantenimento<br />

di incarichi dirigenziali<br />

27<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

2<br />

di secondo livello, garantiva nondimeno<br />

una risposta, per sé stessa<br />

valida e rilevante, alla domanda<br />

di qualificazione dirigenziale indispensabile<br />

a sostenere quei processi<br />

di aziendalizzazione che la legge<br />

delega 30 novembre 199, n. 419<br />

e il citato Decreto Legislativo n.<br />

229/1999 intendevano rinforzare.<br />

2. la definizione del progetto<br />

formativo<br />

In relazione ai presupposti normativi,<br />

in data 21 luglio 2000 è<br />

stata sottoscritta tra la Provincia<br />

autonoma di Trento e l’Università<br />

degli Studi di Trento una intesa<br />

per la costituzione di un gruppo<br />

di progettazione, con il compito di<br />

procedere alla valutazione <strong>dei</strong> fabbisogni<br />

nel campo della formazione<br />

<strong>manageriale</strong> e alla elaborazione di<br />

un'ipotesi di ordinamento didattico<br />

e di organizzazione gestionale di<br />

corsi di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

Tale gruppo di progettazione<br />

coordinato dal dirigente generale<br />

del Dipartimento <strong>Salute</strong> e Attività<br />

Sociali e composto da tre referenti<br />

dell’Università degli Studi di Trento,<br />

da due referenti dell’Azienda provinciale<br />

per i servizi <strong>sanitari</strong> e da un<br />

referente dell’Ordine <strong>dei</strong> medici chirurghi<br />

e odontoiatri della provincia<br />

di Trento, ha ultimato nel mese di<br />

giugno 2001 i propri lavori producendo<br />

il documento “Proposta progettuale<br />

per l’attivazione di corsi di<br />

formazione <strong>manageriale</strong> per direttori<br />

responsabili di struttura complessa”,<br />

il quale è stato successivamente<br />

sottoposto, trovando condivisione<br />

e interesse, alla visione:<br />

– delle organizzazioni sindacali<br />

della dirigenza medica e delle<br />

organizzazioni sindacali <strong>dei</strong> laureati<br />

non medici, le quali ultime<br />

(AUPI, SINAFO e SNABI);<br />

– del Presidente dell’Ordine <strong>dei</strong> medici<br />

chirurghi e degli odontoiatri<br />

della provincia di Trento;<br />

– della direzione generale del Ministero<br />

della Sanità.<br />

Tali presupposti hanno quindi<br />

permesso in data 29 novembre<br />

2001 la stipulazione del Protocollo<br />

d’intesa tra la Provincia autonoma<br />

di Trento e l’Università degli Studi di<br />

Trento per la realizzazione, da parte<br />

di quest’ultima, della formazione<br />

<strong>manageriale</strong> per direttori responsabili<br />

di struttura complessa: la prima<br />

edizione formativa si è attivata<br />

nell’aprile 2002.<br />

L’esperienza formativa della Provincia<br />

Autonoma di Trento e della<br />

Regione Lombardia – prime realtà<br />

regionali in cui sono stati attivati<br />

i corsi previsti dal D.lgs n. 502/’92<br />

e s.m. – ha permesso la definizione<br />

comune della disciplina della formazione<br />

<strong>manageriale</strong> a livello nazionale<br />

che ha trovato approvazione, in<br />

forma di Accordo interregionale, in<br />

sede di Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti<br />

delle regioni/province autonoma<br />

nella seduta del 10 luglio 2003: detto<br />

Accordo e stato quindi recepito<br />

dalla Provincia Autonoma di Trento<br />

con provvedimento della Giunta<br />

provinciale n. 3073 del 5 dicembre<br />

2003, definendo che tale certificato<br />

di formazione <strong>manageriale</strong> sia valutato,<br />

in provincia di Trento, come<br />

titolo di merito per l’assegnazione<br />

degli incarichi di Direttore di struttura<br />

complessa.<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


3. la disciplina della formazione<br />

Le modalità e i criteri di iscrizione<br />

alla formazione sono state definite<br />

dal Comitato di coordinamento<br />

(vedi paragrafo 4) e ripresi nel<br />

bando di iscrizione approvato con<br />

provvedimento della Giunta provinciale.<br />

Nel bando sono state altresì<br />

previste riserve di posti a favore del<br />

personale dipendente da strutture<br />

<strong>sanitari</strong>e private accreditate provinciali<br />

o extra provinciali, mantenendo<br />

comunque un numero massimo di<br />

30, gli ammessi a ogni sessione<br />

formativa.<br />

Le domande presentate dai <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> sono state valutate dal<br />

predetto Comitato, il quale ha provveduto<br />

a stilare apposite graduatorie<br />

secondo la valutazione <strong>dei</strong> titoli<br />

esposta in Tabella 1. Riconoscendo,<br />

nel caso di ex equo in graduatoria,<br />

diritto di preferenza ai <strong>dirigenti</strong> con<br />

maggiore anzianità di servizio.<br />

Tab. 1.<br />

Valutazione<br />

<strong>dei</strong> titoli per le<br />

graduatorie<br />

Titoli di carriera<br />

Possesso del diploma di specializzazione 10<br />

Punti<br />

Possesso di pregressa idoneità primariale nazionale<br />

(max 2 idoneità)<br />

Titolare delle funzioni di direttore di struttura<br />

complessa (primario)<br />

Incarico di facenti funzione di direttore di struttura<br />

complessa (primario)<br />

Funzioni di aiuto/assistente e equiparati<br />

Titoli accademici e di studio<br />

Soggiorni di studio o di addestramento professionale<br />

in rilevanti strutture italiane o estere di durata non<br />

inferiore a 3 mesi, con esclusione <strong>dei</strong> tirocini obbligatori<br />

(max 10 punti)<br />

Attività didattica presso corsi di studio per il conseguimento<br />

di diploma universitario, di laurea o di<br />

specializzazione ovvero presso scuole per la formazione<br />

di personale <strong>sanitari</strong>o per un minimo di 12 ore<br />

annue (max 6 punti).<br />

Viene conteggiata una sola annualità anche se nello<br />

stesso anno si è svolta attività didattica in più di<br />

una tipologia di corso.<br />

2 per idoneità<br />

5 per anno<br />

2,5 per anno<br />

0,50 per anno<br />

Punti<br />

da 3 a 6 mesi: 1<br />

da 6 a 12 mesi: 2<br />

oltre 12 mesi: 3<br />

fino a 2 anni: 2<br />

fino a 4 anni: 4<br />

5 o più anni: 6<br />

29<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

30<br />

Valutazione finale e rilascio del<br />

certificato di formazione: ai fini dell’ammissione<br />

all’esame finale è stato<br />

previsto l’obbligo di frequenza per<br />

almeno l’0% delle ore di attività. Il<br />

periodo di formazione poteva essere<br />

sospeso per gravidanza, puerperio o<br />

malattia, con possibilità di recupero<br />

<strong>dei</strong> periodi di assenza nell’ambito di<br />

altro corso e secondo le modalità<br />

che sarebbero state definite dal<br />

Direttore della formazione.<br />

Al termine del periodo di formazione<br />

è stato previsto l’espletamento<br />

di un colloquio finale,<br />

tramite anche la presentazione e<br />

discussione di un elaborato.<br />

Il superamento dell’esame finale<br />

ha comportato il rilascio, da parte<br />

della Provincia autonoma di Trento,<br />

del certificato di formazione sottoscritto<br />

dall’Assessore provinciale<br />

alle Politiche Sociali e alla <strong>Salute</strong> e<br />

controfirmato dal Presidente della<br />

Commissione d’esame.<br />

Aspetti finanziari: l’iscrizione al<br />

corso è stata subordinata al pagamento,<br />

da parte del dirigente interessato,<br />

di una quota di iscrizione<br />

da versare su apposito capitolo di<br />

bilancio dell’Università degli Studi<br />

di Trento, quale entrata finalizzata al<br />

pagamento degli oneri di gestione.<br />

L’importo della tassa è stato<br />

pertanto determinato in misura<br />

tale da coprire i costi di gestione e<br />

realizzazione del corso.<br />

La Giunta provinciale si è comunque<br />

riservata di assumere a proprio<br />

carico eventuali oneri per agevolare<br />

l’accesso a servizi mensa e per<br />

l’organizzazione di iniziative connesse<br />

alla formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

4. la struttura organizzativa della<br />

formazione<br />

Il corso di formazione è stato strutturato<br />

in modo da fornire strumenti e<br />

tecniche propri del processo <strong>manageriale</strong><br />

e quindi riferiti prioritariamente<br />

alle aree di organizzazione e gestione<br />

<strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, agli indicatori di<br />

qualità <strong>dei</strong> servizi di sanità pubblica,<br />

alla gestione delle risorse umane, ai<br />

criteri di finanziamento e agli elementi<br />

di bilancio e controllo.<br />

Importante è stato quindi prevedere<br />

un’organizzazione che garantisse<br />

il coinvolgimento di tutti i<br />

soggetti interessati per condividere<br />

gli obiettivi formativi, garantire le<br />

competenze necessarie, nonché mantenere<br />

la continuità tra i diversi temi<br />

trattati del percorso formativo.<br />

Per il coordinamento <strong>dei</strong> rapporti<br />

tra i Soggetti istituzionali (Assessorato<br />

alle Politiche Sociali e alla <strong>Salute</strong><br />

– Università degli Studi di Trento<br />

– Azienda provinciale per i Servizi<br />

Sanitari) è stato costituito il Comitato<br />

di coordinamento composto da<br />

referenti delle diverse istituzioni<br />

con i seguenti compiti:<br />

– promuovere la collaborazione tra<br />

i Soggetti istituzionali coinvolti<br />

nella formazione;<br />

– valutare i fabbisogni formativi;<br />

– elaborare l’ordinamento didattico<br />

della formazione <strong>manageriale</strong><br />

delle categorie professionali<br />

interessate, tenendo conto<br />

della normativa di riferimento,<br />

proponendo anche modalità di<br />

frequenza innovative;<br />

– programmare eventuali collaborazioni<br />

con altre realtà, anche<br />

universitarie;<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


– definire i criteri per l’accesso ai<br />

corsi e per la formulazione della<br />

relativa graduatoria di ammissione;<br />

– valutare la congruità degli importi<br />

relativi alla tassa di iscrizione<br />

al corso, proposti dall’Università.<br />

Per la realizzazione delle attività<br />

formative sono stati individuati i<br />

seguenti soggetti e organi collegiali<br />

nominati e costituiti dall’Università<br />

degli Studi di Trento:<br />

a) il Direttore, docente universitario<br />

chiamato a:<br />

- garantire omogeneità metodologica<br />

e didattica;<br />

- presiedere il Comitato Tecnico<br />

Scientifico (CTS);<br />

- sovrintendere il regolare svolgimento<br />

del corso in quanto<br />

responsabile dell’attuazione<br />

<strong>dei</strong> compiti assegnati agli<br />

altri Soggetti coinvolti nella<br />

formazione;<br />

- garantire l’attuazione delle attività<br />

previste nella convenzione<br />

tra la Provincia autonoma di<br />

Trento e l’Università degli Studi<br />

di Trento;<br />

- nominare i docenti e le figure<br />

di staff, sulla base di quanto<br />

deliberato dal Comitato Tecnico<br />

Scientifico;<br />

- relazionare al Comitato Tecnico<br />

Scientifico sull’andamento del<br />

corso.<br />

b) il Comitato Tecnico Scientifico<br />

(CTS), presieduto dal Direttore<br />

del corso impegnato a:<br />

- individuare i criteri, le procedure<br />

e le modalità per la<br />

nomina, da parte del Direttore,<br />

<strong>dei</strong> soggetti coinvolti nella<br />

realizzazione delle attività formative<br />

(docenti, tutori, coordinatore);<br />

- prendere visione del programma<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> fornendo anche<br />

eventuali proposte tecnico<br />

scientifiche;<br />

- verificare periodicamente il<br />

corretto svolgimento del corso;<br />

- predisporre le griglie di valutazione,<br />

il cui giudizio viene utilizzato<br />

per la valutazione finale<br />

individuale complessiva;<br />

- verificare la correttezza delle<br />

metodologie e <strong>dei</strong> contenuti<br />

didattici e degli strumenti di<br />

valutazione in coerenza con il<br />

programma formativo;<br />

- individuare modalità per la valutazione<br />

<strong>dei</strong> processi formativi.<br />

c) il Coordinatore tecnico operativo,<br />

individuato dal Direttore, sulla<br />

base delle indicazioni fornite dal<br />

CTS con i seguenti compiti:<br />

- in collaborazione con il Direttore,<br />

individua e contatta i<br />

docenti, definisce il calendario<br />

<strong>dei</strong> moduli formativi e dell’attività<br />

pratica individuale;<br />

- verifica il regolare svolgimento<br />

delle lezioni e <strong>dei</strong> seminari;<br />

- raccoglie le valutazioni, tramite<br />

le apposite griglie, <strong>dei</strong><br />

medici in formazione;<br />

- collabora con il Direttore nella<br />

predisposizione della relazione<br />

al Comitato Tecnico Scientifico.<br />

Per lo svolgimento dell’esame<br />

finale, in forma di colloquio, si è<br />

prevista l’istituzione di una Commissione<br />

d’esame, costituita dall’Università,<br />

composta dal Direttore<br />

31<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

32<br />

del corso (nel ruolo di Presidente),<br />

da due docenti del corso nominati<br />

dall’Università, integrata da un<br />

rappresentante, della Provincia<br />

Autonoma di Trento (un dirigente)<br />

e da un rappresentante dell’Ordine<br />

provinciale <strong>dei</strong> Medici Chirurghi e<br />

Odontoiatri iscritto nei ruoli <strong>dei</strong><br />

medici del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale,<br />

con il compito di esprimere<br />

il giudizio finale tenendo conto<br />

della qualità dell’elaborato e della<br />

competenza acquisita dal candidato<br />

relativamente a ciascuno <strong>dei</strong> moduli<br />

formativi.<br />

5. Il programma formativo 2<br />

Il corso, di durata pari a 120 ore,<br />

è stato realizzato nell’arco di tre/<br />

quattro mesi, con un impegno mensile<br />

di circa 5 giorni consecutivi.<br />

Obiettivo didattico: fornire ai <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> operanti nell’ambito<br />

della diagnosi e cura, le conoscenze<br />

delle logiche e degli strumenti di<br />

economia e di management necessari<br />

al fine di ricoprire posizioni<br />

di responsabilità organizzativa di<br />

struttura complessa nell’ambito delle<br />

aziende <strong>sanitari</strong>e e delle aziende<br />

ospedaliere.<br />

Metodologia didattica: nell’ambito<br />

del corso è stata utilizzata una<br />

metodologia didattica attiva; le<br />

lezioni tradizionali (lezioni frontali)<br />

sono state affiancate da strumenti<br />

quali analisi e discussione di casi didattici,<br />

incident, role playing, simulazioni<br />

e griglie di analisi, finalizzati<br />

a favorire, tramite la discussione in<br />

piccoli gruppi di lavoro, l’immediata<br />

interiorizzazione <strong>dei</strong> contenuti oggetto<br />

del corso. I casi, le discussioni<br />

guidate, gli incident e, più in generale,<br />

tutti gli strumenti didattici<br />

sono stati focalizzati specificamente<br />

sulle tematiche inerenti la gestione<br />

dell’ambito socio-<strong>sanitari</strong>o.<br />

Materiale didattico: il materiale<br />

didattico di supporto allo svolgimento<br />

dell’iniziativa formativa<br />

(testi, articoli, note didattiche e<br />

casi didattici) è stato predisposto<br />

dai docenti <strong>dei</strong> corsi e fornito a ogni<br />

partecipante.<br />

Orario delle lezioni: dalle 9:00<br />

alle 13:00 e dalle 14:00 alle 1:00,<br />

per un totale di ore di didattica<br />

al giorno.<br />

Contenuti del corso: il corso è stato<br />

articolato in moduli didattici di<br />

cinque giornate consecutive, così da<br />

favorire una specifica ed efficace focalizzazione<br />

sui contenuti del corso<br />

e, nello stesso tempo, favorire lo sviluppo<br />

di un costruttivo clima d’aula.<br />

I GIORNATA<br />

Concetti generali, elementi di economia<br />

<strong>sanitari</strong>a e di economia aziendale;<br />

organizzazione aziendale.<br />

Obiettivo: esplicitare i concetti di<br />

base dell’economia <strong>sanitari</strong>a,<br />

dell’economia aziendale e le<br />

esigenze di integrazione delle<br />

competenze specialistiche con<br />

le competenze gestionali.<br />

Contenuti:<br />

-Presentazione del corso, obiettivi<br />

e “regole del gioco”<br />

-L’oggetto dello studio dell’economia:<br />

il rapporto tra risorse e<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


isogni. Produzione di beni attraverso<br />

i fattori di produzione e<br />

consumo <strong>dei</strong> beni per il soddisfacimento<br />

<strong>dei</strong> consumatori, le due<br />

attività fondamentali dell’uomo<br />

come trasformatore di risorse;<br />

-I sistemi di allocazione delle<br />

risorse: i sistemi basati sulle<br />

norme e sulle gerarchie, i sistemi<br />

basati sulle scelte collettive, i<br />

sistemi di mercato. Le forme di<br />

mercato e le economie miste;<br />

-L’economia <strong>sanitari</strong>a: una branca<br />

dell’economia pubblica. I problemi<br />

economici che si affrontano<br />

nello studio economico della<br />

sanità. Asimmetria dell’informazione,<br />

etica ed economia nelle<br />

scelte <strong>sanitari</strong>e, il rapporto tra la<br />

salute e la ricchezza di un paese;<br />

-La programmazione <strong>sanitari</strong>a. La<br />

programmazione come processo<br />

razionale per l’uso delle risorse.<br />

Il piano <strong>sanitari</strong>o e i cicli del<br />

processo programmatorio. Domanda<br />

di ricovero e offerta di<br />

posti letto;<br />

-I ruoli e le funzioni della dirigenza<br />

nelle aziende e nelle aziende<br />

di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />

-Competenze specialistiche e<br />

competenze gestionali per i responsabili<br />

di struttura complessa;<br />

-Un modello interpretativo dell’organizzazione<br />

delle strutture<br />

aziendali, il modello sistemico;<br />

Le variabili organizzative: loro<br />

definizione e individuazione;<br />

-Analisi e discussione di un caso.<br />

II GIORNATA<br />

Elementi di progettazione organizzativa.<br />

Obiettivo: esplicitare le teorie, le<br />

esperienze e le applicazioni di<br />

base delle discipline organizzative.<br />

Contenuti:<br />

-Metodologie di analisi e progettazione<br />

organizzativa;<br />

-I fabbisogni organizzativi: specializzazione<br />

e integrazione;<br />

-Modelli per l’analisi <strong>dei</strong> fabbisogni<br />

di integrazione;<br />

-Logiche e strumenti di integrazione<br />

nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>;<br />

-Analisi e discussione di un caso<br />

didattico;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento.<br />

III GIORNATA<br />

Le strutture organizzative e il dipartimento<br />

ospedaliero.<br />

Obiettivo: conoscere l’applicazione<br />

delle logiche e delle conoscenze<br />

organizzative allo specifico contesto<br />

delle strutture complesse<br />

ospedaliere<br />

Contenuti:<br />

-I modelli organizzativi;<br />

-Le strutture organizzative di<br />

base: punti di forza e di debolezza;<br />

-Il dipartimento ospedaliero<br />

come modalità di riprogettazione<br />

dell’assistenza ospedaliera;<br />

-L’analisi delle responsabilità<br />

organizzative nelle strutture<br />

dipartimentali;<br />

-Gli strumenti di governo delle<br />

strutture dipartimentali;<br />

-Discussione di un caso didattico;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

33<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

34<br />

IV GIORNATA<br />

La qualità nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

Obiettivo: conoscere l’applicazione<br />

delle logiche e delle conoscenze<br />

organizzative allo specifico contesto<br />

delle strutture complesse<br />

ospedaliere.<br />

Contenuti:<br />

-I sistemi di qualità nelle aziende<br />

di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />

-I diversi approcci: la VRQ, il<br />

Total Quality management, l’accreditamento;<br />

-L’approccio del total quality<br />

management. Il processo di<br />

introduzione della qualità: le<br />

fasi, le persone, il training, gli<br />

strumenti;<br />

-La customer satisfaction;<br />

-Il processo di benchmarking;<br />

-Discussione di un caso didattico;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento.<br />

V GIORNATA<br />

I sistemi di accreditamento nei<br />

sistemi <strong>sanitari</strong> e nelle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

Obiettivo: esplicitare gli approcci<br />

“istituzionali” al tema della qualità<br />

con particolare riferimento al<br />

contesto delle Regioni Italiane<br />

più avanzate in materia.<br />

Contenuti:<br />

-L’autorizzazione, l’accreditamento<br />

e la certificazione delle<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />

-La certificazione del sistema<br />

aziendale secondo l’approccio ISO;<br />

-L’accreditamento delle strutture<br />

<strong>sanitari</strong>e: le linee guida ministeriali;<br />

-I provvedimenti regionali di<br />

definizione <strong>dei</strong> requisiti per l’accreditamento:<br />

le fasi e i tempi di<br />

attuazione;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

VI GIORNATA<br />

I sistemi di programmazione e<br />

controllo di gestione;<br />

i modelli di rappresentazione<br />

aziendale.<br />

Obiettivo: fornire gli elementi conoscitivi<br />

di base utili a comprendere<br />

la logica del sistema di rilevazione<br />

aziendale e le modalità<br />

di redazione <strong>dei</strong> documenti di<br />

sintesi chiarendo in particolare le<br />

differenze tra dinamica economica<br />

e finanziaria della gestione;<br />

fornire i primi elementi per la<br />

conoscenza <strong>dei</strong> meccanismi e<br />

delle logiche di funzionamento<br />

<strong>dei</strong> sistemi di programmazione e<br />

controllo di gestione con particolare<br />

riferimento al ruolo ricoperto<br />

dai medici <strong>dirigenti</strong>.<br />

Contenuti:<br />

-Il processo di programmazione<br />

e controllo di gestione: le sue<br />

peculiarità nelle organizzazioni<br />

<strong>sanitari</strong>e;<br />

-Gli strumenti del controllo di<br />

gestione: contabilità analitica,<br />

sistema di reporting e sistema<br />

di budget;<br />

-Il sistema di contabilità analitica:<br />

logiche e criteri di progettazione<br />

e di funzionamento<br />

-La definizione del piano <strong>dei</strong><br />

centri di costo e del piano <strong>dei</strong><br />

centri di responsabilità;<br />

-Il ruolo <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> responsa-<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


ili delle unità operative nell’ambito<br />

del sistema di contabilità<br />

analitica;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction;<br />

-Il sistema informativo aziendale<br />

e i sottosistemi informativi:<br />

elementi di progettazione e di<br />

utilizzo per il medico dirigente;<br />

-Il sistema di rilevazione: finalità,<br />

oggetto e metodo;<br />

-La dinamica finanziaria e la<br />

dinamica economica della gestione;<br />

-I concetti di costo, ricavo,<br />

uscita finanziaria ed entrata<br />

finanziaria;<br />

-Il bilancio d’esercizio: principi e<br />

tecniche per la sua costruzione;<br />

-Analisi di bilanci di aziende<br />

<strong>sanitari</strong>e e aziende ospedaliere;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

VII GIORNATA<br />

La statistica nella pratica clinica;<br />

analisi di dati qualitativi e quantitativi:<br />

metodi statistici di base;<br />

indicatori <strong>sanitari</strong> per l’analisi<br />

quantitativa <strong>dei</strong> servizi e delle loro<br />

componenti; inferenza statistica;<br />

lettura critica di articoli scientifici;<br />

il budget nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

Obiettivo: fornire gli strumenti<br />

idonei per l’organizzazione e<br />

l’analisi critica <strong>dei</strong> dati, per la<br />

loro sintesi e interpretazione;<br />

conoscere il sistema di budget<br />

nelle aziende <strong>sanitari</strong>e.<br />

Contenuti: (riferiti alla parte relativa<br />

al budget)<br />

-Il ruolo del budget nel sistema<br />

di programmazione e controllo di<br />

gestione;<br />

-I sistemi di gestione budgetaria;<br />

-Il processo di budget: il ruolo<br />

del responsabile di unità operativa<br />

nelle diverse fasi del budget;<br />

-Le fasi del processo di budget.<br />

VIII GIORNATA<br />

Il budget nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>; la valutazione degli investimenti.<br />

Obiettivo: fornire le conoscenze per<br />

poter positivamente interagire<br />

con i competenti organi aziendali<br />

nell’ambito del processo di<br />

budget; fornire gli strumenti di<br />

base per supportare i processi<br />

decisionali con particolare riferimento<br />

alla valutazione dell’andamento<br />

economico delle unità<br />

operative di diagnosi e cura e<br />

alla valutazione delle alternativa<br />

di investimento.<br />

Contenuti:<br />

-La fase di definizione degli<br />

obiettivi di budget: i supporti<br />

informativi necessari;<br />

-L’iter di formulazione degli obiettivi<br />

a livello di unità operativa;<br />

-Il ruolo <strong>dei</strong> responsabili delle<br />

unità operative di diagnosi e<br />

cura nell’ambito del processo di<br />

budget;<br />

-Il sistema di reporting: come<br />

analizzare e utilizzare le informazioni<br />

economiche al fine di<br />

supportare i processi decisionali<br />

delle unità operative;<br />

-L’analisi delle decisioni di<br />

investimento con particolare<br />

35<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

36<br />

riferimento agli investimenti in<br />

tecnologia <strong>sanitari</strong>a;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

IX GIORNATA<br />

La gestione del personale nelle<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

Obiettivo: esplicitare i principi e le<br />

tecniche di gestione del personale<br />

nelle aziende <strong>sanitari</strong>e.<br />

Contenuti:<br />

-Cenni sugli aspetti amministrativi<br />

e normativi <strong>dei</strong> contratti di<br />

lavoro;<br />

-Dotazione organica e carichi di<br />

lavoro;<br />

-Principi e tecniche di gestione<br />

del personale nelle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong>;<br />

-Le peculiarità della gestione<br />

del personale nelle aziende di<br />

servizi;<br />

-I meccanismi operativi per la<br />

gestione del personale: motivazione,<br />

programmazione, selezione,<br />

inserimento;<br />

-La valutazione del personale:<br />

aspetti di ordine generale;<br />

-La valutazione <strong>dei</strong> risultati e<br />

il collegamento con i sistemi<br />

premianti d’azienda;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

X GIORNATA<br />

I sistemi di finanziamento delle<br />

aziende di servizi <strong>sanitari</strong> e la misurazione<br />

delle attività delle unità operative<br />

di diagnosi e cura ospedaliere.<br />

Obiettivo: consolidare le conoscenze<br />

di base in merito alla modalità<br />

di finanziamento delle aziende di<br />

servizi <strong>sanitari</strong> e in merito alla misurazione<br />

del prodotto ospedaliero,<br />

a fini di: valutazione <strong>dei</strong> sistemi di<br />

qualità, prevenzione dell’inappropriatezza,<br />

valutazione dell’output.<br />

Contenuti:<br />

-La spesa <strong>sanitari</strong>a e il suo controllo.<br />

Una breve discussione sull’evoluzione<br />

della spesa <strong>sanitari</strong>a<br />

in Italia e sulle sue determinanti<br />

principali. L’evoluzione delle<br />

modalità di finanziamento del<br />

sistema <strong>sanitari</strong>o italiano;<br />

-Il finanziamento <strong>dei</strong> sistemi<br />

<strong>sanitari</strong> nelle economie moderne.<br />

Le due grandi alternative polari,<br />

il welfare state e la produzione<br />

privata, la dimostrazione della<br />

non esistenza di modelli “puri”. Il<br />

caso degli Stati Uniti d’America;<br />

-Come remunerare i servizi <strong>sanitari</strong>,<br />

le procedure e il loro<br />

rapporto con il sistema giuridico.<br />

Il finanziamento degli ospedali,<br />

le forme tradizionali e il finanziamento<br />

prospettico per caso di<br />

ricovero omogeneo, i Drg;<br />

-Le più recenti tendenze nell’evoluzione<br />

del settore <strong>sanitari</strong>o<br />

pubblico, il finanziamento <strong>dei</strong><br />

servizi <strong>sanitari</strong> nel modello <strong>dei</strong><br />

quasi-mercati britannici;<br />

-Esercitazione sul campo: confronti<br />

tra Drg.<br />

XI GIORNATA<br />

Elementi di etica per la gestione<br />

delle attività <strong>sanitari</strong>e; tecniche di<br />

gestione <strong>dei</strong> conflitti e della negoziazione.<br />

Obiettivo: fornire le conoscenze e<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


gli strumenti idonei ad affrontare<br />

le condizioni di diversa<br />

motivazione al lavoro <strong>dei</strong> propri<br />

collaboratori e ad affrontare le<br />

relazioni organizzative con l’alta<br />

direzione.<br />

Contenuti:<br />

-La gestione <strong>dei</strong> conflitti inter e<br />

intra unità operativa;<br />

-Le principali tipologie di conflitti<br />

presenti nelle organizzazioni;<br />

-Sintomi e cause del conflitto;<br />

-Classificazione <strong>dei</strong> conflitti organizzativi:<br />

cause fisiologiche e<br />

cause patologiche di conflitto.<br />

XII GIORNATA<br />

Tecniche di gestione <strong>dei</strong> conflitti e<br />

della negoziazione (continua dalla<br />

XI Giornata); la leadership e la carta<br />

<strong>dei</strong> servizi.<br />

Obiettivo: fornire le conoscenze e<br />

gli strumenti idonei ad affrontare<br />

le condizioni di diversa<br />

motivazione al lavoro <strong>dei</strong> propri<br />

collaboratori e ad affrontare le<br />

relazioni organizzative con l’alta<br />

direzione (continua dalla XI Giornata);<br />

favorire l’apprendimento<br />

degli strumenti idonei a motivare<br />

e coinvolgere il personale nel<br />

perseguimento della mission<br />

aziendale e nel conseguimento<br />

di specifici obiettivi.<br />

Contenuti:<br />

-I conflitti organizzativi e professionali;<br />

-Cenni sui modelli e sulle tecniche<br />

di negoziazione;<br />

-Lo stile di direzione e la leadership<br />

organizzativa;<br />

-L’importanza della leadership<br />

nelle organizzazioni professionali;<br />

-Definizione di leadership.<br />

XIII GIORNATA<br />

La leadership e la carta <strong>dei</strong> servizi<br />

(continua dalla XII Giornata); la comunicazione<br />

nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>.<br />

Obiettivo: favorire l’apprendimento<br />

degli strumenti idonei a motivare<br />

e coinvolgere il personale<br />

nel perseguimento della mission<br />

aziendale e nel conseguimento<br />

di specifici obiettivi (continua<br />

dalla XII Giornata); conoscere le<br />

tecniche di comunicazione.<br />

Contenuti:<br />

-I vari tipi di leadership e il<br />

modello della leadership situazionale;<br />

-Simulazioni d’aula con i partecipanti;<br />

-L’applicabilità degli strumenti di<br />

marketing nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>;<br />

-La comunicazione interna ed<br />

esterna e il governo delle relazioni<br />

con gli utenti <strong>dei</strong> servizi<br />

<strong>sanitari</strong>;<br />

-La comunicazione medico-paziente;<br />

-La gestione delle relazioni con<br />

gli utenti: la carta <strong>dei</strong> servizi, la<br />

comunicazione con le altre unità<br />

operative e con i medici di base;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento.<br />

XIV GIORNATA<br />

Principi di valutazione economica<br />

in sanità.<br />

Obiettivo: fornire gli strumenti di<br />

base per la valutazione delle<br />

implicazioni economiche delle<br />

scelte di ordine clinico terapeutico<br />

e per sapere interpretare<br />

correttamente le evoluzioni<br />

37<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

3<br />

della ricerca scientifica in campo<br />

clinico<br />

Contenuti:<br />

-A che cosa serve la valutazione<br />

economica e a chi serve. Una<br />

breve introduzione alle finalità<br />

della valutazione economica<br />

nella sanità;<br />

-Cost-benefit analysis e Costminimization<br />

analysis;<br />

-Cost-effectiveness analysis;<br />

-Cost-utility analysis;<br />

-Cost-benefit analysis;<br />

-Un confronto tra le tecniche di<br />

valutazione illustrate;<br />

-Esercizi di approfondimento sui<br />

temi trattati;<br />

-Autovalutazione del grado di<br />

apprendimento;<br />

-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction.<br />

XV GIORNATA<br />

L’epidemiologia nella pratica clinica.<br />

Obiettivo: fornire gli elementi di<br />

base per sviluppare un linguaggio<br />

comune per interagire con<br />

altre professionalità dell’area<br />

<strong>sanitari</strong>a; illustrare i vari tipi di<br />

studio epidemiologico e le tecniche<br />

associative utilizzabili nella<br />

pratica clinica e nella gestione<br />

operativa.<br />

Contenuti:<br />

-L’approccio epidemiologico;<br />

natura e funzioni dell’epidemiologia;<br />

-L’informazione statistica sullo<br />

stato <strong>sanitari</strong>o nazionale e provinciale;<br />

-Misure di occorrenza di malattia:<br />

prevalenza, incidenza, rischio.<br />

Il ruolo <strong>dei</strong> denominatori;<br />

-Misure di associazione: analisi e<br />

valutazione <strong>dei</strong> fattori prognostici:<br />

rischio relativo e odds ratio;<br />

confondimento e modificazione<br />

di effetto;<br />

-Indicatori sociali, <strong>sanitari</strong> e di<br />

salute (mortalità, morbidità, disabilità,<br />

ecc.). Misure di impatto<br />

in sanità pubblica;<br />

-Metodi di indagine epidemiologica.<br />

Disegno degli studi analitici;<br />

-I registri di patologia;<br />

-Giudizio sulla sicurezza <strong>dei</strong> farmaci<br />

e di altre procedure cliniche;<br />

-Screening e prevenzione;<br />

-L’epidemiologia e la valutazione<br />

dell’evidenza scientifica.<br />

6. la formazione continua post<br />

certificazione<br />

Dal 2002 al 2006 sono state realizzate,<br />

tramite l’Università degli<br />

Studi di Trento (deliberazione della<br />

Giunta provinciale n. 2950 del 5<br />

novembre 2001), otto edizioni del<br />

Corso di formazione <strong>manageriale</strong><br />

coinvolgendo n. 24 professionisti,<br />

che sono ora iscritti nell’apposito<br />

registro provinciale, istituito con<br />

deliberazione della Giunta provinciale<br />

n. 1374 del 1 luglio 2005 e<br />

aggiornato con determinazione del<br />

dirigente del Servizio Innovazione<br />

e formazione per la salute n. 27 del<br />

22 agosto 2006.<br />

L’andamento delle iscrizioni ai<br />

corsi di formazione <strong>manageriale</strong> e il<br />

numero <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> qualificati<br />

sono riportati in Tabella 2.<br />

Accanto al Corso di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> si è ritenuto opportuno<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Tab. 2.<br />

Andamento delle<br />

iscrizioni ai corsi<br />

di formazione<br />

<strong>manageriale</strong><br />

e numero <strong>dei</strong><br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

qualificati<br />

Edizione<br />

I edizione<br />

aprile – ottobre 2002<br />

II edizione<br />

novembre 2002 – aprile 2003<br />

richieste di<br />

ammissione<br />

ammessi<br />

Qualificati<br />

50 25 25<br />

7 40 40<br />

III edizione<br />

maggio – ottobre 2003<br />

IV edizione<br />

settembre 2003 – febbraio 2004<br />

V edizione<br />

marzo – settembre 2004<br />

VI edizione<br />

novembre 2004 – giugno 2005<br />

VII edizione<br />

aprile – novembre 2005<br />

VIII edizione<br />

novembre 2005 – febbraio 2006<br />

3<br />

111<br />

125<br />

31 31<br />

32 32<br />

31 31<br />

30 29<br />

30 30<br />

30 30<br />

Totale 447 249 248<br />

realizzare iniziative di approfondimento,<br />

finalizzate a garantire lo<br />

sviluppo delle conoscenze nonché<br />

mantenere la validità del certificato<br />

di formazione, tenuto conto che<br />

il predetto Accordo interregionale<br />

vincola il dirigente <strong>sanitari</strong>o<br />

formato a frequentare, nei trienni<br />

successivi alla data di conseguimento<br />

del certificato, tali iniziative<br />

di formazione continua.<br />

Sono state pertanto realizzate,<br />

con spesa a carico della Provincia<br />

Autonoma di Trento, n. 6 edizioni<br />

di corsi coinvolgendo n. 152 <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong>, di due giornate ciascuna,<br />

sul tema “La valutazione del<br />

personale nelle aziende <strong>sanitari</strong>e”<br />

sempre tramite la collaborazione<br />

dell’Università degli Studi di Trento.<br />

Tale argomento è stato individuato<br />

come prioritario dal predetto<br />

Comitato di coordinamento in<br />

quanto non trattato nell’ambito del<br />

corso di formazione <strong>manageriale</strong>,<br />

ma di notevole importanza per la<br />

dirigenza <strong>sanitari</strong>a; gli altri temi<br />

ritenuti rilevanti, sono stati:<br />

– Etica, equità ed economia;<br />

– Clinical governance management<br />

per il governo clinico;<br />

39<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nella Provincia autonoma di Trento<br />

40<br />

– La gestione del rischio clinico<br />

nelle aziende di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />

– Analisi della sopravvivenza;<br />

– La comunicazione interna ed<br />

esterna nelle aziende di servizi<br />

<strong>sanitari</strong>;<br />

– Modelli di regressione in epidemiologia;<br />

- Balanced scorecard e percorso<br />

del paziente per supportare le<br />

decisioni in sanità.<br />

noTE<br />

[1] La modifica del titolo V della<br />

parte seconda della Costituzione<br />

-Legge Costituzionale 1<br />

ottobre 2001 n. 3 – ha nel frattempo<br />

riconosciuto alle regioni<br />

la potestà regolamentare in<br />

tale materia in quanto all’art.<br />

3 si prevede che la potestà regolamentare<br />

spetta allo Stato<br />

nelle materie di legislazione<br />

esclusiva.<br />

[2] Il programma è stato elaborato<br />

dal gruppo di progettazione<br />

costituito dall’Assessore provinciale<br />

alle politiche sociali e alla<br />

salute con nota prot. n. 325 di<br />

data 31 gennaio 2001, coordinato<br />

dal Dirigente generale<br />

del Dipartimento provinciale<br />

salute e attività sociali dott.<br />

Giorgio Paolino e composto dai<br />

signori dott. Luciano Pontalti<br />

e dott.ssa Franca Bellotti della<br />

Provincia autonoma di Trento,<br />

prof. Andrea Francesconi, prof.<br />

Rocco Micciolo e prof. Luigi<br />

Mittone dell’Università degli<br />

Studi di Trento, prof. Marcello<br />

Disertori, dott. Giovanni<br />

Dossi e dott. Fabrizio Fontana<br />

dell’Azienda provinciale per i<br />

servizi <strong>sanitari</strong>.<br />

Franca Bellotti è Direttore dell’Ufficio formazione<br />

e sviluppo delle risorse umane,<br />

Assessorato alle Politiche per la <strong>Salute</strong><br />

della Provincia Autonoma di Trento.<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Oltre le competenze<br />

specialistiche: la<br />

formazione <strong>manageriale</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

nell’Azienda Provinciale<br />

per i Servizi Sanitari di<br />

Trento<br />

Fabrizio Fontana, Silvia Pedrolli<br />

1. Il processo di cambiamento<br />

della sanità pubblica<br />

Trasformazione da sistema burocratico<br />

a sistema aperto e flessibile,<br />

attenzione ai diversi “portatori<br />

d’interesse” che ruotano intorno al<br />

sistema <strong>sanitari</strong>o, introduzione di<br />

termini gestionali (quale “Azienda”<br />

per indicare un’organizzazione che<br />

eroga prestazioni cliniche), passaggio<br />

dal concetto di “pazienteutente”<br />

a “cliente”, introduzione<br />

di sistemi di gestione tipici delle<br />

aziende private: questi sono gli<br />

elementi chiave del vasto processo<br />

di aziendalizzazione del Sistema<br />

Sanitario Nazionale (SSN).<br />

In risposta a questi necessari<br />

cambiamenti che si sviluppano non<br />

solo a livello locale, ma su scala<br />

internazionale, nasce un nuovo<br />

modo di gestire il settore pubblico,<br />

quello che il sistema anglosassone<br />

definisce new public management.<br />

Con esso si fa strada l’idea che per<br />

garantire al meglio i diversi servizi<br />

alla collettività, è auspicabile abbandonare<br />

la tradizionale burocrazia<br />

per adottare modelli di gestione<br />

decentrata, mentalità e tecniche<br />

manageriali, strutture organizzative,<br />

norme, valori in linea con il<br />

settore privato, come l’efficienza e<br />

il dinamismo (Hood, 1991; Ranade,<br />

1994).<br />

In questo contesto è di fondamentale<br />

importanza capire che<br />

il cambiamento impatta in modo<br />

significativo non solo sulla parte<br />

“hard” di un’organizzazione (articolazione<br />

delle strutture, processi,<br />

flussi e sistemi informativi, ecc.),<br />

ma soprattutto su quella “soft”, vale<br />

a dire sulla cultura e sul modo di<br />

“essere parte del sistema aziendale”<br />

<strong>dei</strong> professionisti <strong>sanitari</strong>, su ciò<br />

che l’Azienda si aspetta da ciascuno<br />

di essi e, conseguentemente, sulle<br />

competenze del singolo.<br />

La complessità operativa e strategica,<br />

connesso al processo di<br />

aziendalizzazione, rende quindi<br />

necessario un tipo di organizzazione<br />

professionale che sia molto più<br />

dinamica e integrata di quella tradizionale<br />

e di stampo burocratico.<br />

Infatti, gli obiettivi, che di volta<br />

in volta vengono affidati alle aziende<br />

<strong>sanitari</strong>e (oltre allo svolgimento<br />

delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e quotidiane<br />

e alla tutela generale della<br />

salute), sono realizzati attraverso<br />

assetti organizzativi avanzati e<br />

sofisticati, che richiedono ai diversi<br />

professionisti della salute di esprimere<br />

livelli alti di cultura gestionale<br />

e comportamenti organizzativi che<br />

si differenziano molto da quelli praticati<br />

nella sanità pubblica di vecchio<br />

stampo, in cui “limitato–spiega<br />

Rebora (1999: 140)–è il ruolo di<br />

coordinamento del management,<br />

dato che i professionisti operano<br />

41<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />

42<br />

con notevole autonomia… e spesso<br />

spiccato individualismo”.<br />

Uno <strong>dei</strong> più forti cambiamenti<br />

che ha interessato il personale clinico<br />

-<strong>sanitari</strong>o, quindi, è stato quello<br />

di assimilare rapidamente le logiche<br />

di gestione per obiettivi e tecniche<br />

di valutazione economica-<strong>manageriale</strong>,<br />

senza sacrificare per questo la<br />

competenza e la sensibilità di tipo<br />

specificatamente professionale.<br />

Da qui deriva la volontà di qualificare<br />

in modo formale la dirigenza<br />

<strong>sanitari</strong>a dal 1993 1 , attribuendo<br />

così a tutto il personale medico<br />

e agli altri specialisti <strong>sanitari</strong><br />

autonomia tecnico-professionale<br />

nello svolgere le proprie funzioni<br />

(Rebora, 1999).<br />

Gestire i professionisti non è<br />

facile: occuparsi di <strong>dirigenti</strong> medici<br />

implica un confronto diretto con<br />

persone con un livello di istruzione<br />

elevato e soprattutto consapevoli<br />

che le loro competenze e il loro ruolo<br />

sono vitali per l’organizzazione<br />

e per l’erogazione di prestazioni di<br />

qualità (De Pietro, 2005).<br />

Affinché essi siano altrettanto<br />

in grado di realizzare i nuovi obiettivi<br />

(clinici, ma anche manageriali)<br />

che l’aziendalizzazione comporta, è<br />

necessario gestire i <strong>dirigenti</strong> medici<br />

attraverso un insieme di sistemi e<br />

strumenti integrati che rendano<br />

evidente quali siano le competenze<br />

richieste al singolo, quelle<br />

già possedute, e come è possibile<br />

colmarne il gap.<br />

Per poter rendere fattibile una<br />

gestione del personale medico in<br />

tal senso, è necessario “preparare”<br />

l’organizzazione, introducendo un<br />

modello organizzativo che preveda<br />

una maggiore responsabilizzazione<br />

e misurazione <strong>dei</strong> risultati conseguiti,<br />

come già da tempo avviene<br />

nell’Azienda Provinciale per i Servizi<br />

Sanitari di Trento.<br />

2. Il contesto dell’aPSS<br />

Come previsto dalla legge provinciale<br />

10/93, la mission dell’APSS è la<br />

seguente: “L’APSS, gestisce in modo<br />

coordinato i servizi e le attività<br />

<strong>sanitari</strong>e pubbliche per l’intero territorio<br />

provinciale secondo quanto<br />

previsto dalla legge, dal Piano <strong>sanitari</strong>o<br />

provinciale e dalle direttive<br />

della Giunta provinciale”.<br />

È quindi indispensabile che<br />

chi è coinvolto nella realizzazione<br />

quotidiana della mission, possieda<br />

gli strumenti manageriali adeguati<br />

e, ancora più, sappia utilizzarli attraverso<br />

l’applicazione di specifiche<br />

competenze diverse, a secondo del<br />

ruolo ricoperto. Appare evidente<br />

che i <strong>dirigenti</strong> medici in generale,<br />

i Direttori di Struttura Complessa<br />

e di Articolazione Fondamentale<br />

(Dipartimento, Ospedale, Distretto)<br />

in particolare, rappresentino le categorie<br />

di professionisti più interessati<br />

alla questione. 2<br />

Affinché questo si realizzi, l’APSS<br />

si è dotata di meccanismi di governance<br />

di tipo aziendale, come un<br />

sistema di pianificazione strategica,<br />

uno di programmazione e controllo,<br />

un insieme di sistemi informativi<br />

e, elemento non meno importante,<br />

una gestione del personale che non<br />

vuole solo occuparsi della parte<br />

burocratica di pura amministrazione<br />

delle risorse umane (concorsi, retri-<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


uzione, mobilità), ma che si prende<br />

cura dello sviluppo delle competenze<br />

<strong>dei</strong> propri collaboratori.<br />

In relazione ai nuovi strumenti<br />

manageriali e alle nuove competenze<br />

richieste, in alcune realtà italiane<br />

il cambiamento ha seguito una logica<br />

top down, quasi “imponendo” i<br />

valori e la nuova cultura necessaria.<br />

Questo, secondo diversi autori, tra i<br />

quali si ricordano Mabey e Salaman<br />

(1995), sarebbe necessario per tre<br />

motivi:<br />

1. un approccio di tipo cooperativo<br />

avrebbe inciso negativamente<br />

sulla performance per il tempo<br />

e le risorse eventualmente impiegate;<br />

2. il precedente sistema burocratico<br />

andava cambiato velocemente<br />

con un sistema di gestione più<br />

<strong>manageriale</strong>;<br />

3. l’introduzione del sistema <strong>manageriale</strong><br />

e la ridefinizione delle<br />

responsabilità portava la necessità<br />

di ridurre la storica incomprensione<br />

tra ruoli medici e ruoli<br />

gestionali.<br />

Questi motivi avrebbero reso<br />

inevitabile l’approccio top down alla<br />

gestione dell’aziendalizzazione della<br />

sanità pubblica, con un’introduzione<br />

“quasi forzata” delle logiche manageriali<br />

da parte del vertice (scelta<br />

approvata anche da Bate, 1990).<br />

Ciò, infatti, ha il pregio di offrire un<br />

preciso coordinamento e una chiara<br />

direzione alla strategia aziendale e<br />

ai sistemi di gestione delle risorse<br />

umane, ma presenta il rischio che<br />

il cambiamento e l’introduzione di<br />

nuovi strumenti di gestione aziendale<br />

non vengano compresi da tutto<br />

il personale.<br />

Per evitare questo, l’APSS ha<br />

volontariamente scelto di redigere<br />

il Piano Aziendale di Sviluppo Strategico,<br />

documento programmatorio<br />

a valenza quinquennale che delinea<br />

la strategia operativa aziendale e<br />

che dà una direzione comune ai<br />

suoi collaboratori, aiutandoli a interiorizzare<br />

una gestione <strong>dei</strong> servizi<br />

<strong>sanitari</strong> di tipo “aziendale”.<br />

Per sottolineare come in APSS le<br />

persone siano considerate il cuore<br />

dell’organizzazione, il PASS 2005-<br />

2009 è stato intitolato “Costruire<br />

la rete. Dalle competenze <strong>dei</strong> singoli<br />

alle azioni del gruppo”, e si compone<br />

di tre parti: il contesto, le<br />

attività e le persone.<br />

La parte del contesto delinea<br />

i confini entro i quali si svolge<br />

la complessa azione dell’APSS,<br />

distinguendo tra contesto “dato”<br />

(mission) e quello “scelto” (vision<br />

e linee strategiche).<br />

La seconda parte descrive i metodi<br />

che sono utilizzati per garantire la<br />

mission aziendale. A questo scopo,<br />

il processo di pianificazione, realizzazione<br />

e controllo delle attività si<br />

sviluppa attraverso azioni guida, che<br />

orientano sia i processi assistenziali<br />

che quelli tecnico-amministrativi.<br />

Infine, la terza parte, sulle persone,<br />

riguarda la gestione strategica<br />

delle risorse umane. A questo proposito,<br />

l’Azienda ha affiancato ai<br />

tradizionali strumenti di “governo”<br />

(budget, controllo di gestione, ecc.)<br />

altri strumenti che tendono sia a<br />

orientare le scelte individuali (per<br />

esempio, i sistemi di misurazione<br />

del raggiungimento degli obiettivi<br />

43


nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />

44<br />

individuali), sia a favorire l’emergere<br />

dell’intelligenza interna del gruppo<br />

e la sua voglia di superare la resistenza<br />

al cambiamento.<br />

Uno di tali strumenti è il Modello<br />

EFQM, proposto dalla European<br />

Foundation for Quality Management,<br />

che si applica a tutte le organizzazioni,<br />

a prescindere dal settore di<br />

appartenenza.<br />

In APSS, esso è utilizzato con le<br />

seguenti finalità:<br />

– come base di un linguaggio e una<br />

mentalità comuni e condivisi a<br />

ogni livello dell’organizzazione;<br />

– come struttura sulla quale organizzare<br />

il sistema di management;<br />

– come strumento di autovalutazione<br />

sia per l’intera organizzazione,<br />

che nello specifico per il<br />

singolo dirigente medico, il quale<br />

periodicamente (a fine incarico)<br />

è valutato sulla base <strong>dei</strong> cinque<br />

fattori che costituiscono il modello<br />

(leadership, gestione di politiche<br />

e strategie, gestione del<br />

personale, gestione di alleanze e<br />

risorse, gestione <strong>dei</strong> processi).<br />

Compito dell’organizzazione,<br />

però, non è solo quello di fornire<br />

i tools necessari a una gestione di<br />

tipo <strong>manageriale</strong> (attraverso la redazione<br />

del PASS, l’applicazione del<br />

Modello EFQM e di meccanismi di governance<br />

avanzati), ma soprattutto<br />

è quello di garantire che le persone<br />

che utilizzano tali strumenti siano<br />

in grado di farlo.<br />

Per questo, l’APSS non solo ha<br />

attivato una serie di azioni formative<br />

di stampo tradizionale, di tipo<br />

interno-residenziale ed esterno, atte<br />

a “istruire” il proprio personale su<br />

come applicare i nuovi strumenti<br />

introdotti, ma ha anche coraggiosamente<br />

scelto di introdurre <strong>dei</strong><br />

meccanismi di gestione del personale<br />

che facilitino l’interiorizzazione<br />

delle nuove competenze da parte del<br />

personale medico, tradizionalmente<br />

ancorato alle proprie competenze<br />

specialistiche.<br />

La scelta di rinforzare la formazione<br />

tradizionale con innovativi<br />

sistemi di gestione del personale<br />

(per esempio, l’introduzione del<br />

modello delle competenze e della<br />

job description) deriva dalla duplice<br />

consapevolezza che nessun medico<br />

è in grado di ottimizzare l’uso degli<br />

strumenti manageriali senza un forte<br />

supporto da parte dell’organizzazione<br />

di appartenenza, ma al tempo<br />

stesso nessun dirigente medico è<br />

in grado di coprire totalmente il<br />

proprio ruolo (che, come dice la qualifica<br />

stessa, è dirigenziale), senza la<br />

volontà di apprendere conoscenze e<br />

capacità manageriali.<br />

3. l’interiorizzazione delle nuove<br />

competenze<br />

Come accennato in precedenza,<br />

l’esperienza dell’APSS per quanto<br />

riguarda l’introduzione di aspetti<br />

manageriali nella conduzione delle<br />

diverse Unità Operative e Servizi,<br />

non si limita all’erogazione di corsi<br />

formativi destinati a <strong>dirigenti</strong> medici<br />

che necessitano di approfondire<br />

argomenti quali la gestione delle<br />

risorse (umane, monetarie o tecnologiche),<br />

ma a sistemi di interiorizzazione<br />

delle nuove competenze più<br />

innovativi.


Prima di entrare nel merito di<br />

questi sistemi, che su certi aspetti<br />

superano il tradizionale apprendimento,<br />

è utile soffermarsi sulla<br />

formazione aziendale.<br />

La centralità di quest’ultima nei<br />

sistemi di gestione del personale<br />

dimostra come l’attenzione allo sviluppo<br />

delle competenze sia specialistiche<br />

che manageriali del personale<br />

medico (e non solo) in APSS sia di<br />

fondamentale importanza.<br />

Questo aspetto è sottolineato<br />

anche ne “Il Bilancio Sociale e del<br />

Capitale Intellettuale – 2006”, in cui<br />

la formazione è definita come:<br />

– leva strategica per il raggiungimento<br />

degli obiettivi aziendali<br />

e per lo sviluppo della salute<br />

(come si può facilmente notare,<br />

l’aspetto strettamente clinico e<br />

quello <strong>manageriale</strong> sono citati,<br />

non a caso, insieme);<br />

– agente di promozione culturale<br />

per una gestione integrata tra<br />

professioni e centrata sulla persona;<br />

– modalità per realizzare la valorizzazione<br />

del professionista<br />

anche in un’ottica di sviluppo<br />

professionale;<br />

– integrazione <strong>dei</strong> saperi come<br />

risorsa collettiva.<br />

La formazione <strong>sanitari</strong>a nazionale<br />

prevede che i medici accumulino<br />

30 crediti annuali di Educazione<br />

Continua in Medicina (ECM) per<br />

garantire l’aggiornamento professionale.<br />

A questo scopo l’APSS<br />

incentiva i propri <strong>dirigenti</strong> medici a<br />

partecipare non solo alle iniziative<br />

di formazione in aula o sul campo,<br />

organizzati internamente, ma anche<br />

a seminari, convegni sia nazionali<br />

che internazionali, che affrontino<br />

argomenti sia di tipo specialisticoclinico<br />

che <strong>manageriale</strong>. 3<br />

Questo perché ci si è resi conto,<br />

in qualità di azienda, della necessità<br />

di offrire ai <strong>dirigenti</strong> medici la possibilità<br />

di acquisire sia le conoscenze<br />

di logiche e di strumenti mutuati<br />

dall’economia e dal management, sia<br />

le capacità necessarie per armonizzare<br />

le esigenze e gli obiettivi di governo<br />

clinico del settore diretto con<br />

le esigenze e gli obiettivi strategici<br />

dell'intera azienda <strong>sanitari</strong>a.<br />

A questo proposito, confrontando<br />

la propria realtà con altre<br />

esperienze del panorama nazionale e<br />

internazionale, ci si sta accorgendo<br />

di come la formazione, rivolta a ruoli<br />

con un background particolarmente<br />

tecnico-specialistico, ma allo stesso<br />

tempo inseriti in un ambiente<br />

aziendale, non deve limitarsi a<br />

erogare generici corsi sulle logiche<br />

aziendali, ma deve arricchirsi di<br />

contenuti specifici, che forniscano<br />

reali competenze, applicabili nel<br />

contesto di riferimento.<br />

In merito a ciò, si riportano come<br />

spunti di riflessione ed esemplificazione,<br />

<strong>dei</strong> seminari proposti dalla<br />

British Association Medical Managers,<br />

associazione del Regno Unito che ha<br />

lo scopo di promuovere, sviluppare e<br />

consolidare la funzione <strong>manageriale</strong><br />

nella professione medica. I temi<br />

trattati sono di tipo conoscitivo,<br />

come “La finanza nel Sistema <strong>sanitari</strong>o<br />

pubblico” o “La comunicazione<br />

con i media”, ma non si tralasciano<br />

argomenti più strettamente comportamentali,<br />

come “Negoziare nel<br />

Sistema <strong>sanitari</strong>o pubblico” o “Come<br />

45


nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />

46<br />

relazionarsi con i colleghi difficili”.<br />

Questi esempi aiutano a riflettere<br />

su quanto sia importante non solo<br />

capire come funzionano i diversi<br />

sistemi alla base dell’organizzazione,<br />

ma è necessario anche sviluppare<br />

delle capacità e delle abilità che ne<br />

permettano un’efficace applicazione.<br />

Come ricordato in precedenza,<br />

però, per garantire una reale interiorizzazione<br />

di quanto è possibile acquisire<br />

attraverso un apprendimento<br />

tradizionale (formazione in aula o<br />

sul campo, convegni, seminari),<br />

l’APSS sceglie di sostenere lo sviluppo<br />

delle competenze attraverso<br />

strumenti di nuova applicazione<br />

per un’organizzazione operante in<br />

ambito <strong>sanitari</strong>o.<br />

Tali strumenti (job description,<br />

innovative tecniche di sviluppo,<br />

ecc.) hanno un denominatore comune<br />

che va sotto il nome di Modello<br />

delle Competenze.<br />

La scelta dell’APSS di orientarsi<br />

verso una gestione basata sulle<br />

competenze, deriva dall’importanza<br />

attribuita alle stesse. Esse sono ritenute<br />

il fondamentale elemento di<br />

incontro tra le esigenze organizzative<br />

e il ruolo <strong>dei</strong> singoli individui.<br />

La definizione, quindi, di un modello<br />

delle competenze è particolarmente<br />

rilevante, perché si pone l’obiettivo<br />

di costruire piani di sviluppo a livello<br />

individuale e di gruppo, volti a<br />

rinforzare quelle richieste dal ruolo<br />

che la persona ricopre, sia attualmente<br />

che in prospettiva.<br />

La definizione e validazione del<br />

modello, poiché di recente introduzione,<br />

è stata sperimentata non<br />

su tutte le figure mediche presenti<br />

in Azienda, ma al momento solo su<br />

quella che risente di più dell’integrazione<br />

delle competenze specialistiche<br />

e manageriali: il Direttore di<br />

Struttura Complessa clinico.<br />

La sperimentazione ha l’obiettivo<br />

di provare il modello su questo<br />

ruolo particolarmente strategico<br />

per l’Azienda, in modo da poterne<br />

valutare una sua più completa diffusione<br />

su tutte le figure <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />

medici.<br />

Attraverso una serie di incontri<br />

svolti in Azienda con i rappresentanti<br />

del ruolo, si è integrata la job<br />

description già esistente (e già adottata<br />

in alcuni sistemi del personale,<br />

quale, per esempio, la selezione <strong>dei</strong><br />

nuovi Direttori) con le competenze<br />

necessarie per svolgere le responsabilità<br />

e i criteri di performance<br />

esplicitati nel profilo.<br />

Come accennato in precedenza,<br />

l’introduzione del profilo di ruolo nei<br />

sistemi di gestione del personale, oltre<br />

a garantire coerenza tra i sistemi<br />

stessi (poiché essi sono delineati<br />

sulla base dello stesso filo conduttore),<br />

orienta l’azione individuale<br />

fungendo da punto di riferimento<br />

per ciascun professionista. In questo<br />

modo la job description favorisce<br />

il cambiamento culturale <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />

medici, rendendo possibile<br />

l’interiorizzazione del “nuovo” ruolo<br />

clinico-<strong>manageriale</strong>.<br />

La job description <strong>dei</strong> Direttori<br />

di Struttura Complessa precisa sia<br />

l’obiettivo del ruolo nel particolare<br />

contesto dell’APSS, sia le attività e<br />

i criteri di performance che chi lo


icopre deve saper implementare (a<br />

livelli diversi, a seconda delle contingenze).<br />

Nel processo di costruzione<br />

del profilo, si è scelto di tenere<br />

conto del Modello EFQM perché questo<br />

si è rivelato utile non solo come<br />

supporto a specifiche iniziative<br />

di miglioramento, ma soprattutto<br />

perché ha contribuito a collegare i<br />

diversi processi aziendali, l’analisi<br />

<strong>dei</strong> fattori con la misurazione <strong>dei</strong> risultati,<br />

le diverse professionalità tra<br />

loro, le esigenze degli stakeholder<br />

e la loro soddisfazione. Inoltre, nell’elaborazione<br />

della job description<br />

si è ritenuto più utile concentrarsi<br />

solo sulle attività manageriali, trasversali<br />

per tutti i Direttori delle<br />

diverse Unità Operative e Servizi,<br />

tralasciando quelle di disciplina. È<br />

evidente che sarebbe stato troppo<br />

complesso e poco applicabile la<br />

stesura di un profilo diverso per<br />

Direttore a seconda delle diverse<br />

specializzazioni.<br />

Pur avendo dettagliato in modo<br />

preciso la funzione del Direttore in<br />

APSS, ci si è resi conto che il passaggio<br />

tra la definizione delle aspettative<br />

dell’Azienda verso un ruolo e l’effettiva<br />

applicazione di queste, non<br />

sempre è così immediato ed esplicito.<br />

Per questo motivo, si è deciso<br />

di associare alle attività le relative<br />

competenze. In questo modo il dirigente<br />

non solo conosce il significato<br />

del proprio ruolo, contestualizzato<br />

nella realtà aziendale, ma può facilmente<br />

individuare qual è il suo gap<br />

di competenze in relazione a esso.<br />

La job description in APSS ha<br />

lo scopo di aiutare le persone che<br />

ricoprono il ruolo a determinare le<br />

loro aree di miglioramento e, conseguentemente,<br />

il proprio percorso<br />

di sviluppo. L’intenzione dell’Azienda<br />

è quella di introdurre un sistema<br />

di sviluppo che, partendo da una<br />

riflessione della persona sulla base<br />

del profilo di ruolo di riferimento,<br />

permetta di individuare quali siano<br />

i propri punti di forza e quelli sui<br />

quali è necessario investire il proprio<br />

sviluppo.<br />

È proprio a questo punto che si<br />

inserisce l’elemento di innovazione<br />

rispetto alla tradizionale formazione<br />

<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici in<br />

APSS.<br />

Il salto di qualità che l’Azienda<br />

sta realizzando è proprio quello<br />

di capire che l’interiorizzazione di<br />

nuove competenze (e il rinforzo di<br />

quelle già apprese) non si esaurisce<br />

attraverso l’apprendimento abituale<br />

con le iniziative di formazione in<br />

aula o sul campo, nei convegni o<br />

seminari, ma anche attraverso nuove<br />

forme di sviluppo, non ancora<br />

entrate nella cultura gestionale di<br />

un’organizzazione <strong>sanitari</strong>a, ma che<br />

hanno il vantaggio di concentrarsi<br />

su ogni singolo individuo. Esse<br />

sono:<br />

– le azioni di sviluppo del tipo<br />

“one to one” come counselling<br />

o mentoring: sono percorsi di<br />

due/tre incontri con una figura<br />

di rilievo in termini di esperienza<br />

e carisma all’interno dell’APSS o<br />

con un esperto esterno. Le tematiche<br />

in cui queste modalità<br />

di sviluppo è efficace sono, per<br />

esempio, l’ambito strategico, la<br />

gestione <strong>dei</strong> propri collaboratori,<br />

la gestione del proprio ruolo;<br />

47


nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />

4<br />

– l’assegnazione di incarichi particolari:<br />

per esempio ricevere una<br />

delega su un compito circoscritto<br />

e temporaneo oppure occuparsi<br />

di uno specifico tema, solitamente<br />

in un contesto diverso e più<br />

ampio rispetto all’Unità Operativo<br />

o Servizio di appartenenza;<br />

– la partecipazione a incontri mirati<br />

a tema: sono momenti di confronto<br />

con il top management, gruppi<br />

di discussione, e riunioni su diverse<br />

tematiche di interesse comune;<br />

– la partecipazione a progetti: è<br />

utile al dirigente medico sia in<br />

qualità di membro sia di coordinatore<br />

del progetto;<br />

– partecipazione a momenti di<br />

confronto tra Direttori di Struttura<br />

Complessa e Coordinatori Infermieristici:<br />

l’APSS cerca di organizzare<br />

questi momenti di contatto<br />

non solo prevedendoli all’interno<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione, ma creandoli<br />

ad hoc, affinché i due ruoli<br />

<strong>sanitari</strong>, di coordinamento per<br />

eccellenza, apprendano che la<br />

gestione dell’U.O./Servizio è efficace<br />

se fatta in collaborazione tra<br />

equipe medica e infermieristica.<br />

Come si può intuire dalle diverse<br />

e varie azioni di sviluppo<br />

sopraindicate, l’APSS ha il merito<br />

di aver compreso che la formazione<br />

<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici da<br />

sola non è sufficiente a garantire la<br />

reale interiorizzazione delle nuove<br />

competenze gestionali, richieste<br />

dal contesto. Essa rimane comunque<br />

uno strumento fondamentale, ma<br />

che deve essere integrato con interventi<br />

di sviluppo mirati e costruiti<br />

sulla persona.<br />

noTE<br />

[1] Come ricordato in Del Vecchio<br />

M., De Pietro C. (2002), La valutazione<br />

del personale dirigente:<br />

una leva a disposizione delle<br />

aziende, in L’aziendalizzazione<br />

della sanità in Italia. Rapporto<br />

OASI, p.564-: “I CCNL riconoscono<br />

la qualifica dirigenziale<br />

a tutti i dipendenti del SSN<br />

laureti in medicina e chirurgia,<br />

odontoiatria, veterinaria, biologia,<br />

chimica, farmacia, fisica<br />

e psicologia. […] A tale proposito<br />

è bene però distinguere subito<br />

tra gli incarichi di struttura<br />

(o gestionali) e gli incarichi<br />

professionali (o professional).<br />

Gli incarichi di struttura sono<br />

conferiti ai <strong>dirigenti</strong> chiamati<br />

a gestire risorse strutturali,<br />

economiche, tecnologiche e<br />

umane. Gli incarichi professionali,<br />

invece, non riguardano<br />

la struttura delle responsabilità<br />

aziendali: i dipendenti<br />

che hanno tali tipi d’incarichi<br />

quindi, pur possedendo formalmente<br />

una qualifica dirigenziale,<br />

in realtà svolgono attività<br />

tipicamente professionali”.<br />

[2] I <strong>dirigenti</strong> medici al momento<br />

operanti in APSS sono circa 930<br />

unità, il 13% della popolazione<br />

aziendale.<br />

[3] Il Servizio <strong>Formazione</strong> aziendale<br />

ha organizzato nel biennio<br />

2006/07 circa 100 corsi<br />

residenziali e 30 seminari,<br />

registrando per il 2006, 600<br />

crediti ECM calcolati su tutto il


personale medico (cioè circa il<br />

31% <strong>dei</strong> crediti per un singolo<br />

dirigente) e, per il primo semestre<br />

2007, già 562. Per quanto<br />

riguarda la formazione esterna,<br />

essa nel 2006 ha registrato<br />

circa 5000 crediti, mentre nel<br />

primo semestre 2007 se ne<br />

calcolano circa 3000 (fonte:<br />

Servizio <strong>Formazione</strong>, APSS)<br />

rIFErImEnTI BIBlIograFIcI<br />

[1] Bate, S.P. (1990). “A description,<br />

evaluation and integration<br />

of four approaches to the<br />

management of cultural change<br />

in organisations”, Working<br />

paper presented to the British<br />

Academy of Management Conference,<br />

Glasgow.<br />

[2] De Pietro, C. (2005). Gestire il<br />

personale nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />

italiane. Contesto, politiche,<br />

strumenti. Milano: McGraw Hill.<br />

[3] Del Vecchio, M., e De Pietro,<br />

C. (2002). “La valutazione del<br />

personale dirigente: una leva<br />

a disposizione delle aziende”,<br />

in Cergas – Università Bocconi<br />

(2002), L’aziendalizzazione della<br />

sanità in Italia. Rapporto OASI.<br />

Milano: Egea, pp.564-56.<br />

[4] Hood, C. (1991). “A Public<br />

Management for all seasons?”,<br />

in Public Administration, 69<br />

(1): 3-19.<br />

[5] Mabey, C., Salaman, G. (1995).<br />

Strategic Human Resource Management.<br />

Oxford: Blackwell<br />

Business.<br />

[6] Ranade, W. (1994). A future<br />

for the NHS? Health Care in the<br />

1990s. London: Longman.<br />

[7] Rebora, G. (1999). Un decennio<br />

di riforme. Nuovi modelli<br />

organizzativi e processi di<br />

cambiamento delle amministrazioni<br />

pubbliche (1990-1999).<br />

Milano: Guerini e Associati.<br />

Sitografia<br />

http://www.bamm.co.uk/CMS/<br />

Documentazione aziendale<br />

Azienda Provinciale per i<br />

Servizi Sanitari di Trento, Programma<br />

Aziendale di Sviluppo<br />

Strategico 2005-2009.<br />

Azienda Provinciale per i<br />

Servizi Sanitari di Trento, Il<br />

Bilancio Sociale e del Capitale<br />

Intellettuale 2006.<br />

European Foundation for Quality<br />

Management (2005). Il<br />

Modello EFQM per l’Eccellenza.<br />

Fabrizio Fontana è Direttore Cura e<br />

Riabilitazione, Azienda Provinciale per i<br />

Servizi Sanitari della Provincia Autonoma<br />

di Trento.<br />

Silvia Pedrolli è membro dello Staff del<br />

Direttore Generale, Azienda Provinciale<br />

per i Servizi Sanitari della Provincia<br />

Autonoma di Trento.<br />

49


La valutazione<br />

dell’esperienza formativa<br />

realizzata dalla Provincia<br />

Autonoma di Trento nel<br />

periodo 2002 -2007<br />

Andrea Francesconi<br />

1. Premessa metodologica<br />

In queste pagine si propone la<br />

sintesi della valutazione empirica<br />

realizzata per le otto edizioni del<br />

corso di formazione <strong>manageriale</strong> effettuate<br />

dalla PAT in collaborazione<br />

con il Dipartimento di Informatica<br />

e Studi Aziendali (DISA) dell’Università<br />

di Trento.<br />

Il contributo presenta, innanzitutto,<br />

l’analisi <strong>dei</strong> dati qualitativi e<br />

quantitativi inerenti le otto edizioni<br />

del corso, l’analisi <strong>dei</strong> questionari di<br />

customer satisfaction compilati dai<br />

partecipanti, l’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />

di auto-valutazione di fine corso e<br />

l’analisi degli esiti degli esami finali<br />

effettuati tramite la redazione a piccoli<br />

gruppi e la presentazione di un<br />

lavoro finale. Si presentano, a tale<br />

riguardo (nell’allegato statistico),<br />

una serie di tabelle e di istogrammi<br />

che qualificano le caratteristiche di<br />

ogni edizione del corso.<br />

Successivamente si illustrano le<br />

conclusioni cui si è giunti tramite<br />

l’elaborazione statistica <strong>dei</strong> dati precedentemente<br />

analizzati. L’analisi<br />

statistica fornisce risultati interessanti<br />

che potranno essere utilizzati<br />

per la progettazione delle future<br />

edizioni del corso di formazione<br />

<strong>manageriale</strong>.<br />

Nella parte conclusiva il contributo<br />

fornisce alcune proposte<br />

operative per le eventuali nuove<br />

edizioni <strong>dei</strong> corsi.<br />

2. la metodologia d’analisi.<br />

Al fine di evidenziare i punti di forza<br />

e i punti di debolezza che hanno<br />

caratterizzato le varie edizioni del<br />

corso di formazione <strong>manageriale</strong>,<br />

utili al fine di delineare gli indirizzi<br />

da seguire al fine di progettare<br />

future iniziative più efficaci sia per<br />

i frequentanti, sia per gli organizzatori,<br />

ci si è, innanzitutto concentrati<br />

sull’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction compilati<br />

dai partecipanti al termine di ogni<br />

edizione del corso.<br />

Le domande contenute nei questionari<br />

di customer satisfaction<br />

sono sia domande a risposta aperta,<br />

sia domande a risposta chiusa. Queste<br />

ultime vertono su elementi quali:<br />

la qualità <strong>dei</strong> corsi sotto il profilo<br />

dell’apprendimento, <strong>dei</strong> contenuti e<br />

dell’organizzazione.<br />

Le domande aperte, invece,<br />

sollecitano l’espressione libera di<br />

opinioni sugli aspetti positivi o<br />

negativi del corso di formazione e<br />

richiedono eventuali suggerimenti<br />

da proporre rispetto all’esperienza<br />

formativa. Quest’ultima tipologia di<br />

domande è molto utile per capire le<br />

esigenze <strong>dei</strong> partecipanti, il grado di<br />

soddisfacimento delle loro aspettative<br />

e le tipologie di cambiamenti da<br />

apportare a eventuali corsi futuri.<br />

51


Valutazione dell’esperienza formativa<br />

52<br />

Terminata l’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />

si è proceduto a schematizzare<br />

le caratteristiche <strong>dei</strong> partecipanti<br />

di ogni edizione relativamente a:<br />

titolo di studio, specializzazione,<br />

eventuale anzianità nella posizione<br />

di direttore di struttura complessa,<br />

anzianità di servizio in posizioni<br />

di responsabilità organizzativa<br />

inferiore alla direzione di struttura<br />

complessa. È emersa, così, la possibilità<br />

di analizzare la composizione<br />

delle classi, elemento importante<br />

in considerazione del fatto che la<br />

formazione <strong>manageriale</strong> prevede<br />

la partecipazione di figure professionali<br />

diverse (medici, veterinari,<br />

chimici, fisici, biologi, farmacisti e<br />

psicologi).<br />

Infine, al fine di valutare le capacità<br />

di rielaborazione <strong>dei</strong> contenuti<br />

trattati nel corso dell’esperienza formativa<br />

da parte <strong>dei</strong> partecipanti, si<br />

sono analizzati i risultati <strong>dei</strong> lavori<br />

di fine corso presentati in sede di<br />

valutazione finale <strong>dei</strong> partecipanti.<br />

3. I risultati dell’analisi quantitativa<br />

e qualitativa <strong>dei</strong> questionari<br />

di customer satisfaction<br />

I questionari di customer satisfaction,<br />

proposti, sono, come detto,<br />

di due tipologie: la prima mette in<br />

evidenza dati quantitativi, la seconda<br />

dati qualitativi.<br />

L’analisi <strong>dei</strong> dati quantitativi<br />

Relativamente a questa tipologia<br />

di questionari ogni partecipante<br />

era invitato a esprimere un giudizio<br />

di valore, attraverso una scala<br />

numerica da 1 a 5, su tre variabili<br />

riguardanti il corso appena ultimato:<br />

contenuti, processo di apprendimento<br />

e organizzazione.<br />

Dall’analisi <strong>dei</strong> dati relativi alle<br />

suddette variabili si evince che<br />

la prima edizione è stata quella<br />

percepita in termini migliori non<br />

evidenziando significativi elementi<br />

di criticità. La seconda, terza quarta<br />

edizione hanno evidenziato le maggiori<br />

criticità e si sono caratterizzate<br />

per i più bassi giudizi di valore.<br />

Con riferimento all’ottava edizione<br />

solo il processo di apprendimento e<br />

alcune aree di contenuti sono stati<br />

oggetto di valutazioni critiche. La<br />

sesta edizione, infine, ha presentato<br />

criticità solo relativamente agli<br />

aspetti di ordine organizzativo.<br />

L’analisi <strong>dei</strong> dati qualitativi<br />

In questa tipologia di questionari i<br />

partecipanti erano chiamati a esprimere<br />

una libera considerazione riguardante<br />

i punti di forza, i punti di<br />

debolezza ed eventuali suggerimenti<br />

relativi al corso frequentato.<br />

I questionari con risposta aperta,<br />

tuttavia, essendo caratterizzati da<br />

risposte non standardizzate, presentano,<br />

normalmente, difficoltà<br />

interpretative allorché li si intenda<br />

utilizzare per delineare linee di<br />

tendenza generali o evidenziare<br />

particolari problematiche.<br />

Al fine, quindi, dell’effettiva<br />

utilizzazione <strong>dei</strong> dati qualitativi <strong>dei</strong><br />

questionari di customer satisfaction<br />

per l’analisi statistica si è proceduto<br />

a una schematizzazione delle<br />

risposte aperte, definendo modalità<br />

standard di risposta per ogni edizione<br />

<strong>dei</strong> corsi.<br />

La scelta di ciascuna modalità è<br />

stata fatta secondo il criterio della


frequenza relativa, ovvero, nella revisione<br />

delle risposte aperte, si sono<br />

considerate come standard quelle<br />

modalità che si sono ripetute in<br />

maggior misura rispetto alle altre.<br />

Dopo aver determinato le frequenze<br />

relative associate a ogni<br />

modalità standardizzata di risposta<br />

si è proceduto alla elaborazione di<br />

tabelle e grafici che ne descrivono<br />

la composizione percentuale in ogni<br />

edizione <strong>dei</strong> corsi.<br />

Le tabelle, i grafici e gli istogrammi<br />

sono riportati in Appendice 1.<br />

Dall’analisi <strong>dei</strong> dati, i punti di<br />

forza prevalenti <strong>dei</strong> corsi sono risultati<br />

essere i seguenti:<br />

a) “la padronanza della materia/capacità<br />

didattica <strong>dei</strong> docenti”;<br />

b) “gli argomenti trattati coerenti<br />

con le problematiche attuali <strong>dei</strong><br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>”.<br />

Il secondo <strong>dei</strong> due precedenti<br />

punti di forza ha rappresentato, in<br />

assoluto, l’elemento più apprezzato<br />

dai partecipanti.<br />

I punti di debolezza più significativi<br />

sono, invece, individuabili<br />

nei seguenti:<br />

a) “poca praticità degli argomenti<br />

trattati”;<br />

b) “troppi contenuti teorici”.<br />

Nel merito, i partecipanti, non<br />

trovando riscontri pratici nelle materie<br />

studiate, esprimono marcate<br />

difficoltà nell’assimilare i numerosi<br />

concetti affrontati in classe. Relativamente<br />

a tale aspetto si rileva fin<br />

da ora l’opportunità di definire, nelle<br />

future edizioni, un orientamento<br />

più pragmatico della didattica,<br />

supportato da un più ampio ricorso<br />

all’analisi di casi e a esercitazioni<br />

tratte da esperienze concrete.<br />

4. l’analisi <strong>dei</strong> questionari di<br />

auto-apprendimento <strong>dei</strong> partecipanti.<br />

Analizzando in termini complessivi i<br />

dati relativi alle valutazioni di autoapprendimento<br />

<strong>dei</strong> partecipanti<br />

relativi a ogni singola materia oggetto<br />

di insegnamento si riscontra<br />

la presenza, in più di un’edizione di<br />

materie con percentuali di risposte<br />

inesatte elevate.<br />

La materia risultata di maggiore<br />

difficoltà è stata statistica nella<br />

pratica clinica caratterizzata per<br />

percentuali di risposte scorrette<br />

sempre nell’ordine del 30%. La<br />

materia “elementi di progettazione<br />

organizzativa” si colloca al secondo<br />

posto in termini percentuale di risposte<br />

scorrette ed evidenzia valori<br />

mediamente nell’ordine del 25%; la<br />

materia “sistemi di programmazione<br />

e controllo di gestione” è risultata<br />

la terza in ordine di difficoltà<br />

evidenziando percentuali di errore<br />

nell’ordine del 20%.<br />

Con riguardo, invece, all’analisi<br />

<strong>dei</strong> risultati delle singole edizioni,<br />

la terza edizione presenta le percentuali<br />

più alte di risposte scorrette;<br />

al contrario, la settima edizione<br />

caratterizzata da una sola materia<br />

critica, è stata la migliore in termini<br />

di apprendimento <strong>dei</strong> contenuti.<br />

5. l’analisi delle caratteristiche<br />

professionali <strong>dei</strong> partecipanti<br />

Le informazioni contenute nelle<br />

domande di iscrizione al corso di<br />

formazione sono alla base di questa<br />

tipologia di analisi. Esse riguardano,<br />

tra l’altro, la tipologia di laurea e la<br />

specializzazione <strong>dei</strong> partecipanti,<br />

53


Valutazione dell’esperienza formativa<br />

54<br />

l’eventuale possesso di titolarità<br />

di struttura complessa, l’anzianità<br />

nella funzione ricoperta ecc.<br />

L’universo osservato si caratterizza<br />

per la: prevalenza della laurea<br />

in medicina e chirurgia. In alcune<br />

edizioni tuttavia, in particolare<br />

nella terza e nella quarta, si nota<br />

una percentuale rilevante di laureati<br />

in medicina veterinaria (nella<br />

terza edizione ricopre il 19,35%<br />

<strong>dei</strong> frequentanti), in psicologia, in<br />

biologia e in farmacia. La terza e la<br />

quarta edizione, in particolare, si<br />

sono caratterizzate per una tipologia<br />

di partecipanti molto eterogenea<br />

in termini di tipologia di laurea.<br />

Con riferimento, invece, al possesso<br />

di titolarità di struttura complessa,<br />

l’analisi <strong>dei</strong> dati evidenzia un<br />

progressivo calo della presenza <strong>dei</strong><br />

direttori di struttura complessa nelle<br />

otto edizioni. Mentre, infatti, nella<br />

prima edizione tutti i frequentanti<br />

ricoprivano il ruolo di direttori di<br />

struttura complessa, nell’ottava<br />

edizione la presenza di questo ruolo<br />

è in minima.<br />

Riguardo all’anzianità di servizio<br />

<strong>dei</strong> direttori di struttura complessa<br />

l’analisi evidenzia come la maggioranza<br />

<strong>dei</strong> direttori si colloca nella fascia<br />

da 1 a 5 anni (la più bassa), fatta<br />

eccezione per la prima edizione nella<br />

quale l’anzianità è caratterizzata in<br />

prevalenza da dieci/quindici anni (fascia<br />

più alta). Tali dati suggeriscono<br />

l’ipotesi che molti <strong>dei</strong> direttori che<br />

hanno frequentato il corso di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> potrebbero non<br />

aver avuto un’adeguata familiarità<br />

con le tematiche gestionali familiarità<br />

che, inevitabilmente, aumenta all’aumentare<br />

dell’esperienza nel ruolo.<br />

I partecipanti che non ricoprono<br />

il ruolo di direttore di struttura complessa<br />

sono, invece, caratterizzati<br />

da fasce di anzianità di servizio<br />

distribuite in modo omogeneo tra<br />

le diverse edizioni.<br />

Si evidenzia, quindi, come dalla<br />

prima all’ottava edizione il gruppo<br />

classe abbia subito <strong>dei</strong> significativi<br />

cambiamenti: si è innanzitutto manifestato<br />

un calo progressivo della<br />

presenza <strong>dei</strong> direttori di struttura<br />

complessa e, secondariamente, un<br />

aumento dell’eterogeneità della formazione<br />

specialistica (misurata in<br />

termini di tipologia di laurea); infine,<br />

l’anzianità di servizio <strong>dei</strong> partecipanti<br />

si è progressivamente abbassata.<br />

6. l’analisi <strong>dei</strong> dati relativi agli<br />

esiti delle prove finali<br />

La prova finale per l’ottenimento del<br />

certificato di formazione <strong>manageriale</strong><br />

consisteva nella preparazione<br />

di un lavoro di fine corso, redatto<br />

in gruppo e discusso davanti a una<br />

commissione che valuta la correttezza<br />

dell’approccio metodologico<br />

nonché la chiarezza e l’efficacia<br />

dell’esposizione. Il giudizio finale<br />

è espresso sulla base di una scala<br />

di valori variabile dalla sufficienza<br />

all’eccellenza.<br />

Al fine di svolgere l’analisi in<br />

oggetto, si sono raccolti e riordinati<br />

i giudizi finali ricevuti da ogni<br />

gruppo di partecipanti in sede di<br />

valutazione finale con l’obiettivo di<br />

delineare l’andamento generale del<br />

gruppo classe in ogni edizione. I<br />

dati raccolti sono stati elaborati e si<br />

sono così realizzati grafici e relative<br />

tabelle che sintetizzano:


a) la tipologia <strong>dei</strong> giudizi. La scala<br />

<strong>dei</strong> giudizi è così definita (dal<br />

voto più basso al più alto):<br />

sufficiente, adeguato, positivo,<br />

molto più che positivo, buono,<br />

ottimo, eccellente;<br />

b) il numero di gruppi che ha ricevuto<br />

una certa tipologia di<br />

giudizio;<br />

c) il relativo peso percentuale di<br />

quest’ultimo sul totale <strong>dei</strong> gruppi.<br />

L’analisi <strong>dei</strong> dati relativi ai giudizi<br />

conferiti ai singoli gruppi in<br />

sede di valutazione finale, evidenzia<br />

la moda del giudizio finale di<br />

tutte le edizioni in corrispondenza<br />

del valore “buono”.<br />

Analiticamente si osserva come<br />

la valutazione “eccellente” sia<br />

presente solo nella prima e nella<br />

seconda edizione e come nella<br />

terza, quarta, quinta e settima<br />

edizione siano presenti gruppi con<br />

le valutazioni più basse della scala<br />

(“sufficiente” e “adeguato”).<br />

Quanto detto, rappresenta, tuttavia,<br />

solo una visione semplificata e<br />

generale dell’andamento del gruppo<br />

classe nelle otto edizioni. Al fine di<br />

comprendere meglio la tendenza e la<br />

distribuzione <strong>dei</strong> giudizi sugli esami<br />

finali si è reso necessario utilizzare<br />

dati quantitativi che meglio si<br />

prestano a elaborazioni statistiche<br />

rispetto ai dati qualitativi.<br />

Dal momento che la scala di valutazione<br />

era basata su valutazioni<br />

di ordine qualitativo si è proceduto<br />

a convertire questi ultimi in valori<br />

quantitativi.<br />

Lo schema sottostante esprime la<br />

conversione della scala di valutazione<br />

qualitativa in scala di valutazione<br />

quantitativa.<br />

sufficienteX........................... X6<br />

adeguataX............................. X6,5<br />

positivoX.............................. X7<br />

molto/più.che.positivoX............. X7,5<br />

buonoX................................ X8<br />

molto.buonoX......................... X8,5<br />

ottimoX............................... X9<br />

eccellenteX........................... X10<br />

Sulla base di tale scala si proceduto<br />

alla determinazione della<br />

media ponderata e degli indici di<br />

variabilità, varianza e deviazio-<br />

Graf. 1.<br />

Medie ponderate<br />

<strong>dei</strong> giudizi sulle<br />

prove finali<br />

calcolate per ogni<br />

edizione<br />

9,0<br />

8,6<br />

MEDIE PONDERATE DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />

DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI<br />

8,2<br />

7,8<br />

7,4<br />

7,0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

8,6 7,92 8,05 8,09 7,78 8,1 7,4 8,15<br />

55


Valutazione dell’esperienza formativa<br />

ne standard, al fine di realizzare<br />

un’analisi più dettagliata <strong>dei</strong> giudizi<br />

sugli esami finali nell’ambito delle<br />

otto edizioni del corso.<br />

Il grafico 1 evidenzia le medie<br />

ponderate <strong>dei</strong> giudizi sulle prove<br />

finali calcolate per ogni edizione.<br />

Le medie ponderate manifestano un<br />

andamento generale molto positivo:<br />

infatti, le medie <strong>dei</strong> voti sono comprese<br />

tra il 7.5 e l’.5.<br />

In particolare, la prima edizione<br />

si contraddistingue rispetto alle altre<br />

in quanto presenta la media più<br />

alta <strong>dei</strong> voti, pari a .6, mentre la<br />

settima edizione si contraddistingue<br />

rispetto alle altre in quanto caratterizzata<br />

dalla media <strong>dei</strong> voti più bassa,<br />

peri a 7.4. Tutte le altre edizioni<br />

si concentrano intorno a una media<br />

dell’ che rappresenta così la moda<br />

<strong>dei</strong> voti. La media ponderata totale,<br />

infine, risulta pari a .02.<br />

La media ponderata, in quanto<br />

misura di tendenza centrale sintetica,<br />

offre un quadro molto generale<br />

dell’andamento <strong>dei</strong> voti nelle edizioni<br />

del corso.<br />

Per valutare la distribuzione <strong>dei</strong><br />

VALORI<br />

1,5<br />

1,2<br />

0,9<br />

0,6<br />

0,3<br />

0,0<br />

voti bisogna ricorrere ai dati forniti<br />

dal calcolo di varianza e deviazione<br />

standard.<br />

Il Grafico 2 fornisce le varianze<br />

calcolate per ogni edizione. Tenendo<br />

presente che maggiore è la varianza<br />

maggiore è la dispersione <strong>dei</strong> dati,<br />

possiamo individuare tre diversi<br />

gruppi di andamento di questo indice:<br />

il primo gruppo è rappresentato<br />

dalle varianze più alte, il secondo<br />

gruppo dalle varianze medie e il<br />

terzo dalle varianze più basse.<br />

Fanno parte del primo gruppo<br />

le varianze della seconda e terza<br />

edizione con valori rispettivamente<br />

pari a 1.34 e a 1.02.<br />

Il secondo gruppo di varianze è<br />

rappresentato dalla quarta e settima<br />

edizione, con valori rispettivamente<br />

pari a 0,4 e a0,94.<br />

Infine, il terzo gruppo di varianze<br />

è rappresentato dalla prima, quinta,<br />

sesta e ottava edizione con valori<br />

rispettivamente pari a 0,35, a 0,56,<br />

a 0,34 e a 0,35.<br />

I dati di queste quattro edizioni<br />

sono i meno dispersi: infatti,<br />

dall’analisi <strong>dei</strong> valori numerici si<br />

rileva che il decentramento <strong>dei</strong> dati<br />

VARIANZA DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />

DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

0,36 1,34 1,02 0,84 0,56 0,34 0,94 0,3525<br />

56


Graf. 2.<br />

Varianze <strong>dei</strong> giudizi<br />

sulle prove finali<br />

calcolate per ogni<br />

edizione<br />

dalla media è veramente minimo, gli<br />

scarti presentano valori molto bassi<br />

e le frequenze più alte appartengono<br />

alle modalità che più si avvicinano<br />

al valore medio dell’edizione di<br />

riferimento.<br />

Per avere un valore di riferimento<br />

complessivo, come per la media,<br />

si è calcolata la varianza totale: il<br />

valore ottenuto, pari a 0.5, si situa<br />

nella seconda categoria di varianze,<br />

quelle medie evidenziando come i<br />

dati non siano troppo dispersi.<br />

L’andamento delle deviazione<br />

standard è analogo a quello delle<br />

varianze.<br />

7. l’analisi della composizione<br />

<strong>dei</strong> gruppi.<br />

Questa analisi è stata sviluppata<br />

per soddisfare l’esigenza di rilevare<br />

eventuali requisiti condizionanti<br />

positivamente i gruppo di lavoro<br />

nell’elaborazione di un buon lavoro<br />

di fine corso.<br />

L’analisi ha preso avvio con la<br />

realizzazione di tabelle che rappresentano<br />

le caratteristiche <strong>dei</strong><br />

gruppi per ogni edizione (riportate<br />

in Appendice 1). In particolare,<br />

per caratteristiche del gruppo di<br />

lavoro si intendono: la tipologia <strong>dei</strong><br />

<strong>dirigenti</strong> (responsabili di struttura<br />

semplice o di struttura complessa),<br />

la categoria professionale di appartenenza<br />

(medici, veterinari, biologi...),<br />

la specializzazione, il titolo<br />

dell’elaborato scritto, la numerosità<br />

<strong>dei</strong> componenti il gruppo e il voto<br />

relativo all’esame finale.<br />

Si sono, innanzitutto, analizzate<br />

le caratteristiche <strong>dei</strong> gruppi al fine<br />

di valutare le interdipendenze tra<br />

la percentuale di responsabili di<br />

struttura complessa e il voto della<br />

prova finale.<br />

La correlazione è stata effettivamente<br />

riscontrata in alcune edizioni.<br />

È sembrato, pertanto, opportuno<br />

calcolare indici di covarianza e di<br />

correlazione. Per calcolare questi<br />

indici è necessario disporre di dati<br />

quantitativi e di due caratteri relativi,<br />

affinché si possano considerare<br />

le loro intensità e l’entità della<br />

relazione che lega i due caratteri.<br />

Al riguardo si è utilizzata la scala<br />

numerica <strong>dei</strong> voti costruita precedentemente.<br />

La percentuale di<br />

responsabili di struttura complessa<br />

rappresenta il carattere indipendente<br />

e il voto della prova finale<br />

rappresenta, invece, il carattere<br />

considerato dipendente.<br />

In analisi di questo tipo si deve<br />

prestare maggiore attenzione ai<br />

valori manifestati dall’indice di<br />

correlazione piuttosto che a quelli<br />

manifestati dall’indice di covarianza<br />

in quanto l’indice di correlazione è<br />

un indice normalizzato che misura<br />

un’eventuale relazione lineare<br />

tra due caratteri e che permette,<br />

quindi, di esprimere un giudizio di<br />

correlazione e non solo di natura<br />

<strong>dei</strong> caratteri.<br />

L’analisi non è, ovviamente, significativa<br />

con riguardo alla prima<br />

edizione caratterizzata per una percentuale<br />

di responsabili di struttura<br />

complessa pari al 100%.<br />

La seconda edizione evidenzia<br />

che i gruppi formati da una percentuale<br />

del 60% di medici responsabili<br />

di struttura complessa raggiungono<br />

quasi sempre una votazione superiore<br />

al 7.5. Nel merito, bisogna anche<br />

57


Valutazione dell’esperienza formativa<br />

5<br />

sottolineare che alcuni gruppi, composti<br />

interamente da responsabili<br />

di struttura complessa raggiungono<br />

appena una votazione pari a 7.<br />

Si evidenziano i valori positivi<br />

di covarianza e di correlazione che<br />

evidenziano una relazione lineare<br />

positiva tra i due caratteri, ovvero<br />

evidenziano che al crescere del carattere<br />

“percentuale <strong>dei</strong> responsabili<br />

di struttura complessa” il carattere<br />

“voto esame finale” generalmente<br />

cresce.<br />

La terza edizione si caratterizza<br />

per lo stesso andamento della seconda.<br />

Tuttavia, i gruppi composti<br />

da responsabili di struttura complessa<br />

sono molto pochi; pertanto,<br />

deviazione standard e correlazione<br />

non assumono la stessa importanza<br />

della seconda edizione anche se<br />

questi due indici sono entrambi<br />

positivi e i 2 caratteri evidenziano<br />

una situazione intermedia di relazione<br />

lineare.<br />

La quarta edizione presenta la<br />

situazione più critica nell’insieme<br />

delle otto edizioni, infatti, quasi<br />

tutti i gruppi che hanno ricevuto<br />

una votazione alta (superiore all’otto)<br />

non sono presenti responsabili<br />

di struttura complessa.<br />

La quinta edizione, al contrario,<br />

è caratterizzata da un valore dell’indice<br />

di correlazione che rileva<br />

una forte situazione intermedia di<br />

relazione lineare positiva, in quanto<br />

si avvicina molto al valore 1 (rappresentativo<br />

della perfetta relazione<br />

lineare tra due caratteri).<br />

Per quanto riguarda la sesta,<br />

settima e ottava edizione si possono<br />

verificare i valori positivi degli<br />

indici di covarianza e correlazione<br />

che esprimono una situazione intermedia<br />

di relazione lineare positiva.<br />

I valori degli indici di queste tre<br />

edizioni, però, sono molto bassi<br />

rispetto alle edizioni precedentemente<br />

analizzate. Ciò si spiega con il<br />

fatto che in queste edizioni i gruppi<br />

composti da responsabili di struttura<br />

complessa sono molto pochi.<br />

Si è, infine, deciso di verificare<br />

l’esistenza di una possibile connessione<br />

nelle otto edizioni, tra il<br />

carattere “voto” e il carattere “tipologia<br />

gruppo”. Per avviare l’analisi<br />

è stato necessario utilizzare dati<br />

qualitativi al fine di poter effettuare<br />

il conteggio <strong>dei</strong> gruppi caratterizzati<br />

da omogeneità di specializzazione<br />

e/o dell’argomento di tesi.<br />

La Tabella 1 evidenzia la numerosità<br />

<strong>dei</strong> gruppi relativamente ai<br />

caratteri rappresentati, mentre la<br />

Tabella 2 evidenzia le distribuzioni<br />

di frequenza di questi ultimi.<br />

I dati dimostrano che i gruppi<br />

omogenei, per specializzazione e/o<br />

per titolo di elaborato finale, sono<br />

in maggioranza rispetto ai gruppi<br />

non omogenei. Si rileva, inoltre,<br />

che i gruppi omogenei ottengono<br />

votazioni alte in misura maggiore<br />

rispetto ai gruppi non omogenei.<br />

Bisogna, poi, aggiungere che le<br />

votazioni più basse, “sufficiente”<br />

e “adeguata”, sono distribuite<br />

equamente fra la due tipologie di<br />

gruppi. In totale, i relativi giudizi<br />

sono stati assegnati a dodici gruppi<br />

su un insieme di ottantadue gruppi.<br />

Per evidenziare che dalle tabelle<br />

realizzate derivi una connessione tra<br />

votazione elevata e gruppi omogenei<br />

è necessario calcolare il valore<br />

dell’indice Chi-quadro.


Tab. 1.<br />

Numerosità <strong>dei</strong><br />

gruppi rispetto<br />

ai caratteri<br />

rappresentati<br />

grUPPo VoTo<br />

omogeneità nel gruppo:<br />

di specializzazione<br />

e/o di titolo di tesina<br />

TIPologIa<br />

gruppi<br />

non<br />

omogenei<br />

Totale<br />

sufficiente 2 1 3<br />

adeguato 4 5 9<br />

positivo 3 1 4<br />

più che positivo 3 4 7<br />

buono 1 12 30<br />

molto buono 13 2 15<br />

ottimo 5 5 10<br />

eccellente 3 1 4<br />

totale 51 31 2<br />

Tab. 2.<br />

Distribuzione<br />

di frequenza<br />

<strong>dei</strong> caratteri<br />

rappresentati<br />

grUPPo VoTo<br />

omogeneità nel gruppo:<br />

di specializzazione<br />

e/o di titolo di tesina<br />

TIPologIa<br />

gruppi<br />

non<br />

omogenei<br />

Totale<br />

sufficiente 0,67 0,33 1,00<br />

adeguato 0,44 0,56 1,00<br />

positivo 0,75 0,25 1,00<br />

più che positivo 0,43 0,57 1,00<br />

buono 0,60 0,40 1,00<br />

molto buono 0,7 0,13 1,00<br />

ottimo 0,50 0,50 1,00<br />

eccellente 0,75 0,25 1,00<br />

totale 0,62 0,3 1,00<br />

Questo è pari a 73., e sottolinea<br />

un grado di connessione tra<br />

i due caratteri molto alto: se si<br />

vogliono raggiungere votazioni alte<br />

nelle prove finali i gruppi devono<br />

essere omogenei. Quindi il carattere<br />

“voto” dipende in larga misura dal<br />

carattere “ tipologia gruppo”. Anche<br />

l’indice di connessione normalizzato,<br />

pari a 0.95, evidenzia una quasi<br />

perfetta dipendenza del carattere<br />

“voto” dal carattere “tipologia del<br />

gruppo”; in particolare, al crescere<br />

dell’indice cresce la dipendenza <strong>dei</strong><br />

2 caratteri.<br />

L’analisi, nel suo complesso, ha<br />

dimostrato che al fine di ottenere<br />

migliori risultati si debba cercare<br />

di favorire, in modo particolare,<br />

l’omogeneità all’interno <strong>dei</strong> gruppi<br />

di lavoro.<br />

59


Valutazione dell’esperienza formativa<br />

60<br />

8. Sintesi finale<br />

È opinione diffusa, nella dottrina<br />

e nella prassi, che nel processo di<br />

aziendalizzazione del comparto <strong>sanitari</strong>o,<br />

il dirigente svolga un ruolo<br />

strategicamente determinante come<br />

responsabile del governo clinico<br />

della struttura complessa alla quale<br />

è preposto.<br />

La gestione <strong>sanitari</strong>a, oggi, nel<br />

nostro paese presenta criticità notevoli<br />

sul versante <strong>dei</strong> costi, sovente<br />

fuori controllo. La spesa <strong>sanitari</strong>a è<br />

diventata un fardello molto pesante<br />

per l’equilibrio <strong>dei</strong> conti pubblici; a<br />

questo deve aggiungersi una valutazione,<br />

in troppi casi, non lusinghiera<br />

sotto il profilo della qualità.<br />

In questo contesto, la formazione<br />

ricorrente <strong>dei</strong> manager <strong>sanitari</strong> diventa<br />

un obiettivo di buon governo,<br />

sotto il profilo <strong>dei</strong> costi e della qualità,<br />

di un settore che è chiamato,<br />

per sua natura, a un aggiornamento<br />

continuo e a inventare risposte<br />

sempre nuove anche a fronte del<br />

progressivo invecchiamento della<br />

popolazione.<br />

Buoni manager, rigorosi nella<br />

gestione delle risorse e nell’organizzazione<br />

<strong>dei</strong> servizi, rappresentano<br />

una condizione indispensabile per<br />

riportare la spesa <strong>sanitari</strong>a sotto<br />

controllo. L’esperienza di formazione<br />

<strong>manageriale</strong> nella sanità trentina,<br />

organizzata dalla PAT in collaborazione<br />

con l’Università, si colloca in<br />

questo contesto pur registrando, il<br />

settore <strong>sanitari</strong>o provinciale, buoni<br />

standard di qualità e una generale<br />

soddisfazione degli utenti.<br />

È auspicabile, pertanto, che le<br />

iniziative di formazione per i <strong>dirigenti</strong><br />

<strong>sanitari</strong> possano continuare al<br />

fine di creare e consolidare attitudini<br />

diffuse al buon uso e a una corretta<br />

amministrazione delle risorse, nonché<br />

a una efficiente pianificazione<br />

<strong>dei</strong> servizi offerti.<br />

Dall’analisi statistica effettuata<br />

in questa ricerca si possono ricavare<br />

alcuni accorgimenti organizzativi e<br />

gestionali per le future edizioni del<br />

corso di formazione. Sotto il profilo<br />

organizzativo, sarebbe auspicabile<br />

l’omogeneità del gruppo classe,<br />

in modo particolare per quanto<br />

riguarda l’anzianità di servizio <strong>dei</strong><br />

partecipanti, al fine di registrare un<br />

livello di preparazione similare tra gli<br />

stessi. Il corpo docente potrebbe, di<br />

conseguenza, ottenere migliori risultati<br />

nella gestione <strong>dei</strong> programmi di<br />

insegnamento e nel coordinamento<br />

del gruppo.<br />

La diversità di figure professionali<br />

partecipanti ai corsi è risultata<br />

spesso un problema a causa delle<br />

difficoltà di integrazione che si<br />

sono più volte evidenziate. Un<br />

accorgimento utile, fin dalla fase<br />

di iscrizione ai corsi, potrebbe essere<br />

quello di garantire un gruppo<br />

classe equilibrato al fine di rendere<br />

possibile la costituzione di piccoli<br />

gruppi omogenei per professionalità<br />

in vista dell’esame finale. Quindi,<br />

non separazione di professionalità,<br />

ma presenza equilibrata fra le stesse<br />

nell’ambito del medesimo corso.<br />

Per quanto riguarda l’elaborato<br />

finale sarebbe auspicabile<br />

introdurre una procedura diversa<br />

rispetto alla libera scelta dell’argomento<br />

e alla libera formazione<br />

<strong>dei</strong> gruppi di tesi realizzata<br />

nelle passate edizioni del corso.<br />

La scelta dovrebbe rendere con-


seguente fino all’elaborato di tesi<br />

quella compresenza equilibrata di<br />

professionalità diverse effettuata<br />

all’inizio del corso che, nella fase<br />

d’esame, si potrebbero strutturare<br />

in piccoli gruppi omogenei per la<br />

stesura dell’elaborato finale. In tale<br />

maniera, probabilmente, ogni componente<br />

del gruppo si sentirebbe<br />

maggiormente coinvolto e stimolato<br />

a dare il proprio contributo alla realizzazione<br />

della tesi con apprezzabili<br />

risultati finali.<br />

Relativamente alla gestione <strong>dei</strong><br />

questionari di customer satisfaction<br />

di tipo aperto, si auspica una maggiore<br />

collaborazione <strong>dei</strong> partecipanti<br />

tramite risposte più puntuali e meditate<br />

ai quesiti proposti. Un’alternativa<br />

al questionario potrebbe essere<br />

il focus group.<br />

A differenza del questionario individuale,<br />

il focus group permette di<br />

generare dinamiche di gruppo molto<br />

esplicite che possono consentire,<br />

probabilmente meglio del questionario,<br />

di evidenziare gli aspetti positivi<br />

e negativi del corso di formazione<br />

frequentato.<br />

L’utilizzo dello strumento del<br />

focus group può rappresentare un’alternativa<br />

al questionario di customer<br />

satisfaction o un sua significativa integrazione<br />

dal momento che si sono<br />

rilevate notevoli quantità di moduli<br />

non compilati. Non essendo possibile<br />

la partecipazione al dibattito di<br />

tutti i frequentanti il corso, si può<br />

sollecitare a ogni gruppo la designazione<br />

di un proprio rappresentante.<br />

Il focus group dovrebbe svolgersi<br />

dopo la compilazione <strong>dei</strong> questionari<br />

individuali. Il riascolto e la schematizzazione<br />

delle opinioni espresse<br />

nel dibattito renderebbe possibile<br />

la predisposizione di un quadro<br />

sintetico riportante positività e criticità<br />

rilevate nel corso effettuato ed<br />

eventuali suggerimenti migliorativi<br />

per le future edizioni.<br />

Su alcuni aspetti didattici emersi<br />

nelle varie edizioni del corso, è opportuno<br />

richiamare le opinioni del<br />

corpo docente e <strong>dei</strong> partecipanti.<br />

Dall’analisi effettuata emerge che<br />

i primi gradirebbero un maggiore<br />

impegno da parte <strong>dei</strong> frequentanti,<br />

in modo particolare nella predisposizione<br />

dell’elaborato finale, mentre<br />

i secondi auspicherebbero riscontri<br />

più pratici e meno teorici nelle<br />

materie di insegnamento. Si deve<br />

però osservare come rendere “più<br />

pratiche” materie di insegnamento,<br />

come la gestione economica della<br />

sanità, non sia cosa semplice anche<br />

in considerazione del fatto che il<br />

concetto di “praticità” è, spesso, di<br />

non facile interpretazione. Si potrebbero,<br />

tuttavia, affiancare, alle lezioni<br />

“teoriche”, alcune testimonianze di<br />

manager esperti a livello nazionale<br />

e/o esplicitamente riconosciuti come<br />

buoni manager della sanità.<br />

Sono queste alcune prime proposte<br />

per una migliore e più efficace<br />

gestione delle future edizioni <strong>dei</strong><br />

corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

organizzati in futuro dalla PAT per i<br />

<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> provinciali.<br />

Andrea Francesconi è Professore Associato<br />

di economia aziendale, Università<br />

degli Studi di Trento, e Direttore scientifico<br />

<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />

organizzati dalla Provincia Autonoma di<br />

Trento dal 2000 al 2007.<br />

61


Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


appendice.1<br />

Analisi <strong>dei</strong> risultati<br />

<strong>dei</strong> questionari di customer satisfaction<br />

e delle prove di valutazione finale<br />

alessandra.rodaro<br />

Graf. 1<br />

Giudizi sull’utilità<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 2<br />

Giudizi sull’interesse .<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 3<br />

Giudizi<br />

sull’approfondimento<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

63<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. 4<br />

Giudizi sulla<br />

valutazione discenti<br />

<strong>dei</strong> contenuti<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 5<br />

Giudizi sui metodi<br />

didattici usati<br />

nel corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 6<br />

Giudizi<br />

sull’articolazione<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 7<br />

Giudizi sull’intensità<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

64<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. <br />

Giudizi sul clima<br />

d’aula del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,80<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 9<br />

Giudizi sugli spazi<br />

delle aule del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 10<br />

Giudizi sul sito<br />

internet del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 11<br />

Giudizi sul<br />

materiale didattico<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

65<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. 12<br />

Giudizi sul<br />

coordinamento<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,80<br />

4,50<br />

3,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 13<br />

Giudizi sugli orari<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,80<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

Graf. 14<br />

Giudizi<br />

sull’organizzazione<br />

del corso<br />

(scala da 1 a 5)<br />

VALORI<br />

4,50<br />

4,20<br />

3,90<br />

3,60<br />

3,30<br />

3,00<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />

66<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. 15<br />

Analisi <strong>dei</strong> punti<br />

di forza del corso<br />

100<br />

80<br />

COMPOSIZIONE (%) DEI PUNTI DI FORZA EVIDENZIATI<br />

DAI CORSISTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI %<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

36 27,50 9,68 24,24 12,90 6,67 26,66 36,67<br />

44 35 45,16 33,33 16,13 26,66 16,67 30<br />

20 10 25,81 18,19 9,68 6,67 10 6,67<br />

0 27,50 19,35 24,24 61,29 60 46,67 26,66<br />

Padronanza della materia e capacità didattica <strong>dei</strong> docenti<br />

Gli argomenti trattati interessano problematiche attuali<br />

Organicità degli argomenti trattati<br />

Nessuna risposta<br />

Graf. 16<br />

Analisi <strong>dei</strong> punti<br />

di debolezza<br />

del corso<br />

COMPOSIZIONE (%) DEI PUNTI DI DEBOLEZZA PIÙ CRITICI<br />

EVIDENZIATI DAI DISCENTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

100<br />

80<br />

VALORI %<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

32 22,5 35,5 30,3 25,8 20 16,7 23,3<br />

40 35 25,8 30,3 16,1 13,3 20 36,7<br />

24 12,50 19,35 18,19 6,45 6,66 10 3,33<br />

4 20 19,35 21,21 51,61 60 53,33 36,67<br />

Troppi contenuti teorici<br />

Poca praticità degli argomenti trattati<br />

Eccessiva durata e concentrazione delle lezioni<br />

Nessuna risposta<br />

67<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. 17<br />

Analisi<br />

<strong>dei</strong> principali<br />

suggerimenti<br />

<strong>dei</strong> partecipanti<br />

100<br />

80<br />

COMPOSIZIONE (%) DEI SUGGERIMENTI EVIDENZIATI<br />

DAI DISCENTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI %<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

32 17,50 12,9 21,21 22,58 20 13,34 6,67<br />

40 40 25,81 18,19 6,45 10 20 53,33<br />

4 5 9,68 12,12 9,68 6,67 0 0<br />

24 37,5 51,61 48,48 61,29 63,33 66,66 40<br />

Ridurre la teoria, puntando sui concetti fondamentali e pratici<br />

Cambiare le modalità didattiche (renderle più pratiche e omogenee)<br />

Corsi più mirati alle singole professionalità<br />

Nessuna risposta<br />

Graf. 1<br />

Analisi<br />

della composizione<br />

d’aula per titolo<br />

universitario<br />

100<br />

80<br />

TITOLO DI STUDIO UNIVERSITARIO DI TUTTI I CORSISTI<br />

DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI %<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

100 100 70,96 69,7 93,54 93,33 90 96,55<br />

0 0 22,58 0 3,23 3,33 6,67 3,45<br />

0 0 3,23 12,1 0 3,33 0 0<br />

0 0 0 9,1 0 0 0 0<br />

0 0 3,23 9,1 3,23 0 3,33 0<br />

Medicina e chirurgia<br />

Medicina veterinaria<br />

Farmacia<br />

Biologia<br />

Psicologia<br />

6<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Graf. 19<br />

Analisi<br />

della composizione<br />

d’aula per funzione<br />

ricoperta<br />

100<br />

80<br />

TITOLARITÀ PRIMARIALE DEI CORSISTI<br />

NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI %<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

Sì<br />

100 60 38,71 27,27 38,7 3,33 10 3,45<br />

No<br />

0<br />

40<br />

61,29<br />

72,73<br />

61,3<br />

96,67 90 96,55<br />

Graf. 20<br />

Analisi<br />

della valutazione<br />

della prova<br />

di fine corso<br />

9,0<br />

8,6<br />

MEDIE PONDERATE DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />

DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />

VALORI<br />

8,2<br />

7,8<br />

7,4<br />

7,0<br />

I II III IV V VI VII VIII<br />

8,6 7,92 8,05 8,09 7,78 8,1 7,4 8,15<br />

Alessandra Rodaro è studente iscritta alla<br />

Facoltà di Economia dell’Università degli<br />

Studi di Trento.<br />

69<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


appendice.2<br />

Schede di sintesi <strong>dei</strong> lavori finali <strong>dei</strong> partecipanti<br />

andrea.francesconi,.alessandra.rodaro<br />

Nelle pagine che seguono sono riportate le schede di sintesi <strong>dei</strong> lavori finali che i partecipanti<br />

alle otto edizioni del corso hanno elaborato.<br />

I lavori sono stati redatti da gruppi di partecipanti variabili da un minimo di due a<br />

un massimo di cinque componenti ed erano finalizzati alla discussione di fine corso per il<br />

rilascio dell’attestato di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />

Le schede prodotte vogliono fornire al lettore uno spunto di primo riferimento <strong>dei</strong><br />

singoli lavori.<br />

Le schede, distinte per edizione, dalla prima all’ottava, sono strutturate per fornire le<br />

seguenti tipologie di informazioni:<br />

a) Titolo del lavoro;<br />

b) Nominativi <strong>dei</strong> partecipanti che hanno redatto il lavoro finale;<br />

c) Indice del lavoro;<br />

d) Breve abstract;<br />

e) Numero di pagine;<br />

f) Elementi di classificazione del lavoro.<br />

Le esigenze di sintesi connesse all’elaborazione del materiale analizzato possono avere<br />

indotto in qualche errore e omissione. Di questo ci si scusa in anticipo.<br />

I testi <strong>dei</strong> lavori finali, nella versione integrale, sono disponibili a richiesta presso<br />

l’Assessorato alle Politiche per la <strong>Salute</strong>, Servizio Organizzazione e qualità delle attività<br />

<strong>sanitari</strong>e, Ufficio <strong>Formazione</strong> e sviluppo delle risorse umane, a Trento in Via Gilli 4 (Tel.<br />

0461. 494105; e-mail: formazione.sanita@provincia.tn.it).<br />

71<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.1<br />

TITolo<br />

Analisi e progettazione organizzativa in una logica aziendale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Fabio Bazzoli, Giuseppe De Nisi, Marco Ioppi, Raffaele Lovaste<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Organizzazione del servizio per le tossicodipendenze (Ser.T.) della<br />

Provincia autonoma di Trento; 3. L’organizzazione dell’Unità Operativa di Neonatologia<br />

e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale S.Chiara di Trento; 4. La qualità nell’Unità<br />

Operativa di Neuropsichiatria Infantile n. 2 <strong>dei</strong> Distretti Vallagarina Alto Garda, Ledro,<br />

Giudicarie e Rendena; 5. Analisi dell’applicazione nel processo lavorativo del parto della<br />

legge 626/94 e della ricerca della sicurezza come risultato dell’applicazione della qualità<br />

secondo il metodo HACCP; 6. Conclusioni dell’elaborato; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi ha lo scopo di chiarire il programma strategico aziendale perseguito dall’APPS<br />

attraverso la descrizione di quattro strutture organizzative complesse: la U.O. Servizio per<br />

le Tossicodipendenze a valenza provinciale, la U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva<br />

Neonatale dell’ospedale S.Chiara di Trento a valenza provinciale, la U.O. di Neuropsichiatria<br />

Infantile n. 2 <strong>dei</strong> Distretti Vallagarina, Alto Garda, Ledro e Giuducarie-Rendena<br />

a valenza multizonale e la U.O. di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di<br />

Riva del Garda a valenza zonale. In particolare, nella tesi vengono descritte le attività<br />

assistenziali di ogni struttura complessa e la loro conforme aderenza ai principi strategici<br />

dell’APPS: in particolar modo la mission, la vision e i valori. Viene posta particolare<br />

attenzione a questi tre principi in quanto sono finalizzati a un aumento continuo<br />

della qualità, obiettivo di primaria importanza per l’APPS. Infine, nell’elaborato viene<br />

sottolineato che nonostante ci sia differenza tra le quattro strutture complesse per la<br />

tipologia di attività assistenziali erogate, tutte e quattro sono dirette all’umanizzazione<br />

delle cure e alla soddisfazione <strong>dei</strong> bisogni persona-paziente.<br />

PagInE 122<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

72<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.2<br />

TITolo<br />

Punti di prelievo territoriali: Network ospedale territorio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Patrizio Caciagli, Lorenzo Filosi, Alberto Marcolla<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Il servizio di Laboratorio; 3. L’attuale sistema di prelievo per pazienti<br />

ambulatoriali; 4. Il contesto progettuale; 5. Il progetto vero e proprio; 6. Considerazioni<br />

economiche-finanziarie; 7. Riferimenti bibliografici.<br />

aBSTracT<br />

Il processo di aziendalizzazione del comparto <strong>sanitari</strong>o prevede un uso più consapevole<br />

delle risorse a disposizione e alti standard di qualità nell’erogare prestazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />

Ponendosi in quest’ottica, la tesi propone la realizzazione di una rete tra laboratori e<br />

medicina del territorio al fine di diminuire il numero di alcune categorie di pazienti, che<br />

negli anni stanno sempre più aumentando, per garantire servizi sempre più efficienti.<br />

La prima parte dell’elaborato descrive l’organizzazione del Laboratorio e <strong>dei</strong> punti di<br />

prelievo evidenziandone gli aspetti positivi e negativi. In un secondo momento viene<br />

illustrato un modello volto a migliorare le aree critiche <strong>dei</strong> punti di prelievo: in particolare,<br />

viene decentrata una parte dell’attività di prelievo venoso affinché si possano<br />

fornire in tempo reale i risultati di laboratorio ai MMG (il modello è stato pensato per<br />

alcune patologie, in particolare per quelle dell’apparato cardiovascolare, la malattia<br />

diabetica e i soggetti neoplastici in terapia, proprio perché gli esami sono standardizzati<br />

e ripetitivi). La tesi, infine, sottolinea come la realizzazione del modello porti<br />

vantaggi al paziente-cliente per la standardizzazione <strong>dei</strong> protocolli operativi, ai medici<br />

di medicina generale per la visione in tempo reale <strong>dei</strong> referti e al laboratorio per la<br />

riduzione delle code alle sedi centrali.<br />

PagInE 31<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO): plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

73<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.3<br />

TITolo<br />

Indagine conoscitiva in tre UU.OO. di medicina Interna dell’APSS del <strong>Trentino</strong> su alcuni<br />

parametri per l’accreditamento all’eccellenza<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paolo Dalrì, Giuseppe De Venuto, Mauro Mettarei<br />

InDIcE<br />

1. Scopo dello studio; 2. Premessa; 3. Cosa s’intende per qualità; 4. Come valutare<br />

la qualità; 5. Come migliorare la qualità; 6. Analisi partecipata della qualità (APQ);<br />

7. Accreditamento all’eccellenza: JCAHO.1; . Valutazione della qualità secondo gli<br />

standard “Accesso e continuità dell’assistenza” della JCIA in tre Unità Operative di<br />

Medicina Interna dell’APSS del <strong>Trentino</strong>; 9. Conclusione.<br />

aBSTracT<br />

La tesi può essere suddivisa in tre parti che affrontano il tema della qualità sotto<br />

aspetti diversi. Nella prima parte viene descritta l’evoluzione storica del concetto di<br />

qualità in letteratura; di seguito viene realizzata un’analisi critica dello stesso. Nella<br />

seconda parte dello studio vengono descritte le modalità di comprensione e utilizzo<br />

<strong>dei</strong> concetti fondamentali di qualità in sanità da parte <strong>dei</strong> professionisti che erogano<br />

prestazioni <strong>sanitari</strong>e. La terza parte illustra le principali metodologie attualmente impiegate<br />

per valutare e promuovere la qualità. Questa ultima fase del lavoro propone,<br />

inoltre, l’utilizzo di alcuni criteri della Joint Commission International per realizzare<br />

una valutazione, solamente a titolo esercitativo, della qualità nel settore “Accesso e<br />

continuità dell’assistenza” in tre U.O. di Medicina Interna dell’Azienda Provinciale <strong>dei</strong><br />

Servizi Sanitari del <strong>Trentino</strong>. Dalla realizzazione di questa valutazione qualitativa emergono<br />

alcune considerazioni conclusive: esistono ampi margini per migliorare la qualità<br />

dell’“accesso e continuità della assistenza” attraverso un’informazione più chiara ai<br />

pazienti, un coinvolgimento maggiore degli stessi e una comunicazione più efficiente<br />

tra le varie Unità Operative e i vari Servizi. Infine, l’utilizzo estensivo nella pratica<br />

clinica di una cartella clinica informatizzata ha permesso di raggiungere un più alto<br />

livello di aderenza a alcuni degli standard considerati.<br />

PagInE 103<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

74<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.4<br />

TITolo<br />

L’assistenza integrata al paziente oncologico: gli strumenti per l’internista<br />

ParTEcIPanTI<br />

Mauro De Concini, Franco Fiorentini, Gabriele Noro, Luigi Tomio, Franco Ziller<br />

InDIcE<br />

1. Considerazioni generali; 2. La domanda di servizio; 3. L’offerta di servizio; 4. Coordinamento<br />

e regia: i modelli operativi; 5. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi descrive l’organizzazione del Servizio Sanitario con lo scopo di chiarire i possibili<br />

percorsi assistenziali-integrati che i pazienti oncologici possono effettuare. A<br />

riguardo, vengono poste al centro dell’azione <strong>sanitari</strong>a le esigenze complessive del<br />

paziente e non le priorità delle proprie articolazioni operative o di singoli operatori o<br />

specialità. In una prima parte, l’elaborato analizza la domanda di servizio oncologico<br />

sotto diversi aspetti: la tipologia, il volume e, soprattutto, vengono evidenziate le<br />

esigenze assistenziali richieste. In particolare, i pazienti oncologici desidererebbero<br />

specifiche attitudini assistenziali da parte del servizio <strong>sanitari</strong>o: capacità di relazione,<br />

tempestività, continuità assistenziale, supporto logistico ed equità. In risposta alle<br />

esigenze della domanda viene esposta l’offerta del servizio oncologico garantito dall’APPS:<br />

vengono descritte le strutture (ospedali e distretti) di riferimento, le possibili<br />

interfacce di integrazione tra la varie UU.OO. e la varie Aree specialistiche/Territorio,<br />

la cartella clinica oncologica digitale (CCOD) e il relativo utilizzo per il teleconsulto,<br />

le linee guida e i protocolli terapeutici al fine di garantire all’utenza un servizio di<br />

assistenza integrata adeguato e completo. Data l’esigenza di offrire un servizio che<br />

garantisca soprattutto continuità assistenziale, la tesi sviluppa un progetto di terapia<br />

palliativa al fine di favorire l’integrazione Ospedale-territorio per il monitoraggio del<br />

paziente oncologico. In particolare, viene sottolineato come un’adeguata comunicazione<br />

tra medico dell’ospedale dell’U.O. di Medicina e/o Geriatria, Medicina Generale<br />

e oncologo sia fondamentale per la gestione, soprattutto, delle complicazioni relative<br />

alla natura della malattia.<br />

PagInE 110<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

75<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.5<br />

TITolo<br />

Scheda Budget e Negoziazione<br />

ParTEcIPanTI<br />

Marcello Disertori, Manfred Gamper, Aldo Girardi, Daniele Orrico<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Richiamo storico; 3. Il controllo di gestione nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />

pubbliche; 4. Il sistema budget; 5. Il budget e la negoziazione nelle aziende <strong>sanitari</strong>e;<br />

6. La progettazione del sistema budget: aspetti tecnici e operativi; 7. Conclusioni<br />

finali; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Il processo di aziendalizzazione del sistema <strong>sanitari</strong>o impone l’utilizzo di alcuni strumenti<br />

economico-aziendali per un più consapevole e razionale utilizzo delle risorse da<br />

impiegare. Per i singoli operatori, per le U.O., per gli Ospedali e per l’APPS, lo strumento<br />

operativo per l’attività annuale è diventato il budget. La tesi può essere suddivisa in<br />

due parti: nella prima vengono analizzate le caratteristiche teorico-dottrinali del sistema<br />

budget, nella seconda ne vengono analizzate le caratteristiche pratiche valutando<br />

delle schede budget relative agli ultimi tre anni di attività di alcune U.O. dell’Azienda<br />

Sanitaria della Provincia autonoma di Trento.<br />

A riguardo, l’analisi delle schede budget esprime l’importanza operativa dello stesso,<br />

ma anche una marcata difficoltà nell’applicare uno strumento tipicamente aziendale a<br />

una logica <strong>sanitari</strong>a. In particolare, emergono alcune criticità nell’utilizzo della scheda<br />

budget nelle U.O. in questione: manca un chiaro riferimento istituzionale riguardante<br />

le risorse a disposizione, c’è difficoltà nel definire i diversi attori delle professioni <strong>sanitari</strong>e,<br />

c’è un utilizzo distorto della programmazione in quanto vista come una forzatura<br />

e c’è il pericolo di credere che il budget sia la realizzazione completa del processo di<br />

aziendalizzazione.<br />

PagInE 53<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: budget e controllo di gestione<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

76<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.6<br />

TITolo<br />

Valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del trattamento dell’insufficienza renale cronica in<br />

trentino: dialisi versus trapianto<br />

ParTEcIPanTI<br />

Lucio Luciani, Carlo Romano Rovati<br />

InDIcE<br />

1. La salute; 2. Principali tecniche di valutazione economica; 3. L’insufficienza renale<br />

cronica; 4. Valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del trattamento del l’IRC in <strong>Trentino</strong>; 5.<br />

Discussione; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di una valutazione economica (analisi<br />

costi-benefici) del trattamento dell’IRC (insufficienza renale cronica) al fine di poter<br />

scegliere una tra due alternative di cure possibili. Infatti, attraverso tecniche di valutazione<br />

economica viene realizzato un confronto tra i costi generati dalle due cure<br />

alternative per l’IRC, ovvero la dialisi e il trapianto. L’indagine fa riferimento a due<br />

tipologie di popolazione: una caratterizzata da pazienti in trattamento sostitutivo e<br />

l’atra caratterizzata da pazienti portatori di trapianto funzionante. A riguardo, vengono<br />

rilevati diversi costi di gestione per entrambe le popolazioni, dove per ogni voce<br />

di costo viene desunto il costo medio di ogni singolo paziente al fine di ottenere,<br />

accanto al valore di costo medio complessivo, anche il calcolo dell’utilizzo di risorse<br />

disaggregato per ognuno <strong>dei</strong> parametri valutati. Infine, viene realizzata una valutazione<br />

della qualità della vita <strong>dei</strong> componenti delle due popolazioni facendo riferimento ai<br />

dati raccolti dal Personale laureato <strong>dei</strong> Servizi di Psicologia, ai dati della letteratura<br />

internazionale e all’esperienza personale dell’attività nella Specialità. L’analisi elegge<br />

il trapianto come alternativa di cura più vantaggiosa per l’IRC, in quanto consegue<br />

una serie di favorevoli congiunture, quali: autonomia decisionale in ambito legislativo,<br />

precisione e puntualità follow up medico, cultura e maturità della popolazione, la<br />

preziosa collaborazione con due <strong>dei</strong> più qualificati centri di Trapianto europeo e costi<br />

generalmente più convenienti.<br />

PagInE 67<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

77<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.7<br />

TITolo<br />

Analisi critica dell’approccio economico-aziendale per una unità operativa di anatomia<br />

patologica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Francesco Piscioli<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Definizione; 3. Riferimenti legislativi e relative considerazioni; 4. Implicazioni<br />

generali dell’aziendalizzazione della sanità; 5. Incompatibilità tra l’aziendalizzazione<br />

della sanità, le responsabilità deontologiche e medico-legali e l’organizzazione<br />

di lavoro; 6. L’impatto dell’aziendalizzazione sull’organizzazione dell’Unità Operativa di<br />

Anatomia e Istologia Patologica; 7. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

Nella tesi vengono esposti diversi riferimenti normativi italiani riguardanti la tutela della<br />

salute. In particolare viene sottolineato, e sotto alcuni punti di vista anche criticato,<br />

come sia difficile l’applicazione del DLGS 502 (che riguarda il processo di aziendalizzazione<br />

del comparto <strong>sanitari</strong>o) in sanità. Quest’ultima normativa, inoltre, si dimostra<br />

completamente inutile se applicata a un’Unità Operativa di Anatomia Patologica, in<br />

quanto i suoi principi ispiratori e strumenti di attuazione sono privi di basi razionali<br />

e motivazioni scientifiche (se applicate alla diagnostica anatomo-patologica). Inoltre,<br />

modello organizzativo di lavoro del comparto <strong>sanitari</strong>o, definito dal DLGS 502, risulta<br />

essere troppo rigido e la riforma <strong>dei</strong> corsi di preparazione del personale tecnico, con<br />

l’istituzione di un’unica laurea breve di tecnico di laboratorio biomedico, impediscono<br />

al patologo un’organizzazione di lavoro su basi razionali, aventi come fine l’efficienza,<br />

l’efficacia e la tempestività. Infine, i controlli di qualità previsti dal DLGS 502 vengono<br />

occasionalmente posti come obiettivi e difficilmente si rifanno alla competenza<br />

diagnostica.<br />

PagInE 22<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: non presente<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

7<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.8<br />

TITolo<br />

L’applicazione del percorso TQM alla UU.OO di anestesia e rianimazione: principi, metodologia<br />

e modello proposto<br />

ParTEcIPanTI<br />

Matteo Magro, Manfred Pfaender, Diego Welber<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Esperienze internazionali in Anestesia e Rianimazione; 3. Gli elementi<br />

misurabili del sistema JCAHO; 4. La progettazione di interventi di miglioramento della<br />

qualità. Le Clinical Pathways e il Case Management; 5. Il Sistema di qualità proposto<br />

per le Unità di Anestesia e Rianimazione della Provincia di Trento; 6. Il sistema degli<br />

indicatori inerenti alla Anestesia e Rianimazione; 7. La S. Operatoria di Ortopedia della<br />

“Valle <strong>dei</strong> Fiori”; . Conclusioni; 9. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi affronta il problema del controllo della qualità nel comparto <strong>sanitari</strong>o attraverso<br />

la definizione e l’applicazione di un percorso di “total quality management”. In una prima<br />

parte, lo studio chiarisce il concetto di TQM sotto vari aspetti: il significato, l’applicazione<br />

in contesti <strong>sanitari</strong> internazionali, l’importanza strategica. Nella seconda parte<br />

viene esposta, invece, la realizzazione di un percorso di TQM per le UU.OO. di Anestesia<br />

e Rianimazione della Provincia autonoma di Trento ipotizzando il funzionamento di<br />

una sala operatoria dove vengono rilevati le criticità relative al controllo della qualità.<br />

Da questa ricerca emerge l’importanza del programma operatorio, il quale dovrebbe<br />

essere redatto con il contributo di tutti i protagonisti del blocco operatorio(chirurgo,<br />

anestesista-rianimatore e coordinatore), gestito su supporto informatico e compilato<br />

con cadenza settimanale. Inoltre, per ogni intervento, dovrebbe essere specificata la<br />

durata prevista, la strumentazione necessaria (se particolare), la posizione da dare<br />

al paziente, i medici che dovranno intervenire e l’eventualità di un trasferimento del<br />

paziente in terapia intensiva.<br />

PagInE 22<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo/propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

79<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.1<br />

TITolo<br />

Aspetti organizzativi gestionali di un “Servizio TAO” (Terapia Anticoagualante Orale)<br />

per i pazienti a rischio di trombosi<br />

ParTEcIPanTI<br />

Pietro Alfonsi, Severino Dazzi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzionei; 2. L’importanza economicai; 3 Organizzazione del servizio nella U.O.<br />

di patologia clinicai; 4. Valutazione <strong>dei</strong> costi e <strong>dei</strong> beneficii; 5. Discussione e conclusioni;<br />

6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo della tesi è descrivere la gestione operativa di un servizio TAO (terapia<br />

anticoagulante orale) per i pazienti a rischio di trombosi. Inizialmente l’elaborato si<br />

concentra sulla descrizione della TAO: in particolare, ne vengono descritti la storia, le<br />

sperimentazioni <strong>dei</strong> farmaci anticoagualanti effettuate nel corso degli anni e i diversi<br />

impatti che ha la terapia in paesi diversi, soprattutto dal punto di vista economico. Di<br />

seguito viene illustrato l’argomento centrale della tesi: l’organizzazione di un servizio<br />

TAO. In particolare, viene sottolineato come una corretta gestione operativa del servizio<br />

sia possibile attraverso un corretto interagire tra le figure professionali coinvolte:<br />

segretaria, infermiera professionale, ausiliaria, tecnico di laboratorio e medico. Inoltre,<br />

vengono considerati i costi-benefici della terapia attraverso alcuni studi realizzati a<br />

livello nazionale e internazionale. Da questi si deduce che l’efficacia di un servizio t.a.o<br />

dipende, dall’utilizzo di un software specifico, in quanto il costo della visita dipende<br />

pesantemente da esso, e dalla capacità di calcolare le possibili complicazioni che possono<br />

insorgere durante la cura, diminuendo drasticamente i cosiddetti “costi evitabili”.<br />

PagInE 29<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

0<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.2<br />

TITolo<br />

Il miglioramento della qualità relazionale – un’esperienza operativa nel servizio di<br />

igiene pubblica del distretto Alto Garda e Ledro<br />

ParTEcIPanTI<br />

Pierluigi Gardini, Arrigo Andreacci<br />

InDIcE<br />

1. Premessai; 2. Materiali e metodii; 3. Discussionei; 4. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene allo sviluppo e all’applicazione, nel Servizio di Igiene<br />

Pubblica del Distretto Alto Garda e Ledro, di alcuni indicatori di valutazione e miglioramento<br />

della qualità relazionale, intesa come soddisfazione delle varie categorie di<br />

utenti interessate. Inoltre, la scelta degli indicatori è finalizzata alla modifica dell’assetto<br />

organizzativo assistenziale assicurato, affinché disponga di un numero ridotto di<br />

ambulatori poliambulatori e offra maggiore risposta all’utenza in termini di ampliamento<br />

dell’orario di servizio, efficienza ed efficacia operativa. Attraverso l’analisi di quattro<br />

dimensioni (economia, personale, utenza e processi), che il Servizio deve sapere gestire<br />

e coordinare, vengono individuati alcuni parametri che consentono lo sviluppo di alcuni<br />

indicatori in grado di migliorare la qualità relazionale. I parametri impiegati fanno riferimento<br />

alla Balanced Scorcared e permettono l’utilizzo di indicatori di accessibilità<br />

e di disponibilità che consentono un miglioramento nell’erogazione delle prestazioni<br />

<strong>sanitari</strong>e e soprattutto della qualità relazionale.<br />

PagInE 2<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: non presente<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

1<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.3<br />

TITolo<br />

Cartella clinica informatizzata: applicabilità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Dino Sella, Bruna Bagozzi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Metodo; 3. U.O. Geriatria; 4. U.O. Pneumologia; 5. Conclusioni<br />

finali; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo di questo studio è quello di verificare l’applicabilità di una cartella clinica<br />

informatizzata nelle U.O. di Geriatria e Pneumologia dell’Ospedale S.Chiara di Trento. La<br />

tesi è articolata in due fasi: la prima realizza un’analisi <strong>dei</strong> fabbisogni degli operatori<br />

di un reparto ospedaliero al fine di evidenziare, attraverso una metodologia qualitativa<br />

di consenso (Nominal Group Technique), le difficoltà e gli ostacoli legati all’utilizzo<br />

di un sistema informativo cartaceo; di seguito, la seconda fase individua un insieme<br />

di possibili soluzioni basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione<br />

(Information and Communication Technology, ICT). Nell’elaborato viene sottolineato<br />

come il nominal group ha posto in risalto i problemi di comunicazione tra le principali<br />

figure professionali che assistono i pazienti ricoverati in ospedale. A riguardo, la informatizzazione<br />

della cartella clinica per i nominal group apporterebbe una maggiore<br />

qualità, in quanto consentirebbe comunicazioni più chiare, celeri e integrate con gli<br />

interventi di tutti i potenziali attori che partecipano nella gestione del caso clinico<br />

(dagli operatori della U.O. agli operatori dell’APPS).<br />

PagInE 41<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

2<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.4<br />

TITolo<br />

DISEASE MANAGEMENT: approccio integrato alla gestione di patologie croniche<br />

ParTEcIPanTI<br />

Danila Bassetti, Fabio Branz, Franco De Bernardinis, Nunzia Mazzini, Angelo Mercurio<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La realizzazione delle risorse in ambito <strong>sanitari</strong>o: “il percorso”;<br />

3. Il Desease Management; 4. La malattia cronica e la condizione cronica; 5. Epatite<br />

cronica da virus C; 6. Le malattie infiammatorie croniche intestinali; 7. Schizofrenia;<br />

. Sclerosi Multipla; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Scopo della tesi è chiarire, attraverso la letteratura, il concetto di Disease Management<br />

e dimostrare, attraverso alcuni esempi, come questa modalità organizzativa ambisca<br />

al miglioramento sia della qualità che degli standard economici per il trattamento di<br />

patologie croniche (generalmente ad alto costo sociale ed economico individuale e<br />

collettivo). Quindi, in una prima fase l’elaborato espone le diverse definizioni di DM<br />

reperibili in letteratura, dalle quali è possibile rilevare come il DM rappresenti il modello<br />

assistenziale ideale per fronteggiare l’emergente bisogno <strong>sanitari</strong>o di migliorare la<br />

gestione di pazienti con malattia cronica, intervenendo in maniera integrata sull’intero<br />

processo diagnostico-terapeutico e assistenziale della stessa. Nella seconda fase della<br />

tesi, invece, viene proposta l’applicazione della tecnica di Disease Management per il<br />

miglioramento della gestione delle seguenti patologie croniche: Epatite cronica da Virus<br />

C, malattie infiammatorie croniche intestinali, schizofrenia e sclerosi multipla. Per ogni<br />

malattia sono descritte le fasi del processo di Disease Management: prevenzione primaria<br />

e secondaria, diagnosi precoce, adeguamento <strong>dei</strong> percorsi diagnostici e terapeutici a<br />

criteri di evidenza, integrazione <strong>dei</strong> vari livelli di intervento e controllo dell’efficacia.<br />

Con questi esempi viene sottolineato come il DM generi un’efficace interazione tra le<br />

diverse figure professionali <strong>sanitari</strong>e coinvolte in una certa patologia.<br />

PagInE 9<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

3<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.5<br />

TITolo<br />

Proposta di un modello di management per le strutture organizzative di chirurgia generale,<br />

di pneumologia e del servizio di cardiologia del nuovo ospedale Alto Garda e Ledro di Arco<br />

ParTEcIPanTI<br />

Sergio Bassetti, Francesco Ricci, Girolamo Mirante Marini<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione generale; 2. Proposta di modello di management della U. O. Chirurgia<br />

Generale dell’Ospedale di Arco; 3. Qualità della Risposta Sanitaria Pneumologica nella<br />

Provincia di Trento: proposta di un modello di management integrato delle UU.OO. e<br />

<strong>dei</strong> Servizi di Pneumologia esistenti in Provincia; 4. Qualità della risposta <strong>sanitari</strong>a di<br />

Cardiologia del nuovo Ospedale Alto Garda e Ledro di Arco.<br />

aBSTracT<br />

La tesi propone un modello di management operativo per l’U.O. di Chirurgia generale, di<br />

Pneumologia e del Servizio di Cardiologia dell’U.O. di Medicina del nuovo Ospedale Alto<br />

Garda e Ledro di Arco. A riguardo, vengono individuati i problemi gestionali relativi alle<br />

tre strutture al fine di predisporre un assetto organizzativo che sia in grado di utilizzare<br />

efficacemente le risorse e umane e che offra, quindi, un’adeguata risposta <strong>sanitari</strong>a. La<br />

prima parte della tesi presenta il modello di management relativo all’U.O. di Chirurgia<br />

generale introducendo la chirurgia mini-invasiva come strumento di miglioramento dell’offerta<br />

di cure all’utente. I vantaggi relativi all’utilizzo di questa metodologia chirurgica<br />

sono riconducibili alla riduzione delle infiammazioni e a un percorso post-operatorio con<br />

minori disagi. Dal punto di vista <strong>dei</strong> costi la chirurgia mini-invasiva è particolarmente<br />

competitiva nei confronti della chirurgia tradizionale. La seconda parte della tesi presenta<br />

il modello di management relativo al Servizio di Pneumologia sul territorio trentino, che<br />

si prefigge di definire un’organizzazione che coordini i processi assistenziali e gestionali<br />

in relazione alle diverse esigenze <strong>dei</strong> cittadini. A tale scopo viene proposto un nuovo assetto<br />

organizzativo che punta anche alla implementazione e valorizzazione dell’attività di<br />

ricovero in regime di day hospital <strong>dei</strong> pazienti e al potenziamento dell’attività specialistica<br />

territoriale, a supporto della medicina di base e di comunicazione con il territorio. Infine,<br />

la terza parte della tesi descrive il modello di management del Servizio di Cardiologia del<br />

nuovo monoblocco del Distretto Alto Garda e Ledro che assume funzioni di filtro, interfaccia<br />

e collegamento e interagisce con gli altri distretti e con tutti gli attori operanti nel<br />

campo. In questo contesto si da particolare valenza alla qualificazione professionale, intesa<br />

come aggiornamento continuo di tutto il personale operante nel Servizio di Cardiologia.<br />

PagInE 57<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

4<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.6<br />

TITolo<br />

Il budget: strumento di programmazione e di miglioramento nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />

ParTEcIPanTI<br />

Armando Borghesi, Italo Dell’Eva, Zeno Bellotti<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La Provincia Autonoma di Trento; 3. <strong>Salute</strong> e Sistemi Sanitari; 4. Il<br />

Servizio Sanitario Nazionale; 5. Il Servizio Sanitario Provinciale; 6. Programmazione;<br />

7. Valutazione; . Sistema Informativo Gestionale Sanitario; 9. Il sistema di budget;<br />

10. Analisi del processo di budget e delle schede utilizzate dall’APSS; 11. nel periodo<br />

1997-2003; 12. Conclusioni e possibili prospettive future; 13. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene alla definizione del sistema budget e le modalità di utilizzo<br />

dello stesso presso l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento dal 1997 in poi.<br />

L’elaborato è suddiviso in due parti: nella prima vengono esposti il concetto generale<br />

budget e suo il significato nel Sistema Sanitario Nazionale e Provinciale, nella seconda,<br />

invece, vengono delineate le modalità e i tempi mediante i quali viene predisposto il<br />

budget nell’APPS. A riguardo, vengono confrontate e analizzate esperienze maturate in<br />

tre distinti contesti: quello della Direzione (DOC) di Igiene e Sanità Pubblica, quello di<br />

Unità Operativa Laboratorio di Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica e quello di quello<br />

di Unità Operativa di Assistenza Territoriale della Vallagarina. Per ognuna di queste tre<br />

realtà vengono analizzati i punti di forza, di debolezza e le problematiche emersi nella<br />

predisposizione e nell’utilizzo dello strumento del budget. Da queste analisi è emerso<br />

che il sistema budget può essere uno strumento estremamente potente per migliorare<br />

i servizi <strong>sanitari</strong> da erogare alla collettività solamente ad alcune condizioni: che abbia<br />

determinate caratteristiche di flessibilità e adattabilità, che vengano usati idonei accorgimenti<br />

per renderlo uno strumento efficace e funzionale e, infine, che gli operatori<br />

conoscano, credano e imparino a utilizzare al meglio lo strumento per poterne sfruttare<br />

appieno le potenzialità.<br />

PagInE 94<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: budget e controllo di gestione<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

5<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.7<br />

TITolo<br />

Riorganizzazione di un servizio diagnoniostico territoriale: valutazione economica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Claudio Buriani, Renzo Beniamin<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Presentazione dell’intervento di riorganizzazione; 3. Caratteristiche<br />

del distretto del Primiero; 4. Realizzazione dell’intervento; 5. Confronto <strong>dei</strong> costi tra le<br />

due soluzioni prospettate; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Per l’APPS il sistema della diagnostica di laboratorio rappresenta un insieme di risorse<br />

che, per la loro complessità organizzativa clinico-assistenziale e per il loro consistente<br />

perso economico, deve garantire un prodotto di qualità, la massima efficienza e la<br />

conseguente minimizzazione <strong>dei</strong> costi. A riguardo, la tesi si trova a dover confrontare<br />

in termini economici due interventi riguardanti l’attività diagnostica di laboratorio nel<br />

distretto del Primiero. Le soluzioni confrontate sono le seguenti: continuare ad affidare<br />

la realizzazione degli esami di laboratorio del distretto del Primiero ai laboratori della<br />

Azienda <strong>sanitari</strong>a di Feltre, pagando tali prestazioni a tariffa, oppure attivare la gestione<br />

diretta di tali esami da parte della Azienda <strong>sanitari</strong>a di Trento tramite il laboratorio<br />

analisi dell’ospedale di Borgo Valsugana. Lo scopo primario della tesi consiste, pertanto,<br />

nella ricerca dell’attività a costo minore attraverso un’analisi economica che registri i<br />

costi di gestione di entrambe le soluzioni. Dalle ricerche svolte la seconda soluzione<br />

registra costi minori con un risparmio nel 2002 di 110.700 euro.<br />

PagInE 10<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

6<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.8<br />

TITolo<br />

I LEA e la riallocazione delle risorse. Progetto per lo sviluppo sostenibile dell’attività<br />

ortodontica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Fulvio Campolongo<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. L’attuale sistema di erogazione: la Legge 20/90; 3. Il contesto progettuale;<br />

4. Il Progetto; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia; 7. Documenti; . Glossario.<br />

aBSTracT<br />

La tesi ha lo scopo di realizzare un progetto di riordino organizzativo dell’attività ortodontica<br />

affinché la medesima garantisca un servizio pubblico in grado di soddisfare<br />

i bisogni e le aspirazioni della popolazione trentina secondo criteri di equità e qualità.<br />

Prima della realizzazione del progetto la tesi analizza l’attuale sistema di erogazione<br />

<strong>dei</strong> servizi e i relativi dati di spesa, valuta la legge 20/91 e le iniziative intraprese nel<br />

corso degli anni interfacciate con i report dello screening odontoiatrico dell’ultimo<br />

triennio. Dall’analisi dell’attuale sistema di erogazione <strong>dei</strong> servizi emerge la mancanza<br />

di un sistema di valutazione della necessità e dell’efficacia <strong>dei</strong> trattamenti. Inoltre, si è<br />

verificata una disomogenea erogazione di trattamenti a livello provinciale conseguente<br />

a una non esplicita mission affidata ai Distretti e alle Unità Operative. Il progetto vero<br />

e proprio è articolato in cinque fasi: attivazione di atti legislativi, individuazione del<br />

project management, formalizzazione e omogeneizzazione delle metodiche e delle procedure,<br />

prevenzione primaria e prevenzione secondaria. In particolare, viene dimostrato<br />

come il progetto sia in grado di coinvolgere sinergicamente realtà operative diverse<br />

con una particolare attenzione ai concetti di efficacia, efficienza, equità e qualità e<br />

quindi possa rappresentare un’utile strumento per affrontare la sfida di razionalizzazione<br />

imposta dall’introduzione <strong>dei</strong> LEA.<br />

PagInE 6<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

7<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.9<br />

TITolo<br />

La prevenzione e la gestione del rischio in ambito <strong>sanitari</strong>o: indicatori di qualità, procedure<br />

assistenziali, documentazione clinica, informazione al paziente<br />

ParTEcIPanTI<br />

Fabio Cembrani, Edoardo Geat, Antonio Mazza, Franco Nicolodi, Claudio Zucchelli<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Il rischio in ambito <strong>sanitari</strong>o; 3. I modelli organizzativi dell’Azienda<br />

provinciale per i Servizi Sanitari di Trento; 4. Il rischio di danno specifico nell’area<br />

materno-infantile nella realtà periferica; 5. La gestione del rischio <strong>sanitari</strong>o in ambito<br />

materno infantile nelle strutture periferiche: identificazione degli interventi di prevenzione;<br />

6. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi persegue l’obiettivo di individuare una serie di alternative di gestione della<br />

prevenzione del rischio <strong>sanitari</strong>o. A riguardo, vengono messi in atto una serie di interventi<br />

di tipo gestionale e organizzativo, che trovano origine in una nuova cultura della<br />

sicurezza. L’elaborato è articolato in cinque parti: la prima riguarda un’analisi molto<br />

ampia del problema del rischio <strong>sanitari</strong>o, la seconda rileva i presupposti per la prevenzione<br />

dell’errore, la terza descrive alcuni modelli organizzativi utilizzati dall’APPS, la<br />

quarta tratta il rischio <strong>sanitari</strong>o nell’area Materno-Infantile e, infine, la quinta analizza<br />

i possibili interventi di prevenzione e gestione del rischio. L’obiettivo di prevenzione<br />

del rischio clinico è la base di un corretto rapporto di fiducia tra cittadino e Servizio<br />

Sanitario offerto. A ragione di ciò, è necessario istituire un regime di controllo <strong>dei</strong><br />

rischi che individui la natura del rischio, la frequenza e il superamento della visione<br />

risarcitoria del danno da errore in ambito <strong>sanitari</strong>o di tipo individualistico dando valenza,<br />

invece, a una responsabilità che sia in grado di ridurre realmente i fattori di rischio. In<br />

concreto, si deve agire a livello normativo-regolamentare e dare importanza al ruolo<br />

della Disciplina medico legale, che dovrebbe lavorare sinergicamente con tutte le altre<br />

strutture mediche e non, che si trovano all’interno dell’APPS.<br />

PagInE 134<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: risk management<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.10<br />

TITolo<br />

Protocollo di prevenzione della nefropatia diabetica in provincia di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Giorgio Cesari, Annunziata Di Palma, Roberto Frizzi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Riferimenti legislativi; 3. La nefropatia diabetica; 4. I costi dell’uremia.<br />

Il diabete insulino-dipendente (diabete di tipo 1) nell’età evolutiva; 5. Epidemiologia<br />

nella Provincia di Trento; 6. Protocollo di prevenzione della nefropatia diabetica<br />

nel diabete tipo 1; 7. I costi dell’assistenza di un paziente con diabete insulino-dipendente<br />

in età evolutiva; . Discussione; 9. Bibliografia; 10. Appendice legislativo; 11.<br />

Altre norme legislative di riferimento per il paziente diabetico; 12. Leggi nazionali;<br />

13. Piano <strong>sanitari</strong>o 1993-1995.<br />

aBSTracT<br />

Il diabete è un problema di salute pubblica, che sollecita l’attuazione di interventi di prevenzione<br />

e cura tali da modificare il corso naturale della malattia prevenendo l’insorgenza<br />

delle complicanze di ormai difficile sostenibilità da parte della spesa <strong>sanitari</strong>a. La tesi<br />

espone una proposta operativa per la prevenzione della nefropatia diabetica applicabile<br />

in Provincia di Trento. Viene proposto un protocollo di prevenzione della nefropatia<br />

diabetica, secondo linee guida dettate dalla letteratura, che prevede l’adozione di uno<br />

schema di trattamento intensivo della malattia e definisce le modalità operative per<br />

identificare precocemente gli stadi iniziali della nefropatia per scongiurare o ritardare la<br />

comparsa di insufficienza renale manifesta, di ridurre la morbilità/mortalità cardiovascolare<br />

e la retinopatia. Inoltre, si propone un’analisi <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> diretti che derivano<br />

dall’intervento applicato ai pazienti in età evolutiva con diabete insulino dipendente, in<br />

cura presso il Centro Antidiabetico Provinciale annesso all’U.O. di Pediatria dell’Ospedale<br />

S.Chiara. Il progetto ottimizza l’intervento di specialisti, che operano a livello ambulatoriale,<br />

di day hospital e di strutture <strong>sanitari</strong>e. I pazienti in età evolutiva, affetti da<br />

diabete di tipo 1 devono accedere a un sistema organizzato di cure garantito da un<br />

team multidisciplinare, che garantisca il raggiungimento del massimo livello di sviluppo<br />

fisico e salute psicologica per il paziente. Lo studio dimostra come questo approccio<br />

organizzativo coniugato con l’applicazione del trattamento intensivo di cura sia in grado<br />

di contenere l’insorgenza delle complicanze della malattia e quindi i costi dell’assistenza.<br />

PagInE 123<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propostiivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: Nazionale<br />

9<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.11<br />

TITolo<br />

Lo screening del cancro colon-rettale nella provincia di Trento: studio di fattibilità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Giovanni De Pretis, Michele Schinella, Enrico Nava, Luciano Turri<br />

InDIcE<br />

1. Situazione epidemiologica; 2. Fattori di rischio; 3. Indicazioni della programmazione<br />

<strong>sanitari</strong>a; 4. Azioni di prevenzione attuabili; 5. Attuazione dello screening di popolazione;<br />

6. Proposta di uno screening per CCR in <strong>Trentino</strong>; 7. Esecuzione del test di<br />

1° livello: ricerca SOF; . Il secondo livello: colonscopia; 9. Terzo livello: chirurgico;<br />

10. <strong>Formazione</strong> del personale; 11. Il coordinamento dello screening; 12. Il sistema<br />

informativo; 13. La campagna informativa; 14. L'impatto economico dello screening;<br />

15. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi delinea i possibili percorsi di prevenzione del cancro colon-rettale riguardante<br />

soggetti a rischio generico. Si realizza uno screening per la prevenzione secondaria<br />

mediante diagnosi precoce del CCR in popolazione, volto a individuare lesioni precancerose<br />

o tumori in fase precoce in modo da poter attuare adeguati interventi finalizzati<br />

alla riduzione della mortalità per questo tipo di tumore e al miglioramento della qualità<br />

della vita delle persone sottoposte all'intervento stesso. Inoltre, la popolazione di riferimento<br />

che viene presa in considerazione in questo studio è quella di età superiore ai<br />

50 anni, in quanto la malattia si verifica raramente al disotto di questa età. Dall’analisi<br />

emerge l'utilità di attuare nella PAT un intervento di prevenzione secondaria del cancro<br />

colon-rettale basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci. Infine, tenuto conto che<br />

non tutti i determinanti del CCR sono noti e che i risultati della prevenzione primaria,<br />

orientata alla promozione di corrette abitudini alimentari e di vita, sono di difficile<br />

valutazione nel medio periodo, la prevenzione secondaria rappresenta oggi l'unica arma<br />

efficace disponibile per la prevenzione di questa patologia.<br />

PagInE 67<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

90<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.12<br />

TITolo<br />

Percorsi diagnostico clinico terapeutici per la realizzazione dell’utilizzo della risorse e<br />

per il miglioramento della qualità nell’Ospedale di Rovereto<br />

ParTEcIPanTI<br />

Roberto Albertazzi, Adriano Bernardi, Paolo Dorigotti, Paolo Iseppi, Giuseppe Vergara<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Percorsi clinici in atto presso l’ospedale di Rovereto; 3. Analisi <strong>dei</strong><br />

percorsi; 4. Percorso sulla lombalgia; 5. Tripps II: scompenso cardiaco; 6. Rapporti di<br />

interfaccia tra Ortopedia e PS; 7. Tripps II: dolore toracico; . La telecardiologia nei<br />

percorsi dell’Ospedale di Rovereto; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Le diversità culturali e i diversi modelli organizzativi, utilizzati nelle varie unità operative,<br />

impediscono che una regolamentazione generale possa essere direttamente trasferita<br />

nello specifico. Emerge, quindi, la necessità di verificare e sperimentare a livello locale<br />

modelli organizzativi e strumenti gestionali già validati in letteratura, ma che richiedono<br />

un’adeguata implementazione. Attraverso la descrizione di percorsi diagnostici-terapeutici<br />

relativi a lombalgia, scompenso cardiaco, rapporti di interfaccia tra ortopedia<br />

e ps, dolore toracico e telecardiologia vengono utilizzati i modelli organizzativi EPQM<br />

e PRUO. Questi due modelli implementati vengono utilizzati allo scopo di migliorare<br />

gli aspetti organizzativi e gestionali dell’Ospedale di Rovereto. Attraverso la fase di<br />

implementazione <strong>dei</strong> modelli, attraverso percorsi diagnostici-terapeutici, si giunge alle<br />

conclusione che un sistema complesso e organizzato può svolgere le sue funzioni in<br />

maniera efficiente solo con un’adeguata comunicazione tra le diverse componenti che lo<br />

compongono. A riguardo, è importante definire: la direzione e i meccanismi facilitanti<br />

(decidere in merito all’allocazione delle risorse) il senso della direzione (dove si porta<br />

l’organizzazione) e i confini (fino a dove ci si spinge) di ogni componente.<br />

PagInE 0<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici ((assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

91<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.13<br />

TITolo<br />

Le priorità cliniche come modello per migliorare l’accesso alle prestazioni: ipotesi<br />

organizzativa tra pronto soccorso, servizi e specialistica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Enzo Moser, Pierluigi Torboli, Giuseppe Zumiani<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Il Pronto Soccorso nell’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali<br />

nell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento; 3. La logica delle<br />

priorità cliniche e la razionalizzazione dell’offerta; 4. Il problema delle liste d’attesa in<br />

Dermatologia. I RAO della Specialistica Dermatologica ambulatoriale; 5. L’utilizzo <strong>dei</strong><br />

RAO Radiologici negli accessi diretti a prestazioni urgenti: premessa e proposta; 6. Il<br />

progetto di un Ambulatorio <strong>dei</strong> codici bianchi da parte del Pronto Soccorso.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo primario della tesi è quello di realizzare un Ambulatorio <strong>dei</strong> codici bianchi per<br />

il Pronto Soccorso dell’ospedale S.Chiara. In particolare, la sfida di questo progetto si<br />

identifica nella gestione delle patologie prive di urgenza clinica, tipiche dell’attività di<br />

medicina di base, per le quali è prevista attività di programmazione e prescrizione inserita<br />

nel Piano Sanitario Nazionale. Al fine di realizzare questo progetto, la tesi si articola<br />

in tre fasi: nella prima viene descritta l’attività di Pronto Soccorso nell’integrazione tra<br />

Ospedale e territorio dove si rendono esplicite le due procedure di identificazione di<br />

eventuali patologie al momento dell’arrivo del paziente: Triage e RAO (ultimo modello<br />

sperimentato), nella seconda parte viene data particolare valenza alla metodologia di<br />

classificazione delle priorità cliniche e al problema delle liste di attesa in Dermatologia<br />

attraverso l’applicazione del modello RAO, nella terza parte, infine, viene accuratamente<br />

descritta la parte centrale della tesi, ovvero quella che interessa la realizzazione dell’Ambulatorio<br />

<strong>dei</strong> codici bianchi. A riguardo, la tesi sottolinea che il progetto rientra<br />

in uno specifico programma di razionalizzazione dell’offerta <strong>sanitari</strong>a ed è rivolto ai<br />

pazienti che non si fanno visitare in ambulatorio dal proprio medico curante. Questa<br />

proposta è realizzata al fine di risolvere i numerosi problemi del Pronto Soccorso e dell’Ospedale:<br />

in particolare, problemi di spazio, problemi di tempo, di gestione e spreco<br />

di risorse attraverso una riduzione delle visite specialistiche, della decongestione del<br />

Pronto Soccorso, un’efficiente programmazione degli interventi, un’educazione degli<br />

utenti e una partecipazione alla spesa per gli approfondimenti programmabili.<br />

PagInE 1<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

92<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.1<br />

TITolo<br />

Ipotesi di riorganizzazione <strong>dei</strong> servizi veterinari dell’azienda Provinciale per i Servizi<br />

<strong>sanitari</strong> della Provincia autonoma di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Franco Chin, Alberto Mengon, Roberto Nava, Alberto Ferrazzi, Franco Vender<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Analisi dell’ambiente di lavoro; 3. Analisi delle risorse; 4. Ipotesi organizzativa;<br />

5. Considerazioni conclusive; 6. Materiale di riferimento.<br />

aBSTracT<br />

Lo scopo della tesi attiene a una migliore erogazione delle prestazioni veterinarie e<br />

a un maggiore coinvolgimento del personale al fine di razionalizzare efficacemente le<br />

risorse a disposizione e risuddividere il territorio in parti più omogenee. A fronte di ciò,<br />

la tesi propone la riorganizzazione <strong>dei</strong> servizi veterinari dell’APPS al fine di creare una<br />

struttura decentrata, ma allo stesso tempo collegata con il Servizio Sanitario Pubblico,<br />

soprattutto con il Servizio Sanità Igiene Pubblica. La proposta di ristrutturazione<br />

dell’assetto organizzativo del Servizio Veterinario viene realizzata attraverso un’attenta<br />

analisi del contesto lavorativo, delle esigenze della domanda, delle risorse a disposizione<br />

e delle esperienze passate. Il progetto veterinario è caratterizzato dalla realizzazione<br />

di una direzione centrale veterinaria attraverso l’implementazione di un osservatorio<br />

epidemiologico e nuclei operativi governati dagli attuali responsabili apicali, ai quali<br />

viene affidata la gestione del budget al fine di concedergli autonomia gestionale<br />

ed economico-finanziaria (che precedentemente non possedevano). In conclusione,<br />

l’apicale del nucleo operativo diventa responsabile del raggiungimento degli obiettivi<br />

individuali assegnati ai singoli operatori, snellendo i processi decisionali e motivando<br />

maggiormente i <strong>dirigenti</strong> nella formazione.<br />

PagInE 55<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: CINQUE componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

93<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.2<br />

TITolo<br />

Percorso diagnostico/terapeutico per le cardiopatie valvolari: aspetti gestionali nell’ottica<br />

di un’integrazione tra ospedali (ospedali e rete) e territorio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Cornelio Bertagnolli, Angelo Graffigna, Walter Spagnolli, Renato Santoni<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Situazione attuale; 4. Proposta di modalità gestionale<br />

della MVC; 5. Proposta delle fasi operative; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia; . Allegati.<br />

aBSTracT<br />

La tesi affronta il problema della gestione del percorso diagnostico-terapeutico della<br />

malattie valvolari cardiache sul territorio provinciale. Questo tema viene analizzato in<br />

quanto ai pazienti affetti da questa patologia viene offerto un servizio caratterizzato<br />

da percorsi diagnostici-terapeutici non omogenei e non sempre coordinati tra le varie<br />

tra le varie strutture <strong>sanitari</strong>e; in tal modo possono generarsi conseguenze in termini di<br />

salute per il paziente e di inappropriato uso delle risorse per l’organizzazione <strong>sanitari</strong>a.<br />

La proposta operativa predilige un approccio pianificato utilizzando processi operativi<br />

omogenei secondo linee guida condivise da tutti gli operatori <strong>sanitari</strong>. Inoltre, essa prevede<br />

un coinvolgimento di tipo integrato tra le diverse strutture <strong>sanitari</strong>e cardiologiche<br />

provinciali. Al fine di garantire continuità assistenziale del percorso diagnostico-terapeutico<br />

al singolo paziente, viene proposto, inoltre, uno strumento innovativo caratterizzato<br />

dall’utilizzo di una scheda personale (scheda MVC), la quale contiene la struttura dell’iter<br />

del paziente in maniera tale che esso possa essere gestito nei vari momenti della malattia<br />

dalle diverse strutture <strong>sanitari</strong>e coinvolte. Il beneficio atteso della gestione pianificata<br />

di questa patologia è un miglioramento dello stato di salute della popolazione affetta<br />

(intesa come incremento dell’aspettativa di vita e/o della qualità della vita), un razionale<br />

utilizzo delle procedure diagnostiche o del ricorso all’ospedalizzazione, un’ottimizzazione<br />

<strong>dei</strong> tempi chirurgici e un’efficiente pianificazione della riabilitazione e <strong>dei</strong> follow-up.<br />

PagInE 62<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

94<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.3<br />

TITolo<br />

Il problema <strong>dei</strong> ricoveri protratti nel reparto di geriatria acuti dell’ospedale di Rovereto<br />

ParTEcIPanTI<br />

Silvano Zanoni, Morena Boni, Guido Luca<br />

InDIcE<br />

1. Abstract; 2. Introduzione (contesto organizzativo ambientale); 3. Materiale e metodi;<br />

4. Analisi economica; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia; 7. Appendice.<br />

aBSTracT<br />

La tesi descrive l’organizzazione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong> destinata agli anziani, dove viene<br />

data particolare valenza alla continuità assistenziale, alla gestione <strong>dei</strong> bisogni e alla promozione<br />

delle abilità residue. Uno degli obiettivi prioritari dell’organizzazione <strong>sanitari</strong>a<br />

riguarda la difesa dell’autonomia dell’anziano, la quale deve essere perseguita non solo<br />

attraverso l’assistenza <strong>sanitari</strong>a, ma anche attraverso la mobilitazione di risorse informali,<br />

quali la famiglia e le organizzazioni di volontariato. A riguardo, viene descritto un<br />

modello di valutazione multidimensionale dell’anziano, il quale viene classificato in base<br />

al criterio di autonomia funzionale dando importanza alle risorse impiegate e alle diversificate<br />

possibilità di gestione delle esigenze di vita quotidiana. In particolare, si sono<br />

rilevate alcune difficoltà nella gestione <strong>dei</strong> ricoveri protratti, in quanto si è verificata<br />

un’eccessiva rigidità delle schede budget annuali assegnati alle strutture private convenzionate.<br />

La possibilità di contenere la durata delle degenza media e di garantire l’efficacia<br />

degli interventi risiede in una capacità clinica che coniughi l’intensività e la ricerca<br />

di outcome clinici rilevanti con la continua attenzione ai rischi dell’ospedalizzazione.<br />

PagInE 33<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

95<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.4<br />

TITolo<br />

Studio di fattibilità di un osservatorio epidemiologico veterinario in provincia di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Alessandro Degasperi, Angela Moresco<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. L’osservatorio epidemiologico: significato e compiti; 3. L’osservatorio<br />

epidemiologico veterinario in Provincia di Trento: ipotesi organizzativa; 4. Conclusioni;<br />

5. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi propone un nuovo assetto organizzativo nell’ambito dell’Unità Operativa Igiene<br />

e Sanità Pubblica veterinaria attraverso l’attivazione di un osservatorio epidemiologico<br />

veterinario. L’obiettivo viene definito attraverso una previa analisi qualitativa delle<br />

attività e delle funzioni svolte dall’ufficio centrale e dalla consapevolezza di poter<br />

migliorare l’efficacia e l’efficienza di alcuni servizi, valorizzando alcuni settori di intervento<br />

trascurati. Per delineare l’ipotetico osservatorio viene realizzata una simulazione,<br />

prendendo come riferimento un osservatorio epidemiologico veterinario già operativo<br />

in Italia. In particolare, dopo aver analizzato un osservatorio esistente in Veneto, il<br />

CREV(soffermandosi sugli ambiti operativi, organigramma e altri parametri relativi al<br />

territorio in cui opera), se ne simula la riduzione in scala in riferimento al caso trentino.<br />

Dalla simulazione si evince come la gestione aziendale delle attività debba consentire<br />

il raggiungimento della mission dell’APPS (ovvero contribuire alla tutela della salute<br />

<strong>dei</strong> cittadini attraverso l’erogazione di prestazioni <strong>sanitari</strong>e efficaci e appropriate, utilizzando<br />

al meglio le risorse affidate). A riguardo, viene dimostrato come l’attivazione<br />

di un osservatorio epidemiologico veterinario nell’ambito della prevenzione <strong>sanitari</strong>a<br />

si inserisca appieno nei programmi strategici dell’APSS.<br />

PagInE 39<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale-epidemiologia veterianria<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo e sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

96<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.5<br />

TITolo<br />

Analisi <strong>dei</strong> percorsi di assistenza medica e psicologica alla gravidanza, nascita, puerperio<br />

e genitorialità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Lorenza Donati, Andrea Mari<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Analisi della realà operativa; 3. Problemi emergenti; 4. Aspetti analitici<br />

e diagnostici relativi alla depressione Post Partum; 5. Verifica sul nostro terrirorio<br />

dell’incidenza reale della depressione Post Partum; 6. Riorganizzazione dell’attività; 7.<br />

Conclusioni; . Edimburgh Postnatal Depression Scale (EPDS); 9. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi descrive accuratamente i possibili percorsi assistenziali, medici e psicologici<br />

proposti ai neo genitori in relazione a gravidanza, nascita, puerperio e genitorialità.<br />

In particolare, viene affrontato il problema della depressione post partum sotto diversi<br />

profili: definizione del problema in letteratura, analisi della realtà operativa, verifica<br />

dell’incidenza della patologia in <strong>Trentino</strong> e, infine, viene proposta la riorganizzazione<br />

dell’attività assistenziale per i neo genitori. Le ultime due fasi vogliono perseguire la<br />

finalità intervenire efficacemente sulla prevenzione primaria della depressione post<br />

partum attraverso la realizzazione di uno screening delle donne che hanno partorito da<br />

poco. Lo studio della depressione post partum rivela come essa sia una patologia molto<br />

insidiosa e diffusa, con conseguenze difficili da valutare, ma sicuramente estese non<br />

solo alla donna “portatrice” ma anche al figlio e al contesto familiare e sociale. Inoltre,<br />

le ricerche affermano con autorevolezza che si possono identificare i fattori di rischio<br />

ancora durante la gravidanza. Ne emerge, quindi, la necessità di formare adeguatamente<br />

gli operatori nell’individuare le problematiche che i neogenitori si trovano a vivere, in<br />

modo da intraprendere, eventualmente, un percorso diagnostico adeguato.<br />

PagInE 41<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

97<br />

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TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.6<br />

TITolo<br />

D.E.A (Dipartimento di secondo livello di Emergenza e Accettazione): nuovi “setting”<br />

nella gestione delle prestazioni. Ipotesi organizzativa di un “day service” per prestazioni<br />

complesse e differibili<br />

ParTEcIPanTI<br />

Ivo Fauri, Paolo Giacomoni, Maria Rosanna Gorza<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Approccio storico; 3. Evoluzione tecnologico organizzativa <strong>dei</strong> servizi;<br />

4. Normative di riferimento; 5. Contesto progettuale: modelli teorici di riferimento;<br />

6. Progetto; 7. Considerazioni organizzative, <strong>sanitari</strong>e, economiche; . Conclusioni; 9.<br />

Bibliografia; 10. Allegati.<br />

aBSTracT<br />

Il sovraffollamento in Pronto Soccorso (PS) è uno <strong>dei</strong> problemi più rilevanti e attuali in<br />

Medicina d’Emergenza, in grado di compromettere qualità e tempestività dell’assistenza<br />

nonché aumentare la mortalità. Le conseguenze si traducono nel prolungamento delle<br />

attese e delle situazioni di disagio e dolore, nell’insoddisfazione degli utenti e degli<br />

operatori, nello scadimento della qualità delle prestazioni, nell’aumento degli episodi<br />

di violenza e delle problematiche medico-legali. Sulla base di queste considerazioni il<br />

lavoro si propone, dopo aver esaminato una pluralità di possibili modelli organizzativi<br />

di sviluppare un progetto di ridefinizione dell’assetto organizzativo nell’APSS affrontandone<br />

le problematiche organizzative, <strong>sanitari</strong>e ed economiche.<br />

PagInE 5<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: si<br />

CITAZIONI: no<br />

9<br />

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PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.7<br />

TITolo<br />

La sicurezza sul lavoro nell’APSS: un progetto di formazione sul campo-analisi di fattibilità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Rina Franceschi, Adriana Grecchi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La medicina basata sull’evidenza; 3. Il mal di schiena; 4. La formazione;<br />

5. Progetto di formazione sul campo; 6. Analisi economica; 7. Conclusioni;<br />

. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Scopo della tesi è analizzare la fattibilità di un intervento formativo volto ad aumentare<br />

le competenze degli operatori nella gestione del rischio di sovraccarico della colonna<br />

vertebrale durante le operazioni di movimentazione manuale <strong>dei</strong> pazienti e <strong>dei</strong> carichi<br />

inanimati, effettuati continuamente nei reparti e nei servizi dell’APSS. A riguardo,<br />

vengono presi in considerazione i dati che registrano i soggetti caratterizzati da questo<br />

problema in <strong>Trentino</strong> Alto Adige, confrontati con quelli relativi all’Italia Nord Est e con<br />

quelli nazionali. Dall’analisi emerge che l’obiettivo dell’azione formativa non si limita<br />

al rispetto della norma (Dlgs. 626/94), ma vuole ambire anche a un miglioramento<br />

dell’azione <strong>sanitari</strong>a. D’altra parte però, l’incidenza della patologia rachidea nel personale<br />

dipendente non è quantificabile come causa di eventuali assenze per malattia,<br />

proprio perché il datore di lavoro non conosce la diagnosi. Risulta necessario, quindi,<br />

realizzare un registro per i dipendenti dell’APSS degli infortuni ed episodi acuti, o<br />

cronici riacutizzati legati al lavoro, in modo da rendere disponibili quelle informazioni<br />

che oggi mancano.<br />

PagInE 27<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

99<br />

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PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.8<br />

TITolo<br />

L’evoluzione del trattamento del carcinoma della mammella in provincia di Trento (anni<br />

1996-2001)<br />

ParTEcIPanTI<br />

Silvano Piffer, Enzo Galligioni<br />

InDIcE<br />

1. L’epidemiologia generale del carcinoma mammario femminile; 2. I fattori di rischio;<br />

3. Epidemiologia del carcinoma mammario femminile in provincia di Trento; 4. La prevenzione<br />

del carcinoma della mammella: il significato dello screening mammografico;<br />

5. I dati dello screening mammografico in provincia di Trento; 6. Fattori prognostici;<br />

7. Il trattamento del carcinoma mammario femminile: evoluzione della terapia; . Andamento<br />

della mortalità per carcinoma mammario; 9. Benefici e costi dello screening<br />

e del trattamento del carcinoma mammario operabile; 10. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi considera il carcinoma della mammella sotto diversi aspetti: prevenzione, fattori<br />

di rischio, mortalità, terapie e nuove tecnologie attualmente utilizzate. A sostegno<br />

delle osservazioni espresse l’elaborato si avvale di una serie di dati statistici, relativi<br />

alla patologia considerata, attinenti la Provincia autonoma di Trento e altre regioni<br />

d’Italia (soprattutto nord Italia). In particolare, le fonti numeriche dimostrano come<br />

negli ultimi anni il tasso di mortalità del carcinoma della mammella abbia subito una<br />

decrescita in certe zone piuttosto che in altre e come gli attuali percorsi preventivi<br />

abbiamo diminuito i possibili disagi di questa patologia. Inoltre, la tesi da particolare<br />

attenzione a uno strumento di prevenzione che si è rivelato fondamentale per il trattamento<br />

del carcinoma della mammella: lo screening. A riguardo, vengono realizzate delle<br />

analisi costi-benefici nella realtà trentina facendo riferimento al lavoro di Kattlove, dove<br />

vengono stimati i costi e i benefici dello screening mammografico. Dall’analisi si evince<br />

che il programma di screening otterrebbe a dieci anni dall’applicazione un beneficio<br />

annuale di 15,2 vite salvate con un costo stimato di circa 2,5 milioni di dollari. In<br />

conclusione, la tesi vuole sottolineare che in sanità il termine economia non vuol dire<br />

necessariamente utilizzare terapie meno costose, ma piuttosto somministrare la terapia<br />

più appropriata solo a chi ne ha bisogno e solo a chi ne ha beneficio.<br />

PagInE 92<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

100<br />

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TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.9<br />

TITolo<br />

Le dimensioni della qualità in un servizio di frontiera: le cure palliative a domicilio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Giovanni Menegoni, Lorenzo Gasperi, Bruno Laner<br />

InDIcE<br />

1. Le dimensioni della qualità nei servizi <strong>sanitari</strong>; 2. Le cure palliative a domicilio; 3.<br />

Gli indicatori di qualità nelle cure palliative; 4. L’esperienza di valutazione delle soddisfazione<br />

dell’utenza e della qualità percepite nel servizio di Trento; 5. Conclusioni;<br />

6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene alla verifica della presenza di un alto livello di qualità nell’erogare<br />

prestazioni <strong>sanitari</strong>e di tipo assistenziali. In particolare, viene data valenza al<br />

concetto di qualità percepita, la quale misura il gradimento o il malcontento dell’utenza<br />

di un servizio ricevuto. Nell’elaborato vengono definiti alcuni indicatori di qualità del<br />

servizio <strong>sanitari</strong>o che eroga cure palliative a domicilio utilizzate a livello provinciale:<br />

scheda di valutazione multidimensionale, scheda <strong>sanitari</strong>a e sociale domiciliare, scheda<br />

di determinazione di Performance status, indice di Karnofsky, centro di ascolto, scheda<br />

di valutazione della qualità dell’assistenza, formazione specifica degli operatori e programmi<br />

di comunicazione ai cittadini. Inoltre, viene descritta un’esperienza che verifica<br />

l’applicazione degli indicatori di qualità in riferimento al Servizio Cure Domiciliari e<br />

Palliative, la quale dimostra un buon grado di soddisfazione da parte dell’utenza per il<br />

servizio erogato. Le criticità si sono trovate nella qualità della comunicazione nell’efficacia<br />

nel controllo del sintomi. In conclusione, viene sottolineato che l’aumento della<br />

qualità è subordinato a un’adeguata formazione continua degli operatori <strong>sanitari</strong>.<br />

PagInE 32<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

101<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.10<br />

TITolo<br />

Progetto di attività integrativa fra U.O. di Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria e U.O.<br />

di Prevenzione Ambientale per la messa a norma della strutture produttive a servizio<br />

della pratica di alpeggio sul territorio della Provincia autonoma di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Franco Guizzardi, Rodolfo Vittadini, Giovanni B. Turra, Lorenzo Vescovi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Premessa; 3. Normativa; 4. Le agenzie e il loro ruolo nel processo<br />

di messa a norma delle strutture di produzione in alpeggio; 5. Valutazione <strong>dei</strong> costi;<br />

6. Conclusioni; 7. Tabelle; . Bibliografia; 9. Allegati.<br />

aBSTracT<br />

La tesi ha lo scopo di realizzare un piano di attività integrato tra l’U.O. di Igiene Sanità<br />

Pubblica Veterinaria e l’U.O. di Prevenzione Ambientale per la messa a norma delle<br />

strutture produttive a servizio della pratica di alpeggio sul territorio della Provincia<br />

Autonoma di Trento. In particolare, vengono proposte un’analisi della situazione attuale,<br />

una sintesi degli interventi necessari e una procedura semplificata. Per inquadrare la<br />

situazione di fatto viene introdotto il concetto di alpeggio nei suoi aspetti antropologici,<br />

eco-ambientali ed economici e normativi. L’individuazione degli interventi considerati<br />

necessari, sia sotto l’aspetto strettamente igienico <strong>sanitari</strong>o e sia sotto l’aspetto socioeconomico,<br />

è finalizzata alla programmazione della procedura operativa e alla quantificazione<br />

<strong>dei</strong> costi. Definito questo, è possibile pensare a una procedura semplificata<br />

che possa raggiungere l’obiettivo attraverso due possibili metodi: l’istituzione di uno<br />

Sportello tecnico che gestisce la maggior parte delle autorizzazioni e nel contempo<br />

rivesta il maggior interesse per la riuscita dell’intervento oppure il consolidamento<br />

del Servizio Veterinario dell’Azienda come unico referente. In conclusione, il piano di<br />

attività integrato consiste in una serie di operazioni dove ciascun agente, indicato<br />

per competenza, concorre a formare un gruppo di lavoro che individua l’istituzione<br />

competente e la fa partecipare agli atti istruiti.<br />

PagInE 52<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

102<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.11<br />

TITolo<br />

L’Evidence Based Prevention applicata al tabagismo nella sanità pubblica trentina<br />

ParTEcIPanTI<br />

Guido Belli<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. L’Evidence Based Prevention; 3. L’EBP applicata al tabagismo; 4. Le<br />

dimensioni del problema; 5. Che cosa si fa in <strong>Trentino</strong> contro il fumo; 6. Che cosa si<br />

potrebbe fare; 7. Aspetti organizzativi; . Considerazioni economiche; 9. Conclusioni;<br />

10. Riferimenti bibliografici.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo della tesi sono alcune riflessioni in merito alle ”evidenze disponibili” nella<br />

letteratura internazionale nel settore della prevenzione (EBP), in particolare nella<br />

prevenzione primaria e in quella secondaria (disassuefazione) dell’abitudine al fumo di<br />

tabacco. Oltre alla ricerca dell’evidence nella letteratura specifica, la studio menziona<br />

le iniziative di promozione della salute basate sull’approccio integrato, intersettoriale<br />

e interdisciplinare, le quale risultano raggiungere i migliori risultati al problema del<br />

tabagismo. Infatti, il controllo del fenomeno del tabagismo è possibile attraverso un<br />

servizio <strong>sanitari</strong>o pubblico che promuova e tuteli la salute <strong>dei</strong> cittadini utilizzando lo<br />

strumento della pianificazione strategica (PSR-PSP), un’Azienda Sanitaria che individui<br />

una struttura organizzativa all’interno del Dipartimento Prevenzione, un’integrazione di<br />

attività di tipo epidemiologico (tramite l’OE aziendale ed eventuali referenti distrettuali)<br />

con attività preventive specifiche, una creazione di una rete di collaborazione con i MMG<br />

e una formazione di un team di persone motivate (non solo personale <strong>sanitari</strong>o).<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: Percorsi clinici diagnostici-terapeutici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

103<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.1<br />

TITolo<br />

Monitorare e prevenire gli errori nella terapia farmacologia: standard di qualità e risk<br />

management<br />

ParTEcIPanTI<br />

M. Grazia Allegretti, Silvia Caramatti, Luca Fabbri, Giuliano Mariotti<br />

InDIcE<br />

1. Il rischio clinico; 2. Nascita del risk management: conoscerlo, prevenire e gestire<br />

il rischio clinico; 3. Linee guida per la prevenzione degli errori di terapia; 4. Tipi di<br />

errori di terapia; 5. Consigli per prevenire gli errori di terapia; 6. Monitoraggio e gestione<br />

degli errori di terapia; 7. Ipotesi di applicazione e sviluppo del rischio clinico;<br />

. Bibliografia; 9. Allegato A; 10. Allegato B.<br />

aBSTracT<br />

La tesi affronta il tema del rischio clinico descrivendo le tecniche di individuazione<br />

degli eventi avversi al fine di individuare i punti deboli della catena delle cure. Si fa<br />

riferimento, soprattutto, alle cause di errori prevedibili nella somministrazione <strong>dei</strong><br />

farmaci. A riguardo, vengono definite alcune linee guida per la prevenzione degli errori<br />

in terapia farmacologia al fine di raggiungere risultati terapeutici tali da realizzare un<br />

miglioramento della qualità di vita del paziente mantenendo minimi i rischi. Infine, viene<br />

proposta un’ipotesi di applicazione e sviluppo del rischio clinico nell’APPS che prevede<br />

l’implementazione di alcune fasi (scelta della terapia, degli standard qualitativi, delle<br />

responsabilità, raccolta <strong>dei</strong> dati sperimentali e confronto con gli standard…) presso<br />

le U.O. di Chirurgia, Pediatria del Presidio Ospedaliero di Rovereto, la U.O. di Medicina<br />

Interna del Presidio Ospedaliero di Arco e la U.O. di Patologia Neonatale del Presidio<br />

Ospedaliero di S.Chiara di Trento.<br />

PagInE 56<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: risk management<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

104<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.2<br />

TITolo<br />

Ipotesi di rilancio degli ospedali periferici della Provincia autonoma di Trento e loro<br />

autonomizzazione nell’ottica del “Country Hospital” in relazione al territorio dell’azienda<br />

<strong>sanitari</strong>a<br />

ParTEcIPanTI<br />

Alberto Valli, Pierantonio Scappini, Ferruccio Benedetti<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Il servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong>; 3. Gli sviluppi futuri; 4. La rete<br />

ospedaliera trentina; 6. Programmazione edilizia; 7. Le condizioni generali di salute;<br />

. Dalla rete ospedaliera agli ospedali in rete; 9. Gli effetti della riorganizzazione funzionale<br />

della rete; 10. Il modello organizzativo; 11. Il ruolo delle nuove tecnologie;<br />

12. L’ospedale di comunità; 13. Le nuove prospettive; 14. Proposta generale; 15. La<br />

riorganizzazione dell’ospedale di periferia; 16. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi chiarisce le funzioni e i ruoli degli ospedali periferici, attualmente ritenuti più<br />

fonti di spesa che veri promotori della salute. Per questo motivo si revisiona l’assetto<br />

organizzativo delle strutture ospedaliere della PAT attraverso la ridefinizione della responsabilità.<br />

A seguito di una descrizione generale del Sistema Sanitario trentino, si<br />

presenta un possibile cambiamento del modello attuale, che valorizza alcuni aspetti:<br />

la medicina di comunità per coinvolgere e integrare tutte le professionalità <strong>sanitari</strong>e<br />

del Distretto, l’ospedale comunità dove il medico di Medicina Generale gestisce iter<br />

terapeutici utilizzando una parte di struttura ospedaliera dedicata, la chirurgia miniinvasiva<br />

attraverso le strutture di Day Hospital e Day Surgery, strutture di degenza<br />

breve e lungodegenza, attività di medicina riabilitativa e criteri di accreditamento<br />

integrazione socio-<strong>sanitari</strong>a. Verrebbero potenziati i sistemi di urgenza ed emergenza<br />

con riferimento al Pronto Soccorso, all’assistenza al parto, alla chirurgia d’urgenza, alla<br />

degenza ordinaria e di Day Hospital. L’implementazione del modello proposto potrebbe<br />

risultare complicata per la scarsa l’abitudine alla collaborazione per il raggiungimento<br />

obiettivi specifici.<br />

PagInE 90<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo/propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

105<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.3<br />

TITolo<br />

Benchmarking su gruppi di prestazioni di laboratorio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Iole Caola, Nello Bergamo, Enzo Polla<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Quadro teorico; 3. Metodologia; 4. Risultati; 5. Conclusioni; 6.<br />

Glossario; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi ha lo scopo di definire le modalità di rilevamento <strong>dei</strong> costi per gruppi di prestazioni<br />

di laboratorio al fine di disporre di informazioni utili nei processi di consolidamento<br />

in atto nei laboratori. La tesi, inizialmente, definisce il quadro teorico e normativo di<br />

riferimento dell’APPS, dove vengono richiamati il controllo di gestione e il concetto,<br />

le tipologie e i metodi di rilevamento di costo. In seguito, al fine di individuare degli<br />

indicatori gestionali delle prestazioni <strong>dei</strong> Laboratori di patologia clinica, viene definito<br />

un processo articolato in varie fasi: definizione piano <strong>dei</strong> centri di risultato, rilevazione<br />

<strong>dei</strong> dati di spesa delle risorse ed elaborazione di report relativi, realizzazione del piano<br />

<strong>dei</strong> driver, individuazione della attività, costruzione degli indicatori di costo, elaborazione<br />

<strong>dei</strong> report di costo per centri di risultato, calcolo degli indicatori di riferimento e<br />

determinazione degli indicatori di confronto. Il sistema adottato per la determinazione<br />

<strong>dei</strong> costi delle prestazioni di laboratorio soddisfa le esigenze richieste: in particolare,<br />

i risultati che si ottengono dall’elaborazione <strong>dei</strong> dati sono caratterizzati da un forte<br />

potenziale informativo, in quanto per ogni prestazione si hanno a disposizione più<br />

indicatori di confronto, ovvero: i margini di contribuzione, il significato economico e gli<br />

indicatori di sostenibilità. Infine, le valutazioni di questi risultati potrebbero guidare<br />

le scelte <strong>dei</strong> decisori aziendali sull’opportunità di consolidamento di attività all’interno<br />

del Dipartimento di laboratorio.<br />

PagInE 53<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

106<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.4<br />

TITolo<br />

Gestione del paziente con dolore toracico acuto non traumatico dall’esordio del sintomo<br />

all’eventuale ospedalizzazione<br />

ParTEcIPanTI<br />

Roberto Bettini, Giorgio De Vigili, Eugenio Gabardi, Marino Migazzi, Emanuela Toffalori,<br />

Alberto Zini<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Gli elementi caratterizzanti la qualità dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a; 3.<br />

Epidemiologia della sindrome coronarica acuta; 4. Presentazione clinica della sindrome<br />

coronaria acuta; 5. Il percorso assistenziale del paziente con dolore toracico acuto e<br />

sindrome coronaria acuta; 6. Le aree di miglioramento del processi assistenziale secondo<br />

la letteratura; 7. L’assistenza ai pazienti con DTA nell’ambito delle Provincia di Trento;<br />

. Iniziative per il miglioramento dell’assistenza ai pazienti con dolore toracico acuto;<br />

9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l'obiettivo di analizzare accuratamente il Dolore Toracico Acuto non<br />

Traumatico (DTA) sotto i profili clinico, assistenziale e organizzativo al fine di individuare<br />

possibili linee guida per migliorare la qualità assistenziale. In particolare, viene proposto<br />

un percorso di valutazione e miglioramento della qualità assistenziale <strong>sanitari</strong>a per i<br />

residenti nella Provincia di Trento affetti da DTA che permetta di verificare: il livello di<br />

adeguatezza del modello assistenziale esistente e l'eventuale necessità di implementare<br />

programmi di miglioramento della qualità delle prestazioni e dell'organizzazione.<br />

Analizzando i percorsi assistenziali relativi ai pazienti affetti da DTA nella Provincia di<br />

Trento vengono individuati alcuni elementi critici: la difficoltà organizzativa, difformità<br />

della indicazioni terapeutiche proposte dagli studi condotti, valutazioni discordanti per<br />

quanto riguarda un'effettiva efficacia degli studi condotti, possibili controindicazioni<br />

importanti e costi elevati. Al fine di dare una risposta a queste problematiche, infine,<br />

si sottolinea come l'acquisizione preliminare di conoscenza terapeutiche specifiche<br />

relative alle diverse opportunità terapeutiche sia necessaria per il miglioramento <strong>dei</strong><br />

livelli organizzativo ed economico (versante <strong>dei</strong> costi).<br />

PagInE 2<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

107<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.5<br />

TITolo<br />

Progetto di sviluppo di nuove metodiche di interventistica endovascolare. Struttura<br />

integrata chirurgico-radiologica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Filippo Sogaro, Mauro Recla, Marco Bezza<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Analisi dell’impatto economico; 3. Sistemi di verifica; 4. Valutazione<br />

di budget? (Il budget delle innovazioni); 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La raggiunta maturità delle procedure, degli operatori e l’attitudine al confronto e al<br />

lavoro di equipe costituiscono il patrimonio professionale radiologico e chirurgico su<br />

cui costruire un progetto di allargamento delle attività alle nuove procedure emergenti<br />

nel campo dell’interventistica radiologica endovascolare. In particolare, la tesi vuole<br />

realizzare un progetto di implementazione, nell’APPS, di due nuove procedure di interventistica<br />

endovascolare, quali: endostenting aortico e PTA/Stenting carotideo. Tutto<br />

ciò al fine di assicurare ai residenti nel territorio della Provincia la possibilità di fruire<br />

di nuove scelte terapeutiche nel campo della patologia vascolare aortica carotidea.<br />

L’implementazione effettiva di queste due procedure porterebbe un aumento dell’offerta<br />

delle opzioni terapeutiche per i residenti.<br />

PagInE 37<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

10<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.6<br />

TITolo<br />

Aspetti organizzativi e gestionali delle batteriemie: percorso diagnostico-clinico per la<br />

razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse e il miglioramento della qualità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Palma Delle Foglie, Anna Rossella Sartori, Paolo Sterzi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Le batteriemie – Inquadramento clinico; 3. Impatto economico; 4.<br />

L'emocoltura; 5. Prevenzione delle infezioni antibiotico-resistenti; 6. Obiettivo della<br />

tesi; 7. Razionale; . Materiali e metodi; 9. Risultati; 10. Discussione; 11. Conclusioni;<br />

12. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo della tesi è la valutazione degli aspetti organizzativi e gestionali relativi al<br />

trattamento delle batteremie nell'Ospedale S.Chiara di Trento. In particolare, vengono<br />

analizzati gli aspetti critici di una terapia antibiotica per la quale viene proposto, di<br />

seguito, un percorso diagnostico-terapeutico-clinico integrato tra varie figure professionali<br />

al fine di contenere i costi per farmaco e di contenere la formazione di ceppi<br />

batterici antibiotico-resistenti. La ricerca viene avviata nel laboratorio di Microbiologia<br />

dell'Ospedale S.Chiara di Trento con lo scopo di rilevare una stima delle batteremie<br />

registrate nel 2002; inoltre, viene verificato il numero di pazienti, il reparto di degenza<br />

e il periodo di ricovero. In seguito, viene realizzata una analisi Cost Minimization, la<br />

quale svela che agendo sulla variabile farmaco è possibile contenere i costi ottimizzando<br />

l'utilizzo delle risorse disponibili. Infine, l'integrazione tra Direzione Sanitaria,<br />

Laboratorio di Microbiologia, Reparto di Malattie Infettive, Farmacia Ospedaliera e<br />

Laboratorio per la determinazione della TDM per gli antibiotici dosabili può contribuire<br />

ulteriormente a un più razionale utilizzo delle risorse.<br />

PagInE 31<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorso diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

109<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.7<br />

TITolo<br />

Logiche e strumenti di governo nel dipartimento di psichiatria<br />

ParTEcIPanTI<br />

Giacomo Di Marco, Alfredo Vivaldelli<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione La legislativa nazionale sui dipartimenti; 2. L’organizzazione dipartimentale<br />

dell’assistenza psichiatrica; 3. La normativa provinciale riguardo al Dipartimento<br />

di Psichiatria; 4. Logiche di governo del Dipartimento di Psichiatria dell’APSS<br />

di Trento; 5. Quale convivenza tra Dipartimento di Psichiatria e Distretto Sanitario?;<br />

6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi descrive il funzionamento dell'assetto organizzativo del dipartimento ospedaliero,<br />

visto come soluzione che concilia i bisogni di specializzazione e integrazione del<br />

comparto <strong>sanitari</strong>o. In particolare, vengono sottolineate le problematiche che questo<br />

tipo di organizzazione può creare, facendo riferimento, soprattutto, al reparto psichiatrico.<br />

In un primo momento, viene descritto un exscursus normativo che concerne<br />

l'evoluzione del costrutto dipartimentale e, in seguito, viene descritta l'applicazione<br />

di quest'ultimo in campo psichiatrico nazionale e provinciale. Per quanto riguarda<br />

l'esperienza della Provincia di Trento viene privilegiato il rapporto tra due strumenti<br />

integrativi: il Distretto Sanitario e il Dipartimento di Psichiatria. Dalla ricerca emerge<br />

come l'utilizzo di strumenti di integrazione favorisca il superamento della frammentazione<br />

e della dispersività in tanti soggetti, attraverso la creazione di una struttura di<br />

integrazione e di coordinamento che, garantendo le autonomie delle discipline, realizzi<br />

un collegamento più funzionale tra le varie strutture e possa funzionare come centro<br />

propulsivo per programmi trasversali.<br />

PagInE 61<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: comunicazione/organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

110<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.8<br />

TITolo<br />

Le strutture organizzative di psicologia come modello di programmazione, erogazione<br />

e verifica delle attività psicologiche nel servizio <strong>sanitari</strong>o nazionale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Lucia Gatti, Giuseppe Vivaldelli, Francesco Reitano<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La Psicologia gli Psicologi e il Servizio Sanitario Nazionale; 3.<br />

Le Strutture Organizzative Complesse di Psicologia nel SSN; 4. Una panoramica delle<br />

Strutture Organizzative Complesse (SOC) di Psicologia nel SSN; 5. L’organizzazione<br />

delle Strutture Organizzative Complesse di Psicologia nel SSN; 6. L’Assistenza Psicologica;<br />

7. I Risultati delle SOC di Psicologia; . Le Strutture Organizzative Complesse di<br />

Psicologia e l’Efficienza; 9. Gli Indicatori di Accesso, Processo e Esito delle Strutture<br />

Complesse di Psicologia; 10. Le Strutture Organizzative Complesse di Psicologia e<br />

la Valutazione di Efficacia; 11. La Valutazione dell’Effectiveness della Psicoterapia;<br />

12. La Valutazione della Psicoterapia: i Metodi; 13. Il Disegno e le Tecniche di Valutazione;<br />

14. I Risultati della Valutazione di Efficacia; 15. Alcune Evidenze di Efficienza/Efficacia<br />

degli Interventi Psicologici; 16. Lista di Controllo (Check List) per<br />

Strutture Organizzative Complesse di Psicologia; 17. I Livelli Essenziali di Assistenza<br />

Psicologica in Ambito Territoriale e Ospedaliero; 1. L’Esperienza Trentina delle Unità<br />

Operative (SOC) di Psicologia; 19. Il Dipartimento funzionale per le attività Psicologiche<br />

Territoriali e Ospedaliere.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene alla presentazione di un modello di strutturazione <strong>dei</strong><br />

Servizi di Psicologia nella logica delle aziende <strong>sanitari</strong>e, e in particolare dell’Azienda<br />

Sanitaria della Provincia di Trento. In una prima parte viene definito un excursus storico<br />

della posizione dello psicologo nel Servizio Sanitario corredato da un censimento delle<br />

Strutture Organizzative Complesse (SOC) di Psicologia a livello nazionale effettuato<br />

dalla SIPSOT (Società Italiana di Psicologia <strong>dei</strong> Servizi Ospedalieri e Territoriali). Di<br />

seguito, vengono presentate le strutture complesse di Psicologia, illustrate le attività<br />

specifiche e gli aspetti prettamente organizzativi con i quali si dimostra come l’organizzazione<br />

autonoma consenta di ottimizzare le modalità di erogazione delle prestazioni<br />

e razionalizzare le risorse senza comportare aggravi di spesa. Viene data particolare<br />

valenza alla valutazione di efficacia di esito, così come viene attuata nei servizi<br />

autonomi di Psicologia, la quale consente di introdurre il tema del miglioramento<br />

continuo della qualità professionale. Il lavoro conclude con la proposta di un modello<br />

organizzativo dipartimentale delle attività psicologiche ospedaliere e territoriali. L’implementazione<br />

del modello dipartimentale dovrebbe principalmente saper rispondere<br />

a criteri di coordinamento e indirizzo delle attività psicologiche ospedaliere e territoriali,<br />

nonché di audit clinico e organizzativo. Il compito essenziale del dipartimento<br />

dovrebbe quindi essere di verifica <strong>dei</strong> processi contenuti all’interno delle strutture<br />

111<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.8<br />

organizzative che erogano attività psicologiche e, trasversalmente, di affiancamento<br />

alle altre strutture dipartimentali funzionali a cui afferiscono funzioni psicologiche.<br />

PagInE 106<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

112<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.9<br />

TITolo<br />

Monitoraggio <strong>dei</strong> pazienti in Terapia Anticoagulante Orale (TAO): progetto di integrazione<br />

ospedale-territorio nel Comprensorio Trento Valle <strong>dei</strong> Laghi<br />

ParTEcIPanTI<br />

Claudio Lorenz, Gina Rossetti<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Quantificazione della popolazione in terapia; 4. Tipologia<br />

di monitoraggio del paziente in TAO; 5. Analisi <strong>dei</strong> costi per il monitoraggio di<br />

laboratorio; 6. Aggiustamento del dosaggio dell’anticoagulante; 7. La situazione attuale;<br />

. Progetto; 9. Analisi economica del progetto; 10. Costi quantificabili; 11. Risparmi<br />

attesi; 12. Conclusioni; 13. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si focalizza sulla la Terapia Anticoagulante Orale (TAO) descrivendo le sue due<br />

modalità di applicazione: percorso terapeutico monitorato da un Centro Specializzato,<br />

oppure un percorso terapeutico autogestito con la collaborazione del medico di Medicina<br />

Generale. In particolare, l'obiettivo concerne la realizzazione di un'integrazione<br />

di queste due offerte terapeutiche al fine di garantire l'omogeneità del trattamento <strong>dei</strong><br />

pazienti realizzando, contemporaneamente, anche un risparmio di risorse economiche e<br />

sociali, cercando di contenere gli avvenimenti avversi della terapia (episodi trombotici,<br />

complicanze emorragiche, riduzione oneri sociali per l'utente). In concreto, viene proposto<br />

un progetto che prevede la centralizzazione del monitoraggio della terapia con<br />

gestione periferica del paziente attraverso in collegamento via intranet o via internet,<br />

che permette di seguire i pazienti con la medesima gestione operativa applicata al<br />

Centro. Per realizzare il progetto bisogna disporre di un sistema software dedicato in cui<br />

fare confluire tutte le informazioni cliniche, dispositivi portatili (potc) per il controllo<br />

decentrato <strong>dei</strong> pazienti e implementare attività formative e di aggiornamento continuo<br />

per tutti gli operatori coinvolti. La concreta realizzazione del progetto porterebbe<br />

risparmi di risorse e una gestione <strong>dei</strong> pazienti sicuramente più efficace e sicura.<br />

PagInE 44<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: diagnostica e terapia clinica<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO:assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

113<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.10<br />

TITolo<br />

Progetto di miglioramento organizzativo per una maggiore integrazione tra la rete <strong>dei</strong><br />

Medici di Medicina Generale (MMG) e i servizi ambulatoriali specialistici di Dermatologia<br />

e Geriatria/Diabetologia dell’ospedale di Rovereto<br />

ParTEcIPanTI<br />

Franco Scardigli, Alessandro Pitteri<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Progetto di miglioramento organizzativo del Servizio di Dermatologia;<br />

3. Aree di criticità nella definizione delle priorità di accesso ai servizi ambulatoriali<br />

dermatologici; 4. Proposte di miglioramento organizzativo; 5. Progetto di miglioramento<br />

organizzativo del Servizio di Diabetologia; 6. Aree di criticità tra i Medici di Medicina<br />

Generale e il Servizio di Diabetologia; 7. Proposta di miglioramento organizzativo e di<br />

“High Quality Care “ per rendere più efficace ed efficiente il filtro di 1° livello per la<br />

gestione del paziente diabetico; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi è articolata in due parti relative alla realizzazione di due progetti di miglioramento<br />

organizzativo del Sevizio di Dermatologia e del Servizio di Diabetologia. Per entrambi<br />

i Servizi vengono definite le aree critiche e, di seguito, vengono descritte le proposte<br />

di miglioramento organizzativo e di High Quality Care al fine di rendere più efficace il<br />

filtro di primo livello per queste due patologie. Inoltre, si vogliono raggiungere benefici<br />

economici derivanti dall’implementazione di nuove tecniche di comunicazione on –line<br />

e di telemedicina. Gli strumenti operativi utilizzati per la realizzazione <strong>dei</strong> due progetti<br />

sono: un progetto di audit con i MMG per la ridefinizione di alcuni percorsi clinici diagnostico<br />

assistenziali per i quali emergono valutazioni disomogenee, la formulazione<br />

di sistemi operativi per riorientare comportamenti verso obiettivi di appropriatezza<br />

clinica e una consulenza on line e/o telematica tra MMG e MSO. Dalle analisi si evince<br />

che questi progetti, per essere attuati, necessitano di una accettazione della Direzione<br />

Sanitaria e, in contemporanea, di una accettazione da parte <strong>dei</strong> MMG.<br />

PagInE 40<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

114<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.11<br />

TITolo<br />

Istituzione di un Servizio centralizzato per la preparazione delle terapie antiblastiche<br />

presso l’U.O. di Farmacia dell’Ospedale di Trento: analisi dell’impatto dell’intervento<br />

sulla organizzazione della Struttura Semplice del D.H di Ematologia<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paolo Vivaldi, Giorgio Temporin<br />

InDIcE<br />

1. Obiettivo; 2. Premessa; 3. Analisi dell’organizzazione del servizio (ante intervento);<br />

4. Contesto normativo; 5. Analisi della situazione logistica e strutturale; 6. Strumenti<br />

e metodi; 7. Risultati; . Discussione; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l'obiettivo di valutare l'impatto di un nuovo sistema organizzativo,<br />

determinato dalla riforma del comparto <strong>sanitari</strong>o, volto a modificare le modalità di<br />

erogazione di una prestazione <strong>sanitari</strong>a ad alata criticità, quella del Day Hospital di<br />

Ematologia. Inoltre, viene proposto un progetto di intervento che prevede l'integrazione<br />

tra più centri di attività all'interno del nostro ospedale e/o presso gli ospedali periferici<br />

territoriali al fine di creare un unico centro per le terapie antibalistiche. Il lavoro viene<br />

suddiviso in diversi momenti: vengono descritti il tipo di percorso che viene adottato<br />

(stesura progetto, incontro con interlocutori interessati, analisi della struttura organizzativa...),<br />

i modelli organizzativi preesisitenti, le criticità, le interazioni tra diverse<br />

UU.OO. e le analisi <strong>dei</strong> dati pre e post intervento. La ricerca ha raggiunto risultati sicuramente<br />

soddisfacenti, soprattutto grazie alla revisione del sistema organizzativo che<br />

ha generato: il mantenimento del livello prestazionale specifico, il miglioramento del<br />

livello organizzavo interno con una riorganizzazione fortemente orientata alla centralità<br />

del paziente, l'adeguamento alla normativa vigente, un abbassamento del numero di<br />

lavoratori esposti a rischio di sostanze cancerogene e una probabile riduzione <strong>dei</strong> costi<br />

derivanti dalla preparazione di terapie antibalistiche.<br />

PagInE 41<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

115<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.1<br />

TITolo<br />

Assistenza integrata al paziente con bisogni complessi. Qualità verso economicità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Maurizio Agostini, Giuseppe Disnan<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Il paziente complesso: una definizione; 3. La qualità nelle organizzazioni;<br />

4. Anna O: percorsi clinici nell’organizzazione; 5. Alcune proposte organizzative;<br />

6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi pone al centro dell'attenzione il paziente come soggetto portatore di problemi<br />

complessi, che meritano particolare attenzione da parte delle strutture <strong>sanitari</strong>e. Attraverso<br />

l'analisi di casi ipotetici, vengono discusse una serie di situazioni in cui un paziente<br />

può ritrovarsi al fine di evidenziare le criticità del sevizio <strong>sanitari</strong>o offerto proponendo<br />

anche <strong>dei</strong> correttivi volti a razionalizzare gli interventi riducendo la spreco di risorse. In<br />

un primo momento, viene descritto il paziente che si trova in diverse situazioni cliniche:<br />

diagnosi, percorsi terapeutici, degenza ospedaliera, criticità dell’organizzazione…ecc.<br />

Di seguito vengono descritte le strutture <strong>sanitari</strong>e di supporto all'erogazione <strong>dei</strong> servizi<br />

<strong>sanitari</strong>, con particolare riferimento al livello di qualità erogato e alle criticità.<br />

Evidenziando gli aspetti positivi e negativi delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e erogate e delle<br />

strutture <strong>sanitari</strong>e preposte all'erogazione di questi ultimi, vengono elaborate alcune<br />

proposte organizzative. La prima concerne la realizzazione di un protocollo di intesa<br />

tra operatori e servizi indirizzato a realizzare un'efficace pianificazione e controllo<br />

delle procedure delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e erogate. La seconda riguarda il superamento<br />

della logica di pronto soccorso come unica possibilità di accesso all'ospedale, facendo<br />

così più spazio alla possibilità di disporre di ricoveri programmati. La terza è relativa<br />

alla formazione continua del personale <strong>sanitari</strong>o orientata a promuovere l'attenzione<br />

all'approccio integrato al paziente. Infine, la quarta è volta a promuovere il concetto<br />

di economicità al fine di garantire servizi adeguati e interventi raggiungibili e fruibili<br />

da tutti i cittadini in una logica di ottimizzazione dell'impiego delle risorse.<br />

PagInE 4<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento/organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo/descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

116<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.2<br />

TITolo<br />

Analisi della mobilità passiva relativa all’ortopedia in Provincia di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Ettore Demattè, Giorgio Bianchini, Luciano Bertoldi, Daniela Aldovini<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Definizione di mobilità <strong>sanitari</strong>a; 3. Scopo del lavoro; 4. Gli aspetti<br />

normativi; 5. Analisi delle mobilità passiva in Ortopedia nell’ambito provinciale; 6. Gli<br />

interventi collettivi; 7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Uno punti principali che riguarda la riforma del sistema <strong>sanitari</strong>o è la mobilità <strong>sanitari</strong>a,<br />

cioè l'usufruire di prestazioni <strong>sanitari</strong>e in una regione o Provincia Autonoma diversa da<br />

quella di residenza. La tesi si focalizza sull'analisi della mobilità passiva (emigrazioni di<br />

residenti verso strutture <strong>sanitari</strong>e extraregionali o extraproviciali), relativa all'ortopedia<br />

della Provincia di Trento, confrontando i dati con altre realtà e valutandone i possibili<br />

correttivi. La mobilità è un problema di notevole rilevanza per la sanità trentina per<br />

gli elevati costi correlati in continuo aumento. A fronte di ciò, viene realizzata un'analisi<br />

<strong>dei</strong> costi <strong>dei</strong> DGR più rilevanti: l'ipotesi di costo globale è stata confrontata con<br />

gli importi corrisposti ad altre regioni del 2002 per la compensazione della mobilità.<br />

Le difficoltà si sono riscontrate nel controllo <strong>dei</strong> costi indiretti, che non dipendono<br />

dall'organizzazione <strong>dei</strong> reparti ortopedici. Oltre ai costi, la mobilità passiva risulta<br />

insufficiente dal punto di vista dell'impiego di risorse umane. Dall'analisi <strong>dei</strong> costi<br />

ne emerge la convenienza economica nel potenziare il Sistema ortopedico trentino,<br />

rispetto alle ipotesi di esternalizzazione verso altre Regioni dell'attività di ricovero in<br />

reparti ortopedici.<br />

PagInE 50<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale/analisi <strong>dei</strong> costi<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

117<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.3<br />

TITolo<br />

Organizzare il trattamento di patologie croniche ad alta rilevanza sociale ed economica: il<br />

caso di insufficienza renale cronica e delle malattie reumatiche. Ambulatorio dedicato per<br />

il trapianto renale e per l’artrite reumatoide: fattibilità di un ambulatorio integrato per<br />

i LES. Il bambino con malattia cronica severa: un’esperienza di attivazione di assistenza<br />

domiciliare e integrata<br />

ParTEcIPanTI<br />

Cristina Andreotti, Giuseppe Paolazzi, Ermanno Baldo<br />

InDIcE<br />

Parte prima – AMBULATORIO PER IL TRAPIANTO RENALE: 1. Capitolo I; 2. Capitolo II. Parte<br />

Seconda – AMBULATORIO LES: 1. Introduzione; 2. Obiettivo della tesi. PROTOCOLLO ARTRITE<br />

REUMATOIDE: 3. Introduzione; 4. Artrite precoce; 5. Approccio attuale al trattamento; 6. Il<br />

piano terapeutico; 7. Proposte attuattive; . Conclusioni; 9. Bibliografia; 10. Tabelle. Parte<br />

terza – 1. Introduzione; 2. L’assistenza domiciliare integrata; 3. Un’esperienza di attivazione di<br />

assistenza domiciliare intergrata nel Distretto della Vallagarina; 4. Conclusioni; 5. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi analizza le possibili modalità organizzative di tre patologie ad alta rilevanza sociale<br />

ed economica: l’insufficienza renale cronica, le malattie reumatiche e il bambino con malattia<br />

cronica severa. Per quanto riguarda l’insufficienza renale cronica, la tesi valuta la produttività<br />

sociale ed economica di un ambulatorio dedicato per il trapianto renale all’interno<br />

della U.O. di Nefrologia e Dialisi dell’APPS della Provincia di Trento attraverso un’analisi<br />

di costo/risultato. Dall’analisi <strong>dei</strong> costi risulta che l’ambulatorio è in grado di generare<br />

un consistente risparmio di risorse garantendo un buon livello di prestazioni <strong>sanitari</strong>e<br />

erogate. Per le malattie reumatiche viene verificata la fattibilità della realizzazione di un<br />

ambulatorio dedicato per il LES, il quale viene confrontato con un protocollo assistenziale<br />

integrato per l’Artrite Reumatoide. Dallo studio emerge che l’attuale organizzazione della<br />

Reumatologia non può rendere agevole l’introduzione di ambulatori dedicati. Occorrerebbe<br />

un’organizzazione maggiormente integrata tra le figure professionali coinvolte. L’ambulatorio<br />

dedicato garantisce una specializzazione maggiore del medico che lavora nel contesto<br />

di una patologia. Infine, per quanto riguarda il bambino con malattia cronica severa, viene<br />

descritta un’esperienza di attivazione di assistenza domiciliare integrata (ADI) che riguarda<br />

un soggetto affetto da Amiotrofia spinale tipo 1. In particolare, viene considerato un caso<br />

reale al quale viene applicato un percorso ADI: da un lato si rileva una migliore gestione<br />

<strong>dei</strong> problemi respiratori, dall’altro si manifesta il problema della sopravvivenza legata<br />

all’uso di una strumentazione e di un impegno assistenziale multiprofessionale complesso.<br />

PagInE 63<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliara<br />

TIPO DI LAVORO:descrittivo/propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

11<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.4<br />

TITolo<br />

Valutare i medici: missione (im)possibile? Teoria e prassi nell’esperienza dell’Azienda<br />

Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Enrico Baldantoni, Cesare Grandi, Giovanni M. Guarrera, Amelia Marzano, Marco Scillieri<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La valutazione <strong>dei</strong> medici: la teoria; 3. La valutazione <strong>dei</strong> medici: il<br />

contesto; 4. L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari; 5. L’APSS e il modello EFQM; 6. Il<br />

processo di valutazione <strong>dei</strong> medici: la pratica; 7. Il processo di valutazione <strong>dei</strong> medici: i<br />

cinque interrogativi; . Valutazione delle valutazione; 9. Conclusioni di carattere generale;<br />

10. Allegati; 11. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Dopo aver delineato le caratteristiche <strong>dei</strong> sistemi di valutazione del personale e in particolare<br />

i sistemi di valutazione <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici il lavoro si focalizza sul processo<br />

di valutazione della dirigenza medica che qualifica l’esperienza dell’APSS di Trento. Di<br />

quest’ultimo, inserito nel più generale contesto dell’approccio EFQM, si descrivono analiticamente<br />

le metodologie e gli strumenti operativi concretamente implementati in azienda.<br />

La parte centrale del lavoro analizza i risultati ottenuti in azienda a seguito del processo<br />

di valutazione con tre principali obiettivi: a) analizzare quantitativamente la varietà di<br />

utilizzo della scala di valutazione, b) valutare la percezione del processo di valutazione<br />

da parte <strong>dei</strong> valutatori di prima istanza e da parte <strong>dei</strong> valutati, c) valutazione del costo<br />

opportunità del processo di valutazione. Nelle conclusioni vengono presentati i risultati<br />

della ricerca svolta che evidenziano i punti di forza e le criticità del processo valutativo<br />

e si delineano possibili linee di sviluppo future.<br />

PagInE 52<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

119<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.5<br />

TITolo<br />

Analisi economico sociale e proposta di un percorso diagnostico terapeutico integrato<br />

(P.S. Urologia) nella gestione colico renouterale per calcolosi<br />

ParTEcIPanTI<br />

Giampaolo Berlanda, Gianluigi Failoni, Alessandro Reich, Maria Rita Rossi<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Eziologia; 3. Sintomatologia; 4. Obiettivi; 5. Materiale e Metodi; 6.<br />

Percorso attuale; 7. Paziente in Urologia; . Accertamenti diagnostici e terapeutici nel<br />

paziente con colica renale; 9. Analisi <strong>dei</strong> costi; 10. Analisi e costi standard per singolo<br />

paziente; 11. Proposte migliorative; 12. Considerazioni conclusive.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l'obiettivo di analizzare, sotto il profilo clinico e gestionale, le problematiche<br />

<strong>sanitari</strong>e legate alla colica renale al fine di sperimentare possibili percorsi di<br />

miglioramento qualitativo-assistenziale. A riguardo, vengono presi in considerazione i<br />

pazienti visitati nel pronto soccorso S.Chiara nell'anno 2003. In relazione a ciò, viene<br />

descritto il percorso clinico di un paziente e vengono rilevati i costi per ogni singola<br />

prestazione <strong>sanitari</strong>a (costo personale medico, infermieristico, personale ausiliario,<br />

visita specialistica). Dall'analisi emergono alcune proposte di integrazione: per esempio<br />

sarebbe opportuno realizzare l'esame ecografico presso l'urologo, invece di eseguirlo nel<br />

reparto di radiologia; inoltre, si potrebbe inviare il paziente in consulenza urologica direttamente<br />

dal triage qualora si manifesti l'urgenza di una visita specialistica in suddetto<br />

reparto; infine, si potrebbe dimettere il paziente direttamente dal Pronto Soccorso con<br />

il successivo accesso alla visita specialistica urologica ambulatoriale programmata con<br />

RAO. Oltre al contenimento <strong>dei</strong> costi indiretti e <strong>dei</strong> tempi, queste tre proposte avrebbero<br />

un riscontro positivo per quanto riguarda la soddisfazione dell'utente. Affinché vengano<br />

realizzati i correttivi volti al miglioramento delle prestazioni del servizio urologico, è<br />

necessario una efficace formazione del personale <strong>sanitari</strong>o coinvolto.<br />

PagInE 29<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

120<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.6<br />

TITolo<br />

La valutazione costi/benefici della vaccinazione antipneumococco 23V nella popolazione<br />

trentina di età superiore ai 65 anni<br />

ParTEcIPanTI<br />

Valter Carraro, Angelo Giovanazzi, Roberto Pancheri, Franco Fasoli<br />

InDIcE<br />

1. Obiettivi e premessa metodologica; 2. La malattia e la vaccinazione; 3. Materiali e<br />

metodi; 4. Risultati; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi propone un'analisi costi-benefici dell'introduzione di una vaccinazione per<br />

la prevenzione di patologie da Streptococcus Pneumoniae nella popolazione della<br />

Provincia autonoma di Trento con età superiore ai sessantacinque anni. In un primo<br />

momento vengono esposti i dati riguardanti le patologie più rilevanti dal punto di vista<br />

pragnostico e delle spese <strong>sanitari</strong>e derivanti dalle infezioni di pneumococco e i dati<br />

di ospedalizzazione per polmonite a livello provinciale. Per tutti i dati rappresentati<br />

viene realizzata un'analisi <strong>dei</strong> costi e un'analisi <strong>dei</strong> costi-benefici relativi all'introduzione<br />

del nuovo tipo di vaccinazione. La valutazione è riferita a un periodo di sei anni<br />

dall'introduzione del programma di vaccinazione (VA) ed è strutturata in quattro parti:<br />

stima <strong>dei</strong> casi ospedalizzati in assenza di VA, stima <strong>dei</strong> costi per la VA, stima <strong>dei</strong> costi<br />

per ospedalizzazione per anno evitati con la VA e raffronto <strong>dei</strong> costi ospedalieri evitati<br />

con i costi della VA. I risultati dell'analisi possono affermare che inizialmente l'introduzione<br />

del nuovo vaccino comporterebbe un rilevante carico di spesa, alla quale, però,<br />

farebbero seguito risultati positivi in termini di salute e di vantaggi economici. Infatti<br />

l'analisi dimostra come i costi <strong>sanitari</strong> dovuti ai soli ricoveri ospedalieri giustifichino<br />

l'introduzione della vaccinazione; inoltre, è del tutto plausibile che l'intervento vaccinale<br />

ridurrà anche il numero <strong>dei</strong> casi di polmonite non ospedalizzati con un conseguente<br />

abbattimento <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> legati a visite mediche e terapie condotte a livello<br />

domiciliare e in strutture <strong>sanitari</strong>e o assistenziali non ospedaliere.<br />

PagInE 34<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo/sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

121<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.7<br />

TITolo<br />

Profili di valutazione preparatoria. Aspetti clinici e organizzativi per una razionale<br />

utilizzazione delle risorse<br />

ParTEcIPanTI<br />

Vincenzo Cutrupi, A. Giulio Castellani, Costantino Dilberis, Marco Rigamonti<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Stato dell’arte <strong>dei</strong> profili di valutazione preparatoria; 3. Elaborazione;<br />

4. Conclusioni; 5. Tavole e figure; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi propone uno schema organizzativo che possa consentire una maggiore efficienza<br />

nella gestione di alcune importanti patologie al fine di snellire la valutazione preoperatoria<br />

razionalizzando l'utilizzo delle risorse. In primo luogo, il progetto si prefigge di<br />

elaborare una proposta di richiesta di base del pannello delle indagini di valutazione<br />

preoperatoria che mira a eliminare le richieste di parametri superflui al fine di ottenere<br />

un contenimento della spesa sostenuta senza compromettere la sicurezza <strong>dei</strong> pazienti.<br />

Questo viene realizzato consultando il materiale presente nella letteratura e realizzando<br />

un confronto fra figure professionali diverse coinvolte nella valutazione del rischio<br />

operatorio. In seguito, viene esposto lo schema organizzativo e di coordinamento tra<br />

le Unità Operative e i Servizi coinvolti che vuole soddisfare le richieste dell'utenza e di<br />

ottimizzare i flussi di lavoro della valutazione preoperatoria. Sono previste quattro fasi<br />

per la realizzazione del progetto: pianificazione, applicazione sperimentale, verifica e<br />

applicazione formale. Dalla ricerca risulta che l'adozione di questo profilo properatorio<br />

comporterebbe una consistente riduzione delle prestazioni da effettuare con ricadute<br />

positive in termini di spesa, termini organizzativi e carichi di lavoro.<br />

PagInE 36<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

122<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.8<br />

TITolo<br />

Linee guida organizzative sul trattamento della patologia erniaria in Day Surgery nell’ambito<br />

aziendale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Daniela Cazzolli, Nino Natale<br />

InDIcE<br />

Parte prima – 1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Aspetti organizzativi generali; 4. Vantaggi<br />

della Day Surgery; 5. La qualità della prestazione in Day Surgery; 6. Metodo di<br />

valutazione; 7. La Day Surgery nell’APT; . L’indicazione alla Day Surgery. Parte seconda<br />

– 1. La fase del Prericovero; 2. La fase del Ricovero; 3. La fase Operatoria; 4. La fase<br />

Postoperatoria e la Dimissione; 5. Proposte di miglioramento; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi esamina alcuni aspetti critici dello svolgimento dell'attività di Day Surgery al<br />

fine di migliorare l'assistenza ai pazienti sottoposti a un intervento chirurgico, il cui<br />

percorso si sviluppa in un arco di poche ore soltanto. Il lavoro è diviso in due parti:<br />

la prima descrive formalmente l'attività di Day Surgery (organizzazione, valutazione,<br />

vantaggi, qualità, esperienza della Provincia di Trento), la seconda affronta la Day<br />

Surgery dal punto di vista del servizio assistenziale offerto al paziente (fase di prericovero,<br />

ricovero, preoperatoria, postoperatoria...) Infine, vengono proposti alcuni<br />

correttivi volti al miglioramento dell'attività di Day Surgery: corsi di aggiornamento per<br />

il personale infermieristico, un ambulatorio anestesiologico, un reparto di posti letto<br />

scorporati e separati dalla degenza ordinaria, una seduta di sala operatoria per lo meno<br />

settimanale, un archivio centralizzato e informatizzato per le cartelle cliniche della DS,<br />

l'ampliamento del servizio ambulatoriale per gli studi di valenza retrospettiva e favorire<br />

il miglioramento della collaborazione all’interno dell’Unità Operativa di Cardiologia per<br />

l'accesso ai servizi ambulatoriali specialistici.<br />

PagInE 47<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

123<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.9<br />

TITolo<br />

Attività cardiologia in <strong>Trentino</strong>: analisi del fabbisogno e delle risorse disponibili; organizzazione<br />

di una rete cardiologia provinciale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Luigi Battaia, G. Battista Durante, Guido Piazza<br />

InDIcE<br />

1. Premesse; 2. Scopo; 3. Struttura e organizzazione funzionale della cardiologia; 4.<br />

Obiettivi della rete cardiologia; 5. La struttura cardiologia in Italia; 6. Epidemiologia<br />

nazionale e regionale; 7. Epidemiologia Provincia autonoma di Trento; . Proposte per<br />

la realizzazione di una rete cardiologia integrata provinciale; 9. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L'obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di un progetto per la creazione di una<br />

rete intergrata del Servizio di Cardiologia provinciale al fine di garantire un servizio<br />

che eroghi prestazioni <strong>sanitari</strong>e soddisfacenti i bisogni dell'utenza. Inoltre, il servizio<br />

dovrebbe favorire un maggior grado di collaborazione tra la varie strutture <strong>sanitari</strong>e al<br />

fine di poter razionalizzare al meglio l'utilizzo delle risorse. I documenti di riferimento<br />

per realizzare la proposta sono i seguenti: Linee Guida della Federazione Italiana di<br />

Cardiologia e il Documento del Gruppo di Lavoro della Commissione del Dipartimento<br />

Cardiovascolare di Trento. La logica del modello di rete è quella del percorso assistenziale<br />

definito per tipo di patologia: il modello di assistenza pone due condizioni: garantire un<br />

elevato standard di qualità durante tutto il percorso assistenziale e ottimizzare l’utilizzo<br />

delle risorse disponibili. In termini operativi il modello è articolato da diverse parti:<br />

definizione la funzione della rete sul Territorio, del ruolo della Guardie Mediche e <strong>dei</strong><br />

Medici di Medicina Generale, delle modalità di trasferimento <strong>dei</strong> pazienti, <strong>dei</strong> percorsi<br />

assistenziali, degli esami da effettuare presso l'U.O. di Medicina Interna, del percorso<br />

formativo svolto dai Medici Internisti, dello standard assistenziale <strong>dei</strong> reparti, degli<br />

strumenti di integrazione da utilizzare tra lo U.O. di Medicina Interna e della Cardiologia<br />

di Trento e Rovereto e, infine, l'ottimizzazione delle risorse disponibili.<br />

PagInE 60<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

124<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.1<br />

TITolo<br />

Analisi <strong>dei</strong> costi del paziente con insufficienza respiratoria: alla degenza U.O. pneumologica<br />

al trattamento domiciliare<br />

ParTEcIPanTI<br />

Alessandro L. Salvaterra, Mario Prandini, Enrico Barozzi<br />

InDIcE<br />

1. Sommario; 2. Introduzione; 3. L’insufficienza respiratoria cronica; 4. Epidemiologia<br />

della BPCO; 5. Dimensione economica e sociale della BPCO; 6. Epidemiologia OSAS; 7.<br />

Dimensione economica e sociale dell' OSAS; . Costi del paziente con IRC dalla degenza<br />

al domicilio; 9. Ossigenoterapia a lungo termine domiciliare (OTLT); 10. Ventiloterapia<br />

domiciliare a lungo termine (VMD); 11. Aspetti applicativi della ossigeno ventiloterapia<br />

in provincia di Trento; 12. Svolgimento dell’attività di ossigeno-ventiloterapia domiciliare<br />

in provincia di Trento; 13. Costi dell' ossigeno terapia domiciliare; 14. Costi della<br />

ventiloterapia domiciliare; 15. La ventilazione domiciliare nei pazienti affetti da OSAS;<br />

16. Organizzazione della attività di diagnosi, terapia e follow-up del paziente OSAS; 17.<br />

Analisi <strong>dei</strong> costi delle prestazioni per la diagnostica dell' OSAS; 1. interventi per il contenimento<br />

<strong>dei</strong> costi relativi a OTLT e VMD; 19. Interventi per il contenimento <strong>dei</strong> costi<br />

relativi a OSAS; 20. Conclusioni; 21. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi affronta sotto diversi profili due patologie complesse, quali la Broncopatia cronica<br />

ostruttiva (BPCO) e L'Obstructive Sleep Apnoea Sindrome (OSAS), che presentano il più<br />

rilevante impatto epidemiologico fra le patologie che creano Insufficienza Respiratoria<br />

Cronica (IRC). In particolare, vengono rilevate per entrambe le patologie: l'epidemiologia, i<br />

costi socio-economci, il numero di DGR in cui è stata utilizzata la ventilazione per pazienti<br />

nel 2003 e il costo effettivo della ventilazione per paziente nel medesimo anno. Inoltre,<br />

per la OSAS vengono presi in considerazione altri studi che riguardano: l'analisi <strong>dei</strong> costi<br />

delle prestazioni per la diagnostica e <strong>dei</strong> follow-up domiciliare <strong>dei</strong> pazienti in ventilazione.<br />

Infine, vengono riportate alcune proposte per un recupero di efficienza organizzativa nella<br />

gestione del paziente BPCO e OSAS con particolare riferimento alle modalità e alle strutture<br />

adatte al trattamento dell'insufficienza respiratoria acuta durante le riacutizzazioni, alla<br />

ventilazione domiciliare nei pazienti con OSAS. I miglioramenti se si è in grado di garantire<br />

un servizio assistenziale eccellente: a riguardo, l'assistenza domiciliare integrata e l'ospedalizzazione<br />

domiciliare sono state identificate dai vari piani <strong>sanitari</strong> quali strumenti utili<br />

per garantire permanenza a domicilio <strong>dei</strong> pazienti con grande insufficienza respiratoria.<br />

PagInE 107<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

125<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.2<br />

TITolo<br />

La gestione della residenzialità psichiatrica nel dipartimento di psichiatria: appropriatezza<br />

ed esiti<br />

ParTEcIPanTI<br />

Roberto Pergher<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Obiettivi dell’analisi; 3. Identificazione <strong>dei</strong> costi; 4. Discussione e<br />

conclusioni; 5. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l'obiettivo di realizzare un'analisi <strong>dei</strong> costi relativa alle strutture psichiatriche<br />

non ospedaliere della Provincia di Trento, facendo particolare riferimento al<br />

distretto della Vallagarina e a due strutture di valenza provinciale, quali Maso S. Pietro<br />

e Villa S. Pietro. In particolare vengono realizzate una descrizione e un confronto tra<br />

le due diverse strutture psichiatriche che caratterizzano la provincia, le strutture di<br />

tipo A e di tipo B. Dall'analisi emergono alcune riflessioni e possibili accorgimenti<br />

per migliorare l'organizzazione delle strutture psichiatriche: si dovrebbe incrementare<br />

l'offerta di strutture residenziali in quanto il numero di pazienti che necessitano di<br />

questi supporti sono in continuo aumento, sarebbe necessario per i pazienti grevemente<br />

disabili scorporare il costo <strong>sanitari</strong>o dal costo sociale da imputare o ai comuni<br />

e ai pazienti stessi e stabilire <strong>dei</strong> criteri di appropriatezza <strong>dei</strong> casi relativi alle diverse<br />

tipologie di pazienti, si dovrebbe fare di tutto affinché i servizi elaborino strategie<br />

terapeutiche che prevedano il mantenimento del paziente nel suo naturale ambiente<br />

i vita e, infine, dovrebbero essere elaborate delle modalità organizzative che rendano<br />

possibile la collaborazione tra servizi psichiatrici e servizi sociali al fine di affrontare<br />

globalmente i bisogni <strong>dei</strong> pazienti.<br />

PagInE 37<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

126<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.3<br />

TITolo<br />

Organizzazione dipartimentale della medicina trasfusionale nella Provincia Autonoma<br />

di Trento: progetto di informatizzazione per la gestione della raccolta e distribuzione<br />

del sangue su tutto il territorio provinciale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paola Boccagni, Franco Marafioti<br />

InDIcE<br />

1. Organizzazione del Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (DIMT);<br />

2. La situazione attuale del sistema informativo nel DIMT; 3. Quadro normativo e legislativo<br />

di riferimento; 4. Il progetto; 5. Economicità del progetto; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Lo scopo della tesi attiene alla stesura di un progetto di riorganizzazione della complessa<br />

attività del DIMT (dipartimento funzionale per la regolazione delle attività di medicina<br />

trasfusionale) attraverso l'ausilio della tecnologia informatica. Infatti, il progetto<br />

prevede l'implementazione di un nuovo sistema informatico dando particolare valenza<br />

alla messa in rete di tutte le strutture trasfusionali, alla scelta del software, all'impatto<br />

economico derivante dall' innovativa tecnologia informatica e alla valutazione della<br />

soluzione più vantaggiosa in termini di costo (comprare o noleggiare) per l'acquisizione<br />

delle frigoemoteche, tenendo presente gli obiettivi di budget. L'introduzione del sistema<br />

informatico dipartimentale porterebbe rilevanti vantaggi per la razionalizzazione della<br />

raccolta, l'elaborazione e lo scambio di tutte le informazioni necessarie per l'esercizio<br />

delle funzioni del Dipartimento di Medicina Trasfusionale provinciale che non può<br />

prescindere dall'avere un'informazione tempestiva, affidabile e pertinente e di facile<br />

accesso. Inoltre, il nuovo sistema informatico permetterebbe la creazione di legami e<br />

connessioni tra i diversi elementi del sistema. Per quanto riguarda l'introduzione delle<br />

frigoemoteche, queste porterebbero miglioramenti in termini di sicurezza delle trasfusioni,<br />

visibilità e tracciabilità delle operazioni, riduzione del numero di viaggi per il<br />

trasporto delle unità di sangue dal centro verso la periferia e viceversa, riduzione del<br />

50% <strong>dei</strong> tempi di attesa per la disponibilità di sangue, ottimizzazione della gestione<br />

del sangue e controllo <strong>dei</strong> tempi di percorrenza del sangue.<br />

PagInE 57<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

127<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.4<br />

TITolo<br />

Valutazione costi-benefici dell’introduzione nella pratica clinica di nuove tecnologie:<br />

il caso degli stent ricoperti di farmaco nell’interventistica cardiologia<br />

ParTEcIPanTI<br />

Roberto Bonmassari, Carla Sartori, Luca Del Dot, Maurizio Del Greco<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Razionale e obiettivi dello studio; 3. Metodi; 4. Risultati; 5. Discussione;<br />

6. Limiti dello studio; 7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Lo scopo della tesi attiene alla valutazione dell'impatto clinico ed economico dell'introduzione<br />

<strong>dei</strong> DES nel trattamento della stenosi coronaria secondo i criteri adottati<br />

presso il laboratori di cardiologia interventistica all'ospedale S.Chiara di Trento. In<br />

particolare, si tratta di assumere la decisione di proseguire con le prassi esistenti,<br />

oppure di estendere o ridurre l'adozione <strong>dei</strong> DES ad una porzione rispettivamente<br />

maggiore o inferiore della popolazione <strong>dei</strong> pazienti coronarici. Dall'analisi risulta che<br />

l'implementazione <strong>dei</strong> DES risulta paradigmatica in quanto rappresenta una tecnologia<br />

<strong>sanitari</strong>a a costi elevati. Nel presente lavoro con l'introduzione del DES limitata a una<br />

popolazione ad alto rischio, a fronte di un miglioramento clinico, il costo aggiuntivo<br />

del dispositivo non è stato ammortizzato dai minori costi legati alla riduzione della<br />

restenosi e alla riduzione degli interventi cardiochirurgici. Sfavorevole a tale approccio<br />

risulta anche l'analisi costo-efficacia.<br />

PagInE 63<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

12<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.5<br />

TITolo<br />

Progetto di ottimizzazione dell’attività di colposcopia nell’ambito dello screening provinciale<br />

di secondo livello per il carcinoma della cervice uterina<br />

ParTEcIPanTI<br />

Patrizia Casellato, Roberto Togni, Bruna Zeni<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Indirizzi organizzativi e modalità di attuazione del<br />

programma di screening del carcinoma del collo dell’utero mediante pap-test; 4. Il ruolo<br />

della colposcopia; 5. Il controllo di qualità in colposcopia; 6. Obiettivo del progetto;<br />

7. Discussione; . Conclusioni; 9. Allegati; 10. Glossario; 11. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L'obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di un progetto provinciale che riguarda<br />

lo screening pap-test, compreso il secondo livello (colposcopia), per la predisposizione<br />

di un percorso per l'ottimizzazione dell'attività <strong>dei</strong> centri di colposcopia sul territorio.<br />

La prima parte della tesi descrive in dettaglio le dimensioni della patologia neoplastica<br />

cervicale, mentre la seconda parte espone il progetto di riorganizzazione delle attività<br />

sopraelencate prendendo in considerazione, soprattutto, i carichi di lavoro ed eventuali<br />

esigenze di attrezzature e di formazione del personale con i relativi costi. In particolare,<br />

il progetto ambisce, attraverso un processo di quality control e una standardizzazione<br />

delle metodiche colposcopiche diagnostiche e terapeutiche in un contesto ambulatoriale<br />

adeguato, all'ottimizzazione del progetto di Screening Provinciale del Carcinoma<br />

del collo dell'utero, garantendo un training costante e un aggiornamento continuo<br />

degli operatori. Questo viene privilegiato per rendere possibile un monitoraggio delle<br />

attività e per redigere reports attendibili assicurando prestazioni di buon livello per<br />

l'utenza femminile.<br />

PagInE 45<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

129<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.5<br />

TITolo<br />

Ambulatorio per la prevenzione e la cura dell’uremia. Valutazione economico-sociale<br />

del trattamento medico dell’insufficienza renale cronica avanzata a confronto con la<br />

terapia dialitica nella Provincia di Trento. Analisi costo-benefici<br />

ParTEcIPanTI<br />

Cristina Comotti, Rosario Midiri<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. L’insufficienza renale cronica terminale (uremia) e la dialisi; 3.<br />

L’espansione del trattamento dialitico e il contenimento <strong>dei</strong> costi: soluzioni possibili;<br />

4. L’ambulatorio per la prevenzione e cura dell’uremia; 5. La gestione dell’ambulatorio<br />

uremico; 6. La valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del passaggio in cura dall’ambulatorio<br />

uremico alla dialisi. Analisi costi-benefici; 7. La qualità di vita del malato in pre-dialisi e<br />

l’informazione-educazione terapeutica; . Discussione; 9. Bibliografia; 10. Appendice.<br />

aBSTracT<br />

L'impatto dell'uremia e delle sue complicanze è destinato ad assumere dimensioni sempre<br />

più allarmanti soprattutto per il difficile contenimento <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> e del numero<br />

di pazienti in dialisi è in continua crescita. A riguardo, la presente tesi si prefigge<br />

di valutare una possibile soluzione al contenimento dell'espansione del trattamento<br />

dialitico e <strong>dei</strong> suoi costi mediante l'ottimizzazione della terapia. In particolare, viene<br />

realizzata un'analisi costi-benefici al fine di valutare se sia conveniente sostenere il<br />

trattamento del paziente nell'ambulatorio di prevenzione presso l'U.O. di Nefrologia e<br />

dialisi, che rallenta l'ingresso del paziente in dialisi, mediante la tecnica di valutazione<br />

Cba. Dall'analisi emerge che ogni paziente che ritarda il passaggio dall'ambulatorio per<br />

la prevenzione e cura dell'uremia a un trattamento di dialisi comporta un rilevante<br />

beneficio, traducibile in un considerevole risparmio (23.47,69 euro all'anno). Per<br />

raggiungere questi risultati incoraggianti è necessario che alle spalle ci sia un sistema<br />

di cura organizzato, garantito da un team multidisciplinare che consenta l'applicazione<br />

di trattamenti terapeutici intensivi conformi alle linee guida nazionali e internazionali.<br />

PagInE 77<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

130<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.6<br />

TITolo<br />

Gestione del paziente con dolore secondo le raccomandazioni del Comitato “Ospedale<br />

senza dolore”. Applicazione sperimentale in tre divisioni internistiche dell’Azienda<br />

<strong>sanitari</strong>a e continuità nel territorio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Michelina Monterosso, Alessandro Bertagnolli, Marta Dalfollo, Fabrizio Fedrizzi, Maria<br />

Grazia Simone<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Il Comitato Ospedale Senza Dolore della Azienda Provinciale per i<br />

Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento; 3. Applicazione delle raccomandazioni<br />

del COSD; 4. Continuità delle cure – Indagine presso il Distretto di Trento e Valle<br />

<strong>dei</strong> Laghi; 5. Conclusioni; 6. Allegati; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene allo sviluppo di un progetto per il miglioramento continuo<br />

della qualità dell'assistenza erogata dai servizi <strong>sanitari</strong> aziendali attraverso un processo<br />

continuo di pianificazione, di attuazione, verifica sistematica e standardizzazione <strong>dei</strong><br />

risultati raggiunti. In particolare, viene fatto riferimento al tema della gestione del<br />

dolore, il quale trova riscontro sia nella pratica clinica che nella letteratura scientifica<br />

riportata nella prima parte del presente lavoro. Il progetto fa riferimento all'esplicitazione<br />

delle attività del Comitato Ospedale senza Dolore (COSD), struttura istituita<br />

dall'APPS preposta alla gestione del dolore <strong>dei</strong> pazienti sotto diversi profili. In particolare,<br />

il comitato deve costantemente farsi promotore: della formazione degli operatori<br />

<strong>sanitari</strong>, della previsione di azioni correlate al miglioramento della gestione del dolore,<br />

dell’elaborazione e diffusione di protocolli per il trattamento del dolore, della valutazione<br />

del livello di applicazione delle raccomandazioni e dell'efficacia del controllo del<br />

dolore e della restituzione regolare <strong>dei</strong> dati relativi al personale delle attività operative.<br />

Inoltre, le attività del COSD rientrano in un sistema coordinato, coerente e diffuso di<br />

comportamenti clinici, di assetti organizzativi, di responsabilità, di procedure che consentono<br />

di soddisfare nel miglior modo possibile le esigenze e le aspettative dell'APPS.<br />

PagInE 7<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

131<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.7<br />

TITolo<br />

Progettazione e realizzazione dello screening mammografico della Provincia di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Sabino Della Sala, Vittorio Manera<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Situazione antecedente allo Screening; 3. Criteri generali; 4. Modalità<br />

operative; 5. Realizzazione e risultati del primo anno di attività; 6. Gradimento<br />

del programma di Screening da parte delle utenti; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Il percorso di prevenzione del carcinoma alla mammella assume un’importanza rilevante<br />

in relazione alla possibilità di ridurre il tasso <strong>dei</strong> soggetti affetti di tumore al<br />

seno e il tasso di mortalità relativo a questa patologia. Nel territorio della Provincia<br />

di Trento è stato avviato il programma di Screening mammografico esteso a tutta la<br />

popolazione trentina residente, tenendo presenti le linee guida dettate dalla normativa<br />

nazionale. A fronte di ciò, la presente tesi si pone l’obiettivo di valutare i risultati fino<br />

a ora conseguiti dallo Screening Mammomagrafico provinciale, sia in riferimento alla<br />

fase di proposta di un programma molto ampio nella sua estensione e sia per quanto<br />

concerne il beneficio raggiunto nella popolazione. La fase propositiva del programma<br />

di Screening prevede la creazione di un centro di riferimento, al quale viene affidato<br />

l’onere di gestire gli inviti per l’intera popolazione femminile del <strong>Trentino</strong>. Inoltre, si<br />

prevede l’attuazione di presidi ospedalieri che adottino criteri per la realizzazione degli<br />

esami preventivi: sono previsti, infatti, esami di primo e secondo livello (che prevede<br />

un approfondimento clinico-strumentale rispetto al primo). Per quanto concerne la<br />

soddisfazione da parte dell’utenze rispetto al programma di prevenzione del carcinoma<br />

della mammella, i dati raccolti testimoniano un buon livello di soddisfacimento rispetto<br />

al programma di Screening mammografico.<br />

PagInE 116<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo-sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

132<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.8<br />

TITolo<br />

Progetto integrato di cartella clinica e basi per l’informatizzazione e la creazione di<br />

linee guida “cost effective” autoaggiornanti<br />

ParTEcIPanTI<br />

Maurizio Rosati, Carlo Segatta<br />

InDIcE<br />

1. Scopo del lavoro; 2. Riferimenti normativi; 3. Definizione “Mission”; 4. Definizione<br />

Obiettivi; 5. Basi di informatizzazione; 6. Modalità lavoro; 7. Costi gestione attuale;<br />

. Costi riorganizzazione; 9. Ricadute organizzative; 10. Valutazioni economiche; 11.<br />

Conclusioni; 12. Tabelle; 13. Modulistica commentata.<br />

aBSTracT<br />

Lo scopo della tesi è la realizzazione di una cartella clinica capace di controllare per<br />

ogni utente i dati anagrafici, anamnestici e tutte le informazione riguardanti lo stato<br />

di salute dal momento di ricovero alla dimissione. Si valuta l'impatto dell'implementazione<br />

dal punto di vista gestionale ed economico. Operativamente si prevede la<br />

realizzazione di: una scheda per la raccolta <strong>dei</strong> dati, un diario medico, infermieristico<br />

e fisioterapico, una scheda consulenze, una cartella fisioterapica, una base di informatizzazione,<br />

un sistema di gestione automatica <strong>dei</strong> DGR e linee guida. Tutto questo con<br />

lo scopo di realizzare una cartella clinica integrata. Dall’analisi economica risulta che<br />

la ristrutturazione organizzativa attraverso la cartella informatizzata consegue alcuni<br />

vantaggi: riduzione e uniformità della documentazione con conseguente riduzione <strong>dei</strong><br />

costi, risparmio <strong>dei</strong> tempi di consultazione, di verifica, di archiviazione, di assistenza,<br />

di amministrazione, di gestione, ecc. Inoltre, la razionalizzazione della cartella clinica<br />

ha contribuito a consolidare la basi per la riorganizzazione gestionale dell'Ospedale<br />

relativa a: orientamento al lavoro di equipe, coinvolgimento delle varie figure professionali,<br />

individuazione di percorsi utili alla riduzione <strong>dei</strong> rischi di errore, ecc.<br />

PagInE 65<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale – analisi costi e benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo-sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

133<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.9<br />

TITolo<br />

Processi, strumenti e metodi di integrazione nelle strutture di prevenzione dell’APSS<br />

ParTEcIPanTI<br />

Sandro Guella, Graziano Maranelli, Anna Maria Moretti, Maria Grazia Zuccali, Manuela Spaccini<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. L’integrazione come “problema” del Dipartimento di Prevenzione; 3.<br />

I servizi di prevenzione in Provincia di Trento; 4. Integrazione <strong>dei</strong> servizi di prevenzione;<br />

5. Percorsi di integrazione nell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari; 6.<br />

Alcuni esempi di integrazione; 7. Educazione e salute: un esempio di integrazione; .<br />

Bibliografia essenziale.<br />

aBSTracT<br />

La tesi persegue l’obiettivo di applicare gli strumenti di integrazione nelle strutture di<br />

prevenzione dell’APPS. In particolare, vengono analizzati i bisogni di prevenzione nelle<br />

strutture <strong>sanitari</strong>e situate nel territorio della Provincia di Trento, tenendo presenti i<br />

criteri di appropriatezza, economicità e qualità delle prestazioni offerte al cittadino.<br />

In seguito, vengono rilevati gli strumenti gestionali e organizzativi affinché si possano<br />

creare le possibilità e le opportunità di integrazione tra alcune delle funzioni di prevenzione<br />

(sistema budget, collaborazioni intersettoriali, strutture dipartimentali, linee<br />

guida, gruppi di lavoro, progetti, strumenti formativi...). Viene data particolare valenza<br />

all’applicazione degli strumenti integrativi nell’educazione alla salute, rispetto ai quali<br />

vengono individuati i punti di forza e debolezza. Per quanto concerne i punti di forza<br />

l’integrazione tra servizi nell’educazione alla salute comporta un coordinamento delle<br />

iniziative, valorizzazione delle professionalità, possibilità di confronto tra gli operatori,<br />

riconoscimento dell’attività di pianificazione annuale di budget, visibilità delle iniziative<br />

nei confronti della scuola, facilitazioni nei rapporti con la scuola, possibilità di creare<br />

un sistema condiviso di realizzazione delle attività... Per quanto riguarda, invece, i<br />

punti di debolezza si sono verificati un eccessivo irrigidimento delle attività a scapito<br />

della creatività, limitazione dell’autonomia <strong>dei</strong> servizi, rischio di appesantire la struttura<br />

organizzativa, difficoltà di coordinamento degli operatori… Infine, viene sottolineato<br />

come la conoscenza della mission e delle vision da parte di tutti i livelli dell’Azienda<br />

Sanitaria sia condizione necessaria affinché gli strumenti di integrazione coinvolgano<br />

tutte le strutture interessate alla predisposizione del piano annuale strategico <strong>sanitari</strong>o.<br />

PagInE 69<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

134<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.1<br />

TITolo<br />

Il responsabile di struttura complessa e la rete <strong>dei</strong> processi: come governare il processo<br />

decisionale assistenziale ADI/cure palliative (modello sperimentale-distretto<br />

periferico)<br />

ParTEcIPanTI<br />

Mariangela Togni, Gianfranco Apruzzese, Luca Ottolini<br />

InDIcE<br />

1. Obiettivo; 2. Riferimenti normativi; 3. Il Modello sperimentale ADICP-distretto periferici;<br />

4. La proposta operativa; 5. Il percorso del paziente; 6. Profili di ruolo e compiti;<br />

7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo della tesi attiene alla definizione del ruolo del Responsabile di Struttura<br />

complessa dell'Unità Operativa Assistenza Territoriale (UOAT) nel governo della rete <strong>dei</strong><br />

processi del modello sperimentale di ADI-CP in un distretto periferico, individuando nel<br />

Distretto Giudicarie e Rendena il distretto periferico di riferimento. Il progetto è diviso<br />

in sei fasi: la prima prevede l’analisi delle risorse, delle modalità organizzative, delle<br />

attività <strong>dei</strong> pazienti in assistenza domiciliare integrata (ADI) e dell’attività valutativa<br />

disciplinare; la seconda definisce le azioni per individuare l’ADI; nella terza si procede<br />

alla stesura del progetto operativo; la quarta e la quinta riguardano il coinvolgimento<br />

<strong>dei</strong> medici di medicina generale, i pediatri e gli specialisti dell’ADI e la formazione degli<br />

operatori; la sesta infine prevede la realizzazione del progetto (compito dell’UOAT). Il<br />

progetto realizzato evidenzia come il modello ADI-CP proposto evidenzi alcune criticità<br />

che dovranno essere attentamente monitorate dal medico coordinatore del processo<br />

assistenziale (Responsabile UOAT): in particolare, questo deve verificare l’eventuale<br />

assenza di personale <strong>sanitari</strong>o con specifica formazione, la continuità assistenziale e<br />

ritardi di attivazione <strong>dei</strong> servizi socio assistenziali.<br />

PagInE 32<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

135<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.2<br />

TITolo<br />

Progetto per un ambulatorio integrato uronefrologico per la gestione del paziente con<br />

calcolosi renale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paola Campanini, Maurizio Mazzon<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Cenni fisiopatologici; 3. Epidemiologia sulla calcolosi urinaria; 4.<br />

Diagnosi e trattamento della calcolosi urinaria; 5. Aspetti economici della calcolosi<br />

urinaria; 6. Progetto per l’ambulatorio della calcolosi: organizzazione e costi; 7. Discussione;<br />

. Conclusioni; 9. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Scopo della tesi è quello considerare l’impatto sulla salute e i costi economici connessi<br />

alla creazione di un ambulatorio relativo alla patologia della calcolosi renale in <strong>Trentino</strong>.<br />

In una prima fase, l’elaborato descrive la patologia in questione evidenziando l’epidemiologia,<br />

le possibilità di cura e la diagnosi. In seguito, la patologia viene analizzata<br />

dal punto di vista <strong>dei</strong> costi, a livello nazionale e internazionale, per la terapia sia preventiva<br />

delle recidive che curativa. Infine, viene proposto un intervento organizzativo<br />

che si focalizza sulla previsione <strong>dei</strong> pazienti dal punto di vista gestionale e sui costi<br />

che comporterebbe la creazione dell’ambulatorio per coloro affetti dalla patologia in<br />

questione. Dallo studio emerge che il trattamento della calcolosi urinaria nel <strong>Trentino</strong><br />

può essere migliorato attraverso una individualizzazione della calcolosi, <strong>dei</strong> fattori<br />

favorenti la stessa e delle caratteristiche del paziente e sue aspirazioni. L’attuazione<br />

del progetto potrebbe essere cost-effective.<br />

PagInE 3<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

136<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.3<br />

TITolo<br />

Il responsabile di struttura complessa e le gestione delle competenze<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paolo Olivieri, Ramondo Del Balzo, Paolo De Pieri, Dario Uber<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Gli aspetti teorici; 3. I contesti di applicazione; 4. La gestione del<br />

personale centrata sul modello delle competenze; 5. Conclusione; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Lo scopo della tesi concerne la descrizione del rapporto che lega il direttore di struttura<br />

complessa al tema delle competenze, esplorando possibili sviluppi nel contesto del<br />

Servizio Sanitario pubblico. Il lavoro è organizzato in tre parti: nella prima vengono<br />

esposti alcuni concetti teorici riguardanti le competenze e chiarito il ruolo di direttore<br />

di struttura complessa; nella seconda vengono esplicitate alcune considerazioni sulle<br />

competenze, soprattutto per quanto riguarda la formazione di base; nella terza, infine,<br />

viene descritto il modo in cui l’APPS imposta le fasi fondamentali del processo di<br />

gestione del personale connesso al tema delle competenze. Il rapporto tra direttore di<br />

struttura complessa e competenze, viene affrontato considerando due profili diversi:<br />

la gestione delle competenze da parte del direttore di struttura complessa e il ruolo<br />

di quest’ultimo nella gestione delle competenze del personale che opera nella struttura<br />

alla quale egli è preposto. Il presente lavoro sottolinea come attualmente non è<br />

riscontrabile una considerazione globale delle competenze all’interno dell’organizzazione<br />

<strong>sanitari</strong>a e, proprio per questo motivo, ci si limita considerare le competenze<br />

individuali, in quanto non si riescono a integrare le diverse professionalità presenti<br />

nelle varie strutture <strong>sanitari</strong>e.<br />

PagInE 122<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: leadership<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

137<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.4<br />

TITolo<br />

La mappa <strong>dei</strong> processi come strumento per il raggiungimento di obiettivi in un’ottica di<br />

integrazione fra il servizio di alcologia, un consultorio, un servizio tossicodipendenze<br />

ParTEcIPanTI<br />

Maria Rosa Dimonte, Roberta Ferrucci, Luigi Pellegrini, Mauro Pongetti<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Servizio di Alcologia Vallagarina; 3. Servizio tossicodipendenze<br />

APPS; 4. Consultorio Famigliare Vallagarina; 5. Algologia, Ser.T, consultorio APPS:<br />

processi nei quali sono utili sinergia e la collaborazione tra servizi; 6. Conclusioni; 7.<br />

Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si prefigge l’obiettivo di applicare lo strumento della “mappa <strong>dei</strong> processi” a tre<br />

Servizi Distrettuali presenti nel territorio della Provincia di Trento al fine di migliorare il<br />

Controllo di Gestione basato sulla programmazione, verifica e riprogrammazione annuale.<br />

I tre Servizi Distrettuali considerati sono: il Servizio di Alcologia Vallagarina, il Consultorio<br />

Famigliare Vallagarina e il Servizio aziendale per le tossicodipendenze Ser.T della<br />

Provincia Di Trento che opera a livello distrettuale. Per ogni Servizio vengono descritte<br />

le modalità organizzative delle prestazioni erogate e viene esplicitata l’applicazione<br />

della mappa <strong>dei</strong> processi. Inoltre, vengono identificati i processi di integrazione tra i tre<br />

Servizi distrettuali. La mappa <strong>dei</strong> processi proposta può effettivamente diventare uno<br />

strumento per migliorare l’attività <strong>dei</strong> Servizi considerati in un’ottica di attenzione ai<br />

bisogni, agli obiettivi, ai risultati garantendo migliore efficacia ed efficienza operativa<br />

e, allo stesso tempo, essa può diventare strumento per uniformare la gestione <strong>dei</strong> vari<br />

servizi garantendo equità territoriale di accesso alla popolazione e sinergie utili per<br />

raggiungere obiettivi rilevanti.<br />

PagInE 9<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale – controllo di gestione<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

13<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.5<br />

TITolo<br />

Riorganizzazione, razionalizzazione e ottimizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />

nella rete ospedaliera e sul territorio della Provincia autonoma di Trento<br />

ParTEcIPanTI<br />

Carlo Pedrolli, Donato Donati, Giuseppe Pasolini, Silvano Tognoli<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. La Provincia Autonoma di Trento; 3. Scopo della tesi; 4. Definizione<br />

di attività dietetico-nutrizionale; 5. Strutture, risorse umane, impiego di materiali e<br />

prestazioni erogate nel 2004; 6. Situazione attuale; 7. Proposta di riorganizzazione;<br />

. Conclusione; 9. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La scopo della tesi attiene alla riorganizzazione e razionalizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />

nella rete ospedaliera e nel territorio della PAT in relazione a due<br />

aspetti organizzativi rilevanti: l’appropriatezza delle prestazioni e l’equità sociale. Il<br />

presente lavoro è organizzato in quattro parti: nella prima vengono definite le attività<br />

dietetico-nutrizionali, nella seconda vengono illustrate le disponibilità attuali di<br />

risorse umane e l’utilizzo di quelle economiche, nella terza viene effettuata un’analisi<br />

della situazione attuale (organizzazione, risorse finanziarie, personale, prestazioni…)<br />

attraverso l’esplicitazione <strong>dei</strong> punti di forza e debolezza di tutte le componenti considerate<br />

e, infine, nella quarta viene proposta la riorganizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />

nella rete ospedaliera e nel territorio della Provincia di Trento. La<br />

proposta riorganizzativa individua i seguenti interventi: attribuzione di un dietista per<br />

ogni Presidio Ospedaliero e uno studio di un profilo di minima attività nutrizionale e<br />

attribuzione all’UOC di Dietetica e Nutrizione Clinica di Trento della responsabilità di<br />

coordinamento dell’attività dietetico-nutrizionale degli altri servizi. Questi accorgimenti<br />

sono possibili mediante l’ausilio di alcuni strumenti, quali: l’adozione di un programma<br />

informatico comune su tutto il territorio provinciale per gli aspetti clinici e gestionali,<br />

per la predisposizione delle diete, per il teleconsulto e per l’organizzazione periodica<br />

di corsi di aggiornamento del personale.<br />

PagInE 61<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

139<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.6<br />

TITolo<br />

Approccio interdivisionale integrato al paziente con artropatia degenerativa di anca<br />

e ginocchio: ipotesi di percorso diagnostico terapeutico tra standardizzazione e personalizzazione<br />

ParTEcIPanTI<br />

Ciro Guerriero, Giuseppe Sciso<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Dimensioni generali del problema; 3. Le risposte possibili; 4. Le<br />

risposte nella PAT; 5. I percorsi attualmente seguiti dai pazienti; 6. Considerazioni<br />

complessive su quanto emerge dall’analisi condotta e giustificazione della proposta di<br />

una attività interdivisionale integrata; 7. Il percorso proposto; . La rappresentazione<br />

schematica del percorso di massima; 9. Descrizione delle attività previste presso l’ambulatorio;<br />

10. Bibliografia; 11. Appendici.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l’obiettivo di riorganizzare un’attività ambulatoriale, prevalentemente in<br />

fase prechirurgica, per i pazienti con artrosi all’anca e ginocchio. Il lavoro è organizzato<br />

in due parti: nella prima si analizzano, mediante l’ausilio di dati reperiti in letteratura,<br />

le dimensioni del problema facendo riferimento ai ricoveri, il consumo <strong>dei</strong> farmaci e<br />

gli interventi diagnostico-terapeutici ambulatoriali; nella seconda parte, invece, viene<br />

discussa la proposta di istituzione di un’attività ambulatoriale integrata come mezzo<br />

per migliorare gli aspetti clinici e organizzativi della gestione del paziente affinché si<br />

possano introdurre costantemente modalità di valutazione che consentano la raccolta<br />

standardizzata dati. La proposta di realizzazione di un’attività ambulatoriale integrata<br />

prefigge il fine di evitare pazienti inutili, snellire le procedure complesse, favorire<br />

l’integrazione tra momenti generalmente valutati diversi, favorire la collaborazione,<br />

promuovere l’adozione di strategie standardizzate per la valutazione iniziale del problema,<br />

consentire l’archiviazione in un apposito data base di tutti gli interventi eseguiti<br />

e stimolare le basi per creare un’attività di ricerca. La realizzazione di un’efficace<br />

integrazione tra attività non è immediata: bisogna sempre tenere presente la logica<br />

dell’utilizzo razionale delle risorse attraverso iniziative trasversali.<br />

PagInE 90<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

140<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.7<br />

TITolo<br />

Analisi della gestione e <strong>dei</strong> costi dell’applicazione di un programma di raccomandazioni<br />

per la prevenzione e il controllo dell’infezione da HCV in dialisi<br />

ParTEcIPanTI<br />

Antonio Mastroianni, Giuseppe Vocaturo<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Caratteristiche dell’HCV, storia naturale ed epidemiologia; 3. Prevenzione<br />

della trasmissione dell’infezione da HCV in dialisi; 4. Costi della gestione <strong>dei</strong><br />

pazienti con Epatite C in dialisi; 5. Screening dell’HCV in dialisi; 6. Costi dello screening;<br />

7. Costi delle vaccinazioni in dialisi; . Il trattamento dell’epatite cronica da HCV; 9.<br />

Costi della diagnostica; 10. Conclusioni; 11. Bibliografia; 12. Appendice.<br />

aBSTracT<br />

La tesi propone una descrizione dell’Epatite C (HCV) attraverso cenni storici, percorsi<br />

di prevenzione per la trasmissione del virus in dialisi e, in modo particolare, un’analisi<br />

<strong>dei</strong> costi che riguarda diversi aspetti: i pazienti HCV positivi in Nefrologia-Dialisi, lo<br />

screening per l’HCV nei pazienti in dialisi, la vaccinazione anti-virus Epatite B e antiinfluenzale<br />

<strong>dei</strong> pazienti in dialisi, la diagnostica e il monitoraggio di laboratorio in<br />

pazienti con epatite cronica in trattamento con PegIFN α-2b + Rivabirina. Il trattamento<br />

dialitico non è sempre facile da standardizzare, tuttavia appare necessario attuare tentativi<br />

di omogeneizzazione nell’attività assistenziale <strong>dei</strong> pazienti dialitici cronici affinché<br />

si possano ridurre la trasmissione <strong>dei</strong> rischi patogeni, migliorare la qualità della vita<br />

del paziente in dialisi e migliorare la gestione del paziente dializzato affetto da Epatite<br />

C. L’obiettivo appena esposto risulta di rilevante importanza in quanto è connesso al<br />

contenimento degli elevatissimi costi relativi allo screening per l’HCV, la trasmissione<br />

dell’HCV e la gestione <strong>dei</strong> pazienti dializzati affetti da Epatite C cronica. Attraverso<br />

conoscenze adeguate ed efficaci strategie per la prevenzione del virus HCV è possibile<br />

ridurre il rischio di trasmissione del virus e quindi conseguire un risparmio di risorse<br />

notevole un conseguente contenimento <strong>dei</strong> costi dovuti alla gestione della patologia.<br />

PagInE 37<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

141<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.8<br />

TITolo<br />

Il responsabile di struttura complessa e la gestione per la qualità<br />

ParTEcIPanTI<br />

Romano Manfrini, Carlo Polloni, Patrizia Stracquadanio, Antonella Pupillo<br />

InDIcE<br />

1. La gestione per la qualità del processo colonscopia in una U.O. di Endoscopia digestiva;<br />

2. Percorso clinico del bambino inviato in consulenza pediatrica e la gestione<br />

per la qualità del processo (protocollo di gestione medicoinfermieristica); 3. Il sistema<br />

di qualità ne dipartimento di diagnostica di laboratorio la gestione per la qualità in<br />

odontostomalogia ambulatoriale. I LEA: un progetto per la qualità; 4. Conclusioni; 5.<br />

Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La presente tesi definisce un percorso per una “corretta” collonscopia definendo criteri<br />

di qualità (facendo riferimento al modello EPQM) affinché i servizi offerti garantiscano<br />

standard qualitativi elevati. In particolare, si vuole fornire all’equipe professionale<br />

<strong>sanitari</strong>a la conoscenza e l’abilità tecnica affinché si possa uniformare l’assistenza all’utente<br />

garantendo sia una corretta esecuzione dell’esame colonscopico che un servizio<br />

<strong>sanitari</strong>o che offre prestazioni soddisfacenti i bisogni e le aspettative dell’utente. La<br />

tesi si prefigge il raggiungimento di quattro obiettivi specifici: uniformare le procedure<br />

di prenotazione e preparazione alla colonscopia, la preparazione dell’utente nella sala<br />

endoscopica, esecuzione dell’esame e la procedura per la valutazione e la dimissione<br />

dell’utente a fine esame. Applicando un modello per la qualità si possono conseguire<br />

diversi vantaggi: per esempio, il coinvolgimento di tutti gli operatori, la definizione<br />

delle responsabilità e delle procedure, la riduzione <strong>dei</strong> costi derivante dalla identificazione<br />

della non qualità… Infine, affinché un sistema di qualità funzioni efficacemente<br />

è necessaria l’istituzione di un programma per il miglioramento continuo della qualità<br />

del servizio e delle prestazioni erogati.<br />

PagInE 59<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: leadership<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

142<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.9<br />

TITolo<br />

Il responsabile di struttura complessa e rete <strong>dei</strong> processi:come governare il processo di<br />

farmaco sorveglianza nell’ambito della vigilanza veterinaria permanente<br />

ParTEcIPanTI<br />

Mario Lorenzi, Marco Zoller<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Ruolo del dirigente di struttura complessa nell’ambito della farmaco<br />

sorveglianza; 3. Conclusione; 4. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si prefigge di definire le seguenti questioni: l’importanza della vigilanza e<br />

sorveglianza del farmaco nell’ambito del Servizio veterinario pubblico, la necessità<br />

di intensificare l’azione di vigilanza/sorveglianza del farmaco a fronte dell’abuso del<br />

medesimo, la necessità di caratterizzare l’area funzionale nella quale ricade la farmaco<br />

sorveglianza come struttura complessa alla quale è preposto il dirigente di secondo<br />

livello, la fattibilità economica <strong>dei</strong> relativa ai costi, il coinvolgimento degli operatori<br />

<strong>dei</strong> Servizi veterinari pubblici e la necessità di inserimento nel Programma Aziendale di<br />

Sviluppo Strategico dell’APPS 2005-2009. In particolare, viene data valenza al ruolo del<br />

Dirigente di struttura complessa, preposto a qualsiasi livello, che deve fungere da promotore<br />

del piano strategico dell’APPS e quindi deve contribuire all’implementazione del<br />

cambiamento professionale del servizio <strong>sanitari</strong>o pubblico messo in atto dai piani della<br />

sanità trentina. Infatti, la tesi sottolinea che senza il coinvolgimento degli operatori<br />

responsabili delle strutture complesse non è possibile realizzare cambiamenti organizzativi<br />

in quanto essi hanno il difficile compito di motivare tutto il personale <strong>sanitari</strong>o.<br />

PagInE 41<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: leadership<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

143<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.10<br />

TITolo<br />

Risk management in medicina trasfusionale: prevenzione dell’errore e protezione del<br />

paziente<br />

ParTEcIPanTI<br />

Cristina Mazzon, Grazia Gosetti, Alberto Mattedi<br />

InDIcE<br />

1. Il rischio clinico e risk management; 2. Analisi <strong>dei</strong> rischi in sanità e la loro gestione;<br />

3. Organizzazione e gestione della rete trasfusionale; 4. Miglioramento della sicurezza<br />

trasfusionale; 5. Sviluppo della sicurezza ed emovigilanza in APSS; 6. Conclusioni; 7.<br />

Bibliografia; . Allegati.<br />

aBSTracT<br />

L’obiettivo primario di qualsiasi attività medica è quello di garantire a ogni paziente il<br />

massimo risultato con il minimo rischio possibile. A fronte di ciò, le presente tesi analizza<br />

il rischio clinico o risk management sotto diversi profili (definizione in letterature,<br />

gestione <strong>dei</strong> rischi in sanità, sviluppo di piani di sicurezza, analisi <strong>dei</strong> rischi <strong>sanitari</strong>…).<br />

Il risk management va inteso come le diverse azioni messe in atto per migliorare le<br />

prestazioni cliniche erogate e per garantire più sicurezza al paziente; l’errore si può<br />

sempre verificare, perciò bisogna impegnarsi per evitare le conseguenze entrando in<br />

una logica di prevenzione dell’errore e protezione del paziente. Nel presente lavoro<br />

vengono analizzati, in modo particolare, i rischi connessi alla trasfusione: a riguardo<br />

è necessaria l’implementazione di un sistema di emovigilanza efficace e di procedure<br />

semplici ma ben fortificate mediante l’ausilio di corsi di formazione di audit clinici evitando<br />

eccessivi sovraccariche per gli operatori. Inoltre, sarebbe utile la realizzazione di<br />

sistemi di allerta o sistemi si controllo a supporto degli operatori, come, per esempio,<br />

i sistemi di informatizzazione. In generale, però, istituire la cultura della vigilanza e<br />

del reporting è molto difficile, per questo si utilizzano sistemi a barriera Basich-hemo<br />

che aiutano gli operatori nello svolgere correttamente le attività connesse all’attività<br />

di trasfusione, cercando di prevenire il più possibile l’errore.<br />

PagInE 0<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: risk management<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

144<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.1<br />

TITolo<br />

Analisi <strong>dei</strong> costi e del rapporto costi/benefici nel trattamento delle poliradicolonevriti acute<br />

e della Miastenia gravis con Immunoglobuline ad alte dosi versus trattamento plasmaferetico<br />

ParTEcIPanTI<br />

Antonio Niccolini, Enzo Tranquillini<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Trattamento della sindrome di Guillain-Barreè; 3. Trattamento<br />

delle fasi di riacutizzazione della Miastenia Gravis; 4. Considerazioni economiche nella<br />

letteratura medica sui trattamenti con Plasmaferesi; (PE) e Immunoglobuline (IVIg);<br />

5. Valutazione economica <strong>dei</strong> trattamentic con Plasmaferesi e Immunoglobuline; 6.<br />

Plasmaferesi: considerazioni teoriche e analisi della procedura; 7. Immunoglobuline ad<br />

alte dosi: metodologia di somministrazione; . Accordo interregionale per l’attività di<br />

lavorazione del plasma e <strong>dei</strong> prodotti; emoderivati (AIP); 9. Costi speciali nel trattamento<br />

con Plasmaferesi (PE) e Immunoglobuline (IVIG); 10. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

Scopo della tesi è l’analisi microeconomica <strong>dei</strong> costi della plasmaferesi e dell’IVIg,<br />

terapie alternative d’urgenza per i pazienti affetti da GBS (sindrome di Guillain Barré)<br />

e da riacutizzazione MG (Miastenia Gravis), in relazione ai rischi procedurali e al beneficio<br />

clinico. La ricerca viene realizzata all’interno dell’APPS e rileva i costi speciali <strong>dei</strong><br />

singoli fattori di produzione delle due terapie nel 2005, valutati dalla prospettiva di<br />

fornitori di servizi <strong>sanitari</strong>. Le ricerche confermano che le due tipologie curative sono<br />

valide alternative, tuttavia si rileva maggiore efficacia clinica a breve termine con la<br />

plasmasferesi nelle riacutizzazione di MG. I costi delle due metodiche nel 2005, stante<br />

l’autosufficienza degli emoderivati della PAT all’interno del consorzio AIP (Accordo interregionale<br />

per la plasmaderivazione), risulterebbero più bassi con il trattamento con<br />

IVIg. Nella contabilità <strong>dei</strong> centri di costo, però, essendo attribuito alle IVIg un prezzo<br />

sostanzialmente uguale a quello applicate dalle Industrie farmaceutiche per il SSN (Sistema<br />

Sanitario Nazionale), il trattamento IVIg risulterebbe meno favorevole rispetto al<br />

plasmaferesi (3900 euro vs 3374 euro). Quindi, la partecipazione della PAT al Consorzio<br />

AIP e l’autosufficienza nella produzione di emoderivati producono rilevanti benefici<br />

economici. In conclusione, lo studio sottolinea come la sola convenienza economica<br />

non sia elemento sufficiente per la scelta della terapia da sottoporre al paziente affetto<br />

da GBS e MG, pertanto si auspicano ulteriori studi relativi all’argomento di questa tesi.<br />

PagInE 55<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA:analisi <strong>dei</strong> costi/analisi <strong>dei</strong> costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo e sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

145<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.2<br />

TITolo<br />

Organizzazione di un percorso diagnostico terapeutico per le complicanze del piede<br />

diabetico: una rete di lavoro a livello provinciale fra i centri di 1°, 2°, 3° livello, rispetto<br />

a prevenzione, screening diagnosi e terapia<br />

ParTEcIPanTI<br />

Paolo Acler, Nicoletta Dorigoni, Claudio Paternoster<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Scopo della tesi; 3. Inquadramento clinico del piede diabetico; 4.<br />

Fattori di rischio ed educazione del paziente; 5. Obiettivi generali di un ambulatorio<br />

dedicato; 6. Epidemiologia generale; 7. Epidemiologia locale; . Considerazione economiche;<br />

9. Il modello di riferimento; 10. Analisi della situazione esistente a livello <strong>dei</strong><br />

centri antidiabetici della Provincia di Trento; 11. Aspetti applicativi alla realtà locale;<br />

12. Conclusioni; 13. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La patologia del piede nel diabete mellito assume una rilevanza notevole sia dal punto<br />

di vista sociale che economico. Per riuscire a salvare il piede, evitando l’amputazione, è<br />

necessario utilizzare l’esperienza congiunta di diverse professionalità, dando vita a un<br />

gruppo di lavoro multidisciplinare. A fronte di ciò, la tesi si pone l’obiettivo di descrivere<br />

un percorso organizzativo/diagnostico/terapeutico per la gestione della patologia<br />

del “piede diabetico”, al fine di ottimizzare gli accessi ai vari livelli di competenza<br />

specialistica, migliorare l’appropriatezza degli interventi e ridurre la mobilità passiva<br />

non motivata. Il fine centrale della tesi è la riduzione degli interventi di amputazione,<br />

un miglioramento della qualità della vita e una riduzione <strong>dei</strong> costi associata a questa<br />

patologia. Lo studio sottolinea che il miglioramento della gestione di questa patologia<br />

lo si può conseguire quando gli operatori <strong>sanitari</strong> intervengono in maniera multidiciplinare<br />

attraverso sforzi mirati e un utilizzo più responsabile delle risorse impiegate.<br />

In questo modo si ridurrebbero i casi di amputazione del piede e si genererebbe un<br />

consistenze risparmio di risorse.<br />

PagInE 50<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

146<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.3<br />

TITolo<br />

Il governo della spesa nell’ambito del servizio assistenza protesica<br />

ParTEcIPanTI<br />

Marta Antolini, Ruggero Carminati, Silvana Chiasera, Andrea Fasanelli<br />

InDIcE<br />

1. Il disegno dello studio; 2. I riferimento normativi; 3. I dati di attività; 4. Il servizio<br />

di recupero-sanificazione-riciclo; 5. Le azioni di governo del sistema; 6. I punti di forza<br />

e debolezza del sistema; 7. Il confronto con un’altra realtà; . Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi analizza in maniera accurata gli aspetti normativi, organizzativi ed economici del<br />

Servizio Assistenza Protesica dell’APPS. Le prestazioni di assistenza protesica concernono<br />

lo studio delle condizioni fisiche del soggetto, che si basa su un piano riabilitativo<br />

personalizzato condiviso che prevede l’identificazione, la prescrizione, l’assegnazione<br />

e la verifica di efficacia di uno o più dispositivi (protesi, ortesi e altri ausili tecnici)<br />

volti a superare il più possibile lo stato di handicap. In particolare, il presente lavoro<br />

analizza in maniera critica i dati relativi all’impiego di risorse allocate nell’ultimo biennio<br />

presso l’APPS, facendo fronte alla domanda di assistenza protesica nell’ambito del<br />

percorso che illustri i riferimenti normativi, le procedure di accesso al servizio, i dati di<br />

attività e spesa, le strategie intraprese per affrontare il fenomeno e le nuove proposte<br />

migliorative. L’analisi mette in luce il fatto che le spese <strong>sanitari</strong>e sono in continua<br />

crescita e per questo è inevitabile che nei prossimi anni si verificherà in contro a una<br />

contrazione delle risorse. L’indagine condotta, tuttavia, permette l’individuazione di<br />

correttivi che permettano un miglioramento della gestione del servizio facendo fronte<br />

alle ricadute di natura economica, gestionale e organizzativa: in particolare si tratterebbe<br />

di un rinnovamento culturale degli operatori <strong>sanitari</strong> e degli utenti.<br />

PagInE 52<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: Organizzazione e controllo di gestione<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: assente<br />

CITAZIONI: presenti<br />

147<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.4<br />

TITolo<br />

Implementazione del sistema di qualità nel controllo ufficiale degli alimenti dal campionamento<br />

all’analisi di laboratorio<br />

ParTEcIPanTI<br />

Laura Carbone, Giovanni Farina<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione e scopo; 2. Evoluzione della normativa; 3. Contesto provinciale e soggetti<br />

coinvolti; 4. Caso di studio; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi si pone l’obiettivo di descrivere un sistema di qualità applicato al campionamento<br />

ufficiale degli alimenti e al processo di analisi degli stessi realizzato in un laboratorio<br />

che opera in conformità della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005. Inoltre, viene<br />

esposto un caso di studio che rappresenta l’applicazione del sistema di qualità sovra<br />

citato, nel quale viene esplicitato “il comportamento adeguato” nell’ambito della sicurezza<br />

alimentare. Il presente lavoro dimostra come in un semplice processo, quale<br />

l’interconnessione tra la procedura di campionamento degli alimenti a livello territoriale<br />

e la procedura adottata dal laboratorio di riferimento per l’analisi degli stessi, debba<br />

essere presente un sistema di gestione della qualità. Questo implica un maggiore sforzo<br />

di integrazione tra le strutture e una maggiore attendibilità <strong>dei</strong> dati.<br />

PagInE 26<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

14<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.5<br />

TITolo<br />

Correlazione tra budget e riduzione del rischio clinico. Formulazione di un obiettivo<br />

di budget per la riduzione del rischio clinico e aumento della sicurezza del paziente<br />

secondo il modello di analisi del contesto lavorativo di Ball e Mc Elligot<br />

ParTEcIPanTI<br />

Gianni Ciaghi, Fabio Pederzini<br />

InDIcE<br />

1. Abstract; 2. Premessa; 3. Rischio Clinico; 4. Modelli concettuali (Framework) per il<br />

controllo del rischio critico in area di cure critiche; 5. Ricadute per la pratica: ipotesi di<br />

correlazione tra framework e formulazione del budget; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

La tesi interessa la creazione di uno strumento di monitoraggio del contesto lavorativo,<br />

focalizzandosi sul processo di budget per il controllo del rischio clinico nelle unità di<br />

cure intensive. La ricerca è divisa in due parti: la prima approfondisce il rischio clinico e<br />

i modelli concettuali per la riduzione del carico di lavoro e miglioramento della sicurezza<br />

del paziente, la seconda analizza il contesto lavorativo secondo il modello concettuale<br />

di Ball e Mc Elligot nelle U.O. di Terapia Intensiva Neonatale e cure post-operatorie di<br />

Chirurgia A in collaborazione con i <strong>dirigenti</strong> del personale infermieristico. Inoltre, viene<br />

elaborato uno score qualitativo di rischio clinico e formulato un obiettivo di budget<br />

per l’anno in corso con i risultati attesi e gli indicatori di miglioramento misurabili<br />

per la riduzione del rischio clinico. Dalla ricerca risulta che ci può essere un vantaggio<br />

per il manager <strong>sanitari</strong>o nel focalizzare l’attenzione a livello di carico di lavoro (NWL)<br />

in situazione clinico-organizzativa e logistica e nel definire i fattori che ostacolano le<br />

performance e i facilitatori che agiscono sul NWL e sulla sicurezza del paziente. Questi<br />

fattori sono individuati nelle quattro aree del contesto lavorativo definite dal modello<br />

concettuale: la geografia dell’unità operativa, il tipo di attività clinica, la dipendenza/<br />

autonomia del paziente e lo skill mix. Data l’importanza strategica di queste quattro<br />

aree ne deriva uno stretto monitoraggio delle stesse: per ogni area viene definito un<br />

obiettivo specifico in funzione di una possibile attività di budget. Dallo studio si evince<br />

come il modello concettuale proposto aiuti a costruire una relazione tra la programmazione<br />

e l’economia <strong>sanitari</strong>a.<br />

PagInE 64<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: budget e controllo di gestione/risk management<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo e sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

149<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.6<br />

TITolo<br />

Riorganizzazione dell’ambulatorio di follow up elettrostimolatori cardiaci e defibrillatori<br />

impiantabili<br />

ParTEcIPanTI<br />

Lorena Gramegna, Luisa Visonà<br />

InDIcE<br />

1. Descrizione del problema; 2. Descrizione di un ambulatorio di controllo di pazienti;<br />

portatori di pacemaker e defibrillatori; 3. Organizzazione attuale; 4. Analisi epidemiologica;<br />

5. Parametri economici; 6. Confronto con altre organizzazioni; 7. Punti critici;<br />

. Proposte organizzative; 9. Possibili aperture per il futuro con il follow-up a distanza;<br />

10. Conclusioni; 11. Appendice; 12. Riferimenti Bibliografici.<br />

aBSTracT<br />

La tesi descrive alcuni criteri di corretta gestione di un ambulatorio di controllo di<br />

pacemaker e defibrillatori. A riguardo, viene esposta la documentazione reperita in<br />

letteratura, effettuata un’analisi epidemiologica degli ultimi cinque anni con lo scopo<br />

di ricavare il numero previsto di visite di controllo e descritta l’organizzazione attuale<br />

rispetto alla quale viene fatto anche un confronto con altre realtà straniere evidenziandone<br />

gli aspetti critici. Inoltre, viene esposta una proposta organizzativa che ha<br />

lo scopo di razionalizzare le modalità di esecuzione dell’ambulatorio di follow-up PM<br />

e ICD e migliorare gli aspetti qualitativi ed economici. In particolare, l’ambulatorio,<br />

secondo linee guida canadesi, dovrebbe essere gestito in prima persona dal personale<br />

infermieristico qualificato e appositamente addestrato all’esecuzione <strong>dei</strong> controlli standard<br />

<strong>dei</strong> pacemaker. Inoltre, viene proposta la realizzazione di ambulatori distaccati<br />

negli ospedali periferici affinché si possano evitare i lunghi tempi di percorrenza per<br />

gli spostamenti, la riorganizzazione del servizio CUP, la realizzazione di un programma<br />

informatizzato per la gestione <strong>dei</strong> dati e gli indicatori di qualità.<br />

PagInE 67<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

150<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.7<br />

TITolo<br />

La gestione <strong>dei</strong> traumi gravi e pazienti<br />

ParTEcIPanTI<br />

Luigi De March, Terenzio Di Carlo, Alessio Less, Hartmut Neumann<br />

InDIcE<br />

1. Premessa; 2. Scopo; 3. I principali tipi del politrauma del paziente grave; 4. Scenario;<br />

5. Ospedale di Distretto; 6. Ospedale di II livello (Trento e Rovereto); 7. Centro di<br />

riferimento extraproviciale; . Considerazione sulle possibilità di indagini diagnostiche<br />

negli Ospedali di vario livello; 9. Innovazioni tecniche e possibili miglioramenti; 10.<br />

Telecardiologia nell’urgenza; 11. Diagramma di flusso in un Ospedale periferico; 12.<br />

Analisi delle distanza e <strong>dei</strong> tempi di trasferimento di un paziente; 13. La gestione del<br />

Pronto Soccorso (di Rovereto); 14. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi analizza la gestione di un politraumatizzato, dal momento dell’evento traumatizzante<br />

fino alla definitiva collocazione del paziente nell’ospedale più idoneo, e la<br />

definizione di interventi migliorativi concernenti il trasporto, la diagnostica e la terapia.<br />

In particolare, si analizzano: i tempi intercorsi dal trauma alle scelte terapeutiche, i modi<br />

del soccorso, le decisioni operative sullo scenario dell’incidente, le modalità gestionali<br />

dell’ospedale di distretto e di secondo livello, i trasferimenti, la destinazione, gli aspetti<br />

logistici e le modalità di comunicazione. Si considerano i pazienti affetti da politrauma<br />

e quelli con grave insufficienza cardiaca, vascolare, ustioni estese e trapiantabili. Si<br />

definisce il politrauma chiarendone le modalità gestionali e organizzative e soffermandosi<br />

in particolare sulla logistica delle strutture <strong>sanitari</strong>e, quali i distretti e gli ospedali di<br />

secondo livello. Emerge la necessità di promuovere un costante aggiornamento degli<br />

attori del soccorso, professionali e volontari, di garantire la presenza di un medico<br />

addestrato in medicina d’urgenza nella fase di trasporto del paziente con ambulanza.<br />

Inoltre, per quanto riguarda l’ospedale di distretto, si propone la formazione di gruppi<br />

di medici motivati al lavoro di pronto soccorso.<br />

PagInE 6<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: non presenti<br />

151<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.8<br />

TITolo<br />

Chiruriga carotidea tradizionale e trattamento endovascolare: analisi organizzativo<br />

gestionale e valutazione economica delle due metodiche<br />

ParTEcIPanTI<br />

Luigi Azzolini, Alberto Baldo<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Analisi e pianificazione delle procedure: impatto organizzativo ed<br />

economico; 3. Analisi e qualificazione delle risorse nelle due ipotesi (costi cessanti<br />

e costi emergenti); 4. Sistemi di verifica: responsabilità clinica e organizzativa; 5.<br />

Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Obiettivo della tesi è l’analisi e il confronto degli aspetti economico e organizzativo delle<br />

procedure di chirurgia “tradizionale” e metodica endovascolare nel trattamento delle<br />

lesioni <strong>dei</strong> tronchi sovraortici. Dalla ricerca emerge che la scelta di adottare procedure<br />

endovascolari dipende soprattutto dal grado di affidabilità garantito e dal quantitativo<br />

di spesa da sostenere. A riguardo, la procedura endovascolare risulta, secondo la letteratura,<br />

equamente affidabile rispetto alla chirurgia tradizionale ed economicamente<br />

sostenibile. Questa metodica multidisciplinare esercita un effetto positivo di motivazione<br />

e crescita culturale del personale coinvolto sviluppando l’attitudine al lavoro di equipe<br />

sia della componente chirurgica che radiologica. Il punto di debolezza rilevante risulta<br />

essere l’organizzazione vincolata da carenze di organico che andrebbe potenziata con<br />

l’assunzione di personale medico-chirurgico e tecnico.<br />

PagInE 34<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: organizzazione aziendale/controllo di gestione<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: innovativo e sperimentale<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

152<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.9<br />

TITolo<br />

Verifica e revisione di qualità dell’ossigeno-terapia in ospedale: analisi di un processo<br />

pilota in previsione della riproposta diffusa a livello aziendale<br />

ParTEcIPanTI<br />

Roberto Bortolotti, Paolo Faes, Ferdinando Imperadore, Fausto Rizzonelli<br />

InDIcE<br />

1. Introduzione; 2. Metodi; 3. Risultati; 4. Discussione; 5. Uso appropriato dell’Ossigenoterapia<br />

e qualità <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>; 6. Estensione del progetto; 7. Conclusioni.<br />

aBSTracT<br />

La tesi sottopone l’ossigenoterapia a verifica e revisione di qualità (VRQ) presso l’Area<br />

Funzionale Omogenea di Pneumologia-Medicina dell’Ospedale S.Chiara di Trento, intervenendo<br />

sulle diverse figure coinvolte e sulle diverse fasi del processo seguendo<br />

una metodologia Audit-intervento-Audit e confrontando i risultati ottenuti con i dati<br />

reperiti in letteratura. Il lavoro è organizzato in tre fasi: la prima concerne l’analisi<br />

della letteratura di riferimento, la seconda provvede alla divulgazione delle informazioni<br />

reperite in letteratura e la terza, infine, elabora una scheda di rilevamento O2<br />

che permette di analizzare la pratica corrente e confrontarla con gli standard attesi.<br />

Questa scheda definisce il ruolo svolto dalle tre figure partecipanti al processo: il medico<br />

come prescrittore, l’infermiere come responsabile dell’erogazione e il paziente come<br />

agente di partecipazione attiva e informata alla terapia. In seguito, vengono descritte<br />

le successive ispezioni random di valutazione della scheda elaborata a distanza di<br />

tempo tra un audit e l’altro. Con il confronto <strong>dei</strong> dati ottenuti dal primo e dal secondo<br />

audit emerge il miglioramento qualitativo complessivo del processo assistenziale<br />

di ossigenoterapia in area internistica producendo un risultato di eccellenza in area<br />

specialistica pneumologica.<br />

PagInE 34<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: qualità e accreditamento<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: sperimentale/propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

153<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />

PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.10<br />

TITolo<br />

La nutrizione artificiale come supplementazione di immunonutrizione nel tumore cervico-cefalico:<br />

costi, benefici e qualità della vita<br />

ParTEcIPanTI<br />

Andrea Bolner, Antonio Costa, Walter Decaminada, Paolo Segatta<br />

InDIcE<br />

1. Abstract; 2. Influenza della nutrizione sulle complicanze postoperatorie nei tumori<br />

del distretto cervico-facciale; 3. Casistica dell’Unità Operativa di Otorinolagorngoiatra<br />

dell’Ospedale S.Chiara di Trento; 4. I costi <strong>dei</strong> pazienti operati nel 2005 per neoplasia<br />

del distretto cervico-facciale; 5. Discussione; 6. Proposta di applicazione di protocollo<br />

di nutrizione entrale preoperatorio; 7. Conclusione; . Bibliografia.<br />

aBSTracT<br />

Scopo della tesi è la valutazione dell’incidenza e <strong>dei</strong> costi delle complicanze degli interventi<br />

chirurgici per neoplasia cervico-facciale in stadio medio-avanzato nell’Unità<br />

Operativa di Otorinolaringoiatra dell’Ospedale di Trento. In particolare, viene proposto<br />

un protocollo dello stadio di valutazione nutrizionale del paziente affetto da tumore<br />

cervico-facciale per iniziare una fase di nutrizione entrale (NE) preoperatoria al fine di<br />

ridurre le complicanze, i tempi di degenza e migliorare la qualità della vita del paziente.<br />

Dalla ricerca emerge che la malnutrizione <strong>dei</strong> pazienti affetti da tumore cervico-facciale<br />

rappresenta la responsabile più rilevante delle complicanze che si presentano nel 20-50%<br />

degli interventi nel decorso postoperatorio. A riguardo, viene proposta una modalità di<br />

nutrizione del paziente da operare per neoplasia del distretto cervico-facciale che dovrebbe<br />

essere: preoperatoria, per via enterale e composta di immunonutrienti. Con l’implementazione<br />

della NE ci si aspetta una riduzione delle complicanze attorno al 25-30%.<br />

PagInE 30<br />

claSSIFIcaZIonE<br />

MATERIA: analisi costi-benefici<br />

AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />

TIPO DI LAVORO: propositivo<br />

CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />

BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />

CITAZIONI: presenti<br />

154<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Il Progetto “Comunicazione per la salute” dell’Assessorato alle Politiche<br />

per la salute della Provincia Autonoma di Trento è “Realizzazione riconosciuta<br />

di Qualità per l’innovazione amministrativa e la comunicazione con i cittadini”<br />

dalla Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale<br />

155<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


PUBBLICAZIONI<br />

Modulo di richiesta<br />

Recapito postale<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Assessorato alle Politiche<br />

per la <strong>Salute</strong><br />

Servizio Organizzazione e qualità<br />

delle attività <strong>sanitari</strong>e<br />

Via Gilli, 4 -3100 Trento<br />

Altri recapiti<br />

www.trentinosalute.net<br />

comunicazione.salute@provincia.tn.it<br />

tel. +39 0461 494 044<br />

fax. +39 0461 494 073<br />

Data: ____________________<br />

Richiedente<br />

Nome _____________________ Cognome __________________________<br />

Qualifica ______________________ Ente ___________________________<br />

Indirizzo____________________________________________________<br />

CAP __________ Città _______________________________Provincia ____<br />

Tel/fax________________ e-mail _________________________________<br />

Pubblicazioni richieste<br />

_____________________________<br />

_____________________________<br />

_____________________________<br />

_____________________________<br />

_____________________________<br />

_____________________________<br />

Consenso al trattamento<br />

<strong>dei</strong> dati personali<br />

Sì<br />

No<br />

Firma _______________________<br />

Informativa ai sensi del decreto legislativo 196/2003, articolo 13<br />

Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003 Le forniamo le seguenti indicazioni:<br />

1. i dati da Lei forniti verranno trattati esclusivamente con riferimento al procedimento<br />

per il quale ha presentato la documentazione;<br />

2. il trattamento sarà effettuato con supporto cartaceo e/o informatico;<br />

3. il conferimento <strong>dei</strong> dati è obbligatorio per dar corso alla procedura di Suo interesse;<br />

4. titolare del trattamento è la Provincia Autonoma di Trento;<br />

5. responsabile del trattamento è il Dirigente del Servizio Innovazione e formazione per<br />

la salute;<br />

6. in ogni momento Lei potrà esercitare i suoi diritti nei confronti del titolare del<br />

trattamento, ai sensi dell’art. 7 del decreto legislativo 196/2003.<br />

156<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


Le pubblicazioni dell’Assessorato<br />

provinciale alle Politiche per la salute<br />

Edizione: Servizio Organizzazione e qualità delle attività <strong>sanitari</strong>e<br />

Ufficio Informazione e comunicazione per la salute<br />

Direzione delle Collane: Vittorio Curzel<br />

Punto omega nuova serie<br />

1. Telemedicina in <strong>Trentino</strong><br />

2-3. I documenti OMS sulla strategia della salute per tutti<br />

4. La donazione e il trapianto di organi e di tessuti<br />

5-6. La promozione della salute<br />

7. Il territorio tra assistenza <strong>sanitari</strong>a e attività socio-assistenziali<br />

-9. Equità, solidarietà e tutela <strong>dei</strong> soggetti deboli nei servizi socio-<strong>sanitari</strong><br />

10. La storia <strong>dei</strong> luoghi di cura a Trento<br />

11. <strong>Salute</strong> e sviluppo socio-economico nelle regioni di montagna<br />

12/13. Alla ricerca delle menti perdute<br />

14. Equità nella salute in <strong>Trentino</strong><br />

15. I progetti di ricerca <strong>sanitari</strong>a finalizzata in <strong>Trentino</strong><br />

16. Studio comparato sull’assistenza al parto nei piccoli ospedali in Regioni<br />

dell’arco alpino – Vergleichende Studie über die geburtshilfliche Versorgung<br />

an kleineren Krankenhäusern im Alpenraum<br />

17. <strong>Salute</strong>, globalizzazione e nuovi federalismi <strong>sanitari</strong><br />

1. <strong>Salute</strong> e culture: la società, la donna. Informazione. Ricerca.<br />

19/20. Il sistema di monitoraggio delle disuguaglianze di salute (SMDS) nella provincia di Trento<br />

21/22. La <strong>Formazione</strong> Manageriale <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />

Punto omega nuova serie − Supplementi<br />

— Linee guida programmatiche di legislatura in materia di politiche per la salute<br />

— Qualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale<br />

e dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a primaria<br />

— Nuovo piano operativo per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro<br />

— I determinanti sociali della salute. I fatti concreti<br />

— Valsugana orientale e Tesino: futuro in salute<br />

— Porfido. I vantaggi del bancone con sollevatore per gli addetti alla prima lavorazione<br />

— Sei lavoratrice dipendente e aspetti un bambino?<br />

Domande e risposte sui principali aspetti della maternità<br />

collana Documenti per la salute<br />

1. Gli incidenti stradali. Dall’epidemiologia alle strategie di intervento (Atti del Convegno)<br />

2. Diagnosi e trattamento <strong>dei</strong> neovasi sottoretinici (Atti del Seminario)<br />

3. Screening provinciale per la diagnosi precoce e la prevenzione <strong>dei</strong> tumori<br />

del distretto cervico-facciale<br />

4. Rischio ultravioletto. Esposizione al sole, usi terapeutici e cosmetici, attività industriali<br />

(Atti del Convegno)<br />

5. La vaccinazione alle soglie del III millennio. La strategia della comunicazione<br />

per l’adesione informata (Atti del Convegno)<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


6. Le attività alcologiche in <strong>Trentino</strong><br />

7. Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: un impegno comune (Atti della Conferenza provinciale)<br />

. Teleconsulto oncologico e telecardiologia sul territorio (Rapporto conclusivo di progetto)<br />

9. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale<br />

10. Decisione e ragionamento in ambito medico (Atti del Convegno)<br />

11. La responsabilità medica nella provincia autonoma di Trento.<br />

Il fenomeno. I problemi. Le possibili soluzioni<br />

12. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2001<br />

13. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2001. Rapporto epidemiologico<br />

14. Le tossicodipendenze in <strong>Trentino</strong>: tendenze e strategie<br />

15. Nord Italia Transplant -Atti della Riunione tecnico-scientifica<br />

16. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2002<br />

17. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2002. Rapporto epidemiologico<br />

1. Le attività di laboratorio con uso di sostanze cancerogene-mutagene<br />

19. Nuova Governance in una rete di comunicazione (Atti ° Conferenza nazionale HPH)<br />

20. La prevenzione delle tossicodipendenze: la sfida <strong>dei</strong> giovani,<br />

la dimensione educativa e le politiche locali<br />

21. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2003<br />

22. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2003. Rapporto epidemiologico<br />

23. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2004<br />

24. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2004. Rapporto epidemiologico<br />

25. Montagnaterapia e psichiatria<br />

26. La persona con malattia di Parkinson. Un approccio globale<br />

27. Prevenzione primaria delle dipendenze patologiche<br />

2. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2005<br />

29. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2005. Rapporto epidemiologico<br />

collana InfoSanità<br />

1. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi Sanitari 1999-2000<br />

2. Una professione per il 2000. La salute degli altri<br />

3. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2000<br />

4. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong><br />

5. Contratto provinciale del personale non dirigenziale della Sanità 199-2001<br />

6. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2000-2001<br />

7. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2001<br />

. La formazione dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS)<br />

9. Autorizzazione e accreditamento delle strutture <strong>sanitari</strong>e<br />

10. Le Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili<br />

11. Piano Provinciale Sangue 2000/2002<br />

12. Guida ai servizi per le persone in situazione di handicap<br />

13. La Celiachia<br />

14. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2001<br />

15. L’informazione per gli alimentaristi<br />

16. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2001-2002<br />

17. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2002<br />

1. Accordi provinciali per i medici convenzionati<br />

19. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong><br />

20. Osservatorio provinciale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.<br />

Infortuni lavorativi nella provincia di Trento 1996-2000<br />

21. Contratto provinciale della dirigenza medica e veterinaria<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


22. Contratto provinciale della dirigenza <strong>sanitari</strong>a, professionale, tecnica e amministrativa<br />

23. Piano delle attvità di formazione del personale <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong> 2002-2003<br />

24. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2003<br />

25. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong> 2003<br />

26. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio Sanitario del <strong>Trentino</strong> 2003<br />

27. Guida ai servizi per le persone in situazione di handicap 2003<br />

2. Piano delle atttività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2003-2004<br />

29. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2004<br />

30. Stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale -Anno 2001 -Sintesi<br />

31. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong>. 2004<br />

32. La formazione continua (ECM) in provincia di Trento<br />

33. Promuovere l’attività fisica nell’anziano<br />

34. Lavorare per la salute. Guida alla formazione nella sanità<br />

35. Infortuni lavorativi in provincia di Trento 1996-2002<br />

36. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2004<br />

37. Piano delle atttività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2004-2005<br />

3. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2005<br />

39. Screening provinciale per la diagnosi precoce e la prevenzione <strong>dei</strong> tumori alla mammella<br />

40. Piano Provinciale Sangue 2005/200<br />

41. La formazione dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) in provincia di Trento<br />

42. La domanda adolescente. Gli adulti alla prova<br />

43. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio Sanitario del <strong>Trentino</strong> 2005<br />

44. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2005-2006<br />

45. Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Anno 2006<br />

46. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong><br />

47. Psicopatologia dell’età giovanile<br />

4. La formazione nel sistema di emergenza-urgenza in <strong>Trentino</strong><br />

49. 1995-2005: dieci anni di riforma <strong>sanitari</strong>a e ruolo dell’APSS<br />

50. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2006<br />

51. Studio P.A.S.S.I. per l’Italia. Risultati dell’indagine in provincia di Trento<br />

52. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong> 2007<br />

53. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>odel <strong>Trentino</strong> 2007<br />

54. Obiettivi assegnati all'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Anno 200<br />

collana Strumenti per la formazione<br />

1. No people no Joey<br />

2. Parliamo di funghi<br />

Vol. I: ecologia, morfologia, sistematica<br />

Vol. II: tossicologia, commercializzazione, legislazione<br />

3. Comunicazione pubblica e marketing sociale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Parte I<br />

4. Comunicazione pubblica e marketing sociale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Parte II<br />

5. Scuola e cultura della sicurezza. Ipotesi di curricolo verticale<br />

collana Strumenti per la formazione SSl<br />

1. Guida illustrata alla sicurezza nei cantieri<br />

2. Glossario illustrato del lavoro nei cantieri<br />

3. Igiene e salute nella lavorazione del porfido<br />

4. Boscaiolo per hobby, sicurezza da professionista<br />

Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008


collana guide rapide per la salute<br />

1. Escursioni sicure<br />

2. Al lago sicuri<br />

3. Funghi sicuri<br />

4. Sciare sicuri<br />

5. Mangiare sano<br />

6. Farmaci e salute<br />

7. Liberi dal fumo<br />

collana VideoDocumenti per la salute<br />

1. Malattie <strong>dei</strong> pesci – Controllo <strong>sanitari</strong>o e campionamento negli allevamenti ittici<br />

2. Disinfezione delle uova di trota dopo la fecondazione, per la profilassi<br />

delle malattie<br />

3. Risanamento troticolture Alto fiume Sarca e Torrente Arnò<br />

Le pubblicazioni edite dall’Assessorato provinciale possono essere richieste al Servizio Organizzazione e<br />

qualità delle attività <strong>sanitari</strong>e della Provincia Autonoma di Trento, Via Gilli 4, 38100 Trento, tel. 0461 494044,<br />

fax 0461 494073, e-mail: comunicazione.salute@provincia.tn.it<br />

La richiesta può essere fatta anche tramite Internet al portale www.trentinosalute.net, dove è possibile scaricare<br />

gratuitamente molti documenti in formato PDF.<br />

Le pubblicazioni vengono distribuite a titolo gratuito (a eccezione <strong>dei</strong> volumi “Parliamo di funghi” e “La responsabilità<br />

medica nella provincia autonoma di Trento”) con spese di spedizione a carico del richiedente.<br />

I due volumi “Parliamo di funghi” (Euro 30,00) e il volume “La responsabilità medica nella provincia autonoma<br />

di Trento” (Euro 12,00) sono in vendita presso la Biblioteca della Giunta provinciale in Via Romagnosi 9,<br />

Trento. Per l’acquisto delle pubblicazioni è necessario effettuare anticipatamente il pagamento dell'importo<br />

corrispondente:<br />

• al c/c postale n. 295386 intestato al Tesoriere della Provincia Autonoma di Trento -UNICREDIT BANCA<br />

SPA -Via Galilei 1, Sede di Trento;<br />

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La consegna della pubblicazione avverrà o presso la biblioteca (dietro presentazione della ricevuta di pagamento)<br />

o tramite spedizione postale, con spese a carico dell'Amministrazione provinciale (previo ricevimento<br />

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Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008

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