Formazione manageriale dei dirigenti sanitari - Trentino Salute
Formazione manageriale dei dirigenti sanitari - Trentino Salute
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21/22<br />
anno dieci numero ventuno/ventidue<br />
Remo Andreolli<br />
3 Editoriale<br />
Andrea Francesconi<br />
5 La formazione<br />
<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong><br />
Franca Bellotti<br />
27 La formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> nella Provincia<br />
Autonoma di Trento<br />
Fabrizio Fontana, Silvia Pedrolli<br />
41 Oltre le competenze<br />
specialistiche: la<br />
formazione <strong>manageriale</strong><br />
<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
nell’Azienda Provinciale<br />
per i Servizi Sanitari di<br />
Trento<br />
Andrea Francesconi<br />
51 La valutazione<br />
dell’esperienza formativa<br />
realizzata dalla Provincia<br />
Autonoma di Trento nel<br />
periodo 2002 -2007<br />
Alessandra Rodaro<br />
63 Appendice 1:<br />
Analisi <strong>dei</strong> risultati <strong>dei</strong><br />
questionari di customer<br />
satisfaction e delle prove<br />
di valutazione finale<br />
Andrea Francesconi,<br />
Alessandra Rodaro<br />
71 Appendice 2:<br />
Schede di sintesi<br />
<strong>dei</strong> lavori finali<br />
<strong>dei</strong> partecipanti<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
“Serrati gli uni contro gli altri dalla crescita del loro numero e dalla moltiplicazione <strong>dei</strong> collegamenti,<br />
accomunati dal risveglio della speranza e dell’angoscia per il futuro, gli uomini di domani lavoreranno<br />
per la formazione di una coscienza unica e di una conoscenza condivisa”.<br />
Pierre Teilhard de Chardin<br />
“Punto Omega”, nel pensiero di Teilhard de Chardin, filosofo e teologo vissuto tra il 1881 e il<br />
1955, è il punto di convergenza naturale dell’umanità, laddove tendono tutte le coscienze, nella ricerca<br />
dell’unità che sola può salvare l’Uomo e la Terra. “Punto Omega” è anche il titolo scelto per la rivista<br />
quadrimestrale del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> ideata nel 1995 da Giovanni Martini, poiché le sue<br />
pagine vogliono rappresentare un punto di incontro per tutti coloro che sono interessati ai temi della<br />
salute e della qualità della vita.<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
A<br />
Editoriale<br />
lcune realtà regionali, compresa<br />
la Provincia Autonoma di Trento,<br />
si sono impegnate in questi anni<br />
nel trovare proposte operative e di<br />
risposta ai bisogni di qualificazione<br />
professionale attivando anche corsi<br />
di formazione <strong>manageriale</strong>, con<br />
l'obiettivo di incentivare le capacità<br />
manageriali <strong>dei</strong> propri <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
che per le loro funzioni dirigenziali<br />
sono costantemente chiamati<br />
a possedere adeguate conoscenze e<br />
competenze non solo di natura professionale,<br />
ma anche organizzativa<br />
e gestionale.<br />
Il direttore di struttura complessa,<br />
del resto, è interessato sempre più a<br />
possedere una cultura <strong>manageriale</strong><br />
finalizzata a ritrovare strategie, modelli<br />
e strumenti orientati dai bisogni<br />
di salute <strong>dei</strong> cittadini, che sul piano<br />
organizzativo si traducono e trovano<br />
significato nel Governo Clinico.<br />
Peraltro governare il sistema con un<br />
orientamento clinico vuol dire essere<br />
in grado di gestire: la domanda di<br />
salute, le risposte professionali, le<br />
risorse, il contesto organizzativo<br />
utilizzando le fonti e i riferimenti<br />
culturali più appropriati.<br />
Da qui l’esigenza per il Sistema <strong>sanitari</strong>o<br />
di contare su professionisti<br />
<strong>dirigenti</strong> in grado di orientare e valorizzare<br />
i professionisti della salute<br />
per raggiungere obiettivi d'interesse<br />
comune ed offrire ai cittadini cure<br />
migliori, e questo è stato l’obiettivo<br />
finale della formazione oggetto<br />
del presente volume in quanto si è<br />
impegnata a fornire ai professionisti<br />
coinvolti quegli ulteriori strumenti,<br />
anche di conoscenza, di "autoregolazione<br />
professionale" e di volontà di<br />
partecipare alla riorganizzazione dell'erogazione<br />
<strong>dei</strong> servizi e <strong>dei</strong> processi<br />
clinici, per il miglioramento continuo<br />
della qualità dell'assistenza.<br />
Rispetto ai concetti trattati di efficienza,<br />
efficacia, budget, costi/benefici,<br />
bilancio, è stato dato ai professionisti<br />
coinvolti un giusto e appropriato<br />
significato, evitando comunque di<br />
oscurare i concetti di risultato di salute,<br />
di cura, di appropriatezza degli<br />
interventi, di relazione umana.<br />
Non va dimenticato infatti che i servizi<br />
<strong>sanitari</strong> sono prevalentemente<br />
'beni relazionali', il cui esito finale<br />
dipende strettamente dalla relazione<br />
che si determina tra fornitore<br />
e utente. E che oltre alle capacità<br />
tecniche e manageriali del professionista<br />
<strong>sanitari</strong>o, altre componenti<br />
risultano determinanti nel produrre<br />
l'outcome finale: il rapporto umano<br />
che si instaura con l'utente, lo scambio<br />
di informazioni tra professionista<br />
e utente e il grado di collaborazione<br />
dell'utente.<br />
Con la presente pubblicazione si descrive<br />
l’esperienza quadriennale della<br />
Provincia Autonoma di Trento anche<br />
illustrando sinteticamente le tesi<br />
(workshop) presentate al termine <strong>dei</strong><br />
corsi. Per ciascuna tesi viene infatti<br />
presentato l’abstract e fornite alcune<br />
informazioni relative al lavoro, quali<br />
utili strumenti di orientamento per<br />
consultazioni ed eventuali ulteriori<br />
studi e approfondimenti.<br />
dott. Remo Andreolli<br />
Assessore provinciale alle Politiche per la salute<br />
3<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
La formazione <strong>manageriale</strong><br />
<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
Andrea Francesconi<br />
1. Il contesto di partenza<br />
Negli scorsi decenni, i sistemi<br />
<strong>sanitari</strong> di molti Paesi europei si<br />
sono qualificati per processi, più<br />
o meno significativi, di riforma<br />
caratterizzati da un forte orientamento<br />
all’introduzione di logiche e<br />
di strumenti di management al fine<br />
di ricercare il difficile compromesso<br />
tra dinamiche crescenti di domanda<br />
<strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, evoluzione<br />
scientifico tecnologica e stringenti<br />
vincoli si spesa.<br />
I cambiamenti istituzionali<br />
sono, spesso, stati determinati<br />
da alcune motivazioni comuni<br />
quali, per esempio, la forte preoccupazione<br />
<strong>dei</strong> Governi in merito<br />
all’andamento della spesa <strong>sanitari</strong>a<br />
pubblica e dell’incremento del costo<br />
<strong>dei</strong> sistemi <strong>sanitari</strong> nazionali.<br />
Queste preoccupazioni di carattere<br />
macroeconomico, hanno<br />
assunto toni particolarmente significativi<br />
in periodi caratterizzati<br />
da una contingenza economica<br />
negativa e si sono tradotte:<br />
1) nel perseguimento di maggiori<br />
livelli di responsabilizzazione<br />
(accountability) delle aziende<br />
<strong>sanitari</strong>e pubbliche;<br />
2) nella introduzione di logiche di<br />
governo aziendale da applicare<br />
alle aziende <strong>sanitari</strong>e pubbliche.<br />
Con riferimento al primo punto,<br />
nella prospettiva dell’accountability,<br />
si è diffusa una logica secondo<br />
la quale le amministrazioni, siano<br />
esse nazionali, regionali, o siano<br />
esse enti direttamente erogatori di<br />
servizi quali, nel caso italiano, le<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong> (Aziende<br />
Sanitarie Locali e/o Aziende Ospedaliere),<br />
sono chiamate a rendere<br />
conto alla collettività dell’impiego<br />
delle risorse che vengono messe<br />
loro a disposizione tramite l’assegnazione<br />
di specifici trasferimenti<br />
di denaro derivanti, prevalentemente,<br />
dal prelievo fiscale.<br />
L’accountability pubblica impone<br />
una rendicontazione non solo di<br />
tipo contabile, ovvero relativa al<br />
rispetto delle regole formali tipiche<br />
<strong>dei</strong> sistemi di contabilità pubblica,<br />
ma soprattutto di tipo sostanziale<br />
inerente i livelli di efficienza ed<br />
efficacia dell’azione amministrativa<br />
tenendo innanzitutto conto delle<br />
esigenze della cittadinanza.<br />
L’accountability pubblica può,<br />
così, essere vista come un tentativo<br />
concreto e un’esigenza specifica,<br />
del “pubblico” o della collettività<br />
rappresentata di avere uno specifico<br />
ruolo nel valutare l’operato delle<br />
amministrazioni pubbliche che si<br />
traduce, con riguardo specifico al<br />
contesto <strong>sanitari</strong>o, in una parallela<br />
crescita della centralità del paziente<br />
come soggetto non più solo<br />
5<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
6<br />
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
passivo recipiente delle opinioni e<br />
delle indicazioni <strong>dei</strong> clinici.<br />
Con riferimento al secondo punto<br />
si deve evidenziare come, anche<br />
tenendo conto del fatto che i processi<br />
di riforma caratterizzanti gli<br />
specifici sistemi Paese presentino<br />
specifiche peculiarità (che riflettono,<br />
a loro volta, le esigenze proprie<br />
di ogni contesto nazionale), tutti i<br />
processi di cambiamento istituzionale<br />
intercorsi in Europa, a partire<br />
dagli anni ’90, sono accomunati da<br />
un elemento: un forte orientamento<br />
all’introduzione di logiche di management<br />
come motori principali<br />
dell’azione di governo delle aziende<br />
<strong>sanitari</strong>e pubbliche.<br />
In Italia, in particolare, l’insieme<br />
<strong>dei</strong> principali provvedimenti di<br />
riforma, che si sono succeduti a<br />
partire dal 1992, è stata definita<br />
in termini di “aziendalizzazione”<br />
del sistema <strong>sanitari</strong>o.<br />
Si tratta di provvedimenti che<br />
hanno perseguito, in maniera forte<br />
e strutturata, l’adozione e l’introduzione,<br />
nell’ambito delle strutture<br />
pubbliche erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong>,<br />
di logiche e tecniche di management<br />
tali da orientare le aziende<br />
pubbliche di servizi <strong>sanitari</strong> verso il<br />
congiunto perseguimento di:<br />
a) adeguati livelli di efficacia (intesa<br />
come capacità di rispondere<br />
in maniera quantitativamente<br />
e qualitativamente adeguata ai<br />
bisogni <strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> pazienti e<br />
<strong>dei</strong> cittadini)<br />
b) adeguati livelli di efficienza<br />
(intesa in termini di adeguato<br />
rapporto tra risorse impiegate<br />
e risultati ottenuti stante le<br />
disponibili conoscenze e le disponibili<br />
tecnologie);<br />
c) adeguati livelli di appropriatezza<br />
delle prestazioni (intesa<br />
in termini di effettivo soddisfacimento<br />
<strong>dei</strong> bisogni degli<br />
utenti tramite l’erogazione delle<br />
prestazioni e <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong><br />
effettivamente necessari);<br />
d) un effettivo orientamento a<br />
mettere al centro <strong>dei</strong> processi<br />
decisionali, ai diversi livelli<br />
di responsabilità organizzativa<br />
della Aziende Sanitarie Locali<br />
e delle Aziende Ospedaliere le<br />
esigenze qualitative del paziente<br />
rispetto alle esigenze <strong>dei</strong><br />
professionisti e/o alle esigenze<br />
di contenimento <strong>dei</strong> costi.<br />
Le finalità di fondo perseguite<br />
dal processo di aziendalizzazione<br />
della sanità italiana hanno portato<br />
a una nutrita serie di interventi di<br />
cambiamento di sistema progressivamente<br />
recepiti (anche se in<br />
maniera tuttora fortemente disomogenea)<br />
dalle singole Regioni e<br />
dalle singole aziende pubbliche<br />
erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
I principali cambiamenti hanno<br />
riguardato:<br />
a) innovazioni nell’assetto istituzionale<br />
e organizzativo delle<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong> finalizzate<br />
a una loro maggiore autonomia<br />
e responsabilizzazione<br />
sui risultati;<br />
b) innovazioni nel sistema di finanziamento<br />
delle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong> tramite l’introduzione<br />
di valorizzazioni tariffarie delle<br />
prestazioni <strong>sanitari</strong>e;<br />
c) innovazioni nei sistemi di valu-<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
tazione e di incentivazione <strong>dei</strong><br />
professionisti <strong>sanitari</strong>;<br />
d) innovazioni nei sistemi e negli<br />
strumenti di governo aziendale<br />
(dai sistemi di programmazione,<br />
ai sistemi di gestione del rischio<br />
clinico, ai sistemi di gestione<br />
della qualità, ai sistemi di assessment<br />
tecnologico);<br />
e) innovazioni nei sistemi di accreditamento<br />
istituzionale e di<br />
accreditamento all’eccellenza;<br />
f) l’introduzione di sistemi di formazione<br />
continua <strong>dei</strong> professionisti<br />
dell’area <strong>sanitari</strong>a;<br />
g) l’introduzione, progressiva e costante,<br />
di strumenti di clinical governance<br />
delle strutture <strong>sanitari</strong>e.<br />
L’insieme di tali cambiamenti e<br />
di tali innovazioni ha determinato<br />
un radicale e profondo mutamento<br />
del contesto organizzativo delle<br />
aziende <strong>sanitari</strong>e pubbliche e un<br />
radicale ripensamento del ruolo<br />
che, in tali aziende, deve essere ricoperto<br />
dai professionisti <strong>sanitari</strong> e<br />
dai <strong>dirigenti</strong> medici in particolare.<br />
2. Il ruolo <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> professionisti<br />
nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
In relazione al contesto di riferimento<br />
italiano e internazionale, i cambiamenti<br />
che stanno “sfidando” la<br />
professione medica sono molteplici,<br />
profondi, rilevanti e inevitabili.<br />
La sensazione prevalente evidenzia<br />
un cambiamento di potere<br />
organizzativo a danno del medico<br />
specialista, del professionista e a<br />
favore del medico manager o, preferibilmente,<br />
del medico dirigente.<br />
Nella maggior parte <strong>dei</strong> Paesi<br />
economicamente avanzati i medici<br />
stanno assumendo un ruolo crescente<br />
nella gestione delle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong> occupando posizioni<br />
di direzione di struttura che richiedono<br />
lo sviluppo di competenze<br />
di management che integrino le<br />
competenze strettamente di ordine<br />
clinico professionale.<br />
2.1. Il caso <strong>dei</strong> medici che ricoprono<br />
posizioni di Alta direzione (Direzione<br />
generale o Direzione Sanitaria di<br />
Azienda)<br />
La necessità di sviluppare e di<br />
possedere competenze di direzione<br />
e di gestione trova largo e unanime<br />
consenso laddove applicata ai<br />
professionisti medici che ricoprono<br />
posizioni cosiddette di General Management,<br />
laddove, cioè, il ruolo<br />
da essi ricoperto sia, per esempio,<br />
quello di Direttori Generali o di Direttori<br />
Sanitari di azienda.<br />
In tali situazioni, non v’è dubbio<br />
che il background professionale clinico<br />
debba essere sostanzialmente<br />
integrato da competenze di ordine<br />
gestionale e <strong>manageriale</strong>.<br />
Similarmente a quanto accade in<br />
tutte le organizzazioni complesse,<br />
al fine di ricoprire la posizione di<br />
direttore generale, le competenze e<br />
le conoscenze tecnico professionali<br />
(cliniche nel caso delle aziende<br />
di servizi <strong>sanitari</strong>) possono essere<br />
molto utili ma sicuramente non sono<br />
sufficienti.<br />
Le persone che ricoprono tali<br />
ruoli, abbiano essi competenze cliniche,<br />
competenze ingegneristiche,<br />
competenze legali, competenze<br />
giuridiche o, infine, competenze di<br />
7
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
ordine economico devono, infatti,<br />
acquisire, sviluppare e progressivamente<br />
dominare le capacità di coordinamento<br />
e di direzione di uomini<br />
e di risorse economico finanziarie<br />
in maniera adeguata al contesto<br />
organizzativo e sociale in cui si<br />
trovano a operare. Queste capacità<br />
rappresentano il fattore critico di<br />
successo per ricoprire il ruolo di<br />
management e per creare valore<br />
nell’esercizio del ruolo stesso.<br />
Si ritiene che l’acquisizione<br />
delle capacità ora descritte sia<br />
adeguatamente supportata dalla<br />
partecipazione a iniziative di formazione<br />
di lunga durata orientate<br />
a sviluppare competenze di general<br />
management idonee e coerenti<br />
rispetto allo sviluppo delle competenze<br />
di alta direzione <strong>dei</strong> singoli<br />
individui.<br />
In tal senso, è opinione consolidata<br />
che la formazione <strong>manageriale</strong><br />
per i medici che intendano<br />
assumere posizioni di direzione<br />
generale non debba differire dalla<br />
formazione riservata alla generalità<br />
di coloro che intendono svolgere,<br />
nelle organizzazioni complesse,<br />
funzioni di general management.<br />
2.2. Il caso <strong>dei</strong> medici e <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> che ricoprono posizioni di<br />
responsabilità di struttura (Direzione<br />
di Dipartimento o Direzione<br />
di Struttura Complessa)<br />
Anche nei casi in cui i professionisti<br />
<strong>sanitari</strong> ricoprano posizioni caratterizzate<br />
per una responsabilità organizzativa<br />
inferiore (Dipartimento e<br />
Strutture Complesse), si ritiene che<br />
le competenze clinico professionali<br />
non siano, da sole, sufficienti per<br />
consentire loro l’esercizio del ruolo<br />
nell’ambito delle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
È oramai, infatti, diffusa e radicata<br />
la convinzione che le decisioni<br />
cliniche <strong>dei</strong> professionisti operanti<br />
nelle aziende di servizi <strong>sanitari</strong>, sia<br />
nell’ambito ospedaliero, sia nell’ambito<br />
<strong>dei</strong> servizi territoriali e della<br />
medicina di base, rappresentino<br />
elementi e fattori critici, sotto il<br />
profilo dell’impatto organizzativo,<br />
così come sotto il profilo strettamente<br />
economico <strong>dei</strong> costi che<br />
caratterizzano i sistemi <strong>sanitari</strong> a<br />
livello internazionale.<br />
Molteplici possono essere gli<br />
esempi a sostegno di tale tesi. Si<br />
considerino, infatti, un insieme<br />
di scelte qualificanti l’attività <strong>dei</strong><br />
clinici quali:<br />
a) le scelte in termini di numero e<br />
tipologia di visite specialistiche<br />
di cui necessitano i pazienti;<br />
b) le scelte relative alla tipologia di<br />
ricovero (ordinario, day hospital,<br />
day surgery) di cui necessitano;<br />
c) le scelte in merito alle tipologie<br />
di accertamenti diagnostici<br />
loro necessari prima, durante o<br />
successivamente agli episodi di<br />
ricovero;<br />
d) le scelte in merito all’utilizzo di<br />
specifici protocolli diagnostico<br />
terapeutici;<br />
e) le scelte in merito all’utilizzo di<br />
determinati percorsi diagnostico<br />
terapeutici;<br />
f) le scelte relative all’utilizzo di<br />
specifiche tecnologie <strong>sanitari</strong>e;<br />
g) le terapie farmacologiche più<br />
efficaci in relazione al loro stato<br />
di salute, ecc.
Tab. 1.<br />
Il background<br />
cognitivo<br />
<strong>dei</strong> medici<br />
e <strong>dei</strong> manager<br />
(Fonte:<br />
Adattamento<br />
da Riley, 1998)<br />
Il clInIco<br />
Focalizzato sulle esigenze del<br />
singolo paziente<br />
Non è interessato agli aspetti<br />
economici dell’assistenza<br />
Ha frequenti contatti con pazienti<br />
e parenti<br />
Orientato alla soluzione di tutti<br />
i problemi immediati<br />
Atteggiamento indipendente<br />
e competitivo<br />
Orientato all’approccio scientifico<br />
alla soluzione <strong>dei</strong> problemi<br />
Si attende che i problemi abbiano<br />
delle soluzioni<br />
Rimane nella medesima azienda per<br />
molto tempo (anche per tutta la<br />
carriera)<br />
Il managEr<br />
Focalizzato sulle esigenze<br />
dell’intera popolazione servita<br />
È interessato a garantire l’efficienza<br />
<strong>dei</strong> trattamenti nell’ambito<br />
dell’ammontare di risorse<br />
a disposizione<br />
Ha rari contatti con pazienti e<br />
parenti<br />
Deve decidere di quale problema<br />
occuparsi prioritariamente<br />
Suddivide con altri le responsabilità<br />
Orientato all’approccio pragmatico<br />
in considerazione di fattori “politici<br />
e di aspetti motivazionali<br />
e relazionali<br />
Si attende di dover affrontare<br />
molte situazioni solo parzialmente<br />
risolvibili<br />
Cambia spesso l’azienda in cui<br />
opera<br />
Esse tutte rappresentano (senza<br />
pretesa alcuna di aver rappresentato<br />
la globalità del fenomeno) esempi<br />
di variabili, con impatto economico<br />
più o meno rilevante, largamente dipendenti<br />
da decisioni che competono<br />
innanzitutto ai professionisti.<br />
In tal senso, affrontare il tema<br />
del ruolo <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> clinici non<br />
può prescindere da una riflessione<br />
sul rapporto esistente nell’ambito<br />
delle aziende di servizi <strong>sanitari</strong> tra<br />
dimensione tecnica/clinico/professionale<br />
e dimensione gestionale/<br />
<strong>manageriale</strong>.<br />
Si tratta, peraltro, di una riflessione<br />
che si estende e accomuna<br />
tutte le organizzazioni professionali<br />
(Università, Studi associati tra<br />
professionisti, ecc.) 1 che porta a<br />
evidenziare una dualità nei ruoli<br />
considerati. In altri termini, anche i<br />
professori universitari, gli avvocati,<br />
gli architetti, i direttori di orchestra,<br />
9
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
10<br />
affrontano il non gradito problema<br />
di integrare le proprie competenze<br />
specialistiche con competenze molto<br />
diverse e in alcuni casi lontane<br />
da quelle sviluppate sui banchi<br />
dell’Università.<br />
Le differenze nel sistema di<br />
valori del professionista e del manager<br />
sono elevate. Con riferimento<br />
specifico ai professionisti <strong>sanitari</strong>,<br />
il sistema cognitivo e le modalità di<br />
affrontare situazioni problematiche<br />
differenziano profondamente il clinico<br />
e il manager. Tale situazione,<br />
peraltro va considerata come fisiologica<br />
e positiva per le organizzazioni<br />
in cui essi operano. Nell’esercizio<br />
della propria attività clinica il professionista<br />
non deve operare con<br />
logiche gestionali, ma nell’esercizio<br />
della propria funzione di direttore di<br />
struttura semplice e/o complessa lo<br />
stesso medico deve abbandonare le<br />
logiche professionali e indossare i<br />
panni del manager.<br />
Lo schema della Tabella 1 sintetizza<br />
gli approcci mentali che, spesso,<br />
caratterizzano l’orientamento<br />
proprio <strong>dei</strong> clinici e <strong>dei</strong> manager.<br />
Nonostante le notevoli differenze<br />
indicate nella Tabella 1, manager e<br />
clinici hanno anche delle caratteristiche<br />
che li accomunano (Smith<br />
2003). Entrambe le professioni,<br />
infatti, attraggono normalmente<br />
soggetti disposti a impegnarsi molto<br />
attivamente nell’ambito lavorativo<br />
anche a scapito di proprie esigenze<br />
personali. I sentieri di carriera sono,<br />
in entrambi i casi, lunghi e tortuosi<br />
e infine sia i manager, sia i clinici,<br />
devono, spesso, valutare e assumersi<br />
rischi professionali. Entrambe le<br />
figure si qualificano, inoltre, per<br />
la presenza di specializzazioni ed<br />
entrambe necessitano di sviluppare<br />
competenze idonee a garantire comunicazioni<br />
efficaci.<br />
Va, inoltre, considerato come i<br />
continui cambiamenti che hanno<br />
qualificato l’evoluzione <strong>dei</strong> sistemi<br />
<strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> paesi evoluti riflettano<br />
i tentativi <strong>dei</strong> governi che si sono,<br />
nel tempo, succeduti, di fronteggiare<br />
ciò che appariva (e tuttora<br />
rimane) un problema insuperabile:<br />
quello della conflittualità tra professionisti<br />
e manager. I conflitti tra<br />
le due professionalità sorgono e si<br />
manifestano prevalentemente nell’area<br />
economico finanziaria ovvero,<br />
nell’area connessa alle scelte relative<br />
all’allocazione e all’utilizzo delle<br />
risorse, ma, nel nuovo contesto<br />
istituzionale e ambientale, sempre<br />
più orientato all’accountability (si<br />
veda il precedente paragrafo 1), i<br />
manager sono sempre più spesso<br />
chiamati a monitorare e a valutare<br />
anche elementi ritenuti molto vicini<br />
allo spazio decisionale proprio <strong>dei</strong><br />
clinici, quali, per esempio, quelli<br />
relativi al rischio clinico associato<br />
alla gestione delle strutture complesse,<br />
alla gestione <strong>dei</strong> reclami <strong>dei</strong><br />
pazienti verso i professionisti e gli<br />
operatori dell’assistenza, al ricorso<br />
a consulenze cliniche professionali<br />
esterne ecc..<br />
In alcune situazioni ciò arriva<br />
fino al punto da far percepire ai<br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> un’intromissione<br />
<strong>dei</strong> “manager” in aree in precedenza<br />
esclusivamente riservate<br />
all’autonomia clinica (Davies & Harrison,<br />
2003) con una conseguente<br />
diminuzione del proprio potere<br />
organizzativo.
Si manifesta, per tale via, la<br />
dimensione della mutua interdipendenza<br />
tra le due professionalità,<br />
dimensione influenzata anche<br />
dalle considerazioni in merito alla<br />
prevalenza dell’una o dell’altra<br />
figura. A tale riguardo si sostiene,<br />
a ragione veduta, che i clinici<br />
possono occuparsi della dimensione<br />
di ordine gestionale, mentre i<br />
manager (perlomeno in tutti i casi<br />
dove non abbiano precedenti esperienze<br />
cliniche) non sono in grado<br />
di esercitare il ruolo professionale<br />
medico. Tale considerazione porta<br />
i manager a sottolineare l’assoluta<br />
rilevanza della componente professionale<br />
al fine dell’efficace gestione<br />
delle strutture <strong>sanitari</strong>e, mentre<br />
solo raramente i medici ritengono<br />
di necessitare del supporto <strong>manageriale</strong><br />
come condizione necessaria<br />
all’efficacia della pratica clinica.<br />
Un altro ordine importante di<br />
considerazioni da effettuare si riferisce<br />
alla necessità per i <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> di fronteggiare problemi<br />
quali quelli connessi alla gestione<br />
del proprio tempo professionale<br />
(dedicare più tempo a un paziente<br />
significa, spesso, dedicarne di<br />
meno agli altri) e del proprio carico<br />
di lavoro clinico in relazione all’andamento<br />
(mutevole ma sempre su<br />
standard elevati) della domanda<br />
di prestazioni <strong>sanitari</strong>e e alla loro<br />
propensione a sovraccaricarsi di<br />
attività per soddisfare le esigenze<br />
di ogni paziente (Gabbard, 195).<br />
Si tratta, nell’insieme, di elementi<br />
che possono portare ad affermare<br />
la necessità di un approccio<br />
<strong>manageriale</strong> per evitare che difficili<br />
situazioni organizzative possano<br />
compromettere le performance individuali,<br />
d’equipe e della struttura<br />
di appartenenza.<br />
Le competenze gestionali e<br />
di management sono, peraltro,<br />
indispensabili per i medici che<br />
ricoprano posizioni di direzione di<br />
strutture complesse e/o dirigano<br />
team clinici e/o di ricerca.<br />
In funzione, infatti, dell’evoluzione<br />
<strong>dei</strong> contesti organizzativi di<br />
riferimento per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
è necessario coniugare senza contraddizioni<br />
concettuali e operative<br />
le due dimensioni e delinearne con<br />
chiarezza gli elementi distintivi.<br />
Se, infatti, storicamente, il<br />
principale elemento di riferimento<br />
per le decisioni cliniche è riconducibile<br />
ai bisogni del singolo<br />
paziente e/o all’esito del singolo<br />
intervento, l’evoluzione delle<br />
modalità di esercizio della clinica<br />
rende sempre più importante che<br />
essi comprendano le dimensioni<br />
di ordine economico e organizzativo<br />
delle proprie scelte non solo<br />
rispetto al singolo paziente, ma,<br />
anche, in relazione alle implicazioni<br />
connesse alla disponibilità delle<br />
stesse risorse per gli altri pazienti<br />
e in relazione alla sostenibilità<br />
finanziaria delle singole procedure<br />
terapeutiche, delle unità operative<br />
(strutture semplici e complesse) in<br />
cui operano e, addirittura, dell’intero<br />
sistema <strong>sanitari</strong>o.<br />
In tale senso si deve sempre<br />
più sviluppare un orientamento<br />
al “management clinico” che<br />
deve, progressivamente, favorire<br />
un atteggiamento orientato alla<br />
comprensione e alla valutazione<br />
dell’esperienza complessiva <strong>dei</strong><br />
11
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
12<br />
pazienti e del loro sistema di riferimento<br />
più che alla valutazione del<br />
singolo caso.<br />
Per tale via si può sostenere<br />
che le dimensioni della clinica si<br />
esplicitano, nell’attuale contesto <strong>dei</strong><br />
sistemi <strong>sanitari</strong> avanzati, anche in<br />
termini di analisi e di valutazione:<br />
a) <strong>dei</strong> bisogni <strong>sanitari</strong> del bacino di<br />
utenza di riferimento dell’azienda<br />
e del medico dirigente (orientamento<br />
alla efficacia clinica e di<br />
sistema);<br />
b) della congruenza tra bisogni<br />
<strong>sanitari</strong> e risorse economico<br />
finanziarie spesso vincolate da<br />
esigenze di finanza pubblica<br />
regionale e nazionale (orientamento<br />
all’appropriatezza nell’uso<br />
delle risorse e all’efficienza gestionale),<br />
c) <strong>dei</strong> processi organizzativi a livello<br />
di struttura semplice, di struttura<br />
complessa, di dipartimento,<br />
di intera azienda di servizi <strong>sanitari</strong><br />
(orientamento alla qualità<br />
organizzativa e all’efficienza di<br />
processo);<br />
d) delle esigenze degli interlocutori<br />
sociali di riferimento siano essi<br />
stakeholder interni quali per<br />
esempio i professionisti con cui si<br />
instaurano relazioni sistematiche<br />
di processo o esterni quali per<br />
esempio le associazioni <strong>dei</strong> malati<br />
piuttosto che il sistema della<br />
ricerca scientifica (orientamento<br />
alla collaborazione organizzativa<br />
e all’innovazione di processo).<br />
Quanto appena sostenuto non<br />
deve, tuttavia, essere travisato. La<br />
giusta attenzione nei confronti delle<br />
risorse economiche e delle dinamiche<br />
organizzative non deve diventare il<br />
principale elemento di preoccupazione<br />
per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>. Altri<br />
elementi, quali, innanzitutto, quelli<br />
connessi alla qualità dell’assistenza<br />
<strong>sanitari</strong>a nelle sue diverse accezioni<br />
(clinica, relazionale ecc.) devono,<br />
anzi, essere oggetto di attenta valutazione<br />
da parte <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
e orientare il loro comportamento e<br />
le loro decisioni.<br />
Nella sostanza, il processo decisionale<br />
caratterizzante la professione<br />
deve cambiare passando<br />
progressivamente da un processo<br />
decisionale monodimensionale, caratterizzato<br />
per una esclusiva focalizzazione<br />
sulle esigenze del singolo<br />
paziente, a un processo decisionale<br />
multifattoriale caratterizzato dalla<br />
contemporanea considerazione di:<br />
a) esigenze del singolo paziente;<br />
b) livelli qualitativi delle prestazioni<br />
erogate;<br />
c) implicazioni relative alle risorse<br />
che caratterizzano le diverse<br />
alternative decisionali;<br />
d) valutazioni (anche di ordine<br />
etico) relative all’impiego delle<br />
risorse e alle implicazioni in<br />
termini di trasferimento <strong>dei</strong> costi<br />
e <strong>dei</strong> benefici tra diversi pazienti<br />
può comportare.<br />
e) implicazioni di ordine organizzativo<br />
quali quelle connesse per<br />
esempio alla gestione del rischio<br />
clinico.<br />
Quanto ora affermato ha validità<br />
di ordine generale con riferimento,<br />
perlomeno alle esperienze proprie<br />
<strong>dei</strong> sistemi <strong>sanitari</strong> <strong>dei</strong> Paesi economicamente<br />
avanzati dove fattori<br />
strutturali ed elementi di ordine
socio economico generale quali tra<br />
gli altri:<br />
a. l’invecchiamento della popolazione;<br />
b. l’evoluzione della scienza medica;<br />
c. l’evoluzione della tecnologia<br />
<strong>sanitari</strong>a;<br />
d. la presenza di bisogni crescenti<br />
sconfinanti dalla salute al “well<br />
being”,<br />
contribuiscono a incrementare la<br />
domanda di prestazioni assistenziali<br />
e <strong>sanitari</strong>e attuali e prospettiche<br />
facendo ipotizzare scenari di progressivo<br />
e continuo incremento<br />
della spesa <strong>sanitari</strong>a non sempre<br />
sostenibili e compatibili con i quadri<br />
macroeconomici caratterizzanti le<br />
singole realtà nazionali.<br />
Lo sviluppo di competenze gestionali<br />
può, infine, consentire ai<br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> di usufruire di<br />
specifici benefici.<br />
Significative, a tale riguardo, le<br />
conclusioni di uno studio inglese<br />
che ha evidenziato specifici vantaggi<br />
connessi all’essere un “medico/manager”.<br />
I benefici individuati sono di seguito<br />
elencati e sono connessi a:<br />
a) ricoprire una posizione idonea a<br />
attrarre risorse per lo sviluppo<br />
e l’innovazione della propria<br />
struttura;<br />
b) poter influenzare le scelte relative<br />
alle modalità di realizzazione<br />
<strong>dei</strong> piani e delle strategie deliberate<br />
dall’alta direzione;<br />
c) avere una maggiore capacità di<br />
influenza sulle scelte relative<br />
allo sviluppo di standard clinici<br />
e di assistenziali;<br />
d) beneficiare di riconoscimenti<br />
economici connessi alla posizione<br />
ricoperta e di specifici<br />
incentivi monetari;<br />
e) ricoprire, nell’ambito della propria<br />
organizzazione, una posizione<br />
organizzativa cui è associato<br />
un elevato status;<br />
f) essere coinvolto nelle decisioni<br />
e nelle scelte più qualificanti<br />
dell’organizzazione.<br />
3. le prime esperienze pionieristiche<br />
in tema di formazione <strong>manageriale</strong><br />
per i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>.<br />
Negli anni passati si è affermata e<br />
diffusa la convinzione che una efficace<br />
modalità di supportare il cambiamento<br />
nei processi decisionali<br />
<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> fosse quella di<br />
introdurli ai concetti del management<br />
e di coinvolgerli direttamente<br />
nella gestione delle strutture erogatrici<br />
di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
In tale contesto si è assistito a<br />
un crescente ruolo delle iniziative e<br />
<strong>dei</strong> programmi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
che si sono sviluppati qualitativamente<br />
e quantitativamente<br />
fino ad assumere, nello specifico<br />
contesto italiano carattere di obbligatorietà.<br />
Nell’ottica di fornire una “ricostruzione<br />
storica” del processo di evoluzione<br />
delle iniziative di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per medici <strong>dirigenti</strong> va,<br />
innanzitutto evidenziato come la<br />
consapevolezza della rilevanza della<br />
formazione <strong>manageriale</strong> si sia sviluppata,<br />
in Italia, a partire dai primi<br />
anni ’0 del ventesimo secolo.<br />
In quel periodo, infatti, si assiste<br />
all’emergere delle prime iniziative<br />
pionieristiche volte a sensibilizzare i<br />
13
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
14<br />
professionisti medici alle tematiche<br />
cosiddette manageriali.<br />
I primi corsi di management per<br />
medici vengono organizzati da Scuole<br />
di management quali la Scuola di<br />
Direzione Aziendale dell’Università<br />
Commerciale Bocconi di Milano, la<br />
Scuola di Lucca, da singole Unità<br />
Sanitarie Locali, da singole Regioni<br />
e da altre agenzie formative di minor<br />
rilievo e si svolgono in un contesto<br />
istituzionale ancora totalmente<br />
estraneo e avulso alle implicazioni<br />
manageriali della gestione.<br />
In tale contesto fattori quali tra<br />
gli altri:<br />
a) sollecitazioni professionali colte<br />
da alcuni attori chiave,<br />
b) prime riflessioni normative,<br />
c) iniziative autonomamente sviluppate<br />
dalle Società Scientifiche<br />
e dagli Ordini <strong>dei</strong> Medici;<br />
d) esigenze e bisogni di sviluppo<br />
professionale autonomamente<br />
percepite da alcuni opinion<br />
leader tra i medici di direzione<br />
<strong>sanitari</strong>a e i clinici,<br />
e) lungimiranza di alcuni <strong>dirigenti</strong><br />
di alto livello di Regioni e di<br />
alcuni responsabili della formazione<br />
aziendale sensibili al tema<br />
delle scelte gestionali;<br />
hanno rappresentato i fattori<br />
critici per “scoprire” la formazione<br />
<strong>manageriale</strong> rivolta ai medici<br />
<strong>dirigenti</strong> e per realizzare i primi<br />
interventi formativi.<br />
Si trattava, prevalentemente, di<br />
iniziative all’inizio poco strutturate,<br />
di breve durata, aventi come principale<br />
obiettivo quello di gettare<br />
i semi e di creare le basi per una<br />
prima comprensione del ruolo e<br />
della rilevanza dell’approccio aziendale<br />
per l’economia delle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong> e per la pratica <strong>dei</strong><br />
professionisti medici.<br />
Le iniziative erano principalmente<br />
e prevalentemente orientate a sviluppare<br />
una prima alfabetizzazzione<br />
con riferimento ad alcune tecniche<br />
e ad alcuni strumenti tipici <strong>dei</strong> ruoli<br />
dirigenziali quali tra gli altri:<br />
a) i sistemi di programmazione e<br />
controllo di gestione<br />
b) il budget,<br />
c) la gestione del personale<br />
d) le tecniche di valutazione,<br />
e) l’organizzazione aziendale<br />
f) la riprogettazione delle procedure<br />
g) i percorsi diagnostico terapeutici,<br />
ecc...<br />
4. la formazione <strong>manageriale</strong><br />
“istituzionale”<br />
Al di là delle prime esperienze, l’ufficiale<br />
presa d’atto della rilevanza<br />
della formazione <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong><br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> si manifesta, concretamente,<br />
nel nostro Paese alla<br />
fine del 1997.<br />
In tale anno viene, infatti, emanato<br />
un provvedimento normativo,<br />
il DPR 44 che regolamenta i requisiti<br />
per l’accesso al secondo livello<br />
dirigenziale per il personale del<br />
ruolo <strong>sanitari</strong>o del Servizio Sanitario<br />
Nazionale (SSN).<br />
Tale decreto individua quattro<br />
tipologie di requisti che consentono<br />
l’accesso al secondo livello dirigenziale<br />
nell’area <strong>sanitari</strong>a. Tre di questi<br />
(iscrizione all’albo professionale<br />
ove esistente, anzianità di servizio,<br />
curriculum documentante la specifica<br />
attività professionale svolta) si<br />
riferiscono a competenze di ordine
clinico la quarta caratteristica si<br />
riferisce, invece, esplicitamente<br />
alla acquisizione di uno specifico<br />
attestato di formazione <strong>manageriale</strong><br />
connesso alla frequenza di specifici<br />
corsi di formazione.<br />
I corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
previsti dal DPR 44/97 trovano<br />
specifica disciplina nell’Art.7 del<br />
DPR stesso che regolamenta:<br />
a) le modalità con le quali i corsi<br />
possono essere programmati;<br />
b) le modalità di organizzazione<br />
<strong>dei</strong> corsi;<br />
c) i soggetti titolari dell’organizzazione<br />
<strong>dei</strong> corsi stessi.<br />
Con riferimento al primo punto il<br />
Ministero della Sanità (attuale Ministero<br />
della <strong>Salute</strong>), le Regioni e le<br />
Province Autonome sono individuati,<br />
a diverso titolo, come soggetti<br />
responsabili della programmazione<br />
delle iniziative formative sul territorio<br />
nazionale.<br />
Con riferimento al secondo punto<br />
si stabiliscono delle indicazioni di<br />
massima in merito ai contenuti che<br />
devono caratterizzare la formazione<br />
<strong>manageriale</strong> rivolta ai <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>.<br />
Si tratta di orientamenti di<br />
primo riferimento che individuano<br />
tematiche di ordine generale da<br />
includere nelle materie di insegnamento.<br />
Particolare attenzione è posta<br />
ad aspetti quali l’organizzazione<br />
e la gestione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, i<br />
criteri di finanziamento e i bilanci,<br />
la gestione del personale, gli indicatori<br />
di misurazione della qualità <strong>dei</strong><br />
servizi e delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e,<br />
elementi di sanità pubblica. La formazione<br />
deve, inoltre caratterizzarsi<br />
sia per una componente teorica,<br />
di illustrazione delle logiche e <strong>dei</strong><br />
modelli teorici relativi ai singoli<br />
aspetti contenutistici, sia per una<br />
parte pratica volta ad apprezzare le<br />
concrete applicazioni nella pratica<br />
clinico-gestionale delle unità operative<br />
<strong>sanitari</strong>e delle logiche e degli<br />
strumenti di management.<br />
Il DPR individua così <strong>dei</strong> primi<br />
elementi progettuali di importante<br />
rilevanza ai fini del concreto avvio<br />
delle prime esperienze di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> da parte delle Regioni<br />
chiamate a definire gli specifici<br />
contenuti delle iniziative formative<br />
in maniera tale da garantirne l’effettiva<br />
congruenza con i fabbisogni<br />
di competenze manageriali propri di<br />
coloro che aspirano alla dirigenza<br />
di secondo livello delle strutture<br />
<strong>sanitari</strong>e.<br />
Con riferimento al terzo punto, le<br />
Università, le Aziende Sanitarie e le<br />
Aziende Ospedaliere, le Associazioni<br />
e le Società Scientifiche sono individuati<br />
come i soggetti cui affidare<br />
la concreta realizzazione <strong>dei</strong> singoli<br />
percorsi di formazione <strong>manageriale</strong>. 2<br />
Evidente il disegno di affidarsi a<br />
organizzazioni di provata serietà,<br />
affidabilità e rigore scientifico a garanzia<br />
della qualità e della efficacia<br />
della formazione.<br />
Il DPR 44/97, introducendo la<br />
formazione <strong>manageriale</strong> come requisito<br />
esplicito per accedere ai più alti<br />
livelli di responsabilità di direzione<br />
delle strutture <strong>sanitari</strong>e (dalla direzione<br />
di strutture complesse alla<br />
direzione <strong>sanitari</strong>a di azienda) rappresenta<br />
il primo “riconoscimento<br />
15
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
16<br />
ufficiale” dell’importanza per tutto<br />
il personale dell’area <strong>sanitari</strong>a di<br />
integrare le proprie competenze specialistiche,<br />
derivanti dalla pregressa<br />
formazione universitaria, dall’esperienza<br />
professionale maturata in<br />
anni di esercizio della pratica clinica<br />
e dalle iniziative di aggiornamento<br />
professionale specialistico con competenze<br />
di ordine gestionale.<br />
Si tratta di un passo fondamentale,<br />
nell’ambito del processo di<br />
aziendalizzazione delle strutture<br />
pubbliche erogatrici di servizi <strong>sanitari</strong><br />
iniziato a partire dal 1992,<br />
processo che, per avere successo,<br />
non può prescindere dalle competenze<br />
e dalla qualità di coloro che<br />
all’interno delle strutture stesse<br />
ricoprono incarichi di responsabilità<br />
gestionale.<br />
In termini di selezione della dirigenza<br />
il DPR presenta degli indubbi<br />
elementi di innovazione rispetto alla<br />
pregressa situazione. In particolare<br />
si ritiene opportuno evidenziare:<br />
a) l’esplicito riconoscimento del<br />
fabbisogno di formazione <strong>manageriale</strong><br />
per i <strong>dirigenti</strong> dell’area<br />
<strong>sanitari</strong>a;<br />
b) l’esplicito riconoscimento del<br />
ruolo di gestione assunto dai<br />
<strong>dirigenti</strong> dell’area <strong>sanitari</strong>a;<br />
c) l’allineamento con i principi<br />
ispiratori del processo di riforma<br />
istituzionale del SSN;<br />
d) l’allineamento con le tendenze e<br />
le esperienze europee. 3<br />
L’emanazione del DPR 44/97 ha<br />
determinato, in seno alle Regioni e<br />
alle Province Autonome, l’avvio di un<br />
processo di riflessione in merito alle<br />
effettive caratteristiche delle iniziative<br />
di formazione <strong>manageriale</strong> valevoli<br />
ai fini dell’ottenimento dell’attestato<br />
di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
Rimandando al capitolo successivo<br />
l’analisi della concreta esperienza<br />
della Provincia Autonoma di Trento,<br />
si vuole qui evidenziare alcuni <strong>dei</strong><br />
principali elementi di criticità connessi<br />
con l’effettiva implementazione<br />
del DPR.<br />
Si trattava, innanzitutto di individuare:<br />
a) il contenuto effettivo <strong>dei</strong> corsi<br />
declinando le indicazioni di<br />
ordine generale in concrete indicazioni<br />
operative sugli argomenti<br />
da trattare, sulla loro sequenza,<br />
sulle ore da dedicare a ogni singolo<br />
argomento ecc.;<br />
b) le modalità didattiche ritenute<br />
più idonee a favorire l’apprendimento<br />
e l’interiorizzazione <strong>dei</strong><br />
contenuti da parte <strong>dei</strong> discenti;<br />
c) le modalità di valutazione dell’apprendimento;<br />
d) le modalità da utilizzare al fine<br />
di garantire un equilibrato mix di<br />
concettualizzazioni teoriche e di<br />
applicazioni pratiche al contesto<br />
clinico <strong>sanitari</strong>o delle tematiche<br />
da trattare;<br />
e) le modalità di accreditamento<br />
delle organizzazioni responsabili<br />
dell’effettiva conduzione <strong>dei</strong><br />
corsi di formazione;<br />
f) i contenuti, la durata e gli altri<br />
elementi del percorso formativo<br />
considerati come essenziali ai<br />
fini del riconoscimento nazionale<br />
della validità delle iniziative<br />
formative erogate a livello regionale<br />
e <strong>dei</strong> relativi certificati<br />
di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
Come è facile comprendere si
trattava di elementi di non semplice<br />
definizione soprattutto in contesti<br />
di confronto istituzionale a livello<br />
di Conferenza Stato Regioni, dove,<br />
negli anni successivi all’emanazione<br />
del DPR, si sono concretamente<br />
operate le scelte che hanno portato<br />
all’effettiva attivazione in molte regioni<br />
italiane delle iniziative di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> disciplinate dal<br />
provvedimento legislativo in esame.<br />
Le realtà locali maggiormente<br />
attive nell’implementazione delle<br />
iniziative di formazione <strong>manageriale</strong><br />
sono state, oltre alla Provincia<br />
Autonoma di Trento, la Provincia<br />
Autonoma di Bolzano, la Regione<br />
Liguria, la Regione Lombardia, la-<br />
Regione Sicilia che, con modalità e<br />
scelte operative differenti, hanno da<br />
tempo concluso numerose edizioni<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
con il coinvolgimento di un considerevole<br />
numero di <strong>dirigenti</strong> medici.<br />
Le stesse realtà hanno individuato<br />
(o stanno per farlo) specifiche<br />
modalità per garantire continuità<br />
al certificato di formazione <strong>manageriale</strong><br />
che, secondo quanto stabilito<br />
dal DPR 44/97, ha validità<br />
settennale.<br />
5. le esperienze europee di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
Il tema della formazione <strong>manageriale</strong><br />
<strong>dei</strong> medici <strong>dirigenti</strong> è da più<br />
di 20 anni oggetto di dibattito e di<br />
riflessione, non solo in Italia, ma<br />
in tutti i principali Paesi Europei e<br />
negli Stati Uniti.<br />
Un primo tentativo di sistematizzare<br />
i differenti contributi e i<br />
differenti approcci è stato effettuato<br />
dalla European HealthCare<br />
Management Association (EHMA) 4<br />
che nel 1993 ha messo a confronto<br />
le esperienze di dieci paesi europei 5<br />
sul tema della formazione materiale<br />
per medici <strong>dirigenti</strong> al fine di analizzare<br />
le similutidini e le differenze<br />
<strong>dei</strong> singoli approcci e le future<br />
modalità di sviluppo delle iniziative<br />
formative. (Boufford 1993).<br />
Al di là di questo primo studio<br />
pionieristico, la rilevanza e l’importanza<br />
tuttora associata al tema<br />
è ben testimoniata dai seguenti<br />
contributi:<br />
– “Un’iniziativa formativa unica è<br />
stata avviata congiuntamente<br />
dalla Business School e dalla<br />
School of Medicine dell’Imperial<br />
College di Londra con l’obiettivo<br />
di formare medici con approfondite<br />
conoscenze di management. Gli<br />
studenti undergraduate possono<br />
seguire un corso di management<br />
di un anno così. Questo corso è<br />
molto popolare e frequentato.<br />
Gli studenti, nei questionari di<br />
customer satisfaction inerenti<br />
il corso, ne hanno segnalato la<br />
rilevante utilità in termini di<br />
sviluppo di competenze di lavoro<br />
di gruppo, di allargamento <strong>dei</strong><br />
loro orizzonti, di efficacia nel<br />
prepararli a riflettere in maniera<br />
più innovativa sulle modalità di<br />
erogazione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong><br />
e ospedalieri. Una dettagliata<br />
analisi <strong>dei</strong> questionari di valutazione<br />
ha evidenziato un’elevata<br />
richiesta di training formativo<br />
relativamente alle tematiche<br />
del teamwork e della gestione<br />
del cambiamento organizzativo.<br />
17
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
1<br />
Questi sono considerate competenze<br />
sempre più necessarie<br />
nell’ambito del National Health<br />
Service inglese. Avviare gli studenti<br />
di medicina alla formazione<br />
<strong>manageriale</strong> all’inizio del loro<br />
curriculum scolastico consente<br />
loro di apprezzare fin da subito i<br />
concetti chiave di organizzazione<br />
e di management che hanno un<br />
elevato impatto sull’assistenza<br />
concretamente erogata ai<br />
pazienti. Inoltre la formazione<br />
<strong>manageriale</strong> può permettere ai<br />
medici di meglio dialogare e<br />
interagire con i manager e, per<br />
tale via contribuire a superare i<br />
conflitti che caratterizzano i rapporti<br />
tra le due professionalità”.<br />
(Atun, 2003)<br />
– “Una grande azienda di servizi<br />
<strong>sanitari</strong> negli Stati Uniti ha<br />
promosso un cambiamento nella<br />
propria cultura organizzativa<br />
che è ora basata sulla leadership<br />
congiunta e sul riconoscimento<br />
della mutua dipendenza tra<br />
medici e manager perseguita<br />
tramite l’allineamento degli<br />
obiettivi non più esclusivamente<br />
focalizzati sulla cura <strong>dei</strong> singoli<br />
pazienti, sull’efficienza e sulla<br />
produttività” (Crosson, 2003). La<br />
stessa azienda ha attivato specifiche<br />
iniziative di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per tutti I medici<br />
che intendano ricoprire ruoli di<br />
leadership organizzativa.<br />
– “In Olanda, i processi di peer<br />
review esterni, spesso, rilevano<br />
carenze manageriali, piuttosto<br />
che carenze cliniche. Ciò<br />
porta a concludere che “l’auto<br />
regolazione” <strong>dei</strong> clinici sia<br />
più efficace delle regole e <strong>dei</strong><br />
limiti imposti dai clinical manager”<br />
(Plochg et al, 2003).<br />
– “Una revisione globale e complessiva<br />
del problema (Edwards,<br />
2003) suggerisce l’opportunità<br />
di ridefinire l’autonomia clinica<br />
al fine di preservarla e di assicurarsi<br />
che ricomprenda anche i<br />
concetti di responsabilizzazione<br />
e di accountability. Ciò rappresenterebbe<br />
un importante passo<br />
in avanti al fine di facilitare la<br />
leadership clinica.“<br />
– “In relazione ai rilevanti cambiamenti<br />
istituzionali si è assistito a<br />
concertate iniziative <strong>dei</strong> governi<br />
di coinvolgerei medici nelle tematiche<br />
strettamente manageriali e,<br />
perciò di responsabilizzarli sullo<br />
spinoso e politicamente sensibile<br />
tema della gestione delle risorse.<br />
Ciò si è verificato in Inghilterra a<br />
partire dal 1994 con il rapporto<br />
Griffiths sul management nel<br />
National Health Service e si è<br />
gradualmente sviluppato con<br />
la successiva introduzione <strong>dei</strong><br />
clinical e <strong>dei</strong> medical directors.<br />
I Medici/manager si ritrovano a<br />
essere l’anello di congiunzione<br />
tra le problematiche di management<br />
e quelle dell’assistenza<br />
clinica e ritengono che il ruolo<br />
che si richiede loro di ricoprire<br />
sia particolarmente stressante e<br />
impegnativo.”(Goodwin, 1996;<br />
Thorne, 1997).<br />
È, in altri termini, diffusa, a<br />
livello europeo, la consapevolezza<br />
che i sistemi <strong>sanitari</strong> necessitino,<br />
per essere efficacemente gestiti<br />
del miglio management. Ma ciò è
possibile solo se i professionisti<br />
<strong>sanitari</strong> (e i medici in particolare)<br />
vengono maggiormente coinvolti nel<br />
management e migliorano le proprie<br />
competenze gestionali. L’analisi delle<br />
concrete esperienze di molti paesi<br />
e di molte aziende di servizi <strong>sanitari</strong><br />
ha dimostrato che i medici che<br />
svolgono anche ruoli manageriali si<br />
qualificano per specifici vantaggi<br />
nei confronti <strong>dei</strong> loro interlocutori<br />
non medici tra i quali si ricordano<br />
la maggior credibilità, il maggior<br />
know-how sul funzionamento <strong>dei</strong><br />
processi di diagnosi e cura, una<br />
maggiore capacità di apprezzare le<br />
implicazioni e gli impatti dell’evoluzione<br />
tecnologica e scientifica sugli<br />
stessi processi.<br />
I professionisti che ricoprono<br />
ruoli di management, inoltre, sono<br />
più orientati a considerare nella<br />
giusta e adeguata prospettiva le<br />
tematiche connesse con la valutazione<br />
dell’outcome e quelle inerenti<br />
la qualità dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a<br />
effettivamente erogata.<br />
Questi vantaggi sono, tuttavia,<br />
destinati a essere vanificati e a<br />
rimanere lettera morta fintantoché<br />
i professionisti clinici che ricoprono<br />
anche ruoli di responsabilità<br />
organizzativa non sono adeguatamente<br />
formati e messi al lavoro per<br />
sviluppare la base intellettuale del<br />
medical management. (Simpson e<br />
Smith 1997).<br />
Sulla base di tali argomentazioni,<br />
molte sono, di conseguenza, anche<br />
le concrete iniziative formative<br />
disponili, a livello europeo, per<br />
i <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> che ricoprono<br />
posizioni di responsabilità organizzativa.<br />
La Tabella 2 fornisce gli indirizzi<br />
internet delle principali organizzazioni<br />
inglesi e statunitensi che<br />
erogano iniziative formative al pari<br />
Tab. 2.<br />
Organizzazioni che<br />
erogano iniziative<br />
di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per<br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
e informazioni<br />
su iniziative<br />
organizzate da<br />
altre agenzie a<br />
livello europeo<br />
General Medical Council (1999) Management in<br />
Sanità – Il ruolo <strong>dei</strong> medici<br />
British Association of Medical Managers<br />
The Association of American Medical Colleges<br />
fornisce informazioni in merito a programmi<br />
congiunti (MD/MBA) erogati dalla università<br />
negli Stati Uniti<br />
The National Institute for Health Care Management<br />
Research and Education Foundation. Si<br />
tratta di un’altra organizzazione statunitense<br />
che organizza forum e incontri indirizzati a una<br />
pluralità di soggetti e di organismi operanti nel<br />
settore <strong>sanitari</strong>o<br />
Euopean Health Management Association<br />
http://www.gmc-uk.org/<br />
standards/manage.htm<br />
http://www.bamm.co.uk<br />
http://www.aamc.org/<br />
http://www.nihcm.org/<br />
http://www.ehma.org/<br />
19
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
20<br />
di indirizzi e suggerimenti su iniziative<br />
di formazione <strong>manageriale</strong><br />
per <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> organizzate da<br />
altre agenzie a livello europeo.<br />
6. Prospettive per il futuro<br />
Sebbene le iniziative di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>,<br />
in Italia e in Europa, siano state<br />
molteplici, si deve comunque evidenziare<br />
come, spesso, esse si siano<br />
caratterizzate per una mancanza di<br />
sistematicità e per essere limitate a<br />
taluni aspetti e ad alcuni strumenti<br />
di management quali per esempio<br />
la leadership piuttosto che l’assetto<br />
dipartimentale o ancora le valutazioni<br />
economiche.<br />
Si evidenzia quindi la necessità<br />
di approcci più sistematici e di<br />
interventi formativi multidisciplinari<br />
che favoriscano l’effettivo<br />
interscambio culturale tra le diverse<br />
tipologie di professionisti di norma<br />
operanti nell’ambito delle aziende<br />
di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
Le iniziative derivanti, in Italia,<br />
dall’applicazione del DPR 44/97<br />
hanno, solo in parte, consentito<br />
di rispondere a questa esigenza di<br />
multidisciplinarietà. Se da un lato,<br />
infatti, anche in relazione alla durata<br />
<strong>dei</strong> corsi (è previsto un numero<br />
minimo di cento ore di formazione<br />
d’aula effettiva), si è perseguito lo<br />
scopo di approfondire le logiche caratterizzanti<br />
l’approccio economico<br />
aziendale nonché molti strumenti e<br />
tecniche di management, dall’altro<br />
lato, tuttavia, il carattere sostanzialmente<br />
obbligatorio <strong>dei</strong> corsi<br />
ha, in molti casi, fatto percepire ai<br />
professionisti la formazione come<br />
un obbligo formale piuttosto che<br />
come un presupposto fondamentale<br />
per il loro efficace operare nell’ambito<br />
delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e<br />
di appartenenza.<br />
Ciò può rinforzare la convinzione<br />
di alcuni professionisti, soprattutto<br />
di quelli limitatamente o,<br />
ancora, solo formalmente, coinvolti<br />
nel management, che gli aspetti e<br />
gli elementi di gestione e organizzazione<br />
delle strutture <strong>sanitari</strong>e<br />
siano in forte conflitto con le attività<br />
professionali e comportino un<br />
carico di lavoro aggiuntivo e non<br />
necessario.<br />
In realtà, come si spera di avere<br />
chiarito in questo contributo, il<br />
coinvolgimento <strong>dei</strong> clinici nel management<br />
è fondamentale al fine<br />
di assicurare un adeguato bilanciamento<br />
tra le differenti dimensioni<br />
che influenzano i risultati e le<br />
performance delle organizzazioni<br />
<strong>sanitari</strong>e e delle loro sottoarticolazioni<br />
organizzative (dipartimenti,<br />
strutture complesse, semplici ecc.)<br />
ovvero: l’etica, l‘efficacia, l’appropriatezza,<br />
l’efficienza e la libertà di<br />
scelta del paziente.<br />
Le future iniziative formative<br />
dovranno essere pensate con l’intento<br />
di rimuovere alcuni pregiudizi<br />
e incomprensioni, che ancor oggi,<br />
qualificano l’atteggiamento <strong>dei</strong><br />
professionisti nel loro riguardo e<br />
dovranno caratterizzarsi per un<br />
maggiore impatto sul funzionamento<br />
delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />
Al riguardo si forniscono alcuni<br />
spunti di possibile riflessione per
la progettazione di alcune iniziative<br />
formative (non solo rivolte ai<br />
medici):<br />
a) Se è vero che i manager debbono<br />
sviluppare competenze di management<br />
può essere opportuno che<br />
i manager sviluppino competenze<br />
di medicina! In altri termini si<br />
ritiene importante promuovere<br />
iniziative formative interdisciplinari<br />
per professionisti e per<br />
manager. Così come i clinici frequentano<br />
corsi di management, i<br />
manager dovrebbero frequentare<br />
corsi o seminari brevi di medicina<br />
per non medici. Si tratta di una<br />
proposta formulata sin dal 199<br />
da Carpenter, Proenca e Nash<br />
e che ha già, peraltro, trovato<br />
attuazione in Italia nell’ambito<br />
delle iniziative di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per Direttori Generali<br />
attivate da alcune Regioni. Alla<br />
base di tale proposta poggia la<br />
convinzione che una migliore<br />
comprensione reciproca delle<br />
rispettive culture potrà migliorare<br />
le relazioni organizzative e la<br />
qualità dell’assistenza erogata.<br />
b) La formazione e il management<br />
devono avvicinarsi in maniera<br />
maggior alla pratica clinica.<br />
Una possibile modalità può,<br />
per esempio, riguardare specifiche<br />
iniziative formative e<br />
di cambiamento organizzativo<br />
nell’area della misurazione e del<br />
controllo <strong>dei</strong> risultati. A tale<br />
riguardo vanno incoraggiate le<br />
iniziative volte alla misurazione<br />
e alla valutazione delle performance<br />
cliniche nell’ambito <strong>dei</strong><br />
sistemi di programmazione e di<br />
controllo di gestione. Finalizzata<br />
anche all’adozione di sistemi<br />
di reporting integrati che considerino<br />
congiuntamente dati<br />
e indicatori di ordine squisitamente<br />
<strong>manageriale</strong> (quali quelli<br />
presenti nei sistemi di valutazione<br />
multidimensionale della<br />
performance sul modello della<br />
balanced scorecard) con dati e<br />
indicatori squisitamente clinici<br />
(quali quelli connessi all’outcome<br />
<strong>dei</strong> processi di diagnosi e<br />
cura) che permettano di valutare<br />
sistematicamente le performance<br />
delle organizzazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />
c) Si potrebbero, inoltre, sviluppare<br />
in maniera più costruttiva ed<br />
efficace programmi e iniziative<br />
di formazione tali da connettere<br />
in maniera sinergica iniziative<br />
già presenti a livello di sistema.<br />
Il riferimento è allo sviluppo di<br />
programmi master congiunti tra<br />
le facoltà di medicina e quelle<br />
di economia che permettano di<br />
coinvolgere ai temi del management<br />
i medici fin dagli inizi del<br />
loro percorso formativo rendendo,<br />
per tale via, superflui programmi<br />
intensivi da svilupparsi<br />
a stadi più avanzati della carriera<br />
<strong>dei</strong> professionisti medici.<br />
d) Prevedere, infine, un sistema<br />
di continuo monitoraggio e<br />
adeguamento delle competenze<br />
manageriali <strong>dei</strong> professionisti<br />
sia tramite iniziative formative<br />
d’aula, sia tramite specifiche<br />
iniziative di affiancamento e di<br />
counseling.<br />
21
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
22<br />
noTE<br />
[1] Si veda al riguardo quanto<br />
sostenuto dal British Medical<br />
Journal (n. 326/2003) che<br />
approfondisce e affronta tale<br />
tematica.<br />
[2] Il DPR prevedeva il coinvolgimento<br />
diretto nell’effettuazione<br />
delle iniziative formative<br />
dell’Istituto Superiore di Sanità<br />
cui era affidata la realizzazione<br />
dell’insegnamento<br />
di sanità pubblica in tutti i<br />
corsi e la realizzazione della<br />
totalità delle iniziative di<br />
formazione per l’area relativa<br />
alla Sanità Pubblica. Tale indicazione<br />
originaria, probabilmente<br />
in relazione a concreti<br />
problemi di risorse assegnate<br />
all’Istituto non è mai divenuta<br />
operativa e i corsi sono stati<br />
erogati dagli altri soggetti<br />
previsti dal DPR.<br />
[3] A tale riguardo si rimanda alla<br />
ricerca condotta dall’EHMA,<br />
“Management Development for<br />
Doctors in Europe”, Dublino<br />
1994. Il tema sarà più diffusamente<br />
trattato nei paragrafi<br />
successive.<br />
[4] EHMA è un’associazione senza<br />
scopo di lucro che intende<br />
promuovere il miglioramento<br />
dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a in<br />
Europa tramite la definizione<br />
e l’adozione di standard di<br />
performance <strong>manageriale</strong>. Con<br />
sede a Dublino è l’unica organizzazione<br />
europea focalizzata<br />
sulle tematiche dello sviluppo<br />
<strong>manageriale</strong> delle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong> e vuole costituire<br />
un forum di discussione<br />
e di proposizioni dove i policy<br />
maker e i <strong>dirigenti</strong> delle<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong>, i<br />
responsabili del personale e<br />
della formazione, le Università<br />
e i Centri di ricerca pubblici<br />
e privati possono condividere<br />
informazioni qualificate<br />
sull’evoluzione <strong>dei</strong> sistemi<br />
<strong>sanitari</strong> europei, su concrete<br />
esperienze di cambiamento e<br />
di innovazione e su iniziative<br />
formative nell’ambito del management<br />
<strong>sanitari</strong>o.<br />
[5] I Paesi considerati nel rapporto<br />
sono stati i seguenti: Finlandia,<br />
Germania, Gran Bretagna,<br />
Irlanda, Italia, Olanda, Scozia,<br />
Spagna e Svezia.<br />
rIFErImEnTI BIBlIograFIcI<br />
[1] Asfor (2005). “La formazione<br />
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124.<br />
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[1] Formez (2006). 9° rapporto<br />
nazionale sulla formazione<br />
nella PA -Lo scenario della<br />
formazione nel sistema delle<br />
autonomie locali.<br />
23<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
<strong>Formazione</strong> <strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
24<br />
[1] Formez (2007). La formazione<br />
continua nelle regioni e nelle<br />
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Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
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Andrea Francesconi è Professore Associato<br />
di economia aziendale, Università<br />
degli Studi di Trento, e Direttore scientifico<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
organizzati dalla Provincia Autonoma di<br />
Trento dal 2000 al 2007.<br />
25<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
La formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> nella Provincia<br />
Autonoma di Trento<br />
Franca Bellotti<br />
1. Il quadro di riferimento<br />
L’articolo 5 del D.P.R. 10 dicembre<br />
1997, n. 44 prevede, tra i requisiti<br />
per l’accesso al secondo livello dirigenziale<br />
il possesso dell’attestato<br />
di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
Il successivo Decreto Legislativo<br />
19 giugno 1999, n. 229, integrando<br />
l’articolo 16 del Decreto Legislativo<br />
30 dicembre 1992, n. 502, ribadisce<br />
che la formazione <strong>manageriale</strong> costituisce<br />
requisito necessario per lo<br />
svolgimento degli incarichi relativi<br />
alle funzioni di direzione <strong>sanitari</strong>a<br />
aziendale e per l’esercizio delle<br />
funzioni dirigenziali di secondo<br />
livello per le categorie <strong>dei</strong> medici,<br />
odontoiatri, veterinari, farmacisti,<br />
biologi, chimici, fisici e psicologi.<br />
Il Decreto Legislativo n. 229/1999<br />
rinvia a un emanando decreto del<br />
Ministero della Sanità la definizione<br />
<strong>dei</strong> criteri per l’attivazione <strong>dei</strong> corsi<br />
per la formazione <strong>manageriale</strong>,<br />
stabilendo altresì la competenza<br />
delle regioni e delle province autonome<br />
per la loro organizzazione<br />
e attuazione, previo accordo con il<br />
Ministero stesso, e con la possibilità<br />
di avvalersi di soggetti pubblici e<br />
privati accreditati per la formazione<br />
continua.<br />
In attesa della emanazione del<br />
decreto ministeriale di definizione<br />
<strong>dei</strong> criteri per l’attivazione <strong>dei</strong><br />
corsi, è stato ritenuto opportuno<br />
procedere in sede locale alla loro<br />
progettazione per consentire un<br />
tempestivo avvio nel caso il Ministero<br />
avesse prontamente emanato<br />
il suddetto decreto e comunque per<br />
attuarli, sotto forma di corsi rientranti<br />
nelle iniziative di formazione<br />
continua rivolte al personale dirigenziale,<br />
nel caso che l’emanazione<br />
del decreto ministeriale avesse<br />
subito ritardi. 1<br />
A prescindere, infatti, dall’obbligo<br />
di frequenza e superamento<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
– che, ai sensi della modifica introdotta<br />
con decreto legislativo 2 luglio<br />
2000, n. 254 si consegue anche<br />
dopo l’assunzione dell’incarico di<br />
direzione delle strutture complesse<br />
– era apparso di fondamentale<br />
importanza offrire a chi ricopre posizioni<br />
di responsabilità gestionale<br />
nelle strutture <strong>sanitari</strong>e la possibilità<br />
di acquisire le conoscenze e le<br />
capacità necessarie per armonizzare<br />
le esigenze e gli obiettivi di governo<br />
clinico del settore diretto con le<br />
esigenze e gli obiettivi strategici<br />
dell’intera azienda <strong>sanitari</strong>a.<br />
Dunque anche la realizzazione<br />
da subito di corsi di formazione<br />
<strong>manageriale</strong>, se permetteva di sedimentare<br />
una preziosa esperienza<br />
formativa, in vista di un loro futuro<br />
riconoscimento formale quali corsi<br />
abilitanti all’assunzione o al mantenimento<br />
di incarichi dirigenziali<br />
27<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
2<br />
di secondo livello, garantiva nondimeno<br />
una risposta, per sé stessa<br />
valida e rilevante, alla domanda<br />
di qualificazione dirigenziale indispensabile<br />
a sostenere quei processi<br />
di aziendalizzazione che la legge<br />
delega 30 novembre 199, n. 419<br />
e il citato Decreto Legislativo n.<br />
229/1999 intendevano rinforzare.<br />
2. la definizione del progetto<br />
formativo<br />
In relazione ai presupposti normativi,<br />
in data 21 luglio 2000 è<br />
stata sottoscritta tra la Provincia<br />
autonoma di Trento e l’Università<br />
degli Studi di Trento una intesa<br />
per la costituzione di un gruppo<br />
di progettazione, con il compito di<br />
procedere alla valutazione <strong>dei</strong> fabbisogni<br />
nel campo della formazione<br />
<strong>manageriale</strong> e alla elaborazione di<br />
un'ipotesi di ordinamento didattico<br />
e di organizzazione gestionale di<br />
corsi di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
Tale gruppo di progettazione<br />
coordinato dal dirigente generale<br />
del Dipartimento <strong>Salute</strong> e Attività<br />
Sociali e composto da tre referenti<br />
dell’Università degli Studi di Trento,<br />
da due referenti dell’Azienda provinciale<br />
per i servizi <strong>sanitari</strong> e da un<br />
referente dell’Ordine <strong>dei</strong> medici chirurghi<br />
e odontoiatri della provincia<br />
di Trento, ha ultimato nel mese di<br />
giugno 2001 i propri lavori producendo<br />
il documento “Proposta progettuale<br />
per l’attivazione di corsi di<br />
formazione <strong>manageriale</strong> per direttori<br />
responsabili di struttura complessa”,<br />
il quale è stato successivamente<br />
sottoposto, trovando condivisione<br />
e interesse, alla visione:<br />
– delle organizzazioni sindacali<br />
della dirigenza medica e delle<br />
organizzazioni sindacali <strong>dei</strong> laureati<br />
non medici, le quali ultime<br />
(AUPI, SINAFO e SNABI);<br />
– del Presidente dell’Ordine <strong>dei</strong> medici<br />
chirurghi e degli odontoiatri<br />
della provincia di Trento;<br />
– della direzione generale del Ministero<br />
della Sanità.<br />
Tali presupposti hanno quindi<br />
permesso in data 29 novembre<br />
2001 la stipulazione del Protocollo<br />
d’intesa tra la Provincia autonoma<br />
di Trento e l’Università degli Studi di<br />
Trento per la realizzazione, da parte<br />
di quest’ultima, della formazione<br />
<strong>manageriale</strong> per direttori responsabili<br />
di struttura complessa: la prima<br />
edizione formativa si è attivata<br />
nell’aprile 2002.<br />
L’esperienza formativa della Provincia<br />
Autonoma di Trento e della<br />
Regione Lombardia – prime realtà<br />
regionali in cui sono stati attivati<br />
i corsi previsti dal D.lgs n. 502/’92<br />
e s.m. – ha permesso la definizione<br />
comune della disciplina della formazione<br />
<strong>manageriale</strong> a livello nazionale<br />
che ha trovato approvazione, in<br />
forma di Accordo interregionale, in<br />
sede di Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti<br />
delle regioni/province autonoma<br />
nella seduta del 10 luglio 2003: detto<br />
Accordo e stato quindi recepito<br />
dalla Provincia Autonoma di Trento<br />
con provvedimento della Giunta<br />
provinciale n. 3073 del 5 dicembre<br />
2003, definendo che tale certificato<br />
di formazione <strong>manageriale</strong> sia valutato,<br />
in provincia di Trento, come<br />
titolo di merito per l’assegnazione<br />
degli incarichi di Direttore di struttura<br />
complessa.<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
3. la disciplina della formazione<br />
Le modalità e i criteri di iscrizione<br />
alla formazione sono state definite<br />
dal Comitato di coordinamento<br />
(vedi paragrafo 4) e ripresi nel<br />
bando di iscrizione approvato con<br />
provvedimento della Giunta provinciale.<br />
Nel bando sono state altresì<br />
previste riserve di posti a favore del<br />
personale dipendente da strutture<br />
<strong>sanitari</strong>e private accreditate provinciali<br />
o extra provinciali, mantenendo<br />
comunque un numero massimo di<br />
30, gli ammessi a ogni sessione<br />
formativa.<br />
Le domande presentate dai <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> sono state valutate dal<br />
predetto Comitato, il quale ha provveduto<br />
a stilare apposite graduatorie<br />
secondo la valutazione <strong>dei</strong> titoli<br />
esposta in Tabella 1. Riconoscendo,<br />
nel caso di ex equo in graduatoria,<br />
diritto di preferenza ai <strong>dirigenti</strong> con<br />
maggiore anzianità di servizio.<br />
Tab. 1.<br />
Valutazione<br />
<strong>dei</strong> titoli per le<br />
graduatorie<br />
Titoli di carriera<br />
Possesso del diploma di specializzazione 10<br />
Punti<br />
Possesso di pregressa idoneità primariale nazionale<br />
(max 2 idoneità)<br />
Titolare delle funzioni di direttore di struttura<br />
complessa (primario)<br />
Incarico di facenti funzione di direttore di struttura<br />
complessa (primario)<br />
Funzioni di aiuto/assistente e equiparati<br />
Titoli accademici e di studio<br />
Soggiorni di studio o di addestramento professionale<br />
in rilevanti strutture italiane o estere di durata non<br />
inferiore a 3 mesi, con esclusione <strong>dei</strong> tirocini obbligatori<br />
(max 10 punti)<br />
Attività didattica presso corsi di studio per il conseguimento<br />
di diploma universitario, di laurea o di<br />
specializzazione ovvero presso scuole per la formazione<br />
di personale <strong>sanitari</strong>o per un minimo di 12 ore<br />
annue (max 6 punti).<br />
Viene conteggiata una sola annualità anche se nello<br />
stesso anno si è svolta attività didattica in più di<br />
una tipologia di corso.<br />
2 per idoneità<br />
5 per anno<br />
2,5 per anno<br />
0,50 per anno<br />
Punti<br />
da 3 a 6 mesi: 1<br />
da 6 a 12 mesi: 2<br />
oltre 12 mesi: 3<br />
fino a 2 anni: 2<br />
fino a 4 anni: 4<br />
5 o più anni: 6<br />
29<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
30<br />
Valutazione finale e rilascio del<br />
certificato di formazione: ai fini dell’ammissione<br />
all’esame finale è stato<br />
previsto l’obbligo di frequenza per<br />
almeno l’0% delle ore di attività. Il<br />
periodo di formazione poteva essere<br />
sospeso per gravidanza, puerperio o<br />
malattia, con possibilità di recupero<br />
<strong>dei</strong> periodi di assenza nell’ambito di<br />
altro corso e secondo le modalità<br />
che sarebbero state definite dal<br />
Direttore della formazione.<br />
Al termine del periodo di formazione<br />
è stato previsto l’espletamento<br />
di un colloquio finale,<br />
tramite anche la presentazione e<br />
discussione di un elaborato.<br />
Il superamento dell’esame finale<br />
ha comportato il rilascio, da parte<br />
della Provincia autonoma di Trento,<br />
del certificato di formazione sottoscritto<br />
dall’Assessore provinciale<br />
alle Politiche Sociali e alla <strong>Salute</strong> e<br />
controfirmato dal Presidente della<br />
Commissione d’esame.<br />
Aspetti finanziari: l’iscrizione al<br />
corso è stata subordinata al pagamento,<br />
da parte del dirigente interessato,<br />
di una quota di iscrizione<br />
da versare su apposito capitolo di<br />
bilancio dell’Università degli Studi<br />
di Trento, quale entrata finalizzata al<br />
pagamento degli oneri di gestione.<br />
L’importo della tassa è stato<br />
pertanto determinato in misura<br />
tale da coprire i costi di gestione e<br />
realizzazione del corso.<br />
La Giunta provinciale si è comunque<br />
riservata di assumere a proprio<br />
carico eventuali oneri per agevolare<br />
l’accesso a servizi mensa e per<br />
l’organizzazione di iniziative connesse<br />
alla formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
4. la struttura organizzativa della<br />
formazione<br />
Il corso di formazione è stato strutturato<br />
in modo da fornire strumenti e<br />
tecniche propri del processo <strong>manageriale</strong><br />
e quindi riferiti prioritariamente<br />
alle aree di organizzazione e gestione<br />
<strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>, agli indicatori di<br />
qualità <strong>dei</strong> servizi di sanità pubblica,<br />
alla gestione delle risorse umane, ai<br />
criteri di finanziamento e agli elementi<br />
di bilancio e controllo.<br />
Importante è stato quindi prevedere<br />
un’organizzazione che garantisse<br />
il coinvolgimento di tutti i<br />
soggetti interessati per condividere<br />
gli obiettivi formativi, garantire le<br />
competenze necessarie, nonché mantenere<br />
la continuità tra i diversi temi<br />
trattati del percorso formativo.<br />
Per il coordinamento <strong>dei</strong> rapporti<br />
tra i Soggetti istituzionali (Assessorato<br />
alle Politiche Sociali e alla <strong>Salute</strong><br />
– Università degli Studi di Trento<br />
– Azienda provinciale per i Servizi<br />
Sanitari) è stato costituito il Comitato<br />
di coordinamento composto da<br />
referenti delle diverse istituzioni<br />
con i seguenti compiti:<br />
– promuovere la collaborazione tra<br />
i Soggetti istituzionali coinvolti<br />
nella formazione;<br />
– valutare i fabbisogni formativi;<br />
– elaborare l’ordinamento didattico<br />
della formazione <strong>manageriale</strong><br />
delle categorie professionali<br />
interessate, tenendo conto<br />
della normativa di riferimento,<br />
proponendo anche modalità di<br />
frequenza innovative;<br />
– programmare eventuali collaborazioni<br />
con altre realtà, anche<br />
universitarie;<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
– definire i criteri per l’accesso ai<br />
corsi e per la formulazione della<br />
relativa graduatoria di ammissione;<br />
– valutare la congruità degli importi<br />
relativi alla tassa di iscrizione<br />
al corso, proposti dall’Università.<br />
Per la realizzazione delle attività<br />
formative sono stati individuati i<br />
seguenti soggetti e organi collegiali<br />
nominati e costituiti dall’Università<br />
degli Studi di Trento:<br />
a) il Direttore, docente universitario<br />
chiamato a:<br />
- garantire omogeneità metodologica<br />
e didattica;<br />
- presiedere il Comitato Tecnico<br />
Scientifico (CTS);<br />
- sovrintendere il regolare svolgimento<br />
del corso in quanto<br />
responsabile dell’attuazione<br />
<strong>dei</strong> compiti assegnati agli<br />
altri Soggetti coinvolti nella<br />
formazione;<br />
- garantire l’attuazione delle attività<br />
previste nella convenzione<br />
tra la Provincia autonoma di<br />
Trento e l’Università degli Studi<br />
di Trento;<br />
- nominare i docenti e le figure<br />
di staff, sulla base di quanto<br />
deliberato dal Comitato Tecnico<br />
Scientifico;<br />
- relazionare al Comitato Tecnico<br />
Scientifico sull’andamento del<br />
corso.<br />
b) il Comitato Tecnico Scientifico<br />
(CTS), presieduto dal Direttore<br />
del corso impegnato a:<br />
- individuare i criteri, le procedure<br />
e le modalità per la<br />
nomina, da parte del Direttore,<br />
<strong>dei</strong> soggetti coinvolti nella<br />
realizzazione delle attività formative<br />
(docenti, tutori, coordinatore);<br />
- prendere visione del programma<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> fornendo anche<br />
eventuali proposte tecnico<br />
scientifiche;<br />
- verificare periodicamente il<br />
corretto svolgimento del corso;<br />
- predisporre le griglie di valutazione,<br />
il cui giudizio viene utilizzato<br />
per la valutazione finale<br />
individuale complessiva;<br />
- verificare la correttezza delle<br />
metodologie e <strong>dei</strong> contenuti<br />
didattici e degli strumenti di<br />
valutazione in coerenza con il<br />
programma formativo;<br />
- individuare modalità per la valutazione<br />
<strong>dei</strong> processi formativi.<br />
c) il Coordinatore tecnico operativo,<br />
individuato dal Direttore, sulla<br />
base delle indicazioni fornite dal<br />
CTS con i seguenti compiti:<br />
- in collaborazione con il Direttore,<br />
individua e contatta i<br />
docenti, definisce il calendario<br />
<strong>dei</strong> moduli formativi e dell’attività<br />
pratica individuale;<br />
- verifica il regolare svolgimento<br />
delle lezioni e <strong>dei</strong> seminari;<br />
- raccoglie le valutazioni, tramite<br />
le apposite griglie, <strong>dei</strong><br />
medici in formazione;<br />
- collabora con il Direttore nella<br />
predisposizione della relazione<br />
al Comitato Tecnico Scientifico.<br />
Per lo svolgimento dell’esame<br />
finale, in forma di colloquio, si è<br />
prevista l’istituzione di una Commissione<br />
d’esame, costituita dall’Università,<br />
composta dal Direttore<br />
31<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
32<br />
del corso (nel ruolo di Presidente),<br />
da due docenti del corso nominati<br />
dall’Università, integrata da un<br />
rappresentante, della Provincia<br />
Autonoma di Trento (un dirigente)<br />
e da un rappresentante dell’Ordine<br />
provinciale <strong>dei</strong> Medici Chirurghi e<br />
Odontoiatri iscritto nei ruoli <strong>dei</strong><br />
medici del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale,<br />
con il compito di esprimere<br />
il giudizio finale tenendo conto<br />
della qualità dell’elaborato e della<br />
competenza acquisita dal candidato<br />
relativamente a ciascuno <strong>dei</strong> moduli<br />
formativi.<br />
5. Il programma formativo 2<br />
Il corso, di durata pari a 120 ore,<br />
è stato realizzato nell’arco di tre/<br />
quattro mesi, con un impegno mensile<br />
di circa 5 giorni consecutivi.<br />
Obiettivo didattico: fornire ai <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> operanti nell’ambito<br />
della diagnosi e cura, le conoscenze<br />
delle logiche e degli strumenti di<br />
economia e di management necessari<br />
al fine di ricoprire posizioni<br />
di responsabilità organizzativa di<br />
struttura complessa nell’ambito delle<br />
aziende <strong>sanitari</strong>e e delle aziende<br />
ospedaliere.<br />
Metodologia didattica: nell’ambito<br />
del corso è stata utilizzata una<br />
metodologia didattica attiva; le<br />
lezioni tradizionali (lezioni frontali)<br />
sono state affiancate da strumenti<br />
quali analisi e discussione di casi didattici,<br />
incident, role playing, simulazioni<br />
e griglie di analisi, finalizzati<br />
a favorire, tramite la discussione in<br />
piccoli gruppi di lavoro, l’immediata<br />
interiorizzazione <strong>dei</strong> contenuti oggetto<br />
del corso. I casi, le discussioni<br />
guidate, gli incident e, più in generale,<br />
tutti gli strumenti didattici<br />
sono stati focalizzati specificamente<br />
sulle tematiche inerenti la gestione<br />
dell’ambito socio-<strong>sanitari</strong>o.<br />
Materiale didattico: il materiale<br />
didattico di supporto allo svolgimento<br />
dell’iniziativa formativa<br />
(testi, articoli, note didattiche e<br />
casi didattici) è stato predisposto<br />
dai docenti <strong>dei</strong> corsi e fornito a ogni<br />
partecipante.<br />
Orario delle lezioni: dalle 9:00<br />
alle 13:00 e dalle 14:00 alle 1:00,<br />
per un totale di ore di didattica<br />
al giorno.<br />
Contenuti del corso: il corso è stato<br />
articolato in moduli didattici di<br />
cinque giornate consecutive, così da<br />
favorire una specifica ed efficace focalizzazione<br />
sui contenuti del corso<br />
e, nello stesso tempo, favorire lo sviluppo<br />
di un costruttivo clima d’aula.<br />
I GIORNATA<br />
Concetti generali, elementi di economia<br />
<strong>sanitari</strong>a e di economia aziendale;<br />
organizzazione aziendale.<br />
Obiettivo: esplicitare i concetti di<br />
base dell’economia <strong>sanitari</strong>a,<br />
dell’economia aziendale e le<br />
esigenze di integrazione delle<br />
competenze specialistiche con<br />
le competenze gestionali.<br />
Contenuti:<br />
-Presentazione del corso, obiettivi<br />
e “regole del gioco”<br />
-L’oggetto dello studio dell’economia:<br />
il rapporto tra risorse e<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
isogni. Produzione di beni attraverso<br />
i fattori di produzione e<br />
consumo <strong>dei</strong> beni per il soddisfacimento<br />
<strong>dei</strong> consumatori, le due<br />
attività fondamentali dell’uomo<br />
come trasformatore di risorse;<br />
-I sistemi di allocazione delle<br />
risorse: i sistemi basati sulle<br />
norme e sulle gerarchie, i sistemi<br />
basati sulle scelte collettive, i<br />
sistemi di mercato. Le forme di<br />
mercato e le economie miste;<br />
-L’economia <strong>sanitari</strong>a: una branca<br />
dell’economia pubblica. I problemi<br />
economici che si affrontano<br />
nello studio economico della<br />
sanità. Asimmetria dell’informazione,<br />
etica ed economia nelle<br />
scelte <strong>sanitari</strong>e, il rapporto tra la<br />
salute e la ricchezza di un paese;<br />
-La programmazione <strong>sanitari</strong>a. La<br />
programmazione come processo<br />
razionale per l’uso delle risorse.<br />
Il piano <strong>sanitari</strong>o e i cicli del<br />
processo programmatorio. Domanda<br />
di ricovero e offerta di<br />
posti letto;<br />
-I ruoli e le funzioni della dirigenza<br />
nelle aziende e nelle aziende<br />
di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />
-Competenze specialistiche e<br />
competenze gestionali per i responsabili<br />
di struttura complessa;<br />
-Un modello interpretativo dell’organizzazione<br />
delle strutture<br />
aziendali, il modello sistemico;<br />
Le variabili organizzative: loro<br />
definizione e individuazione;<br />
-Analisi e discussione di un caso.<br />
II GIORNATA<br />
Elementi di progettazione organizzativa.<br />
Obiettivo: esplicitare le teorie, le<br />
esperienze e le applicazioni di<br />
base delle discipline organizzative.<br />
Contenuti:<br />
-Metodologie di analisi e progettazione<br />
organizzativa;<br />
-I fabbisogni organizzativi: specializzazione<br />
e integrazione;<br />
-Modelli per l’analisi <strong>dei</strong> fabbisogni<br />
di integrazione;<br />
-Logiche e strumenti di integrazione<br />
nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>;<br />
-Analisi e discussione di un caso<br />
didattico;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento.<br />
III GIORNATA<br />
Le strutture organizzative e il dipartimento<br />
ospedaliero.<br />
Obiettivo: conoscere l’applicazione<br />
delle logiche e delle conoscenze<br />
organizzative allo specifico contesto<br />
delle strutture complesse<br />
ospedaliere<br />
Contenuti:<br />
-I modelli organizzativi;<br />
-Le strutture organizzative di<br />
base: punti di forza e di debolezza;<br />
-Il dipartimento ospedaliero<br />
come modalità di riprogettazione<br />
dell’assistenza ospedaliera;<br />
-L’analisi delle responsabilità<br />
organizzative nelle strutture<br />
dipartimentali;<br />
-Gli strumenti di governo delle<br />
strutture dipartimentali;<br />
-Discussione di un caso didattico;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
33<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
34<br />
IV GIORNATA<br />
La qualità nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
Obiettivo: conoscere l’applicazione<br />
delle logiche e delle conoscenze<br />
organizzative allo specifico contesto<br />
delle strutture complesse<br />
ospedaliere.<br />
Contenuti:<br />
-I sistemi di qualità nelle aziende<br />
di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />
-I diversi approcci: la VRQ, il<br />
Total Quality management, l’accreditamento;<br />
-L’approccio del total quality<br />
management. Il processo di<br />
introduzione della qualità: le<br />
fasi, le persone, il training, gli<br />
strumenti;<br />
-La customer satisfaction;<br />
-Il processo di benchmarking;<br />
-Discussione di un caso didattico;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento.<br />
V GIORNATA<br />
I sistemi di accreditamento nei<br />
sistemi <strong>sanitari</strong> e nelle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
Obiettivo: esplicitare gli approcci<br />
“istituzionali” al tema della qualità<br />
con particolare riferimento al<br />
contesto delle Regioni Italiane<br />
più avanzate in materia.<br />
Contenuti:<br />
-L’autorizzazione, l’accreditamento<br />
e la certificazione delle<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />
-La certificazione del sistema<br />
aziendale secondo l’approccio ISO;<br />
-L’accreditamento delle strutture<br />
<strong>sanitari</strong>e: le linee guida ministeriali;<br />
-I provvedimenti regionali di<br />
definizione <strong>dei</strong> requisiti per l’accreditamento:<br />
le fasi e i tempi di<br />
attuazione;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
VI GIORNATA<br />
I sistemi di programmazione e<br />
controllo di gestione;<br />
i modelli di rappresentazione<br />
aziendale.<br />
Obiettivo: fornire gli elementi conoscitivi<br />
di base utili a comprendere<br />
la logica del sistema di rilevazione<br />
aziendale e le modalità<br />
di redazione <strong>dei</strong> documenti di<br />
sintesi chiarendo in particolare le<br />
differenze tra dinamica economica<br />
e finanziaria della gestione;<br />
fornire i primi elementi per la<br />
conoscenza <strong>dei</strong> meccanismi e<br />
delle logiche di funzionamento<br />
<strong>dei</strong> sistemi di programmazione e<br />
controllo di gestione con particolare<br />
riferimento al ruolo ricoperto<br />
dai medici <strong>dirigenti</strong>.<br />
Contenuti:<br />
-Il processo di programmazione<br />
e controllo di gestione: le sue<br />
peculiarità nelle organizzazioni<br />
<strong>sanitari</strong>e;<br />
-Gli strumenti del controllo di<br />
gestione: contabilità analitica,<br />
sistema di reporting e sistema<br />
di budget;<br />
-Il sistema di contabilità analitica:<br />
logiche e criteri di progettazione<br />
e di funzionamento<br />
-La definizione del piano <strong>dei</strong><br />
centri di costo e del piano <strong>dei</strong><br />
centri di responsabilità;<br />
-Il ruolo <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> responsa-<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
ili delle unità operative nell’ambito<br />
del sistema di contabilità<br />
analitica;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction;<br />
-Il sistema informativo aziendale<br />
e i sottosistemi informativi:<br />
elementi di progettazione e di<br />
utilizzo per il medico dirigente;<br />
-Il sistema di rilevazione: finalità,<br />
oggetto e metodo;<br />
-La dinamica finanziaria e la<br />
dinamica economica della gestione;<br />
-I concetti di costo, ricavo,<br />
uscita finanziaria ed entrata<br />
finanziaria;<br />
-Il bilancio d’esercizio: principi e<br />
tecniche per la sua costruzione;<br />
-Analisi di bilanci di aziende<br />
<strong>sanitari</strong>e e aziende ospedaliere;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
VII GIORNATA<br />
La statistica nella pratica clinica;<br />
analisi di dati qualitativi e quantitativi:<br />
metodi statistici di base;<br />
indicatori <strong>sanitari</strong> per l’analisi<br />
quantitativa <strong>dei</strong> servizi e delle loro<br />
componenti; inferenza statistica;<br />
lettura critica di articoli scientifici;<br />
il budget nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
Obiettivo: fornire gli strumenti<br />
idonei per l’organizzazione e<br />
l’analisi critica <strong>dei</strong> dati, per la<br />
loro sintesi e interpretazione;<br />
conoscere il sistema di budget<br />
nelle aziende <strong>sanitari</strong>e.<br />
Contenuti: (riferiti alla parte relativa<br />
al budget)<br />
-Il ruolo del budget nel sistema<br />
di programmazione e controllo di<br />
gestione;<br />
-I sistemi di gestione budgetaria;<br />
-Il processo di budget: il ruolo<br />
del responsabile di unità operativa<br />
nelle diverse fasi del budget;<br />
-Le fasi del processo di budget.<br />
VIII GIORNATA<br />
Il budget nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>; la valutazione degli investimenti.<br />
Obiettivo: fornire le conoscenze per<br />
poter positivamente interagire<br />
con i competenti organi aziendali<br />
nell’ambito del processo di<br />
budget; fornire gli strumenti di<br />
base per supportare i processi<br />
decisionali con particolare riferimento<br />
alla valutazione dell’andamento<br />
economico delle unità<br />
operative di diagnosi e cura e<br />
alla valutazione delle alternativa<br />
di investimento.<br />
Contenuti:<br />
-La fase di definizione degli<br />
obiettivi di budget: i supporti<br />
informativi necessari;<br />
-L’iter di formulazione degli obiettivi<br />
a livello di unità operativa;<br />
-Il ruolo <strong>dei</strong> responsabili delle<br />
unità operative di diagnosi e<br />
cura nell’ambito del processo di<br />
budget;<br />
-Il sistema di reporting: come<br />
analizzare e utilizzare le informazioni<br />
economiche al fine di<br />
supportare i processi decisionali<br />
delle unità operative;<br />
-L’analisi delle decisioni di<br />
investimento con particolare<br />
35<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
36<br />
riferimento agli investimenti in<br />
tecnologia <strong>sanitari</strong>a;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
IX GIORNATA<br />
La gestione del personale nelle<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
Obiettivo: esplicitare i principi e le<br />
tecniche di gestione del personale<br />
nelle aziende <strong>sanitari</strong>e.<br />
Contenuti:<br />
-Cenni sugli aspetti amministrativi<br />
e normativi <strong>dei</strong> contratti di<br />
lavoro;<br />
-Dotazione organica e carichi di<br />
lavoro;<br />
-Principi e tecniche di gestione<br />
del personale nelle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong>;<br />
-Le peculiarità della gestione<br />
del personale nelle aziende di<br />
servizi;<br />
-I meccanismi operativi per la<br />
gestione del personale: motivazione,<br />
programmazione, selezione,<br />
inserimento;<br />
-La valutazione del personale:<br />
aspetti di ordine generale;<br />
-La valutazione <strong>dei</strong> risultati e<br />
il collegamento con i sistemi<br />
premianti d’azienda;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
X GIORNATA<br />
I sistemi di finanziamento delle<br />
aziende di servizi <strong>sanitari</strong> e la misurazione<br />
delle attività delle unità operative<br />
di diagnosi e cura ospedaliere.<br />
Obiettivo: consolidare le conoscenze<br />
di base in merito alla modalità<br />
di finanziamento delle aziende di<br />
servizi <strong>sanitari</strong> e in merito alla misurazione<br />
del prodotto ospedaliero,<br />
a fini di: valutazione <strong>dei</strong> sistemi di<br />
qualità, prevenzione dell’inappropriatezza,<br />
valutazione dell’output.<br />
Contenuti:<br />
-La spesa <strong>sanitari</strong>a e il suo controllo.<br />
Una breve discussione sull’evoluzione<br />
della spesa <strong>sanitari</strong>a<br />
in Italia e sulle sue determinanti<br />
principali. L’evoluzione delle<br />
modalità di finanziamento del<br />
sistema <strong>sanitari</strong>o italiano;<br />
-Il finanziamento <strong>dei</strong> sistemi<br />
<strong>sanitari</strong> nelle economie moderne.<br />
Le due grandi alternative polari,<br />
il welfare state e la produzione<br />
privata, la dimostrazione della<br />
non esistenza di modelli “puri”. Il<br />
caso degli Stati Uniti d’America;<br />
-Come remunerare i servizi <strong>sanitari</strong>,<br />
le procedure e il loro<br />
rapporto con il sistema giuridico.<br />
Il finanziamento degli ospedali,<br />
le forme tradizionali e il finanziamento<br />
prospettico per caso di<br />
ricovero omogeneo, i Drg;<br />
-Le più recenti tendenze nell’evoluzione<br />
del settore <strong>sanitari</strong>o<br />
pubblico, il finanziamento <strong>dei</strong><br />
servizi <strong>sanitari</strong> nel modello <strong>dei</strong><br />
quasi-mercati britannici;<br />
-Esercitazione sul campo: confronti<br />
tra Drg.<br />
XI GIORNATA<br />
Elementi di etica per la gestione<br />
delle attività <strong>sanitari</strong>e; tecniche di<br />
gestione <strong>dei</strong> conflitti e della negoziazione.<br />
Obiettivo: fornire le conoscenze e<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
gli strumenti idonei ad affrontare<br />
le condizioni di diversa<br />
motivazione al lavoro <strong>dei</strong> propri<br />
collaboratori e ad affrontare le<br />
relazioni organizzative con l’alta<br />
direzione.<br />
Contenuti:<br />
-La gestione <strong>dei</strong> conflitti inter e<br />
intra unità operativa;<br />
-Le principali tipologie di conflitti<br />
presenti nelle organizzazioni;<br />
-Sintomi e cause del conflitto;<br />
-Classificazione <strong>dei</strong> conflitti organizzativi:<br />
cause fisiologiche e<br />
cause patologiche di conflitto.<br />
XII GIORNATA<br />
Tecniche di gestione <strong>dei</strong> conflitti e<br />
della negoziazione (continua dalla<br />
XI Giornata); la leadership e la carta<br />
<strong>dei</strong> servizi.<br />
Obiettivo: fornire le conoscenze e<br />
gli strumenti idonei ad affrontare<br />
le condizioni di diversa<br />
motivazione al lavoro <strong>dei</strong> propri<br />
collaboratori e ad affrontare le<br />
relazioni organizzative con l’alta<br />
direzione (continua dalla XI Giornata);<br />
favorire l’apprendimento<br />
degli strumenti idonei a motivare<br />
e coinvolgere il personale nel<br />
perseguimento della mission<br />
aziendale e nel conseguimento<br />
di specifici obiettivi.<br />
Contenuti:<br />
-I conflitti organizzativi e professionali;<br />
-Cenni sui modelli e sulle tecniche<br />
di negoziazione;<br />
-Lo stile di direzione e la leadership<br />
organizzativa;<br />
-L’importanza della leadership<br />
nelle organizzazioni professionali;<br />
-Definizione di leadership.<br />
XIII GIORNATA<br />
La leadership e la carta <strong>dei</strong> servizi<br />
(continua dalla XII Giornata); la comunicazione<br />
nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>.<br />
Obiettivo: favorire l’apprendimento<br />
degli strumenti idonei a motivare<br />
e coinvolgere il personale<br />
nel perseguimento della mission<br />
aziendale e nel conseguimento<br />
di specifici obiettivi (continua<br />
dalla XII Giornata); conoscere le<br />
tecniche di comunicazione.<br />
Contenuti:<br />
-I vari tipi di leadership e il<br />
modello della leadership situazionale;<br />
-Simulazioni d’aula con i partecipanti;<br />
-L’applicabilità degli strumenti di<br />
marketing nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>;<br />
-La comunicazione interna ed<br />
esterna e il governo delle relazioni<br />
con gli utenti <strong>dei</strong> servizi<br />
<strong>sanitari</strong>;<br />
-La comunicazione medico-paziente;<br />
-La gestione delle relazioni con<br />
gli utenti: la carta <strong>dei</strong> servizi, la<br />
comunicazione con le altre unità<br />
operative e con i medici di base;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento.<br />
XIV GIORNATA<br />
Principi di valutazione economica<br />
in sanità.<br />
Obiettivo: fornire gli strumenti di<br />
base per la valutazione delle<br />
implicazioni economiche delle<br />
scelte di ordine clinico terapeutico<br />
e per sapere interpretare<br />
correttamente le evoluzioni<br />
37<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
3<br />
della ricerca scientifica in campo<br />
clinico<br />
Contenuti:<br />
-A che cosa serve la valutazione<br />
economica e a chi serve. Una<br />
breve introduzione alle finalità<br />
della valutazione economica<br />
nella sanità;<br />
-Cost-benefit analysis e Costminimization<br />
analysis;<br />
-Cost-effectiveness analysis;<br />
-Cost-utility analysis;<br />
-Cost-benefit analysis;<br />
-Un confronto tra le tecniche di<br />
valutazione illustrate;<br />
-Esercizi di approfondimento sui<br />
temi trattati;<br />
-Autovalutazione del grado di<br />
apprendimento;<br />
-Somministrazione <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction.<br />
XV GIORNATA<br />
L’epidemiologia nella pratica clinica.<br />
Obiettivo: fornire gli elementi di<br />
base per sviluppare un linguaggio<br />
comune per interagire con<br />
altre professionalità dell’area<br />
<strong>sanitari</strong>a; illustrare i vari tipi di<br />
studio epidemiologico e le tecniche<br />
associative utilizzabili nella<br />
pratica clinica e nella gestione<br />
operativa.<br />
Contenuti:<br />
-L’approccio epidemiologico;<br />
natura e funzioni dell’epidemiologia;<br />
-L’informazione statistica sullo<br />
stato <strong>sanitari</strong>o nazionale e provinciale;<br />
-Misure di occorrenza di malattia:<br />
prevalenza, incidenza, rischio.<br />
Il ruolo <strong>dei</strong> denominatori;<br />
-Misure di associazione: analisi e<br />
valutazione <strong>dei</strong> fattori prognostici:<br />
rischio relativo e odds ratio;<br />
confondimento e modificazione<br />
di effetto;<br />
-Indicatori sociali, <strong>sanitari</strong> e di<br />
salute (mortalità, morbidità, disabilità,<br />
ecc.). Misure di impatto<br />
in sanità pubblica;<br />
-Metodi di indagine epidemiologica.<br />
Disegno degli studi analitici;<br />
-I registri di patologia;<br />
-Giudizio sulla sicurezza <strong>dei</strong> farmaci<br />
e di altre procedure cliniche;<br />
-Screening e prevenzione;<br />
-L’epidemiologia e la valutazione<br />
dell’evidenza scientifica.<br />
6. la formazione continua post<br />
certificazione<br />
Dal 2002 al 2006 sono state realizzate,<br />
tramite l’Università degli<br />
Studi di Trento (deliberazione della<br />
Giunta provinciale n. 2950 del 5<br />
novembre 2001), otto edizioni del<br />
Corso di formazione <strong>manageriale</strong><br />
coinvolgendo n. 24 professionisti,<br />
che sono ora iscritti nell’apposito<br />
registro provinciale, istituito con<br />
deliberazione della Giunta provinciale<br />
n. 1374 del 1 luglio 2005 e<br />
aggiornato con determinazione del<br />
dirigente del Servizio Innovazione<br />
e formazione per la salute n. 27 del<br />
22 agosto 2006.<br />
L’andamento delle iscrizioni ai<br />
corsi di formazione <strong>manageriale</strong> e il<br />
numero <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> qualificati<br />
sono riportati in Tabella 2.<br />
Accanto al Corso di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> si è ritenuto opportuno<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Tab. 2.<br />
Andamento delle<br />
iscrizioni ai corsi<br />
di formazione<br />
<strong>manageriale</strong><br />
e numero <strong>dei</strong><br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
qualificati<br />
Edizione<br />
I edizione<br />
aprile – ottobre 2002<br />
II edizione<br />
novembre 2002 – aprile 2003<br />
richieste di<br />
ammissione<br />
ammessi<br />
Qualificati<br />
50 25 25<br />
7 40 40<br />
III edizione<br />
maggio – ottobre 2003<br />
IV edizione<br />
settembre 2003 – febbraio 2004<br />
V edizione<br />
marzo – settembre 2004<br />
VI edizione<br />
novembre 2004 – giugno 2005<br />
VII edizione<br />
aprile – novembre 2005<br />
VIII edizione<br />
novembre 2005 – febbraio 2006<br />
3<br />
111<br />
125<br />
31 31<br />
32 32<br />
31 31<br />
30 29<br />
30 30<br />
30 30<br />
Totale 447 249 248<br />
realizzare iniziative di approfondimento,<br />
finalizzate a garantire lo<br />
sviluppo delle conoscenze nonché<br />
mantenere la validità del certificato<br />
di formazione, tenuto conto che<br />
il predetto Accordo interregionale<br />
vincola il dirigente <strong>sanitari</strong>o<br />
formato a frequentare, nei trienni<br />
successivi alla data di conseguimento<br />
del certificato, tali iniziative<br />
di formazione continua.<br />
Sono state pertanto realizzate,<br />
con spesa a carico della Provincia<br />
Autonoma di Trento, n. 6 edizioni<br />
di corsi coinvolgendo n. 152 <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong>, di due giornate ciascuna,<br />
sul tema “La valutazione del<br />
personale nelle aziende <strong>sanitari</strong>e”<br />
sempre tramite la collaborazione<br />
dell’Università degli Studi di Trento.<br />
Tale argomento è stato individuato<br />
come prioritario dal predetto<br />
Comitato di coordinamento in<br />
quanto non trattato nell’ambito del<br />
corso di formazione <strong>manageriale</strong>,<br />
ma di notevole importanza per la<br />
dirigenza <strong>sanitari</strong>a; gli altri temi<br />
ritenuti rilevanti, sono stati:<br />
– Etica, equità ed economia;<br />
– Clinical governance management<br />
per il governo clinico;<br />
39<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nella Provincia autonoma di Trento<br />
40<br />
– La gestione del rischio clinico<br />
nelle aziende di servizi <strong>sanitari</strong>;<br />
– Analisi della sopravvivenza;<br />
– La comunicazione interna ed<br />
esterna nelle aziende di servizi<br />
<strong>sanitari</strong>;<br />
– Modelli di regressione in epidemiologia;<br />
- Balanced scorecard e percorso<br />
del paziente per supportare le<br />
decisioni in sanità.<br />
noTE<br />
[1] La modifica del titolo V della<br />
parte seconda della Costituzione<br />
-Legge Costituzionale 1<br />
ottobre 2001 n. 3 – ha nel frattempo<br />
riconosciuto alle regioni<br />
la potestà regolamentare in<br />
tale materia in quanto all’art.<br />
3 si prevede che la potestà regolamentare<br />
spetta allo Stato<br />
nelle materie di legislazione<br />
esclusiva.<br />
[2] Il programma è stato elaborato<br />
dal gruppo di progettazione<br />
costituito dall’Assessore provinciale<br />
alle politiche sociali e alla<br />
salute con nota prot. n. 325 di<br />
data 31 gennaio 2001, coordinato<br />
dal Dirigente generale<br />
del Dipartimento provinciale<br />
salute e attività sociali dott.<br />
Giorgio Paolino e composto dai<br />
signori dott. Luciano Pontalti<br />
e dott.ssa Franca Bellotti della<br />
Provincia autonoma di Trento,<br />
prof. Andrea Francesconi, prof.<br />
Rocco Micciolo e prof. Luigi<br />
Mittone dell’Università degli<br />
Studi di Trento, prof. Marcello<br />
Disertori, dott. Giovanni<br />
Dossi e dott. Fabrizio Fontana<br />
dell’Azienda provinciale per i<br />
servizi <strong>sanitari</strong>.<br />
Franca Bellotti è Direttore dell’Ufficio formazione<br />
e sviluppo delle risorse umane,<br />
Assessorato alle Politiche per la <strong>Salute</strong><br />
della Provincia Autonoma di Trento.<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Oltre le competenze<br />
specialistiche: la<br />
formazione <strong>manageriale</strong><br />
<strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
nell’Azienda Provinciale<br />
per i Servizi Sanitari di<br />
Trento<br />
Fabrizio Fontana, Silvia Pedrolli<br />
1. Il processo di cambiamento<br />
della sanità pubblica<br />
Trasformazione da sistema burocratico<br />
a sistema aperto e flessibile,<br />
attenzione ai diversi “portatori<br />
d’interesse” che ruotano intorno al<br />
sistema <strong>sanitari</strong>o, introduzione di<br />
termini gestionali (quale “Azienda”<br />
per indicare un’organizzazione che<br />
eroga prestazioni cliniche), passaggio<br />
dal concetto di “pazienteutente”<br />
a “cliente”, introduzione<br />
di sistemi di gestione tipici delle<br />
aziende private: questi sono gli<br />
elementi chiave del vasto processo<br />
di aziendalizzazione del Sistema<br />
Sanitario Nazionale (SSN).<br />
In risposta a questi necessari<br />
cambiamenti che si sviluppano non<br />
solo a livello locale, ma su scala<br />
internazionale, nasce un nuovo<br />
modo di gestire il settore pubblico,<br />
quello che il sistema anglosassone<br />
definisce new public management.<br />
Con esso si fa strada l’idea che per<br />
garantire al meglio i diversi servizi<br />
alla collettività, è auspicabile abbandonare<br />
la tradizionale burocrazia<br />
per adottare modelli di gestione<br />
decentrata, mentalità e tecniche<br />
manageriali, strutture organizzative,<br />
norme, valori in linea con il<br />
settore privato, come l’efficienza e<br />
il dinamismo (Hood, 1991; Ranade,<br />
1994).<br />
In questo contesto è di fondamentale<br />
importanza capire che<br />
il cambiamento impatta in modo<br />
significativo non solo sulla parte<br />
“hard” di un’organizzazione (articolazione<br />
delle strutture, processi,<br />
flussi e sistemi informativi, ecc.),<br />
ma soprattutto su quella “soft”, vale<br />
a dire sulla cultura e sul modo di<br />
“essere parte del sistema aziendale”<br />
<strong>dei</strong> professionisti <strong>sanitari</strong>, su ciò<br />
che l’Azienda si aspetta da ciascuno<br />
di essi e, conseguentemente, sulle<br />
competenze del singolo.<br />
La complessità operativa e strategica,<br />
connesso al processo di<br />
aziendalizzazione, rende quindi<br />
necessario un tipo di organizzazione<br />
professionale che sia molto più<br />
dinamica e integrata di quella tradizionale<br />
e di stampo burocratico.<br />
Infatti, gli obiettivi, che di volta<br />
in volta vengono affidati alle aziende<br />
<strong>sanitari</strong>e (oltre allo svolgimento<br />
delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e quotidiane<br />
e alla tutela generale della<br />
salute), sono realizzati attraverso<br />
assetti organizzativi avanzati e<br />
sofisticati, che richiedono ai diversi<br />
professionisti della salute di esprimere<br />
livelli alti di cultura gestionale<br />
e comportamenti organizzativi che<br />
si differenziano molto da quelli praticati<br />
nella sanità pubblica di vecchio<br />
stampo, in cui “limitato–spiega<br />
Rebora (1999: 140)–è il ruolo di<br />
coordinamento del management,<br />
dato che i professionisti operano<br />
41<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />
42<br />
con notevole autonomia… e spesso<br />
spiccato individualismo”.<br />
Uno <strong>dei</strong> più forti cambiamenti<br />
che ha interessato il personale clinico<br />
-<strong>sanitari</strong>o, quindi, è stato quello<br />
di assimilare rapidamente le logiche<br />
di gestione per obiettivi e tecniche<br />
di valutazione economica-<strong>manageriale</strong>,<br />
senza sacrificare per questo la<br />
competenza e la sensibilità di tipo<br />
specificatamente professionale.<br />
Da qui deriva la volontà di qualificare<br />
in modo formale la dirigenza<br />
<strong>sanitari</strong>a dal 1993 1 , attribuendo<br />
così a tutto il personale medico<br />
e agli altri specialisti <strong>sanitari</strong><br />
autonomia tecnico-professionale<br />
nello svolgere le proprie funzioni<br />
(Rebora, 1999).<br />
Gestire i professionisti non è<br />
facile: occuparsi di <strong>dirigenti</strong> medici<br />
implica un confronto diretto con<br />
persone con un livello di istruzione<br />
elevato e soprattutto consapevoli<br />
che le loro competenze e il loro ruolo<br />
sono vitali per l’organizzazione<br />
e per l’erogazione di prestazioni di<br />
qualità (De Pietro, 2005).<br />
Affinché essi siano altrettanto<br />
in grado di realizzare i nuovi obiettivi<br />
(clinici, ma anche manageriali)<br />
che l’aziendalizzazione comporta, è<br />
necessario gestire i <strong>dirigenti</strong> medici<br />
attraverso un insieme di sistemi e<br />
strumenti integrati che rendano<br />
evidente quali siano le competenze<br />
richieste al singolo, quelle<br />
già possedute, e come è possibile<br />
colmarne il gap.<br />
Per poter rendere fattibile una<br />
gestione del personale medico in<br />
tal senso, è necessario “preparare”<br />
l’organizzazione, introducendo un<br />
modello organizzativo che preveda<br />
una maggiore responsabilizzazione<br />
e misurazione <strong>dei</strong> risultati conseguiti,<br />
come già da tempo avviene<br />
nell’Azienda Provinciale per i Servizi<br />
Sanitari di Trento.<br />
2. Il contesto dell’aPSS<br />
Come previsto dalla legge provinciale<br />
10/93, la mission dell’APSS è la<br />
seguente: “L’APSS, gestisce in modo<br />
coordinato i servizi e le attività<br />
<strong>sanitari</strong>e pubbliche per l’intero territorio<br />
provinciale secondo quanto<br />
previsto dalla legge, dal Piano <strong>sanitari</strong>o<br />
provinciale e dalle direttive<br />
della Giunta provinciale”.<br />
È quindi indispensabile che<br />
chi è coinvolto nella realizzazione<br />
quotidiana della mission, possieda<br />
gli strumenti manageriali adeguati<br />
e, ancora più, sappia utilizzarli attraverso<br />
l’applicazione di specifiche<br />
competenze diverse, a secondo del<br />
ruolo ricoperto. Appare evidente<br />
che i <strong>dirigenti</strong> medici in generale,<br />
i Direttori di Struttura Complessa<br />
e di Articolazione Fondamentale<br />
(Dipartimento, Ospedale, Distretto)<br />
in particolare, rappresentino le categorie<br />
di professionisti più interessati<br />
alla questione. 2<br />
Affinché questo si realizzi, l’APSS<br />
si è dotata di meccanismi di governance<br />
di tipo aziendale, come un<br />
sistema di pianificazione strategica,<br />
uno di programmazione e controllo,<br />
un insieme di sistemi informativi<br />
e, elemento non meno importante,<br />
una gestione del personale che non<br />
vuole solo occuparsi della parte<br />
burocratica di pura amministrazione<br />
delle risorse umane (concorsi, retri-<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
uzione, mobilità), ma che si prende<br />
cura dello sviluppo delle competenze<br />
<strong>dei</strong> propri collaboratori.<br />
In relazione ai nuovi strumenti<br />
manageriali e alle nuove competenze<br />
richieste, in alcune realtà italiane<br />
il cambiamento ha seguito una logica<br />
top down, quasi “imponendo” i<br />
valori e la nuova cultura necessaria.<br />
Questo, secondo diversi autori, tra i<br />
quali si ricordano Mabey e Salaman<br />
(1995), sarebbe necessario per tre<br />
motivi:<br />
1. un approccio di tipo cooperativo<br />
avrebbe inciso negativamente<br />
sulla performance per il tempo<br />
e le risorse eventualmente impiegate;<br />
2. il precedente sistema burocratico<br />
andava cambiato velocemente<br />
con un sistema di gestione più<br />
<strong>manageriale</strong>;<br />
3. l’introduzione del sistema <strong>manageriale</strong><br />
e la ridefinizione delle<br />
responsabilità portava la necessità<br />
di ridurre la storica incomprensione<br />
tra ruoli medici e ruoli<br />
gestionali.<br />
Questi motivi avrebbero reso<br />
inevitabile l’approccio top down alla<br />
gestione dell’aziendalizzazione della<br />
sanità pubblica, con un’introduzione<br />
“quasi forzata” delle logiche manageriali<br />
da parte del vertice (scelta<br />
approvata anche da Bate, 1990).<br />
Ciò, infatti, ha il pregio di offrire un<br />
preciso coordinamento e una chiara<br />
direzione alla strategia aziendale e<br />
ai sistemi di gestione delle risorse<br />
umane, ma presenta il rischio che<br />
il cambiamento e l’introduzione di<br />
nuovi strumenti di gestione aziendale<br />
non vengano compresi da tutto<br />
il personale.<br />
Per evitare questo, l’APSS ha<br />
volontariamente scelto di redigere<br />
il Piano Aziendale di Sviluppo Strategico,<br />
documento programmatorio<br />
a valenza quinquennale che delinea<br />
la strategia operativa aziendale e<br />
che dà una direzione comune ai<br />
suoi collaboratori, aiutandoli a interiorizzare<br />
una gestione <strong>dei</strong> servizi<br />
<strong>sanitari</strong> di tipo “aziendale”.<br />
Per sottolineare come in APSS le<br />
persone siano considerate il cuore<br />
dell’organizzazione, il PASS 2005-<br />
2009 è stato intitolato “Costruire<br />
la rete. Dalle competenze <strong>dei</strong> singoli<br />
alle azioni del gruppo”, e si compone<br />
di tre parti: il contesto, le<br />
attività e le persone.<br />
La parte del contesto delinea<br />
i confini entro i quali si svolge<br />
la complessa azione dell’APSS,<br />
distinguendo tra contesto “dato”<br />
(mission) e quello “scelto” (vision<br />
e linee strategiche).<br />
La seconda parte descrive i metodi<br />
che sono utilizzati per garantire la<br />
mission aziendale. A questo scopo,<br />
il processo di pianificazione, realizzazione<br />
e controllo delle attività si<br />
sviluppa attraverso azioni guida, che<br />
orientano sia i processi assistenziali<br />
che quelli tecnico-amministrativi.<br />
Infine, la terza parte, sulle persone,<br />
riguarda la gestione strategica<br />
delle risorse umane. A questo proposito,<br />
l’Azienda ha affiancato ai<br />
tradizionali strumenti di “governo”<br />
(budget, controllo di gestione, ecc.)<br />
altri strumenti che tendono sia a<br />
orientare le scelte individuali (per<br />
esempio, i sistemi di misurazione<br />
del raggiungimento degli obiettivi<br />
43
nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />
44<br />
individuali), sia a favorire l’emergere<br />
dell’intelligenza interna del gruppo<br />
e la sua voglia di superare la resistenza<br />
al cambiamento.<br />
Uno di tali strumenti è il Modello<br />
EFQM, proposto dalla European<br />
Foundation for Quality Management,<br />
che si applica a tutte le organizzazioni,<br />
a prescindere dal settore di<br />
appartenenza.<br />
In APSS, esso è utilizzato con le<br />
seguenti finalità:<br />
– come base di un linguaggio e una<br />
mentalità comuni e condivisi a<br />
ogni livello dell’organizzazione;<br />
– come struttura sulla quale organizzare<br />
il sistema di management;<br />
– come strumento di autovalutazione<br />
sia per l’intera organizzazione,<br />
che nello specifico per il<br />
singolo dirigente medico, il quale<br />
periodicamente (a fine incarico)<br />
è valutato sulla base <strong>dei</strong> cinque<br />
fattori che costituiscono il modello<br />
(leadership, gestione di politiche<br />
e strategie, gestione del<br />
personale, gestione di alleanze e<br />
risorse, gestione <strong>dei</strong> processi).<br />
Compito dell’organizzazione,<br />
però, non è solo quello di fornire<br />
i tools necessari a una gestione di<br />
tipo <strong>manageriale</strong> (attraverso la redazione<br />
del PASS, l’applicazione del<br />
Modello EFQM e di meccanismi di governance<br />
avanzati), ma soprattutto<br />
è quello di garantire che le persone<br />
che utilizzano tali strumenti siano<br />
in grado di farlo.<br />
Per questo, l’APSS non solo ha<br />
attivato una serie di azioni formative<br />
di stampo tradizionale, di tipo<br />
interno-residenziale ed esterno, atte<br />
a “istruire” il proprio personale su<br />
come applicare i nuovi strumenti<br />
introdotti, ma ha anche coraggiosamente<br />
scelto di introdurre <strong>dei</strong><br />
meccanismi di gestione del personale<br />
che facilitino l’interiorizzazione<br />
delle nuove competenze da parte del<br />
personale medico, tradizionalmente<br />
ancorato alle proprie competenze<br />
specialistiche.<br />
La scelta di rinforzare la formazione<br />
tradizionale con innovativi<br />
sistemi di gestione del personale<br />
(per esempio, l’introduzione del<br />
modello delle competenze e della<br />
job description) deriva dalla duplice<br />
consapevolezza che nessun medico<br />
è in grado di ottimizzare l’uso degli<br />
strumenti manageriali senza un forte<br />
supporto da parte dell’organizzazione<br />
di appartenenza, ma al tempo<br />
stesso nessun dirigente medico è<br />
in grado di coprire totalmente il<br />
proprio ruolo (che, come dice la qualifica<br />
stessa, è dirigenziale), senza la<br />
volontà di apprendere conoscenze e<br />
capacità manageriali.<br />
3. l’interiorizzazione delle nuove<br />
competenze<br />
Come accennato in precedenza,<br />
l’esperienza dell’APSS per quanto<br />
riguarda l’introduzione di aspetti<br />
manageriali nella conduzione delle<br />
diverse Unità Operative e Servizi,<br />
non si limita all’erogazione di corsi<br />
formativi destinati a <strong>dirigenti</strong> medici<br />
che necessitano di approfondire<br />
argomenti quali la gestione delle<br />
risorse (umane, monetarie o tecnologiche),<br />
ma a sistemi di interiorizzazione<br />
delle nuove competenze più<br />
innovativi.
Prima di entrare nel merito di<br />
questi sistemi, che su certi aspetti<br />
superano il tradizionale apprendimento,<br />
è utile soffermarsi sulla<br />
formazione aziendale.<br />
La centralità di quest’ultima nei<br />
sistemi di gestione del personale<br />
dimostra come l’attenzione allo sviluppo<br />
delle competenze sia specialistiche<br />
che manageriali del personale<br />
medico (e non solo) in APSS sia di<br />
fondamentale importanza.<br />
Questo aspetto è sottolineato<br />
anche ne “Il Bilancio Sociale e del<br />
Capitale Intellettuale – 2006”, in cui<br />
la formazione è definita come:<br />
– leva strategica per il raggiungimento<br />
degli obiettivi aziendali<br />
e per lo sviluppo della salute<br />
(come si può facilmente notare,<br />
l’aspetto strettamente clinico e<br />
quello <strong>manageriale</strong> sono citati,<br />
non a caso, insieme);<br />
– agente di promozione culturale<br />
per una gestione integrata tra<br />
professioni e centrata sulla persona;<br />
– modalità per realizzare la valorizzazione<br />
del professionista<br />
anche in un’ottica di sviluppo<br />
professionale;<br />
– integrazione <strong>dei</strong> saperi come<br />
risorsa collettiva.<br />
La formazione <strong>sanitari</strong>a nazionale<br />
prevede che i medici accumulino<br />
30 crediti annuali di Educazione<br />
Continua in Medicina (ECM) per<br />
garantire l’aggiornamento professionale.<br />
A questo scopo l’APSS<br />
incentiva i propri <strong>dirigenti</strong> medici a<br />
partecipare non solo alle iniziative<br />
di formazione in aula o sul campo,<br />
organizzati internamente, ma anche<br />
a seminari, convegni sia nazionali<br />
che internazionali, che affrontino<br />
argomenti sia di tipo specialisticoclinico<br />
che <strong>manageriale</strong>. 3<br />
Questo perché ci si è resi conto,<br />
in qualità di azienda, della necessità<br />
di offrire ai <strong>dirigenti</strong> medici la possibilità<br />
di acquisire sia le conoscenze<br />
di logiche e di strumenti mutuati<br />
dall’economia e dal management, sia<br />
le capacità necessarie per armonizzare<br />
le esigenze e gli obiettivi di governo<br />
clinico del settore diretto con<br />
le esigenze e gli obiettivi strategici<br />
dell'intera azienda <strong>sanitari</strong>a.<br />
A questo proposito, confrontando<br />
la propria realtà con altre<br />
esperienze del panorama nazionale e<br />
internazionale, ci si sta accorgendo<br />
di come la formazione, rivolta a ruoli<br />
con un background particolarmente<br />
tecnico-specialistico, ma allo stesso<br />
tempo inseriti in un ambiente<br />
aziendale, non deve limitarsi a<br />
erogare generici corsi sulle logiche<br />
aziendali, ma deve arricchirsi di<br />
contenuti specifici, che forniscano<br />
reali competenze, applicabili nel<br />
contesto di riferimento.<br />
In merito a ciò, si riportano come<br />
spunti di riflessione ed esemplificazione,<br />
<strong>dei</strong> seminari proposti dalla<br />
British Association Medical Managers,<br />
associazione del Regno Unito che ha<br />
lo scopo di promuovere, sviluppare e<br />
consolidare la funzione <strong>manageriale</strong><br />
nella professione medica. I temi<br />
trattati sono di tipo conoscitivo,<br />
come “La finanza nel Sistema <strong>sanitari</strong>o<br />
pubblico” o “La comunicazione<br />
con i media”, ma non si tralasciano<br />
argomenti più strettamente comportamentali,<br />
come “Negoziare nel<br />
Sistema <strong>sanitari</strong>o pubblico” o “Come<br />
45
nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />
46<br />
relazionarsi con i colleghi difficili”.<br />
Questi esempi aiutano a riflettere<br />
su quanto sia importante non solo<br />
capire come funzionano i diversi<br />
sistemi alla base dell’organizzazione,<br />
ma è necessario anche sviluppare<br />
delle capacità e delle abilità che ne<br />
permettano un’efficace applicazione.<br />
Come ricordato in precedenza,<br />
però, per garantire una reale interiorizzazione<br />
di quanto è possibile acquisire<br />
attraverso un apprendimento<br />
tradizionale (formazione in aula o<br />
sul campo, convegni, seminari),<br />
l’APSS sceglie di sostenere lo sviluppo<br />
delle competenze attraverso<br />
strumenti di nuova applicazione<br />
per un’organizzazione operante in<br />
ambito <strong>sanitari</strong>o.<br />
Tali strumenti (job description,<br />
innovative tecniche di sviluppo,<br />
ecc.) hanno un denominatore comune<br />
che va sotto il nome di Modello<br />
delle Competenze.<br />
La scelta dell’APSS di orientarsi<br />
verso una gestione basata sulle<br />
competenze, deriva dall’importanza<br />
attribuita alle stesse. Esse sono ritenute<br />
il fondamentale elemento di<br />
incontro tra le esigenze organizzative<br />
e il ruolo <strong>dei</strong> singoli individui.<br />
La definizione, quindi, di un modello<br />
delle competenze è particolarmente<br />
rilevante, perché si pone l’obiettivo<br />
di costruire piani di sviluppo a livello<br />
individuale e di gruppo, volti a<br />
rinforzare quelle richieste dal ruolo<br />
che la persona ricopre, sia attualmente<br />
che in prospettiva.<br />
La definizione e validazione del<br />
modello, poiché di recente introduzione,<br />
è stata sperimentata non<br />
su tutte le figure mediche presenti<br />
in Azienda, ma al momento solo su<br />
quella che risente di più dell’integrazione<br />
delle competenze specialistiche<br />
e manageriali: il Direttore di<br />
Struttura Complessa clinico.<br />
La sperimentazione ha l’obiettivo<br />
di provare il modello su questo<br />
ruolo particolarmente strategico<br />
per l’Azienda, in modo da poterne<br />
valutare una sua più completa diffusione<br />
su tutte le figure <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />
medici.<br />
Attraverso una serie di incontri<br />
svolti in Azienda con i rappresentanti<br />
del ruolo, si è integrata la job<br />
description già esistente (e già adottata<br />
in alcuni sistemi del personale,<br />
quale, per esempio, la selezione <strong>dei</strong><br />
nuovi Direttori) con le competenze<br />
necessarie per svolgere le responsabilità<br />
e i criteri di performance<br />
esplicitati nel profilo.<br />
Come accennato in precedenza,<br />
l’introduzione del profilo di ruolo nei<br />
sistemi di gestione del personale, oltre<br />
a garantire coerenza tra i sistemi<br />
stessi (poiché essi sono delineati<br />
sulla base dello stesso filo conduttore),<br />
orienta l’azione individuale<br />
fungendo da punto di riferimento<br />
per ciascun professionista. In questo<br />
modo la job description favorisce<br />
il cambiamento culturale <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong><br />
medici, rendendo possibile<br />
l’interiorizzazione del “nuovo” ruolo<br />
clinico-<strong>manageriale</strong>.<br />
La job description <strong>dei</strong> Direttori<br />
di Struttura Complessa precisa sia<br />
l’obiettivo del ruolo nel particolare<br />
contesto dell’APSS, sia le attività e<br />
i criteri di performance che chi lo
icopre deve saper implementare (a<br />
livelli diversi, a seconda delle contingenze).<br />
Nel processo di costruzione<br />
del profilo, si è scelto di tenere<br />
conto del Modello EFQM perché questo<br />
si è rivelato utile non solo come<br />
supporto a specifiche iniziative<br />
di miglioramento, ma soprattutto<br />
perché ha contribuito a collegare i<br />
diversi processi aziendali, l’analisi<br />
<strong>dei</strong> fattori con la misurazione <strong>dei</strong> risultati,<br />
le diverse professionalità tra<br />
loro, le esigenze degli stakeholder<br />
e la loro soddisfazione. Inoltre, nell’elaborazione<br />
della job description<br />
si è ritenuto più utile concentrarsi<br />
solo sulle attività manageriali, trasversali<br />
per tutti i Direttori delle<br />
diverse Unità Operative e Servizi,<br />
tralasciando quelle di disciplina. È<br />
evidente che sarebbe stato troppo<br />
complesso e poco applicabile la<br />
stesura di un profilo diverso per<br />
Direttore a seconda delle diverse<br />
specializzazioni.<br />
Pur avendo dettagliato in modo<br />
preciso la funzione del Direttore in<br />
APSS, ci si è resi conto che il passaggio<br />
tra la definizione delle aspettative<br />
dell’Azienda verso un ruolo e l’effettiva<br />
applicazione di queste, non<br />
sempre è così immediato ed esplicito.<br />
Per questo motivo, si è deciso<br />
di associare alle attività le relative<br />
competenze. In questo modo il dirigente<br />
non solo conosce il significato<br />
del proprio ruolo, contestualizzato<br />
nella realtà aziendale, ma può facilmente<br />
individuare qual è il suo gap<br />
di competenze in relazione a esso.<br />
La job description in APSS ha<br />
lo scopo di aiutare le persone che<br />
ricoprono il ruolo a determinare le<br />
loro aree di miglioramento e, conseguentemente,<br />
il proprio percorso<br />
di sviluppo. L’intenzione dell’Azienda<br />
è quella di introdurre un sistema<br />
di sviluppo che, partendo da una<br />
riflessione della persona sulla base<br />
del profilo di ruolo di riferimento,<br />
permetta di individuare quali siano<br />
i propri punti di forza e quelli sui<br />
quali è necessario investire il proprio<br />
sviluppo.<br />
È proprio a questo punto che si<br />
inserisce l’elemento di innovazione<br />
rispetto alla tradizionale formazione<br />
<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici in<br />
APSS.<br />
Il salto di qualità che l’Azienda<br />
sta realizzando è proprio quello<br />
di capire che l’interiorizzazione di<br />
nuove competenze (e il rinforzo di<br />
quelle già apprese) non si esaurisce<br />
attraverso l’apprendimento abituale<br />
con le iniziative di formazione in<br />
aula o sul campo, nei convegni o<br />
seminari, ma anche attraverso nuove<br />
forme di sviluppo, non ancora<br />
entrate nella cultura gestionale di<br />
un’organizzazione <strong>sanitari</strong>a, ma che<br />
hanno il vantaggio di concentrarsi<br />
su ogni singolo individuo. Esse<br />
sono:<br />
– le azioni di sviluppo del tipo<br />
“one to one” come counselling<br />
o mentoring: sono percorsi di<br />
due/tre incontri con una figura<br />
di rilievo in termini di esperienza<br />
e carisma all’interno dell’APSS o<br />
con un esperto esterno. Le tematiche<br />
in cui queste modalità<br />
di sviluppo è efficace sono, per<br />
esempio, l’ambito strategico, la<br />
gestione <strong>dei</strong> propri collaboratori,<br />
la gestione del proprio ruolo;<br />
47
nell’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari<br />
4<br />
– l’assegnazione di incarichi particolari:<br />
per esempio ricevere una<br />
delega su un compito circoscritto<br />
e temporaneo oppure occuparsi<br />
di uno specifico tema, solitamente<br />
in un contesto diverso e più<br />
ampio rispetto all’Unità Operativo<br />
o Servizio di appartenenza;<br />
– la partecipazione a incontri mirati<br />
a tema: sono momenti di confronto<br />
con il top management, gruppi<br />
di discussione, e riunioni su diverse<br />
tematiche di interesse comune;<br />
– la partecipazione a progetti: è<br />
utile al dirigente medico sia in<br />
qualità di membro sia di coordinatore<br />
del progetto;<br />
– partecipazione a momenti di<br />
confronto tra Direttori di Struttura<br />
Complessa e Coordinatori Infermieristici:<br />
l’APSS cerca di organizzare<br />
questi momenti di contatto<br />
non solo prevedendoli all’interno<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione, ma creandoli<br />
ad hoc, affinché i due ruoli<br />
<strong>sanitari</strong>, di coordinamento per<br />
eccellenza, apprendano che la<br />
gestione dell’U.O./Servizio è efficace<br />
se fatta in collaborazione tra<br />
equipe medica e infermieristica.<br />
Come si può intuire dalle diverse<br />
e varie azioni di sviluppo<br />
sopraindicate, l’APSS ha il merito<br />
di aver compreso che la formazione<br />
<strong>manageriale</strong> <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici da<br />
sola non è sufficiente a garantire la<br />
reale interiorizzazione delle nuove<br />
competenze gestionali, richieste<br />
dal contesto. Essa rimane comunque<br />
uno strumento fondamentale, ma<br />
che deve essere integrato con interventi<br />
di sviluppo mirati e costruiti<br />
sulla persona.<br />
noTE<br />
[1] Come ricordato in Del Vecchio<br />
M., De Pietro C. (2002), La valutazione<br />
del personale dirigente:<br />
una leva a disposizione delle<br />
aziende, in L’aziendalizzazione<br />
della sanità in Italia. Rapporto<br />
OASI, p.564-: “I CCNL riconoscono<br />
la qualifica dirigenziale<br />
a tutti i dipendenti del SSN<br />
laureti in medicina e chirurgia,<br />
odontoiatria, veterinaria, biologia,<br />
chimica, farmacia, fisica<br />
e psicologia. […] A tale proposito<br />
è bene però distinguere subito<br />
tra gli incarichi di struttura<br />
(o gestionali) e gli incarichi<br />
professionali (o professional).<br />
Gli incarichi di struttura sono<br />
conferiti ai <strong>dirigenti</strong> chiamati<br />
a gestire risorse strutturali,<br />
economiche, tecnologiche e<br />
umane. Gli incarichi professionali,<br />
invece, non riguardano<br />
la struttura delle responsabilità<br />
aziendali: i dipendenti<br />
che hanno tali tipi d’incarichi<br />
quindi, pur possedendo formalmente<br />
una qualifica dirigenziale,<br />
in realtà svolgono attività<br />
tipicamente professionali”.<br />
[2] I <strong>dirigenti</strong> medici al momento<br />
operanti in APSS sono circa 930<br />
unità, il 13% della popolazione<br />
aziendale.<br />
[3] Il Servizio <strong>Formazione</strong> aziendale<br />
ha organizzato nel biennio<br />
2006/07 circa 100 corsi<br />
residenziali e 30 seminari,<br />
registrando per il 2006, 600<br />
crediti ECM calcolati su tutto il
personale medico (cioè circa il<br />
31% <strong>dei</strong> crediti per un singolo<br />
dirigente) e, per il primo semestre<br />
2007, già 562. Per quanto<br />
riguarda la formazione esterna,<br />
essa nel 2006 ha registrato<br />
circa 5000 crediti, mentre nel<br />
primo semestre 2007 se ne<br />
calcolano circa 3000 (fonte:<br />
Servizio <strong>Formazione</strong>, APSS)<br />
rIFErImEnTI BIBlIograFIcI<br />
[1] Bate, S.P. (1990). “A description,<br />
evaluation and integration<br />
of four approaches to the<br />
management of cultural change<br />
in organisations”, Working<br />
paper presented to the British<br />
Academy of Management Conference,<br />
Glasgow.<br />
[2] De Pietro, C. (2005). Gestire il<br />
personale nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />
italiane. Contesto, politiche,<br />
strumenti. Milano: McGraw Hill.<br />
[3] Del Vecchio, M., e De Pietro,<br />
C. (2002). “La valutazione del<br />
personale dirigente: una leva<br />
a disposizione delle aziende”,<br />
in Cergas – Università Bocconi<br />
(2002), L’aziendalizzazione della<br />
sanità in Italia. Rapporto OASI.<br />
Milano: Egea, pp.564-56.<br />
[4] Hood, C. (1991). “A Public<br />
Management for all seasons?”,<br />
in Public Administration, 69<br />
(1): 3-19.<br />
[5] Mabey, C., Salaman, G. (1995).<br />
Strategic Human Resource Management.<br />
Oxford: Blackwell<br />
Business.<br />
[6] Ranade, W. (1994). A future<br />
for the NHS? Health Care in the<br />
1990s. London: Longman.<br />
[7] Rebora, G. (1999). Un decennio<br />
di riforme. Nuovi modelli<br />
organizzativi e processi di<br />
cambiamento delle amministrazioni<br />
pubbliche (1990-1999).<br />
Milano: Guerini e Associati.<br />
Sitografia<br />
http://www.bamm.co.uk/CMS/<br />
Documentazione aziendale<br />
Azienda Provinciale per i<br />
Servizi Sanitari di Trento, Programma<br />
Aziendale di Sviluppo<br />
Strategico 2005-2009.<br />
Azienda Provinciale per i<br />
Servizi Sanitari di Trento, Il<br />
Bilancio Sociale e del Capitale<br />
Intellettuale 2006.<br />
European Foundation for Quality<br />
Management (2005). Il<br />
Modello EFQM per l’Eccellenza.<br />
Fabrizio Fontana è Direttore Cura e<br />
Riabilitazione, Azienda Provinciale per i<br />
Servizi Sanitari della Provincia Autonoma<br />
di Trento.<br />
Silvia Pedrolli è membro dello Staff del<br />
Direttore Generale, Azienda Provinciale<br />
per i Servizi Sanitari della Provincia<br />
Autonoma di Trento.<br />
49
La valutazione<br />
dell’esperienza formativa<br />
realizzata dalla Provincia<br />
Autonoma di Trento nel<br />
periodo 2002 -2007<br />
Andrea Francesconi<br />
1. Premessa metodologica<br />
In queste pagine si propone la<br />
sintesi della valutazione empirica<br />
realizzata per le otto edizioni del<br />
corso di formazione <strong>manageriale</strong> effettuate<br />
dalla PAT in collaborazione<br />
con il Dipartimento di Informatica<br />
e Studi Aziendali (DISA) dell’Università<br />
di Trento.<br />
Il contributo presenta, innanzitutto,<br />
l’analisi <strong>dei</strong> dati qualitativi e<br />
quantitativi inerenti le otto edizioni<br />
del corso, l’analisi <strong>dei</strong> questionari di<br />
customer satisfaction compilati dai<br />
partecipanti, l’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />
di auto-valutazione di fine corso e<br />
l’analisi degli esiti degli esami finali<br />
effettuati tramite la redazione a piccoli<br />
gruppi e la presentazione di un<br />
lavoro finale. Si presentano, a tale<br />
riguardo (nell’allegato statistico),<br />
una serie di tabelle e di istogrammi<br />
che qualificano le caratteristiche di<br />
ogni edizione del corso.<br />
Successivamente si illustrano le<br />
conclusioni cui si è giunti tramite<br />
l’elaborazione statistica <strong>dei</strong> dati precedentemente<br />
analizzati. L’analisi<br />
statistica fornisce risultati interessanti<br />
che potranno essere utilizzati<br />
per la progettazione delle future<br />
edizioni del corso di formazione<br />
<strong>manageriale</strong>.<br />
Nella parte conclusiva il contributo<br />
fornisce alcune proposte<br />
operative per le eventuali nuove<br />
edizioni <strong>dei</strong> corsi.<br />
2. la metodologia d’analisi.<br />
Al fine di evidenziare i punti di forza<br />
e i punti di debolezza che hanno<br />
caratterizzato le varie edizioni del<br />
corso di formazione <strong>manageriale</strong>,<br />
utili al fine di delineare gli indirizzi<br />
da seguire al fine di progettare<br />
future iniziative più efficaci sia per<br />
i frequentanti, sia per gli organizzatori,<br />
ci si è, innanzitutto concentrati<br />
sull’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction compilati<br />
dai partecipanti al termine di ogni<br />
edizione del corso.<br />
Le domande contenute nei questionari<br />
di customer satisfaction<br />
sono sia domande a risposta aperta,<br />
sia domande a risposta chiusa. Queste<br />
ultime vertono su elementi quali:<br />
la qualità <strong>dei</strong> corsi sotto il profilo<br />
dell’apprendimento, <strong>dei</strong> contenuti e<br />
dell’organizzazione.<br />
Le domande aperte, invece,<br />
sollecitano l’espressione libera di<br />
opinioni sugli aspetti positivi o<br />
negativi del corso di formazione e<br />
richiedono eventuali suggerimenti<br />
da proporre rispetto all’esperienza<br />
formativa. Quest’ultima tipologia di<br />
domande è molto utile per capire le<br />
esigenze <strong>dei</strong> partecipanti, il grado di<br />
soddisfacimento delle loro aspettative<br />
e le tipologie di cambiamenti da<br />
apportare a eventuali corsi futuri.<br />
51
Valutazione dell’esperienza formativa<br />
52<br />
Terminata l’analisi <strong>dei</strong> questionari<br />
si è proceduto a schematizzare<br />
le caratteristiche <strong>dei</strong> partecipanti<br />
di ogni edizione relativamente a:<br />
titolo di studio, specializzazione,<br />
eventuale anzianità nella posizione<br />
di direttore di struttura complessa,<br />
anzianità di servizio in posizioni<br />
di responsabilità organizzativa<br />
inferiore alla direzione di struttura<br />
complessa. È emersa, così, la possibilità<br />
di analizzare la composizione<br />
delle classi, elemento importante<br />
in considerazione del fatto che la<br />
formazione <strong>manageriale</strong> prevede<br />
la partecipazione di figure professionali<br />
diverse (medici, veterinari,<br />
chimici, fisici, biologi, farmacisti e<br />
psicologi).<br />
Infine, al fine di valutare le capacità<br />
di rielaborazione <strong>dei</strong> contenuti<br />
trattati nel corso dell’esperienza formativa<br />
da parte <strong>dei</strong> partecipanti, si<br />
sono analizzati i risultati <strong>dei</strong> lavori<br />
di fine corso presentati in sede di<br />
valutazione finale <strong>dei</strong> partecipanti.<br />
3. I risultati dell’analisi quantitativa<br />
e qualitativa <strong>dei</strong> questionari<br />
di customer satisfaction<br />
I questionari di customer satisfaction,<br />
proposti, sono, come detto,<br />
di due tipologie: la prima mette in<br />
evidenza dati quantitativi, la seconda<br />
dati qualitativi.<br />
L’analisi <strong>dei</strong> dati quantitativi<br />
Relativamente a questa tipologia<br />
di questionari ogni partecipante<br />
era invitato a esprimere un giudizio<br />
di valore, attraverso una scala<br />
numerica da 1 a 5, su tre variabili<br />
riguardanti il corso appena ultimato:<br />
contenuti, processo di apprendimento<br />
e organizzazione.<br />
Dall’analisi <strong>dei</strong> dati relativi alle<br />
suddette variabili si evince che<br />
la prima edizione è stata quella<br />
percepita in termini migliori non<br />
evidenziando significativi elementi<br />
di criticità. La seconda, terza quarta<br />
edizione hanno evidenziato le maggiori<br />
criticità e si sono caratterizzate<br />
per i più bassi giudizi di valore.<br />
Con riferimento all’ottava edizione<br />
solo il processo di apprendimento e<br />
alcune aree di contenuti sono stati<br />
oggetto di valutazioni critiche. La<br />
sesta edizione, infine, ha presentato<br />
criticità solo relativamente agli<br />
aspetti di ordine organizzativo.<br />
L’analisi <strong>dei</strong> dati qualitativi<br />
In questa tipologia di questionari i<br />
partecipanti erano chiamati a esprimere<br />
una libera considerazione riguardante<br />
i punti di forza, i punti di<br />
debolezza ed eventuali suggerimenti<br />
relativi al corso frequentato.<br />
I questionari con risposta aperta,<br />
tuttavia, essendo caratterizzati da<br />
risposte non standardizzate, presentano,<br />
normalmente, difficoltà<br />
interpretative allorché li si intenda<br />
utilizzare per delineare linee di<br />
tendenza generali o evidenziare<br />
particolari problematiche.<br />
Al fine, quindi, dell’effettiva<br />
utilizzazione <strong>dei</strong> dati qualitativi <strong>dei</strong><br />
questionari di customer satisfaction<br />
per l’analisi statistica si è proceduto<br />
a una schematizzazione delle<br />
risposte aperte, definendo modalità<br />
standard di risposta per ogni edizione<br />
<strong>dei</strong> corsi.<br />
La scelta di ciascuna modalità è<br />
stata fatta secondo il criterio della
frequenza relativa, ovvero, nella revisione<br />
delle risposte aperte, si sono<br />
considerate come standard quelle<br />
modalità che si sono ripetute in<br />
maggior misura rispetto alle altre.<br />
Dopo aver determinato le frequenze<br />
relative associate a ogni<br />
modalità standardizzata di risposta<br />
si è proceduto alla elaborazione di<br />
tabelle e grafici che ne descrivono<br />
la composizione percentuale in ogni<br />
edizione <strong>dei</strong> corsi.<br />
Le tabelle, i grafici e gli istogrammi<br />
sono riportati in Appendice 1.<br />
Dall’analisi <strong>dei</strong> dati, i punti di<br />
forza prevalenti <strong>dei</strong> corsi sono risultati<br />
essere i seguenti:<br />
a) “la padronanza della materia/capacità<br />
didattica <strong>dei</strong> docenti”;<br />
b) “gli argomenti trattati coerenti<br />
con le problematiche attuali <strong>dei</strong><br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong>”.<br />
Il secondo <strong>dei</strong> due precedenti<br />
punti di forza ha rappresentato, in<br />
assoluto, l’elemento più apprezzato<br />
dai partecipanti.<br />
I punti di debolezza più significativi<br />
sono, invece, individuabili<br />
nei seguenti:<br />
a) “poca praticità degli argomenti<br />
trattati”;<br />
b) “troppi contenuti teorici”.<br />
Nel merito, i partecipanti, non<br />
trovando riscontri pratici nelle materie<br />
studiate, esprimono marcate<br />
difficoltà nell’assimilare i numerosi<br />
concetti affrontati in classe. Relativamente<br />
a tale aspetto si rileva fin<br />
da ora l’opportunità di definire, nelle<br />
future edizioni, un orientamento<br />
più pragmatico della didattica,<br />
supportato da un più ampio ricorso<br />
all’analisi di casi e a esercitazioni<br />
tratte da esperienze concrete.<br />
4. l’analisi <strong>dei</strong> questionari di<br />
auto-apprendimento <strong>dei</strong> partecipanti.<br />
Analizzando in termini complessivi i<br />
dati relativi alle valutazioni di autoapprendimento<br />
<strong>dei</strong> partecipanti<br />
relativi a ogni singola materia oggetto<br />
di insegnamento si riscontra<br />
la presenza, in più di un’edizione di<br />
materie con percentuali di risposte<br />
inesatte elevate.<br />
La materia risultata di maggiore<br />
difficoltà è stata statistica nella<br />
pratica clinica caratterizzata per<br />
percentuali di risposte scorrette<br />
sempre nell’ordine del 30%. La<br />
materia “elementi di progettazione<br />
organizzativa” si colloca al secondo<br />
posto in termini percentuale di risposte<br />
scorrette ed evidenzia valori<br />
mediamente nell’ordine del 25%; la<br />
materia “sistemi di programmazione<br />
e controllo di gestione” è risultata<br />
la terza in ordine di difficoltà<br />
evidenziando percentuali di errore<br />
nell’ordine del 20%.<br />
Con riguardo, invece, all’analisi<br />
<strong>dei</strong> risultati delle singole edizioni,<br />
la terza edizione presenta le percentuali<br />
più alte di risposte scorrette;<br />
al contrario, la settima edizione<br />
caratterizzata da una sola materia<br />
critica, è stata la migliore in termini<br />
di apprendimento <strong>dei</strong> contenuti.<br />
5. l’analisi delle caratteristiche<br />
professionali <strong>dei</strong> partecipanti<br />
Le informazioni contenute nelle<br />
domande di iscrizione al corso di<br />
formazione sono alla base di questa<br />
tipologia di analisi. Esse riguardano,<br />
tra l’altro, la tipologia di laurea e la<br />
specializzazione <strong>dei</strong> partecipanti,<br />
53
Valutazione dell’esperienza formativa<br />
54<br />
l’eventuale possesso di titolarità<br />
di struttura complessa, l’anzianità<br />
nella funzione ricoperta ecc.<br />
L’universo osservato si caratterizza<br />
per la: prevalenza della laurea<br />
in medicina e chirurgia. In alcune<br />
edizioni tuttavia, in particolare<br />
nella terza e nella quarta, si nota<br />
una percentuale rilevante di laureati<br />
in medicina veterinaria (nella<br />
terza edizione ricopre il 19,35%<br />
<strong>dei</strong> frequentanti), in psicologia, in<br />
biologia e in farmacia. La terza e la<br />
quarta edizione, in particolare, si<br />
sono caratterizzate per una tipologia<br />
di partecipanti molto eterogenea<br />
in termini di tipologia di laurea.<br />
Con riferimento, invece, al possesso<br />
di titolarità di struttura complessa,<br />
l’analisi <strong>dei</strong> dati evidenzia un<br />
progressivo calo della presenza <strong>dei</strong><br />
direttori di struttura complessa nelle<br />
otto edizioni. Mentre, infatti, nella<br />
prima edizione tutti i frequentanti<br />
ricoprivano il ruolo di direttori di<br />
struttura complessa, nell’ottava<br />
edizione la presenza di questo ruolo<br />
è in minima.<br />
Riguardo all’anzianità di servizio<br />
<strong>dei</strong> direttori di struttura complessa<br />
l’analisi evidenzia come la maggioranza<br />
<strong>dei</strong> direttori si colloca nella fascia<br />
da 1 a 5 anni (la più bassa), fatta<br />
eccezione per la prima edizione nella<br />
quale l’anzianità è caratterizzata in<br />
prevalenza da dieci/quindici anni (fascia<br />
più alta). Tali dati suggeriscono<br />
l’ipotesi che molti <strong>dei</strong> direttori che<br />
hanno frequentato il corso di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> potrebbero non<br />
aver avuto un’adeguata familiarità<br />
con le tematiche gestionali familiarità<br />
che, inevitabilmente, aumenta all’aumentare<br />
dell’esperienza nel ruolo.<br />
I partecipanti che non ricoprono<br />
il ruolo di direttore di struttura complessa<br />
sono, invece, caratterizzati<br />
da fasce di anzianità di servizio<br />
distribuite in modo omogeneo tra<br />
le diverse edizioni.<br />
Si evidenzia, quindi, come dalla<br />
prima all’ottava edizione il gruppo<br />
classe abbia subito <strong>dei</strong> significativi<br />
cambiamenti: si è innanzitutto manifestato<br />
un calo progressivo della<br />
presenza <strong>dei</strong> direttori di struttura<br />
complessa e, secondariamente, un<br />
aumento dell’eterogeneità della formazione<br />
specialistica (misurata in<br />
termini di tipologia di laurea); infine,<br />
l’anzianità di servizio <strong>dei</strong> partecipanti<br />
si è progressivamente abbassata.<br />
6. l’analisi <strong>dei</strong> dati relativi agli<br />
esiti delle prove finali<br />
La prova finale per l’ottenimento del<br />
certificato di formazione <strong>manageriale</strong><br />
consisteva nella preparazione<br />
di un lavoro di fine corso, redatto<br />
in gruppo e discusso davanti a una<br />
commissione che valuta la correttezza<br />
dell’approccio metodologico<br />
nonché la chiarezza e l’efficacia<br />
dell’esposizione. Il giudizio finale<br />
è espresso sulla base di una scala<br />
di valori variabile dalla sufficienza<br />
all’eccellenza.<br />
Al fine di svolgere l’analisi in<br />
oggetto, si sono raccolti e riordinati<br />
i giudizi finali ricevuti da ogni<br />
gruppo di partecipanti in sede di<br />
valutazione finale con l’obiettivo di<br />
delineare l’andamento generale del<br />
gruppo classe in ogni edizione. I<br />
dati raccolti sono stati elaborati e si<br />
sono così realizzati grafici e relative<br />
tabelle che sintetizzano:
a) la tipologia <strong>dei</strong> giudizi. La scala<br />
<strong>dei</strong> giudizi è così definita (dal<br />
voto più basso al più alto):<br />
sufficiente, adeguato, positivo,<br />
molto più che positivo, buono,<br />
ottimo, eccellente;<br />
b) il numero di gruppi che ha ricevuto<br />
una certa tipologia di<br />
giudizio;<br />
c) il relativo peso percentuale di<br />
quest’ultimo sul totale <strong>dei</strong> gruppi.<br />
L’analisi <strong>dei</strong> dati relativi ai giudizi<br />
conferiti ai singoli gruppi in<br />
sede di valutazione finale, evidenzia<br />
la moda del giudizio finale di<br />
tutte le edizioni in corrispondenza<br />
del valore “buono”.<br />
Analiticamente si osserva come<br />
la valutazione “eccellente” sia<br />
presente solo nella prima e nella<br />
seconda edizione e come nella<br />
terza, quarta, quinta e settima<br />
edizione siano presenti gruppi con<br />
le valutazioni più basse della scala<br />
(“sufficiente” e “adeguato”).<br />
Quanto detto, rappresenta, tuttavia,<br />
solo una visione semplificata e<br />
generale dell’andamento del gruppo<br />
classe nelle otto edizioni. Al fine di<br />
comprendere meglio la tendenza e la<br />
distribuzione <strong>dei</strong> giudizi sugli esami<br />
finali si è reso necessario utilizzare<br />
dati quantitativi che meglio si<br />
prestano a elaborazioni statistiche<br />
rispetto ai dati qualitativi.<br />
Dal momento che la scala di valutazione<br />
era basata su valutazioni<br />
di ordine qualitativo si è proceduto<br />
a convertire questi ultimi in valori<br />
quantitativi.<br />
Lo schema sottostante esprime la<br />
conversione della scala di valutazione<br />
qualitativa in scala di valutazione<br />
quantitativa.<br />
sufficienteX........................... X6<br />
adeguataX............................. X6,5<br />
positivoX.............................. X7<br />
molto/più.che.positivoX............. X7,5<br />
buonoX................................ X8<br />
molto.buonoX......................... X8,5<br />
ottimoX............................... X9<br />
eccellenteX........................... X10<br />
Sulla base di tale scala si proceduto<br />
alla determinazione della<br />
media ponderata e degli indici di<br />
variabilità, varianza e deviazio-<br />
Graf. 1.<br />
Medie ponderate<br />
<strong>dei</strong> giudizi sulle<br />
prove finali<br />
calcolate per ogni<br />
edizione<br />
9,0<br />
8,6<br />
MEDIE PONDERATE DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />
DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI<br />
8,2<br />
7,8<br />
7,4<br />
7,0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
8,6 7,92 8,05 8,09 7,78 8,1 7,4 8,15<br />
55
Valutazione dell’esperienza formativa<br />
ne standard, al fine di realizzare<br />
un’analisi più dettagliata <strong>dei</strong> giudizi<br />
sugli esami finali nell’ambito delle<br />
otto edizioni del corso.<br />
Il grafico 1 evidenzia le medie<br />
ponderate <strong>dei</strong> giudizi sulle prove<br />
finali calcolate per ogni edizione.<br />
Le medie ponderate manifestano un<br />
andamento generale molto positivo:<br />
infatti, le medie <strong>dei</strong> voti sono comprese<br />
tra il 7.5 e l’.5.<br />
In particolare, la prima edizione<br />
si contraddistingue rispetto alle altre<br />
in quanto presenta la media più<br />
alta <strong>dei</strong> voti, pari a .6, mentre la<br />
settima edizione si contraddistingue<br />
rispetto alle altre in quanto caratterizzata<br />
dalla media <strong>dei</strong> voti più bassa,<br />
peri a 7.4. Tutte le altre edizioni<br />
si concentrano intorno a una media<br />
dell’ che rappresenta così la moda<br />
<strong>dei</strong> voti. La media ponderata totale,<br />
infine, risulta pari a .02.<br />
La media ponderata, in quanto<br />
misura di tendenza centrale sintetica,<br />
offre un quadro molto generale<br />
dell’andamento <strong>dei</strong> voti nelle edizioni<br />
del corso.<br />
Per valutare la distribuzione <strong>dei</strong><br />
VALORI<br />
1,5<br />
1,2<br />
0,9<br />
0,6<br />
0,3<br />
0,0<br />
voti bisogna ricorrere ai dati forniti<br />
dal calcolo di varianza e deviazione<br />
standard.<br />
Il Grafico 2 fornisce le varianze<br />
calcolate per ogni edizione. Tenendo<br />
presente che maggiore è la varianza<br />
maggiore è la dispersione <strong>dei</strong> dati,<br />
possiamo individuare tre diversi<br />
gruppi di andamento di questo indice:<br />
il primo gruppo è rappresentato<br />
dalle varianze più alte, il secondo<br />
gruppo dalle varianze medie e il<br />
terzo dalle varianze più basse.<br />
Fanno parte del primo gruppo<br />
le varianze della seconda e terza<br />
edizione con valori rispettivamente<br />
pari a 1.34 e a 1.02.<br />
Il secondo gruppo di varianze è<br />
rappresentato dalla quarta e settima<br />
edizione, con valori rispettivamente<br />
pari a 0,4 e a0,94.<br />
Infine, il terzo gruppo di varianze<br />
è rappresentato dalla prima, quinta,<br />
sesta e ottava edizione con valori<br />
rispettivamente pari a 0,35, a 0,56,<br />
a 0,34 e a 0,35.<br />
I dati di queste quattro edizioni<br />
sono i meno dispersi: infatti,<br />
dall’analisi <strong>dei</strong> valori numerici si<br />
rileva che il decentramento <strong>dei</strong> dati<br />
VARIANZA DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />
DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
0,36 1,34 1,02 0,84 0,56 0,34 0,94 0,3525<br />
56
Graf. 2.<br />
Varianze <strong>dei</strong> giudizi<br />
sulle prove finali<br />
calcolate per ogni<br />
edizione<br />
dalla media è veramente minimo, gli<br />
scarti presentano valori molto bassi<br />
e le frequenze più alte appartengono<br />
alle modalità che più si avvicinano<br />
al valore medio dell’edizione di<br />
riferimento.<br />
Per avere un valore di riferimento<br />
complessivo, come per la media,<br />
si è calcolata la varianza totale: il<br />
valore ottenuto, pari a 0.5, si situa<br />
nella seconda categoria di varianze,<br />
quelle medie evidenziando come i<br />
dati non siano troppo dispersi.<br />
L’andamento delle deviazione<br />
standard è analogo a quello delle<br />
varianze.<br />
7. l’analisi della composizione<br />
<strong>dei</strong> gruppi.<br />
Questa analisi è stata sviluppata<br />
per soddisfare l’esigenza di rilevare<br />
eventuali requisiti condizionanti<br />
positivamente i gruppo di lavoro<br />
nell’elaborazione di un buon lavoro<br />
di fine corso.<br />
L’analisi ha preso avvio con la<br />
realizzazione di tabelle che rappresentano<br />
le caratteristiche <strong>dei</strong><br />
gruppi per ogni edizione (riportate<br />
in Appendice 1). In particolare,<br />
per caratteristiche del gruppo di<br />
lavoro si intendono: la tipologia <strong>dei</strong><br />
<strong>dirigenti</strong> (responsabili di struttura<br />
semplice o di struttura complessa),<br />
la categoria professionale di appartenenza<br />
(medici, veterinari, biologi...),<br />
la specializzazione, il titolo<br />
dell’elaborato scritto, la numerosità<br />
<strong>dei</strong> componenti il gruppo e il voto<br />
relativo all’esame finale.<br />
Si sono, innanzitutto, analizzate<br />
le caratteristiche <strong>dei</strong> gruppi al fine<br />
di valutare le interdipendenze tra<br />
la percentuale di responsabili di<br />
struttura complessa e il voto della<br />
prova finale.<br />
La correlazione è stata effettivamente<br />
riscontrata in alcune edizioni.<br />
È sembrato, pertanto, opportuno<br />
calcolare indici di covarianza e di<br />
correlazione. Per calcolare questi<br />
indici è necessario disporre di dati<br />
quantitativi e di due caratteri relativi,<br />
affinché si possano considerare<br />
le loro intensità e l’entità della<br />
relazione che lega i due caratteri.<br />
Al riguardo si è utilizzata la scala<br />
numerica <strong>dei</strong> voti costruita precedentemente.<br />
La percentuale di<br />
responsabili di struttura complessa<br />
rappresenta il carattere indipendente<br />
e il voto della prova finale<br />
rappresenta, invece, il carattere<br />
considerato dipendente.<br />
In analisi di questo tipo si deve<br />
prestare maggiore attenzione ai<br />
valori manifestati dall’indice di<br />
correlazione piuttosto che a quelli<br />
manifestati dall’indice di covarianza<br />
in quanto l’indice di correlazione è<br />
un indice normalizzato che misura<br />
un’eventuale relazione lineare<br />
tra due caratteri e che permette,<br />
quindi, di esprimere un giudizio di<br />
correlazione e non solo di natura<br />
<strong>dei</strong> caratteri.<br />
L’analisi non è, ovviamente, significativa<br />
con riguardo alla prima<br />
edizione caratterizzata per una percentuale<br />
di responsabili di struttura<br />
complessa pari al 100%.<br />
La seconda edizione evidenzia<br />
che i gruppi formati da una percentuale<br />
del 60% di medici responsabili<br />
di struttura complessa raggiungono<br />
quasi sempre una votazione superiore<br />
al 7.5. Nel merito, bisogna anche<br />
57
Valutazione dell’esperienza formativa<br />
5<br />
sottolineare che alcuni gruppi, composti<br />
interamente da responsabili<br />
di struttura complessa raggiungono<br />
appena una votazione pari a 7.<br />
Si evidenziano i valori positivi<br />
di covarianza e di correlazione che<br />
evidenziano una relazione lineare<br />
positiva tra i due caratteri, ovvero<br />
evidenziano che al crescere del carattere<br />
“percentuale <strong>dei</strong> responsabili<br />
di struttura complessa” il carattere<br />
“voto esame finale” generalmente<br />
cresce.<br />
La terza edizione si caratterizza<br />
per lo stesso andamento della seconda.<br />
Tuttavia, i gruppi composti<br />
da responsabili di struttura complessa<br />
sono molto pochi; pertanto,<br />
deviazione standard e correlazione<br />
non assumono la stessa importanza<br />
della seconda edizione anche se<br />
questi due indici sono entrambi<br />
positivi e i 2 caratteri evidenziano<br />
una situazione intermedia di relazione<br />
lineare.<br />
La quarta edizione presenta la<br />
situazione più critica nell’insieme<br />
delle otto edizioni, infatti, quasi<br />
tutti i gruppi che hanno ricevuto<br />
una votazione alta (superiore all’otto)<br />
non sono presenti responsabili<br />
di struttura complessa.<br />
La quinta edizione, al contrario,<br />
è caratterizzata da un valore dell’indice<br />
di correlazione che rileva<br />
una forte situazione intermedia di<br />
relazione lineare positiva, in quanto<br />
si avvicina molto al valore 1 (rappresentativo<br />
della perfetta relazione<br />
lineare tra due caratteri).<br />
Per quanto riguarda la sesta,<br />
settima e ottava edizione si possono<br />
verificare i valori positivi degli<br />
indici di covarianza e correlazione<br />
che esprimono una situazione intermedia<br />
di relazione lineare positiva.<br />
I valori degli indici di queste tre<br />
edizioni, però, sono molto bassi<br />
rispetto alle edizioni precedentemente<br />
analizzate. Ciò si spiega con il<br />
fatto che in queste edizioni i gruppi<br />
composti da responsabili di struttura<br />
complessa sono molto pochi.<br />
Si è, infine, deciso di verificare<br />
l’esistenza di una possibile connessione<br />
nelle otto edizioni, tra il<br />
carattere “voto” e il carattere “tipologia<br />
gruppo”. Per avviare l’analisi<br />
è stato necessario utilizzare dati<br />
qualitativi al fine di poter effettuare<br />
il conteggio <strong>dei</strong> gruppi caratterizzati<br />
da omogeneità di specializzazione<br />
e/o dell’argomento di tesi.<br />
La Tabella 1 evidenzia la numerosità<br />
<strong>dei</strong> gruppi relativamente ai<br />
caratteri rappresentati, mentre la<br />
Tabella 2 evidenzia le distribuzioni<br />
di frequenza di questi ultimi.<br />
I dati dimostrano che i gruppi<br />
omogenei, per specializzazione e/o<br />
per titolo di elaborato finale, sono<br />
in maggioranza rispetto ai gruppi<br />
non omogenei. Si rileva, inoltre,<br />
che i gruppi omogenei ottengono<br />
votazioni alte in misura maggiore<br />
rispetto ai gruppi non omogenei.<br />
Bisogna, poi, aggiungere che le<br />
votazioni più basse, “sufficiente”<br />
e “adeguata”, sono distribuite<br />
equamente fra la due tipologie di<br />
gruppi. In totale, i relativi giudizi<br />
sono stati assegnati a dodici gruppi<br />
su un insieme di ottantadue gruppi.<br />
Per evidenziare che dalle tabelle<br />
realizzate derivi una connessione tra<br />
votazione elevata e gruppi omogenei<br />
è necessario calcolare il valore<br />
dell’indice Chi-quadro.
Tab. 1.<br />
Numerosità <strong>dei</strong><br />
gruppi rispetto<br />
ai caratteri<br />
rappresentati<br />
grUPPo VoTo<br />
omogeneità nel gruppo:<br />
di specializzazione<br />
e/o di titolo di tesina<br />
TIPologIa<br />
gruppi<br />
non<br />
omogenei<br />
Totale<br />
sufficiente 2 1 3<br />
adeguato 4 5 9<br />
positivo 3 1 4<br />
più che positivo 3 4 7<br />
buono 1 12 30<br />
molto buono 13 2 15<br />
ottimo 5 5 10<br />
eccellente 3 1 4<br />
totale 51 31 2<br />
Tab. 2.<br />
Distribuzione<br />
di frequenza<br />
<strong>dei</strong> caratteri<br />
rappresentati<br />
grUPPo VoTo<br />
omogeneità nel gruppo:<br />
di specializzazione<br />
e/o di titolo di tesina<br />
TIPologIa<br />
gruppi<br />
non<br />
omogenei<br />
Totale<br />
sufficiente 0,67 0,33 1,00<br />
adeguato 0,44 0,56 1,00<br />
positivo 0,75 0,25 1,00<br />
più che positivo 0,43 0,57 1,00<br />
buono 0,60 0,40 1,00<br />
molto buono 0,7 0,13 1,00<br />
ottimo 0,50 0,50 1,00<br />
eccellente 0,75 0,25 1,00<br />
totale 0,62 0,3 1,00<br />
Questo è pari a 73., e sottolinea<br />
un grado di connessione tra<br />
i due caratteri molto alto: se si<br />
vogliono raggiungere votazioni alte<br />
nelle prove finali i gruppi devono<br />
essere omogenei. Quindi il carattere<br />
“voto” dipende in larga misura dal<br />
carattere “ tipologia gruppo”. Anche<br />
l’indice di connessione normalizzato,<br />
pari a 0.95, evidenzia una quasi<br />
perfetta dipendenza del carattere<br />
“voto” dal carattere “tipologia del<br />
gruppo”; in particolare, al crescere<br />
dell’indice cresce la dipendenza <strong>dei</strong><br />
2 caratteri.<br />
L’analisi, nel suo complesso, ha<br />
dimostrato che al fine di ottenere<br />
migliori risultati si debba cercare<br />
di favorire, in modo particolare,<br />
l’omogeneità all’interno <strong>dei</strong> gruppi<br />
di lavoro.<br />
59
Valutazione dell’esperienza formativa<br />
60<br />
8. Sintesi finale<br />
È opinione diffusa, nella dottrina<br />
e nella prassi, che nel processo di<br />
aziendalizzazione del comparto <strong>sanitari</strong>o,<br />
il dirigente svolga un ruolo<br />
strategicamente determinante come<br />
responsabile del governo clinico<br />
della struttura complessa alla quale<br />
è preposto.<br />
La gestione <strong>sanitari</strong>a, oggi, nel<br />
nostro paese presenta criticità notevoli<br />
sul versante <strong>dei</strong> costi, sovente<br />
fuori controllo. La spesa <strong>sanitari</strong>a è<br />
diventata un fardello molto pesante<br />
per l’equilibrio <strong>dei</strong> conti pubblici; a<br />
questo deve aggiungersi una valutazione,<br />
in troppi casi, non lusinghiera<br />
sotto il profilo della qualità.<br />
In questo contesto, la formazione<br />
ricorrente <strong>dei</strong> manager <strong>sanitari</strong> diventa<br />
un obiettivo di buon governo,<br />
sotto il profilo <strong>dei</strong> costi e della qualità,<br />
di un settore che è chiamato,<br />
per sua natura, a un aggiornamento<br />
continuo e a inventare risposte<br />
sempre nuove anche a fronte del<br />
progressivo invecchiamento della<br />
popolazione.<br />
Buoni manager, rigorosi nella<br />
gestione delle risorse e nell’organizzazione<br />
<strong>dei</strong> servizi, rappresentano<br />
una condizione indispensabile per<br />
riportare la spesa <strong>sanitari</strong>a sotto<br />
controllo. L’esperienza di formazione<br />
<strong>manageriale</strong> nella sanità trentina,<br />
organizzata dalla PAT in collaborazione<br />
con l’Università, si colloca in<br />
questo contesto pur registrando, il<br />
settore <strong>sanitari</strong>o provinciale, buoni<br />
standard di qualità e una generale<br />
soddisfazione degli utenti.<br />
È auspicabile, pertanto, che le<br />
iniziative di formazione per i <strong>dirigenti</strong><br />
<strong>sanitari</strong> possano continuare al<br />
fine di creare e consolidare attitudini<br />
diffuse al buon uso e a una corretta<br />
amministrazione delle risorse, nonché<br />
a una efficiente pianificazione<br />
<strong>dei</strong> servizi offerti.<br />
Dall’analisi statistica effettuata<br />
in questa ricerca si possono ricavare<br />
alcuni accorgimenti organizzativi e<br />
gestionali per le future edizioni del<br />
corso di formazione. Sotto il profilo<br />
organizzativo, sarebbe auspicabile<br />
l’omogeneità del gruppo classe,<br />
in modo particolare per quanto<br />
riguarda l’anzianità di servizio <strong>dei</strong><br />
partecipanti, al fine di registrare un<br />
livello di preparazione similare tra gli<br />
stessi. Il corpo docente potrebbe, di<br />
conseguenza, ottenere migliori risultati<br />
nella gestione <strong>dei</strong> programmi di<br />
insegnamento e nel coordinamento<br />
del gruppo.<br />
La diversità di figure professionali<br />
partecipanti ai corsi è risultata<br />
spesso un problema a causa delle<br />
difficoltà di integrazione che si<br />
sono più volte evidenziate. Un<br />
accorgimento utile, fin dalla fase<br />
di iscrizione ai corsi, potrebbe essere<br />
quello di garantire un gruppo<br />
classe equilibrato al fine di rendere<br />
possibile la costituzione di piccoli<br />
gruppi omogenei per professionalità<br />
in vista dell’esame finale. Quindi,<br />
non separazione di professionalità,<br />
ma presenza equilibrata fra le stesse<br />
nell’ambito del medesimo corso.<br />
Per quanto riguarda l’elaborato<br />
finale sarebbe auspicabile<br />
introdurre una procedura diversa<br />
rispetto alla libera scelta dell’argomento<br />
e alla libera formazione<br />
<strong>dei</strong> gruppi di tesi realizzata<br />
nelle passate edizioni del corso.<br />
La scelta dovrebbe rendere con-
seguente fino all’elaborato di tesi<br />
quella compresenza equilibrata di<br />
professionalità diverse effettuata<br />
all’inizio del corso che, nella fase<br />
d’esame, si potrebbero strutturare<br />
in piccoli gruppi omogenei per la<br />
stesura dell’elaborato finale. In tale<br />
maniera, probabilmente, ogni componente<br />
del gruppo si sentirebbe<br />
maggiormente coinvolto e stimolato<br />
a dare il proprio contributo alla realizzazione<br />
della tesi con apprezzabili<br />
risultati finali.<br />
Relativamente alla gestione <strong>dei</strong><br />
questionari di customer satisfaction<br />
di tipo aperto, si auspica una maggiore<br />
collaborazione <strong>dei</strong> partecipanti<br />
tramite risposte più puntuali e meditate<br />
ai quesiti proposti. Un’alternativa<br />
al questionario potrebbe essere<br />
il focus group.<br />
A differenza del questionario individuale,<br />
il focus group permette di<br />
generare dinamiche di gruppo molto<br />
esplicite che possono consentire,<br />
probabilmente meglio del questionario,<br />
di evidenziare gli aspetti positivi<br />
e negativi del corso di formazione<br />
frequentato.<br />
L’utilizzo dello strumento del<br />
focus group può rappresentare un’alternativa<br />
al questionario di customer<br />
satisfaction o un sua significativa integrazione<br />
dal momento che si sono<br />
rilevate notevoli quantità di moduli<br />
non compilati. Non essendo possibile<br />
la partecipazione al dibattito di<br />
tutti i frequentanti il corso, si può<br />
sollecitare a ogni gruppo la designazione<br />
di un proprio rappresentante.<br />
Il focus group dovrebbe svolgersi<br />
dopo la compilazione <strong>dei</strong> questionari<br />
individuali. Il riascolto e la schematizzazione<br />
delle opinioni espresse<br />
nel dibattito renderebbe possibile<br />
la predisposizione di un quadro<br />
sintetico riportante positività e criticità<br />
rilevate nel corso effettuato ed<br />
eventuali suggerimenti migliorativi<br />
per le future edizioni.<br />
Su alcuni aspetti didattici emersi<br />
nelle varie edizioni del corso, è opportuno<br />
richiamare le opinioni del<br />
corpo docente e <strong>dei</strong> partecipanti.<br />
Dall’analisi effettuata emerge che<br />
i primi gradirebbero un maggiore<br />
impegno da parte <strong>dei</strong> frequentanti,<br />
in modo particolare nella predisposizione<br />
dell’elaborato finale, mentre<br />
i secondi auspicherebbero riscontri<br />
più pratici e meno teorici nelle<br />
materie di insegnamento. Si deve<br />
però osservare come rendere “più<br />
pratiche” materie di insegnamento,<br />
come la gestione economica della<br />
sanità, non sia cosa semplice anche<br />
in considerazione del fatto che il<br />
concetto di “praticità” è, spesso, di<br />
non facile interpretazione. Si potrebbero,<br />
tuttavia, affiancare, alle lezioni<br />
“teoriche”, alcune testimonianze di<br />
manager esperti a livello nazionale<br />
e/o esplicitamente riconosciuti come<br />
buoni manager della sanità.<br />
Sono queste alcune prime proposte<br />
per una migliore e più efficace<br />
gestione delle future edizioni <strong>dei</strong><br />
corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
organizzati in futuro dalla PAT per i<br />
<strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong> provinciali.<br />
Andrea Francesconi è Professore Associato<br />
di economia aziendale, Università<br />
degli Studi di Trento, e Direttore scientifico<br />
<strong>dei</strong> corsi di formazione <strong>manageriale</strong><br />
organizzati dalla Provincia Autonoma di<br />
Trento dal 2000 al 2007.<br />
61
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
appendice.1<br />
Analisi <strong>dei</strong> risultati<br />
<strong>dei</strong> questionari di customer satisfaction<br />
e delle prove di valutazione finale<br />
alessandra.rodaro<br />
Graf. 1<br />
Giudizi sull’utilità<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 2<br />
Giudizi sull’interesse .<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 3<br />
Giudizi<br />
sull’approfondimento<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
63<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. 4<br />
Giudizi sulla<br />
valutazione discenti<br />
<strong>dei</strong> contenuti<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 5<br />
Giudizi sui metodi<br />
didattici usati<br />
nel corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 6<br />
Giudizi<br />
sull’articolazione<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 7<br />
Giudizi sull’intensità<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
64<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. <br />
Giudizi sul clima<br />
d’aula del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,80<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 9<br />
Giudizi sugli spazi<br />
delle aule del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 10<br />
Giudizi sul sito<br />
internet del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 11<br />
Giudizi sul<br />
materiale didattico<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
65<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. 12<br />
Giudizi sul<br />
coordinamento<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,80<br />
4,50<br />
3,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 13<br />
Giudizi sugli orari<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,80<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
Graf. 14<br />
Giudizi<br />
sull’organizzazione<br />
del corso<br />
(scala da 1 a 5)<br />
VALORI<br />
4,50<br />
4,20<br />
3,90<br />
3,60<br />
3,30<br />
3,00<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
MEDIE DELLE OTTO EDIZIONI<br />
66<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. 15<br />
Analisi <strong>dei</strong> punti<br />
di forza del corso<br />
100<br />
80<br />
COMPOSIZIONE (%) DEI PUNTI DI FORZA EVIDENZIATI<br />
DAI CORSISTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI %<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
36 27,50 9,68 24,24 12,90 6,67 26,66 36,67<br />
44 35 45,16 33,33 16,13 26,66 16,67 30<br />
20 10 25,81 18,19 9,68 6,67 10 6,67<br />
0 27,50 19,35 24,24 61,29 60 46,67 26,66<br />
Padronanza della materia e capacità didattica <strong>dei</strong> docenti<br />
Gli argomenti trattati interessano problematiche attuali<br />
Organicità degli argomenti trattati<br />
Nessuna risposta<br />
Graf. 16<br />
Analisi <strong>dei</strong> punti<br />
di debolezza<br />
del corso<br />
COMPOSIZIONE (%) DEI PUNTI DI DEBOLEZZA PIÙ CRITICI<br />
EVIDENZIATI DAI DISCENTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
100<br />
80<br />
VALORI %<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
32 22,5 35,5 30,3 25,8 20 16,7 23,3<br />
40 35 25,8 30,3 16,1 13,3 20 36,7<br />
24 12,50 19,35 18,19 6,45 6,66 10 3,33<br />
4 20 19,35 21,21 51,61 60 53,33 36,67<br />
Troppi contenuti teorici<br />
Poca praticità degli argomenti trattati<br />
Eccessiva durata e concentrazione delle lezioni<br />
Nessuna risposta<br />
67<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. 17<br />
Analisi<br />
<strong>dei</strong> principali<br />
suggerimenti<br />
<strong>dei</strong> partecipanti<br />
100<br />
80<br />
COMPOSIZIONE (%) DEI SUGGERIMENTI EVIDENZIATI<br />
DAI DISCENTI NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI %<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
32 17,50 12,9 21,21 22,58 20 13,34 6,67<br />
40 40 25,81 18,19 6,45 10 20 53,33<br />
4 5 9,68 12,12 9,68 6,67 0 0<br />
24 37,5 51,61 48,48 61,29 63,33 66,66 40<br />
Ridurre la teoria, puntando sui concetti fondamentali e pratici<br />
Cambiare le modalità didattiche (renderle più pratiche e omogenee)<br />
Corsi più mirati alle singole professionalità<br />
Nessuna risposta<br />
Graf. 1<br />
Analisi<br />
della composizione<br />
d’aula per titolo<br />
universitario<br />
100<br />
80<br />
TITOLO DI STUDIO UNIVERSITARIO DI TUTTI I CORSISTI<br />
DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI %<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
100 100 70,96 69,7 93,54 93,33 90 96,55<br />
0 0 22,58 0 3,23 3,33 6,67 3,45<br />
0 0 3,23 12,1 0 3,33 0 0<br />
0 0 0 9,1 0 0 0 0<br />
0 0 3,23 9,1 3,23 0 3,33 0<br />
Medicina e chirurgia<br />
Medicina veterinaria<br />
Farmacia<br />
Biologia<br />
Psicologia<br />
6<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Graf. 19<br />
Analisi<br />
della composizione<br />
d’aula per funzione<br />
ricoperta<br />
100<br />
80<br />
TITOLARITÀ PRIMARIALE DEI CORSISTI<br />
NELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI %<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
Sì<br />
100 60 38,71 27,27 38,7 3,33 10 3,45<br />
No<br />
0<br />
40<br />
61,29<br />
72,73<br />
61,3<br />
96,67 90 96,55<br />
Graf. 20<br />
Analisi<br />
della valutazione<br />
della prova<br />
di fine corso<br />
9,0<br />
8,6<br />
MEDIE PONDERATE DEI VOTI DEGLI ESAMI FINALI<br />
DELLE OTTO EDIZIONI DEL CORSO<br />
VALORI<br />
8,2<br />
7,8<br />
7,4<br />
7,0<br />
I II III IV V VI VII VIII<br />
8,6 7,92 8,05 8,09 7,78 8,1 7,4 8,15<br />
Alessandra Rodaro è studente iscritta alla<br />
Facoltà di Economia dell’Università degli<br />
Studi di Trento.<br />
69<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
appendice.2<br />
Schede di sintesi <strong>dei</strong> lavori finali <strong>dei</strong> partecipanti<br />
andrea.francesconi,.alessandra.rodaro<br />
Nelle pagine che seguono sono riportate le schede di sintesi <strong>dei</strong> lavori finali che i partecipanti<br />
alle otto edizioni del corso hanno elaborato.<br />
I lavori sono stati redatti da gruppi di partecipanti variabili da un minimo di due a<br />
un massimo di cinque componenti ed erano finalizzati alla discussione di fine corso per il<br />
rilascio dell’attestato di formazione <strong>manageriale</strong>.<br />
Le schede prodotte vogliono fornire al lettore uno spunto di primo riferimento <strong>dei</strong><br />
singoli lavori.<br />
Le schede, distinte per edizione, dalla prima all’ottava, sono strutturate per fornire le<br />
seguenti tipologie di informazioni:<br />
a) Titolo del lavoro;<br />
b) Nominativi <strong>dei</strong> partecipanti che hanno redatto il lavoro finale;<br />
c) Indice del lavoro;<br />
d) Breve abstract;<br />
e) Numero di pagine;<br />
f) Elementi di classificazione del lavoro.<br />
Le esigenze di sintesi connesse all’elaborazione del materiale analizzato possono avere<br />
indotto in qualche errore e omissione. Di questo ci si scusa in anticipo.<br />
I testi <strong>dei</strong> lavori finali, nella versione integrale, sono disponibili a richiesta presso<br />
l’Assessorato alle Politiche per la <strong>Salute</strong>, Servizio Organizzazione e qualità delle attività<br />
<strong>sanitari</strong>e, Ufficio <strong>Formazione</strong> e sviluppo delle risorse umane, a Trento in Via Gilli 4 (Tel.<br />
0461. 494105; e-mail: formazione.sanita@provincia.tn.it).<br />
71<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.1<br />
TITolo<br />
Analisi e progettazione organizzativa in una logica aziendale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Fabio Bazzoli, Giuseppe De Nisi, Marco Ioppi, Raffaele Lovaste<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Organizzazione del servizio per le tossicodipendenze (Ser.T.) della<br />
Provincia autonoma di Trento; 3. L’organizzazione dell’Unità Operativa di Neonatologia<br />
e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale S.Chiara di Trento; 4. La qualità nell’Unità<br />
Operativa di Neuropsichiatria Infantile n. 2 <strong>dei</strong> Distretti Vallagarina Alto Garda, Ledro,<br />
Giudicarie e Rendena; 5. Analisi dell’applicazione nel processo lavorativo del parto della<br />
legge 626/94 e della ricerca della sicurezza come risultato dell’applicazione della qualità<br />
secondo il metodo HACCP; 6. Conclusioni dell’elaborato; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi ha lo scopo di chiarire il programma strategico aziendale perseguito dall’APPS<br />
attraverso la descrizione di quattro strutture organizzative complesse: la U.O. Servizio per<br />
le Tossicodipendenze a valenza provinciale, la U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva<br />
Neonatale dell’ospedale S.Chiara di Trento a valenza provinciale, la U.O. di Neuropsichiatria<br />
Infantile n. 2 <strong>dei</strong> Distretti Vallagarina, Alto Garda, Ledro e Giuducarie-Rendena<br />
a valenza multizonale e la U.O. di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di<br />
Riva del Garda a valenza zonale. In particolare, nella tesi vengono descritte le attività<br />
assistenziali di ogni struttura complessa e la loro conforme aderenza ai principi strategici<br />
dell’APPS: in particolar modo la mission, la vision e i valori. Viene posta particolare<br />
attenzione a questi tre principi in quanto sono finalizzati a un aumento continuo<br />
della qualità, obiettivo di primaria importanza per l’APPS. Infine, nell’elaborato viene<br />
sottolineato che nonostante ci sia differenza tra le quattro strutture complesse per la<br />
tipologia di attività assistenziali erogate, tutte e quattro sono dirette all’umanizzazione<br />
delle cure e alla soddisfazione <strong>dei</strong> bisogni persona-paziente.<br />
PagInE 122<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
72<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.2<br />
TITolo<br />
Punti di prelievo territoriali: Network ospedale territorio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Patrizio Caciagli, Lorenzo Filosi, Alberto Marcolla<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Il servizio di Laboratorio; 3. L’attuale sistema di prelievo per pazienti<br />
ambulatoriali; 4. Il contesto progettuale; 5. Il progetto vero e proprio; 6. Considerazioni<br />
economiche-finanziarie; 7. Riferimenti bibliografici.<br />
aBSTracT<br />
Il processo di aziendalizzazione del comparto <strong>sanitari</strong>o prevede un uso più consapevole<br />
delle risorse a disposizione e alti standard di qualità nell’erogare prestazioni <strong>sanitari</strong>e.<br />
Ponendosi in quest’ottica, la tesi propone la realizzazione di una rete tra laboratori e<br />
medicina del territorio al fine di diminuire il numero di alcune categorie di pazienti, che<br />
negli anni stanno sempre più aumentando, per garantire servizi sempre più efficienti.<br />
La prima parte dell’elaborato descrive l’organizzazione del Laboratorio e <strong>dei</strong> punti di<br />
prelievo evidenziandone gli aspetti positivi e negativi. In un secondo momento viene<br />
illustrato un modello volto a migliorare le aree critiche <strong>dei</strong> punti di prelievo: in particolare,<br />
viene decentrata una parte dell’attività di prelievo venoso affinché si possano<br />
fornire in tempo reale i risultati di laboratorio ai MMG (il modello è stato pensato per<br />
alcune patologie, in particolare per quelle dell’apparato cardiovascolare, la malattia<br />
diabetica e i soggetti neoplastici in terapia, proprio perché gli esami sono standardizzati<br />
e ripetitivi). La tesi, infine, sottolinea come la realizzazione del modello porti<br />
vantaggi al paziente-cliente per la standardizzazione <strong>dei</strong> protocolli operativi, ai medici<br />
di medicina generale per la visione in tempo reale <strong>dei</strong> referti e al laboratorio per la<br />
riduzione delle code alle sedi centrali.<br />
PagInE 31<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO): plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
73<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.3<br />
TITolo<br />
Indagine conoscitiva in tre UU.OO. di medicina Interna dell’APSS del <strong>Trentino</strong> su alcuni<br />
parametri per l’accreditamento all’eccellenza<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paolo Dalrì, Giuseppe De Venuto, Mauro Mettarei<br />
InDIcE<br />
1. Scopo dello studio; 2. Premessa; 3. Cosa s’intende per qualità; 4. Come valutare<br />
la qualità; 5. Come migliorare la qualità; 6. Analisi partecipata della qualità (APQ);<br />
7. Accreditamento all’eccellenza: JCAHO.1; . Valutazione della qualità secondo gli<br />
standard “Accesso e continuità dell’assistenza” della JCIA in tre Unità Operative di<br />
Medicina Interna dell’APSS del <strong>Trentino</strong>; 9. Conclusione.<br />
aBSTracT<br />
La tesi può essere suddivisa in tre parti che affrontano il tema della qualità sotto<br />
aspetti diversi. Nella prima parte viene descritta l’evoluzione storica del concetto di<br />
qualità in letteratura; di seguito viene realizzata un’analisi critica dello stesso. Nella<br />
seconda parte dello studio vengono descritte le modalità di comprensione e utilizzo<br />
<strong>dei</strong> concetti fondamentali di qualità in sanità da parte <strong>dei</strong> professionisti che erogano<br />
prestazioni <strong>sanitari</strong>e. La terza parte illustra le principali metodologie attualmente impiegate<br />
per valutare e promuovere la qualità. Questa ultima fase del lavoro propone,<br />
inoltre, l’utilizzo di alcuni criteri della Joint Commission International per realizzare<br />
una valutazione, solamente a titolo esercitativo, della qualità nel settore “Accesso e<br />
continuità dell’assistenza” in tre U.O. di Medicina Interna dell’Azienda Provinciale <strong>dei</strong><br />
Servizi Sanitari del <strong>Trentino</strong>. Dalla realizzazione di questa valutazione qualitativa emergono<br />
alcune considerazioni conclusive: esistono ampi margini per migliorare la qualità<br />
dell’“accesso e continuità della assistenza” attraverso un’informazione più chiara ai<br />
pazienti, un coinvolgimento maggiore degli stessi e una comunicazione più efficiente<br />
tra le varie Unità Operative e i vari Servizi. Infine, l’utilizzo estensivo nella pratica<br />
clinica di una cartella clinica informatizzata ha permesso di raggiungere un più alto<br />
livello di aderenza a alcuni degli standard considerati.<br />
PagInE 103<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
74<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.4<br />
TITolo<br />
L’assistenza integrata al paziente oncologico: gli strumenti per l’internista<br />
ParTEcIPanTI<br />
Mauro De Concini, Franco Fiorentini, Gabriele Noro, Luigi Tomio, Franco Ziller<br />
InDIcE<br />
1. Considerazioni generali; 2. La domanda di servizio; 3. L’offerta di servizio; 4. Coordinamento<br />
e regia: i modelli operativi; 5. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi descrive l’organizzazione del Servizio Sanitario con lo scopo di chiarire i possibili<br />
percorsi assistenziali-integrati che i pazienti oncologici possono effettuare. A<br />
riguardo, vengono poste al centro dell’azione <strong>sanitari</strong>a le esigenze complessive del<br />
paziente e non le priorità delle proprie articolazioni operative o di singoli operatori o<br />
specialità. In una prima parte, l’elaborato analizza la domanda di servizio oncologico<br />
sotto diversi aspetti: la tipologia, il volume e, soprattutto, vengono evidenziate le<br />
esigenze assistenziali richieste. In particolare, i pazienti oncologici desidererebbero<br />
specifiche attitudini assistenziali da parte del servizio <strong>sanitari</strong>o: capacità di relazione,<br />
tempestività, continuità assistenziale, supporto logistico ed equità. In risposta alle<br />
esigenze della domanda viene esposta l’offerta del servizio oncologico garantito dall’APPS:<br />
vengono descritte le strutture (ospedali e distretti) di riferimento, le possibili<br />
interfacce di integrazione tra la varie UU.OO. e la varie Aree specialistiche/Territorio,<br />
la cartella clinica oncologica digitale (CCOD) e il relativo utilizzo per il teleconsulto,<br />
le linee guida e i protocolli terapeutici al fine di garantire all’utenza un servizio di<br />
assistenza integrata adeguato e completo. Data l’esigenza di offrire un servizio che<br />
garantisca soprattutto continuità assistenziale, la tesi sviluppa un progetto di terapia<br />
palliativa al fine di favorire l’integrazione Ospedale-territorio per il monitoraggio del<br />
paziente oncologico. In particolare, viene sottolineato come un’adeguata comunicazione<br />
tra medico dell’ospedale dell’U.O. di Medicina e/o Geriatria, Medicina Generale<br />
e oncologo sia fondamentale per la gestione, soprattutto, delle complicazioni relative<br />
alla natura della malattia.<br />
PagInE 110<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
75<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.5<br />
TITolo<br />
Scheda Budget e Negoziazione<br />
ParTEcIPanTI<br />
Marcello Disertori, Manfred Gamper, Aldo Girardi, Daniele Orrico<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Richiamo storico; 3. Il controllo di gestione nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />
pubbliche; 4. Il sistema budget; 5. Il budget e la negoziazione nelle aziende <strong>sanitari</strong>e;<br />
6. La progettazione del sistema budget: aspetti tecnici e operativi; 7. Conclusioni<br />
finali; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Il processo di aziendalizzazione del sistema <strong>sanitari</strong>o impone l’utilizzo di alcuni strumenti<br />
economico-aziendali per un più consapevole e razionale utilizzo delle risorse da<br />
impiegare. Per i singoli operatori, per le U.O., per gli Ospedali e per l’APPS, lo strumento<br />
operativo per l’attività annuale è diventato il budget. La tesi può essere suddivisa in<br />
due parti: nella prima vengono analizzate le caratteristiche teorico-dottrinali del sistema<br />
budget, nella seconda ne vengono analizzate le caratteristiche pratiche valutando<br />
delle schede budget relative agli ultimi tre anni di attività di alcune U.O. dell’Azienda<br />
Sanitaria della Provincia autonoma di Trento.<br />
A riguardo, l’analisi delle schede budget esprime l’importanza operativa dello stesso,<br />
ma anche una marcata difficoltà nell’applicare uno strumento tipicamente aziendale a<br />
una logica <strong>sanitari</strong>a. In particolare, emergono alcune criticità nell’utilizzo della scheda<br />
budget nelle U.O. in questione: manca un chiaro riferimento istituzionale riguardante<br />
le risorse a disposizione, c’è difficoltà nel definire i diversi attori delle professioni <strong>sanitari</strong>e,<br />
c’è un utilizzo distorto della programmazione in quanto vista come una forzatura<br />
e c’è il pericolo di credere che il budget sia la realizzazione completa del processo di<br />
aziendalizzazione.<br />
PagInE 53<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: budget e controllo di gestione<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
76<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.6<br />
TITolo<br />
Valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del trattamento dell’insufficienza renale cronica in<br />
trentino: dialisi versus trapianto<br />
ParTEcIPanTI<br />
Lucio Luciani, Carlo Romano Rovati<br />
InDIcE<br />
1. La salute; 2. Principali tecniche di valutazione economica; 3. L’insufficienza renale<br />
cronica; 4. Valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del trattamento del l’IRC in <strong>Trentino</strong>; 5.<br />
Discussione; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di una valutazione economica (analisi<br />
costi-benefici) del trattamento dell’IRC (insufficienza renale cronica) al fine di poter<br />
scegliere una tra due alternative di cure possibili. Infatti, attraverso tecniche di valutazione<br />
economica viene realizzato un confronto tra i costi generati dalle due cure<br />
alternative per l’IRC, ovvero la dialisi e il trapianto. L’indagine fa riferimento a due<br />
tipologie di popolazione: una caratterizzata da pazienti in trattamento sostitutivo e<br />
l’atra caratterizzata da pazienti portatori di trapianto funzionante. A riguardo, vengono<br />
rilevati diversi costi di gestione per entrambe le popolazioni, dove per ogni voce<br />
di costo viene desunto il costo medio di ogni singolo paziente al fine di ottenere,<br />
accanto al valore di costo medio complessivo, anche il calcolo dell’utilizzo di risorse<br />
disaggregato per ognuno <strong>dei</strong> parametri valutati. Infine, viene realizzata una valutazione<br />
della qualità della vita <strong>dei</strong> componenti delle due popolazioni facendo riferimento ai<br />
dati raccolti dal Personale laureato <strong>dei</strong> Servizi di Psicologia, ai dati della letteratura<br />
internazionale e all’esperienza personale dell’attività nella Specialità. L’analisi elegge<br />
il trapianto come alternativa di cura più vantaggiosa per l’IRC, in quanto consegue<br />
una serie di favorevoli congiunture, quali: autonomia decisionale in ambito legislativo,<br />
precisione e puntualità follow up medico, cultura e maturità della popolazione, la<br />
preziosa collaborazione con due <strong>dei</strong> più qualificati centri di Trapianto europeo e costi<br />
generalmente più convenienti.<br />
PagInE 67<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
77<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.7<br />
TITolo<br />
Analisi critica dell’approccio economico-aziendale per una unità operativa di anatomia<br />
patologica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Francesco Piscioli<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Definizione; 3. Riferimenti legislativi e relative considerazioni; 4. Implicazioni<br />
generali dell’aziendalizzazione della sanità; 5. Incompatibilità tra l’aziendalizzazione<br />
della sanità, le responsabilità deontologiche e medico-legali e l’organizzazione<br />
di lavoro; 6. L’impatto dell’aziendalizzazione sull’organizzazione dell’Unità Operativa di<br />
Anatomia e Istologia Patologica; 7. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
Nella tesi vengono esposti diversi riferimenti normativi italiani riguardanti la tutela della<br />
salute. In particolare viene sottolineato, e sotto alcuni punti di vista anche criticato,<br />
come sia difficile l’applicazione del DLGS 502 (che riguarda il processo di aziendalizzazione<br />
del comparto <strong>sanitari</strong>o) in sanità. Quest’ultima normativa, inoltre, si dimostra<br />
completamente inutile se applicata a un’Unità Operativa di Anatomia Patologica, in<br />
quanto i suoi principi ispiratori e strumenti di attuazione sono privi di basi razionali<br />
e motivazioni scientifiche (se applicate alla diagnostica anatomo-patologica). Inoltre,<br />
modello organizzativo di lavoro del comparto <strong>sanitari</strong>o, definito dal DLGS 502, risulta<br />
essere troppo rigido e la riforma <strong>dei</strong> corsi di preparazione del personale tecnico, con<br />
l’istituzione di un’unica laurea breve di tecnico di laboratorio biomedico, impediscono<br />
al patologo un’organizzazione di lavoro su basi razionali, aventi come fine l’efficienza,<br />
l’efficacia e la tempestività. Infine, i controlli di qualità previsti dal DLGS 502 vengono<br />
occasionalmente posti come obiettivi e difficilmente si rifanno alla competenza<br />
diagnostica.<br />
PagInE 22<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: non presente<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
7<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PrIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 1.8<br />
TITolo<br />
L’applicazione del percorso TQM alla UU.OO di anestesia e rianimazione: principi, metodologia<br />
e modello proposto<br />
ParTEcIPanTI<br />
Matteo Magro, Manfred Pfaender, Diego Welber<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Esperienze internazionali in Anestesia e Rianimazione; 3. Gli elementi<br />
misurabili del sistema JCAHO; 4. La progettazione di interventi di miglioramento della<br />
qualità. Le Clinical Pathways e il Case Management; 5. Il Sistema di qualità proposto<br />
per le Unità di Anestesia e Rianimazione della Provincia di Trento; 6. Il sistema degli<br />
indicatori inerenti alla Anestesia e Rianimazione; 7. La S. Operatoria di Ortopedia della<br />
“Valle <strong>dei</strong> Fiori”; . Conclusioni; 9. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi affronta il problema del controllo della qualità nel comparto <strong>sanitari</strong>o attraverso<br />
la definizione e l’applicazione di un percorso di “total quality management”. In una prima<br />
parte, lo studio chiarisce il concetto di TQM sotto vari aspetti: il significato, l’applicazione<br />
in contesti <strong>sanitari</strong> internazionali, l’importanza strategica. Nella seconda parte<br />
viene esposta, invece, la realizzazione di un percorso di TQM per le UU.OO. di Anestesia<br />
e Rianimazione della Provincia autonoma di Trento ipotizzando il funzionamento di<br />
una sala operatoria dove vengono rilevati le criticità relative al controllo della qualità.<br />
Da questa ricerca emerge l’importanza del programma operatorio, il quale dovrebbe<br />
essere redatto con il contributo di tutti i protagonisti del blocco operatorio(chirurgo,<br />
anestesista-rianimatore e coordinatore), gestito su supporto informatico e compilato<br />
con cadenza settimanale. Inoltre, per ogni intervento, dovrebbe essere specificata la<br />
durata prevista, la strumentazione necessaria (se particolare), la posizione da dare<br />
al paziente, i medici che dovranno intervenire e l’eventualità di un trasferimento del<br />
paziente in terapia intensiva.<br />
PagInE 22<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo/propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
79<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.1<br />
TITolo<br />
Aspetti organizzativi gestionali di un “Servizio TAO” (Terapia Anticoagualante Orale)<br />
per i pazienti a rischio di trombosi<br />
ParTEcIPanTI<br />
Pietro Alfonsi, Severino Dazzi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzionei; 2. L’importanza economicai; 3 Organizzazione del servizio nella U.O.<br />
di patologia clinicai; 4. Valutazione <strong>dei</strong> costi e <strong>dei</strong> beneficii; 5. Discussione e conclusioni;<br />
6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo della tesi è descrivere la gestione operativa di un servizio TAO (terapia<br />
anticoagulante orale) per i pazienti a rischio di trombosi. Inizialmente l’elaborato si<br />
concentra sulla descrizione della TAO: in particolare, ne vengono descritti la storia, le<br />
sperimentazioni <strong>dei</strong> farmaci anticoagualanti effettuate nel corso degli anni e i diversi<br />
impatti che ha la terapia in paesi diversi, soprattutto dal punto di vista economico. Di<br />
seguito viene illustrato l’argomento centrale della tesi: l’organizzazione di un servizio<br />
TAO. In particolare, viene sottolineato come una corretta gestione operativa del servizio<br />
sia possibile attraverso un corretto interagire tra le figure professionali coinvolte:<br />
segretaria, infermiera professionale, ausiliaria, tecnico di laboratorio e medico. Inoltre,<br />
vengono considerati i costi-benefici della terapia attraverso alcuni studi realizzati a<br />
livello nazionale e internazionale. Da questi si deduce che l’efficacia di un servizio t.a.o<br />
dipende, dall’utilizzo di un software specifico, in quanto il costo della visita dipende<br />
pesantemente da esso, e dalla capacità di calcolare le possibili complicazioni che possono<br />
insorgere durante la cura, diminuendo drasticamente i cosiddetti “costi evitabili”.<br />
PagInE 29<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
0<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.2<br />
TITolo<br />
Il miglioramento della qualità relazionale – un’esperienza operativa nel servizio di<br />
igiene pubblica del distretto Alto Garda e Ledro<br />
ParTEcIPanTI<br />
Pierluigi Gardini, Arrigo Andreacci<br />
InDIcE<br />
1. Premessai; 2. Materiali e metodii; 3. Discussionei; 4. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene allo sviluppo e all’applicazione, nel Servizio di Igiene<br />
Pubblica del Distretto Alto Garda e Ledro, di alcuni indicatori di valutazione e miglioramento<br />
della qualità relazionale, intesa come soddisfazione delle varie categorie di<br />
utenti interessate. Inoltre, la scelta degli indicatori è finalizzata alla modifica dell’assetto<br />
organizzativo assistenziale assicurato, affinché disponga di un numero ridotto di<br />
ambulatori poliambulatori e offra maggiore risposta all’utenza in termini di ampliamento<br />
dell’orario di servizio, efficienza ed efficacia operativa. Attraverso l’analisi di quattro<br />
dimensioni (economia, personale, utenza e processi), che il Servizio deve sapere gestire<br />
e coordinare, vengono individuati alcuni parametri che consentono lo sviluppo di alcuni<br />
indicatori in grado di migliorare la qualità relazionale. I parametri impiegati fanno riferimento<br />
alla Balanced Scorcared e permettono l’utilizzo di indicatori di accessibilità<br />
e di disponibilità che consentono un miglioramento nell’erogazione delle prestazioni<br />
<strong>sanitari</strong>e e soprattutto della qualità relazionale.<br />
PagInE 2<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: non presente<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
1<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.3<br />
TITolo<br />
Cartella clinica informatizzata: applicabilità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Dino Sella, Bruna Bagozzi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Metodo; 3. U.O. Geriatria; 4. U.O. Pneumologia; 5. Conclusioni<br />
finali; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo di questo studio è quello di verificare l’applicabilità di una cartella clinica<br />
informatizzata nelle U.O. di Geriatria e Pneumologia dell’Ospedale S.Chiara di Trento. La<br />
tesi è articolata in due fasi: la prima realizza un’analisi <strong>dei</strong> fabbisogni degli operatori<br />
di un reparto ospedaliero al fine di evidenziare, attraverso una metodologia qualitativa<br />
di consenso (Nominal Group Technique), le difficoltà e gli ostacoli legati all’utilizzo<br />
di un sistema informativo cartaceo; di seguito, la seconda fase individua un insieme<br />
di possibili soluzioni basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione<br />
(Information and Communication Technology, ICT). Nell’elaborato viene sottolineato<br />
come il nominal group ha posto in risalto i problemi di comunicazione tra le principali<br />
figure professionali che assistono i pazienti ricoverati in ospedale. A riguardo, la informatizzazione<br />
della cartella clinica per i nominal group apporterebbe una maggiore<br />
qualità, in quanto consentirebbe comunicazioni più chiare, celeri e integrate con gli<br />
interventi di tutti i potenziali attori che partecipano nella gestione del caso clinico<br />
(dagli operatori della U.O. agli operatori dell’APPS).<br />
PagInE 41<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
2<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.4<br />
TITolo<br />
DISEASE MANAGEMENT: approccio integrato alla gestione di patologie croniche<br />
ParTEcIPanTI<br />
Danila Bassetti, Fabio Branz, Franco De Bernardinis, Nunzia Mazzini, Angelo Mercurio<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La realizzazione delle risorse in ambito <strong>sanitari</strong>o: “il percorso”;<br />
3. Il Desease Management; 4. La malattia cronica e la condizione cronica; 5. Epatite<br />
cronica da virus C; 6. Le malattie infiammatorie croniche intestinali; 7. Schizofrenia;<br />
. Sclerosi Multipla; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Scopo della tesi è chiarire, attraverso la letteratura, il concetto di Disease Management<br />
e dimostrare, attraverso alcuni esempi, come questa modalità organizzativa ambisca<br />
al miglioramento sia della qualità che degli standard economici per il trattamento di<br />
patologie croniche (generalmente ad alto costo sociale ed economico individuale e<br />
collettivo). Quindi, in una prima fase l’elaborato espone le diverse definizioni di DM<br />
reperibili in letteratura, dalle quali è possibile rilevare come il DM rappresenti il modello<br />
assistenziale ideale per fronteggiare l’emergente bisogno <strong>sanitari</strong>o di migliorare la<br />
gestione di pazienti con malattia cronica, intervenendo in maniera integrata sull’intero<br />
processo diagnostico-terapeutico e assistenziale della stessa. Nella seconda fase della<br />
tesi, invece, viene proposta l’applicazione della tecnica di Disease Management per il<br />
miglioramento della gestione delle seguenti patologie croniche: Epatite cronica da Virus<br />
C, malattie infiammatorie croniche intestinali, schizofrenia e sclerosi multipla. Per ogni<br />
malattia sono descritte le fasi del processo di Disease Management: prevenzione primaria<br />
e secondaria, diagnosi precoce, adeguamento <strong>dei</strong> percorsi diagnostici e terapeutici a<br />
criteri di evidenza, integrazione <strong>dei</strong> vari livelli di intervento e controllo dell’efficacia.<br />
Con questi esempi viene sottolineato come il DM generi un’efficace interazione tra le<br />
diverse figure professionali <strong>sanitari</strong>e coinvolte in una certa patologia.<br />
PagInE 9<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
3<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.5<br />
TITolo<br />
Proposta di un modello di management per le strutture organizzative di chirurgia generale,<br />
di pneumologia e del servizio di cardiologia del nuovo ospedale Alto Garda e Ledro di Arco<br />
ParTEcIPanTI<br />
Sergio Bassetti, Francesco Ricci, Girolamo Mirante Marini<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione generale; 2. Proposta di modello di management della U. O. Chirurgia<br />
Generale dell’Ospedale di Arco; 3. Qualità della Risposta Sanitaria Pneumologica nella<br />
Provincia di Trento: proposta di un modello di management integrato delle UU.OO. e<br />
<strong>dei</strong> Servizi di Pneumologia esistenti in Provincia; 4. Qualità della risposta <strong>sanitari</strong>a di<br />
Cardiologia del nuovo Ospedale Alto Garda e Ledro di Arco.<br />
aBSTracT<br />
La tesi propone un modello di management operativo per l’U.O. di Chirurgia generale, di<br />
Pneumologia e del Servizio di Cardiologia dell’U.O. di Medicina del nuovo Ospedale Alto<br />
Garda e Ledro di Arco. A riguardo, vengono individuati i problemi gestionali relativi alle<br />
tre strutture al fine di predisporre un assetto organizzativo che sia in grado di utilizzare<br />
efficacemente le risorse e umane e che offra, quindi, un’adeguata risposta <strong>sanitari</strong>a. La<br />
prima parte della tesi presenta il modello di management relativo all’U.O. di Chirurgia<br />
generale introducendo la chirurgia mini-invasiva come strumento di miglioramento dell’offerta<br />
di cure all’utente. I vantaggi relativi all’utilizzo di questa metodologia chirurgica<br />
sono riconducibili alla riduzione delle infiammazioni e a un percorso post-operatorio con<br />
minori disagi. Dal punto di vista <strong>dei</strong> costi la chirurgia mini-invasiva è particolarmente<br />
competitiva nei confronti della chirurgia tradizionale. La seconda parte della tesi presenta<br />
il modello di management relativo al Servizio di Pneumologia sul territorio trentino, che<br />
si prefigge di definire un’organizzazione che coordini i processi assistenziali e gestionali<br />
in relazione alle diverse esigenze <strong>dei</strong> cittadini. A tale scopo viene proposto un nuovo assetto<br />
organizzativo che punta anche alla implementazione e valorizzazione dell’attività di<br />
ricovero in regime di day hospital <strong>dei</strong> pazienti e al potenziamento dell’attività specialistica<br />
territoriale, a supporto della medicina di base e di comunicazione con il territorio. Infine,<br />
la terza parte della tesi descrive il modello di management del Servizio di Cardiologia del<br />
nuovo monoblocco del Distretto Alto Garda e Ledro che assume funzioni di filtro, interfaccia<br />
e collegamento e interagisce con gli altri distretti e con tutti gli attori operanti nel<br />
campo. In questo contesto si da particolare valenza alla qualificazione professionale, intesa<br />
come aggiornamento continuo di tutto il personale operante nel Servizio di Cardiologia.<br />
PagInE 57<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
4<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.6<br />
TITolo<br />
Il budget: strumento di programmazione e di miglioramento nelle aziende <strong>sanitari</strong>e<br />
ParTEcIPanTI<br />
Armando Borghesi, Italo Dell’Eva, Zeno Bellotti<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La Provincia Autonoma di Trento; 3. <strong>Salute</strong> e Sistemi Sanitari; 4. Il<br />
Servizio Sanitario Nazionale; 5. Il Servizio Sanitario Provinciale; 6. Programmazione;<br />
7. Valutazione; . Sistema Informativo Gestionale Sanitario; 9. Il sistema di budget;<br />
10. Analisi del processo di budget e delle schede utilizzate dall’APSS; 11. nel periodo<br />
1997-2003; 12. Conclusioni e possibili prospettive future; 13. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene alla definizione del sistema budget e le modalità di utilizzo<br />
dello stesso presso l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento dal 1997 in poi.<br />
L’elaborato è suddiviso in due parti: nella prima vengono esposti il concetto generale<br />
budget e suo il significato nel Sistema Sanitario Nazionale e Provinciale, nella seconda,<br />
invece, vengono delineate le modalità e i tempi mediante i quali viene predisposto il<br />
budget nell’APPS. A riguardo, vengono confrontate e analizzate esperienze maturate in<br />
tre distinti contesti: quello della Direzione (DOC) di Igiene e Sanità Pubblica, quello di<br />
Unità Operativa Laboratorio di Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica e quello di quello<br />
di Unità Operativa di Assistenza Territoriale della Vallagarina. Per ognuna di queste tre<br />
realtà vengono analizzati i punti di forza, di debolezza e le problematiche emersi nella<br />
predisposizione e nell’utilizzo dello strumento del budget. Da queste analisi è emerso<br />
che il sistema budget può essere uno strumento estremamente potente per migliorare<br />
i servizi <strong>sanitari</strong> da erogare alla collettività solamente ad alcune condizioni: che abbia<br />
determinate caratteristiche di flessibilità e adattabilità, che vengano usati idonei accorgimenti<br />
per renderlo uno strumento efficace e funzionale e, infine, che gli operatori<br />
conoscano, credano e imparino a utilizzare al meglio lo strumento per poterne sfruttare<br />
appieno le potenzialità.<br />
PagInE 94<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: budget e controllo di gestione<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
5<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.7<br />
TITolo<br />
Riorganizzazione di un servizio diagnoniostico territoriale: valutazione economica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Claudio Buriani, Renzo Beniamin<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Presentazione dell’intervento di riorganizzazione; 3. Caratteristiche<br />
del distretto del Primiero; 4. Realizzazione dell’intervento; 5. Confronto <strong>dei</strong> costi tra le<br />
due soluzioni prospettate; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Per l’APPS il sistema della diagnostica di laboratorio rappresenta un insieme di risorse<br />
che, per la loro complessità organizzativa clinico-assistenziale e per il loro consistente<br />
perso economico, deve garantire un prodotto di qualità, la massima efficienza e la<br />
conseguente minimizzazione <strong>dei</strong> costi. A riguardo, la tesi si trova a dover confrontare<br />
in termini economici due interventi riguardanti l’attività diagnostica di laboratorio nel<br />
distretto del Primiero. Le soluzioni confrontate sono le seguenti: continuare ad affidare<br />
la realizzazione degli esami di laboratorio del distretto del Primiero ai laboratori della<br />
Azienda <strong>sanitari</strong>a di Feltre, pagando tali prestazioni a tariffa, oppure attivare la gestione<br />
diretta di tali esami da parte della Azienda <strong>sanitari</strong>a di Trento tramite il laboratorio<br />
analisi dell’ospedale di Borgo Valsugana. Lo scopo primario della tesi consiste, pertanto,<br />
nella ricerca dell’attività a costo minore attraverso un’analisi economica che registri i<br />
costi di gestione di entrambe le soluzioni. Dalle ricerche svolte la seconda soluzione<br />
registra costi minori con un risparmio nel 2002 di 110.700 euro.<br />
PagInE 10<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
6<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.8<br />
TITolo<br />
I LEA e la riallocazione delle risorse. Progetto per lo sviluppo sostenibile dell’attività<br />
ortodontica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Fulvio Campolongo<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. L’attuale sistema di erogazione: la Legge 20/90; 3. Il contesto progettuale;<br />
4. Il Progetto; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia; 7. Documenti; . Glossario.<br />
aBSTracT<br />
La tesi ha lo scopo di realizzare un progetto di riordino organizzativo dell’attività ortodontica<br />
affinché la medesima garantisca un servizio pubblico in grado di soddisfare<br />
i bisogni e le aspirazioni della popolazione trentina secondo criteri di equità e qualità.<br />
Prima della realizzazione del progetto la tesi analizza l’attuale sistema di erogazione<br />
<strong>dei</strong> servizi e i relativi dati di spesa, valuta la legge 20/91 e le iniziative intraprese nel<br />
corso degli anni interfacciate con i report dello screening odontoiatrico dell’ultimo<br />
triennio. Dall’analisi dell’attuale sistema di erogazione <strong>dei</strong> servizi emerge la mancanza<br />
di un sistema di valutazione della necessità e dell’efficacia <strong>dei</strong> trattamenti. Inoltre, si è<br />
verificata una disomogenea erogazione di trattamenti a livello provinciale conseguente<br />
a una non esplicita mission affidata ai Distretti e alle Unità Operative. Il progetto vero<br />
e proprio è articolato in cinque fasi: attivazione di atti legislativi, individuazione del<br />
project management, formalizzazione e omogeneizzazione delle metodiche e delle procedure,<br />
prevenzione primaria e prevenzione secondaria. In particolare, viene dimostrato<br />
come il progetto sia in grado di coinvolgere sinergicamente realtà operative diverse<br />
con una particolare attenzione ai concetti di efficacia, efficienza, equità e qualità e<br />
quindi possa rappresentare un’utile strumento per affrontare la sfida di razionalizzazione<br />
imposta dall’introduzione <strong>dei</strong> LEA.<br />
PagInE 6<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
7<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.9<br />
TITolo<br />
La prevenzione e la gestione del rischio in ambito <strong>sanitari</strong>o: indicatori di qualità, procedure<br />
assistenziali, documentazione clinica, informazione al paziente<br />
ParTEcIPanTI<br />
Fabio Cembrani, Edoardo Geat, Antonio Mazza, Franco Nicolodi, Claudio Zucchelli<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Il rischio in ambito <strong>sanitari</strong>o; 3. I modelli organizzativi dell’Azienda<br />
provinciale per i Servizi Sanitari di Trento; 4. Il rischio di danno specifico nell’area<br />
materno-infantile nella realtà periferica; 5. La gestione del rischio <strong>sanitari</strong>o in ambito<br />
materno infantile nelle strutture periferiche: identificazione degli interventi di prevenzione;<br />
6. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi persegue l’obiettivo di individuare una serie di alternative di gestione della<br />
prevenzione del rischio <strong>sanitari</strong>o. A riguardo, vengono messi in atto una serie di interventi<br />
di tipo gestionale e organizzativo, che trovano origine in una nuova cultura della<br />
sicurezza. L’elaborato è articolato in cinque parti: la prima riguarda un’analisi molto<br />
ampia del problema del rischio <strong>sanitari</strong>o, la seconda rileva i presupposti per la prevenzione<br />
dell’errore, la terza descrive alcuni modelli organizzativi utilizzati dall’APPS, la<br />
quarta tratta il rischio <strong>sanitari</strong>o nell’area Materno-Infantile e, infine, la quinta analizza<br />
i possibili interventi di prevenzione e gestione del rischio. L’obiettivo di prevenzione<br />
del rischio clinico è la base di un corretto rapporto di fiducia tra cittadino e Servizio<br />
Sanitario offerto. A ragione di ciò, è necessario istituire un regime di controllo <strong>dei</strong><br />
rischi che individui la natura del rischio, la frequenza e il superamento della visione<br />
risarcitoria del danno da errore in ambito <strong>sanitari</strong>o di tipo individualistico dando valenza,<br />
invece, a una responsabilità che sia in grado di ridurre realmente i fattori di rischio. In<br />
concreto, si deve agire a livello normativo-regolamentare e dare importanza al ruolo<br />
della Disciplina medico legale, che dovrebbe lavorare sinergicamente con tutte le altre<br />
strutture mediche e non, che si trovano all’interno dell’APPS.<br />
PagInE 134<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: risk management<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.10<br />
TITolo<br />
Protocollo di prevenzione della nefropatia diabetica in provincia di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Giorgio Cesari, Annunziata Di Palma, Roberto Frizzi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Riferimenti legislativi; 3. La nefropatia diabetica; 4. I costi dell’uremia.<br />
Il diabete insulino-dipendente (diabete di tipo 1) nell’età evolutiva; 5. Epidemiologia<br />
nella Provincia di Trento; 6. Protocollo di prevenzione della nefropatia diabetica<br />
nel diabete tipo 1; 7. I costi dell’assistenza di un paziente con diabete insulino-dipendente<br />
in età evolutiva; . Discussione; 9. Bibliografia; 10. Appendice legislativo; 11.<br />
Altre norme legislative di riferimento per il paziente diabetico; 12. Leggi nazionali;<br />
13. Piano <strong>sanitari</strong>o 1993-1995.<br />
aBSTracT<br />
Il diabete è un problema di salute pubblica, che sollecita l’attuazione di interventi di prevenzione<br />
e cura tali da modificare il corso naturale della malattia prevenendo l’insorgenza<br />
delle complicanze di ormai difficile sostenibilità da parte della spesa <strong>sanitari</strong>a. La tesi<br />
espone una proposta operativa per la prevenzione della nefropatia diabetica applicabile<br />
in Provincia di Trento. Viene proposto un protocollo di prevenzione della nefropatia<br />
diabetica, secondo linee guida dettate dalla letteratura, che prevede l’adozione di uno<br />
schema di trattamento intensivo della malattia e definisce le modalità operative per<br />
identificare precocemente gli stadi iniziali della nefropatia per scongiurare o ritardare la<br />
comparsa di insufficienza renale manifesta, di ridurre la morbilità/mortalità cardiovascolare<br />
e la retinopatia. Inoltre, si propone un’analisi <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> diretti che derivano<br />
dall’intervento applicato ai pazienti in età evolutiva con diabete insulino dipendente, in<br />
cura presso il Centro Antidiabetico Provinciale annesso all’U.O. di Pediatria dell’Ospedale<br />
S.Chiara. Il progetto ottimizza l’intervento di specialisti, che operano a livello ambulatoriale,<br />
di day hospital e di strutture <strong>sanitari</strong>e. I pazienti in età evolutiva, affetti da<br />
diabete di tipo 1 devono accedere a un sistema organizzato di cure garantito da un<br />
team multidisciplinare, che garantisca il raggiungimento del massimo livello di sviluppo<br />
fisico e salute psicologica per il paziente. Lo studio dimostra come questo approccio<br />
organizzativo coniugato con l’applicazione del trattamento intensivo di cura sia in grado<br />
di contenere l’insorgenza delle complicanze della malattia e quindi i costi dell’assistenza.<br />
PagInE 123<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propostiivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: Nazionale<br />
9<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.11<br />
TITolo<br />
Lo screening del cancro colon-rettale nella provincia di Trento: studio di fattibilità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Giovanni De Pretis, Michele Schinella, Enrico Nava, Luciano Turri<br />
InDIcE<br />
1. Situazione epidemiologica; 2. Fattori di rischio; 3. Indicazioni della programmazione<br />
<strong>sanitari</strong>a; 4. Azioni di prevenzione attuabili; 5. Attuazione dello screening di popolazione;<br />
6. Proposta di uno screening per CCR in <strong>Trentino</strong>; 7. Esecuzione del test di<br />
1° livello: ricerca SOF; . Il secondo livello: colonscopia; 9. Terzo livello: chirurgico;<br />
10. <strong>Formazione</strong> del personale; 11. Il coordinamento dello screening; 12. Il sistema<br />
informativo; 13. La campagna informativa; 14. L'impatto economico dello screening;<br />
15. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi delinea i possibili percorsi di prevenzione del cancro colon-rettale riguardante<br />
soggetti a rischio generico. Si realizza uno screening per la prevenzione secondaria<br />
mediante diagnosi precoce del CCR in popolazione, volto a individuare lesioni precancerose<br />
o tumori in fase precoce in modo da poter attuare adeguati interventi finalizzati<br />
alla riduzione della mortalità per questo tipo di tumore e al miglioramento della qualità<br />
della vita delle persone sottoposte all'intervento stesso. Inoltre, la popolazione di riferimento<br />
che viene presa in considerazione in questo studio è quella di età superiore ai<br />
50 anni, in quanto la malattia si verifica raramente al disotto di questa età. Dall’analisi<br />
emerge l'utilità di attuare nella PAT un intervento di prevenzione secondaria del cancro<br />
colon-rettale basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci. Infine, tenuto conto che<br />
non tutti i determinanti del CCR sono noti e che i risultati della prevenzione primaria,<br />
orientata alla promozione di corrette abitudini alimentari e di vita, sono di difficile<br />
valutazione nel medio periodo, la prevenzione secondaria rappresenta oggi l'unica arma<br />
efficace disponibile per la prevenzione di questa patologia.<br />
PagInE 67<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
90<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.12<br />
TITolo<br />
Percorsi diagnostico clinico terapeutici per la realizzazione dell’utilizzo della risorse e<br />
per il miglioramento della qualità nell’Ospedale di Rovereto<br />
ParTEcIPanTI<br />
Roberto Albertazzi, Adriano Bernardi, Paolo Dorigotti, Paolo Iseppi, Giuseppe Vergara<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Percorsi clinici in atto presso l’ospedale di Rovereto; 3. Analisi <strong>dei</strong><br />
percorsi; 4. Percorso sulla lombalgia; 5. Tripps II: scompenso cardiaco; 6. Rapporti di<br />
interfaccia tra Ortopedia e PS; 7. Tripps II: dolore toracico; . La telecardiologia nei<br />
percorsi dell’Ospedale di Rovereto; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Le diversità culturali e i diversi modelli organizzativi, utilizzati nelle varie unità operative,<br />
impediscono che una regolamentazione generale possa essere direttamente trasferita<br />
nello specifico. Emerge, quindi, la necessità di verificare e sperimentare a livello locale<br />
modelli organizzativi e strumenti gestionali già validati in letteratura, ma che richiedono<br />
un’adeguata implementazione. Attraverso la descrizione di percorsi diagnostici-terapeutici<br />
relativi a lombalgia, scompenso cardiaco, rapporti di interfaccia tra ortopedia<br />
e ps, dolore toracico e telecardiologia vengono utilizzati i modelli organizzativi EPQM<br />
e PRUO. Questi due modelli implementati vengono utilizzati allo scopo di migliorare<br />
gli aspetti organizzativi e gestionali dell’Ospedale di Rovereto. Attraverso la fase di<br />
implementazione <strong>dei</strong> modelli, attraverso percorsi diagnostici-terapeutici, si giunge alle<br />
conclusione che un sistema complesso e organizzato può svolgere le sue funzioni in<br />
maniera efficiente solo con un’adeguata comunicazione tra le diverse componenti che lo<br />
compongono. A riguardo, è importante definire: la direzione e i meccanismi facilitanti<br />
(decidere in merito all’allocazione delle risorse) il senso della direzione (dove si porta<br />
l’organizzazione) e i confini (fino a dove ci si spinge) di ogni componente.<br />
PagInE 0<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici ((assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
91<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SEconDa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 2.13<br />
TITolo<br />
Le priorità cliniche come modello per migliorare l’accesso alle prestazioni: ipotesi<br />
organizzativa tra pronto soccorso, servizi e specialistica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Enzo Moser, Pierluigi Torboli, Giuseppe Zumiani<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Il Pronto Soccorso nell’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali<br />
nell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento; 3. La logica delle<br />
priorità cliniche e la razionalizzazione dell’offerta; 4. Il problema delle liste d’attesa in<br />
Dermatologia. I RAO della Specialistica Dermatologica ambulatoriale; 5. L’utilizzo <strong>dei</strong><br />
RAO Radiologici negli accessi diretti a prestazioni urgenti: premessa e proposta; 6. Il<br />
progetto di un Ambulatorio <strong>dei</strong> codici bianchi da parte del Pronto Soccorso.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo primario della tesi è quello di realizzare un Ambulatorio <strong>dei</strong> codici bianchi per<br />
il Pronto Soccorso dell’ospedale S.Chiara. In particolare, la sfida di questo progetto si<br />
identifica nella gestione delle patologie prive di urgenza clinica, tipiche dell’attività di<br />
medicina di base, per le quali è prevista attività di programmazione e prescrizione inserita<br />
nel Piano Sanitario Nazionale. Al fine di realizzare questo progetto, la tesi si articola<br />
in tre fasi: nella prima viene descritta l’attività di Pronto Soccorso nell’integrazione tra<br />
Ospedale e territorio dove si rendono esplicite le due procedure di identificazione di<br />
eventuali patologie al momento dell’arrivo del paziente: Triage e RAO (ultimo modello<br />
sperimentato), nella seconda parte viene data particolare valenza alla metodologia di<br />
classificazione delle priorità cliniche e al problema delle liste di attesa in Dermatologia<br />
attraverso l’applicazione del modello RAO, nella terza parte, infine, viene accuratamente<br />
descritta la parte centrale della tesi, ovvero quella che interessa la realizzazione dell’Ambulatorio<br />
<strong>dei</strong> codici bianchi. A riguardo, la tesi sottolinea che il progetto rientra<br />
in uno specifico programma di razionalizzazione dell’offerta <strong>sanitari</strong>a ed è rivolto ai<br />
pazienti che non si fanno visitare in ambulatorio dal proprio medico curante. Questa<br />
proposta è realizzata al fine di risolvere i numerosi problemi del Pronto Soccorso e dell’Ospedale:<br />
in particolare, problemi di spazio, problemi di tempo, di gestione e spreco<br />
di risorse attraverso una riduzione delle visite specialistiche, della decongestione del<br />
Pronto Soccorso, un’efficiente programmazione degli interventi, un’educazione degli<br />
utenti e una partecipazione alla spesa per gli approfondimenti programmabili.<br />
PagInE 1<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
92<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.1<br />
TITolo<br />
Ipotesi di riorganizzazione <strong>dei</strong> servizi veterinari dell’azienda Provinciale per i Servizi<br />
<strong>sanitari</strong> della Provincia autonoma di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Franco Chin, Alberto Mengon, Roberto Nava, Alberto Ferrazzi, Franco Vender<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Analisi dell’ambiente di lavoro; 3. Analisi delle risorse; 4. Ipotesi organizzativa;<br />
5. Considerazioni conclusive; 6. Materiale di riferimento.<br />
aBSTracT<br />
Lo scopo della tesi attiene a una migliore erogazione delle prestazioni veterinarie e<br />
a un maggiore coinvolgimento del personale al fine di razionalizzare efficacemente le<br />
risorse a disposizione e risuddividere il territorio in parti più omogenee. A fronte di ciò,<br />
la tesi propone la riorganizzazione <strong>dei</strong> servizi veterinari dell’APPS al fine di creare una<br />
struttura decentrata, ma allo stesso tempo collegata con il Servizio Sanitario Pubblico,<br />
soprattutto con il Servizio Sanità Igiene Pubblica. La proposta di ristrutturazione<br />
dell’assetto organizzativo del Servizio Veterinario viene realizzata attraverso un’attenta<br />
analisi del contesto lavorativo, delle esigenze della domanda, delle risorse a disposizione<br />
e delle esperienze passate. Il progetto veterinario è caratterizzato dalla realizzazione<br />
di una direzione centrale veterinaria attraverso l’implementazione di un osservatorio<br />
epidemiologico e nuclei operativi governati dagli attuali responsabili apicali, ai quali<br />
viene affidata la gestione del budget al fine di concedergli autonomia gestionale<br />
ed economico-finanziaria (che precedentemente non possedevano). In conclusione,<br />
l’apicale del nucleo operativo diventa responsabile del raggiungimento degli obiettivi<br />
individuali assegnati ai singoli operatori, snellendo i processi decisionali e motivando<br />
maggiormente i <strong>dirigenti</strong> nella formazione.<br />
PagInE 55<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: CINQUE componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
93<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.2<br />
TITolo<br />
Percorso diagnostico/terapeutico per le cardiopatie valvolari: aspetti gestionali nell’ottica<br />
di un’integrazione tra ospedali (ospedali e rete) e territorio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Cornelio Bertagnolli, Angelo Graffigna, Walter Spagnolli, Renato Santoni<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Situazione attuale; 4. Proposta di modalità gestionale<br />
della MVC; 5. Proposta delle fasi operative; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia; . Allegati.<br />
aBSTracT<br />
La tesi affronta il problema della gestione del percorso diagnostico-terapeutico della<br />
malattie valvolari cardiache sul territorio provinciale. Questo tema viene analizzato in<br />
quanto ai pazienti affetti da questa patologia viene offerto un servizio caratterizzato<br />
da percorsi diagnostici-terapeutici non omogenei e non sempre coordinati tra le varie<br />
tra le varie strutture <strong>sanitari</strong>e; in tal modo possono generarsi conseguenze in termini di<br />
salute per il paziente e di inappropriato uso delle risorse per l’organizzazione <strong>sanitari</strong>a.<br />
La proposta operativa predilige un approccio pianificato utilizzando processi operativi<br />
omogenei secondo linee guida condivise da tutti gli operatori <strong>sanitari</strong>. Inoltre, essa prevede<br />
un coinvolgimento di tipo integrato tra le diverse strutture <strong>sanitari</strong>e cardiologiche<br />
provinciali. Al fine di garantire continuità assistenziale del percorso diagnostico-terapeutico<br />
al singolo paziente, viene proposto, inoltre, uno strumento innovativo caratterizzato<br />
dall’utilizzo di una scheda personale (scheda MVC), la quale contiene la struttura dell’iter<br />
del paziente in maniera tale che esso possa essere gestito nei vari momenti della malattia<br />
dalle diverse strutture <strong>sanitari</strong>e coinvolte. Il beneficio atteso della gestione pianificata<br />
di questa patologia è un miglioramento dello stato di salute della popolazione affetta<br />
(intesa come incremento dell’aspettativa di vita e/o della qualità della vita), un razionale<br />
utilizzo delle procedure diagnostiche o del ricorso all’ospedalizzazione, un’ottimizzazione<br />
<strong>dei</strong> tempi chirurgici e un’efficiente pianificazione della riabilitazione e <strong>dei</strong> follow-up.<br />
PagInE 62<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
94<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.3<br />
TITolo<br />
Il problema <strong>dei</strong> ricoveri protratti nel reparto di geriatria acuti dell’ospedale di Rovereto<br />
ParTEcIPanTI<br />
Silvano Zanoni, Morena Boni, Guido Luca<br />
InDIcE<br />
1. Abstract; 2. Introduzione (contesto organizzativo ambientale); 3. Materiale e metodi;<br />
4. Analisi economica; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia; 7. Appendice.<br />
aBSTracT<br />
La tesi descrive l’organizzazione <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong> destinata agli anziani, dove viene<br />
data particolare valenza alla continuità assistenziale, alla gestione <strong>dei</strong> bisogni e alla promozione<br />
delle abilità residue. Uno degli obiettivi prioritari dell’organizzazione <strong>sanitari</strong>a<br />
riguarda la difesa dell’autonomia dell’anziano, la quale deve essere perseguita non solo<br />
attraverso l’assistenza <strong>sanitari</strong>a, ma anche attraverso la mobilitazione di risorse informali,<br />
quali la famiglia e le organizzazioni di volontariato. A riguardo, viene descritto un<br />
modello di valutazione multidimensionale dell’anziano, il quale viene classificato in base<br />
al criterio di autonomia funzionale dando importanza alle risorse impiegate e alle diversificate<br />
possibilità di gestione delle esigenze di vita quotidiana. In particolare, si sono<br />
rilevate alcune difficoltà nella gestione <strong>dei</strong> ricoveri protratti, in quanto si è verificata<br />
un’eccessiva rigidità delle schede budget annuali assegnati alle strutture private convenzionate.<br />
La possibilità di contenere la durata delle degenza media e di garantire l’efficacia<br />
degli interventi risiede in una capacità clinica che coniughi l’intensività e la ricerca<br />
di outcome clinici rilevanti con la continua attenzione ai rischi dell’ospedalizzazione.<br />
PagInE 33<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
95<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.4<br />
TITolo<br />
Studio di fattibilità di un osservatorio epidemiologico veterinario in provincia di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Alessandro Degasperi, Angela Moresco<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. L’osservatorio epidemiologico: significato e compiti; 3. L’osservatorio<br />
epidemiologico veterinario in Provincia di Trento: ipotesi organizzativa; 4. Conclusioni;<br />
5. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi propone un nuovo assetto organizzativo nell’ambito dell’Unità Operativa Igiene<br />
e Sanità Pubblica veterinaria attraverso l’attivazione di un osservatorio epidemiologico<br />
veterinario. L’obiettivo viene definito attraverso una previa analisi qualitativa delle<br />
attività e delle funzioni svolte dall’ufficio centrale e dalla consapevolezza di poter<br />
migliorare l’efficacia e l’efficienza di alcuni servizi, valorizzando alcuni settori di intervento<br />
trascurati. Per delineare l’ipotetico osservatorio viene realizzata una simulazione,<br />
prendendo come riferimento un osservatorio epidemiologico veterinario già operativo<br />
in Italia. In particolare, dopo aver analizzato un osservatorio esistente in Veneto, il<br />
CREV(soffermandosi sugli ambiti operativi, organigramma e altri parametri relativi al<br />
territorio in cui opera), se ne simula la riduzione in scala in riferimento al caso trentino.<br />
Dalla simulazione si evince come la gestione aziendale delle attività debba consentire<br />
il raggiungimento della mission dell’APPS (ovvero contribuire alla tutela della salute<br />
<strong>dei</strong> cittadini attraverso l’erogazione di prestazioni <strong>sanitari</strong>e efficaci e appropriate, utilizzando<br />
al meglio le risorse affidate). A riguardo, viene dimostrato come l’attivazione<br />
di un osservatorio epidemiologico veterinario nell’ambito della prevenzione <strong>sanitari</strong>a<br />
si inserisca appieno nei programmi strategici dell’APSS.<br />
PagInE 39<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale-epidemiologia veterianria<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo e sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
96<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.5<br />
TITolo<br />
Analisi <strong>dei</strong> percorsi di assistenza medica e psicologica alla gravidanza, nascita, puerperio<br />
e genitorialità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Lorenza Donati, Andrea Mari<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Analisi della realà operativa; 3. Problemi emergenti; 4. Aspetti analitici<br />
e diagnostici relativi alla depressione Post Partum; 5. Verifica sul nostro terrirorio<br />
dell’incidenza reale della depressione Post Partum; 6. Riorganizzazione dell’attività; 7.<br />
Conclusioni; . Edimburgh Postnatal Depression Scale (EPDS); 9. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi descrive accuratamente i possibili percorsi assistenziali, medici e psicologici<br />
proposti ai neo genitori in relazione a gravidanza, nascita, puerperio e genitorialità.<br />
In particolare, viene affrontato il problema della depressione post partum sotto diversi<br />
profili: definizione del problema in letteratura, analisi della realtà operativa, verifica<br />
dell’incidenza della patologia in <strong>Trentino</strong> e, infine, viene proposta la riorganizzazione<br />
dell’attività assistenziale per i neo genitori. Le ultime due fasi vogliono perseguire la<br />
finalità intervenire efficacemente sulla prevenzione primaria della depressione post<br />
partum attraverso la realizzazione di uno screening delle donne che hanno partorito da<br />
poco. Lo studio della depressione post partum rivela come essa sia una patologia molto<br />
insidiosa e diffusa, con conseguenze difficili da valutare, ma sicuramente estese non<br />
solo alla donna “portatrice” ma anche al figlio e al contesto familiare e sociale. Inoltre,<br />
le ricerche affermano con autorevolezza che si possono identificare i fattori di rischio<br />
ancora durante la gravidanza. Ne emerge, quindi, la necessità di formare adeguatamente<br />
gli operatori nell’individuare le problematiche che i neogenitori si trovano a vivere, in<br />
modo da intraprendere, eventualmente, un percorso diagnostico adeguato.<br />
PagInE 41<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
97<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.6<br />
TITolo<br />
D.E.A (Dipartimento di secondo livello di Emergenza e Accettazione): nuovi “setting”<br />
nella gestione delle prestazioni. Ipotesi organizzativa di un “day service” per prestazioni<br />
complesse e differibili<br />
ParTEcIPanTI<br />
Ivo Fauri, Paolo Giacomoni, Maria Rosanna Gorza<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Approccio storico; 3. Evoluzione tecnologico organizzativa <strong>dei</strong> servizi;<br />
4. Normative di riferimento; 5. Contesto progettuale: modelli teorici di riferimento;<br />
6. Progetto; 7. Considerazioni organizzative, <strong>sanitari</strong>e, economiche; . Conclusioni; 9.<br />
Bibliografia; 10. Allegati.<br />
aBSTracT<br />
Il sovraffollamento in Pronto Soccorso (PS) è uno <strong>dei</strong> problemi più rilevanti e attuali in<br />
Medicina d’Emergenza, in grado di compromettere qualità e tempestività dell’assistenza<br />
nonché aumentare la mortalità. Le conseguenze si traducono nel prolungamento delle<br />
attese e delle situazioni di disagio e dolore, nell’insoddisfazione degli utenti e degli<br />
operatori, nello scadimento della qualità delle prestazioni, nell’aumento degli episodi<br />
di violenza e delle problematiche medico-legali. Sulla base di queste considerazioni il<br />
lavoro si propone, dopo aver esaminato una pluralità di possibili modelli organizzativi<br />
di sviluppare un progetto di ridefinizione dell’assetto organizzativo nell’APSS affrontandone<br />
le problematiche organizzative, <strong>sanitari</strong>e ed economiche.<br />
PagInE 5<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: si<br />
CITAZIONI: no<br />
9<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.7<br />
TITolo<br />
La sicurezza sul lavoro nell’APSS: un progetto di formazione sul campo-analisi di fattibilità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Rina Franceschi, Adriana Grecchi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La medicina basata sull’evidenza; 3. Il mal di schiena; 4. La formazione;<br />
5. Progetto di formazione sul campo; 6. Analisi economica; 7. Conclusioni;<br />
. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Scopo della tesi è analizzare la fattibilità di un intervento formativo volto ad aumentare<br />
le competenze degli operatori nella gestione del rischio di sovraccarico della colonna<br />
vertebrale durante le operazioni di movimentazione manuale <strong>dei</strong> pazienti e <strong>dei</strong> carichi<br />
inanimati, effettuati continuamente nei reparti e nei servizi dell’APSS. A riguardo,<br />
vengono presi in considerazione i dati che registrano i soggetti caratterizzati da questo<br />
problema in <strong>Trentino</strong> Alto Adige, confrontati con quelli relativi all’Italia Nord Est e con<br />
quelli nazionali. Dall’analisi emerge che l’obiettivo dell’azione formativa non si limita<br />
al rispetto della norma (Dlgs. 626/94), ma vuole ambire anche a un miglioramento<br />
dell’azione <strong>sanitari</strong>a. D’altra parte però, l’incidenza della patologia rachidea nel personale<br />
dipendente non è quantificabile come causa di eventuali assenze per malattia,<br />
proprio perché il datore di lavoro non conosce la diagnosi. Risulta necessario, quindi,<br />
realizzare un registro per i dipendenti dell’APSS degli infortuni ed episodi acuti, o<br />
cronici riacutizzati legati al lavoro, in modo da rendere disponibili quelle informazioni<br />
che oggi mancano.<br />
PagInE 27<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
99<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.8<br />
TITolo<br />
L’evoluzione del trattamento del carcinoma della mammella in provincia di Trento (anni<br />
1996-2001)<br />
ParTEcIPanTI<br />
Silvano Piffer, Enzo Galligioni<br />
InDIcE<br />
1. L’epidemiologia generale del carcinoma mammario femminile; 2. I fattori di rischio;<br />
3. Epidemiologia del carcinoma mammario femminile in provincia di Trento; 4. La prevenzione<br />
del carcinoma della mammella: il significato dello screening mammografico;<br />
5. I dati dello screening mammografico in provincia di Trento; 6. Fattori prognostici;<br />
7. Il trattamento del carcinoma mammario femminile: evoluzione della terapia; . Andamento<br />
della mortalità per carcinoma mammario; 9. Benefici e costi dello screening<br />
e del trattamento del carcinoma mammario operabile; 10. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi considera il carcinoma della mammella sotto diversi aspetti: prevenzione, fattori<br />
di rischio, mortalità, terapie e nuove tecnologie attualmente utilizzate. A sostegno<br />
delle osservazioni espresse l’elaborato si avvale di una serie di dati statistici, relativi<br />
alla patologia considerata, attinenti la Provincia autonoma di Trento e altre regioni<br />
d’Italia (soprattutto nord Italia). In particolare, le fonti numeriche dimostrano come<br />
negli ultimi anni il tasso di mortalità del carcinoma della mammella abbia subito una<br />
decrescita in certe zone piuttosto che in altre e come gli attuali percorsi preventivi<br />
abbiamo diminuito i possibili disagi di questa patologia. Inoltre, la tesi da particolare<br />
attenzione a uno strumento di prevenzione che si è rivelato fondamentale per il trattamento<br />
del carcinoma della mammella: lo screening. A riguardo, vengono realizzate delle<br />
analisi costi-benefici nella realtà trentina facendo riferimento al lavoro di Kattlove, dove<br />
vengono stimati i costi e i benefici dello screening mammografico. Dall’analisi si evince<br />
che il programma di screening otterrebbe a dieci anni dall’applicazione un beneficio<br />
annuale di 15,2 vite salvate con un costo stimato di circa 2,5 milioni di dollari. In<br />
conclusione, la tesi vuole sottolineare che in sanità il termine economia non vuol dire<br />
necessariamente utilizzare terapie meno costose, ma piuttosto somministrare la terapia<br />
più appropriata solo a chi ne ha bisogno e solo a chi ne ha beneficio.<br />
PagInE 92<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
100<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.9<br />
TITolo<br />
Le dimensioni della qualità in un servizio di frontiera: le cure palliative a domicilio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Giovanni Menegoni, Lorenzo Gasperi, Bruno Laner<br />
InDIcE<br />
1. Le dimensioni della qualità nei servizi <strong>sanitari</strong>; 2. Le cure palliative a domicilio; 3.<br />
Gli indicatori di qualità nelle cure palliative; 4. L’esperienza di valutazione delle soddisfazione<br />
dell’utenza e della qualità percepite nel servizio di Trento; 5. Conclusioni;<br />
6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene alla verifica della presenza di un alto livello di qualità nell’erogare<br />
prestazioni <strong>sanitari</strong>e di tipo assistenziali. In particolare, viene data valenza al<br />
concetto di qualità percepita, la quale misura il gradimento o il malcontento dell’utenza<br />
di un servizio ricevuto. Nell’elaborato vengono definiti alcuni indicatori di qualità del<br />
servizio <strong>sanitari</strong>o che eroga cure palliative a domicilio utilizzate a livello provinciale:<br />
scheda di valutazione multidimensionale, scheda <strong>sanitari</strong>a e sociale domiciliare, scheda<br />
di determinazione di Performance status, indice di Karnofsky, centro di ascolto, scheda<br />
di valutazione della qualità dell’assistenza, formazione specifica degli operatori e programmi<br />
di comunicazione ai cittadini. Inoltre, viene descritta un’esperienza che verifica<br />
l’applicazione degli indicatori di qualità in riferimento al Servizio Cure Domiciliari e<br />
Palliative, la quale dimostra un buon grado di soddisfazione da parte dell’utenza per il<br />
servizio erogato. Le criticità si sono trovate nella qualità della comunicazione nell’efficacia<br />
nel controllo del sintomi. In conclusione, viene sottolineato che l’aumento della<br />
qualità è subordinato a un’adeguata formazione continua degli operatori <strong>sanitari</strong>.<br />
PagInE 32<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
101<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.10<br />
TITolo<br />
Progetto di attività integrativa fra U.O. di Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria e U.O.<br />
di Prevenzione Ambientale per la messa a norma della strutture produttive a servizio<br />
della pratica di alpeggio sul territorio della Provincia autonoma di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Franco Guizzardi, Rodolfo Vittadini, Giovanni B. Turra, Lorenzo Vescovi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Premessa; 3. Normativa; 4. Le agenzie e il loro ruolo nel processo<br />
di messa a norma delle strutture di produzione in alpeggio; 5. Valutazione <strong>dei</strong> costi;<br />
6. Conclusioni; 7. Tabelle; . Bibliografia; 9. Allegati.<br />
aBSTracT<br />
La tesi ha lo scopo di realizzare un piano di attività integrato tra l’U.O. di Igiene Sanità<br />
Pubblica Veterinaria e l’U.O. di Prevenzione Ambientale per la messa a norma delle<br />
strutture produttive a servizio della pratica di alpeggio sul territorio della Provincia<br />
Autonoma di Trento. In particolare, vengono proposte un’analisi della situazione attuale,<br />
una sintesi degli interventi necessari e una procedura semplificata. Per inquadrare la<br />
situazione di fatto viene introdotto il concetto di alpeggio nei suoi aspetti antropologici,<br />
eco-ambientali ed economici e normativi. L’individuazione degli interventi considerati<br />
necessari, sia sotto l’aspetto strettamente igienico <strong>sanitari</strong>o e sia sotto l’aspetto socioeconomico,<br />
è finalizzata alla programmazione della procedura operativa e alla quantificazione<br />
<strong>dei</strong> costi. Definito questo, è possibile pensare a una procedura semplificata<br />
che possa raggiungere l’obiettivo attraverso due possibili metodi: l’istituzione di uno<br />
Sportello tecnico che gestisce la maggior parte delle autorizzazioni e nel contempo<br />
rivesta il maggior interesse per la riuscita dell’intervento oppure il consolidamento<br />
del Servizio Veterinario dell’Azienda come unico referente. In conclusione, il piano di<br />
attività integrato consiste in una serie di operazioni dove ciascun agente, indicato<br />
per competenza, concorre a formare un gruppo di lavoro che individua l’istituzione<br />
competente e la fa partecipare agli atti istruiti.<br />
PagInE 52<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
102<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
TErZa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 3.11<br />
TITolo<br />
L’Evidence Based Prevention applicata al tabagismo nella sanità pubblica trentina<br />
ParTEcIPanTI<br />
Guido Belli<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. L’Evidence Based Prevention; 3. L’EBP applicata al tabagismo; 4. Le<br />
dimensioni del problema; 5. Che cosa si fa in <strong>Trentino</strong> contro il fumo; 6. Che cosa si<br />
potrebbe fare; 7. Aspetti organizzativi; . Considerazioni economiche; 9. Conclusioni;<br />
10. Riferimenti bibliografici.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo della tesi sono alcune riflessioni in merito alle ”evidenze disponibili” nella<br />
letteratura internazionale nel settore della prevenzione (EBP), in particolare nella<br />
prevenzione primaria e in quella secondaria (disassuefazione) dell’abitudine al fumo di<br />
tabacco. Oltre alla ricerca dell’evidence nella letteratura specifica, la studio menziona<br />
le iniziative di promozione della salute basate sull’approccio integrato, intersettoriale<br />
e interdisciplinare, le quale risultano raggiungere i migliori risultati al problema del<br />
tabagismo. Infatti, il controllo del fenomeno del tabagismo è possibile attraverso un<br />
servizio <strong>sanitari</strong>o pubblico che promuova e tuteli la salute <strong>dei</strong> cittadini utilizzando lo<br />
strumento della pianificazione strategica (PSR-PSP), un’Azienda Sanitaria che individui<br />
una struttura organizzativa all’interno del Dipartimento Prevenzione, un’integrazione di<br />
attività di tipo epidemiologico (tramite l’OE aziendale ed eventuali referenti distrettuali)<br />
con attività preventive specifiche, una creazione di una rete di collaborazione con i MMG<br />
e una formazione di un team di persone motivate (non solo personale <strong>sanitari</strong>o).<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: Percorsi clinici diagnostici-terapeutici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
103<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.1<br />
TITolo<br />
Monitorare e prevenire gli errori nella terapia farmacologia: standard di qualità e risk<br />
management<br />
ParTEcIPanTI<br />
M. Grazia Allegretti, Silvia Caramatti, Luca Fabbri, Giuliano Mariotti<br />
InDIcE<br />
1. Il rischio clinico; 2. Nascita del risk management: conoscerlo, prevenire e gestire<br />
il rischio clinico; 3. Linee guida per la prevenzione degli errori di terapia; 4. Tipi di<br />
errori di terapia; 5. Consigli per prevenire gli errori di terapia; 6. Monitoraggio e gestione<br />
degli errori di terapia; 7. Ipotesi di applicazione e sviluppo del rischio clinico;<br />
. Bibliografia; 9. Allegato A; 10. Allegato B.<br />
aBSTracT<br />
La tesi affronta il tema del rischio clinico descrivendo le tecniche di individuazione<br />
degli eventi avversi al fine di individuare i punti deboli della catena delle cure. Si fa<br />
riferimento, soprattutto, alle cause di errori prevedibili nella somministrazione <strong>dei</strong><br />
farmaci. A riguardo, vengono definite alcune linee guida per la prevenzione degli errori<br />
in terapia farmacologia al fine di raggiungere risultati terapeutici tali da realizzare un<br />
miglioramento della qualità di vita del paziente mantenendo minimi i rischi. Infine, viene<br />
proposta un’ipotesi di applicazione e sviluppo del rischio clinico nell’APPS che prevede<br />
l’implementazione di alcune fasi (scelta della terapia, degli standard qualitativi, delle<br />
responsabilità, raccolta <strong>dei</strong> dati sperimentali e confronto con gli standard…) presso<br />
le U.O. di Chirurgia, Pediatria del Presidio Ospedaliero di Rovereto, la U.O. di Medicina<br />
Interna del Presidio Ospedaliero di Arco e la U.O. di Patologia Neonatale del Presidio<br />
Ospedaliero di S.Chiara di Trento.<br />
PagInE 56<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: risk management<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
104<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.2<br />
TITolo<br />
Ipotesi di rilancio degli ospedali periferici della Provincia autonoma di Trento e loro<br />
autonomizzazione nell’ottica del “Country Hospital” in relazione al territorio dell’azienda<br />
<strong>sanitari</strong>a<br />
ParTEcIPanTI<br />
Alberto Valli, Pierantonio Scappini, Ferruccio Benedetti<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Il servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong>; 3. Gli sviluppi futuri; 4. La rete<br />
ospedaliera trentina; 6. Programmazione edilizia; 7. Le condizioni generali di salute;<br />
. Dalla rete ospedaliera agli ospedali in rete; 9. Gli effetti della riorganizzazione funzionale<br />
della rete; 10. Il modello organizzativo; 11. Il ruolo delle nuove tecnologie;<br />
12. L’ospedale di comunità; 13. Le nuove prospettive; 14. Proposta generale; 15. La<br />
riorganizzazione dell’ospedale di periferia; 16. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi chiarisce le funzioni e i ruoli degli ospedali periferici, attualmente ritenuti più<br />
fonti di spesa che veri promotori della salute. Per questo motivo si revisiona l’assetto<br />
organizzativo delle strutture ospedaliere della PAT attraverso la ridefinizione della responsabilità.<br />
A seguito di una descrizione generale del Sistema Sanitario trentino, si<br />
presenta un possibile cambiamento del modello attuale, che valorizza alcuni aspetti:<br />
la medicina di comunità per coinvolgere e integrare tutte le professionalità <strong>sanitari</strong>e<br />
del Distretto, l’ospedale comunità dove il medico di Medicina Generale gestisce iter<br />
terapeutici utilizzando una parte di struttura ospedaliera dedicata, la chirurgia miniinvasiva<br />
attraverso le strutture di Day Hospital e Day Surgery, strutture di degenza<br />
breve e lungodegenza, attività di medicina riabilitativa e criteri di accreditamento<br />
integrazione socio-<strong>sanitari</strong>a. Verrebbero potenziati i sistemi di urgenza ed emergenza<br />
con riferimento al Pronto Soccorso, all’assistenza al parto, alla chirurgia d’urgenza, alla<br />
degenza ordinaria e di Day Hospital. L’implementazione del modello proposto potrebbe<br />
risultare complicata per la scarsa l’abitudine alla collaborazione per il raggiungimento<br />
obiettivi specifici.<br />
PagInE 90<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo/propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
105<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.3<br />
TITolo<br />
Benchmarking su gruppi di prestazioni di laboratorio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Iole Caola, Nello Bergamo, Enzo Polla<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Quadro teorico; 3. Metodologia; 4. Risultati; 5. Conclusioni; 6.<br />
Glossario; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi ha lo scopo di definire le modalità di rilevamento <strong>dei</strong> costi per gruppi di prestazioni<br />
di laboratorio al fine di disporre di informazioni utili nei processi di consolidamento<br />
in atto nei laboratori. La tesi, inizialmente, definisce il quadro teorico e normativo di<br />
riferimento dell’APPS, dove vengono richiamati il controllo di gestione e il concetto,<br />
le tipologie e i metodi di rilevamento di costo. In seguito, al fine di individuare degli<br />
indicatori gestionali delle prestazioni <strong>dei</strong> Laboratori di patologia clinica, viene definito<br />
un processo articolato in varie fasi: definizione piano <strong>dei</strong> centri di risultato, rilevazione<br />
<strong>dei</strong> dati di spesa delle risorse ed elaborazione di report relativi, realizzazione del piano<br />
<strong>dei</strong> driver, individuazione della attività, costruzione degli indicatori di costo, elaborazione<br />
<strong>dei</strong> report di costo per centri di risultato, calcolo degli indicatori di riferimento e<br />
determinazione degli indicatori di confronto. Il sistema adottato per la determinazione<br />
<strong>dei</strong> costi delle prestazioni di laboratorio soddisfa le esigenze richieste: in particolare,<br />
i risultati che si ottengono dall’elaborazione <strong>dei</strong> dati sono caratterizzati da un forte<br />
potenziale informativo, in quanto per ogni prestazione si hanno a disposizione più<br />
indicatori di confronto, ovvero: i margini di contribuzione, il significato economico e gli<br />
indicatori di sostenibilità. Infine, le valutazioni di questi risultati potrebbero guidare<br />
le scelte <strong>dei</strong> decisori aziendali sull’opportunità di consolidamento di attività all’interno<br />
del Dipartimento di laboratorio.<br />
PagInE 53<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
106<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.4<br />
TITolo<br />
Gestione del paziente con dolore toracico acuto non traumatico dall’esordio del sintomo<br />
all’eventuale ospedalizzazione<br />
ParTEcIPanTI<br />
Roberto Bettini, Giorgio De Vigili, Eugenio Gabardi, Marino Migazzi, Emanuela Toffalori,<br />
Alberto Zini<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Gli elementi caratterizzanti la qualità dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a; 3.<br />
Epidemiologia della sindrome coronarica acuta; 4. Presentazione clinica della sindrome<br />
coronaria acuta; 5. Il percorso assistenziale del paziente con dolore toracico acuto e<br />
sindrome coronaria acuta; 6. Le aree di miglioramento del processi assistenziale secondo<br />
la letteratura; 7. L’assistenza ai pazienti con DTA nell’ambito delle Provincia di Trento;<br />
. Iniziative per il miglioramento dell’assistenza ai pazienti con dolore toracico acuto;<br />
9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l'obiettivo di analizzare accuratamente il Dolore Toracico Acuto non<br />
Traumatico (DTA) sotto i profili clinico, assistenziale e organizzativo al fine di individuare<br />
possibili linee guida per migliorare la qualità assistenziale. In particolare, viene proposto<br />
un percorso di valutazione e miglioramento della qualità assistenziale <strong>sanitari</strong>a per i<br />
residenti nella Provincia di Trento affetti da DTA che permetta di verificare: il livello di<br />
adeguatezza del modello assistenziale esistente e l'eventuale necessità di implementare<br />
programmi di miglioramento della qualità delle prestazioni e dell'organizzazione.<br />
Analizzando i percorsi assistenziali relativi ai pazienti affetti da DTA nella Provincia di<br />
Trento vengono individuati alcuni elementi critici: la difficoltà organizzativa, difformità<br />
della indicazioni terapeutiche proposte dagli studi condotti, valutazioni discordanti per<br />
quanto riguarda un'effettiva efficacia degli studi condotti, possibili controindicazioni<br />
importanti e costi elevati. Al fine di dare una risposta a queste problematiche, infine,<br />
si sottolinea come l'acquisizione preliminare di conoscenza terapeutiche specifiche<br />
relative alle diverse opportunità terapeutiche sia necessaria per il miglioramento <strong>dei</strong><br />
livelli organizzativo ed economico (versante <strong>dei</strong> costi).<br />
PagInE 2<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
107<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.5<br />
TITolo<br />
Progetto di sviluppo di nuove metodiche di interventistica endovascolare. Struttura<br />
integrata chirurgico-radiologica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Filippo Sogaro, Mauro Recla, Marco Bezza<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Analisi dell’impatto economico; 3. Sistemi di verifica; 4. Valutazione<br />
di budget? (Il budget delle innovazioni); 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La raggiunta maturità delle procedure, degli operatori e l’attitudine al confronto e al<br />
lavoro di equipe costituiscono il patrimonio professionale radiologico e chirurgico su<br />
cui costruire un progetto di allargamento delle attività alle nuove procedure emergenti<br />
nel campo dell’interventistica radiologica endovascolare. In particolare, la tesi vuole<br />
realizzare un progetto di implementazione, nell’APPS, di due nuove procedure di interventistica<br />
endovascolare, quali: endostenting aortico e PTA/Stenting carotideo. Tutto<br />
ciò al fine di assicurare ai residenti nel territorio della Provincia la possibilità di fruire<br />
di nuove scelte terapeutiche nel campo della patologia vascolare aortica carotidea.<br />
L’implementazione effettiva di queste due procedure porterebbe un aumento dell’offerta<br />
delle opzioni terapeutiche per i residenti.<br />
PagInE 37<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
10<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.6<br />
TITolo<br />
Aspetti organizzativi e gestionali delle batteriemie: percorso diagnostico-clinico per la<br />
razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse e il miglioramento della qualità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Palma Delle Foglie, Anna Rossella Sartori, Paolo Sterzi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Le batteriemie – Inquadramento clinico; 3. Impatto economico; 4.<br />
L'emocoltura; 5. Prevenzione delle infezioni antibiotico-resistenti; 6. Obiettivo della<br />
tesi; 7. Razionale; . Materiali e metodi; 9. Risultati; 10. Discussione; 11. Conclusioni;<br />
12. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo della tesi è la valutazione degli aspetti organizzativi e gestionali relativi al<br />
trattamento delle batteremie nell'Ospedale S.Chiara di Trento. In particolare, vengono<br />
analizzati gli aspetti critici di una terapia antibiotica per la quale viene proposto, di<br />
seguito, un percorso diagnostico-terapeutico-clinico integrato tra varie figure professionali<br />
al fine di contenere i costi per farmaco e di contenere la formazione di ceppi<br />
batterici antibiotico-resistenti. La ricerca viene avviata nel laboratorio di Microbiologia<br />
dell'Ospedale S.Chiara di Trento con lo scopo di rilevare una stima delle batteremie<br />
registrate nel 2002; inoltre, viene verificato il numero di pazienti, il reparto di degenza<br />
e il periodo di ricovero. In seguito, viene realizzata una analisi Cost Minimization, la<br />
quale svela che agendo sulla variabile farmaco è possibile contenere i costi ottimizzando<br />
l'utilizzo delle risorse disponibili. Infine, l'integrazione tra Direzione Sanitaria,<br />
Laboratorio di Microbiologia, Reparto di Malattie Infettive, Farmacia Ospedaliera e<br />
Laboratorio per la determinazione della TDM per gli antibiotici dosabili può contribuire<br />
ulteriormente a un più razionale utilizzo delle risorse.<br />
PagInE 31<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorso diagnostici e terapeutici (assistenziali e clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
109<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.7<br />
TITolo<br />
Logiche e strumenti di governo nel dipartimento di psichiatria<br />
ParTEcIPanTI<br />
Giacomo Di Marco, Alfredo Vivaldelli<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione La legislativa nazionale sui dipartimenti; 2. L’organizzazione dipartimentale<br />
dell’assistenza psichiatrica; 3. La normativa provinciale riguardo al Dipartimento<br />
di Psichiatria; 4. Logiche di governo del Dipartimento di Psichiatria dell’APSS<br />
di Trento; 5. Quale convivenza tra Dipartimento di Psichiatria e Distretto Sanitario?;<br />
6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi descrive il funzionamento dell'assetto organizzativo del dipartimento ospedaliero,<br />
visto come soluzione che concilia i bisogni di specializzazione e integrazione del<br />
comparto <strong>sanitari</strong>o. In particolare, vengono sottolineate le problematiche che questo<br />
tipo di organizzazione può creare, facendo riferimento, soprattutto, al reparto psichiatrico.<br />
In un primo momento, viene descritto un exscursus normativo che concerne<br />
l'evoluzione del costrutto dipartimentale e, in seguito, viene descritta l'applicazione<br />
di quest'ultimo in campo psichiatrico nazionale e provinciale. Per quanto riguarda<br />
l'esperienza della Provincia di Trento viene privilegiato il rapporto tra due strumenti<br />
integrativi: il Distretto Sanitario e il Dipartimento di Psichiatria. Dalla ricerca emerge<br />
come l'utilizzo di strumenti di integrazione favorisca il superamento della frammentazione<br />
e della dispersività in tanti soggetti, attraverso la creazione di una struttura di<br />
integrazione e di coordinamento che, garantendo le autonomie delle discipline, realizzi<br />
un collegamento più funzionale tra le varie strutture e possa funzionare come centro<br />
propulsivo per programmi trasversali.<br />
PagInE 61<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: comunicazione/organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
110<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.8<br />
TITolo<br />
Le strutture organizzative di psicologia come modello di programmazione, erogazione<br />
e verifica delle attività psicologiche nel servizio <strong>sanitari</strong>o nazionale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Lucia Gatti, Giuseppe Vivaldelli, Francesco Reitano<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La Psicologia gli Psicologi e il Servizio Sanitario Nazionale; 3.<br />
Le Strutture Organizzative Complesse di Psicologia nel SSN; 4. Una panoramica delle<br />
Strutture Organizzative Complesse (SOC) di Psicologia nel SSN; 5. L’organizzazione<br />
delle Strutture Organizzative Complesse di Psicologia nel SSN; 6. L’Assistenza Psicologica;<br />
7. I Risultati delle SOC di Psicologia; . Le Strutture Organizzative Complesse di<br />
Psicologia e l’Efficienza; 9. Gli Indicatori di Accesso, Processo e Esito delle Strutture<br />
Complesse di Psicologia; 10. Le Strutture Organizzative Complesse di Psicologia e<br />
la Valutazione di Efficacia; 11. La Valutazione dell’Effectiveness della Psicoterapia;<br />
12. La Valutazione della Psicoterapia: i Metodi; 13. Il Disegno e le Tecniche di Valutazione;<br />
14. I Risultati della Valutazione di Efficacia; 15. Alcune Evidenze di Efficienza/Efficacia<br />
degli Interventi Psicologici; 16. Lista di Controllo (Check List) per<br />
Strutture Organizzative Complesse di Psicologia; 17. I Livelli Essenziali di Assistenza<br />
Psicologica in Ambito Territoriale e Ospedaliero; 1. L’Esperienza Trentina delle Unità<br />
Operative (SOC) di Psicologia; 19. Il Dipartimento funzionale per le attività Psicologiche<br />
Territoriali e Ospedaliere.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene alla presentazione di un modello di strutturazione <strong>dei</strong><br />
Servizi di Psicologia nella logica delle aziende <strong>sanitari</strong>e, e in particolare dell’Azienda<br />
Sanitaria della Provincia di Trento. In una prima parte viene definito un excursus storico<br />
della posizione dello psicologo nel Servizio Sanitario corredato da un censimento delle<br />
Strutture Organizzative Complesse (SOC) di Psicologia a livello nazionale effettuato<br />
dalla SIPSOT (Società Italiana di Psicologia <strong>dei</strong> Servizi Ospedalieri e Territoriali). Di<br />
seguito, vengono presentate le strutture complesse di Psicologia, illustrate le attività<br />
specifiche e gli aspetti prettamente organizzativi con i quali si dimostra come l’organizzazione<br />
autonoma consenta di ottimizzare le modalità di erogazione delle prestazioni<br />
e razionalizzare le risorse senza comportare aggravi di spesa. Viene data particolare<br />
valenza alla valutazione di efficacia di esito, così come viene attuata nei servizi<br />
autonomi di Psicologia, la quale consente di introdurre il tema del miglioramento<br />
continuo della qualità professionale. Il lavoro conclude con la proposta di un modello<br />
organizzativo dipartimentale delle attività psicologiche ospedaliere e territoriali. L’implementazione<br />
del modello dipartimentale dovrebbe principalmente saper rispondere<br />
a criteri di coordinamento e indirizzo delle attività psicologiche ospedaliere e territoriali,<br />
nonché di audit clinico e organizzativo. Il compito essenziale del dipartimento<br />
dovrebbe quindi essere di verifica <strong>dei</strong> processi contenuti all’interno delle strutture<br />
111<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.8<br />
organizzative che erogano attività psicologiche e, trasversalmente, di affiancamento<br />
alle altre strutture dipartimentali funzionali a cui afferiscono funzioni psicologiche.<br />
PagInE 106<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
112<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.9<br />
TITolo<br />
Monitoraggio <strong>dei</strong> pazienti in Terapia Anticoagulante Orale (TAO): progetto di integrazione<br />
ospedale-territorio nel Comprensorio Trento Valle <strong>dei</strong> Laghi<br />
ParTEcIPanTI<br />
Claudio Lorenz, Gina Rossetti<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Quantificazione della popolazione in terapia; 4. Tipologia<br />
di monitoraggio del paziente in TAO; 5. Analisi <strong>dei</strong> costi per il monitoraggio di<br />
laboratorio; 6. Aggiustamento del dosaggio dell’anticoagulante; 7. La situazione attuale;<br />
. Progetto; 9. Analisi economica del progetto; 10. Costi quantificabili; 11. Risparmi<br />
attesi; 12. Conclusioni; 13. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si focalizza sulla la Terapia Anticoagulante Orale (TAO) descrivendo le sue due<br />
modalità di applicazione: percorso terapeutico monitorato da un Centro Specializzato,<br />
oppure un percorso terapeutico autogestito con la collaborazione del medico di Medicina<br />
Generale. In particolare, l'obiettivo concerne la realizzazione di un'integrazione<br />
di queste due offerte terapeutiche al fine di garantire l'omogeneità del trattamento <strong>dei</strong><br />
pazienti realizzando, contemporaneamente, anche un risparmio di risorse economiche e<br />
sociali, cercando di contenere gli avvenimenti avversi della terapia (episodi trombotici,<br />
complicanze emorragiche, riduzione oneri sociali per l'utente). In concreto, viene proposto<br />
un progetto che prevede la centralizzazione del monitoraggio della terapia con<br />
gestione periferica del paziente attraverso in collegamento via intranet o via internet,<br />
che permette di seguire i pazienti con la medesima gestione operativa applicata al<br />
Centro. Per realizzare il progetto bisogna disporre di un sistema software dedicato in cui<br />
fare confluire tutte le informazioni cliniche, dispositivi portatili (potc) per il controllo<br />
decentrato <strong>dei</strong> pazienti e implementare attività formative e di aggiornamento continuo<br />
per tutti gli operatori coinvolti. La concreta realizzazione del progetto porterebbe<br />
risparmi di risorse e una gestione <strong>dei</strong> pazienti sicuramente più efficace e sicura.<br />
PagInE 44<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: diagnostica e terapia clinica<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO:assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
113<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.10<br />
TITolo<br />
Progetto di miglioramento organizzativo per una maggiore integrazione tra la rete <strong>dei</strong><br />
Medici di Medicina Generale (MMG) e i servizi ambulatoriali specialistici di Dermatologia<br />
e Geriatria/Diabetologia dell’ospedale di Rovereto<br />
ParTEcIPanTI<br />
Franco Scardigli, Alessandro Pitteri<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Progetto di miglioramento organizzativo del Servizio di Dermatologia;<br />
3. Aree di criticità nella definizione delle priorità di accesso ai servizi ambulatoriali<br />
dermatologici; 4. Proposte di miglioramento organizzativo; 5. Progetto di miglioramento<br />
organizzativo del Servizio di Diabetologia; 6. Aree di criticità tra i Medici di Medicina<br />
Generale e il Servizio di Diabetologia; 7. Proposta di miglioramento organizzativo e di<br />
“High Quality Care “ per rendere più efficace ed efficiente il filtro di 1° livello per la<br />
gestione del paziente diabetico; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi è articolata in due parti relative alla realizzazione di due progetti di miglioramento<br />
organizzativo del Sevizio di Dermatologia e del Servizio di Diabetologia. Per entrambi<br />
i Servizi vengono definite le aree critiche e, di seguito, vengono descritte le proposte<br />
di miglioramento organizzativo e di High Quality Care al fine di rendere più efficace il<br />
filtro di primo livello per queste due patologie. Inoltre, si vogliono raggiungere benefici<br />
economici derivanti dall’implementazione di nuove tecniche di comunicazione on –line<br />
e di telemedicina. Gli strumenti operativi utilizzati per la realizzazione <strong>dei</strong> due progetti<br />
sono: un progetto di audit con i MMG per la ridefinizione di alcuni percorsi clinici diagnostico<br />
assistenziali per i quali emergono valutazioni disomogenee, la formulazione<br />
di sistemi operativi per riorientare comportamenti verso obiettivi di appropriatezza<br />
clinica e una consulenza on line e/o telematica tra MMG e MSO. Dalle analisi si evince<br />
che questi progetti, per essere attuati, necessitano di una accettazione della Direzione<br />
Sanitaria e, in contemporanea, di una accettazione da parte <strong>dei</strong> MMG.<br />
PagInE 40<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
114<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUarTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 4.11<br />
TITolo<br />
Istituzione di un Servizio centralizzato per la preparazione delle terapie antiblastiche<br />
presso l’U.O. di Farmacia dell’Ospedale di Trento: analisi dell’impatto dell’intervento<br />
sulla organizzazione della Struttura Semplice del D.H di Ematologia<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paolo Vivaldi, Giorgio Temporin<br />
InDIcE<br />
1. Obiettivo; 2. Premessa; 3. Analisi dell’organizzazione del servizio (ante intervento);<br />
4. Contesto normativo; 5. Analisi della situazione logistica e strutturale; 6. Strumenti<br />
e metodi; 7. Risultati; . Discussione; 9. Conclusioni; 10. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l'obiettivo di valutare l'impatto di un nuovo sistema organizzativo,<br />
determinato dalla riforma del comparto <strong>sanitari</strong>o, volto a modificare le modalità di<br />
erogazione di una prestazione <strong>sanitari</strong>a ad alata criticità, quella del Day Hospital di<br />
Ematologia. Inoltre, viene proposto un progetto di intervento che prevede l'integrazione<br />
tra più centri di attività all'interno del nostro ospedale e/o presso gli ospedali periferici<br />
territoriali al fine di creare un unico centro per le terapie antibalistiche. Il lavoro viene<br />
suddiviso in diversi momenti: vengono descritti il tipo di percorso che viene adottato<br />
(stesura progetto, incontro con interlocutori interessati, analisi della struttura organizzativa...),<br />
i modelli organizzativi preesisitenti, le criticità, le interazioni tra diverse<br />
UU.OO. e le analisi <strong>dei</strong> dati pre e post intervento. La ricerca ha raggiunto risultati sicuramente<br />
soddisfacenti, soprattutto grazie alla revisione del sistema organizzativo che<br />
ha generato: il mantenimento del livello prestazionale specifico, il miglioramento del<br />
livello organizzavo interno con una riorganizzazione fortemente orientata alla centralità<br />
del paziente, l'adeguamento alla normativa vigente, un abbassamento del numero di<br />
lavoratori esposti a rischio di sostanze cancerogene e una probabile riduzione <strong>dei</strong> costi<br />
derivanti dalla preparazione di terapie antibalistiche.<br />
PagInE 41<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
115<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.1<br />
TITolo<br />
Assistenza integrata al paziente con bisogni complessi. Qualità verso economicità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Maurizio Agostini, Giuseppe Disnan<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Il paziente complesso: una definizione; 3. La qualità nelle organizzazioni;<br />
4. Anna O: percorsi clinici nell’organizzazione; 5. Alcune proposte organizzative;<br />
6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi pone al centro dell'attenzione il paziente come soggetto portatore di problemi<br />
complessi, che meritano particolare attenzione da parte delle strutture <strong>sanitari</strong>e. Attraverso<br />
l'analisi di casi ipotetici, vengono discusse una serie di situazioni in cui un paziente<br />
può ritrovarsi al fine di evidenziare le criticità del sevizio <strong>sanitari</strong>o offerto proponendo<br />
anche <strong>dei</strong> correttivi volti a razionalizzare gli interventi riducendo la spreco di risorse. In<br />
un primo momento, viene descritto il paziente che si trova in diverse situazioni cliniche:<br />
diagnosi, percorsi terapeutici, degenza ospedaliera, criticità dell’organizzazione…ecc.<br />
Di seguito vengono descritte le strutture <strong>sanitari</strong>e di supporto all'erogazione <strong>dei</strong> servizi<br />
<strong>sanitari</strong>, con particolare riferimento al livello di qualità erogato e alle criticità.<br />
Evidenziando gli aspetti positivi e negativi delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e erogate e delle<br />
strutture <strong>sanitari</strong>e preposte all'erogazione di questi ultimi, vengono elaborate alcune<br />
proposte organizzative. La prima concerne la realizzazione di un protocollo di intesa<br />
tra operatori e servizi indirizzato a realizzare un'efficace pianificazione e controllo<br />
delle procedure delle prestazioni <strong>sanitari</strong>e erogate. La seconda riguarda il superamento<br />
della logica di pronto soccorso come unica possibilità di accesso all'ospedale, facendo<br />
così più spazio alla possibilità di disporre di ricoveri programmati. La terza è relativa<br />
alla formazione continua del personale <strong>sanitari</strong>o orientata a promuovere l'attenzione<br />
all'approccio integrato al paziente. Infine, la quarta è volta a promuovere il concetto<br />
di economicità al fine di garantire servizi adeguati e interventi raggiungibili e fruibili<br />
da tutti i cittadini in una logica di ottimizzazione dell'impiego delle risorse.<br />
PagInE 4<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento/organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo/descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
116<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.2<br />
TITolo<br />
Analisi della mobilità passiva relativa all’ortopedia in Provincia di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Ettore Demattè, Giorgio Bianchini, Luciano Bertoldi, Daniela Aldovini<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Definizione di mobilità <strong>sanitari</strong>a; 3. Scopo del lavoro; 4. Gli aspetti<br />
normativi; 5. Analisi delle mobilità passiva in Ortopedia nell’ambito provinciale; 6. Gli<br />
interventi collettivi; 7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Uno punti principali che riguarda la riforma del sistema <strong>sanitari</strong>o è la mobilità <strong>sanitari</strong>a,<br />
cioè l'usufruire di prestazioni <strong>sanitari</strong>e in una regione o Provincia Autonoma diversa da<br />
quella di residenza. La tesi si focalizza sull'analisi della mobilità passiva (emigrazioni di<br />
residenti verso strutture <strong>sanitari</strong>e extraregionali o extraproviciali), relativa all'ortopedia<br />
della Provincia di Trento, confrontando i dati con altre realtà e valutandone i possibili<br />
correttivi. La mobilità è un problema di notevole rilevanza per la sanità trentina per<br />
gli elevati costi correlati in continuo aumento. A fronte di ciò, viene realizzata un'analisi<br />
<strong>dei</strong> costi <strong>dei</strong> DGR più rilevanti: l'ipotesi di costo globale è stata confrontata con<br />
gli importi corrisposti ad altre regioni del 2002 per la compensazione della mobilità.<br />
Le difficoltà si sono riscontrate nel controllo <strong>dei</strong> costi indiretti, che non dipendono<br />
dall'organizzazione <strong>dei</strong> reparti ortopedici. Oltre ai costi, la mobilità passiva risulta<br />
insufficiente dal punto di vista dell'impiego di risorse umane. Dall'analisi <strong>dei</strong> costi<br />
ne emerge la convenienza economica nel potenziare il Sistema ortopedico trentino,<br />
rispetto alle ipotesi di esternalizzazione verso altre Regioni dell'attività di ricovero in<br />
reparti ortopedici.<br />
PagInE 50<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale/analisi <strong>dei</strong> costi<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
117<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.3<br />
TITolo<br />
Organizzare il trattamento di patologie croniche ad alta rilevanza sociale ed economica: il<br />
caso di insufficienza renale cronica e delle malattie reumatiche. Ambulatorio dedicato per<br />
il trapianto renale e per l’artrite reumatoide: fattibilità di un ambulatorio integrato per<br />
i LES. Il bambino con malattia cronica severa: un’esperienza di attivazione di assistenza<br />
domiciliare e integrata<br />
ParTEcIPanTI<br />
Cristina Andreotti, Giuseppe Paolazzi, Ermanno Baldo<br />
InDIcE<br />
Parte prima – AMBULATORIO PER IL TRAPIANTO RENALE: 1. Capitolo I; 2. Capitolo II. Parte<br />
Seconda – AMBULATORIO LES: 1. Introduzione; 2. Obiettivo della tesi. PROTOCOLLO ARTRITE<br />
REUMATOIDE: 3. Introduzione; 4. Artrite precoce; 5. Approccio attuale al trattamento; 6. Il<br />
piano terapeutico; 7. Proposte attuattive; . Conclusioni; 9. Bibliografia; 10. Tabelle. Parte<br />
terza – 1. Introduzione; 2. L’assistenza domiciliare integrata; 3. Un’esperienza di attivazione di<br />
assistenza domiciliare intergrata nel Distretto della Vallagarina; 4. Conclusioni; 5. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi analizza le possibili modalità organizzative di tre patologie ad alta rilevanza sociale<br />
ed economica: l’insufficienza renale cronica, le malattie reumatiche e il bambino con malattia<br />
cronica severa. Per quanto riguarda l’insufficienza renale cronica, la tesi valuta la produttività<br />
sociale ed economica di un ambulatorio dedicato per il trapianto renale all’interno<br />
della U.O. di Nefrologia e Dialisi dell’APPS della Provincia di Trento attraverso un’analisi<br />
di costo/risultato. Dall’analisi <strong>dei</strong> costi risulta che l’ambulatorio è in grado di generare<br />
un consistente risparmio di risorse garantendo un buon livello di prestazioni <strong>sanitari</strong>e<br />
erogate. Per le malattie reumatiche viene verificata la fattibilità della realizzazione di un<br />
ambulatorio dedicato per il LES, il quale viene confrontato con un protocollo assistenziale<br />
integrato per l’Artrite Reumatoide. Dallo studio emerge che l’attuale organizzazione della<br />
Reumatologia non può rendere agevole l’introduzione di ambulatori dedicati. Occorrerebbe<br />
un’organizzazione maggiormente integrata tra le figure professionali coinvolte. L’ambulatorio<br />
dedicato garantisce una specializzazione maggiore del medico che lavora nel contesto<br />
di una patologia. Infine, per quanto riguarda il bambino con malattia cronica severa, viene<br />
descritta un’esperienza di attivazione di assistenza domiciliare integrata (ADI) che riguarda<br />
un soggetto affetto da Amiotrofia spinale tipo 1. In particolare, viene considerato un caso<br />
reale al quale viene applicato un percorso ADI: da un lato si rileva una migliore gestione<br />
<strong>dei</strong> problemi respiratori, dall’altro si manifesta il problema della sopravvivenza legata<br />
all’uso di una strumentazione e di un impegno assistenziale multiprofessionale complesso.<br />
PagInE 63<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliara<br />
TIPO DI LAVORO:descrittivo/propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
11<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.4<br />
TITolo<br />
Valutare i medici: missione (im)possibile? Teoria e prassi nell’esperienza dell’Azienda<br />
Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Enrico Baldantoni, Cesare Grandi, Giovanni M. Guarrera, Amelia Marzano, Marco Scillieri<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La valutazione <strong>dei</strong> medici: la teoria; 3. La valutazione <strong>dei</strong> medici: il<br />
contesto; 4. L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari; 5. L’APSS e il modello EFQM; 6. Il<br />
processo di valutazione <strong>dei</strong> medici: la pratica; 7. Il processo di valutazione <strong>dei</strong> medici: i<br />
cinque interrogativi; . Valutazione delle valutazione; 9. Conclusioni di carattere generale;<br />
10. Allegati; 11. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Dopo aver delineato le caratteristiche <strong>dei</strong> sistemi di valutazione del personale e in particolare<br />
i sistemi di valutazione <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> medici il lavoro si focalizza sul processo<br />
di valutazione della dirigenza medica che qualifica l’esperienza dell’APSS di Trento. Di<br />
quest’ultimo, inserito nel più generale contesto dell’approccio EFQM, si descrivono analiticamente<br />
le metodologie e gli strumenti operativi concretamente implementati in azienda.<br />
La parte centrale del lavoro analizza i risultati ottenuti in azienda a seguito del processo<br />
di valutazione con tre principali obiettivi: a) analizzare quantitativamente la varietà di<br />
utilizzo della scala di valutazione, b) valutare la percezione del processo di valutazione<br />
da parte <strong>dei</strong> valutatori di prima istanza e da parte <strong>dei</strong> valutati, c) valutazione del costo<br />
opportunità del processo di valutazione. Nelle conclusioni vengono presentati i risultati<br />
della ricerca svolta che evidenziano i punti di forza e le criticità del processo valutativo<br />
e si delineano possibili linee di sviluppo future.<br />
PagInE 52<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
119<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.5<br />
TITolo<br />
Analisi economico sociale e proposta di un percorso diagnostico terapeutico integrato<br />
(P.S. Urologia) nella gestione colico renouterale per calcolosi<br />
ParTEcIPanTI<br />
Giampaolo Berlanda, Gianluigi Failoni, Alessandro Reich, Maria Rita Rossi<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Eziologia; 3. Sintomatologia; 4. Obiettivi; 5. Materiale e Metodi; 6.<br />
Percorso attuale; 7. Paziente in Urologia; . Accertamenti diagnostici e terapeutici nel<br />
paziente con colica renale; 9. Analisi <strong>dei</strong> costi; 10. Analisi e costi standard per singolo<br />
paziente; 11. Proposte migliorative; 12. Considerazioni conclusive.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l'obiettivo di analizzare, sotto il profilo clinico e gestionale, le problematiche<br />
<strong>sanitari</strong>e legate alla colica renale al fine di sperimentare possibili percorsi di<br />
miglioramento qualitativo-assistenziale. A riguardo, vengono presi in considerazione i<br />
pazienti visitati nel pronto soccorso S.Chiara nell'anno 2003. In relazione a ciò, viene<br />
descritto il percorso clinico di un paziente e vengono rilevati i costi per ogni singola<br />
prestazione <strong>sanitari</strong>a (costo personale medico, infermieristico, personale ausiliario,<br />
visita specialistica). Dall'analisi emergono alcune proposte di integrazione: per esempio<br />
sarebbe opportuno realizzare l'esame ecografico presso l'urologo, invece di eseguirlo nel<br />
reparto di radiologia; inoltre, si potrebbe inviare il paziente in consulenza urologica direttamente<br />
dal triage qualora si manifesti l'urgenza di una visita specialistica in suddetto<br />
reparto; infine, si potrebbe dimettere il paziente direttamente dal Pronto Soccorso con<br />
il successivo accesso alla visita specialistica urologica ambulatoriale programmata con<br />
RAO. Oltre al contenimento <strong>dei</strong> costi indiretti e <strong>dei</strong> tempi, queste tre proposte avrebbero<br />
un riscontro positivo per quanto riguarda la soddisfazione dell'utente. Affinché vengano<br />
realizzati i correttivi volti al miglioramento delle prestazioni del servizio urologico, è<br />
necessario una efficace formazione del personale <strong>sanitari</strong>o coinvolto.<br />
PagInE 29<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
120<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.6<br />
TITolo<br />
La valutazione costi/benefici della vaccinazione antipneumococco 23V nella popolazione<br />
trentina di età superiore ai 65 anni<br />
ParTEcIPanTI<br />
Valter Carraro, Angelo Giovanazzi, Roberto Pancheri, Franco Fasoli<br />
InDIcE<br />
1. Obiettivi e premessa metodologica; 2. La malattia e la vaccinazione; 3. Materiali e<br />
metodi; 4. Risultati; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi propone un'analisi costi-benefici dell'introduzione di una vaccinazione per<br />
la prevenzione di patologie da Streptococcus Pneumoniae nella popolazione della<br />
Provincia autonoma di Trento con età superiore ai sessantacinque anni. In un primo<br />
momento vengono esposti i dati riguardanti le patologie più rilevanti dal punto di vista<br />
pragnostico e delle spese <strong>sanitari</strong>e derivanti dalle infezioni di pneumococco e i dati<br />
di ospedalizzazione per polmonite a livello provinciale. Per tutti i dati rappresentati<br />
viene realizzata un'analisi <strong>dei</strong> costi e un'analisi <strong>dei</strong> costi-benefici relativi all'introduzione<br />
del nuovo tipo di vaccinazione. La valutazione è riferita a un periodo di sei anni<br />
dall'introduzione del programma di vaccinazione (VA) ed è strutturata in quattro parti:<br />
stima <strong>dei</strong> casi ospedalizzati in assenza di VA, stima <strong>dei</strong> costi per la VA, stima <strong>dei</strong> costi<br />
per ospedalizzazione per anno evitati con la VA e raffronto <strong>dei</strong> costi ospedalieri evitati<br />
con i costi della VA. I risultati dell'analisi possono affermare che inizialmente l'introduzione<br />
del nuovo vaccino comporterebbe un rilevante carico di spesa, alla quale, però,<br />
farebbero seguito risultati positivi in termini di salute e di vantaggi economici. Infatti<br />
l'analisi dimostra come i costi <strong>sanitari</strong> dovuti ai soli ricoveri ospedalieri giustifichino<br />
l'introduzione della vaccinazione; inoltre, è del tutto plausibile che l'intervento vaccinale<br />
ridurrà anche il numero <strong>dei</strong> casi di polmonite non ospedalizzati con un conseguente<br />
abbattimento <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> legati a visite mediche e terapie condotte a livello<br />
domiciliare e in strutture <strong>sanitari</strong>e o assistenziali non ospedaliere.<br />
PagInE 34<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo/sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
121<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.7<br />
TITolo<br />
Profili di valutazione preparatoria. Aspetti clinici e organizzativi per una razionale<br />
utilizzazione delle risorse<br />
ParTEcIPanTI<br />
Vincenzo Cutrupi, A. Giulio Castellani, Costantino Dilberis, Marco Rigamonti<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Stato dell’arte <strong>dei</strong> profili di valutazione preparatoria; 3. Elaborazione;<br />
4. Conclusioni; 5. Tavole e figure; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi propone uno schema organizzativo che possa consentire una maggiore efficienza<br />
nella gestione di alcune importanti patologie al fine di snellire la valutazione preoperatoria<br />
razionalizzando l'utilizzo delle risorse. In primo luogo, il progetto si prefigge di<br />
elaborare una proposta di richiesta di base del pannello delle indagini di valutazione<br />
preoperatoria che mira a eliminare le richieste di parametri superflui al fine di ottenere<br />
un contenimento della spesa sostenuta senza compromettere la sicurezza <strong>dei</strong> pazienti.<br />
Questo viene realizzato consultando il materiale presente nella letteratura e realizzando<br />
un confronto fra figure professionali diverse coinvolte nella valutazione del rischio<br />
operatorio. In seguito, viene esposto lo schema organizzativo e di coordinamento tra<br />
le Unità Operative e i Servizi coinvolti che vuole soddisfare le richieste dell'utenza e di<br />
ottimizzare i flussi di lavoro della valutazione preoperatoria. Sono previste quattro fasi<br />
per la realizzazione del progetto: pianificazione, applicazione sperimentale, verifica e<br />
applicazione formale. Dalla ricerca risulta che l'adozione di questo profilo properatorio<br />
comporterebbe una consistente riduzione delle prestazioni da effettuare con ricadute<br />
positive in termini di spesa, termini organizzativi e carichi di lavoro.<br />
PagInE 36<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
122<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.8<br />
TITolo<br />
Linee guida organizzative sul trattamento della patologia erniaria in Day Surgery nell’ambito<br />
aziendale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Daniela Cazzolli, Nino Natale<br />
InDIcE<br />
Parte prima – 1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Aspetti organizzativi generali; 4. Vantaggi<br />
della Day Surgery; 5. La qualità della prestazione in Day Surgery; 6. Metodo di<br />
valutazione; 7. La Day Surgery nell’APT; . L’indicazione alla Day Surgery. Parte seconda<br />
– 1. La fase del Prericovero; 2. La fase del Ricovero; 3. La fase Operatoria; 4. La fase<br />
Postoperatoria e la Dimissione; 5. Proposte di miglioramento; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi esamina alcuni aspetti critici dello svolgimento dell'attività di Day Surgery al<br />
fine di migliorare l'assistenza ai pazienti sottoposti a un intervento chirurgico, il cui<br />
percorso si sviluppa in un arco di poche ore soltanto. Il lavoro è diviso in due parti:<br />
la prima descrive formalmente l'attività di Day Surgery (organizzazione, valutazione,<br />
vantaggi, qualità, esperienza della Provincia di Trento), la seconda affronta la Day<br />
Surgery dal punto di vista del servizio assistenziale offerto al paziente (fase di prericovero,<br />
ricovero, preoperatoria, postoperatoria...) Infine, vengono proposti alcuni<br />
correttivi volti al miglioramento dell'attività di Day Surgery: corsi di aggiornamento per<br />
il personale infermieristico, un ambulatorio anestesiologico, un reparto di posti letto<br />
scorporati e separati dalla degenza ordinaria, una seduta di sala operatoria per lo meno<br />
settimanale, un archivio centralizzato e informatizzato per le cartelle cliniche della DS,<br />
l'ampliamento del servizio ambulatoriale per gli studi di valenza retrospettiva e favorire<br />
il miglioramento della collaborazione all’interno dell’Unità Operativa di Cardiologia per<br />
l'accesso ai servizi ambulatoriali specialistici.<br />
PagInE 47<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
123<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
QUInTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 5.9<br />
TITolo<br />
Attività cardiologia in <strong>Trentino</strong>: analisi del fabbisogno e delle risorse disponibili; organizzazione<br />
di una rete cardiologia provinciale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Luigi Battaia, G. Battista Durante, Guido Piazza<br />
InDIcE<br />
1. Premesse; 2. Scopo; 3. Struttura e organizzazione funzionale della cardiologia; 4.<br />
Obiettivi della rete cardiologia; 5. La struttura cardiologia in Italia; 6. Epidemiologia<br />
nazionale e regionale; 7. Epidemiologia Provincia autonoma di Trento; . Proposte per<br />
la realizzazione di una rete cardiologia integrata provinciale; 9. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L'obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di un progetto per la creazione di una<br />
rete intergrata del Servizio di Cardiologia provinciale al fine di garantire un servizio<br />
che eroghi prestazioni <strong>sanitari</strong>e soddisfacenti i bisogni dell'utenza. Inoltre, il servizio<br />
dovrebbe favorire un maggior grado di collaborazione tra la varie strutture <strong>sanitari</strong>e al<br />
fine di poter razionalizzare al meglio l'utilizzo delle risorse. I documenti di riferimento<br />
per realizzare la proposta sono i seguenti: Linee Guida della Federazione Italiana di<br />
Cardiologia e il Documento del Gruppo di Lavoro della Commissione del Dipartimento<br />
Cardiovascolare di Trento. La logica del modello di rete è quella del percorso assistenziale<br />
definito per tipo di patologia: il modello di assistenza pone due condizioni: garantire un<br />
elevato standard di qualità durante tutto il percorso assistenziale e ottimizzare l’utilizzo<br />
delle risorse disponibili. In termini operativi il modello è articolato da diverse parti:<br />
definizione la funzione della rete sul Territorio, del ruolo della Guardie Mediche e <strong>dei</strong><br />
Medici di Medicina Generale, delle modalità di trasferimento <strong>dei</strong> pazienti, <strong>dei</strong> percorsi<br />
assistenziali, degli esami da effettuare presso l'U.O. di Medicina Interna, del percorso<br />
formativo svolto dai Medici Internisti, dello standard assistenziale <strong>dei</strong> reparti, degli<br />
strumenti di integrazione da utilizzare tra lo U.O. di Medicina Interna e della Cardiologia<br />
di Trento e Rovereto e, infine, l'ottimizzazione delle risorse disponibili.<br />
PagInE 60<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
124<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.1<br />
TITolo<br />
Analisi <strong>dei</strong> costi del paziente con insufficienza respiratoria: alla degenza U.O. pneumologica<br />
al trattamento domiciliare<br />
ParTEcIPanTI<br />
Alessandro L. Salvaterra, Mario Prandini, Enrico Barozzi<br />
InDIcE<br />
1. Sommario; 2. Introduzione; 3. L’insufficienza respiratoria cronica; 4. Epidemiologia<br />
della BPCO; 5. Dimensione economica e sociale della BPCO; 6. Epidemiologia OSAS; 7.<br />
Dimensione economica e sociale dell' OSAS; . Costi del paziente con IRC dalla degenza<br />
al domicilio; 9. Ossigenoterapia a lungo termine domiciliare (OTLT); 10. Ventiloterapia<br />
domiciliare a lungo termine (VMD); 11. Aspetti applicativi della ossigeno ventiloterapia<br />
in provincia di Trento; 12. Svolgimento dell’attività di ossigeno-ventiloterapia domiciliare<br />
in provincia di Trento; 13. Costi dell' ossigeno terapia domiciliare; 14. Costi della<br />
ventiloterapia domiciliare; 15. La ventilazione domiciliare nei pazienti affetti da OSAS;<br />
16. Organizzazione della attività di diagnosi, terapia e follow-up del paziente OSAS; 17.<br />
Analisi <strong>dei</strong> costi delle prestazioni per la diagnostica dell' OSAS; 1. interventi per il contenimento<br />
<strong>dei</strong> costi relativi a OTLT e VMD; 19. Interventi per il contenimento <strong>dei</strong> costi<br />
relativi a OSAS; 20. Conclusioni; 21. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi affronta sotto diversi profili due patologie complesse, quali la Broncopatia cronica<br />
ostruttiva (BPCO) e L'Obstructive Sleep Apnoea Sindrome (OSAS), che presentano il più<br />
rilevante impatto epidemiologico fra le patologie che creano Insufficienza Respiratoria<br />
Cronica (IRC). In particolare, vengono rilevate per entrambe le patologie: l'epidemiologia, i<br />
costi socio-economci, il numero di DGR in cui è stata utilizzata la ventilazione per pazienti<br />
nel 2003 e il costo effettivo della ventilazione per paziente nel medesimo anno. Inoltre,<br />
per la OSAS vengono presi in considerazione altri studi che riguardano: l'analisi <strong>dei</strong> costi<br />
delle prestazioni per la diagnostica e <strong>dei</strong> follow-up domiciliare <strong>dei</strong> pazienti in ventilazione.<br />
Infine, vengono riportate alcune proposte per un recupero di efficienza organizzativa nella<br />
gestione del paziente BPCO e OSAS con particolare riferimento alle modalità e alle strutture<br />
adatte al trattamento dell'insufficienza respiratoria acuta durante le riacutizzazioni, alla<br />
ventilazione domiciliare nei pazienti con OSAS. I miglioramenti se si è in grado di garantire<br />
un servizio assistenziale eccellente: a riguardo, l'assistenza domiciliare integrata e l'ospedalizzazione<br />
domiciliare sono state identificate dai vari piani <strong>sanitari</strong> quali strumenti utili<br />
per garantire permanenza a domicilio <strong>dei</strong> pazienti con grande insufficienza respiratoria.<br />
PagInE 107<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
125<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.2<br />
TITolo<br />
La gestione della residenzialità psichiatrica nel dipartimento di psichiatria: appropriatezza<br />
ed esiti<br />
ParTEcIPanTI<br />
Roberto Pergher<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Obiettivi dell’analisi; 3. Identificazione <strong>dei</strong> costi; 4. Discussione e<br />
conclusioni; 5. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l'obiettivo di realizzare un'analisi <strong>dei</strong> costi relativa alle strutture psichiatriche<br />
non ospedaliere della Provincia di Trento, facendo particolare riferimento al<br />
distretto della Vallagarina e a due strutture di valenza provinciale, quali Maso S. Pietro<br />
e Villa S. Pietro. In particolare vengono realizzate una descrizione e un confronto tra<br />
le due diverse strutture psichiatriche che caratterizzano la provincia, le strutture di<br />
tipo A e di tipo B. Dall'analisi emergono alcune riflessioni e possibili accorgimenti<br />
per migliorare l'organizzazione delle strutture psichiatriche: si dovrebbe incrementare<br />
l'offerta di strutture residenziali in quanto il numero di pazienti che necessitano di<br />
questi supporti sono in continuo aumento, sarebbe necessario per i pazienti grevemente<br />
disabili scorporare il costo <strong>sanitari</strong>o dal costo sociale da imputare o ai comuni<br />
e ai pazienti stessi e stabilire <strong>dei</strong> criteri di appropriatezza <strong>dei</strong> casi relativi alle diverse<br />
tipologie di pazienti, si dovrebbe fare di tutto affinché i servizi elaborino strategie<br />
terapeutiche che prevedano il mantenimento del paziente nel suo naturale ambiente<br />
i vita e, infine, dovrebbero essere elaborate delle modalità organizzative che rendano<br />
possibile la collaborazione tra servizi psichiatrici e servizi sociali al fine di affrontare<br />
globalmente i bisogni <strong>dei</strong> pazienti.<br />
PagInE 37<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: un componente e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
126<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.3<br />
TITolo<br />
Organizzazione dipartimentale della medicina trasfusionale nella Provincia Autonoma<br />
di Trento: progetto di informatizzazione per la gestione della raccolta e distribuzione<br />
del sangue su tutto il territorio provinciale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paola Boccagni, Franco Marafioti<br />
InDIcE<br />
1. Organizzazione del Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (DIMT);<br />
2. La situazione attuale del sistema informativo nel DIMT; 3. Quadro normativo e legislativo<br />
di riferimento; 4. Il progetto; 5. Economicità del progetto; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Lo scopo della tesi attiene alla stesura di un progetto di riorganizzazione della complessa<br />
attività del DIMT (dipartimento funzionale per la regolazione delle attività di medicina<br />
trasfusionale) attraverso l'ausilio della tecnologia informatica. Infatti, il progetto<br />
prevede l'implementazione di un nuovo sistema informatico dando particolare valenza<br />
alla messa in rete di tutte le strutture trasfusionali, alla scelta del software, all'impatto<br />
economico derivante dall' innovativa tecnologia informatica e alla valutazione della<br />
soluzione più vantaggiosa in termini di costo (comprare o noleggiare) per l'acquisizione<br />
delle frigoemoteche, tenendo presente gli obiettivi di budget. L'introduzione del sistema<br />
informatico dipartimentale porterebbe rilevanti vantaggi per la razionalizzazione della<br />
raccolta, l'elaborazione e lo scambio di tutte le informazioni necessarie per l'esercizio<br />
delle funzioni del Dipartimento di Medicina Trasfusionale provinciale che non può<br />
prescindere dall'avere un'informazione tempestiva, affidabile e pertinente e di facile<br />
accesso. Inoltre, il nuovo sistema informatico permetterebbe la creazione di legami e<br />
connessioni tra i diversi elementi del sistema. Per quanto riguarda l'introduzione delle<br />
frigoemoteche, queste porterebbero miglioramenti in termini di sicurezza delle trasfusioni,<br />
visibilità e tracciabilità delle operazioni, riduzione del numero di viaggi per il<br />
trasporto delle unità di sangue dal centro verso la periferia e viceversa, riduzione del<br />
50% <strong>dei</strong> tempi di attesa per la disponibilità di sangue, ottimizzazione della gestione<br />
del sangue e controllo <strong>dei</strong> tempi di percorrenza del sangue.<br />
PagInE 57<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
127<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.4<br />
TITolo<br />
Valutazione costi-benefici dell’introduzione nella pratica clinica di nuove tecnologie:<br />
il caso degli stent ricoperti di farmaco nell’interventistica cardiologia<br />
ParTEcIPanTI<br />
Roberto Bonmassari, Carla Sartori, Luca Del Dot, Maurizio Del Greco<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Razionale e obiettivi dello studio; 3. Metodi; 4. Risultati; 5. Discussione;<br />
6. Limiti dello studio; 7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Lo scopo della tesi attiene alla valutazione dell'impatto clinico ed economico dell'introduzione<br />
<strong>dei</strong> DES nel trattamento della stenosi coronaria secondo i criteri adottati<br />
presso il laboratori di cardiologia interventistica all'ospedale S.Chiara di Trento. In<br />
particolare, si tratta di assumere la decisione di proseguire con le prassi esistenti,<br />
oppure di estendere o ridurre l'adozione <strong>dei</strong> DES ad una porzione rispettivamente<br />
maggiore o inferiore della popolazione <strong>dei</strong> pazienti coronarici. Dall'analisi risulta che<br />
l'implementazione <strong>dei</strong> DES risulta paradigmatica in quanto rappresenta una tecnologia<br />
<strong>sanitari</strong>a a costi elevati. Nel presente lavoro con l'introduzione del DES limitata a una<br />
popolazione ad alto rischio, a fronte di un miglioramento clinico, il costo aggiuntivo<br />
del dispositivo non è stato ammortizzato dai minori costi legati alla riduzione della<br />
restenosi e alla riduzione degli interventi cardiochirurgici. Sfavorevole a tale approccio<br />
risulta anche l'analisi costo-efficacia.<br />
PagInE 63<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
12<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.5<br />
TITolo<br />
Progetto di ottimizzazione dell’attività di colposcopia nell’ambito dello screening provinciale<br />
di secondo livello per il carcinoma della cervice uterina<br />
ParTEcIPanTI<br />
Patrizia Casellato, Roberto Togni, Bruna Zeni<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Introduzione; 3. Indirizzi organizzativi e modalità di attuazione del<br />
programma di screening del carcinoma del collo dell’utero mediante pap-test; 4. Il ruolo<br />
della colposcopia; 5. Il controllo di qualità in colposcopia; 6. Obiettivo del progetto;<br />
7. Discussione; . Conclusioni; 9. Allegati; 10. Glossario; 11. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L'obiettivo della tesi attiene alla realizzazione di un progetto provinciale che riguarda<br />
lo screening pap-test, compreso il secondo livello (colposcopia), per la predisposizione<br />
di un percorso per l'ottimizzazione dell'attività <strong>dei</strong> centri di colposcopia sul territorio.<br />
La prima parte della tesi descrive in dettaglio le dimensioni della patologia neoplastica<br />
cervicale, mentre la seconda parte espone il progetto di riorganizzazione delle attività<br />
sopraelencate prendendo in considerazione, soprattutto, i carichi di lavoro ed eventuali<br />
esigenze di attrezzature e di formazione del personale con i relativi costi. In particolare,<br />
il progetto ambisce, attraverso un processo di quality control e una standardizzazione<br />
delle metodiche colposcopiche diagnostiche e terapeutiche in un contesto ambulatoriale<br />
adeguato, all'ottimizzazione del progetto di Screening Provinciale del Carcinoma<br />
del collo dell'utero, garantendo un training costante e un aggiornamento continuo<br />
degli operatori. Questo viene privilegiato per rendere possibile un monitoraggio delle<br />
attività e per redigere reports attendibili assicurando prestazioni di buon livello per<br />
l'utenza femminile.<br />
PagInE 45<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
129<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.5<br />
TITolo<br />
Ambulatorio per la prevenzione e la cura dell’uremia. Valutazione economico-sociale<br />
del trattamento medico dell’insufficienza renale cronica avanzata a confronto con la<br />
terapia dialitica nella Provincia di Trento. Analisi costo-benefici<br />
ParTEcIPanTI<br />
Cristina Comotti, Rosario Midiri<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. L’insufficienza renale cronica terminale (uremia) e la dialisi; 3.<br />
L’espansione del trattamento dialitico e il contenimento <strong>dei</strong> costi: soluzioni possibili;<br />
4. L’ambulatorio per la prevenzione e cura dell’uremia; 5. La gestione dell’ambulatorio<br />
uremico; 6. La valutazione economico <strong>sanitari</strong>a del passaggio in cura dall’ambulatorio<br />
uremico alla dialisi. Analisi costi-benefici; 7. La qualità di vita del malato in pre-dialisi e<br />
l’informazione-educazione terapeutica; . Discussione; 9. Bibliografia; 10. Appendice.<br />
aBSTracT<br />
L'impatto dell'uremia e delle sue complicanze è destinato ad assumere dimensioni sempre<br />
più allarmanti soprattutto per il difficile contenimento <strong>dei</strong> costi <strong>sanitari</strong> e del numero<br />
di pazienti in dialisi è in continua crescita. A riguardo, la presente tesi si prefigge<br />
di valutare una possibile soluzione al contenimento dell'espansione del trattamento<br />
dialitico e <strong>dei</strong> suoi costi mediante l'ottimizzazione della terapia. In particolare, viene<br />
realizzata un'analisi costi-benefici al fine di valutare se sia conveniente sostenere il<br />
trattamento del paziente nell'ambulatorio di prevenzione presso l'U.O. di Nefrologia e<br />
dialisi, che rallenta l'ingresso del paziente in dialisi, mediante la tecnica di valutazione<br />
Cba. Dall'analisi emerge che ogni paziente che ritarda il passaggio dall'ambulatorio per<br />
la prevenzione e cura dell'uremia a un trattamento di dialisi comporta un rilevante<br />
beneficio, traducibile in un considerevole risparmio (23.47,69 euro all'anno). Per<br />
raggiungere questi risultati incoraggianti è necessario che alle spalle ci sia un sistema<br />
di cura organizzato, garantito da un team multidisciplinare che consenta l'applicazione<br />
di trattamenti terapeutici intensivi conformi alle linee guida nazionali e internazionali.<br />
PagInE 77<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
130<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.6<br />
TITolo<br />
Gestione del paziente con dolore secondo le raccomandazioni del Comitato “Ospedale<br />
senza dolore”. Applicazione sperimentale in tre divisioni internistiche dell’Azienda<br />
<strong>sanitari</strong>a e continuità nel territorio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Michelina Monterosso, Alessandro Bertagnolli, Marta Dalfollo, Fabrizio Fedrizzi, Maria<br />
Grazia Simone<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Il Comitato Ospedale Senza Dolore della Azienda Provinciale per i<br />
Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento; 3. Applicazione delle raccomandazioni<br />
del COSD; 4. Continuità delle cure – Indagine presso il Distretto di Trento e Valle<br />
<strong>dei</strong> Laghi; 5. Conclusioni; 6. Allegati; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene allo sviluppo di un progetto per il miglioramento continuo<br />
della qualità dell'assistenza erogata dai servizi <strong>sanitari</strong> aziendali attraverso un processo<br />
continuo di pianificazione, di attuazione, verifica sistematica e standardizzazione <strong>dei</strong><br />
risultati raggiunti. In particolare, viene fatto riferimento al tema della gestione del<br />
dolore, il quale trova riscontro sia nella pratica clinica che nella letteratura scientifica<br />
riportata nella prima parte del presente lavoro. Il progetto fa riferimento all'esplicitazione<br />
delle attività del Comitato Ospedale senza Dolore (COSD), struttura istituita<br />
dall'APPS preposta alla gestione del dolore <strong>dei</strong> pazienti sotto diversi profili. In particolare,<br />
il comitato deve costantemente farsi promotore: della formazione degli operatori<br />
<strong>sanitari</strong>, della previsione di azioni correlate al miglioramento della gestione del dolore,<br />
dell’elaborazione e diffusione di protocolli per il trattamento del dolore, della valutazione<br />
del livello di applicazione delle raccomandazioni e dell'efficacia del controllo del<br />
dolore e della restituzione regolare <strong>dei</strong> dati relativi al personale delle attività operative.<br />
Inoltre, le attività del COSD rientrano in un sistema coordinato, coerente e diffuso di<br />
comportamenti clinici, di assetti organizzativi, di responsabilità, di procedure che consentono<br />
di soddisfare nel miglior modo possibile le esigenze e le aspettative dell'APPS.<br />
PagInE 7<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
131<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.7<br />
TITolo<br />
Progettazione e realizzazione dello screening mammografico della Provincia di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Sabino Della Sala, Vittorio Manera<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Situazione antecedente allo Screening; 3. Criteri generali; 4. Modalità<br />
operative; 5. Realizzazione e risultati del primo anno di attività; 6. Gradimento<br />
del programma di Screening da parte delle utenti; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Il percorso di prevenzione del carcinoma alla mammella assume un’importanza rilevante<br />
in relazione alla possibilità di ridurre il tasso <strong>dei</strong> soggetti affetti di tumore al<br />
seno e il tasso di mortalità relativo a questa patologia. Nel territorio della Provincia<br />
di Trento è stato avviato il programma di Screening mammografico esteso a tutta la<br />
popolazione trentina residente, tenendo presenti le linee guida dettate dalla normativa<br />
nazionale. A fronte di ciò, la presente tesi si pone l’obiettivo di valutare i risultati fino<br />
a ora conseguiti dallo Screening Mammomagrafico provinciale, sia in riferimento alla<br />
fase di proposta di un programma molto ampio nella sua estensione e sia per quanto<br />
concerne il beneficio raggiunto nella popolazione. La fase propositiva del programma<br />
di Screening prevede la creazione di un centro di riferimento, al quale viene affidato<br />
l’onere di gestire gli inviti per l’intera popolazione femminile del <strong>Trentino</strong>. Inoltre, si<br />
prevede l’attuazione di presidi ospedalieri che adottino criteri per la realizzazione degli<br />
esami preventivi: sono previsti, infatti, esami di primo e secondo livello (che prevede<br />
un approfondimento clinico-strumentale rispetto al primo). Per quanto concerne la<br />
soddisfazione da parte dell’utenze rispetto al programma di prevenzione del carcinoma<br />
della mammella, i dati raccolti testimoniano un buon livello di soddisfacimento rispetto<br />
al programma di Screening mammografico.<br />
PagInE 116<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo-sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
132<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.8<br />
TITolo<br />
Progetto integrato di cartella clinica e basi per l’informatizzazione e la creazione di<br />
linee guida “cost effective” autoaggiornanti<br />
ParTEcIPanTI<br />
Maurizio Rosati, Carlo Segatta<br />
InDIcE<br />
1. Scopo del lavoro; 2. Riferimenti normativi; 3. Definizione “Mission”; 4. Definizione<br />
Obiettivi; 5. Basi di informatizzazione; 6. Modalità lavoro; 7. Costi gestione attuale;<br />
. Costi riorganizzazione; 9. Ricadute organizzative; 10. Valutazioni economiche; 11.<br />
Conclusioni; 12. Tabelle; 13. Modulistica commentata.<br />
aBSTracT<br />
Lo scopo della tesi è la realizzazione di una cartella clinica capace di controllare per<br />
ogni utente i dati anagrafici, anamnestici e tutte le informazione riguardanti lo stato<br />
di salute dal momento di ricovero alla dimissione. Si valuta l'impatto dell'implementazione<br />
dal punto di vista gestionale ed economico. Operativamente si prevede la<br />
realizzazione di: una scheda per la raccolta <strong>dei</strong> dati, un diario medico, infermieristico<br />
e fisioterapico, una scheda consulenze, una cartella fisioterapica, una base di informatizzazione,<br />
un sistema di gestione automatica <strong>dei</strong> DGR e linee guida. Tutto questo con<br />
lo scopo di realizzare una cartella clinica integrata. Dall’analisi economica risulta che<br />
la ristrutturazione organizzativa attraverso la cartella informatizzata consegue alcuni<br />
vantaggi: riduzione e uniformità della documentazione con conseguente riduzione <strong>dei</strong><br />
costi, risparmio <strong>dei</strong> tempi di consultazione, di verifica, di archiviazione, di assistenza,<br />
di amministrazione, di gestione, ecc. Inoltre, la razionalizzazione della cartella clinica<br />
ha contribuito a consolidare la basi per la riorganizzazione gestionale dell'Ospedale<br />
relativa a: orientamento al lavoro di equipe, coinvolgimento delle varie figure professionali,<br />
individuazione di percorsi utili alla riduzione <strong>dei</strong> rischi di errore, ecc.<br />
PagInE 65<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale – analisi costi e benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo-sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
133<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SESTa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 6.9<br />
TITolo<br />
Processi, strumenti e metodi di integrazione nelle strutture di prevenzione dell’APSS<br />
ParTEcIPanTI<br />
Sandro Guella, Graziano Maranelli, Anna Maria Moretti, Maria Grazia Zuccali, Manuela Spaccini<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. L’integrazione come “problema” del Dipartimento di Prevenzione; 3.<br />
I servizi di prevenzione in Provincia di Trento; 4. Integrazione <strong>dei</strong> servizi di prevenzione;<br />
5. Percorsi di integrazione nell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari; 6.<br />
Alcuni esempi di integrazione; 7. Educazione e salute: un esempio di integrazione; .<br />
Bibliografia essenziale.<br />
aBSTracT<br />
La tesi persegue l’obiettivo di applicare gli strumenti di integrazione nelle strutture di<br />
prevenzione dell’APPS. In particolare, vengono analizzati i bisogni di prevenzione nelle<br />
strutture <strong>sanitari</strong>e situate nel territorio della Provincia di Trento, tenendo presenti i<br />
criteri di appropriatezza, economicità e qualità delle prestazioni offerte al cittadino.<br />
In seguito, vengono rilevati gli strumenti gestionali e organizzativi affinché si possano<br />
creare le possibilità e le opportunità di integrazione tra alcune delle funzioni di prevenzione<br />
(sistema budget, collaborazioni intersettoriali, strutture dipartimentali, linee<br />
guida, gruppi di lavoro, progetti, strumenti formativi...). Viene data particolare valenza<br />
all’applicazione degli strumenti integrativi nell’educazione alla salute, rispetto ai quali<br />
vengono individuati i punti di forza e debolezza. Per quanto concerne i punti di forza<br />
l’integrazione tra servizi nell’educazione alla salute comporta un coordinamento delle<br />
iniziative, valorizzazione delle professionalità, possibilità di confronto tra gli operatori,<br />
riconoscimento dell’attività di pianificazione annuale di budget, visibilità delle iniziative<br />
nei confronti della scuola, facilitazioni nei rapporti con la scuola, possibilità di creare<br />
un sistema condiviso di realizzazione delle attività... Per quanto riguarda, invece, i<br />
punti di debolezza si sono verificati un eccessivo irrigidimento delle attività a scapito<br />
della creatività, limitazione dell’autonomia <strong>dei</strong> servizi, rischio di appesantire la struttura<br />
organizzativa, difficoltà di coordinamento degli operatori… Infine, viene sottolineato<br />
come la conoscenza della mission e delle vision da parte di tutti i livelli dell’Azienda<br />
Sanitaria sia condizione necessaria affinché gli strumenti di integrazione coinvolgano<br />
tutte le strutture interessate alla predisposizione del piano annuale strategico <strong>sanitari</strong>o.<br />
PagInE 69<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: cinque componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
134<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.1<br />
TITolo<br />
Il responsabile di struttura complessa e la rete <strong>dei</strong> processi: come governare il processo<br />
decisionale assistenziale ADI/cure palliative (modello sperimentale-distretto<br />
periferico)<br />
ParTEcIPanTI<br />
Mariangela Togni, Gianfranco Apruzzese, Luca Ottolini<br />
InDIcE<br />
1. Obiettivo; 2. Riferimenti normativi; 3. Il Modello sperimentale ADICP-distretto periferici;<br />
4. La proposta operativa; 5. Il percorso del paziente; 6. Profili di ruolo e compiti;<br />
7. Conclusioni; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo della tesi attiene alla definizione del ruolo del Responsabile di Struttura<br />
complessa dell'Unità Operativa Assistenza Territoriale (UOAT) nel governo della rete <strong>dei</strong><br />
processi del modello sperimentale di ADI-CP in un distretto periferico, individuando nel<br />
Distretto Giudicarie e Rendena il distretto periferico di riferimento. Il progetto è diviso<br />
in sei fasi: la prima prevede l’analisi delle risorse, delle modalità organizzative, delle<br />
attività <strong>dei</strong> pazienti in assistenza domiciliare integrata (ADI) e dell’attività valutativa<br />
disciplinare; la seconda definisce le azioni per individuare l’ADI; nella terza si procede<br />
alla stesura del progetto operativo; la quarta e la quinta riguardano il coinvolgimento<br />
<strong>dei</strong> medici di medicina generale, i pediatri e gli specialisti dell’ADI e la formazione degli<br />
operatori; la sesta infine prevede la realizzazione del progetto (compito dell’UOAT). Il<br />
progetto realizzato evidenzia come il modello ADI-CP proposto evidenzi alcune criticità<br />
che dovranno essere attentamente monitorate dal medico coordinatore del processo<br />
assistenziale (Responsabile UOAT): in particolare, questo deve verificare l’eventuale<br />
assenza di personale <strong>sanitari</strong>o con specifica formazione, la continuità assistenziale e<br />
ritardi di attivazione <strong>dei</strong> servizi socio assistenziali.<br />
PagInE 32<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
135<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.2<br />
TITolo<br />
Progetto per un ambulatorio integrato uronefrologico per la gestione del paziente con<br />
calcolosi renale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paola Campanini, Maurizio Mazzon<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Cenni fisiopatologici; 3. Epidemiologia sulla calcolosi urinaria; 4.<br />
Diagnosi e trattamento della calcolosi urinaria; 5. Aspetti economici della calcolosi<br />
urinaria; 6. Progetto per l’ambulatorio della calcolosi: organizzazione e costi; 7. Discussione;<br />
. Conclusioni; 9. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Scopo della tesi è quello considerare l’impatto sulla salute e i costi economici connessi<br />
alla creazione di un ambulatorio relativo alla patologia della calcolosi renale in <strong>Trentino</strong>.<br />
In una prima fase, l’elaborato descrive la patologia in questione evidenziando l’epidemiologia,<br />
le possibilità di cura e la diagnosi. In seguito, la patologia viene analizzata<br />
dal punto di vista <strong>dei</strong> costi, a livello nazionale e internazionale, per la terapia sia preventiva<br />
delle recidive che curativa. Infine, viene proposto un intervento organizzativo<br />
che si focalizza sulla previsione <strong>dei</strong> pazienti dal punto di vista gestionale e sui costi<br />
che comporterebbe la creazione dell’ambulatorio per coloro affetti dalla patologia in<br />
questione. Dallo studio emerge che il trattamento della calcolosi urinaria nel <strong>Trentino</strong><br />
può essere migliorato attraverso una individualizzazione della calcolosi, <strong>dei</strong> fattori<br />
favorenti la stessa e delle caratteristiche del paziente e sue aspirazioni. L’attuazione<br />
del progetto potrebbe essere cost-effective.<br />
PagInE 3<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
136<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.3<br />
TITolo<br />
Il responsabile di struttura complessa e le gestione delle competenze<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paolo Olivieri, Ramondo Del Balzo, Paolo De Pieri, Dario Uber<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Gli aspetti teorici; 3. I contesti di applicazione; 4. La gestione del<br />
personale centrata sul modello delle competenze; 5. Conclusione; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Lo scopo della tesi concerne la descrizione del rapporto che lega il direttore di struttura<br />
complessa al tema delle competenze, esplorando possibili sviluppi nel contesto del<br />
Servizio Sanitario pubblico. Il lavoro è organizzato in tre parti: nella prima vengono<br />
esposti alcuni concetti teorici riguardanti le competenze e chiarito il ruolo di direttore<br />
di struttura complessa; nella seconda vengono esplicitate alcune considerazioni sulle<br />
competenze, soprattutto per quanto riguarda la formazione di base; nella terza, infine,<br />
viene descritto il modo in cui l’APPS imposta le fasi fondamentali del processo di<br />
gestione del personale connesso al tema delle competenze. Il rapporto tra direttore di<br />
struttura complessa e competenze, viene affrontato considerando due profili diversi:<br />
la gestione delle competenze da parte del direttore di struttura complessa e il ruolo<br />
di quest’ultimo nella gestione delle competenze del personale che opera nella struttura<br />
alla quale egli è preposto. Il presente lavoro sottolinea come attualmente non è<br />
riscontrabile una considerazione globale delle competenze all’interno dell’organizzazione<br />
<strong>sanitari</strong>a e, proprio per questo motivo, ci si limita considerare le competenze<br />
individuali, in quanto non si riescono a integrare le diverse professionalità presenti<br />
nelle varie strutture <strong>sanitari</strong>e.<br />
PagInE 122<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: leadership<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
137<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.4<br />
TITolo<br />
La mappa <strong>dei</strong> processi come strumento per il raggiungimento di obiettivi in un’ottica di<br />
integrazione fra il servizio di alcologia, un consultorio, un servizio tossicodipendenze<br />
ParTEcIPanTI<br />
Maria Rosa Dimonte, Roberta Ferrucci, Luigi Pellegrini, Mauro Pongetti<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Servizio di Alcologia Vallagarina; 3. Servizio tossicodipendenze<br />
APPS; 4. Consultorio Famigliare Vallagarina; 5. Algologia, Ser.T, consultorio APPS:<br />
processi nei quali sono utili sinergia e la collaborazione tra servizi; 6. Conclusioni; 7.<br />
Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si prefigge l’obiettivo di applicare lo strumento della “mappa <strong>dei</strong> processi” a tre<br />
Servizi Distrettuali presenti nel territorio della Provincia di Trento al fine di migliorare il<br />
Controllo di Gestione basato sulla programmazione, verifica e riprogrammazione annuale.<br />
I tre Servizi Distrettuali considerati sono: il Servizio di Alcologia Vallagarina, il Consultorio<br />
Famigliare Vallagarina e il Servizio aziendale per le tossicodipendenze Ser.T della<br />
Provincia Di Trento che opera a livello distrettuale. Per ogni Servizio vengono descritte<br />
le modalità organizzative delle prestazioni erogate e viene esplicitata l’applicazione<br />
della mappa <strong>dei</strong> processi. Inoltre, vengono identificati i processi di integrazione tra i tre<br />
Servizi distrettuali. La mappa <strong>dei</strong> processi proposta può effettivamente diventare uno<br />
strumento per migliorare l’attività <strong>dei</strong> Servizi considerati in un’ottica di attenzione ai<br />
bisogni, agli obiettivi, ai risultati garantendo migliore efficacia ed efficienza operativa<br />
e, allo stesso tempo, essa può diventare strumento per uniformare la gestione <strong>dei</strong> vari<br />
servizi garantendo equità territoriale di accesso alla popolazione e sinergie utili per<br />
raggiungere obiettivi rilevanti.<br />
PagInE 9<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale – controllo di gestione<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
13<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.5<br />
TITolo<br />
Riorganizzazione, razionalizzazione e ottimizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />
nella rete ospedaliera e sul territorio della Provincia autonoma di Trento<br />
ParTEcIPanTI<br />
Carlo Pedrolli, Donato Donati, Giuseppe Pasolini, Silvano Tognoli<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. La Provincia Autonoma di Trento; 3. Scopo della tesi; 4. Definizione<br />
di attività dietetico-nutrizionale; 5. Strutture, risorse umane, impiego di materiali e<br />
prestazioni erogate nel 2004; 6. Situazione attuale; 7. Proposta di riorganizzazione;<br />
. Conclusione; 9. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La scopo della tesi attiene alla riorganizzazione e razionalizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />
nella rete ospedaliera e nel territorio della PAT in relazione a due<br />
aspetti organizzativi rilevanti: l’appropriatezza delle prestazioni e l’equità sociale. Il<br />
presente lavoro è organizzato in quattro parti: nella prima vengono definite le attività<br />
dietetico-nutrizionali, nella seconda vengono illustrate le disponibilità attuali di<br />
risorse umane e l’utilizzo di quelle economiche, nella terza viene effettuata un’analisi<br />
della situazione attuale (organizzazione, risorse finanziarie, personale, prestazioni…)<br />
attraverso l’esplicitazione <strong>dei</strong> punti di forza e debolezza di tutte le componenti considerate<br />
e, infine, nella quarta viene proposta la riorganizzazione dell’attività dietetico-nutrizionale<br />
nella rete ospedaliera e nel territorio della Provincia di Trento. La<br />
proposta riorganizzativa individua i seguenti interventi: attribuzione di un dietista per<br />
ogni Presidio Ospedaliero e uno studio di un profilo di minima attività nutrizionale e<br />
attribuzione all’UOC di Dietetica e Nutrizione Clinica di Trento della responsabilità di<br />
coordinamento dell’attività dietetico-nutrizionale degli altri servizi. Questi accorgimenti<br />
sono possibili mediante l’ausilio di alcuni strumenti, quali: l’adozione di un programma<br />
informatico comune su tutto il territorio provinciale per gli aspetti clinici e gestionali,<br />
per la predisposizione delle diete, per il teleconsulto e per l’organizzazione periodica<br />
di corsi di aggiornamento del personale.<br />
PagInE 61<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
139<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.6<br />
TITolo<br />
Approccio interdivisionale integrato al paziente con artropatia degenerativa di anca<br />
e ginocchio: ipotesi di percorso diagnostico terapeutico tra standardizzazione e personalizzazione<br />
ParTEcIPanTI<br />
Ciro Guerriero, Giuseppe Sciso<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Dimensioni generali del problema; 3. Le risposte possibili; 4. Le<br />
risposte nella PAT; 5. I percorsi attualmente seguiti dai pazienti; 6. Considerazioni<br />
complessive su quanto emerge dall’analisi condotta e giustificazione della proposta di<br />
una attività interdivisionale integrata; 7. Il percorso proposto; . La rappresentazione<br />
schematica del percorso di massima; 9. Descrizione delle attività previste presso l’ambulatorio;<br />
10. Bibliografia; 11. Appendici.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l’obiettivo di riorganizzare un’attività ambulatoriale, prevalentemente in<br />
fase prechirurgica, per i pazienti con artrosi all’anca e ginocchio. Il lavoro è organizzato<br />
in due parti: nella prima si analizzano, mediante l’ausilio di dati reperiti in letteratura,<br />
le dimensioni del problema facendo riferimento ai ricoveri, il consumo <strong>dei</strong> farmaci e<br />
gli interventi diagnostico-terapeutici ambulatoriali; nella seconda parte, invece, viene<br />
discussa la proposta di istituzione di un’attività ambulatoriale integrata come mezzo<br />
per migliorare gli aspetti clinici e organizzativi della gestione del paziente affinché si<br />
possano introdurre costantemente modalità di valutazione che consentano la raccolta<br />
standardizzata dati. La proposta di realizzazione di un’attività ambulatoriale integrata<br />
prefigge il fine di evitare pazienti inutili, snellire le procedure complesse, favorire<br />
l’integrazione tra momenti generalmente valutati diversi, favorire la collaborazione,<br />
promuovere l’adozione di strategie standardizzate per la valutazione iniziale del problema,<br />
consentire l’archiviazione in un apposito data base di tutti gli interventi eseguiti<br />
e stimolare le basi per creare un’attività di ricerca. La realizzazione di un’efficace<br />
integrazione tra attività non è immediata: bisogna sempre tenere presente la logica<br />
dell’utilizzo razionale delle risorse attraverso iniziative trasversali.<br />
PagInE 90<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
140<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.7<br />
TITolo<br />
Analisi della gestione e <strong>dei</strong> costi dell’applicazione di un programma di raccomandazioni<br />
per la prevenzione e il controllo dell’infezione da HCV in dialisi<br />
ParTEcIPanTI<br />
Antonio Mastroianni, Giuseppe Vocaturo<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Caratteristiche dell’HCV, storia naturale ed epidemiologia; 3. Prevenzione<br />
della trasmissione dell’infezione da HCV in dialisi; 4. Costi della gestione <strong>dei</strong><br />
pazienti con Epatite C in dialisi; 5. Screening dell’HCV in dialisi; 6. Costi dello screening;<br />
7. Costi delle vaccinazioni in dialisi; . Il trattamento dell’epatite cronica da HCV; 9.<br />
Costi della diagnostica; 10. Conclusioni; 11. Bibliografia; 12. Appendice.<br />
aBSTracT<br />
La tesi propone una descrizione dell’Epatite C (HCV) attraverso cenni storici, percorsi<br />
di prevenzione per la trasmissione del virus in dialisi e, in modo particolare, un’analisi<br />
<strong>dei</strong> costi che riguarda diversi aspetti: i pazienti HCV positivi in Nefrologia-Dialisi, lo<br />
screening per l’HCV nei pazienti in dialisi, la vaccinazione anti-virus Epatite B e antiinfluenzale<br />
<strong>dei</strong> pazienti in dialisi, la diagnostica e il monitoraggio di laboratorio in<br />
pazienti con epatite cronica in trattamento con PegIFN α-2b + Rivabirina. Il trattamento<br />
dialitico non è sempre facile da standardizzare, tuttavia appare necessario attuare tentativi<br />
di omogeneizzazione nell’attività assistenziale <strong>dei</strong> pazienti dialitici cronici affinché<br />
si possano ridurre la trasmissione <strong>dei</strong> rischi patogeni, migliorare la qualità della vita<br />
del paziente in dialisi e migliorare la gestione del paziente dializzato affetto da Epatite<br />
C. L’obiettivo appena esposto risulta di rilevante importanza in quanto è connesso al<br />
contenimento degli elevatissimi costi relativi allo screening per l’HCV, la trasmissione<br />
dell’HCV e la gestione <strong>dei</strong> pazienti dializzati affetti da Epatite C cronica. Attraverso<br />
conoscenze adeguate ed efficaci strategie per la prevenzione del virus HCV è possibile<br />
ridurre il rischio di trasmissione del virus e quindi conseguire un risparmio di risorse<br />
notevole un conseguente contenimento <strong>dei</strong> costi dovuti alla gestione della patologia.<br />
PagInE 37<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi <strong>dei</strong> costi<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
141<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.8<br />
TITolo<br />
Il responsabile di struttura complessa e la gestione per la qualità<br />
ParTEcIPanTI<br />
Romano Manfrini, Carlo Polloni, Patrizia Stracquadanio, Antonella Pupillo<br />
InDIcE<br />
1. La gestione per la qualità del processo colonscopia in una U.O. di Endoscopia digestiva;<br />
2. Percorso clinico del bambino inviato in consulenza pediatrica e la gestione<br />
per la qualità del processo (protocollo di gestione medicoinfermieristica); 3. Il sistema<br />
di qualità ne dipartimento di diagnostica di laboratorio la gestione per la qualità in<br />
odontostomalogia ambulatoriale. I LEA: un progetto per la qualità; 4. Conclusioni; 5.<br />
Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La presente tesi definisce un percorso per una “corretta” collonscopia definendo criteri<br />
di qualità (facendo riferimento al modello EPQM) affinché i servizi offerti garantiscano<br />
standard qualitativi elevati. In particolare, si vuole fornire all’equipe professionale<br />
<strong>sanitari</strong>a la conoscenza e l’abilità tecnica affinché si possa uniformare l’assistenza all’utente<br />
garantendo sia una corretta esecuzione dell’esame colonscopico che un servizio<br />
<strong>sanitari</strong>o che offre prestazioni soddisfacenti i bisogni e le aspettative dell’utente. La<br />
tesi si prefigge il raggiungimento di quattro obiettivi specifici: uniformare le procedure<br />
di prenotazione e preparazione alla colonscopia, la preparazione dell’utente nella sala<br />
endoscopica, esecuzione dell’esame e la procedura per la valutazione e la dimissione<br />
dell’utente a fine esame. Applicando un modello per la qualità si possono conseguire<br />
diversi vantaggi: per esempio, il coinvolgimento di tutti gli operatori, la definizione<br />
delle responsabilità e delle procedure, la riduzione <strong>dei</strong> costi derivante dalla identificazione<br />
della non qualità… Infine, affinché un sistema di qualità funzioni efficacemente<br />
è necessaria l’istituzione di un programma per il miglioramento continuo della qualità<br />
del servizio e delle prestazioni erogati.<br />
PagInE 59<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: leadership<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
142<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.9<br />
TITolo<br />
Il responsabile di struttura complessa e rete <strong>dei</strong> processi:come governare il processo di<br />
farmaco sorveglianza nell’ambito della vigilanza veterinaria permanente<br />
ParTEcIPanTI<br />
Mario Lorenzi, Marco Zoller<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Ruolo del dirigente di struttura complessa nell’ambito della farmaco<br />
sorveglianza; 3. Conclusione; 4. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si prefigge di definire le seguenti questioni: l’importanza della vigilanza e<br />
sorveglianza del farmaco nell’ambito del Servizio veterinario pubblico, la necessità<br />
di intensificare l’azione di vigilanza/sorveglianza del farmaco a fronte dell’abuso del<br />
medesimo, la necessità di caratterizzare l’area funzionale nella quale ricade la farmaco<br />
sorveglianza come struttura complessa alla quale è preposto il dirigente di secondo<br />
livello, la fattibilità economica <strong>dei</strong> relativa ai costi, il coinvolgimento degli operatori<br />
<strong>dei</strong> Servizi veterinari pubblici e la necessità di inserimento nel Programma Aziendale di<br />
Sviluppo Strategico dell’APPS 2005-2009. In particolare, viene data valenza al ruolo del<br />
Dirigente di struttura complessa, preposto a qualsiasi livello, che deve fungere da promotore<br />
del piano strategico dell’APPS e quindi deve contribuire all’implementazione del<br />
cambiamento professionale del servizio <strong>sanitari</strong>o pubblico messo in atto dai piani della<br />
sanità trentina. Infatti, la tesi sottolinea che senza il coinvolgimento degli operatori<br />
responsabili delle strutture complesse non è possibile realizzare cambiamenti organizzativi<br />
in quanto essi hanno il difficile compito di motivare tutto il personale <strong>sanitari</strong>o.<br />
PagInE 41<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: leadership<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza primaria<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
143<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
SETTIma EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 7.10<br />
TITolo<br />
Risk management in medicina trasfusionale: prevenzione dell’errore e protezione del<br />
paziente<br />
ParTEcIPanTI<br />
Cristina Mazzon, Grazia Gosetti, Alberto Mattedi<br />
InDIcE<br />
1. Il rischio clinico e risk management; 2. Analisi <strong>dei</strong> rischi in sanità e la loro gestione;<br />
3. Organizzazione e gestione della rete trasfusionale; 4. Miglioramento della sicurezza<br />
trasfusionale; 5. Sviluppo della sicurezza ed emovigilanza in APSS; 6. Conclusioni; 7.<br />
Bibliografia; . Allegati.<br />
aBSTracT<br />
L’obiettivo primario di qualsiasi attività medica è quello di garantire a ogni paziente il<br />
massimo risultato con il minimo rischio possibile. A fronte di ciò, le presente tesi analizza<br />
il rischio clinico o risk management sotto diversi profili (definizione in letterature,<br />
gestione <strong>dei</strong> rischi in sanità, sviluppo di piani di sicurezza, analisi <strong>dei</strong> rischi <strong>sanitari</strong>…).<br />
Il risk management va inteso come le diverse azioni messe in atto per migliorare le<br />
prestazioni cliniche erogate e per garantire più sicurezza al paziente; l’errore si può<br />
sempre verificare, perciò bisogna impegnarsi per evitare le conseguenze entrando in<br />
una logica di prevenzione dell’errore e protezione del paziente. Nel presente lavoro<br />
vengono analizzati, in modo particolare, i rischi connessi alla trasfusione: a riguardo<br />
è necessaria l’implementazione di un sistema di emovigilanza efficace e di procedure<br />
semplici ma ben fortificate mediante l’ausilio di corsi di formazione di audit clinici evitando<br />
eccessivi sovraccariche per gli operatori. Inoltre, sarebbe utile la realizzazione di<br />
sistemi di allerta o sistemi si controllo a supporto degli operatori, come, per esempio,<br />
i sistemi di informatizzazione. In generale, però, istituire la cultura della vigilanza e<br />
del reporting è molto difficile, per questo si utilizzano sistemi a barriera Basich-hemo<br />
che aiutano gli operatori nello svolgere correttamente le attività connesse all’attività<br />
di trasfusione, cercando di prevenire il più possibile l’errore.<br />
PagInE 0<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: risk management<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
144<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.1<br />
TITolo<br />
Analisi <strong>dei</strong> costi e del rapporto costi/benefici nel trattamento delle poliradicolonevriti acute<br />
e della Miastenia gravis con Immunoglobuline ad alte dosi versus trattamento plasmaferetico<br />
ParTEcIPanTI<br />
Antonio Niccolini, Enzo Tranquillini<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Trattamento della sindrome di Guillain-Barreè; 3. Trattamento<br />
delle fasi di riacutizzazione della Miastenia Gravis; 4. Considerazioni economiche nella<br />
letteratura medica sui trattamenti con Plasmaferesi; (PE) e Immunoglobuline (IVIg);<br />
5. Valutazione economica <strong>dei</strong> trattamentic con Plasmaferesi e Immunoglobuline; 6.<br />
Plasmaferesi: considerazioni teoriche e analisi della procedura; 7. Immunoglobuline ad<br />
alte dosi: metodologia di somministrazione; . Accordo interregionale per l’attività di<br />
lavorazione del plasma e <strong>dei</strong> prodotti; emoderivati (AIP); 9. Costi speciali nel trattamento<br />
con Plasmaferesi (PE) e Immunoglobuline (IVIG); 10. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
Scopo della tesi è l’analisi microeconomica <strong>dei</strong> costi della plasmaferesi e dell’IVIg,<br />
terapie alternative d’urgenza per i pazienti affetti da GBS (sindrome di Guillain Barré)<br />
e da riacutizzazione MG (Miastenia Gravis), in relazione ai rischi procedurali e al beneficio<br />
clinico. La ricerca viene realizzata all’interno dell’APPS e rileva i costi speciali <strong>dei</strong><br />
singoli fattori di produzione delle due terapie nel 2005, valutati dalla prospettiva di<br />
fornitori di servizi <strong>sanitari</strong>. Le ricerche confermano che le due tipologie curative sono<br />
valide alternative, tuttavia si rileva maggiore efficacia clinica a breve termine con la<br />
plasmasferesi nelle riacutizzazione di MG. I costi delle due metodiche nel 2005, stante<br />
l’autosufficienza degli emoderivati della PAT all’interno del consorzio AIP (Accordo interregionale<br />
per la plasmaderivazione), risulterebbero più bassi con il trattamento con<br />
IVIg. Nella contabilità <strong>dei</strong> centri di costo, però, essendo attribuito alle IVIg un prezzo<br />
sostanzialmente uguale a quello applicate dalle Industrie farmaceutiche per il SSN (Sistema<br />
Sanitario Nazionale), il trattamento IVIg risulterebbe meno favorevole rispetto al<br />
plasmaferesi (3900 euro vs 3374 euro). Quindi, la partecipazione della PAT al Consorzio<br />
AIP e l’autosufficienza nella produzione di emoderivati producono rilevanti benefici<br />
economici. In conclusione, lo studio sottolinea come la sola convenienza economica<br />
non sia elemento sufficiente per la scelta della terapia da sottoporre al paziente affetto<br />
da GBS e MG, pertanto si auspicano ulteriori studi relativi all’argomento di questa tesi.<br />
PagInE 55<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA:analisi <strong>dei</strong> costi/analisi <strong>dei</strong> costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo e sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
145<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.2<br />
TITolo<br />
Organizzazione di un percorso diagnostico terapeutico per le complicanze del piede<br />
diabetico: una rete di lavoro a livello provinciale fra i centri di 1°, 2°, 3° livello, rispetto<br />
a prevenzione, screening diagnosi e terapia<br />
ParTEcIPanTI<br />
Paolo Acler, Nicoletta Dorigoni, Claudio Paternoster<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Scopo della tesi; 3. Inquadramento clinico del piede diabetico; 4.<br />
Fattori di rischio ed educazione del paziente; 5. Obiettivi generali di un ambulatorio<br />
dedicato; 6. Epidemiologia generale; 7. Epidemiologia locale; . Considerazione economiche;<br />
9. Il modello di riferimento; 10. Analisi della situazione esistente a livello <strong>dei</strong><br />
centri antidiabetici della Provincia di Trento; 11. Aspetti applicativi alla realtà locale;<br />
12. Conclusioni; 13. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La patologia del piede nel diabete mellito assume una rilevanza notevole sia dal punto<br />
di vista sociale che economico. Per riuscire a salvare il piede, evitando l’amputazione, è<br />
necessario utilizzare l’esperienza congiunta di diverse professionalità, dando vita a un<br />
gruppo di lavoro multidisciplinare. A fronte di ciò, la tesi si pone l’obiettivo di descrivere<br />
un percorso organizzativo/diagnostico/terapeutico per la gestione della patologia<br />
del “piede diabetico”, al fine di ottimizzare gli accessi ai vari livelli di competenza<br />
specialistica, migliorare l’appropriatezza degli interventi e ridurre la mobilità passiva<br />
non motivata. Il fine centrale della tesi è la riduzione degli interventi di amputazione,<br />
un miglioramento della qualità della vita e una riduzione <strong>dei</strong> costi associata a questa<br />
patologia. Lo studio sottolinea che il miglioramento della gestione di questa patologia<br />
lo si può conseguire quando gli operatori <strong>sanitari</strong> intervengono in maniera multidiciplinare<br />
attraverso sforzi mirati e un utilizzo più responsabile delle risorse impiegate.<br />
In questo modo si ridurrebbero i casi di amputazione del piede e si genererebbe un<br />
consistenze risparmio di risorse.<br />
PagInE 50<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: plurimo<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: tre componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
146<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.3<br />
TITolo<br />
Il governo della spesa nell’ambito del servizio assistenza protesica<br />
ParTEcIPanTI<br />
Marta Antolini, Ruggero Carminati, Silvana Chiasera, Andrea Fasanelli<br />
InDIcE<br />
1. Il disegno dello studio; 2. I riferimento normativi; 3. I dati di attività; 4. Il servizio<br />
di recupero-sanificazione-riciclo; 5. Le azioni di governo del sistema; 6. I punti di forza<br />
e debolezza del sistema; 7. Il confronto con un’altra realtà; . Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi analizza in maniera accurata gli aspetti normativi, organizzativi ed economici del<br />
Servizio Assistenza Protesica dell’APPS. Le prestazioni di assistenza protesica concernono<br />
lo studio delle condizioni fisiche del soggetto, che si basa su un piano riabilitativo<br />
personalizzato condiviso che prevede l’identificazione, la prescrizione, l’assegnazione<br />
e la verifica di efficacia di uno o più dispositivi (protesi, ortesi e altri ausili tecnici)<br />
volti a superare il più possibile lo stato di handicap. In particolare, il presente lavoro<br />
analizza in maniera critica i dati relativi all’impiego di risorse allocate nell’ultimo biennio<br />
presso l’APPS, facendo fronte alla domanda di assistenza protesica nell’ambito del<br />
percorso che illustri i riferimenti normativi, le procedure di accesso al servizio, i dati di<br />
attività e spesa, le strategie intraprese per affrontare il fenomeno e le nuove proposte<br />
migliorative. L’analisi mette in luce il fatto che le spese <strong>sanitari</strong>e sono in continua<br />
crescita e per questo è inevitabile che nei prossimi anni si verificherà in contro a una<br />
contrazione delle risorse. L’indagine condotta, tuttavia, permette l’individuazione di<br />
correttivi che permettano un miglioramento della gestione del servizio facendo fronte<br />
alle ricadute di natura economica, gestionale e organizzativa: in particolare si tratterebbe<br />
di un rinnovamento culturale degli operatori <strong>sanitari</strong> e degli utenti.<br />
PagInE 52<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: Organizzazione e controllo di gestione<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: assente<br />
CITAZIONI: presenti<br />
147<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.4<br />
TITolo<br />
Implementazione del sistema di qualità nel controllo ufficiale degli alimenti dal campionamento<br />
all’analisi di laboratorio<br />
ParTEcIPanTI<br />
Laura Carbone, Giovanni Farina<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione e scopo; 2. Evoluzione della normativa; 3. Contesto provinciale e soggetti<br />
coinvolti; 4. Caso di studio; 5. Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi si pone l’obiettivo di descrivere un sistema di qualità applicato al campionamento<br />
ufficiale degli alimenti e al processo di analisi degli stessi realizzato in un laboratorio<br />
che opera in conformità della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005. Inoltre, viene<br />
esposto un caso di studio che rappresenta l’applicazione del sistema di qualità sovra<br />
citato, nel quale viene esplicitato “il comportamento adeguato” nell’ambito della sicurezza<br />
alimentare. Il presente lavoro dimostra come in un semplice processo, quale<br />
l’interconnessione tra la procedura di campionamento degli alimenti a livello territoriale<br />
e la procedura adottata dal laboratorio di riferimento per l’analisi degli stessi, debba<br />
essere presente un sistema di gestione della qualità. Questo implica un maggiore sforzo<br />
di integrazione tra le strutture e una maggiore attendibilità <strong>dei</strong> dati.<br />
PagInE 26<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
14<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.5<br />
TITolo<br />
Correlazione tra budget e riduzione del rischio clinico. Formulazione di un obiettivo<br />
di budget per la riduzione del rischio clinico e aumento della sicurezza del paziente<br />
secondo il modello di analisi del contesto lavorativo di Ball e Mc Elligot<br />
ParTEcIPanTI<br />
Gianni Ciaghi, Fabio Pederzini<br />
InDIcE<br />
1. Abstract; 2. Premessa; 3. Rischio Clinico; 4. Modelli concettuali (Framework) per il<br />
controllo del rischio critico in area di cure critiche; 5. Ricadute per la pratica: ipotesi di<br />
correlazione tra framework e formulazione del budget; 6. Conclusioni; 7. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
La tesi interessa la creazione di uno strumento di monitoraggio del contesto lavorativo,<br />
focalizzandosi sul processo di budget per il controllo del rischio clinico nelle unità di<br />
cure intensive. La ricerca è divisa in due parti: la prima approfondisce il rischio clinico e<br />
i modelli concettuali per la riduzione del carico di lavoro e miglioramento della sicurezza<br />
del paziente, la seconda analizza il contesto lavorativo secondo il modello concettuale<br />
di Ball e Mc Elligot nelle U.O. di Terapia Intensiva Neonatale e cure post-operatorie di<br />
Chirurgia A in collaborazione con i <strong>dirigenti</strong> del personale infermieristico. Inoltre, viene<br />
elaborato uno score qualitativo di rischio clinico e formulato un obiettivo di budget<br />
per l’anno in corso con i risultati attesi e gli indicatori di miglioramento misurabili<br />
per la riduzione del rischio clinico. Dalla ricerca risulta che ci può essere un vantaggio<br />
per il manager <strong>sanitari</strong>o nel focalizzare l’attenzione a livello di carico di lavoro (NWL)<br />
in situazione clinico-organizzativa e logistica e nel definire i fattori che ostacolano le<br />
performance e i facilitatori che agiscono sul NWL e sulla sicurezza del paziente. Questi<br />
fattori sono individuati nelle quattro aree del contesto lavorativo definite dal modello<br />
concettuale: la geografia dell’unità operativa, il tipo di attività clinica, la dipendenza/<br />
autonomia del paziente e lo skill mix. Data l’importanza strategica di queste quattro<br />
aree ne deriva uno stretto monitoraggio delle stesse: per ogni area viene definito un<br />
obiettivo specifico in funzione di una possibile attività di budget. Dallo studio si evince<br />
come il modello concettuale proposto aiuti a costruire una relazione tra la programmazione<br />
e l’economia <strong>sanitari</strong>a.<br />
PagInE 64<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: budget e controllo di gestione/risk management<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: salute collettiva<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo e sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
149<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.6<br />
TITolo<br />
Riorganizzazione dell’ambulatorio di follow up elettrostimolatori cardiaci e defibrillatori<br />
impiantabili<br />
ParTEcIPanTI<br />
Lorena Gramegna, Luisa Visonà<br />
InDIcE<br />
1. Descrizione del problema; 2. Descrizione di un ambulatorio di controllo di pazienti;<br />
portatori di pacemaker e defibrillatori; 3. Organizzazione attuale; 4. Analisi epidemiologica;<br />
5. Parametri economici; 6. Confronto con altre organizzazioni; 7. Punti critici;<br />
. Proposte organizzative; 9. Possibili aperture per il futuro con il follow-up a distanza;<br />
10. Conclusioni; 11. Appendice; 12. Riferimenti Bibliografici.<br />
aBSTracT<br />
La tesi descrive alcuni criteri di corretta gestione di un ambulatorio di controllo di<br />
pacemaker e defibrillatori. A riguardo, viene esposta la documentazione reperita in<br />
letteratura, effettuata un’analisi epidemiologica degli ultimi cinque anni con lo scopo<br />
di ricavare il numero previsto di visite di controllo e descritta l’organizzazione attuale<br />
rispetto alla quale viene fatto anche un confronto con altre realtà straniere evidenziandone<br />
gli aspetti critici. Inoltre, viene esposta una proposta organizzativa che ha<br />
lo scopo di razionalizzare le modalità di esecuzione dell’ambulatorio di follow-up PM<br />
e ICD e migliorare gli aspetti qualitativi ed economici. In particolare, l’ambulatorio,<br />
secondo linee guida canadesi, dovrebbe essere gestito in prima persona dal personale<br />
infermieristico qualificato e appositamente addestrato all’esecuzione <strong>dei</strong> controlli standard<br />
<strong>dei</strong> pacemaker. Inoltre, viene proposta la realizzazione di ambulatori distaccati<br />
negli ospedali periferici affinché si possano evitare i lunghi tempi di percorrenza per<br />
gli spostamenti, la riorganizzazione del servizio CUP, la realizzazione di un programma<br />
informatizzato per la gestione <strong>dei</strong> dati e gli indicatori di qualità.<br />
PagInE 67<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: descrittivo-propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
150<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.7<br />
TITolo<br />
La gestione <strong>dei</strong> traumi gravi e pazienti<br />
ParTEcIPanTI<br />
Luigi De March, Terenzio Di Carlo, Alessio Less, Hartmut Neumann<br />
InDIcE<br />
1. Premessa; 2. Scopo; 3. I principali tipi del politrauma del paziente grave; 4. Scenario;<br />
5. Ospedale di Distretto; 6. Ospedale di II livello (Trento e Rovereto); 7. Centro di<br />
riferimento extraproviciale; . Considerazione sulle possibilità di indagini diagnostiche<br />
negli Ospedali di vario livello; 9. Innovazioni tecniche e possibili miglioramenti; 10.<br />
Telecardiologia nell’urgenza; 11. Diagramma di flusso in un Ospedale periferico; 12.<br />
Analisi delle distanza e <strong>dei</strong> tempi di trasferimento di un paziente; 13. La gestione del<br />
Pronto Soccorso (di Rovereto); 14. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi analizza la gestione di un politraumatizzato, dal momento dell’evento traumatizzante<br />
fino alla definitiva collocazione del paziente nell’ospedale più idoneo, e la<br />
definizione di interventi migliorativi concernenti il trasporto, la diagnostica e la terapia.<br />
In particolare, si analizzano: i tempi intercorsi dal trauma alle scelte terapeutiche, i modi<br />
del soccorso, le decisioni operative sullo scenario dell’incidente, le modalità gestionali<br />
dell’ospedale di distretto e di secondo livello, i trasferimenti, la destinazione, gli aspetti<br />
logistici e le modalità di comunicazione. Si considerano i pazienti affetti da politrauma<br />
e quelli con grave insufficienza cardiaca, vascolare, ustioni estese e trapiantabili. Si<br />
definisce il politrauma chiarendone le modalità gestionali e organizzative e soffermandosi<br />
in particolare sulla logistica delle strutture <strong>sanitari</strong>e, quali i distretti e gli ospedali di<br />
secondo livello. Emerge la necessità di promuovere un costante aggiornamento degli<br />
attori del soccorso, professionali e volontari, di garantire la presenza di un medico<br />
addestrato in medicina d’urgenza nella fase di trasporto del paziente con ambulanza.<br />
Inoltre, per quanto riguarda l’ospedale di distretto, si propone la formazione di gruppi<br />
di medici motivati al lavoro di pronto soccorso.<br />
PagInE 6<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: percorsi diagnostici e terapeutici (assistenziali-clinici)<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: non presenti<br />
151<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.8<br />
TITolo<br />
Chiruriga carotidea tradizionale e trattamento endovascolare: analisi organizzativo<br />
gestionale e valutazione economica delle due metodiche<br />
ParTEcIPanTI<br />
Luigi Azzolini, Alberto Baldo<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Analisi e pianificazione delle procedure: impatto organizzativo ed<br />
economico; 3. Analisi e qualificazione delle risorse nelle due ipotesi (costi cessanti<br />
e costi emergenti); 4. Sistemi di verifica: responsabilità clinica e organizzativa; 5.<br />
Conclusioni; 6. Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Obiettivo della tesi è l’analisi e il confronto degli aspetti economico e organizzativo delle<br />
procedure di chirurgia “tradizionale” e metodica endovascolare nel trattamento delle<br />
lesioni <strong>dei</strong> tronchi sovraortici. Dalla ricerca emerge che la scelta di adottare procedure<br />
endovascolari dipende soprattutto dal grado di affidabilità garantito e dal quantitativo<br />
di spesa da sostenere. A riguardo, la procedura endovascolare risulta, secondo la letteratura,<br />
equamente affidabile rispetto alla chirurgia tradizionale ed economicamente<br />
sostenibile. Questa metodica multidisciplinare esercita un effetto positivo di motivazione<br />
e crescita culturale del personale coinvolto sviluppando l’attitudine al lavoro di equipe<br />
sia della componente chirurgica che radiologica. Il punto di debolezza rilevante risulta<br />
essere l’organizzazione vincolata da carenze di organico che andrebbe potenziata con<br />
l’assunzione di personale medico-chirurgico e tecnico.<br />
PagInE 34<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: organizzazione aziendale/controllo di gestione<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: innovativo e sperimentale<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: due componenti e monodisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
152<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.9<br />
TITolo<br />
Verifica e revisione di qualità dell’ossigeno-terapia in ospedale: analisi di un processo<br />
pilota in previsione della riproposta diffusa a livello aziendale<br />
ParTEcIPanTI<br />
Roberto Bortolotti, Paolo Faes, Ferdinando Imperadore, Fausto Rizzonelli<br />
InDIcE<br />
1. Introduzione; 2. Metodi; 3. Risultati; 4. Discussione; 5. Uso appropriato dell’Ossigenoterapia<br />
e qualità <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong>; 6. Estensione del progetto; 7. Conclusioni.<br />
aBSTracT<br />
La tesi sottopone l’ossigenoterapia a verifica e revisione di qualità (VRQ) presso l’Area<br />
Funzionale Omogenea di Pneumologia-Medicina dell’Ospedale S.Chiara di Trento, intervenendo<br />
sulle diverse figure coinvolte e sulle diverse fasi del processo seguendo<br />
una metodologia Audit-intervento-Audit e confrontando i risultati ottenuti con i dati<br />
reperiti in letteratura. Il lavoro è organizzato in tre fasi: la prima concerne l’analisi<br />
della letteratura di riferimento, la seconda provvede alla divulgazione delle informazioni<br />
reperite in letteratura e la terza, infine, elabora una scheda di rilevamento O2<br />
che permette di analizzare la pratica corrente e confrontarla con gli standard attesi.<br />
Questa scheda definisce il ruolo svolto dalle tre figure partecipanti al processo: il medico<br />
come prescrittore, l’infermiere come responsabile dell’erogazione e il paziente come<br />
agente di partecipazione attiva e informata alla terapia. In seguito, vengono descritte<br />
le successive ispezioni random di valutazione della scheda elaborata a distanza di<br />
tempo tra un audit e l’altro. Con il confronto <strong>dei</strong> dati ottenuti dal primo e dal secondo<br />
audit emerge il miglioramento qualitativo complessivo del processo assistenziale<br />
di ossigenoterapia in area internistica producendo un risultato di eccellenza in area<br />
specialistica pneumologica.<br />
PagInE 34<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: qualità e accreditamento<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: sperimentale/propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
153<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
oTTaVa EDIZIonE DEl corSo DI FormaZIonE managErIalE<br />
PEr DIrETTorI rESPonSaBIlI DI STrUTTUra comPlESSa 8.10<br />
TITolo<br />
La nutrizione artificiale come supplementazione di immunonutrizione nel tumore cervico-cefalico:<br />
costi, benefici e qualità della vita<br />
ParTEcIPanTI<br />
Andrea Bolner, Antonio Costa, Walter Decaminada, Paolo Segatta<br />
InDIcE<br />
1. Abstract; 2. Influenza della nutrizione sulle complicanze postoperatorie nei tumori<br />
del distretto cervico-facciale; 3. Casistica dell’Unità Operativa di Otorinolagorngoiatra<br />
dell’Ospedale S.Chiara di Trento; 4. I costi <strong>dei</strong> pazienti operati nel 2005 per neoplasia<br />
del distretto cervico-facciale; 5. Discussione; 6. Proposta di applicazione di protocollo<br />
di nutrizione entrale preoperatorio; 7. Conclusione; . Bibliografia.<br />
aBSTracT<br />
Scopo della tesi è la valutazione dell’incidenza e <strong>dei</strong> costi delle complicanze degli interventi<br />
chirurgici per neoplasia cervico-facciale in stadio medio-avanzato nell’Unità<br />
Operativa di Otorinolaringoiatra dell’Ospedale di Trento. In particolare, viene proposto<br />
un protocollo dello stadio di valutazione nutrizionale del paziente affetto da tumore<br />
cervico-facciale per iniziare una fase di nutrizione entrale (NE) preoperatoria al fine di<br />
ridurre le complicanze, i tempi di degenza e migliorare la qualità della vita del paziente.<br />
Dalla ricerca emerge che la malnutrizione <strong>dei</strong> pazienti affetti da tumore cervico-facciale<br />
rappresenta la responsabile più rilevante delle complicanze che si presentano nel 20-50%<br />
degli interventi nel decorso postoperatorio. A riguardo, viene proposta una modalità di<br />
nutrizione del paziente da operare per neoplasia del distretto cervico-facciale che dovrebbe<br />
essere: preoperatoria, per via enterale e composta di immunonutrienti. Con l’implementazione<br />
della NE ci si aspetta una riduzione delle complicanze attorno al 25-30%.<br />
PagInE 30<br />
claSSIFIcaZIonE<br />
MATERIA: analisi costi-benefici<br />
AMBITO DI RIFERIMENTO: assistenza ospedaliera<br />
TIPO DI LAVORO: propositivo<br />
CARATTERISTICHE GRUPPO: quattro componenti e multidisciplinare<br />
BIBLIOGRAFIA: nazionale e internazionale<br />
CITAZIONI: presenti<br />
154<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Il Progetto “Comunicazione per la salute” dell’Assessorato alle Politiche<br />
per la salute della Provincia Autonoma di Trento è “Realizzazione riconosciuta<br />
di Qualità per l’innovazione amministrativa e la comunicazione con i cittadini”<br />
dalla Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale<br />
155<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
PUBBLICAZIONI<br />
Modulo di richiesta<br />
Recapito postale<br />
Provincia Autonoma di Trento<br />
Assessorato alle Politiche<br />
per la <strong>Salute</strong><br />
Servizio Organizzazione e qualità<br />
delle attività <strong>sanitari</strong>e<br />
Via Gilli, 4 -3100 Trento<br />
Altri recapiti<br />
www.trentinosalute.net<br />
comunicazione.salute@provincia.tn.it<br />
tel. +39 0461 494 044<br />
fax. +39 0461 494 073<br />
Data: ____________________<br />
Richiedente<br />
Nome _____________________ Cognome __________________________<br />
Qualifica ______________________ Ente ___________________________<br />
Indirizzo____________________________________________________<br />
CAP __________ Città _______________________________Provincia ____<br />
Tel/fax________________ e-mail _________________________________<br />
Pubblicazioni richieste<br />
_____________________________<br />
_____________________________<br />
_____________________________<br />
_____________________________<br />
_____________________________<br />
_____________________________<br />
Consenso al trattamento<br />
<strong>dei</strong> dati personali<br />
Sì<br />
No<br />
Firma _______________________<br />
Informativa ai sensi del decreto legislativo 196/2003, articolo 13<br />
Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003 Le forniamo le seguenti indicazioni:<br />
1. i dati da Lei forniti verranno trattati esclusivamente con riferimento al procedimento<br />
per il quale ha presentato la documentazione;<br />
2. il trattamento sarà effettuato con supporto cartaceo e/o informatico;<br />
3. il conferimento <strong>dei</strong> dati è obbligatorio per dar corso alla procedura di Suo interesse;<br />
4. titolare del trattamento è la Provincia Autonoma di Trento;<br />
5. responsabile del trattamento è il Dirigente del Servizio Innovazione e formazione per<br />
la salute;<br />
6. in ogni momento Lei potrà esercitare i suoi diritti nei confronti del titolare del<br />
trattamento, ai sensi dell’art. 7 del decreto legislativo 196/2003.<br />
156<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
Le pubblicazioni dell’Assessorato<br />
provinciale alle Politiche per la salute<br />
Edizione: Servizio Organizzazione e qualità delle attività <strong>sanitari</strong>e<br />
Ufficio Informazione e comunicazione per la salute<br />
Direzione delle Collane: Vittorio Curzel<br />
Punto omega nuova serie<br />
1. Telemedicina in <strong>Trentino</strong><br />
2-3. I documenti OMS sulla strategia della salute per tutti<br />
4. La donazione e il trapianto di organi e di tessuti<br />
5-6. La promozione della salute<br />
7. Il territorio tra assistenza <strong>sanitari</strong>a e attività socio-assistenziali<br />
-9. Equità, solidarietà e tutela <strong>dei</strong> soggetti deboli nei servizi socio-<strong>sanitari</strong><br />
10. La storia <strong>dei</strong> luoghi di cura a Trento<br />
11. <strong>Salute</strong> e sviluppo socio-economico nelle regioni di montagna<br />
12/13. Alla ricerca delle menti perdute<br />
14. Equità nella salute in <strong>Trentino</strong><br />
15. I progetti di ricerca <strong>sanitari</strong>a finalizzata in <strong>Trentino</strong><br />
16. Studio comparato sull’assistenza al parto nei piccoli ospedali in Regioni<br />
dell’arco alpino – Vergleichende Studie über die geburtshilfliche Versorgung<br />
an kleineren Krankenhäusern im Alpenraum<br />
17. <strong>Salute</strong>, globalizzazione e nuovi federalismi <strong>sanitari</strong><br />
1. <strong>Salute</strong> e culture: la società, la donna. Informazione. Ricerca.<br />
19/20. Il sistema di monitoraggio delle disuguaglianze di salute (SMDS) nella provincia di Trento<br />
21/22. La <strong>Formazione</strong> Manageriale <strong>dei</strong> <strong>dirigenti</strong> <strong>sanitari</strong><br />
Punto omega nuova serie − Supplementi<br />
— Linee guida programmatiche di legislatura in materia di politiche per la salute<br />
— Qualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale<br />
e dell’assistenza <strong>sanitari</strong>a primaria<br />
— Nuovo piano operativo per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro<br />
— I determinanti sociali della salute. I fatti concreti<br />
— Valsugana orientale e Tesino: futuro in salute<br />
— Porfido. I vantaggi del bancone con sollevatore per gli addetti alla prima lavorazione<br />
— Sei lavoratrice dipendente e aspetti un bambino?<br />
Domande e risposte sui principali aspetti della maternità<br />
collana Documenti per la salute<br />
1. Gli incidenti stradali. Dall’epidemiologia alle strategie di intervento (Atti del Convegno)<br />
2. Diagnosi e trattamento <strong>dei</strong> neovasi sottoretinici (Atti del Seminario)<br />
3. Screening provinciale per la diagnosi precoce e la prevenzione <strong>dei</strong> tumori<br />
del distretto cervico-facciale<br />
4. Rischio ultravioletto. Esposizione al sole, usi terapeutici e cosmetici, attività industriali<br />
(Atti del Convegno)<br />
5. La vaccinazione alle soglie del III millennio. La strategia della comunicazione<br />
per l’adesione informata (Atti del Convegno)<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
6. Le attività alcologiche in <strong>Trentino</strong><br />
7. Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: un impegno comune (Atti della Conferenza provinciale)<br />
. Teleconsulto oncologico e telecardiologia sul territorio (Rapporto conclusivo di progetto)<br />
9. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale<br />
10. Decisione e ragionamento in ambito medico (Atti del Convegno)<br />
11. La responsabilità medica nella provincia autonoma di Trento.<br />
Il fenomeno. I problemi. Le possibili soluzioni<br />
12. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2001<br />
13. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2001. Rapporto epidemiologico<br />
14. Le tossicodipendenze in <strong>Trentino</strong>: tendenze e strategie<br />
15. Nord Italia Transplant -Atti della Riunione tecnico-scientifica<br />
16. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2002<br />
17. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2002. Rapporto epidemiologico<br />
1. Le attività di laboratorio con uso di sostanze cancerogene-mutagene<br />
19. Nuova Governance in una rete di comunicazione (Atti ° Conferenza nazionale HPH)<br />
20. La prevenzione delle tossicodipendenze: la sfida <strong>dei</strong> giovani,<br />
la dimensione educativa e le politiche locali<br />
21. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2003<br />
22. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2003. Rapporto epidemiologico<br />
23. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2004<br />
24. Relazione sullo stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale 2004. Rapporto epidemiologico<br />
25. Montagnaterapia e psichiatria<br />
26. La persona con malattia di Parkinson. Un approccio globale<br />
27. Prevenzione primaria delle dipendenze patologiche<br />
2. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2005<br />
29. Relazione sullo stato del Servizio Sanitario Provinciale 2005. Rapporto epidemiologico<br />
collana InfoSanità<br />
1. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi Sanitari 1999-2000<br />
2. Una professione per il 2000. La salute degli altri<br />
3. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2000<br />
4. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong><br />
5. Contratto provinciale del personale non dirigenziale della Sanità 199-2001<br />
6. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2000-2001<br />
7. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2001<br />
. La formazione dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS)<br />
9. Autorizzazione e accreditamento delle strutture <strong>sanitari</strong>e<br />
10. Le Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili<br />
11. Piano Provinciale Sangue 2000/2002<br />
12. Guida ai servizi per le persone in situazione di handicap<br />
13. La Celiachia<br />
14. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2001<br />
15. L’informazione per gli alimentaristi<br />
16. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2001-2002<br />
17. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2002<br />
1. Accordi provinciali per i medici convenzionati<br />
19. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong><br />
20. Osservatorio provinciale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.<br />
Infortuni lavorativi nella provincia di Trento 1996-2000<br />
21. Contratto provinciale della dirigenza medica e veterinaria<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
22. Contratto provinciale della dirigenza <strong>sanitari</strong>a, professionale, tecnica e amministrativa<br />
23. Piano delle attvità di formazione del personale <strong>dei</strong> servizi <strong>sanitari</strong> 2002-2003<br />
24. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2003<br />
25. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong> 2003<br />
26. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio Sanitario del <strong>Trentino</strong> 2003<br />
27. Guida ai servizi per le persone in situazione di handicap 2003<br />
2. Piano delle atttività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2003-2004<br />
29. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2004<br />
30. Stato del Servizio <strong>sanitari</strong>o provinciale -Anno 2001 -Sintesi<br />
31. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong>. 2004<br />
32. La formazione continua (ECM) in provincia di Trento<br />
33. Promuovere l’attività fisica nell’anziano<br />
34. Lavorare per la salute. Guida alla formazione nella sanità<br />
35. Infortuni lavorativi in provincia di Trento 1996-2002<br />
36. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2004<br />
37. Piano delle atttività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2004-2005<br />
3. Obiettivi assegnati all’Azienda provinciale per i servizi <strong>sanitari</strong>. Anno 2005<br />
39. Screening provinciale per la diagnosi precoce e la prevenzione <strong>dei</strong> tumori alla mammella<br />
40. Piano Provinciale Sangue 2005/200<br />
41. La formazione dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) in provincia di Trento<br />
42. La domanda adolescente. Gli adulti alla prova<br />
43. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio Sanitario del <strong>Trentino</strong> 2005<br />
44. Piano delle attività di formazione del personale <strong>dei</strong> Servizi <strong>sanitari</strong> 2005-2006<br />
45. Obiettivi assegnati all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Anno 2006<br />
46. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong><br />
47. Psicopatologia dell’età giovanile<br />
4. La formazione nel sistema di emergenza-urgenza in <strong>Trentino</strong><br />
49. 1995-2005: dieci anni di riforma <strong>sanitari</strong>a e ruolo dell’APSS<br />
50. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>o del <strong>Trentino</strong> 2006<br />
51. Studio P.A.S.S.I. per l’Italia. Risultati dell’indagine in provincia di Trento<br />
52. I numeri della sanità del <strong>Trentino</strong> 2007<br />
53. Catalogo delle pubblicazioni del Servizio <strong>sanitari</strong>odel <strong>Trentino</strong> 2007<br />
54. Obiettivi assegnati all'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Anno 200<br />
collana Strumenti per la formazione<br />
1. No people no Joey<br />
2. Parliamo di funghi<br />
Vol. I: ecologia, morfologia, sistematica<br />
Vol. II: tossicologia, commercializzazione, legislazione<br />
3. Comunicazione pubblica e marketing sociale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Parte I<br />
4. Comunicazione pubblica e marketing sociale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Parte II<br />
5. Scuola e cultura della sicurezza. Ipotesi di curricolo verticale<br />
collana Strumenti per la formazione SSl<br />
1. Guida illustrata alla sicurezza nei cantieri<br />
2. Glossario illustrato del lavoro nei cantieri<br />
3. Igiene e salute nella lavorazione del porfido<br />
4. Boscaiolo per hobby, sicurezza da professionista<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008
collana guide rapide per la salute<br />
1. Escursioni sicure<br />
2. Al lago sicuri<br />
3. Funghi sicuri<br />
4. Sciare sicuri<br />
5. Mangiare sano<br />
6. Farmaci e salute<br />
7. Liberi dal fumo<br />
collana VideoDocumenti per la salute<br />
1. Malattie <strong>dei</strong> pesci – Controllo <strong>sanitari</strong>o e campionamento negli allevamenti ittici<br />
2. Disinfezione delle uova di trota dopo la fecondazione, per la profilassi<br />
delle malattie<br />
3. Risanamento troticolture Alto fiume Sarca e Torrente Arnò<br />
Le pubblicazioni edite dall’Assessorato provinciale possono essere richieste al Servizio Organizzazione e<br />
qualità delle attività <strong>sanitari</strong>e della Provincia Autonoma di Trento, Via Gilli 4, 38100 Trento, tel. 0461 494044,<br />
fax 0461 494073, e-mail: comunicazione.salute@provincia.tn.it<br />
La richiesta può essere fatta anche tramite Internet al portale www.trentinosalute.net, dove è possibile scaricare<br />
gratuitamente molti documenti in formato PDF.<br />
Le pubblicazioni vengono distribuite a titolo gratuito (a eccezione <strong>dei</strong> volumi “Parliamo di funghi” e “La responsabilità<br />
medica nella provincia autonoma di Trento”) con spese di spedizione a carico del richiedente.<br />
I due volumi “Parliamo di funghi” (Euro 30,00) e il volume “La responsabilità medica nella provincia autonoma<br />
di Trento” (Euro 12,00) sono in vendita presso la Biblioteca della Giunta provinciale in Via Romagnosi 9,<br />
Trento. Per l’acquisto delle pubblicazioni è necessario effettuare anticipatamente il pagamento dell'importo<br />
corrispondente:<br />
• al c/c postale n. 295386 intestato al Tesoriere della Provincia Autonoma di Trento -UNICREDIT BANCA<br />
SPA -Via Galilei 1, Sede di Trento;<br />
• tramite bonifico bancario (codice IBAN: Paese IT, CIN EUR 12, CIN S, ABI 02008, CAB 01820, n. conto<br />
000003774828), precisando come causale: “Acquisto pubblicazione: Titolo...”<br />
La consegna della pubblicazione avverrà o presso la biblioteca (dietro presentazione della ricevuta di pagamento)<br />
o tramite spedizione postale, con spese a carico dell'Amministrazione provinciale (previo ricevimento<br />
del cedolino al numero di fax 0461 495095).<br />
Provincia Autonoma di Trento - Punto Omega 21/22 - 2008