<strong>STRATEGIA</strong> <strong>NAZIONALE</strong> 2012-2020 (28.02.2012) UNAR – PCN RCS In Italia, il nodo centrale resta quindi legato al mancato riconoscimento di Rom, Sinti e Caminanti in quanto minoranza, attraverso una legge nazionale omnibus, poiché, ad oggi, i Rom, i Sinti ed i Caminanti acquisiscono diritti de jure esclusivamente come individui; non hanno invece diritti in quanto “minoranza”, perché non sono ancora disciplinati in tal senso, da un punto di vista legislativo. 18
<strong>STRATEGIA</strong> <strong>NAZIONALE</strong> 2012-2020 (28.02.2012) UNAR – PCN RCS 2. SECONDA PARTE: PRINCIPI, FINALITÀ, OBIETTIVI ED IMPEGNI DEL GOVERNO (AL 31 DICEMBRE 2012) 2.1. L’APPROCCIO DIRITTI UMANI E L’EDUCAZIONE AI DIRITTI UMANI Come osservato nella Prima Parte della Strategia, il Diritto internazionale dei diritti umani trae le sue origini dalla Carta delle Nazioni Unite (1945) e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). Nello stesso anno, 1948, l’Italia repubblicana adottava la sua Costituzione, la quale ricalca i dettami contenuti nella Dichiarazione Universale. I primi articoli della Costituzione italiana contengono i “Principi fondamentali (Artt.1-12)”, su cui si basa l’Ordinamento giuridico italiano e lo stesso sistema-Paese. I “diritti fondamentali dell’uomo” sono previsti espressamente all’art.2; ed il principio di uguaglianza è sancito all’art.3. L’Art.2 statuisce, in particolare: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali, ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’Art. 3 statuisce, altresì: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Dal combinato disposto delle norme di cui sopra, emerge che il sistema-Italia si muove secondo un approccio-diritti umani, che, tuttavia, necessita di essere ulteriormente integrato nelle politiche e misure di settore. L’approccio diritti umani costituisce una cornice concettuale per il processo di sviluppo umano, che: da un punto di vista normativo, deriva dagli strumenti giuridici internazionali in materia di diritti umani; da un punto di vista operativo, è volto alla promozione ed alla protezione dei diritti umani. Attraverso tale approccio, si cerca di analizzare le disuguaglianze e di rimediare, in caso di pratiche discriminatorie. In base all’approccio diritti umani, occorre sempre avere ben chiaro chi sono i destinatari delle misure, i titolari dei diritti ed i soggetti obbligati. In realtà la lettura congiunta degli articoli costituzionali di cui sopra fornisce già un’indicazione chiara in tal senso. Tuttavia la presente Strategia, seguendo tale approccio, offre l’occasione per ispirarsi ed applicarlo, in maniera coerente ed effettiva. Con la presente Strategia, si intende pertanto non solo raggiungere l’integrazione/inclusione sociale effettiva delle comunità Rom, Sinti e Caminanti, ma anche la loro piena capacità di esercitare i diritti fondamentali, sanciti all’art. 2, prima parte, della Costituzione italiana. In questo processo - ovviamente in corso - l’Italia riconosce, sin dagli anni ’80, l’importanza della informazione e formazione in materia di diritti umani. Infatti, in ambito onusiano, dapprima, nella cornice della Campagna mondiale per l’informazione in materia di diritti umani (anni ’80) ed oggi, in seno alla Piattaforma per la Promozione della Dichiarazione internazionale in materia di Educazione e Formazione in materia di diritti umani (costituita nella cornice del neo-istituito Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite), l’Italia ha sempre sostenuto l’importanza della informazione, sensibilizzazione e formazione specifica, in materia di diritti umani, a tutti i livelli. Nel novembre 2011, in occasione della 66^ sessione dell’Assemblea Generale, l’Italia ha presentato alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale, a nome di detta Piattaforma, il progetto di Dichiarazione internazionale sull’Educazione e la Formazione in materia di diritti umani (A/C.3/66/L.65), successivamente adottato, per consenso, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 19 dicembre 2011 (A/RES/66/137). 19