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i Thomas p r o t a g o n i sVinterberg<br />
t i<br />
La caccia alle streghe<br />
Grandi consensi per “The hunt” di Thomas Vinterberg,<br />
incentrato sul sospetto di pedofilia che travolge un<br />
maestro, interpretato da un ispirato Mads Mikkelsen<br />
••• I bambini non mentono: verità o menzogna? Non si spiegherebbe<br />
allora perché Vinterberg definisca The hunt (“La caccia”) “<strong>la</strong> storia di una<br />
moderna caccia alle streghe”. Dopo l’acc<strong>la</strong>mato Festen del 1998, il regista danese<br />
torna a indagare il sospetto del<strong>la</strong> pedofilia, e analoga è <strong>la</strong> cornice, il festival di<br />
Cannes: “Abbiamo effettuato enormi ricerche prima di girare”, dice Vinterberg,<br />
“ispirandoci a numerosi casi di abusi sessuali: anche quando l’abuso è so<strong>la</strong>mente<br />
presunto i bambini sono comunque le vittime, perché soffrono il fatto di aver<br />
mentito per soddisfare gli adulti. In Danimarca c’è un detto: so<strong>la</strong>mente i bambini<br />
e gli ubriachi dicono sempre <strong>la</strong> verità. Ovviamente, non è così”.<br />
Straordinario protagonista è Mads Mikkelsen (il cattivo di Casino Royale), che dà<br />
anima tormentata e corpo pesto a Lucas, un 40enne fresco di divorzio che perde<br />
il <strong>la</strong>voro di maestro elementare e deve ricic<strong>la</strong>rsi all’asilo: il suo obiettivo è<br />
riabbracciare il figlio Marcus e rifarsi una vita. Vive in un paesino di campagna,<br />
gli amici non gli mancano: battute di caccia al cervo, bagni invernali, bevute,<br />
risate. Eppure, proprio mentre si sta risollevando e un nuovo amore spunta<br />
all’orizzonte, qualcosa gli taglia <strong>la</strong> strada: una bugia, che ha le gambe corte del<strong>la</strong><br />
picco<strong>la</strong> K<strong>la</strong>ra e i lunghi tentacoli del<strong>la</strong> comunità. Mentre <strong>la</strong> neve cade e si prepara<br />
il Natale, l’accusa si propaga come un virus invisibile, scardinando professioni,<br />
travolgendo decennali rapporti d’amicizia e nuovi amori. “Lucas”, dice<br />
Mikkelsen, “è <strong>la</strong> strega da mandare al rogo”, e pochi sanno resistere al<strong>la</strong> caccia:<br />
brutta bestia l’isteria collettiva ma lui non mol<strong>la</strong>, prende cazzotti, sanguina e si<br />
rialza, finché… Scritto con geometrica, astuta perfezione dal regista e dal collega<br />
Tobias Lindholm, The hunt tiene incol<strong>la</strong>ti alle poltrone e scava dentro: nel<strong>la</strong><br />
viralità del sospetto, nel<strong>la</strong> pandemia del male, nei meccanismi di difesa e accusa<br />
del<strong>la</strong> società, nell’eterno capro espiatorio. E lo fa con eccelsa misura, superba<br />
direzione d’attori e una drammaturgia così solida da potersi concedere sprazzi di<br />
ironia mentre il dramma si consuma: senza mai rinunciare a una sottile, perfida<br />
ambiguità, Vinterberg non cede al ricatto ma gioca come il gatto col topo con le<br />
nostre aspettative, perché il colpo di scena non è mai quello che si attendeva.<br />
Tranne uno: Submarino era il sintomo, The hunt è un capo<strong>la</strong>voro.<br />
• FEDERICO PONTIGGIA<br />
JOURNAL DE FRANCE<br />
di C<strong>la</strong>udine Nougaret<br />
e Raymond Depardon<br />
Cronaca minimalista, appassionata e<br />
commossa dei piccoli cambiamenti<br />
dell’esistenza, raccontati con<br />
sensibilità e maestria per le strade di<br />
provincia, registrando testimonianze<br />
e rimpianti, al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> verità e<br />
del<strong>la</strong> speranza di piccole storie di<br />
famiglia. Il regista, artista del<strong>la</strong> misura, filma con ostinata curiosità il potere delle<br />
radici, le trasformazioni stranianti del<strong>la</strong> maternità, <strong>la</strong> difesa di valori, tradizioni e<br />
sentimenti, tra fotografie e vecchie abitudini, senza <strong>la</strong> retorica di una narcisistica<br />
autocelebrazione. (DB)<br />
Cannes 2012<br />
s c h e d e<br />
WOODY ALLEN: A<br />
DOCUMENTARY<br />
di Robert E. Weide<br />
Tutti i segreti, le nevrosi, <strong>la</strong><br />
notoria insofferenza per<br />
riconoscimenti e passerelle<br />
in un documentario che racconta gli esordi da<br />
comico, <strong>la</strong> delusione per le critiche all’amato Stardust<br />
memories, il tentativo di bloccare l’uscita di<br />
Manhattan, <strong>la</strong> proverbiale insoddisfazione per non<br />
esser riuscito a creare capo<strong>la</strong>vori. Ri<strong>la</strong>ssato e divertito,<br />
Allen conduce lo spettatore tra i luoghi filmati in<br />
Radio days, conferma l’insofferenza per i ciak<br />
ripetuti, <strong>la</strong> complicità con le donne, mostra il suo<br />
archivio di appunti e notazioni, fa vedere<br />
l’impossibilità di rinunciare, ogni anno, ad un nuovo<br />
progetto come in una seducente illusione. (DB)<br />
VILLEGAS<br />
di Gonzalo Tobal<br />
Esordio minimalista, delinea il<br />
ritratto esistenziale di due cugini<br />
ventenni, uno più conformista, l’altro<br />
musicista e alternativo. Vivono a<br />
Buenos Aires ma non si frequentano.<br />
Un giorno si ritrovano per tornare a Villegas, <strong>la</strong> cittadina<br />
dove sono cresciuti, per il funerale del nonno. Durante i<br />
pochi giorni trascorsi insieme emergono contrasti e<br />
asprezze ma al<strong>la</strong> fine ritrovano l’antica complicità<br />
dell’adolescenza. Il film è ben girato e montato, ma<br />
appare abbastanza superficiale e drammaticamente poco<br />
consistente. (GO)<br />
TRASHED<br />
di Candida Brady<br />
POLLUTING PARADISE<br />
di Fatih Akin<br />
Nessun posto per i rifiuti. A<br />
guidarci nel documentario è<br />
Jeremy Irons, l’orecchio<br />
affidato al compositore<br />
Vangelis. Il destino, al<br />
contrario, è del Pianeta Terra:<br />
che ne sarà tra rifiuti sversati<br />
a ogni <strong>la</strong>titudine (Gomorra<br />
docet) e una sostenibilità buona solo per riempirsi <strong>la</strong><br />
bocca? La salute pubblica nel mirino: tra Libano, Cina e<br />
Indonesia cambiano le location ma non le devastazioni, <strong>la</strong><br />
violenza dell’uomo sul<strong>la</strong> natura e sull’uomo che verrà. E il<br />
doc? Pollice verde, semaforo verde. (FP)<br />
Akin s’imbatte nel triste caso di inquinamento nel<strong>la</strong><br />
cittadina montana di Camburnu, presso il Mar Nero. Un<br />
vero paradiso ambientale eletto dal governo a sito di<br />
una delle principali discariche del<strong>la</strong> Turchia. Il cineasta<br />
indaga, s’indigna e ci documenta nel Biutiful country<br />
del Caucaso. (AMP)<br />
FOR LOVE’S SAKE<br />
di Takashi Miike<br />
West Side Story à <strong>la</strong> Takashi, e<br />
non è strillo promozionale:<br />
schermo canta. L’avevamo<br />
<strong>la</strong>sciato a Venezia con 13<br />
assassini, ritroviamo il regista<br />
culto nipponico con una<br />
rie<strong>la</strong>borazione ultra-mélo, tra sequenze animate e<br />
numeri da circo, pardon, da musical sul<strong>la</strong> solita,<br />
romantica e disperata guerra dei sessi. Lui è cattivo<br />
davvero, lei angelica da tradizione, ma lui da piccolo<br />
l’aveva salvata: coroneranno il loro incubo d’amore? Se vi<br />
piacciono le trasgressioni pop di Miike, <strong>la</strong> risposta vale il<br />
biglietto. (FP)<br />
V I V I L C I N E M A m a g g i o g i u g n o 1 2 21