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i p r o t a g oKen n i s t i Loach<br />
Il malto del<strong>la</strong> speranza<br />
Diverte e fa riflettere “The angels’ share” di Ken Loach,<br />
che ha registrato a Cannes il picco di gradimento<br />
••• “Il whisky gioca per Robbie un ruolo molto simile a quello che aveva il<br />
falchetto per Billy Casper in Kes (il suo film del ‘69, NdR): è sicuramente grazie al<br />
whisky che scopriamo il suo grande talento. Ma c’è una grande differenza: Kes era<br />
ambientato negli anni ‘60 e Billy aveva un <strong>la</strong>voro; nel 2012, Robbie un <strong>la</strong>voro non ce<br />
l’ha”. Un’altra verità è possibile: Ken Loach mol<strong>la</strong> <strong>la</strong> rabbia per i contractor in Iraq e<br />
s’attacca al<strong>la</strong> bottiglia, pardon al<strong>la</strong> commedia con The angels’ share. Coniuga<br />
impegno sociale e humour g<strong>la</strong>swegiano, gioventù bruciata e malto distil<strong>la</strong>to.<br />
Protagonista è Robbie (Paul Grannigan, sfregiato e super), un ragazzo di G<strong>la</strong>sgow<br />
incline al<strong>la</strong> violenza, tanto da ridurre in fin di vita un coetaneo. Motivo? Un<br />
posteggio troppo disinvolto. Ma Robbie non è solo questo: intelligente, sveglio, ha<br />
una ragazza, Leonie, da cui aspetta un bambino e vuole cambiare vita, seppure <strong>la</strong><br />
ma<strong>la</strong>vita non si molli facilmente. Condannato ai <strong>la</strong>vori socialmente utili, conosce<br />
Rhino, Albert e Mo, tre neds senza futuro e senza presente come lui. Eppure, il<br />
bicchiere è mezzo pieno: complice il loro paterno sorvegliante Harry, scopriranno<br />
il significato del<strong>la</strong> quota degli angeli, il 2% dello scotch che evapora ogni anno<br />
da una botte. E per quel<strong>la</strong> parte che va in cielo ce n’è una che torna in terra e si<br />
chiama speranza, redenzione: “Non è un trattato di sociologia”, affermano Loach<br />
e il fido sceneggiatore Paul Laverty, “ma di certo raccontiamo una società che<br />
ormai ha raggiunto cifre impressionanti di disoccupazione giovanile: milioni di<br />
ragazzi senza futuro. Bisogna essere dei pazzi per non capire che tragedia è nel<br />
mondo e se oggi uno ha un figlio si angoscia anche di più”. Del resto, se le<br />
battute e i nonsense su Mona Lisa, Einstein e asini fanno sbellicare, Loach fa sul<br />
serio, già dal casting: “La mia storia”, conferma Grannigan, “è simile a quel<strong>la</strong> del<br />
mio Robbie: ero in comunità a G<strong>la</strong>sgow, è venuto questo signore gentile e mi ha<br />
scelto, cambiando <strong>la</strong> mia vita per sempre”. Col sorriso di un signore gentile e il<br />
cuore di un working c<strong>la</strong>ss hero, Loach cambia genere ma non <strong>la</strong> lotta: “La crisi<br />
economica è spaventosa, le giovani generazioni le più colpite. Casa, <strong>la</strong>voro,<br />
sanità, scuo<strong>la</strong>, sicurezza sociale: è ora di stabilire che sono queste le nostre<br />
priorità, altrimenti col welfare si rischia di tornare indietro di decenni. Giorno<br />
dopo giorno i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri ed è tutto<br />
pianificato: sul<strong>la</strong> crisi i pochi si arricchiscono”.<br />
• FEDERICO PONTIGGIA<br />
Cannes 2012<br />
s c h e d e<br />
TROIS MONDES<br />
di Catherine Corsini<br />
La regista de L’amante<br />
inglese dirige Clotilde<br />
Hesme (Angèle e Tony)<br />
nel<strong>la</strong> storia di un ragazzo,<br />
Al, in procinto di sposare<br />
<strong>la</strong> figlia del concessionario d’auto presso cui è impiegato.<br />
La sera dell’addio al celibato, ubriaco, investe una persona<br />
e scappa. La giovane Juliette ha assistito al<strong>la</strong> scena e<br />
soccorre <strong>la</strong> vittima, interessandosi alle sorti del<strong>la</strong> moglie,<br />
una moldava senza permesso di soggiorno. Riconosciuto<br />
l’uomo in ospedale, non sa se denunciarlo o indagarne<br />
identità e motivazioni. C<strong>la</strong>ssico film di interazione tra<br />
personaggi tra loro distanti, con un <strong>la</strong>voro di indagine<br />
psicologica e i ritmi giusti. (MM)<br />
GIMME THE LOOT<br />
di Adam Leon<br />
Esordio premiato al festival<br />
South By SouthWest di Austin, è<br />
incentrato sul<strong>la</strong> passione per i<br />
murales degli adolescenti<br />
Malcolm e Sofia e sull’anelito di<br />
vendetta quando una gang<br />
rivale rovina <strong>la</strong> loro opera. Storia del Bronx, di tentativi di<br />
emergere, di affermare <strong>la</strong> propria personalità con un<br />
graffiti mozzafiato, purché si trovino i 500 dol<strong>la</strong>ri necessari<br />
a diventare “writer” rispettati. Epica del territorio urbano<br />
tra vernici spray c<strong>la</strong>ndestine, rivalità, sneaker rubate,<br />
ostaggi e col<strong>la</strong>ne del destino. (MM)<br />
ELEFANTE<br />
BLANCO<br />
di Pablo Trapero<br />
Un dramma che mesco<strong>la</strong><br />
crisi esistenziali, denuncia<br />
sociale e thriller. Il<br />
comprensorio 31 è una<br />
bidonville al<strong>la</strong> periferia di Buenos Aires. Al centro vi è il<br />
pa<strong>la</strong>zzaccio del titolo, mai terminato, destinato a essere<br />
un ospedale. Julian (Ricardo Darin) ne è il parroco, svolge<br />
azione sociale e sostiene <strong>la</strong> costruzione di un centro<br />
comunitario, mediando tra bande di narcotrafficanti e <strong>la</strong><br />
polizia. Con lui <strong>la</strong>vorano Nico<strong>la</strong>s, un prete belga (Jérémie<br />
Renier), e Luciana, un’assistente sociale. Trapero<br />
ripropone un ambiguo film popo<strong>la</strong>re che sviluppa una<br />
sgangherata esca<strong>la</strong>tion drammatica. (GO)<br />
11:25 THE DAY HE CHOSE HIS OWN FATE<br />
di Koji Wakamatsu<br />
Il maestro giapponese, 77 anni e in piena attività, porta<br />
sullo schermo gli ultimi giorni dello scrittore Yukio<br />
Mishima (interpretato da Arata, già diretto dal regista in<br />
United red army e Caterpil<strong>la</strong>r) ed il tentato golpe da lui<br />
organizzato nel 1970. Tra tumulti sociali ed instabilità<br />
politica, <strong>la</strong> figura di Mishima (già al centro<br />
dell’omonimo film di Paul Schrader) si staglia con <strong>la</strong> sua<br />
insolita mistura di pensiero e azione. (MM)<br />
LES CHEVAUX DE DIEU<br />
di Nabil Ayouch<br />
Storia di amici appassionati di calcio<br />
che vivono in una bidonville e<br />
diventano terroristi; <strong>la</strong> nascita<br />
dell’intolleranza, il reclutamento e<br />
l’attività del<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> terroristica è<br />
ricostruita con rigore e crescente<br />
drammaticità, senza cedimenti emotivi,<br />
con una visione quasi fredda e<br />
documentaristica dei riti di iniziazione e del sacrificio religioso in un racconto teso ed<br />
agghiacciante. (DB)<br />
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