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Relazione progpreliminare centro diurno - Azienda USL 5 Pisa

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<strong>Azienda</strong> <strong>USL</strong> 5 <strong>Pisa</strong><br />

U.O. NUOVE OPERE E MANUTENZIONI<br />

Ufficio Tecnico della Zona Valdera<br />

REALIZZAZIONE DEL CENTRO DIURNO PER DISABILI DA REALIZZARSI IN PONTEDERA VIA<br />

FANTOZZI<br />

PROGETTO PRELIMINARE<br />

Aprile 2009<br />

DR. Arch. Junior Massimo Bascherini<br />

Geom. Maurizio Novelli<br />

P.E. Zucchelli Stefano<br />

1


<strong>Azienda</strong> <strong>USL</strong> 5 <strong>Pisa</strong><br />

Ufficio Tecnico della Zona Valdera<br />

Via Fantozzi – Pontedera<br />

Progetto Preliminare<br />

RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO<br />

Realizzazione del <strong>centro</strong> <strong>diurno</strong> per disabili da realizzarsi in Pontedera via Fantozzi.<br />

Aprile 2009<br />

2


INDICE<br />

INDAGINE GEOLOGICA PRELIMINARE<br />

RELAZIONE ILLUSTRATIVA ARCHITETTONICA<br />

RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE<br />

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI<br />

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI TERMO – MECCANICI<br />

QUADRO ECONOMICO DELL’INTERVENTO<br />

PLANIMETRIA GENERALE DI INTERVENTO<br />

PRIME INDICAZIONI E DISPOSIZIONI PER LA STESURA DEI PIANI DI SICUREZZA<br />

TAVOLA N° 1 INQUADRAMENTO CATASTALE<br />

TAVOLA N° 2 INQUADRAMENTO URBANISTICO<br />

TAVOLA N° 3 PLANIMETRIA GENERALE<br />

TAVOLA N° 4 SCHEMA FUNZIONALE PIANTA PIANO TERRA<br />

TAVOLA N° 5 PROSPETTI<br />

TAVOLA N° 6 SEZIONI<br />

3


RELAZIONE ILLUSTRATIVA ARCHITETTONICA<br />

PREMESSA<br />

L’intervento da realizzarsi riguarda un <strong>centro</strong> <strong>diurno</strong> per disabili da inserirsi all’interno di una area posta in<br />

Pontedera via Fantozzi e individuata nel PRG come zona F1a , “Parti di territorio destinato a verde ed<br />

attrezzature pubbliche”.<br />

Complessivamente l’area misura circa mq 2.500 ed è collocata in posizione facilmente raggiungibile sia dal<br />

<strong>centro</strong> città sia dal sud della Valdera. Nelle immediate vicinanze trova trovano attualmente collocazione<br />

numerosi servizi di ordine socio-sanitario come Il distretto; una RSA per anziani nonché l’Ospedale Lotti. L’intera<br />

zona è servita da un ampio parcheggio pubblico di dimensioni consistenti. Il terreno si presenta pianeggiante<br />

con il piano di campagna inferiore al piano stradale di circa 80 cm., con una forma trapezoidale, con il lato<br />

maggiore confinante con un terreno ove è prevista a breve la realizzazione di un nuovo parcheggio pubblico ed<br />

il lato minore confinante con un asilo nido.<br />

ESTRATTO DI PIANO VIGENTE<br />

4


ESTRATTO DI MAPPA CATASTALE<br />

5


DESCRIZIONE DEL PROGETTO PRELIMINARE<br />

Il fabbricato del nuovo <strong>centro</strong> <strong>diurno</strong> si sviluppa con una forma a “C” , costituita da un corpo di fabbrica triplo ed<br />

un corpo semplice.<br />

L’edificio avrà struttura portante puntiforme in calcestruzzo armato con tamponamenti esterni in elementi di<br />

laterizio tipo POROTON, fondazioni costituite da travi rovesce e orizzontamenti in calcestruzzo armato<br />

prefabbricato.<br />

Il manto di copertura sarà costituito da pannelli ondulati di materiale composito posto in opera su massetti<br />

alleggeriti coibentati di adeguata pendenza.<br />

Il sistema di facciata sarà di tipo ventilata con elementi esterni che riproducono l’effetto del cotto.<br />

Tutti gli infissi esterni saranno in alluminio monoblocco a taglio termico e giunto aperto con vetri camera<br />

stratificati sia sull’esterno come nell’interno.<br />

Gli infissi interni saranno realizzati con telaio in alluminio a forma stondata e ad ante ceche in materiali<br />

compositi ad alta resistenza.<br />

I paramenti interni saranno in cartongesso a doppia lastra per parte opportunamente insonorizzati con lana di<br />

roccia ad alta densità e materassini compositi di neoprene-piombo - neoprene<br />

Il resede prevede un ampia area a verde perimetrata da un marciapiedi di 1,8 ml agibile per i disabili si<br />

carrozzina ed una rete a maglia sciolta con siepi posta sui confini.<br />

La superficie fondiaria del lotto è pari a 2485mq mentre la superficie coperta ammonta a 612 mq per un<br />

volume complessivo di 1836 mc..<br />

Nel resede troveranno collocazione i seguenti parcheggi:<br />

sul lato est n° 4 posti auto per disabili;<br />

sul lato sud (in corrispondenza dell’accesso principale) n° 1 posto auto per disabile e n° posti auto per mini bus.<br />

Altri posti auto riservati ai disabili saranno posti nell’adiacente parcheggio Comunale.<br />

Gli accessi carrabili e pedonali alla struttura vengono garantiti sul lato est e sul lato sud nelle immediate<br />

vicinanze del quale è posta l’entrata principale all’edificio.<br />

E’ importante precisare che il piano di calpestio della struttura in esame sarà posto ad una quota più alta<br />

rispetto all’attuale piano di campagna di circa 0,80 ml per essere compatibile con la quota di piano strada della<br />

Via Fantozzi. Il dislivello citato consentirà un’agevole deflusso delle acque meteoriche attraverso dei tubi dreno<br />

posti a quota compatibile con gli scarichi fognari bianchi presenti sulla Via Fantozzi.<br />

6


Dati urbanistici di progetto<br />

Zona F4 a<br />

Superficie fondiaria Sf 2485 mq<br />

Superficie coperta Sc 612 mq<br />

Volume V 1836 mc<br />

Rapporto di copertura fondiario RCF 0,246 mq/mq<br />

Indice fondiario If 0,738 mc/mq<br />

Di seguito si elencano le destinazioni d’uso dei locali ricompresi nel progetto preliminare del <strong>centro</strong> <strong>diurno</strong><br />

evidenziati di seguito negli elaborati grafici allegati.<br />

A) Centro <strong>diurno</strong> per disabili<br />

- Ingresso, atrio;<br />

- Guardaroba;<br />

- Soggiorno;<br />

- Locale socializzazione;<br />

- Laboratorio;<br />

- 2 depositi;<br />

- Spazio colloqui;<br />

- 4 bagni pubblici con antibagno;<br />

- Ufficio;<br />

- Locale mensa;<br />

- Cucina;<br />

- Wc assistito;<br />

- Ambulatorio;<br />

- Spogliatoio personale femminile;<br />

- Spogliatoio personale maschile;<br />

- Centrale termica;<br />

- Locale Unità di Trattamento Aria e Gruppo Frigo.<br />

7


INDAGINE GEOLOGICA PRELIMINARE<br />

CONTESTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO<br />

La morfologia del <strong>centro</strong> abitato di Pontedera si presenta pressoché pianeggiante, con deboli pendenze<br />

verso SW, localmente accentuate in prossimità dei rilevati arginali dei corsi d’acqua maggiori.<br />

Gli unici elementi di rilievo sono costituiti dai rilevati ferroviari e stradali che bordano il <strong>centro</strong> storico di<br />

Pontedera.<br />

Il sottosuolo è costituito dai depositi alluvionali dei due fiumi Arno ed Era nei quali predominano i litotipi<br />

limo-argillosi.<br />

L’area di intervento si inserisce all’interno dell’ultimo lembo di territorio non ancora edificato di una zona<br />

ormai completamente urbanizzata, e presenta una morfologia depressa rispetto alle aree circostanti: le strade che la<br />

circondano sui lati Nord ed Ovest sono mediamente 80 cm più elevate.<br />

All’interno permangono ancora alcune fossette campestri, residuo di un originario reticolo drenante<br />

interrotto in più punti e per questo non può funzionare.<br />

Una di tali fossette attraversa proprio l’area di intervento ed in sua corrispondenza si è rilevato, in<br />

occasione della esecuzione della prova in sito, la presenza di acqua stagnante.<br />

PERICOLOSITA’ DELL’AREA<br />

Pericolosità idraulica<br />

La particolare posizione dell’abitato di Pontedera, collocato sulla confluenza del Fiume Era nell’Arno,<br />

impone un’attenta valutazione della pericolosità idraulica nel suo complesso.<br />

Entrambi sono inseriti nell’elenco dei corsi d’acqua di cui è corredato il P.I.T. regionale e ad esse<br />

compete sia l’ambito A che l’ambito B.<br />

Le importanti arginature presenti si sono rilevate più volte in grado di contenere piene eccezionali<br />

salvaguardando la città da fenomeni di esondazione: l’episodio catastrofico che ha colpito il <strong>centro</strong> di Pontedera nel<br />

1966, è da ricondurre ad una rottura arginale in prossimità del ponte della ferrovia, più che ad un fenomeno di<br />

tracimazione. Ciò spiega perché il <strong>centro</strong> di Pontedera è stato inserito, nella Carta di Pericolosità Idraulica contenuta<br />

nel P.T.C., nella classe 3°, cioè tra le zone sogge tte ad eventi alluvionali determinati da piene critiche con tempo di<br />

ritorno superiore ai 200 anni.<br />

Eventi alluvionali in sponda destra del Fiume Era hanno invece interessato le campagne circostanti ed<br />

alcune frazioni nel 1993.<br />

Anche nella Carta allegata alla Del. 139/99 dell’Autorità di Bacino dell’Arno la zona in esame risulta<br />

esclusa dalle aree con pericolosità elevata, passibili di eventi alluvionali con tempi di ritorno trentennale, sebbene<br />

sia segnalata, nella Carta Guida delle aree allagate, tra le aree interessate da inondazioni eccezionali.<br />

8


RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE<br />

L’intervento prevede la realizzazione di un edificio posto ad un unico livello fuori terra con un corpo di<br />

fabbrica a “C” formata in parte triplo ed in parte semplice. La struttura portante sarà intelaiata ed in c.a..<br />

Le fondazioni saranno in travi rovesce armate collegate da cordoli di fondazione; i pilastri saranno in C.A.<br />

collegati da travi in spessore e cordoli. Entrambi gli orizzontamenti saranno in lastre di C.A. prefabbricate<br />

allegerrite con pani di polistirolo ad alta densità.<br />

NORMATIVA DI RIFERIMENTO:<br />

La normativa italiana cui viene fatto riferimento nelle fasi di calcolo e progettazione è la seguente:<br />

• Legge n. 1086 del 5 Novembre 1971. “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio<br />

armato, normale e precompresso, ed a struttura metallica”.<br />

• Legge n. 64 del 2 febbraio 1974. “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone<br />

sismiche”.<br />

• D.M. del 3 marzo 1975. “Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.<br />

• D.M. del 3 marzo 1975. “Disposizioni concernenti l'applicazione delle norme tecniche per le costruzioni in<br />

zone sismiche”.<br />

• Bollettino Ufficiale del C.N.R., anno XIV, pt. IV, n. 74, pp. 5-314, 10 Marzo 1980.<br />

• D.M. del 3 ottobre 1978. “Criteri generali per la verifica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e<br />

sovraccarichi”.<br />

• D.M. del 27 luglio 1985. “Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in C.A. normale e precompresso e per<br />

le strutture metalliche”.<br />

• Istruzioni per la valutazione delle: Azioni sulle Costruzioni. (C.N.R. 10012/85)<br />

• Legge Regionale n 01 del 03.01.2005. “Disciplina dei controlli sulle costruzioni in zone soggette a rischio<br />

sismico”<br />

• D.M. del 9 gennaio 1996. “Norme Tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in<br />

cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.<br />

• D.M. del 16 gennaio 1996. “Norme tecniche relative ai “Criteri generali per la verifica di sicurezza delle<br />

costruzioni e dei carichi e sovraccarichi””.<br />

• D.M del 16 gennaio 1996. “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”<br />

• Ordinanza 3274/03 e successive<br />

• D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”<br />

CRITERI DI MODELLAZIONE STRUTTURALE<br />

La verifica dell’edificio, sia ai carichi verticali che alle spinte sismiche orizzontali, verrà condotta con<br />

elaboratore elettronico con una modellazione strutturale con elementi finiti e una risoluzione con analisi statica e<br />

analisi sismica dinamica con condensazione delle masse.<br />

9


I solai, di spessore notevole, e tutti con soletta in cls, saranno considerati come infinitamente rigidi per<br />

assolvere alla funzione della ripartizione dei carichi tra i vari elementi verticali.<br />

I nodi trave pilastro saranno opportunamente confinati, garantendo un sufficiente grado di duttilità sia locale<br />

che globale per le sollecitazioni di progetto, attraverso una adeguata armatura.<br />

Per quanto riguarda il calcolo, la struttura in elevazione sarà modellata dallo spiccato delle fondazioni<br />

considerando vincoli esterni a incastro. La verifica delle fondazioni sarà eseguita considerando il peso proprio e i<br />

carichi provenienti dai pilastri. Il dimensionamento delle strutture di fondazione e la ripartizione del carico sul<br />

terreno saranno effettuate con la teoria di Wincler.<br />

10


RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI<br />

DESCRIZIONE SOMMARIA DEGLI IMPIANTI FACENTI PARTE DEL PROGETTO<br />

Il progetto dovrà essere composto dalle seguenti opere principali:<br />

- quadro elettrico generale;<br />

- quadro elettrici secondari<br />

- canalizzazioni di distribuzione;<br />

- impianti di forza motrice;<br />

- impianti di illuminazione ordinaria e di sicurezza;<br />

- impianto fonia/dati;<br />

- impianto anti-intrusione;<br />

- impianto di terra.<br />

DATI GENERALI DI PROGETTO<br />

NORMATIVA TECNICA DI BASE UTILIZZATA NEL PRESENTE PROGETTO<br />

(elenco da intendersi indicativo e non esaustivo)<br />

Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e<br />

di regolamento vigenti e in particolare essere conformi a:<br />

Decreto Presidente Repubblica, 27 aprile 1955, n. 547<br />

Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (G.U. 12 luglio 1955, n. 158, suppl. ord.).<br />

Decreto Presidente Repubblica, 19 marzo 1956, n. 302<br />

Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro integrative di quelle generali emanate con decreto del Presidente<br />

della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547 (G.U. 30 aprile 1956, n. 105, suppl. ord.).<br />

Legge 1 marzo 1968, n. 186<br />

Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici<br />

ed elettronici (G.U. 23 marzo 1968, n. 77).<br />

Legge 5 marzo 1990, n. 46<br />

Norme per la sicurezza degli impianti (G.U. 12 marzo 1990, n. 59).<br />

Decreto Presidente Repubblica, 6 dicembre 1991, n. 447<br />

Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46, in materia di sicurezza degli impianti (G.U. 15<br />

febbraio 1992, n. 38).<br />

Decreto Legislativo, 19 settembre 1994, n. 626<br />

Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,<br />

90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di<br />

11


lavoro (G.U. 12 novembre 1994, n. 265, suppl. ord.).<br />

Norme CEI;<br />

Norme UNI/UNEL;<br />

alle prescrizioni dei Vigili del Fuoco;<br />

alle prescrizioni della A.S.L. e dell’I.S.P.E.S.L.;<br />

alle prescrizioni di autorità locali;<br />

alle prescrizioni e indicazioni dell’ENEL o dell’<strong>Azienda</strong> Distributrice dell’energia elettrica;<br />

alle prescrizioni della Telecom o del gestore del servizio di telefonia.<br />

Per ultimo gli impianti dovranno rispettare, anche se non specificato, tutte le norme relative alla categoria di<br />

appartenenza.<br />

I materiali e le apparecchiature elettriche e elettroniche dovranno essere adatti all’ambiente nel quale vengono<br />

installati e tali da resistere alle azioni meccaniche, chimiche, termiche, corrosive e dovute all’umidità alle quali<br />

possono essere esposte durante l’esercizio.<br />

STANDARD DELLE APPARECCHIATURE DA INSTALLARE<br />

I materiali e le apparecchiature elettriche e/o elettroniche dovranno essere marcati CE e, dove previsto,<br />

dovranno essere certificati con il marchio italiano di qualità (IMQ).<br />

I materiali, prima dell’installazione dovranno essere sottoposti ad approvazione da parte della D.L.<br />

CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI IN RELAZIONE ALLE ATTIVITÀ SVOLTE E ALLE SOLLECITAZIONI<br />

DOVUTE ALLE CONDIZONI AMBIENTALI<br />

Gli ambienti sono da classificarsi nel modo seguente:<br />

Locali ad uso medico.<br />

Per tali ambienti risultano applicabili le norme CEI 64-8, sez. 710.<br />

Gli impianti in questi locali dovranno essere realizzati in esecuzione incassata o entro controsoffitto e dovranno<br />

avere un grado di protezione minimo delle custodie non inferiore a IP40.<br />

Locali contenenti bagni e/o docce.<br />

12


Per tali ambienti risultano applicabili le norme CEI 64-8, sez. 701.<br />

Gli impianti in questi locali dovranno essere realizzati in esecuzione incassata o entro controsoffitto e dovranno<br />

avere un grado di protezione minimo delle custodie non inferiore a IP40 e comunque adeguato alla zona di<br />

installazione all’interno del locale.<br />

Locale centrale termica.<br />

Per tali ambienti risultano applicabili le norme CEI 64-8 e EN 60079-14 (CEI 31-33) e, relativamente alla<br />

valutazione dell’estensione delle zone pericolose, la EN 60079-10 (CEI 31-30).<br />

Gli impianti in questi locali dovranno essere realizzati in esecuzione a vista con tubazione metallica in acciaio<br />

zincato e dovranno avere, a favore della sicurezza, un grado di protezione minimo delle custodie non inferiore a<br />

IP44.<br />

Locali tecnici e laboratori.<br />

Tali ambienti sono generalmente di tipo ordinario per cui, per essi risultano applicabili le norme CEI 64-8.<br />

Gli impianti in questi locali dovranno essere realizzati in esecuzione a vista con tubazione metallica in acciaio<br />

zincato o in PVC e dovranno avere, a favore della sicurezza, un grado di protezione minimo delle custodie non<br />

inferiore a IP44.<br />

TIPO DI FORNITURA – QUALITÀ DELLA FORNITURA - DATI DEL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE<br />

L’impianto dovrà essere alimentato da una fornitura in bassa tensione trifase con neutro a 400V-50Hz,<br />

presupponendo una potenza massima impegnata 60kW, corrente di corto circuito 15kA; il sistema elettrico<br />

dovranno essere del tipo TT.<br />

CALCOLO DELLE CORRENTI DI CORTO CIRCUITO<br />

Il valore della corrente teorica di corto circuito è calcolato con software di simulazione, partendo da una corrente<br />

di corto circuito pari a 15kA<br />

I valori dei poteri di interruzione degli interruttori saranno sempre superiori al valore della corrente di guasto<br />

presunta nel punto di installazione o comunque dovranno essere associati ad altri dispositivi che garantiscano la<br />

filiazione con gli stessi.<br />

Per la protezione in caso di corto circuito, secondo CEI 64-8, il dispositivo di protezione delle condutture avrà un<br />

potere di interruzione almeno uguale alla corrente di guasto presunta nel punto di installazione e dovrà<br />

intervenire con una rapidità tale da non far superare alla conduttura la massima temperatura ammessa; in<br />

altenativa, gli interruttori dovranno essere associati ad altri dispositivi che ne garantiscano la filiazione.<br />

CALCOLO DELLA POTENZA E ANALISI DEI CARICHI<br />

Il calcolo della potenza totale da impegnare per l’alimentazione dell’impianto dovranno essere eseguita partendo<br />

dall’analisi dei singoli carichi (utilizzatori e corpi illuminanti) e dei carichi presunti assorbiti dalle prese, applicando<br />

13


agli stessi un coefficiente di utilizzazione Ku e un coefficiente di contemporaneità Kc adeguati.<br />

CALCOLO DELLA SEZIONE DEI CAVI E DELLE PROTEZIONI DALLE SOVRACORRENTI; SCELTA DEL<br />

TIPO DI CAVO<br />

Dalle potenze di calcolo derivate dall’analisi dei carichi eseguita si dovrà procedere al calcolo delle sezioni dei<br />

conduttori seguendo i criteri qui riassunti:<br />

determinazione della corrente di esercizio IB;<br />

scelta della sezione del cavo in modo che la IB risulti inferiore alla IZ;<br />

dove IZ è la portata del cavo, valutata in funzione delle condizioni di posa, del numero di circuiti attivi adiacenti,<br />

della temperatura di esercizio, ecc.<br />

Calcolo della caduta di tensione.<br />

Per la protezione delle condutture contro il sovraccarico ed il cortocircuito dovranno essere previsti interruttori<br />

automatici con protezione magneticotermica opportunamente dimensionata secondo le modalità indicate dalle<br />

normative CEI 64-8.<br />

Tutti gli interruttori sui quadri dovranno avere le seguenti caratteristiche:<br />

saranno di tipo omnipolare, ovvero non sono ammessi interruttori unipolari su linee bipolari ed interruttori tripolari<br />

su linee quadripolari;<br />

la portata degli interruttori dovrà essere di almeno 1,3 volte la corrente di esercizio;<br />

gli interruttori con rilevazione delle correnti disperse dovranno essere di tipo compatto e/o assiemabile, non sono<br />

ammessi interruttori con solo relè differenziale.<br />

Le portate dei cavi sono quelle desumibili dalle tabelle CEI UNEL; i cavi di energia utilizzati saranno dei seguenti<br />

tipi:<br />

N07V-K - 450/750V: nelle installazioni entro tubazioni incassate o a vista ma solo per installazioni in ambienti<br />

chiusi;<br />

FG7(O)R/4 - 0,6/1kV: in ogni tipo di installazione;<br />

FROR - 450/750V: nelle installazioni entro tubazioni incassate o a vista, entro cabalette/passerelle o, senza<br />

supporti di contenimento, per brevi tratti entro controsoffitto, sempre e solamente per installazioni in ambienti<br />

chiusi;<br />

FG7(O)M1- 0,6/1kV: in ogni tipo di installazione;<br />

FTG10(O)M1- 0,6/1kV: in ogni tipo di installazione, in particolare per alimentazione di circuiti di sicurezza.<br />

CALCOLO DELLE CADUTE DI TENSIONE<br />

Le linee elettriche sono dimensionate oltre che per quanto sopra riportato, anche per contenere le cadute di<br />

tensione entro i limiti previsti dalle normative. La caduta di tensione massima in ogni punto dell’impianto non<br />

supererà il 4% del valore nominale della tensione di fornitura e sarà così ripartita:<br />

1% sulle dorsali di distribuzione principale;<br />

3% sulle distribuzioni terminali.<br />

14


SEZIONI MINIME DI CONDUTTORI<br />

Indipendentemente dai risultati del calcolo le sezioni minime ammesse saranno:<br />

1 mmq per le segnalazioni ed ausiliari;<br />

1,5 mmq per circuiti di illuminazione;<br />

2,5 mmq per circuiti F.M.<br />

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI<br />

La protezione contro i contatti diretti è realizzata mediante involucri sui componenti elettrici con grado di<br />

protezione non inferiore a IPXXB e IPXXD per i materiali in cui è previsto tale livello di protezione.<br />

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI<br />

La protezione contro i contatti indiretti è realizzata coordinando i dispositivi differenziali installati sui quadri con gli<br />

impianti di terra in base a quanto stabilito dalle norme CEI 64-8.<br />

COEFFICIENTE DI RIEMPIMENTO DELLE CANALIZZAZIONI<br />

Il diametro interno delle tubazioni sia metalliche che plastiche deve essere pari ad almeno 1,3 volte il<br />

diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti. Il diametro del tubo deve essere<br />

sufficientemente grande da permettere di sfilare e infilare nuovamente i cavi in esso contenuti con facilità e<br />

senza che ne risultino danneggiati i cavi o il tubo;<br />

in ogni caso, in ogni tubazione, non devono essere alloggiati più di tre cavi relativi a circuiti differenti;<br />

il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per<br />

favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o<br />

piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi.<br />

IMPIANTO DI MESSA A TERRA E COORDINAMENTO CON I SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I<br />

CONTATTI INDIRETTI<br />

Elementi dell’impianto di terra<br />

È previsto un impianto di terra generale, separato da quello del gestore. L’impianto sarà realizzato in modo<br />

da potere effettuare le verifiche sia periodiche di legge che straordinarie e sarà composto da:<br />

i dispersori di terra, costituiti da elementi metallici posti a intimo contatto con il terreno e che, in tal modo<br />

realizzano il collegamento elettrico con la terra;<br />

il conduttore di terra non in intimo contatto con il terreno se realizzato con conduttore isolato o in intimo contatto<br />

con il terreno nel caso di conduttori nudi (in questo caso il conduttore costituisce un dispersore di fatto),<br />

destinato a collegare i dispersori tra loro e questi ultimi con il collettore principale di terra, disposto nel quadro<br />

generale;<br />

N.B. il conduttore di terra, qualora non sia alloggiato entro tubi protettivi, dovrà essere posato ad una profondità<br />

15


non inferiore a 50cm.<br />

Il conduttore di protezione, che dal collettore di terra arriva ad ogni punto dell’impianto;<br />

il conduttore equipotenziale, che ha lo scopo di assicurare l’equipotenzialità tra le diverse masse e tre queste e<br />

le masse estranee.<br />

I conduttori di cui sopra, se isolati, saranno sempre di colore giallo/verde<br />

Sezione minima dei conduttori di protezione<br />

I conduttori di protezione dovranno avere la sezione minima stabilita dalla norma CEI 64-8, con un minimo<br />

di 2,5mmq in presenza di protezioni meccaniche e 4mmq in assenza delle stesse.<br />

Sezione minima del conduttore di terra<br />

Se il conduttore non è protetto contro la corrosione, la sezione minima è 25mmq se in rame e 50 mmq se in<br />

ferro zincato;<br />

Se il conduttore è protetto contro la corrosione, la sezione minima è 16 mmq.<br />

Dispersori<br />

I dispersori potranno essere di due tipi:<br />

di tipo intenzionale o artificiali;<br />

dispersori di fatto o naturali.<br />

Particolare attenzione andrà posta nella realizzazione dell’impianto disperdente, negli eventuali punti di<br />

contatto tra materiali diversi (ad esempio rame e ferro zincato); in tali punti devono essere presi provvedimenti<br />

per prevenire fenomeni di elettrolisi e/o corrsione (ad esempio utilizzando capicorda stagnati).<br />

Sezione minima dei conduttori equipotenziali principali<br />

I conduttori equipotenziali principali devono avere una sezione non inferiore a metà di quella del conduttore<br />

di protezione di sezione più elevata dell’impianto, con un minimo di 6 mmq. Non è richiesto, tuttavia, che la<br />

sezione superi 25mmq, se il conduttore equipotenziale è di rame, o una sezione di conduttanza equivalente, se il<br />

conduttore è di materiale diverso.<br />

COMANDO GENERALE DI EMERGENZA<br />

È previsto un pulsante di sgancio generale dell’alimentazione che, agendo sul dispositivo generale<br />

dell’impianto mediante bobina a lancio di corrente, metterà fuori tensione l’intero impianto.<br />

Tale pulsante sarà alloggiato entro contenitore di colorazione rossa con vetro frangibile, installato in<br />

posizione immediatamente individuabile, ben accessibile e adeguatamente segnalato. Il pulsante presenterà al<br />

suo interno una lampadina di segnalazione di presenza tensione.<br />

CARTELLONISITICA<br />

Su tutti i quadri, elettrici dell’impianto saranno disposti cartelli monitori di sicurezza, indicanti la tensione di<br />

funzionamento, la denominazione del quadro elettrico e il pericolo dovuto alla presenza di circuiti sotto tensione.<br />

I quadri elettrici, inoltre presenteranno i cartellini identificativi i circuiti e devono essere corredati a bordi di<br />

schema elettrico unifilare.<br />

16


I dispersori dovranno essere segnalati con apposito cartello riportante il punto di infissione e il numero<br />

progressivo del dispersore stesso.<br />

VALORI DI ILLUMINAMENTO<br />

Assegnazione dei valori di illuminazione<br />

I valori medi di illuminamento da conseguire e da verificare , dovranno rispettare quanto previsto dalla<br />

norma UNI 12464, in funzione della destinazione d’uso di ogni singolo ambiente. Sarà cura del Committente<br />

dichiarare le destinazioni d’uso degli ambienti.<br />

Illuminazione di sicurezza<br />

L’illuminazione di sicurezza sarà garantita mediante l’utilizzo di corpi illuminanti autonomi ci batteria a<br />

tampone e con autonomia minima di 1 ora; particolare attenzione sarà posta nel posizionamento di tali corpi<br />

illuminati, curando che siano adeguatamente illuminate le vie di esodo, i cambi di direzione e di livello, i punti di<br />

installazione di presidi antincendio (pompe, naspi, estintori, ecc.), i quadri elettrici e le zone dove si eseguono<br />

particolari lavorazioni.<br />

QUADRI ELETTRICI<br />

Tutti i quadri elettrici dovranno essere realizzati come da schemi elettrici, dovranno essere certificati e avere<br />

lo schema elettrico e copia della certificazione a bordo e dovranno presentare la cartellonistica prevista dalle<br />

norme.<br />

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI TERMO – MECCANICI<br />

17


Gli impianti tecnologici da realizzare saranno i seguenti:<br />

- IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ESTATE/INVERNO;<br />

- IMPIANTO DI TRATTAMENTO ARIA;<br />

- IMPIANTO IDRICO-SANITARIO<br />

- Acqua calda uso sanitario;<br />

- Acqua fredda uso sanitario;<br />

- Acqua di recupero acque piovane<br />

- IMPIANTO ANTINCENDIO;<br />

- IMPIANTO DI IRRIGAZIONE<br />

RIFERIMENTO NORMATIVO<br />

Per la progettazione degli impianti meccanici suddetti dovranno essere osservate, per formale impegno,<br />

tutte le norme di legge e di regolamento vigenti, ed in particolare:<br />

• D.M. 12 aprile 1996, approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione<br />

e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi;<br />

• Legge 06 dicembre 1971 n. 1083, sulla sicurezza nell'impiego del gas combustibile;<br />

• D.P.R. 06 dicembre 1991 n. 447 “Regolamento di attuazione della legge 05.03.1990 n.46”;<br />

• Legge 09 gennaio 1991 n. 10 “Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale<br />

dell’energia, di risparmio energetico, e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”;<br />

• D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412 “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la<br />

manutenzione degli impianti termici”;<br />

• D.P.R. 21 dicembre 1999 n. 551 “Regolamento recante modifiche al DPR 412/93, in materia di progettazione,<br />

installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di<br />

energia”;<br />

• D.P.R. n. 547/55 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”;<br />

• D.P.R. n. 303/56 “Norme generali per l’igiene del lavoro”;<br />

• D.Lvo n. 81/2008 ;<br />

• Norma UNI 10779 "Impianti di estinzione incendi: reti di idranti";<br />

• Norma UNI 9489 “Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia”;<br />

• Norma UNI 9490 "Apparecchiature per estinzione incendi. Alimentazioni idriche per impianti automatici<br />

antincendio";<br />

• Circolare del Ministero dell'Interno n° 24 MI.SA. del 26/1/1993. “Impianti di protezione attiva antincendio”;<br />

• D.M. 30.11.1983 “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”;<br />

• D.M. 18.09.2002 “ Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi”<br />

• CEI 64/8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in C.A. e a 1500V in C.C.“;<br />

• CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”;<br />

• CEI 17-5 “Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: interruttori automatici”;<br />

• CEI 20-40 “Guida per l’uso di cavi a bassa tensione”;<br />

• CEI 23-51 “Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse<br />

per uso domestico e similare”;<br />

18


• Legge n. 186/1968 “Per la realizzazione degli impianti a regola d’arte”;Tabelle CEI - UNEL 00722 “Colorazione<br />

dei conduttori<br />

DATI TECNICI<br />

Impianti di climatizzazione<br />

Condizioni termoigrometriche esterne<br />

Premesso che nella progettazione dell’impianto si dovrà tenere conto delle politiche nazionali in materia di<br />

impiego di energia derivante dall’utilizzo di fonti alternative rinnovabili, l’'impianto di climatizzazione dovrà essere<br />

in grado di mantenere all'interno dei locali le condizioni termoigrometriche ottimali sia nel periodo invernale che<br />

nel periodo estivo.<br />

Condizioni termoigrometriche interne<br />

L'impianto di climatizzazione dovrà essere dimensionato in modo da poter assicurare le seguenti condizioni<br />

interne:<br />

Fluidi a disposizione<br />

L’acqua calda primaria per l’alimentazione delle batterie di scambio termico dei vari ventilconvettori e dei<br />

radiatori dei servizi in fase invernale, sarà fornita da idoneo gruppo termico da ubicarsi in apposito locale tecnico.<br />

DESCRIZIONE delle OPERE da PROGETTARE<br />

Impianto di climatizzazione estate/inverno con ventilconvettori e radiatori<br />

L'impianto di climatizzazione dei locali delle varie unità immobiliare facenti parte del nuovo edificio, sarà<br />

essenzialmente costituito da un gruppo refrigeratore d'acqua condensato ad acqua, da un modulo idronico<br />

avente le stesse caratteristiche strutturali e completo di elettropompa centrifuga per il circuito primario, di<br />

serbatoio di accumulo con funzione di volano termico per la limitazione degli spunti orari del gruppo, di vaso<br />

d’espansione e tutti gli organi di controllo e sicurezza necessari al corretto funzionamento dell’impianto.<br />

Il generatore di calore per il riscaldamento invernale degli ambienti dovrà essere di tipo a condensazione<br />

con modulazione lineare e temperatura scorrevole a basse emissioni inquinanti, completo di centralina per<br />

controllo climatico e sonde di temperatura esterna ed acqua.<br />

Lo scarico dei fumi dovrà essere condotto in copertura ed immesso in atmosfera alle quote previste dalla<br />

norma UNI-CIG 7129/01 mediante condotti in materiale plastico (PPs) autoestinguente.<br />

I ventilconvettori si occuperanno di abbattere le rientrate di calore ed i carichi termici interni in fase estiva e<br />

le dispersioni in fase invernale.<br />

Ogni ventilconvettore dovrà inoltre essere equipaggiato di valvole d’intercettazione a sfera per eventuale<br />

sezionamento in fase di manutenzione ordinaria e/o straordinaria.<br />

I radiatori si occuperanno di abbattere le dispersioni in fase invernale dei vari servizi igienici e dovranno<br />

essere del tipo ad elementi componibili in ghisa o alluminio e dotati di valvola a detentore, valvolina di sfogo aria<br />

e di valvola termostatica per il controllo della temperatura ambiente.<br />

Un sistema di distribuzione dovrà collegare il collettore principale in centrale termica ai vari terminali<br />

ambiente.<br />

All’interno dei locali tecnici, collettore compreso, le tubazioni dovranno essere realizzate in acciaio nero<br />

saldato.<br />

19


Le tubazioni posate in vista all’interno dei locali tecnici dovranno essere coibentate negli spessori massimi<br />

previsti dal DPR 412/93.<br />

Per quanto concerne la regolazione di ogni singolo ambiente, questa dovrà avvenire per mezzo di<br />

termostati elettronici con display a cristalli liquidi da installare a parete in ogni locale provvisto di ventilconvettore.<br />

Il controllo della temperatura ambiente nei servizi igienici dovrà essere invece affidato a valvole<br />

termostatiche autoregolanti.<br />

Impianto trattamento aria<br />

In alcuni locali destinati al ricevimento di un congruo numero di persone, per garantire la salubrità dell’aria,<br />

dovrà essere previsto un impianto di rinnovo dell’aria secondo le norme vigenti.<br />

Il rinnovo dell’aria ambiente sarà controllato da impianti di ventilazione meccanica da collocare all’interno di<br />

appositi spazio tecnici da porre nelle immediate vicinanze dei locali da trattare; i sistemi di ventilazione dovranno<br />

essere dotati di recuperatore di calore al fine di garantire un risparmio gestionale dei consumi attraverso il<br />

recupero la cessione del calore contenuto nell’aria di espulsione a quella di rinnovo.<br />

L’impianto per il rinnovo dell’aria, dovrà essere dotato di idonei filtri atti a conferire all’aria circolante in<br />

ambiente un opportuno grado di igienicità.<br />

Impianti idrico sanitario<br />

La distribuzione dell’acqua potabile fredda e calda (ed il ricircolo della stessa) all’interno del fabbricato<br />

dovrà essere realizzata mediante appositi impianti costituiti da tubazioni da passare per lo più staffate negli spazi<br />

tecnici creati con le controsoffittature.<br />

Impianto di produzione di acqua calda<br />

Per il soddisfacimento dei fabbisogni di acqua calda sanitaria per gli usi connessi all’attività, costituiti da<br />

servizi igienici per il personale, verrà fatto ricorso all’utilizzo di energie rinnovabili; infatti si dovrà prevedere<br />

all’installazione sulla copertura di collettori solari in abbinamento ad uno o più bollitori che potranno essere<br />

integrati, in difetto di energia solare, da un circuito prelevato dalla caldaia.<br />

Impianto di raccolta e distribuzione di acque piovane<br />

Al fine di minimizzare i prelievi di acqua dall’acquedotto per gli utilizzi per i quali non è necessariamente<br />

richiesta acqua potabile, dovrà essere installato un impianto di raccolta e sollevamento delle acqua piovane<br />

captate sopra la copertura dell’edificio; l’impianto dovrà essere costituito da uno o più serbatoi interrati nei quali<br />

perverrà l’acqua raccolta dal tetto previo il passaggio in appositi filtri che la libereranno delle impurità più<br />

grossolane, una pompa di sollevamento e pressurizzazione ed una centralina elettronica di gestione del sistema.<br />

Presidi antincendio<br />

La protezione attiva antincendio all’interno dell’immobile verrà gestita in modo diverso a seconda della zona<br />

da proteggere.<br />

In particolare saranno predisposti vari sistemi di prevenzioni agli incendi tra cui:<br />

20


Un sistema idrico antincendio costituito da riserva interrata, gruppo di pressurizzazione a norma UNI 9490-<br />

10779, tubazioni di distribuzione e cassette naspi DN 25 da posizionare all’interno delle zone da proteggere in<br />

punti tali da poter raggiungere ogni parte della zona stessa.<br />

- Estintori del tipo portatili di capacità non superiore a Kg. 6 da posizionare con apposita staffa a parete; La<br />

capacità estinguente degli estintore sarà del tipo a polvere chimica di tipo approvato dal Ministero dell'Interno<br />

con capacità estinguente non inferiore a 21 A-89 B-C. oppure a CO2 comunque idoneo per gli ambienti<br />

destinati.<br />

Gli estintori saranno del tipo omologato secondo le direttive UNI EN dotati approvazione Ministeriale.<br />

Segnaletica di sicurezza<br />

Presso l'impianto dovrà essere installata idonea segnaletica di sicurezza conforme al D.L.vo 493/96.<br />

In particolare dovranno essere installati cartelli indicanti:<br />

• il divieto di fumare;<br />

• il divieto di usare fiamme libere;<br />

• l'interruttore elettrico generale;<br />

• la posizione dell'estintore.<br />

Anche per quanto non espressamente riportato, dovranno essere osservate tutte le norme in materia di<br />

sicurezza degli impianti, di sicurezza sul luogo del lavoro e di prevenzione incendi.<br />

21


QUADRO ECONOMICO RELATIVO ALLA SOLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA<br />

voci<br />

<strong>centro</strong> <strong>diurno</strong> Via Fantozzi Pontedera<br />

Opere edili 680.000,00<br />

Impianti elettrici e speciali 70.000,00<br />

Impianto idro-termo-sanitario 110.000,00<br />

Oneri sicurezza 25.800,00<br />

A<br />

Totale lavori al netto degli oneri accessori 885.800,00<br />

IVA 10% lavori 88.580,00<br />

Spese tecniche di progettazione definitiva - esecutiva - e per la sicurezza - direzione e contabilità dei lavori - coordinamento<br />

della sicurezza in fase di esecuzione - accatastamento del fabbricato - incluso gli oneri accessori ( CNPAIA 2% IVA 20%) 119.264,11<br />

Allacciamenti ai pubblici servizi 26.355,89<br />

B Arredi ed attrezzature incluso oneri accessori ( IVA 20%) 60.000,00<br />

Totale (A + B) lavori + oneri accessori + arredi ed attrezzature 1.180.000,00<br />

D<br />

spese collaudi in corso d'opera incluso gli oneri accessori CNPAIA 2% - IVA 20% 26.000,00<br />

spese frazionamento catastale dell'area incluso gli oneri accessori CNPAIA 2% IVA 20% 4.000,00<br />

D.Lgs 163/2006 art.92 comma 5 5.315,00<br />

Totale D 35.315,00<br />

Totale complessivo 1.215.315,00<br />

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PRIME INDICAZIONI E DISPOSIZIONI PER LA STESURA DEI PIANI DI<br />

SICUREZZA<br />

Premessa:<br />

Il presente documento non costituisce il piano di sicurezza , che non può essere realizzato certamente<br />

prima della esatta individuazione delle tipologie costruttive e dei materiali che avviene nella fase del progetto<br />

definitivo ed esecutivo, ma rappresenta esclusivamente le linee guida su cui si baserà il piano di sicurezza e<br />

coordinamento.<br />

Il Piano di Sicurezza e Coordinamento:<br />

Il P.S.C. sarà redatto secondo la normativa vigente in ambito di sicurezza sui luoghi di lavoro e più<br />

specificatamente ai sensi del Dlgs 81/08.<br />

Quest’utlimo regola i contenuti minimi dei Piani di sicurezza che dovrà essere specifico per ogni singolo<br />

cantiere e dovrà contenere:<br />

- l’Anagrafica di cantiere (indirizzo, descrizione dell’opera, ecc.)<br />

- la descrizione del contesto in cui è collocata l’area di cantiere, con individuazione dei fattori intrinseci e<br />

estrinsechi dell’area e le fonti di pericolo da e verso il cantiere;<br />

- una descrizione sintetica dell’opera con riferimento alle scelte progettuali in tema di sicurezza;<br />

- l’individuazione dei soggetti con compiti di sicurezza, e la predisposizione di schede da compilare prima<br />

dell’inizio lavori con i nominativi e i dati delle imprese e dei lavoratori autonomi;<br />

- l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi, in riferimento all’organizzazione del cantiere, delle<br />

lavorazione e delle interferenze;<br />

- le scelte progettuali ed organizzative, le procedure operative e gli apprestamenti necessari;<br />

- le misure di coordinamento relative all’uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi di<br />

apprestamenti attrezzature e impianti;<br />

- le modalità di coordinamento operativo;<br />

- l’organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori in<br />

caso di rischio imminente;<br />

- l’analisi della durata di ogni singola fase o sub-fase lavorativa al fine di prevedere le eventuali<br />

sovrapposizioni e quindi fasi di interferenza tra lavorazioni diverse sulla linea del tempo;<br />

- la stima analitica dei costi della sicurezza ai sensi del Dlgs 81/08;<br />

- tavole esplicative con indicazioni dell’area di cantiere, degli apprestamenti da realizzare e tutto ciò che<br />

possa chiarire gli aspetti tecnici legati al PSC.<br />

Il piano dovrà essere integrato dai P.O.S. delle imprese che parteciperanno alla realizzazione dell’opera per<br />

quanto riguarda l’analisi e l’individuazione dei rischi delle lavorazioni.<br />

I rischi che si dovranno analizzare sul Piano di sicurezza e coordinamento e sui P.O.S. delle imprese,<br />

dovranno essere riferiti alle lavorazioni da svolgere all’interno del cantiere secondo alcune fasi lavorative, delle<br />

quali se ne anticipano sommariamente i contenuti:<br />

23


- Opere di accantieramento, realizzazione della viabilità di accesso provvisoria all’area;<br />

- Scavo di scotico e sbancamento dell’area;<br />

- Realizzazione di struttura di fondazione mediante probabili fondazioni a travi rovesce e altro tipo (a seconda<br />

delle indagini geologiche e delle scelte progettuali del progettista delle strutture);<br />

- Realizzazione delle opere in elevazione in c.a. (travi e pilastri),<br />

- Realizzazione di murature esterne e interne;<br />

- Realizzazione delle impermeabilizzazioni del tetto;<br />

- Realizzazione della struttura di copertura ventilata;<br />

- Esecuzione di tracce per le canalizzazioni impiantistiche;<br />

- Attivazione delle fasi impianstisitche mediante lo stendimento di cavi, il passaggio di canali e tubazioni;<br />

- Realizzazione degli intonaci interni e esterni;<br />

- Posa in opera degli infissi esterni;<br />

- Realizzazione della pavimentazione interna;<br />

- Montaggio degli infissi interni;<br />

- Montaggio di apparecchiature igieniche, elettriche e termiche;<br />

alcune fasi lavorative riguardanti gli edifici potranno sovrapporsi a fasi lavorative riguardanti l’area esterna. Per<br />

la sistemazione esterna si prevede di:<br />

- Realizzazione di marciapiedi e percorsi pedonali mediante lo stendimento di materiale arido di cava, il<br />

successivo rullaggio, e la posa della pavimentazione su massetto di cemento armato;<br />

- Realizzazione di sistemi di scarico delle fognature;<br />

- Prima fase di realizzazione dell’impianto elettrico esterno;<br />

- Posa in opera di corpi stradali (zannelle, cordonati ecc.)<br />

- Opere di finitura esterne: posizionamento corpi illuminati e sistemi elettronici di controllo, piantumazione di<br />

alberature;<br />

- Realizzazione di recinzione esterna metallica.<br />

L’ultima fase lavorativa sarà quella dedicata allo smontaggio del cantiere e alla pulizia dell’area.<br />

Le opere di accantieramento dovranno essere eseguite in modo tale che non vi sia permesso agli estranei<br />

di entrare nell’area di cantiere. Gli scavi dovranno prevedere, in base alla profondità ed alla consistenza del<br />

terreno, opportune opere provvisionali per il contenimento delle terre. Si prevede inoltre la disposizione di un<br />

ponteggio a tubi e giunti o a telai prefabbricati montato a norma di legge per l’esecuzione delle opere in<br />

elevazione, per le opere di finitura esterne e per la realizzazione della copertura.<br />

Norme Generali per il coordinamento in fase di Esecuzione:<br />

Le imprese , oltre alle disposizioni di legge per cui devono essere iscritte alla CCIAA o all’Albo Nazionale<br />

Costruttori, potrebbero essere scelte in funzione del possesso di specifiche esperienze nel settore (soprattutto<br />

per interventi di una certa complessità), dell’iscrizione nel registro fornitori della ditta appaltante, o della<br />

possibilità di dimostrare (ad es.) di:<br />

24


• Non aver registrato incidenti con invalidità permanente<br />

• Non aver registrato incidenti con invalidità temporanea negli ultimi cinque anni<br />

• Non aver avuto sanzioni dagli organi di vigilanza negli ultimi cinque anni<br />

• Aver organizzato il servizio di prevenzione e protezione, con personale adeguamento formato e informato;<br />

con responsabile dotato di esperienza, e corso di formazione specifico<br />

• Aver organizzato le squadre di evacuazione, pronto intervento ed emergenza, aver provveduto alla<br />

formazione e alle prove , ed averle dotate delle necessarie attrezzature.<br />

Per l’attuazione del Piano, si ricorda e si dispone che:<br />

• Il Coordinatore in materia di sicurezza e salute durante la esecuzione dell’opera è tenuto agli obblighi di cui<br />

all’art. 5 del D.Lgs. 494/96<br />

• I lavoratori autonomi sono tenuti agli obblighi di cui al Dlgs 81/08<br />

• I datori di lavoro per le Imprese Appaltatrici sono tenuti agli obblighi di cui al Dlgs 81/08.<br />

Le imprese, con adeguato anticipo e rispetto all’inizio dei lavori , sono tenute a rilasciare al Coordinatore in<br />

materia di sicurezza e salute durante l’esecuzione dell’opera una dichiarazione circa il possesso e la regolarità<br />

normativa e funzionale di tutte le attrezzature e dispositivi individuali di protezione previsti dal Piano, o<br />

comunque necessari all’esecuzione delle opere nel rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la<br />

tutela della salute dei lavoratori sul tema generale della sicurezza e con specifico riferimento all’illustrazione e<br />

spiegazione del Piano.<br />

Ai fini dell’attuazione del Piano, il Direttore Tecnico di cantiere o il Capocantiere dell’impresa appaltatrice<br />

assume il compito e la responsabilità del coordinamento delle Imprese e lavoratori autonomi presenti<br />

contemporaneamente all’impresa, e di attuazione delle appropriate misure atte a minimizzare i rischi derivanti<br />

dalla contemporaneità delle lavorazioni.<br />

Proprio per questo motivo le imprese appaltatrici dei lavori dovranno presentare al coordinatore per<br />

l’esecuzione i nominativi del capocantiere o caposquadra e del direttore tecnico.<br />

Le decisioni prese in materia di coordinamento dovranno essere comunicate al Coordinatore in materia di<br />

sicurezza e salute durante l’esecuzione dell’opera, e da questi approvate, prima dell’esecuzione delle relative<br />

attività, anche ai fini dell’aggiornamento ed adeguamento del Piano.<br />

Le imprese impegnate nel lavoro in oggetto dovranno redigere dei P.O.S. per l’effettivo cantiere e<br />

consegnarli al coordinatore per la sicurezza almeno dieci giorni prima dell’inizio dei lavori.<br />

Come da normativa vigente il Coordinatore in fase di esecuzione potrà in ogni momento chiedere<br />

integrazioni ai POS delle imprese, fare ispezioni di cantiere e richiedere la partecipazione ai soggetti di ogni<br />

impresa/lavoratori autonomi alle riunioni di coordinamento.<br />

Il PSC, i POS, le lavorazioni, le attrezzature e qualsiasi altra risorsa tecnologica e umana impiegata nel<br />

cantiere dovranno rifarsi al Dlgs 81/08.<br />

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Progettisti UFFICIO TECNICO <strong>USL</strong>5 ZONA VALDERA<br />

Dr. Arch. Junior Massimo Bascherini<br />

P.E. Stefano Zucchelli<br />

Geom. Maurizio Novelli<br />

Pontedera aprile 2009<br />

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