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ORIZZONTE

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 1 N. 10<br />

Dicembre 2014<br />

La focaccia di Recco con formaggio<br />

buone feste ai nostri affezionati lettori


2 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 Mantova:<br />

La spiritualità incontra l’arte.<br />

12 Aspiranti modelle<br />

Come proporsi a una agenzia.<br />

18 Perchè viaggiamo?<br />

cultura<br />

30 Dalla Dea Madre<br />

alla Vergine Maria.<br />

36 I grandi della fotografia:<br />

Wynn Bullock.<br />

notizie e curiosità<br />

22 Quando la realtà supera<br />

la leggenda.<br />

28 Immagini e suoni<br />

nella casa di Trani<br />

rubriche<br />

40 Fotografando<br />

43 Orizzonte Food<br />

Spaghetti all’Assassina<br />

50 Il riso alla pilota<br />

52 Lo sapevate che<br />

Navone selvatico<br />

55 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

4 • Orizzonte Magazine


EDITORIALE<br />

Dicembre, l’ultimo mese dell’anno, di un anno<br />

passato insieme, ogni mese riuniti intorno a questa<br />

rivista che ci siamo sforzati di rendere piacevole e<br />

accattivante, trattando argomenti poco trattati, fornendo<br />

informazioni poco diffuse, in sostanza sforzandoci<br />

di scoprire le cose di ogni giorno, di far cultura<br />

nel quotidiano.<br />

Per troppo tempo la cultura si è vestita di connotazioni<br />

auliche, di toghe e tocchi, di cattedre ed enciclopedie,<br />

si è arroccata in sale polverose e inaccessibili, trincerandosi<br />

dietro vocabolari esclusivi, riservati agli eletti.<br />

Oggi i tempi vanno cambiando, è più facile oggi<br />

comprendere che cultura è tutto ciò che contribuisce<br />

a smuovere la mente, a far nascere idee, a sviluppare<br />

mente e spirito per spiegare noi stessi e tutto<br />

ciò che ci circonda.<br />

E’ quello che abbiamo cercato di fare attraverso<br />

Orizzonte Magazine; i consensi che quotidianamente<br />

registriamo ci confermano di essere sulla buona strada,<br />

e sono lo stimolo per continuare, per migliorare.<br />

Dicembre, l’ultimo mese dell’anno; mese di bilanci,<br />

di consuntivi, mese di pace dell’anima e di buoni propositi,<br />

di luci multicolori e di regali. Il nostro consuntivo<br />

è fortemente positivo e siamo pieni di buoni propositi,<br />

di progetti, che deponiamo sotto l’Albero di Natale<br />

bene incartati con la carta dorata e il fiocco natalizio<br />

come regalo per i nostri lettori.<br />

Buon Natale amici lettori, buon Natale a tutti voi.<br />

Orizzonte Magazine<br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 1 n. 10 - Dicembre 2014<br />

Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />

tel.: 080 4591214<br />

e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />

mail a: orizzonte-magazine@libero.it<br />

Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

Orizzonte Magazine • 5


mantova,<br />

la spiritualità incontra<br />

di Fabrizio Capra<br />

L<br />

a Rotonda di SanLorenzo, dedicata al martire<br />

romano del III secolo, è la chiesa più<br />

antica di Mantova e si trova in piazza Erbe,<br />

vicino al Palazzo della Ragione.<br />

Questa chiesa fu fondata tra la fine del XI secolo e<br />

l’inizio del XII, probabilmente nel 1083 (si tratta della<br />

data graffita nel quattrocento all’interno dell’edificio,<br />

sul paramento murario perimetrale) per volere, come<br />

dice la tradizione (anche se non si è del tutto certi),<br />

della Contessa Matilde di Canossa, quando la città<br />

virgiliana faceva parte dei suoi domini, come evocazione<br />

della Anastasis (Resurrezione) di Gerusalemme,<br />

la rotonda costruita attorno al Santo Sepolcro.<br />

La scelta di questa forma la rende quindi, idealmente<br />

6 • Orizzonte Magazine


Foto Archivio Comune di Mantova<br />

l’arte<br />

collegabile alla reliquia del sangue di Cristo, ritrovata<br />

secoli prima a Mantova e ora conservato nella cripta<br />

della vicina basilica di Sant’Andrea. Il sangue sarebbe<br />

stato portato a Mantova dal centurione Longino che<br />

lo aveva raccolto sul Golgota.<br />

La rotonda di San Lorenzo sarebbe stata annessa al<br />

palazzo comitale e avrebbe avuto la funzione di cappella<br />

palatina dei Canossa, a imitazione del palazzo di<br />

Carlo Magno ad Aquisgrana.<br />

La struttura è monoptero-periptera, il tempio, cioè,<br />

è circondato da una fila di colonne con una cella cilindrica<br />

al suo interno. Il suo posizionamento, a un<br />

livello inferiore di circa un metro e mezzo, oltre all’esistenza<br />

di due colonne e altri particolari costruttivi<br />

Orizzonte Magazine • 7


Foto Archivio Comune di Mantova<br />

in pietra, potrebbe suggerire che<br />

la chiesa fu realizzata recuperando<br />

o ricostruendo un precedente<br />

edificio romano, databile intorno<br />

al IV secolo. Si tratterebbe probabilmente<br />

di un tempio a tholos,<br />

cioè con un impianto a sala circolare<br />

coperta da una pseudocupola<br />

formata da file concentriche<br />

di conci lapidei sempre più aggettanti<br />

verso il centro fino a chiudere<br />

il vano.<br />

La chiesa, un notevole esempio<br />

di arte romanica padana, è articolata<br />

su una pianta centrale<br />

circolare, con un deambulatorio<br />

che precede e circonda la navata,<br />

caratterizzata da otto colonne<br />

e da una piccolo abside semicircolare.<br />

Il matroneo conserva lacerti<br />

di affreschi, in particolare in<br />

alcune volticelle, attribuibili all’XI<br />

e XII secolo per via dello schema<br />

rigido della composizione, della<br />

decorazione degli abiti e dell’espressione<br />

astratta e idealizzata<br />

dei volti. Questi affreschi, che una<br />

volta ricoprivano completamente<br />

la chiesa, rappresentano un raro<br />

esempio di pittura romanicolombarda<br />

con ancora influenze<br />

di scuola bizantina.Nell’abside<br />

un frammento più tardo rappresenta<br />

San Lorenzo sulla graticola<br />

(XV secolo).<br />

Costruita in cotto, secondo la<br />

tradizione lombarda del periodo,<br />

la chiesa conserva due colonne di<br />

marmo, alcune formelle e pilastrini<br />

in pietra di epoca precedente<br />

(VI-VIII secolo) provenienti da<br />

edifici scomparsi. L’esterno è caratterizzato<br />

da snelle e pronunciate<br />

lesene, coronate in alto da<br />

una serie di archetti pensili, mentre<br />

l’interno, semplice e spoglio,<br />

trasmette al visitatore un senso di<br />

profonda spiritualità e lo invita al<br />

raccoglimento.<br />

Anche se alcuni progetti di trasformazione,<br />

di Leon Battista Alberti<br />

e di Giulio Romano, non ebbero<br />

seguito, nel corso dei secoli<br />

l’edificio subì modifiche radicali<br />

fino alla sua definitiva sconsacrazione<br />

nel 1579 per un editto del<br />

duca Guglielmo Gonzaga, .<br />

Una volta sconsacrata, la costruzione<br />

decadde rapidamente e<br />

venne alterata e coperta da superfetazioni<br />

murarie: divenne<br />

8 • Orizzonte Magazine


prima un magazzino quindi, in seguito<br />

al crollo della cupola, fu utilizzata<br />

come cortile circolare ad<br />

uso privato all’interno del popoloso<br />

quartiere del ghetto ebraico<br />

mantovano.<br />

Nel 1908 l’edificio fu espropriato<br />

e restaurato, quindi venne aperto<br />

al pubblico nel 1911 e ridestinata<br />

al culto nel 1926.<br />

Con il restauro la chiesa fu liberata<br />

dalle sovrastrutture non<br />

pertinenti e dagli edifici che l’avevano<br />

occultata alla vista e alla<br />

storia: per riportarla alle probabili<br />

forme originali fu usata a modello<br />

la coeva Rotonda di San Tomè<br />

di Almenno San Bartolomeo nel<br />

bergamasco.<br />

Attualmente è chiesa sussidiaria<br />

della Parrocchia di Sant’Andrea, che<br />

l’ha affidata alla Fraternità Domenicana.<br />

Viene conservata, tutelata e<br />

aperta al pubblico dall’Associazione<br />

per i Monumenti Domenicani.<br />

I protagonisti della storia<br />

MATILDE DI CANOSSA<br />

La Grancontessa Matilde di Canossa<br />

(Mantova?, marzo 1046<br />

- Bondeno di Roncore, 24 luglio<br />

1115), fu contessa, duchessa, marchesa<br />

e regina medievale. potente<br />

feudataria e ardente sostenitrice<br />

del Papato nella lotta per le<br />

investiture.<br />

Personaggio di assoluto primo<br />

piano, in particolare nelle terre<br />

intorno al Po, in un’epoca in cui le<br />

donne erano considerate di rango<br />

inferiore, arrivò a dominare<br />

tutti i territori italici a nord degli<br />

Stati della Chiesa. Nel 1076 entrò<br />

in possesso di un vasto territorio<br />

che comprendeva la Lombardia,<br />

l’Emilia, la Romagna e la Toscana,<br />

e che aveva il suo centro a Canossa,<br />

nell’Appennino reggiano. Fra il<br />

6 e l’11 maggio 1111 fu incoronata<br />

Vice Regina d’Italia dall’imperatore<br />

Enrico V, presso il Castello di<br />

Bianello (Quattro Castella, Reggio<br />

Emilia).<br />

Matilde è certamente una delle figure<br />

più importanti e interessanti<br />

del Medioevo italiano: vissuta in<br />

un periodo di continue battaglie,<br />

di intrighi e scomuniche, seppe dimostrare<br />

una forza straordinaria,<br />

sopportando anche grandi dolori<br />

Orizzonte Magazine • 9


Le foto del servizio sono di Angelo Ferri Ph<br />

e umiliazioni, mostrando un’innata<br />

attitudine al comando. La sua<br />

fede nella Chiesa del suo tempo<br />

le valse l’ammirazione e il profondo<br />

amore di tutti i suoi sudditi.<br />

Mantova è centrale, assieme alla<br />

rocca appenninica di Canossa<br />

(Reggio Emilia), nella storia di Matilde<br />

di Canossa. A Mantova suo<br />

padre Bonifacio trasferì il centro<br />

della dinastia intorno al 1012, erigendovi<br />

un palatium davanti al<br />

quale teneva un leone legato, in<br />

segno di potenza. Questo palazzo<br />

si doveva trovare tra le attuali<br />

piazza Broletto e piazza Erbe. Matilde<br />

aveva due anni quando suo<br />

padre Bonifacio partecipò al ritrovamento<br />

dei Sacri Vasi contenenti<br />

il sangue di Cristo; in questi luoghi<br />

Matilde visse la sua infanzia, sino a<br />

quando, nel 1052, il padre venne<br />

ucciso in una battuta di caccia a<br />

San Martino dall’Argine (è ora sepolto<br />

nel Duomo di Mantova).<br />

Ella favorì con donazioni sia la canonica<br />

della cattedrale che il monastero<br />

di Sant’Andrea, fondando<br />

per esso l’ospedale di Ognissanti; in<br />

Mantova si rifugiò il suo consigliere<br />

spirituale, Sant’Anselmo di Lucca,<br />

che vi morì nel 1086 divenendone<br />

in seguiro il santo patrono, e il cui<br />

corpo incorrotto si conserva ancora<br />

sotto l’altare della cattedrale.<br />

Il desiderio di autonomia dei<br />

mantovani fece sì che nel 1091 la<br />

città passasse dalla parte dell’imperatore<br />

Enrico IV, restando in<br />

contrasto con la Contessa sino alla<br />

vigilia della sua morte, nel 1115.<br />

GUGLIELMO GONZAGA<br />

Guglielmo Gonzaga (Mantova,<br />

24 aprile 1538 - Goito, 14 agosto<br />

1587) fu il terzo duca di Mantova<br />

e del Monferrato. Secondo figlio<br />

di Federico II Gonzaga e di Margherita<br />

Paleologa, nel 1550 succedette<br />

come duca al fratello Francesco,<br />

morto senza figli maschi.<br />

Con il Trattato di Cateau-Cambrésis<br />

gli fu confermata la signorìa<br />

sul Monferrato. Nel 1569 assoggettò<br />

Casale, da sempre gelosa<br />

della sua autonomia rispetto al<br />

Monferrato, con una feroce repressione.<br />

Nel 1573 divenne duca,<br />

da marchese che era, anche del<br />

Monferrato. Fu un buon amministratore<br />

dei suoi domìni, mecenate<br />

nelle arti, musicista (fu lui stesso<br />

un compositore) e collezionista di<br />

opere d’arte. Ebbe anche gran cura<br />

dell’esercito. Fu politico accorto<br />

e scaltro, capace di rimanere indipendente<br />

rispetto ai potentati del<br />

tempo (Papato, Impero, potenze<br />

quali Spagna e Francia). Aumentò<br />

la produzione agricola e industria-<br />

10 • Orizzonte Magazine


le, intensificando i commerci.<br />

Nel 1586 fece liberare ed accolse<br />

alla sua corte il poeta Torquato<br />

Tasso, imprigionato a Ferrara dal<br />

genero duca Alfonso II d’Este durante<br />

le sue nozze.<br />

Sotto la sua signoria Mantova divenne<br />

una delle corti più splendide<br />

e prestigiose d’Europa. Fece realizzare<br />

la Basilica Palatina di Santa<br />

Barbara e le residenze di campagna<br />

di Marmirolo e di Goito.<br />

Guglielmo sposò il 26 aprile 1561<br />

Eleonora d’Austria, figlia dell’imperatore<br />

Ferdinando I. La coppia<br />

ebbe tre figli. Morì nel 1587 e fu<br />

tumulato nella Basilica di Santa<br />

Barbara.<br />

Nelle foto:<br />

Ritratto di Matilde di Canoss.<br />

Interno della Rotonda.<br />

La Rotonda agli inizi del secolo<br />

scorso, prima e dopo il restauro<br />

e l’eliminazione delle sovrastrutture<br />

che la ricoprivano.<br />

Scheda informativa<br />

Per Informazioni:<br />

Piazza delle Erbe - Tel. e Fax 0376322297<br />

Cell. 3479940932 - 3389171666<br />

E-mail casandreasi@virgilio.it - nicoletta.casandreasi@email.it<br />

Orari di Apertura:<br />

Da lunedì a venerdì: Estate: 10.00-13.00 e 15.00-19.00 Inverno:<br />

10.00-13.00 e 14.00-18.00<br />

Sabato e domenica: 10.00-18.00<br />

Biglietti: Ingresso gratuito a offerta libera<br />

Modalità di visita: Una guida può essere richiesta presso<br />

l’Associazione. Si accettano anche gruppi con guida propria.<br />

Proprietà: Demanio dello Stato<br />

Orizzonte Magazine • 11


ASPIRANTI MODELLE<br />

COME PROPORSI Ad UNa AGENZIA.<br />

di Fabrizio Capra<br />

ccoci al nostro ormai<br />

consueto appunta-<br />

E mento con i consigli<br />

per le “aspiranti fotomodelle”.<br />

Il tema di questo mese<br />

è: come scegliere l’agenzia giusta<br />

senza correre il rischio di sbagliare?<br />

Avevamo accennato nel numero<br />

di novembre che di agenzie ce<br />

ne sono di vario tipo e possono<br />

lavorare su standard e stili differenti<br />

sia per ciò che riguarda il<br />

livello di modella rappresentata<br />

sia per la tipologia di clientela a<br />

cui si rivolgono; prima di contatta-<br />

12 • Orizzonte Magazine


modella: Erika Da Silva<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

Orizzonte Magazine • 13


e un’agenzia, quindi, è importante<br />

farsi un’idea del suo livello e dello<br />

stile richiesto.<br />

Molte agenzie, e in particolare<br />

quelle più serie, hanno un sito<br />

web con le foto delle loro modelle;<br />

consiglio alle aspiranti modelle<br />

di osservare le foto, chi vi è ritratto<br />

e anche lo stile delle foto e i<br />

lavori che vengono proposti.<br />

Se si pensa che il livello delle modelle<br />

sia “troppo alto” per le proprie<br />

caratteristiche è meglio scartare<br />

l’agenzia; in caso contrario si<br />

può provare a proporsi.<br />

È bene tener presente che le<br />

agenzie serie sono molto, molto<br />

selettive nel rispetto del modelling<br />

che coprono. Se non si ha<br />

l’altezza minima richiesta, proporsi<br />

per diventare indossatrice<br />

è solo una perdita di tempo: la<br />

maggior parte delle proposte che<br />

arrivano in agenzia finiscono infatti<br />

nel cestino, proprio perché<br />

chi le invia non corrisponde ai criteri<br />

minimi richiesti. Se invece ci si<br />

rivolge all’agenzia che più rispecchia<br />

il proprio tipo di modelling<br />

aumentano le possibilità<br />

di essere selezionate.<br />

Prima di addentrarci nei<br />

consigli su come proporsi<br />

a un’agenzia voglio sottolineare<br />

che, se si hanno le caratteristiche<br />

per fare le indossatrici,<br />

bisogna essere disponibili a<br />

spostarsi, dato che le più importanti<br />

sfilate si svolgono a Milano<br />

e comunque al nord. Se invece<br />

si rivolge l’attenzione ai cataloghi,<br />

alle sfilate di case di moda locali o<br />

al glamour gli spostamenti sono<br />

molto più limitati.<br />

COME CONTATTARE<br />

L’AGENZIA<br />

Il primo passo da fare è telefonare<br />

chiedendo qual è la loro procedura<br />

di contatto (posta, email,<br />

ecc.), quante foto bisogna inviare,<br />

in che formato, di che tipo, se è<br />

richiesto un book o un composit<br />

e ogni altra informazione utile<br />

per proporsi.<br />

Le telefonate è bene farle personalmente<br />

nelle ore di ufficio, evitando<br />

di lasciare messaggi in segreteria<br />

dato che difficilmente si<br />

sarà richiamati. D’altronde molte<br />

agenzie hanno sul loro sito web<br />

un’apposita pagina per i contatti,<br />

dove è possibile compilare un<br />

form per sottoporre la propria<br />

candidatura, con i propri<br />

dati e il proprio materiale<br />

COSA INVIARE ALL’AGENZIA<br />

Trattandosi inizialmente di un<br />

contatto a distanza è necessario:<br />

14 • Orizzonte Magazine<br />

modella: Eleonora Marziello<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito


- inviare qualche foto, ne bastano<br />

tre: un primo piano e due a figura<br />

intera. Non serve a nulla ingolfare<br />

gli account di posta dell’agenzia<br />

con un mucchio di foto,<br />

magari molto simili tra loro, con<br />

il rischio di farsi cestinare;<br />

- specificare i dati anagrafici e i<br />

propri contatti: all’agenzia interessa<br />

sapere dove vivi, quanti<br />

anni hai e come contattarti: fornisci<br />

il tuo numero di cellulare<br />

e la tua e-mail ma soprattutto<br />

cerca di essere sempre reperibile,<br />

rispondi alle chiamate<br />

e controlla costantemente la<br />

posta elettronica;<br />

- specificare le proprie misure<br />

(altezza, seno-vita-fianchi,<br />

peso), il colore degli occhi,<br />

dei capelli e della carnagione,<br />

la taglia, il numero di<br />

scarpe ed eventuali piercing<br />

e tatuaggi.<br />

A questo punto non serve nient’altro.<br />

Nel caso si inviasse anche un<br />

curriculum (per alcune agenzia è<br />

poco significativo) evitare di enfatizzare<br />

la partecipazione a concorsi<br />

ed eventuali fasce vinte. Alle<br />

agenzie non interessa sapere se<br />

hai partecipato alle selezioni di<br />

quello o quell’altro concorso, se<br />

hai sfilato per lo stilista della tua<br />

città o se sei comparsa in qualche<br />

trasmissione, film o altro.<br />

Se hai già un po’ di esperienza e<br />

quindi sai già muoverti di fronte<br />

all’obiettivo o su una passerella basta<br />

farlo semplicemente presente.<br />

Non è interessante aver seguito<br />

corsi per indossatrice o di posa,<br />

perché chi è del mestiere sa<br />

che una modella impara sul set<br />

a indossare e a posare, magari<br />

inizialmente posando anche in<br />

tfcd per un fotografo.<br />

Non è neanche interessante<br />

sapere che hai “sempre sognato<br />

di fare la modella”; oltre<br />

alle caratteristiche fisiche conta<br />

solo la serietà e affidabilità, può<br />

invece essere utile indicare le<br />

lingue conosciute ed eventuali<br />

mansioni di segreteria che si è<br />

in grado di svolgere.<br />

Nel caso l’agenzia fornisca anche<br />

servizi di hostess/standiste,<br />

e si dovesse essere interessati<br />

anche a questa attività, bisogna<br />

indicarlo espressamente.<br />

ancora Qualche<br />

consiglio<br />

E’ preferibile inviare foto digitali<br />

per e-mail, non troppo pesanti<br />

perché sono lunghe da scaricare<br />

o potrebbero essere respinte<br />

dal server di posta elettronica Le<br />

modello: Lorenzo Laraspata<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

Orizzonte Magazine • 15


foto vanno inviate come semplici<br />

allegati per essere certi che vengano<br />

ricevute e aperte.<br />

Accertarsi poi che l’indirizzo di<br />

posta elettronica sia quello giusto:<br />

a volte l’indirizzo di chi seleziona<br />

le modelle è diverso da<br />

quello dell’agenzia.<br />

In ogni caso è opportuno contattare<br />

sempre l’agenzia personalmente,<br />

evitando di farlo fare a fidanzati,<br />

genitori (a meno che non si sia minorenni),<br />

amici fotografi o altro.<br />

E’ appena il caso di ricordare che<br />

le agenzie non restituiscono mai<br />

il materiale inviato; è quindi opportuno<br />

evitare di inviare il book<br />

o fotografie importanti di cui si<br />

possiede solo una copia, a meno<br />

che questo materiale non sia stato<br />

specificamente richiesto e con<br />

garanzia di restituzione,.<br />

Infine, dopo aver inviato il materiale<br />

è bene evitare di importunare<br />

l’agenzia con email o telefonate<br />

per chiedere un parere<br />

sullapropria proposta; se l’agenzia<br />

è interessata ti contatterà<br />

direttamente.<br />

(continua)<br />

modella: Erika Da Silva<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

16 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 17


PERCHÈ VIAGGIAMO?<br />

di Elisa Stanchi<br />

N<br />

ell’era di Internet,<br />

delle comunicazioni<br />

rapide, del turismo<br />

low cost, quando il<br />

mondo, tutto il mondo, sembra<br />

a una manciata di minuti da noi,<br />

pronto a essere guardato,<br />

toccato e mangiato ci<br />

chiediamo perchè ancora<br />

viaggiamo.<br />

In mezzo alla folla, armata<br />

di fotocamere per cat-<br />

18 • Orizzonte Magazine


tur<br />

a r e<br />

nient’altro che uno<br />

scatto di cartoline già viste, e<br />

pesante di souvenir da riportare a<br />

casa come trofei, questa domanda<br />

dal sapore filosofico giunge<br />

inaspettata. Esiste ancora il senso<br />

profondo e reale del viaggio? E che<br />

cos’è il viaggio, chi è il viaggiatore?<br />

Ci ricordiamo da dove viene la<br />

voglia di aprire un atlante, l’eccitazione<br />

di puntare il dito su una<br />

qualunque regione del globo,<br />

la voce straniera che ci ingiunge<br />

di andare? Quanti di noi siamo<br />

pronti ad aprire nuovamente gli<br />

occhi e guardare alla scoperta?<br />

Quanti di noi accetterebbero<br />

q u e s t a<br />

sfida?<br />

Senza<br />

aver<br />

programmato<br />

il come<br />

e il perché,<br />

chiudere<br />

uno zaino, girare la chiave<br />

nella toppa e voltare le spalle<br />

alla porta di casa per lasciare spazio<br />

ai sensi ritrovati che, soli, liberi<br />

da guide e manuali, ci condurranno<br />

a scoprire i colori dell’altrove<br />

e gli odori dell’ignoto.<br />

Quanti di noi sono pronti a tornare<br />

‘viaggiatori’ e non solo essere<br />

‘turisti’? Il ‘turista’ va in un posto. Il<br />

‘Viaggiatore’ lascia che sia il posto<br />

ad entrare in lui...<br />

Accogliamo dunque la sfida di riscoprire<br />

un senso più profondo e<br />

quasi filosofico del viaggio. Non<br />

a caso molti filosofi nei corso dei<br />

secoli hanno esaltato i vantaggi<br />

di viaggiare: amplia gli orizzonti;<br />

sviluppa l’intelligenza, l’apertura<br />

mentale, la tolleranza; migliorare<br />

le nostre doti di socievolezza.<br />

Se chiediamo a chi non ama viaggiare<br />

il motivo di questa riluttanza,<br />

quasi sicuramente riceveremo<br />

una delle seguenti risposte: viaggiare<br />

è costoso, richiede tempo e<br />

offre molte delle opportunità che<br />

si possono sperimentare anche<br />

senza muoversi dalla<br />

propria città. A casa<br />

come in una città<br />

sconosciuta infatti si<br />

utilizzano i mezzi<br />

pubblici, si mangia<br />

un sacco di cibo<br />

spazzatura, si<br />

scattano foto,<br />

Orizzonte Magazine • 19


cambiamento. Riflettiamoci.<br />

Si viaggia per cambiare scenario<br />

ed ambiente.<br />

Si viaggia per cambiare vestiti<br />

(in inverno si va in qualche meta<br />

tropicale per non indossare più<br />

maglioni e stivali ma costume da<br />

bagno e infradito).<br />

Si viaggia per cambiare modo di<br />

pensare confrontandosi con altre<br />

culture.<br />

E da ogni viaggio si torna un pochino<br />

cambiati... a volte sono<br />

cambiamenti profondi a volte si<br />

è semplicemente più rilassati e<br />

motivati.<br />

In un modo o l’altro, quando<br />

rientriamo da un viaggio non<br />

siamo mai uguali<br />

a quando siamo<br />

partiti. E questo<br />

piccolo o<br />

grande cambiamento<br />

insi<br />

esce per andare a divertirsi o<br />

al bar per un caffè e un cocktail.<br />

Chi adduce a queste motivazioni<br />

come giustificazione del proprio<br />

atrofizzato senso di avventura è<br />

decisamente un turista e non un<br />

viaggiatore.<br />

Viaggiare non è semplicemente<br />

vedere posti nuovi o attrazioni<br />

turistiche che tutti conoscono.<br />

Certo è meraviglioso salire a piedi<br />

sulla Torre Eiffel, oppure avere<br />

una proprio foto ricordo scattata<br />

nel Gran Canyon. Ma non si viaggia<br />

solo per questo.<br />

Non si viaggia nemmeno solo per<br />

rilassarsi o svagarsi.<br />

Non si viaggia nemmeno per fuggire<br />

alla propria quotidianità<br />

o ai propri problemi: essi al<br />

ritorno saranno lì ad aspettarci.<br />

Tutti abbiamo intrapreso<br />

un viaggio per uno o<br />

più di queste ragioni, ma il<br />

vero viaggiatore si mette<br />

in cammino per<br />

ricercare il<br />

fluisce positivamente sui nostri<br />

familiari e sull’ambiente di lavoro.<br />

Chiediamoci dunque perchè<br />

viaggiamo! Arrivare alla consapevolezza<br />

di avere ciascuno di<br />

noi una propria filosofia di viaggio<br />

non può che portare benefici<br />

nella nostra vita.<br />

E alla vigilia della nostra prossima<br />

partenza poniamoci come<br />

obiettivo quello di voler riscoprire<br />

il senso di avventura e la gioia<br />

di scoprire tipica dell’infanzia.<br />

Solo così sapremo abbracciare il<br />

vero senso del viaggio e tornare<br />

positivamente cambiati. Al prossimo<br />

viaggio ripromettiamoci<br />

dunque di vivere le persone che<br />

incontriamo; gli odori, i colori e<br />

i sapori dei luoghi che visitiamo.<br />

Sediamoci in terra laddove è più<br />

sporco; lasciamoci colorare dalla<br />

polvere, dall’aria e dal cibo dei<br />

luoghi. Lasciamo che tutto ciò ci<br />

attraversi, pervadano il nostro<br />

corpo, così da<br />

diventare<br />

noi<br />

s t e s s i ,<br />

materia<br />

s t e s s a<br />

del Viaggio.<br />

Così facendo<br />

anche<br />

in un tempo<br />

molto breve sapremo<br />

assorbire<br />

tutta l’essenza del<br />

luogo che abbiamo visitato<br />

e torneremo a casa<br />

un po’ cambiati e sicuramente<br />

arricchiti.<br />

20 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 21


quando la realtà<br />

supera la leggenda<br />

di Maurizio Chionno<br />

C<br />

osì si potrebbe riassumere<br />

l’indagine svolta<br />

dal team GIAP Roma<br />

(Gruppo Investigativo<br />

Attività Paranormali) la notte del<br />

20 settembre 2014 nel castello di<br />

Monte Sant’Angelo, in provincia<br />

di Foggia<br />

Avevamo ricevuto, a proposito di<br />

questa struttura, numerose segnalazioni<br />

relative alla percezione<br />

di ombre fugaci, rumori improvvisi<br />

e sensazioni strane, non solo da<br />

parte di visitatori, ma anche dal<br />

personale del castello. Abbiamo<br />

quindi deciso di andare a vedere,<br />

per cercare di far luce su queste<br />

presunte anomalie.<br />

Armati della strumentazione appropriata<br />

(Termocamera, videocamere<br />

IR e fullspectrum, sensori<br />

di movimento, registratori digitali<br />

e tanto altro) veniamo subito introdotti<br />

nei misteri che circonda-<br />

22 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 23


no questa fortezza dal responsabile<br />

di EcoGargano e guida del<br />

castello, Giuseppe Palumbo,<br />

che ci parla della presunta<br />

morte di Bianca Lancia, che<br />

sarebbe precipitata dalle<br />

mura di cinta.<br />

Tale leggenda in realtà<br />

non trova fondamento,<br />

chiarisce Giuseppe Palumbo,<br />

in quanto Bianca,<br />

che sarebbe stata<br />

l’amante prediletta di<br />

Federico II e avrebbe<br />

abitato il castello, dov’è<br />

persino una stanza a lei<br />

dedicata, la cosiddetta<br />

“Stanza del tesoro”,<br />

in realtà passò l’ultimo<br />

periodo della sua vita<br />

da detenuta nel castello<br />

di Gioia del Colle, dove<br />

più probabilmente morì.<br />

Chiarito il particolare<br />

sul luogo della morte<br />

di Bianca Lancia, iniziamo<br />

l’indagine cercando<br />

di capire se qualcosa di<br />

paranormale è comunque<br />

presente all’interno<br />

del maniero.<br />

Calato il buio iniziamo<br />

con il perlustrare<br />

il piazzale, cercando<br />

di registrare qualche<br />

prima anomalia, ma è<br />

all’interno che abbiamo<br />

maggiore fortuna.<br />

Si inizia con una voce<br />

registrata in una saletta<br />

sotto la “Sala del<br />

tesoro”: stimolata dalle<br />

domande incalzanti di<br />

un membro del team, sembra rispondere<br />

con un “MAI”. Successivamente<br />

l’attenzione si sposta<br />

in altre zone sovrastanti dove il<br />

gruppo si divide per cercare<br />

di ottenere più rilevamenti<br />

possibile. E’ in questo momento<br />

che viene catturata<br />

un’immagine che sembrerebbe<br />

la sagoma di un<br />

uomo incappucciato.<br />

Il gruppo decide di riunirsi<br />

e proseguire, concentrando<br />

l’attenzione sulla Sala<br />

del tesoro, anche perchè<br />

più di una volta è sembrato<br />

di sentire dei passi provenire<br />

proprio da quella<br />

sala, in quel momento<br />

vuota.<br />

Qui succede qualcosa di<br />

veramente strano a Daniel,<br />

uno dei ricercatori,<br />

che sente un forte ed<br />

improvviso calore pervadergli<br />

il collo salendo fino<br />

all’orecchio. Cerchiamo di<br />

capire cosa sia successo<br />

e scopriamo che sul collo<br />

del malcapitato sono<br />

comparsi segni evidenti<br />

di graffi con uno spiccato<br />

arrossamento del collo e<br />

dell’orecchio.<br />

La cosa più rilevante è il<br />

fatto che Daniel pochi<br />

minuti prima si è sentito<br />

tirare l’orlo dei pantaloni<br />

ed un suo collega, che gli<br />

era di fronte, è riuscito<br />

a scattare un immagine<br />

termica che mostra una<br />

figura intera chiaramen-<br />

24 • Orizzonte Magazine


Studio Vangi<br />

commercialisti in Modugno<br />

via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />

www.studiovangi.it<br />

Orizzonte Magazine • 25


te distinguibile dietro Daniel che<br />

invece era solo, come abbiamo<br />

potuto vedere tutti, guida compresa.<br />

A questo punto si cerca di capire<br />

cosa stia succedendo e le domande<br />

proposte all’entità diventano<br />

sempre più mirate.<br />

Se ne ricavano ancora risposte.<br />

Una voce femminile sembra dire<br />

“VICINO”, poi un fischio invade il<br />

castello: proviene da un’apparecchiatura<br />

completamente staccato<br />

da fonti di corrente e che, a<br />

detta della guida, non funzionava<br />

da mesi ma che, stranamente ed<br />

inspiegabilmente, ha iniziato a farsi<br />

sentire proprio mentre il team<br />

chiedeva segnali più forti e concreti.<br />

Un’ultima anomalia è stata la percezione<br />

nelle celle di un respiro,<br />

quasi un sospiro emesso da una<br />

presenza stanca e debole, e tuttavia<br />

abbastanza forte da far suonare<br />

il rilevatore di movimento<br />

proprio mentre un ricercatore<br />

cercava di convincere l’eventuale<br />

presenza ad avvicinarsi alla strumentazione.<br />

L’indagine si conclude qui. La leggenda<br />

parla di una dama vestita<br />

di bianco che si aggirerebbe nel<br />

castello; pur non essendosi fatta<br />

vedere, le prove documentate e<br />

le sensazioni provate non lasciano<br />

dubbi sul fatto che il castello abbia<br />

molto da offrire, soprattutto<br />

se si vuole passare una notte “in<br />

compagnia”.<br />

E’ pssibile trovare tutto questo, e<br />

molto altro, andando sulla pagina<br />

www.giaproma.it, dove i ricercatoi<br />

del gruppo archiviano tutto il materiale<br />

ricavato, fedeli al loro slogan<br />

di ricercare, documentare e<br />

condividere.<br />

Il link del video :<br />

https://www.youtube.com/<br />

watch?v=4-GAdSabHjI<br />

sito internet:<br />

www.giaproma.it<br />

canale youtube:<br />

https://www.youtube.com/<br />

user/giapromatv<br />

26 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 27


immagini e suoni<br />

nella casa di trani<br />

di Donato Raspatelli<br />

T<br />

empo fa lessi in un<br />

libro che le coincidenze<br />

non esistono e<br />

per molto tempo ho<br />

ripensato a questa cosa cercando<br />

di trovarne un nesso con la mia<br />

vita, alle volte facendo mio questo<br />

pensiero e non saprei trovare<br />

altro nesso con quello che è successo<br />

nell’indagine svolta a Trani<br />

in un’abitazione privata lo scorso<br />

settembre.<br />

Parlo di coincidenze, perchè cio’<br />

che è avvenuto ci ha visti protagonisti<br />

di una serie di avvenimenti<br />

davvero troppo evidenti per poter<br />

essere solo un accadimento<br />

estemporaneo.<br />

In una calda giornata di settembre<br />

veniamo contattati da una<br />

famiglia tranese: in casa loro si<br />

susseguono fenomeni paranormali<br />

e loro pensano di conoscere<br />

l’entità che fa loro visita di notte .<br />

Da circa un anno i componenti di<br />

questa famiglia asseriscono di ricevere<br />

la visita di un giovane amico<br />

di famiglia al quale erano particolarmente<br />

legati, tragicamente<br />

scomparso troppo presto in un<br />

incidente stradale.<br />

La signora lo vede triste sul suo<br />

letto, una figura evanescente, un<br />

alone avvolto in una luce sfocata, .<br />

Accettiamo d’interessarci al caso<br />

e ci rechiamo da loro per l’indagine.<br />

Come di consueto piazziamo<br />

l’attrezzatura: videocamere<br />

infrarossi, full-spectrum, registratori<br />

audio, k2 e termocamera,<br />

ma non abiamo neanche iniziato<br />

che già qualcosa attira la nostra<br />

attenzione: il k2 inizia a segnalare<br />

anomalie lungo tutto il corridoio.<br />

Decidiamo di non dar peso alla<br />

cosa e procediamo con le sessioni<br />

evp; ci rechiamo in camera da<br />

letto e iniziamo le registrazioni.<br />

L’indagine procede senza anomalie,<br />

tutto come in una normale<br />

abitazione abitata da una famiglia<br />

normale. Ad un tratto le luci del<br />

28 • Orizzonte Magazine


k2 si accendono,<br />

improvvisamente,<br />

come se qualcuno,<br />

o qualcosa,<br />

stesse tentando di<br />

interagire con noi.<br />

Poniamo le nostre<br />

domande: “se sei il<br />

ragazzo che conosceva<br />

questa famiglia<br />

vuoi provare ad accendere<br />

l’attrezzo che<br />

abbiano in mano?”<br />

La risposta giunge inequivocabile<br />

attraverso<br />

le luci del k2 che si accendono.<br />

Poniamo un’altra domanda:<br />

“sei morto in un incidente?” In<br />

risposta le luci del k2 si accendono<br />

ancora. Continuiamo: “sei<br />

legato a questa famiglia?“ Nuovamente<br />

attraverso il k2 ci giunge<br />

una risposta affermativa.<br />

L’indagine continua, senza però<br />

registrare altri accadimenti degni<br />

di nota; l’entità, o presunta tale,<br />

sembra adesso piuttosto infastidita<br />

dalla nostra presenza, non<br />

vuole più interagire con noi e<br />

risponde positivamente quando<br />

gli chiediamo se lo stiamo infastidendo.<br />

Infine, dopo altre sessioni<br />

di EVP senza alcuna risposta, decidiamo<br />

di concludere la sessione<br />

d’indagine.<br />

Ma come accennavo all’inizio di<br />

questo racconto, le coincidenze<br />

non esistono.<br />

Il giorno dopo iniziamo l’analisi dei<br />

dati; dopo qualche ora ricevo la telefonata<br />

di Giandomenico: ha trovato<br />

qualcosa di strano in uno dei<br />

video<br />

girati in<br />

c a m e r a<br />

da letto.<br />

Sul letto matrimoniale<br />

(ma<br />

non era quello il<br />

posto dove la padrona<br />

di casa vedeva<br />

una figura evanescente?)<br />

compare un’ombra<br />

avvolta da un’inspiegabile<br />

alone evanescente.<br />

Siamo sorpresi; decidiamo<br />

di consultarci con qualche<br />

esperto e sottoponiamo il video<br />

prima ad Angelo Ferri, fotografo<br />

professionista, e poi ad<br />

un esperto in effetti speciale di<br />

Cinecittà. La risposta è la stessa:<br />

non si tratta di un riflesso ne di<br />

un’aberrazione della lente, sembrerebbe<br />

un’anomalia.<br />

Alla stranezza della circostanza<br />

se ne aggiunge un’altra quando<br />

riascolto l’audio delle registrazioni:<br />

alla nostra domanda “da<br />

quanto tempo sei qui?“ si sente<br />

distintamente una voce rispondere<br />

“Un anno”.<br />

Probabilmente il fatto di aver<br />

ripreso un’immagine là dove la<br />

signora dice di avrla vista è solo<br />

una coincidenza, ma<br />

forse no, e in questo<br />

caso la ripresa conferma<br />

l’ipotesi sulla quale<br />

si basano le nostre<br />

ricerche: che qualcosa<br />

esiste oltre i nostri sensi ed<br />

è rilevabile con le nostre apparecchiature.<br />

Certo, tutta l’attività che andiamo<br />

svolgendo si basa su ipotesi,<br />

non c’è niente di scientificamente<br />

accertato, almeno fino a questo<br />

momento, ma delle risultanze ci<br />

sono, ed io non credo alle coincidenze.<br />

Orizzonte Magazine • 29


dalla dea madre alla<br />

vergine maria<br />

l’uomo verso la conoscenza suprema.<br />

“Sophia” è la saggezza creatrice<br />

che forma la Sacra Trinità<br />

familiare Padre-Figlio-Madre, ma<br />

la Madre, nella religione cristiana<br />

degli albori, viene privata del suo<br />

connotato femminile per divenire<br />

“neutro” pneuma, cioè lo Spirito<br />

Santo.<br />

L’apice della negazione del ruolo<br />

del femminile (Dea Madre)<br />

si ebbe con l’eresia ariana. Ario<br />

rifiutava la natura divina di Gesù<br />

considerandolo un semplice profeta,<br />

di conseguenza rifiutava anche<br />

il ruolo dello Spirito Santo e<br />

di Maria. La reazione della Chiesa<br />

Romana alla concezione ariana fu<br />

netta, a causa di una cultura fortemente<br />

radicata in idee molto più<br />

antiche del cristianesimo come<br />

il Mitraismo, il culto di Cibele e<br />

quello della Dea Madre, presente<br />

anche nella dottrina gnostica.<br />

Non per caso il femminile ritorna<br />

a Efeso, in terra gnostica, con una<br />

concezione del ruolo di Maria che<br />

si presta a forti parallelismi con il<br />

concetto archetipico e onnipredi<br />

Gandolfo Dominici<br />

U<br />

na delle caratteristiche<br />

essenziali del<br />

cattolicesimo odierno<br />

è il culto della<br />

Vergine Maria. Esso è anche uno<br />

dei principali motivi di disaccordo<br />

teologico con le chiese protestanti,<br />

insieme al culto dei santi.<br />

La differenza, su cui in questa<br />

sede non ci dilungheremo, è di<br />

carattere filosofico-teologico e si<br />

riassume in una domanda: “Può<br />

l’uomo arrivare a Dio da solo o ha<br />

necessità di entità mediatrici che<br />

intercedano per lui e gli indichino la<br />

direzione del percorso?”<br />

A tale domanda ognuno può fornire<br />

la sua risposta, ma vediamo<br />

di capire il motivo storico di questa<br />

differenza.<br />

Da dove origina nella religione<br />

cattolica “romana” il culto della<br />

Vergine Madre di Dio? Tale concetto<br />

fu proclamato ufficialmente<br />

dalla Chiesa Cattolica con il<br />

Concilio di Efeso nel 431 d.C. ed<br />

è importante specificare che l'incarnazione<br />

di Gesù è cosa diversa<br />

dalla semplice manifestazione del<br />

divino in forma umana comune<br />

alla mitologia di molte religioni<br />

pagane o dal concetto di “avatar”<br />

della religione induista. Nel primo<br />

caso si tratta di “apparizioni”<br />

temporanee, nella religione induista<br />

si tratta invece di discesa del<br />

divino nel mondo umano.<br />

Il Cristo è qualcosa di diverso; non<br />

è Dio che scende in terra (come<br />

l’avatar) ma una sua emanazione<br />

(il Figlio) che si realizza sia sul piano<br />

spirituale che su quello materiale<br />

ed è perciò fatta di carne e<br />

sangue. Tale concetto rispecchia<br />

dunque la mentalità storico-materialista<br />

dei romani piuttosto che<br />

quella degli ellenici. Non a caso di<br />

tale concetto non si trova traccia<br />

nel primo cristianesimo fondato<br />

da San Paolo (greco) ma appare<br />

solo successivamente, a seguito<br />

della “romanizzazione” della religione<br />

cristiana.<br />

Il Dio incarnato trova alcuni fondamenti<br />

nell’importanza data al<br />

“femminino” nella dottrina gnostica,<br />

in cui è presente l’idea della<br />

“Dea Madre” in grado di guidare<br />

30 • Orizzonte Magazine


Nella foto:<br />

La Venere di<br />

Willendorf<br />

(24000 a.C. circa)<br />

e la Madonna<br />

col bambino,<br />

di Michelangelo<br />

Buonarroti.<br />

Orizzonte Magazine • 31


Foto sotto:<br />

Mitra accanto al dio Sole; in basso<br />

i suoi due assistenti Cautes e Cautopates.<br />

(Bassorilievo conservato al<br />

Museo del Luovre)<br />

sente di Dea Madre di tutti gli uomini,<br />

che trova la sua espressione<br />

nei culti mariani odierni.<br />

Prima di Gesù anche Mitra e Horus<br />

nascevano il 25 Dicembre<br />

da madre vergine. La religione<br />

mitraica ebbe un forte influsso<br />

sulla religione cattolica romana<br />

e le due religioni convissero per<br />

circa due secoli, competendo fra<br />

loro per divenire religione ufficiale<br />

dell’Impero. La religione tradizionale<br />

romana era infatti ormai<br />

decaduta dal punto di vista spirituale,<br />

e ridotta alla mera veste<br />

rituale e celebrativa il cui significato<br />

spirituale era stato dimenticato.<br />

Per colmare tale vuoto altre<br />

religioni si contesero il primato,<br />

fino a quando la competizione<br />

si risolse con il sincretismo delle<br />

dottrine mitraiche e del culto di<br />

Cibele nel cristianesimo.<br />

Il personaggio di Mitra ha moltissime<br />

analogie con quello di Gesù:<br />

- era l’incarnazione del Sole;<br />

- nacque il 25 dicembre, giorno<br />

del Solstizio d’Inverno secondo<br />

i calendari dell’epoca;<br />

- alla sua nascita fu adorato dai<br />

pastori, che gli recarono in dono<br />

le primizie dei greggi e dei<br />

frutti della terra;<br />

- ascese in cielo, venne posto sul<br />

trono accanto al dio del Sole,<br />

divenne partecipe cioè della sua<br />

onnipotenza, e infine fu parte di<br />

una Trinità;<br />

- un giorno sarebbe tornato a<br />

risvegliare e a giudicare i morti;<br />

- era il demiurgo fra cielo e terra,<br />

fra Dio e l’umanità, il Redentore<br />

del mondo e il Salvatore;<br />

- era accostato all’immagine del<br />

gallo e delle chiavi, entrambi<br />

simboli del dio del Sole;<br />

- fece scaturire l’acqua dalla roccia<br />

come il miracolo della rupe<br />

di Mosè e il miracolo della fonte<br />

di S. Pietro;<br />

- fu assassinato dai suoi nemici<br />

che gli trapassarono il<br />

costato con una lancia;<br />

- resuscitò al terzo<br />

giorno;<br />

- il giorno consacrato<br />

al Dio Sole era il Dies<br />

Solis (ted. Sonntag; ingl.<br />

Sunday), celebrato<br />

in modo particolare<br />

nel culto di Mitra come<br />

primo giorno della<br />

settimana, e in seguito<br />

definito Il giorno<br />

del Signore (Dies dominica)<br />

dai cristiani.<br />

L’origine delle dottrine<br />

mariane nel cristianesimo<br />

deriva però molto<br />

probabilmente da un altro<br />

culto, anch’esso originario<br />

dell’Asia minore<br />

come quello di Mitra: il<br />

culto di Cibele, il terzo<br />

32 • Orizzonte Magazine


E’ uscito<br />

OURoboros n.4<br />

OUROBOROS<br />

Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />

é leggibile gratuitamente all’indirizzo:<br />

www.orizzontemagazine.it/ouroboros1<br />

Orizzonte Magazine • 33


grande competitor per la supremazia<br />

religiosa nell’Impero romano<br />

nei primi secoli dopo Cristo.<br />

Si era propagato a partire dalla<br />

Frigia (oggi Turchia), la stessa regione<br />

dove i primi cristiani, raccolti<br />

attorno a Giovanni e Paolo, iniziarono<br />

l’evangelizzazione dei “gentili”,<br />

e fra le due confessioni religiose<br />

fu subito conflitto, tanto che i<br />

primi cristiani rappresentavano<br />

la Dea madre Cibele, come una<br />

“prostituta coronata di torri” seduta<br />

sul mostro da lei addomesticato;<br />

questa immagine ritornerà successivamente<br />

nell’iconografia mariana<br />

come la Vergine che schiaccia la<br />

testa del serpente o la dama del<br />

liocorno che ne accoglie la testa<br />

sul grembo.<br />

La Dea Madre Cibele, era analoga<br />

all’Artemide greca, all’Ishtar<br />

babilonese, alla dea solare degli<br />

antichi sciti. Così ne parla l’Imperatore<br />

Giuliano Flavio nella sua<br />

“Orazione a Cibele”:<br />

“Chi è allora la Madre degli Dei? Lei<br />

è la sorgente degli Dei intellettuali e<br />

creativi, che a turno guidano gli dei<br />

visibili: lei è sia madre che sposa del<br />

mitico Zeus; venne per succedere<br />

ma anche per regnare insieme col<br />

grande Creatore; Lei ha il controllo<br />

di ogni forma di vita, e la Causa di<br />

tutte le generazioni; Lei porta facilmente<br />

alla perfezione tutte le cose<br />

che sono fatte. Senza dolore Lei<br />

porta alla nascita [...] Lei è la Vergine<br />

senza Madre, al fianco dello<br />

stesso Zeus, e in assoluta verità lei<br />

è Madre di tutti gli Dei [...]”.<br />

La Dea Madre non è la creatrice<br />

dell’universo, ma è mandata dal<br />

Dio Creatore per mettere all’opera<br />

l’energia universale ma potenze<br />

oscure avverse (il Nemico della<br />

tradizione ebraica o i Giganti della<br />

tradizione germanica) si accaniscono<br />

contro quest’opera compromettendola.<br />

Il mondo allora<br />

verrebbe distrutto senza l’opera<br />

salvifica di un’altra entità divina: il<br />

Figlio, che ha il compito di rinnovare<br />

l’armonia sconfiggendo il Nemico<br />

e rinnovando annualmente<br />

l’azione del Creatore.<br />

La Dea partorisce dunque un figlio,<br />

Attis, da Vergine cioè senza<br />

il dominio del maschio (la vergine<br />

non era colei che si asteneva<br />

dall’accoppiamento, ma colei che<br />

non era sottoposta all’uomo,<br />

dunque non aveva marito; la<br />

vergine nel senso odierno<br />

era chiamata invece “virgo<br />

intacta”). Il Figlio da adulto diviene<br />

l’amante della madre,<br />

ma quando Attis s’innamora<br />

della figlia<br />

del re Mida la madre<br />

gelosa si vendica<br />

e lo rende folle<br />

spingendolo ad evirarsi.<br />

Cibele seppellisce<br />

quindi i genitali<br />

del figlio-amante,<br />

che diviene così Dio<br />

della vegetazione,<br />

che ogni anno muore<br />

e resuscita.<br />

Il Figlio viene considerato<br />

amante<br />

della madre<br />

per sancire<br />

il ripetersi<br />

dell’unione<br />

con l’energia<br />

creatrice e al termine<br />

del ciclo<br />

annuale deve<br />

morire per rinascere<br />

con<br />

l’intera natura.<br />

La commemorazione<br />

della<br />

34 • Orizzonte Magazine


morte del Figlio corrisponde al<br />

“taurobolio”, la morte del Toro<br />

praticata nel culto di Cibele, il cui<br />

rituale consisteva nel fare ricevere<br />

ai fedeli il sangue del toro, in<br />

un vero e proprio battesimo di<br />

sangue. Il toro veniva poi evirato<br />

e i testicoli venivano uniti alle corna,<br />

trasportati nel tempio della<br />

Dea e deposti ai piedi dell’altare.<br />

Il taurobolio era anche presente<br />

nel mithraismo e rappresentava<br />

l’uccisione delle tenebre che portava<br />

alla rinascita del Sole e della<br />

natura; lo stesso principio che troviamo,<br />

in un’altra forma mitica, anche<br />

nei Misteri di Eleusi a proposito<br />

della dea Demetra, che scende<br />

negli inferi alla ricerca della figlia<br />

Kore-Persefone, prigioniera di<br />

Ade-Plutone. Un’altra corrispondenza<br />

è quella con Ishtar ed il suo<br />

figlio-amante Tammuz e<br />

ancora con Iside ed<br />

Osiride.<br />

La sanguinosa agonia<br />

di Attis è, per<br />

molti versi, analoga<br />

alla Passione cristiana.<br />

Tutto il mito è carico<br />

di significati esoterici<br />

e metafisici sul senso<br />

della vita e della rinascita<br />

dell’uomo. Attis è<br />

un modello archetipico<br />

dell’essere umano che,<br />

con la sua evoluzione<br />

personale e con l’aiuto<br />

della Madre-Spirito<br />

divino, si accinge alla<br />

rinascita iniziatica<br />

dopo la morte.<br />

La morte<br />

non è dunque la fine di tutto ma<br />

un “passaggio” attraverso il superamento<br />

della realtà visibile.<br />

La religione di Cibele è, come il<br />

cristianesimo, una religione salvifica,<br />

che estende la possibilità di<br />

risorgere a tutta l’umanità a prescindere<br />

dalla razza. Tale bisogno<br />

spirituale si era diffuso nei primi<br />

secoli dopo Cristo a causa dello<br />

svuotamento dei contenuti metafisici<br />

ed esoterici dei culti ufficiali<br />

dell’Impero.<br />

Cibele è la rappresentazione<br />

concreta dell’energia creatrice, il<br />

principio generatore che muove<br />

e trasforma il mondo, personificazione<br />

della creazione permanente<br />

che opera per avanzare<br />

dalla materia prima verso la Pietra<br />

Filosofale; in altre parole è il<br />

soffio che dà la vita, parte dell’eterna<br />

Trinità divina che al “neutro”<br />

verrà chiamata Spirito Santo.<br />

Siamo dunque di fronte a quello<br />

che Jung definirebbe un archetipo<br />

dell’inconscio collettivo o se si<br />

preferisce dell’inconscio esoterico<br />

che si manifesta con il perpetuarsi<br />

in tutte le culture, in tutti i tempi<br />

e in tutti i luoghi, dell’icona della<br />

Dea Madre Vergine del Sole<br />

Salvatore, che rinasce al Solstizio<br />

d’Inverno per portare la Luce al<br />

Mondo.<br />

Lei ha il controllo di<br />

ogni forma di vita,<br />

è la Causa di tutte<br />

le generazioni; Lei<br />

porta facilmente<br />

alla perfezione<br />

tutte le cose che<br />

sono fatte. Senza<br />

dolore Lei porta alla<br />

nascita...”<br />

Nella foto:<br />

Cibele in trono, seconda metà del<br />

III secolo d.C., Museo Archeologico<br />

Nazionale di Napoli.<br />

Orizzonte Magazine • 35


i grandi<br />

della fotografia<br />

Wynn Bullock<br />

di Angelo Ferri<br />

U<br />

n fotografo Americano degli inizi del 900,<br />

considerato uno dei maestri del realismo<br />

simbolico del XX secolo. Wynn Bullock,<br />

nasce il 18 aprile del 1902 a Chicago, nello<br />

stato dell’Illinois; in gioventù scopre la passione per il<br />

canto che lo spinge all’inizio degli anni venti, ad iscriversi<br />

alla Columbia University di New York come<br />

tenore, iniziando al contempo a cantare in un coro.<br />

Gli anni venti sono di grande importanza per Wynn<br />

Bullock: sposa Mary E. McCarty, dalla quale ha due<br />

36 • Orizzonte Magazine


figli, e compie numerosi in Europa,<br />

accompagnato dalla sua prima<br />

macchina fotografica, una Leica,<br />

che lo fanno innamorare perdutamente<br />

dell’arte.<br />

Nel 1930, tornato in America,<br />

si iscrive all’Università del West<br />

Virginia per studiare legge ma<br />

dopo un po’, tra il 1938-1940,<br />

cambia radicalmente le sue idee<br />

nei confronti degli studi e fa della<br />

sua passione per la fotografia un<br />

vero e proprio impegno, che lo<br />

porta ad iscriversi al Los Angeles<br />

Art Center.<br />

Bullock si orienta verso una concezione<br />

dell’immagine come ponte<br />

fra l’uomo e la realtà, ovvero la<br />

sua essenza più profonda, mentre<br />

la parola diviene invece un ostacolo,<br />

un impedimento nella comunicazione.<br />

Nel 1941 Bullock tiene una personale<br />

al Los Angeles County<br />

Museum, divorzia dalla moglie e<br />

intraprende la carriera di foto-


grafo commerciale (un’esigenza<br />

determinata dalla necessità di<br />

procurarsi il necessario sostentamento).<br />

Il suo primo committente<br />

è l’esercito americano, per<br />

il quale effettua fotografie delle<br />

industrie aeronautiche.<br />

Nel 1943, si sposa in seconde nozze<br />

con Edna J. Earle dalla quale ha<br />

due figli. Con la sua nuova famiglia<br />

viaggia per la California vendendo<br />

cartoline e continuando ad occuparsi<br />

d’immagini commerciali. Nel<br />

1946 si traferisce a Montery per<br />

dirigere uno studio fotografico e<br />

si dedica in particolar modo allo<br />

studio della solarizzazione.<br />

I suoi eccellenti lavori commerciali<br />

gli permettono di vincere numerosi<br />

premi. Nel 1948 incontra<br />

Edward Weston, che lo influenza<br />

nella riscoperta del realismo e<br />

della bellezza tonale. Acquista un<br />

Ansco 20 X 25 e inizia ad esplorare<br />

il mondo circostante con una<br />

nuova energia.<br />

Bullock intende la fotografia non<br />

tanto come progetto ma soprattutto<br />

come modalità di apprendere<br />

direttamente dalle cose. La sua<br />

arte visiva nasce dalla convinzione<br />

che la comunicazione visuale si fon-<br />

38 • Orizzonte Magazine


of Photography Internetional.<br />

Gli anni sessanta iniziano all’insegna<br />

dello studio della luce e del<br />

colore e per un breve periodo<br />

Wynn Bullock insegna in vari istituti,<br />

tenendo anche, fino al 1970<br />

diversi seminari.<br />

Nel 1970 decide d’intraprendere<br />

una nuova fase di ricerca creativa<br />

ma viene fermato da un tumore<br />

che ne provoca la morte nel 1975.<br />

di sul presupposto di una relazione<br />

tra il mondo interiore delle idee e il<br />

mondo esterno degli avvenimenti,<br />

implicando tanto l’abilità del fotografo<br />

nel rendere simbolicamente<br />

gli oggetti tridimensionali, quanto<br />

la coscienza dello spettatore nel riconoscere<br />

e reagire ai simboli che<br />

creano l’illusione.<br />

Le fotografie di Bullock sono una<br />

miscela geniale di inquietudine,<br />

enigma, realtà, onirico, ombre<br />

e luci. I temi si sovrappongono:<br />

morte, tempo, vita, luce, idee, creatività,<br />

solitudine ed emozioni. La<br />

luce in particolare, incisiva e dominante,<br />

è sempre protagonista nelle<br />

opere del fotografo americano.<br />

Come si può comprendere, la<br />

fotografia di Bullock è una fotografia<br />

fortemente simbolica, che<br />

intende mostrare la realtà mediandola<br />

attraverso immagini che<br />

ne colgano l’essenza. Le metafore<br />

sono il fulcro dell’arte fotografica<br />

di Bullock: mostrano il rapporto<br />

uomo-natura, uomo-tempo, vita<br />

e morte. Il tutto guidato dall’infallibile<br />

istinto dell’artista che credette<br />

fortemente nel predominio<br />

dello spirito creativo sul ragionamento.<br />

Negli anni cinquanta Bullock si<br />

dedica alla ricerca della sua visione,<br />

del suo pensiero. Partecipa<br />

alla mostra Family Man (organizzata<br />

da Steichen al MOMA) con<br />

due opere: “Child in the forest” e<br />

“Let there be light”. Realizza ancora<br />

lavori commerciali e free-lance<br />

ma la sua fama d’artista comincia<br />

rapidamente a diffondersi. Verso<br />

la fine degli anni 50 riceve uno dei<br />

suoi primi riconoscimenti al Salon<br />

Nelle fotografie<br />

esiste una verità<br />

profondamente<br />

paradossale. Gli oggetti<br />

possono essere<br />

fissati nel tempo<br />

dal punto di vista<br />

delle loro qualità<br />

specifiche, fisiche,<br />

esteriori, ma lo spirito<br />

può reagire a<br />

questi stessi oggetti<br />

come a degli avvenimenti<br />

che corrono<br />

nel tempo...”<br />

Orizzonte Magazine • 39


Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />

Orizzonte Magazine, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />

Le foto dovranno essere in formato jpeg e andranno inviate, senza watermark o scritte:<br />

alla casella e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />

corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />

antonio blanco<br />

ferdinando sapienza<br />

FRANCESCO PASCAZIO<br />

ANTONELLO DIANA<br />

Angelo Ferri<br />

40 • Orizzonte Magazine<br />

nello coppola


valentina pavone<br />

ferdinando sapienza<br />

Orizzonte Magazine • 41


42 • Orizzonte Magazine


spaghetti all’assassina<br />

Orizzonte Magazine • 43


Spaghetti<br />

all’assassina<br />

di Ornella Mirelli<br />

Q<br />

uella degli Spaghetti<br />

all’Assassina è una<br />

storia controversa:<br />

generalmente<br />

la loro origine è considerata caratteristicamente<br />

barese, tuttavia<br />

ogni tanto emergono notizie che<br />

danno da pensare. Una di queste<br />

è in un articolo di Ennio Flajano<br />

che, nel 1972 pubblica sul periodico<br />

capitolino Welcome in Rome<br />

il diario immaginario di una famiglia<br />

di turisti americani in visita a<br />

Roma: “A sera siamo andati a cena<br />

in Trastevere, all’aperto, come usano<br />

i romani, i quali imbandiscono<br />

mense non solo sui marciapiedi, ma<br />

sulle stesse strade. Se si toglie che<br />

non abbiamo potuto scambiarci<br />

una parola per il rumore delle motociclette<br />

che ci sfioravano, e che<br />

abbiamo dovuto comprare vari fiori<br />

e dare tips a sette suonatori che<br />

si sono alternati al nostro tavolo, la<br />

serata è passata bene. Il cibo non<br />

era buono ma caratteristico. Ho<br />

mangiato spaghetti all’assassina e<br />

pollo carcerato.”<br />

Non sappiamo come quegli spaghetti<br />

fossero preparati; sicuramente<br />

l’appellativo “all’assassina”<br />

si riferisce all’abbondante peperoncino,<br />

tuttavia non ci è dato conoscere<br />

la paternità della ricetta<br />

né la regione d’origine.<br />

Tornando agli Spaghetti all’Assassina<br />

baresi, va detto che circa<br />

la loro origine esistono scuole<br />

di pensiero diverse. Ce n’è una,<br />

molto accreditata, che attribuisce<br />

questa ricetta alla necessità, tipica<br />

dei tempi andati, di non sprecare<br />

il cibo, riciclando ogni avanzo attraverso<br />

accorti espedienti, partoriti<br />

dalla fantasia e dalla sapienza<br />

culinaria delle nostre nonne.<br />

Orbene, le ristrettezze di una<br />

volta riservavano la carne esclusivamente<br />

al pranzo domenicale,<br />

quando andava bene. La domenica<br />

era il giorno del ragù, spesso<br />

sovrabbonante, e si vuole che la<br />

pasta che avanzava venisse consumata<br />

il giorno seguente, dopo<br />

essere stata passata in padella<br />

con qualche pomodorino e peperoncino<br />

piccante.<br />

A questa ricostruzione, tuttavia, se<br />

ne oppone un’altra, che pure si rifà<br />

al riciclo ma del sugo domenicale,<br />

non della pasta; anche perché nel<br />

barese la pasta avanzata si consuma<br />

preparado gustose frittate.<br />

E poi non è detto che il ragù<br />

della domenica condisse esclusivamente<br />

spaghetti, anzi spesso<br />

si preparavano le orecchiette, gli<br />

strascinati, la pasta fatta in casa<br />

insomma, che con l’Assassina<br />

niente ha a che vedere.<br />

Le opinioni sono diverse, quindi, e<br />

non è facile, ma neanche impor-<br />

44 • Orizzonte Magazine


tante, stabilire chi abbia ragione.<br />

Gli Spaghetti all’Assassina sono una<br />

golosità da buongustai, tanto che<br />

a Bari è sorta addirittura un’Accademia<br />

dell’Assassina, composta da<br />

giudici esigentissimi, croce e delizia<br />

dei ristoratori della città.<br />

Naturalmente anche sulla ricetta<br />

ci sono divergenze, talvolta anche<br />

sostanziali: c’è chi, come il<br />

Presidente dell’Accademia, Massimo<br />

Dell’Erba, “risotta” gli spa-<br />

ghetti con un brodo preparato<br />

ad hoc, e chi, come lo chéf Sergio<br />

Cantatore, aggiunge ricotta<br />

forte e pomodorini. Unica rigorosa<br />

certezza è l’uso della padella<br />

di ferro, che oltre a permettere<br />

un’adeguata cottura della pasta,<br />

dà alla pietanza il suo caratteristico<br />

gusto.<br />

Di seguito riporto la mia ricetta<br />

di famiglia e quella del Presidente<br />

dell’Accademia, Massimo Dell’Erba.<br />

Continua la collaborazione<br />

di Orizzonte Magazine con<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

Orizzonte Magazine • 45


Spaghetti all’Assassina<br />

Ingredienti:<br />

Spaghetti<br />

sugo di pomodoro già cotto e ristretto<br />

(meglio se ragù alla barese)<br />

poco olio extravergine<br />

1 spicchio di aglio<br />

peperoncino a gusto personale (il<br />

piatto deve comunque essere piccante)<br />

Calare la quantità di spaghetti desiderata<br />

in abbondate acqua leggermente<br />

salata, e attendere pochi<br />

minuti affinchè si ammorbidiscano,<br />

quindi scolarli bene con una pinza,<br />

tenendo da parte, al caldo, l’acqua<br />

di cottura; condirli subito con un<br />

mestolo di sugo e mescolarli.<br />

Nel frattempo in una larga padella<br />

di ferro avrete già fatto scaldare<br />

a fuoco vivo l’olio con l’aglio e<br />

il peperoncino sminuzzato. A doratura<br />

togliete lo spicchio di aglio<br />

e mettete in padella gli spaghetti<br />

già pazialmente conditi. A questo<br />

punto comincia la fase delicata...<br />

Allargate al centro gli spaghetti<br />

usando una spatola di legno. Nel<br />

vuoto creatosi ponete ora un<br />

mestolo di sugo diluendolo contemporaneamente<br />

con poca acqua<br />

di cottura della pasta e, senza<br />

mescolare ma con un movimento<br />

circolare, dai bordi della padella<br />

spingete la pasta verso il centro.<br />

Allargate di nuovo al centro, aggiungete<br />

il sugo e ripetete velocemente<br />

la stessa operazione. La<br />

pasta va toccata il meno possibile<br />

perché deve assorbire il condimento<br />

cuocendosi a fuoco vivace.<br />

Non va saltata né rimestata, ma<br />

quasi accarezzata in senso circolare<br />

con la spatola di legno. Quando,<br />

a occhio, vi sembrerà quasi a<br />

cottura ultimata - se non ne siete<br />

certi assaggiatela - aggiungete un<br />

mestolino di sugo non diluito, alzate<br />

la fiamma al massimo e lasciate<br />

abbrustolire per qualche minuto<br />

senza mescolare oltre, quindi portate<br />

in tavola e servite subito.<br />

Ricetta del Presidente Dell’Erba<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

400 gr. di spaghetti<br />

150 gr di passata di pomodoro<br />

Concentrato di pomodoro<br />

Olio, Aglio, Peperoncino, Sale, Zucchero<br />

Nella padella, RIGOROSAMEN-<br />

TE IN FERRO e già trattata per<br />

l’uso, mettere circa 150 cc di olio,<br />

tre spicchi d’aglio (senza anima)<br />

e peperoncino secondo il gradimento<br />

dei commensali. Io ne<br />

metto circa due interi e un po’ di<br />

tritato. A fiamma vivace far colorire<br />

bene l’aglio e quindi versare<br />

la passata di pomodoro. Schizzerà<br />

dappertutto, va bene, ma l’assassina<br />

val bene la causa.<br />

Se lo ritenete, aggiungete una<br />

punta di zucchero per correggere<br />

l’acidità del pomodoro.<br />

Distribuite con un cucchiaio di legno<br />

la passata su tutta la padella<br />

e quindi mettete direttamente in<br />

padella A CRUDO gli spaghetti,<br />

46 • Orizzonte Magazine


Nata nel 2013 da un gruppo di cinque amici amanti di questo piatto importante della tradizione culinaria<br />

barese, oggi conta più di 300 associati. il Presidente Massimo Dell’Erba è affiancato dai suoi più stretti<br />

amici con i quali condivide questa esperienza tra i quali si annoverano i nomi di Nicola Pintucci, Gianvito<br />

Spizzico, Mimmo Magistro, Mimmo Trizio, Ettore Bucciero, Vincenzo Izzo, Bartolo Centrone, Nicola Di<br />

Candia, Angelo Michele Nardelli, Carlo Sinisi, Mimmo Mallardi, Vito Insalata, Rino Desiante, Oscar Clemente,<br />

Vito Maffei, Eligio Mayer, Leonardo Cisaria, Nino Frezza, Roberto Cantarone, ai quali ultimamente<br />

si sono aggiunti anche Nicola Lerario, Alberto Melica e altri.<br />

L’Accademia dell’Assassina non ha una sede propria; è itinerante attraverso i ristoranti di bari e provincia<br />

ed ha come scopo unico la degustazione degli spaghetti all’assassina che nella tradizione della cucina barese<br />

era solita prepararsi il lunedì usando il ragù avanzato la domenica precedente, sempre accompagnato da vino<br />

prodotto da cantine pugliesi quali Polvanera, Agricole Vallone, Cantine Due Palme, Taurino e altre.<br />

Le vicende dell’Accademia dell’Assassina possono essere seguite entrando a far parte dell’omonimo<br />

gruppo facebook e....buoni spaghetti a tutti!!!!!<br />

Orizzonte Magazine • 47


magari spezzati in due se no diventano<br />

ingestibili.<br />

Con perizia e maestria dovete<br />

cominciare a girare con cura gli<br />

spaghetti lasciando che comincino<br />

ad attaccarsi un po’ al fondo<br />

della padella, rapidamente portando<br />

sù quelli che iniziano ad<br />

attaccarsi. Usate una spatola di<br />

legno che funge meglio allo scopo<br />

rispetto al cucchiaio.<br />

A parte avrete preparato e portato<br />

ad ebollizione un brodo<br />

composto di acqua, abbondante<br />

concentrato di pomodoro e sale.<br />

Deve essere rosso vivo e saporito.<br />

Versate in padella un mestolo di<br />

media grandezza di brodo sugli<br />

spaghetti e continuate a girare gli<br />

stessi. Appena il brodo comincia<br />

a sobbollire lasciatelo consumare<br />

(adesso senza girare gli spaghetti)<br />

e “ascoltate” l’avvio della cottura.<br />

Quando sentirete di nuovo “sfriggere”,<br />

con la solita spatola in legno<br />

staccate gli spaghetti che si sono<br />

attaccati al fondo e portate, come<br />

fatto prima, gli spaghetti che cominciano<br />

a bruciacchiare sopra e<br />

quelli meno cotti sul fondo.<br />

Versate un altro mestolo di brodo<br />

e continuate così, come se<br />

steste preparando un risotto ma<br />

senza girare continuamente, un<br />

mestolo dopo l’altro con le dovute<br />

interruzioni per ascoltare lo<br />

sfriggere dell’olio.<br />

Lo spaghetto da rigido che era<br />

comincerà a piegarsi, ad assumere<br />

forme sinuose in padella, ad<br />

accovacciarsi su se stesso. Non ne<br />

abbiate pietà continuate a trattarlo<br />

come vi ho detto e dopo otto<br />

- nove minuti di trattamento,<br />

quando l’equilibrio dei colori virerà<br />

verso il rosso bruno con sparute<br />

presenze di marrone dovuto<br />

agli spaghetti che non ne vogliono<br />

sapere di staccarsi da fondo,<br />

allora finalmente assaggiate, per<br />

valutare il grado di cottura.<br />

Nella cottura direttamente in padella<br />

non vi aspettate di avere lo<br />

stesso grado di consistenza dello<br />

spaghetto cotto in acqua e sale.<br />

Lo spaghetto deve risultare più<br />

calloso, più invitante sotto i denti,<br />

ma solo quelli bruciacchiati devono<br />

“crocchiare”.<br />

Il grado di cottura e di bruciato<br />

quindi lo decidete voi. Dovete<br />

avere occhio e gusto.<br />

Quando avrete deciso che secondo<br />

voi l’Assassina è pronta allora<br />

servite, portando direttamente a<br />

tavola la padella.<br />

L’Assassina, ricordate, è una teoria<br />

piuttosto che un semplice piatto.<br />

Appare di una semplicità disarmante<br />

ma ha bisogno di attenzione,<br />

cura e distacco.<br />

Nella foto:<br />

Un incontro conviviale degli Accademici<br />

dell’Assassina.<br />

48 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 49


il riso alla pilota<br />

di Fabrizio Capra<br />

I<br />

l nome curioso di questo<br />

piatto tipico del<br />

mantovano, già servito<br />

alla corte dei Gonzaga,<br />

ha origine dal nome dialettale<br />

dei braccianti delle riserie: in casteldariese<br />

infatti le riserie sono<br />

dette “pile” e i “piloti” o “pilarini”<br />

erano appunto coloro che vi<br />

operavano. Poiché il lavoro nelle<br />

“pile” si svolgeva in modo continuato<br />

vicino a un grande mortaio,<br />

dove il riso veniva separato dalle<br />

glume per mezzo di una sorta di<br />

pestello meccanico manovrato<br />

a mano, non c’era molto tempo<br />

da dedicare alla preparazione del<br />

pranzo e la tecnica utilizzata permetteva<br />

di cuocere il riso senza<br />

che fosse necessario seguirne la<br />

cottura. Ancora oggi, come un<br />

tempo, al termine della cottura il<br />

riso, rigorosamente il Vialone Nano<br />

Mantovano, viene condito con<br />

il “pistume”: un condimento tipico<br />

di Castel d’Ario consistente in<br />

una sorta di mescola macinata di<br />

tagli nobili del suino nel rispetto<br />

della pasta del tradizionale salame<br />

mantovano.<br />

Castel d’Ario è un’antica roccaforte<br />

che conserva inalterato l’originario<br />

impianto urbanistico ed<br />

è noto per essere il paese natale<br />

di Tazio Nuvolari, il celebre pilota<br />

automobilistico. Anticamente si<br />

50 • Orizzonte Magazine


chiamava Castellaro ma il nome<br />

fu cambiato nella seconda metà<br />

del XIX secolo, in quanto ritenuto<br />

troppo comune e confondibile<br />

con altri villaggi omonimi o assonanti.<br />

Fu il sindaco Luigi Boldrini,<br />

amico di Giosuè Carducci, che<br />

chiese al poeta di trovare una<br />

nuova e più esclusiva denominazione.<br />

Riferendosi al castello di<br />

epoca romana che la leggenda<br />

voleva essere stato fondato dal<br />

centurione Dario o Ario, Carducci<br />

confezionò il nome di Castel<br />

d’Ario.<br />

Ingredienti (per 8/10 persone):<br />

1 Kg di riso vialone Nano<br />

Mantovano.<br />

1 Kg di pistume.<br />

1,1 / 1,2 l di acqua.<br />

80 g. di burro.<br />

80-100 g. di grana padana. o<br />

parmigiano reggiano grattuggiato.<br />

sale grosso da cucina q.b.<br />

a discrezione tre rametti di rosmarino.<br />

Stemperare il “pisto” in una teglia<br />

antiaderente con olio e un goccio<br />

d’acqua, un bicchiere di vino bianco,<br />

a discrezione i rametti legati<br />

di rosmarino, che poi asporterete,<br />

passandolo con abbondante<br />

burro per circa 15 minuti.<br />

Portare a bollore in una pentola<br />

un quantitativo d’acqua, salata,<br />

pari ad una volta e mezzo il peso<br />

del riso.<br />

Versare il riso nell’acqua, al centro<br />

della pentola, formando una<br />

specie di cono e, appena l’acqua<br />

riprende il bollore, mescolare e<br />

lasciare cuocere a fuoco vivace<br />

per 8 minuti rimescolando con<br />

scarsa frequenza.<br />

Portare il fuoco al minimo e mescolare<br />

ancora per 12 minuti, agitando<br />

velocemente ogni 4 minuti.<br />

Spegnere il fuoco, aggiungere<br />

mescolando il “pisto” ben caldo,<br />

richiudere il recipiente con un canovaccio<br />

e col coperchio, e lasciar<br />

riposare per altri 7/8 minuti.<br />

Terminato questo periodo avrete<br />

un risotto asciutto, ben sgranato,<br />

al dente, da servire con Grana<br />

Padano o Parmiggiano Reggiano<br />

grattugiato.<br />

Facoltativa è l’aggiunta di “puntel”<br />

di costina, braciola, salamella,<br />

pancetta di suino, cotti in teglia o<br />

alla griglia.<br />

Orizzonte Magazine • 51


lo<br />

sapevate<br />

che<br />

BUNIAS ERUCAGO<br />

(Navone selvatico)<br />

pianta spontanea<br />

Nome SCENTIFICO:<br />

ERUCAGO CAMPESTRIS<br />

pianta comune in tutta<br />

l’europa centro meridionale<br />

di Angelo Ferri<br />

Il navone selvatico comune è una<br />

1.<br />

pianta annua a distribuzione euro<br />

mediterraneo-settentrionale,<br />

presente in tutte le regioni d’Italia<br />

(da molto tempo non più<br />

rinvenuta in Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige),<br />

ma più comune nelle regioni meridionali. È rarissima<br />

nel territorio euganeo: ne è stata osservata<br />

una sola popolazione sulle colline sopra Passo<br />

Roverello, tra Faedo e Galzignano. Cresce in ruderi,<br />

incolti erbosi e colture sarchiate, al di sotto<br />

della fascia montana inferiore (ma al Sud anche<br />

molto più in alto). Le foglie basali, raccolte durante<br />

l’inverno prima della comparsa dello scapo fiorale,<br />

si mangiano sia lesse che crude in insalata. Il nome<br />

generico forse deriva dal greco ‘bounias’, che<br />

indicava una specie di rapa pelosa, o da ‘buonòs’<br />

(collina), quello specifico allude alla somiglianza con<br />

la rucola (Eruca). Forma biologica: terofita scaposa.<br />

Periodo di fioritura: marzo-luglio.<br />

52 • Orizzonte Magazine


Pianta erbacea annuale alta fino a<br />

80 cm e provvista di una leggera<br />

peluria. E caratterizzata da una rosetta<br />

di foglie basali (che compare<br />

all’inizio dell’inverno) pennatosette,<br />

con lembo profondamente inciso in lobi triangolari a<br />

margine irregolarmente dentato. All’inizio della primavera,<br />

dal centro della rosetta si sviluppa un fusto eretto,<br />

ramoso in alto, con foglie oblungo-spatolate aventi il<br />

margine disordinatamente dentato. I fiori sono piccoli,<br />

tetrameri, con petali di colore giallo. I frutti sono piccole<br />

siliquette, lunghe circa 1 cm, con un becco centrale a<br />

4 ali laterali irregolarmente dentate. Durante la maturazione<br />

dei frutti le foglie basali iniziano a disseccarsi e<br />

successivamente scompaiono.<br />

2. 5.<br />

Nella cucina delle regioni italiane<br />

3.<br />

si utilizzano quasi esclusivamente<br />

le foglie e gli steli, se giovani, consumati<br />

crudi o cotti. In qualche<br />

località anche come medicinale<br />

con funzioni depurative, nonostante le scarse tradizioni<br />

popolari e forse più per la somiglianza con altre<br />

“erbe amare”. Cotto si consuma, da solo o con altre<br />

erbe, variamente insaporito o anche semplicemente<br />

con sale e olio. Vagamente aromatico e scarsamente<br />

amaro, il sapore ricorda vagamente quello del cavolo,<br />

viene servito asciutto o in minestre, con fagioli e<br />

altri legumi. L’uso di mangiarlo anche crudo come<br />

insalata, è riportato per alcune regioni italiane.<br />

Alcuni autori riportano una nota<br />

minestra di riso e barland con<br />

4.<br />

fagioli per la Lombardia, ma il termine<br />

è in uso nell’Alessandrino e<br />

si consuma in un accostamento<br />

tipico con i salamini di Mandrogne e in aree piemontesi,<br />

il consumo è ancora attuale, mentre in alta<br />

pianura lombarda risulta sconosciuto. Con il nome<br />

di cuntess si consuma con la polenta in aree settentrionali<br />

mentre come matroni il consumo è ancora<br />

in uso in alcune aree abruzzesi. Nelle Marche, dove<br />

è usato il termine casselle vengono consumate le<br />

rosette basali, cotte all’agro o soffritte. In altre zone<br />

del Paese entra come componente di mescolanze<br />

e minestre d’erbe varie. Del cascellore è segnalato<br />

anche il consumo aromatizzante della radice, grattugiata<br />

o sottilmente affettata e così aggiunta a insalate<br />

e minestre, avendo un sapore non lontano da quello<br />

del ravanello.<br />

Il navone selvatico con il riso.<br />

Questa minestra in passato era<br />

l’unica consentita alle puerpere<br />

nei quaranta giorni dopo il parto.<br />

Fasi di processo<br />

Fare un battuto con il lardo, l’olio e il burro e farlo<br />

soffriggere lentamente fino alla doratura del lardo<br />

Unire la cotenna di prosciutto (se gradita) e lasciar<br />

soffriggere per un minuto<br />

Aggiungere un litro e mezzo d’acqua e, quando comincia<br />

a bollire, il navone selvatico tagliato finemente<br />

Far bollire per 15 minuti, poi aggiungere il riso e continuare<br />

la cottura per 20 minuti circa<br />

A cottura ultimata, spolverizzare col parmigiano.<br />

Ingredienti<br />

(Per 6 persone)<br />

Riso: 300 g<br />

Navone selvatico: 200 g<br />

Lardo 50 g<br />

Olio: 17 ml<br />

Burro: 1 cucchiaio<br />

Cotenna di prosciutto crudo: 1 non di grosse dimensioni<br />

Parmigiano grattugiato<br />

Orizzonte Magazine • 53


54 • Orizzonte Magazine


OROSCOPO<br />

DICEMBRE 2014<br />

Orizzonte Magazine • 55


ARIETE TORO GEMELLI<br />

Il mese di dicembre scorre un<br />

po’ freneticamente: organizzare<br />

le festività, mettere d’accordo<br />

i familiari sul programma per<br />

Natale, i doni da mettere sotto<br />

l’albero, le scadenze che premono…<br />

Avrete un bel da fare,<br />

ma l’ostacolo principale sarà<br />

costituito dalle tensioni sotterranee<br />

che scorrono in casa. Fino<br />

al venti, Venere turba i rapporti<br />

familiari ma in seguito sarà favorevole<br />

al vostro segno dunque<br />

potrete trascorrere Natale e le<br />

feste successive in completa serenità.<br />

Dimenticate gli screzi e<br />

divertitevi!<br />

Non vedete l’ora di festeggiare<br />

in compagnia dei vostri affetti più<br />

cari. Il mese di dicembre scorre<br />

serenamente all’insegna degli impegni<br />

familiari e della vita di società.<br />

È un periodo positivo per voi:<br />

l’amore, il lavoro, la salute, vi<br />

riservano grandi soddisfazioni e<br />

avete voglia di sottolineare questo<br />

momento favorevole dandovi<br />

alla pazza gioia con i regali e organizzando<br />

cene e pranzi favolosi.<br />

Piccoli screzi in famiglia dopo<br />

il venti: ma si tratta di bisticci che<br />

potete affrontare senza grossi<br />

problemi.<br />

Dicembre inizia con la sensazione<br />

opprimente di dover sbrigare<br />

in fretta e furia alcuni impegni.<br />

Marte e Mercurio vi rendono<br />

nervosi, frettolosi, sbadati.<br />

I rapporti familiari si annunciano<br />

tesi: tenete a cuccia la vostra<br />

lingua sferzante, pronta a ferire<br />

con battute al vetriolo. Non c’è<br />

niente che vi vada bene anche<br />

se tendete a puntare il dito solo<br />

sulle responsabilità di chi vi sta<br />

di fronte. In parte avete ragione:<br />

ma quando si sbaglia, quando<br />

qualcosa non funziona, si sbaglia<br />

in due! Dal venti in poi, potrete<br />

rimediare agli errori fatti.<br />

CANCRO LEONE VERGINE<br />

Il vostro umore andrà sull’altalena<br />

per tutto il mese. Ci sono alcune<br />

questioni familiari che vi preoccupano?<br />

Saturno, Urano e Plutone<br />

segnalano di sì.<br />

Discussioni per il programma da<br />

seguire per le festività, disaccordi<br />

con i soliti parenti serpenti, e in<br />

più qualche insoddisfazione affettiva<br />

o professionale che si ripercuote<br />

sulla vostra disponibilità<br />

ad accogliere serenamente le<br />

istanze dei vostri cari. Rilassatevi<br />

almeno per Natale e fatevi un<br />

bel regalo: la pace in casa!<br />

Frizzanti, vivacissimi e pieni di entusiasmo:<br />

dicembre sarà il mese<br />

della vita di società, delle nuove<br />

frequentazioni, degli eventi mondani<br />

a gogò. Ovunque deciderete<br />

di trascorrere le festività, potete<br />

essere certi che il minimo comune<br />

denominatore sarà sempre<br />

lo stesso: con la vostra simpatia,<br />

brillerete come una stella<br />

al centro dell’attenzione di amici<br />

e familiari. Vi divertirete e scoprirete<br />

aspetti inediti di voi stessi.<br />

Qualche tensione in famiglia da<br />

mettere in conto a fine mese.<br />

Questo mese sarete iper attivi.<br />

Avrete molti impegni familiari<br />

e sociali. L’organizzazione delle<br />

feste non è quella da voi sperata?<br />

Sorvolate sugli imprevisti<br />

che a dicembre non mancheranno:<br />

meglio essere tolleranti che<br />

troppo rigorosi, se non volete innescare<br />

irritanti battibecchi con<br />

il vostro clan familiare. Il vostro<br />

umore è positivo, tutto sommato,<br />

a parte la vostra tendenza a<br />

cercare il pelo nell’uovo esaltata<br />

da Mercurio contrario che non<br />

vi attirerà molte simpatie!<br />

56 • Orizzonte Magazine


BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Siete alle prese con i doni per<br />

Natale? Nessuna paura: Mercurio<br />

vi aiuta a scovare ottime occasioni<br />

ad un ottimo prezzo! La<br />

vita di società sarà vivacissima<br />

e avrete molti inviti da parte di<br />

amici e nuovi conoscenti.<br />

Mondani e brillanti, con la battuta<br />

sempre pronta, sarete al<br />

centro dell’attenzione. In ambito<br />

familiare invece vi ci vorrà un<br />

po’ di pazienza: Venere e Plutone<br />

segnalano tensioni e battibecchi<br />

irritanti. Ma dal venti Venere diventa<br />

vostra alleata e contribuirà<br />

a rasserenare l’atmosfera.<br />

Grintosi, passionali e combattivi:<br />

siete sempre in gamba, cari amici,<br />

e per dicembre non farete certo<br />

eccezione! L’atmosfera familiare<br />

sarà serena per buona parte del<br />

mese.<br />

A voi però, le feste comandate<br />

e il divertimento obbligatorio<br />

non sono mai piaciuti: attenti ai<br />

dispetti di Venere ostile dal venti<br />

in poi, perché potrebbero spingervi<br />

ad essere piuttosto bruschi<br />

di fronte all’invito di un parente.<br />

Se avete progetti diversi, fatelo<br />

presente ma con moltissima<br />

diplomazia.<br />

Mercurio favorevole vi garantisce<br />

una vita sociale parecchio<br />

movimentata per tutto il mese.<br />

Sarete brillanti, simpatici, attirerete<br />

l’attenzione e potrete anche<br />

aumentare il numero delle<br />

vostre frequentazioni. Se partite,<br />

vi divertirete e non vi mancherà<br />

mai la compagnia giusta per<br />

quello che volete fare. In famiglia<br />

invece l’atmosfera è meno serena:<br />

Marte causa litigi e fastidi,<br />

da tenere a bada se non volete<br />

trascorrere le festività tra musi<br />

lunghi e polemiche velate. Su,<br />

fate la pace!<br />

CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

Nonostante alcune tensioni familiari,<br />

la vostra situazione appare<br />

tranquilla per tutto il mese.<br />

Lavoro, amore e vita sociale vi<br />

riservano solo soddisfazioni e<br />

vi metteranno al riparo dalle<br />

considerazioni pessimistiche<br />

che le controversie domestiche<br />

potrebbero suscitare in voi.<br />

Ormai lo sapete bene: arrivano<br />

le festività e in casa tutti si scatenano<br />

per dare il peggio dei loro<br />

caratterini. Purtroppo Urano e<br />

Saturno non sono due zuccherini,<br />

ma anche voi, cari Capricorno,<br />

siete belli tosti!<br />

Cosa chiedere a Babbo Natale<br />

per dicembre? Molti di voi potrebbero<br />

desiderare soprattutto una<br />

cosa: giornate di quarantotto ore,<br />

visto che gli impegni raddoppiano<br />

ma non il vostro tempo.<br />

La vita mondana vi vede protagonisti:<br />

siete in prima linea per<br />

divertirvi e conoscere gente. Vi<br />

farete apprezzare per la vostra<br />

disponibilità e il vostro umorismo<br />

sempre originale. Anche in<br />

famiglia c’è maggiore accordo in<br />

vista delle festività: andrà tutto<br />

bene grazie all’ingresso di Venere<br />

nel vostro segno che avverrà il<br />

venti.<br />

Fretta e nervosismo vi accompagneranno<br />

per tutto il mese. Siete<br />

alle prese con troppi impegni<br />

da sbrigare, e in casa non regna<br />

un’atmosfera di grande solidarietà.<br />

Inutile prendervela per la<br />

minima contrarietà: meglio concentrare<br />

i vostri sforzi in un’altra<br />

direzione.<br />

Purtroppo dicembre potrebbe<br />

concludersi così come era iniziato,<br />

all’insegna delle tensioni<br />

domestiche e dei litigi all’interno<br />

del clan familiare. State alla larga<br />

dai parenti serpenti: le loro<br />

lingue biforcute sibilano più che<br />

mai!<br />

Orizzonte Magazine • 57


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