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Le novità<br />
racconti racconti racconti racconti<br />
Era inverno ...un nuovo splendido inverno.<br />
La neve era stesa sul terreno. Io me ne<br />
stavo stretta in quel giubbotto verde<br />
schiarito, seduta su una panchina isolata<br />
ad osservare i fiocchi che cadevano:<br />
prima fitti e poi più radi.<br />
La città era decorata con colorati addobbi<br />
...di lì a qualche<br />
settimana la<br />
gente si sarebbe fatta<br />
a spintoni per<br />
comprare gli ultimi<br />
regali di Natale.<br />
Nel frattempo, però,<br />
in quella piazza<br />
isolata fuori dalla<br />
palestra, regnava il<br />
silenzio e io me lo<br />
godevo giocando a<br />
soffiare nell’aria: il freddo rendeva visibile<br />
il mio respiro. L’ora di aerobica era<br />
finita da qualche minuto ed io aspettavo<br />
che la macchina di mio padre attraversasse<br />
la larga strada che avevo di<br />
fronte.<br />
Quella sera sarei andata a conoscere la<br />
nuova compagna di papà. Doveva essere<br />
una tipa simpatica o almeno così lui<br />
me la aveva presentata.<br />
I miei si erano separati quando io avevo<br />
appena imparato a scrivere: le grida<br />
furiose di entrambi, i pianti di mia madre,<br />
le porte sbattute in faccia... Tutto<br />
aveva portato al loro divorzio.<br />
Era da un po’ che riflettevo sulla parola<br />
“separazione”: mi pareva così familiare<br />
e nel contempo così misteriosa.<br />
Tutta la settimana la passavo con mia<br />
madre, poi dal venerdì sera fino alla<br />
domenica trascorrevo le mie ore con<br />
papà.<br />
Dalla porta rovinata della grande palestra<br />
uscì Myriam: la mia migliore amica.<br />
Respirava affannosamente<br />
mentre<br />
stringeva con entrambi<br />
le mani le<br />
sue braccia infreddolite.<br />
“Ho dimenticato la<br />
giacca a casa”; le<br />
sue parole uscirono<br />
tremanti da quelle<br />
labbra carnose che<br />
avevano ora acquistato<br />
un colore violaceo.<br />
La feci sedere accanto a me per poterla<br />
abbracciare e donarle un po’ di calore.<br />
Io seduta, lei mezza sdraiata su di me<br />
con la testa appoggiata sulla mia pancia.<br />
“Mi sento piccola” disse mentre toglieva<br />
con attenzione lo smalto rimasto<br />
sull’unghia, “oh sì: la mia piccolina” sorrisi.<br />
“Emma non sto scherzando” la sua voce<br />
si fece seria mentre cercava di sedersi.<br />
“Cosa succede?” odiavo le novità, erano<br />
quelle che mi prendevano dal profondo<br />
senza lasciarmi più andare. Ero<br />
convinta che queste non potevano por-<br />
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