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00_quinto numero

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DISEGNI – TEST – RACCONTI – CLIL – POESIE – GIOCHI<br />

A B<br />

C !<br />

Periodico di informazione e di cultura per i ragazzi – Anno III – <strong>numero</strong> 5 – 2016<br />

PRIMO PIANO:<br />

XVI Giornata della Memoria<br />

La dispersione scolastica<br />

INDAGINE: San Valentino. Una festa?<br />

AMBIENTE: L’acqua, bene prezioso<br />

PROGETTI: Stars, CdZRR<br />

ARTE: Il fumetto<br />

SPORT: Verso le Olimpiadi


Sara, 2 a C<br />

Bianca, 2 a A<br />

Filippo,2 a D<br />

Althea, 2 a A<br />

Intan, 2 a A<br />

Alessia, 2 a D<br />

Francesca, 2 a A


A B<br />

C !<br />

Periodico di informazione e di cultura per i ragazzi – Anno II – <strong>numero</strong> 5 – 2016<br />

Sommario<br />

Editoriale ..................................................................................................... p. 4<br />

Vivere a scuola ............................................................................................. 5<br />

Primo piano: Giornata della memoria ..................................... 18<br />

Primo piano: La dispersione scolastica ................................... 24<br />

Indagine: San Valentino, una festa? .......................................... 26<br />

Progetti: Il Consiglio di Zona dei ragazzi ................................ 30<br />

Progetti: STARS, fine di un’avventura ...................................... 34<br />

Ambiente: L’acqua, il bene più prezioso ................................ 38<br />

CLIL: Theatre, Child soldiers & Maître Gims ........................ 44<br />

Poesie, alla maniera di… .................................................................... 48<br />

Arte: Il fumetto .......................................................................................... 50<br />

Concorso fotografico! ............................................................................ 52<br />

Sport: Verso le Olimpiadi ................................................................... 54<br />

Scrittori si diventa ................................................................................... 57<br />

Giochi & test ............................................................................................... 64<br />

Hanno realizzato ABC! – <strong>numero</strong> 5 le ragazze e i ragazzi del gruppo di<br />

Laboratorio Giornalino, con la collaborazione e la partecipazione degli alunni<br />

della Scuola “A. Bono Cairoli” di Milano, a. s. 2015-16.


editoriale editoriale<br />

grandi notizie per noi!!!!<br />

La nostra rivista si è classificata fra le prime quindici Testate online, multimediali, tv<br />

e radio nella XIII edizione del Concorso Nazionale “Fare il Giornale nelle scuole”<br />

indetto dall’Ordine dei Giornalisti!<br />

Ospitiamo perciò molto volentieri, in apertura di questo <strong>numero</strong>, la lettera di<br />

congratulazioni che la nostra Dirigente, la dott.ssa Cristina Gatti, ha voluto scriverci.<br />

Possiamo essere davvero soddisfatti del nostro lavoro, se è stato apprezzato<br />

anche da chi fa il giornalista di mestiere: un grazie a tutti quelli che hanno<br />

collaborato fin qui e a quanti vorranno seguitare a contribuire con i loro scritti<br />

alla realizzazione del nostro<br />

A fine aprile andremo a Cesena a ritirare il nostro premio e sul prossimo <strong>numero</strong><br />

troverete una cronaca dettagliata dell’evento. Per il momento, parliamo di questo<br />

<strong>numero</strong>: abbiamo mantenuto la stessa impostazione degli scorsi numeri, cercando<br />

di approfondire i temi salienti affrontati a scuola negli ultimi mesi.<br />

La seconda e terza pagina di copertina sono illustrate da bellissimi disegni che si<br />

ispirano alle tassellature del grande artista olandese Maurits Escher.<br />

Scorrendo l’indice, potrete poi trovare le pagine dedicate ai <strong>numero</strong>si eventi cui<br />

partecipa la nostra scuola, agli approfondimenti su tante attività scolastiche, dal<br />

ricordo della Shoah al problema della dispersione scolastica e – perché no? – alla<br />

festa di san Valentino.<br />

Ci sono sempre care le problematiche ambientali e la cittadinanza attiva (Progetti<br />

Stars e CdZRR) e troverete pagine dedicate alla poesia e allo sport, al concorso<br />

fotografico e agli apprezzatissimi giochi.<br />

Siamo infine orgogliosi di annunciarvi che nella sezione dedicata ai racconti, ne<br />

figura uno scritto da un membro della Redazione, piazzatosi al terzo posto in un<br />

concorso indetto dalla Fondazione San Raffaele: bravissimoooo!<br />

Quanti premi per tutti noi!<br />

Buona lettura a tutti e arrivederci al prossimo <strong>numero</strong><br />

La Redazione:<br />

Pietro BENCIOLINI, Martina CASTRO,<br />

Grace CATOTO, Andrea COLAVECCHIO,<br />

Ludovica DOMANIN, Marco GUADAGNO,<br />

Jin Hao KE, Therese MAKATANGAY, Tiago MENEZES,<br />

Francesco MOTTER, Karim NASER, Davide RE,<br />

Valentina ROSSI, Federico VITALI.<br />

4<br />

A B C ! |


scuola scuola<br />

http://www.odg.it/content/xiii-edizione-lelenco-delle-scuole-vincitrici<br />

A B C ! | 5


scuola scuola<br />

La Settimana del codice<br />

Molte classi della nostra scuola hanno aderito<br />

all’iniziativa “Programma il Futuro” con lo scopo<br />

di far provare a tutti noi studenti<br />

l’esperienza del coding. Ma di cosa si tratta<br />

esattamente? Beh, in poche parole coding significa<br />

programmazione informatica. E cosa<br />

può interessare maggiormente i ragazzi, se<br />

non programmare dei videogiochi? Ecco allora<br />

che sul sito www.code.org sono stati creati dei<br />

tutorial (anche per principianti come noi) che si ispirano alla grafica e ai personaggi<br />

di film (Star Wars) o videogiochi (Angry Birds, Minecraft…).<br />

I primi passaggi della programmazione sono molto semplici: ti può venir chiesto<br />

di far spostare il personaggio a destra o a sinistra, di fargli fare un salto<br />

o una giravolta… ma poi le cose si complicano e le richieste aumentano. Su<br />

certi passaggi abbiamo dovuto ragionarci a lungo e alcuni compagni hanno<br />

addirittura rinunciato. La soddisfazione era che chi arrivava alla fine del tutorial<br />

riceveva un attestato con il proprio nome con tanto di medaglia (virtuale!).<br />

I ragazzi avrebbero voluto continuare con il coding anche nelle settimane successive,<br />

ma sono stati pochissimi i professori che lo hanno fatto. Speriamo che<br />

nei prossimi anni ci siano più occasioni di “smanettare” con i programmi e<br />

magari, anche noi, un giorno inventeremo un nuovo videogioco di successo!<br />

Le ragazze e i ragazzi della 2 a B<br />

Lo scorso 17 dicembre la palestra<br />

della nostra scuola ha ospitato i ballerini<br />

del Progetto Laboratorio Kreativo<br />

dell’Accademia Kataklò, che ci<br />

hanno offerto un bellissimo spettacolo<br />

di danza atletica. La compagnia,<br />

fondata da Giulia Staccioli (che è<br />

stata atleta olimpica di ginnastica<br />

ritmica) ha come caratteristica<br />

quella di mettere in scena movimenti<br />

e musiche in un modo per noi inaspettato.<br />

Come ci è stato spiegato, il<br />

nome Kataklò deriva infatti dal greco<br />

antico e significa: “io ballo piegandomi<br />

e contorcendomi”, ed è<br />

proprio così! I ballerini, unendo eleganza<br />

e acrobazie, ci hanno affascinato<br />

con la loro capacità ginnica<br />

ed espressiva, mostrando tutta la loro<br />

preparazione atletica.<br />

La Redazione<br />

6<br />

A B C ! |


scuola scuola<br />

La classe 2 a B ha aderito al<br />

progetto indetto da “Generazioni<br />

Connesse” dal titolo I Super errori<br />

del web. Come prima cosa noi<br />

tutti alunni della classe abbiamo<br />

trascorso una giornata senza accesso<br />

a Internet.<br />

Dopo questa esperienza, siamo stati divisi<br />

in gruppi e abbiamo riflettuto a<br />

proposito di come fosse cambiata la nostra<br />

giornata (se era cambiata…). Le risposte<br />

più comuni sono state: «Sono<br />

stato più tempo con gli amici» e «Ho<br />

dedicato più tempo alla lettura»… ma<br />

per molti non è proprio cambiata la<br />

routine; questo non perché non hanno<br />

seguito ciò che prevedeva il progetto,<br />

ma perché normalmente utilizzano<br />

molto poco la connessione.<br />

Ci sono state naturalmente anche risposte<br />

diverse. Ad esempio, un paio di ragazze<br />

hanno detto di essere state in<br />

generale più creative: una, non potendo<br />

ascoltare la musica dal suo cellulare,<br />

dovendo per farlo usare la connessione,<br />

ha suonato il flauto e ha suonato lei<br />

stessa la musica che voleva sentire. Altri<br />

anno detto che mentre si trovavano<br />

con i loro amici non accendevano di<br />

continuo il cellulare per controllare se<br />

erano arrivate nuove notifiche e riuscivano<br />

di più a godersi la loro compagnia.<br />

Dopo la riflessione, un gruppo ha realizzato<br />

dei disegni per un cartellone, altri<br />

tre gruppi hanno girato dei corti con<br />

il loro cellulare. Insomma, sono cambiate<br />

tante cose in quel giorno, poiché<br />

siamo quasi tutti abituati a trascorrere al<br />

cellulare molte ore, mentre in quel<br />

giorno non è stato possibile.<br />

Penso di parlare a nome di buona parte<br />

della classe quando dico che è stata<br />

un’esperienza piacevole, ma probabilmente,<br />

se l’impedimento di utilizzare la<br />

rete fosse prolungato a tutto l’anno,<br />

credo che impazzirei o ci andrei vicino.<br />

Luca Santoro, 2 a B<br />

A B C ! | 7


scuola scuola<br />

Grande cinema d’autore<br />

Orizzonti di gloria è un film del 1957 diretto da Stanley<br />

Kubrick.<br />

È ambientato nella Francia del 1916 durante la Prima<br />

guerra mondiale e racconta inizialmente di un attacco<br />

francese alle trincee nemiche che finisce in un<br />

fallimento; poi, per coprire la vergogna della sconfitta,<br />

un generale fa giustiziare per codardia tre soldati<br />

innocenti.<br />

Il film venne girato in bianco e nero, originariamente<br />

non per desiderio del regista ma per motivi<br />

di budget, però in seguito divenne una scelta attenta<br />

e voluta, grazie all’uso sapiente della cinepresa<br />

e degli effetti di contrasto delle luci che il<br />

regista seppe utilizzare.<br />

Il film mi è piaciuto molto e mi hanno colpito in particolare<br />

alcune scene, come ad esempio l’ultima<br />

nottata dei condannati a morte, che viene continuamente<br />

ampliata e dilatata, anche troppo, ma volontariamente,<br />

per far provare allo spettatore la<br />

tensione costante e logorante che avevano probabilmente<br />

sentito i condannati in quel momento.<br />

Oppure il fatto che, sia durante l’attacco delle truppe<br />

francesi contro le trincee tedesche, sia poi nel<br />

momento in cui i tre condannati avanzano verso il<br />

patibolo, le luci e il tipo di ripresa sono stati gli stessi,<br />

come a dire che i nemici non sono i francesi o i<br />

tedeschi: il nemico è chiunque ti voglia morto.<br />

Ma una delle scene più significative è quella del generale<br />

che cammina lungo tutta la trincea per incoraggiare<br />

la truppa prima dell’imminente attacco: è<br />

una scena particolare, che ha un tono quasi ironico<br />

nei confronti della guerra e della sua stupidità, per il<br />

modo assurdo con cui il generale si rivolge ai soldati<br />

e con la stessa cadenza, una volta ogni due uomini,<br />

ripete sempre la stessa frase in modo costante, come<br />

se l’avesse imparata a memoria, a sottolineare il<br />

potere della guerra di trasformare persone normali<br />

in macchine di morte («Pronto<br />

a uccidere altri tedeschi?» «Sì<br />

signore!»), come se fosse una<br />

cosa normale uccidere.<br />

Tutto il film ha un tono fortemente<br />

accusatorio verso gli<br />

orrori della guerra, mettendo<br />

in scena episodi agghiaccianti<br />

come quello in cui il generale<br />

francese dà l’ordine di sparare<br />

sulle sue truppe per costringerle<br />

a uscire dalle trincee e ad<br />

avanzare, oppure la scena del<br />

soldato che è stato portato alla<br />

fucilazione in barella. La cosa<br />

più sconvolgente è che<br />

questi fatti sono realmente accaduti.<br />

Quindi, un bellissimo film e<br />

spero, anzi ne sono certo, che<br />

con gli anni non verrà dimenticato.<br />

Alberto Finzi, 3 a F<br />

8<br />

A B C ! |


scuola scuola<br />

Arrivederci ragazzi è un film del<br />

1987 sceneggiato e diretto da<br />

Louis Malle, ispirato a un episodio<br />

del suo passato.<br />

Il film è ambientato negli anni<br />

della Seconda guerra mondiale,<br />

quando la Francia fu divisa<br />

in due parti: la parte settentrionale<br />

sotto diretto controllo<br />

degli occupanti tedeschi; quella<br />

meridionale, con capitale<br />

Vichy, lasciata a un governo<br />

disposto a collaborare con gli<br />

invasori.<br />

Protagonista principale del film<br />

è Julien, un ragazzo che viene<br />

mandato contro la sua volontà<br />

in un collegio religioso a Fontainbleau,<br />

nel nord della Francia.<br />

I primi giorni della sua vita<br />

in collegio trascorrono fra<br />

compagni fastidiosi e la nostalgia<br />

della madre. Ma dopo il suo<br />

incontro con un nuovo compagno,<br />

Jean Bonnet, la sua vita<br />

non sarà più la stessa. Infatti<br />

Bonnet nasconde un segreto<br />

che lo stesso Julien percepisce<br />

solo osservandolo.<br />

I due ragazzi hanno molte cose in comune, ad<br />

esempio l’interesse per la lettura, sono molto diversi,<br />

sia fisicamente che di carattere, ma riescono comunque<br />

a legare, nonostante la riservatezza di<br />

Bonnet. Ma la curiosità di Julien lo spinge a scoprire<br />

qualcosa di più sul suo amico: frugando tra le sue<br />

cose, rimanendo sveglio anche la notte, spiando<br />

l’amico quando si nasconde appena passano delle<br />

persone esterne al collegio, capisce tutto. Bonnet è<br />

ebreo. È entrato in collegio sotto falso nome, così<br />

che i ragazzi non capissero la sua vera identità.<br />

Sono tanti i fatti che accadranno nel corso della loro<br />

breve amicizia, Bonnet dovrà andare incontro a un<br />

tragico destino, ma non c’è niente di più forte di un<br />

legame, di un rapporto che tiene stretti nonostante<br />

i pregiudizi, creati senza fondamento ragionevole.<br />

In fondo, i due ragazzi si sono sempre voluti bene, a<br />

modo loro, anche se all’inizio si lanciavano sguardi<br />

indecifrabili. Ma nonostante questo, Julien ha guardato<br />

Bonnet come un suo coetaneo normale, non<br />

ha mai provato odio per lui, all’inizio forse un po’ di<br />

timore. I pregiudizi nati dall’ideologia di una mente<br />

malata non erano niente in confronto alla fratellanza<br />

che Julien e Bonnet si sentivano di condividere.<br />

Louis Malle, con una perfetta ambientazione, rende<br />

partecipe lo spettatore. Spesso le inquadrature si<br />

spostano ad altezza d’uomo, rendendo così lo spettatore<br />

quasi un terzo personaggio.<br />

Questo film fa riflettere molto, soprattutto agli adolescenti.<br />

Come si saranno sentiti tutti i ragazzi della<br />

nostra età quando entravano in quelle puzzolenti,<br />

spaventose camere a gas camuffate da docce?<br />

La Seconda guerra mondiale non è stata altro che<br />

morte e genocidio di quasi un’intera etnia. Pensare<br />

a un mio caro amico che muore è una cosa orribile.<br />

Soprattutto se è una persona che non ha fatto niente<br />

di male, se non andare in giro con la sola colpa di<br />

essere nata.<br />

Therese Makatangay, 3 a A<br />

A B C ! | 9


scuola scuola<br />

Al Teatro Rosetum<br />

Lost in translation<br />

Imparare l’inglese in 55 minuti<br />

Martedì, 19 Gennaio, ore<br />

8:<strong>00</strong>.<br />

Eravamo tutti in classe,<br />

ma sapevamo che dopo solo<br />

mezz’ora saremmo dovuti<br />

uscire, guidati dalla<br />

professoressa di inglese e<br />

da quella di musica, per<br />

andare a teatro ad assistere<br />

allo spettacolo Lost in<br />

translation, una rappresentazione<br />

in lingua inglese<br />

e italiana, scritta e<br />

diretta da Marcello Chiarenza<br />

e interpretata da<br />

Carlo Rossi e Patrick<br />

Lynch.<br />

Quando siamo arrivati, abbiamo<br />

notato che la sala<br />

era più piccola delle solite<br />

sale da teatro che avevamo<br />

visto fino ad ora, però<br />

ci siamo tutti seduti.<br />

Lo spettacolo raccontava<br />

di un italiano (il Sig. Rossi)<br />

che era arrivato in Inghilterra<br />

e che non capiva<br />

l’inglese, mentre aveva a<br />

che fare con un altro signore<br />

(Mr. Lynch) che non<br />

capiva l’italiano, quindi<br />

entrambi si trovavano<br />

“persi nelle traduzioni”.<br />

Ma poi tutto si è risolto,<br />

dopo una serie di strani<br />

eventi (fra cornici che<br />

prima erano specchi e poi<br />

diventavano porte o metal<br />

detector, ombrelli e pesci)<br />

e ricerche affannose nel<br />

vocabolario di inglese e di<br />

italiano.<br />

Questo spettacolo, rivolto<br />

ai ragazzi delle altre prime<br />

e ai ragazzini di quinta<br />

elementare, era anche interattivo<br />

e quindi gli attori<br />

hanno chiamato spesso sul<br />

palco alcuni spettatori,<br />

per farsi aiutare nella ricerca<br />

della giusta traduzione<br />

delle parole.<br />

Alla nostra classe è piaciuto<br />

molto, e penso anche a<br />

tutti gli altri spettatori.<br />

Leonardo Carnevali, 1 a F<br />

LABORATORIO DI CINESE<br />

«Ni hao, ni jao shemme ?»*<br />

Così siamo stati accolti ogni volta al corso di cinese, con delle parole che ci lasciavano<br />

un po’ confusi.<br />

Il cinese è la lingua più parlata al mondo, una lingua complicata, con molti suoni che<br />

non esistono nella nostra lingua. Durante le lezioni del laboratorio pomeridiano abbiamo<br />

imparato (circa) a conoscere e a pronunciare alcune parole di base di questa<br />

lingua. Sempre in quel laboratorio abbiamo inventato dei dialoghi, ci siamo divertiti<br />

con molti giochi, abbiamo visto dei video.<br />

Insomma cosa si può fare di più piacevole? È stata l'esperienza più bella e divertente<br />

della nostra vita scolastica! ZAI JIEN!*<br />

Chiara Liso, Sebastian Magcamit,<br />

Eleonora Matera, Laboratorio di Cinese<br />

*(Ciao, come ti chiami? – Arrivederci!)<br />

10<br />

A B C ! |


Dalla Pagina al Teatro<br />

scuola scuola<br />

IL SOGNATORE DI ROBERTO ANGLISANI<br />

Il giorno 4 febbraio tutte le classi prime sono andate all’Auditorium della Biblioteca Comunale<br />

di via Valvassori Peroni per assistere all’adattamento teatrale del romanzo di Ian McEwan<br />

L’inventore di sogni, recitato e diretto da un noto attore e regista, Roberto Anglisani.<br />

Lo spettacolo, proposto senza scenografie e recitato da un solo attore, racconta la storia,<br />

anziché di Peter, di Milo, un ragazzo svampito e distratto.<br />

La storia è narrata dal punto di vista del compagno di banco di Milo, che viene trascinato<br />

nei guai a causa delle fantastiche avventure immaginate dal<br />

protagonista.<br />

Lo spettacolo si apre con l’entrata a effetto in classe di Milo,<br />

infradiciato, dopo aver sognato di nuotare nell’oceano dentro<br />

la vasca da bagno, allagando la casa.<br />

Durante il corso dello spettacolo, l’attore si attiene molto<br />

fedelmente al libro di McEwan, raccontandone le avventure<br />

principali: la schiera di bambole vendicative, il giorno da felino<br />

vissuto nei panni del gatto William e l’avventura da<br />

neonato.<br />

Una modifica importante, però, viene fatta nell’ultima parte<br />

della storia: Milo, a causa di problemi scolastici e familiari, è<br />

costretto a lasciare la cittadina per trasferirsi altrove; i due<br />

amici si separano, ma il narratore si rende conto di aver imparato la capacità di sognare e<br />

di fantasticare, diventando così anche lui un sognatore ad occhi aperti. Nell’ultima scena,<br />

infatti, lo si vede in Cornovaglia a giocare con altri amici, quando, improvvisamente, inizia<br />

a vagare con la mente, utilizzando il bagaglio di fantasia lasciatogli da Milo e ritrovandosi<br />

adulto.<br />

La rappresentazione non è durata molto, circa un’ora e mezza, e l’attore è stato assai bravo<br />

nel catturare un pubblico di ragazzini di dodici anni per così tanto tempo.<br />

Il ritmo è stato molto veloce, la sceneggiatura ricca di humour e di frasi comiche, la recitazione<br />

è stata molto varia nel suo genere, con cambi di voce, descrizioni dettagliate e narrazione<br />

quasi sempre caricaturale.<br />

L’attore è stato molto abile, perché recitare un intero libro da solo e senza scenografie,<br />

non è un’impresa da poco. A mio parere, Roberto Anglisani è stato insuperabile, sia nel<br />

corso dello spettacolo, sia nella gestione di un piccolo problema tecnico, verificatosi<br />

all’incirca a metà della rappresentazione teatrale.<br />

Questa esperienza mi è piaciuta parecchio. Avevo avuto modo di leggere il libro due volte,<br />

ma vederlo rappresentato e riadattato mi ha dato un’altra visione dei contenuti, facendo<br />

risaltare l’aspetto comico del testo.<br />

Carlo Monti, 1 a D<br />

A B C ! | 11


scuola scuola<br />

Tornei sportivi<br />

interscolastici<br />

Anche quest’anno con l’arrivo della primavera la nostra<br />

scuola è nel pieno dei tornei sportivi.<br />

Giochi Interscolastici di zona 3 di Calcio, Pallavolo e Basket,<br />

Atletica Leggera fase 2 e finale di Centro Bowling saranno lo<br />

scenario dei prossimi mesi.<br />

Incrociamo le dita e buona fortuna a tutti!<br />

AFFETTIVITÀ<br />

Il mondo degli affetti in 6 parole<br />

Gli alunni di prima hanno visitato, nel mese di marzo, una mostra<br />

di libri allestita nella biblioteca scolastica. I libri selezionati<br />

dalle bibliotecarie erano tutti legati da un unico tema:<br />

l’affettività.<br />

Sui tavoli abbiamo trovato esposti tanti libri: alcuni parlavano<br />

di amore, altri del rapporto con se stessi, altri ancora della<br />

famiglia, delle proprie passioni, di amicizia, ma anche di una<br />

forma particolare di affetto che è quello per gli animali.<br />

Alcune immagini e dei vivaci cartelloni aiutavano a seguire il<br />

percorso proposto. Le bibliotecarie ci hanno presentato alcuni<br />

dei romanzi esposti, allo scopo di invogliarci a leggerli e a scoprire<br />

come andavano a finire le storie. Non appena tutti gli<br />

alunni avranno visitato la mostra, i libri potranno essere presi<br />

in prestito.<br />

È stata una mostra davvero interessante: è bello vedere tanti<br />

libri riuniti intorno a un argomento particolare.<br />

Emma Bevilacqua, Ludovico Cremona,<br />

Martina Zappaterra, 1 a B<br />

12<br />

A B C ! |


Incontri con l’autore<br />

scuola scuola<br />

Silvana De Mari, Il gatto dagli occhi d’oro<br />

Il gatto dagli occhi d’oro è l’ultimo romanzo<br />

con vene fantasy e fiabesche di Silvana<br />

De Mari, autrice casertana nata nel 1953,<br />

con la quale abbiamo avuto il privilegio<br />

di discutere del libro, delle sue tematiche<br />

e del lavoro di scrittore in generale, in<br />

occasione di un incontro alla libreria Feltrinelli<br />

di Milano, il 26 gennaio scorso.<br />

Pubblicato da Giunti a Milano nel 2015,<br />

questo libro vi catturerà fino all’ultima<br />

delle sue 210 pagine.<br />

Il romanzo narra la storia, nell’arco di un<br />

anno scolastico, di Leila, ragazzina di<br />

undici anni, che vive sola con la madre<br />

nella baraccopoli di una città ignota.<br />

Leila, come tutti i ragazzi della sua età,<br />

frequenta la scuola media. Il primo giorno<br />

di scuola per lei non è facile perché,<br />

provenendo dalla scuola elementare<br />

“Santorre di Santarosa” (scuola considerata<br />

di “serie B”) si ritrova a lottare contro<br />

i pregiudizi dei compagni e degli<br />

adulti.<br />

La discriminazione è solo uno dei temi<br />

toccati dalla De Mari: infatti, nel corso del<br />

racconto ci si imbatterà nel difficile discorso<br />

della violenza sulle<br />

donne, del rapporto con gli<br />

adulti, della solidarietà e<br />

dell’amicizia.<br />

Leila, facendosi coraggio,<br />

riesce a sconfiggere i pregiudizi<br />

di alcuni suoi compagni,<br />

Fiamma, Umberto e<br />

Ursula, instaurando con<br />

loro dei rapporti di amicizia.<br />

Tutto questo è accompagnato<br />

dalla comparsa di<br />

un misterioso gatto nero, malconcio e<br />

macilento.<br />

Al quartetto di amici si aggiunge anche<br />

Maryam, vecchia amica etiope di Leila alla<br />

“Santorre di Santarosa”. Prigioniera e vittima<br />

del retaggio delle sue tradizioni culturali,<br />

Maryam vede calpestato il suo<br />

diritto all’istruzione ed è costretta a subire<br />

l’infibulazione, operazione dolorosa che<br />

prevede la mutilazione dell’organo sessuale<br />

femminile. Tuttavia, grazie all’intervento<br />

della mamma di Fiamma, Maryam<br />

verrà curata e portata a scuola.<br />

La De Mari segue la tecnica dei due fili<br />

narrativi. Infatti parallelamente incontriamo<br />

il Sig. Rossi, affermato veterinario,<br />

che possiede un allevamento di cani<br />

di razza: in una cucciolata riceve Favola,<br />

una simpatica cagnetta scampata alla morte<br />

grazie all’incubazione. La cagnolina, la<br />

notte di Halloween, si perde tra i canneti,<br />

piomba a casa di Leila e le cambierà la vita.<br />

Il Sig. Rossi, nella disperata ricerca di<br />

Favola, incontrerà la mamma di Leila.<br />

Come tutti sanno le fiabe hanno sempre<br />

un lieto fine…<br />

Questo libro è scritto molto<br />

bene, la narrazione è piacevolmente<br />

veloce e i temi<br />

affrontati sono profondamente<br />

toccanti. Nel corso<br />

del nostro incontro abbiamo<br />

approfondito alcuni<br />

di questi, finendo per parlare<br />

della frequenza con<br />

cui, nelle fiabe, al figlio dei<br />

protagonisti accadono cose<br />

spesso spiacevoli, ai<br />

A B C ! | 13


scuola scuola<br />

quali l’eroe, o il genitore, cercheranno di<br />

rimediare.<br />

Lungo la narrazione, vengono poi inserite<br />

delle citazioni da due capolavori,<br />

uno cinematografico, l’altro della letteratura<br />

fantasy: Guerre Stellari e Il Signore<br />

degli Anelli.<br />

Consiglio questo romanzo a chiunque<br />

abbia voglia di leggere libri seri, seppure<br />

con una nota di umorismo.<br />

Dopo L’ultimo Elfo e L’ultimo Orco, ecco<br />

allora un nuovo fantastico libro uscito<br />

dalla penna di Silvana De Mari, che non<br />

deluderà.<br />

Carlo Monti, 1 a D<br />

Viviana Mazza,<br />

Per i ragazzi è spesso difficile comprendere<br />

il significato dei diritti e della libertà,<br />

soprattutto se si vive in un Paese<br />

democratico dove entrambi sono tutelati.<br />

Ma non è così ovunque.<br />

Nel mondo ci sono Stati in<br />

cui, a causa di regimi totalitari,<br />

questi diritti sono violati.<br />

È quello che è successo a Malala<br />

Yousafzai, una ragazza pakistana<br />

che all’età di soli 11<br />

anni si è vista negare il diritto<br />

all’istruzione e ha deciso di far<br />

sentire al mondo la sua voce,<br />

sfidando i talebani. Viveva<br />

tranquillamente nella valle di<br />

Swat con i genitori e i due fratelli,<br />

quando i talebani hanno iniziato a<br />

imporre le loro regole che limitavano i diritti<br />

delle donne che dovevano indossare il<br />

burqa e rimanere chiuse in casa non potendo<br />

neppure andare a scuola.<br />

Malala ha avuto coraggio e ha deciso di<br />

protestare per rivendicare il diritto<br />

all’istruzione delle ragazze. Ha iniziato a<br />

pubblicare articoli su un blog sotto<br />

pseudonimo e in seguito è stata protagonista<br />

di un documentario mandato in<br />

onda in tutto il mondo. Questo ha permesso<br />

di sensibilizzare tutti sull’argomento<br />

e anche di far conoscere una realtà<br />

differente dalla propria.<br />

L’odio e la rivalità dei talebani nei confronti<br />

della ragazza sono sfociati in un<br />

attentato il 9 novembre 2012,<br />

con il fine di ucciderla. Malala<br />

è stata trasportata d’urgenza<br />

in un ospedale specializzato a<br />

Birmingham, dove è stata<br />

soccorsa e curata. Come per<br />

un miracolo, come racconta<br />

ella stessa, è sopravvissuta ma<br />

porta ancora il segno di una<br />

cicatrice dovuta alla pallottola<br />

che l’ha colpita alla testa. Oggi<br />

conduce una vita tranquilla<br />

con la famiglia, in Inghilterra,<br />

dove ha ripreso gli studi e lotta perché<br />

questo possa succedere anche nella sua<br />

terra. Il suo sogno e la sua rivincita contro<br />

i talebani sono stati coronati dal premio<br />

Nobel per la pace ricevuto con<br />

immensa gioia nel 2014.<br />

La storia di questa straordinaria ragazza è<br />

stata raccontata in un libro da Viviana<br />

Mazza, che ha tenuto un incontro con i<br />

ragazzi della nostra scuola.<br />

Storia di Malala è il racconto della storia<br />

della ragazza pakistana che sfidò il<br />

mondo.<br />

14<br />

A B C ! |


scuola scuola<br />

La giornalista racconta di non aver avuto<br />

la possibilità, all’inizio, di incontrare direttamente<br />

la protagonista della storia<br />

che doveva raccontare, perciò si documentò<br />

tramite blog, reporter locali, interviste<br />

e resoconti di diverse fonti. In<br />

questo modo riuscì a raccontare fedelmente<br />

le tappe principali della vita della<br />

ragazza, scegliendo di descrivere prima<br />

l’attentato e poi, tramite un flashback, i<br />

tre anni precedenti.<br />

Solo dopo la pubblicazione riuscì a incontrare<br />

di persona la famiglia Yousafzai<br />

nella sua dimora a Birmingham. Ebbe la<br />

possibilità di constatare che Malala è una<br />

ragazza normale, felice. I talebani non<br />

erano riusciti a toglierle la semplicità, la<br />

spontaneità e la gioia proprie della sua<br />

persona: questa è stata la sua maggiore<br />

vittoria.<br />

Penso che conoscere e approfondire un<br />

fatto con l’aiuto di una giornalista che si<br />

è documentata sia la cosa più utile per<br />

comprenderlo. Malala tramite la sua storia<br />

ha trasmesso un messaggio di impegno,<br />

dedizione e determinazione nell’inseguire<br />

un sogno perché esso, per quanto<br />

possa sembrare una pericolosa utopia,<br />

può realizzarsi.<br />

Malala insegna che non è mai troppo tardi<br />

per cambiare il mondo e nonostante la<br />

nostra età possiamo fare grandi cose.<br />

Caterina Macillis, 3 a D<br />

L’autrice e la storia da raccontare<br />

Attraverso il libro di Viviana Mazza i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere da<br />

vicino dei dettagli di vicende che appaiono lontane, ma in realtà sono di grande attualità.<br />

L’incontro è stato molto interessante e ha suscitato fra i ragazzi diverse riflessioni sui<br />

temi della violazione dei diritti umani, in particolare quelli delle donne e dei bambini.<br />

Nonostante il breve tempo a disposizione, ha permesso di trovare le risposte alle domande<br />

sorte ai ragazzi in seguito alla lettura del libro.<br />

Ci può raccontare qualcosa di lei?<br />

Sono una giornalista del Corriere della Sera, ho 37 anni e da tempo lavoro nella Redazione<br />

Esteri. Dopo aver frequentato l’università a Torino, mi è stata offerta la possibilità di<br />

uno stage alla Stampa. In seguito ho vinto delle borse di studio negli Stati Uniti e in<br />

Egitto. Inizialmente pensavo di lavorare nel cinema, ma in seguito ho capito che mi<br />

A B C ! | 15


scuola scuola<br />

piaceva scrivere: così ho deciso di fare la giornalista e di occuparmi di politica e cronaca<br />

estera, cosa che mi consente di viaggiare spesso.<br />

Mi occupo di alcuni paesi in particolare, tra cui gli Stati Uniti, il Medio Oriente, il Pakistan<br />

e l’Afghanistan, e di alcuni temi specifici tra cui la violazione dei diritti umani.<br />

Dove si trovava quando Malala subì l’attentato?<br />

Il 9 ottobre 2012, giorno dell’attentato a Malala, mi trovavo a Milano. Il mio direttore mi<br />

chiese di scrivere un articolo su questo tragico evento, e dovetti raccogliere velocemente<br />

tutte le notizie che avevo a disposizione. Da quel giorno iniziai a interessarmi alla vita di<br />

Malala, per cercare di capire meglio la sua personalità.<br />

Quando è nata l’idea del libro?<br />

Due mesi dopo l’uscita del mio articolo, venni contattata da una editor della Mondadori,<br />

che mi propose di trasformare il mio racconto in un romanzo. Ho accettato la proposta e<br />

ho deciso subito di indirizzare il racconto a una fascia di lettori adolescenti, ritenendo che<br />

debbano conoscere quanto accade nel mondo a ragazzi della loro età. Storia di Malala è<br />

stato il mio primo libro di narrativa, e per scriverlo ho impiegato circa tre mesi.<br />

Il suo racconto inizia dall’attentato a Malala: per quale motivo?<br />

Ho voluto iniziare il libro scrivendo dell’attentato sia per scelta giornalistica - infatti è in<br />

seguito all’attentato che Malala diventa famosa - sia perché ho voluto scrivere il racconto<br />

in modo circolare: il flashback mi è servito per fare poi ritorno con la narrazione al punto<br />

che più mi interessava, ossia al fatto che Malala ha rischiato la vita.<br />

Dopo l’uscita del libro, è riuscita a incontrare Malala? Quali sono state le sue<br />

impressioni?<br />

Prima ho contattato suo padre, attraverso il giornalista che aveva girato il documentariointervista<br />

su di lei, quindi sono riuscita a incontrare la ragazza nel dicembre 2013. Quando<br />

l’ha vista per la prima volta, Malala mi è sembrata proprio una ragazzina, bassa di statura,<br />

forse perché tendiamo sempre a immaginare le persone importanti più alte di quando non<br />

siano. Dopo averla conosciuta, ha capito che ora è molto diversa da quando viveva in Pakistan.<br />

Lì mi è capitato di vedere bambini assuefatti alla guerra, che per giocare fingono di<br />

scavare tombe o di saltare sulle mine. Ormai Malala vive sotto i riflettori. In realtà, nonostante<br />

sia conosciuta per la sua lotta per i diritti delle donne, è una comune ragazzina con<br />

comportamenti tipici della sua età, come voler venire bene in una foto; con l’unica differenza<br />

che Malala è stata così coraggiosa da alzare la voce.<br />

Come si sarebbe comportata se si fosse trovata nei suoi panni?<br />

Difendere i propri diritti è rischioso, e non tutti ne hanno il coraggio. Non so se sarei<br />

stata capace di mettere a rischio la mia vita. Malala ha seguito le orme del padre, figura<br />

che ha influenzato molto le sue idee e opinioni, e non si è mai tirata indietro.<br />

Dopo essersi occupata di Malala, ha scritto altre storie?<br />

Sì, ho pubblicato Il bambino Nelson Mandela che racconta dell’infanzia del grande presidente<br />

sudafricano e Ragazze rubate, scritto in collaborazione con una giornalista del luogo, sui rapimenti<br />

di migliaia di ragazze avvenuti in Nigeria per mano dei terroristi di Boko Haram.<br />

Grazie per essere stata con noi.<br />

Ludovica Domanin e Lidia Ramunni, 3B<br />

16<br />

A B C ! |


8 Marzo, Festa delle Donne<br />

Ogni anno, in tutto il mondo, l’8 marzo si celebra<br />

la “festa della donna”, che trae le sue origini dalla<br />

lunga battaglia delle donne per ottenere<br />

il diritto di voto (le molte manifestazioni<br />

delle “suffragette” si svolgevano nel mese<br />

di marzo in vari stati d’Europa) e per vedersi riconosciuta<br />

la parità di diritti sul lavoro; a questo si unisce il ricordo di<br />

scuola scuola<br />

un drammatico episodio che ebbe come protagoniste delle giovani operaie.<br />

Nella sera del 25 marzo 1911 in una fabbrica di camicie di New York, la<br />

Triangle Shirtwaist Factory, divampò all’improvviso un incendio, provocato<br />

da un corto circuito. A quell’ora, non essendo ancora terminata la giornata<br />

di lavoro, in fabbrica si trovano circa duecento ragazze. I laboratori erano<br />

situati al nono e al decimo piano di un alto edificio, privo di qualunque misura<br />

di sicurezza, e le porte degli stanzoni erano chiuse a chiave e sbarrate, per<br />

impedire che le operaie potessero uscire prima del tempo. Molte ragazze,<br />

intrappolate dalle fiamme e terrorizzate, cercarono di salvarsi lanciando<br />

passerelle sui tetti di edifici vicini, altre si lasciarono cadere nel vuoto, altre<br />

ancora morirono nell’incendio: in tutto si contarono più di 120 vittime.<br />

In ricordo del sacrificio delle donne sul lavoro e del loro impegno nella società,<br />

a livello internazionale venne indetta la ricorrenza dell’8 marzo.<br />

Therese Makatangay, 3 a A<br />

Ancora attentati, ancora dolore<br />

Mentre stiamo terminando di impaginare questo <strong>numero</strong>, arrivano nuove notizie<br />

di morte e distruzione.<br />

Già negli scorsi numeri ci siamo occupati degli attentati che continuano a colpire<br />

il mondo e che causano la morte di tanti innocenti, che hanno la sola colpa di<br />

essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.<br />

Il nostro pensiero va agli attentati di Parigi del 7 gennaio e 13 novembre 2015,<br />

alle vittime del Museo del Bardo il 18 marzo 2015, all’aereo Russo abbattuto il<br />

31 ottobre 2015 e ai tanti altri episodi accaduti di recente. Negli ultimi giorni ci<br />

sono stati i nuovi attacchi a Bruxelles.<br />

Questi episodi stanno portando la popolazione europea a vedere erroneamente<br />

gli islamici come una potenziale minaccia per le proprie vite.<br />

Vogliamo perciò ricordare che la fede nell’Islam non va vista come un pericolo<br />

per l’Occidente, mentre tutte queste uccisioni sono l’azione ripugnante e vergognosa<br />

di alcuni fanatici terroristi, ai quali non dobbiamo permettere di cambiare<br />

il nostro stile di vita tramite la diffusione della paura.<br />

La Redazione<br />

A B C ! | 17


piano primo<br />

27 Gennaio 2016,<br />

Giornata della memoria<br />

…per non dimenticare!<br />

Il 27 Gennaio di ogni anno in molti Paesi del mondo viene celebrata<br />

la Giornata della Memoria; in quella data del 1945, infatti, le truppe<br />

dell’Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, il più grande campo di sterminio<br />

nazista, liberando i detenuti sopravvissuti allo sterminio – ebrei, discriminati<br />

e oppositori al regime – e mostrando al mondo per la prima volta le terribili<br />

condizioni di vita dentro un Lager.<br />

In occasione della XVI Giornata della Memoria, le classi terze della nostra scuola si sono<br />

recate al Teatro Arcimboldi per partecipare all’atteso incontro, organizzato come<br />

tutti gli anni dall’Associazione Figli della Shoah, con Liliana Segre.<br />

Durante il suo racconto, ella ci ha narrato la sua personale esperienza di discriminazione<br />

e, poi, di deportazione nel Lager di Auschwitz. Credo che questo incontro abbia arricchito<br />

tutti: la testimonianza di una sopravvissuta ai campi di sterminio è oramai<br />

un’occasione rara, da cogliere al volo, per imparare a riflettere e a ricordare.<br />

La signora Segre si è presentata agli spettatori come una “nonna” ideale; fu difatti solo<br />

quando divenne nonna di nipoti in grado di capire che riuscì<br />

a narrare loro gli orrori della Shoah, dopo un lungo silenzio<br />

durato quasi quarant’anni e una verità taciuta anche ai suoi<br />

figli. E da allora decise che anche altri dovevano ascoltare la<br />

sua storia.<br />

L’incontro è stato una possibilità di crescita per i ragazzi presenti,<br />

che si sono dimostrati tutti interessati e colpiti: anche i<br />

più vivaci erano caduti in una sorta di trance creata dal racconto di Liliana Segre, catturati<br />

dalle sue storie, storie vere di una ragazza come noi sopravvissuta, più di settant’anni<br />

fa, all’orrore.<br />

18<br />

A B C ! |


primo piano<br />

L’ipocrisia e l’orrore del programma nazi-fascista ci appaiono ora più nitidi, definiti;<br />

mai, credo, qualcuno di noi ragazzi aveva pensato che fatti di tale portata fossero potuti<br />

accadere qui, a Milano, magari anche sotto casa propria, associando il proprio<br />

normale presente a una simile tragedia.<br />

La signora Segre ha bene evidenziato il processo di disumanizzazione nei confronti<br />

degli ebrei perpetrato durante il Fascismo:<br />

«Un giorno mio padre mi disse che non potevo più andare a scuola,<br />

studiare e vedere i miei amici. Gli chiesi il perché. Non ho mai ottenuto<br />

una risposta».<br />

L’annullamento di ogni caratteristica di appartenenza alla società degli uomini, in linea<br />

con le leggi di Norimberga del 1935, cominciò in Italia con la promulgazione delle<br />

leggi razziali del 1938, volte a escludere gli ebrei dalla società, a ghettizzarli. Lei, allora<br />

una bambina di 8 anni, iniziò una vita vissuta su due piani diversi: con le amiche voleva<br />

continuare a giocare e a scherzare, ma non raccontava mai quello che accadeva in casa,<br />

dove arrivava la Polizia a controllare i documenti e a trattare lei e la sua famiglia<br />

come se avessero commesso qualche crimine.<br />

«Non avevamo fatto nulla di male. Avevamo solo una colpa: la colpa di<br />

essere nati».<br />

Arrivò il 1943. Quando si cominciò a deportare gli ebrei in condizioni disumane, si volevano<br />

togliere loro prima tutti i beni materiali, poi la dignità:<br />

«Venivamo trattati come bestie, senza acqua e senza aria, sul quel<br />

treno partito per destinazione ignota mi sentivo soffocare.<br />

Quando il treno si fermò, da tempo il pianto e le preghiere di quelli che<br />

erano con me era stato sostituito da un terribile silenzio. Silenzio che al<br />

A B C ! | 19


piano primo<br />

nostro arrivo venne interrotto dal rumore osceno e assordante degli<br />

assassini attorno a noi».<br />

Mentre la brutale selezione effettuata appena giunti a destinazione aveva come spietato<br />

obiettivo la separazione dai propri cari, dagli affetti e dagli amici e l’avvio immediato<br />

ai campi di lavoro o alla camera a gas:<br />

«E mentre mio padre si “scusava” con me per avermi messa al mondo,<br />

lo portarono via: non lo rividi mai più».<br />

La signora Segre ha descritto la sua vita nel campo molto attentamente, senza mai lasciarsi<br />

sopraffare dall’emozione, con compostezza, senza enfasi.<br />

«Come si fa a trovarsi a 13 anni e non impazzire in quel mondo<br />

sconosciuto?<br />

Era per me una gioia quando andavo a lavorare poiché potevo lasciarmi<br />

alle spalle i volti grigi, la monocromia del paesaggio e il lezzo emanato<br />

dai crematori».<br />

Liliana Segre è riuscita a porci la sua testimonianza con rigore, semplicemente, senza<br />

omettere particolari tristi e terribili che, se pure hanno turbato il nostro animo, a lei<br />

devono essere risultati difficili da narrare, perché ricordi ancora troppo vividi nella sua<br />

memoria.<br />

«Non ci restava nulla: non un libro, una fotografia, un fazzoletto, nulla:<br />

ci restava solo il nostro povero corpo scheletrito. Non c’era specchio per<br />

guardarci, ognuna di noi era lo specchio per l’altra».<br />

La testimonianza offertaci è quella di milioni di persone, è la voce degli oltre sei milioni<br />

di ebrei periti durante l’eccidio nazi-fascista. Il valore della memoria è incommensurabile,<br />

immenso; il nostro dovere, da giovani generazioni, è di doverla tramandare, perché,<br />

come dice la signora Segre, siamo noi il futuro, noi quelli che dovranno fare<br />

tesoro di queste esperienze e tramandarle, per non lasciarle cadere nell’oblio, per far<br />

in modo che un pezzo di storia venga ricordato, un pezzo sì di storia triste e tragica ma<br />

sempre storia, la nostra storia, preziosa testimonianza da custodire viva.<br />

Se è quindi tale il valore della memoria e della testimonianza, eventi come quello alle<br />

quali le classi terze hanno avuto l’occasione di partecipare dovrebbero essere più frequenti,<br />

bisognerebbe farli divenire momenti di unione, di incontro tra generazioni.<br />

Liliana Segre ci ha aperto gli occhi, ci ha regalato una testimonianza di prima mano<br />

per non dimenticare la Shoah, la sua scia di morti e per scongiurare che ciò accada<br />

nuovamente.<br />

Tiago Menezes, 3 a E<br />

20<br />

A B C ! |


primo piano<br />

L’onda. La storia non è un gioco romanzo di Todd Strasser...<br />

Il romanzo L’onda scritto da Todd Strasser<br />

è basato su una vicenda realmente accaduta,<br />

ossia l’esperimento tenuto dal professore<br />

di storia Ron Jones agli studenti della<br />

Cubberley High School di Palo Alto, in California.<br />

Il professor Ben Ross, uno dei protagonisti<br />

di questo racconto, durante una lezione<br />

sulla Seconda guerra mondiale mostra ai<br />

suoi studenti un documentario sul nazismo,<br />

rivelando le atrocità<br />

commesse ai danni degli Ebrei.<br />

Agli studenti sembra impossibile<br />

che nessuno si sia ribellato al<br />

movimento nazista e che tutta<br />

la popolazione tedesca abbia<br />

permesso che si sviluppasse un<br />

clima di odio e di morte nei<br />

confronti del popolo ebraico.<br />

Lo stesso professore non riesce<br />

a dare una risposta allo sconcerto<br />

provato dai ragazzi nonostante<br />

le molte ricerche e il tempo dedicato<br />

a trovare una spiegazione plausibile.<br />

Ben Ross ritiene allora che solo attraverso<br />

un esperimento sociale che faccia rivivere<br />

nei ragazzi il sentimento che ha dominato<br />

la gioventù nazista si riesca a trovare una<br />

spiegazione; decide quindi di far nascere<br />

L’onda, una corrente di pensiero basata su<br />

regole ben precise: ogni membro deve<br />

agire per il bene dell’organizzazione sostenendo<br />

i membri appartenenti a essa.<br />

Chi appartiene all’Onda deve seguire precise<br />

regole di disciplina: ogni ragazzo deve<br />

alzarsi in piedi prima di rispondere<br />

se interrogato, deve portare rispetto a<br />

leader del gruppo, il professor Ross, scandendo<br />

il suo nome prima di rivolgersi a<br />

lui. Tale corrente di pensiero risponde a<br />

tre motti: La Forza è Disciplina, La Forza è<br />

Comunità, La Forza è Azione.<br />

Sin da subito risultano evidenti gli effetti:<br />

ogni alunno migliora i propri risultati e<br />

nessuno viene più deriso o escluso. Nasce<br />

un forte senso di appartenenza al gruppo<br />

poiché tutti i membri si sentono uguali tra<br />

loro, annullando perciò la loro individualità.<br />

L’introduzione di una uniforme e di un<br />

saluto particolare alimenta ulteriormente<br />

il sentimento di comunità e di appartenenza<br />

al gruppo, il cui leader carismatico è<br />

il professor Ross.<br />

I membri del movimento,<br />

completato “l’addestramento”,<br />

devono reclutare nuovi adepti,<br />

iniziano perciò a distribuire<br />

volantini e a fare propaganda.<br />

Già in pochi giorni iniziano a<br />

vedersi i risultati, con molti<br />

studenti della scuola che iniziano<br />

a frequentare i corsi del<br />

professor Ross per partecipare<br />

più attivamente a L’onda.<br />

L’esperimento inizia così a sfuggire di mano<br />

al professore, i membri del gruppo discriminano<br />

chi non si unisce al movimento, marinano<br />

altri corsi per frequentare quello di<br />

storia, si verificano atti di violenza nei<br />

confronti delle diverse religioni e la scuola<br />

inizia a essere tappezzata di volantini che<br />

propagandano L’onda; nasce quindi un<br />

senso di odio e discriminazione verso i ragazzi<br />

“ribelli” e che non vogliono aderire<br />

al gruppo, spesso accompagnato da episodi<br />

di violenza.<br />

Nel romanzo emerge come ognuno reagisca<br />

in modo diverso: c’è chi si sente forte<br />

per l’appartenenza al movimento perché<br />

prima era escluso, come Robert, emarginato<br />

per la sua bassa popolarità, e chi,<br />

sentendosi parte di un gruppo, non prova<br />

più nessun sentimento di competizione<br />

diventando uguale agli altri, come Amy,<br />

A B C ! | 21


piano primo<br />

che era la migliore della classe. C’è anche<br />

chi rimane sbalordito dagli effetti di tale<br />

movimento e ne esce, come Laurie Saunders,<br />

studentessa modello come la sua migliore<br />

amica Amy, che si accorge prima di<br />

tutti del pericolo e dei danni che L’onda<br />

sta provocando.<br />

Il professor Ross decide di mettere fine al<br />

pericoloso esperimento, obbligato dal Preside;<br />

e per farlo dovrà mostrare ai ragazzi<br />

l’assurdità del loro modo di comportarsi e<br />

il modo in cui trattavano coloro che non<br />

avevano aderito al gruppo.<br />

Il romanzo è stimolante e ha un ritmo incalzante,<br />

grazie al susseguirsi di azioni e<br />

avvenimenti rapidi, inoltre è molto istruttivo<br />

poiché, a parer mio, mostra ciò che<br />

può nascere dal senso di appartenenza a<br />

un gruppo guidato da un capo carismatico.<br />

Questa appartenenza viene usata per giustificare<br />

gli episodi di violenza di cui nessuno<br />

si sente più colpevole poiché agisce in<br />

nome di un presunto bene comune. Il senso<br />

di potere del gruppo si autoalimenta e fa<br />

credere a chi gli appartiene che tutto<br />

sia concesso pur di difendere la forza del<br />

movimento. L’annullamento dell’individuo<br />

coincide con l’annullamento della capacità<br />

di critica e di pensiero: nessuno è più in<br />

grado di giudicare in modo oggettivo gli<br />

avvenimenti.<br />

Il romanzo fa pensare molto e ci insegna<br />

che la storia può sempre ripetersi, anche<br />

gli episodi più orrendi del passato. Ne<br />

consiglio dunque la lettura a tutti, poiché<br />

fa meditare sul fatto che non esiste una ricetta<br />

che consenta di evitare che gli eventi<br />

drammatici avvenuti nella Germania nazista<br />

si ripetano ancora. Forse solo difendendo<br />

le singole individualità e la libertà<br />

di pensiero e di espressione si può limitare<br />

tale rischio, forse la memoria di quanto<br />

accaduto in passato può metterci in guardia<br />

dai crimini orrendi e le terribili persecuzioni<br />

per impedire che ciò si replichi tra<br />

l’indifferenza della gente che in nome di<br />

un senso di appartenenza a un gruppo ha<br />

seguito un’idea folle.<br />

Francesco Motter, 3 a D<br />

L’onda film di Dennis Gansel..…<br />

Tratto dall’omonimo romanzo di Todd<br />

Strasser, è un film molto importante, perché<br />

dimostra come alcuni eventi storici e<br />

politici potrebbero riproporsi nel nostro<br />

presente.<br />

Siamo in Germania, al <strong>quinto</strong> anno di una<br />

scuola superiore, mentre si svolge una<br />

“settimana a tema”; la scelta di ambientare<br />

la storia in Germania - quando invece il<br />

fatto reale e il romanzo si svolgono negli<br />

Usa - non è casuale, ma è stata fatta per<br />

attribuire un significato più forte agli<br />

eventi narrati.<br />

Il prof. Reiner<br />

Wenger affronta<br />

con la sua<br />

classe il tema<br />

dell’autocrazia,<br />

ma i ragazzi<br />

non mostrano<br />

molta attenzione<br />

per l’argomento e non credono possibile<br />

l’ascesa di una nuova dittatura nel Paese.<br />

Ecco l’idea: i ragazzi diverranno, più o<br />

meno inconsciamente, vittime di un esperimento,<br />

creando L’onda, e proprio come<br />

22<br />

A B C ! |


primo piano<br />

un’onda spazzeranno via tutti quelli che<br />

vanno contro di loro.<br />

Nel giro di pochi giorni l’immedesimazione<br />

del professore e degli allievi innesca<br />

meccanismi comportamentali negativi,<br />

che si spingono ben oltre le mura scolastiche;<br />

iniziano a verificarsi atti vandalici e<br />

minacce nei confronti di chi non vuole<br />

unirsi al gruppo.<br />

Uno dei segni distintivi dell’Onda è la divisa,<br />

le camicie bianche: è forte il valore<br />

simbolico perché, non essendo il bianco<br />

un vero e proprio colore, esso conferisce<br />

ai membri del gruppo la caratteristica di<br />

non avere colore, cioè l’assenza di pensiero<br />

e di ragionamento.<br />

L’onda crescerà progressivamente, fino a<br />

perdere il controllo di sé e sfuggire completamente<br />

di mano, finché i ragazzi e il<br />

professore capiranno a proprie spese<br />

quanto sia semplice farsi manipolare le<br />

menti.<br />

Verso il finale, il regista ci sorprende, inserendo<br />

nel discorso che il prof. Wenger rivolge<br />

ai ragazzi delle parole molto simili a<br />

quelle utilizzate da Hitler durante le sue<br />

adunate: gli applausi dei suoi allievi dimostrano<br />

che non abbiamo mai imparato abbastanza<br />

dai nostri errori e che, se si<br />

ripresenta un’occasione simile, tendiamo a<br />

farci condizionare e a perdere la lucidità.<br />

L’onda è un film avvincente, che consigliamo<br />

a tutti, perché mostra la facilità con<br />

cui la mente degli uomini può essere stravolta,<br />

al fine di concorrere tutti all’affermazione<br />

di un’ideologia.<br />

L’intero film fa capire come si può essere<br />

facilmente manipolati, come un’identità<br />

non solida e affermata possa facilmente<br />

aggrapparsi a ideali sbagliati e violenti.<br />

Quello che si vede è veramente sconcertante,<br />

basta un piccolo passo ingenuo e ci<br />

possiamo ritrovare in massa governati da<br />

una dittatura, senza più libertà e democrazia,<br />

dove le uniche persone in grado di<br />

pensare con la propria testa sono escluse<br />

e tormentate per i loro pensieri controcorrente,<br />

dove ogni giorno che passa<br />

avanza il potere della violenza, esercitata<br />

con sempre maggiore indifferenza.<br />

È inquietante pensare che degli studenti,<br />

sapendo quali potessero essere le conseguenze<br />

delle loro azioni, siano ricaduti in<br />

pochi giorni negli stessi errori commessi<br />

dalla popolazione della Germania nazista.<br />

Ma se vogliamo allargare lo sguardo, il<br />

film ci illustra i principali problemi della<br />

società attuale: dimostra che le masse, soprattutto<br />

quelle giovanili, sono facilmente<br />

condizionabili da un leader che vuole affermare<br />

la propria idea, non necessariamente<br />

politica, o proporre dei modelli<br />

(pensiamo alle mode); nella società di oggi<br />

ciò è anche reso più facile dal ruolo che i<br />

media possono svolgere ai fini della propaganda<br />

ideologica. Un altro tema è la ribellione<br />

femminile contro una società<br />

fatta da strutture maschili su misura per<br />

modelli maschili: perché le prime a opporsi<br />

all’Onda sono due ragazze.<br />

Quindi, un film veramente istruttivo, non<br />

tanto per gli aspetti tipicamente cinematografici,<br />

quanto per i contenuti culturali e<br />

sociali, che fa riflettere a lungo sulla scelta<br />

di chi vogliamo essere o di che cosa vogliamo<br />

fare parte.<br />

Arianna Casadei, Giulia Celeste,<br />

Nicolò Barnicchi, Ilaria Fossati, Federica Luzzeri, 3 a F<br />

A B C ! | 23


piano primo<br />

Gli esperti li definiscono “ragazzi fuori” o, come vengono chiamati adesso, “drop out”,<br />

per dire che questi giovani sono scivolati fuori dal percorso educativo-formativo che<br />

dovrebbe garantire loro un futuro, un ruolo, un’identità, un posto nella società.<br />

Per dispersione scolastica si intende<br />

l’abbandono della scuola dell’obbligo<br />

da parte di minorenni. Più in generale,<br />

si può parlare di allontanamento, fuga<br />

dei ragazzi dalle scuole superiori, in<br />

particolar modo durante i primi due<br />

anni: un problema che lascia un’impronta<br />

negativa sul percorso formativo<br />

di questi giovani.<br />

Rispetto alla media dei paesi<br />

dell’Unione Europea, l’Italia ha un livello<br />

di istruzione di gran lunga inferiore.<br />

La quota di persone di 30/34 anni<br />

che hanno conseguito un titolo universitario<br />

è del 22,4% rispetto alla media<br />

Europea che è del 40%. La formazione<br />

continua, in inglese lifelong learning<br />

ovvero formazione lungo il corso della<br />

vita, in Italia interessa solo il 6,2% della<br />

popolazione di fronte a una media<br />

europea dell’11,3%.<br />

In Italia il tasso di dispersione scolastica<br />

è molto elevato: più del 17% dei<br />

ragazzi italiani abbandona gli studi<br />

prima di aver conseguito un diploma di<br />

scuola superiore.<br />

Nel contesto europeo l’Italia occupa,<br />

come già detto, i piani bassi delle<br />

classifiche. Il fenomeno è più accentuato<br />

nel sud e nelle isole (35% circa)<br />

rispetto al nord (29,8%). Chi da anni si<br />

occupa della questione sostiene che il<br />

dato del 17% è molto sottostimato e<br />

che più verosimilmente sia uno studen-<br />

30<br />

25<br />

20<br />

17,6<br />

20,8<br />

24,9<br />

15<br />

10<br />

5<br />

9,1<br />

10,5<br />

11,6<br />

12,8 13,5<br />

obiettivo<br />

2020<br />

0<br />

Danimarca Germania Francia UE 27 Regno<br />

Unito<br />

Italia Portogallo Spagna<br />

Percentuale di 18-24enni che si sono fermati alla licenza media<br />

(dato Ministero dell’Istruzione, giugno 2013)<br />

24<br />

A B C ! |


primo piano<br />

te su tre a non terminare le scuole<br />

superiori. Bisogna tuttavia sottolineare<br />

che in Italia si investe poco<br />

nell’istruzione: la media europea del<br />

PIL (Prodotto Interno Lordo) speso<br />

nell’istruzione è del 5,6%, mentre in<br />

Italia si investe solo il 4,8%.<br />

Gli esperti ritengono che le cause della<br />

dispersione possano essere diverse:<br />

si va dai casi di maltrattamento in<br />

famiglia agli atti di bullismo a scuola,<br />

dalla scarsa motivazione ai disagi sociali,<br />

culturali, economici che possono<br />

anche portare alla criminalità (spaccio<br />

di droghe, contrabbando).<br />

Se vogliamo approfondire il tema,<br />

possiamo evidenziare anche le poche<br />

aspettative che i ragazzi hanno sul loro<br />

futuro: non si sentono infatti motivati<br />

a studiare perché lo studio non<br />

“assicura” un posto di lavoro. A volte,<br />

per fortuna molto rare, può influire<br />

negativamente un inadeguato aiuto<br />

degli insegnanti nell’orientamento scolastico<br />

per le scelte dopo la scuola<br />

media, oppure il mancato rispetto da<br />

parte di alunni e famiglie del consiglio<br />

orientativo espresso dai docenti della<br />

scuola media. Altre volte sono gli stessi<br />

genitori che si disinteressano dei figli,<br />

la loro incapacità nel supportarli<br />

nelle scelte future spinge questi ultimi<br />

all’abbandono.<br />

Una cosa è certa: bisogna promuovere<br />

la socializzazione, prevenire il disagio<br />

attraverso il recupero delle difficoltà,<br />

lottare contro le discriminazioni sociali.<br />

Solo in questo modo gli alunni svantaggiati<br />

e svogliati possono essere<br />

aiutati a ritrovare la loro autostima e<br />

la sicurezza in se stessi e a non lasciare<br />

la scuola che, in realtà, è proprio<br />

il luogo dove possono crescere,<br />

apprendere e prepararsi ad affrontare<br />

il loro futuro.<br />

Per porsi un traguardo contro l’abbandono<br />

scolastico, l’Unione Europea ha<br />

deciso che entro il 2020 questo fenomeno<br />

dovrà essere inferiore al 10%.<br />

In Italia è stato attivato il progetto<br />

“FREQUENZA 2<strong>00</strong>” (il nome richiama i<br />

2<strong>00</strong> giorni di durata di un anno scolastico)<br />

che vede all’opera un gruppo<br />

di “tutor” volontari, con il compito di<br />

aiutare i ragazzi a rischio di abbandono<br />

scolastico a studiare. Il progetto<br />

per il momento coinvolge 5.<strong>00</strong>0 ragazzi<br />

delle regioni Piemonte, Lombardia,<br />

Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.<br />

È comunque opinione di tutti come il<br />

fenomeno della dispersione sia strettamente<br />

legato soprattutto alla qualità<br />

della preparazione scolastica nella<br />

scuola secondaria di secondo grado<br />

che, sebbene di buon livello, risulta a<br />

volte troppo poco orientata alle competenze<br />

professionali, e quindi viene<br />

percepita come “inutile” dai ragazzi<br />

meno motivati.<br />

Stefano Belli, Iana Bomc,<br />

Antea Musella, Serena Nantier,<br />

Pietro Salvi, 2 a A<br />

A B C ! | 25


indagine indagine<br />

San Valentino: è la nostra festa?<br />

Abbiamo pensato di svolgere questa breve indagine perché ci sembrava utile<br />

approfondire quanto noi adolescenti teniamo alla festa degli innamorati.<br />

Dai discorsi dei nostri compagni, spesso è emerso quanto il tema sia liquidato<br />

con facili sorrisi, forse perché non tutti ne conoscono bene il significato.<br />

Speriamo quindi che quanto leggerete sia utile, se non altro a saperne un po’ di più.<br />

di Pietro Benciolini, 3 a C e Karim Naser, 3 a F<br />

Sapete tutti che cos’è la festa di san Valentino?<br />

Nel caso voi non lo sappiate, vi spiegheremo<br />

la sua storia.<br />

La festa di san Valentino nacque nel 496<br />

d.C. e fu avviata da papa Gelasio I che dedicò<br />

al santo – che era stato Vescovo di Terni<br />

e fu martirizzato nel 273 – il 14 febbraio,<br />

presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare<br />

la festività pagana dei Lupercali,<br />

festa di tradizione romana che cadeva negli<br />

stessi giorni.<br />

Nonostante la figura di san Valentino sia<br />

nota soprattutto per il messaggio di amore<br />

che sottintende, inizialmente il riferimento<br />

all’amore romantico e agli innamorati era quasi certamente secondario. A quanto pare, il<br />

vescovo Valentino sarebbe stato il primo a celebrare un matrimonio fra una ragazza cristiana<br />

e un giovane pagano convertito, ma distinguere la verità dall’invenzione quando si<br />

fa riferimento a episodi così lontani nel tempo non è facile.<br />

San Valentino in una miniatura tratta dalle<br />

Vite dei santi, un codice francese del sec. XIV<br />

Nella cultura popolare non sono poche le leggende che vedono il santo protagonista di riconciliazioni<br />

amorose. Ad esempio, un racconto tradizionale narra che un giorno il vescovo<br />

26<br />

A B C ! |


indagine indagine<br />

Valentino, passeggiando per le strade della sua città, incontrò una coppia di giovani che<br />

stavano litigando; decise di andare loro incontro porgendo una rosa e disse loro di non<br />

farla cadere, tenendola con le loro mani unite: questo piccolo espediente ebbe come esito<br />

la riconciliazione dei due giovani.<br />

Alla fine del Trecento il grande scrittore inglese Geoffrey Chaucer, probabilmente<br />

per onorare il fidanzamento tra Riccardo II e Anna di Boemia,<br />

scrisse un poema di 7<strong>00</strong> versi nel quale si parla esplicitamente del giorno<br />

di san Valentino come della giornata più favorevole per innamorarsi: da<br />

quel momento, la fama letteraria e leggendaria di san Valentino come<br />

protettore degli innamorati non venne più messa in dubbio.<br />

Infatti, la ricorrenza di san Valentino esiste ancora e viene festeggiata dalle coppie innamorate.<br />

In quell’occasione tutti gli innamorati si scambiano regali e festeggiano il loro<br />

amore. I doni più frequenti e apprezzati sono:<br />

una scatola di cioccolatini, utilizzati per dimostrare che l’amore fra chi dona e chi<br />

riceve è dolce come il cioccolato;<br />

fiori, ad esempio rose rosse, che testimoniano un amore appassionato;<br />

peluche, simbolo della tenerezza tra i due innamorati.<br />

Spesso i ragazzi decidono di dichiarare il loro amore proprio il giorno<br />

di san Valentino perché lo considerano il giorno più romantico<br />

dell’anno.<br />

In Inghilterra e negli Stati Uniti il 14 febbraio è una ricorrenza molto<br />

sentita, sottolineata dall’usanza di scambiarsi bigliettini d’amore, spesso sagomati a forma<br />

di cuore o illustrati con le immagini che più tipicamente rappresentano l’amore romantico,<br />

come Cupido con arco e frecce, colombe svolazzanti, fiori, cuoricini, pizzi e merletti.<br />

A B C ! | 27


indagine indagine<br />

L’indagine<br />

Abbiamo posto alcune domande sul tema di san Valentino agli alunni delle classi seconde<br />

e terze della nostra scuola, per sapere se festeggiano questa ricorrenza e se la trovano importante,<br />

se ne conoscono il significato e la storia… Nello specifico, ecco le domande:<br />

1. Festeggiate san Valentino?<br />

2. Se sì, fate dei regali alle vostre fidanzate/ai vostri fidanzati?<br />

3. Vi sembra una festa importante da condividere<br />

con qualcuno o la celebrate solamente per il fatto<br />

che esiste?<br />

4. Sapete qualcosa sulle origini o sulla storia di<br />

questa ricorrenza?<br />

5. Secondo voi è importante che ci sia una festa<br />

dedicata agli innamorati?<br />

2A 3A 2B 3B 2C 3C 2D 3D 2E 3E 2F 3F<br />

1 NO NO NO SI SI SI NO NO NO NO SI SI<br />

2 SI NO NO SI SI SI SI NO NO NO SI SI<br />

3 SI SI SI SI SI SI NO NO NO SI NO SI<br />

4 NO NO SI SI SI NO SI NO SI NO NO NO<br />

5 SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI<br />

N.B.: La risposta riportata nella tabella corrisponde a come ha risposto la maggioranza della classe<br />

La tabella che vedete riassume quindi i pareri dei ragazzi della nostra età.<br />

Non c’è omogeneità, né particolare differenza fra ragazzi di seconda e di terza, alcune<br />

classi sembrano più attratte e preparate sull’argomento (la 2 a C e la 3 a B), altre più distratte<br />

o disinteressate (la 3 a D).<br />

Avevamo deciso di svolgere questa indagine perché ritenevamo interessante chiarire quale<br />

significato venga attribuito dai ragazzi come noi della festa degli innamorati. Ebbene, durante<br />

il sondaggio, ci siamo resi conto che molte persone prendevano questa ricorrenza<br />

con notevole superficialità: infatti, la maggior parte dei ragazzi ha risposto che non celebra<br />

proprio per niente questa giornata, oppure che la ricorda solamente per avere<br />

l’occasione di trascorrere una bella giornata con la persona amata e soprattutto solo pochi<br />

ragazzi conoscono le origini e il significato della festa di san Valentino, oltre al semplice<br />

fatto di scambiarsi dolci pensieri e piccoli regali.<br />

Noi pensiamo che sia giusto celebrare questa ricorrenza, ma sarebbe anche importante che<br />

tutti capissero perché la si festeggia. Speriamo perciò che il nostro lavoro sia stato utile.<br />

28<br />

A B C ! |


indagine indagine<br />

Quali sono le strategie di corteggiamento più seguite dai ragazzi della nostra età? Ecco<br />

il parere di un nostro compagno.<br />

Il corteggiamento<br />

Non sono un grande “esperto” in materia, ma guardandomi intorno ho<br />

notato due principali tecniche di corteggiamento.<br />

La prima è tipica dei ragazzi timidi: è basata sull’anonimato. Infatti,<br />

generalmente, il corteggiatore mette sul banco della compagna ignara un<br />

biglietto anonimo, ovviamente, e dei cioccolatini o qualcos’altro di dolce.<br />

Poi aspetta la reazione della ragazza: se è interessata più ai cioccolatini<br />

che alla letterina, meglio lasciar perdere, se è equamente interessata si<br />

ha qualche possibilità e, nei casi più rari, se legge la lettera attentamente<br />

mentre mangia i cioccolatini distrattamente vuol dire che è bendisposta a<br />

fidanzarsi.<br />

L’altra tecnica è per i tipi più impavidi e disinvolti. È tutta giocata sulla<br />

velocità, anche per sentire meno dolore se lei rifiuta.<br />

Si inizia con un periodo di osservazione: si studia la ragazza nel suo<br />

comportamento, i suoi modi di fare, i suoi hobby, in modo da adattarsi un<br />

minimo. Poi si esamina il suo carattere e ci si accerta della sua<br />

disposizione nei propri confronti e, se tutto fila liscio, si passa<br />

“all’azione”.<br />

Si cerca di avvicinare la ragazza fuori da occhi indiscreti e si comincia a<br />

conversare e a fare qualche battutina. Bisogna strapparle dalla faccia il<br />

più grande sorriso della sua vita. Se è interessata alla nostra<br />

conversazione, si può andare avanti, se invece guarda il suo cellulare,<br />

meglio scappare a gambe levate.<br />

Ma c’è una cosa che accomuna tutte le “tecniche”: il momento finale.<br />

Se riesci ad arrivare fin qui, e non fai nemmeno il minimo errore (perché<br />

qui è fatale), puoi dirti la persona più felice della Terra per quei venti<br />

secondi magici.<br />

Però, bisogna dirlo, un premio per il coraggio andrebbe consegnato<br />

anche a quelli che falliscono.<br />

Pietro Cellerino, 3 a E<br />

A B C ! | 29


progetti progetti<br />

Il Consiglio di Zona<br />

dei Ragazzi e delle Ragazze<br />

Prosegue il lavoro per il Consiglio di Zona dei Ragazzi e delle Ragazze.<br />

I nostri rappresentanti hanno deciso di assumersi questo incarico:<br />

portare l’attenzione delle autorità sullo stato di cortili scolastici,<br />

giardini e parchi del quartiere.<br />

Ogni scuola aderente al progetto ha deciso di presentare delle proposte per la riqualifica<br />

dei propri cortili o giardini (interni o di quartiere). La piccola area verde di via Clericetti<br />

è a due passi dalla nostra scuola, è stata perciò una scelta quasi obbligata.<br />

Abbiamo deciso di procedere, prima con la descrizione dello stato attuale del parchetto,<br />

poi con rilevazione delle necessità e la progettazione dei possibili interventi di miglioramento.<br />

Muniti di carta, penna e macchina fotografica, mercoledì 10 febbraio<br />

abbiamo portato a termine il nostro sopralluogo, con questi esiti.<br />

LO STATO ATTUALE E I BISOGNI DEI GIARDINI DI VIA CLERICETTI<br />

Il parchetto è in condizioni abbastanza<br />

buone, i giochi per i bambini sono carini<br />

ma bisogna pulirli e sistemarli. Bisogna<br />

trovare un modo per evitare che il<br />

parco sia frequentato da persone che lo<br />

usano in modo inappropriato, come per<br />

esempio lasciando rifiuti in giro e sporcando<br />

i giochi per i bambini più piccoli.<br />

Il bagno pubblico deve essere sistemato<br />

e ripulito dalle scritte: non si riconosce<br />

neanche che è un bagno pubblico!<br />

Il parco è poco curato ma molto frequentato<br />

dai bambini, spesso le loro<br />

mamme sostano sul muretto a parlare e<br />

i bambini si fermano lì per fare merenda:<br />

bisogna mettere dei tavolini su cui<br />

studiare o poter mangiare tranquilli.<br />

30<br />

A B C ! |


progetti progetti<br />

PROGETTARE I MIGLIORAMENTI<br />

Pulire e ridipingere la fontana, aggiungendo un rubinetto per evitare gli sprechi di<br />

acqua.<br />

Sistemare con erba o cespugli lo spazio fra gli alberi, ora coperto di terra e fango,<br />

perché appena piove si formano delle pozzanghere.<br />

Aggiungere, nello spazio circondato da panchine, dei tavolini per studiare o fare<br />

merenda.<br />

Rendere migliore il bagno pubblico.<br />

Sistemare i cestini e le panchine traballanti.<br />

DAL PROGETTO ALLA FASE OPERATIVA: LA PROPOSTA DI DELIBERA<br />

A scuola abbiamo ripreso in mano le nostre idee: abbiamo discusso su quali fossero secondo<br />

noi gli interventi più urgenti e, quindi, da proporre per primi. Ne è uscita una<br />

proposta di delibera molto seria.<br />

Il Consiglio di Zona 3 dei ragazzi e delle ragazze si è poi riunito mercoledì 2 marzo<br />

per completare i lavori iniziati nelle rispettive scuole di appartenenza.<br />

Noi abbiamo presentato il documento per il parchetto di via Clericetti. Nelle prossime<br />

pagine potete leggere la delibera ufficiale che abbiamo scritto e che arriverà sul tavolo<br />

del Consiglio di Zona 3 dove, ci auguriamo, almeno alcune delle nostre richieste potranno<br />

essere accolte!<br />

I consiglieri delle classi prime<br />

A B C ! | 31


progetti progetti<br />

32<br />

A B C ! |


progetti progetti<br />

FOTO ALLEGATE<br />

a) b)<br />

c) d)<br />

A B C ! | 33


progetti progetti<br />

Progetto Stars: fine<br />

di una bella avventura.<br />

La lunga avventura col Progetto Stars per noi, purtroppo, è terminata.<br />

È giunto perciò il momento di tirare le somme delle nostre attività, prima di passare<br />

il testimone a un’altra classe della nostra scuola, affinché porti avanti il lavoro!<br />

Il lungo percorso che ci ha condotti fin qui<br />

Nel corso dei due anni passati, abbiamo cercato di dare il nostro piccolo contributo<br />

alla diminuzione dello smog, convincendo il più possibile i ragazzi che frequentano<br />

la nostra scuola ad andare in bicicletta, invece di farsi scarrozzare<br />

qua e là in automobile.<br />

Abbiamo poi cercato di renderci visibili il più possibile, creando cartelloni, una<br />

pagina Facebook e Instagram, realizzando un blog, partecipando alle <strong>numero</strong>se<br />

iniziative e ai tanti incontri organizzati dal Comune di Milano<br />

A novembre la nostra compagna Vihara, accompagnata dalla prof.ssa Poletti, la<br />

docente di Tecnologia che ha coordinato il<br />

progetto nella nostra classe, si è recata a un<br />

incontro organizzato presso il Castello Sforzesco<br />

insieme a molti altri ambasciatori<br />

Stars.<br />

I coordinatori europei del Progetto hanno<br />

chiesto agli studente un resoconto su come<br />

stesse procedendo il lavoro nelle scuole e,<br />

soprattutto, se si sentivano più liberi di<br />

muoversi nelle rispettive città in bicicletta.<br />

A turno, utilizzando l’inglese come lingua<br />

comune, ragazzi provenienti da molte<br />

scuole d’Europa hanno letto i propri documenti,<br />

in cui erano state scritte le proposte<br />

per persuadere ragazzi e adulti a utilizzare<br />

per i propri spostamenti un mezzo ecosostenibile<br />

come la bicicletta. I nostri complimenti<br />

a Vihara, per come ha saputo ben<br />

rappresentarci in un’occasione importante<br />

come quella!<br />

34<br />

A B C ! |


progetti progetti<br />

In seguito, è stata proposta la visione di un filmato sul tema, prodotto in una<br />

scuola olandese.<br />

Il giorno successivo, la nostra inviata ha raccontato la sua esperienza a tutta la<br />

classe. Questo incontro è stato molto utile anche per conoscere la cultura degli<br />

altri paesi d’Europa in merito alla mobilità: e noi non siamo proprio agli ultimi<br />

posti...<br />

Un importante contributo<br />

L’incontro Mobilità sostenibile:<br />

itinerari per genitori nello slalom<br />

tra autonomia e sicurezza dei<br />

ragazzi, tenuto dalla dott.ssa Diana<br />

Ferrari, Psicologa e Psicoterapeuta,<br />

ha concluso il nostro lavoro.<br />

L’evento è stato pubblicizzato con un<br />

volantino, realizzato da noi e distribuito<br />

in tutte le classi, in modo da<br />

diffondere l’iniziativa fra i ragazzi<br />

della scuola e le loro famiglie.<br />

L’incontro è stato aperto da noi ambasciatori,<br />

che abbiamo rivolto alla<br />

dottoressa Ferrari alcune domande,<br />

chiedendole principalmente di raccontare<br />

il suo rapporto con i mezzi di<br />

trasporto.<br />

Ecco cosa ci ha risposto:<br />

Per i suoi spostamenti quotidiani,<br />

generalmente utilizza mezzi di<br />

trasporto “sostenibili”?<br />

Diciamo che i miei spostamenti si caratterizzano<br />

per la scelta, nel 40%<br />

dei casi, di mezzi si trasporto sostenibili<br />

e nel 60% per l’uso di mezzi<br />

non sostenibili, principalmente il mio<br />

motorino.<br />

Ha già partecipato a incontri di<br />

questo genere, sul rapporto fra<br />

genitori e ragazzi con riferimento<br />

alla loro libertà di movimento in<br />

città?<br />

Sì, ho già guidato altri incontri riguardo<br />

a questo argomento in altre<br />

scuole, non solo medie ma anche<br />

elementari: ritengo infatti che si tratti<br />

di una questione molto importante.<br />

Può dirci qualcosa di più al<br />

riguardo? Qual è il suo giudizio<br />

generale su questo genere di<br />

incontri?<br />

Devo dire che la prima volta che il<br />

A B C ! | 35


progetti progetti<br />

dirigente di una scuola primaria mi<br />

ha invitato a gestire un evento simile,<br />

la sua richiesta mi ha stupito: non<br />

avevo considerato la questione del<br />

rapporto fra genitori e figli da questo<br />

punto di vista.<br />

Ma poi ho compreso appieno<br />

l’importanza del problema e ho anche<br />

capito che avrei potuto essere<br />

un’ottima portavoce, perché non<br />

avrei parlato ai genitori solamente da<br />

psicologa, ma anche da mamma di<br />

due bambini: al momento i miei figli<br />

non hanno ancora l’età per andare<br />

in bicicletta o muoversi senza<br />

il passeggino, ma già ora mi posso<br />

ritenere una madre poco ansiosa,<br />

che non si lascia spaventare da pericoli<br />

che, a volte, sono solo nella<br />

nostra testa.<br />

Sicurezza, protezione e autonomia<br />

Dopo avere gentilmente risposto alle nostre domande, la dott.ssa Ferrari ha<br />

ascoltato gli ambasciatori che hanno letto ad alta voce la lettera spedita l’anno<br />

scorso ai genitori, allo scopo di convincerli ad accordarci il permesso di utilizzare<br />

la bicicletta per il percorso casa-scuola, e la dottoressa ha sviluppato il suo<br />

discorso.<br />

Ha spiegato che i genitori sono consapevoli<br />

dei danni che provoca l’automobile<br />

(non solo rispetto all’ambiente, ma anche<br />

sullo sviluppo fisico dei ragazzi, troppo<br />

poco abituati a muoversi), ma spesso gli<br />

adulti si ritrovano ad andare contro i propri<br />

ideali per accontentare la propria pigrizia:<br />

un simile comportamento<br />

influenzerà in futuro anche l’atteggiamento<br />

dei figli, che prenderanno esempio da loro.<br />

La dottoressa ha spiegato, in seguito, che il rapporto genitore-figlio si basa su<br />

due principi fondamentali:<br />

LA SICUREZZA<br />

LA PROTEZIONE<br />

Questi due aspetti si integrano tra loro,<br />

il compito dei genitori è di mantenere<br />

equo il rapporto tra la sicurezza e<br />

la protezione nei figli per non andare<br />

incontro all’iper-prottetività o, viceversa,<br />

alla trascuratezza.<br />

Durante l’adolescenza il tutto si complica<br />

ed entra in gioco un altro fattore:<br />

la richiesta di AUTONOMIA da parte<br />

36<br />

A B C ! |


progetti progetti<br />

dei figli, e ai genitori spetta la risposta decisiva… Sì o No? Il genitore è spesso<br />

combattuto nelle sue scelte e nei suoi consensi poiché per decidere tra il BENE<br />

e la FELICITÀ del proprio figlio, che sono due cose ben differenti, perciò le<br />

scelte risultano complicate.<br />

La certezza che i genitori vogliono avere sull’incolumità dei propri figli non dipende<br />

esclusivamente dalle azioni che questi ultimi compiono ma anche dal<br />

comportamento degli altri; ad esempio nel caso della richiesta di andare in bicicletta<br />

da soli la risposta «NO» può essere data o dal fatto che il genitore ritiene<br />

il figlio ancora poco maturo o responsabile per fare ciò, o perché si ha paura del<br />

comportamento degli automobilisti.<br />

A questo punto la dott.ssa Ferrari si è rivolta a noi:<br />

«Se quindi anche voi siete alle prese con una risposta che non arriva rispetto a<br />

una richiesta di autonomia ai vostri genitori, esponete le vostre richieste chiedendo<br />

al genitore in questione di fare lo stesso, mettetevi nei anni di uno psicologo<br />

e costruite un discorso sul rapporto tra la sicurezza, l’autonomia e la<br />

protezione».<br />

Mentre agli adulti ha proposto dei suggerimenti molto pratici: se in famiglia non<br />

sono ancora sicuri della responsabilità che può esserci riconosciuta, e quindi<br />

non ci danno il permesso di andare da soli in bicicletta, i nostri genitori dovrebbero<br />

organizzare delle pedalate insieme a noi ragazzi, iniziando con lo stare davanti,<br />

poi sempre più indietro, valutando la situazione e poi, magari, lasciando<br />

scegliere a noi il percorso da fare!<br />

Con queste parole di fiducia si è concluso l’incontro.<br />

Ci auguriamo che continuerete a utilizzare la bicicletta<br />

tutti i giorni, per contribuire a tenere più pulita l’aria<br />

e per mantenervi in forma!<br />

* * * * *<br />

Vi ricordiamo che potrete trovare altre informazioni relative al Progetto Stars e alla<br />

mobilità sostenibile a Milano sul sito europeo starseurope.org/.it e sul sito ufficiale<br />

comune.milano.it/milano_in_bici<br />

Arianna Casadei, Andrea Colavecchio, Federico Vitali, 3 a F<br />

A B C ! | 37


natura ambiente natura ambiente<br />

L’acqua è il composto chimico più comune nel nostro pianeta e la quantità d’acqua<br />

presente sulla terra è sempre la stessa da milioni di anni. I primi esseri viventi si sono<br />

formati nell’acqua e l’uomo è composto per il 60% da acqua. Per questo si può dire,<br />

senza timore di essere smentiti, ACQUA = VITA.<br />

La disponibilità idrica<br />

Nel mondo, un miliardo e quattrocento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.<br />

Negli ultimi cinquant’anni la disponibilità di acqua è diminuita di 3/4 in Africa e di<br />

2/3 in Asia. Ma come sarà la situazione nei prossimi decenni?<br />

Si stima che nel 2040 più di trenta Stati nel mondo dovranno fare i conti con uno stress idrico<br />

di livello estremamente alto che, pur rimanendo costante a livello nazionale, potrebbe<br />

aumentare tra il 40% e il 70% in alcune aree definite, come ad esempio il sudovest degli<br />

Stati Uniti o il nordest della Cina.<br />

Fonte: World Resources Institute, USA<br />

La mappa mostra il divario<br />

fra la disponibilita d’acqua<br />

da qui a 25 anni. Un<br />

maggiore divario indica<br />

che un maggior <strong>numero</strong> di<br />

persone dovra competere<br />

per una quantita d’acqua<br />

sempre minore.<br />

L’agricoltura assorbe tre quarti dell’acqua dolce sul pianeta. Solo per fare un esempio, in<br />

California esistono <strong>numero</strong>se piantagioni e industrie di lavorazione specializzate nella produzione<br />

di mandorle e di noci, ma nello Stato il problema dello stress idrico è altissimo e<br />

molte aziende stanno chiudendo, se si pensa che per ottenere 1kg di mandorle servono ben<br />

8.047 litri d’acqua!<br />

38<br />

A B C ! |


natura ambiente natura ambiente<br />

L’utilizzo economico e produttivo dell’acqua<br />

L’acqua viene utilizzata per molteplici<br />

scopi: come abbiamo detto, più del 70%<br />

dell’ac-qua consumata sulla Terra è impiegata<br />

70<br />

60<br />

per l’uso agricolo, il 20% per<br />

50<br />

l’industria, il 10% per gli usi domestici.<br />

40<br />

L’Italia non si discosta molto da questi<br />

30<br />

dati: il settore agricolo assorbe il 60%<br />

dell’intera domanda di acqua del Paese,<br />

seguito dal settore industriale ed energetico<br />

con il 25% e dagli usi civili, o domestici,<br />

per il 15%.<br />

Dunque l’utilizzo in agricoltura e in allevamento<br />

è quello che incide di più sullo<br />

sfruttamento idrico complessivo e la previsione<br />

è che aumenti esponenzialmente<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Italia<br />

Mondo<br />

Fonte: www.siwi.org<br />

negli anni a venire. I fabbisogni idrici in agricoltura dipendono da <strong>numero</strong>si fattori tra i quali<br />

vi sono il clima, le pratiche colturali, i metodi di irrigazione, i tipi di coltura; un settore che<br />

assorbe enormi quantità d’acqua è la zootecnia. Qualche esempio: 1kg di mele ci costa 7<strong>00</strong><br />

litri d’acqua, 1kg di soia 18<strong>00</strong> litri, 1kg di formaggio 5<strong>00</strong>0 litri e 1kg di carne di manzo ben<br />

15.5<strong>00</strong> litri!<br />

Anche la quantità d’acqua impiegata nell’industria dipende da <strong>numero</strong>si fattori, principalmente<br />

dal tipo di attività e di tecnologie utilizzate. In generale, è possibile individuare tre differenti<br />

modalità di utilizzo dell’acqua: come materia prima nel processo produttivo, per il<br />

raffreddamento dei macchinari, per il lavaggio degli impianti.<br />

L’uso domestico<br />

Fonte: www.siwi.org<br />

Gli impieghi domestici<br />

dell’acqua comprendono<br />

l’alimentazione umana,<br />

la preparazione del cibo,<br />

la pulizia del corpo e<br />

degli ambienti di casa e<br />

pubblici.<br />

Negli ultimi anni a livello<br />

mondiale il consumo<br />

d’acqua per usi civili è<br />

più che raddoppiato in<br />

A B C ! | 39


natura ambiente natura ambiente<br />

seguito all’incremento demografico, ma anche per l’aumento dei consumi dei singoli individui,<br />

dovuto allo sviluppo di molti Paesi un tempo arretrati e al conseguente mutamento di<br />

abitudini. Anche le consuetudini alimentari incidono: tutti gli alimenti che consumiamo normalmente<br />

necessitano di un quantitativo d’acqua circa dieci volte maggiore rispetto al consumo<br />

privato diretto, perché tutta la filiera produttiva necessita di acqua; si calcola che,<br />

mediamente, con la quantità d’acqua necessaria a produrre un chilogrammo di carne si potrebbe<br />

fare la doccia quotidianamente per un anno!!<br />

Il 22 marzo di ogni anno si festeggia la<br />

Giornata Mondiale dell’Acqua, una<br />

ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite<br />

nel 1992 allo scopo di ricordare il<br />

valore di una “materia prima”<br />

insostituibile, che è anche parte di noi.<br />

Il tema del 2015 è stato “Acqua e<br />

sviluppo sostenibile”, quello di<br />

quest’anno è “Acqua e lavoro”.<br />

Falde acquifere e inquinamento<br />

Le falde acquifere sono distese d’acqua sotterranee, la nostra grande riserva che riveste<br />

una notevole importanza dal punto di vista economico, però spesso soggetta a varie forme<br />

di inquinamento, causato il più delle volte dal deposito sul suolo di materiali nocivi di vario<br />

genere che vengono assorbiti dal terreno e tramite le infiltrazioni raggiungono considerevoli<br />

profondità.<br />

Le maggiori cause d’inquinamento delle falde acquifere sono:<br />

sostanze chimiche, quali fertilizzanti o antiparassitari, utilizzati in modo indiscriminato<br />

per scopi agricoli;<br />

discariche abusive piene di sostanze nocive (ad esempio diossina in Vietnam,<br />

pesticidi in India…) ubicate soprattutto in paesi poveri, frutto di una scorretta politica<br />

ambientale e del traffico internazionale di rifiuti pericolosi gestiti dalle<br />

ecomafie;<br />

scarichi provenienti da attività industriali senza un sistema di filtraggio e depurazione<br />

adeguato;<br />

sostanze di scarto civili, eliminate senza seguire le regole di un coretto smaltimento.<br />

Le conseguenze della contaminazione delle falde sotterranee sono molto gravi: lo sfocio<br />

delle acque di falda incide sull’inquinamento dei mari e degli oceani, che causa danni alle<br />

creature marine e a tutto l’ecosistema marittimo; ma nell’immediato, si può provocare<br />

40<br />

A B C ! |


natura ambiente natura ambiente<br />

l’avvelenamento del bestiame, delle persone e delle piante tramite ingestione diretta di acqua<br />

inquinata o attraverso la catena alimentare.<br />

Un esempio: cosa sta succedendo in Veneto?<br />

Recentemente, alcune analisi hanno scoperto che i valori di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche)<br />

sono sopra la media. I PFAS sono composti chimici utilizzati principalmente per rendere<br />

resistenti ai grassi e all’acqua materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori<br />

per alimenti: la loro presenza nelle acque è quindi dovuta alla vicinanza di industrie che<br />

in passato lavavano i propri impianti e sversavano direttamente nei fiumi l’acqua utilizzata,<br />

senza preoccuparsi di filtrarla.<br />

Questi composti sono altamente persistenti nell’ambiente e, in alta concentrazione, sono riconosciuti<br />

come cause di gravi patologie, come: tumore ai reni, malattie della tiroide, ipertensione<br />

della gravidanza, colite ulcerosa e aumento del colesterolo. La presenza di queste<br />

sostanze riguarda in particolare uova, pesci, bovini, foraggio e insalata.<br />

Fortunatamente, i livelli delle sostanze nocive sono solo di poco sopra la soglia di tollerabilità<br />

da parte dell’uomo, ma si è reso necessario un intervento di pulizia dei corsi d’acqua e di<br />

attento monitoraggio. La zona interessata dall’inquinamento coinvolge le province di Venezia,<br />

Verona e Padova, e una popolazione di circa 350mila abitanti.<br />

La stampa locale si è ampiamente occupata del problema<br />

dell’inquinamento da PFAS e <strong>numero</strong>se sono state le iniziative pubbliche<br />

per cercare una soluzione.<br />

Da dove viene l’acqua che esce dai nostri rubinetti<br />

L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è la conseguenza di <strong>numero</strong>si fattori, sia naturali sia<br />

antropici.<br />

L’acqua, contenuta per la maggior parte nei ghiacciai, giunge allo stato liquido con lo scioglimento<br />

dei ghiacci provocato delle radiazioni solari, si incanala naturalmente in ruscelli e<br />

A B C ! | 41


natura ambiente natura ambiente<br />

fiumi, quindi viene prelevata in molti punti e convogliata nelle nostre abitazioni tramite<br />

l’acquedotto. Oppure, l’acqua è estratta dalle falde acquifere sotterranee, con lo scavo di<br />

pozzi, come nel caso di Milano.<br />

L’acqua prelevata viene convogliata in tubature che corrono nel sottosuolo, allo scopo di distribuire<br />

la risorsa idrica nelle nostre abitazioni, negli stabilimenti e nei luoghi pubblici.<br />

L’acquedotto è in genere comunale o consortile, ovvero di proprietà di un insieme di Comuni;<br />

qualche anno fa, in Italia venne indetto un referendum nazionale sulla privatizzazione delle<br />

reti idriche, il cui risultato diede la vittoria ai sostenitori dell’acqua come bene pubblico.<br />

Periodicamente l’ente responsabile della rete dell’acquedotto esegue controlli sulla qualità<br />

dell’acqua: a Milano, ad esempio, ne vengono effettuati circa 18<strong>00</strong> l’anno, perciò con una<br />

media di circa cinque controlli al giorno, molto di più rispetto all’acqua contenuta nelle bottiglie<br />

di plastica.<br />

La nostra indagine: uso e spreco dell’acqua<br />

In Italia si spreca una quantità enorme di metri cubi d’acqua ogni anno, soprattutto per un<br />

uso poco attento, per le falle negli acquedotti, ma anche per lo spreco alimentare: ogni volta<br />

che buttiamo del cibo, dissipiamo in proporzione anche l’acqua che è servita a produrlo.<br />

I dati dello spreco dell’acqua in Italia (2015)<br />

Fonte: WWF e FAO<br />

Il nostro lavoro di ricerca si è concluso perciò con un’indagine sui comportamenti dei ragazzi<br />

in merito all’utilizzo dell’acqua.<br />

Abbiamo intervistato molti studenti della nostra scuola, proponendo un questionario volto a<br />

testare l’atteggiamento tenuto mediamente dagli alunni e l’interesse provato di fronte al problema<br />

del consumo dell’acqua. Al questionario hanno partecipato 208 persone, più del 50%<br />

degli studenti di tutta la scuola. Ecco le domande e le risposte.<br />

42<br />

A B C ! |


natura ambiente natura ambiente<br />

1) Quando curi la tua igiene personale (ti lavi i denti, i capelli…) chiudi il rubinetto oppure<br />

lasci scorrere l’acqua mentre ti insaponi?<br />

Lo chiudo sempre<br />

Lo chiudo quasi sempre<br />

Non lo chiudo mai<br />

La maggior parte dei nostri compagni (191, corrispondente al 92%<br />

del totale) ha dimostrato di avere un occhio di riguardo mentre solo<br />

l’8% ha risposto che lascia sempre scorrere l’acqua.<br />

sempre quasi sempre mai<br />

2%<br />

8%<br />

90%<br />

2) Quanto tempo trascorri sotto la doccia?<br />

Meno di 10 minuti<br />

Dai 10 ai 20 minuti<br />

Più di 20 minuti<br />

Qui andiamo male: il 28% degli intervistati (58 studenti) si<br />

lava in meno di 10 minuti, contro il 72% delle persone che<br />

per farsi la doccia ha bisogno di ben 20 minuti o più!<br />

33%<br />

39%<br />

28%<br />

Meno di 10<br />

minuti<br />

Dai 10 ai 20<br />

minuti<br />

Più di 20<br />

minuti<br />

3) Quante volte alla settimana consumi carne?<br />

Più di 3 volte alla settimana<br />

Da 1 a 3 volte alla settimana<br />

Mai<br />

La maggioranza ha affermato di consumare carne da 1 a 3 volte<br />

per settimana, ma ben il 34% ha dichiarato di fare più di tre pasti<br />

settimanali a base di carne!<br />

più di 3 volte da una a 3 volte mai<br />

3%<br />

34%<br />

63%<br />

4) Cosa fai per riciclare l’acqua?<br />

Cerco di riutilizzarla (utilizzo l’acqua con la quale ho lavato le<br />

verdure per innaffiare oppure utilizzo l’acqua con cui ho cotto<br />

la pasta per lavare le stoviglie…)<br />

Non la riutilizzo mai.<br />

Si può osservare che la grande maggioranza degli intervistati non<br />

effettua alcun riciclo dell’acqua: ciò è forse dovuto a un disinteresse<br />

riciclo<br />

generale e a una mancata informazione. A noi pare un esito molto preoccupante.<br />

85%<br />

non riciclo<br />

15%<br />

5) Pensi che sia importante salvaguardare le risorse idriche del nostro pianeta?<br />

Saresti disposto a cambiare le tue cattive abitudini?<br />

Sì<br />

Poco<br />

Non mi interessa<br />

Abbiamo tirato un sospiro di sollievo: la quasi totalità degli<br />

alunni ritiene importante un uso equilibrato dell’acqua, tanto che<br />

sarebbe disponibile a cambiare il proprio comportamento se ciò<br />

fosse utile!<br />

sì poco non mi interessa<br />

4%<br />

96%<br />

Le ragazze e i ragazzi della 3 a E<br />

A B C ! | 43


clil clil<br />

Nowadays problem.<br />

In over twenty countries around the world,<br />

children are direct participants in war.<br />

Their childhood is ruined, they have no possibility<br />

to attend school, and they are often subjected<br />

to violence: about 280.<strong>00</strong>0 children are<br />

involved nowadays in armed conflicts, from<br />

Myanmar to Burundi.<br />

The military use of children is forbidden all<br />

around the world, but, even if it was banded<br />

by the Declaration of human and citizen<br />

rights at the Conference of United Nations on<br />

10 th December 1948, there are still nowadays<br />

over 5<strong>00</strong>.<strong>00</strong>0 child soldiers. Child soldiers are<br />

situated mostly in Africa (about 8.<strong>00</strong>0 in<br />

South Sudan and even 10.<strong>00</strong>0 in Central African<br />

Republic), but there are also exploited<br />

children in India and Pakistan(in the Kashmir<br />

region), in China, in the Philippines (Mindanao),<br />

in Vietnam and in wild zones of Centralsouth<br />

America. Since the 1970s, a number of<br />

international conventions have tried to stop<br />

the use of children in armed conflicts.<br />

What are we<br />

doing?<br />

To make sure that children<br />

go to school and do not go<br />

to work or, even, use<br />

weapons, the Organization<br />

of United Nations have<br />

promoted many programs<br />

to help families in poor<br />

areas of the world to reach<br />

the goal of “no one child<br />

soldier anymore”.<br />

Unfortunately, there are<br />

also reports that the use of<br />

children in military forces is<br />

still a major problem. In<br />

some parts of the world,<br />

this phenomenon is<br />

increasing.<br />

To stop these horrible facts,<br />

we have to make sure that<br />

people understand the risks<br />

of exposing children to wars<br />

by involving them as<br />

soldiers, because these<br />

boys and girls may fight on<br />

the front lines, participate in<br />

suicide missions, and act as<br />

spies, messengers or<br />

lookouts.<br />

Tiago Menezes, 3 a E<br />

44<br />

A B C ! |


clil clil<br />

On March 7th we had the great opportunity to participate to an<br />

English theatre show, and also to get to know Tom! But who’s<br />

Tom? Tom Corradini is an actor, writer, and performer; he studied<br />

abroad, more specifically in the USA and the United Kingdom.<br />

He took part in many shows, entertaining people all over Europe,<br />

and he has been a director, he’s the creator of most of<br />

the shows he performed, such as Face the Music. This latter<br />

one is the name of show we saw: it was a lot of fun!<br />

Face the Music is an English music-comedy show with an educational<br />

content usually performed in schools, in order to make<br />

students practice English language with fun.<br />

He welcomed us very gently, and as soon as we got there we<br />

saw a TV, on a table, with some instruments on it, a mic, a guitar<br />

and an I-PAD. It wasn’t just a simple ordinary lesson of English,<br />

no, it was something totally different.<br />

He started with a unique and very funny introduction by involving<br />

some students, asking them to introduce themselves in a<br />

loud voice, while they had to dance, and thus he started teaching<br />

and asking us the opposite of some words, such as: The opposite<br />

of black? and we screamed, Whiiite!! (long, big, etc.),<br />

and as he went on with the show, he used to ask things to us.<br />

Then, he started doing other activities and games, but at the<br />

same time he was teaching us some words (that we already<br />

knew) and telling us to do the actions that were told us to do,<br />

and time to time he added more words and more actions. One<br />

of the most interesting games was when he got to know students<br />

from other countries, and tested their knowledge asking<br />

about languages from all over the world. The funniest part was<br />

when we had the chance to play some sort of “blues” that consisted<br />

in completing the sentences that he was giving to us<br />

such as: We are? and one answered In the garden!… and after<br />

we sang a song made of all of our sentences together. We concluded<br />

the show with the song Happy by Pharrell Williams, which everybody enjoyed singing!<br />

And finally the main points of this show were to learn English more easily, learning the opposites<br />

and the verbs by doing the actions, and I can also admit from everybody’s sides that it<br />

was great, funny and very interesting to do activities, following and understanding his instructions.<br />

We were encouraged to participate into the show without being too shy, thanks to with<br />

his funny attitude!!<br />

Vihara Wijenayake, 3 a F<br />

A B C ! | 45


clil clil<br />

EST-CE QUE TU<br />

M’AIMES?<br />

La chanson Est-ce que tu m’aimes? a<br />

été écrite par Maître Gims, elle raconte<br />

une histoire d’amour très<br />

tourmentée avec beaucoup<br />

d’émotions, où les jeunes amoureux<br />

ne sont plus sûrs de leurs sentiments.<br />

Dans cette chanson, Maître Gims<br />

dit: «Quand je t’ai mis la bague au<br />

doigt, je me suis passé les bracelets».<br />

Cette phrase souligne clairement<br />

que leurs sentiments ne sont plus les<br />

mêmes.<br />

Donc on peut dire que cette chanson<br />

d’amour remarque la fin d’une<br />

grande histoire, l’histoire de ces<br />

deux jeunes, qui sont tombés amoureux,<br />

mais après quelques temps ils<br />

ont découvert que l’amour a crevé<br />

leurs cœurs, car il est devenu trop<br />

étouffant.<br />

La musique est pop et le rythme est<br />

merveilleux.<br />

Gandhi Djuna, dit Maître Gims, naît<br />

artistiquement comme un rappeur,<br />

chanteur et compositeur congolais.<br />

Il est arrivé en France quand il avait<br />

deux ans. Maître Gims est issu<br />

d’une famille de musiciens: il a quatorze<br />

frères qui sont tous des chanteurs.<br />

Son enfance a été difficile, il est<br />

aussi placé dans des familles<br />

d’accueil, avant de vivre dans des<br />

squares jusqu’à ses dix-huit ans.<br />

Avec le temps Maître Gims commence<br />

à chanter jusqu’ au succès<br />

d’aujourd’hui. Grâce à son talent il<br />

a été catapulté de sa vie courante à<br />

la gloire d’une star. Toutefois, malgré<br />

sa vie célèbre, il reste luimême,<br />

un garçon simple, prêt à aider<br />

les autres.<br />

Le ragazze e i ragazzi della 3 a F<br />

J’ME TIRE<br />

C’est une chanson autobiographique: Maître Gims en effet, parle de sa vie,<br />

qui est changée, ou mieux, bouleversée après l’arrive du succès.<br />

Il dit qu’il voudrait partir, quitter la scène du succès, car il voudrait être aimé<br />

pour ce qu’il est vraiment, non pas pour son succès qui, souvent, efface la<br />

sensibilité des personnes et endourcit leur cœur. Beaucoup d’artistes, en effet,<br />

sont écrasés par le succès et quelque fois ils deviennent aveugles face aux<br />

problèmes de la vie.<br />

Il utilise une langue comprimée, quelque fois incompréhensible, c’est la<br />

langue des jeunes, la langue de tous les jours “du prêt à parler”.<br />

46<br />

A B C ! |


A B C ! | 47<br />

clil clil


poesie poesie<br />

Poesie alla maniera di…<br />

Dopo aver letto il sonetto di<br />

Cecco Angiolieri<br />

S’i’ fosse foco,<br />

anche noi ci siamo cimentati<br />

nella composizione di una<br />

poesia, immaginando cosa<br />

faremmo se fossimo…<br />

Le ragazze e<br />

i ragazzi della 2 a E<br />

Ecco invece i nostri haiku, ispirati<br />

all’antica tradizione poetica giapponese.<br />

Le ragazze e i ragazzi<br />

della 1 a F<br />

La neve bianca<br />

scende piano piano.<br />

Manto candido.<br />

Federico<br />

48<br />

A B C ! |


poesie poesie<br />

L’estate calda,<br />

insieme il sole.<br />

Che riflesso la terra.<br />

Fahran<br />

Notte d'estate<br />

la stanza s’illumina<br />

al raggio di sole.<br />

Avrin<br />

Cadono le foglie,<br />

i bambini hanno freddo.<br />

Il vento soffia.<br />

Giuseppe<br />

Cara apetta<br />

tutta gialla e nera<br />

vola felice.<br />

Manuela<br />

Anziano albero:<br />

l’uccellino si posa<br />

e le tue fronde si muovono.<br />

Chiara<br />

Loro, i libri<br />

Son sempre loro<br />

che giocano danzando<br />

e illustrando.<br />

Elisa<br />

A B C ! | 49


arte arte<br />

Il fumetto<br />

!!!<br />

Tutti abbiamo letto delle storie a fumetti, alcuni di noi si cimentano a scriverne.<br />

Per questo abbiamo pensato di approfondire l’argomento, a partire dalla loro origine<br />

e dagli stili più diffusi.<br />

di Ludovica Domanin, 3 a B<br />

Il primo personaggio del fumetto moderno è ritenuto Yellow Kid, creato dal<br />

disegnatore statunitense Richard F. Outcault, anche se bisogna riconoscere<br />

che il fumetto è sempre esistito: in fondo, i graffiti preistorici sono<br />

narrazioni con le immagini, esattamente come la Colonna traiana, i dipinti<br />

che ornano gli interni delle chiese o le vetrate istoriate… Ci avevate mai<br />

pensato?<br />

Yellow Kid era un bambino dai denti<br />

sporgenti, goffo e vestito con una camicia da notte<br />

gialla lunga fino ai piedi. Inizialmente il protagonista<br />

aveva i dialoghi scritti sul camicione, mentre gli altri<br />

personaggi delle sue storie si esprimevano attraverso<br />

frasi scritte su dei cartelli. Solo in seguito iniziarono a<br />

parlare attraverso i balloon, cioè i fumetti che escono<br />

dalla bocca.<br />

Nella prima metà del Novecento nacquero moltissimi<br />

personaggi e i fumetti si potevano leggere quasi esclusivamente<br />

nelle Sunday pages, le pagine a colori allegate<br />

ai quotidiani della domenica.<br />

Dopo un periodo di crisi, a partire dagli anni 2<strong>00</strong>0 i disegni<br />

e le storie a fumetti hanno visto un nuovo sviluppo,<br />

grazie alla possibilità di diffondersi attraverso la rete.<br />

Particolare della Colonna Traiana,<br />

Roma, sec. II d.C.<br />

Particolare dall’Annunciazione di Simone<br />

Martini, Firenze, Galleria degli Uffizi, 1333<br />

I fumetti, come sappiamo, non sono tutti uguali: ogni autore ha un suo stile, che lo rende<br />

diverso e riconoscibile rispetto agli altri. Ci sono però delle caratteristiche comuni, che<br />

possiamo classificare in questo modo.<br />

Realistico<br />

Questo stile dà molta importanza al tratteggio, al chiaroscuro e alle proporzioni classiche<br />

della figura umana. Le tavole sono quasi sempre in bianco e nero, proprio per concentrare<br />

l’attenzione sul tratto del disegno.<br />

50<br />

A B C ! |


arte arte<br />

Tra i più realistici, si pone il fumetto italiano: i volti e i gesti sono molto simili al reale, le<br />

storie sono generalmente avventurose, gialle o horror. Grandi esempi di questo modello di<br />

fumetto sono le storie disegnate da Hugo Pratt (Corto Maltese) e Guido Crepax (Valentina)<br />

o le avventure di Dylan Dog create da Tiziano Sclavi, il Diabolik sceneggiato dalle sorelle<br />

Giussani o il ranger del Texas Tex Willer.<br />

Americano<br />

È lo stile tipico delle storie di super-eroi, con disegni abbastanza dettagliati e realistici,<br />

anche se le proporzioni del corpo possono essere esagerate per esaltare la muscolatura dei<br />

personaggi e i tratti del volto sono piuttosto squadrati. Normalmente le tavole sono<br />

colorate. Produttrici principali di fumetti in questo stile sono la Marvel, i cui personaggi più<br />

importanti sono l’Uomo ragno, Hulk, I Fantastici Quattro e Iron Man, e la DC Comics, che<br />

pubblica le storie di Superman, Batman e Wonder Woman.<br />

Comico/Satirico<br />

Non è un vero e proprio stile, ma un genere con alcuni elementi comuni: le storie, divertenti,<br />

possono essere rivolte a un pubblico di tutte le età; i disegni sono semplificati, con forme<br />

solitamente arrotondate; i personaggi sono comuni ma resi buffi, caratterizzati, e con gli<br />

occhi ridotti a piccoli punti o a palla. Gli esempi sono tanti: dai Peanuts a Mafalda ai Simpson.<br />

Manga<br />

Ne abbiamo ampiamente parlato nel <strong>numero</strong> 4 di “ABC!”: se non avete letto il pezzo, questa<br />

è l’occasione per andare a riprenderlo!<br />

Infantile<br />

Come dice il nome, questo stile è studiato per i bambini. I personaggi hanno quasi sempre<br />

una testa e occhi molto grandi, e nonostante le dimensioni dei corpi siano ridotte, le mani<br />

sono più grosse del dovuto, poiché sono un elemento narrativo importante per i personaggi:<br />

un esempio sono i Puffi. A questo stile si collega il seguente.<br />

Funny animals<br />

Caratteristico della Disney e della Warner Bros., lo stile riunisce tutti i personaggi delle<br />

storie più note. I funny animals sono animali umanizzati, nei modi, nei caratteri e a volte<br />

nell’abbigliamento, protagonisti di avventure buffe e divertenti rivolte ai bambini (ma anche<br />

agli adulti). I disegni sono semplici e colorati, la recitazione dei personaggi è esagerata, ma<br />

qualunque cosa accada (cadere in un burrone, esplodere, finire sotto un treno…) i<br />

protagonisti escono sempre incolumi. I più noti? Topolino, Paperino, Bugs Bunny, Tom e<br />

Jerry, Duffy Duck e tanti, tanti altri.<br />

Topolino, in originale Mickey Mouse, nasce nel 1928 dalla penna di Walt<br />

Disney, inizialmente come personaggio del cinema di animazione. Le<br />

prime storie che lo videro protagonista non ebbero successo, fino<br />

all’uscita di Steamboat Willie, uno dei primi film sonori, in cui compaiono<br />

anche Minnie e Gambadilegno. A dare la voce a Topolino era lo stesso<br />

Walt Disney.<br />

A B C ! | 51


concorsi concorsi<br />

di Martina Castro, 3 a B e Valentina Rossi, 3 a E<br />

In vista della pubblicazione del <strong>quinto</strong> <strong>numero</strong> del nostro giornale, per<br />

rendervi sempre più partecipi, vi abbiamo proposto un nuovo concorso fotografico:<br />

vi abbiamo chiesto di inviarci fotografie che riprendessero uno<br />

dei momenti più belli della giornata, il tramonto.<br />

Avete partecipato davvero in tanti! Ci sono giunte molte foto che ritraggono<br />

paesaggi marini, ma anche la città con l’avvicinarsi della sera esercita il<br />

suo fascino. Molto belle anche alcune fotografie scattate durante viaggi<br />

all’estero.<br />

Ma ecco i primi tre classificati:<br />

Leonardo Carnevali, 1 a F<br />

Questo tramonto sul mare di Toscana è davvero bellissimo, talmente bello<br />

da non sembrare vero: il particolare del ramo abbandonato sulla battigia<br />

conferisce profondità all’immagine ma, soprattutto, una grande poesia.<br />

52<br />

A B C ! |


concorsi concorsi<br />

Filippo Pennati, 1 a F<br />

Questa immagine ha catturato la<br />

nostra attenzione sin da subito: i<br />

colori rendono originale e ancor<br />

più affascinante lo splendido<br />

paesaggio del deserto.<br />

Tiago Menezes, 3 a E<br />

Estate in Grecia: un albero<br />

sembra ostacolare la luce del<br />

sole, che riflette i suoi raggi sul<br />

mare, alterandone i colori.<br />

COMPLIMENTI e GRAZIE<br />

a tutti quelli che hanno partecipato!<br />

A B C ! | 53


sport sport<br />

Dal 5 al 21 agosto 2016 a Rio de Janeiro si terranno i Giochi della<br />

XXXI Olimpiade, alla quale parteciperanno atleti provenienti da<br />

ben 202 Paesi sparsi per i cinque continenti.<br />

Ma siamo sicuri di sapere tutto delle Olimpiadi? Ecco alcune notizie<br />

e curiosità sull’appuntamento sportivo più importante del mondo.<br />

di Pietro Benciolini, 3 a C e Davide Re, 3 a D<br />

I Giochi olimpici sono un evento sportivo che prevede la competizione tra atleti di diverse<br />

le nazionalità.<br />

I primi giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. a Olimpia,<br />

in Grecia, avevano un’importanza religiosa poiché si<br />

svolgevano in onore di Zeus. Per l’intera durata dei giochi<br />

olimpici, le guerre venivano sospese in tutta la Grecia.<br />

Nel 339 d.C., anche per influenza del vescovo di Milano<br />

Ambrogio, l’imperatore Teodosio vietò le Olimpiadi, che I cinque anelli intrecciati su<br />

non vennero più organizzate.<br />

fondo bianco costituiscono il<br />

Nel 1870, dopo la sconfitta della Francia nella guerra simbolo del Comitato olimpico<br />

franco-prussiana, il barone Pierre de Coubertin si convinse<br />

che i francesi non avevano ricevuto un‘educazione fi-<br />

internazionale (Cio) e dei Giochi<br />

sica adeguata; voleva però far avvicinare<br />

olimpici dal 1914, ma la prima<br />

allo sport i ragazzi di molte nazioni, per volta in cui sventolarono sulla<br />

permettere ai giovani di confrontarsi in bandiera fu ad Anversa nel 1920.<br />

una competizione pacifica: ebbe così l'idea<br />

di organizzare dei giochi simili a<br />

Inizialmente i cerchi erano<br />

disposti a catena, poi il simbolo<br />

quelli dell'antica Grecia.<br />

assunse la forma attuale.<br />

Le prime Olimpiadi dell'era moderna si<br />

sono svolte ad Atene nel 1896. A partire A ogni colore corrisponde un<br />

dal 1924 vennero istituiti anche dei Gio-<br />

continente: con questo simbolo<br />

chi olimpici invernali, specifici per gli<br />

sport che si praticano sulla neve e sul<br />

ghiaccio. In più, da circa quarant’anni<br />

esistono anche le Paraolimpiadi, competizioni riservate a<br />

persone disabili.<br />

Nonostante il loro spirito pacifico, le Olimpiadi non riuscirono<br />

a evitare le guerre: infatti nel 1916 e in seguito<br />

nel 1940 e nel 1944 le gare non vennero indette a causa<br />

delle guerre mondiali.<br />

Il manifesto dei Giochi<br />

di Atene 1896.<br />

Pierre de Coubertin voleva<br />

sottolineare lo spirito di<br />

fratellanza che doveva<br />

caratterizzare le Olimpiadi.<br />

Insieme al fondo bianco, i colori<br />

dei cinque anelli sono utilizzati<br />

nelle bandiere di tutto il mondo.<br />

54<br />

A B C ! |


sport sport<br />

Oggi le Olimpiadi estive comprendono gare in 26 sport, alcuni dei quali contano diverse<br />

discipline. Ogni disciplina può a sua volta suddividersi in molte specialità, come ad<br />

esempio l’atletica leggera, che prevede corse, salti, lanci e prove multiple.<br />

Sport<br />

Atletica leggera<br />

Badminton<br />

Calcio<br />

Canoa/kajak<br />

Canottaggio<br />

Ciclismo<br />

Equitazione<br />

Ginnastica<br />

Hockey su prato<br />

Lotta<br />

Judo<br />

Pallacanestro<br />

Pallamano<br />

Pallavolo<br />

Pentathlon moderno<br />

Pugilato<br />

Scherma<br />

Sollevamento pesi<br />

Sport acquatici<br />

Disciplina<br />

Atletica leggera<br />

Badminton<br />

Calcio<br />

Canoa/kajak acque libere<br />

Canoa/kajak slalom<br />

Canottaggio<br />

Ciclismo su strada<br />

Ciclismo su pista<br />

Mountain bike<br />

Bmx<br />

Equitazione<br />

Ginnastica artistica<br />

Ginnastica ritmica<br />

Trampolino elastico<br />

Hockey su prato<br />

Lotta<br />

Judo<br />

Pallacanestro<br />

Pallamano<br />

Pallavolo<br />

Beach volley<br />

Pentathlon moderno<br />

Pugilato<br />

Scherma<br />

Sollevamento pesi<br />

Nuoto<br />

Nuoto sincronizzato<br />

Pallanuoto<br />

Tuffi<br />

Taekwondo<br />

Tennis<br />

Tennis da tavolo<br />

Tiro<br />

Tiro con l’arco<br />

Triathlon<br />

Vela<br />

Taekwondo<br />

Tennis<br />

Tennis da tavolo<br />

Tiro<br />

Tiro con l’arco<br />

Triathlon<br />

Vela<br />

A B C ! | 55


sport sport<br />

Berlino 1936<br />

Tra le Olimpiadi più famose di sempre abbiamo quelle di Berlino del 1936.<br />

La decisione di svolgere i Giochi olimpici a Berlino era stata presa il 13 maggio 1931;<br />

quando però nel 1933 Adolf Hitler salì al potere, molte nazioni avanzarono la proposta<br />

di cambiare sede e alcune associazioni sportive proposero forme di boicottaggio, che<br />

non ebbero alcun risultato: solo l’Unione Sovietica si rifiutò di partecipare ai giochi.<br />

Anche Hitler all’inizio si mostrò poco convinto all’idea di dovere organizzare i Giochi<br />

olimpici, poi però comprese che tale occasione poteva rivelarsi un eccezionale strumento<br />

di propaganda.<br />

Il governo tedesco non badò a spese: furono costruiti impianti e strutture moderne e<br />

all’avanguardia che rappresentavano pienamente il gusto architettonico<br />

dell’epoca; i palazzi e i monumenti di Berlino furono<br />

adornati con le bandiere olimpiche, accanto alle quali spiccavano<br />

gli stendardi con la svastica.<br />

L’edizione fu anche la prima a essere ripresa dalle telecamere<br />

della televisione, ma a documentare l’intero evento è passato alla<br />

storia il film Olympia, della regista Leni Riefenstahl, che per<br />

girare utilizzò tecniche innovative per il suo tempo.<br />

Il Comitato olimpico tedesco, adeguandosi alle idee naziste, proibì ai tedeschi di origine<br />

ebraica di partecipare ai Giochi: l’unica ebrea tedesca a prendervi parte fu la fiorettista<br />

Helene Mayer. Questa decisione significò l’esclusione di molti fra i migliori atleti del<br />

paese, come Gretel Bergmann, che fu sospesa dalla squadra tedesca pochi giorni dopo<br />

aver stabilito il record di 1,60 m nel salto in alto.<br />

Durante la competizione, il pubblico che assisteva alle gare non si rese conto che erano<br />

stati temporaneamente rimossi tutti i segni della propaganda antisemita; nessun giornalista<br />

venne a sapere del rastrellamento dei Rom che vivevano a Berlino; due giorni<br />

dopo la fine dei Giochi, il responsabile della sicurezza del villaggio olimpico si tolse la<br />

vita, poiché era stato espulso dall’esercito in quanto di origine ebraica.<br />

Il caso di Jesse Owens<br />

Jesse Owens fu il vero protagonista dei Giochi, vincendo ben<br />

quattro medaglie d’oro in diverse specialità: 1<strong>00</strong>m e 2<strong>00</strong>m piani,<br />

staffetta 4x1<strong>00</strong> e salto in lungo (record eguagliato nel 1984 a<br />

Los Angeles da un altro grande atleta di colore, Carl Lewis).<br />

La leggenda vuole che Hitler, presente allo stadio dopo una sua<br />

vittoria, per mostrare apertamente i propri sentimenti razzisti, se<br />

ne sia andato prima della premiazione per non dovergli stringere<br />

la mano. In realtà Hitler non celebrò alcuna vittoria allo stadio<br />

olimpico, nemmeno quella degli atleti tedeschi: nessun caso<br />

personale, perciò, con Jesse Owens, ma ciò non toglie che Hitler<br />

fosse un fanatico razzista!<br />

56<br />

A B C ! |


acconti racconti<br />

Il mio viaggio<br />

U<br />

n giorno mio nonno Nando mi<br />

chiese:<br />

– Filippo, ti va di aiutarmi a sistemare e<br />

pulire la casa?<br />

– Sì, certo nonno – gli risposi, in quanto<br />

i suoi 90 anni non gli<br />

permettevano di fare<br />

quasi più nulla.<br />

Mentre sistemavo il ripostiglio,<br />

mi accorsi che il<br />

nonno aveva una vecchia<br />

scopa impolverata: stavo<br />

per buttarla, quando fece<br />

un rumore strano, come<br />

se avesse il motore.<br />

Mi spaventai e la buttai a<br />

terra.<br />

La scopa si accese e cominciò<br />

a volare nella<br />

stanza. Rimasi a bocca aperta, ma subito<br />

l’afferrai e ci salii sopra, e lei mi portò<br />

fuori dalla finestra.<br />

Rimasi stupito dal panorama visto<br />

dall’alto, mentre l’aria scompigliava i<br />

miei meravigliosi capelli.<br />

Subito la scopa mi domandò:<br />

– Dove vuoi andare?<br />

E io, con una sottile vocina, le risposi:<br />

– Voglio visitare lo stadio della Juventus<br />

– perché sono tifoso sfegatato della Juve.<br />

Mi guardò felicissima, perché anche<br />

lei lo era e soprattutto si era fatta dipingere<br />

il suo corpo di bianco e nero, in<br />

onore della squadra.<br />

Partì come un fulmine e volammo sul<br />

meraviglioso stadio: che<br />

emozione vedere il campo<br />

verde, le righe bianche che<br />

indicano le aeree di gioco,<br />

dove ogni settimana si disputano<br />

le partite con i miei<br />

giocatori preferiti!<br />

– WOW!!! – urlammo dalla<br />

gioia e ci andammo a posare<br />

all’interno del campo,<br />

ma fummo costretti a ripartire<br />

subito, perché il campo<br />

doveva essere innaffiato.<br />

Le chiesi allora:<br />

– Mi porti a Cuba?<br />

Avevo voglia di vedere un’isola straordinaria<br />

e soprattutto un mare cristallino.<br />

Fui accontentato e in un batter<br />

d’occhio arrivammo.<br />

Non potevo crederci, l’avevo vista solo<br />

nelle cartoline e adesso potevo ammirarla<br />

nei suoi colori, come quello del<br />

mare, da azzurro chiaro allo scuro, e<br />

sentire il suo profumo di fresco, di salsedine.<br />

A B C ! | 57


acconti racconti<br />

Rimasi per qualche secondo a pensare e<br />

la scopa mi disse che non potevamo atterrare,<br />

perché c’erano degli squali nelle<br />

vicinanze.<br />

Non fece in tempo a finire la frase, che<br />

ne uscì uno dal mare, con i suoi denti<br />

aguzzi e molto affamato. Mi spaventai e<br />

la scopa mi tranquillizzò, rassicurandomi<br />

che non sarebbe riuscito, neppure<br />

con immensi salti, ad afferrarci. Le urlai:<br />

– Portami subito via di qui!<br />

Meno male, mi obbedì subito!<br />

Non sapevo più dove andare e le chiesi<br />

se fosse possibile visitare il Paradiso,<br />

tutti ne parlano ma nessuno l’ha mai visto,<br />

pensavo di aver fatto una domanda<br />

sciocca, ma non fu così.<br />

Mi disse che lo conosceva benissimo e<br />

che era solo per persone buone e meritevoli<br />

e mi ci portò.<br />

Scorrazzando nel cielo infinito, tra nuvole<br />

bianche come la neve, arrivammo in<br />

un’immensa luce, quasi accecante ma<br />

stupenda.<br />

Non sapevo più cosa dire, avevo visto<br />

tanti luoghi belli ma mai nessuno come<br />

questo. Mi donava serenità e gioia. Appena<br />

entrammo, vidi una scala infinita,<br />

come a volte è descritta nei libri. Aveva<br />

dei fiori da entrambi i lati, che situazione<br />

strana.<br />

La scopa però precisò subito:<br />

– Guarda che non possiamo rimanere<br />

troppo a lungo, perché non abbiamo<br />

ancora il permesso per restare.<br />

Mi bastò dare una piccola sbirciatina e<br />

rimasi contento.<br />

– Se vuoi posso esaudire un ultimo desiderio<br />

di viaggio per te: qual è l’ultima<br />

destinazione? – concluse la scopa.<br />

Pensavo e ripensavo e mi venne in mente<br />

che volevo vedere il Colosseo, così mi<br />

accontentò.<br />

Volammo sulla città di Roma e vidi subito<br />

l’immenso Colosseo, e ricordai tutte<br />

le volte che ero stato costretto a studiare<br />

storia e non avrei mai immaginato la<br />

bellezza di questo monumento. Finalmente<br />

era sotto i miei occhi, era bellissimo,<br />

rimasi stupito dalla perfezione<br />

della costruzione.<br />

La scopa volteggiò per qualche minuto<br />

per farmi ammirare il paesaggio e dopo<br />

qualche svolazzamento mi riportò a casa.<br />

Nessuno si era accorto della mia assenza.<br />

La scopa mi aiutò a ripulire il ripostiglio,<br />

così il nonno mi ricompensò anche con<br />

una mancia.<br />

Grazie alla mia amica scopa avevo potuto<br />

esaudire i miei desideri.<br />

Filippo Belli, 1 a B<br />

58<br />

A B C ! |


acconti racconti<br />

Una grande delusione<br />

E<br />

ravamo lì, in piedi. Tutti aggrappati<br />

ai giubbotti e alle spalle di quelli<br />

davanti, ad aspettare il momento. Stava<br />

arrivando.<br />

Mi guardai intorno e vidi solo facce<br />

dall’espressione fissa, simile alla mia e a<br />

quella di tutti gli altri in quella folla.<br />

In quegli attimi di eccitazione e sofferenza<br />

persi la cognizione del tempo e<br />

dello spazio. Non avrei desiderato<br />

nient’altro che un esito positivo per<br />

chiudere quell’angoscia.<br />

Io e la mia amica stavamo nel mezzo di<br />

quella confusione, non capivamo niente,<br />

ma lei istintivamente mi prese la<br />

mano e la strinse forte: qualsiasi cosa<br />

fosse accaduta, noi non ci saremmo separate!<br />

Eccoci, le porte si stavano aprendo:<br />

erano pronti i risultati dell’esame di<br />

ammissione al liceo.<br />

Con il cuore pesante, che non conosceva<br />

più il posto dove stare a battere, mi<br />

diressi verso quel cartellone attaccato<br />

alla porta trasparente dell’edificio. Lanciai<br />

un’occhiata d’intesa alla mia amica<br />

e lei mi rispose senza aprire bocca. Ci<br />

avvicinammo ancora e ancora, a piccoli<br />

passi, cercando di non calpestare niente.<br />

Per la prima volta ebbi paura di ciò a<br />

cui andavo incontro, ma la curiosità mi<br />

indusse a non fermarmi.<br />

Nella mia testa, a volte così ingenua, viveva<br />

il pensiero che il <strong>numero</strong> che avrei<br />

visto scritto accanto al mio nome<br />

avrebbe potuto mutare l’andamento<br />

della mia vita. Tornai pressoché cosciente<br />

e mi accorsi che eravamo a un<br />

metro circa dal cartellone. Non vedevo<br />

bene, così mi sporsi e mi misi in punta<br />

di piedi; così fece anche lei.<br />

Ma i miei piedi tornarono presto ad appoggiarsi<br />

al terreno con tutta la pianta:<br />

avevo letto.<br />

Vidi in quella frazione di secondo, quanto<br />

ci vuole a leggere quelle tre dannate<br />

cifre, la mia vita, i miei, sogni, i miei<br />

progetti, la mia curiosità, la mia voglia di<br />

essere felice, dissolversi nella mente di<br />

qualcun altro. Mi sentii ingoiata da un<br />

vortice infinito, tentando di svegliarmi<br />

da quell’incubo, ma non potevo. Ero intrappolata<br />

da uno scherzo che la vita<br />

aveva in serbo per me. A quel punto<br />

pensai a tutti quelli che avevano contato<br />

su di me e io li avevo delusi tutti; ma<br />

più di quelli avevo deluso me stessa e le<br />

mie ambizioni.<br />

Io, io non ce l’avevo fatta.<br />

Sentii primo fra tutti l’urlo della mia<br />

amica e con quel sorriso raro mi abbracciò.<br />

Presto capii che le mie lacrime<br />

non erano di gioia. Volevo scappare da<br />

quel posto pieno di delusione e così feci,<br />

ma neanche una volta mi guardai indietro<br />

per scrutare i volti degli altri.<br />

Capii soltanto che c’erano più di seicento<br />

lacrime a cadere, su quel terreno<br />

freddo dietro di me.<br />

Lucia Rizzi, 3 a Y<br />

A B C ! | 59


acconti racconti<br />

La cosa giusta<br />

“G<br />

li inizi sono sempre difficili” e<br />

questo Frank lo sapeva molto<br />

bene: quella frase continuava a rimbalzargli<br />

in testa mentre fissava il foglio<br />

protocollo bianco davanti a lui. Era il<br />

giorno più importante, quello della tanto<br />

temuta prova di Italiano: il tema. Con<br />

quella maledetta frase doveva iniziare<br />

la sua composizione.<br />

Continuava a leggerla in modo ossessivo<br />

ma nulla, non gli veniva in mente<br />

niente da scrivere. Possibile? La sua testa<br />

era piena di altri pensieri: se solo<br />

avesse potuto tornare alle due ore precedenti<br />

probabilmente la sua vita ora<br />

sarebbe diversa, più felice. Ma si sa, indietro<br />

non si torna mai.<br />

Proprio il giorno prima infatti, appena<br />

uscito da scuola, aveva incontrato i soliti<br />

tre insopportabili compagni, quelli<br />

che lo prendevano sempre in giro, per<br />

come si vestiva, per quello che diceva o<br />

faceva. Questa volta però avevano davvero<br />

esagerato, non si era trattato di<br />

qualche spintone o sberla, come capitava<br />

ormai spesso negli ultimi tempi.<br />

Questa volta era stata una vera e propria<br />

aggressione vigliacca: da veri codardi lo<br />

avevano atterrato e poi gettato di peso<br />

nel cassonetto dell’immondizia.<br />

Frank sapeva bene cosa volevano e che<br />

quello era stato solo un avvertimento; il<br />

peggio doveva infatti ancora venire, era<br />

stato un piccolo assaggio di quello che<br />

gli sarebbe toccato se non avesse fatto<br />

la prova di matematica per Nik, il loro<br />

presunto capo. Nik era un ragazzo di<br />

media statura, massiccio e spaventoso<br />

alla vista, aveva i capelli lunghi e neri e<br />

uno sguardo impenetrabile e minaccioso<br />

tipico dei ragazzi davvero cattivi, e<br />

usava quel poco di intelligenza che aveva<br />

per concepire solo cose malvage e<br />

spietate.<br />

Cosa poteva fare Frank? Chiedere aiuto<br />

ai suoi genitori? Impossibile, gli<br />

sembrava di sentire la voce di suo padre,<br />

sempre pronto a dispensare consigli<br />

inutili:<br />

Devi imparare a difenderti da solo, se<br />

non impari a questa età ci sarà sempre<br />

qualcuno che ti metterà i piedi in testa!<br />

Sua madre avrebbe smosso tutta la<br />

scuola e lui non avrebbe più avuto uno<br />

straccio di amico: sarebbe diventato<br />

quello che si nasconde dietro la gonna<br />

di mamma alla prima difficoltà: “un vero<br />

sfigato”. Chiedere aiuto a qualche<br />

professore era a dir poco un’utopia:<br />

sarebbe diventato lo spione della scuola<br />

e l’unica soluzione sarebbe stata<br />

cambiare città, nazione o persino continente.<br />

60<br />

A B C ! |


acconti racconti<br />

Se solo avesse trovato la forza di reagire<br />

le cose sarebbero andate diversamente,<br />

ma Frank non era capace di far<br />

male nemmeno a una mosca. Era un<br />

ragazzino che si faceva notare poco,<br />

solitario e taciturno, per lui tutto era<br />

un problema, a partire dal vestiario. I<br />

suoi genitori non avevano molti soldi<br />

e lui ereditava sempre qualche maglietta<br />

o jeans orribili dal cugino, più<br />

grande di lui di otto anni. Non poteva<br />

scegliere che cosa indossare, e se ne<br />

vergognava terribilmente. Cercava<br />

sempre di passare inosservato, di<br />

confondersi tra gli altri e spesso finiva<br />

per emarginarsi.<br />

Quella mattina c’era la fatidica prova<br />

di matematica, materia in cui lui era<br />

molto bravo: sembrava nato per risolvere<br />

i problemi di aritmetica e di geometria.<br />

Gli sarebbe bastato svolgere<br />

due compiti, uno con il suo nome e<br />

l’altro con quello di Nik, e tutto sarebbe<br />

stato risolto. Glielo aveva detto anche<br />

Jimmy, il suo migliore amico.<br />

Bastava poco, in fondo era l’esame di<br />

terza media, forse non avrebbe più incontrato<br />

Nik in vita sua, sarebbe stata<br />

davvero l’ultima volta. Le parole del<br />

suo amico rimbombavano nella sua<br />

testa:<br />

Sei matto? Se non fai come dice, stavolta<br />

finisce che ti ammazza.<br />

Frank ci aveva pensato tutta la notte,<br />

disegno di Grace Catoto, 3 a E<br />

A B C ! | 61


acconti racconti<br />

questa volta non avrebbe ceduto alla<br />

paura, non poteva farlo, ne andava<br />

della sua dignità.<br />

Quella mattina Frank si era svegliato più<br />

forte, si sentiva diverso, aveva deciso<br />

che avrebbe cambiato per sempre il<br />

corso della sua vita. Entrando a scuola,<br />

aveva incrociato lo sguardo di<br />

ghiaccio di Nik. Un brivido gli aveva<br />

percorso la schiena quando Nik gli<br />

aveva detto:<br />

Stai attento perché stavolta non la<br />

passi liscia.<br />

Non aveva risposto nulla, si era seduto<br />

in attesa del compito di matematica.<br />

Era facile, almeno per lui; i problemi<br />

proposti gli sembravano fin troppo<br />

semplici, li aveva finiti in soli quaranta<br />

minuti anche se aveva due ore a disposizione.<br />

Prese un altro foglio protocollo,<br />

quello su cui avrebbe dovuto<br />

svolgere la prova di Nik.<br />

Con una tranquillità sconcertante<br />

scrisse l’intestazione: “Prova<br />

di matematica di Nik Johnson”,<br />

lasciò la prima facciata bianca e<br />

iniziò a riempire il foglio con la<br />

frase “Sono un maledetto bullo<br />

e questa volta la pagherò per<br />

tutte le altre”. Lo scrisse 1<strong>00</strong>,<br />

forse 2<strong>00</strong> volte, a ogni riga terminata<br />

si sentiva più forte e coraggioso.<br />

Al termine delle due<br />

ore fece un cenno a Nik, che era<br />

seduto nel banco dietro al suo,<br />

lasciandogli intendere che avesse<br />

svolto la prova anche per lui.<br />

Un istante prima che il professore passasse<br />

a ritirare la sua prova e quella di<br />

Nik, lasciò cadere a terra il foglio protocollo<br />

di Nik che furtivamente lo raccolse<br />

e consegnò il compito.<br />

Nelle ore successive, quelle del tema, fu<br />

colto da un panico cieco. Forse aveva<br />

sbagliato tutto, forse aveva ragione<br />

Jimmy, questa volta non ce l’avrebbe<br />

fatta. Sarebbe stato infinitamente più<br />

facile svolgere la prova anche per Nik,<br />

ma avrebbe significato cedere ancora<br />

alla paura, subire le ingiustizie senza<br />

tentare di ribellarsi. Questo non poteva<br />

permetterlo più!<br />

Frank in fondo lo sapeva, la sua vita era<br />

cambiata.<br />

“Gli inizi sono sempre difficili” e per lui<br />

quello era stato un inizio davvero in<br />

62<br />

A B C ! |


acconti racconti<br />

salita, l’inizio dell’affermazione di se<br />

stesso anche nelle difficoltà, anche<br />

quando ti senti solo e ti sembra di non<br />

farcela.<br />

Ci teneva tanto a fare bene questo tema,<br />

la professoressa di Italiano gli aveva<br />

dato fiducia, nonostante il suo<br />

rendimento tutt’altro che costante. Era<br />

molto severa e temuta da tutti, ma era<br />

stata capace di fargli capire che<br />

avrebbe potuto fare di più, che nello<br />

studio bisognava metterci anche il<br />

cuore e l’anima oltre che l’impegno,<br />

gli aveva insegnato ad andare oltre le<br />

apparenze scoprendo anche le proprie<br />

debolezze e le proprie paure, perché<br />

tutti le abbiamo ma finché non le tiriamo<br />

fuori non riusciamo a vincerle.<br />

Voleva fare un bel tema, per dimostrare<br />

a se stesso e agli altri che era davvero<br />

cambiato. Per una volta voleva<br />

poter guardare la professoressa e leggerle<br />

negli occhi le parole «Sono soddisfatta<br />

di te, bravo!».<br />

Tutto a un tratto riuscì a trovare un po’<br />

di concentrazione e in fretta e furia<br />

scrisse il tema nel poco tempo che gli<br />

rimaneva, ma fu un’impresa davvero<br />

ardua, a dimostrazione del fatto che<br />

iniziare una nuova vita è davvero com-<br />

plesso.<br />

La prova di matematica di Nik fece<br />

scalpore: fu bocciato, vennero convocati<br />

i genitori che decisero di trasferirlo<br />

in un collegio. Era stato<br />

chiaro a tutti che quella frase non<br />

l’aveva scritta lui, solo Frank e Jimmy<br />

sapevano la verità, ma si guardavano<br />

bene dal dirlo in giro.<br />

A conclusione dell’esame di terza media<br />

Frank incontrò il suo professore di<br />

matematica con il quale aveva sempre<br />

avuto una certa sintonia, era un professore<br />

molto simpatico e molto amato<br />

da tutti i ragazzi, certo era severo<br />

anche lui ma aveva la capacità di<br />

sdrammatizzare sempre, anche davanti<br />

agli episodi più gravi. Amava il<br />

suo lavoro, glielo si leggeva negli occhi,<br />

e insegnava con grande passione.<br />

Il professore di matematica guardò<br />

fisso negli occhi Frank e gli disse una<br />

sola frase: «Hai fatto la cosa giusta»,<br />

solo questo, nulla di più.<br />

Aveva capito, non c’era nulla da aggiungere,<br />

Frank distolse lo sguardo.<br />

Non capì mai come aveva fatto a intuire<br />

che era stato lui a ribellarsi, ma fu<br />

felice di aver sentito quelle parole, che<br />

gli rimasero per sempre nel cuore.<br />

Francesco Motter, 3 a D<br />

Con questo racconto il nostro compagno Francesco Motter si è classificato al terzo posto<br />

dell’Edizione 2015 del Premio letterario “San Raffaele”, concorso di racconti inediti<br />

rivolto agli studenti delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado<br />

della provincia di Milano. La premiazione è avvenuta il 16 gennaio 2016.<br />

A B C ! | 63


giochi test<br />

vs<br />

Compiti da eseguire, partite da giocare, lezioni da imparare: come affronti<br />

le difficoltà? Sei una persona che vive la sua vita con filosofia o che vede ostacoli<br />

ovunque? Fai il calcolo di quante a, b o c hai totalizzato e leggi il tuo profilo a p. 68<br />

1. Sei fuori casa e ti sbrodoli la felpa.<br />

Come reagisci?<br />

a) Pazienza, può capitare.<br />

b) Cerchi un bagno per darti una ripulita.<br />

c) Torni a casa e rinunci ai tuoi programmi.<br />

2. Un amico ti telefona all’ultimo momento<br />

per dirti che non può più uscire con te: tu<br />

a) pensi che avrebbe potuto avvisare prima.<br />

b) ne approfitti per ripassare la lezione per<br />

il giorno dopo.<br />

c) ci rimani molto male e glielo dici.<br />

3. Il treno ha due ore di<br />

ritardo...<br />

a) L’importante è arrivare<br />

a destinazione.<br />

b) Ne approfitti per fare<br />

gli ultimi acquisti.<br />

c) Speri che le ore di<br />

ritardo non aumentino.<br />

6. In quale frase ti riconosci?<br />

a) Tutto va per il meglio possibile.<br />

b) Chi di speranza vive, disperato muore.<br />

c) La speranza... un sogno fatto da svegli.<br />

8. Devi prendere una<br />

decisione importante, così<br />

a) ti consulti con qualcuno<br />

per farti consigliare.<br />

b) valuti tutti i fattori a tua<br />

disposizione e decidi di<br />

conseguenza.<br />

c) ti arrovelli per ore prima di<br />

riuscire ad arrivare a una<br />

conclusione.<br />

10. Un week-end da brivido è...<br />

a) una gita in fuoristrada.<br />

b) due giorni in montagna a -15 gradi.<br />

c) quello in cui qualunque cosa va storta.<br />

4. Per strada ti guardano tutti<br />

insistentemente. Cosa pensi?<br />

a) Ho fatto colpo!<br />

b) Avrò i capelli per aria?<br />

c) Ce n’è di gente stana in giro!<br />

7. Al cinema non<br />

vai mai a vedere<br />

a) un film di<br />

spionaggio.<br />

b) un film western.<br />

c) un film di cui<br />

non hai mai<br />

sentito parlare.<br />

5. Arrivi a scuola e<br />

hai dimenticato la<br />

merenda.<br />

a) Ok, oggi a casa<br />

gusterò meglio il<br />

pranzo!<br />

b) Va beh, dovrò<br />

accontentarmi di<br />

qualche cracker<br />

offerto dai<br />

compagni…<br />

c) Uffa, oggi salterò<br />

la parte migliore<br />

dell’intervallo.<br />

9. Vai a trovare degli amici che hanno cambiato<br />

casa, ma forse hai sbagliato la strada. Che fai?<br />

a) Controlli lo stradario per cercare di capire<br />

dove sei finita/o.<br />

b) Cerchi qualcuno a cui chiedere un’indicazione.<br />

c) Torni indietro per paura di perderti<br />

definitivamente in una zona che non conosci.<br />

11. Il cielo è nuvoloso, ma sembra che<br />

ancora non piova.<br />

a) Se prenderai un po’ di pioggia, pazienza!<br />

b) Hai sempre con te un ombrello<br />

pieghevole.<br />

c) Al momento di uscire prendi l’ombrello.<br />

64<br />

A B C ! |


giochi test<br />

ENIGMISTICA CLASSICA<br />

Rebus<br />

di Grace Catoto, 3 a E<br />

O<br />

N<br />

(Frase: 5; 5)<br />

UN<br />

CO<br />

(Frase: 2; 5; 10)<br />

Indovinello<br />

Conosco tre fratelli,<br />

a volte sono brutti e a volte sono belli.<br />

Il primo non c’è perché se n’è andato,<br />

mentre il secondo non è ancora arrivato;<br />

infine il terzo è il più piccolo dei tre,<br />

ma se manca lui nessuno degli altri due c’è.<br />

Chi sono?<br />

Le soluzioni a p. 68<br />

A B C ! | 65


giochi test<br />

Parole incrociate<br />

di Jin Hao Ke, 3 a A e Marco Guadagno, 3 a C<br />

Orizzontali<br />

1. Sta con lei<br />

3. Famosa in latino<br />

7. Un lontano inglese<br />

8. Pezzo di torta<br />

9. Malattia provocata dagli acari<br />

11. Quelle che dobbiamo rispettare<br />

13. Una marcatura obbligatoria sui<br />

prodotti europei<br />

14. Errore non intenzionale<br />

16. No comment<br />

18. Lo è l’amore<br />

19. Il Greggio della TV<br />

20. Dentro<br />

21. Non qui<br />

22. È anche una coppa<br />

25. Forza d'animo<br />

28. Non puzza e non profuma<br />

29. Prima persona singolare<br />

30. Sono nei parchi e nei giardini<br />

31. Tutto in inglese<br />

32. Famosa saga fantasy<br />

34. Piccola cittadina terremotata<br />

insieme all'Aquila<br />

35. Il mare che bagna Italia, Albania<br />

e Grecia<br />

1 2 3 4 5 6<br />

7 8<br />

9 10<br />

11 12 13<br />

14 15 16 17<br />

18<br />

19 20<br />

21 22 23 24<br />

25 26 27<br />

28 29<br />

30 31<br />

32 33<br />

34 35<br />

Verticali<br />

1. La nota del diapason 17. Si fa al check-in<br />

2. Spesso colpiscono il Golfo del Messico 18. Pavimentazione di pietra<br />

3. Fatto di cera latina 22. Pende in fondo alla gola<br />

4. Lavorazioni tecniche industriali 23. Eminenti, esimi<br />

5. Azienda dei trasporti pubblici di Roma 24. La fine di ciao<br />

6. Vicinissimi 26. Città della Francia che ispirò Monet<br />

7. Per… inglese 27. Ama e venera<br />

8. Non veri 28. Articolo determinativo<br />

10. Un cristiano in Egitto 31. … Arbor, Università del Michigan<br />

12. Votazioni democratiche 33. Raddoppiano nei cartoon<br />

15. Autoscatto<br />

66<br />

A B C ! |


giochi test<br />

Rompicapo<br />

di Jin Hao Ke, 3 a A e Marco Guadagno, 3 a C<br />

a) Qual è il <strong>numero</strong> del <strong>quinto</strong> posto-macchina?<br />

I6 06 68 88 98<br />

La soluzione matematica vi pare complicata? Provate a cambiare prospettiva…<br />

letteralmente!<br />

b) Unite tutti i punti con solo 4 linee, senza<br />

staccare la penna.<br />

. . .<br />

. . .<br />

. . .<br />

Sembra impossibile vero? Se non ci siete ancora riusciti, significa che siete troppo<br />

convenzionali e dovete allargare un po’ i vostri schemi mentali.<br />

Ogni tanto nella vita bisogna uscire dai confini…<br />

Tutte le soluzioni a p. 68<br />

A B C ! | 67


giochi test<br />

SOLUZIONI<br />

Rebus O pera N uova = Opera nuova Indovinello<br />

UN ami CO archi tetto = Un amico architetto Passato, futuro, presente.<br />

Rompicapo<br />

a) Guardando il disegno al contrario,<br />

potetenotare che la serie di numeri è:<br />

86-……-88-89-90-91 quindi il <strong>numero</strong><br />

sotto la macchina è 87.<br />

Questo problema è stato proposto in una<br />

prova d’ingresso in una scuola elementare<br />

di Hong Kong per insegnare ai bambini a<br />

guardare le cose da un’altra angolazione<br />

rispetto a quella abituale.<br />

b)<br />

Prevalenza di A Prevalenza di B Prevalenza di C<br />

Sei certamente ottimista e<br />

affronti la vita con serenità e<br />

tranquillità. Fai parte di<br />

quella schiera di persone che<br />

già al mattino si svegliano di<br />

buon umore, certe di poter<br />

affrontare con grinta la<br />

giornata che hanno davanti.<br />

Gli altri stanno volentieri al<br />

tuo fianco proprio per questo<br />

tuo sprizzare “ottimismo” da<br />

tutti i pori e per la tua abilità<br />

a sdrammatizzare ogni<br />

situazione. Fai attenzione,<br />

però, a non affrontare le cose<br />

con troppa leggerezza o<br />

superficialità.<br />

Essenzialmente sei una<br />

persona realista, capace di<br />

valutare in maniera<br />

obiettiva i problemi che ti<br />

stanno intorno. Non si può<br />

certo dire che tu veda tutto<br />

“nero” nella tua vita, perché<br />

non sei tipo da abbatterti di<br />

fronte alle prime difficoltà;<br />

ma non sei neppure preda<br />

di facili entusiasmi e hai<br />

l’abitudine di cantare<br />

vittoria solamente dopo<br />

aver ottenuto dei risultati<br />

concreti.<br />

Il tuo equilibrio è il tuo<br />

pregio maggiore.<br />

Ogni situazione imprevista ti<br />

mette in crisi e il più delle volte<br />

ti innervosisce, perché<br />

rappresenta una<br />

complicazione. A volte esageri,<br />

perché banali incidenti di<br />

percorso diventano per te<br />

ostacoli insormontabili. È<br />

probabile che tu abbia vissuto<br />

negli ultimi tempi una serie di<br />

situazioni negative che ti<br />

hanno privato della fiducia che<br />

un tempo avevi in te stessa/o.<br />

Dovresti sforzarti di superare<br />

questo momento delicato,<br />

confidando nelle tue capacità<br />

e in chi ti circonda.<br />

68<br />

A B C ! |


Iana, 2 a A<br />

Antea, 2 a A<br />

Livio, 2 a A<br />

Valentina, 2 a C<br />

Giovanna, 2 a C<br />

Tommaso, 2 a C<br />

Ambra, 2 a D

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