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Biocostruzioni Marine in Puglia_02_2012.pdf

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Come noto <strong>in</strong> letteratura, le biocostruzioni a Sabellaria si ritrovano soltanto <strong>in</strong> presenza di<br />

particolari condizioni granulometriche dei substrati sabbiosi presenti a ridosso delle stesse<br />

biocostruzioni. Tali sabbie vengono usate dalle varie specie di Sabellaria per formare il proprio<br />

tubo agglut<strong>in</strong>ando il sedimento mediante l’escrezione di una notevole quantità di muco. La<br />

prelim<strong>in</strong>are analisi granulometrica ha evidenziato che le biocostruzioni a Sabellaria sp<strong>in</strong>ulosa<br />

sono prossime a fondali sabbiosi caratterizzati da Sabbie F<strong>in</strong>i Ben Calibrate presenti <strong>in</strong> aree<br />

relativamente esposte e pertanto poco <strong>in</strong>fangate. Al contrario, la biocostruzioni a Sabellaria<br />

alveolata ritrovate a sud del Golfo di Manfredonia (Zapponeta) sembrerebbero legate a condizioni<br />

di idrod<strong>in</strong>amismo più calmo <strong>in</strong> cui si registra una maggiore presenza di particellato f<strong>in</strong>e<br />

nelle sabbie. Per confermare o meno questa ipotesi sono stati prelevati campioni di sedimento a<br />

ridosso delle biocostruzioni studiate e le analisi granulometriche, tutt’ora <strong>in</strong> corso, potranno far<br />

emergere questi aspetti legati alla differente classe dei sedimenti utilizzati dalle due specie di<br />

Sabellaria.<br />

Inf<strong>in</strong>e per valutare un eventuale accrescimento delle <strong>Biocostruzioni</strong> a Sabellaria e soprattutto per<br />

verificare una loro eventuale riduzione dovuta alla forza dei marosi <strong>in</strong>vernali <strong>in</strong> località Torre<br />

Mileto (località <strong>in</strong> cui sono state r<strong>in</strong>venute le più estese biocostruzioni a Sabellaria) sono stati<br />

posizionati, all’<strong>in</strong>terno delle biocostruzioni, dei paletti metallici della lunghezza nota di 40 cm <strong>in</strong><br />

particolari punti facili da ritrovare (mediante posizionamento con GPS e rilievi <strong>in</strong>crociati di punti<br />

a terra) a ridosso del limite superiore a 0,5 m e a circa 1,5 m di profondità, quota alla quale le<br />

biocostruzioni si presentavano più estese. I picchetti metallici sono stati <strong>in</strong>seriti nelle biocostruzioni<br />

a Sabellaria s<strong>in</strong>o ad <strong>in</strong>contrare la parte rocciosa sottostante. Successivamente,<br />

misurando la porzione superiore del picchetto (quella che emergeva dalla biocostruzione), è stato<br />

possibile stimare lo spessore di tali biocostruzioni, che <strong>in</strong> alcuni casi superava (novembre 2011) i<br />

30 cm. Tale misurazione sarà usata come confronto per valutare l’eventuale <strong>in</strong>cremento <strong>in</strong><br />

spessore o, come documentato <strong>in</strong> altre località, la riduzione <strong>in</strong> spessore o la loro temporanea<br />

scomparsa durante i marosi <strong>in</strong>vernali.<br />

§ Attività esplorativa <strong>in</strong>erente le biocostruzioni a Ficopomatus<br />

Il team di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari (U.L.R. Bari),<br />

<strong>in</strong> questi primi tre mesi, di attività si è recato <strong>in</strong> località “Bac<strong>in</strong>i di Ugento (LE)” allo scopo di<br />

effettuare un survey esplorativo teso a valutare la distribuzione e l’estensione delle biocostruzioni<br />

a Ficopomatus enigmaticus (Anellida, Polychaeta, Serpulidae) già precedentemente ivi<br />

segnalate (Allegato Tecnico 3).<br />

L’area di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e ha <strong>in</strong>teressato l’<strong>in</strong>tero sistema di bac<strong>in</strong>i di contenimento della laguna di<br />

Ugento, localizzato a circa 60 km da Lecce. Il suddetto sistema è costituito da un complesso di 7<br />

bac<strong>in</strong>i di contenimento, collegati tra loro mediante canali collettori a marea; esso si sviluppa alle<br />

spalle di un vasto arenile orlato da bassi cordoni dunali, per circa 8 km con decorso pressoché<br />

parallelo alla l<strong>in</strong>ea di costa, <strong>in</strong> direzione NW– SE, tra le località di Torre San Giovanni, Punta<br />

Macolone e Torre Pali. L’<strong>in</strong>tero sistema di bac<strong>in</strong>i e calali canali si estende per circa 0,4 km 2 e i<br />

bac<strong>in</strong>i hanno una profondità compresa tra i 0,5 e 1,5 m.<br />

Il carattere ad elevato conf<strong>in</strong>amento dal mare (i bac<strong>in</strong>i <strong>in</strong>fatti comunicano con esso esclusivamente<br />

<strong>in</strong> due punti: il primo posto all’<strong>in</strong>terno di Torre S. Giovanni ed il secondo <strong>in</strong> corrispondenza<br />

di Punta Macolone) e gli apporti di acqua dolce derivanti dalla presenza di falde, dal<br />

dilavamento dei terreni e dagli scarichi provenienti dagli abitati e dai villaggi turistici adiacenti,<br />

rendono il sistema dei bac<strong>in</strong>i di Ugento l’habitat ideale per l’<strong>in</strong>staurarsi di comunità tipiche di<br />

ambienti cosiddetti di transizione, con acque salmastre a ridotto idrod<strong>in</strong>amismo.<br />

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