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2 - Società Chimica Italiana

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48<br />

citata”. [ 2] Il tratto del potere di controllo<br />

è presente nella parola |autorità|<br />

in tutti i contesti appena elencati,<br />

così come nella realtà del fare didattica,<br />

o scienza o storia ciascuno degli<br />

attori si assume il ruolo di un’autorità,<br />

e su questa base esercita una forma di<br />

controllo, diversa e più o meno diretta<br />

a seconda dei ruoli effettivi e delle situazioni.<br />

I tratti della forza e del consenso,<br />

presenti pure in molte altre definizioni,<br />

sono i due poli attraverso cui<br />

l’autorità esercita il controllo: sul fondamento<br />

del consenso ed, eventualmente,<br />

attraverso la forza. Di certo<br />

entrambi gli aspetti forza e consenso<br />

si ritrovano nella moltitudine di pratiche<br />

che potremmo chiamare in causa,<br />

dalla spiegazione in un’aula, alla valutazione<br />

del referee di una rivista<br />

scientifica, al parere del curatore di una<br />

collana storica. Più sottile, e tuttora in<br />

formazione, è la presenza di forza e<br />

consenso sulla Rete; a questo accenneremo<br />

nella sezione 3.3.<br />

Il fondamento dell’autorità è cambiato<br />

nel tempo per quanto riguarda le<br />

società occidentali, con due<br />

spostamenti radicali. Nella civiltà greco-romana<br />

l’autorità era basata su una<br />

irrimediabile diseguaglianza degli uomini,<br />

decisa dalla natura, e divenuta<br />

campo d’azione dei filosofi (Platone<br />

e Aristotele, ad esempio), che vi<br />

avrebbero educato i figli dell’aristocrazia.<br />

Nel passaggio dalla civiltà<br />

‘classica’ a quella cristiana l’autorità<br />

divina sostituì quella della natura, e<br />

infine a partire dall’umanesimo il fondamento<br />

dell’autorità si spostò sempre<br />

più verso il consenso degli uomini<br />

che ad essa si sottomettevano (lo<br />

Stato di Hobbes). Ma altri tipi di autorità<br />

furono pur sempre presenti nelle<br />

società in cui prevalse l’una o l’altra<br />

delle forme appena elencate. Così, anche<br />

nel lungo periodo in cui la Chiesa<br />

di Roma fu la depositaria assoluta dell’autorità<br />

di origine divina, in diversi<br />

strati intellettuali della società medioevale<br />

agirono forme di autorità<br />

funzionali, di per sé prive di potere<br />

diretto di coercizione. Ritroveremo<br />

sulla Rete queste forme abbastanza<br />

‘universali’ di autorità, è quindi utile<br />

richiamarle in sintesi. Nella prima di<br />

queste forme |autorità| corrisponde a<br />

|testimonianza autorevole|, ossia a<br />

“testimonianza proveniente da fonte<br />

ritenuta infallibile (perciò ammessa<br />

senza previa valutazione critica o verifica<br />

sperimentale)”. Nella seconda<br />

forma |autorità| si descrive come<br />

|esempio autorevole|, ovvero<br />

“normatività derivante da uso antico<br />

e celebrato (soprattutto in campo letterario)”.<br />

Nella storia della cultura la<br />

prima accezione è meglio nota come<br />

principio di autorità, la seconda<br />

come principio di imitazione. Nel<br />

Grande Dizionario della Lingua <strong>Italiana</strong><br />

queste ed altre modalità d’uso<br />

sono raccolte sotto una definizione<br />

generale, secondo la quale |autorità|<br />

è “Capacità di indirizzare il volere altrui<br />

secondo il proprio, ottenendo fiducia<br />

e obbedienza (per superiorità<br />

morale o intellettuale, per speciale<br />

competenza, per dignità derivante<br />

dall’età o dal grado, per potenza, ricchezza,<br />

ecc.)”. [ 3] Qui, nell’ambito<br />

della storia della cultura letteraria italiana,<br />

di cui il ‘Battaglia’ è l’immenso<br />

deposito, il rapporto fra autorità, potere<br />

e forza è posto in termini diversi<br />

che nella storia della filosofia, ed<br />

emerge con maggiore chiarezza<br />

l’aspetto funzionale dell’autorità.<br />

Non stupisce che i tratti funzionali di<br />

|autorità| siano discussi dettagliatamente<br />

nel contesto della sociologia.<br />

Elencando i diversi aspetti funzionali<br />

dell’esercizio dell’autorità Luciano<br />

Gallino mette in evidenza tratti per noi<br />

importanti: essa può appartenere anche<br />

ad una singola persona; di per sè<br />

non c’è alcuna garanzia che se si esercita<br />

in relazione ad un evento la stessa<br />

autorità possa rinnovarsi in relazione<br />

ad un altro evento; si esercita<br />

al momento della soluzione di un problema;<br />

le relazioni basate su di essa<br />

sono discontinue, labili, rovesciabili<br />

e quindi soggette a competizione.<br />

Emerge il ritratto funzionale dell’esperto,<br />

del detentore di conoscenze<br />

e di pratiche specializzate ed efficaci.<br />

Si pensi come esempio canonico<br />

all’esperto d’arte, cacciatore di falsi,<br />

che mette in gioco la propria autorità<br />

ogni qualvolta discute l’autenticità<br />

di un’opera. Più in generale, è ai<br />

risultati direzionali e sinergici dell’esercizio<br />

dell’autorità che Gallino fa<br />

risalire la presenza universale dell’autorità<br />

nei gruppi e nelle collettività:<br />

“Qualsiasi pluralità di persone non<br />

casuale ed effimera come una folla richiede<br />

di essere orientata e diretta<br />

nelle attività che svolge per conseguire<br />

i propri scopi”.[ 4] Ci si può chiedere<br />

se e in quale modo la generalizzazione<br />

di Gallino possa valere per le<br />

centinaia di migliaia di operatori della<br />

Rete, però prima di interrogarci se essi<br />

siano solo ‘folla’, vorremmo spendere<br />

qualche parola, più specifica, sulla<br />

funzione dell’autorità nell’ambito della<br />

conoscenza.<br />

3.2 Autorità e conoscenza<br />

Per punirmi per il mio disprezzo per<br />

l’autorità, il destino ha fatto di me<br />

stesso un’autorità.<br />

Albert Einstein [ 5]<br />

Chiunque debba scrivere un testo per<br />

una rivista colta, sia in campo scientifico<br />

che in campo umanistico, sa che<br />

- continuamente - deve ricorrere ad<br />

altre autorità per far reggere il proprio<br />

discorso. La sezione precedente non<br />

è altro che un gioco di riflessi fra Autorità<br />

(Abbagnano, Battaglia,<br />

Gallino), lemmi |autorità| tratti dai loro<br />

dizionari, e noi due (gli Autori del presente<br />

testo). Al momento in cui questo<br />

stesso testo sarà letto, il Lettore<br />

parteciperà al gioco, investendo (o<br />

spogliando) gli Autori di certi tratti di<br />

autorità. D’altra parte il gioco<br />

dell’intertestualità non opera solo orizzontalmente<br />

all’interno del testo, ma<br />

come ha sottolineato Julia Kristeva,<br />

lavora verticalmente, fuori dal testo<br />

che si sta leggendo, secondo la dimensione<br />

dei “testi esteriori”.[ 6] La<br />

funzione dell’intertestualità per la<br />

comprensione di un testo dovrebbe<br />

essere sempre tenuta presente, specialmente<br />

nelle pratiche educative (la<br />

‘spiegazione’, ad esempio) e nelle procedure<br />

conoscitive ad esse connesse<br />

(la ‘comprensione’). In relazione<br />

all’autorità nel campo della conoscenza<br />

scientifica l’intertestualità<br />

svolge un ruolo così fondamentale da<br />

esserne in un certo senso la base visibile<br />

(leggibile). I tre articoli di<br />

Einstein del 1905 furono richiamati nei<br />

testi (e nei discorsi) di altri fisici, così<br />

da avviare un’onda potente e singolare,<br />

che ha fatto diventare l’immagine<br />

del teorico tedesco un’icona del<br />

XX secolo. 7 La ‘singolarità’ dell’onda<br />

che lo sostiene tuttora, malgré lui,<br />

nell’empireo delle massime autorità<br />

consiste nel fatto che più nessuno (o<br />

quasi) legge direttamente i suoi testi,<br />

e quindi ora la sua autorità è tutta<br />

intertestuale.<br />

Ma l’efficacia dell’autorità nella conoscenza<br />

scientifica e storica va molto<br />

al di là della personalità degli Autori,<br />

per diventare in un certo senso<br />

anonima, più pertinente al modo di<br />

7 Come è noto i tre articoli riguardavano<br />

la natura dei quanti di luce e l’effetto<br />

fotoelettrico; il moto browniano; la relatività<br />

ristretta.<br />

CnS - La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Marzo - Aprile 20001

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