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2 - Società Chimica Italiana

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nire nella mia scuola, un Istituto Tecnico<br />

ben attrezzato ma che sul piano<br />

culturale lasciava alquanto a desiderare;<br />

facevo loro vedere le soprendenti<br />

proprietà della materia in provetta,<br />

sperando che tra la magia della chimica,<br />

il fascino dell’informatica e la lucentezza<br />

delle macchine a programmazione<br />

numerica ne sarebbero usciti<br />

sedotti.<br />

Ho parlato con i giovinetti all’uscita<br />

del biennio, lasciando loro intravedere<br />

il luminoso futuro del perito chimico,<br />

nella speranza che massicce iscrizioni<br />

consolidassero le traballanti cattedre<br />

della specializzazione.<br />

Memore delle mie origini ho accompagnato<br />

i miei alunni prossimi alla<br />

maturità a visitare i laboratori dell’università<br />

ed ho invitato professori della<br />

medesima a venire a fare dell’orientamento<br />

nella mia scuola.<br />

Una seduzione graduale, inesorabile,<br />

pianificata nella speranza, per lo più<br />

delusa, di vedere un giorno ripopolarsi<br />

le aule dove si faceva della chimica.<br />

Chi seguiva il pifferaio Coloro che da<br />

tempo amavano la musica che lui suonava<br />

ma le propensioni per questa o<br />

per altra musica maturavano altrove.<br />

Voglio a questo proposito raccontare<br />

per sommi capi la storia di un mio carissimo<br />

amico, chimico, per vedere<br />

come, attraverso un percorso tutt’altro<br />

che lineare, egli maturò la sua vocazione.<br />

Mi narrava che da piccolo abitava in<br />

un ameno paesino in mezzo ai monti e<br />

che all’inizio degli anni ’40, quando<br />

aveva all’incirca sei o sette anni, rubava<br />

i medicinali dall’armadietto di<br />

sua madre e si rifugiava sul terrazzo a<br />

mescolare il tutto nella speranza di<br />

assistere a qualche avvenimento straordinario<br />

e non prevedibile. Rimane<br />

un mistero chi gli avesse suggerito<br />

tali curiosità dal momento che la famiglia<br />

era di modestissima estrazione<br />

e la scuola fascista, in pieno fulgore<br />

gentiliano, non orientava certo verso<br />

le scienze sperimentali. Inoltre non è<br />

chiaro da dove scaturisse questa associazione<br />

di sapore alchimistico tra<br />

chimica e medicina (iatrochimica).<br />

Più tardi, intorno ai tredici anni, accostandosi<br />

attraverso le misteriose vie<br />

dell’inconscio all’alchimia cinese scoprì<br />

il fascino delle esplosioni, divenne<br />

un esperto di polvere nera, di miscele<br />

di zolfo e clorato di potassio, di<br />

lanci di lattine per esplosione di miscele<br />

di aria e acetilene, naturalmente<br />

prodotto per reazione dell’acqua con<br />

carburo di calcio. Procedeva entusiasta,<br />

forte dell’inesistenza delle norme<br />

di sicurezza, realizzando reazioni chimiche<br />

che ora gli studenti non si sognano<br />

di fare nemmeno in un attrezzato<br />

laboratorio.<br />

Dopo questo inizio inequivocabile<br />

questo mio poliedrico amico, che nel<br />

frattempo si era anche appassionato<br />

alla lettura e faceva i primi tentativi di<br />

scrivere delle poesie, si iscrisse al Liceo<br />

Scientifico.<br />

La chimica a causa di un insegnante<br />

sconsiderato passò in secondo ordine<br />

anzi continuò ad essere coltivata<br />

con qualche rischio tra le mura domestiche.<br />

Il mio amico scoprì le meraviglie<br />

della fisica e, poiché la scuola era<br />

priva di laboratorio, egli progettò e si<br />

costruì rudimentali strumenti di misura,<br />

inoltre scoprì il piacere della riflessione<br />

ed ebbe a dire più tardi che le<br />

materie di studio che avevano avuto<br />

un peso determinante nella sua formazione<br />

erano la filosofia e…il latino.<br />

Quando arrivò all’università lanciò<br />

un’occhiata di desiderio alla medicina<br />

ma poi cacciò ogni dubbio, dissepellì<br />

la provetta e si iscrisse a chimica, nel<br />

frattempo continuò a scrivere poesie.<br />

Io l’ho conosciuto a scuola dove faceva<br />

con grande entusiasmo l’insegnante,<br />

ascoltava dischi di musica classica<br />

e leggeva libri di ogni genere.<br />

Abbiamo discusso più volte di questa<br />

cosa bislacca che la gente chiama<br />

orientamento professionale, arrivando<br />

ad alcune conclusioni:<br />

· un giovane non ha per sua natura<br />

una vocazione unica, tuttalpiù ha una<br />

vocazione prevalente;<br />

· l’orientamento comporta un complesso<br />

percorso, una sorta di immersione<br />

in un labirinto e non sarebbe la<br />

prima volta che il labirinto viene assunto<br />

come metafora dell’inconscio;<br />

· le vocazioni latenti possono maturare<br />

o meno a seconda delle condizioni,<br />

ambientali per cui la scelta definitiva<br />

è spesso un compromesso tra<br />

propensioni ed opportunità;<br />

· questi meccanismi conferiscono flessibilità<br />

all’orientamento dei giovani,<br />

sdrammatizzando in parte la difficoltà<br />

delle scelte;<br />

· le scuole tecniche e professionali<br />

possono produrre gravi disguidi perché<br />

orientano troppo precocemente<br />

in modo spesso irreversibile giovani<br />

che poi scoprono di avere imboccato<br />

una “strada secondaria”;<br />

· forse, se le professioni diverranno più<br />

flessibili ossia più ricche di tecnologia<br />

gestionale e meno di prassi consolidata,<br />

aumenterà la possibilità di maturare<br />

le proprie inclinazioni attraverso<br />

differenti esperienze di lavoro.<br />

Che cosa possiamo fare per contribuire<br />

correttamente all’orientamento<br />

dei giovani<br />

Insegnare al meglio la nostra disciplina,<br />

insegnare il nostro amore per la<br />

chimica, insomma insegnare quello<br />

che siamo, in sostanza diciamo:<br />

-Eccomi qui! Sono un esamplare di<br />

chimico, una persona che ha fatto<br />

della chimica un punto di riferimento<br />

culturale. Giudica tu se vuoi assomigliarmi<br />

o scegliere felicemente un’altra<br />

strada-.<br />

Molto apprendimento avviene per<br />

imitazione ma l’orientamento può avvenire<br />

correttamente anche attraverso<br />

un rifiuto, anzi ogni accettazione è<br />

preceduta inevitabilmente da una lunga<br />

serie di rifiuti e noi come docenti<br />

dobbiamo anche farci veicoli del rifiuto.<br />

Avremo fatto bene il nostro lavoro<br />

anche se ci sentiremo rispondere:<br />

-Ti ringrazio, ho capito, ma non voglio<br />

essere come te!-<br />

ERMANNO NICCOLI<br />

76<br />

Si porta a conoscenza degli interessati che nel sito della Divisione<br />

sono disponibili alcuni test e le soluzioni dei quesiti delle passate edizioni<br />

dei Giochi della <strong>Chimica</strong><br />

CnS - La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Marzo - Aprile 2001

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