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torta savoiarda

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LA TORTA SAVOIARDA<br />

Orizzonte Magazine • 1


S<br />

i racconta che Carlo<br />

IV di Lussemburgo,<br />

uno dei pretendenti<br />

per la successione al<br />

trono di Carlo Magno, si recò a<br />

Chambery, per incontrare il conte<br />

Amedeo VI di Savoia, ancora<br />

minorenne.<br />

La madre di quest’ultimo,<br />

Margherita, per compiacere l’ospite,<br />

avrebbe deciso di offrire al<br />

suo ospite una gustosa sorpresa<br />

gastronomica e fece realizzare<br />

una <strong>torta</strong> leggera come una piuma,.<br />

Secondo alcuni il nome del<br />

pasticcere era Pierre de Yenne<br />

(la città di Yenne, nei pressi del<br />

lago di Bourget, è ancora considerata<br />

la culla di questa ricetta).<br />

Pierre ebbe l’idea di battere tuorli<br />

d’uovo e zucchero fino all’imbianchimento<br />

e quindi di alleggerire<br />

il preparato incorporando<br />

gli albumi a neve e la farina.<br />

Fece poi cuocere la <strong>torta</strong> in uno<br />

stampo di legno chw, essendo<br />

cattivo conduttore di calore, consentì<br />

una cottura più dolce, dando<br />

modo all’impasto di acquisire<br />

la sua proverbiale leggerezza.<br />

Si racconta poi che, dopo la<br />

cena, apparve nella sala un cavaliere<br />

in armatura, montato su<br />

un destriero tenuto per le briglie<br />

da due araldi. Il cavaliere teneva<br />

tra le mani un grande piatto d’argento<br />

sul quale era posata una<br />

<strong>torta</strong> che rappresentava la contea<br />

<strong>savoiarda</strong> col suo castello sovrastato<br />

dalla corona<br />

imperiale, a<br />

simboleggiare il<br />

riconoscimento<br />

di vassallaggio a<br />

Carlo VI e l’augurio,<br />

che il vassallo<br />

faceva, di<br />

vedere il suo sovrano<br />

raccogliere<br />

la successione<br />

di Carlo Magno.<br />

Effettivamente<br />

Carlo IV di<br />

Lussemburgo,<br />

dopo aver prevalso nei confronti<br />

dei quattro rivali, cinse la corona<br />

imperiale e, ricordando la<br />

“sorpresa” che gli aveva riservato<br />

il conte di Savoia, lo nominò<br />

Vicario generale del Sacro<br />

Romano Impero, elevando la<br />

contea di Savoia a ducato e riconoscendo<br />

la famiglia di Amedeo<br />

VI come Casa Reale.<br />

Un altro aneddoto che riguarda<br />

la Torta Savoiarda è riportato<br />

dallo storico André Castelot e<br />

riguarda il conte d’Artois, fratello<br />

cadetto di Luigi XVI e futuro<br />

Carlo X, che era sposato con<br />

una principessa di Casa Savoia,<br />

Maria Teresa. Sfortunatamente<br />

la sposa mancava di attrattive e<br />

il conte d’Artois non esitava a<br />

rincorrere ballerine e dame di<br />

corte. All’epoca c’era un detto<br />

che si sussurrava a Versailles: “Il<br />

principe, dopo aver fatto indige-<br />

stione di Torta di Savoia è andato<br />

a prendere il tè [du the] a Parigi”,<br />

vale a dire che, stanco della sua<br />

consorte <strong>savoiarda</strong>, si era orientato<br />

verso la sua amante Rosalie<br />

Duthé.<br />

La ricetta della Torta Savoiarda<br />

fu in seguito perfezionata da<br />

Massialot, XVII secolo, e da<br />

Menon, XVIII secolo, arricchendosi<br />

lungo la strada di zucchero<br />

a velo e profumi (zeste di limone,<br />

cannella, fiori d’arancio, ecc<br />

.) e diventando una <strong>torta</strong> perfetta<br />

per accompagnare il tè.<br />

La <strong>torta</strong> della foto è stata realizzata<br />

secondo la ricetta dei maestri<br />

pasticceri Busnelli e Scolari,<br />

riadattata e modificata da Paola<br />

Lazzari


Montare a neve<br />

le chiare con<br />

mezzo cucchiaino<br />

di cremor<br />

tartaro (rende<br />

più stabile<br />

la montata) e<br />

quando saranno<br />

soffici e ben<br />

gonfie, ma non<br />

compatte, unire<br />

gradatamente 40<br />

g di zucchero a<br />

velo. Continuare<br />

a montare finché<br />

la meringa non è ben soda e lo<br />

zucchero completamente disciolto.<br />

Tenere da parte.<br />

Montare i tuorli con la vaniglia<br />

e l’aroma mandorla e aggiungere<br />

gradatamente 200 g di zucchero:<br />

montare fino ad ottenere una<br />

massa soffice, bianca e spumosa.<br />

Unire a questo punto a mano,<br />

con una spatola, alla massa montata<br />

dei tuorli la fecola e la farina<br />

(e il lievito, eventualmente) ben<br />

miscelate fra loro, cercando di<br />

non smontarla, insieme a qualche<br />

cucchiaio di meringa per facilitare<br />

l’operazione.<br />

Incorporare infine la restante<br />

meringa lavorando l’impasto con<br />

una spatola dal basso verso l’alto,<br />

ruotando la ciotola sempre nella<br />

stessa direzione con movimento<br />

circolare orario (se si usa la mano<br />

destra) .<br />

Versare in uno stampo dalla capacità<br />

di 3 l, ben imburrato e<br />

volendo spolverizzato di fecola,<br />

tenendo conto che l’impasto non<br />

deve assolutamente arrivare al<br />

bordo.<br />

Cuocere a 175°C - statico - per<br />

circa 45 minuti. Lasciar intiepidire<br />

il dolce prima di sformarlo.<br />

quindi cospargerlo con zucchero<br />

a velo.<br />

LA RICETTA TORTA SAVOIARDA<br />

180 g di albumi (circa 5 chiare)<br />

120 g di tuorli (circa 6-7 tuorli)<br />

200 + 40 g di zucchero (meglio se al velo)<br />

100 g di fecola di patate<br />

60 g di farina tipo “00”<br />

aroma di vaniglia<br />

aroma mandorla<br />

1/2 cucchiaino di cremor tartaro<br />

1/4 di cucchiaino di lievito chimico (facoltativo)<br />

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