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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 2 N. 1<br />
Gennaio <strong>2015</strong><br />
NUOVI VOLTI ALL’<strong>ORIZZONTE</strong><br />
RIPARTE CON LE SELEZIONI <strong>2015</strong><br />
persefora mas<br />
IN MOSTRA A MANTOVA<br />
l’impulso creativo di mirò<br />
Inaugurata il 26 novembre alle Fruttiere<br />
di Palazzo Te<br />
Gabriele d’annunzio<br />
Una vita straordinaria e inimitabile<br />
letta attraverso le sue opere.<br />
aspiranti modelle<br />
Come proporsi ad un’Agenzia.<br />
Seconda parte<br />
orizzonte food<br />
La focaccia Cavatelli con di Recco ceci neri con e gamberetti. formaggio<br />
I grandi della fotografia: Bert Hardy
2 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 Nuovi volti all’Orizzonte:<br />
Partono le selezioni <strong>2015</strong>.<br />
8 Persefora Mas<br />
12 Aspiranti modelle<br />
Come proporsi a una agenzia.<br />
cultura<br />
18 D’Annunzio:<br />
una vita straordinaria.<br />
26 In mostra a Mantova<br />
l’impulso creativo di Mirò.<br />
30 A passeggio per Mantova.<br />
40 Innamorarsi di Catania.<br />
48 La Vesica Piscis<br />
56 I grandi della fotografia:<br />
Bert Hardy.<br />
notizie e curiosità<br />
16 La mostra “double face”<br />
al Margutta RistorArte<br />
35 Beneficenza oltre l’Orizzonte.<br />
36 Verso il lavoro con la formazione<br />
Partiamo dalla moda.<br />
54 Le novità della Legge di Stabilità.<br />
rubriche<br />
60 Fotografando<br />
63 Orizzonte Food<br />
Cavatelli con ceci neri e gamberetti.<br />
68 Quistello fra zucche e vin cot.<br />
72 Lo sapevate che<br />
Papaver rhoeas<br />
75 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa autorizzazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
4 • Orizzonte Magazine
EDITORIALE<br />
Se dicembre è tempo di bilanci, gennaio apre il<br />
cuore alle speranze, agli auguri, agli auspici sistematicamente<br />
positivi, che si spera restino tali alla prova<br />
dei fatti ed anzi superino le aspettative, per riscattare<br />
l’avarizia dell’anno ormai trascorso, che volentieri ci lasciamo<br />
dietro le spalle.<br />
Con l’inizio di gennaio, e già da dicembre per la verità,<br />
si dispiega tutto un fiorire di oroscopi e previsioni<br />
che trattano l’anno a venire come un nuovo punto di<br />
partenza, come se tutto iniziasse da lì e il passato non<br />
fosse mai esistito. In fondo tutti sappiamo che così non<br />
è, che il primo di gennaio è solo il giorno che segue<br />
l’ultimo di dicembre, ma supporlo come una cerniera<br />
della vita, come un punto di svolta di un ipotetico destino<br />
disegnato dagli astri, mantiene viva la speranza di<br />
giorni migliori. E la speranza infonde coraggio, è una<br />
iniezione di positività che induce a far di più e meglio,<br />
che rappresenta uno stimolo verso la realizzazione dei<br />
propri obiettivi.<br />
Naturamente anche noi di Orizzonte Magazine abbiamo<br />
la nostra dose di speranza e i nostri obiettivi da<br />
realizzare, ma senza consultare astrologi o venditori<br />
di almanacchi, sappiamo già che il <strong>2015</strong> sarà un anno<br />
di grandi novità, non solo per noi ma, essenzialmente,<br />
per i nostri lettori.<br />
Stiamo mettendo a punto soluzioni originali, nuovi<br />
progetti e proposte interessanti, per la definizione di<br />
un “Sistema Orizzonte” a 360°, che sia in grado di<br />
offrire ai nostri lettori sempre maggiori servizi e opportunità.<br />
Siamo già al lavoro per questo, e saranno le<br />
nostre idee e la nostra volontà di realizzarle a rendere<br />
favorevole l’oroscopo del prossimo anno.<br />
Franco Ardito<br />
Orizzonte Magazine<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 2 n.1 - Gennaio <strong>2015</strong><br />
Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />
tel.: 080 4591214<br />
e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />
www.orizzontemagazine.it<br />
La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />
mail a: orizzonte-magazine@libero.it<br />
Gli articoli dovranno pervenire in<br />
formato doc o docx e le immagini in<br />
formato jpeg, con una risoluzione<br />
non inferiore a 300 ppi.<br />
Orizzonte Magazine • 5
nuovi volti a<br />
PARTONO LE S<br />
Orizzonte Fashion, struttura professionale<br />
rivolta al mondo della<br />
moda, riparte con le selezioni<br />
per arricchire il proprio catalogo<br />
professionale e coprire le diverse<br />
esigenze del settore.<br />
Dopo l’ottimo risultato riscontrato<br />
lo scorso anno, promuove<br />
nuovamente il suo progetto<br />
NUOVI VOLTI ALL’O-<br />
RIZZONTE, nato<br />
nei primi mesi<br />
del 2014 e rivolto<br />
a ragazze e ragazzi<br />
che vogliono affacciarsi<br />
al mondo della<br />
moda come indossatrici,<br />
fotomodelle/i,<br />
ragazze/i immagine per<br />
pubblicità, cataloghi e<br />
progetti fotografici.<br />
Nella prima edizione<br />
del 2014 sono stati<br />
selezionati otto<br />
nuovi volti, (Erika<br />
da Silva, Miriana<br />
Giustolisi,<br />
Hugo Ferreira,<br />
Valentina Mecca,<br />
Eleonora<br />
Marziello, Lorenzo<br />
Laraspata,<br />
Maria Colucci e<br />
Gema Bercelò)<br />
che, prima<br />
di essere proposti ad aziende e<br />
case di moda, parteciperanno<br />
gratuitamente a un Corso di Portamento<br />
da noi organizzato presso<br />
la nostra sede.<br />
Il Corso, che per i non selezionati<br />
6 • Orizzonte Magazine
ll’orizzonte<br />
ELEZIONI <strong>2015</strong><br />
o per altri partecipanti è a pagamento,<br />
ha lo scopo di completare<br />
la formazione dei partecipanti<br />
per metterli in grado di presentarsi<br />
alle aziende col massimo<br />
della qualità e professionalità.<br />
La seconda edizione di NUOVI<br />
VOLTI ALL’<strong>ORIZZONTE</strong> seguirà<br />
le stesse procedure del precedente:<br />
tutti coloro che vorranno<br />
partecipare alle selezioni dovranno<br />
registrarsi sul sito www.orizzontemagazine.it/partecipa,<br />
compilando tutti i campi<br />
obbligatori. Verranno<br />
quindi contattati per<br />
un incontro conoscitivo<br />
e per gli<br />
scatti di prova<br />
in sede o in<br />
esterna.<br />
Orizzonte Magazine • 7
persefora Mas<br />
di Angelo Ferri<br />
Q<br />
uando la passione<br />
e il talento per l’immagine,<br />
l’interpretazione<br />
e la comunicazione<br />
attraverso una fotografia<br />
si incontrano, nasce la seducente<br />
bellezza e la professionalità di Gema<br />
Bercelò, nome d’arte Persefora<br />
Mas.<br />
Nata nel 1985 a Palma di Mallorca,<br />
dove ha studiato Marketing e<br />
Turismo, è entrata prestissimo nel<br />
mondo dell’immagine, a otto anni,<br />
partecipando per gioco a una<br />
sfilata a Mallorca e realizzando<br />
anche i suoi primi scatti fotografici.<br />
L’esperienza le piacque, per cui<br />
Foto di Angelo Ferri Ph<br />
8 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 9
Barina, ha preso parte come attrice<br />
alla serie televisiva svedese<br />
“Hombres”, ha fatto Body art per<br />
una galleria d’arte di New York ed<br />
ha partecipato al concorso “Miss<br />
fotomodella D’Italia” giungendo in<br />
finale.<br />
Gema è una fotomodella che trasmette<br />
freschezza e simpatia; la<br />
moda e la fotografia fanno ormai<br />
parte integrante della sua vita e<br />
nel corso degli anni, vi si è impegnata<br />
a fondo, con tanto sacrificio<br />
ma anche tanta passione.<br />
Sono così giunti i lavori qualificanti<br />
e le prime soddisfazioni. Ha lavorato<br />
per diverse agenzie di moda<br />
a Mallorca; ha realizzato con un<br />
fotografo di National Geographic<br />
il progetto di nudo artistico “Nature<br />
and Beauty”, per una galleria<br />
d’arte di Palma; è stata in copertina<br />
su GX Magazine; ha effettuato<br />
servizi fotografici per un agenzia<br />
di moda celebrity e per una nuova<br />
linea di abiti a Londra; ha svolto<br />
lavori fotografici in occasione<br />
del festival di Cannes 2013-2014.<br />
L’obiettivo principale di Gema<br />
consiste nel fare esperienze nuove<br />
e sempre più significative, e<br />
non solo nel mondo della moda<br />
e della fotografia. Ha girato<br />
spot pubblicitari per Pantene,<br />
Samsung, Vodafone e Holding<br />
10 • Orizzonte Magazine
la sua principale attenzione<br />
è rivolta ad esprimere se<br />
stessa attraverso la macchina<br />
fotografica, aiutata<br />
in questo da un fisico perfetto<br />
e da un volto particolarmente<br />
espressivo, che<br />
le hanno permesso fin da<br />
piccola di posare davanti<br />
all’obiettivo con grande<br />
naturalezza. Diceva il fotografo<br />
Steve Mc Curry: “Se<br />
aspetti, la gente si dimentica<br />
della tua macchina fotografica<br />
e l’anima affiora, diventa<br />
visibile“; Gema ne ha fatto<br />
il suo motto e il suo principio<br />
di vita.<br />
Orizzonte Magazine • 11
ASPIRANTI MODELLE<br />
COME PROPORSI Ad UNa AGENZIA.<br />
Seconda Parte<br />
di Fabrizio Capra<br />
C<br />
ome presentarsi<br />
Se siete state convocate<br />
presentatevi<br />
come siete; non<br />
servono trucco e abiti vistosi,<br />
l’Agenzia capisce comunque se<br />
una ragazza è adatta a questo<br />
lavoro. Vi consigliamo<br />
di portare dietro le vostre<br />
foto (del viso e del corpo<br />
intero) anche non professionali,<br />
servono all’Agenzia<br />
per avere un’idea di come<br />
venite in foto.<br />
L’Agenzia, se interessata,<br />
prenderà le vostre misure<br />
e s’informerà sulla vostra<br />
disponibilità. Se tutto va<br />
bene, vi organizzerà già entro<br />
breve il primo test fotografico<br />
e i primi casting.<br />
modella: Persefora Mas<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
12 • Orizzonte Magazine
Quali foto inviare<br />
Sono sufficienti anche tre sole<br />
foto, due a figura intera e un primo<br />
piano, salvo richiesta diversa<br />
da parte dell’agenzia. E’ meglio<br />
se le foto sono fatte apposta per<br />
l’occasione, evitando scatti del<br />
genere “foto di famiglia”, “foto<br />
col fidanzato”, “foto con amiche”,<br />
“foto in gita”, ecc.<br />
L’ideale è indossare una semplice<br />
t-shirt con jeans, o anche canottiera<br />
e pantaloncini corti, biancheria<br />
intima senza esagerare,<br />
pochissimo trucco o meglio nulla.<br />
Non importa che le immagini siano<br />
particolarmente belle, è importante<br />
che siano ben visibili e<br />
che esposizione e luci siano corrette.<br />
Il Book<br />
E’ bene mettere in preventivo la<br />
realizzazione di un book professionale<br />
prima di contattare un’agenzia,<br />
anche se talvolta può non<br />
essere necessario. Può infatti capitare<br />
che agenzie rivolte specificamente<br />
alla moda (alta moda,<br />
pubblicità, redazionali) possano<br />
farne a meno in quanto aiuteranno<br />
la modella a costruirlo indicandole<br />
il fotografo o utilizzando<br />
un fotografo interno. Sapendo di<br />
guadagnare dalla modella sono<br />
disposte a investire tempo e soldi,<br />
per cui preferiscono impostare<br />
il book secondo ciò che i loro<br />
clienti maggiormente richiedono.<br />
Questa è comunque un’eventualità<br />
piuttosto remota: è molto difficile<br />
essere accettati o anche solo<br />
suscitare l’interesse di un’agenzia<br />
model: Valentina Mecca<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
di alto livello, in quanto i criteri di<br />
selezione sono molto restrittivi; il<br />
book è quindi necessario per le<br />
altre opportunità lavorative.<br />
In generale il book è uno strumento<br />
per dar prova della propria<br />
decisione ad impegnarsi in<br />
questa attività, e della propria capacità<br />
di stare di fronte alla macchina<br />
fotografica.<br />
Ultimi consigli<br />
Quando s’intende contattare<br />
un’agenzia è importante innanzi<br />
tutto scegliere con attenzione la<br />
struttura a cui rivolgersi, per evitare<br />
di perdere inutilmente tempo;<br />
all’interno di una medesima<br />
tipologia le agenzie sono diverse,<br />
per il livello delle modelle rappresentate<br />
ma anche per tutti gli altri<br />
elementi che contribuiscono a<br />
creare lo stile dell’agenzia.<br />
Una volta effettuala la scelta è opportuno<br />
proporre, fra le proprie<br />
foto, quelle che più si allineano<br />
con lo stile dell’agenzia, in modo<br />
da aumentare le probabilità che<br />
Orizzonte Magazine • 13
l’agenzia possa prendere in considerazione<br />
la proposta.<br />
Se siete così fortunate da poter<br />
scegliere tra più Agenzie, è bene<br />
che preferiate quella dove l’atmosfera<br />
è più accattivante e<br />
la gente vi è più congeniale:<br />
dovrete lavorarci<br />
a stretto contatto e bisogna<br />
che vi sentiate a<br />
vostro agio.<br />
La riflessione della<br />
fotomodella genovese<br />
Stefania Merello<br />
(http://smerello72.123<br />
homepage.it/) va, come<br />
da consuetudine,<br />
a completare questo<br />
articolo: “Vista<br />
la grande varietà di<br />
agenzie di moda sul<br />
web non sempre è facile<br />
scegliere quella adatta.<br />
Personalmente consiglio di valutare<br />
bene le proprie potenzialità<br />
e disponibilità personali e di avere<br />
almeno qualche scatto professionale.<br />
La serietà deve essere anche<br />
la vostra, oltre che della potenziale<br />
agenzia che vi potrebbe<br />
rappresentare. L’impegno e correttezza<br />
da ambo le parti sono<br />
fondamentali, per questo sottolineo<br />
che informarvi bene prima<br />
vi eviterà poi equivoci sulle varie<br />
necessità e dinamiche future”.<br />
Abbiamo chiesto anche a Jacopo<br />
Bettinaldi responsabile della<br />
Beauties Model & Show Staff<br />
un suo personale commento.<br />
“Ho letto gli articoli dedicati alle<br />
agenzie e devo dire che sono molto<br />
utili, spiegati in maniera chiara<br />
e precisa. C’è un buon lavoro<br />
di stesura ed è molto importante<br />
informare le modelle aspiranti o<br />
emergenti su come muoversi in<br />
questo campo. Da responsabile<br />
della Beauties (Staff<br />
di Modelle ed Eventi),<br />
posso dire che uno Staff<br />
o Agenzia deve partire<br />
dall’idea di collaborare<br />
con la modella in<br />
maniera reciproca. I<br />
guadagni sono importanti<br />
ma non bisogna<br />
mai perdere d’occhio<br />
quello che si offre ai<br />
propri collaboratori o<br />
dipendenti. Un fattore<br />
molto importante<br />
è che uno Staff<br />
o un’Agenzia non<br />
deve mai accettare<br />
qualsiasi lavoro<br />
ma selezionare. E’<br />
meglio realizzare<br />
quattro lavori di<br />
buona fattura che<br />
dieci lavori scadenti”.<br />
modello: Hugo Ferreira<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
14 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 15
LA MOSTRA “DOUBLE-FACE” al<br />
MARGUTTA RISTORARTE<br />
di Salvo Cagnazzo<br />
U<br />
n grande vernissage<br />
dedicato all’Arte, alla<br />
cultura e alla buona<br />
cucina ma, soprattutto,<br />
al sottilissimo confine tra vizi<br />
e virtù; dopotutto sapere dove<br />
inizi uno e finisca l’altro è prerogativa<br />
di pochi. Presso il Margutta<br />
RistorArte, in via Margutta 118 a<br />
Roma, si è inaugurata la mostra<br />
“Double-face. 7 Vizi per 7 Virtù” a<br />
cura di Francesca Barbi Marinetti e<br />
organizzata da Tina Vannini. Quaranta<br />
gli artisti che espongono in<br />
questa collettiva, visitabile sino al<br />
15 gennaio a ingresso libero, e che<br />
s’interrogano sulla differenza che<br />
corre tra consapevolezza etica e<br />
falso moralismo, perché neanche i<br />
sette vizi capitali sono più quelli di<br />
una volta.<br />
Le opere allestite sono di Andrea<br />
Ambrogio, Alessandra Amici,<br />
Giampaolo Atzeni, Francesco Bancheri,<br />
Lisa Barbera, Alessandro<br />
Baronio, Marina Bellini, Giorgio Bisanti,<br />
Alessio Bolognesi, Vito Bongiorno,<br />
Erica Briani, Brivido Pop,<br />
Alessandra Carloni, Daniele Carnovale,<br />
Cristiano Cascelli, Marco<br />
Colletti, Ferdinando Colloca, Daniele<br />
Contavalli, Gianpaolo Conti,<br />
Antonio Del Donno, Paola Delfino,<br />
Laura Della Gatta, Roberto<br />
di Costanzo, Fernando Di Nucci,<br />
Olympia Dotti, Marisa Falbo, Ornella<br />
Flora Curatolo, Ivan Fornari,<br />
Paola Grizi, Flavia Mantovan, Viviana<br />
Mauriello, Kristina Milakovic,<br />
16 • Orizzonte Magazine
Simone Mina, Stefano Mingione,<br />
Carlo Montesi, Pierino Pastore,<br />
Pietro Pierbò, Roberto Pinetta,<br />
Luca Sacchetti, Gerry Turano.<br />
La mostra è anche un invito a<br />
liberare il sentimento di Natale<br />
dai finti buonismi attraverso una<br />
scossa di consapevolezza. “Tentazioni<br />
e corruzione non sono solo nei<br />
titoli dei giornali. Ognuno nel proprio<br />
angolo di vita può scegliere se<br />
essere nel bene o nel male, se essere<br />
onesto o semplicemente vestire<br />
l’abito dell’apparentemente giusto.<br />
L’arte sa esprimere l’indicibile, sa<br />
svelare ciò che gli occhi insistono a<br />
non voler vedere” afferma la curatrice<br />
Francesca Barbi Marinetti.<br />
“Vogliamo raccontare il Natale in<br />
maniera diversa, senza ipocrisie<br />
e falsità, che dica della società di<br />
oggi, causa ed effetto<br />
di un confine sempre<br />
meno netto tra bene<br />
e male - spiega Tina<br />
Vannini, organizzatrice dell’evento<br />
- La nostra mostra racconta un<br />
vizio e una virtù, fronte e retro di<br />
un’opera realizzata appositamente<br />
per l’occasione da artisti e personaggi<br />
dello spettacolo. In questo<br />
caso anche la parte cattiva servirà<br />
a far del bene, dato che il ricavato<br />
della vendita dei lavori in mostra<br />
andrà interamente devoluto alla<br />
ONG Emergenza Sorrisi”.<br />
All’evento hanno preso parte numerosi<br />
artisti, ospiti e personaggi<br />
dello spettacolo, tra cui il produttore<br />
cinematografico Giannandrea<br />
Pecorelli, le attrici Maria Rosaria<br />
Omaggio, Nadia Bengala e<br />
Samya Abbary, i giornalisti Daniel<br />
Della Seta e Stefania Giacomini,<br />
la conduttrice radiofonica Roberta<br />
Beta. Immancabili gli stuzzichini<br />
rigorosamente vegetariani, come<br />
da tradizione del locale, e attentissima<br />
la selezione di vini bianchi<br />
Quaranta artisti<br />
per raccontare<br />
l’altra faccia del<br />
Natale. sospeso fra<br />
vizi e virtù”<br />
e rossi per colpire anche i palati<br />
più esperti.<br />
Le opere d’arte, simili a medaglioni<br />
a due facce (double-face, come<br />
il concetto Vizio/Virtù), sono dipinte<br />
su entrambi i lati e allestite<br />
al posto delle decorazioni natalizie.<br />
Sulle pareti opinioni d’autore.<br />
Gli ovali sono una donazione degli<br />
artisti e oggetto d’asta: gli introiti<br />
saranno devoluti interamente alla<br />
ONG Emergenza Sorrisi, che da<br />
anni si prodiga nel curare i bambini<br />
affetti da palatoschisi e altre<br />
malattie invalidanti. Collegata alla<br />
mostra, durante il mese di gennaio,<br />
Il Margutta riproporrà la consueta<br />
Cena con Teatro la cui regia<br />
è affidata a Francesco Sala.<br />
Orizzonte Magazine • 17
d’annunzio:<br />
una vita straordinaria<br />
di Angelo Ulivieri<br />
S<br />
e mai un personaggio<br />
fu discusso, se mai fu<br />
amato e detestato, se<br />
mai fu esaltato e denigrato,<br />
se mai suscitò i sentimenti<br />
più opposti e contrastanti provando<br />
sulla sua pelle e sulla sua fama<br />
tutto e il contrario di tutto, questi<br />
è senz’altro Gabriele d’Annunzio.<br />
Un solo sentimento gli è stato<br />
risparmiato, l’indifferenza, fenomeno<br />
del resto comprensibile se<br />
consideriamo la fama mondiale e<br />
la statura poliedrica e complessa<br />
del protagonista. Noi intendiamo<br />
con queste righe far parlare il Poeta<br />
in prima persona partendo da<br />
un nostro fermo convincimento,<br />
cioè che l’intera opera di d’Annunzio,<br />
o gran parte di essa, è in<br />
realtà una gigantesca autobiografia<br />
che replica le svariate esperienze<br />
letterarie, filosofiche, ideologiche,<br />
poetiche, politiche, belliche, erotiche,<br />
sentimentali, nostalgiche, che<br />
arricchirono la vita straordinaria<br />
ed inimitabile di Gabriele.<br />
E inimitabile e straordinaria doveva<br />
essere tale vita, secondo i<br />
dettami del Decadentismo più<br />
audace, esaltato ed esaltante,<br />
per dovere essa vita snodarsi a<br />
simiglianza di opera d’arte, simbiosi<br />
strettissima e indissolubile<br />
tra azione e letteratura, presente<br />
sempre al punto da permeare,<br />
condizionare e segnare ogni<br />
agire. Tralasciando le esperienze<br />
giovanili, ancora confuse e contraddittorie,<br />
ma già rivelatrici di<br />
un’innata e non comune capacità<br />
di elaborazione linguistica e di un<br />
istintivo trasporto alla sensualità<br />
ed alla musicalità, la svolta nella<br />
vita di Gabriele si può datare con<br />
sicurezza perché coincidente con<br />
la lettura di Nietzsche che lo impegna<br />
per circa un biennio intorno<br />
al 1887.<br />
L’incontro con il grande filosofo<br />
tedesco non è per d’Annunzio la<br />
scoperta di una filosofia, ma il trovare<br />
tutte le sue idee e le sue intuizioni<br />
ordinate ed approfondite:<br />
il “poeta della vita” ha incontrato<br />
il “filosofo della vita”. “Zarathu-<br />
18 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 19
A sinistra: Friedrich Nietzsche.<br />
A destra: Maria Hardouin di Gallese.<br />
prima moglie di Gabriele d’Annunzio,<br />
e Elvira Fraternali Leoni.<br />
stra” lo sconvolge con l’immediatezza<br />
poetica e profonda - “sono<br />
stato nietzschiano prima di leggere<br />
Nietzsche” affermerà più tardi - e<br />
subito nasce il primo romanzo (Il<br />
Piacere) che gli darà la celebrità<br />
tanto agognata. Andrea Sperelli<br />
è un personaggio simbolo, ammirato<br />
e imitato come un divo dal<br />
grande pubblico.<br />
La lettura prosegue con “Umano,<br />
troppo umano” e il cammino per<br />
l’avvento dell’Ubermensch, oltre<br />
l’uomo, si presenta arduo, incerto,<br />
irto di ostacoli. La “grande separazione”,<br />
per lo “spirito libero”,<br />
obbliga a ripensamenti e a scelte.<br />
“Quali lacci sono quasi impossibili<br />
da spezzare Per gli uomini di specie<br />
alta ed eletta saranno i doveri:<br />
quel rispetto che è proprio della<br />
gioventù, quella soggezione e delicatezza<br />
di fronte a tutto ciò che<br />
è degno e venerato dall’antichità,<br />
quella riconoscenza per il suolo sul<br />
quale crebbero, per la mano che li<br />
guidò, per il santuario dove impararono<br />
a pregare….<br />
Un subitaneo orrore e sospetto verso<br />
ciò che si amava, un lampo di disprezzo<br />
verso ciò che significava dovere, là<br />
dove fin ora si era pregato e amato,<br />
un rossore di vergogna per quanto<br />
fatto, un ebbro, profondo, esaltante<br />
brivido che rivela una vittoria.<br />
Una vittoria su chi Su che<br />
Una vittoria enigmatica, problematica,<br />
comunque la prima vittoria”<br />
(prefazione di “Umano, troppo<br />
umano”).<br />
Gabriele ha appena conosciuto Elvira<br />
Fraternali Leoni, reduce da un<br />
matrimonio infelice: di lei s’innamora,<br />
la ribattezza Barbara o Barbarella<br />
e si trova in sua compagnia<br />
a Venezia (Hotel Danieli) quando<br />
nasce il terzogenito Veniero.<br />
Se abbiamo detto che tutta l’opera<br />
di d’Annunzio è autobiografica,<br />
egli ora si accinge a comporre il<br />
più autobiografico dei suoi romanzi,<br />
“L’invincibile”, che sarà pubblicato<br />
dapprima a puntate su “La<br />
Tribuna Illustrata”, infine, nel 1894,<br />
con il titolo definitivo, “Il trionfo<br />
della morte”.<br />
Le parole di Nietzsche risultano<br />
profetiche ed il romanzo presenta<br />
una perfetta narrazione del<br />
cammino verso la “ grande separazione”,<br />
ma anche verso l’ignoto<br />
e l’indefinito, forse verso un ostacolo<br />
che tarpa le ali al grande volo,<br />
come accaduto ad Icaro.<br />
Gabriele e Barbara divengono<br />
Giorgio Aurispa e Ippolita Sanzio,<br />
la vicenda e il loro amore assurgono<br />
a grandezza letteraria in un<br />
continuo mescolarsi di ricordi e<br />
nostalgie, in un susseguirsi di attrazione<br />
e repulsione nei confronti<br />
di una “tradizione” di cui il<br />
protagonista fatica a liberarsi.<br />
La grande separazione vagheggiata<br />
da Nietzsche appare più complessa<br />
e impraticabile di quanto si<br />
fosse potuto immaginare con realistico<br />
pessimismo, e l’imprevisto<br />
sempre presente ci ricorda la sto-<br />
20 • Orizzonte Magazine
ia di Raskolnikov, il protagonista<br />
di “Delitto e castigo”.<br />
Anche la lingua nel frattempo è<br />
divenuta più consapevole e matura,<br />
non mero orpello o semplicistico<br />
mezzo al servizio di contenuti,<br />
ma essa stessa strumento<br />
sensibile e coerente di superamento,<br />
occasione di polemica<br />
contro una mentalità livellatrice<br />
in basso, “massificatrice e filistea”.<br />
Feroci e di un’attualità incredibile<br />
e imbarazzante, novella “Frusta<br />
letteraria” di barettiana memoria,<br />
sono le parole che il Poeta pronuncia<br />
nella dedica a Matilde Serao:<br />
“La massima parte dei nostri<br />
narratori e descrittori non adopera<br />
ai suoi bisogni se non poche centinaia<br />
di parole comuni, ignorando<br />
completamente la più viva e più<br />
schietta ricchezza del nostro idioma<br />
che qualcuno anche osa accusare<br />
di povertà e quasi di goffaggine.<br />
Il vocabolario adoperato dai<br />
più si compone di vocaboli incerti,<br />
inesatti, d’origine impura, trascoloriti,<br />
difformati dall’uso volgare che<br />
ha loro tolta o mutata la significazione<br />
primitiva, costringendoli ad<br />
esprimere cose diverse o opposte. E<br />
questi vocaboli vengono coordinati<br />
in periodi quasi sempre eguali, mal<br />
connessi fra loro, privi di ogni ritmo,<br />
che non hanno alcuna rispondenza<br />
col movimento ideale delle cose di<br />
cui vorrebbero dare un’immagine.<br />
La nostra lingua, per contro, è la<br />
gioia e la forza dell’artefice laborioso<br />
che ne conosce e ne penetra e<br />
ne sviscera i tesori lentamente accumulati<br />
di secolo in secolo, smossi<br />
taluni e rinnovati di continuo, altri<br />
scoperti soltanto della prima scorza,<br />
altri per tutta la profondità<br />
occulti, pieni di meraviglie ancora<br />
ignote che daranno l’ebrezza all’estremo<br />
esploratore.”<br />
E i ricordi di un’età passata, ma<br />
sempre presente, si affastellano<br />
e si confondono, taluni piacevoli<br />
e lieti, altri meno attraenti, a volte<br />
dolorosi, ma resi meno tristi e<br />
quasi omogeneizzati ai primi da<br />
una dolcificante lontananza. La<br />
terra natale non si eclissa mai con<br />
le sue tradizioni e le sue usanze:<br />
l’Abruzzo antico e magico, ricorrente<br />
nelle Novelle di San Pantaleone,<br />
della Pescara, del giovanile<br />
Orizzonte Magazine • 21
Terra Vergine, altrove nelle tragedie<br />
“La figlia di Iorio” e “La fiaccola<br />
sotto il moggio”, vive nei lampi dei<br />
suoi gioielli etnici ed esoterici.<br />
“Portava agli orecchi due grevi cerchi<br />
d’oro e sul petto la Presentosa: una<br />
grande stella di filigrana con in mezzo<br />
due cuori”; “Una torque di grossi<br />
acini d’oro le cingeva per tre giri il<br />
collo; le pendevano dagli orecchi su<br />
le guance i larghi cerchi d’oro fioriti<br />
di filigrane”. Le pagine del “Trionfo<br />
della morte” ci fanno pensare ai<br />
costumi dell’Abruzzo ancestrale,<br />
ai dipinti del fraterno amico Francesco<br />
Paolo Michetti, alle donne<br />
di Scanno trasfigurate dall’arte in<br />
Mila di Codro o Gigliola.<br />
Ma la memoria è ancorata anche<br />
al grande amore di Gabriele per il<br />
mare, all’Adriatico selvaggio osservato<br />
mille volte dall’Eremo, luogo di<br />
reale e ritirato soggiorno assurto<br />
a sito dello spirito, a dimora fantastica<br />
e letteraria, quasi un “palazzo<br />
di Atlante”, dal quale appare<br />
il “Trabocco, una strana macchina<br />
da pesca, tutta composta di tavole<br />
e di travi, simile a un ragno colossale…<br />
composta di tronchi scortecciati,<br />
di assi e di gomene, che<br />
biancheggia singolarmente, simile<br />
allo scheletro colossale di un anfibio<br />
antidiluviano”. Poi le rimembranze<br />
del periodo romano, le eleganze<br />
di Via del Corso, Piazza di Spagna,<br />
dove soggiornerà Maria Harduin,<br />
privilegiata e sventurata consorte<br />
dell’iperfedifrago Ariel, la Roma<br />
dell’“Innocente”, di “Giovanni Episcopo”,<br />
delle “Elegie Romane”…<br />
ma soprattutto la dimora di via<br />
Borgognona, dove il non troppo<br />
sprovveduto giovine provinciale<br />
pescarese ebbe le sue prime<br />
esperienze erotiche e poetiche,<br />
l’adiacente Via Belsiana dove è sita<br />
la minuscola “cappella, segreta,<br />
immersa nella penombra turchiniccia…<br />
e un pio profumo di incenso<br />
svanito e di violette si mescolava<br />
alla musica di Sebastiano Bach…”<br />
Qui è l’“Epifania dell’Amore”, l’incontro<br />
tra Giorgio - Gabriele ed<br />
Ippolita - Elvira.<br />
È l’inizio di una passione travolgente,<br />
di una gelosia disperata e<br />
struggente, di un legame profondo<br />
e sofferente: il cammino dell’eros<br />
si snoda tra Roma, Albano,<br />
l’hotel Danieli di Venezia, San Vito<br />
Chietino, tra incontri e distacchi,<br />
slanci e ripensamenti. La “grande<br />
separazione”, sviluppatasi in ambito<br />
prettamente intellettuale e<br />
psicologico, è chiamata alla prova<br />
più ardua, quella del confronto o<br />
scontro con la realtà. La passione,<br />
gli affetti, la quotidianità sono pesi<br />
che frenano un cammino che non<br />
può essere solo intimo.<br />
La casa natale di Guardia Grele,<br />
le angosce della madre, le vicende<br />
familiari intervengono a distrarre<br />
il protagonista dai suoi sogni e<br />
22 • Orizzonte Magazine
Nelle foto i genitori di Gabriele<br />
d’Annunzio, Francesco Paolo<br />
Rapagnetta d’Annunzio e Luisa De<br />
Bendictis.<br />
Torme di malati, di storpi, in una<br />
fantasmagorica dovizia in negativo,<br />
che certo non conosce pari in<br />
letteratura, spronate da parenti<br />
e crociferi che incitavano al cammino,<br />
incuranti delle sofferenze e<br />
della calura. A coronare il degrado,<br />
nugoli di venditori, di parassiti,<br />
di accattoni, attirati dalla possibilità<br />
di un insolito guadagno generato<br />
dalla disperazione e dalla solennità<br />
del momento. E in chiesa,<br />
come un contabile del banco dei<br />
pegni, fermo e puntuale il chierico<br />
esattore dell’immancabile offerta.<br />
“Vedevano esse cadere gli ori, cadedalle<br />
sue aspirazioni e, nello stesso<br />
tempo, gli confermano quanto<br />
sia necessario l’iter intrapreso e<br />
quanto appaia sempre più insopportabile<br />
la struttura di quel<br />
mondo di cui sino ad allora aveva<br />
fatto parte. Le tormentose lamentele<br />
della pur amata madre lo<br />
spingono ad affrontare il genitore,<br />
volgare e concubino, nei confronti<br />
del quale si mescolano pietà per<br />
la sofferenza e l’abbandono a cui<br />
si è ridotto ed il disgusto per la<br />
sua carnalità istintiva, incosciente<br />
e degradante.<br />
La condizione umana gli appare<br />
come uno stato d’ineluttabile<br />
perversione, d’impotente debolezza,<br />
di corruzione prima etica<br />
che fisica, tragica e ossessionante<br />
per i legami e le affinità ancora latenti<br />
in lui.<br />
Ma è al Santuario di Casalbordino<br />
che i residui dubbi di Giorgio subiscono<br />
l’ultimo e definitivo colpo.<br />
Tutte le superstizioni, tutte le<br />
credenze, tutte le deviazioni che<br />
hanno costellato la storia dell’umanità,<br />
sempre più allontanatasi<br />
dalle conquiste intellettuali e filosofiche<br />
del mondo classico alla<br />
ricerca di illusioni e di miti ricorrenti<br />
a dispetto di apparenti metamorfosi<br />
o di fantasiose attrattive,<br />
si concentrano nel raduno e<br />
nel convergere dei postulanti una<br />
grazia o un miracolo.<br />
Non può non tornarci alla mente<br />
la descrizione della peste di<br />
Atene che conclude la magnifica<br />
e a tratti allietante opera del latino<br />
Lucrezio (De rerum natura).<br />
Ma la torma dei diseredati e dei<br />
miserabili che ci offre d’Annunzio<br />
ci appare molto più piagata<br />
degli appestati ateniesi perché<br />
questi, nella loro tragedia e nel<br />
loro morbo, sono semplicemente<br />
preda di un flagello fisico, privi<br />
di quel “vulnus” dello spirito che<br />
condiziona e umilia la dignità.<br />
La peggiore “speranza” alberga<br />
nei cuori di questi ultimi, quella<br />
che Nietzsche indica come il più<br />
subdolo male del vaso di Pandora,<br />
in realtà mai imprigionato, ma<br />
diffusosi nel mondo a seminare<br />
fatalismo, rassegnazione, debolezza,<br />
aspettative fallaci e mortifere.<br />
Orizzonte Magazine • 23
e nelle mani del prete impassibile;<br />
udivano poi tintinnare sul vassoio<br />
del chierico il metallo prezioso, acquistato<br />
con le fatiche assidue di<br />
più generazioni, custodito per anni<br />
ed anni nel forziere profondo, rimesso<br />
in luce ad ogni nuovo giorno<br />
di sponsali”.<br />
Tutti appaiono, nella molteplicità<br />
delle piaghe, uniti da una fede superstiziosa<br />
e incrollabile in quella<br />
Madonna, superiore a tutte<br />
le altre madonne, e i cui poteri<br />
si accrescono con la vicinanza<br />
al tempio e al simulacro e la cui<br />
disponibilità all’intervento è aumentata<br />
non dalla tragica gravità<br />
del caso, ma dalla consistenza<br />
della “venal prece”.<br />
Nell’insofferenza e nella saturazione<br />
del “grande ribrezzo”,<br />
rimanevano alte e chiare le parole<br />
di Nietzsche: “Dove respira<br />
la creatura umana a cui tutto il<br />
giorno dall’alba al tramonto è una<br />
festa consacrata da una conquista<br />
nuova Dove vive il dominatore - il<br />
coronato dalla corona del riso, da<br />
quella corona di rose ridenti della<br />
quale parla Zarathustra - il dominatore<br />
forte e tirannico, franco dal<br />
giogo di ogni falsa moralità, sicuro<br />
nel sentimento della sua potenza,<br />
convinto che l’essenza della sua<br />
persona supera in valore tutti gli<br />
attributi accessorii, determinato ad<br />
elevarsi sopra il Bene e sopra il Male<br />
per la pura energia del suo volere,<br />
capace pur di costringere la vita a<br />
mantenergli le sue promesse“<br />
Questo inno alla volontà e alla<br />
vita non può non riportarci alla<br />
memoria le parole del filosofo<br />
Joseph Glanvill, citate da<br />
Edgar Allan Poe: “Là dentro<br />
c’è la volontà che non<br />
muore. Chi conosce i misteri<br />
della volontà e della sua<br />
energia L’uomo non si arrende<br />
agli angeli, né completamente<br />
alla morte, se<br />
non per la debolezza della<br />
sua povera volontà”.<br />
E nuovamente Nietzsche,<br />
incombente e poetico,<br />
invade la mente e tutto<br />
l’essere del protagonista:<br />
“quando il cuor vostro palpita<br />
nella maggior pienezza<br />
e sta per traboccare -<br />
simile al fiume, benedetto<br />
e temuto dagli abitanti<br />
dell’argine - ivi è la fonte<br />
della vostra virtù”.<br />
Ma lì è Ippolita, l’amore<br />
totalizzante, insinuante e<br />
procace, sconvolgente ed<br />
irresistibile, desiderata e<br />
temuta. “Con una inconcepibile<br />
intensità egli ormai<br />
nella persona di Ippolita<br />
vedeva soltanto l’immagine<br />
astratta del sesso; vedeva<br />
soltanto l’essere inferiore,<br />
privo di ogni spiritualità,<br />
semplice strumento di piacere<br />
e di lascivia, strumento<br />
di ruina e di morte… ma<br />
da ogni atto, da ogni gesto, da ogni<br />
moto, da ogni voce di lei emanava<br />
un potere ineluttabile… pareva che<br />
si fosse stabilita tra lui e la donna<br />
una specie di attinenza corporea,<br />
una specie di dipendenza organica,<br />
per cui anche al minimo gesto di lei<br />
corrispondesse in lui una mutazione<br />
sensuale, involontaria, ed egli ormai<br />
non fosse più atto a vivere e a sentire<br />
indipendentemente.”<br />
Cosa resta della figura spirituale<br />
ed elevante che lo aveva colpito<br />
nella cappelletta di Via Belsiana<br />
Cosa rimane dei suoi sogni e delle<br />
sue aspirazioni<br />
24 • Orizzonte Magazine
Cosa in realtà egli fa in fondo di<br />
diverso dal tanto carnale, volgare<br />
e aborrito padre<br />
La stessa fascinazione che aveva<br />
portato Giorgio a immagini letterarie<br />
nel trasfigurante mondo ellenico<br />
e nel mito, che gli appaiono<br />
meri ectoplasmi.<br />
“Ella aveva disciolti i suoi<br />
capelli perché si asciugassero;<br />
e le ciocche ammassate<br />
dall’umidità le cadevano<br />
sugli omeri, così cupe che<br />
sembravano quasi di viola”,<br />
immagine che non può<br />
non riportarci alla mente<br />
i meravigliosi frammenti<br />
pervenutici di Alceo (Oh,<br />
coronata di viole, divina,<br />
dolce, ridente Saffo), perennemente<br />
innamorato<br />
della musa di Mitilene, o di<br />
Archiloco (… la chioma le<br />
ombreggiava gli omeri ed il<br />
seno…) che descrive probabilmente<br />
la sorella minore<br />
dell’amata Neobule.<br />
Ma la poesia svanisce presto,<br />
sostituita dalla prosa<br />
più greve.<br />
“Ella era divenuta così<br />
esperta, così certa dei suoi<br />
effetti… poneva talora<br />
nell’offrirsi una frenesia così<br />
violenta che Giorgio non<br />
seppe più evocare dalle<br />
sembianze di lei l’esangue<br />
creatura ferita e fasciata,<br />
sommessa a tutte le più<br />
temerarie carezze con uno<br />
smarrimento profondo,<br />
ignara, sbigottita, da cui egli<br />
aveva avuto quell’acre e<br />
divino spettacolo che è l’agonia del<br />
pudore sopraffatto dalla passione<br />
soverchiatrice”.<br />
Il potere della donna è totalizzante<br />
e annulla la volontà di Giorgio:<br />
“Che mi fa la tua perspicacia Io<br />
posso in un attimo ritessere il velo<br />
che tu hai lacerato; posso in un attimo<br />
rifasciarti della benda che tu<br />
hai tolta.<br />
Sono più forte del tuo pensiero. Io so<br />
i gesti e le parole che hanno la virtù<br />
di trasfigurarmi in te medesimo.<br />
L’odore della mia pelle può dissolvere<br />
in te un mondo”.<br />
Come è possibile essere se stesso<br />
se l’io è occupato o condizionato<br />
da un estraneo<br />
Perché appare così remoto il<br />
cammino indicato da Nietzsche<br />
Per Giorgio ci sarà mai il “grande<br />
meriggio”<br />
Come dimenticare ciò che affermava<br />
Zarathustra: “Non è meglio<br />
finire nelle mani di un assassino che<br />
nei sogni di una donna in calore...<br />
molti che volevano soltanto scacciare<br />
da sé il diavolo si sono invece cacciati<br />
da se stessi nella pelle del maiale.”<br />
“Il promontorio colava a picco su la<br />
deserta scogliera nerastra…. ed egli<br />
le si appressò con le mani tese.<br />
Rapidamente l’afferrò per i polsi, la<br />
trascinò per un piccolo tratto; poi la<br />
strinse tra le braccia, con un balzo,<br />
tentando di piegarla verso l’abisso…<br />
Fu una lotta breve e feroce<br />
come tra nemici implacabili che<br />
avessero covato fino a quell’ora un<br />
odio supremo.<br />
E precipitarono nella morte avvinti”<br />
Orizzonte Magazine • 25
in mostra a Mantova<br />
l’impulso creativo di Miró<br />
di Fabrizio Capra<br />
Senza titolo, 1974 circa<br />
Acrilico su tela, 162,5 x 130,5 cm<br />
Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca<br />
© Successione Miró by SIAE 2014<br />
E’<br />
stata inaugurata lo scorso<br />
26 novembre alle<br />
Fruttiere di Palazzo Te<br />
a Mantova la mostra<br />
“Miró: l’impulso creativo”, promossa<br />
e organizzata dal Comune di<br />
Mantova in collaborazione con la<br />
Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di<br />
Maiorca e curata da Elvira Cámara<br />
López, direttore della Fondazione.<br />
L’esposizione rimarrà aperta al<br />
pubblico fino al 6 aprile <strong>2015</strong>.<br />
La mostra, in un percorso unico<br />
nel suo genere, espone opere<br />
realizzate a partire dal 1966 dal<br />
grande ed eclettico artista catalano,<br />
tra cui oli di sorprendente<br />
bellezza, arazzi coloratissimi, terrecotte,<br />
bronzi, disegni. La mostra<br />
comprende anche la ricostruzione<br />
degli Studi Sert e Son Bote, i<br />
luoghi nei quali l’artista catalano<br />
creò i suoi capolavori, con tutti gli<br />
oggetti, i pennelli e gli strumenti<br />
che usava durante il processo<br />
creativo, conservati grazie all’attività<br />
della Fundació Pilar i Joan Miró.<br />
L’esposizione, pensata per la città<br />
di Mantova, accompagna il visitatore<br />
nel processo creativo di<br />
Joan Miró attraverso le diverse<br />
tecniche, mezzi e materiali utilizzati<br />
dall’artista; un percorso alla<br />
scoperta dei segreti della sua pittura,<br />
del suo stile, dei colori che<br />
usava, che ne hanno fatto uno dei<br />
pittori che più ha influenzato le<br />
avanguardie europee, forse il più<br />
radicale dei pittori della sua corrente,<br />
tanto che il critico d’arte<br />
francese Andrè Breton lo definì<br />
“il più surrealista dei surrealisti”.<br />
Lo spazio espositivo è suddiviso in<br />
cinque aree tematiche: il gesto e la<br />
grafica, la forza espressiva del nero,<br />
il trattamento del fondo come<br />
punto di partenza creativo, l’eloquenza<br />
della semplicità, e l’ultima,<br />
la sperimentazione materica.<br />
Il rapporto di Mirò con la pittura<br />
fu quasi carnale; dipingeva con dita<br />
e mani, raggiungendo una simbiosi<br />
unica con le sue opere, dove<br />
l’eloquenza dell’essenziale era alla<br />
base della pittura illusionista, in<br />
cui la realtà si fonde con il sogno<br />
e genera veri progetti materici.<br />
Anche se a prima vista non sembra,<br />
le opere esposte a Mantova sono<br />
riconducibili a concetti associabili al<br />
reale: oggetti, uomini, animali. Opere<br />
ispirate al quotidiano, alla vita di<br />
tutti i giorni, agli oggetti che più lo<br />
attraevano, creazioni di quel surrealismo<br />
che solo un artista come<br />
Mirò ha saputo esprimere. Attraverso<br />
il riuso, poi, l’artista spagnolo<br />
realizzò opere uniche, dove pittura<br />
e materia andavano a fondersi.<br />
La mostra si chiude con le opere<br />
più tarde predominate dall’uso<br />
del colore nero.<br />
26 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 27
Foto di Cinzia Montagna<br />
Info Mostra<br />
Mirò: l’impulso creativo<br />
Palazzo Te - Viale Te, 13 - Mantova<br />
Informazioni: 0376288208 (attivo 7 giorni su 7 dalle 9.00 alle 18.00)<br />
Prenotazioni: 199.199.111 - www.vivaticket/miromantova.it<br />
Orari: Lunedì 13.00-19.00 - Martedì - Domenica 9.00-19.00 - Venerdì 9.00-23.00 - Lunedì 6 aprile 9.00-19.00<br />
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura<br />
Biglietti (audioguida inclusa): Intero € 12,00<br />
Ridotto € 10,00: over 65, possessori di tessere TCI/FAI/ACI, possessori di Abbonamento Musei Torino<br />
Piemonte, soci Lega Coop Lombardia, possessori di biglietto Vittoriale degli Italiani, possessori Coupon<br />
Qui cultura, studenti universitari, residenti del Comune di Mantova, possessori di biglietto d’ingresso ai<br />
Musei Civici di Mantova (biglietto ordinario, Biglietto Famiglia, Mantova Musei card)<br />
Ridotto speciale € 6,00: visitatori dai 6 ai 18 anni, disabili e accompagnatori di disabili che presentino<br />
necessità di essere accompagnati, giornalisti non accreditati<br />
Ridotto gruppi € 10,00 sistema di microfonaggio incluso: gruppi minimo 20 – max 30 persone<br />
Ridotto scuole € 6,00 sistema di microfonaggio incluso: classi di scuole primarie e secondarie, max 30 alunni.<br />
Omaggio: bambini fino ai 5 anni, 1 accompagnatore per ogni gruppo di min. 20 persone, 2 accompagnatori<br />
per classe di scuola primaria o secondaria, giornalisti con patentino accreditati presso l’Ufficio<br />
stampa della mostra (s.coltro@gmail.com), guide turistiche con patentino fino a un massimo di 10 ingressi<br />
per visite fuori servizio, possessori di tessera ICOM e ICOMOS<br />
Biglietti con priority: si visita la mostra una sola volta, ma quando si vuole, senza data o fasce orarie.<br />
Audioguida inclusa. Intero € 13,00 - Ridotto € 11,00 - Ridotto speciale € 7,00 Le categorie di riduzione<br />
sono le medesime specificate sopra.<br />
Speciale convenzione Palazzo Te - Palazzo San Sebastiano: Ridotto € 10,00 (presso la mostra di Mirò) ai possessori<br />
di biglietto per l’accesso a Palazzo Te e Palazzo San Sebastiano e ai possessori di Mantova Musei Card.<br />
Ridotto € 10,00 per l’ingresso a Palazzo Te e Palazzo San Sebastiano per i possessori di biglietto della<br />
mostra di Mirò<br />
Prevendita: € 1,50 per ogni biglietto intero - € 0,50 per ogni biglietto biglietto ridotto<br />
Le prenotazioni sono obbligatorie per gruppi e scuole<br />
Visite guidate: Percorsi didattici guidati per le scuole, per classi di non oltre 30 alunni - € 60,00 visita in<br />
italiano / € 80,00 in lingua<br />
Visite guidate gruppi per gruppi non oltre le 30 persone - € 90,00 in italiano / €110,00 in lingua<br />
28 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 29
a passeggio<br />
per mantova<br />
M<br />
antova è una città<br />
ricca di spunti artistici<br />
e culturali; partendo<br />
dalla piazza<br />
principale di Mantova, piazza<br />
Sordello, circondata da numerosi<br />
palazzi storici, troviamo in particolare:<br />
Palazzo Ducale e Castello di San<br />
Giorgio. Forse è più giusto parlare<br />
di città-palazzo, in quanto il<br />
complesso architettonico è costituito<br />
da numerosi edifici collegati<br />
tra loro da corridoi e gallerie, ed<br />
arricchito da cortili interni, alcuni<br />
pensili, e vasti giardini.<br />
La reggia dei Gonzaga, per estensione<br />
dei tetti, è la seconda in<br />
Europa, superata unicamente<br />
dal Vaticano. Non appare improprio<br />
definire la reggia gonzaghesca<br />
come i Palazzi Ducali, stante<br />
l’abitudine di quasi ogni Duca di<br />
edificare una propria dimora che<br />
si andava aggregando a quanto<br />
precedentemente costruito.<br />
Già prima dell’avvento al potere<br />
dei Gonzaga erano stati edificati<br />
i primi nuclei del Palazzo, ma la<br />
storia del complesso si identifica<br />
soprattutto con quella della famiglia<br />
che governò la città fino al<br />
1707. Tra le altre, celeberrima è<br />
la cosiddetta Camera degli Sposi<br />
nel Castello di San Giorgio (oggi<br />
chiuso per consentire i restauri<br />
post terremoto del 2012), parte<br />
della “città-palazzo”, affrescata<br />
da Andrea Mantegna e dedicata<br />
a Ludovico III Gonzaga e a sua<br />
moglie Barbara di Brandeburgo.<br />
Il Castello di San Giorgio è il maniero<br />
a difesa della città-fortezza<br />
di Mantova, edificato dal 1395 al<br />
1406 da Bartolino da Novara su<br />
committenza di Francesco I Gonzaga.<br />
Diventata Mantova austriaca,<br />
le ristrutturazioni sono proseguite<br />
fino alla seconda metà del<br />
XVIII secolo per opera dei governatori<br />
inviati dall’Imperatore.<br />
Basilica Palatina di Santa Barbara.<br />
Chiesa della corte dei Gonzaga<br />
voluta dal duca Guglielmo che<br />
incaricò del progetto l’architetto<br />
mantovano Giovan Battista Bertani.<br />
Parte integrante del Palazzo<br />
Ducale, la chiesa fu completata<br />
nel 1572.<br />
Palazzo Bonacolsi (ora Castiglioni).<br />
Fu edificato da Pinamonte<br />
dei Bonacolsi intorno al 1272 e<br />
riadattato da Luigi Gonzaga dopo<br />
la conquista del potere nel 1328.<br />
È stata l’antica dimora della famiglia<br />
Bonacolsi che governò la città<br />
prima dell’avvento dei Gonzaga. Il<br />
palazzo è attualmente ancora di-<br />
30 • Orizzonte Magazine
Foto di Giuseppe Pellegrini<br />
bre opera verdiana. La struttura<br />
è quattrocentesca ed era adibita<br />
ad abitazione dei canonici del<br />
duomo. Nel piccolo cortile interno<br />
vi è la scultura del Rigoletto,<br />
opera di Aldo Falchi.<br />
Ospita la sede dello IAT.<br />
Attraversiamo tutta la piazza,<br />
ammirando ancora una volta i<br />
palazzi che le fanno da corollario,<br />
e ci spostiamo quindi lungo via<br />
Broletto passando sotto il “Voltone<br />
di San Pietro”, che sino alla<br />
fine del XIII secolo, era una delle<br />
tre antiche porte che, inserita<br />
nella prima cinta muraria della citmora<br />
della famiglia dei conti Castiglioni,<br />
discendente da Baldassarre<br />
Castiglione, uomo politico<br />
e studioso del XVI secolo, autore<br />
de Il Cortegiano. Al piano terra si<br />
può ammirare l’originario portone<br />
dell’ingresso con grande arco<br />
a sesto acuto bicolore e decorato<br />
da scudi con lo stemma dei Bonacolsi.<br />
Cattedrale di San Pietro. In stile<br />
romanico con aggiunte gotiche, è<br />
stata costruita tra il 1395 e il 1401<br />
e quindi ristrutturata da Giulio<br />
Romano nel 1545, che ne modificò<br />
le forme ispirandosi alle basiliche<br />
paleocristiane.<br />
L’attuale facciata risale al 1761. Sul<br />
fianco destro sono ancora visibili<br />
inserti gotici con rosoni, cuspidi<br />
e pinnacoli. All’interno si può<br />
ammirare il soffitto a cassettoni<br />
che sovrasta le tre navate: la principale<br />
è ornata di statue di Sibille<br />
e Profeti risalenti al Cinquecento.<br />
Interessante il battistero originario<br />
della precedente chiesa.<br />
Casa del Rigoletto. Verso la fine<br />
di Piazza Sordello si trova questa<br />
casa dove la tradizione vuole che<br />
abbia abitato il buffone di corte<br />
Gonzaga, protagonista della cele-<br />
Orizzonte Magazine • 31
Foto di Giuseppe Pellegrini<br />
Foto di Giuseppe Pellegrini<br />
tà, chiudeva l’accesso alla piazza,<br />
centro della civitas vetus.<br />
Appena superato il voltone in alto<br />
a destra si erge la Torre della<br />
Gabbia che venne innalzata dai<br />
Bonacolsi negli ultimi decenni del<br />
secolo XIII acquisendo la denominazione<br />
attuale nel 1576 quando<br />
il duca Guglielmo Gonzaga fece<br />
costruire la grande gabbia in ferro<br />
con funzione di<br />
“carcere all’aperto”<br />
dove i condannati<br />
venivano esposti al<br />
pubblico ludibrio.<br />
Proseguendo troviamo<br />
sulla sinistra (attualmente<br />
in ristrutturazione)<br />
il Palazzo<br />
del Podestà o Palazzo<br />
del Broletto costruito<br />
nel 1227; sulla<br />
facciata è visibile una<br />
statua duecentesca<br />
raffigurante Virgilio<br />
in cattedra (la vècia<br />
in dialetto), con la<br />
berretta dottorale e<br />
le braccia poggiate al<br />
leggio che reca incisa<br />
l’iscrizione Virgilius<br />
Mantuanus poetarum clarissimus.<br />
Subì rifacimenti e modifiche architettoniche.<br />
Del quattrocento<br />
è la merlatura cieca posta a coronamento<br />
dell’edificio.<br />
Raggiungiamo quindi Piazza Erbe<br />
dove sono da visitare la Rotonda<br />
di San Lorenzo, la chiesa più<br />
antica della città costruita sotto<br />
la dominazione dei Canossa. A<br />
pianta centrale rotonda, conserva<br />
un matroneo e tracce di affreschi<br />
di scuola bizantina (vedi articolo<br />
numero di dicembre) e il Palazzo<br />
della Ragione che fu edificato<br />
quand’era podestà Guido da<br />
Correggio (1242), in epoca comunale,<br />
con funzioni pubbliche e allo<br />
scopo di consentire le assemblee<br />
e le adunanze cittadine.<br />
Al piano terreno il palazzo ospitava,<br />
come ora, numerose botteghe,<br />
mentre nell’ampio salone al<br />
piano superiore, si amministrava<br />
la giustizia. Sulle pareti di questo<br />
ambiente sono visibili i resti di affreschi<br />
medievali della fine del XII<br />
e del XIII secolo recentemente restaurati.<br />
A questo salone si accede<br />
tramite una ripida scala posta sotto<br />
la Torre dell’Orologio, innalzata<br />
nel Quattrocento, epoca alla quale<br />
risalgono anche i portici che si<br />
affacciano su Piazza Erbe.<br />
Il Palazzo è ora adibito a sede<br />
espositiva e ospita mostre d’arte<br />
organizzate dal Comune di Mantova.<br />
In orario di apertura, allo<br />
scoccare di ogni ora, è possibile<br />
vedere il movimento degli ingranaggi<br />
dell’Orologio della omoni-<br />
32 • Orizzonte Magazine
Foto di Cinzia Montagna<br />
ma torre.<br />
Ci spostiamo quindi nella Piazza<br />
Andrea Mantegna ammirando prima<br />
la Casa del Mercante (angolo<br />
tra piazza Erbe e piazza Mantegna)<br />
detta anche Casa di Boniforte da<br />
Concorezzo, antico proprietario<br />
che la fece costruire nell’anno<br />
1455. L’edificio è caratterizzato da<br />
una facciata tutta in cotto con decorazioni<br />
di stile veneziano.<br />
In piazza Mantegna possiamo apprezzare<br />
la Basilica di Sant’Andrea,<br />
progettata da Leon Battista<br />
Alberti ed edificata a partire dal<br />
1472, conclusa dopo ben 328 anni<br />
con la costruzione della cupola<br />
su disegni di Filippo Juvarra. Nella<br />
prima cappella di sinistra è conservato<br />
il monumento funebre<br />
di Andrea Mantegna sovrastato<br />
dall’effige in bronzo del pittore<br />
della corte dei Gonzaga. Nella<br />
cripta è custodita all’interno dei<br />
Sacri Vasi la reliquia del Sangue<br />
di Cristo portato a Mantova dal<br />
centurione romano Longino.<br />
Ritornando indietro attraversando<br />
quello che era il ghetto ebraico<br />
di Mantova ci dirigiamo verso due<br />
gioielli della cultura mantovana: il<br />
Teatro Bibiena (via Accademia<br />
47) o “Teatro Scientifico dell’Accademia”,<br />
capolavoro di Antonio<br />
Bibiena (1697-1774) inaugurato il<br />
3 dicembre 1769. Poche settimane<br />
dopo, il 16 gennaio 1770, ospitò un<br />
concerto del giovane Mozart, non<br />
ancora quattordicenne. L’austera<br />
facciata neoclassica, opera del<br />
Piermarini, sembra celare la fantasiosa<br />
espressione tardo barocca<br />
del teatro. Nello stesso edificio ha<br />
Orizzonte Magazine • 33
Foto di Cinzia Montagna<br />
sede l’Accademia Nazionale Virgiliana<br />
fondata nel 1768.<br />
La Biblioteca Teresiana (via Roberto<br />
Ardigò 13) è stata aperta al<br />
pubblico nel 1780 e il patrimonio<br />
librario è stato costituito prevalentemente<br />
attraverso l’accorpamento<br />
di nuclei librari e biblioteche<br />
private preesistenti, in molti<br />
casi donate da eruditi, professionisti<br />
e personalità della cultura e<br />
della politica mantovana.<br />
Un carattere museografico le è<br />
conferito inoltre dalla presenza di<br />
un nucleo, tuttora in espansione,<br />
d’incisioni e materiale grafico di<br />
cartografia e di artisti o tipografi<br />
mantovani e in generale dalla<br />
tendenza a porsi come luogo di<br />
raccolta e conservazione della<br />
documentazione a stampa, non<br />
solo libraria, prodotta sul territorio<br />
(www.bibliotecateresiana.it).<br />
Da visitare, fuori dal centro, Palazzo<br />
Te, opera di Giulio Romano che<br />
nel 1525 lo ideò su commissione<br />
del marchese Federico II Gonzaga<br />
che lo utilizzò per i suoi svaghi.<br />
Il Palazzo sorgeva al centro di un’isola<br />
ricca di boschi e circondata<br />
dalle acque di un lago, ora prosciugato:<br />
misterioso, ricco di simboli<br />
e di miti che risaltano nelle sale<br />
stupendamente affrescate anche<br />
dallo stesso Giulio Romano, come<br />
la celeberrima Sala dei Giganti<br />
e quella di Amore e Psiche e, non<br />
ultima, la sala dei cavalli, che celebra<br />
le scuderie gonzaghesche all’epoca<br />
famose in tutta Europa.<br />
Nelle vicinanze da vedere anche<br />
Palazzo di San Sebastiano, costruito<br />
tra il 1506 e il 1508 per<br />
volere del marchese Francesco II.<br />
Dal 2005 è adibito a Museo della<br />
Città. Nelle sale, che conservano<br />
ancora tracce di affreschi del<br />
glorioso passato come la Camera<br />
del Crogiuolo, la Camera delle<br />
Frecce, la Camera del Sole e nella<br />
Loggia dei Marmi, sono esposti<br />
dipinti, statue, busti, fregi e altri<br />
reperti architettonici<br />
Da visitare anche la Casa del<br />
Mantegna, dimora del celebre<br />
pittore, un edificio quadrato di<br />
mattoni rossi con al centro un<br />
cortile cilindrico spalancato su un<br />
tondo di cielo, riproposto nella<br />
celeberrima Camera degli Sposi<br />
in Palazzo Ducale.<br />
Numerosi sono i monumenti,<br />
chiese, palazzi e<br />
torri di Mantova<br />
che diventa difficile<br />
citarli tutti quindi<br />
lasciamo al lettoreviaggiatore<br />
la loro<br />
scoperta.<br />
Concludiamo con<br />
un monumento<br />
dell’architettura<br />
moderna, la Cartiera<br />
Burgo, edificio<br />
progettato da Pier Luigi Nervi<br />
e realizzato tra il 1961 e il 1964.<br />
L’obiettivo prioritario era quello<br />
di collocare in un unico ambiente<br />
lungo 250 metri, un’unica macchina<br />
a ciclo continuo per trasformare<br />
la pasta di legno in carta da<br />
giornale. La soluzione trovata da<br />
Nervi per la copertura ha fatto sì<br />
che la costruzione fosse denominata<br />
“fabbrica sospesa”, in particolare<br />
per i quattro cavi d’acciaio<br />
sospesi a due telai di cemento<br />
armato alti 50 metri. Il 9 febbraio<br />
2013 le macchine della cartiera<br />
Burgo si sono fermate segnando la<br />
fine della produzione di carta.<br />
34 • Orizzonte Magazine
eneficenza<br />
oltre<br />
l’orizzonte<br />
“O<br />
ltre l’orizzonte”,<br />
di Vito<br />
Favia, è un<br />
romanzo autobiografico<br />
che racconta di un<br />
giovane del sud che, superando la<br />
timidezza e le incertezze proprie<br />
di tutti gli adolescenti, riesce con<br />
coraggio e tenacia a realizzare il<br />
sogno della sua vita: diventare<br />
Carabiniere. Quel primo periodo<br />
vissuto nell’Arma accanto a<br />
persone speciali, segnerà tutto il<br />
resto della sua vita.<br />
Il libro nasce con finalità benefiche,<br />
dato che il ricavato delle<br />
vendite sarà devoluto a tre Associazioni<br />
onlus.<br />
La prima delle Associazioni beneficiarie<br />
è “A casa di Giacinto”,<br />
sorta nel 2010 ad Acquaviva delle<br />
Fonti (Ba) in memoria dell’avvocato<br />
Giacinto Calfapietro. Il suo<br />
scopo consiste nella promozione<br />
sul territorio dell’essere umano e<br />
del valore della cultura in tutte le<br />
sue forme.<br />
L’Associazione si sta attualmente<br />
occupando del finanziamento<br />
della della casa-famiglia Maria<br />
Montessori a Turi (Ba), che ospita<br />
ragazzi fino a 12 anni provenienti<br />
da situazioni familiari e sociali altamente<br />
disagiate.<br />
La seconda Associazione, di respiro<br />
nazionale, è la “Lega del filo<br />
d’oro”, che si occupa di soggetti<br />
con gravi disabilità uditive e visive,<br />
fornendo loro assistenza e<br />
aiutandoli ad affrontare la vita nel<br />
modo più confortevole e soddisfacente.<br />
La terza Associazione, infine, è<br />
la “Fondazione onlus Gino Bartali”,<br />
con sede ad Arezzo, fortemente<br />
voluta e relizzata dalla famiglia del<br />
grande campione di ciclismo. Da<br />
sportivo e appassionato di ciclismo,<br />
Vito Favia ha, infatti, voluto<br />
dare il suo contributo alla promozione<br />
dello sport che più ama,<br />
collegandosi con questa Associazione<br />
che, in nome della solidarietà<br />
promossa da Bartali, mira<br />
a sanare le ferite delle comunità<br />
colpite dal terremoto. Attualmente<br />
si sta interessando alla ricostruzione<br />
dell’asilo di Mirabello<br />
, in provincia di Ferrara.<br />
Orizzonte Magazine • 35
verso il lavoro<br />
con la FORMAZIONE:<br />
PARTIAMO DALLA MODA<br />
di Nicola Delle Grazie<br />
S<br />
tiamo vivendo tempi<br />
veramente difficili,<br />
in cui la mancanza<br />
di lavoro è la grande<br />
emergenza nazionale. In ogni<br />
tempo e in tutti i continenti l’uomo<br />
e la donna hanno cercato la<br />
realizzazione personale attraverso<br />
il lavoro, che non è solo il modo<br />
di procurarsi il sostentamen-<br />
to, ma il mezzo tramite il quale<br />
l’uomo accresce le sue potenzialità<br />
conoscitive, fisiche, spirituali,<br />
morali ed economiche, impara<br />
a convivere, a relazionarsi con i<br />
suoi simili. Il lavoro è in cima alla<br />
lista delle condizioni essenziali per<br />
realizzare la propria personalità e<br />
concretizzare i propri desideri.<br />
E’ piacevole e tranquilla la vita di<br />
36 • Orizzonte Magazine
chi dispone della giusta quantità<br />
di denaro per la propria esistenza<br />
quotidiana, mentre è terribilmente<br />
dolorosa e frustrante l’esistenza<br />
di chi perde il lavoro e non ha<br />
più la possibilità di autorealizzarsi,<br />
di camminare fra la gente con<br />
la stessa dignità e certezze di<br />
quando svolgeva la sua attività.<br />
E purtroppo, negli ultimi tempi,<br />
abbiamo assistito a tanti drammi<br />
familiari derivanti proprio dalla<br />
perdita del lavoro.<br />
Una volta anche le strutture pubbliche<br />
italiane creavano posti di<br />
lavoro e contribuivano alla qualificazione<br />
dei cittadini con l’istituzione<br />
di validi corsi professionali,<br />
ma ahimè, oggi lo Stato, per mancanza<br />
di risorse, ha fortemente<br />
ridotto il suo interesse in questo<br />
settore.<br />
La formazione professionale è<br />
un’arma strategica che l’Unione<br />
Europea vuole mettere a disposizione<br />
dei lavoratori, perché la<br />
crede utile per far crescere le<br />
aziende locali tramite la qualificazione<br />
e l’aggiornamento permanente<br />
dei dipendenti. Essa è<br />
Orizzonte Magazine • 37
gari seguendo le proprie aspirazioni,<br />
se questo non si è potuto<br />
fare prima. Infatti sono molti che,<br />
per ottenere un posto di lavoro,<br />
hanno accettato di svolgere un’attività<br />
frustrante che non amano, e<br />
che rappresenta per loro solo un<br />
mezzo di sostentamento.<br />
Con la formazione professionale,<br />
nei settori più vari, si può cominanche<br />
uno strumento valido per<br />
combattere la disoccupazione, sia<br />
dei lavoratori licenziati o in CIG,<br />
sia per gli inoccupati o anche per<br />
quegli studenti che vogliono una<br />
qualifica professionale per iniziare<br />
a guadagnare e inserirsi in<br />
una società che cerca operatori<br />
altamente qualificati e preparati.<br />
Tutte queste iniziative permettono<br />
una specializzazione mirata,<br />
che onsente di entrare, o rientrare,<br />
nel mondo del lavoro senza<br />
problemi.<br />
Da qualche anno le strutture<br />
pubbliche hanno lasciato totalmente<br />
nelle mani dei privati il<br />
compito di promuovere corsi di<br />
formazione professionale in tutti i<br />
settori. Non importa il settore in<br />
cui ci si inserisce con la riqualificazione,<br />
l’importante è riqualificarsi<br />
per iniziare un nuovo lavoro, maciare<br />
a riappropriarsi della propria<br />
dignità, sottratta dalla perdita<br />
dell’attività lavorativa.<br />
La Cooperativa Murge sta organizzando a Bari un corso<br />
di moda per dare l’opportunità a persone di tutte<br />
le età, di rientrare nel mondo produttivo tramite l’apprendimento<br />
di una nuova professione che può consentire<br />
di cambiare ambito lavorativo, o perfezionare<br />
e ampliare le proprie conoscenze. Per ulteriori info,<br />
iscrizioni e prima lezione gratuita contattare i numeri<br />
320 6158352 o 392 8611316 o scrivere a corsiprofessionaliba@libero.it.<br />
La sede si trova a Bari, II traversa<br />
via vassallo 2, presso la società sportiva ACS.<br />
38 • Orizzonte Magazine
Orizzonte Magazine • 39
innamorarsi di catania<br />
di Maurizio Chionno<br />
di Elisa Stanchi<br />
“C<br />
he bedda Catania,<br />
Catania di notti<br />
iu sentu ca u cori<br />
m’abbatti chiù forti<br />
ndè strati, ndè chiazzi e intra i cuttigghi<br />
poi l’alba d’argentu s’ammisca<br />
cò mari” [Che bella Catania, Catania<br />
di notte - sento che il cuore<br />
mi batte più forte - nelle strade,<br />
nelle piazze, e nei negozi - poi<br />
l’alba d’argento si mischia col mare].<br />
Così canta Giuseppe Castiglia<br />
nella sua canzone “Che Bedda Catania’”e<br />
ben descrive le emozioni<br />
di chi si innamora di questa città.<br />
Ed è semplice innamorarsene: la<br />
maestosità barocca del suo centro<br />
storico, il suo territorio che spazia<br />
tra mare e montagna, il maestoso<br />
vulcano Etna, i sapori della tavola,<br />
40 • Orizzonte Magazine
la calorosa accoglienza della sua<br />
gente, i negozi ed i luoghi tipici, la<br />
sua chilometrica spiaggia sabbiosa,<br />
il clima sempre mite e caldo... a<br />
Catania non manca proprio nulla!<br />
La storia<br />
Sono poche le città il cui nome<br />
è in grado di raccontare la loro<br />
stessa natura, la loro storia. Catania<br />
è una di queste: il suo nome<br />
deriva dall’apposizione del<br />
prefisso greco katà (“nei pressi<br />
di” o “appoggiato a”) al nome del<br />
vulcano Etna. È lavico, infatti, il<br />
territorio sul quale sorge questo<br />
Comune, che è il capoluogo (non<br />
di Regione) più popoloso d’Italia.<br />
Città affacciata sulla costa Ionica<br />
della Sicilia e sorta ai piedi del<br />
vulcano più alto d’Europa, Catania<br />
vede alternarsi vette innevate,<br />
mare cristallino e la lussureggiante<br />
Piana di Catania. Il fuoco e<br />
l’acqua si sono dati appuntamento<br />
proprio qui, dando vita a una<br />
città unica, dichiarata non a caso<br />
Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco,<br />
insieme ai sette Comuni<br />
della Val di Noto.<br />
A partire dalla sua fondazione,<br />
avvenuta nel 729 a.C. a opera dei<br />
Greci Calcidesi, la città ha subito<br />
svariate dominazioni, che però ne<br />
hanno arricchito di volta in volta il<br />
patrimonio artistico, architettonico<br />
e culturale. E hanno temprato<br />
il carattere dei suoi cittadini, che<br />
nei millenni hanno fatto dell’accoglienza<br />
e della convivenza pacifica<br />
uno stile di vita. Straordinaria la<br />
concentrazione di edifici barocchi<br />
nel centro storico, e in particolare<br />
in via Crociferi, sulla quale si affacciano,<br />
per esempio, la Chiesa di<br />
San Benedetto, Palazzo Asmundo<br />
Francica-Nava, con il meraviglioso<br />
giardino pensile, e la Chiesa<br />
di San Francesco Borgia, dove il<br />
grande compositore Vincenzo<br />
Bellini suonava l’organo. Proprio<br />
all’autore della Norma è dedicata<br />
Villa Bellini, uno dei numerosi<br />
giardini cittadini, che conserva la<br />
meraviglia - per importanza storica<br />
e conservazione della biodiversità<br />
- dell’Orto Botanico.<br />
Tanti anche i locali e i ristoranti<br />
che animano la movida catanese:<br />
birrerie, bar con maxi schermo e<br />
caffè frequentati dagli universitari,<br />
che d’estate si spostano verso La<br />
Playa, la spiaggia di sabbia lunga<br />
5 km, e affollata di stabilimenti<br />
balneari, di questa città definita,<br />
per il travolgente boom degli anni<br />
Sessanta, la “Milano del Sud”.<br />
Quando andarci<br />
Catania è una città particolarmente<br />
fortunata dal punto di vista<br />
climatico e piacevole da visitare<br />
tutto l’anno. Gode, infatti, del<br />
tipico clima mediterraneo, con alcuni<br />
connotati assimilabili all’area<br />
subtropicale. L’estate dura molti<br />
mesi e, nonostante le alte temperature,<br />
non registra mai un forte<br />
tasso di umidità, anche perché<br />
le precipitazioni sono piuttosto<br />
scarse e concentrate in autunno.<br />
L’inverno è mite e caratterizzato<br />
da raffreddamenti notturni piuttosto<br />
marcati.<br />
Come arrivarci<br />
Aereo - La città è servita dall’aeroporto<br />
internazionale di Catania-<br />
Fontanarossa “Vincenzo Bellini”, il<br />
primo aeroporto del Sud Italia per<br />
traffico di passeggeri. Catania è<br />
facilmente raggiungibile da Roma,<br />
Milano, Genova e dagli altri principali<br />
capoluoghi di provincia italiani<br />
grazie a voli Alitalia, ma anche di<br />
molte compagnie low cost. L’aero-<br />
Orizzonte Magazine • 41
porto dista 7 km dal centro della<br />
città ma è servito da frequenti ed<br />
economici bus urbani.<br />
Treno - Il principale snodo ferroviario<br />
di Catania è costituito dalla<br />
Stazione di Catania Centrale, in<br />
Piazza Papa Giovanni XXIII, alla<br />
confluenza delle principali arterie<br />
cittadine. La stazione è collegata<br />
al porto, e quindi al resto d’Italia,<br />
tramite treni a lunga percorrenza<br />
che effettuano anche il servizio di<br />
trasporto auto da e verso le stazioni<br />
di Bologna Centrale, Roma<br />
Termini, Milano San Cristoforo e<br />
Torino Porta Nuova.<br />
Nave - Il porto di Catania è facilmente<br />
raggiungibile sia da Napoli<br />
tramite le compagnie Tirrenia e<br />
TTT Lines, sia da Genova con la<br />
compagnia Grandi Navi Veloci.<br />
Auto - Per chi desidera viaggiare<br />
in auto basta immettersi nell’autostrada<br />
A1 Napoli-Milano e poi<br />
proseguire per la Salerno-Reggio<br />
Calabria. Una volta usciti a Villa<br />
San Giovanni è possibile imbarcarsi<br />
per la Sicilia e in particolare<br />
verso i porti di Messina o di Palermo.<br />
Per arrivare a Catania da<br />
42 • Orizzonte Magazine
Messina bisogna imboccare l’autostrada<br />
A18 e percorrere 95 km<br />
mentre per arrivare a Catania; da<br />
Palermo i chilometri da percorrere<br />
sono 195 e l’autostrada da<br />
imboccare è la A19.<br />
Come muoversi<br />
Il trasporto pubblico cittadino<br />
è gestito dall’AMT, acronimo di<br />
Azienda Metropolitana<br />
Trasporti. Catania è dotata,<br />
oltre che di autobus<br />
e di tram, anche di<br />
una linea metropolitana.<br />
Il modo migliore per<br />
muoversi in città è rappresentato<br />
dai bus urbani<br />
arancione che consentono<br />
di raggiungere<br />
tutta la città. Il biglietto<br />
semplice costa appena<br />
1 euro e dura 90 minuti.<br />
La città è collegata con<br />
tutte le località principali<br />
dell’isola grazie a frequenti<br />
corse di moderni<br />
e confortevoli autobus<br />
extra urbani.<br />
I Musei<br />
Il Museo Diocesano di<br />
Catania si trova all’interno<br />
del Seminario dei<br />
chierici, attiguo alla Cattedrale<br />
di Sant’Agata, ed<br />
è diviso in due sezioni:<br />
una comprendente gli<br />
arredi sacri della Cattedrale<br />
di Catania e l’altra<br />
contenente gli arredi<br />
provenienti dalle altre<br />
chiese della città e da<br />
quelle disseminate nella provincia<br />
etnea. Di particolare interesse, il<br />
fercolo di Sant’Agata, in argento<br />
finemente cesellato, la spada<br />
di Ludovico d’Aragona e il pallio<br />
dell’artista Saverio Corallo. Molto<br />
suggestiva anche la vista che si<br />
gode dalla terrazza panoramica<br />
che dà sull’Etna (via Etnea 8).<br />
Il Museo Civico Belliniano si trova<br />
all’interno del Palazzo Gravina<br />
Cruylass, una delle residenze cittadine<br />
dei Principi di Palagonia, e<br />
occupa le stanze in cui il compositore<br />
catanese Vincenzo Bellini<br />
trascorse i primi sedici anni di vita.<br />
Le cinque stanze del museo sono<br />
organizzate cronologicamente e<br />
ripercorrono la vita del celebre<br />
autore della Norma attraverso<br />
dipinti, libri, spartiti originali autografi<br />
(tra i quali molti abbozzi),<br />
strumenti musicali e, infine, la sua<br />
maschera mortuaria.<br />
Di particolare interesse il fortepiano,<br />
lo strumento precursore<br />
del pianoforte, appartenuto al<br />
compositore (piazza S. Francesco<br />
d’Assisi).<br />
Il Museo Civico al Castello Ursino,<br />
inaugurato nel 1934 all’interno<br />
del Castello Ursino, custodisce<br />
la collezione benedettina e quella<br />
degli eredi del Principe di Biscari<br />
oltre a molte donazioni private.<br />
Al suo interno si trova anche una<br />
pinacoteca con opere di artisti<br />
catanesi, come Giuseppe Sciuti<br />
e Michele Rapisardi, ma anche di<br />
artisti internazionali come il fiammingo<br />
Simone di Wobreck e Luis<br />
de Morales.<br />
Oltre alla sezione moderna, sono<br />
di grande pregio la sezione archeologica,<br />
che permette di ammirare<br />
sculture di epoca ellenistica e<br />
romana, tra le quali spicca la testa<br />
di efebo del VI secolo a.C. ritrovata<br />
durante gli scavi dell’antica<br />
Leointoi, e quella medievale con<br />
i due portali che, con le scritte,<br />
le poesie e i disegni incisi documentano<br />
il periodo nel quale il<br />
Orizzonte Magazine • 43
Castello fu una prigione (piazza<br />
Federico II di Svevia).<br />
La Casa Museo Giovanni Verga,<br />
dichiarata monumento nazionale<br />
nel 1940, si trova al secondo<br />
piano di un edificio che ospita, al<br />
primo piano, una biblioteca contenente<br />
oltre 4mila volumi e intitolata<br />
a Federico De Roberto.<br />
Anche l’appartamento di Verga<br />
conserva una collezione di 2500<br />
volumi di proprietà dello scrittore.<br />
Oltre alle riproduzioni dei manoscritti<br />
verghiani, i cui originali<br />
sono conservati nella Biblioteca<br />
Universitaria Regionale di Catania,<br />
si possono ammirare una<br />
pergamena decorata da Alessandro<br />
Abate e donata allo scrittore<br />
in occasione del suo ottantesimo<br />
compleanno, e un busto opera<br />
dello scultore Bruno, oltre a due<br />
ritratti di Michele Grita (via S.<br />
Anna 8).<br />
I monumenti<br />
La Cattedrale di Sant’Agata è il<br />
duomo di Catania ed è dedicato<br />
alla sua patrona vergine e martire.<br />
L’antica costruzione normanna<br />
originaria venne distrutta dal<br />
terremoto del 1693, perciò l’edificio<br />
attuale è il frutto della ricostruzione<br />
del 1711 affidata all’architetto<br />
Giacomo Palazzotto. La<br />
magnifica facciata barocca che<br />
alterna la pietra lavica nera con<br />
la chiara pietra calcarea di Siracusa,<br />
creando un unicum in tutto<br />
il panorama degli edifici barocchi<br />
italiani, è, invece, il capolavoro di<br />
Giovan Battista Vaccarini.<br />
All’interno, costituito da una pian-<br />
44 • Orizzonte Magazine
ta a croce latina a tre<br />
navate, il coro ligneo<br />
del Cinquecento, la<br />
cappella dedicata alla<br />
santa e la tomba di<br />
Vincenzo Bellini.<br />
La Fontana dell’Elefante<br />
si trova nella<br />
piazza antistante il<br />
Duomo, dalla quale<br />
comincia l’elegante<br />
via Etnea. È un monumento<br />
del Settecento<br />
costituito da<br />
un elefante di pietra<br />
lavica sovrastato da<br />
uno obelisco di granito.<br />
Simbolo e portafortuna<br />
della città,<br />
viene chiamato in<br />
dialetto catanese u’<br />
liotru, forse contrazione<br />
di Eliodoro,<br />
mago che impressionava<br />
i popolani con<br />
vari sortilegi.<br />
Il Castello Ursino si staglia imponente<br />
su piazza Federico II di Svevia<br />
ed è stato costruito tra il 1239<br />
e il 1250 per volere dell’omonimo<br />
imperatore e su progetto dell’architetto<br />
Riccardo da Lentini. Originariamente<br />
si trovava sul mare,<br />
ma attualmente ne dista 500 metri<br />
a causa della colata lavica che<br />
nel 1669 circondò l’edificio senza<br />
toccarlo.<br />
Il Castello è a pianta quadrata,<br />
con quattro torrioni agli angoli<br />
e, sulla facciata principale e posta<br />
all’interno di un’edicola, un’aquila<br />
sveva che tiene tra gli artigli una<br />
lepre. Sulle altre pareti si alternano<br />
simboli religiosi cristiani, arabi<br />
ed ebrei, a dimostrare la tolleranza<br />
religiosa di Federico, che<br />
contribuì alla coesistenza pacifica<br />
della varie comunità etniche e<br />
maestranze cittadine.<br />
I Teatri Romano e Odeon sono il<br />
frutto più prezioso degli scavi archeologici<br />
che hanno interessato<br />
il centro storico della città etnea,<br />
riportandone alla luce la struttura<br />
romana risalente al II secolo d.C.<br />
a sua volta sovrapposta alle costruzioni<br />
di età greca classica.<br />
Il Teatro aveva una capienza di<br />
circa 7mila spettatori ed è, infatti,<br />
il terzo d’Italia dopo il Colosseo<br />
e l’Arena di Verona. Non ha corrispettivi,<br />
invece, il vicino edificio<br />
dell’Odeon, spazio chiuso destinato<br />
alla musica, alla danza e alle<br />
prove di cui non è rimasta traccia<br />
negli altri anfiteatri.<br />
Il Teatro Massimo Bellini fu inaugurato<br />
nel 1890 con una rappresentazione<br />
della Norma. Ospita<br />
sulla facciata barocca, evoluzione<br />
dello stile locale dell’architetto<br />
milanese Carlo Sarda, le statue<br />
della Musica, della Poesia, della<br />
Tragedia e della Commedia.<br />
All’interno, la straordinaria volta<br />
Orizzonte Magazine • 45
affrescata sovrasta i duemila posti<br />
a sedere del teatro.<br />
A tavola<br />
La fertilità della terra della provincia<br />
catanese e la conseguente<br />
abbondanza di verdura, ortaggi e<br />
frutta ha contribuito a dare vita a<br />
una gastronomia estremamente<br />
ricca e varia.<br />
Tra gli antipasti, ad avere la meglio<br />
sono le insalate di mare preparate<br />
con polpi, gamberi e occhi<br />
di bue (molluschi tipici di questo<br />
mare) bolliti. Queste e altre specialità<br />
di pesce, come la pasta con<br />
il nero di seppia o con i masculini<br />
(alici fresche in soffritto di pomodoro,<br />
seppie e il nero di seppia)<br />
possono essere gustate in molti<br />
locali tipici del centro.<br />
Tra i primi il più famoso è sicuramente<br />
la pasta alla Norma, condita<br />
con sugo di melanzane fritte.<br />
Un salto alle numerose pasticcerie<br />
del centro (via Etnea e piazza<br />
Duomo) è consigliabile, invece,<br />
in ogni momento della giornata,<br />
sia per una pausa dolce a base di<br />
cannoli, cassata, frutta martorana<br />
(pasta a base di mandorle) o brioche<br />
con gelato, che per una pausa<br />
salata a base di arancini (palline di<br />
46 • Orizzonte Magazine
iso fritte e ripiene di ragù) o pasta<br />
siciliana (sottile sfoglia di pasta<br />
fritta ripiena di tuma e acciughe).<br />
Disseminati in tutta la città sono,<br />
poi, i ciospio, chioschi che servono<br />
bibite a base di sciroppi di frutta<br />
come il seltz, a base di limone, e<br />
lo zammù (acqua con anice).<br />
Lo shopping<br />
Le vie dello shopping di Catania<br />
sono via Etnea, Corso Sicilia e via<br />
Umberto, affollate soprattutto<br />
nei negozi di abbigliamento. Un<br />
altro asse del commercio cittadino<br />
è costituito da Corso Italia e<br />
via Monfalcone, dove si concentrano<br />
le boutique più esclusive e<br />
le griffes più costose.<br />
Per chi è interessato ai prodotti<br />
locali, invece, è consigliabile un giro<br />
nei mercati storici di Catania,<br />
come la Pescheria che si estende<br />
attorno a piazza Pardo, a due<br />
passi dal Duomo. Qui è possibile<br />
trovare, tra le bancarelle di<br />
pesce fresco, anche frutta secca,<br />
bottiglie di olio extravergine di<br />
oliva e vino rosso prodotto alle<br />
falde dell’Etna, legumi secchi e<br />
molto altro. Vicino al Castel Ursino<br />
si trova, invece, la Bottega del<br />
Puparo (via Reitano 55), negozio<br />
storico dei Napoli, famiglia che da<br />
generazioni si dedicata alla realizzazione<br />
dei pupi utilizzati durante<br />
le rappresentazioni del Teatro Stabile<br />
dell’Opera dei Pupi.<br />
Orizzonte Magazine • 47
articolo tratto<br />
dalla rivista “ouroboros”<br />
la vesica piscis<br />
di Gandolfo Dominici<br />
L<br />
a Vescica Piscis (detta<br />
anche mandorla) è un<br />
simbolo di semplice<br />
rappresentazione e<br />
complesso significato. Nella sua<br />
forma di base consiste in due archi<br />
uniti ai due estremi della parte<br />
concava, a formare la classica<br />
foggia della mandorla; si può facilmente<br />
disegnare tracciando 2<br />
cerchi aventi lo stesso raggio che<br />
si intersecano in modo tale per<br />
cui il centro di ciascun cerchio si<br />
trovi sulla circonferenza dell’altro.<br />
Questo simbolo si rinviene in<br />
moltissimi contesti su megaliti e<br />
in grotte preistoriche; fu conosciuto<br />
nelle prime civilizzazioni<br />
48 • Orizzonte Magazine
Nell'foto:<br />
Glastonbury, le<br />
acque rossastre<br />
della "Blood<br />
Spring" (la sorgente<br />
di sangue)<br />
scorrono sboccando<br />
in una vasca<br />
dalla forma<br />
diVesica Piscis.<br />
Orizzonte Magazine • 49
Nella foto:<br />
Glastonbury, la<br />
Vesica Piscis disegnata<br />
con i ciottoli<br />
sul vialetto dei<br />
giardini di Chalice<br />
Well.<br />
della Mesopotamia, in Egitto, in<br />
Cina, in India (dove è chiamato<br />
“mandorla”), tra i popoli celti ed<br />
in Africa; per gli Ebrei era il simbolo<br />
della Creazione dell’Universo,<br />
per i Cristiani era il simbolo<br />
del pesce, l’Ichthys, acronimo<br />
di Iesus Christos Theus Soter,<br />
cioè Gesù Cristo (figlio di) Dio<br />
Salvatore.<br />
Questo simbolo ha una radice<br />
indoeuropea antichissima e legata<br />
alla Dea Madre. Si tratta<br />
della vulva della Madre Terra: la<br />
mandorla infatti è un chiarissimo<br />
richiamo al Femminino Sacro e<br />
alle proporzioni della Geometria<br />
Sacra di unione degli opposti,<br />
analogamente al concetto di Yin<br />
e Yang. Le polarità intersecantisi<br />
generano il divino figlio della Madre<br />
Terra, ossia l’Uomo: un essere<br />
superiore in grado di sviluppare<br />
dentro di sé l’illuminazione<br />
spirituale.<br />
L’Ichthys dei primi cristiani, è<br />
noto anche come il simbolo del<br />
pesce e consisteva nella forma a<br />
mandorla, inclusa la coda. Le società<br />
cristiane del primo Impero<br />
Romano, precedenti l’Editto di<br />
Milano, proteggevano le proprie<br />
congregazioni mantenendo<br />
segreti i propri incontri. Per indicare<br />
i luoghi di incontro, ogni<br />
volta differenti, essi svilupparono<br />
un simbolo che i membri delle<br />
società avrebbero riconosciuto<br />
facilmente e che poteva essere<br />
inciso su rocce, pareti e simili<br />
prima di un incontro. Alcuni sostengono<br />
anche che l’Ichthys venisse<br />
usato come un toccamento<br />
segreto per riconoscersi tra cristiani:<br />
uno disegnava una curva<br />
singola con un bastone (mezzo<br />
Ichthys) sulla polvere e l’altro poteva<br />
confermare la propria identità<br />
di cristiano completando il<br />
simbolo.<br />
Si può dedurre da fonti monumentali<br />
romane, quali la Cappella<br />
Greca e le Cappelle del<br />
Sacramento della catacomba di<br />
S. Callisto, come il simbolo del<br />
pesce fosse conosciuto dai cristiani<br />
già molto prima. Il simbolo<br />
cristiano potrebbe essere stato<br />
preso per opposizione o protesta<br />
nei confronti dell’apoteosi<br />
pagana dell’Imperatore romano<br />
durante il regno di Domiziano<br />
(81-96 d.C.).<br />
Alcune monete trovate ad Alessandria<br />
si riferivano a lui come<br />
Theou Yios (Figlio di Dio). Addirittura<br />
in epoca precedente,<br />
fin dalla morte e deificazione<br />
di Giulio Cesare, Augusto (Ot-<br />
50 • Orizzonte Magazine
E’ uscito<br />
OURoboros n.4<br />
OUROBOROS<br />
Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />
é leggibile gratuitamente all’indirizzo:<br />
www.orizzontemagazine.it/ouroboros1<br />
Orizzonte Magazine • 51
taviano) già si identificava come<br />
Divis Filius (figlio del divino, cioè<br />
di Giulio Cesare) e coniò monete<br />
a questo scopo. Questa pratica<br />
fu portata avanti da alcuni<br />
imperatori anche più tardi.<br />
Questo simbolo era considerato<br />
sacro anche tra i pitagorici. Il rapporto<br />
matematico tra la larghezza<br />
(esclusa la coda) e l’altezza<br />
veniva calcolato come 265:153,<br />
pari a 1,73203, che ritenevano<br />
un numero sacro chiamato la misura<br />
del pesce.<br />
In realtà il calcolo pitagorico non<br />
era esatto: il rapporto geometrico<br />
fra queste dimensioni è la<br />
radice quadrata di 3 = 1,73205.<br />
Il rapporto 265:153 è solo<br />
un’approssimazione della<br />
radice quadrata di 3,<br />
con la caratteristica<br />
che non è possibile<br />
ottenere un’approssimazione<br />
migliore<br />
con numeri interi<br />
più bassi.<br />
Il numero 153 appare<br />
anche nel versetto<br />
21:11 del Vangelo<br />
di Giovanni ed è<br />
il numero esatto di pesci<br />
che Gesù ottenne di far<br />
pescare nella retata miracolosa<br />
(coincidenza o riferimento<br />
esoterico al credo pitagorico).<br />
Numerose teorie sulla storicità di<br />
Gesù affermano che la cristianità<br />
ha adottato certe credenze e<br />
pratiche come sincretismo di religioni<br />
misteriche come il Mitraismo,<br />
dalle quali avrebbe ereditato<br />
l’Ichthys. A sostegno di queste<br />
teorie è il fatto che sia il simbolo<br />
che la denominazione non sono<br />
una invenzione cristiana.<br />
Ichthys era, infatti il figlio della<br />
antica dea babilonese del mare,<br />
Atargatis ed era noto in vari<br />
sistemi mitici come Tirgata,<br />
Aphrodite, Pelagia o Delfina. La<br />
parola significava anche ventre e<br />
delfino in alcune lingue, e rappresentazioni<br />
di questo apparivano<br />
nella raffigurazione delle<br />
sirene.<br />
Il pesce si ritrorva poi in altre<br />
storie, fra le quali quella della<br />
dea di Efe-<br />
so (che<br />
Nella foto:<br />
la dea Atargatis, velata e dal<br />
corpo di pesce. con un fiore in<br />
mano e fiancheggiata da steli<br />
d'orzo; retro di una moneta di<br />
Demetrius III Eucaneus<br />
porta un amuleto a forma di pesce<br />
nella regione dei genitali) e<br />
la storia del pesce che ingoia il<br />
pene di Osiride e che era considerato<br />
un simbolo della vulva<br />
di Iside. Inoltre nell’antica Grecia,<br />
“pesce” e “grembo materno” si<br />
esprimeva con la stessa parola:<br />
delphos.<br />
Troviamo la Vesica Piscis nei<br />
pressi dell’Antro della Sibilla di<br />
Cuma dove è chiaramente connessa<br />
con la Luna e la fertilità. Le<br />
ventotto tacche nelle pareti tufacee<br />
lo collegano al calendario<br />
mensile lunare, associato al ciclo<br />
femminile e alle mestruazioni,<br />
simbolo a loro volta della fertilità<br />
femminile. La Dea<br />
Lunare è qui colei che<br />
genera la vita sulla<br />
Terra, nel pieno<br />
rispetto del concetto<br />
della Triplice<br />
Dea.<br />
I riferimenti alla<br />
fertilità, alla<br />
nascita, alla sessualità<br />
femminile<br />
e alla forza<br />
naturale delle<br />
donne erano noti<br />
anche presso i celti<br />
e presso le culture pagane<br />
di tutta l’Europa del<br />
nord. Nella regione del delta<br />
del Danubio, dove vivevano popolazioni<br />
di pescatori e cacciatori<br />
nel VI millennio a.C., sono<br />
state trovate più di 50 tombe<br />
che rappresentano una divinità<br />
simile ad un pesce, di natura<br />
femminile che incorpora gli<br />
52 • Orizzonte Magazine
aspetti di un uovo, un pesce e<br />
una donna creatrice primordiale;<br />
presso questi popoli inoltre “La<br />
Grande Dea” era ritratta con<br />
seno cadente, glutei accentuati<br />
e un grande orifizio vaginale che<br />
assomigliava ad una vesica piscis<br />
verticale.<br />
Tra i luoghi sacri nordici<br />
in cui si trova la<br />
Vescica Piscis c’è anche<br />
Glastonbury, in<br />
Cornovaglia: luogo<br />
legato alla religione<br />
celtica e ai miti del<br />
Graal e di Re Artù.<br />
Qui il simbolo della<br />
Vesica Piscis si confonde<br />
in quello della<br />
Triplice Dea, a conferma<br />
della sincronia<br />
dei due archetipi.<br />
Secondo l’esoterista<br />
indiano Drunvalo<br />
Melkisedek (nel suo<br />
libro “The Ancient<br />
Secret of The Flower<br />
of Life”) la proporzione<br />
della Vesica Piscis<br />
indicherebbe la frequenza<br />
dello spettro<br />
elettromagnetico della<br />
luce. La stessa Luce<br />
del primo verso della<br />
Bibbia, quella stessa<br />
di cui Iside si fa portatrice<br />
in alcune opere<br />
dell’antichità, come il<br />
Faro di Alessandria<br />
(luce della conoscenza<br />
e della consapevolezza).<br />
Si tratta di<br />
un concetto comune<br />
anche ai pitagorici e raffigurato<br />
in diverse opere, come la statua<br />
della Legge Nuova sul Duomo di<br />
Milano e la Statua della Libertà di<br />
New York.<br />
L’impiego esoterico e i rapporti<br />
geometrici della “mandorla” so-<br />
no stati utilizzati anche nei progetti<br />
di alcune notissime opere<br />
architettoniche di epoche e luoghi<br />
anche molto distanti tra loro:<br />
Castel del Monte, la piramide di<br />
Cheope, il santuario di Karnak<br />
ed il tempio di Tell el-Amarna.<br />
E’ il segno evidente di<br />
come la Vescica Piscis<br />
sia un simbolo semplice<br />
ma dalla grande<br />
forza evocativa, che<br />
accompagna la spiritualità<br />
umana da millenni.<br />
Nella foto:<br />
La statua della "Legge<br />
Nuova" sulla facciata<br />
del Duomo di Milano,<br />
realizzata nel 1810 da<br />
Camillo Pacetti<br />
Orizzonte Magazine • 53
le novità della<br />
legge di stabilità<br />
di Leopoldo Di Nanna<br />
E<br />
cco i punti principali<br />
della manovra, per<br />
complessivi 32 miliardi<br />
di euro, prevista dalla<br />
Legge di Stabilità <strong>2015</strong> (N. 190<br />
del 23.12.2014 pubblicata in Gazzetta<br />
Ufficiale il 29.12.2014):<br />
• 80 euro in busta paga: la misura<br />
diventa definitiva;<br />
• bollo auto storiche: sparisce<br />
l’esenzione per le auto comprese<br />
tra 20 e 30 anni di età<br />
mentre resta quella per le auto<br />
con più di 30 anni;<br />
• bonus bebè: 80 euro al mese<br />
per 3 anni per bambini nati o<br />
adottati entro il 31 dicembre<br />
<strong>2015</strong> riservato a famiglie con<br />
tetto Isee pari a 25mila euro<br />
annui. L’importo mensile<br />
raddoppia (cioè 160 euro al<br />
mese per 3 anni) in caso di famiglia<br />
in condizioni di povertà<br />
assoluta (valore Isee sotto i<br />
7mila euro);<br />
• buoni pasto: aumenta da 5,29<br />
euro a 7 euro l’importo dei<br />
ticket elettronici non sottoposo<br />
a tassazione (dal 1° luglio<br />
<strong>2015</strong>);<br />
• canone Rai <strong>2015</strong>: importo<br />
congelato, si pagherà la stessa<br />
cifra del 2014 (113,50 euro);<br />
• ebook: la tassazione scende<br />
dal 22% al 4%;<br />
• ecobonus: prorogate di un anno<br />
(<strong>2015</strong>) le aliquote massime<br />
degli sconti fiscali su ristrutturazioni<br />
edilizie (50% che scenderà<br />
al 36% nel 2016) e riqualificazione<br />
energetica delle<br />
abitazioni (65%, esteso anche<br />
alle caldaie a biomasse);<br />
• evasione: nuove misure di<br />
contrasto e quota riconosciuta<br />
ai Comuni pari al 55% per<br />
la compartecipazione al recupero<br />
nel triennio <strong>2015</strong>/2017;<br />
• Imu-Tasi: bloccato per il <strong>2015</strong><br />
il tetto massimo (2,5 per mille)<br />
fino al quale i comuni possono<br />
aumentare l’imposizione fiscale<br />
sulla prima casa con un aumento<br />
extra limitato allo 0,8<br />
per mille (quindi in totale 3,3<br />
per mille) che scongiura quindi<br />
l’iniziale intenzione di innalzare<br />
la tassa fino al 6 per mille;<br />
• investimenti nei settori<br />
scuola, lavoro, giustizia;<br />
• irap: taglio della componente<br />
lavoro dell’imposta;<br />
• contribuenti minimi: il vecchio<br />
regime fiscale (5%) viene sostituito<br />
da un nuovo regime<br />
a forfait che sarà variabile da<br />
attività ad attività e prevederà<br />
un’imposta del 15%<br />
da calcolare,<br />
54 • Orizzonte Magazine
in base all’attività, non più sulla<br />
differenza ricavi/costi ma in<br />
base ad uno specifico coefficiente;<br />
• mobili: prorogato fino al 31<br />
dicembre <strong>2015</strong> il bonus per<br />
detrarre il 50% sull’acquisto<br />
di mobili e grandi elettrodomestici<br />
(10 rate annuali e importo<br />
massimo pari a 10mila<br />
euro) in abbinamento a ristrutturazione<br />
edilizia;<br />
• pellet: l’Iva sale dal 10 al 22%;<br />
• TFR in busta paga su base<br />
volontaria (con tassazione<br />
ordinaria) e senza costi per le<br />
imprese (buste paga comprese<br />
tra il 1° marzo <strong>2015</strong> e il 30<br />
giugno 2018).<br />
Cenno a parte merita la nuova<br />
moratoria per mutui bancari e finanziamenti.<br />
Grazie a questo intervento,<br />
per le PMI e le famiglie, il<br />
pagamento della quota capitale dei<br />
prestiti potrà essere sospeso per<br />
tutto il triennio che va dal <strong>2015</strong> al<br />
2017. I dettagli delle misure dovranno<br />
essere definiti da un accordo<br />
tra MEF, il Ministero dello Sviluppo<br />
Economico, l’ABI (l’associazione di<br />
categoria delle banche) e le Associazioni<br />
Rappresentative delle Imprese<br />
e dei Consumatori, da sottoscrivere<br />
entro fine marzo <strong>2015</strong>.<br />
Forza dei Consumatori garantisce<br />
massimo impegno nella diffusione<br />
del Provvedimento e delle fasi di<br />
successiva realizzazione concreta,<br />
e sin d’ora tutti i Referenti sul Territorio<br />
Nazionale sono disponibili<br />
per qualsivoglia approfondimento.<br />
Ci auguriamo, e auguriamo a Tutti<br />
i consumatori e a tutti i lettori,<br />
un <strong>2015</strong> di ripresa economica, e<br />
chiediamo a tutti la maggiore solidarietà<br />
possibile nei confronti di<br />
chi versa in difficoltà.<br />
Orizzonte Magazine • 55
i grandi<br />
della fotografia<br />
BERT HARDY<br />
di Angelo Ferri<br />
B<br />
ert Hardy è stato un fotografo documentarista<br />
inglese, nato a Londra, nel quartiere<br />
di Blackfriars, il 19 maggio 1913. Primo di<br />
sette figli di un falegname e una domestica<br />
ad ore, comincia a lavorare a 14 anni come sviluppatore<br />
presso il Central Photographic Service. Dal quel<br />
momento la fotografia diventa parte della sua vita;<br />
con quel poco che guadagna compra da un negozio<br />
di pegni una macchina fotografica a lastre, e con tanta<br />
passione e tanti tentativi impara i tempi di posa e le<br />
56 • Orizzonte Magazine
principali tecniche del mestiere,<br />
iniziando quindi a perfezionare i<br />
suoi scatti.<br />
La sua carriera comincia con una<br />
fotografia di “Royalty”, quando riesce<br />
a fotografare Re Giorgio V e<br />
la Regina Maria in una carrozza di<br />
passaggio, e a vendere 200 piccole<br />
stampe nel quartiere. Da qui a<br />
diventare freelance per la rivista<br />
The Bicycle il passo è breve; compra<br />
la sua prima Leica 35 mm di<br />
seconda mano (marca alla quale<br />
resterà sempre fedele) e si tuffa<br />
con impegno nel lavoro.<br />
Nel giro di pochi anni passa a<br />
lavorare come fotografo per la<br />
General Photographic Agency e,<br />
nel 1941, entra nella redazione di<br />
Picture Post, rivista leader dell’immagine<br />
in Gran Bretagna.<br />
Durante la seconda guerra mondiale,<br />
viene spedito nei luoghi del<br />
conflitto per raccontarlo tramite<br />
immagini. Le sue foto seguono lo<br />
sbarco in Normandia, la liberazione<br />
di Parigi, l’avanzata alleata<br />
sul Reno, la liberazione del campo<br />
di concentramento di Bergen-<br />
Belsen.<br />
Verso la fine del conflitto Hardy<br />
si trasferisce in Asia, dove diventa<br />
fotografo personale di Lord<br />
Mountbatten. Segue quindi la<br />
guerra di Corea con il giornalista<br />
James Cameron per il Picture<br />
Post, contribuendo a rendere<br />
note le atrocità compiute a Pusan<br />
e documentando la battaglia<br />
di Inchon, punto di svolta della<br />
guerra. Per questa attività vince il<br />
Missouri Pictures of the Year Award.<br />
La fotografia di Bert Hardy<br />
riesce, anche nelle situazioni<br />
più atroci, a cogliere l’essenza<br />
dello spirito umano senza<br />
mai apparire sentimentalista.<br />
Sebbene il suo lavoro di<br />
giornalista di guerra meriterebbe<br />
di essere considerato<br />
al pari di quello dei maestri<br />
della Magnum, il nome di<br />
Bert Hardy rimane legato<br />
alle immagini di vita quotidiana<br />
dell’Inghilterra.<br />
Tre sue fotografie vengono<br />
utilizzate nella mostra The<br />
family of Man di Edward<br />
Steichen; fra queste purtroppo<br />
manca la sua foto<br />
preferita, che riprende due<br />
scugnizzi che giocano per<br />
strada a Gorbals.<br />
58 • Orizzonte Magazine
Hardy stesso è stato fotografato<br />
molte volte, anche durante la<br />
guerra; tre suoi ottimi fotoritratti<br />
sono attualmente nella Collezione<br />
di fotografie della National Portrait<br />
Gallery.<br />
Le sue fotografia hanno immortalato<br />
immigrati a Soho e Liverpool,<br />
prostitute a Piccadilly e<br />
bambini nelle strade del Gorbals.<br />
Il suo lavoro, notevole per<br />
empatia e delicatezza, è riuscito<br />
a cogliere con semplicità e forza<br />
scene anonime della vita di tutti<br />
giorni tramandandole attraverso<br />
l’arte nel tempo.<br />
Nel 1957, dopo la chiusura del<br />
Picture Post, Hardy diventa uno<br />
dei più noti fotografi di pubblicità,<br />
fino a quando, nel 1964, si<br />
ritira nella sua fattoria di Oxted<br />
dove muore il 3 luglio del 1995.<br />
Nel centenario della sua nascita<br />
la Photographer’s Gallery di Londra<br />
gli ha dedicato una retrospettiva.<br />
“ Non c’è bisogno di<br />
una costosa macchina<br />
fotografica<br />
per scattare buone<br />
foto”.<br />
Orizzonte Magazine • 59
Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />
Orizzonte Magazine, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />
Le foto dovranno essere in formato jpeg e andranno inviate, senza watermark o scritte:<br />
alla casella e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />
corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />
giovanni divito<br />
carolina colletto<br />
fabio sanfilippo<br />
antonio blanco<br />
60 • Orizzonte Magazine<br />
domenico lucchese
antonello diana<br />
nino di lecce<br />
rosmara bufano<br />
donato labricciosa<br />
donato cellamare<br />
Orizzonte Magazine • 61
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it<br />
62 • Orizzonte Magazine
cavatelli con ceci neri<br />
e gamberetti<br />
Orizzonte Magazine • 63
cavatelli con ceci neri<br />
e gamberetti<br />
di Ornella Mirelli<br />
L<br />
a pasta e ceci è un piatto<br />
che viene da molto<br />
lontano; già nel 1 secolo<br />
a. C. ne parla Ovidio<br />
in una delle Satire, dicendo di tornare<br />
a casa per sedersi davanti ad<br />
una scodella di porri, ceci e lasagne<br />
(“Ad porri et ciceris refero, laganique<br />
catinum”). Nè si trattava di un cibo<br />
povero se nel testamento di<br />
un certo Ponzio Bastone, redatto<br />
a Genova del 1279, è menzionato<br />
il lascito di una “baricella piena de<br />
macaronis”, una cesta di pasta lasciata<br />
in eredità.<br />
D’altro canto i ceci sono molto<br />
più antichi. si trova traccia della<br />
loro coltivazione nell’età del<br />
bronzo (3500 a.C.) in Iraq, da<br />
dove si è difusa in Egitto, in Grecia<br />
e nell’Impero Romano.<br />
I ceci neri, peraltro, sono una varietà<br />
esclusiva della Murgia barese<br />
e materana; molto gustosi, sono<br />
ricchi di fibre (il triplo rispetto ai<br />
ceci comuni) e di ferro, tanto che<br />
in passato venivano consigliati alle<br />
donne gravide.<br />
Col tempo la pasta e ceci è diventato<br />
un piato tipico della cultura<br />
contadina, dove gli ingredienti<br />
(ceci e farina per fare in casa la<br />
pasta) sono d’immediata reperibilità,<br />
assumendo talvolta anche<br />
contenuti sacrali. E’ il caso delle<br />
Tavole di S. Giuseppe che si tengono<br />
il 19 marzo nel Salento, ma<br />
anche in alcuni comuni siciliani e<br />
lucani, in cui Cicere e Tria (ceci con<br />
lasagne fatte in casa) rappresentano<br />
uno dei piatti principali.<br />
Si tratta di un rito antichissimo che<br />
consiste nella preparazione, a casa<br />
di ogni devoto del Santo, di tavole<br />
ricche di pietanze legate esclusivamente<br />
a questa ricorrenza. Alcuni<br />
giorni prima della celebrazione il<br />
devoto individua alcune persone<br />
bisognose, da un minimo di tre a<br />
un massimo di tredici e comunque<br />
in numero dispari, che dovranno<br />
sedere a tavola ricoprendo il ruolo<br />
di un Santo.<br />
Il personaggio di San Giuseppe, in<br />
genere il padrone di casa, detta i<br />
tempi: inizia con l’assaggio di una<br />
pietanza accompagnata dalla preghiera.<br />
Una volta terminato tocca<br />
agli altri commensali procedere<br />
con gli assaggi, finché “San Giuseppe”<br />
non batte per tre volte<br />
la forchetta sul suo piatto; allora<br />
i commensali interrompono il<br />
pasto e iniziano con la preghiera.<br />
Quindi un devoto introduce una<br />
nuova pietanza ed il ciclo si ripete.<br />
Cavatelli con ceci neri<br />
e gamberetti<br />
Per i ceci::<br />
350 gr circa di ceci neri<br />
sale grosso e fino<br />
64 • Orizzonte Magazine
olio extravergine d’oliva<br />
un gambo di sedano<br />
un pomodoro fiaschetto<br />
uno spicchio di aglio<br />
Sciacquate in acqua fresca i ceci,<br />
strofinateli ben bene tra loro, con<br />
le mani, insieme a due belle manciate<br />
di sale grosso. Se non l’avete<br />
mai fatto, potete mettere tutto in<br />
un canovaccio, arrotolarlo e strofinarlo<br />
sul piano di lavoro, quindi<br />
mettete ceci e sale in ammollo in<br />
acqua calda e lasciate il tegame coperto<br />
per 12 ore. A questo punto<br />
cambiate l’acqua e tenete in ceci<br />
in ammollo per altre 12 ore. Trascorso<br />
il tempo necessario per<br />
l’ammollo, procedete alla cottura<br />
come segue.<br />
Sciacquate bene i ceci, metteteli in<br />
un tegame coperti di acqua tiepida<br />
e accendete il fornello ad una temperatura<br />
medio-bassa. Preparate<br />
contemporaneamente un pentolino<br />
di acqua calda da tenere a portata<br />
di mano per rabboccare quella<br />
del tegame che deve rimanere<br />
sempre allo stesso livello. Non aggiungete<br />
mai acqua fredda: compromettereste<br />
irrimediabilmente<br />
la cottura dei ceci. Appena l’acqua<br />
avrà preso il bollore, in superficie<br />
si formerà una schiuma grigiastra.<br />
Toglietela col mestolo forato.<br />
Dopo circa un’oretta potrete<br />
cominciare a condire i ceci con<br />
uno spicchio di aglio, vestito e bucherellato<br />
con i rebbi di una forchetta,<br />
un pomodoro fiaschetto<br />
tagliato a metà, un gambo di sedano<br />
spezzato e privato dei filamenti.<br />
Se avete un saccchetto di<br />
garza è bene usarlo per contenere<br />
aglio e sedano che così potranno<br />
essere tolti a cottura ultimata<br />
con grande facilità.<br />
Aggiungete anche un bel po’ d’olio<br />
e continuate la cottura sorvegliando<br />
che i ceci siano sempre coperti<br />
di liquido. Dopo circa un’ora potrete<br />
salare e mettere ancora olio<br />
e acqua. In tutto occorrerano 4<br />
ore esatte di cottura per ottenere<br />
i ceci neri ben cotti ma sodi. Assaggiate,<br />
aggiustate di sale e se<br />
serve, ancora un po’ di olio. Togliete<br />
gli odori e tenete da parte i ceci.<br />
Vi sconsiglio caldamente di passarne<br />
una parte o peggio di frullarli:<br />
perderanno il colore e la passata<br />
potrebbe risultare granulosa.<br />
Continua la collaborazione<br />
di Orizzonte Magazine con<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
Orizzonte Magazine • 65
Per i gamberi:<br />
200 gr gamberetti<br />
olio extravergine<br />
due pomodori fiaschetto<br />
poco vino bianco secco<br />
un pizzico di sale<br />
Rosolate in gamberi in olio caldo<br />
per pochi minuti, sfumate col vino<br />
bianco, e lasciateli intiepidire, quindi<br />
toglieteli dalla pentola e sgusciateli,<br />
tenendone da parte qualcuno<br />
intero per decorare il piatto.<br />
Rimettete nello stesso tegame tutti<br />
gli scarti, comprese le teste, aggiungete<br />
acqua, sale e i pomodori spezzettati<br />
e fate un fumetto facendo<br />
ridurre il liquido per una ventina di<br />
minuti. Filtrate tutto, cercando di<br />
premere gli scarti con un cucchiaio<br />
di legno e tenete da parte.<br />
Per i cavatelli::<br />
350 gr circa di semola di grano duro<br />
acqua bollente<br />
La giusta proporzione tra semola<br />
e acqua per ottenere l’impasto per<br />
Cavatelli della giusta consistenza è<br />
poco meno del 50% di acqua, sul<br />
peso totale della semola.<br />
Mettere a bollire l’acqua per l’impasto<br />
e disporre la semola sulla<br />
spianatoia in una “montagnetta”,<br />
facendo una fossa al centro. Appena<br />
l’acqua avrà preso il bollore,<br />
spegnere il fornello e metterne un<br />
terzo nell’incavo fatto nella semola.<br />
Facendo attenzione a non scottarsi,<br />
cominciare a impastare, aggiungendo<br />
man mano l’altra acqua.<br />
Lavorare bene l’impasto fino ad<br />
ottenere una massa liscia, omogenea<br />
e compatta; farne una palla e<br />
tenerla sotto un canovaccio.<br />
Prelevare un pezzo dall’impasto<br />
e rotolandolo con i palmi sulla<br />
spianatoia ricavare un serpetello<br />
del diametro del dito mignolo.<br />
Tagliare quindi a piccoli tocchetti<br />
e man mano trascinare sulla spianatoia<br />
questi ultimi con la lama di<br />
un coltello a punta tonda, facendo<br />
una leggera pressione sul tocchetto<br />
di impasto col pollice della<br />
mano sinistra, finché non si sarà<br />
arrotolato sulla lama del coltello.<br />
A questo punto con una leggera<br />
pressione del pollice o dell’indice<br />
della mano destra, staccare l’impasto<br />
dal coltello, accentuando<br />
l’incavo del Cavatello.<br />
Tenere i cavatelli sulla spianatoia<br />
leggermente spolverata di semola<br />
o su un vassoio coperto con<br />
un canovaccio infarinato, oppure<br />
su appositi setacci, mentre bolle<br />
l’acqua per la loro cottura.<br />
Cuocete i cavatelli in abbondate<br />
acqua salata e nel frattempo<br />
scaldate sia i ceci che il fumetto di<br />
gamberi. Appena i cavatelli saliranno<br />
a galla scolateli, metteteli nella<br />
stessa pentola dei ceci insieme al<br />
fumetto dei gamberi e un poco di<br />
acqua di cottura della pasta. Lasciate<br />
sobbollire per dieci minuti,<br />
quindi aggiungete i gamberi sgusciati,<br />
coprite il tegame e lasciate<br />
riposare per altri dieci minuti. Infine<br />
impiattate, profumando con<br />
pochi granelli di pepe rosa pestati.<br />
La preparazione richiede pazienza<br />
e tempo, ma vi assicuro che ne<br />
vale davvero la pena!<br />
66 • Orizzonte Magazine
Nata nel 2013 da un gruppo di cinque amici amanti di questo piatto importante della tradizione culinaria<br />
barese, oggi conta più di 300 associati. il Presidente Massimo Dell’Erba è affiancato dai suoi più stretti<br />
amici con i quali condivide questa esperienza tra i quali si annoverano i nomi di Nicola Pintucci, Gianvito<br />
Spizzico, Mimmo Magistro, Mimmo Trizio, Ettore Bucciero, Vincenzo Izzo, Bartolo Centrone, Nicola Di<br />
Candia, Angelo Michele Nardelli, Carlo Sinisi, Mimmo Mallardi, Vito Insalata, Rino Desiante, Oscar Clemente,<br />
Vito Maffei, Eligio Mayer, Leonardo Cisaria, Nino Frezza, Roberto Cantarone, ai quali ultimamente<br />
si sono aggiunti anche Nicola Lerario, Alberto Melica e altri.<br />
L’Accademia dell’Assassina non ha una sede propria; è itinerante attraverso i ristoranti di bari e provincia<br />
ed ha come scopo unico la degustazione degli spaghetti all’assassina che nella tradizione della cucina barese<br />
era solita prepararsi il lunedì usando il ragù avanzato la domenica precedente, sempre accompagnato da vino<br />
prodotto da cantine pugliesi quali Polvanera, Agricole Vallone, Cantine Due Palme, Taurino e altre.<br />
Le vicende dell’Accademia dell’Assassina possono essere seguite entrando a far parte dell’omonimo<br />
gruppo facebook e....buoni spaghetti a tutti!!!!!<br />
Orizzonte Magazine • 67
SULLE STRADE DELLE<br />
DE.CO. MANTOVANE<br />
QUISTELLO<br />
fRA ZUCCHE E VIN COT<br />
di Fabrizio Capra<br />
D<br />
Dal numero scorso<br />
abbiamo avviato un<br />
viaggio attraverso le<br />
De.Co. (Denominazioni<br />
Comunali) della provincia di<br />
Mantova, un viaggio lungo perché<br />
di De.Co. nel mantovano se ne<br />
contano ben diciassette che coinvolgono<br />
dieci comuni.<br />
Perché un viaggio Le De.Co. sono<br />
l’identità di un territorio, che<br />
è rappresentato dalla sua storia,<br />
dalla sua cultura, dalla sua arte<br />
e dalla grande tradizione enogastronomica<br />
che lega un paese alla<br />
sua popolazione.<br />
Le De.Co. mantovane sono state<br />
presentate alla fine di ottobre a<br />
Mantova, presso Ca’ degli Uber-<br />
ti, palazzo tardogotico ghibellino,<br />
con saloni affrescati del 1400 e<br />
1500, affacciato sulla splendida<br />
piazza Sordello, davanti a Palazzo<br />
Ducale, alla presenza dei rappresentanti<br />
(sindaci, assessori, consiglieri,<br />
pro loco, ecc.) dei comuni<br />
interessati.<br />
Nel numero scorso abbiamo avviato<br />
il nostro viaggio dal paese di<br />
Castel d’Ario e con la sua De.Co.,<br />
il “riso alla pilota”. In questo numero<br />
ci spostiamo a Quistello con<br />
due prodotti di gran pregio: la zucca<br />
“Capel da pret” e il Vin Cot.<br />
Zucca di Quistello (Capel da pret)<br />
Si tratta di un prodotto tipico<br />
dell’Oltrepò Mantovano, coltivato<br />
68 • Orizzonte Magazine
in campo aperto (escluse coltivazioni<br />
in serra o sotto tunnel) nei<br />
terreni alluvionali. La denominazione<br />
spetta solo alle zucche di peso<br />
non inferiore agli 800 grammi. La<br />
raccolta non deve avvenire prima<br />
del 20 agosto e deve essere fatta<br />
manualmente. Per conservarle bisogna<br />
tenerle in luogo asciutto e<br />
non esposto alla luce diretta.<br />
Dal disciplinare di<br />
produzione:<br />
“La zucca tipica di Quistello<br />
(Capel da pret)<br />
appartiene alla specie<br />
Cucurbita Maxima.<br />
Per essere riconosciuta<br />
De.Co. deve presentare<br />
la caratteristica forma<br />
a turbante, con la<br />
parte inferiore più piccola<br />
rispetto a quella<br />
superiore, e la buccia<br />
di colore grigio chiaro,<br />
lucente, priva di escrescenze,<br />
gibbosità e ogni<br />
altro difetto evidente<br />
con le seguenti caratteristiche:<br />
il peduncolo<br />
deve essere lignificato<br />
almeno al 50%; la<br />
polpa, a maturazione,<br />
deve presentarsi di un<br />
colore arancione intenso,<br />
vivo, uniforme,<br />
deve essere compatta,<br />
soda; il profumo crudo<br />
e caratteristico di fiori<br />
di campo e vaniglia,<br />
delicato e intenso; cucinata,<br />
risulta morbida,<br />
poco fibrosa e dal<br />
sapore dolce al palato,<br />
con leggero retrogusto di nocciola tipico<br />
delle zucche.”<br />
Vin Cot di Quistello<br />
È riferito al mosto di uva Lambrusco<br />
del Vicariato di Quistello,<br />
il cui procedimento di cottura si<br />
tramanda di generazione in generazione.<br />
Viene utilizzato su molti<br />
piatti tradizionali, in particolare di<br />
origine gonzaghesca. Storicamente<br />
il vino cotto è un derivato dal<br />
mosto, prodotto con molta concentrazione<br />
di zuccheri d’uva e<br />
assente di alcool, ottenuto con un<br />
processo di produzione di tipo artigianale<br />
effettuato in concomitanza<br />
con il periodo della vendemmia.<br />
Materia prima utilizzata: mosto di<br />
uva, quale Lambrusco Grappello<br />
Orizzonte Magazine • 69
Ruberti di Quistello, coltivata nella<br />
zona di produzione dell’IGP Quistello,<br />
senza ulteriori aggiunte.<br />
Il mosto appena pigiato viene<br />
messo in un contenitore, “paiolo”,<br />
e fatto ridurre a fuoco lento a un<br />
quarto o un quinto del volume,<br />
a seconda dell’annata, assumendo<br />
una consistenza cremosa idonea<br />
da usarsi come condimento o come<br />
componente in cucina per la<br />
preparazione di diversi piatti della<br />
tradizione.<br />
Una volta ottenuta la densità<br />
voluta, viene fatto raffreddare e<br />
conservato in recipienti sigillati in<br />
luogo asciutto e al riparo dalla luce<br />
e da fonti di calore fino all’immissione<br />
alla vendita in bottiglie<br />
di vetro.<br />
Caratteristiche: colore marrone<br />
scuro; densità 35/40 gradi baumé;<br />
dolce al gusto ma con retrogusto<br />
tannico, leggero profumo di caramello.<br />
La commercializzazione<br />
avviene tutto l’anno nel rispetto<br />
delle normative vigenti per i prodotti<br />
derivati dai mosti.<br />
Quistello è un paese che sorge sulla<br />
riva destra del fiume Secchia, il<br />
cui nome deriverebbe dal “Custellum”,<br />
un emissario del Po Vecchio<br />
che scorreva a fianco dell’abitato e<br />
lo delimitava sul lato settentrionale,<br />
identificabile probabilmente con il<br />
torrente Crostolo.<br />
Da visitare:<br />
la Chiesa di San Bartolomeo ricostruita<br />
nel 1732 con le pietre del<br />
demolito castello;<br />
la Pieve di San Fiorentino a Nuvolato.<br />
Il Comune di Quistello offre inoltre<br />
un interessante percorso ambientale<br />
e naturalistico nel Parco delle<br />
golene della foce, che dal fiume<br />
Secchia arriva sino al Po, e un eccellente<br />
patrimonio enogastronomico<br />
di prodotti tipici certificati come il<br />
Lambrusco DOC, la Pera IGP e il<br />
Parmigiano Reggiano<br />
70 • Orizzonte Magazine
Trattoria<br />
l'Ochina Bianca<br />
Aperta nel 1992 come osteria aderente a Slow food, dal<br />
2001 “L’Ochina bianca” è gestita da Roberto e Patrizia<br />
Tonelli. Le ricette sono quelle tipiche della cucina mantovana,<br />
alle quali quattro cuoche esperte hanno aggiunto<br />
molte ricette di pesce, fra cui il “Gran piatto di fritto<br />
misto”, da molti considerato il migliore d’Italia.<br />
Via Giuseppe Finzi, 2<br />
46100 Mantova – ITALIA<br />
Telefono: 0376 323700<br />
Orizzonte Magazine • 71
lo<br />
sapevate<br />
che<br />
papaver rhoeas<br />
(Papaveraceae)<br />
pianta spontanea<br />
Nome SCENTIFICO:<br />
papaver rhoeas<br />
pianta comune in tutta<br />
l’europa centro meridionale<br />
di Angelo Ferri<br />
Il Papaver è un fiore annuale,<br />
1.<br />
che ricerca i terreni poveri e<br />
secchi, un suolo leggero e molto<br />
soleggiato. Il suo fiore, dai colori<br />
tanto vivaci ed è il più vivacemente<br />
colorato della nostra flora, è purtroppo molto<br />
effimero. Se volete goderlo, coglietelo allo stato di<br />
bocciolo e mettetelo subito nell’acqua; vedrete ben<br />
presto i petali gonfiarsi nel calice e rigettarlo come<br />
un cappuccio inutile e, ancora sgualcito schiudersi.<br />
Il carattere fragile del Papavero, lo discutono in<br />
tutti i testi di giardinaggio. Per la sua caratteristica<br />
della sua poca durata e fragilità, fa si che il papavero<br />
non sia coltivabile sui terrazzi, e sia andato sempre<br />
più perdendo tra le piante da giardino. Oggi molti<br />
sembrano esigere dai fiori del loro giardino. Molti<br />
scelgono una pianta come se stanno scegliendo un<br />
elettrodomestico con le stesse caratteristiche, cercando<br />
nella pianta il massimo dell’eficenza, il massimo<br />
dell’autonomia e il minimo consumo.<br />
72 • Orizzonte Magazine
Il Papavero ha un’area di diffusione<br />
molto vasta, che comprende<br />
l’Europa e l’Asia, e si è naturalizzato<br />
anche in America. Ha fusti<br />
eretti e sottili, ricoperti di peli<br />
molto sottili e corti, che sporgono orizzontalmente<br />
sul gambo. La capsula dei semi è tonda e schiacciata.<br />
Le foglie sono allungate e intagliate in stretti<br />
segmenti lanceolati e ciascuno di essi termina in punta.<br />
I fiori hanno un diametro che può arrivare fino<br />
a 8/9 cm e sono di solito rosso cinabro, scarlati o<br />
porporini, con gli stami che formano un anello nero<br />
al centro. i petali sono disuguali, 2 più grandi e 2 più<br />
piccoli, spesso macchiati di porpora alla base, petali<br />
molto soffici, hanno gli orli ondulati e quando i fiori<br />
cominciano a schiudersi, sembrano tutti sgualciti nel<br />
boccio come carta crespa.<br />
2. 5.<br />
Per questa pianta difficoltà di coltura<br />
non ne rappresentano, a ec-<br />
3.<br />
cezzione di qualche specie alpina.<br />
Occorre tuttavia non dimenticare<br />
che come quasi tutte le piante<br />
fornite di un fittone, il papavero non sopporta il<br />
trapianto, bisogna rassegnarsi a seminarlo, in vassoi,<br />
mescolando il terriccio con due terzi di sabbia ed essere<br />
pronti a diradare le piantine non appena siano<br />
abbastanza grandi. Ma la semina a dimora è quella<br />
più indicata è rappresenta solo una piccola difficoltà<br />
nel diradamento che va fatto a distanza di 20 / 25<br />
cm tra una pianta e l’altre.<br />
I principali nutrienti dei semi di papavero<br />
Esistono diverse varietà di<br />
4.<br />
papavero, da quello da oppio al papavero<br />
comune, detto rosolaccio.<br />
I semi di papavero possono essere<br />
bianchi o neri e sono, come tutti i semi oleosi, una<br />
ricca fonte di grassi e proteine.<br />
Sono inoltre una preziosa riserva di manganese, calcio,<br />
acido linoleico (Omega 6) e vitamina E.<br />
I semi di papavero sono utilizzati come rimedio naturale<br />
contro ansia e stress, hanno infatti un blando<br />
effetto sedativo e calmante per il sistema nervoso.<br />
Il contenuto di calcio è un valido aiuto per la salute<br />
di denti e ossa, soprattutto per le donne in<br />
menopausa, mentre quello di manganese combatte<br />
l’azione dannosa dei radicali liberi e contribuisce<br />
a tenere sotto controllo il livello di zuccheri<br />
nel sangue. I semi di papavero contengono inoltre<br />
i fitosteroli che riducono la concentrazione di colesterolo<br />
nell’organismo.<br />
I semi di papavero in cucina<br />
Come tutti i semi oleosi, anche<br />
i semi di papavero sono molto<br />
utilizzati negli impasti di prodotti<br />
da forno e in pasticceria: davvero<br />
gustoso l’abbinamento con gli agrumi che vede spesso<br />
questi semini coprotagonisti di torte assieme ad<br />
arance o limoni. Sono molto utilizzati nella cucina tedesca<br />
e in Italia appartangono alla tradizione culinaria<br />
del Trentino-Alto Adige. Un classico, ad esempio,<br />
è lo strudel ai semi di papavero. I semi di papavero,<br />
nella varietà bianca, sono tra le spezie che compongono<br />
il curry, la miscela di origine indiana che regala<br />
a carne e verdure quell’aroma esotico che le rende<br />
davvero gustose. Preparare un curry personalizzato!<br />
Basterà aggiungere ai semi di papavero altre spezie a piacere<br />
tra coriandolo, curcuma, pepe, cumino e zenzero.<br />
Per ottenere una polvere si può usare un mortaio<br />
mentre per la pasta di curry andrà benissimo un<br />
mixer elettrico tenendo presente che 1/3 del composto<br />
deve essere liquido (acqua, olio d’oliva o latte<br />
di cocco).<br />
Ricetta per curry con patate e semi di papavero.<br />
Ingredienti<br />
700 g di patate a pasta compatta<br />
1 mazzo di cipollotti<br />
250 g di fiorellini di broccoli<br />
3 pomodori<br />
1 pezzo di zenzero fresco (circa 3 cm)<br />
2 peperoncini rossi<br />
3 cucchiai di burro<br />
1 cucchiaio di curry Madras in polvere<br />
½ cucchiaino di cannella in polvere<br />
250 g di yogurt<br />
sale<br />
3 cucchiai di semi di papavero<br />
Orizzonte Magazine • 73
74 • Orizzonte Magazine
OROSCOPO<br />
gennaio <strong>2015</strong><br />
Orizzonte Magazine • 75
ARIETE TORO GEMELLI<br />
Inizi il mese colmo di ottimismo<br />
e di buoni propositi ma, con il<br />
proseguire dei giorni, ti raffreddi<br />
e incupisci.<br />
Mercurio dal giorno 8 diventa<br />
dispettoso, si diverte a creare<br />
equivoci e semina zizzania con<br />
le persone che ti circondano.<br />
Non intestardirti su certe questioni<br />
familiari: Plutone e Saturno<br />
non annunciano niente di buono,<br />
quindi meglio volare basso.<br />
Dal venti in poi l’umore migliora<br />
e anche i tuoi rapporti diventano<br />
più scorrevoli.<br />
Se non fosse per un inizio non<br />
eccezionale per la sfera affettiva<br />
e nei rapporti con l’altro sesso,<br />
gennaio comunque, per te, amico<br />
del Toro, viaggia all’insegna dei<br />
fuochi pirotecnici.<br />
Nessuna preoccupazione per<br />
i rapporti con l’altra metà del<br />
cielo, dal 14, Venere promette di<br />
ridarti quello che ti ha negato<br />
nelle prime due settimane. Giusto<br />
in tempo per rimetterti in<br />
forma e perdere qualche chilo di<br />
troppo; un Giove così favorevole<br />
ti avrà fatto superare più volte il<br />
limite a tavola!<br />
Questo è l’anno in cui puoi mettere<br />
in campo i tuoi più grandi<br />
progetti. Per questo mese, Urano<br />
e Nettuno ti regalano percezioni<br />
oltre il normale flusso di pensieri<br />
e, a differenza del tuo solito, questi<br />
pensieri sono supportati da<br />
un generoso Saturno che saprà<br />
farli realizzare con basi solide e<br />
durature. Quindi, caro amico dei<br />
Gemelli, rompi gli indugi e cogli<br />
l’occasione che ti si presenta con<br />
questo inizio di <strong>2015</strong>. A chi dubiterà<br />
delle tue capacità, dandoti<br />
dell’incostante e volubile, è arrivato<br />
il momento di mostrare di<br />
che pasta sei fatto.<br />
CANCRO LEONE VERGINE<br />
Non sottovalutare le piccole,<br />
appena percettibili, tensioni familiari<br />
ad inizio mese. Infatti, dal<br />
giorno 10 in poi, Mercurio sarà<br />
nervoso e potrebbe far esplodere<br />
queste incertezze appena accennate<br />
in polemiche e rotture<br />
aperte.<br />
Fino al 29, dovrai fare molta attenzione<br />
a quello che dici e a<br />
come lo dici: infatti rischi gaffe<br />
in casa, sul lavoro, con gli amici.<br />
Amore e soldi però non ti daranno<br />
grattacapi dal 14 fino agli<br />
ultimi giorni di gennaio.<br />
Una frizzante voglia di socialità<br />
inaugura il nuovo anno. Hai una<br />
gran voglia di spaziare, di conoscere<br />
gente, di divertirti. Peccato<br />
che con la tua dolce metà siano<br />
in vista fastidiose tensioni.<br />
L’amore non è al primo posto<br />
nei tuoi pensieri, oppure sei così<br />
irritato da metterlo in fondo alla<br />
lista delle tue priorità. In compenso,<br />
il lavoro ti offre buone occasioni,<br />
la forma fisica è discreta<br />
e perfino in famiglia, a parte i soliti<br />
alti e bassi, ti sembra che siano<br />
diventati tutti più ragionevoli.<br />
Grintoso e carico di entusiasmo,<br />
inizi il nuovo anno pieno di buoni<br />
propositi. Lavoro, famiglia, amore,<br />
fitness: hai una lista infinita per<br />
questo <strong>2015</strong>! A gennaio però<br />
potrai farti valere soprattutto<br />
nel lavoro e raggiungere i risultati<br />
desiderati per la forma fisica.<br />
L’amore attraversa una fase di<br />
alti e bassi anche se l’erotismo e<br />
il sex appeal potrebbero, al contrario,<br />
raggiungere vertici sublimi!<br />
La vita sociale è frizzante e<br />
potrai conoscere persone molto<br />
interessanti.<br />
76 • Orizzonte Magazine
BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />
Momenti di nervosismo compresi<br />
tra il giorno 8 e il 27 a causa<br />
della posizione tesa di Mercurio.<br />
Se ci sono questioni particolarmente<br />
importanti da sbrigare o<br />
da mettere in cantiere, ti converrà<br />
scegliere le date precedenti o<br />
seguenti questo arco temporale.<br />
Il cielo non è del tutto sgombro<br />
da nubi tempestose per lavoro<br />
e famiglia, per energia e cuore.<br />
Ma tu supererai i problemi alla<br />
grande: basta un pizzico di tenacia,<br />
due di sopportazione e tre di<br />
pazienza!<br />
Lucido, agguerrito, combattivo.<br />
Meglio non contrastarti, questo<br />
mese, perché faresti assaggiare<br />
al malcapitato quanto può essere<br />
sottile e vendicativa la tua ira<br />
funesta. Purtroppo, sembra che,<br />
almeno entro il 14, a farti uscire<br />
dai gangheri sarà il partner<br />
o un familiare. Consolati con la<br />
vita sociale: dal giorno 8 al 27 ti<br />
aspettano giornate memorabili,<br />
intese, proficue per incontrare<br />
gli amici di sempre o espandere<br />
il tuo solito giro di frequentazioni.<br />
La seconda parte del mese<br />
sarà super per tutti gli ambiti.<br />
Mercurio sarà nel segno fino al<br />
giorno 8 ravvivando la tua vita<br />
sociale. Puoi conoscere nuove<br />
persone, farti invitare in ambienti<br />
esclusivi, viaggiare e farti valere<br />
nel lavoro e in famiglia. Amore ed<br />
emozioni sono speciali, ma dopo<br />
il 14 diventerai più teso e andare<br />
d’accordo potrebbe non essere<br />
così semplice. Dosa con equilibrio<br />
i tuo interessi, gli impegni<br />
professionali con il tempo dedicato<br />
alla famiglia.<br />
CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />
Gennaio sarà un mese positivo.<br />
Molti pianeti sono disponibili nei<br />
tuoi confronti e ti aiuteranno a<br />
superare le piccole o grandi difficoltà<br />
che hai dovuto affrontare<br />
nella vita professionale o di relazione<br />
nel periodo più recente.<br />
Dal giorno 8 al 27 sarai vivace<br />
e frizzante, astuto e dinamico.<br />
Puoi espandere il giro delle tue<br />
amicizie, conoscere da vicino chi<br />
ti piace, viaggiare o migliorare il<br />
dialogo in famiglia. Fatti un regalo:<br />
te lo meriti, amico!<br />
Mese frizzante e piacevole all’orizzonte!<br />
Mercurio sarà tuo alleato<br />
fino al giorno 8 e quindi dal<br />
27 in poi. Sono queste le giornate<br />
migliori per organizzare party,<br />
ampliare la sfera delle tue frequentazioni,<br />
impostare un buon<br />
dialogo in famiglia. Nei giorni rimanenti<br />
però non rimarrai certo<br />
con le mani in mano, anzi.<br />
Gennaio ti offre un ricco carnet<br />
di proposte, di vantaggi da spendere<br />
per professione e amore,<br />
famiglia e benessere.<br />
Metti in conto un po’ di tensione<br />
a inizio mese. Discussioni in<br />
famiglia, imprevisti domestici o<br />
lavorativi, qualche tensione con<br />
gli amici.<br />
Ma dal giorno 8 il panorama si<br />
rischiarerà e potrai trovare una<br />
soluzione efficace per ogni tipo<br />
di problema. La vita sociale, in<br />
questo stesso periodo, sarà vivacissima:<br />
party, incontri, nuove<br />
amicizie rallegreranno buona<br />
parte di gennaio. Lavoro e famiglia<br />
procedono bene, la salute<br />
tiene. Un mese positivo per i<br />
tuoi progetti!<br />
Orizzonte Magazine • 77
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