08.01.2015 Views

SATURA art gallery

SATURA art gallery

SATURA art gallery

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SaTuRa ARTE LETTERATURA SPETTACOLO 3/2008<br />

SaT uRa<br />

3 o TRIMESTRE 2008<br />

ARTE LETTERATURA SPETTACOLO N3


SaTuRa<br />

Trimestrale<br />

di <strong>art</strong>e letteratura e spettacolo<br />

Redazione<br />

Sandra Arosio, Milena Buzzoni,<br />

Vico Faggi, Luigi Fenga,<br />

Gianluigi Gentile, Mario Napoli,<br />

Mario Pepe, Veronica Pesce,<br />

Giuliana Rovetta, Andrea Scarel,<br />

Stefano Verdino, Guido Zavanone<br />

Redazione milanese<br />

Simona De Giorgio<br />

Via Farneti,3<br />

20129 Milano<br />

Tel.: 02 74 23 10 30<br />

e-mail: simodergiorgio@libero.it<br />

Direttore responsabile<br />

Gianfranco De Ferrari<br />

Segreteria di Redazione<br />

Rita di Matteo<br />

Collaboratori di Redazione<br />

Erika Bailo, Barbara Cella,<br />

Maura Ghiselli, Irene Mele,<br />

Elisa Rampone<br />

Editore<br />

<strong>SATURA</strong> associazione culturale<br />

Amministrazione<br />

<strong>SATURA</strong> Piazza Stella 5, 16123 Genova<br />

Tel.: 0102468284<br />

cellulare 338-2916243<br />

e-mail: saturanews@satura.it<br />

sito web: www.satura.it<br />

Progetto grafico<br />

Elena Menichini<br />

Stampa<br />

Sorriso Francescano<br />

Via Riboli 20, 16145 Genova<br />

Quota di abbonamento 2008<br />

un numero: euro 6,00<br />

annuale: euro 20,00<br />

sostenitore: euro 50,00<br />

C/C Banca Intesa Cod. IBAN:<br />

IT37 G030 6901 4950 5963 0260 158<br />

Anno 1 n° 3<br />

Terzo trimestre<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Genova n° 8/2008<br />

In copertina<br />

Sergio Palladini<br />

Il rimorchiatore Carignano


sommario<br />

03 Franco Croce<br />

Una lettura di Franco Croce:<br />

Beppe Fenoglio<br />

a cura di Caterina Bardi<br />

07 Beppe Fenoglio e il cinema<br />

Veronica Pesce<br />

27 Tre scritti di Vico Faggi<br />

27 1. Inferiae di dicembre<br />

(Genova 2007)<br />

28 2. Inferiae di gennaio<br />

(Genova 2008)<br />

30 3. Inferiae di febbraio<br />

(Genova 2008)<br />

32 Un regista e attore ligure<br />

L'<strong>art</strong>e e la libertà<br />

di Pippo Delbono<br />

Andrea Scarel<br />

42 Cinque poesie<br />

Enzo Ferrari<br />

42 La mia vita<br />

42 In piazza<br />

43 Movimenti<br />

43 Genova e i suoi tetti<br />

43 Operai<br />

44 I miei libri (racconto)<br />

Marise Ferro<br />

47 Asimmetrie amorose nel<br />

romanzo gotico<br />

Simonetta Ronco<br />

51 Due scritti di Luigi Fenga<br />

51 1. Piccola lettura di<br />

Costantino il Grande<br />

56 2. OMAGGIO A SIGFRIDO<br />

BARTOLINI<br />

Le mostre estive<br />

di Acqui Terme<br />

62 PROSPEZIONI<br />

Dieci donne per un ritratto<br />

di Milena Buzzoni<br />

Pascoli e l’antico<br />

di Simona De Giorgio<br />

Sulla poesia di Falabrino<br />

di Vico Faggi<br />

Turismo d’autore<br />

di Luigi Fenga<br />

Teatro di Fenoglio<br />

di Veronica Pesce<br />

Bonnefoy, primi scritti<br />

di Giuliana Rovetta<br />

Le stagioni di Mario Rigoni Stern<br />

di Emanuela Schiano di Pepe<br />

Canti popolari greci<br />

di Guido Zavanone<br />

73 INTERVISTA<br />

Sergio Palladini<br />

77 Sergio Palladini<br />

Il significato<br />

di un’app<strong>art</strong>enenza<br />

Luciano Caprile<br />

81 CRITICA<br />

Arte Contemporanea:<br />

Marcel Duchamp<br />

e il mercato<br />

Mario Pepe<br />

85 VETRINA<br />

Graziella Menozzi Gemignani<br />

L’<strong>art</strong>e che sogna<br />

nella sua dimora<br />

Leonardo Santoli<br />

87 Enrico Paolo Rossi<br />

Tra segno e significato<br />

Gianluigi Gentile<br />

89 MOSTRE<br />

L'opera grafica<br />

di Giorgio De Chirico<br />

Mario Napoli<br />

91 Satur<strong>art</strong>e 2008<br />

XII Concorso Nazionale<br />

d’Arte Contemporanea<br />

Mario Pepe<br />

93 Genova e il mare<br />

Rassegna d’Arte<br />

Contemporanea<br />

Mario Napoli<br />

95 Probabili indizi<br />

Rassegna d’Arte<br />

Contemporanea<br />

Mario Napoli<br />

97 EVENTO<br />

GENOVA SI TINGE<br />

DI GIALLO<br />

97 IV Festival della Letteratura<br />

del Crimine - Crime & Drama<br />

Mario Napoli<br />

100 La trattazione<br />

"eros"-"tanatos" nella<br />

contemporanea letteratura<br />

horror<br />

valutazioni psicologiche<br />

e criminalistiche<br />

Amedeo Ronteuroli<br />

e Marian Ronteuroli<br />

104 Gusto Giallo<br />

Roberto Pirino


F R A N C O<br />

C R O C E<br />

3<br />

FRANCO CROCE<br />

Una lettura di Franco Croce: Beppe Fenoglio<br />

a cura di Caterina Bardi 1<br />

Oggi parliamo di Primavera di bellezza, l’unico romanzo compiuto di un<br />

grande scrittore del secondo Novecento, Beppe Fenoglio. Primavera di bellezza non<br />

è forse il suo capolavoro - capolavoro è il libro incompiuto Il p<strong>art</strong>igiano Johnny - ma<br />

è il romanzo più romanzo, ed è un bellissimo romanzo, di cui va sottolineata anche<br />

l’autonomia.<br />

È la storia tutta vera di un allievo ufficiale, e rimanda - il libro esce nel ’59 - a<br />

un passato molto recente, dove i risvolti d’invenzione sono minimi: infatti le avventure,<br />

che hanno pure uno straordinario risalto romanzesco, sono quelle dell’Italia,<br />

della grande tragedia legata alla sconfitta militare degli italiani alleati con i tedeschi,<br />

alla caduta del fascismo, all’armistizio e alla crisi dell’esercito italiano dopo l’armistizio.<br />

Una cronaca, in qualche modo, scritta però con uno stile fortemente inventivo e<br />

centrata su un personaggio che si chiama Johnny, come il p<strong>art</strong>igiano Johnny del romanzo<br />

maggiore, che pensa in inglese come il p<strong>art</strong>igiano Johnny, e che si trova in un<br />

esercito ormai scassato, vinto, pasticciato, incomprensibile.<br />

Johnny è in Italia settentrionale e frequenta un corso per allievi ufficiali, fatto<br />

di assurde esercitazioni in ordine chiuso. Viene poi trasferito a Roma, più precisamente<br />

a Montesacro, dove in un clima di obbedienza insensata e di superiori incapaci,<br />

continua a vivere la stessa vita, sognando ogni tanto, in un flashback, il tempo<br />

trascorso fra i suoi compagni di liceo, il suo precoce antifascismo, la sua simpatia<br />

per gli inglesi, l’avventura dell’affondamento della Graf von Speer, rivissuta con gli<br />

occhi del ragazzo liceale; e sta lì, sotto i grandi colpi della storia, in un mondo triste,<br />

degradato, di obbedienze, di servitù militari.<br />

Ogni tanto però sembra avvenire qualcosa: la caduta del fascismo, o il momento<br />

in cui gli allievi ufficiali, che continuano a esercitarsi follemente in addestramenti<br />

insensati, sono chiamati a combattere. Sembra infatti, il domani del 25 luglio,<br />

giorno della caduta del fascismo, che ci sia una minaccia, che la milizia si ribelli. Allora<br />

gli allievi ufficiali si sentono di colpo veramente soldati, impegnati in qualcosa<br />

d’importante: difendere la legalità, difendere il re, il regime nuovo, contro l’insidia<br />

di questi ribelli rivoluzionari. E p<strong>art</strong>ono, applauditi dalla popolazione che sente minacciosa<br />

la presunta volontà di rivincita della milizia fascista. [...continua...]<br />

Caterina Bardi Una lettura di Franco Croce: Beppe Fenoglio<br />

1<br />

Testo tratto dalla conversazione Dieci romanzi romanzeschi di Franco Croce tenuta nella<br />

trasmissione di Radio due Alle otto della sera del 15 agosto 2002.


B E P P E F E N O G L I O E I L C I N E M A<br />

7<br />

BEPPE FENOGLIO E IL CINEMA<br />

di Veronica Pesce<br />

Caro Elio, ti mando il manoscritto de La paga del sabato di un certo Beppe Fenoglio<br />

di Alba. [...] L’argomento era molto difficile da trattare: ex p<strong>art</strong>igiani che<br />

diventano banditi; e lui spiega tutto coi fatti, con una moralità tutta implicita;<br />

quando non è alle prese con una situazione psicologica fa del cinema, ma<br />

del buon cinema, credo di quello che tu definisci “secco” 1 .<br />

Veronica Pesce Beppe Fenoglio e il cinema<br />

Con queste parole Italo Calvino presenta La paga del sabato 2 a Elio Vittorini,<br />

sottoponendola al suo giudizio in vista dell’eventuale pubblicazione presso Einaudi.<br />

“Buon cinema” dunque, l’accostamento è immediato. E tuttavia il giudizio su<br />

tale cinematograficità resta ambiguo. Pur apprezzando complessivamente il romanzo,<br />

lo stesso Calvino ha già scritto a Fenoglio:<br />

Le storie di banditi non sono la cosa migliore del racconto: c’è dietro molto di<br />

già scritto, molto cinematografo: il personaggio di Palmo ha tutto un albero genealogico<br />

di gangster cretini che gli ha insegnato come deve parlare e come deve<br />

muoversi 3 .<br />

Dal canto suo Vittorini sentirà sempre con fastidio la presenza del “taglio”<br />

cinematografico, esprimendo ripetutamente dubbi in merito “all’insistenza sul cinema,<br />

come immaginario di riferimento, come tecnica narrativa, come sottotesto<br />

(anche ironico) del racconto” 4 . E ancora: “L’ultima p<strong>art</strong>e del Fenoglio mi persuade<br />

meno. Diventa film sempre di più, e non sa più essere altro che film” 5 . [...continua...]<br />

1<br />

La lettera è datata 8 novembre 1950. I. CALVINO, Lettere. 1940-1985, a cura di L. BARANELLI, Mondadori, Milano<br />

2000, p. 313.<br />

2<br />

Il romanzo fu inviato dall’autore alla casa editrice tra la fine dell’estate e l’autunno del 1950, il termine<br />

ante quem è la lettera di risposta di Calvino allo stesso Fenoglio (vedi nota seguente). Come ben noto, la<br />

casa editrice non pubblicherà il romanzo optando per la raccolta di racconti che uscirà con il titolo I ventitre<br />

giorni della città di Alba. Il romanzo sarà edito postumo: B. FENOGLIO, La paga del sabato, a cura di M.<br />

CORTI, Einaudi, Torino 1969.<br />

3<br />

La lettera è datata 2 novembre 1950. B. FENOGLIO, Lettere: 1940-1962, a cura di L. BUFANO, Einaudi, Torino<br />

2002, ristampata nello stesso anno presso la Fondazione Ferrero di Alba (edizione da cui cito), pp. 23-24.<br />

4<br />

Lettera a Calvino citata in P. NEGRI SCAGLIONE, Questioni private. Vita incompiuta di Beppe Fenoglio, Einaudi,<br />

Torino 2006, pp. 144-145.<br />

5<br />

Lettera a Calvino del 27 novembre 1950, cfr. L. BUFANO, Beppe Fenoglio e il racconto breve, Longo, Ravenna<br />

1999, p. 108.


T R E S C R I T T I D I V I C O F A G G I<br />

27<br />

TRE SCRITTI DI VICO FAGGI<br />

Mio padre era nato a Taggia, mio nonno a Badalucco, mio bisnonno a Pigna,<br />

ma io sono arrivato in Liguria, e precisamente a Genova, solo all’età di trentasei anni.<br />

In compenso fu un arrivo fortunato. Incontrai Camillo Sbarbaro, grande poeta, e<br />

Angelo Barile, poeta gentiluomo. Luigi Squarzina mi aperse la via al grande teatro.<br />

E poi ci fu, qu<strong>art</strong>o soltanto in ordine cronologico, Umberto Albini. Furono, tutti, incontri<br />

preziosi.<br />

3 dicembre - È ritornato, questa notte, il sogno che più di frequente mi fa visita.<br />

Il suo schema è semplice e non muta mai: mi trovo, chissà perché, fuori di casa,<br />

e vorrei rientrare perché so di essere atteso, ma non riesco a farlo e mi sento in stato<br />

di ansia. L’ostacolo che si frappone ogni volta è diverso ma la funzione è sempre<br />

la medesima.<br />

Credo che la radice del sogno stia nel desiderio, che segretamente mi assilla,<br />

di ritornare a casa e di ritrovare la persona a me più cara (mia madre a volte, a<br />

volte mia moglie). L’ostacolo insormontabile è la morte: thanatos athanatos. Ed è<br />

lo stesso che sta alla base del mito di Orfeo e Euridice. L’amore, per quanto grande<br />

sia, e nobile e puro, non può vincere la morte.<br />

7 dicembre – Albini mi propose di tradurre, noi due insieme, una tragedia<br />

greca. Rimasi stupito. Tu sei un grande filologo, gli dissi, io soltanto un modesto<br />

conoscitore della lingua. Tu sei un commediografo, replicò Albini. C’era, in quelle<br />

sue parole, tutta un’estetica della traduzione dei tragici greci. Punto primo: mai scordare<br />

che essi scrivevano per il pubblico e che tutta Atene li ascoltava; punto secondo:<br />

la traduzione deve essere recitabile per gli attori e fruibile dagli spettatori; punto<br />

terzo: la traduzione deve essere filologicamente ineccepibile per una questione<br />

di onestà intellettuale.<br />

14 dicembre - Spiragli di luce filtrano attraverso le tapparelle, l’alba è prossima.<br />

Si affaccia, al mio dormiveglia, un nome: Trueba. Ma chi era costui Un nome<br />

famoso per i vecchi appassionati di ciclismo; “la pulce dei Pirenei”. Piccolo e minuto<br />

com’era staccava tutti in salita ma poi, in discesa, veniva raggiunto e fatalmente<br />

superato.<br />

Altra mattina, dormiveglia, un nome s’insinua nella mia mente: Giorgio O’<br />

Brian. Era l’attore che per me si identificava nella figura del perfetto cow boy, con<br />

il suo cavallo, la sua pistola, il suo ardire. Recitava in western di infimo pregio ma<br />

ai miei giovanissimi anni appariva perfetto, insuperabile. [...continua...]<br />

Vico Faggi Inferiae di dicembre


32 U N R E G I S T A E A T T O R E L I G U R E<br />

Andrea Scarel L’<strong>art</strong>e e la libertà di Pippo Delbono<br />

UN REGISTA E ATTORE LIGURE<br />

L’<strong>art</strong>e e la libertà di Pippo Delbono<br />

di Andrea Scarel<br />

Non obbedisco a maestri e ingiunzioni, non osservo nessun costume.<br />

Le regole create dall’uomo non hanno presa su di me.<br />

Godo del canto e danzo con ognuno e con tutti.<br />

Ecco perché, fratello, sono considerato un folle.<br />

Poesia di una libera tribù indiana, da Guerra.<br />

“La prima volta che ho detto a mia mamma: «Mamma, finalmente sono diventato<br />

un attore», lei mi ha risposto: «Un attore, Pippo Ma che mestiere è l’attore Sei lì che<br />

facevi l’Università, facevi Economia e Commercio, potevi guadagnare dei soldi, che sempre<br />

servono nella vita, e ti sei messo a fare l’attore, Pippo. Ma che mestiere è l’attore»<br />

E poi le ho detto: «Mamma, sono diventato anche un regista». «Un regista, Pippo Ti devi<br />

trovare una bella ragazza da sposare, come fanno tutte le persone normali»” 1 .<br />

Questo dialogo tra Pippo Delbono e sua madre, posto come incipit del film Grido,<br />

costituisce un evidente segnale di come un qualsiasi ragionamento critico sull’attore<br />

e regista ligure non possa in alcun modo prescindere da alcune specifiche vicende biografiche.<br />

Anzi, sono state proprio tali vicende, spesso dolorose e traumatiche, a spingere<br />

Delbono verso il teatro, ed in p<strong>art</strong>icolare verso il suo teatro. Non è casuale difatti che<br />

l’unico monologo nel repertorio della compagnia, Racconti di giugno, sia interamente dedicato<br />

all’esperienza umana ed <strong>art</strong>istica del suo autore. Inoltre lo stesso tema, benché<br />

decisamente più ampio ed <strong>art</strong>icolato, costituisce il sostrato ed il filo conduttore di Grido.<br />

Non si pensi però a spettacoli o film ottusamente ripiegati su aneddoti e vicende biografiche;<br />

Delbono infatti, pur p<strong>art</strong>endo dalla propria vita privata, allarga lo sguardo sino<br />

ad affrontare quei temi universali quali la morte, l’amore, la rabbia o la guerra, che da<br />

sempre hanno costituito la linfa vitale dell’<strong>art</strong>e. Tale affermazione trova conferma in queste<br />

note di Andrea Porcheddu: “Delbono elabora questa sorta di incontro aperto, lieve<br />

e doloroso, ma anche – paradossalmente – strutturatissimo, tanto da risultare quasi un<br />

«canzoniere». Il racconto, infatti, intreccia vicende quotidiane ed esperienze personali<br />

ad ampi brani scelti dai testi di quelli spettacoli, allestiti in passato, che lo hanno reso<br />

celebre e amato. [...continua...]<br />

1<br />

Trascrizione dal film Grido, Italia, 2006. Ideazione e regia Pippo Delbono


42 E N Z O F E R R A R I<br />

Enzo Ferrari Cinque poesie<br />

ENZO FERRARI<br />

Cinque poesie<br />

LA MIA VIA<br />

C'è un monotono rumore di veicoli nella via<br />

mentre intorno corrono i ragazzini.<br />

Le sudice tute degli operai<br />

lasciano una nostalgia di fatica<br />

nei loro visi assonnati.<br />

Ride la primavera negli azzurri mattini<br />

le rondini volano sui giovani e le auto.<br />

Così il ricordo inventa le parole.<br />

IN PIAZZA<br />

Sulla piazza<br />

apro i fogli del quaderno<br />

assaporo le arance<br />

i soli che l'inverno distribuisce<br />

i limoni che resistono con i loro allegri frutti.<br />

Cammino tra gli orti<br />

trovo gli attrezzi dei miei pensieri<br />

seguo le tracce<br />

l'eco antica<br />

i costumi.<br />

La mia vita è fatta di scampoli<br />

trovati in giro.<br />

Chissà cosa sogna chi si ferma<br />

in mezzo al profumo dei ricordi:<br />

la voce degli agrumi<br />

la voce delle amarene<br />

è una via senza numero<br />

nel mezzo della sera<br />

in un azzurro di speranza<br />

[...continua...]


44 I M I E I L I B R I<br />

Marise Ferro I miei libri<br />

I MIEI LIBRI<br />

Racconto di Marise Ferro 1<br />

Avevo vent’anni, quando mia madre disse, spazzando di un gesto violento<br />

una frangia di riccioli ardenti che le era caduta ad ingombrare metà della fronte:<br />

- Marise, ho deciso di andare via di qui...<br />

- Via di qui... Dove - chiesi sentendomi scomporre il viso dalla macchia di uno<br />

svagato stupore.<br />

Mia madre guardava, oltre la finestra, il paese festoso sul quale vagava l’ombra<br />

di qua1che nuvola. Non vedevo i suoi occhi, ma li sentivo aggrappati al paesaggio<br />

fisso del suo tormento interno, e ch’ella guardava anche fuori di sé, nella campagna,<br />

nel cielo, ovunque.<br />

- Dove... Non so. In qualunque posto, purché non sia più qui.<br />

- Ma, la nostra casa... - azzardai io.<br />

Mia madre sentì che potevo essere un ostacolo. Si voltò verso di me, soppesò<br />

i miei anni, i miei desideri: le mie aspirazioni, indagò il mio passato:<br />

- Niente ti trattiene qui, no<br />

Volsi attorno uno sguardo che pareva discendere, già desolato, da una distanza;<br />

la camera era ferma in una espressione che le avevo dato io, i mobili erano incastrati<br />

nelle pareti dall’abitudine, la tappezzeria sbiadiva, in faccia alla finestra, come<br />

i miei sogni, i libri negli scaffali parlavano come buoni amici consolatori, e oltre i<br />

vetri la campagna era stemperata, dal mio ricordo di infinite stagioni vere e ideali<br />

sovrapposte, in un colore unico ch’era per me il significato e l’essenza della terra.<br />

- Ecco, ci sarebbero la casa, e la mia camera, e soprattutto i miei libri... - dissi<br />

con la voce annebbiata.<br />

- Ma tu sei pazza. Ricostruirai la tua casa, la tua camera in un altro paese. Io<br />

non posso più stare qui, capisci Questa città mi opprime, questo cielo mi schiaccia.<br />

Io, in questa atmosfera, respiro a stento. Quando esco, mi pare di camminare<br />

in un paese nemico, in mezzo a gente ostile, che non riconosco, che non ha niente<br />

di comune con me, che parla un’altra lingua. In questa casa che è mia, mi trovo sperduta<br />

come un cane randagio che sia stato chiuso in una stanza. Quando mi vedo<br />

affiorare in uno specchio, in queste camere dove vivo da anni, guardo sorpresa quella<br />

donna che non riconosco nel decoro estraneo. Perché, io non mi sento qui. lo sono<br />

lontana, ecco, lontana, non so dove... E poi, perché ti dico certe cose Non è necessario.<br />

Tu devi capire questo soltanto: che mi disgrego, qui. E posso ancora salvarmi.<br />

Quindi p<strong>art</strong>iamo. [...continua...]<br />

1<br />

Questo racconto, edito sul quindicinale “I ROMANZI DELLA PALMA”, Milano, Mondadori,<br />

7 febbraio 1933 – A. XI, pag. 48-49, non compare nella “Bibliografia degli scritti di Marise<br />

Ferro”, pubblicata nel n. 112 di Resine.


A S I M M E T R I E A M O R O S E N E L R O M A N Z O G O T I C O<br />

47<br />

ASIMMETRIE AMOROSE<br />

NEL ROMANZO GOTICO<br />

di Simonetta Ronco<br />

1. L’orrido e il sublime, il panico e l’estasi, l’amore e l’odio: sono, questi,<br />

tutti gli ingredienti di una ricetta di successo, che ha conquistato stuoli di<br />

lettori, soprattutto inglesi, nell’arco di più di un secolo e che ha influenzato<br />

anche alcuni generi letterari successivi, tornando poi recentemente alla ribalta<br />

grazie a saggi e raccolte 1 .<br />

La ricetta cui mi riferisco è quella del “romanzo gotico” o Gothic Novel,<br />

il tipo di narrazione che meglio esprime la poetica del tetro e del lugubre nella<br />

letteratura mondiale. È mia intenzione soffermarmi, più che sulle molte caratteristiche<br />

note del romanzo gotico, su un suo aspetto p<strong>art</strong>icolare, quello dell’evolversi<br />

in esso del rapporto amoroso. La “asimmetria amorosa” che costituisce<br />

il titolo di questo <strong>art</strong>icolo, attiene proprio allo sviluppo dei sentimenti<br />

nei protagonisti delle storie di molti dei più celebri romanzi gotici, uomini e<br />

donne coinvolti, volontariamente o loro malgrado, in vicende oscure e tremende.<br />

Mi pare così interessante compiere una sorta di “ermeneutica dei sentimenti”<br />

negli intrecci amorosi che i vari autori delineano, cogliendone gli aspetti di<br />

analogia e le differenze.<br />

E, per dare una connotazione di maggiore attualità a questo esperimento,<br />

può in conclusione essere utile indagare come l’interprete dell’ultimo adattamento<br />

teatrale di Dracula di Bram Stoker, uno dei romanzi gotici per eccellenza,<br />

legge l’amore nelle pieghe di questa storia. Il protagonista in questione<br />

è Luigi Marangoni, attore e regista veneto, trasferitosi nella nostra città da alcuni<br />

anni e autore di uno degli spettacoli che ha riscosso maggiore successo<br />

nell’edizione 2007 del Festival Internazionale di Poesia, The Other Side – Rimbaud<br />

e Jim Morrison, monologo poetico ispirato alla Saison en Enfer di Arthur<br />

Rimbaud. Marangoni ha accettato di parlare in anteprima per i lettori di Satura<br />

del Dracula che verrà prodotto dal teatro Garage nella stagione 2008-2009,<br />

con la regia di Lorenzo Costa e le musiche rock originali del noto gruppo Super<br />

Shock. [...continua...]<br />

Simonetta Ronco Asimmetrie amorose nel romanzo gotico<br />

1<br />

Cito fra tutte la recentissima raccolta di saggi curata da Francesca Billiani e Gigliola<br />

Sulis dal titolo The Italian Gothic and Fantastic. Fairleigh Dickinson University Press, 2008.


D U E S C R I T T I D I L U I G I F E N G A<br />

51<br />

DUE SCRITTI DI LUIGI FENGA<br />

1. Piccola lettura di Costantino il Grande<br />

Tino Sangiglio affida alla nostra attenzione una nuova traduzione di Kavafis<br />

(Tra queste stanze buie, Passigli, 2007), preceduta da una accurata e p<strong>art</strong>ecipata<br />

prefazione. Si tratta di una lettura che richiama altre letture dello stesso<br />

poeta, compiute da un critico che ben sa come Kavafis sia inesauribile, e come<br />

la dedizione alla sua poesia pretenda una affine inesauribilità.<br />

È generalmente noto come Costantino Kavafis sia uno di quei non rari<br />

<strong>art</strong>isti, dalla vita vissuta nell’ombra, che muoiono senza conoscere il destino<br />

cui andrà incontro la loro opera. Nella sua divina Alessandria, oltre a svolgere<br />

un’anonima attività impiegatizia, scrive molto e ovunque, su foglietti, che<br />

talvolta pubblica, talvolta quasi dimentica. Eppure le sue poesie, che nascono<br />

autonome, indipendenti da un programma - foglietti sparsi sono - sono paradossalmente<br />

non autonome, sono cioè confondibili tra di loro, sono quindi solo<br />

in apparenza foglietti, e hanno quindi bisogno, di nuovo paradossalmente, di<br />

essere distinte l’una dall’altra. Unità nella varietà: i foglietti hanno qualcosa di<br />

provvisorio, di inconfrontabile, mentre la poesia di Kavafis è sostanzialmente<br />

monocorde.<br />

Voci, la lirica di apertura, sembra esprimere, meglio di molte altre, e non<br />

solo perché è la prima, quelle che sono le segrete intenzioni: “Care, ideali voci,<br />

/ di quelli che sono morti, di quelli / per noi perduti come i morti. / / A volte<br />

nei sogni ci parlano, / a volte nei pensieri le ascolta la mente./ / E per un attimo<br />

con la loro eco ritornano, / echi profondi della prima poesia della nostra<br />

vita - / come musica lontana che svanisce nel nulla.”<br />

Tra le voci dei morti, troviamo, in Preghiera, la sorte compianta di un navigante:<br />

“Nei suoi gorghi il mare ha rapito il marinaio. La madre ignara va ad<br />

accendere / / un grande cero alla Madonna / perché ritorni presto / perché la<br />

sorte sia propizia”. [...continua...]<br />

Luigi fenga Piccola lettura di Costantino il Grande


62 P R O S P E Z I O N I<br />

Milena Buzzoni Dieci donne per un ritratto<br />

PROSPEZIONI<br />

Letture di Milena Buzzoni, Simona De Giorgio, Vico Faggi, Luigi Fenga, Veronica Pesce,<br />

Giuliana Rovetta, Emanuela Schiano di Pepe, Guido Zavanone<br />

Dieci donne per un ritratto<br />

di Milena Buzzoni<br />

Sotto lo sguardo acuto di Sergio La China,<br />

autore di “Dieci Storie di Donne” (De Ferrari,<br />

Genova, 2008), trascorrono i ritratti di<br />

dieci donne o sarebbe meglio dire di<br />

un’unica donna analizzata, quasi sezionata,<br />

nelle sfaccettature e nelle pieghe di dieci<br />

diverse situazioni. Bella, intelligente, sobria<br />

e raffinata, donna-manager, congressista<br />

e accademica, un po’ al di sopra degli<br />

altri e quindi “domina”, come a volte viene<br />

definita, è colta spesso nel momento critico<br />

di una scelta, davanti a un bivio o in<br />

attesa di un cambiamento che può essere<br />

un ritorno al passato, una svolta verso il futuro<br />

o una semplice speranza per approdare,<br />

da una contingenza di confusione e<br />

di dubbio, a una nuova consapevolezza.<br />

Che si tratti di Angela, la mite insegnante<br />

di religione del primo racconto che stupirà<br />

i compassati colleghi, teologi e intellettuali,<br />

optando per il disimpegnato Giulio<br />

che le garantisce una compagnia accattivante<br />

e la freschezza di un amore giovane; o<br />

di Farida la bella diplomatica iraniana che<br />

per i pochi giorni di un congresso prospetta<br />

al collega Franco la possibilità di una relazione<br />

e che, terminato il convegno, svanisce<br />

nel nulla per tornare dopo molti anni<br />

nell’attimo di un incontro casuale e fulmineo<br />

e lanciargli uno “struggente sguardo<br />

come di gazzella ferita” in un’estrema richiesta<br />

di memoria; o di Ingrid custode della<br />

fama ormai spenta dell’anziano compagno<br />

poeta, che per pochi giorni intravede<br />

la possibilità di una vita diversa, forse di<br />

un amore nuovo in grado di sottrarla all’inerzia<br />

del tempo; o ancora dell’adolescente<br />

Carmelina che con civetteria si destreggia<br />

tra i clienti del bar; o della bella Greta<br />

con “gli occhi bruni dal taglio appena<br />

orientaleggiante” e dalla “voce dolce e intensa”;<br />

o di Lidia con la “vocazione a superiori<br />

livelli di sensibilità e cultura ed intelligenza”,<br />

davanti al microscopio dell’autore<br />

si succedono gli ingrandimenti della personalità<br />

di ognuna nelle dinamiche della<br />

vita quotidiana e sullo sfondo di una femminilità<br />

trattata con sottile, quasi devota,<br />

galanteria.<br />

I ritratti che si succedono si sciolgono in<br />

un linguaggio rapido nell’evolversi delle situazioni<br />

e fedele alle migliori regole del<br />

“bello scrivere” mentre la struttura espressiva<br />

non conosce cadute, sempre all’altezza<br />

di una prosa ricca e raffinata.<br />

Sergio La China, Dieci storie di donne, De<br />

Ferrari, Genova, 2008<br />

Pascoli e l’antico<br />

di Simona De Giorgio<br />

«Poesia del passato e sul passato» , questa<br />

la linea di lettura trasversale proposta da<br />

Enrico Elli alla produzione pascoliana.<br />

Troppo spesso la critica si è soffermata sulla<br />

cosiddetta poetica delle piccole cose, una<br />

poetica umile che trova nella tragedia familiare<br />

il proprio nucleo sorgivo, e ha relegato<br />

la poetica della memoria ad un ruolo<br />

secondario, che trova spazio nella sola<br />

lirica matura dell’autore. Pascoli e l’antico<br />

si propone invece di dimostrare quanto le<br />

due poetiche siano sorte in Pascoli sincronicamente,<br />

seppur venendo alla luce in momenti<br />

diversi della sua carriera letteraria.<br />

[...continua...]


I N T E R V I S T A 73<br />

SERGIO PALLADINI<br />

È nato a Genova nel 1936. Vive e opera a Genova e a Varigotti (Sv).<br />

Sergio Palladini dopo la mostra d’esordio nel 1975 alla Galleria XX<br />

Settembre di Genova, ha tenuto fra l’altro, personali presso le gallerie:<br />

“Circolo Italsider” Sezione Arti Visive di Genova (1978), “La Nuova<br />

Sfera” di Milano, Matuzia di Sanremo (1980), “Il Vicolo” di Genova<br />

Sergio Palladini<br />

Il rimorchiatore, l’Embriaco - 100x70


74 I N T E R V I S T A<br />

I N T E R V I S T A<br />

75<br />

Sergio Palladini<br />

Sergio Palladini<br />

La petroliera e il Priamar I - 50x200<br />

(1983), “S. Benigno” di Genova-Sampierdarena<br />

(1984), “Il Circolo Artistico”<br />

di Bologna (1987), “Studio d’Ars” di Milano<br />

(1988), “Cona” di Savona (1989),<br />

“Galleria d’Arte di Villa Groppallo” di<br />

Genova-Nervi (1994), “Teatro dell’Orologio”<br />

di Roma (1998), “Fondazione<br />

Corrente” di Milano (1999), “Circolo degli<br />

<strong>art</strong>isti” Pozzo Garitta di Albisola Marina<br />

(Sv) (1999), “Palazzetto dell’Arte”<br />

(Sala Grigia) di Foggia (2000), “Chiostri<br />

di S. Caterina Oratorio de’ Disciplinanti”<br />

di Finale Ligure (Sv), Forlì, Contemporanea,<br />

ValenteArtecontemporanea<br />

(2004), “Fortezza di Castelfranco” di Finale<br />

Ligure (Sv) (2005).<br />

Con Vincenzo Accame ha eseguito<br />

nel 1988 un grande polittico ispirato<br />

a Camillo Sbarbaro nel centenario<br />

della sua nascita.<br />

Tra le principali collettive: Premio Sulmona<br />

(1984); Cracovia “Triennale Internazionale<br />

delle 100 Città” (1997-98);<br />

Genova, Palazzo S. Giorgio “Dedicato a<br />

un amico” – Omaggio a Fabrizio De André<br />

(2000); Pieve di Cento, Bologna,<br />

“Museo d’Arte delle Generazioni Italiane<br />

del ‘900 anni 30 G. Bargellini” : “Collezioni<br />

Permanenti” (2001), “Scenari<br />

dell’imagerie” (2003), “Luce vero sole<br />

dell’Arte” (2004); Finale Ligure (Sv):<br />

Teatro Aycardi “Il Marchesato ritrovato,<br />

un albero venti autori” e ai Chiostri<br />

di S. Caterina Oratorio de’ Disciplinanti<br />

“Il Finale-Collezioni” (2004); Museo<br />

Diocesano, Genova “16 Artisti per Virginia<br />

Sancta” (2004-05); Genova, Alliance<br />

Francaise, “Amici pittori”; Migliarino<br />

Pisano, (Pisa), Magazzini Lisabetta Salviati,<br />

“Il bosco del mito” (2006); Genova,<br />

Associazione Culturale Satura, “Genova<br />

Meets Easton”, American Art Festival;<br />

Genova, Fiera del Mare, “IV Mostra<br />

Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea”,<br />

ValenteArtecontemporanea<br />

e Galleria Con<strong>art</strong>e (2008).<br />

Sergio Palladini, all’attività di pittore<br />

affianca quella di incisore, in tale ambito,<br />

ha p<strong>art</strong>ecipato a Cracovia alla<br />

“Triennale Internazionale delle 100<br />

Città” (1997-98) e con l’Associazione<br />

incisori Liguri a diverse rassegne.<br />

Suoi quadri sono presenti nella Pinacoteca Comunale di Foggia, nel<br />

Museo Permanente dei Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo, nel<br />

Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del 900, “G. Bargellini” di<br />

Pieve di Cento, Bologna e nella Pinacoteca Civica di Villa Groppallo,<br />

Museo M<strong>art</strong>ini di Vado Ligure.<br />

Tra gli altri hanno scritto del suo lavoro: Vincenzo Accame, Elio Andriuoli,<br />

Felice Ballero, Germano Beringheli, Mauro Bocci, Silvia Bottaro,<br />

Luciano Caprile, Lino Cavallari, Ennio Cavallo, Claudio Cerritelli,<br />

Viana Conti, Valerio Dehò, Raffaele De Grada , Giorgio Di Genova, Roberta<br />

Diomede, Vico Faggi, Dario Ferin, Silvano Godani, Sergio Imperio,<br />

Gina Lagorio, Giovanni Lunardon, Mario Moretti, Nalda Mura, Elisabetta<br />

Muritti, Maria Teresa Orengo, Andrea Orlando, Silvio Riolfo<br />

Marengo, Enzo Rossi-Ròiss, Giannina Scorza, Giorgio Seveso.<br />

Il rimorchiatore e Genova I - 15x81


76 I N T E R V I S T A<br />

I N T E R V I S T A<br />

77<br />

Sergio Palladini<br />

Il rimorchiatore, l’Assunta II - 100x70<br />

SERGIO PALLADINI<br />

Il significato di un’app<strong>art</strong>enenza<br />

di Luciano Caprile<br />

Il percorso di Sergio Palladini,<br />

che si è soffermato<br />

sull’indagine della<br />

città in generale e della<br />

nativa Genova in p<strong>art</strong>icolare,<br />

ha conosciuto<br />

negli ultimi anni interessanti<br />

evoluzioni concettuali<br />

e pittoriche. Ci riferiamo<br />

alla presenza incisiva<br />

e determinante di<br />

navi dalla varia struttura<br />

che entrano in rapporto<br />

diretto ed emozionale<br />

con alcuni caratteristici<br />

scorci urbani.<br />

Ogni località che si affaccia<br />

sul mare intesse<br />

una relazione privilegiata<br />

tra il porto e le imbarcazioni<br />

che vi approdano<br />

o che da lì salpano<br />

per altri lidi attivando un collegamento reale o ideale col mondo<br />

intero. La memoria di questi luoghi rimane in tutti coloro che<br />

p<strong>art</strong>ono come un fotogramma da imprimere nel cuore coi contorni<br />

sfumati della nostalgia. Questo era un sentimento ben conosciuto<br />

dagli emigranti dell’altro secolo ed è un sentimento che<br />

ancora sopravvive, almeno nell’atto del distacco da terra e fino<br />

allo smarrimento dell’orizzonte, in chi sceglie questa via magari<br />

solo per una vacanza di pochi giorni. In una realtà odierna in cui<br />

si è smarrito il senso palpabile e adattabile del viaggio, vanificato<br />

dalla estrema velocità dei collegamenti con le diverse mete<br />

sparse nel globo, quello per mare conserva ancora antiche seduzioni<br />

e inalterabili struggimenti.<br />

Sergio Palladini ha tenuto conto di tutti questi fattori per costruire<br />

i molteplici capitoli di un nuovo, suggestivo racconto intitolato<br />

“Le navi delle città”. Le sue sono imbarcazioni che non trasportano<br />

passeggeri o le solite merci ( oppure non solo quelle ) ma anche<br />

preziose porzioni di memorie legate ai luoghi più suggestivi<br />

delle sue frequentazioni: una portacontainer può accogliere nei<br />

pressi del fumaiolo una candida cattedrale mentre un rimorchiatore<br />

ha imbarcato un intero qu<strong>art</strong>iere di Genova. In altre circo-<br />

Luciano Caprile Sergio Palladini: il significato di un’app<strong>art</strong>enenza


78<br />

I N T E R V I S T A<br />

I N T E R V I S T A<br />

79<br />

Luciano Caprile Sergio Palladini: il significato di un’app<strong>art</strong>enenza<br />

La petroliera a Vado - 8x70<br />

stanze sono le incisive sovrapposizioni di nuclei<br />

abitativi a entrare nel ventre dei natanti, a<br />

renderli così ancora più p<strong>art</strong>ecipi di una tale<br />

azione romanticamente evocatrice di un distacco.<br />

Questi racconti si dispiegano in sottili strisce<br />

orizzontali che da un lato si adeguano alla<br />

slanciata struttura delle imbarcazioni e dall’altro<br />

concedono una certa angosciante misura tra<br />

la costa che si allontana e l’infinito cielo/mare<br />

promesso dall’idea del viaggio, un cielo/mare<br />

che talora occupa l’intera scena con la nave e il<br />

suo singolare carico nel ruolo insolito di mobile<br />

isola. Comunque il tragitto fantastico di Palladini,<br />

che chiama in causa non solo Genova ma<br />

in larga misura anche Savona, Vado e Varigotti,<br />

si dispiega infine in una pittura che si rivolge<br />

ampiamente al suo mondo costituito da atmosfere<br />

rarefatte, da ascensioni timbriche, da contemplazioni<br />

estatiche. Ci riferiamo alla serie di<br />

dipinti su tavola che si sviluppano in senso verticale:<br />

la nave, col suo bagaglio di storia che cita<br />

di volta in volta il Priamar o la Basilica di Carignano,<br />

occupa la p<strong>art</strong>e bassa del quadro lasciando<br />

alla complessa teoria di nuvole e alla<br />

loro impronta tonale (che può oscillare tra la<br />

serenità dell’azzurro, la ferrosa cupezza dei<br />

bruni e il grigio latteo di una costante variabilità)<br />

il ruolo dell’emozione, l’impronta di un clima<br />

che riflette lo spirito dell’<strong>art</strong>ista. Le nuvole<br />

salgono dunque verso la sommità del cielo portando<br />

con sé il fascio di luce suscitato dall’insolito<br />

carico, attivato altresì dai pensieri di chi si<br />

sente p<strong>art</strong>ecipe di questo singolare tragitto della<br />

nostalgia, del sogno. Pertanto il viaggio di<br />

Sergio Palladini finisce per specchiarsi perfettamente<br />

nel comune desiderio di conservare nell’intimo<br />

il seme prezioso di un’app<strong>art</strong>enenza.<br />

La nave della città I - 90x60<br />

Luciano Caprile Sergio Palladini: il significato di un’app<strong>art</strong>enenza


80<br />

I N T E R V I S T A<br />

C R I T I C A<br />

81<br />

Luciano Caprile Sergio Palladini: il significato di un’app<strong>art</strong>enenza<br />

Il rimorchiatore e Varigotti II - 120x80<br />

Arte contemporanea:<br />

Marcel Duchamp e il mercato<br />

di Mario Pepe<br />

Duchamp che scende una scala - 1912<br />

Non varrebbe più la pena di parlare di<br />

Duchamp e delle sue burle readymade,<br />

se non fosse che i suoi discorsi<br />

teorici sono tuttora funzionali al prevalere<br />

di un’ ideologia mercantile che<br />

produce parecchi guasti nell’ambito<br />

dell’<strong>art</strong>e contemporanea.<br />

Se si analizzano le caratteristiche dell’<strong>art</strong>e<br />

relativa agli ultimi quindici anni,<br />

non si può non rilevare una certa frantumazione<br />

di esperienze, la scomparsa<br />

di problematiche di riferimento,<br />

una perdita di contenuti e di qualità,<br />

complici l’eclissarsi della critica militante<br />

e un’ eccessiva predominanza del<br />

mercato.<br />

L’attuale critica sull’<strong>art</strong>e contemporanea<br />

è spesso focalizzata su un’analisi sociologica<br />

del mondo dell’<strong>art</strong>e, descrivendo<br />

dall’esterno e senza alcun coinvolgimento<br />

i comportamenti degli addetti ai lavori,<br />

<strong>art</strong>isti, critici, galleristi, osservati mediante<br />

un’operazione scientifica necessariamente<br />

allontanante.<br />

Un esempio brillante di questo analizzare<br />

l’<strong>art</strong>e attraverso un approccio da<br />

scienze sociologiche è il recente saggio<br />

di Alessandro Dal Lago e Serena<br />

Giordano dell’Università di Genova 1 , in<br />

cui la tesi degli autori viene così sintetizzata<br />

nel capitolo conclusivo: “ l’<strong>art</strong>e<br />

d’oggi è una sfera culturale che<br />

esprime, più di ogni altra, la natura<br />

mercantile del nostro mondo.” E più<br />

avanti: “ ..noi crediamo quindi che l’<strong>art</strong>e<br />

debba essere vista in modo laico: un<br />

mondo di pratiche, in cui si produce,<br />

si rielabora e ovviamente si vende del<br />

senso....L’<strong>art</strong>e non ci sottomette, né ci<br />

emancipa, esattamente come lo sport<br />

o la gastronomia. Se poi qualcuno osservasse<br />

che in questo modo escludiamo<br />

dall’<strong>art</strong>e il cambiamento, risponderemmo:<br />

proprio perchè l’<strong>art</strong>e ufficiale<br />

esprime oggi il senso profondo di<br />

una società mercantile, arida e gerarchizzata,<br />

sarà meglio agire su di questa,<br />

se vogliamo che anche l’<strong>art</strong>e sia<br />

un’altra cosa.”<br />

Sembra che venga dimenticata, in<br />

nome di una fredda analisi dell’esistente<br />

e per una rassegnata rinuncia ad interventi<br />

costruttivi, un’importante<br />

funzione dell’<strong>art</strong>e, che è quella di<br />

contribuire al dibattito culturale in corso,<br />

non solo quella di rifletterlo. Il saggio<br />

comunque ha il pregio di guarda-<br />

Mario Pepe Arte contemporanea: Marcel Duchamp e il mercato


C R I T I C A<br />

83<br />

Mario Pepe Arte contemporanea: Marcel Duchamp e il mercato<br />

82 C R I T I C A Scolabottiglie - 1914<br />

re il mondo dell’<strong>art</strong>e dall’esterno, libero<br />

di analizzare l’attività <strong>art</strong>istica<br />

come una qualsiasi altra attività umana<br />

senza inutili mitizzazioni.<br />

Volendo “portare alla luce la logica che<br />

permette di trasformare qualcosa in<br />

operad’<strong>art</strong>e”gli autori focalizzano l’attenzione<br />

su quello che essi definiscono discorso<br />

creativo, cioè quell’insieme di scritti<br />

che esplicitano, accompagnano e indirizzano<br />

il fare <strong>art</strong>istico vero e proprio tanto<br />

da diventarne p<strong>art</strong>e integrante, discorso<br />

“che realizza l’<strong>art</strong>e in ogni momento<br />

del suo farsi, presente prima, durante,<br />

dopo e dentro quello che si può chiamare<br />

l’atto <strong>art</strong>istico.” Etichette come Minimalismo,<br />

Arte povera, Transavanguardia<br />

non esisterebbero senza la funzione discorsiva<br />

che critici come Celant o Bonito<br />

Oliva esercitarono per promuovere e<br />

nello stesso tempo coagulare esperienze<br />

<strong>art</strong>istiche in campo internazionale. Il<br />

fare <strong>art</strong>istico contemporaneo si trova così<br />

strettamente legato col discorso che lo definisce,<br />

in un contesto di riflessione su se<br />

stesso, analogamente a quanto è avvenuto<br />

nella letteratura e nella scienza del Novecento.<br />

E qui il discorso si apre su Duchamp,<br />

che trasporta disinvoltamente la beffa<br />

dell’orinatoio nel campo dell’estetica,<br />

proclamando l’allargamento del<br />

concetto di <strong>art</strong>e, che viene così ad inglobare<br />

anche la non-<strong>art</strong>e (la realtà, il<br />

ready-made), in una contraddizione in<br />

termini che non verrà mai risolta. Un<br />

qualsiasi oggetto reale può diventare<br />

<strong>art</strong>e se esposto in una galleria o in un<br />

museo, sacralizzando così uno spazio<br />

che dovrebbe invece essere luogo di<br />

esposizione di opere d’<strong>art</strong>e già proclamate<br />

come tali dai riferimenti culturali<br />

tradizionali, come la critica, i collezionisti,<br />

gli storici dell’<strong>art</strong>e.<br />

Nel capitolo 6, gli autori proclamano:<br />

“... non ci stancheremo di ripeterlo, tutta<br />

l’<strong>art</strong>e contemporanea si sviluppa all’ombra<br />

dell’Orinatoio di Duchamp.”<br />

Sembra a questo punto doveroso analizzare<br />

le modalità attraverso le quali la<br />

tendenza a ridurre il numero dei referenti<br />

autorevoli e competenti che possano<br />

proclamare un’opera d’<strong>art</strong>e come<br />

tale, e affidarsi all’autoreferenzialità<br />

di un gallerista, di un critico curatore,<br />

o di una cooperativa di <strong>art</strong>isti-manager<br />

non faccia altro che favorire lo sviluppo<br />

e la crescita di un solo referente: il<br />

mercato. Oggi un qualunque sedicente<br />

<strong>art</strong>ista, autorizzato da Duchamp a proclamarsi<br />

tale (questo orinatoio è <strong>art</strong>e perchè<br />

lo dico io), se abilmente promosso<br />

da un’equipe di tecnici, dal critico “coautore”<br />

che crea la confezione al curatore<br />

dell’immagine commerciale, avrà un<br />

grande successo di vendite indipendentemente<br />

dal contenuto e dalla qualità<br />

delle opere. In queste condizioni di estrema<br />

autoreferenzialità, sarà sempre il<br />

mercato l’ultimo ed unico giudice dell’<strong>art</strong>isticità<br />

di un’opera.<br />

La critica contemporanea ha il dovere<br />

di ristabilire criteri di valutazione dell’<strong>art</strong>e<br />

che siano universalmente validi<br />

e condivisi dalla più ampia e significativa<br />

rappresentanza all’interno e all’esterno<br />

del sistema dell’<strong>art</strong>e. Per far<br />

ciò deve rimettersi a pensare in grande,<br />

cominciare a demolire gli assunti<br />

teorici su cui si basano i comportamenti<br />

attuali, a far chiarezza sui falsi<br />

miti e i cattivi maestri. Deve insomma<br />

mettere i baffi a Duchamp.<br />

A questo proposito è interessante quello<br />

che scrive Antonio Del Guercio su Duchamp<br />

e sul ready-made 2 : “Non estetico,<br />

non <strong>art</strong>istico, il ready made non ha<br />

alcun posto nella storia delle opere d’<strong>art</strong>e;<br />

se esiste un luogo nel quale può prendere<br />

posto, questo si trova ai margini<br />

della storia dell’<strong>art</strong>e....” e ancora: “ Il ready<br />

made è segnato da una p<strong>art</strong>e dal suo<br />

non essere frutto d’una operazione<br />

estetica, dal suo non essere una forma<br />

elaborata nel fuoco d’una<br />

urgenza espressiva; e dall’altra<br />

dal non ricevere il<br />

suo statuto d’opera d’<strong>art</strong>e<br />

da criteri critici, che sono<br />

sempre discutibili, variabili,<br />

opinabili ma in questo<br />

modo sociali, bensì da una<br />

‘decisione’ dell’<strong>art</strong>ista.”<br />

La disinvolta pratica professata<br />

da Duchamp ha<br />

come effetto immediato<br />

di spalancare le porte<br />

dell’<strong>art</strong>e a tutti, per cui la<br />

conseguente democratizzazione<br />

del mondo dell’<strong>art</strong>e<br />

auspicata anche da<br />

Walter Benjamin 3 porterebbe<br />

a pratiche sociali in<br />

cui tutti si riconoscerebbero<br />

<strong>art</strong>isti. Purtroppo<br />

come giustamente fa rilevare<br />

sempre Del Guercio:<br />

l’autoreferenzialità<br />

dell’<strong>art</strong>ista “..lungi dal<br />

consegnare a tutti gli abitanti<br />

del pianeta la democratica facoltà di fare <strong>art</strong>e..., esige l’intervento<br />

della galleria, del Museo, ossia dei tradizionali luoghi delegati<br />

del riconoscimento delle opere d’<strong>art</strong>e.”<br />

E’ dunque una pesante responsabilità di Duchamp e di chi non è intervenuto<br />

a demolire i suoi assunti teorici, l’ aver sacralizzato il Museo,<br />

la galleria, il luogo dove vengono esposte le opere di un <strong>art</strong>ista. Durante<br />

la Biennale di Venezia del 1980 una scopa dimenticata dalla squadra<br />

delle pulizie faceva sfoggio di sé appoggiata al muro di una sala.<br />

Fui testimone io stesso dell’osservazione attenta di numerosi visitatori<br />

che giravano intorno alla scopa e quardavano sulla parete in cerca<br />

dell’etichetta identificativa. Ma se questo episodio muove il sorriso e<br />

lascia ancora il dubbio sull’operazione <strong>art</strong>istica come pura autoreferenzialità,<br />

quello delle tazzine da caffé di Illy esposte nella Biennale del<br />

2003 ne diventa l’emblema. Tazzine da caffé del tutto ordinarie, vero<br />

e proprio esempio di ready made, vengono dichiarate <strong>art</strong>istiche ed ecco<br />

le tazzine d’<strong>art</strong>ista e l’<strong>art</strong>e del caffè. In questo caso é il design che viene<br />

improvvisamente semplificato Scrivono a questo proposito Del Lago<br />

e Giordano 1 : “ Si noti unadifferenzafondamentale con il design: in questo<br />

veri e propri creatori, come Munari o Magistretti, firmano lampade<br />

e tavoli destinati aun uso comune, non <strong>art</strong>istico. Invece nel caso delle<br />

tazzine di Illy, abbiamo piccole opere d’<strong>art</strong>e, che in realtà non sono<br />

Mario Pepe Arte contemporanea: Marcel Duchamp e il mercato


84<br />

C R I T I C A<br />

V E T R I N A<br />

85<br />

Mario Pepe Arte contemporanea: Marcel Duchamp e il mercato<br />

Fontana - 1917<br />

tali perchè dagli<br />

<strong>art</strong>isti, main quanto <br />

in tutto e per tutto dal<br />

critico-curatore, che le firma<br />

e dall’azienda, che in realtàle<br />

ha inventate.”<br />

Concludiamo il discorso citando<br />

ciò che scrive Marco Senaldi<br />

nel suo brillante saggio Enjoy!<br />

4 : “..latazzinad’<strong>art</strong>istareperibile<br />

al bar incarna veramente<br />

un desiderio che era<br />

già stato consapevolmente<br />

suscitato con l’affermare che<br />

la materialità dell’opera d’<strong>art</strong>e<br />

non era più necessaria: infatti<br />

oggi ciò che desideriamo<br />

possedere non é nemmeno la<br />

tazzina, maproprio quellacapacità<br />

di elevare il banale al<br />

rango di eccezionale, lacapacità<br />

dell’Altro di trasfigurare<br />

il mondo e noi con esso. Ciò<br />

che l’Arte come Istituzione<br />

non vuol far sapere, però, è<br />

che quella capacità, ormai,<br />

non le app<strong>art</strong>iene più.”<br />

GRAZIELLA MENOZZI GEMIGNANI<br />

L’<strong>art</strong>e che sogna nella sua dimora<br />

di Leonardo Santoli<br />

La pittura di Graziella Menozzi Gemignani<br />

è una pittura che sogna nella sua<br />

dimora. In p<strong>art</strong>icolar modo quando<br />

dipinge gli interni con salotti borghesi<br />

finemente rappresentati. Le raffinate<br />

nature morte, i pupazzi, gli oggetti, i<br />

pianoforti ed in p<strong>art</strong>icolare le sedie.<br />

Le radici di questa pittura vanno ricercate<br />

negli studi che Graziella Menozzi,<br />

genovese, ha compiuto, prima all’Istituto<br />

di Psicologia, poi alla Facoltà di<br />

Pedagogia ad indirizzo Psicologico.<br />

Sono seguiti anni di insegnamento di<br />

materie letterarie nelle scuole statali,<br />

Leonardo Santoli L’<strong>art</strong>e che sogna nella sua dimora<br />

Con rumore segreto - 1926<br />

Mario Pepe<br />

Riferimenti bibliografici<br />

1<br />

Alessandro Dal Lago e Serena Giordano. Mercanti d’aura. Logiche dell’<strong>art</strong>e contemporanea.<br />

Società editrice Il Mulino, Collana Intersezioni (2007).<br />

2<br />

Antonio Del Guercio. Il museo della non <strong>art</strong>e. Sul destino dell’<strong>art</strong>e contemporanea.<br />

Data News Editrice (2006).<br />

3<br />

Walter Benjamin. L’opera d’<strong>art</strong>e nell’era della sua riproducibilità tecnica. Einaudi<br />

(1936).<br />

4<br />

Marco Senaldi. Enjoy! Il godimento estetico. Meltemi editore (2003).<br />

Spoon River - tecnica mista - 100x100 - 2008


86 V E T R I N A - G R A Z I E L L A M E N O Z Z I G E M I G N A N I ENRICO PAOLO ROSSI<br />

V E T R I N A<br />

87<br />

Leonardo Santoli L’<strong>art</strong>e che sogna nella sua dimora<br />

Il grande Zar<br />

olio e tecnica mista su tela - 120x160 - 2006<br />

affiancati da un grande amore per la pittura<br />

tradizionale. Da oltre un decennio,<br />

avendo conseguito anche la laurea in<br />

Pittura all’Accademia Ligustica di Belle<br />

Arti di Genova, si dedica a tempo pieno<br />

alla ricerca <strong>art</strong>istica.<br />

Dal 2006/2007 la Menozzi ha fatto sì<br />

che le sue tele, precedentemente trattate<br />

a cromatismi tonali, si caricassero<br />

nei contorni di energia elettrica. Sottili<br />

linee di pittura lucente delimitano ed<br />

elettrizzano le sedie, le figure ed i confini<br />

dei paesaggi, caricando il tutto di<br />

energia spirituale.<br />

Assieme agli oggetti compaiono spesso<br />

le ombre, a volte colorate a volte no.<br />

Queste mettono in evidenza un certo<br />

dialogo fra gli eterni dualismi: il bianco<br />

ed il nero, il positivo e il negativo, lo<br />

Ying e lo Yang, la luce e l’ombra.<br />

Attraverso questo dualismo Graziella<br />

Menozzi fa convivere la pittura<br />

tonale con la pittura di superficie, di<br />

matrice psichedelic-pop. La pittura<br />

tonale, fatta di complementari, risalta<br />

la pittura elettrica e viceversa. Per<br />

mezzo di questo dialogo si evidenzia<br />

una convivenza di segni e simboli tra<br />

loro diversi. In alcuni casi l’<strong>art</strong>ista ha<br />

modificato il tradizionale supporto<br />

della tela con lastre radiografiche,<br />

con broccati, fogli d’oro o di argento,<br />

ecc. e questo dialogo, anziché raffreddarsi,<br />

si è rafforzato fluttuando<br />

nelle stanze della pittura di dechirichiana<br />

memoria.<br />

Grazie ai suoi continui viaggi al di là<br />

dell’oceano, alla tradizionale cultura<br />

italiana si è affiancata una certa cultura<br />

americana, in p<strong>art</strong>icolar modo<br />

cinematografica.<br />

Da qualche tempo all’equilibrio estetico<br />

si è affiancato, come già detto, un flash<br />

elettrico dovuto all’indagine psicologica<br />

fatta di interrogativi e di ricerca.<br />

Overdose<br />

tecnica mista - 100x100 - 2008<br />

Tra segno e significato<br />

di Gianluigi Gentile<br />

Enrico Paolo Rossi è sicuramente figlio<br />

del suo tempo ed ha percepito<br />

influssi culturali che ormai formano<br />

la materia stessa della comunicazione<br />

di massa.<br />

L’industria dell’immagine e il suo<br />

consumo diffuso tendono ad omologare<br />

il pensiero visualizzato, agendo<br />

sul filo diretto della prassi creativa<br />

che lo collega alla realtà, determinando<br />

di conseguenza il riesame del<br />

patrimonio concettuale connesso all’agire<br />

di cui la critica ha tracciato le<br />

coordinate storiche e formulato la<br />

metodologia.<br />

In questo processo trova spazio un<br />

nuovo atteggiamento sperimentale,<br />

alla cui radice sta un progetto di riduzione<br />

ed unificazione dei sistemi<br />

che è sostanzialmente contestativo.<br />

L’obiettivo, forse non dichiarato, ma sicuramente<br />

perseguito, è di denunciare<br />

che, eliminando i significati, con l’attivazione<br />

di un processo che Rossi costruisce<br />

sulla reiterazione delle lettere<br />

di una frase o di una parola, i significanti<br />

esprimono soltanto la propria<br />

condizione d’incomunicabilità e d’alienazione,<br />

in un ambito sociale in cui sia<br />

la cultura che l’esistenza sono omologate<br />

dai meccanismi della comunicazione<br />

spettacolarizzata.<br />

Una matrice fondativa delle opere di<br />

Enrico Paolo Rossi può essere riconosciuta<br />

negli influssi della poetica dadaista,<br />

soprattutto quella di Duchamp,<br />

che si è filtrata percorrendo la<br />

cultura europea fino alla concezione<br />

moderna di “testo”, inteso come <strong>art</strong>icolazione<br />

complessa di segni e scrittura,<br />

una dimensione creativa esplorata<br />

e teorizzata a suo tempo con scrupolo<br />

pedagogico da Paul Klee, nella Teoria<br />

della Forma e della Figurazione,<br />

(Weimar 1922), nel cui alveo confluiscono<br />

anche le pagine disegnate di Picasso<br />

e Magritte, che spesso hanno invaso<br />

il campo affascinante della border<br />

line collocata fra significante e significato.<br />

Una lettura critica della continuità<br />

di campo tra disegno e scrittura,<br />

generata dallo sconfinamento semiotico<br />

delle <strong>art</strong>i figurative, fu data in<br />

seguito da John Cage, con l’introduzione<br />

dei concetti di complementarietà,<br />

indeterminatezza e interdisciplinarietà,<br />

che anticiparono i presupposti<br />

Kaos<br />

china su c<strong>art</strong>a, 30x40, 2008<br />

Gianluigi Gentile Tra segno e significato


88<br />

V E T R I N A - E N R I C O P A O L O R O S S I<br />

M O S T R E<br />

89<br />

Gianluigi Gentile Tra segno e significato<br />

Death blood<br />

Carpe diem<br />

ideologici di Fluxus. (Black Mountain<br />

College 1952)<br />

In quest’ambito teorico la prassi <strong>art</strong>istica<br />

si proietta al di fuori della propria<br />

specificità, privilegiando forme<br />

comunicative riconoscibili come attività<br />

creative interdisciplinari sine<br />

materia, che presentano suggestioni<br />

riconducibili allo Zen e, in forma più<br />

sottile, alle esperienze derivate dalla<br />

cultura underground americana.<br />

La scrittura disegnata di Rossi è il risultato<br />

di un lavoro sperimentale<br />

svolto nella dimensione della metapittura,<br />

un tentativo di rifondazione<br />

di luoghi sintattici, attraverso l’organizzazione<br />

di un sistema correlato di<br />

segni che si dispongono sulla pagina<br />

in una raffigurazione che assume la<br />

valenza di un’icona.<br />

Il prodotto <strong>art</strong>istico, non proponendosi<br />

più come valore autonomo, tende<br />

ad omologarsi a forme di comunicazione<br />

visiva collaterali, e la scrittura,<br />

che è confinante, è la più immediata.<br />

Ci s’inoltra dunque in una dimensione<br />

in cui la contrapposizione tra la<br />

creazione <strong>art</strong>istica e il suo “autre” si<br />

dissolve, approdando nell’insieme di<br />

nuovi elementi significanti.<br />

Un percorso a ritroso rispetto a quello<br />

degli ideogrammi islamici o dell’estremo<br />

oriente, che si collocano al di là<br />

dalla comunicazione e del linguaggio,<br />

dove le acque di diverse <strong>art</strong>i confluiscono<br />

in un’estetica comune.<br />

Enrico Paolo Rossi <strong>art</strong>icola le sue pagine<br />

su campiture di segni-lettere<br />

che si aggregano come l’infittirsi di<br />

una nevicata in negativo, che a tratti<br />

si sfalda quasi a voler raccontare la<br />

trama sottile di un accadimento, che<br />

si compie nella terra di nessuno dove<br />

le frequenze del significante e del<br />

significato interferiscono, sottraendo<br />

il segno iconico alla sua “ovvietà”<br />

e conferendogli ricchezza dialogica.<br />

Un percorso creativo che si fonda sul<br />

simbolo e il non senso, su di una percezione<br />

visiva mutevole d’oggetti<br />

aleatori e derisori, destinati a privilegiare<br />

la dissimulazione nei confronti<br />

dell’espressione, fino a trasformare<br />

l’<strong>art</strong>e in un giuoco paradossale di capovolgimento<br />

delle p<strong>art</strong>i.<br />

GIORGIO DE CHIRICO<br />

L'opera grafica di Giorgio De Chirico<br />

di Mario Napoli<br />

In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all’interno<br />

del progetto START l’Associazione Culturale <strong>SATURA</strong> è lieta di<br />

presentare al suo pubblico una mostra su Giorgio de Chirico nel trentesimo<br />

anniversario della scomparsa del Maestro avvenuta a Roma nel 1978.<br />

La mostra si segnala per l’interessante e rigorosa scelta delle opere esposte,<br />

quarantotto, che costituiscono una sorta di “campionatura” esemplare<br />

della produzione grafica del Pictor Optimus, attraverso tematiche e visioni<br />

citate dalla pittura (da I gladiatori nell’arena a Il guanto, da Composizione<br />

romantica a Le vestali, solo per evidenziarne alcune che, con altre<br />

opere esposte, si richiamano evidentemente a cicli pittorici che de Chirico<br />

Mario Napoli L’opera grafica di Girgio De Chirico<br />

Le maschere<br />

litografia a 6 colori - 1970


90<br />

M O S T R E - G I O R G I O D E C H I R I C O<br />

M O S T R E<br />

91<br />

Mario Napoli L’opera grafica di Girgio De Chirico<br />

Gli archeologi<br />

litografia a 5 colori - 1969<br />

ha replicato utilizzando le tecniche dell’incisione<br />

e della litografia o che, per contro,<br />

della sua pittura sono anticipatrici sul piano<br />

cronologico). Tecniche a cui l’<strong>art</strong>ista si<br />

accostò a p<strong>art</strong>ire dai primi anni Venti e<br />

che praticò – pur senza esserne specialista<br />

– con un controllo perfetto. Quindi non repliche<br />

stanche o consumate ma invenzioni<br />

di un grande <strong>art</strong>ista, invenzioni in cui,<br />

oltre la varietà dei soggetti, sta l’unità di<br />

una p<strong>art</strong>icolare atmosfera fatta di silenzio,<br />

di singolari figure meditabonde, di<br />

evocazioni mitologiche, di interni metafisici.<br />

L’esposizione offre dunque la possibilità<br />

di ripercorrere l’ispirazione di de Chirico<br />

attraverso la lettura di una produzione<br />

vasta nella quale l’<strong>art</strong>ista si impegnò<br />

sempre, contemporaneamente alla parallela<br />

e principale ricerca sulla tela. Oltre alla<br />

varietà dei soggetti sta l’unità di un’atmosfera<br />

fatta di silenzio, quel gorgo silente<br />

in cui precipitano i linguaggi in cui tutto<br />

si è rappreso senza essere ancora esaurito.<br />

Opere grafiche, dunque, che, come<br />

scrive Adriano Baccilieri – riferendosi nello<br />

specifico all’incisione – nel catalogo<br />

(Edizioni Bora, Bologna) che accompagna<br />

l’importante mostra Giorgio de Chirico e il<br />

segno che il Comune di Civitanova Marche<br />

ha dedicato al Pictor Optimus, “nasconde<br />

nel profondo, oltre l'immagine,<br />

l'origine del segno. L’incisione ‘originale’,<br />

al pari del disegno, è anche ‘originaria’;<br />

fons et origo di ciò che il segno ‘designa’.<br />

L’'incisione originale costituisce l’autentico,<br />

e solo, codice genetico dell'<strong>art</strong>e grafica.<br />

L'incisione originale è, e resta disciplina<br />

'antica'. Figura d'<strong>art</strong>ista ed intellettuale<br />

sommo, Giorgio de Chirico n’è stato, entro<br />

ed oltre lo straordinario e multiforme insieme<br />

della sua opera, uno splendido paladino<br />

ed interprete, esaltandola nell'immaginario<br />

multiforme del suo universo eidetico,<br />

atemporale, evocatore e premonitore,<br />

antico e futuro; o presente, ma in<br />

un’estensione della coscienza e del pensiero<br />

tale da raccordare dimensioni fra loro<br />

lontane, inducendole alla compresenza<br />

e alla simultaneità. De Chirico è stato fra<br />

gli ultimi grandi incisori antichi dell'età<br />

contemporanea; e, in questo, testimone<br />

della 'necessità' del valore 'originale' dell'incisione,<br />

quale viene qui, nella p<strong>art</strong>e tecnico-didattica<br />

di questa pubblicazione,<br />

documentata nel modo più felice, proprio<br />

con lastre del maestro. L’identità dell’incisione,<br />

nella saliente caratteristica del suo<br />

scandito 'tempo lungo' d’esecuzione, coniuga<br />

l’aspetto etico-poietico con quello<br />

tecnico-operativo in modo affatto contestuale,<br />

forse più di quanto accada in ogni<br />

altra disciplina <strong>art</strong>istica: recto e verso di<br />

una stessa medaglia, nella creazione. La<br />

‘qualità’ estetico-<strong>art</strong>istica che ne consegue<br />

può garantire sorprese, stupori, epifanie,<br />

terrori, emozioni, seduzioni, bellezze, piaceri,<br />

secondo i vari autori. Naturalmente<br />

de Chirico n’è stato capace, a suo modo e<br />

nei termini più alti, come gli è avvenuto<br />

per il disegno e la pittura, per la scultura,<br />

per la scenografia e i costumi teatrali, o<br />

per altre forme d’<strong>art</strong>e legate al suo genio:<br />

poesia, letteratura, saggistica”.<br />

L’opera grafica<br />

di Giorgio de Chirico<br />

Palazzo Stella, Genova<br />

04 – 15 novembre 2008<br />

<strong>SATURA</strong>RTE 2008<br />

XIII Concorso Nazionale d’Arte<br />

Contemporanea<br />

di Mario Pepe<br />

Anche quest’anno per la tredicesima volta consecutiva l’Associazione<br />

Satura, ha organizzato la rassegna nazionale d’<strong>art</strong>e contemporanea<br />

Satur<strong>art</strong>e. Grazie all’entusiastica adesione di numerosi <strong>art</strong>isti provenienti<br />

da ogni p<strong>art</strong>e d’Italia e dall’estero, che ogni anno sostengono la manifestazione,<br />

è stato possibile anche in questa edizione esporre e valorizzare<br />

opere inedite di talenti emergenti. Con grande rigore e passione, la rassegna<br />

seleziona, individua e segnala <strong>art</strong>isti promettenti che con le loro opere<br />

pittoriche o scultoree sono in grado di offrirci momenti di pura emozione<br />

con dignità ed originalità. Anche se le maglie dei filtri di qualità sono state<br />

di proposito tenute piuttosto strette, i criteri della selezione sono stati<br />

generosamente ampliati per tener conto del contesto attuale dell’<strong>art</strong>e contemporanea,<br />

caratterizzato dalla perdita di riferimenti storici e dalla<br />

dispersione dei punti di riferimento tradizionali. Il numero dei p<strong>art</strong>ecipanti<br />

ha fatto registrare una crescita significativa, anche rispetto all’edizione<br />

precedente, e fornisce una concreta base per l’analisi degli indirizzi espressivi<br />

contemporanei. Il numero delle opere ci consente di osservare, come,<br />

accanto al persistere di un’espressività legata a formule fondamentalmente<br />

tradizionali, si vada sviluppando un ricorso sempre più frequente alla<br />

commistione dei linguaggi e delle tecniche multimediali, con un incremento<br />

di forme di contaminazione con il mondo dello spettacolo. Gli <strong>art</strong>isti<br />

selezionati elaborano e raccontano con passione e abilità descrittiva il proprio<br />

percorso caratterizzato<br />

da momenti di ricerca formale<br />

e avvalorato da interpretazioni<br />

appropriate. La rassegna si<br />

svolge in un contesto congeniale<br />

agli <strong>art</strong>isti che sono liberi<br />

di esprimersi proponendo<br />

visioni personali del mondo o<br />

attraverso una ricostruzione<br />

dell’aspetto realistico delle<br />

cose oppure con interessanti<br />

raffigurazioni del loro rapportarsi<br />

con gli altri in termini<br />

astratti.<br />

Satur<strong>art</strong>e è un avvenimento<br />

festoso, un intreccio di incontri<br />

emozionanti, che si materializza<br />

nella sede dell’Associazione<br />

in piazza Stella<br />

ogni anno da ben tredici anni,<br />

dimostrando che l’<strong>art</strong>e è puro<br />

Alireza Sadvandi<br />

Volto di donna con fularino rosso<br />

olio su tela - 40x50 - 2004<br />

ed inesauribile sentimento<br />

del mondo e che la funzione<br />

principale dell’<strong>art</strong>ista è quella<br />

Mario Pepe Satur<strong>art</strong>e 2008


M O S T R E<br />

93<br />

Mario Pepe Satur<strong>art</strong>e 2008<br />

92 M O S T R E - S A T U R A R T E 2 0 0 8 Giulio Fabbri<br />

di saperne cogliere la voce eterna. Là<br />

dove manifestazioni nascono e muoiono<br />

in silenzio, Satur<strong>art</strong>e si pone come solido<br />

punto di riferimento cittadino, arricchendo<br />

la vita culturale di Genova con grande<br />

vivacità ed impegno innovativo.<br />

La strana storia della donna cavallo<br />

stampa lambda su dibond - 70x70 - 2008<br />

ARTISTI SELEZIONATI:<br />

costanza accornero, antonio aiazzi, pietro<br />

altovino, tommaso arscone, francesca<br />

arsì, rita bagliani, laura maria baldo,<br />

deborah barzelogna, emanuela bava,<br />

elisa begani, antonio bernardo, pierangelo<br />

bernini, luciana bertorelli, luisa biolcati,<br />

raffaella bisio, michele boffelli, erminia<br />

boldrin, mauro bottoli, m<strong>art</strong>ina bovo,<br />

rosalba busani, paolo bruzzone, virginia<br />

cafiero, marina edith calvo, emanuela<br />

camacci, filippo canesi, luigi carpineti,<br />

franco cappelli, silvia cappiello, linda<br />

carrara, stefania catastini, sandra cavalleri,<br />

alessandra cavalli, josephine caviglia,<br />

jae hyung chang, angelina chavez, anita<br />

chieppa, michele ciardi, nellì cordioli,<br />

elisa confortini, stefano corona, giuliano<br />

crepaldi, stefano crespi, giulio d’amico,<br />

riccardo dametti, andrea damoni, dagnino<br />

isnaldi marina, federica deangeli,<br />

valentina de chirico, daniela de napoli,<br />

maurizio del piano, luca di castri, sabrina<br />

di giacomo, paolo dongu, germana eucalipto,<br />

giulio fabbri, massimo ferrando,<br />

salvatore fiandaca, antonio finelli, ettore<br />

forestiere, giuliano franco, johann friso,<br />

francesco gaeta, alfredo galleri, stefania<br />

galluccio, francesca galluccio, alessandro<br />

gambassi, rejaee mozhgan ghassemi,<br />

eleonora gerbotto, filippo gherardi,<br />

gabriele ghini, maura ghiselli, francesco<br />

ghizzardi, alberto giacomuzzi, luisa giovagnoli,<br />

lilli gloria, elena grassi, beppe<br />

gromi, rossana iaccheo, roberto ingrassia,<br />

chiara intropido, toshiko kitatani,<br />

tommaso lacalamita, marco lami, angela<br />

lanza, gloria la torre, grazia lavia, david<br />

leger, luciano leopoldo, rodolfo lepre,<br />

giorgio levi, elisa lorenzelli, roberto<br />

lorenzini, fabio maestrelli, irene magni,<br />

francesco mancini, agnese marchitto,<br />

mauro m<strong>art</strong>in, graziella menozzi gemignani,<br />

ezio mereghetti, dina moretti,<br />

patrizia murazzano, francesco nappa,<br />

riri negri, simona niero, tiziana nucera,<br />

gabriella nutarelli, davide oddenino, jelena<br />

panjkovic, riccardo panusa, sofia paoletti,<br />

gabriella pastorino, davide pecorari,<br />

eva pedroni, marco perlini, eric perathoner,<br />

adolfo picano, giuliana piccardo, m.<br />

elisabetta piu, vincenzo polastri, marco<br />

ponte, m<strong>art</strong>a rancan, luana resinelli, rossana<br />

rigoldi, adalgisa romano, enrico<br />

paolo rossi, gabriella russo, alireza sadvandi,<br />

paolo sassetti, vincenz senoner,<br />

alessandra serra, daniele serraino, claudio<br />

sireci, gabriella soldatini, elisabetta<br />

sonda, rosa maria taffaro, enrico thanhoffer,<br />

savina tarsitano, russel thomas,<br />

elisabetta tomboletti, fabrizio trabucco,<br />

pietro andrea traina, federica traverso,<br />

giovanni trimani, barbara trupiano, ernesto<br />

tubelli, denise tuniolo, maria pia vaccari,<br />

chiara valdambrini, maria vittoria<br />

vallaro, damiano valenti, francesco varesano,<br />

petronilla vassallo, patrizio vellucci,<br />

federica zacchino, giuseppe zanoni.<br />

Satur<strong>art</strong>e 2008<br />

Palazzo Stella, Genova<br />

13 – 27 settembre 2008<br />

GENOVA E IL MARE<br />

Rassegna d’Arte Contemporanea<br />

di Mario Napoli<br />

Affidare ad un gruppo di <strong>art</strong>isti un tema come Genova e il Mare può sembrare<br />

a prima vista un’idea poco originale, se si pensa alla vastissima produzione<br />

di pittura del paesaggio a Genova, a cominciare dalla Scuola Grigia<br />

di Ernesto Rayper (1860) e dai divisionisti del Gruppo di Albaro fondata da<br />

Plinio Nomellini (1890), per continuare per tutto il novecento con <strong>art</strong>isti del<br />

calibro di Emanuele Rambaldi, Rubaldo Merello, Giuseppe Cominetti. Il sentimento<br />

che lega gli <strong>art</strong>isti al proprio territorio è così spontaneo e tenace<br />

da essere sempre presente e quindi attuale, anche se molte volte costretto<br />

a scorrere sotterraneo, coperto dalla smania di novità delle avanguardie. Il<br />

paesaggio di Genova e della Liguria è p<strong>art</strong>icolare soprattutto per la presenza<br />

del mare, legato da sempre alle forti sensazioni di libertà, di poesia, di<br />

meditazione che esso emana. In un momento come questo in cui l’<strong>art</strong>e contemporanea<br />

sembra priva di riferimenti condivisi, dare questo tema può<br />

essere una sfida alla creatività, uno stimolo alla rivisitazione di un’iconografia<br />

che non può che arricchirsi attraverso la contaminazione delle tecniche<br />

<strong>art</strong>istiche attuali.<br />

Sofia Paoletti<br />

E Dio vide che ciò era cosa bella/buona gen. 1<br />

olio su c<strong>art</strong>a - 50x50 - 2008<br />

Gabriella Nutarelli<br />

Moon by the sea<br />

acrilico su tela e gessi - 50x50 - 2008<br />

In un contesto di progetti come il Festival della Scienza, il recupero dei<br />

Palazzi dei Rolli, il Salone Nautico, che proiettano Genova in un circuito europeo<br />

di valorizzazione delle risorse, l’Hotel Sheraton, nella persona del suo<br />

General Manager Luisa Cavallaro, è lieto di ospitare questa mostra in concomitanza<br />

con il 48° Salone Nautico Internazionale, con il coinvolgimento di settanta<br />

<strong>art</strong>isti invitati a confrontarsi con un testo di Alphonse de Lam<strong>art</strong>ine.<br />

“Era il 1826, una luna splendida illuminava il mare. I pini, gli ulivi, i castagneti,<br />

le rocce della costa oscuravano la terra. Ad ogni promontorio […] lo scenario<br />

mutava, […] fu un’ebbrezza data dalla terra, dal mare, dalla notte una<br />

febbre di entusiasmo data dal bel paese. Impotenza dell’<strong>art</strong>e, impotenza<br />

soprattutto dell’<strong>art</strong>ista, davanti alla potenza della natura.”<br />

Mario Napoli Genova e il mare


94<br />

M O S T R E - G E N O V A E I L M A R E<br />

M O S T R E<br />

95<br />

Mario Napoli Genova e il mare<br />

Sara Calzolari<br />

Tramonto sul parco<br />

olio su tela - 100x100 - 2008<br />

ARTISTI PARTECIPANTI:<br />

sergio aiello, pietro altovino, andrea<br />

arancio, tommaso arscone, rita bagliani,<br />

laura baldo, simona balma mion, claudio<br />

bonanni, pierangelo bottaro, m<strong>art</strong>ina<br />

bovo, virginia cafiero, sara calzolari, filippo<br />

canesi, cecilia casareto, josephine<br />

caviglia, antonino cerda, claudia cesareo,<br />

anna cifarelli, mauro costa, giuliano crepaldi,<br />

ester crocetta, marina dagnino<br />

isnaldi, maria pia demicheli, andrea de<br />

pascale, mirella de sanctis, sabrina di giacomo,<br />

francesca galleri, gianluigi gentile,<br />

mario giannoni, luisa giovagnoli, lidia<br />

kaly, giorgio levi, sylvia loew, chiara lombardo,<br />

lidia lorenzi, rosy maccaronio,<br />

francesco mancini, umberto marangoni,<br />

agnese marchitto, laura mascardi, graziella<br />

menozzi gemignani, antonino messina,<br />

massimo micci, song ho min, marcella<br />

mineo, dina moretti, riri negri,<br />

gabriella nutarelli, sofia paletti, paola<br />

pappalardo, gabriella pastorino, eva<br />

pedroni, vincenz senoner, mario pepe,<br />

roberto perotti, giuliana petrolini arcella,<br />

armelle pindon, maria elisabetta piu,<br />

roberto ricci, guido rosato, enrico paolo<br />

rossi, manfredi saccani, simona s<strong>art</strong>i,<br />

gabriella soldatini, savina tarsitano, pino<br />

tipaldo, elisa traverso lacchini, francesco<br />

varesano.<br />

Genova e il mare<br />

Sheraton Hotel, Genova<br />

Aeroporto Crisfoforo Colombo<br />

27 settembre – 15 novembre 2008<br />

PROBABILI INDIZI<br />

Rassegna d’Arte Contemporanea<br />

di Mario Napoli<br />

L’assassino stà già salendo le scale, mani si protendono in avanti per uccidere,<br />

un letto disfatto è l’unico testimone di un orrendo delitto. Ci sono<br />

immagini che suggeriscono soltanto senza esplicitare l’orrore, magari<br />

attraverso due enormi occhi terrorizzati, altre invece fanno esplicito riferimento<br />

al sangue. Si disserta<br />

molto sull’arma del delitto a<br />

cominciare dalla pietra affilata<br />

degli ominidi di milioni di anni<br />

fa, in una sorta di linea evolutiva<br />

della violenza.<br />

È tutta un’iconografia che si sviluppa<br />

sul tema del giallo ed<br />

accompagna il Festival del<br />

Crimine che anche quest’anno<br />

si tiene a Satura nel consueto<br />

appuntamento d’autunno. Ci<br />

saranno numerosi editori, giornalisti,<br />

scrittori, nonché addetti<br />

ai lavori nel campo del Penale,<br />

che dibatteranno i vari temi<br />

intorno ad un genere letterario<br />

che ha sempre avuto i suoi<br />

sostenitori.<br />

Gli <strong>art</strong>isti invitati ad esprimer-<br />

elisabetta sonda<br />

la scarpa rossa - tecnica mista - 100x100 - 2008<br />

Mario Napoli Probabili indizi<br />

Laura Mascardi - Genova e il mare<br />

gouache su tela - 150x100 - 2008<br />

gianluigi gentile<br />

il visitatore del pomeriggio - tecnica mista - 150x100 - 2008


96<br />

M O S T R E - P R O B A B I L I I N D I Z I<br />

E V E N T O<br />

97<br />

Mario Napoli Probabili indizi<br />

si sul tema del crimine sono stati lasciati<br />

liberi di utilizzare le tecniche ed il segno<br />

a loro più congegnali. Il risultato è stato<br />

più ricco di originalità del previsto, data la<br />

facilità di cadere nelle banalità dei luoghi<br />

comuni, dovuta all’inflazione delle immagini<br />

legate al genere sia cinematografico<br />

che illustrato.<br />

ARTISTI INVITATI:<br />

silvana alliri, alma airienti, tommaso arscone,<br />

francesca arsì, francesca baldassarri,<br />

simona balma mion, deborah barzelogna,<br />

daniela betti, angelo pio biso, virginia cafiero,<br />

sara calzolari, silvia cappiello, gianfranco<br />

carrozzini, oretta cassisi, josephine caviglia,<br />

claudia cesareo, letizia cimadori, meri ciuchi,<br />

isabel consigliere, matteo corica, giuliano<br />

crepaldi, barbara danovaro, federica<br />

tommaso arscone<br />

il sospetto - olio su tela - 120x80 - 2008<br />

deangeli, maria pia demicheli, andrea de<br />

pascale, luca di castri, giulio fabbri, alfredo<br />

galleri, francesca galleri, corrado gatti, graziella<br />

gemignani menozzi, gianluigi gentile,<br />

mario giannoni, luisa giovagnoli, federica<br />

gonnelli, chiara intropido, federico lama,<br />

angela lanza, ngrazia lavia, sylvia loew,<br />

andrea mattiello, paola mineo, dina moretti,<br />

riri negri, filippo nicotra, tiziana nucera,<br />

sofia paoletti, enrico paolo rossi, alireza<br />

sadvandi, gianfranco sanguineti, gabriella<br />

soldatini, elisabetta sonda, roberto testori,<br />

elisa traverso lacchini, giovanni trimani,<br />

damiano valenti, massimo zilioli<br />

Probabili indizi<br />

Palazzo Stella, Genova<br />

23 ottobre – 22 novembre 2008<br />

GENOVA SI TINGE DI GIALLO<br />

IV Festival della Letteratura del Crimine<br />

Crime & Drama<br />

Palazzo Stella, Genova / 23 - 25 ottobre 2008<br />

di Mario Napoli<br />

Genova si tinge di giallo, nella sede dell’Associazione<br />

Culturale <strong>SATURA</strong>, Piazza Stella<br />

5, Genova. Il presidente Mario Napoli e il<br />

suo staff hanno organizzato una tre giorni<br />

dedicata alla letteratura del crimine, 23 – 24<br />

– 25 ottobre 2008. L’evento, alla sua qu<strong>art</strong>a<br />

edizione, porterà a Genova trentatre autori<br />

nazionali ed internazionali di successo, suggeriti<br />

dalle maggiori case editrici italiane e<br />

straniere. Insieme agli Autori interverranno<br />

personalità di spicco del mondo della cultura<br />

ed esperti di settore. Il tutto sarà condito<br />

da stacchi musicali, brevi letture, e coreografie<br />

in tema. Questi i numeri del festival:<br />

tre giorni dedicati alla letteratura del crimine,<br />

trentatre gli autori, trentatre gli interventi,<br />

ventuno gli editori, duecentoquaranta i<br />

giovani selezionati attraverso il concorso Il<br />

Giallo in Classe. Numerosi gli eventi correlati:<br />

mostra criminalistica, tour del crimine, laboratorio<br />

didattico, rassegna d’<strong>art</strong>e contemporanea<br />

.<br />

Teatro del Festival sarà Palazzo Stella, sede<br />

dell’Associazione, a pochi passi dal Ducale<br />

e dall’Acquario di Genova. L’ingresso<br />

è Libero. La manifestazione è organizzata<br />

con la p<strong>art</strong>ecipazione di Regione Liguria,<br />

con il Patrocinio di Provincia di Genova,<br />

Comune di Genova e Municipio 1 Centro<br />

Est. In collaborazione con Il SECOLO XIX e<br />

RADIO 19. Si ringrazia il Centro di Ricerca<br />

Criminalistica di Genova.<br />

Quando si parla di gialli più che al thriller<br />

la mente va subito al mystery, alle<br />

vecchie buone indagini di Poirot, di Nero<br />

Wolf, per non parlare del sempre splendido<br />

Sherlock Holmes.<br />

Quella stagione così feconda della narrativa<br />

di genere è davvero morta e sepolta<br />

Gli scrittori non si avventurano più su<br />

quel terreno così accattivante Siamo<br />

condannati a leggere ancora trame thriller<br />

che finiscono per somigliarsi tutte<br />

Niente affatto.<br />

Noi siamo anzi convinti che una nuova<br />

esplosiva stagione di mistery sia alle porte…<br />

se non è già iniziata.<br />

Ma non è tutto, perché a ben vedere la cronaca<br />

quotidiana è intrisa di autentico mystery.<br />

Dai conflitti tra vicini di casa, le uccisioni<br />

apparentemente senza senso di ragazze<br />

inconsapevoli, la disperazione di immi-<br />

Mario Napoli Genova si tinge di Giallo


98<br />

E V E N T O - G E N O V A S I T I N G E D I G I A L L O<br />

E V E N T O - G E N O V A S I T I N G E D I G I A L L O 99<br />

Mario Napoli Genova si tinge di Giallo<br />

grati ed immigrate che trovano qui realtà<br />

ben diverse da quelle che erano loro state<br />

prospettate: tutto contribuisce a formare<br />

un contesto sociale che costituisce<br />

poi il nostro vissuto quotidiano e di cui la<br />

letteratura è chiamata a dare conto.<br />

Genova vuole porsi al centro del dibattito,<br />

cogliendo in anticipo i maggiori cambiamenti<br />

nelle linee narrative che agitano<br />

periodicamente il mondo della cultura.<br />

Inviteremo a rispondere a queste domande,<br />

o a porne delle altre, scrittori innanzitutto,<br />

perché il focus è sulla letteratura,<br />

ma anche giornalisti, psicologi, medici<br />

legali, sociologi, storici e altri. Ogni giorno<br />

verranno presentati più romanzi di recente<br />

pubblicazione, nell’arco di tempo<br />

di un’ora ciascuno. Ogni libro verrà introdotto<br />

dal noto saggista e scrittore Renato<br />

Di Lorenzo, curatore della rassegna, con<br />

l’autore, giornalisti e specialisti in settori<br />

collegati, nonché i giovani delle scuole.<br />

Autori e Relatori saranno a disposizione<br />

del pubblico e/o della stampa, mezz’ora<br />

prima dell’intervento, nello Spazio Autori<br />

loro dedicato.<br />

GLI AUTORI:<br />

Sergio Altieri, Gianfranco Barcella, Giovanni<br />

Barlocco, Anthony Berkeley, Paolo<br />

Bertetto, Simona Brancati, Elisabetta Bucciarelli,<br />

Marco Buticchi, Rosa Cerrato, J.J.<br />

Connington, Giorgio De Rienzo, Renato<br />

Di Lorenzo, Ralph Fletcher, Sante Galli,<br />

Rossano Garibotti, Mauro Grimoldi, Lucia<br />

Tilde Ingrosso, Silvana La Spina, Maurizio<br />

Lanteri, Luigi Lopiano, Lilli Luini, Tim<br />

McLoughlin, Andrea Novelli, Pino Petruzzelli,<br />

M<strong>art</strong>in Porlock, Gian Carlo Ragni,<br />

John Rhode, Piernicola Silvis, Carlo Toffalori,<br />

Claudia Vitali, Cathy Yardley, Alessandro<br />

Zannoni, Giampaolo Zarini.<br />

GLI EDITORI<br />

Alet, Chiarelettere, De Ferrari, Falzea, Fazi,<br />

Feltrinelli, Foschi, Fratelli Frilli, Guanda,<br />

Kowalski, Le Fonti, Le Mani, Longanesi,<br />

Liberodiscrivere, Marsilio, Mondadori,<br />

Pendragon, Perdisa, Polillo, Piemme, Rizzoli.<br />

GLI INTERVENTI:<br />

Sara Ada Guidi, Antonio Anonide, Erica<br />

Bailo, Michela Beatini, Anna Brugnara,<br />

Angela Burlando, Manuela Cappelli, Brunella<br />

Carolei, Riccardo Caramello, Andrea<br />

Cechini, Barbara Cella, Alfredo Chiti,<br />

Simone Cometti, Oscar Emanuele Crestani,<br />

Giovanni Di Meo, Fabrizio Fano,<br />

Stefano Fonzi, Laura Ghiron, Andrea Guglielmino,<br />

Giuseppe Iacopetti, Mario Iavicoli,<br />

Emanuele Intra, Giorgio Limardo,<br />

Irene Mele, Enrico Miccoli, Pietro Oddone,<br />

Marco Polillo, Fernando Rocca, Amedeo<br />

Ronteuroli, Marian Ronteuroli, Marianna<br />

Rosina Stefano Sambugaro, Vilma Sorge,<br />

Piero Tixi.<br />

I GIOVANI:<br />

Roberta Alasonatti, Francesco Alberti,<br />

Piero Allesch, Pamela Alunni, Michele<br />

Amoroso, Linda Antonini, Simone Davide<br />

Araya, Matteo Arcari, Letizia Arcieri, Filippo<br />

Arenosto, Veronica Assembri, Onofrio<br />

Auletta, Federica Badinelli, Federica<br />

Bagiacchi, Luca Balzarotti, Beatrice Banfi,<br />

Lorenzo Baratella, Elisa Bardini, Daniela<br />

B<strong>art</strong>occini, Giulia B<strong>art</strong>olini, Silvia B<strong>art</strong>olini,<br />

Monica B<strong>art</strong>olucci, Davide Basile, Paola<br />

Bassi, Mauro Bei, Alessandra Belia,<br />

Arianna Belia, Lodovica Bellezza Quater,<br />

Achille Bellucci, Davide Bellucci, Michele<br />

Bellucci, Riccardo Hicam Bennani, Giulia<br />

Benzoni, Nicola Bertelli, Laura Bertino,<br />

Valerie Bethaz, Alessandro Biallo, Valen-<br />

tina Bianco, Rudra Bianzino, Grzegorz<br />

Blecharczyk, Sara Bolis, Jasmeen Boukri,<br />

Gloria Brigiari, Marco Brochetta, Amarilda<br />

Bulku, Giulia Burzicchi, Altea Cadri,<br />

Christian Canepa, Gabriella Capuani, Nicolò<br />

Cardinali, Pietro Carra, Federica Carugati,<br />

Giorgio Castellani, Paolo Cattaneo,<br />

Sara Cecchetti, Viviana Cenci, Eleonora<br />

Chiarella, Andrea Chirico, Angela<br />

Cioffini, Salvatore Ciotta, Claudia Codovini,<br />

Mistral Coffano, Antonio Colandra,<br />

Roberta Colangelo, Valeria Colangelo,<br />

Alessia Collarini, M<strong>art</strong>in Colleyon, Matteo<br />

Comazzi, Carlotta Combattelli, Fabiola<br />

Compagno, Rosa Consiglio, Alessandro<br />

Coretti, Paola Coretti, Arianna Costantini,<br />

Michele Crispoltoni, Federica Cuccarini,<br />

Luana Curigliano, Stefania D’Amico, Gerardo<br />

D’Angelo, Jacopo De Maigret, Giorgia<br />

Demaestri, Alassane Diop, Gerando<br />

Djaloshi, Romario Djaloshi, Luca Donati,<br />

Alessio Dragotto, Mohamed El Ghayat,<br />

Nadia En Nador, Ivie Blessing Erhabor,<br />

Francesca Fabio, Eva Facchini, Gabriele<br />

Faldetta, Riccardo Fanelli, Stefano erranti,<br />

David Fico, David Fiorucci, Deborah<br />

Fiorucci, Monica Fiorucci, Lailani Fiume,<br />

Jessica Floridi, Michele Formica, Costanza<br />

Franceschini, Ivan Franchi, Andrea<br />

Franza, Giulia Gallo, Vanessa Gattuso, Ida<br />

Gellini, Alessio Gennari, Floriana Giacomelli,<br />

Francesco Giammarioli, Michele<br />

Giorgi, Francesca Giovannini, Xhensila<br />

Gjeci, Elena Gotelli, Fabio Governatori,<br />

Sara Grasselli, Lorenzo Graziani, Leonardo<br />

Grilli, Valerio Guarrasi, Aleriza Hajrusi,<br />

Sabina Hajrusi, El Fathi Halim, Ghizlane<br />

Hannui, Nadia Herchi, Zakaria Herchi,<br />

Ledio Hoxha, Giulia Idoni, Pasquale Infantino,<br />

August Kica, Alberto La Spada,<br />

Riccardo Lamberto, Gabriele Lavignani,<br />

Giorgia Lionello, Marianna Lionello, Daniele<br />

Lo Cascio, Erika Lodigiani, Benedetta<br />

Losa, Noemi Maggiali, Gianluca Magrini,<br />

Valerio Mancusi, Anna Luana Mangia,<br />

Alessandra Mariucci, Filippo M<strong>art</strong>inelli,<br />

Grazielle M<strong>art</strong>ins Arauso, Thomas Masseroni<br />

Degli Innocenti, Alessio Mastroddi,<br />

Sharon Mattarozzi, Filippo Mencaroni,<br />

Carola Mendaro, Nirupama Merciai, Francesca<br />

Michelotti, Manuel Milli, Elena Milone,<br />

Federica Modafferi, Vanessa Aleandra<br />

Molina, Valerio Molinari, Andrea Montanino,<br />

Maria Montanucci, Elisa Morbidelli,<br />

Giulia Morelli, Lorenzo Mortini, Sara Muscio,<br />

Anna Nalbone, Letizia Nicoletti, Flavia<br />

Nocentini, Celeste Nottoli, Silvia Noveri,<br />

Amerigo Nunzi, William Alexander<br />

Orrala Chinga, Agnese Ortali, Elisa Orticagli,<br />

Asma Osfor, Manuela Pacciarini,<br />

Erika Pagani, Luca Palchich, Thomas Palozzi,<br />

Alessandro Palumbo Piccionello,<br />

Anastasia Panfilowitsch, Valeria Parlato,<br />

Federico Parmiggiani, Diletta Pascolini,<br />

Chiara Pasolini, Gregorio Pauselli, Michael<br />

Pazzaglia, Giulia Pedersini, Alessio Peluffo,<br />

Alice Penner, Andrea Penner, Francesca<br />

Peracchione, Federica Peru, Denise<br />

Piazza, Matilda Picari, Canio Pietro Picciano,<br />

Michela Pierotti, Jacopo Pierucci, Erica<br />

Pistilli, Giulia Pitocchi, Maura Provenzano,<br />

Sara Pucci, Michael David Quiroz<br />

Briones, Beatrice Radicchi, Vincenzo Ragni,<br />

Paolo Rametta, Yasmina Ixchen Ramirez,<br />

Christian Recchia, Jessica Relbuto,<br />

Carolina Ricchebono, Paolo Rinaldi, Diego<br />

Riva, Chiara Rolando, Diana Ronchetti,<br />

Caterina Rondoni, Cristiana Rondoni,<br />

Lucrezia Rossi, Silvia Ruiu, Caterina Sandre,<br />

Francesca Santorelli, Gabrio Savignani,<br />

Francesca Maria Scarponi, Giovanni<br />

Scieri, Sofia Secci, Terezina Sema, Elisa<br />

Serafini, Guendalina Simoncini, Giuseppe<br />

Siracusa, Lorenzo Sonaglia, Giovanna<br />

Sorrentino, Samantha Stoppini, Alice<br />

Strada, Elisa Taborchi, Giulia Taborchi,<br />

Gabriele Tacchi, Emiliano Tamarindo,<br />

Ayoub Tari, Giulio Tavella, Gaia Tempobuono,<br />

Marco Tenaccioli, Assma Terbagou,<br />

Alice Twiss, Ludovico Ugolini, Alexandru<br />

Costan Vantu, Sara Versino, Noemi<br />

Sofia Vestrelli, Davide Vianello, Luca<br />

Villarini, Ambra Vincenzi, Agnese Viti,<br />

Giulia Vitini, Beatrice Volpi, Luca Volpi,<br />

Menghan Ye, Federico Zetto.<br />

IV FESTIVAL<br />

DELLA LETTERATURA DEL CRIMINE<br />

Crime & Drama<br />

Palazzo Stella, Genova<br />

23 – 25 ottobre 2008<br />

Mario Napoli Genova si tinge di Giallo


100 E V E N T O<br />

E V E N T O - G E N O V A S I T I N G E D I G I A L L O 101<br />

Amedeo Ronteuroli e Marian Ronteuroli La trattazione "eros"-"tanatos" nella contemporanea letteratura horror<br />

GENOVA SI TINGE DI GIALLO<br />

La trattazione "eros"-"tanatos" nella<br />

contemporanea letteratura horror<br />

valutazioni psicologiche e criminalistiche<br />

di Amedeo Ronteuroli e Marian Ronteuroli<br />

P<strong>art</strong>iamo dalla fine di ogni vita: la morte. La morte é uno dei grandi temi<br />

di cui questa società ha il terrore. Con la pubblicazione dei delitti - show<br />

essa viene sublimata proprio sino all’induzione di un interesse smisurato.<br />

L’amore, per altro, viene spesso analomamente rappresentato come mix<br />

di sesso – soldi – sangue – donne – delitti – vittime: chiamiamolo tuttavia<br />

“eros”. Se li uniamo nel comune fascino del noir abbiamo l’attuale <strong>art</strong>e<br />

dell’horror di cui la letteratura è imponente manifestazione.<br />

Una simile coniugazione eros – tanatos troverebbe comunque ragioni nella<br />

stessa teoria freudiana per cui le pulsioni erotiche sarebbero dello stesso<br />

tipo di quelle che conducono all’autodistruzione.<br />

Atteso che oggi l’eros é p<strong>art</strong>icolarmente evidenziato e trasmesso nel senso<br />

esclusivo dell’erotismo e che gusti e stili “forti” continuano ad essere<br />

estremamente manipolati anche causa la notevole richiesta, ne consegue<br />

il grosso successo contemporaneo di una letteratura dell’orrore<br />

eccessivamente sfrenata e spesso deprivata di veri contenuti <strong>art</strong>istici.<br />

Un modello tipico di macabro fenomeno editoriale è quello di Stephen King,<br />

esclusivamente fondato sulla complessa meccanica del peccato – espiazione<br />

– colpa - castigo - piacere - sesso - morte .<br />

Subentra così la logica di creazione dell’horror mediante l’utilizzo pianificato<br />

degli elementi sessualmente espliciti legati alla morbosità ed alla paura. Grande<br />

spazio viene anche riservato al tema della seduzione esplicitato sino al<br />

cannibalismo, al vampirismo ed al ljcantropico (si sottolinea che vampirismo,<br />

cannibalismo e ljcantropia sono gravi forme di degenarazione e perversione<br />

sessuale che frequentemente si associano ai crimini seriali).<br />

Nell’argomento in esame si evidenziarono i due editors americani Jeff Gelb<br />

e Lonn Friend: hanno raccolto fantaoriginali storie di sesso e morte in un<br />

volume di successso (Hot Blood 1989) e tanto fu il capolavoro che nel 1991<br />

seguì una successiva opera (Hotter Blood) composta da una ulteriore più<br />

completa ricerca di materiali (autori Gelb e Garret).<br />

Ancora dopo, nel 1993 , uscirà dagli stessi Autori l’opera “Hottest Blood”:<br />

fu definita un esperimento letterario estremo e superlativo dell’horror.<br />

Oggi, per l’ingentissima richiesta, la letteratura orrorifica é il primo dei topos<br />

preferiti anche nei paesi occidentali e che comunque esorbitavano dalla<br />

cultura americana.<br />

Il pericolo di questi nuovi sistemi di fare <strong>art</strong>e sta nel superamento del limite,<br />

della corretta “pregiudiziale letteraria” (il canone logico - estetico<br />

accettabile) e così ponendosi fuori dal comune e collaudato senso<br />

<strong>art</strong>istico e contestualmente producendo il rischio di una ricaduta negativa<br />

sul lettore non sempre adeguato che può essere suggestionato<br />

negativamente. Seguendo questa analisi, citiamo ad esempio un confutabile<br />

brano da “Il Carnaio” di Jonh Skipp e Craig Spector:<br />

_ ...... sopra di loro, sempre sopra,<br />

l’orologio sta ticchettando. Ticchetta<br />

secondi che si trasformano in ore, taglia il<br />

tempo in incrementi predefiniti con un<br />

suono che taglia come la lama di un<br />

bisturi: taglienti squarci in staccato dalla<br />

p<strong>art</strong>e opposta dell’immobilità pressoché<br />

perfetta della stanza. –<br />

Il grave é che la fantasia, similmente eccitata,<br />

subisce gli effetti di un un virus capace di<br />

attaccare irreversibilmente gusto e psiche. Poi,<br />

il continuare ad immaginare ed alimentarsi di<br />

anomale narrazioni può produrre una<br />

graduale inconscia trasmissione viva di un tipo<br />

di realtà alienante sino a renderla credibile.<br />

Semplificando, attraverso questo percorso, un<br />

soggetto sino a ieri normale, si può trasformare<br />

in negativo: qui risiede il potenziale<br />

criminogeno di alcuni modi anomali di fare<br />

letteratura.<br />

A cura del<br />

Centro Ricerca Criminalistica Genova<br />

Autori:<br />

Amedeo Ronteuroli - Presidente<br />

Marian Ronteuroli - Consulente<br />

Amedeo Ronteuroli e Marian Ronteuroli La trattazione "eros"-"tanatos" nella contemporanea letteratura horror


102<br />

E V E N T O<br />

E V E N T O - G E N O V A S I T I N G E D I G I A L L O<br />

103<br />

Gusto giallo Roberto Pirino<br />

GENOVA SI TINGE DI GIALLO<br />

Gusto Giallo<br />

di Roberto Pirino<br />

Giallo è il colore dell’oro, il colore del sole, dello zafferano, e dei libri<br />

gialli! Se si entra in una stanza le cui pareti sono dipinte di giallo, molti<br />

di noi la definiscono “un ambiente allegro”. Ma i libri gialli sono forse<br />

allegri Direi proprio di no! Eppure spesso sono definiti: “libri di evasione”.<br />

Ma evasione perché Forse perché alcuni dei protagonisti, quelli che<br />

stanno dalla p<strong>art</strong>e dei cattivi, vengono assicurati alla giustizia da abili<br />

investigatori, e poi evadono come Clint Eastwood in Fuga da Alcatraz,<br />

oppure perché aiutano, con trame complesse e intrighi misteriosi, alcuni<br />

di noi a “evadere” da una grigia ( e non gialla) realtà Chissà… eppure<br />

sono tra i libri più letti al mondo, e in questi libri spesso i protagonisti,<br />

buoni o cattivi, guardie o ladri, mangiano. E cosa mangiano Ma<br />

ovviamente quello che gli mette nel piatto lo scrittore, e questo dipende<br />

da dove ci si trova, dall’epoca in cui è ambientata la storia, e, in<br />

fondo, dal gusto e dalla cultura dello scrittore stesso. A volte si leggono<br />

libri gialli i cui protagonisti non mangiano mai, non dormono, non si<br />

cambiano d’abito, pensano solo ai crimini da commettere e i cui destini<br />

sono così scellerati che non si comprende come li si possa definire esseri<br />

umani. In altri la p<strong>art</strong>e dedicata alle abitudini alimentari è così modesta<br />

che ci si chiede come possano sopravvivere e come possano commettere<br />

certe efferatezze i criminali descritti, e come i loro cacciatori riesca-<br />

no a connettere, senza cibo in corpo, aiutati<br />

solo dall’onnipresente e onnipotente<br />

caffè, miracolosa bevanda che tieni svegli<br />

e dà energia infinita a motori ormai logori.<br />

Ma i lettori più raffinati, fedelissimi<br />

degli scrittori attenti alle bellezze della<br />

vita, sanno che questi narratori “gialli”,<br />

oltre ad essere profondi conoscitori dell’animo<br />

umano, lo sono anche di ciò che<br />

cambia la vita di una persona e la fa<br />

diventare un delinquente o un assassino.<br />

Essi sanno cogliere le sottili sfumature di<br />

profumi e di colori che si sentono e si<br />

vedono a tavola. Lo dimostrano con stili<br />

diversi, legati al proprio essere, ai propri<br />

ricordi e ai propri desideri. E i nostri<br />

ricordi dove ci portano Tornano indietro,<br />

verso gli anni 30 del 1900, alle prime<br />

inchieste del Commissario Maigret.<br />

Questo personaggio, creato da Georges<br />

Simenon, ha lasciato una traccia così profonda<br />

in noi che, passeggiando per Parigi,<br />

sentiamo ancora il profumo del tabacco<br />

della sua pipa. Entrando in una delle birrerie<br />

della città, ne sentiamo ancora la<br />

voce, che con tono bonario e confidenziale,<br />

chiede al padrone della Brasserie<br />

Dauphine, quella vicina al Quai des<br />

Orfevres, una birra e il piatto del giorno.<br />

In Un’ ombra su Maigret Simenon scrive:<br />

”gli era venuta voglia, tutto ad un tratto,<br />

di un piatto di crauti guarnito, in una birreria<br />

di Montm<strong>art</strong>re o di Montparnasse,<br />

faccia a faccia con il suo americano”. Era<br />

di gusti semplici e amava piatti semplici,<br />

quei piatti della cucina popolare francese,<br />

che sono stati spazzati via dalla “nouvelle<br />

cuisine” dei grandi cuochi, e che<br />

sopravvivono ancora in qualche bistrot di<br />

campagna o di città, e nel ricordo di chi<br />

come noi ha amato tanto queste storie.<br />

Maigret non aveva bisogno della “scientifica”,<br />

dello studio del DNA o di altre tecniche<br />

per scoprire i suoi colpevoli, ma<br />

solo di un grande intuito e di una infinita<br />

umanità. La stessa umanità che lo aiutava<br />

nello scegliere una buona cucina, nel<br />

condividere i panini durante gli interrogatori,<br />

con i suoi ispettori, Lucas,<br />

Torrence, Janvier, Lapointe, e il povero<br />

Lognon… che durante i pedinamenti<br />

dovevano mangiare al volo, nel timore<br />

che il sospettato potesse fuggire! Ben<br />

altro rapporto con il cibo, con le inchieste,<br />

aveva il personaggio creato dalla<br />

mente di Rex Stout… Nero Wolfe. Per lui<br />

il cibo era una filosofia, come le sue<br />

orchidee. Al mattino era un rito l’incontro<br />

con il suo cuoco, il mitico Fritz<br />

Brenner, con il quale discuteva, come i<br />

gran signori europei, le proposte gastronomiche<br />

della giornata, sia che fosse<br />

solo, o con il fido aiutante Archie<br />

Goodwin, o con ospiti tra i quali poteva<br />

benissimo esserci il sospettato di turno o<br />

il colpevole da far arrestare. Che figura<br />

Nero Wolfe, imponente per la mole e per<br />

la serietà, epicureo e raffinato. I resoconti<br />

dei suoi pranzi nella vecchia casa di<br />

arenaria, nella Trentacinquesima Strada<br />

Ovest in New York, sono celeberrimi.<br />

Wolfe non usciva praticamente mai dalla<br />

sua casa, e risolveva i casi a lui affidati,<br />

con un intuito incredibile. Era senz’altro<br />

merito anche del cibo che gli preparava il<br />

suo fido cuoco, l’essere così bravo nel<br />

lavoro di investigatore privato. I piatti<br />

non erano affatto popolari come quelli<br />

amati da Maigret, ma si inquadravano<br />

Gusto giallo Roberto Pirino


104<br />

E V E N T O - G E N O V A S I T I N G E D I G I A L L O<br />

Gusto giallo Roberto Pirino<br />

nella nascente grande cucina francese (con influssi americani), la cucina<br />

classica, quella dei grandi alberghi della vecchia Europa in cui i nobili e<br />

la ricca borghesia, trascorrevano le proprie vacanze. Cito a caso alcuni<br />

piatti serviti in cene per la stagione calda (sformato di salmone o aragoste<br />

in salsa di vino bianco) oppure per la stagione fredda (piccione selvatico<br />

con salsa veneziana o cappone Souvarov). Come si intuisce, piatti<br />

sontuosi, senz’altro presentati con eleganza, con apparecchiature e<br />

posaterie e cristallerie adeguate, per quanto manchi in casa Wolfe una<br />

presenza femminile. La presenza femminile è invece ben chiara in casa<br />

di Salvo Montalbano, il nostro simpatico commissario nato dalla fantasia<br />

di Andrea Camilleri. Non siamo a Parigi, e nemmeno a New York, ma<br />

a Vigata, in Italia, anzi in Sicilia, una Sicilia che prende la forma di una<br />

donna, il profumo del mare, il colore del sole, quel sole giallo come i<br />

nostri libri polizieschi, ma anche il colore di quella luce che illumina<br />

questi racconti ricchi di una forza narrativa e di una capacità di descrivere<br />

le cose a tal punto che i piatti sembra che siano pronti anche per<br />

noi! Prendiamo ad esempio “ gli arancini di Montalbano”, sentiamo come<br />

li descrive Camilleri: “Gesù, gli arancini di Adelina (la sua cuoca e donna<br />

di servizio)! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente<br />

gli era trasuto nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva<br />

due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva a memoria la ricetta. Il<br />

giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in p<strong>art</strong>i uguali<br />

che deve cociri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro,<br />

sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si pripara un risotto,<br />

quello che chiamano alla milanisa (senza zafferano, pi carità!) lo si versa<br />

sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddare. Intanto si<br />

cocino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini ‘na poco<br />

di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata<br />

a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!). Il<br />

suco della carne s’ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia<br />

di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si<br />

mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro<br />

riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi<br />

si passa nel bianco d’ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini<br />

s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a<br />

quando pigliano un colore d’oro vecchio. Si lasciano scolare sulla c<strong>art</strong>a.<br />

E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!”. Non vi è venuta<br />

fame Se sì, buon appetito! Ma cosa unisce Maigret a Nero Wolfe e a<br />

Salvo Montalbano Forse l’essere creature di c<strong>art</strong>a O essere tre investigatori<br />

sia pure di epoche e di nazionalità diverse No, affatto. Essi sono<br />

l’espressione di come si può coniugare letteratura “gialla” e gastronomia,<br />

di come il cibo sia elemento essenziale nella vita delle persone intelligenti,<br />

e di come anche a tavola si possa non solo mangiare, ovvero<br />

nutrirsi per mera fame, ma pensare, e in questi casi, risolvere delitti<br />

misteriosi e intrighi cupi. E nella vita reale cosa accade Quanto ci aiutano<br />

i cibi a stare meglio Lasciamo investigare su questo caso i nostri<br />

amici….troveranno senz’altro la risposta….<br />

Roberto Pirino<br />

Vice Delegato<br />

Delegazione di Alberga e del Ponente Ligure<br />

Accademia Italiana della Cucina

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!