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Legainf 11-2013.pdf - Legacoop - Ferrara

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Anno XXIV - N. <strong>11</strong> - 15 marzo 2013<br />

Primo piano<br />

Culturability, dieci start up<br />

cooperative per sposare cultura e sociale<br />

Bando della Fondazione Unipolis aperto fino al 30 aprile per giovani imprese<br />

a pagina 2-5<br />

<strong>Legacoop</strong><br />

Papa<br />

Poletti: “L’elezione<br />

del pontefice è<br />

segnale di speranza”<br />

“Desidero esprimere, a<br />

nome di tutti i cooperatori<br />

di <strong>Legacoop</strong>, le più vive felicitazioni<br />

e gli auguri più<br />

sinceri a Papa Francesco,<br />

certo che la sua elezione al<br />

soglio pontificio rappresenti<br />

un segnale di speranza e di<br />

attenzione ai problemi sociali”.<br />

ACI<br />

Consiglio Europeo<br />

L’Alleanza chiede<br />

la revisione<br />

del patto di stabilità<br />

Senza una revisione del<br />

patto di stabilità che consenta<br />

lo sblocco immediato<br />

degli investimenti e dei pagamenti<br />

pubblici necessari<br />

per la ripresa dell’economia,<br />

anche le imprese cooperative,<br />

che pure hanno<br />

tutelato l’occupazione in<br />

presenza della crisi, corrono<br />

seri rischi di sopravvivenza.<br />

A lanciare l’allarme<br />

è Giuliano Poletti, presidente<br />

dell’Alleanza delle<br />

Cooperative Italiane, anche<br />

a nome dei copresidenti.<br />

Settori<br />

Legacopsociali<br />

Prima proiezione del<br />

reportage “Stazione<br />

Mediterraneo”<br />

In occasione della settimana<br />

Unar contro la discriminazioni<br />

razziali <strong>Legacoop</strong>sociali<br />

presenterà a Roma il 21<br />

marzo, alle ore 10:30,<br />

presso la Sala delle Conferenze<br />

(Piazza Montecitorio,<br />

123/A), la prima proiezione<br />

nazionale del video reportage<br />

realizzato dalle testate<br />

www.nelpaese.it,www.giornaleradiosociale.it,<br />

dal progetto<br />

Visioni Sociali e in<br />

collaborazione con l’agenzia<br />

di stampa specializzata Redattore<br />

Sociale.<br />

Territori<br />

Nord Est<br />

<strong>Legacoop</strong> Veneto e<br />

Fvg mettono in rete<br />

le eccellenze<br />

Le macroaree territoriali<br />

come nuovo parametro di<br />

riferimento dell’attività.<br />

Imprese<br />

Uniabita<br />

La qualità dei<br />

processi attestata<br />

da ISO 9001<br />

L’ottenimento del marchio<br />

di qualità testimonia l’eccellenza<br />

raggiunta.<br />

leggi<br />

Note Brevi<br />

Centro Studi<br />

Cooperative al Sud<br />

Andamenti 2007-20<strong>11</strong><br />

di Settori e Regioni<br />

Sondaggio<br />

Osservatorio SWG<br />

Il voto<br />

tra cambiamento<br />

e appartenenza<br />

Foto: © Gaia Levi<br />

Il Centro Studi ha elaborato<br />

e diffuso la Nota Breve numero<br />

5 del 2013.<br />

Le elezioni 2013 sono<br />

state segnate dal confronto<br />

tra due Italie.<br />

Nota della redazione<br />

Questo numero è stato chiuso<br />

il 14 Marzo 2013 alle ore <strong>11</strong>,00<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Anna Colomberotto<br />

Tel. 06-844.39.372<br />

Fax 06-844.39.402<br />

Organo ufficiale<br />

della Lega Nazionale<br />

delle Cooperative e Mutue<br />

Settimanale di notizie a cura<br />

dell’Ufficio Stampa di <strong>Legacoop</strong><br />

Direttore Responsabile:<br />

Massimo Tognoni<br />

Registrazione al Tribunale di Roma<br />

n. 00503/90 del 6-08-1990


Primo piano 2<br />

Dieci start up cooperative<br />

per un matrimonio tra cultura e sociale<br />

Dopo Babelit nuovo bando lanciato dalla Fondazione Unipolis con il progetto Culturability<br />

Culturability - la responsabilità della cultura<br />

per una società sostenibile è un progetto<br />

ideato e promosso dalla Fondazione Unipolis,<br />

la fondazione d'impresa del Gruppo Unipol.<br />

Nato nel 2009 con un primo workshop,<br />

Culturability mira a promuovere un’idea di<br />

cultura come fattore di coesione e inclusione<br />

sociale, e lo fa attraverso sia momenti formativi<br />

sia iniziative molto concrete. Come il<br />

bando Babelit, che si chiude domenica, o il<br />

bando che sosterrà la nascita di 10 start up,<br />

aperto fino alla fine di aprile.<br />

Culturability è un termine che nasce dalla fusione<br />

di “cultura” e “capability” ed evidenzia<br />

l’obiettivo di Unipolis di contribuire a costruire<br />

nuovi spazi reali e virtuali nei quali il tema dell’accesso<br />

alla cultura sia centrale per promuovere<br />

la coesione sociale e ridurre le<br />

disuguaglianze. Il progetto contribuisce innanzitutto<br />

a promuovere una riflessione e un<br />

dibattito su questi temi attraverso l'organizzazione<br />

di iniziative e l'attività del sito<br />

www.culturability.org che si propone di offrire<br />

informazioni, pubblicazioni, segnalazioni<br />

di buone pratiche ed esperienze significative.<br />

Il progetto sviluppa poi un impegno concreto<br />

sul territorio nella promozione e nel sostegno<br />

di iniziative culturali che abbiano come obiettivo<br />

la crescita delle comunità e promuovano<br />

la coesione sociale all’interno di contesti territoriali<br />

complessi, interessati da processi di<br />

disaggregazione culturale e sociale. L’obiettivo<br />

è sostenere tali realtà da un punto di vista<br />

non solo economico,creando modalità di partnership<br />

che consentano la sviluppo di progettualità<br />

condivise e sostenibili nel tempo.<br />

È nato così Babelit, uno spazio aperto ai giovani<br />

talenti della scrittura, in cui s’incontrano<br />

culture, vite, storie e stili in evoluzione. Babelit<br />

è un contest letterario aperto a racconti e<br />

testi composti in forma di lettera,scritti in una<br />

lingua italiana rivitalizzata dall’interscambio<br />

alimentato dalle culture migranti. Il progetto<br />

è rivolto a persone di origini straniera che vivono<br />

da poco in Italia, agli italiani di seconda<br />

generazione nati qui da genitori provenienti<br />

da un’altra terra,così come a chi è italiano da<br />

generazioni.La partecipazione è aperta anche<br />

a racconti scritti da due o più persone.<br />

Il contest si avvale di importanti collaborazioni:<br />

la casa editrice e centro studi Baskerville,<br />

l’ong COSPE – Cooperazione allo Sviluppo dei<br />

Paesi Emergenti, la rivista Internazionale e<br />

l’agenzia di comunicazioneTheHookCom. Le<br />

iscrizioni, partite il 17 novembre, si chiudono<br />

domenica 17 marzo e hanno permesso a<br />

scrittori esordienti ed emergenti fino a 35 anni<br />

(non vincolati da contratto editoriale e non<br />

iscritti alla SIAE) di inviare i proprio racconti<br />

inediti on-line, caricandoli direttamente tramite<br />

l’apposito modulo. Gli scritti non dovranno<br />

superare le 6.000 battute (spazi<br />

inclusi).I partecipanti potranno,in maniera facoltativa,<br />

inviare delle foto a corredo del testo<br />

e segnalare un link a video pubblicati suYoutube<br />

o Vimeo.<br />

Una commissione di autori ed esperti effettuerà<br />

poi una valutazione di merito dei testi<br />

ammissibili, selezionando i 15 migliori racconti<br />

che verranno inseriti in un e-book pubblicato<br />

dalla casa editrice Baskerville. Tra<br />

questi, la stessa commissione sceglierà un<br />

Foto: © Gaia Levi<br />

Continua>><br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Primo piano 3<br />

autore a cui verrà assegnata una borsa di<br />

studio annuale per i corsi 2014 di Bottega<br />

Finzioni. Nel frattempo – mentre era aperto il<br />

bando per Babelit – si è aperto quello per sostenere<br />

10 start up.<br />

Unipolis mette,infatti,a disposizione 200mila<br />

euro per supportare la nascita delle start up.<br />

Tale cifra sarà suddivisa fra un massimo di<br />

10 progetti che verranno selezionati fra quelli<br />

presentati nell’ambito del bando,con un contributo<br />

di 20mila euro per ciascun progetto.<br />

Per garantire ulteriori opportunità di successo<br />

al percorso delle startup, i progetti presentati<br />

e quelli selezionati potranno disporre del supporto<br />

di una rete di soggetti che accompagneranno<br />

e seguiranno le idee imprenditoriali<br />

fino alla loro trasformazione in imprese cooperative.<br />

Un percorso di accompagnamento,<br />

consulenza e assistenza specialistico nel<br />

campo creditizio, legale, giuslavoristico e fiscale,<br />

che sarà garantito da una rete composta<br />

da: Unipol Banca; Unipol Assicurazioni;<br />

<strong>Legacoop</strong>; Generazioni <strong>Legacoop</strong>; Associazione<br />

SeniorCoop; Coopfond; Fondazione<br />

><br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> Settori Territori Imprese Sondaggio


Primo piano 4<br />

con spin off di università, associazioni e organizzazioni<br />

non-profit con sede in Italia riconosciute<br />

e/o iscritte agli albi competenti. È<br />

ammessa la partecipazione anche di cooperative<br />

e cooperative sociali, purché inattive,<br />

costituite da non più di 12 mesi al momento<br />

di avvio del Bando. In caso di selezione del<br />

progetto, al fine di ottenere il contributo, i<br />

gruppi partecipanti – che non siano già costituiti<br />

in cooperativa come sopra descritto –<br />

dovranno costituirsi in impresa cooperativa.<br />

Nella fase iniziale, dovranno essere soci di<br />

questo nuovo soggetto imprenditoriale esclusivamente<br />

i componenti del gruppo che ha<br />

presentato la domanda, salvo eccezioni che<br />

dovranno essere motivate e mantenere inalterati<br />

i requisiti previsti per l'accesso al Bando.<br />

Ogni modifica in questo senso, dovrà essere<br />

valutata dalla Commissione di valutazione,<br />

che si esprimerà in termini insindacabili e<br />

inappellabili.<br />

Le idee imprenditoriali presentate devono riguardare<br />

attività e progetti culturali e creativi,<br />

così come riconosciuti dall’Unione europea<br />

(attività core: arti visive, arti performative, patrimonio<br />

storico-artistico-architettonico; industrie<br />

culturali: editoria – comprese le sue declinazioni<br />

multimediali, industria musicale,<br />

radio-televisione,cinema e videogiochi; industrie<br />

creative: architettura, pubblicità e branding,<br />

design). Ogni idea imprenditoriale,<br />

inoltre,deve essere connotata,tutta o in parte,<br />

dalle seguenti caratteristiche:<br />

• Promuovere la creazione di nuovi posti di<br />

lavoro, soprattutto per i giovani<br />

• Avere un impatto sociale positivo, promuovere<br />

la coesione, favorire l’accesso<br />

alla cultura e ai saperi da parte del maggior<br />

numero di persone<br />

• Attivare e incrementare la capacità di relazione<br />

e interazione con soggetti terzi attraverso<br />

la costruzione di reti territoriali e<br />

reti on-line<br />

• Ricercare forme innovative di progettazione,<br />

produzione, distribuzione e fruizione<br />

della cultura<br />

• Essere economicamente sostenibili nel<br />

tempo, affinché l’impresa cooperativa si<br />

mantenga attiva ed efficiente nel lungo<br />

periodo<br />

SCHEDA<br />

I criteri di valutazione<br />

Le sette voci in base alle quali saranno selezionati i progetti delle start up<br />

Le idee imprenditoriali ricevute saranno valutate in base ai<br />

seguenti criteri:<br />

1. Valore culturale: la natura delle attività dovrà rispondere<br />

a criteri di significatività e di valore culturale<br />

sia per quanto riguarda gli operatori coinvolti<br />

sia per i risultati attesi in relazione ai destinatari<br />

coinvolti.<br />

2. Sviluppo e creazione di lavoro: si terrà conto dell'impatto<br />

del progetto presentato anche in relazione<br />

alla potenziale creazione di nuovi posti di lavoro.<br />

3. Innovazione e coesione sociale: l’originalità del progetto<br />

con riferimento al contesto di intervento. Gli<br />

aspetti innovativi potranno essere riscontrabili in uno<br />

o più elementi del progetto, privilegiando in particolare<br />

gli aspetti di innovazione sociale5.<br />

4. Sostenibilità economica: al fine di garantire che il<br />

progetto possa mantenersi attivo ed efficiente, sviluppandosi<br />

nel medio-lungo periodo.<br />

5. Impatto ambientale: è considerato fattore rilevante la<br />

sostenibilità ecologica del progetto e se esso presenta<br />

benefici ulteriori rispetto allo status quo.<br />

6. Capacità e curricula dei proponenti: verranno prese in<br />

considerazione capacità e particolari caratteristiche dei<br />

singoli proponenti (o delle organizzazioni), soprattutto in<br />

relazione alla coerenza con l'idea progettuale e agli<br />

aspetti motivazionali.<br />

Per ogni criterio verrà utilizzata una scala idonea e verranno<br />

definiti i relativi punteggi.<br />

7 “Definiamo innovazioni sociali le nuove idee (prodotti,<br />

servizi e modelli) che vanno incontro ai bisogni sociali e<br />

che allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali e<br />

nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che<br />

sono sia buone per la società sia che accrescono le<br />

possibilità di azione per la società stessa” – “Libro<br />

bianco sulla innovazione sociale”, Robin Murray, Julie<br />

Caulier Grice, Geoff Mulgan.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Primo piano 5<br />

La cultura è il fattore più importante per la libertà<br />

delle persone. Solo la conoscenza e il<br />

sapere consentono agli individui di disporre<br />

delle competenze e degli strumenti necessari<br />

ad aprire nuovi campi di opportunità, libertà<br />

ed espressione.È la cultura che rende possibile<br />

creare una tensione verso l’espansione<br />

di sistemi di senso delle persone e delle comunità.Allo<br />

stesso tempo,la cultura definisce<br />

l’identità di una società e delle società, nelle<br />

loro dimensioni locali nazionali e globali, permette<br />

alle persone di stare insieme e di identificarsi<br />

come soggetto unitario e collettivo,<br />

pur nelle loro molteplici diversità.<br />

Rendere più accessibile la cultura, promuovere<br />

la conoscenza, offrire opportunità, spazi<br />

di dialogo e confronto per le persone e tra le<br />

persone,tra piccole grandi realtà organizzate,<br />

significa aumentare la libertà dei cittadini e<br />

delle loro comunità, dando un significato alla<br />

parola democrazia e allargando le occasioni<br />

di partecipazione. Una scelta che appare<br />

tanto più rilevante di fronte a una crisi sociale,<br />

prima ancora che economica, di dimensioni<br />

planetarie e con caratteristiche inedite nel recente<br />

passato.Una crisi che è anche culturale<br />

e di valori: è venuto, infatti, in discussione un<br />

modello di sviluppo che, dietro la pretesa di<br />

essere unico e scientificamente insostituibile,<br />

ha prodotto un gigantesco aumento delle disuguaglianze<br />

e della redistribuzione della ricchezza,<br />

con drammatiche conseguenze<br />

sociali e ambientali.<br />

La cultura può essere anche un potente fattore<br />

di sviluppo economico e sociale,ma solo<br />

se abbandona ogni concezione riduttiva e<br />

strumentale, assumendo invece la funzione<br />

di leva per promuovere l’affermazione di una<br />

società fondata sulla conoscenza e sul sapere,<br />

in grado di valorizzare talenti e competenze<br />

diffuse e, in quanto tale, di perseguire<br />

maggiore uguaglianza, diritti sociali e civili.<br />

In questo contesto,l’Italia si trova a fare i conti<br />

con squilibri e debolezze storiche, mentre<br />

sembrano prevalere insicurezza e paure,<br />

chiusure individualistiche e frammentazione<br />

sociale, che incidono negativamente sul tessuto<br />

civile e democratico del Paese. Contrastare<br />

questo processo significa prima di tutto<br />

investire in cultura e nello sviluppo della conoscenza,<br />

fare leva sull’intelligenza e sulle<br />

Il manifesto di Culturability<br />

La responsabilità della cultura per una società sostenibile<br />

capacità delle persone. La cultura, quindi,<br />

come strumento per promuovere la coesione<br />

e l’inclusione sociale, consentendone l’accesso<br />

al maggior numero di persone,soprattutto<br />

di quelle finora escluse e delle nuove<br />

generazioni.Cultura come fattore e strumento<br />

in grado di prospettare una diversa idea di<br />

sviluppo all’insegna della sostenibilità, e<br />

quindi del futuro,nell’ambito della quale possano<br />

trovare un nuovo e più virtuoso equilibrio,<br />

economia,società e ambiente.In questo<br />

senso, essa va intesa nell’accezione più<br />

ampia, comprendendo tutte le sue molteplici<br />

espressioni, sia umanistiche sia scientifiche,<br />

per giungere a nuove e più efficaci sintesi,<br />

anche in funzione delle potenzialità e opportunità<br />

offerte dalle nuove tecnologie,dallo sviluppo<br />

delle comunicazioni e delle relazioni nel<br />

web.<br />

La cultura assume,pertanto,una nuova e assoluta<br />

centralità. Per questo, va considerata<br />

come un vero e proprio diritto. Diritto civile e<br />

diritto sociale: parte integrante ed essenziale<br />

di un moderno sistema di welfare,di una“società<br />

del benessere” nella quale la cultura<br />

permetta alle persone, a tutte le persone –<br />

comprese quelle provenienti da altri Paesi e<br />

portatrici di altre culture – di essere prima di<br />

tutto cittadini. In questo senso, la cultura è lo<br />

strumento principale per combattere razzismo<br />

e xenofobia, favorire percorsi di integrazione<br />

e, allo stesso tempo, in grado di<br />

valorizzare le diverse identità.<br />

È decisivo, perciò, il ruolo del sistema educativo.<br />

Dalla scuola per l’infanzia fino all’università,<br />

in un percorso di formazione<br />

permanente volto a garantire l’accesso più<br />

ampio alla cultura, anche al fine di promuovere<br />

una effettiva mobilità sociale. I ragazzi e<br />

i giovani devono essere i soggetti primari ai<br />

quali destinare impegno e risorse, allo scopo<br />

di dotarli degli strumenti indispensabili per acquisire<br />

conoscenza,sapere e capacità critica.<br />

Come in molti altri settori della vita sociale,<br />

anche nella cultura il ruolo dell’intervento<br />

pubblico,a tutti i livelli e da parte di tutti i soggetti<br />

istituzionali, è essenziale e insostituibile.<br />

Al contempo, appare fondamentale l’impegno<br />

della società civile nelle sue diverse<br />

espressioni organizzate, compreso il mondo<br />

economico e imprenditoriale,in una logica integrativa<br />

e sussidiaria, al fine di promuovere<br />

una più ampia diffusione della cultura e della<br />

conoscenza. Da questo punto di vista,la cultura<br />

si configura quale nuovo ambito da inserire<br />

– accanto a quelli economico, sociale<br />

e ambientale – tra gli obiettivi della sostenibilità,<br />

ampliando così ulteriormente il significato<br />

di Responsabilità d’Impresa.<br />

“culturability – la responsabilità della cultura<br />

per una società sostenibile”<br />

È sulla base di questa consapevolezza che la<br />

Fondazione Unipolis, in coerenza con la propria<br />

missione, ha dato vita a “culturability –<br />

la responsabilità della cultura per una società<br />

sostenibile”.Un progetto culturale che intende<br />

essere allo stesso tempo luogo di approfondimento<br />

e confronto, strumento attivo per<br />

promuovere nella società e nel territorio iniziative<br />

culturali che abbiano come obiettivo la<br />

crescita sociale e civile delle comunità, nell’ottica<br />

della sostenibilità e utilizzando il concetto<br />

di capacitazione dell’individuo,<br />

riprendendo un’elaborazione diAmartya Sen.<br />

Il progetto ha avuto un suo momento fondativo<br />

il 14 luglio 2009, nel corso di un incontro<br />

al quale hanno preso parte oltre un<br />

centinaio di persone attive nei diversi campi<br />

della vita culturale e sociale.Attraverso la presenza<br />

sul web, culturability diviene una piattaforma<br />

che permette confronto e<br />

discussione, ma allo stesso tempo offre alla<br />

cultura uno strumento di “accesso”. Il sito<br />

web offre informazioni, pubblicazioni, segnalazioni<br />

di buone pratiche ed esperienze significative,<br />

realtà, organizzazioni ed eventi su<br />

questi temi. Il progetto intende costituire una<br />

communità anche on-line rivolto a cittadini,<br />

studiosi ed esperti, professionisti, operatori<br />

culturali e sociali, istituzioni, imprese e associazioni.<br />

Uno spazio aperto al confronto e ai<br />

più diversi contributi, attraverso il quale dare<br />

vita a relazioni,condivisione delle conoscenze<br />

e delle esperienze,destinate a vivere non soltanto<br />

sul web. culturability, infatti, vuole essere<br />

anche un momento di incontro,<br />

discussione e condivisione,promozione e sostegno<br />

di attività e iniziative sul territorio,ispirate<br />

ai principi e agli obiettivi di accesso e<br />

inclusione socio-culturale.Lo spazio è aperto,<br />

adesso si tratta di riempirlo.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


<strong>Legacoop</strong><br />

6<br />

>> Vaticano<br />

>> Comitato dei Garanti<br />

>> Progetto ECO Courts<br />

VATICANO<br />

Poletti: elezione pontefice<br />

segnale di speranza<br />

“Desidero esprimere, a nome di tutti i cooperatori<br />

di <strong>Legacoop</strong>, le più vive felicitazioni<br />

e gli auguri più sinceri a Papa Francesco,<br />

certo che la sua elezione al soglio pontificio<br />

rappresenti un segnale di speranza e di attenzione<br />

ai problemi sociali per un’umanità<br />

che sta vivendo un tempo di grandi difficoltà”.<br />

È quanto afferma Giuliano Poletti, Presidente<br />

di <strong>Legacoop</strong>, che aggiunge: “La storia del<br />

nuovo papa ci parla di un religioso che, con<br />

un approccio di umiltà alla sua missione, ha<br />

sempre coltivato i valori della vicinanza ai più<br />

deboli e dell’impegno sociale”.<br />

“Per questo” -conclude il Presidente di <strong>Legacoop</strong>-<br />

“siamo certi che il suo pontificato<br />

potrà incarnare un messaggio di fiducia e<br />

favorire l’affermazione di uno sviluppo più<br />

equo”.<br />

COMITATO DEI GARANTI<br />

Il lavoro per rafforzare<br />

le regole<br />

Definizione dei criteri per la cosiddetta “autosospensione”<br />

dagli organi in ipotesi di indagini<br />

giudiziarie o fatti lesivi del buon nome<br />

di <strong>Legacoop</strong>; disciplina della “separazione<br />

tra rappresentanza e gestione”, particolarmente<br />

rilevante e sensibile nelle ipotesi di<br />

presenza, ai vertici associativi, di cooperatori<br />

che abbiano o conservino anche incarichi<br />

in cooperativa o in altre strutture<br />

associative; regolazione dei livelli e delle dinamiche<br />

retributive dei cooperatori, tema<br />

più volte sollevato, oggetto di una crescente<br />

importanza e attenzione sociale; diffusione<br />

di pratiche di trasparenza e legalità in tutto<br />

il corpo associativo, anche in riferimento all’adozione<br />

generalizzata del DLGS 231.<br />

Sono questi i temi sui quali si è sviluppato<br />

il lavoro del Comitato dei Garanti, organo il<br />

cui compito essenziale è quello di vigilare<br />

sul corretto funzionamento degli organi di<br />

<strong>Legacoop</strong> e sul loro rispetto dello Statuto,<br />

nonché sulla conformità dei comportamenti<br />

individuali dei componenti la Direzione ai<br />

principi contenuti nello Statuto e nella Carta<br />

dei Valori.<br />

“Queste direttrici di lavoro” -spiega il Presidente<br />

del Comitato, Gian Luca Cerrina<br />

Feroni- “prendono le mosse da un incontro<br />

di circa cinque mesi fa con il Presidente<br />

di <strong>Legacoop</strong> al quale avevamo illustrato gli<br />

ostacoli che l’organo incontra nella propria<br />

attività, indicando come problema maggiore<br />

la difficoltà di conoscenza e rapporti con gli<br />

organi di controllo territoriali e settoriali:<br />

senza una ‘rete’ attiva e funzionante, in<br />

grado di corrispondere alla complessa articolazione<br />

di <strong>Legacoop</strong>, anche il Comitato<br />

Garanti nazionale sarebbe destinato a ridursi<br />

ad organo passivo e meramente ‘recettizio’.<br />

A questo si accompagna un<br />

generale deficit di ‘cultura delle regole’, essenziale<br />

per una organizzazione che afferma<br />

la sua autonomia e dignità”.<br />

Da qui la decisione, seguita immediatamente<br />

all’incontro, di impegnarsi in una ricognizione<br />

della realtà, all’adeguamento di<br />

tutti gli ordinamenti a quello nazionale e<br />

nella costruzione di una “rete” degli organi<br />

di controllo, anche sulla scorta di questionari<br />

che sono stati inviati a tutte le strutture.<br />

Sulla base di questa impostazione, nei mesi<br />

successivi il Comitato dei Garanti ha elaborato,<br />

con l’ausilio degli uffici legali di <strong>Legacoop</strong>,<br />

i testi relativi ai temi<br />

dell’autosospensione e della separazione<br />

dei poteri, che ha consegnato alla Presidenza<br />

di <strong>Legacoop</strong> per l’adozione in Direzione;<br />

ha concluso la raccolta e il bilancio<br />

dei questionari provenienti dai Comitati garanti<br />

territoriali e settoriali, a seguito dei<br />

quali il Comitato sta organizzando incontri<br />

per discutere i limiti e le difficoltà degli organi<br />

di controllo; ha elaborato alcune linee<br />

di indirizzo circa il tema delle retribuzioni dei<br />

cooperatori, divenuto ancor più rilevante<br />

nelle ultime settimane e reso ancor più<br />

stringente dal dibattito in Direzione, che<br />

porterà alla discussione nella prossima seduta<br />

del 19 marzo.<br />

“Pur nei limiti di riservatezza imposti dal<br />

ruolo statutario” -sottolinea Cerrina Feroni-<br />

“il Comitato dei Garanti darà comunque<br />

conto puntualmente dei propri lavori e dell’esito<br />

delle sue attività, a partire dai punti<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese<br />

Sondaggio


<strong>Legacoop</strong><br />

7<br />

relativi alla rete degli organi di controllo e<br />

alla retribuzioni dei cooperatori”.<br />

“Intendiamo inoltre” -conclude il Presidente<br />

del Comitato- “su temi di particolare rilievo<br />

sociale, talvolta persino integranti il patto<br />

associativo, aprire una discussione nelle<br />

forme e nelle sedi associative idonee a sollecitare<br />

e garantire la partecipazione critica<br />

e responsabile dei cooperatori”.<br />

PROGETTO ECO COURTS<br />

La Casa dell’Acqua del condominio<br />

cooperativo di via Caldera a Milano<br />

La Cooperativa Edificatrice Ferruccio Degradi<br />

di Milano ha aderito al progetto ECO<br />

Courts, di cui <strong>Legacoop</strong> è partner, con l’edificio<br />

di via Caldera 109-<strong>11</strong>1-<strong>11</strong>5. Il Piano<br />

d’azione condiviso, approvato dai soci-abitanti,<br />

prevedeva tra le varie azioni la realizzazione<br />

di un punto acqua condominiale.<br />

Una soluzione accolta con entusiasmo dagli<br />

abitanti perché migliora le caratteristiche<br />

dell’acqua di rubinetto, comunque buona e<br />

controllata, e consente di avere “a domicilio”<br />

acqua naturale, acqua refrigerata e gasata-refrigerata.<br />

La Casa dell’Acqua offre notevoli vantaggi<br />

economici per gli abitanti e contribuisce a<br />

ridurre l’inquinamento che deriva dalla produzione<br />

e commercializzazione dell’acqua<br />

in bottiglia: meno plastica ed emissioni di<br />

gas serra.<br />

Il punto acqua di via Caldera è stato posizionato<br />

in uno spazio comune ed è gestito<br />

da un socio che apre il locale dalle 7,30 alle<br />

19,30 dal lunedì al sabato e la domenica<br />

dalle 9 del mattino. Per aggiornamenti sulle<br />

prossime iniziative della comunità ECO<br />

Courts visitare il sito www.life-ecocourts.it.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


8<br />

>> Consiglio Europeo<br />

>> Elezione Pontefice<br />

>> Ambiente<br />

>> ACI Servizi<br />

>> ACI - Udine<br />

CONSIGLIO EUROPEO<br />

Alleanza delle Cooperative,<br />

rivedere il patto di stabilità<br />

Senza una revisione del patto di stabilità<br />

che consenta lo sblocco immediato degli investimenti<br />

e dei pagamenti pubblici necessari<br />

per la ripresa dell’economia, anche le<br />

imprese cooperative, che pure hanno tutelato<br />

l’occupazione in presenza della crisi,<br />

corrono seri rischi di sopravvivenza.<br />

A lanciare l’allarme è Giuliano Poletti,<br />

Presidente dell’Alleanza delle Cooperative<br />

Italiane, anche a nome dei copresidenti<br />

Maurizio Gardini e Rosario Altieri, alla vigilia<br />

della riunione del Consiglio Europeo del<br />

14 e 15 marzo.<br />

“La drammatica situazione dell’economia e<br />

dell’occupazione” -sottolinea Poletti- “richiede<br />

un deciso cambiamento di approccio<br />

anche da parte delle istituzioni<br />

comunitarie. Bisogna che il Governo italiano<br />

si impegni a negoziare politiche di sostegno<br />

alla crescita attraverso un allentamento dei<br />

criteri del patto di stabilità, differenziando<br />

nel contempo la valutazione della spesa<br />

degli stati membri, a seconda che si tratti di<br />

spesa per investimenti o di spesa corrente,<br />

adottando la “golden rule” mirata alla<br />

scomputo di alcuni investimenti dai vincoli<br />

di bilancio. Di riflesso, occorre allentare i<br />

vincoli del Patto di stabilità interno, in favore<br />

di una ripresa degli investimenti nei comuni,<br />

come sostenuto anche dall’Anci”.<br />

“Inoltre, per rilanciare l’economia italiana”<br />

-aggiunge il Presidente dell’Alleanza delle<br />

Cooperative Italiane- “bisogna affrontare il<br />

tema dei pagamenti dei crediti delle imprese<br />

per lavori, servizi e forniture verso la<br />

Pubblica Amministrazione e quello dei rimborsi<br />

fiscali, negoziando, anche in questo<br />

caso, l’esenzione dalle regole del patto di<br />

stabilità; così come occorre trovare il modo<br />

di intervenire per risolvere tutto il debito<br />

pregresso, anche quello di natura fiscale”.<br />

“Infatti, nonostante le risorse messe a disposizione<br />

dalla Banca Centrale Europea<br />

per sopperire alle carenze di liquidità” -osserva<br />

Poletti- “il tema del pagamenti dei debiti<br />

della PA non è risolvibile attraverso il<br />

ricorso al credito bancario”.<br />

“A tale proposito” -conclude Poletti- “è maturo<br />

il tempo di dar seguito ad un piano di<br />

politica monetaria che vincoli la provvista<br />

BCE ad un impiego di queste risorse alle<br />

esigenze di credito e liquidità delle imprese,<br />

in particolare delle PMI e delle cooperative<br />

in ragione del ruolo che svolgono per la tutela<br />

dell’occupazione”.<br />

ELEZIONE PONTEFICE<br />

Gli auguri dell’Alleanza<br />

delle Cooperative Italiane<br />

Giuliano Poletti, presidente dell’Alleanza<br />

delle Cooperative, anche a nome dei copresidenti<br />

Maurizio Gardini e Rosario Altieri,<br />

saluta l'elezione di Papa Francesco con la<br />

seguente dichiarazione:“Le cooperative accolgono<br />

con calore l'insediamento del neo<br />

Pontefice. La semplicità del suo messaggio<br />

e la sua simpatia umana parlano al cuore<br />

della gente e dei fedeli. Papa Francesco è<br />

chiamato a guidare la Chiesa in un momento<br />

di grave crisi dei valori, oltre che<br />

economica e sociale. La sua umiltà e la sua<br />

semplicità saranno le migliori alleate per<br />

accompagnare le coscienze dell'umanità<br />

lungo il sentiero della pace, dell’equità sociale,<br />

del dialogo, della ricerca di giustizia.<br />

Auguriamo a Papa Francesco I un pontificato<br />

ricco di risultati positivi”.<br />

AMBIENTE<br />

Per attività forestali spese solo<br />

metà delle risorse programmate<br />

Per le attività forestali, alla data del 31 dicembre<br />

2012, risultano spese risorse pari<br />

a 741.459 milioni di euro, ovvero solo il<br />

47,4% della spesa programmata, che ammontava<br />

a 1.566.167 milioni. Importo che,<br />

peraltro, nell’ultimo anno ha subito un sen-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


9<br />

sibile ridimensionamento di circa 261 milioni<br />

di euro, risorse che sono state dirottate<br />

su altre misure.<br />

Lo rende noto il Settore Forestale dell’Alleanza<br />

delle Cooperative Italiane che a riguardo<br />

osserva come “nonostante sempre<br />

di più la politica agricola comunitaria stia<br />

acquisendo connotati ambientali e di valorizzazione<br />

del territorio, le attività forestali<br />

non rappresentino, nel nostro paese, un<br />

obiettivo strategico o prioritario da perseguire.<br />

Ciò è tanto più grave se si considera<br />

che gran parte del nostro Paese è coperto<br />

da superfici boschive, spesso abbandonate,<br />

non gestite e in stato di degrado e che<br />

buona parte del nostro territorio risulti a rischio<br />

idrogeologico. È auspicabile quindi<br />

che in quest’ultima fase della programmazione<br />

dello Sviluppo Rurale, che scade alla<br />

fine del 2013, si riesca a dimostrare una<br />

maggiore sensibilità nei confronti delle misure<br />

forestali”.<br />

Sul numero esiguo di misure forestali finora<br />

attivate dalle regioni pesano, secondo l’Alleanza<br />

delle Cooperative Agroalimentari, sia<br />

“l’eccesso di burocrazia che una reale insensibilità<br />

politica”.<br />

“Il patrimonio forestale italiano ed il settore<br />

economico ad esso collegato presentano<br />

invece enormi potenzialità sia in termini occupazionali<br />

che di sviluppo sostenibile del<br />

territorio. È opportuno sostenere ed incentivare<br />

l’impiego energetico delle biomasse<br />

legnose, con particolare attenzione al contributo<br />

dell’energia termica, rimuovendo<br />

tutte quelle criticità che finora ne hanno frenato<br />

il pieno sviluppo, quali la determinazione<br />

degli incentivi, i registri contingentati<br />

che limitano l’accesso al credito, la localizzazione<br />

degli impianti, l’effettiva efficienza<br />

energetica degli interventi, il rispetto del<br />

paesaggio”.<br />

ACI SERVIZI<br />

Coordinamento cooperativo<br />

per il Trasporto e la Logistica<br />

L’ACI SERVIZI - Coordinamento Cooperativo<br />

per il Trasporto e la Logistica (<strong>Legacoop</strong> Servizi<br />

– Federlavoro e Servizi/Confcooperative<br />

e AGCI Servizi) - esprime la propria soddisfazione<br />

per l’avvenuta firma da parte del<br />

Ministero dell’Economia del decreto interministeriale<br />

che rende così di fatto possibile<br />

il riparto dello stanziamento di 400 milioni<br />

di euro a sostegno dell’autotrasporto previsto<br />

per l‘anno 2013.<br />

“I ritardi nell’iter normativo sono stati per noi<br />

fonte di forte preoccupazione – afferma il<br />

Coordinamento Cooperativo – per le sorti di<br />

numerose aziende cooperative del settore<br />

per le quali, in assenza della necessaria liquidità,<br />

si paventava il rischio di una cessazione<br />

d’attività, con conseguente danno<br />

all’economia del settore e dell’intero Paese”.<br />

“La disponibilità di tali risorse – conclude il<br />

Coordinamento Cooperativo - , quanto più<br />

necessaria ed urgente considerate le forti<br />

difficoltà in cui versa il comparto, permetteranno<br />

così alle imprese e all’intero settore<br />

di fronteggiare numerosi problemi e aumentare<br />

la propria competitività sul mercato”.<br />

ACI - UDINE<br />

Bene convenzione tripartita<br />

per inserimento disabili<br />

L’Alleanza delle Cooperative Italiane – Cooperative<br />

Sociali della Provincia di Udine<br />

plaude all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale<br />

di approvare lo Schema di Convenzione<br />

Quadro “tripartita”, che dà finalmente<br />

attuazione ad un importante strumento per<br />

l’inserimento lavorativo delle persone disabili.<br />

Con l’art. 14 del decreto 276 (la cosiddetta<br />

“legge Biagi”) - dall’ormai lontano 2003 - è<br />

infatti possibile per le imprese (private e pubbliche)<br />

dare copertura all’obbligo di inserimento<br />

lavorativo di persone disabili,<br />

attraverso l’affidamento di servizi, forniture e<br />

lavori a cooperative sociali di inserimento lavorativo<br />

(le c.d.“cooperative sociali di tipo B”).<br />

Questo può avvenire in base ad una convenzione,<br />

appunto, tra tre parti:l’Amministrazione<br />

Provinciale, attraverso il Centro per l’Impiego,<br />

le associazioni di cooperative sociali e quelle<br />

dell’imprenditoria.<br />

Sulla base di questo documento,che trova finalmente<br />

attuazione anche nella nostra provincia<br />

(la seconda regione: mancano ancora<br />

all’appello le provincie di Gorizia e Pordenone),<br />

sarà possibile poi andare a convenzioni<br />

attuative tra le singole aziende e le<br />

singole cooperative sociali.Convenzioni biennali,<br />

con possibilità di rinnovo.<br />

Questa iniziativa apre una nuova prospettiva<br />

alle relazioni tra cooperazione sociale ed impresa<br />

“normale”, che potrà andare oltre la<br />

stessa dimensione degli inserimenti convenzionati,<br />

per sperimentare collaborazioni produttive<br />

e di servizio ora realizzate solo in un<br />

numero limitato di casi.<br />

La stessa recente modifica della normativa<br />

regionale apposita, nel dicembre scorso, favorirà<br />

queste iniziative, volte in particolare a<br />

superare il diffuso costume dei privati (ma<br />

anche delle stesse aziende pubbliche!) di<br />

sfuggire ai loro obblighi,lamentando l’impossibilità<br />

di inserire disabili in lavori nocivi o disagiati.<br />

D’ora in poi, l’azienda privata potrà<br />

superare l’obbligo dell’inserimento lavorativo<br />

in modo più flessibile e concreto, conferendo<br />

alle cooperative sociali attività di servizio.<br />

Tanto per fare un esempio, un’impresa edile<br />

o siderurgica potrà ricorrere alla“convenzione<br />

tripartita” per coprire le quote di inserimento<br />

di disabili attraverso il conferimento di servizi<br />

di pulizie o giardinaggio, ma anche di servizi<br />

amministrativi o relazionali, usufruendo delle<br />

specifiche capacità formative ed imprenditoriali<br />

delle cooperative sociali.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Settori<br />

10<br />

>> <strong>Legacoop</strong>sociali<br />

>> Lega Pesca<br />

LEGACOOPSOCIALI<br />

Il 21 marzo prima proiezione<br />

di “Stazione Mediterraneo”<br />

In occasione della settimana Unar contro la<br />

discriminazioni razziali <strong>Legacoop</strong>sociali presenterà<br />

a Roma il 21 marzo, alle ore 10:30,<br />

presso la Sala delle Conferenze (Piazza Montecitorio,<br />

123/A), la prima proiezione nazionale<br />

del video reportage realizzato dalle<br />

testate www.nelpaese.it,www.giornaleradiosociale.it,<br />

dal progetto Visioni Sociali e in collaborazione<br />

con Redattore Sociale. Al centro<br />

del documentario le buone pratiche dell’accoglienza,<br />

dell’inclusione e dell’inserimento<br />

lavorativo dei popoli migranti tra la Calabria,<br />

Napoli e Roma. La voce narrante del reportage<br />

è dello scrittore Erri De Luca.<br />

Programma<br />

10,30 Presentazione<br />

Giuseppe Manzo, Direttore<br />

www.nelpaese.it;<br />

10,45 Proiezione Reportage<br />

“Stazione Mediterraneo - Storie<br />

dell’Italia che accoglie e include”<br />

<strong>11</strong>,00 Tavola Rotonda<br />

Marco Buemi, UNAR<br />

Mario Morcone, Prefetto<br />

Pietro Barbieri, Portavoce Forum Terzo<br />

Settore<br />

Giovanni Anversa, Giornalista RAI<br />

Cécile Kyenge Kashetu, Deputata PD<br />

Paola Menetti, Presidente <strong>Legacoop</strong>sociali<br />

Giuliano Poletti, Presidente <strong>Legacoop</strong><br />

Modera Ivano Maiorella, Direttore Giornale<br />

Radio Sociale<br />

Sono stati invitati a partecipare i parlamentari<br />

eletti provenienti dal Terzo Settore e dalle Organizzazioni<br />

no profit.<br />

LEGA PESCA<br />

Vicenda Cadmio: problema aperto<br />

da Centri Spedizioni Molluschi<br />

Antonio Gottardo, responsabile <strong>Legacoop</strong><br />

PescaVeneto,a nome della categoria ringrazia<br />

il presidente nazionale di Lega Pesca, Ettore<br />

Ianì, che ha assunto direttamente l’iniziativa<br />

nei confronti dei due Assessori regionali,<br />

alla Sanità, Luca Coletto, e alla pesca,<br />

Franco Manzato, per dare risposta al problema<br />

portato alla ribalta nei giorni scorsi dal<br />

blocco di molluschi contenenti tracce di cadmio.<br />

Al di là della più ferma denuncia di ogni<br />

illecito ed attività illegale, la vicenda, denuncia<br />

Lega Pesca,porta alla ribalta un problema<br />

reale che rimane urgente affrontare: la difficoltà<br />

che hanno gli operatori della pesca di<br />

poter svolgere legalmente la loro attività in<br />

mare. Il problema, evidenzia Ianì nella lettera<br />

inviata ai dueAssessori regionali,nasce dalla<br />

esclusione dei Centri di Spedizione Molluschi<br />

(CSM) galleggianti dall’elenco degli stabilimenti<br />

autorizzati all’immissione in commercio<br />

di pettinidi e di gasteropodi marini provenienti<br />

da zone non classificate (nota della Giunta<br />

Regionale della Regione Veneto del 17 luglio<br />

2012, prot.n. 32932).<br />

Tale esclusione ha costretto i pescatori ad utilizzare<br />

CSM a terra, con un pesante aggravio<br />

di costi e di tempo. Per poter utilizzare i CSM<br />

galleggianti di loro proprietà, inoltre, alcuni<br />

operatori hanno dichiarato un’area di pesca<br />

diversa da quella effettiva, con il risultato che<br />

le partite di prodotto contaminato recentemente<br />

bloccate dalle Autorità sanitarie provengono<br />

in realtà da zone ben diverse da<br />

quelle classificate dichiarate, di cui è stata<br />

però disposta la chiusura.<br />

Senza entrare nel merito delle responsabilità<br />

di ogni operatore e ferma restando la necessità<br />

di garantire la salute del consumatore,<br />

accade che la burocrazia, anche se non può<br />

costituire un alibi, non faciliti certo la trasparenza<br />

e il diritto al lavoro. Né è plausibile e<br />

corretto, prosegue Ianì, penalizzare, a causa<br />

di una minoranza che ha trasgredito e pagato<br />

secondo la democrazia del diritto, la stragrande<br />

maggioranza di imprese che lavorano<br />

in tutta trasparenza.<br />

Per Lega Pesca, al di là della soluzione del<br />

caso specifico,quale può essere garantita attraverso<br />

la riapertura delle zone temporaneamente<br />

chiuse, e che si auspica tempestiva,<br />

la situazione impone una valutazione più<br />

complessiva circa l’urgenza di un intervento<br />

regionale coordinato tra i dueAssessorati per<br />

includere i CSM galleggianti nel novero dei<br />

centri autorizzati, visto che, sottolinea l’Associazione,<br />

al pari di quelli a terra, svolgono la<br />

loro attività secondo un protocollo HACCP,garantendo<br />

gli stessi livelli di controllo sul prodotto.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

<strong>11</strong><br />

>> Nord-Est<br />

>> Liguria<br />

>> Emilia Romagna<br />

>> Lazio<br />

>> Abruzzo<br />

>> Puglia<br />

>> Calabria<br />

>> Sicilia<br />

>> Sardegna<br />

>> Reggio Emilia<br />

>> Forlì<br />

>> Forlì-Cesena<br />

>> Bologna<br />

>> Modena<br />

>> Imola<br />

>> RiminI<br />

>> Parma<br />

>> Ravenna<br />

>> Fano<br />

NORD EST<br />

<strong>Legacoop</strong> Veneto e <strong>Legacoop</strong> Fvg<br />

mettono in rete le eccellenze<br />

Le macroaree territoriali come nuovo parametro<br />

di riferimento dell’attività associativa,<br />

sul quale rimodulare la rappresentanza politico-sindacale<br />

e imperniare i processi di<br />

messa in rete dei servizi alle imprese cooperative:<br />

questo il cambio di marcia adottato<br />

da <strong>Legacoop</strong> Veneto e <strong>Legacoop</strong> Friuli<br />

Venezia Giulia per affrontare le difficoltà del<br />

presente e le sfide del futuro.<br />

L’annuncio di tale nuovo corso a tutte le<br />

cooperative associate è stato dato dalle due<br />

Direzioni regionali in occasione dell’incontro<br />

“<strong>Legacoop</strong> nel Nordest: eccellenze in rete<br />

a servizio della cooperazione”, che ha<br />

avuto luogo sabato 9 marzo all’Abbazia di<br />

Sesto al Reghena (Pordenone).<br />

Oggi le due associazioni regionali contano<br />

insieme 752 mila soci (400mila di <strong>Legacoop</strong><br />

Veneto e 352mila di <strong>Legacoop</strong> Fvg) e<br />

630 cooperative (230 del Fvg e 400 del Veneto),<br />

che insieme impegnano oltre 42.700<br />

occupati. Il valore della produzione realizzato<br />

dal sistema <strong>Legacoop</strong> in queste due<br />

regioni supera i 4 miliardi di euro.<br />

«Molte nostre cooperative operano ormai da<br />

tempo al di fuori dei confini regionali e<br />

quelle che ancora non lo fanno dovranno<br />

presto muoversi in questa direzione. Dopo<br />

gli sconvolgimenti economici avvenuti negli<br />

ultimi anni è inoltre chiaro che nessuno può<br />

più operare in maniera isolata» ha spiegato<br />

Gianfranco Lucatello, presidente di <strong>Legacoop</strong><br />

Veneto. «Abbiamo condiviso con<br />

<strong>Legacoop</strong> Friuli Venezia Giulia l’urgenza di<br />

riposizionare le strutture associative, a cominciare<br />

dalla messa in comune delle eccellenze<br />

in termini di servizi già esistenti,<br />

perché siano a disposizione di tutte le cooperative,<br />

indipendentemente dalla loro regione<br />

di provenienza e di azione principale».<br />

Uno sviluppo di sinergie in linea con le indicazioni<br />

dell’UE, come ha ricordato Enzo<br />

Gasparutti, presidente di <strong>Legacoop</strong> Fvg:<br />

«La programmazione comunitaria 2014-<br />

2020 premierà la logica di trasversalità rispetto<br />

ai territori. E nel contesto di<br />

diminuzione costante delle risorse in cui ci<br />

troviamo a vivere, è di certo l’Europa l’istituzione<br />

per eccellenza con la quale dobbiamo<br />

imparare a relazionarci». Scegliere di<br />

mettere in rete i servizi e di presentarsi<br />

come unico soggetto nel maggior numero<br />

di tavoli possibile, risponde però anche a un<br />

altro importante obiettivo: «Vogliamo rafforzare<br />

la nostra identità - ha puntualizzato<br />

Gasparutti - e continuare a crescere tenendo<br />

saldi e promuovendo i valori che ci<br />

contraddistinguono da sempre».<br />

Il percorso comune intrapreso da <strong>Legacoop</strong><br />

Veneto e <strong>Legacoop</strong> Fvg vanta già alcune<br />

importanti tappe all’attivo. Per quanto riguarda<br />

la rappresentanza, il 2012 ha visto<br />

la costituzione di comparti unitari nel settore<br />

del multiservizi, della cultura, della logistica<br />

e dell’agroalimentare; sul fronte dei<br />

servizi, invece, lo scorso novembre IsfidPrisma,<br />

storica struttura di formazione di <strong>Legacoop</strong><br />

Veneto (con sede a Marghera), ha<br />

visto l’ingresso nel proprio cda di tre consiglieri<br />

del Fvg e ha allargato la base sociale<br />

a importanti coop friulane, oltrepassando<br />

così i confini del territorio di provenienza per<br />

diventare ente unico di riferimento di entrambe<br />

le <strong>Legacoop</strong> regionali: prossima<br />

l’apertura di una sede a Udine.<br />

Da oggi alleanze e sinergie si estendono<br />

anche alle altre aree di eccellenza. Nei servizi<br />

alle imprese saranno messe a fattor comune<br />

competenze e professionalità di alto<br />

livello in aree che spaziano dalla consulenza<br />

contabile e fiscale a quella strategica dei finanziamenti<br />

e bandi comunitari. E si lavorerà<br />

assieme anche alla creazione di una<br />

nuova offerta di servizi, che permettano alle<br />

cooperative di fare maggiore massa critica:<br />

da consorzi e centrali d’acquisto in grado di<br />

spuntare il prezzo migliore sui fornitori, a<br />

forme innovative di mutue. Per quanto riguarda<br />

la rappresentanza, si definiranno<br />

nuovi modelli non più basati sulla dimensione<br />

territoriale ma su filiere, aree di attività<br />

produttiva delle imprese e distretti, per as-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

12<br />

sicurare una sempre migliore capacità di<br />

fare lobby anche ai tavoli della programmazione<br />

comunitaria.<br />

La presentazione del percorso di crescita<br />

condiviso dalle due <strong>Legacoop</strong> ha visto la<br />

presenza anche del presidente <strong>Legacoop</strong><br />

nazionale Giuliano Poletti, per la prima<br />

volta in uscita pubblica nel Nordest nella<br />

sua veste anche di presidente Aci (Alleanza<br />

delle cooperative italiane): «La cooperazione<br />

è profondamente radicata nei territori del<br />

Veneto e del Fvg. Costituisce una realtà importante<br />

dal punto di vista economico, ma<br />

è riconosciuta anche per il sistema di valori<br />

di cui è portatrice. Il progetto di integrazione<br />

intrapreso dalle due associazioni è pionieristico<br />

nel panorama della cooperazione italiana,<br />

e si candida a diventare una best<br />

practice cui mi auguro si guarderà con attenzione<br />

nelle altre macroaree territoriali».<br />

LIGURIA<br />

La tesi di Pertini:<br />

ritrovata e recuperata<br />

A Savona, in una sala del Priamar stracolma<br />

di pubblico, è stata presentata la tesi inedita<br />

di Pertini su La Cooperazione discussa nell’anno<br />

1924 presso l’Istituto di Scienze sociali<br />

«Cesare Alfieri» di Firenze<br />

Sinora questo scritto giovanile di Pertini era<br />

avvolto da una sorta di cono d’ombra: se ne<br />

conosceva il tema,erano stati anche avviati in<br />

precedenza tentativi di recupero, tuttavia rimasti<br />

senza esito.<br />

Si pensava addirittura che non ne fosse sopravvissuto<br />

alcun esemplare, dato che la<br />

copia appartenuta a Pertini molto probabilmente<br />

venne distrutta in seguito all’irruzione<br />

fascista a Stella, poco dopo il suo ingresso<br />

nella Resistenza, e la copia fiorentina fu soggetta<br />

come altre all’alluvione del novembre<br />

1966.<br />

L’idea di questo lavoro nasce all’interno del<br />

movimento cooperativo, grazie a un paziente<br />

lavoro di ricerca e di contatti di un gruppo di<br />

cooperatori liguri composto da Roberto La<br />

Marca, Alessandro Chiabra, Stefania Mazzucchelli.<br />

Nel 1966 la violenta alluvione che colpì Firenze<br />

non risparmiò infatti la biblioteca e il<br />

suo patrimonio bibliografico. In quel drammatico<br />

evento andarono disperse numerose<br />

raccolte, tra queste anche gran parte delle<br />

tesi fino a quel momento conservate nei magazzini,<br />

e tra le sopravvissute molte subirono<br />

gli inevitabili danni, in molti casi irreparabili,<br />

provocati dall'irrompere della acque fangose<br />

nei locali.<br />

Ma quale fu il contesto storico nell’ambito del<br />

quale Sandro Pertini presentò la tesi di laurea<br />

a Firenze il 2 dicembre 1924 <br />

Il 28 ottobre 1924,secondo anniversario della<br />

marcia su Roma e mentre in Parlamento si<br />

consumava la secessione dell’Aventino come<br />

protesta per l’omicidio di Giacomo Matteotti,<br />

Sandro Pertini depositava a Firenze la propria<br />

tesi di laurea in Scienze Sociali, dedicata alla<br />

cooperazione.<br />

Solo due mesi dopo (nel celebre discorso alla<br />

Camera del 3 gennaio 1925), Mussolini assumerà<br />

la responsabilità politica del delitto del<br />

deputato socialista,inaugurando così la prima<br />

ondata repressiva nei confronti degli oppositori<br />

del fascismo, di cui lo stesso Pertini sarà<br />

tra le più note e fiere vittime. La discussione<br />

della tesi può dirsi, dunque, il suo ultimo atto<br />

pubblico da uomo libero, iniziando già nel<br />

1925 la lunga stagione di persecuzioni culminata<br />

nell’esilio, nell’arresto, nella detenzione<br />

e infine in un confino prolungato sino<br />

alla caduta del regime, il 25 luglio 1943.<br />

Una sorta di testamento politico, quasi che<br />

l’autore, dietro la rigorosa sistematicità della<br />

trattazione, volesse in queste pagine fissare<br />

anche i cardini di una futura ricostruzione politica<br />

e morale del paese.<br />

“L'Europa è la prospettiva cui dobbiamo e<br />

possiamo tendere – ha commentato alla presentazione<br />

del volume Gianluigi Granero,presidente<br />

di <strong>Legacoop</strong> Liguria - per costruire<br />

un nuovo sistema istituzionale e della rappresentanza<br />

democratica che, avendo la dimensione<br />

per contribuire al governo dei<br />

processi economici, possa ridare ai cittadini<br />

speranza e fiducia nel futuro.<br />

Una sfida che richiama anche i cooperatori a<br />

una maggiore collaborazione per il rafforzamento<br />

del tessuto imprenditoriale e la costruzione<br />

di una più forte e consapevole coscienza<br />

europea.<br />

<strong>Legacoop</strong> Liguria – nel promuovere, con iniziative<br />

come questa, cultura cooperativa, ma<br />

anche progetti di rete tra giovani cooperatori<br />

europei – ha l'ambizione di contribuire e partecipare<br />

a questo processo.<br />

Anche in questo la passione, il rigore morale<br />

e intellettuale di chi, come Pertini, ha ricostruito<br />

l'Italia dopo il disastro fascista sono un<br />

esempio ed una guida sempre attuali”.<br />

La pubblicazione costituisce il decimo volume<br />

della collana di Economia sociale diAmes.Un<br />

volume che si è avvalso della ricerca scientifica<br />

di Sebastiano Tringali e dell’introduzione<br />

dello storico Fabio Fabbri.<br />

La ricerca e la pubblicazione sono stati possibili<br />

grazie a una pluralità di soggetti: <strong>Legacoop</strong><br />

Liguria, Coop Liguria, Fondazione De<br />

Mari-Cassa di Risparmio di Savona, Fondazione<br />

Unipolis. Le presentazioni si avvalgono<br />

invece dell’Alto Patronato del Presidente della<br />

Repubblica.<br />

EMILIA ROMAGNA<br />

È on-line il sito per avvicinare<br />

immigrati e coop di abitanti<br />

È on-line da pochi giorni www.coop-housing.org,<br />

il sito che fornisce informazioni sul<br />

progetto Coop.Housing, un insieme di attività<br />

con cui <strong>Legacoop</strong> Emilia Romagna -in collaborazione<br />

con le cooperative sociali e le cooperative<br />

abitanti delle province di Bologna,<br />

<strong>Ferrara</strong>, Parma, Modena e Ravenna- punta<br />

ad avvicinare i cittadini immigrati al mondo<br />

della cooperazione di abitanti.<br />

Il progetto, finanziato nel 2012 dal Ministero<br />

dell’Interno come primo nella graduatoria nazionale,<br />

tramite il Fondo Europeo per l’Integrazione<br />

dei Cittadini di Paesi Terzi, sta<br />

realizzando una serie di azioni diversificate<br />

per diffondere tra i cittadini stranieri la conoscenza<br />

delle opportunità offerte dalle cooperative<br />

di abitanti e per favorire l’integrazione<br />

abitativa delle diverse appartenenze.<br />

Nel sito, oltre ad illustrare gli obiettivi ed i servizi<br />

del progetto, vengono fornite informazioni<br />

utili a favorire il contatto tra i cittadini interessati<br />

e gli sportelli mobili delle provincie<br />

coinvolte, con l’indicazione del numero verde<br />

del call center con la relativa specificazione<br />

dei giorni nei quali vengono utilizzate le sei<br />

lingue previste per dare informazioni: urdu,<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

13<br />

arabo, inglese, russo, francese e cinese.<br />

Dal sito è inoltre possibile scaricare una brochure<br />

informativa, con testi nelle sei lingue<br />

indicate.<br />

LAZIO<br />

A fianco delle coop sociali per la<br />

manutenzione del verde in città<br />

La Giunta Comunale provveda con urgenza a<br />

riassegnare i servizi scaduti il 31 dicembre.<br />

<strong>Legacoop</strong>sociali Lazio giudica intollerabile la<br />

situazione creatasi nella manutenzione del<br />

verde. “Siamo ad una assenza totale di governo<br />

– sostiene Pino Bongiorno, Presidente<br />

di <strong>Legacoop</strong>sociali Lazio - nel campo<br />

della manutenzione del verde ”.<br />

“Rimpalli di responsabilità, promesse non<br />

mantenute,fondi spostati da un dipartimento<br />

all’altro, impegni disattesi, ordini del giorno<br />

votati all’ unanimità e smentiti il giorno dopo.<br />

E’ questa –ha continuato Bongiorno– la deprimente<br />

rappresentazione alla quale abbiamo<br />

assistito in questi primi mesi<br />

dell’anno”. Dal 31 dicembre sono scaduti gli<br />

affidamenti per la manutenzione del verde a<br />

Roma. “ Non è possibile che a fare le spese<br />

di questa situazione siano i lavoratori delle<br />

cooperative sociali –ha detto Stefano Venditti,<br />

Presidente di <strong>Legacoop</strong> Lazio– oltre<br />

400 posti di lavoro infatti rischiano di essere<br />

cancellati ”.“Assolutamente irricevibile – aggiunge<br />

Bongiorno – la motivazione fornita da<br />

qualche assessore,secondo la quale sono finiti<br />

i soldi.Se così fosse dicano ai cittadini che<br />

fino alla fine della legislatura i parchi di Roma<br />

subiranno un progressivo degrado e le passeggiate<br />

dei romani o i giochi dei bambini all’aria<br />

aperta, verranno sostituiti da sporcizia,<br />

erba alta e incuria”.<br />

“<strong>Legacoop</strong> Lazio chiede al sindaco di Roma –<br />

ha concluso Venditti – di risolvere urgentemente<br />

questa vicenda che sta già divenendo<br />

una emergenza sociale.”<br />

ABRUZZO<br />

Il tavolo tecnico-sindacale<br />

individua le coop beneficiarie<br />

Un importante successo oggi per la cooperazione<br />

sociale, settore che in Abruzzo rappresenta<br />

circa 150 imprese cooperative, con<br />

l’individuazione delle cooperative beneficiarie<br />

dell’accordo di gradualità.<br />

L’accordo regionale di gradualità dell’applicazione<br />

del CCNL, sottoscritto il 12 dicembre<br />

scorso da <strong>Legacoop</strong> Abruzzo, Federsolidarietà<br />

Abruzzo e Agci Abruzzo con CGIL FP,<br />

CISL FP e UIL FPL prevede lo slittamento<br />

delle tranches di aumento salariale e l’eventuale<br />

recupero degli incrementi, in fase di<br />

concertazione, per un importo non superiore<br />

al 50% delle somme non corrisposte. Il Tavolo<br />

Tecnico-sindacale, nella riunione svoltasi<br />

il 5 marzo presso la sede di <strong>Legacoop</strong><br />

Abruzzo, ha esaminato le istanze presentate<br />

dalle cooperative iscritte a una delle tre Centrali<br />

e ha individuato l’elenco di quelle che<br />

potranno beneficiare dell’accordo. “L’applicazione<br />

della gradualità” precisa Carmine<br />

Ranieri della CGIL FP “è riservata alle cooperative<br />

che pur trovandosi in determinate<br />

condizioni di crisi oggettive e misurabili, sono<br />

in regola con quanto previsto dal CCNL cooperative<br />

sociali”.“La finalità dell’accordo” afferma<br />

De Lucia di <strong>Legacoop</strong> Abruzzo “è di<br />

supportare le cooperative in un momento<br />

particolarmente difficile per il settore”.<br />

Il tavolo tecnico-sindacale, che si riunisce<br />

permanente, ha anche discusso del recepimento<br />

da parte degli Enti pubblici del decreto<br />

legislativo 192/2012 che prevede il pagamento<br />

dei servizi erogati entro 30 giorni.<br />

PUGLIA<br />

Donne; storie di vita<br />

e di diritti ancora negati<br />

Quando accudisce un figlio in un letto di<br />

ospedale, una donna perde la sua dimensione<br />

di normalità, annullando se stessa, il<br />

suo lavoro, il resto degli affetti familiari. Il<br />

senso di solitudine è grande quanto il vuoto<br />

di diritti che una madre è costretta a subire.<br />

Sono storie di donne e madri, anche della<br />

città di Bari.<br />

Nel centro polifunzionale «Futura» del capoluogo<br />

pugliese, l’8 marzo2013, è stata<br />

presentata la ricerca qualitativa condotta su<br />

venti madri, tra i 30 e i 50 anni, che vivono<br />

l’esperienza di un figlio ospedalizzato.Venti<br />

racconti di donne, raccolte da due esperte<br />

educatrici, Gina Depalma e Alessandra<br />

Positano, in un lavoro coordinato dal presidente<br />

della cooperativa Progetto Città,<br />

Andrea Mori.<br />

L’indagine è stata condotta nell’ambito del<br />

progetto «Patto sociale di genere -Bari»,<br />

promosso da <strong>Legacoop</strong> Puglia, con la sua<br />

commissione Pari Opportunità e Politiche di<br />

Genere, in qualità di soggetto capofila dell’Ats<br />

composta da Confcooperative Puglia,<br />

Aiecs e Cirpas.<br />

Al seminario dal titolo “Questo bimbo a chi<br />

lo do. Tempi e diritti delle donne nei reparti<br />

pediatrici degli ospedali di Bari”, sono intervenuti<br />

per <strong>Legacoop</strong> Puglia, Carmelo<br />

Rollo,Annamaria Ricci e Flora Colamussi<br />

(rispettivamente presidente, vice presidente<br />

e presidente Commissione PO <strong>Legacoop</strong><br />

Puglia); per Confcooperative, la coordinatrice<br />

di progetto Elisabetta Casizzi. Ha<br />

partecipato anche l’assessore barese al<br />

Welfare, Ludovico Abbaticchio, che ha<br />

raccolto numerosi spunti di riflessione per<br />

poter offrire servizi assistenziali “nuovi” e<br />

che riflettano le reali esigenze delle donne.<br />

L’attrice Ketty Volpe ha, inoltre, dato voce<br />

ed emozione ad alcune storie raccolte, in<br />

una performance (continuata in serata,<br />

nella stessa sede) che ha coinvolto i partecipanti.<br />

Storie di vita di tutti i giorni: di bambini<br />

senza capelli e madri sole strette al<br />

capezzale del proprio figlio.<br />

La ricerca ha fatto emergere i reali e quotidiani<br />

bisogni delle donne, le loro difficoltà, il<br />

senso oggettivo di abbandono e solitudine.<br />

Tra i disagi più diffusi: un linguaggio medico<br />

incomprensibile, l’allontanamento dalla<br />

vita di tutti i giorni, la mancanza di tutele<br />

che contrastano il rischio della perdita del<br />

lavoro, l’assenza di momenti di socializzazione<br />

e condivisione per un approfondimento<br />

collettivo. E, per ultimo, ma non per<br />

importanza, l’organizzazione di una città<br />

che non consente ad una donna di usufruire<br />

di mezzi di trasporto per trasferire il<br />

proprio figlio da casa in ospedale, per<br />

esempio.<br />

Un’occasione importante, dunque, per riflettere<br />

sui diritti delle donne, sulla necessità<br />

impellente di reperire forme di assistenza<br />

nuove da parte dell’amministrazione barese.<br />

Anche in tema di lavoro. Su questo argomento,<br />

come ha reso noto anche la<br />

vicepresidente <strong>Legacoop</strong> Puglia Annamaria<br />

Ricci, può intervenire, come già accade, a<br />

pieno titolo la cooperazione, attraverso<br />

l’erogazione di servizi. Tra gli obiettivi del<br />

Patto sociale di genere, c’è anche la definizione<br />

di una contrattualistica di secondo livello<br />

che possa offrire strumenti idonei alla<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

14<br />

tanto auspicata conciliazione vita privata e<br />

lavorativa. Un traguardo quest’ultima che riguarda<br />

non solo il benessere delle donne,<br />

ma di tutto il territorio.<br />

CALABRIA<br />

Lega Pesca saluta nuove adesioni;<br />

verso il futuro con giovani e donne<br />

La famiglia di Lega Pesca Calabria, già forte<br />

di una solida rappresentanza, si arricchisce<br />

dell’ingresso di tre nuove cooperative, due<br />

di pesca, la “Pescatori Calabria Tirrenica<br />

Soc. Coop.” con sede in Vibo Marina, presidente<br />

Callipo Caterina (27 anni) e la<br />

“Tropea Pesca Soc. Coop”, con sede in Tropea(VV),<br />

presidente Tranfo Saverio (29<br />

anni), e una di acquacoltura in mare la<br />

“Cooperativa Azzurro Poseidon s.c.r.l.” con<br />

sede in Mirto-Crosia(CS) Contrada Pantano,<br />

presidente Gallina Agostino (anni 30).<br />

Accogliamo con grande soddisfazione le<br />

nuove adesioni, dichiara Salvatore Martilotti,<br />

presidente regionale Lega Pesca:<br />

orientiamo la prua verso il futuro della<br />

pesca calabrese puntando su giovani e<br />

donne, che rappresentano un valore aggiunto<br />

rispetto alle competenze e alle professionalità<br />

già a disposizione della<br />

cooperazione. Si tratta di progetti ambiziosi,<br />

che costituiscono una grande opportunità<br />

per i territori e per la filiera soprattutto se,<br />

come Lega Pesca sollecita da tempo, le risorse<br />

del mare non saranno più percepite<br />

come un vincolo, ma saranno messe al<br />

centro delle politiche di sviluppo regionali. E’<br />

l’espressione di una forte sfida al cambiamento<br />

che investe la filiera ittica, e che<br />

come associazioni ci prepariamo a vincere<br />

attraverso il decollo dello strumento unitario<br />

dell’Alleanza delle Cooperative.<br />

Il gruppo di giovani della Cooperativa Azzurro<br />

Poseindon di Mirto-Crosia vanta, situato<br />

nel Comune di Rossano, uno dei pochi<br />

impianti calabresi di maricoltura e si pone<br />

l’obiettivo di arrivare all’allevamento biologico<br />

per aprirsi a nuovi mercati. La Cooperativa<br />

Pescatori Calabria Tirrenica, con oltre<br />

50 pescatori coinvolti, rafforza la presenza<br />

di Lega Pesca nella provincia di Vibo, punta<br />

al decollo di una Organizzazione di Produttori<br />

ed è pronta a misurarsi con gli strumenti<br />

FEP dei Gruppi di Azione costiera, che<br />

sarebbero da considerare come opportunità<br />

in un momento in cui anche il Comune<br />

di Vibo si mette in moto con la presentazione<br />

di un progetto FEP su attrezzature e<br />

porti da Pesca. Infine, la cooperativa a guida<br />

femminile della “Tropea Pesca”, che conta<br />

una trentina di pescatori, i cui soci sono già<br />

operatori nella ristorazione e turismo balneare,<br />

e che nasce per integrare la pesca<br />

con il settore del turismo in area della Calabria<br />

dove questa vocazione rappresenta<br />

una eccellenza regionale.<br />

SICILIA<br />

Cooperative e artigiani contro<br />

la prevista abolizione dell’Ircac<br />

Giù le mani dall’Ircac. Decisa levata di scudi<br />

dal mondo delle cooperative e degli artigiani,<br />

nonché dell’opposizione all’Assemblea regionale,<br />

al disegno di legge approvato dalla<br />

Giunta Crocetta che prevede, tra le altre<br />

cose, l’abolizione dell’Istituto regionale per il<br />

credito alla cooperazione, con contestuale<br />

trasferimento delle funzioni all’Irfis-FinSicilia,<br />

la finanziaria controllata dalla Regione. «L’Ircac<br />

rappresenta oggi l’unica possibilità di accesso<br />

al credito agevolato per le cooperative<br />

siciliane. Trasferirne le funzioni all’Irfis significherebbe,<br />

per ragioni esclusivamente tecniche,<br />

negare loro questa possibilità», dicono<br />

Gaetano Mancini ed Elio Sanfilippo, presidenti<br />

regionali rispettivamente di Confcooperative<br />

e <strong>Legacoop</strong>.<br />

Preoccupazione - «Lo segnaliamo al presidente<br />

Crocetta a nome della cooperazione<br />

siciliana, che rappresenta quasi <strong>11</strong>.000 imprese<br />

attive che danno lavoro a 75.200 addetti<br />

dei quali il 48% donne - aggiungono -.<br />

Quella cooperazione che nel periodo 2007-<br />

20<strong>11</strong>, in piena crisi, ha prodotto un incremento<br />

occupazionale del 4,1% (dati Inps) in<br />

significativa controtendenza rispetto al mercato<br />

occupazionale regionale». Queste cooperative<br />

valutano «con enorme<br />

preoccupazione» l’annunciata abolizione dell’Ircac,<br />

«strumento importantissimo al servizio<br />

dell’imprenditoria cooperativa e del lavoro<br />

in cooperativa» che semmai «andrebbe potenziato,<br />

aggiornato e ricondotto alla normale<br />

operatività, ponendo fine a un annoso e svilente<br />

commissariamento».<br />

Convocazione di un Tavolo - Per Mancini<br />

e Sanfilippo «è doveroso, prima di assumere<br />

decisioni che potrebbero avere impatti devastanti<br />

sul tessuto imprenditoriale cooperativo<br />

siciliano, ben valutarne gli effetti e in ogni<br />

caso confrontarsi con le organizzazioni di<br />

rappresentanza. Chiediamo quindi al presidente<br />

Crocetta la convocazione in tempi brevi<br />

di un tavolo sull’argomento Ircac». Confartigianato<br />

Sicilia, per bocca del presidente Filippo<br />

Ribisi, allarga il discorso anche<br />

all’annunciata abolizione della Crias (Cassa<br />

regionale per il credito alle imprese artigiane<br />

siciliane. Questa operazione - denuncia Ribisi<br />

- rischia di distruggere, infatti, l’unico strumento<br />

che in Sicilia in questi anni ha dato<br />

ossigeno alle Pmi facilitandone l’accesso al<br />

credito. In questo modo il presidente della<br />

Regione Crocetta sta attentando alla sopravvivenza<br />

delle imprese siciliane, replicando il<br />

modus operandi del suo predecessore, che<br />

egli stesso critica».<br />

Caputo - Contro Crocetta anche parte del<br />

mondo politico regionale. Se per Salvino<br />

Caputo, parlamentare di Fratelli d’Italia, «nel<br />

suo sacro furore il presidente della Regione<br />

non distingue più gli Enti da sopprimere da<br />

quelli che in questo momento rappresentano<br />

un’eccellenza in termini di risparmio e di<br />

contenimento dei costi», per Roberto Di<br />

Mauro e Vincenzo Figuccia (Partito dei siciliani-Mpa<br />

all’Ars) quello annunciato da Crocetta<br />

«sarà uno tsunami, ma solo per le<br />

imprese locali che rischiano concretamente<br />

di scomparire sotto i colpi della finanza creativa<br />

di un novello Monti siciliano per giunta<br />

male consigliato».<br />

SARDEGNA<br />

Costituito il Gruppo<br />

di Azione Costiera del Nord<br />

Nella giornata del 6 marzo si è formalmente<br />

costituito il Gruppo di Azione Costiera Nord<br />

Sardegna (GAC) per la realizzazione del PSL<br />

(Programma di Sviluppo Locale) di cui alla<br />

misura 4.1 dell’asse IV del FEP (Fondo Europe<br />

Pesca). Il GAC Nord Sardegna, comprende<br />

i tredici comuni della fascia costiera<br />

da Palau a Villanova Monteleone, le due<br />

provincie del nord, la CCIAA - l’Università di<br />

Sassari, i parchi nazionali dell’Asinara e La<br />

Maddalena, il parco di Porto Conte, le Aree<br />

marine Protette di Capo Caccia e dell’Asi-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

15<br />

nara.<br />

Fanno inoltre parte del CAC ACI pesca, l’Associazione<br />

Armatori Sardi, numerose imprese<br />

di pesca ed associazioni del settore.<br />

Fanno inoltre parte del partenariato gli istituti<br />

Tecnici Nautici: di Porto Torres e la Maddalena,<br />

la Confcommercio, la Coldiretti, la<br />

Confapi. Potranno aderire successivamente,<br />

all’associazione, portatori d’interesse<br />

dell’intera filiera ittica.<br />

L’associazione GAC Nord Sardegna avrà a<br />

disposizione un contributo per la realizzazione<br />

del PSL di oltre 1.250.000 euro più le<br />

quote di cofinanziamento dei soci. il GAC<br />

Nord Sardegna sarà amministrato da un<br />

comitato direttivo, presieduto da Benedetto<br />

Sechi, attuale responsabile regionale<br />

di Lega Pesca e presidente di <strong>Legacoop</strong><br />

Nord Sardegna.<br />

REGGIO EMILIA<br />

Dal Giappone a Succiso<br />

per la cooperativa di comunità<br />

Le cooperative di comunità stanno suscitando<br />

interesse anche in Estremo Oriente. Il<br />

prof. Naonori Tsuda, docente di economia<br />

all’Università St. Andrew’s di Osaka (Giappone),<br />

che si occupa di ricerca nel settore<br />

no-profit e delle politiche socio-economiche,<br />

ha visitato a Succiso la cooperativa<br />

Valle dei Cavalieri, uno dei più significativi<br />

esempi di “cooperativa di comunità”. Da<br />

anni Naonori Tsuda studia la cooperazione<br />

a livello internazionale, e conosce molto<br />

bene le cooperative italiane e quelle emiliane<br />

in particolare. Sulle sue ricerche il prof.<br />

Tsuda ha pubblicato recentemente il libro<br />

“Co-operative Economy in Social Change,<br />

a Solidarity System”. In uno dei sui viaggi<br />

di studio in Italia il docente giapponese ha<br />

appreso della realtà delle “cooperative di<br />

comunità”, che si sono sviluppate nell’Appennino<br />

reggiano, ed ha espresso il desiderio<br />

di conoscere da vicino una di queste<br />

esperienze. Accompagnato da Carlo<br />

Possa di <strong>Legacoop</strong> e dall’assistente Minae<br />

Okada, Naonori Tsuda è salito a Succiso,<br />

accolto peraltro da una abbondante nevicata,<br />

dove è stato accolto da Oreste Torri,<br />

vicepresidente della cooperativa.<br />

Torri ha illustrato le motivazioni che hanno<br />

portato alla nascita della cooperativa: l’esigenza<br />

di mantenere una serie di servizi nel<br />

piccolo paese del crinale, e di creare possibilità<br />

di lavoro per gli abitanti. La cooperativa<br />

svolge diverse attività: la gestione di un<br />

bar, di un agriturismo e di uno negozio di<br />

generi alimentari. E’ poi attiva nel turismo,<br />

nell’allevamento di ovini con produzione di<br />

pecorino e ricotta, nel settore della manutenzione<br />

del territorio, e nella gestione del<br />

centro visita del Parco Nazionale. Naori<br />

Tsuda si è dimostrato molto interessato alla<br />

realtà della Valle dei Cavalieri, che è anche<br />

cooperativa sociale, ed ha voluto approfondire<br />

diversi aspetti statutari, organizzativi e<br />

sociali della cooperativa.A suo parere è una<br />

esperienza che vede pochissimi esempi a<br />

livello internazionale, e che potrebbe essere<br />

utile per impedire lo spopolamento dei piccoli<br />

paesi. Il docente giapponese, che sta<br />

scrivendo un secondo libro sulla cooperazione,<br />

ha poi visitato il Centro Visita del<br />

Parco, gestito dalla stessa cooperativa, ed<br />

ha anche potuto apprezzare l’ottima cucina<br />

della Valle dei Cavalieri.<br />

FORLÌ<br />

Gestione diretta dei parcheggi;<br />

preoccupazione per i posti di lavoro<br />

La decisione del Comune di Forlì di assegnare<br />

la gestione della sosta alla società<br />

pubblica “Forlì Mobilità Integrata” desta<br />

grande preoccupazione all’interno del<br />

mondo delle cooperative sociali. Sono 23 i<br />

lavoratori della cooperativa sociale Coforpol<br />

impegnati nella gestione dei parcheggi di<br />

piazza XX Settembre, del Carmine, Cavour,<br />

Matteucci, Manzoni e Guido da Montefeltro.<br />

Di questi i lavoratori svantaggiati (non<br />

solo disabili, ma anche persone in situazione<br />

di disagio sociale, con problemi fisici<br />

o patologie di varia natura) sono 17. L’età va<br />

dai 36 ai 60 anni, con una media di 47<br />

anni. Il primo maggio l’attuale appalto scadrà<br />

e sono a rischio i posti di lavoro.<br />

Coforpol, insieme a <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena,<br />

sta incontrando ormai da mesi l’Amministrazione<br />

Comunale, i Sindacati e la Direzione<br />

Provinciale del Lavoro per cercare una<br />

soluzione.<br />

«Siamo preoccupati – dice la responsabile<br />

Welfare di <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena, Enrica<br />

Mancini – non solo per questa situazione<br />

contingente, ma perché si è diffusa la cultura<br />

molto pericolosa per cui le amministrazioni<br />

pubbliche preferiscono reinternalizzare<br />

i servizi. È una scelta che comporta<br />

più costi per il cittadino, al di là dei risparmi<br />

di brevissimo respiro. Le cooperative sociali<br />

sono nate per fornire servizi che storicamente<br />

i Comuni e le amministrazioni non<br />

riescono più a offrire direttamente e per includere<br />

al lavoro le fasce più deboli della<br />

nostra comunità. Oggi sono imprese a tutti<br />

gli effetti e colpirne una significa non solo<br />

colpire l’economia di questo territorio, ma<br />

metterne a repentaglio la coesione».<br />

«Le cooperative sociali di tipo B fanno lavorare<br />

persone svantaggiate e così garantiscono<br />

un ulteriore risparmio in termini di<br />

spesa assistenziale che però non viene mai<br />

contabilizzato. Capiamo i problemi di spesa<br />

delle amministrazioni, ma non è in questo<br />

modo che si sana un bilancio. Questa decisione<br />

mette in crisi un’impresa che ha più<br />

di 30 anni di storia, con conseguenze per<br />

tutti i lavoratori e per tutta la città», aggiunge<br />

la Mancini.<br />

«Sappiamo che il servizio offerto da Coforpol<br />

è molto apprezzato dai cittadini. Un<br />

avanzamento tecnologico, quando toglie<br />

posti di lavoro ai disabili e agli svantaggiati<br />

crea un problema sociale e non è innovazione<br />

responsabile. Non ci sono lavoratori<br />

di serie A e di serie B. L’efficientamento e la<br />

razionalizzazione non possono coinvolgere<br />

solo le imprese private», conclude il direttore<br />

di <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena, Monica<br />

Fantini.<br />

FORLÌ-CESENA<br />

“Vendere è come farsi la barba”;<br />

aperte le iscrizioni al corso<br />

Vendere: mestiere difficilissimo e mai così<br />

fondamentale per le aziende come in tempi<br />

di crisi. «Ed è come farsi la barba: se non lo<br />

fai tutti i giorni diventi un barbone». Parola<br />

di Fiorenzo Barzanti, ingegnere e dirigente<br />

aziendale romagnolo, che per 30 anni<br />

ha ricoperto ruoli di rilievo in imprese nazionali.<br />

Oggi fa il consulente aziendale e insegna,<br />

in modo molto pratico e “demistificatorio”,<br />

il come e il perché dell’arte della relazione<br />

commerciale. Sarà lui il docente di “Vendere<br />

è come farsi la barba”, corso che Cooperdiem/Tribucoop<br />

propone giovedì 28<br />

marzo a Forlì, in collaborazione con Lega-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

16<br />

coop Forlì-Cesena e Associazione Virginia<br />

Senzani.<br />

Il corso, ovviamente, è aperto a uomini e<br />

donne: l’ironia del titolo nasce dall’omonimo<br />

manuale di vendita firmato da Barzanti<br />

(edito per i tipi di Stampare edizioni), che<br />

con leggerezza e pragmaticità ha portato<br />

nella letteratura orientata al business le sue<br />

trentennali esperienze di responsabile commerciale<br />

nel settore dell’informatica e dell’hi-tech.<br />

Il seminario è rivolto a responsabili e funzionari<br />

commerciali, a manager e quadri, a<br />

direttori amministrativi e a responsabili di<br />

funzioni che hanno rapporti con i clienti.<br />

Gli argomenti affrontati sono molteplici e riguardano<br />

il budget commerciale, la conoscenza<br />

del concorrente, le tecniche per<br />

condurre in porto una trattativa, gli strumenti<br />

per motivare la squadra commerciale<br />

e quelli per la fidelizzazione l’individuazione<br />

dei clienti potenziali.<br />

La lezione si svolgerà giovedì 28 marzo<br />

dalle 9 alle 13 presso la sede di <strong>Legacoop</strong><br />

Forlì-Cesena, in via Monteverdi 6b a Forlì.<br />

Le iscrizioni sono aperte a un massimo di<br />

quindici partecipanti.<br />

Sono previsti sconti promozionali per soci e<br />

dipendenti di cooperative e Onlus, oltre che<br />

per studenti, giovani under 28 e tesserati<br />

Cartaintasca.<br />

Per informazioni e iscrizioni: dott.ssa Serenella<br />

Vasini, tel. 0543 785443 – serenella.vasini@tribucoop.it.<br />

BOLOGNA<br />

Civica 2013, Festival<br />

della comunità e della legalità<br />

“Civica-Iniziative di cultura antimafia“ compie<br />

tre anni: dal 6 marzo al 30 maggio oltre<br />

50 eventi già programmati e altrettanti in<br />

fase di preparazione su tutto il territorio di<br />

Bologna e provincia per combattere infiltrazioni<br />

mafiose e illegalità. Civica 2013, rassegna<br />

promossa dal Coordinamento di<br />

Libera Bologna con il patrocinio di Comune<br />

e Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna<br />

e Università di Bologna è realizzata<br />

con il contributo di Coop Adriatica, Igd, Fondazione<br />

Unipolis e Manutencoop e in collaborazione<br />

con l’Agenzia Cooperare con<br />

Libera Terra.<br />

Incontri, dibattiti, coinvolgimento delle<br />

scuole, spettacoli e momenti di degustazione<br />

di prodotti delle cooperative di Libera<br />

Terra: questo il cuore della manifestazione<br />

che si arricchisce quest’anno di importanti<br />

novità.<br />

Il 21 marzo 2013 a Bologna, in occasione<br />

della Giornata della memoria e dell’impegno<br />

in ricordo delle vittime della mafia, un corteo<br />

da piazza Verdi a piazza del Nettuno sarà arricchito<br />

dalla presenza della Cineteca di Bologna<br />

e dei rappresentanti dell’associazione<br />

Paper Moon che, nell’ambito del progetto<br />

“Così lontano così vicino, le mafie in Emilia-<br />

Romagna”, intervisteranno i passanti sui<br />

temi della mafia e dell’antimafia.“Nel corso<br />

di questa edizione -spiega Antonio Monachetti,<br />

referente di Libera Bologna- dedicheremo<br />

momenti di approfondimento su<br />

temi come la corruzione e il gioco d’azzardo,<br />

la libera informazione e i protocolli di legalità<br />

che si stanno diffondendo nel nostro territorio<br />

per prevenire e contrastare le<br />

infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico<br />

emiliano-romagnolo“.<br />

All’interno di questo quadro rientrano le due<br />

campagne nazionali che faranno da cornice<br />

agli eventi di Civica 2013. La prima campagna<br />

è “Io riattivo il lavoro”, promossa<br />

dalla Cgil,Arci, <strong>Legacoop</strong> e altri e finalizzata<br />

all’introduzione di norme che rendano più<br />

efficace l’utilizzo dei beni confiscati alla<br />

mafia. La seconda campagna è “Riparte il<br />

futuro”, promossa da Libera e Gruppo<br />

Abele, contro la corruzione e per la trasparenza<br />

della politica.<br />

Da segnalare due iniziative che riguardano<br />

la città di Bologna e l’Alma Mater.<br />

Il 21 marzo, il sindaco di Bologna Virginio<br />

Merola inaugurerà lo sportello “S.O.S. Giustizia<br />

- Servizio di ascolto e di assistenza<br />

alle vittime della criminalità organizzata“<br />

promosso dal Comune di Bologna in collaborazione<br />

con Libera. Novità anche per<br />

l’Università. Da quest’anno è attivo il master<br />

“Pio La Torre” in “Gestione e riutilizzo<br />

dei beni confiscati alle mafie“, diretto dalla<br />

professoressa Stefania Pellegrini e rivolto a<br />

neolaureati e professionisti. Il master è una<br />

risposta concreta alle segnalazioni arrivate<br />

dalle più importanti Procure Italiane e da diversi<br />

Enti Pubblici sulla totale mancanza di<br />

professionalità adatte alla gestione dei beni<br />

confiscati alle mafie.<br />

MODENA<br />

Verasani,“Coop fasulle: un danno<br />

gravissimo per i lavoratori”<br />

“I casi Fruit Logistic e Ggroup sono l’ennesima<br />

conferma di una situazione di estrema<br />

gravità che <strong>Legacoop</strong> Modena denuncia da<br />

tempo; e che ci porta a chiedere con ancor<br />

maggiore insistenza alle Istituzioni, agli Organismi<br />

di Vigilanza e alla Forze di Pubblica<br />

Sicurezza la massima fermezza e rapidità<br />

di intervento per prevenire e contrastare fenomeni<br />

di illegalità sempre più diffusi sul<br />

nostro territorio. Sono degenerazioni che si<br />

ripercuotono non solo sui lavoratori direttamente<br />

coinvolti, ma sull’intero tessuto economico<br />

e sociale, mettendo a repentaglio la<br />

stessa sopravvivenza di quelle imprese, fra<br />

cui le nostre cooperative, che senza legalità<br />

non vivono”: così Gianluca Verasani, Direttore<br />

di <strong>Legacoop</strong> Modena, interviene<br />

sulla spinosa questione delle coop fasulle.<br />

“Già alcuni mesi fa, pur riconoscendo l’importante<br />

lavoro fatto dalla Provincia - che<br />

aveva portato a cancellare dall’Albo Autotrasporto<br />

provinciale nell’ultimo anno e<br />

mezzo 345 imprese su un totale di 2926<br />

iscritte - denunciammo come le zone d’ombra<br />

fossero ancora moltissime. E lo sono<br />

tutt’ora: non è possibile che a Modena, nel<br />

settore della Logistica e del Facchinaggio,<br />

delle circa 180 imprese cooperative che risultano<br />

iscritte al Registro delle Imprese (su<br />

un totale di circa 240 imprese), solo il 10%<br />

sia associato ad una delle nostre strutture<br />

territoriali, si tratti di <strong>Legacoop</strong> Modena,<br />

Confcooperative o AGCI. La sproporzione è<br />

evidente … e non può non suscitare forti<br />

dubbi circa la diffusione di forme di cooperative<br />

“spurie” che nulla hanno a che vedere<br />

con la reale natura cooperativa. Natura<br />

che, a proposito dei fatti denunciati nelle<br />

due cooperative di Campogalliano, si ma-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

17<br />

nifesta proprio attraverso la condivisione e<br />

applicazione di regolamenti, statuti e contratti<br />

nazionali, la tutela dei lavoratori, la partecipazione<br />

dei soci alla vita dell’impresa, la<br />

trasparenza dei bilanci, la correttezza nella<br />

gestione degli appalti.Tutte attività su cui le<br />

stesse Associazioni vigilano attentamente.<br />

Per questo come Associazione, e a nome di<br />

tutte le imprese che operano nel pieno rispetto<br />

della legalità, chiediamo con forza<br />

alle Istituzioni, agli Organismi di Vigilanza e<br />

agli Organi di Pubblica Sicurezza di non lasciare<br />

intentata alcuna strada nella lotta<br />

ferma e intransigente all’illegalità.”<br />

IMOLA<br />

I.Denticoop ha aperto le porte<br />

ai suoi pazienti; al via l’attività<br />

La mattina del 12 marzo i.denticoop, il<br />

nuovo studio dentistico del Centro Leonardo<br />

di Imola, ha aperto per la prima volta le<br />

porte ai suoi pazienti. All’avvio dell’attività,<br />

alle ore 10, hanno partecipato l’assessore<br />

alle Attività produttive del Comune di Imola,<br />

Monica Campagnoli, il presidente di <strong>Legacoop</strong><br />

Imola Sergio Prati e la referente<br />

di Unipol Banca Maria Rosaria Rago.<br />

Lo spazio offre servizi di qualità a prezzi inferiori<br />

alla media del mercato, per adulti e<br />

bambini, grazie al lavoro di circa 20 professionisti,<br />

tra medici, ortodonzisti, igienisti, e<br />

altri specialisti: si va dall’implatologia alle<br />

cure ortodontiche, dalla pulizia orale alla<br />

chirurgia. Dal 23 febbraio, giorno dell’inaugurazione,<br />

ad oggi, sono state circa 300 le<br />

prenotazioni effettuate; si stima che, a regime,<br />

I.denticoop potrà seguire 2-3.000<br />

pazienti, per un totale di circa 3.600 prestazioni<br />

l’anno.<br />

A disposizione del personale ci sono tre riuniti<br />

(le poltrone attrezzate necessarie per<br />

operare), apparecchiature per RX endoorali<br />

digitali e una macchina per radiologia e diagnostica<br />

digitale 3D. La struttura segue gli<br />

stessi orari del centro commerciale: dal lunedì<br />

al sabato dalle 9 alle 21, e anche la<br />

domenica dalle 10 alle 20.<br />

Per informazioni per prenotare la propria visita<br />

basta andare sul sito internet<br />

www.identicoop.it, o contattando i numeri<br />

di telefono 0542.42420 o 388.4517865.<br />

I.denticoop è una cooperativa ad apporto di<br />

servizi alla quale aderiscono 10 soci – fra<br />

cui quattro odontoiatri e due laboratori<br />

odontotecnici – ai quali si aggiungono 6 assistenti<br />

di poltrona e alcuni igienisti dentali.<br />

Lo studio, realizzato dalla cooperativa Cefla<br />

di Imola, è ampio circa 120 metri quadrati<br />

ed è affacciato sull’esterno del Centro Leonardo,<br />

in via Amendola 129.<br />

I soci di Coop Adriatica – socio sovventore<br />

della struttura – godono di tariffe ridotte del<br />

15%. Mentre per finanziare le prestazioni<br />

più complesse ed onerose possono ricorrere<br />

a rateizzazioni vantaggiose con Coop-<br />

CiConto, la società di Coop Adriatica che<br />

offre servizi assicurativi, bancari e finanziari.<br />

RIMINI<br />

<strong>Legacoop</strong> aderisce<br />

al Fondo EffeGiDi<br />

<strong>Legacoop</strong> aderisce a EffeGiDi, il fondo di<br />

garanzia per i dipendenti delle aziende della<br />

Provincia di Rimini.<br />

Obiettivo del Fondo è di sostenere il reddito<br />

degli occupati, mediante la facilitazione dell’accesso<br />

al credito.<br />

Il fondo interviene attraverso l’azione di<br />

Banca Eticredito, con cui è stata siglata una<br />

Convenzione, consentendo di aumentare<br />

l’operatività della banca grazie alla garanzia<br />

di EffeGiDi.<br />

EffeGiDi è attivo dal 2008 con 28 imprese<br />

aderenti che hanno permesso di erogare finanziamenti<br />

superiore a €. 600.000,00 ai<br />

lavoratori che ne han fatto richiesta.<br />

Le imprese associate a <strong>Legacoop</strong> Rimini<br />

che intendono aderire, devono versare un<br />

contributo iniziale e presentare lettera di fidejussione<br />

che andranno ad alimentare il<br />

fondo disponibile per i mutui.<br />

I dipendenti delle imprese associate al<br />

fondo potranno per il tramite dell’azienda<br />

presentare richiesta di finanziamento fino a<br />

€ 10.000,00 a tasso fisso o variabile con<br />

spese di istruttoria una tantum fino ad un<br />

massimo di € 100,00.<br />

PARMA<br />

Anche <strong>Legacoop</strong><br />

al fianco della salute pubblica<br />

La cooperazione emiliano-romagnola ha<br />

deciso di dare vita ad una nuova Mutua in<br />

grado di rispondere ai nuovi bisogni delle<br />

persone: si chiama Fare Mutua ed è stata<br />

recentemente costituita da nove <strong>Legacoop</strong><br />

dell’Emilia Romagna, tra cui <strong>Legacoop</strong><br />

Parma, insieme a Coop NordEst e Coop<br />

Adriatica.<br />

La presenza della cooperazione di consumo,<br />

che potrebbe ulteriormente rafforzarsi e che<br />

ha espresso la presidenza di Fare Mutua con<br />

Marco Gaiba di Coop Adriatica, permetterà<br />

di realizzare importanti interventi verso i soci<br />

e i cittadini anche attraverso la rete dei punti<br />

vendita delle Coop per promuovere prodotti<br />

e i servizi.<br />

“Il sistema sanitario pubblico resta indispensabile”<br />

- dichiara Andrea Volta, presidente<br />

<strong>Legacoop</strong> Parma - “ma i tagli lineari comportano<br />

la necessità di creare un secondo<br />

pilastro ad integrazione di quello esistente.<br />

Si è fatta più forte la richiesta di integrazione<br />

tra servizi sanitari pubblici e privati.Attraverso<br />

l’iscrizione a Fare Mutua, questa integrazione<br />

è facilitata e incentivata”.<br />

RAVENNA<br />

Il 25 marzo l’iniziativa<br />

“Mareterra 2013”<br />

Mareterra 2013, iniziativa organizzata da<br />

<strong>Legacoop</strong> con il coinvolgimento delle sedi<br />

territoriali di Veneto e Friuli Venezia Giulia, si<br />

terrà il 25 marzo a Ravenna presso la Camera<br />

di Commercio (Sala Cavalcoli).<br />

Si parlerà della necessità di far evolvere il<br />

porto di Ravenna come centro di infrastrutture<br />

e di servizi logistici avanzati, trainando<br />

così l’economia provinciale ma con un occhio<br />

a un contesto di sviluppo globale del-<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Territori<br />

18<br />

l’Alto Adriatico.<br />

Dopo gli interventi di Elio Gasperoni (Presidente<br />

<strong>Legacoop</strong> Ravenna), Rudy Gatta<br />

(Responsabile porto <strong>Legacoop</strong> Ravenna) e<br />

Salvatore Melluso (SCS) è prevista una tavola<br />

rotonda alla quale parteciperanno l’assessore<br />

regionale Alfredo Peri<br />

(Programmazione territoriale, urbanistica.<br />

Reti di infrastrutture materiali e immateriali,<br />

mobilità, logistica e trasporti), Fabrizio<br />

Matteucci (Sindaco di Ravenna), Claudio<br />

Casadio (Presidente della Provincia di Ravenna),<br />

Gianfranco Bessi (Presidente<br />

CCIAA Ravenna), Galliano Di Marco (Presidente<br />

Autorità portuale di Ravenna), Dario<br />

Foschini (Amministratore delegato CMC),<br />

Paolo Cattabiani (Presidente <strong>Legacoop</strong><br />

Emilia-Romagna) e Debora Serracchiani<br />

(europarlamentare e membro della commissione<br />

trasporti dell’Ue).<br />

FANO<br />

Agricoltura sociale, laboratorio<br />

socio-economico a cielo aperto<br />

“Un laboratorio sociale ed economico a<br />

cielo aperto”. Così è stata definita l’agricoltura<br />

sociale, una nuova opportunità di lavoro<br />

e di sostegno sociale che nasce<br />

dall’incontro fra la cooperazione sociale e<br />

quella agricola di cui si è parlato nel seminario<br />

“Cooperazione e agricoltura sociale”,<br />

organizzato da Agci, Confcooperative e <strong>Legacoop</strong><br />

Marche a “Il Giardino del Cante” di<br />

Fenile di Fano (Pu). E proprio da qui parte<br />

un’esperienza innovativa in questo settore,<br />

che nelle Marche si è sviluppato negli ultimi<br />

due anni e annovera una trentina d’imprese<br />

attive, quella della creazione del<br />

Gruppo Paritetico Cooperativo, che si è costituito<br />

lunedì <strong>11</strong> marzo con l’obiettivo di<br />

progettare e gestire servizi sociali in ambito<br />

rurale, produrre, trasformare e commercializzare<br />

prodotti agricoli. Il Gruppo è composto<br />

da otto cooperative del territorio, le<br />

sociali T41b, Irs L’Aurora, L’Elicriso,Alpha, Il<br />

posto delle viole, il Consorzio Terre Alte, le<br />

coop sociali agricole De Rerum Naturae e<br />

Progetto Terra, come hanno spiegato Danilo<br />

Marchionni, consulente, e Nicola<br />

Denti, presidente T41. E’ un gruppo che<br />

conta già 300 dipendenti, gestisce interventi<br />

sociali a favore di un migliaio di utenti<br />

e che punta ad allargare le proprie attività<br />

anche nell’agricoltura sociale organizzando<br />

reti imprenditoriali e sociali. Un’azione che<br />

trae spunto anche da quanto già realizzato<br />

con il “Progetto Fenile”, nella sede de’ “Il<br />

Giardino del Cante”, gestito dall’Irs Aurora,<br />

dalla T41b e dalla Fondazione agraria<br />

“Cante di Montevecchio”, di cui ha parlato<br />

il presidente di quest’ultima, Gianfranco<br />

Mazzanti. A Fenile di Fano (Pu), ci sono un<br />

negozio e un vivaio, e, insieme agli utenti<br />

della comunità terapeutica, si fanno attività<br />

di giardinaggio, orticoltura, frutticoltura, si<br />

forniscono servizi di prevenzione primaria,<br />

di socialità, educazione e sport. Fra le azioni<br />

da sviluppare in futuro, ci sono la trasformazione<br />

dei prodotti coltivati, la pet therapy,<br />

la formazione, eventi culturali, sociali ed<br />

enogastronomici. Un modello, secondo<br />

Teodoro Bolognini, responsabile settore<br />

Agroalimentare di <strong>Legacoop</strong> Marche, “che<br />

può essere riprodotto per sviluppare le potenzialità<br />

offerte dall’agricoltura sociale, con<br />

le sue funzioni con finalità terapeutiche, riabilitative,<br />

formative e d’inserimento lavorativo,<br />

che saranno fra le azioni sostenute<br />

della nuova programmazione 2014-2020<br />

della Politica agricola comune”. Per questo,<br />

ha detto Bolognini, “le Centrali cooperative<br />

stanno promuovendo sul territorio incontri<br />

su questo tema e stanno realizzando una<br />

pubblicazione su quanto fatto finora in quest’area<br />

nelle Marche”, in fase di elaborazione<br />

da parte di Sandro Buatti,<br />

agronomo. Francesca Severini, Servizio<br />

regionale Agricoltura, ha ricordato l’impegno<br />

della Regione Marche in questo campo<br />

che viene sostenuto da un articolo della<br />

legge regionale 7 del 2005 per la cooperazione<br />

agricola che, per il 2013, prevede un<br />

fondo di 250 mila euro, mentre Ugo Testa,<br />

responsabile censimento agricoltura sociale<br />

dell’Agenzia servizi settore agroalimentare<br />

delle Marche, ha raccontato delle iniziative<br />

già messe in campo dall’Assam all’interno<br />

delle carceri marchigiane, in collaborazione<br />

con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria,<br />

dove sono stati impiantati degli<br />

uliveti, come a Barcaglione di Ancona, e<br />

degli orti.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese<br />

19<br />

>> UniAbita<br />

>> Unieco<br />

>> Unieco<br />

>> CPL Concordia<br />

>> CIR food<br />

>> Sacmi Forni<br />

>> Itaca<br />

>> CADIAI<br />

>> I Briganti di Cerreto<br />

>> L180 2.0<br />

>> Altromercato<br />

>> librerie.coop<br />

UNIABITA<br />

La qualità dei processi attestata<br />

dalla certificazione ISO 9001<br />

L’ottenimento del marchio di qualità, oltre a<br />

testimoniare l’eccellenza degli standard di<br />

gestione raggiunti, dimostra il costante impegno<br />

della Cooperativa di Abitanti nel miglioramento<br />

dell’efficienza interna<br />

finalizzata a garantire un servizio sempre<br />

più in linea con le esigenze dei Soci.<br />

UniAbita, Cooperativa di Abitanti dal 1903,<br />

ha ottenuto la certificazione ISO 9001, il<br />

noto standard di riferimento internazionale<br />

che verifica la qualità dei processi e dei sistemi<br />

di gestione aziendale.<br />

Le principali motivazioni che hanno permesso<br />

alla Cooperativa di conseguire l’importante<br />

risultato sono la costante<br />

focalizzazione sui bisogni e sulla soddisfazione<br />

della base associativa in un’ottica<br />

continuativa di miglioramento dei processi<br />

di gestione e creazione di valore.<br />

La conformità alle procedure dettate dagli<br />

standard ISO 9001, rappresenta un ulteriore<br />

passaggio che consolida l’efficienza e<br />

le prestazioni di UniAbita verso i Soci e valorizza<br />

l’immagine e l’affidabilità della Cooperativa.<br />

L’impegno e l’attenzione di UniAbita verso<br />

processi imperniati su efficienza e trasparenza<br />

avevano peraltro già trovato espressione<br />

concreta all’interno del Codice Etico,<br />

uno strumento adottato nel 20<strong>11</strong> in funzione<br />

degli adempimenti, assunti nel corso<br />

del 2012, per dotare la Cooperativa di un<br />

Modello Organizzativo Gestionale che rispondesse<br />

alle esigenze dettate dal D.Lgs<br />

231/2001 sulla Responsabilità Amministrativa<br />

degli Enti.<br />

L’insieme di questi documenti dotano oggi<br />

la Cooperativa degli strumenti atti a prevenire<br />

e valutare il verificarsi di comportamenti<br />

irresponsabili o illeciti commessi da<br />

collaboratori o soggetti che operano su<br />

mandato della Cooperativa.<br />

Il Codice Etico di UniAbita, insieme alla Politica<br />

per la Qualità emanata dalla Direzione<br />

nello scorso dicembre, riaffermano i valori<br />

fondamentali e i principi ispiratori nei quali<br />

la Cooperativa si riconosce da sempre: partecipazione<br />

democratica, solidarietà, lealtà<br />

e coerenza.<br />

“La certificazione recentemente acquisita<br />

rappresenta non solo la garanzia dell’adozione<br />

di corrette ed efficaci procedure nella<br />

gestione dei processi aziendali, ma anche<br />

un ulteriore stimolo per incrementare efficienza<br />

ed eticità e consolidare la fiducia che<br />

Soci e Partner ripongono in noi da <strong>11</strong>0<br />

anni”, ha commentato Gian Matteo Marangoni,<br />

Presidente di UniAbita.<br />

UNIECO<br />

Comunicato sulla protezione<br />

del patrimonio sociale<br />

Pubblichiamo, di seguito, il testo del comunicato<br />

stampa diffuso l’<strong>11</strong> marzo da Mauro<br />

Casoli, Presidente di Unieco.<br />

“Il Consiglio di Amministrazione di Unieco<br />

in data odierna ha deliberato di procedere<br />

alla presentazione, presso il Tribunale di<br />

Reggio Emilia, di un ricorso ai sensi dell’art.<br />

161, sesto comma, R.D. 16 marzo 1942, n.<br />

267 (“L.F.”).<br />

Il relativo atto è stato depositato nella giornata<br />

di oggi e sono già effettuate le pubblicazioni<br />

previste per legge (art. 168 L.F.).<br />

Si tratta di un’iniziativa che è parsa necessaria<br />

alla Società anche a seguito di una<br />

procedura di verifica disposta dal Tribunale<br />

di Reggio Emilia.<br />

E’ stato facile, infatti, prevedere che, laddove<br />

la notizia di tale procedimento si fosse –<br />

come è stato in passato in casi analoghi -<br />

diffusa, la Società sarebbe stata fatta bersaglio<br />

delle iniziative dei suoi creditori, ancor<br />

di più di quanto è accaduto fino ad oggi.<br />

L‘iniziativa assunta dalla Cooperativa ha<br />

quindi lo scopo di evitare - almeno temporaneamente<br />

– che possano trovare luogo,<br />

da parte di singoli creditori, azioni esecutive<br />

o cautelari sul suo patrimonio ed in effetti la<br />

stessa è stata adottata - soltanto con finalità<br />

conservative - per proteggere e segregare<br />

i beni sociali a tutela della continuità<br />

aziendale e, in questo delicato momento,<br />

pure della par condicio creditorum.<br />

Tale iniziativa peraltro si colloca nel bel<br />

mezzo di un serrato confronto che la Società,<br />

fin da dicembre, aveva aperto con il<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese 20<br />

sistema bancario, per ottenere finanza a sostegno<br />

del suo piano industriale e di rimodulazione<br />

del suo debito (piano che appunto<br />

prevedeva, fra l’altro, un rientro della forte<br />

esposizione con i fornitori e uno spostamento<br />

dalle tradizionali attività edili verso<br />

nuovi segmenti strategici); finanza da utilizzare<br />

appunto per consentire alla Società di<br />

poter far fronte in modo ordinato alle temporanee<br />

difficoltà di carattere (non tanto<br />

economico) ma precipuamente finanziario<br />

in cui si è venuta recentemente a trovare, a<br />

loro volta dovute essenzialmente a tre fattori:<br />

• la grave crisi in cui versa il Paese che,<br />

come tutti sanno, ad oggi ha particolarmente<br />

penalizzato il mercato delle costruzioni<br />

e quello dello sviluppo e<br />

commercializzazione di immobili;<br />

• i ritardi nei pagamenti relativi a commesse<br />

pubbliche e la sempre maggiore<br />

contrazione della marginalità delle<br />

stesse riservata a alle imprese esecutrici;<br />

• e, non ultima, la progressiva riduzione<br />

del credito bancario.<br />

La scelta fatta da Unieco di procedere al<br />

deposito di un ricorso ex art. 161, sesto<br />

comma, L.F. - in sé assai sofferta, soprattutto<br />

considerando che negli ultimi 15 anni<br />

la Società ha sempre prodotto utili consistenti<br />

(dei quali peraltro nel Piano industriale<br />

presentato ai soci soltanto due<br />

settimane addietro si prevede il mantenimento<br />

anche negli anni a venire) – costituisce,<br />

e come tale deve essere vista, il<br />

punto di partenza di un percorso di organico<br />

e strutturale rilancio della Società, che<br />

passa, presupponendola, attraverso una<br />

fase di riorganizzazione e di risanamento<br />

aziendale, volta al recupero di un suo corretto<br />

equilibrio finanziario ed alla definitiva<br />

ristrutturazione del suo debito.<br />

Nonostante le attuali e contingenti difficoltà<br />

finanziarie che affliggono Società, non può<br />

trascurarsi che Unieco vanta ad oggi una<br />

patrimonializzazione di primissimo livello (il<br />

patrimonio netto si aggira infatti intorno a<br />

300 milioni di Euro), la quale, ancorchè non<br />

immediatamente smobilizzabile e monetizzabile<br />

(di qui i problemi nel rispetto dei termini<br />

di pagamento), costituisce una sicura<br />

garanzia per la soddisfazione di tutti i creditori,<br />

siano essi fornitori o istituti di credito.<br />

In pillole, la Società ancora oggi è economicamente<br />

in grado di produrre utili e dispone<br />

di un ingente patrimonio, ma è<br />

temporaneamente illiquida.<br />

Proprio per questo motivo, la Cooperativa,<br />

coerentemente con la politica di risk management<br />

che ha da sempre contraddistinto<br />

la gestione sociale, ha conferito,<br />

oramai da diversi mesi, mandato ad un noto<br />

advisor finanziario (Bain & Company) e, più<br />

recentemente, ad un advisor legale (Studio<br />

Legale Sutich - Barbieri - Sutich) per la predisposizione<br />

di un piano e per la conclusione<br />

di accordi di ristrutturazione del debito<br />

nonché per individuare ed intraprendere le<br />

più opportune iniziative volte al recupero<br />

dell’equilibrio finanziario della Società.<br />

Il piano, in via di completamento, è già oggetto<br />

di discussione con gli istituti di credito<br />

e si confida di poter perfezionare un accordo<br />

con gli stessi entro i termini che, in<br />

seguito al ricorso oggi depositato, spetterà<br />

al Tribunale di fissare. Le finalità del piano e<br />

degli accordi predetti, in sintesi, sono fondamentalmente<br />

tre: estinzione, consolidamento<br />

e rinegoziazione del debito in essere;<br />

acquisizione di nuova finanza; riorganizzazione<br />

e rilancio aziendale.<br />

Il Tribunale, a seguito della domanda presentata,<br />

fisserà un termine per consentire di<br />

definire le trattative con le banche ed i creditori,<br />

senza il timore di azioni intentate da<br />

questi ultimi nei confronti del patrimonio sociale.<br />

Nel corso di questo periodo, Unieco potrà<br />

legittimamente continuare la propria attività<br />

e, sempre nella medesima fase, sarà assicurato<br />

l’integrale pagamento delle forniture<br />

di beni e servizi che verranno effettuate dai<br />

fornitori, attesa la natura prededucibile dei<br />

relativi crediti (cfr. art. 161, settimo comma,<br />

L.F.).<br />

Come peraltro chiaramente esplicitato nel<br />

ricorso, la volontà di Unieco è quella di addivenire<br />

alla conclusione di un accordo di<br />

ristrutturazione della propria esposizione<br />

debitoria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art.<br />

182 bis L.F., con cui vengano pienamente<br />

salvaguardati la continuazione<br />

dell’attività, la conservazione dell’integrità<br />

del complesso aziendale, nonché i diritti di<br />

credito di tutti creditori, ivi compresi i soci<br />

prestatori.<br />

In considerazione di una simile prospettiva<br />

di ristrutturazione del debito sociale, la Cooperativa<br />

confida di poter ricevere, in relazione<br />

alla sua scelta, solidarietà ed<br />

appoggio sul piano operativo da parte dei<br />

suoi partners commerciali e dei suoi finanziatori.<br />

Come peraltro testimoniato anche dalla recente<br />

adunanza assembleare tenutasi il 2<br />

marzo u.s., il Consiglio di Amministrazione<br />

è già impegnato (e pertanto continuerà) a<br />

compiere una corretta e tempestiva opera<br />

di informazione nei confronti dei soci, dei<br />

dipendenti, dei fornitori e di ogni altro creditore,<br />

assicurando l’impegno di Unieco per<br />

la tutela di tutti i soggetti portatori, a vario titolo,<br />

degli interessi coinvolti, in questa fase,<br />

dall’attività della Società”.<br />

UNIECO<br />

La Direzione della cooperativa<br />

sulla protesta dei lavoratori<br />

Con riferimento a quanto accaduto il 13<br />

marzo in un cantiere di Genova, su cui<br />

Unieco è impegnata, la società ha diffuso il<br />

seguente comunicato stampa di precisazione.<br />

“Le persone coinvolte nella protesta sono<br />

dipendenti di un fornitore di Unieco che<br />

vanta crediti verso quest’ultima.<br />

Benché la volontà di Unieco sia nel senso di<br />

procedere al pagamento di tutti i suoi fornitori,<br />

occorre chiarire che, a prescindere dall’effettive<br />

risorse finanziarie di cui la società<br />

oggi dispone, la procedura a cui la cooperativa<br />

ha chiesto di accedere non consente<br />

fin d’ora di effettuare pagamenti per debiti<br />

sorti prima dell’<strong>11</strong> marzo 2013, salvo che<br />

gli stessi non siano specificamente autorizzati<br />

dal Tribunale, laddove ricorrano i presupposti<br />

a tal fine previsti dalla legge.<br />

Unieco intende sottolineare che l’iniziativa<br />

che essa ha assunto ha lo scopo ed è tesa<br />

a realizzare il miglior soddisfacimento dei<br />

propri creditori, ivi compresi tutti i suoi fornitori.<br />

La società peraltro, nell’esprimere la propria<br />

solidarietà a tutti coloro che debbono<br />

subire gli effetti della sua attuale situazione,<br />

assicura il proprio impegno affinchè il loro<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese 21<br />

soddisfacimento possa intervenire nel<br />

minor tempo possibile”.<br />

CPL CONCORDIA<br />

Esempio di best practice per il<br />

lavoro a Rai 3 “Presa Diretta”<br />

Domenica 17 marzo CPL Concordia sarà protagonista<br />

di un servizio giornalistico di approfondimento<br />

sul tema del lavoro all’interno<br />

della trasmissione“Presa Diretta”,in onda su<br />

Rai 3 in prima serata (inizio ore 21.30).<br />

La troupe del programma diretto da Riccardo<br />

Iacona ha realizzato una serie di interviste<br />

ai lavoratori di CPL, ai manager e al<br />

presidente della cooperativa, Roberto Casari,<br />

mettendo in luce una realtà lavorativa<br />

che ha saputo creare sviluppo in tutta Italia<br />

facendo perno sui valori della professionalità,<br />

dell’innovazione,della solidarietà e della creazione<br />

di nuovi posti di lavoro. L’esperienza<br />

raccontata dai lavoratori di CPL rientra all’interno<br />

delle casistiche positive raccontate nel<br />

programma e rappresenta la best practice del<br />

proprio settore,in netta contrapposizione con<br />

quanto sta avvenendo nel panorama generale<br />

del mercato del lavoro.<br />

Cpl Concordia<br />

CPL Concordia è un gruppo cooperativo multiutility,<br />

nato nel 1899 a Concordia sulla Secchia<br />

(Modena), attivo in Italia e all’Estero con<br />

1600 addetti, 80 società fra controllate e<br />

collegate, per un fatturato consolidato 2012<br />

previsto pari a 4<strong>11</strong> milioni di Euro.Ambiti di<br />

intervento sono la gestione calore (global service<br />

e facility management), il gas, l’acqua, il<br />

teleriscaldamento, l’energia elettrica, i servizi<br />

tecnologici (software, videosorveglianza, domotica),<br />

i prodotti per la misura gas, lo sviluppo<br />

e applicazione di fonti rinnovabili.<br />

CIR FOOD<br />

A <strong>Ferrara</strong> premio di laurea<br />

Daniele Curina<br />

L’Università degli Studi di <strong>Ferrara</strong> istituisce il<br />

premio di laurea “Daniele Curina”, finanziato<br />

dalle Cooperative CIDAS e CIR food, in collaborazione<br />

con <strong>Legacoop</strong> <strong>Ferrara</strong>,col Comune<br />

di Berra e con la sezione berrese dell’A.N.P.I.,<br />

nell’intento di onorare la memoria di Daniele<br />

Curina,figura di spicco nell’ambito della cooperazione<br />

ferrarese e della vita politica e sociale<br />

del nostro territorio.<br />

Daniele Curina ha rappresentato una personalità<br />

di rilievo nell’ambito della cooperazione<br />

ferrarese,dopo una intensa vita politica che lo<br />

aveva portato a ricoprire varie cariche amministrative<br />

ed in particolare quella di vicesindaco<br />

del Comune di Berra, si impegnò<br />

totalmente nella valorizzazione e nel rilancio<br />

della cooperativa CIDAS di Copparo, fino a<br />

farla divenire una delle realtà più importanti<br />

nel panorama delle cooperative sociali della<br />

provincia e della regione.In seguito,alla guida<br />

dell’Area Romagna di CIR food, ha impiegato<br />

le sue capacità e il suo profondo spirito cooperativo<br />

per rilanciare lungo tutta la zona<br />

adriatica i servizi di ristorazione e in particolare<br />

la ristorazione collettiva e aziendale.<br />

Il premio di laurea“Daniele Curina”,del valore<br />

di 2.000 euro, sarà destinato, annualmente,<br />

ad una tesi svolta presso i Dipartimenti di<br />

Economia e Management, Giurisprudenza e<br />

Studi Umanistici dell’Università degli Studi di<br />

<strong>Ferrara</strong>, su un tema che richiami esperienze<br />

di carattere cooperativistico.<br />

Il premio di laurea sarà conferito ad un laureato<br />

negli anni accademici 2010/<strong>11</strong>,<br />

20<strong>11</strong>/12, 2012/13 entro e non oltre il<br />

31/12/2013; non sarà richiesto un voto minimo<br />

di laurea e a parità di valutazione sarà<br />

premiato il candidato in condizioni economiche<br />

meno agiate, secondo la propria attestazione<br />

ISEE. La consegna del premio avrà<br />

luogo di norma presso la sede municipale di<br />

Berra, in occasione di una giornata dedicata<br />

alla memoria di Daniele Curina.<br />

Proprio a Berra, presso la Sala Consigliare, si<br />

è tenuta sabato 2 marzo una cerimonia di<br />

commemorazione di Daniele, ad un anno<br />

dalla sua scomparsa, a cui sono intervenuti il<br />

Rettore dell’Università degli Studi di <strong>Ferrara</strong>,il<br />

Presidente di Cir Food, Ivan Lusetti, la Presidente<br />

di Cidas, Patrizia Bertelli, il Presidente<br />

di <strong>Legacoop</strong> Andrea Benini e il<br />

Sindaco di Berra Eric Zaghini.<br />

SACMI FORNI<br />

In tempi di caro-energia,<br />

l’alternativa dei “gas poveri”<br />

Da Sacmi Forni e Università di Modena-<br />

Reggio uno studio sulle potenzialità della simulazione<br />

CFD.Trovare una valida alternativa<br />

al metano per far funzionare i forni. Un<br />

dossier sul tavolo di molti ricercatori, stimolato<br />

anche dalle imprese produttrici di<br />

ceramica, specialmente nei Paesi emergenti<br />

che stanno fronteggiando gravi problemi<br />

di approvvigionamento energetico.<br />

Così, per rispondere a questa richiesta del<br />

mercato, i costruttori di forni si stanno ingegnando<br />

per trovare soluzioni competitive<br />

dal punto di vista energetico senza intaccare<br />

la qualità e l’efficienza e del processo<br />

produttivo. Tra questi Sacmi Forni che, insieme<br />

al dipartimento di Ingegneria meccanica<br />

e civile dell’Università di Modena e<br />

Reggio Emilia, ha condotto e pubblicato uno<br />

studio sui “bruciatori alimentati con gas poveri<br />

per il processo di cottura in ambito ceramico”.Gas<br />

poveri, ossia gas dotati di<br />

scarso potere calorifico a causa dell’elevata<br />

presenza di diluenti inerti (un esempio, i gas<br />

da biomasse o da gassificazione di carbone).<br />

Come renderli competitivi con il “nobile”<br />

gas metano “La grande varietà di<br />

composizione chimica di questi gas – si<br />

legge nella ricerca – richiede che i bruciatori<br />

siano studiati e adattati caso per caso”.<br />

Ma soprattutto, l’utilizzo di questi gas richiede<br />

uno studio attento e preliminare<br />

delle curve di cottura e della distribuzione<br />

di calore ottimale all’interno del forno affinché,<br />

pur in presenza di un combustibile con<br />

potere calorifico minore, il prodotto ceramico<br />

possa superare con successo la delicata<br />

fase di cottura.<br />

ITACA<br />

FAB, 17 buone idee a servizio<br />

della collettività<br />

Sanità low cost, inclusione sociale, audiovideo<br />

e terzo settore, agriturismo, educazione<br />

alimentare e ristorazione,<br />

cooperazione sociale, impresa culturale, architettura<br />

low cost per il risparmio energetico,<br />

canile integrato con il territorio, turismo<br />

e cultura italiana, fattoria sociale, laboratorio<br />

artistico di riuso e riutilizzo, bottega biologica,<br />

pannelli solari, educazione scolastica<br />

e laboratori. Sono le principali aree tematiche<br />

delle 17 idee progettuali pervenute per<br />

la 2° chiamata di FAB, la cui valutazione è<br />

stata avviata il 27 febbraio - nella sede della<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese 22<br />

Cooperativa Itaca a Pordenone - dalla Direzione<br />

strategica del Faber Academy Box.<br />

Lo staff di Itaca e Dof Consulting ha avuto<br />

modo di un primo confronto sulle 17 idee<br />

embrione che sono arrivate da Aviano, Casarsa,<br />

Sacile, San Vito al Tagliamento, Valvasone,<br />

Pordenone (3), Codroipo, Latisana,<br />

Udine (3), Trieste (2), Caltanissetta. La provincia<br />

di Pordenone fa ancora la parte del<br />

leone con 9 idee, segue la provincia di<br />

Udine con 5,Trieste con 2, 1 progetto arriva<br />

da Caltanissetta. Su 20 progettisti o co-progettisti<br />

le quote in rosa sono 8, 12 al maschile.<br />

Questi sono i primi numeri diffusi dalla Cooperativa<br />

sociale Itaca a fronte della chiusura<br />

dei termini (15 febbraio 2013) per la presentazione<br />

dei progetti aspiranti all’ingresso<br />

in FAB!, il generatore d’impresa e innovazione<br />

sociale lanciato il 29 giugno 2012<br />

dalla Coop friulana.<br />

“I prossimi passi sono già stati definiti –<br />

spiega Christian Gretter, coordinatore del<br />

progetto -: le 17 proposte di progetto pervenute<br />

saranno selezionate il 15 marzo da<br />

una apposita commissione, mentre l’inizio<br />

della seconda Village Academy è previsto il<br />

25 marzo”.<br />

FAB è un progetto della Cooperativa Itaca<br />

che gode della collaborazione di Dof Consulting<br />

e del supporto di diversi partner, fra<br />

cui l’Università degli Studi di Trento nella<br />

persona del prof. Luca Fazzi, di Aiccon<br />

(Associazione Italiana per la promozione<br />

della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit)<br />

nella persona del suo direttore Paolo<br />

Venturi, DMav. Dalla maschera al volto –<br />

Social Art Ensemble, Provincia di Pordenone<br />

e Comune di Pordenone. Tra i partner recentemente<br />

si è aggiunta la Fondazione<br />

Crup che finanzierà sei borse di studio per<br />

l’intera durata del progetto. Un intervento<br />

prezioso quello della Fondazione, che farà in<br />

modo che i progetti possano concretizzarsi<br />

in impresa e/o rami d’impresa.<br />

Sul fronte degli eventi, archiviato il secondo<br />

Open Day di FAB tenutosi il 4 febbraio nella<br />

sede dell’incubatore in via San Francesco a<br />

Pordenone, è da evidenziare il partenariato<br />

nato tra Ediciclo di Portogruaro, Itaca e FAB<br />

intrecciato su “Io credo. Dialogo tra un’atea<br />

e un prete”, edito da Nuovadimensione di<br />

Portogruaro. A cura della giornalista Marinella<br />

Chirico,“Io credo” è un libro a due voci,<br />

in cui Margherita Hack, scienziata di fama<br />

mondiale e già direttrice dell’Osservatorio<br />

astronomico di Trieste, e Pierluigi Di Piazza,<br />

prete di frontiera e fondatore del Centro di<br />

accoglienza per immigrati Ernesto Balducci<br />

di Zugliano, si confrontano senza pregiudizi,<br />

perché per costruire un mondo migliore è<br />

necessario partire proprio da lì, dall’incontro.<br />

“Io credo” è stato presentato con grandissimo<br />

successo di pubblico il 15 febbraio a<br />

Spilimbergo, oltre 500 le persone che hanno<br />

invaso il teatro Miotto per ascoltare la voce<br />

di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza, intervistati<br />

dai giornalisti Marinella Chirico e<br />

Fabio Della Pietra sui temi fondamentali del<br />

vivere quotidiano: il significato del progresso,<br />

il futuro dei giovani, le forme dell’amore, la<br />

vita e la morte, l’impegno civile e la politica,<br />

le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la<br />

giustizia. Con sensibilità e rispetto per le reciproche<br />

posizioni Hack e Di Piazza affrontano<br />

nel libro argomenti delicati e<br />

controversi, come il testamento biologico, il<br />

degrado della politica, il potere della Chiesa,<br />

gli stili di vita, la sessualità, proponendo risposte<br />

che possono essere terreni di incontro<br />

e di scambio fecondo.<br />

“Io credo” ha così riunito attorno a sé a Spilimbergo<br />

– oltre a FAB, Itaca e Nuovadimensione<br />

– associazione Folkgiornale di<br />

Spilimbergo, The Hub di Rovereto e associazione<br />

Il Caseificio sempre di Spilimbergo.<br />

La scelta da parte di FAB e Itaca di sostenere<br />

la filosofia del libro di Nuovadimensione<br />

è un riconoscere il ruolo di “Io credo” quale<br />

luogo dove i contatti divengono relazioni significative,<br />

generatrici d’innovazione sociale<br />

e culturale. Un luogo di concretizzazione dei<br />

valori universali dell’essere umano, dove si<br />

ri-mette al centro la persona, che diviene<br />

essa stessa il nuovo motore del cambiamento<br />

per costruire un nuovo mondo. Sono<br />

peraltro in via di definizione altre presentazioni<br />

a Tolmezzo, San Daniele del Friuli e<br />

Trento.<br />

CADIAI<br />

Al CentroBorgo un progetto<br />

per dare voce ai bambini<br />

Rabbia, paura così come felicità e meraviglia.<br />

In una parola: le emozioni. Stati d’animo<br />

presenti a tutte l’età, ma che i bambini possono<br />

avere difficoltà ad esprimere e gli adulti<br />

ad interpretare. Con lo scopo di aiutare sia i<br />

più piccoli, sia i più grandi in questo difficile<br />

compito, nasce il progetto “Chiamiamole<br />

emozioni”, realizzato dalla Cooperativa sociale<br />

CADIAI, in collaborazione con le LibrerieCoop<br />

e con i centri commerciali<br />

CentroNova e CentroBorgo.<br />

Il percorso prevede quatto laboratori per<br />

bambini dai 3 ai 6 anni, una festa e un incontro<br />

conclusivo con un esperto pedagogista<br />

all’interno del Centro Commerciale<br />

CentroBorgo di Borgo Panigale. Una vera e<br />

propria sfida, all’interno di una location particolare,<br />

per far incontrare bambini e genitori<br />

su un terreno che può diventare scivoloso,<br />

quello delle emozioni e dei sentimenti.<br />

I laboratori, gratuiti ma con richiesta di iscrizione,<br />

cominceranno il 16 marzo per concludersi<br />

il 13 aprile.<br />

Partendo da opere di autori famosi e con il<br />

supporto di una lavagna luminosa, due<br />

esperti pedagogisti di CADIAI condurranno i<br />

bambini lungo la strada che li porterà ad<br />

esternare le emozioni provate durante l’incontro.<br />

Al termine dei laboratori è prevista una<br />

grande festa ed un incontro con un pedagogista<br />

- il 23 aprile dalle ore 20:00 alle ore<br />

22:00 - in cui ai genitori verrà spiegato il percorso<br />

fatto e il modo in cui le emozioni inespresse<br />

possono essere comprese. Seguirà<br />

una mostra con foto e pannelli colorati per<br />

raccontare l’esperienza vissuta.<br />

Programma<br />

16 marzo e 6 aprile dalle 10:00 alle 12:00<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese<br />

23<br />

-> bimbi 4/6 anni<br />

23 marzo e 13 aprile dalle 10:00 alle 12:00<br />

-> bimbi 3/4 anni<br />

I BRIGANTI DI CERRETO<br />

La cooperativa al Forum Aree<br />

Interne con il Ministro Barca<br />

Renato Farina, della cooperativa I Briganti<br />

di Cerreto, è intervenuto l’<strong>11</strong> marzo al<br />

Forum Aree Interne, organizzato a Rieti dal<br />

Ministero dello Sviluppo Economico e dal<br />

Ministero della Coesione Sociale. Proprio il<br />

ministro Fabrizio Barca, con la presentazione<br />

dell’Azione Pilota Aree Interne, ha<br />

aperto i lavori del Forum, che ha delineato<br />

nuove strategie per la programmazione<br />

2014-2020 della politica di coesione territoriale.<br />

La strategia nazionale delle Aree Interne<br />

ha come obiettivi la tutela del territorio<br />

e la sicurezza degli abitanti, vuole promuovere<br />

la diversità naturale, culturale e il policentrismo<br />

e concorrere al rilancio dello<br />

sviluppo del Paese.<br />

L’esperienza della cooperativa I Briganti di<br />

Cerreto è stata considerata tra le più interessanti<br />

in Italia per affrontare i problemi<br />

delle aree interne attraverso il coinvolgimento<br />

delle comunità. L’intervento di Farina<br />

è stato al centro della seconda sessione del<br />

Forum, aperta dall’economista Davide<br />

Marino e dedicata al ruolo delle comunità<br />

locali. Farina è intervenuto sul tema “I Briganti<br />

di Cerreto: una cooperativa-paese per<br />

l’occupazione giovanile e la rinascita socioeconomica<br />

della comunità”, discutendone<br />

con Domenico Cersosimo, docente di<br />

economia all’Università della Calabria.<br />

La cooperativa “I Briganti di Cerreto” ha<br />

sede a Cerreto Alpi, in Comune di Collagna,<br />

ed è uno dei più significativi esempi di cooperativa<br />

di comunità in Italia. E’ nata nel<br />

2003 dalla volontà di un gruppo di giovani<br />

di Cerreto Alpi, con l’obiettivo di riqualificare<br />

e sviluppare le attività del territorio, a vantaggio<br />

dell’ambiente e della comunità locale,<br />

e contemporaneamente con il<br />

desiderio di non abbandonare il proprio<br />

paese per trovare lavoro altrove. Il risultato<br />

è stato quello di creare possibilità di occupazione<br />

valorizzando tutte le potenzialità<br />

della montagna, facendola “vivere” e sviluppare<br />

nel pieno rispetto della natura, e recuperando<br />

i valori della comunità. Le attività<br />

imprenditoriali della cooperativa sono molteplici:<br />

cura del verde, turismo di comunità<br />

e scolastico, educazione ambientale, servizi<br />

ambientali per il controllo del territorio, coordinamento<br />

e gestione di iniziative finalizzate<br />

alla gestione di alloggi, camere e altre<br />

forme ricettive per uso turistico, gestione di<br />

servizi vari inerenti il territorio, anche per<br />

conto di Enti o privati. La cooperativa è<br />

anche capofila nel progetto “Parco Appennino<br />

Turismo”, promosso da Parco Nazionale,<br />

Camera di Commercio,<br />

Confcooperative e <strong>Legacoop</strong>.<br />

Particolarmente soddisfatto per il ruolo<br />

avuto dai Briganti di Cerreto nel Forum di<br />

Rieti è il sindaco di Collagna Paolo Bargiacchi.<br />

«Trovo veramente significativo che<br />

la cooperativa che per prima e in maniera<br />

più convincente ha avviato nel nostro Appennino<br />

(o, forse, in Italia) pratiche concrete<br />

di forme di “turismo di comunità”, sia stata<br />

prescelta per portare la propria eccellente<br />

esperienza al Forum Aree Interne, con lo<br />

scopo, anche, di avanzare proposte e indicazioni<br />

per i nuovi fondi europei 2014-<br />

2020. Nell’epoca del turismo di massa,<br />

indifferenziato e tutto uguale, dei “non-luoghi”,<br />

si vanno affermando, soprattutto nelle<br />

aree interne e soprattutto per iniziativa di<br />

singolari esperienze come quelle sviluppate<br />

dai “Briganti di Cerreto”, forme turistiche<br />

che mirano, invece, al recupero del “senso<br />

dei luoghi” e ad una ospitalità inserita nel<br />

contesto locale e caratterizzata dalla autenticità<br />

dei luoghi, dalla genuinità dei rapporti<br />

e dalla specificità della cultura e della tradizione<br />

locale, con protagonista tutta la collettività<br />

del borgo. Il futuro, in termini di<br />

sviluppo e di economia – prosegue Bargiacchi<br />

– per questi nostri piccoli e importanti<br />

paesi si gioca su questo versante,<br />

riparte se si riattivano dinamiche relazionali<br />

all’interno del territorio, capaci di rimettere<br />

in moto un saper vivere locale, in cui tutti<br />

sono chiamati ad un proprio apporto di sicuro<br />

successo: a questa ripartenza può essere<br />

di enorme aiuto e sostegno l’Europa».<br />

L180 2.0<br />

Lacollezione Primavera-Estate 2013<br />

a “Fa’ La Cosa Giusta”<br />

Il brand L180.it,nato per rappresentare e raccontare<br />

lo straordinario lavoro di Franco Basaglia,<br />

riformatore della disciplina psichiatrica<br />

e ispiratore della cosiddetta Legge 180, attraverso<br />

capi d’abbigliamento e accessori che<br />

ne riprendessero il messaggio, traccia<br />

un’evoluzione e propone L180 2.0. In questa<br />

nuova veste parteciperà alla decima edizione<br />

di “Fa’ La Cosa Giusta - Fiera Nazionale del<br />

consumo critico e degli stili di vita sostenibili”<br />

presso la sezione dedicata Critical Fashion.<br />

Alcune importanti novità sono state introdotte<br />

per arricchire una linea che continua naturalmente<br />

a proporre prodotti etici, artistici, ecologici<br />

ed equosolidali realizzandoli nel rispetto<br />

dell’ambiente, privilegiando l’uso di cotone<br />

biologico ed equosolidale e l’utilizzo di tecniche<br />

artigianali di stampa serigrafica all’acqua<br />

senza l’uso di solventi.<br />

L180 2.0 propone per la prossima stagione<br />

un rinnovato design dei messaggi, la linea<br />

torna ad essere distribuita in esclusiva dalla<br />

cooperativa.Grazie a queste scelte si è ridotto<br />

il prezzo dei capi,pur non riducendo i margini<br />

ai produttori.<br />

L180.2.0 è una linea di abbigliamento ed accessori<br />

ideata, prodotta e distribuita da Confini<br />

Impresa Sociale, cooperativa sociale di<br />

tipo B, nata nel 1999 con l’obiettivo di sviluppare<br />

ambiti di inserimento lavorativo innovativi<br />

e capaci di cogliere le potenzialità offerte<br />

da un mercato del lavoro in cambiamento.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Imprese<br />

24<br />

ALTROMERCATO<br />

Altromercato: dal 2 al 19 aprile<br />

“Generazione Caffè”<br />

Altromercato dedica le due settimane dal 2<br />

al 19 aprile al caffè con l’iniziativa “Generazione<br />

Caffè” e per l’occasione le Botteghe<br />

aderenti offriranno ai propri clienti l’opportunità,<br />

con l’acquisto di 2 pacchetti di<br />

caffè a scelta, di ricevere uno sconto del<br />

30% su quello più costoso, oltre alla<br />

possibilità di conoscere l’intera famiglia dei<br />

caffè Altromercato: prodotti straordinari,<br />

simbolo del Commercio Equo e Solidale fin<br />

dai suoi albori.<br />

Con “Generazione Caffè”, Altromercato<br />

vuole aggregare intorno ad un caffè “buono<br />

fino in fondo” le generazioni presenti e future<br />

di coltivatori e consumatori, perché “la<br />

Terra ci è data in prestito dai nostri figli”.<br />

Per questo Altromercato da sempre promuove<br />

i valori della sostenibilità ambientale<br />

e sociale e oggi vuole raccontare perché<br />

bere un caffè equo e solidale sia un gesto<br />

quotidiano che diffonde un’economia di<br />

giustizia.<br />

“Venticinque anni fa” – ricorda Pierluigi<br />

Traversa, Direttore Unità Filiere di Altromercato<br />

– “quando Altromercato ha iniziato<br />

ad importare il caffè equosolidale dal Nicaragua,<br />

compiva un gesto di forte rottura con<br />

le dinamiche del mercato internazionale in<br />

cui dominava lo sfruttamento dei coltivatori,<br />

nella totale inconsapevolezza dei consumatori<br />

italiani. Oggi la situazione è cambiata<br />

profondamente: le persone sono molto più<br />

attente e sanno che le loro scelte di consumo<br />

hanno un impatto importante sulla<br />

vita delle persone. Questa maggiore conoscenza<br />

ci ha permesso di migliorare incredibilmente<br />

il prodotto che oggi possiamo<br />

offrire, mantenendo saldi i nostri valori dell’origine”.<br />

Un caffè “buono”<br />

Il caffè Altromercato si distingue per l’eccellenza<br />

qualitativa delle sue miscele per<br />

moka e per espresso e dei suoi monorigine,<br />

il gusto puro di quattro Paesi diversi (Etiopia,<br />

Messico, Nicaragua e Repubblica Dominicana).<br />

La qualità dei caffè Altromercato, infatti,<br />

è garantita lungo tutta la filiera, a<br />

partire dalla selezione dei chicchi, realizzata<br />

dai produttori nei Paesi di origine, fino ai<br />

controlli di esperti assaggiatori in Italia e alle<br />

lavorazioni nei più moderni stabilimenti produttivi.<br />

Le miscele, inoltre, sono il frutto<br />

della nostra pluriennale esperienza nel<br />

saper scegliere e abbinare al meglio i caffè<br />

arabica e robusta dei più rinomati siti produttivi<br />

in America Latina, Africa ed Asia.<br />

Un caffè “corretto”<br />

I caffè Altromercato sono commercializzati<br />

nel pieno rispetto dei criteri internazionali<br />

del Commercio Equo e Solidale, tra cui il riconoscimento<br />

di un giusto prezzo al coltivatore,<br />

comprensivo di un premio fair trade<br />

e un premio per i caffè biologici, la salvaguardia<br />

dei diritti dei lavoratori e il pagamento<br />

anticipato (fino al 70% dell’ordine),<br />

per coprire i costi iniziali d’investimento ed<br />

evitare forme d’indebitamento.<br />

Un caffè “ecologico”<br />

Un altro valore chiave dei caffè Altromercato<br />

è la sostenibilità ambientale, che parte<br />

dal rispetto della terra nei metodi di coltivazione,<br />

in gran parte biologica, e tocca anche<br />

tutti gli altri aspetti della filiera, dal trasporto,<br />

alla produzione, fino alla scelta dell’imballo.<br />

Tutte le confezioni di caffè Altromercato<br />

sono realizzate in materiale plastico, senza<br />

alluminio. Altromercato è stato il primo in<br />

Italia ad utilizzare questo tipo di pack, che fa<br />

sì che tutte le confezioni siano “solidali con<br />

l’ambiente” perché non vanno buttate nei<br />

rifiuti indifferenziati ma possono essere raccolte<br />

e riciclate con la plastica. Questo vale<br />

sia per i pacchetti sottovuoto, sia per le<br />

buste contenenti caffè in grani, sia per gli<br />

incarti delle cialde.<br />

“Generazione caffè”: la promozione<br />

nelle botteghe altromercato<br />

Le Botteghe Altromercato sono il luogo in<br />

cui scoprire la storia e tutta la ricchezza dei<br />

caffè Altromercato, caffè che in questi 25<br />

anni ci hanno dato la possibilità di fare una<br />

scelta consapevole a sostegno dei piccoli<br />

produttori, delle loro comunità e dell’ambiente.<br />

Nei giorni di “Generazione Caffè” si avrà<br />

l’opportunità di conoscere a fondo tutte le<br />

particolarità di ciascun caffè: sia l’ampia<br />

gamma di miscele, sia i monorigine.<br />

L’invito alla prova costa meno!<br />

Dal 2 al 19 aprile acquistando 2 pacchetti<br />

di caffè a scelta, si riceverà uno sconto del<br />

30% su quello più costoso. Un’occasione<br />

unica per “provarci gusto” e conoscere le<br />

eccellenze del caffè Altromercato.<br />

Un “CIALDA-DANAIO” in regalo<br />

Durante “Generazione Caffè”, chi porterà<br />

nelle Botteghe Altromercato aderenti un<br />

pacchetto vuoto di caffè di qualsiasi marca<br />

riceverà in regalo il “cialda-danaio” (fino ad<br />

esaurimento scorte).<br />

Il “cialda-danaio” è un portamonete che è<br />

stato realizzato a mano dai produttori di Mai<br />

Handicraft (Vietnam), foderato e corredato<br />

di chiusura a velcro, ed ha la particolarità di<br />

esser fatto a partire dalle vecchie bobine di<br />

cialde di caffè non più utilizzabili.<br />

Ma il “cialda-danaio” è molto di più che un<br />

porta monete: è un “porta valori”, ovvero<br />

racchiude in sé tutti i valori del caffè Altromercato<br />

che sono raccontati nel cartoncino<br />

inserito al suo interno.<br />

LIBRERIRE .COOP<br />

16 marzo a Cesena, presentazione<br />

del libro “Bell’aria brutta gente”<br />

Il libro “Bell’aria brutta gente” di Stefania<br />

Linari, sarà presentato sabato 16 marzo,<br />

alle ore 17.30, presso la libreria.coop Cesena<br />

- Centro Commerciale Lungosavio (Via<br />

Jemolo<strong>11</strong>0)<br />

Nel mese dedicato alle donne, incontro con<br />

l’autrice per condividere delle emozioni e riflessioni<br />

tratte dal suo libro contro la prepotenza<br />

nei confronti delle donne. Interventi<br />

sull’argomento e sulla storia di vita quotidiana<br />

di una giovane donna, combattiva ed<br />

indomita, che non si arrende di fronte a<br />

nessuna difficoltà. Sarà presente l’autrice<br />

accompagnata dall’amico chitarrista Daniele<br />

Donati .<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Note Brevi<br />

25<br />

Elementi rilevanti<br />

1) Le cooperative italiane operanti nell’area<br />

meridionale del paese, evidenziano nel<br />

2007-20<strong>11</strong> una crescita complessiva del<br />

valore della produzione del 6,1%, ma con<br />

gradi d’intensità differenziati per territorio:<br />

più accentuata e simile all’andamento nazionale<br />

per le cooperative della regione Puglia<br />

e della Basilicata, molto più lenta nelle<br />

altre regioni. Calabria, Molise e Sardegna<br />

mostrano una decrescita.<br />

2) Gli andamenti del valore della produzione<br />

nelle cooperative meridionali variano anche<br />

in funzione dei settori di attività: la cooperazione<br />

Sociale mostra una capacità di<br />

espansione maggiore rispetto a tutti gli altri<br />

settori, registrando un incremento del<br />

38,9%; in sofferenza risulta il settore manifatturiero<br />

con un -6,1% nel periodo.<br />

3) L’andamento del Risultato Operativo si riduce<br />

in maniera sostanziale in tutti i comparti<br />

di attività, eccetto il settore Sociale,<br />

che si contrae solo di-1,9%. Il Commercio,<br />

l’Industria e l’Immobiliare chiudono il quinquennio<br />

con RO negativi.<br />

4) I Risultati di esercizio aggregati di quasi<br />

tutta la cooperazione meridionale subisce<br />

un forte peggioramento nel 20<strong>11</strong>, divenendo<br />

perdita. Per le cooperative sociali, invece,<br />

il risultato aggregato é costantemente<br />

positivo dal 2007 fino al 20<strong>11</strong>, anche se in<br />

riduzione del 16,8%. La situazione della<br />

cooperazione meridionale può definirsi senz’altro<br />

di grande difficoltà e sofferenza.<br />

CENTRO STUDI LEGACOOP<br />

Piccole,MedieeGrandicooperative<br />

dell’Italia meridionale. Andamenti<br />

2007-20<strong>11</strong> di Settori e Regioni.<br />

In questa Nota sono considerati gli andamenti<br />

economici 2007-20<strong>11</strong> di 10.049<br />

cooperative italiane operanti nel Mezzogiorno.<br />

Viene analizzata la loro distribuzione<br />

per regione e per settore di attività . Anche<br />

in questa nota, come nella precedente, i<br />

dati presentati non tengono conto delle attività<br />

delle cooperative con sede principale<br />

nel Centro-Nord ma operanti anche nell’area<br />

meridionale.<br />

Il grafico I mostra la ripartizione del numero<br />

delle cooperative nelle otto regioni dell'area<br />

Sud, suddivise fra piccole (9.956) e mediograndi<br />

(93) 1 . La Sicilia (27,5%) e la Puglia<br />

(26,9%) sono quelle più rappresentative<br />

con oltre il 54,4% di tutte le cooperative<br />

meridionali; seguono la Campania (20,9%)<br />

e la Sardegna (9,1%). In Puglia e in Sicilia<br />

si concentra il 51,6% delle cooperative di<br />

medio-grandi dimensioni.<br />

Il grafico II mostra la distribuzione nelle regioni<br />

meridionali del valore della produzione<br />

(in milioni di €) per l'anno 20<strong>11</strong>, ripartito<br />

fra cooperative piccole e medio-grandi.<br />

Anche in questo caso la Sicilia (25,7%) e la<br />

Puglia (24,7%) concentrano il 50,4% del<br />

valore aggregato, seguite dalla Campania<br />

(18,2%) e dalla Sardegna (12,2%).<br />

La distribuzione nei Settori del numero delle<br />

cooperative meridionali (distinte fra imprese<br />

piccole e medio-grandi) 2 , esposta nel grafico<br />

III, mostra una netta prevalenza del<br />

comparto dei Servizi con il 27,4% complessivo,<br />

seguito dall’Agroalimentare con il<br />

20,0%, (in quest’ultimo settore, però, si<br />

Grafico I: Piccole e Medio-Grandi cooperative meridionali - N° per Regione<br />

Piccole<br />

Medio-Grandi<br />

2.081<br />

2.675<br />

554<br />

548<br />

294<br />

155<br />

9 4 3 20 1 25 8 23<br />

909<br />

2.740<br />

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

Grafico II: Piccole e Medio-grandi coop meridionali - Val. Produz. 20<strong>11</strong> - mil. €<br />

Piccole<br />

Medio-Grandi<br />

1.152,1<br />

1.174,8<br />

986,2<br />

767,3<br />

827,2<br />

495,1<br />

408,6<br />

431,3<br />

539,3<br />

407,6<br />

221,7<br />

150,6<br />

43,1 71,9<br />

56,6<br />

47,9<br />

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


2<br />

Note Brevi 26<br />

concentra il 60,2% delle cooperative<br />

medio-grandi). Dopo troviamo la cooperazione<br />

Sociale (18,9%) seguita dal comparto<br />

Immobiliare (18,3%). Il settore delle Attività<br />

Manifatturiere (comprese le costruzioni) incide<br />

solo per il 12,3%, ma in questo comparto<br />

é compreso il 10,8% delle<br />

cooperative di maggiori dimensioni.<br />

L’andamento del valore della produzione<br />

aggregato per le regioni meridionali (grafico<br />

IV) negli anni considerati evidenzia una crescita<br />

significativa della Puglia (15,9% molto<br />

vicino alla media nazionale del 16,1%), seguita<br />

a distanza dalla regione Campania<br />

con il 7,9%. Si nota, pur nella ridotta dimensione<br />

dei valori espressi, l’andamento<br />

della Basilicata che supera nettamente le<br />

altre regioni con il 20,7% di crescita nel periodo<br />

considerato. In termini negativi la Calabria<br />

decresce di -5,7%, il Molise di -1,7%<br />

e la Sardegna di -0,5%.<br />

20<strong>11</strong> mostra una significativa diversificazione<br />

fra i Settori.<br />

Il grafico V evidenzia le buone performance<br />

ottenute dalla cooperazione sociale che, nel<br />

quinquennio, vede crescere il valore della<br />

produzione del 38,9%, un incremento<br />

molto maggiore rispetto a quello registrato<br />

in tutti gli altri settori. A netta distanza, infatti,<br />

seguono i Servizi (+9,1%) stabili dopo<br />

la crescita del 2008, l’Agroalimentare<br />

(+8,9%) con un 20<strong>11</strong> in crescita dell’8,5%<br />

sul 2010, il Commercio (+8,3%) che perde<br />

lo 0,5% nell’ultimo anno, e l’Abitazione<br />

(+7,6%) ma con una perdita del -7,8% nel<br />

20<strong>11</strong>. Nel settore industriale si registra una<br />

decrescita complessiva pari a -6,1%, e<br />

questo trend negativo inizia a partire dal<br />

2009 e continua fino al 20<strong>11</strong> quando registra<br />

un -4,3% sul 2010.<br />

L’andamento del Risultato Operativo, grafico<br />

VI, riduce di molto le differenze settoriali<br />

in termini di redditività complessiva. Nel<br />

grafico si osserva il trend del settore Sociale<br />

che, nel 2010, registra una prima flessione<br />

in recupero nell’anno successivo. Nell’Agroalimentare,<br />

dopo un 2008 in crescita,<br />

seguono tre anni di costante riduzione.<br />

Chiarissima appare la riduzione di marginalità<br />

positive nel Commercio, nell’Immobiliare<br />

e nell’Industria, settori che, dal 2008 in<br />

poi, mostrano dati in flessione fino al dato<br />

negativo del 20<strong>11</strong>.<br />

Se si esclude il settore della cooperazione<br />

sociale, che mostra risultati d’esercizio po-<br />

Grafico III: Coop meridionali N° per Settore e per dimensione<br />

3.000<br />

2.500<br />

2.000<br />

1.500<br />

1.000<br />

500<br />

56<br />

1.956<br />

piccole<br />

10<br />

1.228<br />

medio grandi<br />

14<br />

291<br />

0<br />

Agroalimentare Attività Commercio<br />

manifatturiere<br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

1.900<br />

cooperazione<br />

sociale<br />

1 3<br />

1.834<br />

Immobiliare<br />

9<br />

2.747<br />

Servizi<br />

Grafico IV : V.P. 2007-20<strong>11</strong> Andamenti nelle regioni meridionali (val. €)<br />

1.400.000.000<br />

1.200.000.000<br />

1.000.000.000<br />

800.000.000<br />

600.000.000<br />

400.000.000<br />

200.000.000<br />

0<br />

3,8%<br />

2007<br />

2008<br />

2009<br />

2010<br />

20<strong>11</strong><br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

7,9%<br />

20,7% -5,7%<br />

15,9%<br />

-1,7%<br />

Grafico V: Coop meridionali - V. d. P. 2007-20<strong>11</strong> nei Settori (2007=100)<br />

140<br />

130<br />

120<br />

<strong>11</strong>0<br />

100<br />

90<br />

Commercio<br />

1,4%<br />

-0,5%<br />

Sociale<br />

Immobiliare<br />

Agroalimentare<br />

2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

Servizi<br />

Industria<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Note Brevi 27<br />

sitivi in tutti gli anni, pur se in riduzione del<br />

16,8%, tutti i settori, eccetto il Commercio<br />

e l’Industria, evidenziano un andamento del<br />

Risultato di esercizio (grafico VII) con perdite<br />

fin dal primo anno considerato. Nel settore<br />

Industria nel 20<strong>11</strong> si registra la perdita<br />

di maggiore entità rispetto agli altri anni e<br />

altri comparti di attività.<br />

Se si escludono, almeno in parte, la regione<br />

Puglia e la cooperazione sociale, l’osservazione<br />

dei dati nelle regioni e nei settori, evidenzia<br />

una situazione complessiva della<br />

cooperazione meridionale di grande difficoltà<br />

e sofferenza.<br />

Il copyright delle Note brevi è libero. Unica condizione:<br />

mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da<br />

Note Brevi Centro Studi <strong>Legacoop</strong>. Le Note sono disponibili<br />

anche in inglese in www.cslegacoop.coop.<br />

1 Si ricorda che sono considerate grandi tutte<br />

quelle imprese con valore della produzione<br />

dai 100 milioni ed oltre di €, sono medie quelle<br />

con v.d.p. tra 10 e 100 milioni di €, mentre fra<br />

le piccole sono comprese quelle società con<br />

v.d.p. inferiore ai 10 milioni di €. Non comprende<br />

i consorzi.<br />

2 Si ricorda che nelle Note Brevi a cura del Centro<br />

Studi <strong>Legacoop</strong> le analisi condotte sulle<br />

cooperative sono sempre riferite a TUTTE le<br />

cooperative italiane attive e i cui bilanci siano<br />

reperibili in Banca Dati AIDA di Bureau Van<br />

Dijk, senza distinzione di affiliazione ad alcuna<br />

delle Associazione di Rappresentanza.<br />

Grafico VI: Coop meridionali - Risultato Operativo dei Settori 2007-20<strong>11</strong> (val.€)<br />

35.000.000<br />

25.000.000<br />

Sociale<br />

15.000.000<br />

Agroalimentare<br />

5.000.000<br />

Servizi<br />

Immobiliare<br />

-5.000.000<br />

Industria<br />

-15.000.000<br />

Commercio<br />

-25.000.000<br />

2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

Grafico VII: Cooperative Sud - Risultato d'esercizio 2007-20<strong>11</strong> (val. migl. €)<br />

20.000<br />

15.000<br />

10.000<br />

5.000<br />

Sociale<br />

0<br />

-5.000<br />

-10.000<br />

Immobiliare<br />

-15.000<br />

Servizi Commercio<br />

-20.000<br />

Agroalimentare<br />

-25.000<br />

Industria<br />

-30.000<br />

2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

Note brevi<br />

n° 5 / Marzo 2013<br />

Elementi rilevanti<br />

1) Le cooperative italiane operanti nell’area meridionale<br />

del paese, evidenziano nel 2007-20<strong>11</strong><br />

una crescita complessiva del valore della produzione<br />

del 6,1%, ma con gradi d’intensità differenziati<br />

per territorio: più accentuata e simile<br />

all’andamento nazionale per le cooperative della<br />

regione Puglia e della Basilicata, molto più lenta<br />

nelle altre regioni. Calabria, Molise e Sardegna<br />

mostrano una decrescita.<br />

2) Gli andamenti del valore della produzione nelle<br />

Piccole, Medie e Grandi cooperative<br />

dell’Italia meridionale.<br />

Andamenti 2007-20<strong>11</strong> di Settori e Regioni.<br />

cooperative meridionali variano anche in funzione<br />

dei settori di attività: la cooperazione Sociale<br />

mostra una capacità di espansione<br />

maggiore rispetto a tutti gli altri settori, registrando<br />

un incremento del 38,9%; in sofferenza<br />

risulta il settore manifatturiero con un -6,1% nel<br />

periodo.<br />

3) L’andamento del Risultato Operativo si riduce in<br />

maniera sostanziale in tutti i comparti di attività,<br />

eccetto il settore Sociale, che si contrae solo di-<br />

www.cslegacoop.coop<br />

centrostudi@legacoop.coop<br />

1,9%. Il Commercio, l’Industria e l’Immobiliare<br />

chiudono il quinquennio con RO negativi.<br />

4) I Risultati di esercizio aggregati di quasi tutta la<br />

cooperazione meridionale subisce un forte peggioramento<br />

nel 20<strong>11</strong>, divenendo perdita. Per le<br />

cooperative sociali, invece, il risultato aggregato<br />

é costantemente positivo dal 2007 fino al 20<strong>11</strong>,<br />

anche se in riduzione del 16,8%. La situazione<br />

della cooperazione meridionale può definirsi<br />

senz’altro di grande difficoltà e sofferenza.<br />

1 Si ricorda che sono considerate grandi tutte In questa Nota sono considerati gli andamenti economici 2007-20<strong>11</strong> di 10.049<br />

quelle imprese con valore della produzione dai cooperative italiane operanti nel Mezzogiorno. Viene analizzata la loro distribuzione<br />

per regione e per settore di attività . Anche in questa nota, come nella<br />

100 milioni ed oltre di €, sono medie quelle con<br />

v.d.p. tra 10 e 100 milioni di €, mentre fra le piccole<br />

sono comprese quelle società con v.d.p. in-<br />

precedente, i dati presentati non tengono conto delle attività delle cooperative<br />

con sede principale nel Centro-Nord ma operanti anche nell’area meridionale.<br />

feriore ai 10 milioni di €. Non comprende i<br />

consorzi.<br />

Il grafico I mostra la ripartizione del numero delle cooperative nelle otto regioni<br />

dell'area Sud, suddivise fra piccole (9.956) e medio-grandi (93) 1 . La Sicilia<br />

(27,5%) e la Puglia (26,9%) sono quelle più rappresentative con oltre il 54,4%<br />

di tutte le cooperative meridionali; seguono la Campania (20,9%) e la Sardegna<br />

(9,1%). In Puglia e in Sicilia si concentra il 51,6% delle cooperative di mediograndi<br />

dimensioni.<br />

Grafico I: Piccole e Medio-Grandi cooperative meridionali - N° per Regione<br />

Piccole Medio-Grandi<br />

2.675<br />

2.740<br />

2.081<br />

909<br />

554<br />

548<br />

294<br />

155<br />

9 4 3 20 1 25 8 23<br />

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />

Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />

NOTE BREVI 2013<br />

Nota 4: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />

La presenza nell’area meridionale<br />

Nota 3: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />

Uno sguardo d’insieme<br />

Nota 2: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong> – I Settori<br />

Nota 1: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />

1<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio


Sondaggio<br />

28<br />

OSSERVATORIO SWG<br />

Le gomme sgonfie<br />

del bipolarismo<br />

In uno scenario politico difficile e complesso<br />

contornato da una pesante crisi economica,<br />

mutano anche, e soprattutto, gli elettori che<br />

assumono altre sembianze e danno vita a<br />

nuove identità politiche<br />

Eppur si muovono. Le identità politiche degli<br />

italiani sono a un nuovo punto di svolta. Il<br />

bipolarismo italico e le ipotesi centriste, per<br />

come le abbiamo conosciute negli ultimi 20<br />

anni, stanno esaurendo la loro dimensione<br />

evocativa, mentre nuove identità dischiudono<br />

le ali. Nel fronte di centrodestra, il processo<br />

di mutamento è profondo. Le forme<br />

più radicali della rabbia del ceto medio si<br />

stanno ri-aggregando intorno a una spiccata<br />

dimensione anticasta, mentre le altre<br />

anime dell’universo berlusconiano stanno<br />

cercando un nuovo soggetto in grado di<br />

rappresentare la propria visione moderata<br />

e zelante della società e, soprattutto, la repulsione<br />

a un qualunque governo di sinistra.<br />

Il fronte opposto, quello di centrosinistra,<br />

permane un magma composito, strutturato<br />

intorno all’identità progressista e frutto del<br />

processo di disaggregazione-riaggregazione<br />

delle eredità del passato, in cui confluiscono<br />

diverse appartenenze storiche (da<br />

quella ambientalista a quella riformista,<br />

passando per quella post comunista). Le<br />

frange più adirate di questa area si stanno<br />

dirigendo su posizioni radicali o sul rassemblement<br />

anticasta, mentre la porzione<br />

che rimane ancorata alla personalità<br />

progressista risulta segnata dalla difficoltà<br />

di identificare un nuovo progetto di società<br />

e un modus politico in grado di diventare<br />

collante attrattivo e identitario.<br />

La new entry, nel panorama nazionale, è<br />

la strutturazione politica del sentimento anticasta.<br />

In essa confluiscono diverse anime<br />

(dall’antipolitica, all’antisistema, passando<br />

per la stanchezza verso i partiti attuali), che<br />

rendono questa area un rassemblement<br />

(per ora) disomogeneo, ma in cerca di una<br />

dimensione progettuale e identitaria in<br />

grado di transitare dal rifiuto alla proposta.<br />

Una ricerca che potrebbe trovare nelle visioni<br />

anti-mercato e anti-sistema un collante<br />

identitario, nonché un progetto<br />

politico.<br />

Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio

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