Legainf 11-2013.pdf - Legacoop - Ferrara
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Anno XXIV - N. <strong>11</strong> - 15 marzo 2013<br />
Primo piano<br />
Culturability, dieci start up<br />
cooperative per sposare cultura e sociale<br />
Bando della Fondazione Unipolis aperto fino al 30 aprile per giovani imprese<br />
a pagina 2-5<br />
<strong>Legacoop</strong><br />
Papa<br />
Poletti: “L’elezione<br />
del pontefice è<br />
segnale di speranza”<br />
“Desidero esprimere, a<br />
nome di tutti i cooperatori<br />
di <strong>Legacoop</strong>, le più vive felicitazioni<br />
e gli auguri più<br />
sinceri a Papa Francesco,<br />
certo che la sua elezione al<br />
soglio pontificio rappresenti<br />
un segnale di speranza e di<br />
attenzione ai problemi sociali”.<br />
ACI<br />
Consiglio Europeo<br />
L’Alleanza chiede<br />
la revisione<br />
del patto di stabilità<br />
Senza una revisione del<br />
patto di stabilità che consenta<br />
lo sblocco immediato<br />
degli investimenti e dei pagamenti<br />
pubblici necessari<br />
per la ripresa dell’economia,<br />
anche le imprese cooperative,<br />
che pure hanno<br />
tutelato l’occupazione in<br />
presenza della crisi, corrono<br />
seri rischi di sopravvivenza.<br />
A lanciare l’allarme<br />
è Giuliano Poletti, presidente<br />
dell’Alleanza delle<br />
Cooperative Italiane, anche<br />
a nome dei copresidenti.<br />
Settori<br />
Legacopsociali<br />
Prima proiezione del<br />
reportage “Stazione<br />
Mediterraneo”<br />
In occasione della settimana<br />
Unar contro la discriminazioni<br />
razziali <strong>Legacoop</strong>sociali<br />
presenterà a Roma il 21<br />
marzo, alle ore 10:30,<br />
presso la Sala delle Conferenze<br />
(Piazza Montecitorio,<br />
123/A), la prima proiezione<br />
nazionale del video reportage<br />
realizzato dalle testate<br />
www.nelpaese.it,www.giornaleradiosociale.it,<br />
dal progetto<br />
Visioni Sociali e in<br />
collaborazione con l’agenzia<br />
di stampa specializzata Redattore<br />
Sociale.<br />
Territori<br />
Nord Est<br />
<strong>Legacoop</strong> Veneto e<br />
Fvg mettono in rete<br />
le eccellenze<br />
Le macroaree territoriali<br />
come nuovo parametro di<br />
riferimento dell’attività.<br />
Imprese<br />
Uniabita<br />
La qualità dei<br />
processi attestata<br />
da ISO 9001<br />
L’ottenimento del marchio<br />
di qualità testimonia l’eccellenza<br />
raggiunta.<br />
leggi<br />
Note Brevi<br />
Centro Studi<br />
Cooperative al Sud<br />
Andamenti 2007-20<strong>11</strong><br />
di Settori e Regioni<br />
Sondaggio<br />
Osservatorio SWG<br />
Il voto<br />
tra cambiamento<br />
e appartenenza<br />
Foto: © Gaia Levi<br />
Il Centro Studi ha elaborato<br />
e diffuso la Nota Breve numero<br />
5 del 2013.<br />
Le elezioni 2013 sono<br />
state segnate dal confronto<br />
tra due Italie.<br />
Nota della redazione<br />
Questo numero è stato chiuso<br />
il 14 Marzo 2013 alle ore <strong>11</strong>,00<br />
Segreteria di Redazione:<br />
Anna Colomberotto<br />
Tel. 06-844.39.372<br />
Fax 06-844.39.402<br />
Organo ufficiale<br />
della Lega Nazionale<br />
delle Cooperative e Mutue<br />
Settimanale di notizie a cura<br />
dell’Ufficio Stampa di <strong>Legacoop</strong><br />
Direttore Responsabile:<br />
Massimo Tognoni<br />
Registrazione al Tribunale di Roma<br />
n. 00503/90 del 6-08-1990
Primo piano 2<br />
Dieci start up cooperative<br />
per un matrimonio tra cultura e sociale<br />
Dopo Babelit nuovo bando lanciato dalla Fondazione Unipolis con il progetto Culturability<br />
Culturability - la responsabilità della cultura<br />
per una società sostenibile è un progetto<br />
ideato e promosso dalla Fondazione Unipolis,<br />
la fondazione d'impresa del Gruppo Unipol.<br />
Nato nel 2009 con un primo workshop,<br />
Culturability mira a promuovere un’idea di<br />
cultura come fattore di coesione e inclusione<br />
sociale, e lo fa attraverso sia momenti formativi<br />
sia iniziative molto concrete. Come il<br />
bando Babelit, che si chiude domenica, o il<br />
bando che sosterrà la nascita di 10 start up,<br />
aperto fino alla fine di aprile.<br />
Culturability è un termine che nasce dalla fusione<br />
di “cultura” e “capability” ed evidenzia<br />
l’obiettivo di Unipolis di contribuire a costruire<br />
nuovi spazi reali e virtuali nei quali il tema dell’accesso<br />
alla cultura sia centrale per promuovere<br />
la coesione sociale e ridurre le<br />
disuguaglianze. Il progetto contribuisce innanzitutto<br />
a promuovere una riflessione e un<br />
dibattito su questi temi attraverso l'organizzazione<br />
di iniziative e l'attività del sito<br />
www.culturability.org che si propone di offrire<br />
informazioni, pubblicazioni, segnalazioni<br />
di buone pratiche ed esperienze significative.<br />
Il progetto sviluppa poi un impegno concreto<br />
sul territorio nella promozione e nel sostegno<br />
di iniziative culturali che abbiano come obiettivo<br />
la crescita delle comunità e promuovano<br />
la coesione sociale all’interno di contesti territoriali<br />
complessi, interessati da processi di<br />
disaggregazione culturale e sociale. L’obiettivo<br />
è sostenere tali realtà da un punto di vista<br />
non solo economico,creando modalità di partnership<br />
che consentano la sviluppo di progettualità<br />
condivise e sostenibili nel tempo.<br />
È nato così Babelit, uno spazio aperto ai giovani<br />
talenti della scrittura, in cui s’incontrano<br />
culture, vite, storie e stili in evoluzione. Babelit<br />
è un contest letterario aperto a racconti e<br />
testi composti in forma di lettera,scritti in una<br />
lingua italiana rivitalizzata dall’interscambio<br />
alimentato dalle culture migranti. Il progetto<br />
è rivolto a persone di origini straniera che vivono<br />
da poco in Italia, agli italiani di seconda<br />
generazione nati qui da genitori provenienti<br />
da un’altra terra,così come a chi è italiano da<br />
generazioni.La partecipazione è aperta anche<br />
a racconti scritti da due o più persone.<br />
Il contest si avvale di importanti collaborazioni:<br />
la casa editrice e centro studi Baskerville,<br />
l’ong COSPE – Cooperazione allo Sviluppo dei<br />
Paesi Emergenti, la rivista Internazionale e<br />
l’agenzia di comunicazioneTheHookCom. Le<br />
iscrizioni, partite il 17 novembre, si chiudono<br />
domenica 17 marzo e hanno permesso a<br />
scrittori esordienti ed emergenti fino a 35 anni<br />
(non vincolati da contratto editoriale e non<br />
iscritti alla SIAE) di inviare i proprio racconti<br />
inediti on-line, caricandoli direttamente tramite<br />
l’apposito modulo. Gli scritti non dovranno<br />
superare le 6.000 battute (spazi<br />
inclusi).I partecipanti potranno,in maniera facoltativa,<br />
inviare delle foto a corredo del testo<br />
e segnalare un link a video pubblicati suYoutube<br />
o Vimeo.<br />
Una commissione di autori ed esperti effettuerà<br />
poi una valutazione di merito dei testi<br />
ammissibili, selezionando i 15 migliori racconti<br />
che verranno inseriti in un e-book pubblicato<br />
dalla casa editrice Baskerville. Tra<br />
questi, la stessa commissione sceglierà un<br />
Foto: © Gaia Levi<br />
Continua>><br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Primo piano 3<br />
autore a cui verrà assegnata una borsa di<br />
studio annuale per i corsi 2014 di Bottega<br />
Finzioni. Nel frattempo – mentre era aperto il<br />
bando per Babelit – si è aperto quello per sostenere<br />
10 start up.<br />
Unipolis mette,infatti,a disposizione 200mila<br />
euro per supportare la nascita delle start up.<br />
Tale cifra sarà suddivisa fra un massimo di<br />
10 progetti che verranno selezionati fra quelli<br />
presentati nell’ambito del bando,con un contributo<br />
di 20mila euro per ciascun progetto.<br />
Per garantire ulteriori opportunità di successo<br />
al percorso delle startup, i progetti presentati<br />
e quelli selezionati potranno disporre del supporto<br />
di una rete di soggetti che accompagneranno<br />
e seguiranno le idee imprenditoriali<br />
fino alla loro trasformazione in imprese cooperative.<br />
Un percorso di accompagnamento,<br />
consulenza e assistenza specialistico nel<br />
campo creditizio, legale, giuslavoristico e fiscale,<br />
che sarà garantito da una rete composta<br />
da: Unipol Banca; Unipol Assicurazioni;<br />
<strong>Legacoop</strong>; Generazioni <strong>Legacoop</strong>; Associazione<br />
SeniorCoop; Coopfond; Fondazione<br />
><br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> Settori Territori Imprese Sondaggio
Primo piano 4<br />
con spin off di università, associazioni e organizzazioni<br />
non-profit con sede in Italia riconosciute<br />
e/o iscritte agli albi competenti. È<br />
ammessa la partecipazione anche di cooperative<br />
e cooperative sociali, purché inattive,<br />
costituite da non più di 12 mesi al momento<br />
di avvio del Bando. In caso di selezione del<br />
progetto, al fine di ottenere il contributo, i<br />
gruppi partecipanti – che non siano già costituiti<br />
in cooperativa come sopra descritto –<br />
dovranno costituirsi in impresa cooperativa.<br />
Nella fase iniziale, dovranno essere soci di<br />
questo nuovo soggetto imprenditoriale esclusivamente<br />
i componenti del gruppo che ha<br />
presentato la domanda, salvo eccezioni che<br />
dovranno essere motivate e mantenere inalterati<br />
i requisiti previsti per l'accesso al Bando.<br />
Ogni modifica in questo senso, dovrà essere<br />
valutata dalla Commissione di valutazione,<br />
che si esprimerà in termini insindacabili e<br />
inappellabili.<br />
Le idee imprenditoriali presentate devono riguardare<br />
attività e progetti culturali e creativi,<br />
così come riconosciuti dall’Unione europea<br />
(attività core: arti visive, arti performative, patrimonio<br />
storico-artistico-architettonico; industrie<br />
culturali: editoria – comprese le sue declinazioni<br />
multimediali, industria musicale,<br />
radio-televisione,cinema e videogiochi; industrie<br />
creative: architettura, pubblicità e branding,<br />
design). Ogni idea imprenditoriale,<br />
inoltre,deve essere connotata,tutta o in parte,<br />
dalle seguenti caratteristiche:<br />
• Promuovere la creazione di nuovi posti di<br />
lavoro, soprattutto per i giovani<br />
• Avere un impatto sociale positivo, promuovere<br />
la coesione, favorire l’accesso<br />
alla cultura e ai saperi da parte del maggior<br />
numero di persone<br />
• Attivare e incrementare la capacità di relazione<br />
e interazione con soggetti terzi attraverso<br />
la costruzione di reti territoriali e<br />
reti on-line<br />
• Ricercare forme innovative di progettazione,<br />
produzione, distribuzione e fruizione<br />
della cultura<br />
• Essere economicamente sostenibili nel<br />
tempo, affinché l’impresa cooperativa si<br />
mantenga attiva ed efficiente nel lungo<br />
periodo<br />
SCHEDA<br />
I criteri di valutazione<br />
Le sette voci in base alle quali saranno selezionati i progetti delle start up<br />
Le idee imprenditoriali ricevute saranno valutate in base ai<br />
seguenti criteri:<br />
1. Valore culturale: la natura delle attività dovrà rispondere<br />
a criteri di significatività e di valore culturale<br />
sia per quanto riguarda gli operatori coinvolti<br />
sia per i risultati attesi in relazione ai destinatari<br />
coinvolti.<br />
2. Sviluppo e creazione di lavoro: si terrà conto dell'impatto<br />
del progetto presentato anche in relazione<br />
alla potenziale creazione di nuovi posti di lavoro.<br />
3. Innovazione e coesione sociale: l’originalità del progetto<br />
con riferimento al contesto di intervento. Gli<br />
aspetti innovativi potranno essere riscontrabili in uno<br />
o più elementi del progetto, privilegiando in particolare<br />
gli aspetti di innovazione sociale5.<br />
4. Sostenibilità economica: al fine di garantire che il<br />
progetto possa mantenersi attivo ed efficiente, sviluppandosi<br />
nel medio-lungo periodo.<br />
5. Impatto ambientale: è considerato fattore rilevante la<br />
sostenibilità ecologica del progetto e se esso presenta<br />
benefici ulteriori rispetto allo status quo.<br />
6. Capacità e curricula dei proponenti: verranno prese in<br />
considerazione capacità e particolari caratteristiche dei<br />
singoli proponenti (o delle organizzazioni), soprattutto in<br />
relazione alla coerenza con l'idea progettuale e agli<br />
aspetti motivazionali.<br />
Per ogni criterio verrà utilizzata una scala idonea e verranno<br />
definiti i relativi punteggi.<br />
7 “Definiamo innovazioni sociali le nuove idee (prodotti,<br />
servizi e modelli) che vanno incontro ai bisogni sociali e<br />
che allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali e<br />
nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che<br />
sono sia buone per la società sia che accrescono le<br />
possibilità di azione per la società stessa” – “Libro<br />
bianco sulla innovazione sociale”, Robin Murray, Julie<br />
Caulier Grice, Geoff Mulgan.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Primo piano 5<br />
La cultura è il fattore più importante per la libertà<br />
delle persone. Solo la conoscenza e il<br />
sapere consentono agli individui di disporre<br />
delle competenze e degli strumenti necessari<br />
ad aprire nuovi campi di opportunità, libertà<br />
ed espressione.È la cultura che rende possibile<br />
creare una tensione verso l’espansione<br />
di sistemi di senso delle persone e delle comunità.Allo<br />
stesso tempo,la cultura definisce<br />
l’identità di una società e delle società, nelle<br />
loro dimensioni locali nazionali e globali, permette<br />
alle persone di stare insieme e di identificarsi<br />
come soggetto unitario e collettivo,<br />
pur nelle loro molteplici diversità.<br />
Rendere più accessibile la cultura, promuovere<br />
la conoscenza, offrire opportunità, spazi<br />
di dialogo e confronto per le persone e tra le<br />
persone,tra piccole grandi realtà organizzate,<br />
significa aumentare la libertà dei cittadini e<br />
delle loro comunità, dando un significato alla<br />
parola democrazia e allargando le occasioni<br />
di partecipazione. Una scelta che appare<br />
tanto più rilevante di fronte a una crisi sociale,<br />
prima ancora che economica, di dimensioni<br />
planetarie e con caratteristiche inedite nel recente<br />
passato.Una crisi che è anche culturale<br />
e di valori: è venuto, infatti, in discussione un<br />
modello di sviluppo che, dietro la pretesa di<br />
essere unico e scientificamente insostituibile,<br />
ha prodotto un gigantesco aumento delle disuguaglianze<br />
e della redistribuzione della ricchezza,<br />
con drammatiche conseguenze<br />
sociali e ambientali.<br />
La cultura può essere anche un potente fattore<br />
di sviluppo economico e sociale,ma solo<br />
se abbandona ogni concezione riduttiva e<br />
strumentale, assumendo invece la funzione<br />
di leva per promuovere l’affermazione di una<br />
società fondata sulla conoscenza e sul sapere,<br />
in grado di valorizzare talenti e competenze<br />
diffuse e, in quanto tale, di perseguire<br />
maggiore uguaglianza, diritti sociali e civili.<br />
In questo contesto,l’Italia si trova a fare i conti<br />
con squilibri e debolezze storiche, mentre<br />
sembrano prevalere insicurezza e paure,<br />
chiusure individualistiche e frammentazione<br />
sociale, che incidono negativamente sul tessuto<br />
civile e democratico del Paese. Contrastare<br />
questo processo significa prima di tutto<br />
investire in cultura e nello sviluppo della conoscenza,<br />
fare leva sull’intelligenza e sulle<br />
Il manifesto di Culturability<br />
La responsabilità della cultura per una società sostenibile<br />
capacità delle persone. La cultura, quindi,<br />
come strumento per promuovere la coesione<br />
e l’inclusione sociale, consentendone l’accesso<br />
al maggior numero di persone,soprattutto<br />
di quelle finora escluse e delle nuove<br />
generazioni.Cultura come fattore e strumento<br />
in grado di prospettare una diversa idea di<br />
sviluppo all’insegna della sostenibilità, e<br />
quindi del futuro,nell’ambito della quale possano<br />
trovare un nuovo e più virtuoso equilibrio,<br />
economia,società e ambiente.In questo<br />
senso, essa va intesa nell’accezione più<br />
ampia, comprendendo tutte le sue molteplici<br />
espressioni, sia umanistiche sia scientifiche,<br />
per giungere a nuove e più efficaci sintesi,<br />
anche in funzione delle potenzialità e opportunità<br />
offerte dalle nuove tecnologie,dallo sviluppo<br />
delle comunicazioni e delle relazioni nel<br />
web.<br />
La cultura assume,pertanto,una nuova e assoluta<br />
centralità. Per questo, va considerata<br />
come un vero e proprio diritto. Diritto civile e<br />
diritto sociale: parte integrante ed essenziale<br />
di un moderno sistema di welfare,di una“società<br />
del benessere” nella quale la cultura<br />
permetta alle persone, a tutte le persone –<br />
comprese quelle provenienti da altri Paesi e<br />
portatrici di altre culture – di essere prima di<br />
tutto cittadini. In questo senso, la cultura è lo<br />
strumento principale per combattere razzismo<br />
e xenofobia, favorire percorsi di integrazione<br />
e, allo stesso tempo, in grado di<br />
valorizzare le diverse identità.<br />
È decisivo, perciò, il ruolo del sistema educativo.<br />
Dalla scuola per l’infanzia fino all’università,<br />
in un percorso di formazione<br />
permanente volto a garantire l’accesso più<br />
ampio alla cultura, anche al fine di promuovere<br />
una effettiva mobilità sociale. I ragazzi e<br />
i giovani devono essere i soggetti primari ai<br />
quali destinare impegno e risorse, allo scopo<br />
di dotarli degli strumenti indispensabili per acquisire<br />
conoscenza,sapere e capacità critica.<br />
Come in molti altri settori della vita sociale,<br />
anche nella cultura il ruolo dell’intervento<br />
pubblico,a tutti i livelli e da parte di tutti i soggetti<br />
istituzionali, è essenziale e insostituibile.<br />
Al contempo, appare fondamentale l’impegno<br />
della società civile nelle sue diverse<br />
espressioni organizzate, compreso il mondo<br />
economico e imprenditoriale,in una logica integrativa<br />
e sussidiaria, al fine di promuovere<br />
una più ampia diffusione della cultura e della<br />
conoscenza. Da questo punto di vista,la cultura<br />
si configura quale nuovo ambito da inserire<br />
– accanto a quelli economico, sociale<br />
e ambientale – tra gli obiettivi della sostenibilità,<br />
ampliando così ulteriormente il significato<br />
di Responsabilità d’Impresa.<br />
“culturability – la responsabilità della cultura<br />
per una società sostenibile”<br />
È sulla base di questa consapevolezza che la<br />
Fondazione Unipolis, in coerenza con la propria<br />
missione, ha dato vita a “culturability –<br />
la responsabilità della cultura per una società<br />
sostenibile”.Un progetto culturale che intende<br />
essere allo stesso tempo luogo di approfondimento<br />
e confronto, strumento attivo per<br />
promuovere nella società e nel territorio iniziative<br />
culturali che abbiano come obiettivo la<br />
crescita sociale e civile delle comunità, nell’ottica<br />
della sostenibilità e utilizzando il concetto<br />
di capacitazione dell’individuo,<br />
riprendendo un’elaborazione diAmartya Sen.<br />
Il progetto ha avuto un suo momento fondativo<br />
il 14 luglio 2009, nel corso di un incontro<br />
al quale hanno preso parte oltre un<br />
centinaio di persone attive nei diversi campi<br />
della vita culturale e sociale.Attraverso la presenza<br />
sul web, culturability diviene una piattaforma<br />
che permette confronto e<br />
discussione, ma allo stesso tempo offre alla<br />
cultura uno strumento di “accesso”. Il sito<br />
web offre informazioni, pubblicazioni, segnalazioni<br />
di buone pratiche ed esperienze significative,<br />
realtà, organizzazioni ed eventi su<br />
questi temi. Il progetto intende costituire una<br />
communità anche on-line rivolto a cittadini,<br />
studiosi ed esperti, professionisti, operatori<br />
culturali e sociali, istituzioni, imprese e associazioni.<br />
Uno spazio aperto al confronto e ai<br />
più diversi contributi, attraverso il quale dare<br />
vita a relazioni,condivisione delle conoscenze<br />
e delle esperienze,destinate a vivere non soltanto<br />
sul web. culturability, infatti, vuole essere<br />
anche un momento di incontro,<br />
discussione e condivisione,promozione e sostegno<br />
di attività e iniziative sul territorio,ispirate<br />
ai principi e agli obiettivi di accesso e<br />
inclusione socio-culturale.Lo spazio è aperto,<br />
adesso si tratta di riempirlo.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
<strong>Legacoop</strong><br />
6<br />
>> Vaticano<br />
>> Comitato dei Garanti<br />
>> Progetto ECO Courts<br />
VATICANO<br />
Poletti: elezione pontefice<br />
segnale di speranza<br />
“Desidero esprimere, a nome di tutti i cooperatori<br />
di <strong>Legacoop</strong>, le più vive felicitazioni<br />
e gli auguri più sinceri a Papa Francesco,<br />
certo che la sua elezione al soglio pontificio<br />
rappresenti un segnale di speranza e di attenzione<br />
ai problemi sociali per un’umanità<br />
che sta vivendo un tempo di grandi difficoltà”.<br />
È quanto afferma Giuliano Poletti, Presidente<br />
di <strong>Legacoop</strong>, che aggiunge: “La storia del<br />
nuovo papa ci parla di un religioso che, con<br />
un approccio di umiltà alla sua missione, ha<br />
sempre coltivato i valori della vicinanza ai più<br />
deboli e dell’impegno sociale”.<br />
“Per questo” -conclude il Presidente di <strong>Legacoop</strong>-<br />
“siamo certi che il suo pontificato<br />
potrà incarnare un messaggio di fiducia e<br />
favorire l’affermazione di uno sviluppo più<br />
equo”.<br />
COMITATO DEI GARANTI<br />
Il lavoro per rafforzare<br />
le regole<br />
Definizione dei criteri per la cosiddetta “autosospensione”<br />
dagli organi in ipotesi di indagini<br />
giudiziarie o fatti lesivi del buon nome<br />
di <strong>Legacoop</strong>; disciplina della “separazione<br />
tra rappresentanza e gestione”, particolarmente<br />
rilevante e sensibile nelle ipotesi di<br />
presenza, ai vertici associativi, di cooperatori<br />
che abbiano o conservino anche incarichi<br />
in cooperativa o in altre strutture<br />
associative; regolazione dei livelli e delle dinamiche<br />
retributive dei cooperatori, tema<br />
più volte sollevato, oggetto di una crescente<br />
importanza e attenzione sociale; diffusione<br />
di pratiche di trasparenza e legalità in tutto<br />
il corpo associativo, anche in riferimento all’adozione<br />
generalizzata del DLGS 231.<br />
Sono questi i temi sui quali si è sviluppato<br />
il lavoro del Comitato dei Garanti, organo il<br />
cui compito essenziale è quello di vigilare<br />
sul corretto funzionamento degli organi di<br />
<strong>Legacoop</strong> e sul loro rispetto dello Statuto,<br />
nonché sulla conformità dei comportamenti<br />
individuali dei componenti la Direzione ai<br />
principi contenuti nello Statuto e nella Carta<br />
dei Valori.<br />
“Queste direttrici di lavoro” -spiega il Presidente<br />
del Comitato, Gian Luca Cerrina<br />
Feroni- “prendono le mosse da un incontro<br />
di circa cinque mesi fa con il Presidente<br />
di <strong>Legacoop</strong> al quale avevamo illustrato gli<br />
ostacoli che l’organo incontra nella propria<br />
attività, indicando come problema maggiore<br />
la difficoltà di conoscenza e rapporti con gli<br />
organi di controllo territoriali e settoriali:<br />
senza una ‘rete’ attiva e funzionante, in<br />
grado di corrispondere alla complessa articolazione<br />
di <strong>Legacoop</strong>, anche il Comitato<br />
Garanti nazionale sarebbe destinato a ridursi<br />
ad organo passivo e meramente ‘recettizio’.<br />
A questo si accompagna un<br />
generale deficit di ‘cultura delle regole’, essenziale<br />
per una organizzazione che afferma<br />
la sua autonomia e dignità”.<br />
Da qui la decisione, seguita immediatamente<br />
all’incontro, di impegnarsi in una ricognizione<br />
della realtà, all’adeguamento di<br />
tutti gli ordinamenti a quello nazionale e<br />
nella costruzione di una “rete” degli organi<br />
di controllo, anche sulla scorta di questionari<br />
che sono stati inviati a tutte le strutture.<br />
Sulla base di questa impostazione, nei mesi<br />
successivi il Comitato dei Garanti ha elaborato,<br />
con l’ausilio degli uffici legali di <strong>Legacoop</strong>,<br />
i testi relativi ai temi<br />
dell’autosospensione e della separazione<br />
dei poteri, che ha consegnato alla Presidenza<br />
di <strong>Legacoop</strong> per l’adozione in Direzione;<br />
ha concluso la raccolta e il bilancio<br />
dei questionari provenienti dai Comitati garanti<br />
territoriali e settoriali, a seguito dei<br />
quali il Comitato sta organizzando incontri<br />
per discutere i limiti e le difficoltà degli organi<br />
di controllo; ha elaborato alcune linee<br />
di indirizzo circa il tema delle retribuzioni dei<br />
cooperatori, divenuto ancor più rilevante<br />
nelle ultime settimane e reso ancor più<br />
stringente dal dibattito in Direzione, che<br />
porterà alla discussione nella prossima seduta<br />
del 19 marzo.<br />
“Pur nei limiti di riservatezza imposti dal<br />
ruolo statutario” -sottolinea Cerrina Feroni-<br />
“il Comitato dei Garanti darà comunque<br />
conto puntualmente dei propri lavori e dell’esito<br />
delle sue attività, a partire dai punti<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese<br />
Sondaggio
<strong>Legacoop</strong><br />
7<br />
relativi alla rete degli organi di controllo e<br />
alla retribuzioni dei cooperatori”.<br />
“Intendiamo inoltre” -conclude il Presidente<br />
del Comitato- “su temi di particolare rilievo<br />
sociale, talvolta persino integranti il patto<br />
associativo, aprire una discussione nelle<br />
forme e nelle sedi associative idonee a sollecitare<br />
e garantire la partecipazione critica<br />
e responsabile dei cooperatori”.<br />
PROGETTO ECO COURTS<br />
La Casa dell’Acqua del condominio<br />
cooperativo di via Caldera a Milano<br />
La Cooperativa Edificatrice Ferruccio Degradi<br />
di Milano ha aderito al progetto ECO<br />
Courts, di cui <strong>Legacoop</strong> è partner, con l’edificio<br />
di via Caldera 109-<strong>11</strong>1-<strong>11</strong>5. Il Piano<br />
d’azione condiviso, approvato dai soci-abitanti,<br />
prevedeva tra le varie azioni la realizzazione<br />
di un punto acqua condominiale.<br />
Una soluzione accolta con entusiasmo dagli<br />
abitanti perché migliora le caratteristiche<br />
dell’acqua di rubinetto, comunque buona e<br />
controllata, e consente di avere “a domicilio”<br />
acqua naturale, acqua refrigerata e gasata-refrigerata.<br />
La Casa dell’Acqua offre notevoli vantaggi<br />
economici per gli abitanti e contribuisce a<br />
ridurre l’inquinamento che deriva dalla produzione<br />
e commercializzazione dell’acqua<br />
in bottiglia: meno plastica ed emissioni di<br />
gas serra.<br />
Il punto acqua di via Caldera è stato posizionato<br />
in uno spazio comune ed è gestito<br />
da un socio che apre il locale dalle 7,30 alle<br />
19,30 dal lunedì al sabato e la domenica<br />
dalle 9 del mattino. Per aggiornamenti sulle<br />
prossime iniziative della comunità ECO<br />
Courts visitare il sito www.life-ecocourts.it.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
8<br />
>> Consiglio Europeo<br />
>> Elezione Pontefice<br />
>> Ambiente<br />
>> ACI Servizi<br />
>> ACI - Udine<br />
CONSIGLIO EUROPEO<br />
Alleanza delle Cooperative,<br />
rivedere il patto di stabilità<br />
Senza una revisione del patto di stabilità<br />
che consenta lo sblocco immediato degli investimenti<br />
e dei pagamenti pubblici necessari<br />
per la ripresa dell’economia, anche le<br />
imprese cooperative, che pure hanno tutelato<br />
l’occupazione in presenza della crisi,<br />
corrono seri rischi di sopravvivenza.<br />
A lanciare l’allarme è Giuliano Poletti,<br />
Presidente dell’Alleanza delle Cooperative<br />
Italiane, anche a nome dei copresidenti<br />
Maurizio Gardini e Rosario Altieri, alla vigilia<br />
della riunione del Consiglio Europeo del<br />
14 e 15 marzo.<br />
“La drammatica situazione dell’economia e<br />
dell’occupazione” -sottolinea Poletti- “richiede<br />
un deciso cambiamento di approccio<br />
anche da parte delle istituzioni<br />
comunitarie. Bisogna che il Governo italiano<br />
si impegni a negoziare politiche di sostegno<br />
alla crescita attraverso un allentamento dei<br />
criteri del patto di stabilità, differenziando<br />
nel contempo la valutazione della spesa<br />
degli stati membri, a seconda che si tratti di<br />
spesa per investimenti o di spesa corrente,<br />
adottando la “golden rule” mirata alla<br />
scomputo di alcuni investimenti dai vincoli<br />
di bilancio. Di riflesso, occorre allentare i<br />
vincoli del Patto di stabilità interno, in favore<br />
di una ripresa degli investimenti nei comuni,<br />
come sostenuto anche dall’Anci”.<br />
“Inoltre, per rilanciare l’economia italiana”<br />
-aggiunge il Presidente dell’Alleanza delle<br />
Cooperative Italiane- “bisogna affrontare il<br />
tema dei pagamenti dei crediti delle imprese<br />
per lavori, servizi e forniture verso la<br />
Pubblica Amministrazione e quello dei rimborsi<br />
fiscali, negoziando, anche in questo<br />
caso, l’esenzione dalle regole del patto di<br />
stabilità; così come occorre trovare il modo<br />
di intervenire per risolvere tutto il debito<br />
pregresso, anche quello di natura fiscale”.<br />
“Infatti, nonostante le risorse messe a disposizione<br />
dalla Banca Centrale Europea<br />
per sopperire alle carenze di liquidità” -osserva<br />
Poletti- “il tema del pagamenti dei debiti<br />
della PA non è risolvibile attraverso il<br />
ricorso al credito bancario”.<br />
“A tale proposito” -conclude Poletti- “è maturo<br />
il tempo di dar seguito ad un piano di<br />
politica monetaria che vincoli la provvista<br />
BCE ad un impiego di queste risorse alle<br />
esigenze di credito e liquidità delle imprese,<br />
in particolare delle PMI e delle cooperative<br />
in ragione del ruolo che svolgono per la tutela<br />
dell’occupazione”.<br />
ELEZIONE PONTEFICE<br />
Gli auguri dell’Alleanza<br />
delle Cooperative Italiane<br />
Giuliano Poletti, presidente dell’Alleanza<br />
delle Cooperative, anche a nome dei copresidenti<br />
Maurizio Gardini e Rosario Altieri,<br />
saluta l'elezione di Papa Francesco con la<br />
seguente dichiarazione:“Le cooperative accolgono<br />
con calore l'insediamento del neo<br />
Pontefice. La semplicità del suo messaggio<br />
e la sua simpatia umana parlano al cuore<br />
della gente e dei fedeli. Papa Francesco è<br />
chiamato a guidare la Chiesa in un momento<br />
di grave crisi dei valori, oltre che<br />
economica e sociale. La sua umiltà e la sua<br />
semplicità saranno le migliori alleate per<br />
accompagnare le coscienze dell'umanità<br />
lungo il sentiero della pace, dell’equità sociale,<br />
del dialogo, della ricerca di giustizia.<br />
Auguriamo a Papa Francesco I un pontificato<br />
ricco di risultati positivi”.<br />
AMBIENTE<br />
Per attività forestali spese solo<br />
metà delle risorse programmate<br />
Per le attività forestali, alla data del 31 dicembre<br />
2012, risultano spese risorse pari<br />
a 741.459 milioni di euro, ovvero solo il<br />
47,4% della spesa programmata, che ammontava<br />
a 1.566.167 milioni. Importo che,<br />
peraltro, nell’ultimo anno ha subito un sen-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
9<br />
sibile ridimensionamento di circa 261 milioni<br />
di euro, risorse che sono state dirottate<br />
su altre misure.<br />
Lo rende noto il Settore Forestale dell’Alleanza<br />
delle Cooperative Italiane che a riguardo<br />
osserva come “nonostante sempre<br />
di più la politica agricola comunitaria stia<br />
acquisendo connotati ambientali e di valorizzazione<br />
del territorio, le attività forestali<br />
non rappresentino, nel nostro paese, un<br />
obiettivo strategico o prioritario da perseguire.<br />
Ciò è tanto più grave se si considera<br />
che gran parte del nostro Paese è coperto<br />
da superfici boschive, spesso abbandonate,<br />
non gestite e in stato di degrado e che<br />
buona parte del nostro territorio risulti a rischio<br />
idrogeologico. È auspicabile quindi<br />
che in quest’ultima fase della programmazione<br />
dello Sviluppo Rurale, che scade alla<br />
fine del 2013, si riesca a dimostrare una<br />
maggiore sensibilità nei confronti delle misure<br />
forestali”.<br />
Sul numero esiguo di misure forestali finora<br />
attivate dalle regioni pesano, secondo l’Alleanza<br />
delle Cooperative Agroalimentari, sia<br />
“l’eccesso di burocrazia che una reale insensibilità<br />
politica”.<br />
“Il patrimonio forestale italiano ed il settore<br />
economico ad esso collegato presentano<br />
invece enormi potenzialità sia in termini occupazionali<br />
che di sviluppo sostenibile del<br />
territorio. È opportuno sostenere ed incentivare<br />
l’impiego energetico delle biomasse<br />
legnose, con particolare attenzione al contributo<br />
dell’energia termica, rimuovendo<br />
tutte quelle criticità che finora ne hanno frenato<br />
il pieno sviluppo, quali la determinazione<br />
degli incentivi, i registri contingentati<br />
che limitano l’accesso al credito, la localizzazione<br />
degli impianti, l’effettiva efficienza<br />
energetica degli interventi, il rispetto del<br />
paesaggio”.<br />
ACI SERVIZI<br />
Coordinamento cooperativo<br />
per il Trasporto e la Logistica<br />
L’ACI SERVIZI - Coordinamento Cooperativo<br />
per il Trasporto e la Logistica (<strong>Legacoop</strong> Servizi<br />
– Federlavoro e Servizi/Confcooperative<br />
e AGCI Servizi) - esprime la propria soddisfazione<br />
per l’avvenuta firma da parte del<br />
Ministero dell’Economia del decreto interministeriale<br />
che rende così di fatto possibile<br />
il riparto dello stanziamento di 400 milioni<br />
di euro a sostegno dell’autotrasporto previsto<br />
per l‘anno 2013.<br />
“I ritardi nell’iter normativo sono stati per noi<br />
fonte di forte preoccupazione – afferma il<br />
Coordinamento Cooperativo – per le sorti di<br />
numerose aziende cooperative del settore<br />
per le quali, in assenza della necessaria liquidità,<br />
si paventava il rischio di una cessazione<br />
d’attività, con conseguente danno<br />
all’economia del settore e dell’intero Paese”.<br />
“La disponibilità di tali risorse – conclude il<br />
Coordinamento Cooperativo - , quanto più<br />
necessaria ed urgente considerate le forti<br />
difficoltà in cui versa il comparto, permetteranno<br />
così alle imprese e all’intero settore<br />
di fronteggiare numerosi problemi e aumentare<br />
la propria competitività sul mercato”.<br />
ACI - UDINE<br />
Bene convenzione tripartita<br />
per inserimento disabili<br />
L’Alleanza delle Cooperative Italiane – Cooperative<br />
Sociali della Provincia di Udine<br />
plaude all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale<br />
di approvare lo Schema di Convenzione<br />
Quadro “tripartita”, che dà finalmente<br />
attuazione ad un importante strumento per<br />
l’inserimento lavorativo delle persone disabili.<br />
Con l’art. 14 del decreto 276 (la cosiddetta<br />
“legge Biagi”) - dall’ormai lontano 2003 - è<br />
infatti possibile per le imprese (private e pubbliche)<br />
dare copertura all’obbligo di inserimento<br />
lavorativo di persone disabili,<br />
attraverso l’affidamento di servizi, forniture e<br />
lavori a cooperative sociali di inserimento lavorativo<br />
(le c.d.“cooperative sociali di tipo B”).<br />
Questo può avvenire in base ad una convenzione,<br />
appunto, tra tre parti:l’Amministrazione<br />
Provinciale, attraverso il Centro per l’Impiego,<br />
le associazioni di cooperative sociali e quelle<br />
dell’imprenditoria.<br />
Sulla base di questo documento,che trova finalmente<br />
attuazione anche nella nostra provincia<br />
(la seconda regione: mancano ancora<br />
all’appello le provincie di Gorizia e Pordenone),<br />
sarà possibile poi andare a convenzioni<br />
attuative tra le singole aziende e le<br />
singole cooperative sociali.Convenzioni biennali,<br />
con possibilità di rinnovo.<br />
Questa iniziativa apre una nuova prospettiva<br />
alle relazioni tra cooperazione sociale ed impresa<br />
“normale”, che potrà andare oltre la<br />
stessa dimensione degli inserimenti convenzionati,<br />
per sperimentare collaborazioni produttive<br />
e di servizio ora realizzate solo in un<br />
numero limitato di casi.<br />
La stessa recente modifica della normativa<br />
regionale apposita, nel dicembre scorso, favorirà<br />
queste iniziative, volte in particolare a<br />
superare il diffuso costume dei privati (ma<br />
anche delle stesse aziende pubbliche!) di<br />
sfuggire ai loro obblighi,lamentando l’impossibilità<br />
di inserire disabili in lavori nocivi o disagiati.<br />
D’ora in poi, l’azienda privata potrà<br />
superare l’obbligo dell’inserimento lavorativo<br />
in modo più flessibile e concreto, conferendo<br />
alle cooperative sociali attività di servizio.<br />
Tanto per fare un esempio, un’impresa edile<br />
o siderurgica potrà ricorrere alla“convenzione<br />
tripartita” per coprire le quote di inserimento<br />
di disabili attraverso il conferimento di servizi<br />
di pulizie o giardinaggio, ma anche di servizi<br />
amministrativi o relazionali, usufruendo delle<br />
specifiche capacità formative ed imprenditoriali<br />
delle cooperative sociali.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Settori<br />
10<br />
>> <strong>Legacoop</strong>sociali<br />
>> Lega Pesca<br />
LEGACOOPSOCIALI<br />
Il 21 marzo prima proiezione<br />
di “Stazione Mediterraneo”<br />
In occasione della settimana Unar contro la<br />
discriminazioni razziali <strong>Legacoop</strong>sociali presenterà<br />
a Roma il 21 marzo, alle ore 10:30,<br />
presso la Sala delle Conferenze (Piazza Montecitorio,<br />
123/A), la prima proiezione nazionale<br />
del video reportage realizzato dalle<br />
testate www.nelpaese.it,www.giornaleradiosociale.it,<br />
dal progetto Visioni Sociali e in collaborazione<br />
con Redattore Sociale. Al centro<br />
del documentario le buone pratiche dell’accoglienza,<br />
dell’inclusione e dell’inserimento<br />
lavorativo dei popoli migranti tra la Calabria,<br />
Napoli e Roma. La voce narrante del reportage<br />
è dello scrittore Erri De Luca.<br />
Programma<br />
10,30 Presentazione<br />
Giuseppe Manzo, Direttore<br />
www.nelpaese.it;<br />
10,45 Proiezione Reportage<br />
“Stazione Mediterraneo - Storie<br />
dell’Italia che accoglie e include”<br />
<strong>11</strong>,00 Tavola Rotonda<br />
Marco Buemi, UNAR<br />
Mario Morcone, Prefetto<br />
Pietro Barbieri, Portavoce Forum Terzo<br />
Settore<br />
Giovanni Anversa, Giornalista RAI<br />
Cécile Kyenge Kashetu, Deputata PD<br />
Paola Menetti, Presidente <strong>Legacoop</strong>sociali<br />
Giuliano Poletti, Presidente <strong>Legacoop</strong><br />
Modera Ivano Maiorella, Direttore Giornale<br />
Radio Sociale<br />
Sono stati invitati a partecipare i parlamentari<br />
eletti provenienti dal Terzo Settore e dalle Organizzazioni<br />
no profit.<br />
LEGA PESCA<br />
Vicenda Cadmio: problema aperto<br />
da Centri Spedizioni Molluschi<br />
Antonio Gottardo, responsabile <strong>Legacoop</strong><br />
PescaVeneto,a nome della categoria ringrazia<br />
il presidente nazionale di Lega Pesca, Ettore<br />
Ianì, che ha assunto direttamente l’iniziativa<br />
nei confronti dei due Assessori regionali,<br />
alla Sanità, Luca Coletto, e alla pesca,<br />
Franco Manzato, per dare risposta al problema<br />
portato alla ribalta nei giorni scorsi dal<br />
blocco di molluschi contenenti tracce di cadmio.<br />
Al di là della più ferma denuncia di ogni<br />
illecito ed attività illegale, la vicenda, denuncia<br />
Lega Pesca,porta alla ribalta un problema<br />
reale che rimane urgente affrontare: la difficoltà<br />
che hanno gli operatori della pesca di<br />
poter svolgere legalmente la loro attività in<br />
mare. Il problema, evidenzia Ianì nella lettera<br />
inviata ai dueAssessori regionali,nasce dalla<br />
esclusione dei Centri di Spedizione Molluschi<br />
(CSM) galleggianti dall’elenco degli stabilimenti<br />
autorizzati all’immissione in commercio<br />
di pettinidi e di gasteropodi marini provenienti<br />
da zone non classificate (nota della Giunta<br />
Regionale della Regione Veneto del 17 luglio<br />
2012, prot.n. 32932).<br />
Tale esclusione ha costretto i pescatori ad utilizzare<br />
CSM a terra, con un pesante aggravio<br />
di costi e di tempo. Per poter utilizzare i CSM<br />
galleggianti di loro proprietà, inoltre, alcuni<br />
operatori hanno dichiarato un’area di pesca<br />
diversa da quella effettiva, con il risultato che<br />
le partite di prodotto contaminato recentemente<br />
bloccate dalle Autorità sanitarie provengono<br />
in realtà da zone ben diverse da<br />
quelle classificate dichiarate, di cui è stata<br />
però disposta la chiusura.<br />
Senza entrare nel merito delle responsabilità<br />
di ogni operatore e ferma restando la necessità<br />
di garantire la salute del consumatore,<br />
accade che la burocrazia, anche se non può<br />
costituire un alibi, non faciliti certo la trasparenza<br />
e il diritto al lavoro. Né è plausibile e<br />
corretto, prosegue Ianì, penalizzare, a causa<br />
di una minoranza che ha trasgredito e pagato<br />
secondo la democrazia del diritto, la stragrande<br />
maggioranza di imprese che lavorano<br />
in tutta trasparenza.<br />
Per Lega Pesca, al di là della soluzione del<br />
caso specifico,quale può essere garantita attraverso<br />
la riapertura delle zone temporaneamente<br />
chiuse, e che si auspica tempestiva,<br />
la situazione impone una valutazione più<br />
complessiva circa l’urgenza di un intervento<br />
regionale coordinato tra i dueAssessorati per<br />
includere i CSM galleggianti nel novero dei<br />
centri autorizzati, visto che, sottolinea l’Associazione,<br />
al pari di quelli a terra, svolgono la<br />
loro attività secondo un protocollo HACCP,garantendo<br />
gli stessi livelli di controllo sul prodotto.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
<strong>11</strong><br />
>> Nord-Est<br />
>> Liguria<br />
>> Emilia Romagna<br />
>> Lazio<br />
>> Abruzzo<br />
>> Puglia<br />
>> Calabria<br />
>> Sicilia<br />
>> Sardegna<br />
>> Reggio Emilia<br />
>> Forlì<br />
>> Forlì-Cesena<br />
>> Bologna<br />
>> Modena<br />
>> Imola<br />
>> RiminI<br />
>> Parma<br />
>> Ravenna<br />
>> Fano<br />
NORD EST<br />
<strong>Legacoop</strong> Veneto e <strong>Legacoop</strong> Fvg<br />
mettono in rete le eccellenze<br />
Le macroaree territoriali come nuovo parametro<br />
di riferimento dell’attività associativa,<br />
sul quale rimodulare la rappresentanza politico-sindacale<br />
e imperniare i processi di<br />
messa in rete dei servizi alle imprese cooperative:<br />
questo il cambio di marcia adottato<br />
da <strong>Legacoop</strong> Veneto e <strong>Legacoop</strong> Friuli<br />
Venezia Giulia per affrontare le difficoltà del<br />
presente e le sfide del futuro.<br />
L’annuncio di tale nuovo corso a tutte le<br />
cooperative associate è stato dato dalle due<br />
Direzioni regionali in occasione dell’incontro<br />
“<strong>Legacoop</strong> nel Nordest: eccellenze in rete<br />
a servizio della cooperazione”, che ha<br />
avuto luogo sabato 9 marzo all’Abbazia di<br />
Sesto al Reghena (Pordenone).<br />
Oggi le due associazioni regionali contano<br />
insieme 752 mila soci (400mila di <strong>Legacoop</strong><br />
Veneto e 352mila di <strong>Legacoop</strong> Fvg) e<br />
630 cooperative (230 del Fvg e 400 del Veneto),<br />
che insieme impegnano oltre 42.700<br />
occupati. Il valore della produzione realizzato<br />
dal sistema <strong>Legacoop</strong> in queste due<br />
regioni supera i 4 miliardi di euro.<br />
«Molte nostre cooperative operano ormai da<br />
tempo al di fuori dei confini regionali e<br />
quelle che ancora non lo fanno dovranno<br />
presto muoversi in questa direzione. Dopo<br />
gli sconvolgimenti economici avvenuti negli<br />
ultimi anni è inoltre chiaro che nessuno può<br />
più operare in maniera isolata» ha spiegato<br />
Gianfranco Lucatello, presidente di <strong>Legacoop</strong><br />
Veneto. «Abbiamo condiviso con<br />
<strong>Legacoop</strong> Friuli Venezia Giulia l’urgenza di<br />
riposizionare le strutture associative, a cominciare<br />
dalla messa in comune delle eccellenze<br />
in termini di servizi già esistenti,<br />
perché siano a disposizione di tutte le cooperative,<br />
indipendentemente dalla loro regione<br />
di provenienza e di azione principale».<br />
Uno sviluppo di sinergie in linea con le indicazioni<br />
dell’UE, come ha ricordato Enzo<br />
Gasparutti, presidente di <strong>Legacoop</strong> Fvg:<br />
«La programmazione comunitaria 2014-<br />
2020 premierà la logica di trasversalità rispetto<br />
ai territori. E nel contesto di<br />
diminuzione costante delle risorse in cui ci<br />
troviamo a vivere, è di certo l’Europa l’istituzione<br />
per eccellenza con la quale dobbiamo<br />
imparare a relazionarci». Scegliere di<br />
mettere in rete i servizi e di presentarsi<br />
come unico soggetto nel maggior numero<br />
di tavoli possibile, risponde però anche a un<br />
altro importante obiettivo: «Vogliamo rafforzare<br />
la nostra identità - ha puntualizzato<br />
Gasparutti - e continuare a crescere tenendo<br />
saldi e promuovendo i valori che ci<br />
contraddistinguono da sempre».<br />
Il percorso comune intrapreso da <strong>Legacoop</strong><br />
Veneto e <strong>Legacoop</strong> Fvg vanta già alcune<br />
importanti tappe all’attivo. Per quanto riguarda<br />
la rappresentanza, il 2012 ha visto<br />
la costituzione di comparti unitari nel settore<br />
del multiservizi, della cultura, della logistica<br />
e dell’agroalimentare; sul fronte dei<br />
servizi, invece, lo scorso novembre IsfidPrisma,<br />
storica struttura di formazione di <strong>Legacoop</strong><br />
Veneto (con sede a Marghera), ha<br />
visto l’ingresso nel proprio cda di tre consiglieri<br />
del Fvg e ha allargato la base sociale<br />
a importanti coop friulane, oltrepassando<br />
così i confini del territorio di provenienza per<br />
diventare ente unico di riferimento di entrambe<br />
le <strong>Legacoop</strong> regionali: prossima<br />
l’apertura di una sede a Udine.<br />
Da oggi alleanze e sinergie si estendono<br />
anche alle altre aree di eccellenza. Nei servizi<br />
alle imprese saranno messe a fattor comune<br />
competenze e professionalità di alto<br />
livello in aree che spaziano dalla consulenza<br />
contabile e fiscale a quella strategica dei finanziamenti<br />
e bandi comunitari. E si lavorerà<br />
assieme anche alla creazione di una<br />
nuova offerta di servizi, che permettano alle<br />
cooperative di fare maggiore massa critica:<br />
da consorzi e centrali d’acquisto in grado di<br />
spuntare il prezzo migliore sui fornitori, a<br />
forme innovative di mutue. Per quanto riguarda<br />
la rappresentanza, si definiranno<br />
nuovi modelli non più basati sulla dimensione<br />
territoriale ma su filiere, aree di attività<br />
produttiva delle imprese e distretti, per as-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
12<br />
sicurare una sempre migliore capacità di<br />
fare lobby anche ai tavoli della programmazione<br />
comunitaria.<br />
La presentazione del percorso di crescita<br />
condiviso dalle due <strong>Legacoop</strong> ha visto la<br />
presenza anche del presidente <strong>Legacoop</strong><br />
nazionale Giuliano Poletti, per la prima<br />
volta in uscita pubblica nel Nordest nella<br />
sua veste anche di presidente Aci (Alleanza<br />
delle cooperative italiane): «La cooperazione<br />
è profondamente radicata nei territori del<br />
Veneto e del Fvg. Costituisce una realtà importante<br />
dal punto di vista economico, ma<br />
è riconosciuta anche per il sistema di valori<br />
di cui è portatrice. Il progetto di integrazione<br />
intrapreso dalle due associazioni è pionieristico<br />
nel panorama della cooperazione italiana,<br />
e si candida a diventare una best<br />
practice cui mi auguro si guarderà con attenzione<br />
nelle altre macroaree territoriali».<br />
LIGURIA<br />
La tesi di Pertini:<br />
ritrovata e recuperata<br />
A Savona, in una sala del Priamar stracolma<br />
di pubblico, è stata presentata la tesi inedita<br />
di Pertini su La Cooperazione discussa nell’anno<br />
1924 presso l’Istituto di Scienze sociali<br />
«Cesare Alfieri» di Firenze<br />
Sinora questo scritto giovanile di Pertini era<br />
avvolto da una sorta di cono d’ombra: se ne<br />
conosceva il tema,erano stati anche avviati in<br />
precedenza tentativi di recupero, tuttavia rimasti<br />
senza esito.<br />
Si pensava addirittura che non ne fosse sopravvissuto<br />
alcun esemplare, dato che la<br />
copia appartenuta a Pertini molto probabilmente<br />
venne distrutta in seguito all’irruzione<br />
fascista a Stella, poco dopo il suo ingresso<br />
nella Resistenza, e la copia fiorentina fu soggetta<br />
come altre all’alluvione del novembre<br />
1966.<br />
L’idea di questo lavoro nasce all’interno del<br />
movimento cooperativo, grazie a un paziente<br />
lavoro di ricerca e di contatti di un gruppo di<br />
cooperatori liguri composto da Roberto La<br />
Marca, Alessandro Chiabra, Stefania Mazzucchelli.<br />
Nel 1966 la violenta alluvione che colpì Firenze<br />
non risparmiò infatti la biblioteca e il<br />
suo patrimonio bibliografico. In quel drammatico<br />
evento andarono disperse numerose<br />
raccolte, tra queste anche gran parte delle<br />
tesi fino a quel momento conservate nei magazzini,<br />
e tra le sopravvissute molte subirono<br />
gli inevitabili danni, in molti casi irreparabili,<br />
provocati dall'irrompere della acque fangose<br />
nei locali.<br />
Ma quale fu il contesto storico nell’ambito del<br />
quale Sandro Pertini presentò la tesi di laurea<br />
a Firenze il 2 dicembre 1924 <br />
Il 28 ottobre 1924,secondo anniversario della<br />
marcia su Roma e mentre in Parlamento si<br />
consumava la secessione dell’Aventino come<br />
protesta per l’omicidio di Giacomo Matteotti,<br />
Sandro Pertini depositava a Firenze la propria<br />
tesi di laurea in Scienze Sociali, dedicata alla<br />
cooperazione.<br />
Solo due mesi dopo (nel celebre discorso alla<br />
Camera del 3 gennaio 1925), Mussolini assumerà<br />
la responsabilità politica del delitto del<br />
deputato socialista,inaugurando così la prima<br />
ondata repressiva nei confronti degli oppositori<br />
del fascismo, di cui lo stesso Pertini sarà<br />
tra le più note e fiere vittime. La discussione<br />
della tesi può dirsi, dunque, il suo ultimo atto<br />
pubblico da uomo libero, iniziando già nel<br />
1925 la lunga stagione di persecuzioni culminata<br />
nell’esilio, nell’arresto, nella detenzione<br />
e infine in un confino prolungato sino<br />
alla caduta del regime, il 25 luglio 1943.<br />
Una sorta di testamento politico, quasi che<br />
l’autore, dietro la rigorosa sistematicità della<br />
trattazione, volesse in queste pagine fissare<br />
anche i cardini di una futura ricostruzione politica<br />
e morale del paese.<br />
“L'Europa è la prospettiva cui dobbiamo e<br />
possiamo tendere – ha commentato alla presentazione<br />
del volume Gianluigi Granero,presidente<br />
di <strong>Legacoop</strong> Liguria - per costruire<br />
un nuovo sistema istituzionale e della rappresentanza<br />
democratica che, avendo la dimensione<br />
per contribuire al governo dei<br />
processi economici, possa ridare ai cittadini<br />
speranza e fiducia nel futuro.<br />
Una sfida che richiama anche i cooperatori a<br />
una maggiore collaborazione per il rafforzamento<br />
del tessuto imprenditoriale e la costruzione<br />
di una più forte e consapevole coscienza<br />
europea.<br />
<strong>Legacoop</strong> Liguria – nel promuovere, con iniziative<br />
come questa, cultura cooperativa, ma<br />
anche progetti di rete tra giovani cooperatori<br />
europei – ha l'ambizione di contribuire e partecipare<br />
a questo processo.<br />
Anche in questo la passione, il rigore morale<br />
e intellettuale di chi, come Pertini, ha ricostruito<br />
l'Italia dopo il disastro fascista sono un<br />
esempio ed una guida sempre attuali”.<br />
La pubblicazione costituisce il decimo volume<br />
della collana di Economia sociale diAmes.Un<br />
volume che si è avvalso della ricerca scientifica<br />
di Sebastiano Tringali e dell’introduzione<br />
dello storico Fabio Fabbri.<br />
La ricerca e la pubblicazione sono stati possibili<br />
grazie a una pluralità di soggetti: <strong>Legacoop</strong><br />
Liguria, Coop Liguria, Fondazione De<br />
Mari-Cassa di Risparmio di Savona, Fondazione<br />
Unipolis. Le presentazioni si avvalgono<br />
invece dell’Alto Patronato del Presidente della<br />
Repubblica.<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
È on-line il sito per avvicinare<br />
immigrati e coop di abitanti<br />
È on-line da pochi giorni www.coop-housing.org,<br />
il sito che fornisce informazioni sul<br />
progetto Coop.Housing, un insieme di attività<br />
con cui <strong>Legacoop</strong> Emilia Romagna -in collaborazione<br />
con le cooperative sociali e le cooperative<br />
abitanti delle province di Bologna,<br />
<strong>Ferrara</strong>, Parma, Modena e Ravenna- punta<br />
ad avvicinare i cittadini immigrati al mondo<br />
della cooperazione di abitanti.<br />
Il progetto, finanziato nel 2012 dal Ministero<br />
dell’Interno come primo nella graduatoria nazionale,<br />
tramite il Fondo Europeo per l’Integrazione<br />
dei Cittadini di Paesi Terzi, sta<br />
realizzando una serie di azioni diversificate<br />
per diffondere tra i cittadini stranieri la conoscenza<br />
delle opportunità offerte dalle cooperative<br />
di abitanti e per favorire l’integrazione<br />
abitativa delle diverse appartenenze.<br />
Nel sito, oltre ad illustrare gli obiettivi ed i servizi<br />
del progetto, vengono fornite informazioni<br />
utili a favorire il contatto tra i cittadini interessati<br />
e gli sportelli mobili delle provincie<br />
coinvolte, con l’indicazione del numero verde<br />
del call center con la relativa specificazione<br />
dei giorni nei quali vengono utilizzate le sei<br />
lingue previste per dare informazioni: urdu,<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
13<br />
arabo, inglese, russo, francese e cinese.<br />
Dal sito è inoltre possibile scaricare una brochure<br />
informativa, con testi nelle sei lingue<br />
indicate.<br />
LAZIO<br />
A fianco delle coop sociali per la<br />
manutenzione del verde in città<br />
La Giunta Comunale provveda con urgenza a<br />
riassegnare i servizi scaduti il 31 dicembre.<br />
<strong>Legacoop</strong>sociali Lazio giudica intollerabile la<br />
situazione creatasi nella manutenzione del<br />
verde. “Siamo ad una assenza totale di governo<br />
– sostiene Pino Bongiorno, Presidente<br />
di <strong>Legacoop</strong>sociali Lazio - nel campo<br />
della manutenzione del verde ”.<br />
“Rimpalli di responsabilità, promesse non<br />
mantenute,fondi spostati da un dipartimento<br />
all’altro, impegni disattesi, ordini del giorno<br />
votati all’ unanimità e smentiti il giorno dopo.<br />
E’ questa –ha continuato Bongiorno– la deprimente<br />
rappresentazione alla quale abbiamo<br />
assistito in questi primi mesi<br />
dell’anno”. Dal 31 dicembre sono scaduti gli<br />
affidamenti per la manutenzione del verde a<br />
Roma. “ Non è possibile che a fare le spese<br />
di questa situazione siano i lavoratori delle<br />
cooperative sociali –ha detto Stefano Venditti,<br />
Presidente di <strong>Legacoop</strong> Lazio– oltre<br />
400 posti di lavoro infatti rischiano di essere<br />
cancellati ”.“Assolutamente irricevibile – aggiunge<br />
Bongiorno – la motivazione fornita da<br />
qualche assessore,secondo la quale sono finiti<br />
i soldi.Se così fosse dicano ai cittadini che<br />
fino alla fine della legislatura i parchi di Roma<br />
subiranno un progressivo degrado e le passeggiate<br />
dei romani o i giochi dei bambini all’aria<br />
aperta, verranno sostituiti da sporcizia,<br />
erba alta e incuria”.<br />
“<strong>Legacoop</strong> Lazio chiede al sindaco di Roma –<br />
ha concluso Venditti – di risolvere urgentemente<br />
questa vicenda che sta già divenendo<br />
una emergenza sociale.”<br />
ABRUZZO<br />
Il tavolo tecnico-sindacale<br />
individua le coop beneficiarie<br />
Un importante successo oggi per la cooperazione<br />
sociale, settore che in Abruzzo rappresenta<br />
circa 150 imprese cooperative, con<br />
l’individuazione delle cooperative beneficiarie<br />
dell’accordo di gradualità.<br />
L’accordo regionale di gradualità dell’applicazione<br />
del CCNL, sottoscritto il 12 dicembre<br />
scorso da <strong>Legacoop</strong> Abruzzo, Federsolidarietà<br />
Abruzzo e Agci Abruzzo con CGIL FP,<br />
CISL FP e UIL FPL prevede lo slittamento<br />
delle tranches di aumento salariale e l’eventuale<br />
recupero degli incrementi, in fase di<br />
concertazione, per un importo non superiore<br />
al 50% delle somme non corrisposte. Il Tavolo<br />
Tecnico-sindacale, nella riunione svoltasi<br />
il 5 marzo presso la sede di <strong>Legacoop</strong><br />
Abruzzo, ha esaminato le istanze presentate<br />
dalle cooperative iscritte a una delle tre Centrali<br />
e ha individuato l’elenco di quelle che<br />
potranno beneficiare dell’accordo. “L’applicazione<br />
della gradualità” precisa Carmine<br />
Ranieri della CGIL FP “è riservata alle cooperative<br />
che pur trovandosi in determinate<br />
condizioni di crisi oggettive e misurabili, sono<br />
in regola con quanto previsto dal CCNL cooperative<br />
sociali”.“La finalità dell’accordo” afferma<br />
De Lucia di <strong>Legacoop</strong> Abruzzo “è di<br />
supportare le cooperative in un momento<br />
particolarmente difficile per il settore”.<br />
Il tavolo tecnico-sindacale, che si riunisce<br />
permanente, ha anche discusso del recepimento<br />
da parte degli Enti pubblici del decreto<br />
legislativo 192/2012 che prevede il pagamento<br />
dei servizi erogati entro 30 giorni.<br />
PUGLIA<br />
Donne; storie di vita<br />
e di diritti ancora negati<br />
Quando accudisce un figlio in un letto di<br />
ospedale, una donna perde la sua dimensione<br />
di normalità, annullando se stessa, il<br />
suo lavoro, il resto degli affetti familiari. Il<br />
senso di solitudine è grande quanto il vuoto<br />
di diritti che una madre è costretta a subire.<br />
Sono storie di donne e madri, anche della<br />
città di Bari.<br />
Nel centro polifunzionale «Futura» del capoluogo<br />
pugliese, l’8 marzo2013, è stata<br />
presentata la ricerca qualitativa condotta su<br />
venti madri, tra i 30 e i 50 anni, che vivono<br />
l’esperienza di un figlio ospedalizzato.Venti<br />
racconti di donne, raccolte da due esperte<br />
educatrici, Gina Depalma e Alessandra<br />
Positano, in un lavoro coordinato dal presidente<br />
della cooperativa Progetto Città,<br />
Andrea Mori.<br />
L’indagine è stata condotta nell’ambito del<br />
progetto «Patto sociale di genere -Bari»,<br />
promosso da <strong>Legacoop</strong> Puglia, con la sua<br />
commissione Pari Opportunità e Politiche di<br />
Genere, in qualità di soggetto capofila dell’Ats<br />
composta da Confcooperative Puglia,<br />
Aiecs e Cirpas.<br />
Al seminario dal titolo “Questo bimbo a chi<br />
lo do. Tempi e diritti delle donne nei reparti<br />
pediatrici degli ospedali di Bari”, sono intervenuti<br />
per <strong>Legacoop</strong> Puglia, Carmelo<br />
Rollo,Annamaria Ricci e Flora Colamussi<br />
(rispettivamente presidente, vice presidente<br />
e presidente Commissione PO <strong>Legacoop</strong><br />
Puglia); per Confcooperative, la coordinatrice<br />
di progetto Elisabetta Casizzi. Ha<br />
partecipato anche l’assessore barese al<br />
Welfare, Ludovico Abbaticchio, che ha<br />
raccolto numerosi spunti di riflessione per<br />
poter offrire servizi assistenziali “nuovi” e<br />
che riflettano le reali esigenze delle donne.<br />
L’attrice Ketty Volpe ha, inoltre, dato voce<br />
ed emozione ad alcune storie raccolte, in<br />
una performance (continuata in serata,<br />
nella stessa sede) che ha coinvolto i partecipanti.<br />
Storie di vita di tutti i giorni: di bambini<br />
senza capelli e madri sole strette al<br />
capezzale del proprio figlio.<br />
La ricerca ha fatto emergere i reali e quotidiani<br />
bisogni delle donne, le loro difficoltà, il<br />
senso oggettivo di abbandono e solitudine.<br />
Tra i disagi più diffusi: un linguaggio medico<br />
incomprensibile, l’allontanamento dalla<br />
vita di tutti i giorni, la mancanza di tutele<br />
che contrastano il rischio della perdita del<br />
lavoro, l’assenza di momenti di socializzazione<br />
e condivisione per un approfondimento<br />
collettivo. E, per ultimo, ma non per<br />
importanza, l’organizzazione di una città<br />
che non consente ad una donna di usufruire<br />
di mezzi di trasporto per trasferire il<br />
proprio figlio da casa in ospedale, per<br />
esempio.<br />
Un’occasione importante, dunque, per riflettere<br />
sui diritti delle donne, sulla necessità<br />
impellente di reperire forme di assistenza<br />
nuove da parte dell’amministrazione barese.<br />
Anche in tema di lavoro. Su questo argomento,<br />
come ha reso noto anche la<br />
vicepresidente <strong>Legacoop</strong> Puglia Annamaria<br />
Ricci, può intervenire, come già accade, a<br />
pieno titolo la cooperazione, attraverso<br />
l’erogazione di servizi. Tra gli obiettivi del<br />
Patto sociale di genere, c’è anche la definizione<br />
di una contrattualistica di secondo livello<br />
che possa offrire strumenti idonei alla<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
14<br />
tanto auspicata conciliazione vita privata e<br />
lavorativa. Un traguardo quest’ultima che riguarda<br />
non solo il benessere delle donne,<br />
ma di tutto il territorio.<br />
CALABRIA<br />
Lega Pesca saluta nuove adesioni;<br />
verso il futuro con giovani e donne<br />
La famiglia di Lega Pesca Calabria, già forte<br />
di una solida rappresentanza, si arricchisce<br />
dell’ingresso di tre nuove cooperative, due<br />
di pesca, la “Pescatori Calabria Tirrenica<br />
Soc. Coop.” con sede in Vibo Marina, presidente<br />
Callipo Caterina (27 anni) e la<br />
“Tropea Pesca Soc. Coop”, con sede in Tropea(VV),<br />
presidente Tranfo Saverio (29<br />
anni), e una di acquacoltura in mare la<br />
“Cooperativa Azzurro Poseidon s.c.r.l.” con<br />
sede in Mirto-Crosia(CS) Contrada Pantano,<br />
presidente Gallina Agostino (anni 30).<br />
Accogliamo con grande soddisfazione le<br />
nuove adesioni, dichiara Salvatore Martilotti,<br />
presidente regionale Lega Pesca:<br />
orientiamo la prua verso il futuro della<br />
pesca calabrese puntando su giovani e<br />
donne, che rappresentano un valore aggiunto<br />
rispetto alle competenze e alle professionalità<br />
già a disposizione della<br />
cooperazione. Si tratta di progetti ambiziosi,<br />
che costituiscono una grande opportunità<br />
per i territori e per la filiera soprattutto se,<br />
come Lega Pesca sollecita da tempo, le risorse<br />
del mare non saranno più percepite<br />
come un vincolo, ma saranno messe al<br />
centro delle politiche di sviluppo regionali. E’<br />
l’espressione di una forte sfida al cambiamento<br />
che investe la filiera ittica, e che<br />
come associazioni ci prepariamo a vincere<br />
attraverso il decollo dello strumento unitario<br />
dell’Alleanza delle Cooperative.<br />
Il gruppo di giovani della Cooperativa Azzurro<br />
Poseindon di Mirto-Crosia vanta, situato<br />
nel Comune di Rossano, uno dei pochi<br />
impianti calabresi di maricoltura e si pone<br />
l’obiettivo di arrivare all’allevamento biologico<br />
per aprirsi a nuovi mercati. La Cooperativa<br />
Pescatori Calabria Tirrenica, con oltre<br />
50 pescatori coinvolti, rafforza la presenza<br />
di Lega Pesca nella provincia di Vibo, punta<br />
al decollo di una Organizzazione di Produttori<br />
ed è pronta a misurarsi con gli strumenti<br />
FEP dei Gruppi di Azione costiera, che<br />
sarebbero da considerare come opportunità<br />
in un momento in cui anche il Comune<br />
di Vibo si mette in moto con la presentazione<br />
di un progetto FEP su attrezzature e<br />
porti da Pesca. Infine, la cooperativa a guida<br />
femminile della “Tropea Pesca”, che conta<br />
una trentina di pescatori, i cui soci sono già<br />
operatori nella ristorazione e turismo balneare,<br />
e che nasce per integrare la pesca<br />
con il settore del turismo in area della Calabria<br />
dove questa vocazione rappresenta<br />
una eccellenza regionale.<br />
SICILIA<br />
Cooperative e artigiani contro<br />
la prevista abolizione dell’Ircac<br />
Giù le mani dall’Ircac. Decisa levata di scudi<br />
dal mondo delle cooperative e degli artigiani,<br />
nonché dell’opposizione all’Assemblea regionale,<br />
al disegno di legge approvato dalla<br />
Giunta Crocetta che prevede, tra le altre<br />
cose, l’abolizione dell’Istituto regionale per il<br />
credito alla cooperazione, con contestuale<br />
trasferimento delle funzioni all’Irfis-FinSicilia,<br />
la finanziaria controllata dalla Regione. «L’Ircac<br />
rappresenta oggi l’unica possibilità di accesso<br />
al credito agevolato per le cooperative<br />
siciliane. Trasferirne le funzioni all’Irfis significherebbe,<br />
per ragioni esclusivamente tecniche,<br />
negare loro questa possibilità», dicono<br />
Gaetano Mancini ed Elio Sanfilippo, presidenti<br />
regionali rispettivamente di Confcooperative<br />
e <strong>Legacoop</strong>.<br />
Preoccupazione - «Lo segnaliamo al presidente<br />
Crocetta a nome della cooperazione<br />
siciliana, che rappresenta quasi <strong>11</strong>.000 imprese<br />
attive che danno lavoro a 75.200 addetti<br />
dei quali il 48% donne - aggiungono -.<br />
Quella cooperazione che nel periodo 2007-<br />
20<strong>11</strong>, in piena crisi, ha prodotto un incremento<br />
occupazionale del 4,1% (dati Inps) in<br />
significativa controtendenza rispetto al mercato<br />
occupazionale regionale». Queste cooperative<br />
valutano «con enorme<br />
preoccupazione» l’annunciata abolizione dell’Ircac,<br />
«strumento importantissimo al servizio<br />
dell’imprenditoria cooperativa e del lavoro<br />
in cooperativa» che semmai «andrebbe potenziato,<br />
aggiornato e ricondotto alla normale<br />
operatività, ponendo fine a un annoso e svilente<br />
commissariamento».<br />
Convocazione di un Tavolo - Per Mancini<br />
e Sanfilippo «è doveroso, prima di assumere<br />
decisioni che potrebbero avere impatti devastanti<br />
sul tessuto imprenditoriale cooperativo<br />
siciliano, ben valutarne gli effetti e in ogni<br />
caso confrontarsi con le organizzazioni di<br />
rappresentanza. Chiediamo quindi al presidente<br />
Crocetta la convocazione in tempi brevi<br />
di un tavolo sull’argomento Ircac». Confartigianato<br />
Sicilia, per bocca del presidente Filippo<br />
Ribisi, allarga il discorso anche<br />
all’annunciata abolizione della Crias (Cassa<br />
regionale per il credito alle imprese artigiane<br />
siciliane. Questa operazione - denuncia Ribisi<br />
- rischia di distruggere, infatti, l’unico strumento<br />
che in Sicilia in questi anni ha dato<br />
ossigeno alle Pmi facilitandone l’accesso al<br />
credito. In questo modo il presidente della<br />
Regione Crocetta sta attentando alla sopravvivenza<br />
delle imprese siciliane, replicando il<br />
modus operandi del suo predecessore, che<br />
egli stesso critica».<br />
Caputo - Contro Crocetta anche parte del<br />
mondo politico regionale. Se per Salvino<br />
Caputo, parlamentare di Fratelli d’Italia, «nel<br />
suo sacro furore il presidente della Regione<br />
non distingue più gli Enti da sopprimere da<br />
quelli che in questo momento rappresentano<br />
un’eccellenza in termini di risparmio e di<br />
contenimento dei costi», per Roberto Di<br />
Mauro e Vincenzo Figuccia (Partito dei siciliani-Mpa<br />
all’Ars) quello annunciato da Crocetta<br />
«sarà uno tsunami, ma solo per le<br />
imprese locali che rischiano concretamente<br />
di scomparire sotto i colpi della finanza creativa<br />
di un novello Monti siciliano per giunta<br />
male consigliato».<br />
SARDEGNA<br />
Costituito il Gruppo<br />
di Azione Costiera del Nord<br />
Nella giornata del 6 marzo si è formalmente<br />
costituito il Gruppo di Azione Costiera Nord<br />
Sardegna (GAC) per la realizzazione del PSL<br />
(Programma di Sviluppo Locale) di cui alla<br />
misura 4.1 dell’asse IV del FEP (Fondo Europe<br />
Pesca). Il GAC Nord Sardegna, comprende<br />
i tredici comuni della fascia costiera<br />
da Palau a Villanova Monteleone, le due<br />
provincie del nord, la CCIAA - l’Università di<br />
Sassari, i parchi nazionali dell’Asinara e La<br />
Maddalena, il parco di Porto Conte, le Aree<br />
marine Protette di Capo Caccia e dell’Asi-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
15<br />
nara.<br />
Fanno inoltre parte del CAC ACI pesca, l’Associazione<br />
Armatori Sardi, numerose imprese<br />
di pesca ed associazioni del settore.<br />
Fanno inoltre parte del partenariato gli istituti<br />
Tecnici Nautici: di Porto Torres e la Maddalena,<br />
la Confcommercio, la Coldiretti, la<br />
Confapi. Potranno aderire successivamente,<br />
all’associazione, portatori d’interesse<br />
dell’intera filiera ittica.<br />
L’associazione GAC Nord Sardegna avrà a<br />
disposizione un contributo per la realizzazione<br />
del PSL di oltre 1.250.000 euro più le<br />
quote di cofinanziamento dei soci. il GAC<br />
Nord Sardegna sarà amministrato da un<br />
comitato direttivo, presieduto da Benedetto<br />
Sechi, attuale responsabile regionale<br />
di Lega Pesca e presidente di <strong>Legacoop</strong><br />
Nord Sardegna.<br />
REGGIO EMILIA<br />
Dal Giappone a Succiso<br />
per la cooperativa di comunità<br />
Le cooperative di comunità stanno suscitando<br />
interesse anche in Estremo Oriente. Il<br />
prof. Naonori Tsuda, docente di economia<br />
all’Università St. Andrew’s di Osaka (Giappone),<br />
che si occupa di ricerca nel settore<br />
no-profit e delle politiche socio-economiche,<br />
ha visitato a Succiso la cooperativa<br />
Valle dei Cavalieri, uno dei più significativi<br />
esempi di “cooperativa di comunità”. Da<br />
anni Naonori Tsuda studia la cooperazione<br />
a livello internazionale, e conosce molto<br />
bene le cooperative italiane e quelle emiliane<br />
in particolare. Sulle sue ricerche il prof.<br />
Tsuda ha pubblicato recentemente il libro<br />
“Co-operative Economy in Social Change,<br />
a Solidarity System”. In uno dei sui viaggi<br />
di studio in Italia il docente giapponese ha<br />
appreso della realtà delle “cooperative di<br />
comunità”, che si sono sviluppate nell’Appennino<br />
reggiano, ed ha espresso il desiderio<br />
di conoscere da vicino una di queste<br />
esperienze. Accompagnato da Carlo<br />
Possa di <strong>Legacoop</strong> e dall’assistente Minae<br />
Okada, Naonori Tsuda è salito a Succiso,<br />
accolto peraltro da una abbondante nevicata,<br />
dove è stato accolto da Oreste Torri,<br />
vicepresidente della cooperativa.<br />
Torri ha illustrato le motivazioni che hanno<br />
portato alla nascita della cooperativa: l’esigenza<br />
di mantenere una serie di servizi nel<br />
piccolo paese del crinale, e di creare possibilità<br />
di lavoro per gli abitanti. La cooperativa<br />
svolge diverse attività: la gestione di un<br />
bar, di un agriturismo e di uno negozio di<br />
generi alimentari. E’ poi attiva nel turismo,<br />
nell’allevamento di ovini con produzione di<br />
pecorino e ricotta, nel settore della manutenzione<br />
del territorio, e nella gestione del<br />
centro visita del Parco Nazionale. Naori<br />
Tsuda si è dimostrato molto interessato alla<br />
realtà della Valle dei Cavalieri, che è anche<br />
cooperativa sociale, ed ha voluto approfondire<br />
diversi aspetti statutari, organizzativi e<br />
sociali della cooperativa.A suo parere è una<br />
esperienza che vede pochissimi esempi a<br />
livello internazionale, e che potrebbe essere<br />
utile per impedire lo spopolamento dei piccoli<br />
paesi. Il docente giapponese, che sta<br />
scrivendo un secondo libro sulla cooperazione,<br />
ha poi visitato il Centro Visita del<br />
Parco, gestito dalla stessa cooperativa, ed<br />
ha anche potuto apprezzare l’ottima cucina<br />
della Valle dei Cavalieri.<br />
FORLÌ<br />
Gestione diretta dei parcheggi;<br />
preoccupazione per i posti di lavoro<br />
La decisione del Comune di Forlì di assegnare<br />
la gestione della sosta alla società<br />
pubblica “Forlì Mobilità Integrata” desta<br />
grande preoccupazione all’interno del<br />
mondo delle cooperative sociali. Sono 23 i<br />
lavoratori della cooperativa sociale Coforpol<br />
impegnati nella gestione dei parcheggi di<br />
piazza XX Settembre, del Carmine, Cavour,<br />
Matteucci, Manzoni e Guido da Montefeltro.<br />
Di questi i lavoratori svantaggiati (non<br />
solo disabili, ma anche persone in situazione<br />
di disagio sociale, con problemi fisici<br />
o patologie di varia natura) sono 17. L’età va<br />
dai 36 ai 60 anni, con una media di 47<br />
anni. Il primo maggio l’attuale appalto scadrà<br />
e sono a rischio i posti di lavoro.<br />
Coforpol, insieme a <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena,<br />
sta incontrando ormai da mesi l’Amministrazione<br />
Comunale, i Sindacati e la Direzione<br />
Provinciale del Lavoro per cercare una<br />
soluzione.<br />
«Siamo preoccupati – dice la responsabile<br />
Welfare di <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena, Enrica<br />
Mancini – non solo per questa situazione<br />
contingente, ma perché si è diffusa la cultura<br />
molto pericolosa per cui le amministrazioni<br />
pubbliche preferiscono reinternalizzare<br />
i servizi. È una scelta che comporta<br />
più costi per il cittadino, al di là dei risparmi<br />
di brevissimo respiro. Le cooperative sociali<br />
sono nate per fornire servizi che storicamente<br />
i Comuni e le amministrazioni non<br />
riescono più a offrire direttamente e per includere<br />
al lavoro le fasce più deboli della<br />
nostra comunità. Oggi sono imprese a tutti<br />
gli effetti e colpirne una significa non solo<br />
colpire l’economia di questo territorio, ma<br />
metterne a repentaglio la coesione».<br />
«Le cooperative sociali di tipo B fanno lavorare<br />
persone svantaggiate e così garantiscono<br />
un ulteriore risparmio in termini di<br />
spesa assistenziale che però non viene mai<br />
contabilizzato. Capiamo i problemi di spesa<br />
delle amministrazioni, ma non è in questo<br />
modo che si sana un bilancio. Questa decisione<br />
mette in crisi un’impresa che ha più<br />
di 30 anni di storia, con conseguenze per<br />
tutti i lavoratori e per tutta la città», aggiunge<br />
la Mancini.<br />
«Sappiamo che il servizio offerto da Coforpol<br />
è molto apprezzato dai cittadini. Un<br />
avanzamento tecnologico, quando toglie<br />
posti di lavoro ai disabili e agli svantaggiati<br />
crea un problema sociale e non è innovazione<br />
responsabile. Non ci sono lavoratori<br />
di serie A e di serie B. L’efficientamento e la<br />
razionalizzazione non possono coinvolgere<br />
solo le imprese private», conclude il direttore<br />
di <strong>Legacoop</strong> Forlì-Cesena, Monica<br />
Fantini.<br />
FORLÌ-CESENA<br />
“Vendere è come farsi la barba”;<br />
aperte le iscrizioni al corso<br />
Vendere: mestiere difficilissimo e mai così<br />
fondamentale per le aziende come in tempi<br />
di crisi. «Ed è come farsi la barba: se non lo<br />
fai tutti i giorni diventi un barbone». Parola<br />
di Fiorenzo Barzanti, ingegnere e dirigente<br />
aziendale romagnolo, che per 30 anni<br />
ha ricoperto ruoli di rilievo in imprese nazionali.<br />
Oggi fa il consulente aziendale e insegna,<br />
in modo molto pratico e “demistificatorio”,<br />
il come e il perché dell’arte della relazione<br />
commerciale. Sarà lui il docente di “Vendere<br />
è come farsi la barba”, corso che Cooperdiem/Tribucoop<br />
propone giovedì 28<br />
marzo a Forlì, in collaborazione con Lega-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
16<br />
coop Forlì-Cesena e Associazione Virginia<br />
Senzani.<br />
Il corso, ovviamente, è aperto a uomini e<br />
donne: l’ironia del titolo nasce dall’omonimo<br />
manuale di vendita firmato da Barzanti<br />
(edito per i tipi di Stampare edizioni), che<br />
con leggerezza e pragmaticità ha portato<br />
nella letteratura orientata al business le sue<br />
trentennali esperienze di responsabile commerciale<br />
nel settore dell’informatica e dell’hi-tech.<br />
Il seminario è rivolto a responsabili e funzionari<br />
commerciali, a manager e quadri, a<br />
direttori amministrativi e a responsabili di<br />
funzioni che hanno rapporti con i clienti.<br />
Gli argomenti affrontati sono molteplici e riguardano<br />
il budget commerciale, la conoscenza<br />
del concorrente, le tecniche per<br />
condurre in porto una trattativa, gli strumenti<br />
per motivare la squadra commerciale<br />
e quelli per la fidelizzazione l’individuazione<br />
dei clienti potenziali.<br />
La lezione si svolgerà giovedì 28 marzo<br />
dalle 9 alle 13 presso la sede di <strong>Legacoop</strong><br />
Forlì-Cesena, in via Monteverdi 6b a Forlì.<br />
Le iscrizioni sono aperte a un massimo di<br />
quindici partecipanti.<br />
Sono previsti sconti promozionali per soci e<br />
dipendenti di cooperative e Onlus, oltre che<br />
per studenti, giovani under 28 e tesserati<br />
Cartaintasca.<br />
Per informazioni e iscrizioni: dott.ssa Serenella<br />
Vasini, tel. 0543 785443 – serenella.vasini@tribucoop.it.<br />
BOLOGNA<br />
Civica 2013, Festival<br />
della comunità e della legalità<br />
“Civica-Iniziative di cultura antimafia“ compie<br />
tre anni: dal 6 marzo al 30 maggio oltre<br />
50 eventi già programmati e altrettanti in<br />
fase di preparazione su tutto il territorio di<br />
Bologna e provincia per combattere infiltrazioni<br />
mafiose e illegalità. Civica 2013, rassegna<br />
promossa dal Coordinamento di<br />
Libera Bologna con il patrocinio di Comune<br />
e Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna<br />
e Università di Bologna è realizzata<br />
con il contributo di Coop Adriatica, Igd, Fondazione<br />
Unipolis e Manutencoop e in collaborazione<br />
con l’Agenzia Cooperare con<br />
Libera Terra.<br />
Incontri, dibattiti, coinvolgimento delle<br />
scuole, spettacoli e momenti di degustazione<br />
di prodotti delle cooperative di Libera<br />
Terra: questo il cuore della manifestazione<br />
che si arricchisce quest’anno di importanti<br />
novità.<br />
Il 21 marzo 2013 a Bologna, in occasione<br />
della Giornata della memoria e dell’impegno<br />
in ricordo delle vittime della mafia, un corteo<br />
da piazza Verdi a piazza del Nettuno sarà arricchito<br />
dalla presenza della Cineteca di Bologna<br />
e dei rappresentanti dell’associazione<br />
Paper Moon che, nell’ambito del progetto<br />
“Così lontano così vicino, le mafie in Emilia-<br />
Romagna”, intervisteranno i passanti sui<br />
temi della mafia e dell’antimafia.“Nel corso<br />
di questa edizione -spiega Antonio Monachetti,<br />
referente di Libera Bologna- dedicheremo<br />
momenti di approfondimento su<br />
temi come la corruzione e il gioco d’azzardo,<br />
la libera informazione e i protocolli di legalità<br />
che si stanno diffondendo nel nostro territorio<br />
per prevenire e contrastare le<br />
infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico<br />
emiliano-romagnolo“.<br />
All’interno di questo quadro rientrano le due<br />
campagne nazionali che faranno da cornice<br />
agli eventi di Civica 2013. La prima campagna<br />
è “Io riattivo il lavoro”, promossa<br />
dalla Cgil,Arci, <strong>Legacoop</strong> e altri e finalizzata<br />
all’introduzione di norme che rendano più<br />
efficace l’utilizzo dei beni confiscati alla<br />
mafia. La seconda campagna è “Riparte il<br />
futuro”, promossa da Libera e Gruppo<br />
Abele, contro la corruzione e per la trasparenza<br />
della politica.<br />
Da segnalare due iniziative che riguardano<br />
la città di Bologna e l’Alma Mater.<br />
Il 21 marzo, il sindaco di Bologna Virginio<br />
Merola inaugurerà lo sportello “S.O.S. Giustizia<br />
- Servizio di ascolto e di assistenza<br />
alle vittime della criminalità organizzata“<br />
promosso dal Comune di Bologna in collaborazione<br />
con Libera. Novità anche per<br />
l’Università. Da quest’anno è attivo il master<br />
“Pio La Torre” in “Gestione e riutilizzo<br />
dei beni confiscati alle mafie“, diretto dalla<br />
professoressa Stefania Pellegrini e rivolto a<br />
neolaureati e professionisti. Il master è una<br />
risposta concreta alle segnalazioni arrivate<br />
dalle più importanti Procure Italiane e da diversi<br />
Enti Pubblici sulla totale mancanza di<br />
professionalità adatte alla gestione dei beni<br />
confiscati alle mafie.<br />
MODENA<br />
Verasani,“Coop fasulle: un danno<br />
gravissimo per i lavoratori”<br />
“I casi Fruit Logistic e Ggroup sono l’ennesima<br />
conferma di una situazione di estrema<br />
gravità che <strong>Legacoop</strong> Modena denuncia da<br />
tempo; e che ci porta a chiedere con ancor<br />
maggiore insistenza alle Istituzioni, agli Organismi<br />
di Vigilanza e alla Forze di Pubblica<br />
Sicurezza la massima fermezza e rapidità<br />
di intervento per prevenire e contrastare fenomeni<br />
di illegalità sempre più diffusi sul<br />
nostro territorio. Sono degenerazioni che si<br />
ripercuotono non solo sui lavoratori direttamente<br />
coinvolti, ma sull’intero tessuto economico<br />
e sociale, mettendo a repentaglio la<br />
stessa sopravvivenza di quelle imprese, fra<br />
cui le nostre cooperative, che senza legalità<br />
non vivono”: così Gianluca Verasani, Direttore<br />
di <strong>Legacoop</strong> Modena, interviene<br />
sulla spinosa questione delle coop fasulle.<br />
“Già alcuni mesi fa, pur riconoscendo l’importante<br />
lavoro fatto dalla Provincia - che<br />
aveva portato a cancellare dall’Albo Autotrasporto<br />
provinciale nell’ultimo anno e<br />
mezzo 345 imprese su un totale di 2926<br />
iscritte - denunciammo come le zone d’ombra<br />
fossero ancora moltissime. E lo sono<br />
tutt’ora: non è possibile che a Modena, nel<br />
settore della Logistica e del Facchinaggio,<br />
delle circa 180 imprese cooperative che risultano<br />
iscritte al Registro delle Imprese (su<br />
un totale di circa 240 imprese), solo il 10%<br />
sia associato ad una delle nostre strutture<br />
territoriali, si tratti di <strong>Legacoop</strong> Modena,<br />
Confcooperative o AGCI. La sproporzione è<br />
evidente … e non può non suscitare forti<br />
dubbi circa la diffusione di forme di cooperative<br />
“spurie” che nulla hanno a che vedere<br />
con la reale natura cooperativa. Natura<br />
che, a proposito dei fatti denunciati nelle<br />
due cooperative di Campogalliano, si ma-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
17<br />
nifesta proprio attraverso la condivisione e<br />
applicazione di regolamenti, statuti e contratti<br />
nazionali, la tutela dei lavoratori, la partecipazione<br />
dei soci alla vita dell’impresa, la<br />
trasparenza dei bilanci, la correttezza nella<br />
gestione degli appalti.Tutte attività su cui le<br />
stesse Associazioni vigilano attentamente.<br />
Per questo come Associazione, e a nome di<br />
tutte le imprese che operano nel pieno rispetto<br />
della legalità, chiediamo con forza<br />
alle Istituzioni, agli Organismi di Vigilanza e<br />
agli Organi di Pubblica Sicurezza di non lasciare<br />
intentata alcuna strada nella lotta<br />
ferma e intransigente all’illegalità.”<br />
IMOLA<br />
I.Denticoop ha aperto le porte<br />
ai suoi pazienti; al via l’attività<br />
La mattina del 12 marzo i.denticoop, il<br />
nuovo studio dentistico del Centro Leonardo<br />
di Imola, ha aperto per la prima volta le<br />
porte ai suoi pazienti. All’avvio dell’attività,<br />
alle ore 10, hanno partecipato l’assessore<br />
alle Attività produttive del Comune di Imola,<br />
Monica Campagnoli, il presidente di <strong>Legacoop</strong><br />
Imola Sergio Prati e la referente<br />
di Unipol Banca Maria Rosaria Rago.<br />
Lo spazio offre servizi di qualità a prezzi inferiori<br />
alla media del mercato, per adulti e<br />
bambini, grazie al lavoro di circa 20 professionisti,<br />
tra medici, ortodonzisti, igienisti, e<br />
altri specialisti: si va dall’implatologia alle<br />
cure ortodontiche, dalla pulizia orale alla<br />
chirurgia. Dal 23 febbraio, giorno dell’inaugurazione,<br />
ad oggi, sono state circa 300 le<br />
prenotazioni effettuate; si stima che, a regime,<br />
I.denticoop potrà seguire 2-3.000<br />
pazienti, per un totale di circa 3.600 prestazioni<br />
l’anno.<br />
A disposizione del personale ci sono tre riuniti<br />
(le poltrone attrezzate necessarie per<br />
operare), apparecchiature per RX endoorali<br />
digitali e una macchina per radiologia e diagnostica<br />
digitale 3D. La struttura segue gli<br />
stessi orari del centro commerciale: dal lunedì<br />
al sabato dalle 9 alle 21, e anche la<br />
domenica dalle 10 alle 20.<br />
Per informazioni per prenotare la propria visita<br />
basta andare sul sito internet<br />
www.identicoop.it, o contattando i numeri<br />
di telefono 0542.42420 o 388.4517865.<br />
I.denticoop è una cooperativa ad apporto di<br />
servizi alla quale aderiscono 10 soci – fra<br />
cui quattro odontoiatri e due laboratori<br />
odontotecnici – ai quali si aggiungono 6 assistenti<br />
di poltrona e alcuni igienisti dentali.<br />
Lo studio, realizzato dalla cooperativa Cefla<br />
di Imola, è ampio circa 120 metri quadrati<br />
ed è affacciato sull’esterno del Centro Leonardo,<br />
in via Amendola 129.<br />
I soci di Coop Adriatica – socio sovventore<br />
della struttura – godono di tariffe ridotte del<br />
15%. Mentre per finanziare le prestazioni<br />
più complesse ed onerose possono ricorrere<br />
a rateizzazioni vantaggiose con Coop-<br />
CiConto, la società di Coop Adriatica che<br />
offre servizi assicurativi, bancari e finanziari.<br />
RIMINI<br />
<strong>Legacoop</strong> aderisce<br />
al Fondo EffeGiDi<br />
<strong>Legacoop</strong> aderisce a EffeGiDi, il fondo di<br />
garanzia per i dipendenti delle aziende della<br />
Provincia di Rimini.<br />
Obiettivo del Fondo è di sostenere il reddito<br />
degli occupati, mediante la facilitazione dell’accesso<br />
al credito.<br />
Il fondo interviene attraverso l’azione di<br />
Banca Eticredito, con cui è stata siglata una<br />
Convenzione, consentendo di aumentare<br />
l’operatività della banca grazie alla garanzia<br />
di EffeGiDi.<br />
EffeGiDi è attivo dal 2008 con 28 imprese<br />
aderenti che hanno permesso di erogare finanziamenti<br />
superiore a €. 600.000,00 ai<br />
lavoratori che ne han fatto richiesta.<br />
Le imprese associate a <strong>Legacoop</strong> Rimini<br />
che intendono aderire, devono versare un<br />
contributo iniziale e presentare lettera di fidejussione<br />
che andranno ad alimentare il<br />
fondo disponibile per i mutui.<br />
I dipendenti delle imprese associate al<br />
fondo potranno per il tramite dell’azienda<br />
presentare richiesta di finanziamento fino a<br />
€ 10.000,00 a tasso fisso o variabile con<br />
spese di istruttoria una tantum fino ad un<br />
massimo di € 100,00.<br />
PARMA<br />
Anche <strong>Legacoop</strong><br />
al fianco della salute pubblica<br />
La cooperazione emiliano-romagnola ha<br />
deciso di dare vita ad una nuova Mutua in<br />
grado di rispondere ai nuovi bisogni delle<br />
persone: si chiama Fare Mutua ed è stata<br />
recentemente costituita da nove <strong>Legacoop</strong><br />
dell’Emilia Romagna, tra cui <strong>Legacoop</strong><br />
Parma, insieme a Coop NordEst e Coop<br />
Adriatica.<br />
La presenza della cooperazione di consumo,<br />
che potrebbe ulteriormente rafforzarsi e che<br />
ha espresso la presidenza di Fare Mutua con<br />
Marco Gaiba di Coop Adriatica, permetterà<br />
di realizzare importanti interventi verso i soci<br />
e i cittadini anche attraverso la rete dei punti<br />
vendita delle Coop per promuovere prodotti<br />
e i servizi.<br />
“Il sistema sanitario pubblico resta indispensabile”<br />
- dichiara Andrea Volta, presidente<br />
<strong>Legacoop</strong> Parma - “ma i tagli lineari comportano<br />
la necessità di creare un secondo<br />
pilastro ad integrazione di quello esistente.<br />
Si è fatta più forte la richiesta di integrazione<br />
tra servizi sanitari pubblici e privati.Attraverso<br />
l’iscrizione a Fare Mutua, questa integrazione<br />
è facilitata e incentivata”.<br />
RAVENNA<br />
Il 25 marzo l’iniziativa<br />
“Mareterra 2013”<br />
Mareterra 2013, iniziativa organizzata da<br />
<strong>Legacoop</strong> con il coinvolgimento delle sedi<br />
territoriali di Veneto e Friuli Venezia Giulia, si<br />
terrà il 25 marzo a Ravenna presso la Camera<br />
di Commercio (Sala Cavalcoli).<br />
Si parlerà della necessità di far evolvere il<br />
porto di Ravenna come centro di infrastrutture<br />
e di servizi logistici avanzati, trainando<br />
così l’economia provinciale ma con un occhio<br />
a un contesto di sviluppo globale del-<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Territori<br />
18<br />
l’Alto Adriatico.<br />
Dopo gli interventi di Elio Gasperoni (Presidente<br />
<strong>Legacoop</strong> Ravenna), Rudy Gatta<br />
(Responsabile porto <strong>Legacoop</strong> Ravenna) e<br />
Salvatore Melluso (SCS) è prevista una tavola<br />
rotonda alla quale parteciperanno l’assessore<br />
regionale Alfredo Peri<br />
(Programmazione territoriale, urbanistica.<br />
Reti di infrastrutture materiali e immateriali,<br />
mobilità, logistica e trasporti), Fabrizio<br />
Matteucci (Sindaco di Ravenna), Claudio<br />
Casadio (Presidente della Provincia di Ravenna),<br />
Gianfranco Bessi (Presidente<br />
CCIAA Ravenna), Galliano Di Marco (Presidente<br />
Autorità portuale di Ravenna), Dario<br />
Foschini (Amministratore delegato CMC),<br />
Paolo Cattabiani (Presidente <strong>Legacoop</strong><br />
Emilia-Romagna) e Debora Serracchiani<br />
(europarlamentare e membro della commissione<br />
trasporti dell’Ue).<br />
FANO<br />
Agricoltura sociale, laboratorio<br />
socio-economico a cielo aperto<br />
“Un laboratorio sociale ed economico a<br />
cielo aperto”. Così è stata definita l’agricoltura<br />
sociale, una nuova opportunità di lavoro<br />
e di sostegno sociale che nasce<br />
dall’incontro fra la cooperazione sociale e<br />
quella agricola di cui si è parlato nel seminario<br />
“Cooperazione e agricoltura sociale”,<br />
organizzato da Agci, Confcooperative e <strong>Legacoop</strong><br />
Marche a “Il Giardino del Cante” di<br />
Fenile di Fano (Pu). E proprio da qui parte<br />
un’esperienza innovativa in questo settore,<br />
che nelle Marche si è sviluppato negli ultimi<br />
due anni e annovera una trentina d’imprese<br />
attive, quella della creazione del<br />
Gruppo Paritetico Cooperativo, che si è costituito<br />
lunedì <strong>11</strong> marzo con l’obiettivo di<br />
progettare e gestire servizi sociali in ambito<br />
rurale, produrre, trasformare e commercializzare<br />
prodotti agricoli. Il Gruppo è composto<br />
da otto cooperative del territorio, le<br />
sociali T41b, Irs L’Aurora, L’Elicriso,Alpha, Il<br />
posto delle viole, il Consorzio Terre Alte, le<br />
coop sociali agricole De Rerum Naturae e<br />
Progetto Terra, come hanno spiegato Danilo<br />
Marchionni, consulente, e Nicola<br />
Denti, presidente T41. E’ un gruppo che<br />
conta già 300 dipendenti, gestisce interventi<br />
sociali a favore di un migliaio di utenti<br />
e che punta ad allargare le proprie attività<br />
anche nell’agricoltura sociale organizzando<br />
reti imprenditoriali e sociali. Un’azione che<br />
trae spunto anche da quanto già realizzato<br />
con il “Progetto Fenile”, nella sede de’ “Il<br />
Giardino del Cante”, gestito dall’Irs Aurora,<br />
dalla T41b e dalla Fondazione agraria<br />
“Cante di Montevecchio”, di cui ha parlato<br />
il presidente di quest’ultima, Gianfranco<br />
Mazzanti. A Fenile di Fano (Pu), ci sono un<br />
negozio e un vivaio, e, insieme agli utenti<br />
della comunità terapeutica, si fanno attività<br />
di giardinaggio, orticoltura, frutticoltura, si<br />
forniscono servizi di prevenzione primaria,<br />
di socialità, educazione e sport. Fra le azioni<br />
da sviluppare in futuro, ci sono la trasformazione<br />
dei prodotti coltivati, la pet therapy,<br />
la formazione, eventi culturali, sociali ed<br />
enogastronomici. Un modello, secondo<br />
Teodoro Bolognini, responsabile settore<br />
Agroalimentare di <strong>Legacoop</strong> Marche, “che<br />
può essere riprodotto per sviluppare le potenzialità<br />
offerte dall’agricoltura sociale, con<br />
le sue funzioni con finalità terapeutiche, riabilitative,<br />
formative e d’inserimento lavorativo,<br />
che saranno fra le azioni sostenute<br />
della nuova programmazione 2014-2020<br />
della Politica agricola comune”. Per questo,<br />
ha detto Bolognini, “le Centrali cooperative<br />
stanno promuovendo sul territorio incontri<br />
su questo tema e stanno realizzando una<br />
pubblicazione su quanto fatto finora in quest’area<br />
nelle Marche”, in fase di elaborazione<br />
da parte di Sandro Buatti,<br />
agronomo. Francesca Severini, Servizio<br />
regionale Agricoltura, ha ricordato l’impegno<br />
della Regione Marche in questo campo<br />
che viene sostenuto da un articolo della<br />
legge regionale 7 del 2005 per la cooperazione<br />
agricola che, per il 2013, prevede un<br />
fondo di 250 mila euro, mentre Ugo Testa,<br />
responsabile censimento agricoltura sociale<br />
dell’Agenzia servizi settore agroalimentare<br />
delle Marche, ha raccontato delle iniziative<br />
già messe in campo dall’Assam all’interno<br />
delle carceri marchigiane, in collaborazione<br />
con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria,<br />
dove sono stati impiantati degli<br />
uliveti, come a Barcaglione di Ancona, e<br />
degli orti.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese<br />
19<br />
>> UniAbita<br />
>> Unieco<br />
>> Unieco<br />
>> CPL Concordia<br />
>> CIR food<br />
>> Sacmi Forni<br />
>> Itaca<br />
>> CADIAI<br />
>> I Briganti di Cerreto<br />
>> L180 2.0<br />
>> Altromercato<br />
>> librerie.coop<br />
UNIABITA<br />
La qualità dei processi attestata<br />
dalla certificazione ISO 9001<br />
L’ottenimento del marchio di qualità, oltre a<br />
testimoniare l’eccellenza degli standard di<br />
gestione raggiunti, dimostra il costante impegno<br />
della Cooperativa di Abitanti nel miglioramento<br />
dell’efficienza interna<br />
finalizzata a garantire un servizio sempre<br />
più in linea con le esigenze dei Soci.<br />
UniAbita, Cooperativa di Abitanti dal 1903,<br />
ha ottenuto la certificazione ISO 9001, il<br />
noto standard di riferimento internazionale<br />
che verifica la qualità dei processi e dei sistemi<br />
di gestione aziendale.<br />
Le principali motivazioni che hanno permesso<br />
alla Cooperativa di conseguire l’importante<br />
risultato sono la costante<br />
focalizzazione sui bisogni e sulla soddisfazione<br />
della base associativa in un’ottica<br />
continuativa di miglioramento dei processi<br />
di gestione e creazione di valore.<br />
La conformità alle procedure dettate dagli<br />
standard ISO 9001, rappresenta un ulteriore<br />
passaggio che consolida l’efficienza e<br />
le prestazioni di UniAbita verso i Soci e valorizza<br />
l’immagine e l’affidabilità della Cooperativa.<br />
L’impegno e l’attenzione di UniAbita verso<br />
processi imperniati su efficienza e trasparenza<br />
avevano peraltro già trovato espressione<br />
concreta all’interno del Codice Etico,<br />
uno strumento adottato nel 20<strong>11</strong> in funzione<br />
degli adempimenti, assunti nel corso<br />
del 2012, per dotare la Cooperativa di un<br />
Modello Organizzativo Gestionale che rispondesse<br />
alle esigenze dettate dal D.Lgs<br />
231/2001 sulla Responsabilità Amministrativa<br />
degli Enti.<br />
L’insieme di questi documenti dotano oggi<br />
la Cooperativa degli strumenti atti a prevenire<br />
e valutare il verificarsi di comportamenti<br />
irresponsabili o illeciti commessi da<br />
collaboratori o soggetti che operano su<br />
mandato della Cooperativa.<br />
Il Codice Etico di UniAbita, insieme alla Politica<br />
per la Qualità emanata dalla Direzione<br />
nello scorso dicembre, riaffermano i valori<br />
fondamentali e i principi ispiratori nei quali<br />
la Cooperativa si riconosce da sempre: partecipazione<br />
democratica, solidarietà, lealtà<br />
e coerenza.<br />
“La certificazione recentemente acquisita<br />
rappresenta non solo la garanzia dell’adozione<br />
di corrette ed efficaci procedure nella<br />
gestione dei processi aziendali, ma anche<br />
un ulteriore stimolo per incrementare efficienza<br />
ed eticità e consolidare la fiducia che<br />
Soci e Partner ripongono in noi da <strong>11</strong>0<br />
anni”, ha commentato Gian Matteo Marangoni,<br />
Presidente di UniAbita.<br />
UNIECO<br />
Comunicato sulla protezione<br />
del patrimonio sociale<br />
Pubblichiamo, di seguito, il testo del comunicato<br />
stampa diffuso l’<strong>11</strong> marzo da Mauro<br />
Casoli, Presidente di Unieco.<br />
“Il Consiglio di Amministrazione di Unieco<br />
in data odierna ha deliberato di procedere<br />
alla presentazione, presso il Tribunale di<br />
Reggio Emilia, di un ricorso ai sensi dell’art.<br />
161, sesto comma, R.D. 16 marzo 1942, n.<br />
267 (“L.F.”).<br />
Il relativo atto è stato depositato nella giornata<br />
di oggi e sono già effettuate le pubblicazioni<br />
previste per legge (art. 168 L.F.).<br />
Si tratta di un’iniziativa che è parsa necessaria<br />
alla Società anche a seguito di una<br />
procedura di verifica disposta dal Tribunale<br />
di Reggio Emilia.<br />
E’ stato facile, infatti, prevedere che, laddove<br />
la notizia di tale procedimento si fosse –<br />
come è stato in passato in casi analoghi -<br />
diffusa, la Società sarebbe stata fatta bersaglio<br />
delle iniziative dei suoi creditori, ancor<br />
di più di quanto è accaduto fino ad oggi.<br />
L‘iniziativa assunta dalla Cooperativa ha<br />
quindi lo scopo di evitare - almeno temporaneamente<br />
– che possano trovare luogo,<br />
da parte di singoli creditori, azioni esecutive<br />
o cautelari sul suo patrimonio ed in effetti la<br />
stessa è stata adottata - soltanto con finalità<br />
conservative - per proteggere e segregare<br />
i beni sociali a tutela della continuità<br />
aziendale e, in questo delicato momento,<br />
pure della par condicio creditorum.<br />
Tale iniziativa peraltro si colloca nel bel<br />
mezzo di un serrato confronto che la Società,<br />
fin da dicembre, aveva aperto con il<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese 20<br />
sistema bancario, per ottenere finanza a sostegno<br />
del suo piano industriale e di rimodulazione<br />
del suo debito (piano che appunto<br />
prevedeva, fra l’altro, un rientro della forte<br />
esposizione con i fornitori e uno spostamento<br />
dalle tradizionali attività edili verso<br />
nuovi segmenti strategici); finanza da utilizzare<br />
appunto per consentire alla Società di<br />
poter far fronte in modo ordinato alle temporanee<br />
difficoltà di carattere (non tanto<br />
economico) ma precipuamente finanziario<br />
in cui si è venuta recentemente a trovare, a<br />
loro volta dovute essenzialmente a tre fattori:<br />
• la grave crisi in cui versa il Paese che,<br />
come tutti sanno, ad oggi ha particolarmente<br />
penalizzato il mercato delle costruzioni<br />
e quello dello sviluppo e<br />
commercializzazione di immobili;<br />
• i ritardi nei pagamenti relativi a commesse<br />
pubbliche e la sempre maggiore<br />
contrazione della marginalità delle<br />
stesse riservata a alle imprese esecutrici;<br />
• e, non ultima, la progressiva riduzione<br />
del credito bancario.<br />
La scelta fatta da Unieco di procedere al<br />
deposito di un ricorso ex art. 161, sesto<br />
comma, L.F. - in sé assai sofferta, soprattutto<br />
considerando che negli ultimi 15 anni<br />
la Società ha sempre prodotto utili consistenti<br />
(dei quali peraltro nel Piano industriale<br />
presentato ai soci soltanto due<br />
settimane addietro si prevede il mantenimento<br />
anche negli anni a venire) – costituisce,<br />
e come tale deve essere vista, il<br />
punto di partenza di un percorso di organico<br />
e strutturale rilancio della Società, che<br />
passa, presupponendola, attraverso una<br />
fase di riorganizzazione e di risanamento<br />
aziendale, volta al recupero di un suo corretto<br />
equilibrio finanziario ed alla definitiva<br />
ristrutturazione del suo debito.<br />
Nonostante le attuali e contingenti difficoltà<br />
finanziarie che affliggono Società, non può<br />
trascurarsi che Unieco vanta ad oggi una<br />
patrimonializzazione di primissimo livello (il<br />
patrimonio netto si aggira infatti intorno a<br />
300 milioni di Euro), la quale, ancorchè non<br />
immediatamente smobilizzabile e monetizzabile<br />
(di qui i problemi nel rispetto dei termini<br />
di pagamento), costituisce una sicura<br />
garanzia per la soddisfazione di tutti i creditori,<br />
siano essi fornitori o istituti di credito.<br />
In pillole, la Società ancora oggi è economicamente<br />
in grado di produrre utili e dispone<br />
di un ingente patrimonio, ma è<br />
temporaneamente illiquida.<br />
Proprio per questo motivo, la Cooperativa,<br />
coerentemente con la politica di risk management<br />
che ha da sempre contraddistinto<br />
la gestione sociale, ha conferito,<br />
oramai da diversi mesi, mandato ad un noto<br />
advisor finanziario (Bain & Company) e, più<br />
recentemente, ad un advisor legale (Studio<br />
Legale Sutich - Barbieri - Sutich) per la predisposizione<br />
di un piano e per la conclusione<br />
di accordi di ristrutturazione del debito<br />
nonché per individuare ed intraprendere le<br />
più opportune iniziative volte al recupero<br />
dell’equilibrio finanziario della Società.<br />
Il piano, in via di completamento, è già oggetto<br />
di discussione con gli istituti di credito<br />
e si confida di poter perfezionare un accordo<br />
con gli stessi entro i termini che, in<br />
seguito al ricorso oggi depositato, spetterà<br />
al Tribunale di fissare. Le finalità del piano e<br />
degli accordi predetti, in sintesi, sono fondamentalmente<br />
tre: estinzione, consolidamento<br />
e rinegoziazione del debito in essere;<br />
acquisizione di nuova finanza; riorganizzazione<br />
e rilancio aziendale.<br />
Il Tribunale, a seguito della domanda presentata,<br />
fisserà un termine per consentire di<br />
definire le trattative con le banche ed i creditori,<br />
senza il timore di azioni intentate da<br />
questi ultimi nei confronti del patrimonio sociale.<br />
Nel corso di questo periodo, Unieco potrà<br />
legittimamente continuare la propria attività<br />
e, sempre nella medesima fase, sarà assicurato<br />
l’integrale pagamento delle forniture<br />
di beni e servizi che verranno effettuate dai<br />
fornitori, attesa la natura prededucibile dei<br />
relativi crediti (cfr. art. 161, settimo comma,<br />
L.F.).<br />
Come peraltro chiaramente esplicitato nel<br />
ricorso, la volontà di Unieco è quella di addivenire<br />
alla conclusione di un accordo di<br />
ristrutturazione della propria esposizione<br />
debitoria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art.<br />
182 bis L.F., con cui vengano pienamente<br />
salvaguardati la continuazione<br />
dell’attività, la conservazione dell’integrità<br />
del complesso aziendale, nonché i diritti di<br />
credito di tutti creditori, ivi compresi i soci<br />
prestatori.<br />
In considerazione di una simile prospettiva<br />
di ristrutturazione del debito sociale, la Cooperativa<br />
confida di poter ricevere, in relazione<br />
alla sua scelta, solidarietà ed<br />
appoggio sul piano operativo da parte dei<br />
suoi partners commerciali e dei suoi finanziatori.<br />
Come peraltro testimoniato anche dalla recente<br />
adunanza assembleare tenutasi il 2<br />
marzo u.s., il Consiglio di Amministrazione<br />
è già impegnato (e pertanto continuerà) a<br />
compiere una corretta e tempestiva opera<br />
di informazione nei confronti dei soci, dei<br />
dipendenti, dei fornitori e di ogni altro creditore,<br />
assicurando l’impegno di Unieco per<br />
la tutela di tutti i soggetti portatori, a vario titolo,<br />
degli interessi coinvolti, in questa fase,<br />
dall’attività della Società”.<br />
UNIECO<br />
La Direzione della cooperativa<br />
sulla protesta dei lavoratori<br />
Con riferimento a quanto accaduto il 13<br />
marzo in un cantiere di Genova, su cui<br />
Unieco è impegnata, la società ha diffuso il<br />
seguente comunicato stampa di precisazione.<br />
“Le persone coinvolte nella protesta sono<br />
dipendenti di un fornitore di Unieco che<br />
vanta crediti verso quest’ultima.<br />
Benché la volontà di Unieco sia nel senso di<br />
procedere al pagamento di tutti i suoi fornitori,<br />
occorre chiarire che, a prescindere dall’effettive<br />
risorse finanziarie di cui la società<br />
oggi dispone, la procedura a cui la cooperativa<br />
ha chiesto di accedere non consente<br />
fin d’ora di effettuare pagamenti per debiti<br />
sorti prima dell’<strong>11</strong> marzo 2013, salvo che<br />
gli stessi non siano specificamente autorizzati<br />
dal Tribunale, laddove ricorrano i presupposti<br />
a tal fine previsti dalla legge.<br />
Unieco intende sottolineare che l’iniziativa<br />
che essa ha assunto ha lo scopo ed è tesa<br />
a realizzare il miglior soddisfacimento dei<br />
propri creditori, ivi compresi tutti i suoi fornitori.<br />
La società peraltro, nell’esprimere la propria<br />
solidarietà a tutti coloro che debbono<br />
subire gli effetti della sua attuale situazione,<br />
assicura il proprio impegno affinchè il loro<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese 21<br />
soddisfacimento possa intervenire nel<br />
minor tempo possibile”.<br />
CPL CONCORDIA<br />
Esempio di best practice per il<br />
lavoro a Rai 3 “Presa Diretta”<br />
Domenica 17 marzo CPL Concordia sarà protagonista<br />
di un servizio giornalistico di approfondimento<br />
sul tema del lavoro all’interno<br />
della trasmissione“Presa Diretta”,in onda su<br />
Rai 3 in prima serata (inizio ore 21.30).<br />
La troupe del programma diretto da Riccardo<br />
Iacona ha realizzato una serie di interviste<br />
ai lavoratori di CPL, ai manager e al<br />
presidente della cooperativa, Roberto Casari,<br />
mettendo in luce una realtà lavorativa<br />
che ha saputo creare sviluppo in tutta Italia<br />
facendo perno sui valori della professionalità,<br />
dell’innovazione,della solidarietà e della creazione<br />
di nuovi posti di lavoro. L’esperienza<br />
raccontata dai lavoratori di CPL rientra all’interno<br />
delle casistiche positive raccontate nel<br />
programma e rappresenta la best practice del<br />
proprio settore,in netta contrapposizione con<br />
quanto sta avvenendo nel panorama generale<br />
del mercato del lavoro.<br />
Cpl Concordia<br />
CPL Concordia è un gruppo cooperativo multiutility,<br />
nato nel 1899 a Concordia sulla Secchia<br />
(Modena), attivo in Italia e all’Estero con<br />
1600 addetti, 80 società fra controllate e<br />
collegate, per un fatturato consolidato 2012<br />
previsto pari a 4<strong>11</strong> milioni di Euro.Ambiti di<br />
intervento sono la gestione calore (global service<br />
e facility management), il gas, l’acqua, il<br />
teleriscaldamento, l’energia elettrica, i servizi<br />
tecnologici (software, videosorveglianza, domotica),<br />
i prodotti per la misura gas, lo sviluppo<br />
e applicazione di fonti rinnovabili.<br />
CIR FOOD<br />
A <strong>Ferrara</strong> premio di laurea<br />
Daniele Curina<br />
L’Università degli Studi di <strong>Ferrara</strong> istituisce il<br />
premio di laurea “Daniele Curina”, finanziato<br />
dalle Cooperative CIDAS e CIR food, in collaborazione<br />
con <strong>Legacoop</strong> <strong>Ferrara</strong>,col Comune<br />
di Berra e con la sezione berrese dell’A.N.P.I.,<br />
nell’intento di onorare la memoria di Daniele<br />
Curina,figura di spicco nell’ambito della cooperazione<br />
ferrarese e della vita politica e sociale<br />
del nostro territorio.<br />
Daniele Curina ha rappresentato una personalità<br />
di rilievo nell’ambito della cooperazione<br />
ferrarese,dopo una intensa vita politica che lo<br />
aveva portato a ricoprire varie cariche amministrative<br />
ed in particolare quella di vicesindaco<br />
del Comune di Berra, si impegnò<br />
totalmente nella valorizzazione e nel rilancio<br />
della cooperativa CIDAS di Copparo, fino a<br />
farla divenire una delle realtà più importanti<br />
nel panorama delle cooperative sociali della<br />
provincia e della regione.In seguito,alla guida<br />
dell’Area Romagna di CIR food, ha impiegato<br />
le sue capacità e il suo profondo spirito cooperativo<br />
per rilanciare lungo tutta la zona<br />
adriatica i servizi di ristorazione e in particolare<br />
la ristorazione collettiva e aziendale.<br />
Il premio di laurea“Daniele Curina”,del valore<br />
di 2.000 euro, sarà destinato, annualmente,<br />
ad una tesi svolta presso i Dipartimenti di<br />
Economia e Management, Giurisprudenza e<br />
Studi Umanistici dell’Università degli Studi di<br />
<strong>Ferrara</strong>, su un tema che richiami esperienze<br />
di carattere cooperativistico.<br />
Il premio di laurea sarà conferito ad un laureato<br />
negli anni accademici 2010/<strong>11</strong>,<br />
20<strong>11</strong>/12, 2012/13 entro e non oltre il<br />
31/12/2013; non sarà richiesto un voto minimo<br />
di laurea e a parità di valutazione sarà<br />
premiato il candidato in condizioni economiche<br />
meno agiate, secondo la propria attestazione<br />
ISEE. La consegna del premio avrà<br />
luogo di norma presso la sede municipale di<br />
Berra, in occasione di una giornata dedicata<br />
alla memoria di Daniele Curina.<br />
Proprio a Berra, presso la Sala Consigliare, si<br />
è tenuta sabato 2 marzo una cerimonia di<br />
commemorazione di Daniele, ad un anno<br />
dalla sua scomparsa, a cui sono intervenuti il<br />
Rettore dell’Università degli Studi di <strong>Ferrara</strong>,il<br />
Presidente di Cir Food, Ivan Lusetti, la Presidente<br />
di Cidas, Patrizia Bertelli, il Presidente<br />
di <strong>Legacoop</strong> Andrea Benini e il<br />
Sindaco di Berra Eric Zaghini.<br />
SACMI FORNI<br />
In tempi di caro-energia,<br />
l’alternativa dei “gas poveri”<br />
Da Sacmi Forni e Università di Modena-<br />
Reggio uno studio sulle potenzialità della simulazione<br />
CFD.Trovare una valida alternativa<br />
al metano per far funzionare i forni. Un<br />
dossier sul tavolo di molti ricercatori, stimolato<br />
anche dalle imprese produttrici di<br />
ceramica, specialmente nei Paesi emergenti<br />
che stanno fronteggiando gravi problemi<br />
di approvvigionamento energetico.<br />
Così, per rispondere a questa richiesta del<br />
mercato, i costruttori di forni si stanno ingegnando<br />
per trovare soluzioni competitive<br />
dal punto di vista energetico senza intaccare<br />
la qualità e l’efficienza e del processo<br />
produttivo. Tra questi Sacmi Forni che, insieme<br />
al dipartimento di Ingegneria meccanica<br />
e civile dell’Università di Modena e<br />
Reggio Emilia, ha condotto e pubblicato uno<br />
studio sui “bruciatori alimentati con gas poveri<br />
per il processo di cottura in ambito ceramico”.Gas<br />
poveri, ossia gas dotati di<br />
scarso potere calorifico a causa dell’elevata<br />
presenza di diluenti inerti (un esempio, i gas<br />
da biomasse o da gassificazione di carbone).<br />
Come renderli competitivi con il “nobile”<br />
gas metano “La grande varietà di<br />
composizione chimica di questi gas – si<br />
legge nella ricerca – richiede che i bruciatori<br />
siano studiati e adattati caso per caso”.<br />
Ma soprattutto, l’utilizzo di questi gas richiede<br />
uno studio attento e preliminare<br />
delle curve di cottura e della distribuzione<br />
di calore ottimale all’interno del forno affinché,<br />
pur in presenza di un combustibile con<br />
potere calorifico minore, il prodotto ceramico<br />
possa superare con successo la delicata<br />
fase di cottura.<br />
ITACA<br />
FAB, 17 buone idee a servizio<br />
della collettività<br />
Sanità low cost, inclusione sociale, audiovideo<br />
e terzo settore, agriturismo, educazione<br />
alimentare e ristorazione,<br />
cooperazione sociale, impresa culturale, architettura<br />
low cost per il risparmio energetico,<br />
canile integrato con il territorio, turismo<br />
e cultura italiana, fattoria sociale, laboratorio<br />
artistico di riuso e riutilizzo, bottega biologica,<br />
pannelli solari, educazione scolastica<br />
e laboratori. Sono le principali aree tematiche<br />
delle 17 idee progettuali pervenute per<br />
la 2° chiamata di FAB, la cui valutazione è<br />
stata avviata il 27 febbraio - nella sede della<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese 22<br />
Cooperativa Itaca a Pordenone - dalla Direzione<br />
strategica del Faber Academy Box.<br />
Lo staff di Itaca e Dof Consulting ha avuto<br />
modo di un primo confronto sulle 17 idee<br />
embrione che sono arrivate da Aviano, Casarsa,<br />
Sacile, San Vito al Tagliamento, Valvasone,<br />
Pordenone (3), Codroipo, Latisana,<br />
Udine (3), Trieste (2), Caltanissetta. La provincia<br />
di Pordenone fa ancora la parte del<br />
leone con 9 idee, segue la provincia di<br />
Udine con 5,Trieste con 2, 1 progetto arriva<br />
da Caltanissetta. Su 20 progettisti o co-progettisti<br />
le quote in rosa sono 8, 12 al maschile.<br />
Questi sono i primi numeri diffusi dalla Cooperativa<br />
sociale Itaca a fronte della chiusura<br />
dei termini (15 febbraio 2013) per la presentazione<br />
dei progetti aspiranti all’ingresso<br />
in FAB!, il generatore d’impresa e innovazione<br />
sociale lanciato il 29 giugno 2012<br />
dalla Coop friulana.<br />
“I prossimi passi sono già stati definiti –<br />
spiega Christian Gretter, coordinatore del<br />
progetto -: le 17 proposte di progetto pervenute<br />
saranno selezionate il 15 marzo da<br />
una apposita commissione, mentre l’inizio<br />
della seconda Village Academy è previsto il<br />
25 marzo”.<br />
FAB è un progetto della Cooperativa Itaca<br />
che gode della collaborazione di Dof Consulting<br />
e del supporto di diversi partner, fra<br />
cui l’Università degli Studi di Trento nella<br />
persona del prof. Luca Fazzi, di Aiccon<br />
(Associazione Italiana per la promozione<br />
della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit)<br />
nella persona del suo direttore Paolo<br />
Venturi, DMav. Dalla maschera al volto –<br />
Social Art Ensemble, Provincia di Pordenone<br />
e Comune di Pordenone. Tra i partner recentemente<br />
si è aggiunta la Fondazione<br />
Crup che finanzierà sei borse di studio per<br />
l’intera durata del progetto. Un intervento<br />
prezioso quello della Fondazione, che farà in<br />
modo che i progetti possano concretizzarsi<br />
in impresa e/o rami d’impresa.<br />
Sul fronte degli eventi, archiviato il secondo<br />
Open Day di FAB tenutosi il 4 febbraio nella<br />
sede dell’incubatore in via San Francesco a<br />
Pordenone, è da evidenziare il partenariato<br />
nato tra Ediciclo di Portogruaro, Itaca e FAB<br />
intrecciato su “Io credo. Dialogo tra un’atea<br />
e un prete”, edito da Nuovadimensione di<br />
Portogruaro. A cura della giornalista Marinella<br />
Chirico,“Io credo” è un libro a due voci,<br />
in cui Margherita Hack, scienziata di fama<br />
mondiale e già direttrice dell’Osservatorio<br />
astronomico di Trieste, e Pierluigi Di Piazza,<br />
prete di frontiera e fondatore del Centro di<br />
accoglienza per immigrati Ernesto Balducci<br />
di Zugliano, si confrontano senza pregiudizi,<br />
perché per costruire un mondo migliore è<br />
necessario partire proprio da lì, dall’incontro.<br />
“Io credo” è stato presentato con grandissimo<br />
successo di pubblico il 15 febbraio a<br />
Spilimbergo, oltre 500 le persone che hanno<br />
invaso il teatro Miotto per ascoltare la voce<br />
di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza, intervistati<br />
dai giornalisti Marinella Chirico e<br />
Fabio Della Pietra sui temi fondamentali del<br />
vivere quotidiano: il significato del progresso,<br />
il futuro dei giovani, le forme dell’amore, la<br />
vita e la morte, l’impegno civile e la politica,<br />
le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la<br />
giustizia. Con sensibilità e rispetto per le reciproche<br />
posizioni Hack e Di Piazza affrontano<br />
nel libro argomenti delicati e<br />
controversi, come il testamento biologico, il<br />
degrado della politica, il potere della Chiesa,<br />
gli stili di vita, la sessualità, proponendo risposte<br />
che possono essere terreni di incontro<br />
e di scambio fecondo.<br />
“Io credo” ha così riunito attorno a sé a Spilimbergo<br />
– oltre a FAB, Itaca e Nuovadimensione<br />
– associazione Folkgiornale di<br />
Spilimbergo, The Hub di Rovereto e associazione<br />
Il Caseificio sempre di Spilimbergo.<br />
La scelta da parte di FAB e Itaca di sostenere<br />
la filosofia del libro di Nuovadimensione<br />
è un riconoscere il ruolo di “Io credo” quale<br />
luogo dove i contatti divengono relazioni significative,<br />
generatrici d’innovazione sociale<br />
e culturale. Un luogo di concretizzazione dei<br />
valori universali dell’essere umano, dove si<br />
ri-mette al centro la persona, che diviene<br />
essa stessa il nuovo motore del cambiamento<br />
per costruire un nuovo mondo. Sono<br />
peraltro in via di definizione altre presentazioni<br />
a Tolmezzo, San Daniele del Friuli e<br />
Trento.<br />
CADIAI<br />
Al CentroBorgo un progetto<br />
per dare voce ai bambini<br />
Rabbia, paura così come felicità e meraviglia.<br />
In una parola: le emozioni. Stati d’animo<br />
presenti a tutte l’età, ma che i bambini possono<br />
avere difficoltà ad esprimere e gli adulti<br />
ad interpretare. Con lo scopo di aiutare sia i<br />
più piccoli, sia i più grandi in questo difficile<br />
compito, nasce il progetto “Chiamiamole<br />
emozioni”, realizzato dalla Cooperativa sociale<br />
CADIAI, in collaborazione con le LibrerieCoop<br />
e con i centri commerciali<br />
CentroNova e CentroBorgo.<br />
Il percorso prevede quatto laboratori per<br />
bambini dai 3 ai 6 anni, una festa e un incontro<br />
conclusivo con un esperto pedagogista<br />
all’interno del Centro Commerciale<br />
CentroBorgo di Borgo Panigale. Una vera e<br />
propria sfida, all’interno di una location particolare,<br />
per far incontrare bambini e genitori<br />
su un terreno che può diventare scivoloso,<br />
quello delle emozioni e dei sentimenti.<br />
I laboratori, gratuiti ma con richiesta di iscrizione,<br />
cominceranno il 16 marzo per concludersi<br />
il 13 aprile.<br />
Partendo da opere di autori famosi e con il<br />
supporto di una lavagna luminosa, due<br />
esperti pedagogisti di CADIAI condurranno i<br />
bambini lungo la strada che li porterà ad<br />
esternare le emozioni provate durante l’incontro.<br />
Al termine dei laboratori è prevista una<br />
grande festa ed un incontro con un pedagogista<br />
- il 23 aprile dalle ore 20:00 alle ore<br />
22:00 - in cui ai genitori verrà spiegato il percorso<br />
fatto e il modo in cui le emozioni inespresse<br />
possono essere comprese. Seguirà<br />
una mostra con foto e pannelli colorati per<br />
raccontare l’esperienza vissuta.<br />
Programma<br />
16 marzo e 6 aprile dalle 10:00 alle 12:00<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese<br />
23<br />
-> bimbi 4/6 anni<br />
23 marzo e 13 aprile dalle 10:00 alle 12:00<br />
-> bimbi 3/4 anni<br />
I BRIGANTI DI CERRETO<br />
La cooperativa al Forum Aree<br />
Interne con il Ministro Barca<br />
Renato Farina, della cooperativa I Briganti<br />
di Cerreto, è intervenuto l’<strong>11</strong> marzo al<br />
Forum Aree Interne, organizzato a Rieti dal<br />
Ministero dello Sviluppo Economico e dal<br />
Ministero della Coesione Sociale. Proprio il<br />
ministro Fabrizio Barca, con la presentazione<br />
dell’Azione Pilota Aree Interne, ha<br />
aperto i lavori del Forum, che ha delineato<br />
nuove strategie per la programmazione<br />
2014-2020 della politica di coesione territoriale.<br />
La strategia nazionale delle Aree Interne<br />
ha come obiettivi la tutela del territorio<br />
e la sicurezza degli abitanti, vuole promuovere<br />
la diversità naturale, culturale e il policentrismo<br />
e concorrere al rilancio dello<br />
sviluppo del Paese.<br />
L’esperienza della cooperativa I Briganti di<br />
Cerreto è stata considerata tra le più interessanti<br />
in Italia per affrontare i problemi<br />
delle aree interne attraverso il coinvolgimento<br />
delle comunità. L’intervento di Farina<br />
è stato al centro della seconda sessione del<br />
Forum, aperta dall’economista Davide<br />
Marino e dedicata al ruolo delle comunità<br />
locali. Farina è intervenuto sul tema “I Briganti<br />
di Cerreto: una cooperativa-paese per<br />
l’occupazione giovanile e la rinascita socioeconomica<br />
della comunità”, discutendone<br />
con Domenico Cersosimo, docente di<br />
economia all’Università della Calabria.<br />
La cooperativa “I Briganti di Cerreto” ha<br />
sede a Cerreto Alpi, in Comune di Collagna,<br />
ed è uno dei più significativi esempi di cooperativa<br />
di comunità in Italia. E’ nata nel<br />
2003 dalla volontà di un gruppo di giovani<br />
di Cerreto Alpi, con l’obiettivo di riqualificare<br />
e sviluppare le attività del territorio, a vantaggio<br />
dell’ambiente e della comunità locale,<br />
e contemporaneamente con il<br />
desiderio di non abbandonare il proprio<br />
paese per trovare lavoro altrove. Il risultato<br />
è stato quello di creare possibilità di occupazione<br />
valorizzando tutte le potenzialità<br />
della montagna, facendola “vivere” e sviluppare<br />
nel pieno rispetto della natura, e recuperando<br />
i valori della comunità. Le attività<br />
imprenditoriali della cooperativa sono molteplici:<br />
cura del verde, turismo di comunità<br />
e scolastico, educazione ambientale, servizi<br />
ambientali per il controllo del territorio, coordinamento<br />
e gestione di iniziative finalizzate<br />
alla gestione di alloggi, camere e altre<br />
forme ricettive per uso turistico, gestione di<br />
servizi vari inerenti il territorio, anche per<br />
conto di Enti o privati. La cooperativa è<br />
anche capofila nel progetto “Parco Appennino<br />
Turismo”, promosso da Parco Nazionale,<br />
Camera di Commercio,<br />
Confcooperative e <strong>Legacoop</strong>.<br />
Particolarmente soddisfatto per il ruolo<br />
avuto dai Briganti di Cerreto nel Forum di<br />
Rieti è il sindaco di Collagna Paolo Bargiacchi.<br />
«Trovo veramente significativo che<br />
la cooperativa che per prima e in maniera<br />
più convincente ha avviato nel nostro Appennino<br />
(o, forse, in Italia) pratiche concrete<br />
di forme di “turismo di comunità”, sia stata<br />
prescelta per portare la propria eccellente<br />
esperienza al Forum Aree Interne, con lo<br />
scopo, anche, di avanzare proposte e indicazioni<br />
per i nuovi fondi europei 2014-<br />
2020. Nell’epoca del turismo di massa,<br />
indifferenziato e tutto uguale, dei “non-luoghi”,<br />
si vanno affermando, soprattutto nelle<br />
aree interne e soprattutto per iniziativa di<br />
singolari esperienze come quelle sviluppate<br />
dai “Briganti di Cerreto”, forme turistiche<br />
che mirano, invece, al recupero del “senso<br />
dei luoghi” e ad una ospitalità inserita nel<br />
contesto locale e caratterizzata dalla autenticità<br />
dei luoghi, dalla genuinità dei rapporti<br />
e dalla specificità della cultura e della tradizione<br />
locale, con protagonista tutta la collettività<br />
del borgo. Il futuro, in termini di<br />
sviluppo e di economia – prosegue Bargiacchi<br />
– per questi nostri piccoli e importanti<br />
paesi si gioca su questo versante,<br />
riparte se si riattivano dinamiche relazionali<br />
all’interno del territorio, capaci di rimettere<br />
in moto un saper vivere locale, in cui tutti<br />
sono chiamati ad un proprio apporto di sicuro<br />
successo: a questa ripartenza può essere<br />
di enorme aiuto e sostegno l’Europa».<br />
L180 2.0<br />
Lacollezione Primavera-Estate 2013<br />
a “Fa’ La Cosa Giusta”<br />
Il brand L180.it,nato per rappresentare e raccontare<br />
lo straordinario lavoro di Franco Basaglia,<br />
riformatore della disciplina psichiatrica<br />
e ispiratore della cosiddetta Legge 180, attraverso<br />
capi d’abbigliamento e accessori che<br />
ne riprendessero il messaggio, traccia<br />
un’evoluzione e propone L180 2.0. In questa<br />
nuova veste parteciperà alla decima edizione<br />
di “Fa’ La Cosa Giusta - Fiera Nazionale del<br />
consumo critico e degli stili di vita sostenibili”<br />
presso la sezione dedicata Critical Fashion.<br />
Alcune importanti novità sono state introdotte<br />
per arricchire una linea che continua naturalmente<br />
a proporre prodotti etici, artistici, ecologici<br />
ed equosolidali realizzandoli nel rispetto<br />
dell’ambiente, privilegiando l’uso di cotone<br />
biologico ed equosolidale e l’utilizzo di tecniche<br />
artigianali di stampa serigrafica all’acqua<br />
senza l’uso di solventi.<br />
L180 2.0 propone per la prossima stagione<br />
un rinnovato design dei messaggi, la linea<br />
torna ad essere distribuita in esclusiva dalla<br />
cooperativa.Grazie a queste scelte si è ridotto<br />
il prezzo dei capi,pur non riducendo i margini<br />
ai produttori.<br />
L180.2.0 è una linea di abbigliamento ed accessori<br />
ideata, prodotta e distribuita da Confini<br />
Impresa Sociale, cooperativa sociale di<br />
tipo B, nata nel 1999 con l’obiettivo di sviluppare<br />
ambiti di inserimento lavorativo innovativi<br />
e capaci di cogliere le potenzialità offerte<br />
da un mercato del lavoro in cambiamento.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Imprese<br />
24<br />
ALTROMERCATO<br />
Altromercato: dal 2 al 19 aprile<br />
“Generazione Caffè”<br />
Altromercato dedica le due settimane dal 2<br />
al 19 aprile al caffè con l’iniziativa “Generazione<br />
Caffè” e per l’occasione le Botteghe<br />
aderenti offriranno ai propri clienti l’opportunità,<br />
con l’acquisto di 2 pacchetti di<br />
caffè a scelta, di ricevere uno sconto del<br />
30% su quello più costoso, oltre alla<br />
possibilità di conoscere l’intera famiglia dei<br />
caffè Altromercato: prodotti straordinari,<br />
simbolo del Commercio Equo e Solidale fin<br />
dai suoi albori.<br />
Con “Generazione Caffè”, Altromercato<br />
vuole aggregare intorno ad un caffè “buono<br />
fino in fondo” le generazioni presenti e future<br />
di coltivatori e consumatori, perché “la<br />
Terra ci è data in prestito dai nostri figli”.<br />
Per questo Altromercato da sempre promuove<br />
i valori della sostenibilità ambientale<br />
e sociale e oggi vuole raccontare perché<br />
bere un caffè equo e solidale sia un gesto<br />
quotidiano che diffonde un’economia di<br />
giustizia.<br />
“Venticinque anni fa” – ricorda Pierluigi<br />
Traversa, Direttore Unità Filiere di Altromercato<br />
– “quando Altromercato ha iniziato<br />
ad importare il caffè equosolidale dal Nicaragua,<br />
compiva un gesto di forte rottura con<br />
le dinamiche del mercato internazionale in<br />
cui dominava lo sfruttamento dei coltivatori,<br />
nella totale inconsapevolezza dei consumatori<br />
italiani. Oggi la situazione è cambiata<br />
profondamente: le persone sono molto più<br />
attente e sanno che le loro scelte di consumo<br />
hanno un impatto importante sulla<br />
vita delle persone. Questa maggiore conoscenza<br />
ci ha permesso di migliorare incredibilmente<br />
il prodotto che oggi possiamo<br />
offrire, mantenendo saldi i nostri valori dell’origine”.<br />
Un caffè “buono”<br />
Il caffè Altromercato si distingue per l’eccellenza<br />
qualitativa delle sue miscele per<br />
moka e per espresso e dei suoi monorigine,<br />
il gusto puro di quattro Paesi diversi (Etiopia,<br />
Messico, Nicaragua e Repubblica Dominicana).<br />
La qualità dei caffè Altromercato, infatti,<br />
è garantita lungo tutta la filiera, a<br />
partire dalla selezione dei chicchi, realizzata<br />
dai produttori nei Paesi di origine, fino ai<br />
controlli di esperti assaggiatori in Italia e alle<br />
lavorazioni nei più moderni stabilimenti produttivi.<br />
Le miscele, inoltre, sono il frutto<br />
della nostra pluriennale esperienza nel<br />
saper scegliere e abbinare al meglio i caffè<br />
arabica e robusta dei più rinomati siti produttivi<br />
in America Latina, Africa ed Asia.<br />
Un caffè “corretto”<br />
I caffè Altromercato sono commercializzati<br />
nel pieno rispetto dei criteri internazionali<br />
del Commercio Equo e Solidale, tra cui il riconoscimento<br />
di un giusto prezzo al coltivatore,<br />
comprensivo di un premio fair trade<br />
e un premio per i caffè biologici, la salvaguardia<br />
dei diritti dei lavoratori e il pagamento<br />
anticipato (fino al 70% dell’ordine),<br />
per coprire i costi iniziali d’investimento ed<br />
evitare forme d’indebitamento.<br />
Un caffè “ecologico”<br />
Un altro valore chiave dei caffè Altromercato<br />
è la sostenibilità ambientale, che parte<br />
dal rispetto della terra nei metodi di coltivazione,<br />
in gran parte biologica, e tocca anche<br />
tutti gli altri aspetti della filiera, dal trasporto,<br />
alla produzione, fino alla scelta dell’imballo.<br />
Tutte le confezioni di caffè Altromercato<br />
sono realizzate in materiale plastico, senza<br />
alluminio. Altromercato è stato il primo in<br />
Italia ad utilizzare questo tipo di pack, che fa<br />
sì che tutte le confezioni siano “solidali con<br />
l’ambiente” perché non vanno buttate nei<br />
rifiuti indifferenziati ma possono essere raccolte<br />
e riciclate con la plastica. Questo vale<br />
sia per i pacchetti sottovuoto, sia per le<br />
buste contenenti caffè in grani, sia per gli<br />
incarti delle cialde.<br />
“Generazione caffè”: la promozione<br />
nelle botteghe altromercato<br />
Le Botteghe Altromercato sono il luogo in<br />
cui scoprire la storia e tutta la ricchezza dei<br />
caffè Altromercato, caffè che in questi 25<br />
anni ci hanno dato la possibilità di fare una<br />
scelta consapevole a sostegno dei piccoli<br />
produttori, delle loro comunità e dell’ambiente.<br />
Nei giorni di “Generazione Caffè” si avrà<br />
l’opportunità di conoscere a fondo tutte le<br />
particolarità di ciascun caffè: sia l’ampia<br />
gamma di miscele, sia i monorigine.<br />
L’invito alla prova costa meno!<br />
Dal 2 al 19 aprile acquistando 2 pacchetti<br />
di caffè a scelta, si riceverà uno sconto del<br />
30% su quello più costoso. Un’occasione<br />
unica per “provarci gusto” e conoscere le<br />
eccellenze del caffè Altromercato.<br />
Un “CIALDA-DANAIO” in regalo<br />
Durante “Generazione Caffè”, chi porterà<br />
nelle Botteghe Altromercato aderenti un<br />
pacchetto vuoto di caffè di qualsiasi marca<br />
riceverà in regalo il “cialda-danaio” (fino ad<br />
esaurimento scorte).<br />
Il “cialda-danaio” è un portamonete che è<br />
stato realizzato a mano dai produttori di Mai<br />
Handicraft (Vietnam), foderato e corredato<br />
di chiusura a velcro, ed ha la particolarità di<br />
esser fatto a partire dalle vecchie bobine di<br />
cialde di caffè non più utilizzabili.<br />
Ma il “cialda-danaio” è molto di più che un<br />
porta monete: è un “porta valori”, ovvero<br />
racchiude in sé tutti i valori del caffè Altromercato<br />
che sono raccontati nel cartoncino<br />
inserito al suo interno.<br />
LIBRERIRE .COOP<br />
16 marzo a Cesena, presentazione<br />
del libro “Bell’aria brutta gente”<br />
Il libro “Bell’aria brutta gente” di Stefania<br />
Linari, sarà presentato sabato 16 marzo,<br />
alle ore 17.30, presso la libreria.coop Cesena<br />
- Centro Commerciale Lungosavio (Via<br />
Jemolo<strong>11</strong>0)<br />
Nel mese dedicato alle donne, incontro con<br />
l’autrice per condividere delle emozioni e riflessioni<br />
tratte dal suo libro contro la prepotenza<br />
nei confronti delle donne. Interventi<br />
sull’argomento e sulla storia di vita quotidiana<br />
di una giovane donna, combattiva ed<br />
indomita, che non si arrende di fronte a<br />
nessuna difficoltà. Sarà presente l’autrice<br />
accompagnata dall’amico chitarrista Daniele<br />
Donati .<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Note Brevi<br />
25<br />
Elementi rilevanti<br />
1) Le cooperative italiane operanti nell’area<br />
meridionale del paese, evidenziano nel<br />
2007-20<strong>11</strong> una crescita complessiva del<br />
valore della produzione del 6,1%, ma con<br />
gradi d’intensità differenziati per territorio:<br />
più accentuata e simile all’andamento nazionale<br />
per le cooperative della regione Puglia<br />
e della Basilicata, molto più lenta nelle<br />
altre regioni. Calabria, Molise e Sardegna<br />
mostrano una decrescita.<br />
2) Gli andamenti del valore della produzione<br />
nelle cooperative meridionali variano anche<br />
in funzione dei settori di attività: la cooperazione<br />
Sociale mostra una capacità di<br />
espansione maggiore rispetto a tutti gli altri<br />
settori, registrando un incremento del<br />
38,9%; in sofferenza risulta il settore manifatturiero<br />
con un -6,1% nel periodo.<br />
3) L’andamento del Risultato Operativo si riduce<br />
in maniera sostanziale in tutti i comparti<br />
di attività, eccetto il settore Sociale,<br />
che si contrae solo di-1,9%. Il Commercio,<br />
l’Industria e l’Immobiliare chiudono il quinquennio<br />
con RO negativi.<br />
4) I Risultati di esercizio aggregati di quasi<br />
tutta la cooperazione meridionale subisce<br />
un forte peggioramento nel 20<strong>11</strong>, divenendo<br />
perdita. Per le cooperative sociali, invece,<br />
il risultato aggregato é costantemente<br />
positivo dal 2007 fino al 20<strong>11</strong>, anche se in<br />
riduzione del 16,8%. La situazione della<br />
cooperazione meridionale può definirsi senz’altro<br />
di grande difficoltà e sofferenza.<br />
CENTRO STUDI LEGACOOP<br />
Piccole,MedieeGrandicooperative<br />
dell’Italia meridionale. Andamenti<br />
2007-20<strong>11</strong> di Settori e Regioni.<br />
In questa Nota sono considerati gli andamenti<br />
economici 2007-20<strong>11</strong> di 10.049<br />
cooperative italiane operanti nel Mezzogiorno.<br />
Viene analizzata la loro distribuzione<br />
per regione e per settore di attività . Anche<br />
in questa nota, come nella precedente, i<br />
dati presentati non tengono conto delle attività<br />
delle cooperative con sede principale<br />
nel Centro-Nord ma operanti anche nell’area<br />
meridionale.<br />
Il grafico I mostra la ripartizione del numero<br />
delle cooperative nelle otto regioni dell'area<br />
Sud, suddivise fra piccole (9.956) e mediograndi<br />
(93) 1 . La Sicilia (27,5%) e la Puglia<br />
(26,9%) sono quelle più rappresentative<br />
con oltre il 54,4% di tutte le cooperative<br />
meridionali; seguono la Campania (20,9%)<br />
e la Sardegna (9,1%). In Puglia e in Sicilia<br />
si concentra il 51,6% delle cooperative di<br />
medio-grandi dimensioni.<br />
Il grafico II mostra la distribuzione nelle regioni<br />
meridionali del valore della produzione<br />
(in milioni di €) per l'anno 20<strong>11</strong>, ripartito<br />
fra cooperative piccole e medio-grandi.<br />
Anche in questo caso la Sicilia (25,7%) e la<br />
Puglia (24,7%) concentrano il 50,4% del<br />
valore aggregato, seguite dalla Campania<br />
(18,2%) e dalla Sardegna (12,2%).<br />
La distribuzione nei Settori del numero delle<br />
cooperative meridionali (distinte fra imprese<br />
piccole e medio-grandi) 2 , esposta nel grafico<br />
III, mostra una netta prevalenza del<br />
comparto dei Servizi con il 27,4% complessivo,<br />
seguito dall’Agroalimentare con il<br />
20,0%, (in quest’ultimo settore, però, si<br />
Grafico I: Piccole e Medio-Grandi cooperative meridionali - N° per Regione<br />
Piccole<br />
Medio-Grandi<br />
2.081<br />
2.675<br />
554<br />
548<br />
294<br />
155<br />
9 4 3 20 1 25 8 23<br />
909<br />
2.740<br />
Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
Grafico II: Piccole e Medio-grandi coop meridionali - Val. Produz. 20<strong>11</strong> - mil. €<br />
Piccole<br />
Medio-Grandi<br />
1.152,1<br />
1.174,8<br />
986,2<br />
767,3<br />
827,2<br />
495,1<br />
408,6<br />
431,3<br />
539,3<br />
407,6<br />
221,7<br />
150,6<br />
43,1 71,9<br />
56,6<br />
47,9<br />
Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
2<br />
Note Brevi 26<br />
concentra il 60,2% delle cooperative<br />
medio-grandi). Dopo troviamo la cooperazione<br />
Sociale (18,9%) seguita dal comparto<br />
Immobiliare (18,3%). Il settore delle Attività<br />
Manifatturiere (comprese le costruzioni) incide<br />
solo per il 12,3%, ma in questo comparto<br />
é compreso il 10,8% delle<br />
cooperative di maggiori dimensioni.<br />
L’andamento del valore della produzione<br />
aggregato per le regioni meridionali (grafico<br />
IV) negli anni considerati evidenzia una crescita<br />
significativa della Puglia (15,9% molto<br />
vicino alla media nazionale del 16,1%), seguita<br />
a distanza dalla regione Campania<br />
con il 7,9%. Si nota, pur nella ridotta dimensione<br />
dei valori espressi, l’andamento<br />
della Basilicata che supera nettamente le<br />
altre regioni con il 20,7% di crescita nel periodo<br />
considerato. In termini negativi la Calabria<br />
decresce di -5,7%, il Molise di -1,7%<br />
e la Sardegna di -0,5%.<br />
20<strong>11</strong> mostra una significativa diversificazione<br />
fra i Settori.<br />
Il grafico V evidenzia le buone performance<br />
ottenute dalla cooperazione sociale che, nel<br />
quinquennio, vede crescere il valore della<br />
produzione del 38,9%, un incremento<br />
molto maggiore rispetto a quello registrato<br />
in tutti gli altri settori. A netta distanza, infatti,<br />
seguono i Servizi (+9,1%) stabili dopo<br />
la crescita del 2008, l’Agroalimentare<br />
(+8,9%) con un 20<strong>11</strong> in crescita dell’8,5%<br />
sul 2010, il Commercio (+8,3%) che perde<br />
lo 0,5% nell’ultimo anno, e l’Abitazione<br />
(+7,6%) ma con una perdita del -7,8% nel<br />
20<strong>11</strong>. Nel settore industriale si registra una<br />
decrescita complessiva pari a -6,1%, e<br />
questo trend negativo inizia a partire dal<br />
2009 e continua fino al 20<strong>11</strong> quando registra<br />
un -4,3% sul 2010.<br />
L’andamento del Risultato Operativo, grafico<br />
VI, riduce di molto le differenze settoriali<br />
in termini di redditività complessiva. Nel<br />
grafico si osserva il trend del settore Sociale<br />
che, nel 2010, registra una prima flessione<br />
in recupero nell’anno successivo. Nell’Agroalimentare,<br />
dopo un 2008 in crescita,<br />
seguono tre anni di costante riduzione.<br />
Chiarissima appare la riduzione di marginalità<br />
positive nel Commercio, nell’Immobiliare<br />
e nell’Industria, settori che, dal 2008 in<br />
poi, mostrano dati in flessione fino al dato<br />
negativo del 20<strong>11</strong>.<br />
Se si esclude il settore della cooperazione<br />
sociale, che mostra risultati d’esercizio po-<br />
Grafico III: Coop meridionali N° per Settore e per dimensione<br />
3.000<br />
2.500<br />
2.000<br />
1.500<br />
1.000<br />
500<br />
56<br />
1.956<br />
piccole<br />
10<br />
1.228<br />
medio grandi<br />
14<br />
291<br />
0<br />
Agroalimentare Attività Commercio<br />
manifatturiere<br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
1.900<br />
cooperazione<br />
sociale<br />
1 3<br />
1.834<br />
Immobiliare<br />
9<br />
2.747<br />
Servizi<br />
Grafico IV : V.P. 2007-20<strong>11</strong> Andamenti nelle regioni meridionali (val. €)<br />
1.400.000.000<br />
1.200.000.000<br />
1.000.000.000<br />
800.000.000<br />
600.000.000<br />
400.000.000<br />
200.000.000<br />
0<br />
3,8%<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
2010<br />
20<strong>11</strong><br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
7,9%<br />
20,7% -5,7%<br />
15,9%<br />
-1,7%<br />
Grafico V: Coop meridionali - V. d. P. 2007-20<strong>11</strong> nei Settori (2007=100)<br />
140<br />
130<br />
120<br />
<strong>11</strong>0<br />
100<br />
90<br />
Commercio<br />
1,4%<br />
-0,5%<br />
Sociale<br />
Immobiliare<br />
Agroalimentare<br />
2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
Servizi<br />
Industria<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Note Brevi 27<br />
sitivi in tutti gli anni, pur se in riduzione del<br />
16,8%, tutti i settori, eccetto il Commercio<br />
e l’Industria, evidenziano un andamento del<br />
Risultato di esercizio (grafico VII) con perdite<br />
fin dal primo anno considerato. Nel settore<br />
Industria nel 20<strong>11</strong> si registra la perdita<br />
di maggiore entità rispetto agli altri anni e<br />
altri comparti di attività.<br />
Se si escludono, almeno in parte, la regione<br />
Puglia e la cooperazione sociale, l’osservazione<br />
dei dati nelle regioni e nei settori, evidenzia<br />
una situazione complessiva della<br />
cooperazione meridionale di grande difficoltà<br />
e sofferenza.<br />
Il copyright delle Note brevi è libero. Unica condizione:<br />
mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da<br />
Note Brevi Centro Studi <strong>Legacoop</strong>. Le Note sono disponibili<br />
anche in inglese in www.cslegacoop.coop.<br />
1 Si ricorda che sono considerate grandi tutte<br />
quelle imprese con valore della produzione<br />
dai 100 milioni ed oltre di €, sono medie quelle<br />
con v.d.p. tra 10 e 100 milioni di €, mentre fra<br />
le piccole sono comprese quelle società con<br />
v.d.p. inferiore ai 10 milioni di €. Non comprende<br />
i consorzi.<br />
2 Si ricorda che nelle Note Brevi a cura del Centro<br />
Studi <strong>Legacoop</strong> le analisi condotte sulle<br />
cooperative sono sempre riferite a TUTTE le<br />
cooperative italiane attive e i cui bilanci siano<br />
reperibili in Banca Dati AIDA di Bureau Van<br />
Dijk, senza distinzione di affiliazione ad alcuna<br />
delle Associazione di Rappresentanza.<br />
Grafico VI: Coop meridionali - Risultato Operativo dei Settori 2007-20<strong>11</strong> (val.€)<br />
35.000.000<br />
25.000.000<br />
Sociale<br />
15.000.000<br />
Agroalimentare<br />
5.000.000<br />
Servizi<br />
Immobiliare<br />
-5.000.000<br />
Industria<br />
-15.000.000<br />
Commercio<br />
-25.000.000<br />
2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
Grafico VII: Cooperative Sud - Risultato d'esercizio 2007-20<strong>11</strong> (val. migl. €)<br />
20.000<br />
15.000<br />
10.000<br />
5.000<br />
Sociale<br />
0<br />
-5.000<br />
-10.000<br />
Immobiliare<br />
-15.000<br />
Servizi Commercio<br />
-20.000<br />
Agroalimentare<br />
-25.000<br />
Industria<br />
-30.000<br />
2007 2008 2009 2010 20<strong>11</strong><br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
Note brevi<br />
n° 5 / Marzo 2013<br />
Elementi rilevanti<br />
1) Le cooperative italiane operanti nell’area meridionale<br />
del paese, evidenziano nel 2007-20<strong>11</strong><br />
una crescita complessiva del valore della produzione<br />
del 6,1%, ma con gradi d’intensità differenziati<br />
per territorio: più accentuata e simile<br />
all’andamento nazionale per le cooperative della<br />
regione Puglia e della Basilicata, molto più lenta<br />
nelle altre regioni. Calabria, Molise e Sardegna<br />
mostrano una decrescita.<br />
2) Gli andamenti del valore della produzione nelle<br />
Piccole, Medie e Grandi cooperative<br />
dell’Italia meridionale.<br />
Andamenti 2007-20<strong>11</strong> di Settori e Regioni.<br />
cooperative meridionali variano anche in funzione<br />
dei settori di attività: la cooperazione Sociale<br />
mostra una capacità di espansione<br />
maggiore rispetto a tutti gli altri settori, registrando<br />
un incremento del 38,9%; in sofferenza<br />
risulta il settore manifatturiero con un -6,1% nel<br />
periodo.<br />
3) L’andamento del Risultato Operativo si riduce in<br />
maniera sostanziale in tutti i comparti di attività,<br />
eccetto il settore Sociale, che si contrae solo di-<br />
www.cslegacoop.coop<br />
centrostudi@legacoop.coop<br />
1,9%. Il Commercio, l’Industria e l’Immobiliare<br />
chiudono il quinquennio con RO negativi.<br />
4) I Risultati di esercizio aggregati di quasi tutta la<br />
cooperazione meridionale subisce un forte peggioramento<br />
nel 20<strong>11</strong>, divenendo perdita. Per le<br />
cooperative sociali, invece, il risultato aggregato<br />
é costantemente positivo dal 2007 fino al 20<strong>11</strong>,<br />
anche se in riduzione del 16,8%. La situazione<br />
della cooperazione meridionale può definirsi<br />
senz’altro di grande difficoltà e sofferenza.<br />
1 Si ricorda che sono considerate grandi tutte In questa Nota sono considerati gli andamenti economici 2007-20<strong>11</strong> di 10.049<br />
quelle imprese con valore della produzione dai cooperative italiane operanti nel Mezzogiorno. Viene analizzata la loro distribuzione<br />
per regione e per settore di attività . Anche in questa nota, come nella<br />
100 milioni ed oltre di €, sono medie quelle con<br />
v.d.p. tra 10 e 100 milioni di €, mentre fra le piccole<br />
sono comprese quelle società con v.d.p. in-<br />
precedente, i dati presentati non tengono conto delle attività delle cooperative<br />
con sede principale nel Centro-Nord ma operanti anche nell’area meridionale.<br />
feriore ai 10 milioni di €. Non comprende i<br />
consorzi.<br />
Il grafico I mostra la ripartizione del numero delle cooperative nelle otto regioni<br />
dell'area Sud, suddivise fra piccole (9.956) e medio-grandi (93) 1 . La Sicilia<br />
(27,5%) e la Puglia (26,9%) sono quelle più rappresentative con oltre il 54,4%<br />
di tutte le cooperative meridionali; seguono la Campania (20,9%) e la Sardegna<br />
(9,1%). In Puglia e in Sicilia si concentra il 51,6% delle cooperative di mediograndi<br />
dimensioni.<br />
Grafico I: Piccole e Medio-Grandi cooperative meridionali - N° per Regione<br />
Piccole Medio-Grandi<br />
2.675<br />
2.740<br />
2.081<br />
909<br />
554<br />
548<br />
294<br />
155<br />
9 4 3 20 1 25 8 23<br />
Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia<br />
Fonte: elaborazione Centro Studi <strong>Legacoop</strong> su dati AIDA<br />
NOTE BREVI 2013<br />
Nota 4: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />
La presenza nell’area meridionale<br />
Nota 3: Piccole, Medie e Grandi cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />
Uno sguardo d’insieme<br />
Nota 2: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong> – I Settori<br />
Nota 1: Le piccole cooperative italiane negli anni 2007-20<strong>11</strong><br />
1<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio
Sondaggio<br />
28<br />
OSSERVATORIO SWG<br />
Le gomme sgonfie<br />
del bipolarismo<br />
In uno scenario politico difficile e complesso<br />
contornato da una pesante crisi economica,<br />
mutano anche, e soprattutto, gli elettori che<br />
assumono altre sembianze e danno vita a<br />
nuove identità politiche<br />
Eppur si muovono. Le identità politiche degli<br />
italiani sono a un nuovo punto di svolta. Il<br />
bipolarismo italico e le ipotesi centriste, per<br />
come le abbiamo conosciute negli ultimi 20<br />
anni, stanno esaurendo la loro dimensione<br />
evocativa, mentre nuove identità dischiudono<br />
le ali. Nel fronte di centrodestra, il processo<br />
di mutamento è profondo. Le forme<br />
più radicali della rabbia del ceto medio si<br />
stanno ri-aggregando intorno a una spiccata<br />
dimensione anticasta, mentre le altre<br />
anime dell’universo berlusconiano stanno<br />
cercando un nuovo soggetto in grado di<br />
rappresentare la propria visione moderata<br />
e zelante della società e, soprattutto, la repulsione<br />
a un qualunque governo di sinistra.<br />
Il fronte opposto, quello di centrosinistra,<br />
permane un magma composito, strutturato<br />
intorno all’identità progressista e frutto del<br />
processo di disaggregazione-riaggregazione<br />
delle eredità del passato, in cui confluiscono<br />
diverse appartenenze storiche (da<br />
quella ambientalista a quella riformista,<br />
passando per quella post comunista). Le<br />
frange più adirate di questa area si stanno<br />
dirigendo su posizioni radicali o sul rassemblement<br />
anticasta, mentre la porzione<br />
che rimane ancorata alla personalità<br />
progressista risulta segnata dalla difficoltà<br />
di identificare un nuovo progetto di società<br />
e un modus politico in grado di diventare<br />
collante attrattivo e identitario.<br />
La new entry, nel panorama nazionale, è<br />
la strutturazione politica del sentimento anticasta.<br />
In essa confluiscono diverse anime<br />
(dall’antipolitica, all’antisistema, passando<br />
per la stanchezza verso i partiti attuali), che<br />
rendono questa area un rassemblement<br />
(per ora) disomogeneo, ma in cerca di una<br />
dimensione progettuale e identitaria in<br />
grado di transitare dal rifiuto alla proposta.<br />
Una ricerca che potrebbe trovare nelle visioni<br />
anti-mercato e anti-sistema un collante<br />
identitario, nonché un progetto<br />
politico.<br />
Primo piano <strong>Legacoop</strong> ACI Settori Territori Imprese Sondaggio