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quaderni giugno 2010.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De ...

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Concorso letterario<br />

Mattia ed Alice rappresentano due numeri primi, ma<br />

come tutti sanno, i numeri primi sono molti di più; infiniti.<br />

Tanti sono i numeri primi, quante le persone che soffrono<br />

nella nostra società. Queste sono persone fragili, ricolme<br />

di problemi, che sono state, più che segnate, lacerate da<br />

prove troppo difficili a cui la vita le ha sottoposte.<br />

Come ci dice Giordano, essi si scavano un baratro intorno,<br />

impossibile da superare senza caderci dentro.<br />

Sono prigionieri della loro stessa vita<br />

Dapprima tentano di combattere per liberarsi da questa<br />

reclusione, ma fallendo, si lasciano andare nella speranza<br />

che qualcuno le noti e le aiuti a rialzarsi.<br />

Nasce così l’autolesionismo di Mattia, che quasi per<br />

punizione divina si trova a sostituirsi a Michela come parte<br />

debole e problematica della famiglia.<br />

Egli utilizza vetri e bisturi per liberarsi dalle infinite tensioni<br />

che lo opprimono; essendo incapace di aprirsi al mondo<br />

utilizza oggetti acuminati come chiavi che gli permettono<br />

di esistere agli occhi degli altri e di comunicare la<br />

sua morta interiore.<br />

Nascono così anche i disturbi alimentari di Alice, che la<br />

porteranno alla sterilità.<br />

Dopo l’intervento subito, non riesce più a vedersi bella, si<br />

svalorizza, perde il contatto con il proprio corpo ed incomincia<br />

ad odiarlo; cade nel vortice dell’anoressia e della<br />

bulimia, sperando nel suo inconscio che non sia solo<br />

Soledad, la colf, ad accorgersene, ma anche il padre.<br />

Analizzando questi due esempi ci rendiamo conto di<br />

come sia la nostra società a svolgere la parte del carnefice;<br />

persone come Alice e Mattia vengono quotidianamente<br />

isolate e lasciate sole ad affondare nel loro oblio<br />

senza nessuno che le aiuti a risalire.<br />

Non bastano psichiatri e medicinali, il si alla vita, infatti,<br />

va gridato in coro.<br />

Spesso situazioni all’apparenza facili da controllare si<br />

rivelano impossibili da gestire. Infatti non è all’entrata del<br />

labirinto che si hanno problemi, ma è nel mezzo che si<br />

rischia di non tornare più indietro.<br />

Senza Arianna, Teseo, non avrebbe mai sconfitto il Minotauro.<br />

E allora, soltanto basandoci su una società libera dalla<br />

superficialità e dall’egoismo riusciremo a salvare molte<br />

persone, scongiurando il gesto estremo ed aiutandoli a<br />

trovare un senso alla loro vita.<br />

E se “filo” in greco significa “amore” allora, tutti noi dobbiamo<br />

aiutare queste persone, attraverso il nostro “filo”,<br />

ad uscire dal labirinto, e dire si alla vita.<br />

Edoardo Pistone<br />

Nulla può impedirci di<br />

"La solitudine dei numeri primi" non è un libro qualsiasi<br />

poichè affronta un tema molto importante e delicato,<br />

le considerazioni della vita secondo particolari adolescenti,<br />

in questo caso Alice e Mattia, che sono stati vittime<br />

di un tragico episodio che ha segnato molto le loro<br />

vite cambiandole copletamente. Il passo del libro riportato<br />

nella nostra traccia sta a indicare i difficili rapporti<br />

che i due ragazzi hanno con il resto della comunità e<br />

con se stessi. Lei vittima di un incidente che non le permetterà<br />

mai più di camminare correttamente e lui responsabile<br />

della scomparsa della sorella gemella ritardata,<br />

due episodi accaduti durante l'infanzia che saranno ricorrenti<br />

i tutta la loro vita. Al seguito dell'incidente Alice inizia<br />

col passare degli anni a sentirsi isolata dalle altre<br />

persone a causa del suo problema alla gamba, e l'invidia<br />

nei confronti delle sue bellissime compagne la porterà<br />

a seguire una dieta per farsi così finalmente accettare<br />

dal gruppo, ma da una semplice idea della bellezza<br />

e dell'odio per il proprio corpo la ragazza finisce per<br />

diventare anoressica. Nel corso degli anni la ragazza<br />

scoprirà anche di non poter avere figli a causa della tremenda<br />

malattia. Mattia invece cerca di cancellare i sensi<br />

di colpa per la scomparsa della sorella infliggendosi<br />

sognare<br />

di Duilio Cerini<br />

IV Ginnasio A<br />

3° Classificato-Biennio<br />

delle tremende ferite su tutto il corpo e diventa autolesionista.<br />

Ne deriva che lei si sente evitata e odiata dal resto<br />

del mondo, lui evita e odia il resto del mondo. I due<br />

conoscendosi riescono a trovare la completezza l'uno<br />

nell'altra, due ragazzi che odiano il mondo, non capiscono<br />

quale sia il loro ruolo, perchè esistono e perchè<br />

non riescono a mettere fine alla loro esistenza semplicemente<br />

volendolo, interpretano il mondo come null'altro<br />

che un magazzino di dolori e dispiaceri in cui tutte le<br />

speranze sono messe da parte e si pongono una domanda:<br />

"Che senso ha stare qui" E se noi ci poniamo questa<br />

stessa domanda dal loro punto di vista non avremmo<br />

torto a rispondere "Nessuno". La vita, cosa c'è da<br />

dire E' fatta di paura, frustazione, odio, dolore, ma<br />

anche di amore, felicità, bellezza. Questo vuol dire che<br />

la vita non bisogna passarla, piuttosto assaporarla, nel<br />

suo corso sentiremo spesso l'amaro, ma sono certo che<br />

non potranno mancare i momenti in cui sentiremo il dolce,<br />

e per quei momenti conviene aspettare e sperare,<br />

perchè una volta raggiunti ne sarà valsa la pena. La verità<br />

è che bisognerebbe avere due diverse esistenze contemporaneamente<br />

per assaporare la vita in tutto il suo<br />

insieme, e osservarla da due finestre opposte l'una all'altra.<br />

La prima è quella del bene, ovvero ascoltare il mondo<br />

e sentire l'amore, la pace e la famiglia, la seconda<br />

è quella di chi ascolta e sente la guerra, la morte e la<br />

distruzione. Tutte e due vedono una propria realtà,<br />

entrambe giuste, poichè il male può essere equiparato<br />

al bene, per andare avanti l'unica soluzione è saper interpretare<br />

e decifrare il codice dell'esistenza. Credo che<br />

non bisogna dire si alla vita o no alla vita, ma grazie,<br />

perchè è un dono che ci è stato fatto e noi dobbiamo<br />

accettarlo, di certo non possiamo rifiutarlo, ma potremmo<br />

interromperlo a nostro piacimento. La domanda è<br />

"Perchè dovremmo" sono certo che moltissime persone<br />

potrebbero darmi milioni di motivi diversi per farlo, ma<br />

io ne potrei dare miliardi in contrario, semplicemente<br />

poter osservare le stelle di notte, poter camminare in un<br />

prato, svegliarsi la mattina, ognuno di questi è una ragione<br />

di vita e noi dovremmo sorridere e ringraziare il cielo<br />

ogni volta che apriamo gli occhi e osserviamo tutto ciò<br />

che abbiamo intorno e che è stato creato solamente per<br />

noi. Le cose vanno male a tutti molto spesso, certo ci sono<br />

i più fortunati e i meno, ma tutto, qualsiasi cosa, passa e<br />

si risolve nel modo migliore. La vita è bella in qualsiasi<br />

situazione ci troviamo, perchè anche se può accadere<br />

che non riusciamo a realizzare i nostri sogni, niente potrà<br />

mai impedirci di continuare a sognare. E' riportato nel<br />

testo che i due ragazzi si rendono conto che il loro emarginamento<br />

dal mondo "non faceva poi una grande differenza",<br />

ma in realtà non potranno mai saperlo perchè il<br />

loro futuro è dipeso direttamente da loro, se si rendono<br />

conto in sè stessi di non contare nulla è perchè loro hanno<br />

deciso che preferivano così poichè ho la certezza che<br />

con le loro capacità avrebbero avuto entrambi un importante<br />

ruolo nel mondo, ma era più la paura di non trovare<br />

il proprio posto che la voglia di cercarlo. Per quanto<br />

riguarda il "trovare il coraggio di dire si alla vita", chiunque<br />

può riuscirci, le difficoltà sorgono quando bisogna<br />

trovare il coraggio di convincersi di questo "si" perchè tutti<br />

riescono a dire "La vita è bellissima", ma scommetto che<br />

pochi sanno che è vero, è più sempice rendersi conto<br />

che la vita è orrenda perchè possiamo vedere da ogni<br />

parte i segni della morte e della distruzione, è più difficile<br />

trovare la vera bellezza, questo non perchè le cose<br />

belle nel mondo sono poche e nascoste, ma perchè la<br />

bellezza del mondo non bisogna cercarla, bisogna<br />

capirla. In conclusione vorrei dedicare questo tema a<br />

Marco Spinnato, a cui volevo molto bene. Non aveva<br />

capito quanto è bella la vita e si è arreso presto.<br />

Duilio Cerini<br />

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