12.01.2015 Views

quaderni giugno 2010.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De ...

quaderni giugno 2010.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De ...

quaderni giugno 2010.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Concorso letterario<br />

L’adolescenza<br />

è una serpentina<br />

barocca<br />

di Francesca Mascagna<br />

III Classico A<br />

1° Classificato-Triennio<br />

L’adolescenza, è risaputo, è un periodo particolare<br />

della vita di una persona. Essa, in una rappresentazione<br />

grafica, troverebbe corrispondenza non<br />

in un punto, né in una linea, ma piuttosto in un fregio,<br />

un arabesco, per nulla semplice da decifrare e<br />

da interpretare. Come è facile confondersi nella articolata<br />

linea serpentina di un ornamento barocco,<br />

perderne il senso, così lo è durante l’adolescenza,<br />

confusa per antonomasia, in cui ognuno è esposto<br />

alla propria fragilità, perdere il senso della propria<br />

vita. Essa è, tuttavia, come ogni periodo di crisi,<br />

anche un’opportunità di crescita; in particolare è il<br />

momento in cui si viene a contatto con la realtà, in<br />

cui cade il “velo di Maya”, per citare Schopenauer,<br />

che avvolge e falsifica le percezioni dei bambini, e<br />

si comincia a vedere tutto più chiaramente, come<br />

dopo aver rimosso una patina opaca. Confrontandosi<br />

con la realtà, conoscendola per la sua effettiva<br />

essenza, o apparenza, o presunte tali, si viene<br />

inevitabilmente a conoscere ogni aspetto di essa,<br />

che si può concisamente riassumere in quella dicotomia<br />

tra bene e male che assilla l’uomo da quando<br />

ha facoltà intellettive. Non essendo più il male<br />

censurato ai nostri occhi, avendo perso quell’innocenza<br />

che un tempo ci avrebbe fatto scegliere senza<br />

riserve l’amore, la filìa, la buona azione, ci troviamo<br />

per la prima volta a dover decidere con<br />

cognizione di causa quale strada intraprendere,<br />

cosa rispondere alla vita che, a suo modo, ci pone<br />

delle domande.<br />

È proprio su questo gioco di domande e risposte<br />

che sono incentrati i due romanzi “Agostino” e “Con<br />

gli occhi chiusi” e le vicende dei loro protagonisti.<br />

Essi si trovano infatti in quel delicato momento della<br />

vita in cui non si è bambini né uomini donne, ma<br />

in cui si gettano le basi per ciò che si diventerà con<br />

le decisioni prese giorno dopo giorno. Ed è questo<br />

processo che si trovano ad affrontare Pietro, Ghisola<br />

e Agostino. Quest’ultimo, ad esempio, in un primo<br />

momento è come cieco, ha “gli occhi chiusi”,<br />

prendendo in prestito l’espressione di Tozzi. Il suo<br />

risveglio intellettuale, quel subitaneo mutamento che<br />

lo trasporta in una nuova fase della sua vita, avviene<br />

in concomitanza con il cambiamento dell’immagine<br />

che ha della madre: ella, da figura angelica e<br />

idealizzata, si trova a rappresentare l’emblema di<br />

una sfera sessuale ancora inesplorata. Le “risposte<br />

alla vita” pronunciate in seguito da Agostino sembrerebbero<br />

tutte affermative: dice sì al fumo, sì ai<br />

furtarelli, sì alla gita in barca con il Saro…eppure<br />

sono negative, perché non pronunciate liberamente.<br />

Libertà è dunque in questo caso libertà di scegliere,<br />

libertà di prendere decisioni conformemente<br />

alle proprie inclinazioni e ai propri desideri, senza<br />

il timore di essere perciò isolati. I “sì” di Agostino<br />

sono in realtà “no”: no alla possibilità di crescere,<br />

no alla prospettiva di guardarsi allo specchio dopo<br />

anni e riconoscersi ancora, orgoglioso di non essere<br />

rimasto vittima delle ipocrisie della società. Il percorso<br />

di Agostino lo porta infine a crescere, ma certo<br />

non nel migliore dei modi, e in ogni caso non<br />

riuscirà mai ad aprire gli occhi completamente. Per<br />

quanto riguarda invece i protagonisti del romanzo<br />

di Tozzi, le loro storie sono diverse, corrono parallele<br />

e poi si intrecciano, si separano e infine si riuniscono<br />

in un’implosione finale. Il “no” più grande<br />

pronunciato da Pietro è quello alla reazione, alla<br />

ribellione contro un padre autoritario e ottuso che<br />

lo castra psicologicamente, nello stesso modo in cui<br />

castra gli animali della sua fattoria, quasi a voler<br />

affermare la sua virilità su ogni altro essere che rientri<br />

nella sua sfera di competenza. Il suo “sì” è invece<br />

all’amore per Ghisola, sentimento mai sopito,<br />

destinato a tracollare solo davanti a una grande<br />

delusione. Ghisola, da parte sua, è un personaggio<br />

ambiguo, incerta nelle sue scelte, che alla fine<br />

le si ritorceranno contro: ella dice sì alle esperienze<br />

della vita, e in virtù di ciò dice no a Pietro, negandosi<br />

la stabilità affettiva rappresentata dal ragazzo.<br />

La scena finale, in cui un deluso Pietro la lascia definitivamente<br />

dopo averla scoperta incinta, rappresenta<br />

la conseguenza delle rispettive scelte e il loro<br />

fallimento.<br />

Questi tre personaggi rappresentano, ciascuno a<br />

modo proprio, differenti vie di rapportarsi alla vita, di<br />

rispondere in maniera affermativa o negativa alle<br />

opportunità che essa offre. È estremamente difficile,<br />

se non addirittura impossibile, fare sempre la scelta<br />

giusta; ciò che è importante è ponderarne bene ognuna<br />

per non pentirsene in seguito. In questa graduale<br />

scoperta della realtà il ruolo principale viene assunto<br />

dal singolo: l’uomo diventa “faber fortunae suae” e si<br />

prepara ad affacciarsi in un mondo che lo metterà<br />

alla prova, sarà crudele e bonario, vendicativo e<br />

indulgente, inospitale e accogliente, avverso e propizio,<br />

ma che è pur sempre il mondo in cui siamo<br />

costretti (e felici) a vivere.<br />

Francesca Mascagna<br />

L’adolescenza<br />

come periodo<br />

di smascheramento<br />

della realtà<br />

di Alessia Amato<br />

I Classico B<br />

2° Classificato-Triennio<br />

L’adolescenza è la dinamica più contorta che l’animo<br />

umano possa conoscere. Darle voce in modo semplice<br />

e lineare è una sfida non indifferente, tanto più se<br />

si pretende di farlo analizzando l’iter formativo di tre<br />

perdenti. Perdenti perché Pietro, Ghìsola e – in misura<br />

molto minore – Agostino si sono rivelati, ciascuno a suo<br />

modo e ciascuno per un motivo diverso – indifendibili<br />

inetti. La loro sconfitta, però, non è un vezzo letterario<br />

dei rispettivi autori; è l’allegoria quasi concreta e tangibile<br />

di come l’adolescenza, fase di delicata transizione,<br />

operi una vera e propria selezione naturale: sono i<br />

sì e i no detti alla vita a determinare la sopravvivenza.<br />

Pensare che la realizzazione umana dipenda da scelte<br />

riassumibili in un monosillabo è destabilizzante, ma lo<br />

è ancora di più la realtà in cui sono repentinamente calati<br />

i nostri tre personaggi. Gli anni passano e l’infanzia si<br />

allontana, la vita si svela, perde quella patina di candore<br />

fiabesco e li risveglia dal torpore dell’innocenza.<br />

12ÿ<br />

ÿ<br />

13ÿ<br />

ÿ

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!