Nel mondo degli affetti. Della creatività . Del benessere.
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di Galeno. Il balzo per la medicina del tempo è stato<br />
grande e la strada imboccata ha condotto allo straordinario<br />
sviluppo della medicina tecnologica contemporanea<br />
attraverso il percorso che tutti conosciamo.<br />
La successiva grande rivoluzione avvenuta nella fisica<br />
nei primi decenni del novecento – nel contesto delle<br />
complesse dinamiche politiche e socio-economiche che<br />
hanno scandito il secolo ormai trascorso - ha impresso<br />
l’esponenziale accelerazione scientifico-tecnologica che<br />
ha consentito un’ulteriore evoluzione delle possibilità<br />
tecniche della medicina e ne ha rinforzato l’immagine di<br />
“scienza” che cura le “malattie” per guarirle.<br />
In altre parole, il cambio di paradigma avvenuto con<br />
l’emergere della fisica quantistica e relativistica e la<br />
nuova posizione dell’osservatore coinvolto nel <strong>mondo</strong><br />
che osserva non hanno<br />
modificato l’impostazione<br />
epistemologica della medicina.<br />
In essa è entrato<br />
solo - e abbondantemente<br />
- lo strumentario tecnologico<br />
che l’evoluzione della<br />
nuova fisica ha consentito<br />
Il grado di “felicità”<br />
dell’individuo<br />
come fondamentale<br />
criterio di valutazione<br />
dell’appropriatezza<br />
e dell’efficacia delle<br />
politiche economiche<br />
di realizzare; ma questo è tuttora utilizzato secondo il<br />
“vecchio paradigma” (se mi è concesso) incentrato su<br />
una malattia reificata, curata da un medico “non coinvolto”<br />
come se fosse il guasto di un dispositivo meccanico,<br />
e non sulla persona che vive quella condizione in una<br />
dimensione esistenziale ben più complessa di quanto la<br />
medicina riesca a individuare, con l’impostazione epistemologica<br />
che la ispira da oltre tre secoli e della quale<br />
essa stessa avverte ormai l’inadeguatezza.<br />
E tutto ciò è fonte di conflitti etici che dilaniano la coscienza<br />
dell’uomo d’oggi e del medico in particolare.<br />
Ma la Sistemica, come orientamento culturale che apre<br />
al dialogo, all’interazione, a strategie d’azione più cooperative<br />
che competitive, alla consapevolezza dell’unità<br />
ricorsiva fra osservatore e osservato, è portatrice di un’etica<br />
implicita: un’etica del rispetto. Un’etica umanistica,<br />
che agisce non in ossequio a “valori” (“etica dei principi”:<br />
un’etica moralistica, ideologica, che impone all’altro i<br />
suoi valori perché ritenuti universalmente validi e che per<br />
questo è stata nei secoli ed è tuttora responsabile di tanti<br />
conflitti umani), ma nella costante tensione della ricerca<br />
di adeguatezza fra mezzi e fini, unitamente a una<br />
costante valutazione delle conseguenze del suo agire.<br />
Un’etica che può superare il punto critico del rapporto<br />
tra mezzi e fini (anche da un mezzo cattivo può derivare<br />
il bene) che l’“etica della responsabilità” di Max Weber,<br />
pur nel suo valore, non è riuscita a risolvere; probabilmente<br />
perché ancora posizionata su una concezione