21.01.2015 Views

Mauro G. Sanna Il giudicato di Arborea e la Sardegna tra la fine del ...

Mauro G. Sanna Il giudicato di Arborea e la Sardegna tra la fine del ...

Mauro G. Sanna Il giudicato di Arborea e la Sardegna tra la fine del ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

giungere ad uno sta<strong>di</strong>o avanzato nel quale i due giu<strong>di</strong>ci presero un impegno ufficiale per <strong>la</strong><br />

pace, Guglielmo, agendo «con<strong>tra</strong> iuramentum proprium», occupò il castello turritano <strong>del</strong><br />

Goceano e, dopo averlo depredato, sequestrò e violentò 32 <strong>la</strong> moglie <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>ce Costantino<br />

<strong>di</strong> Torres e altre donne rifugiate in quel castrum <strong>tra</strong>sportandole poi a Cagliari 33 . La prima<br />

sarebbe poi morta in prigionia mentre il castello, rimasto nelle mani <strong>di</strong> Guglielmo, <strong>di</strong>venne<br />

una testa <strong>di</strong> ponte dal<strong>la</strong> quale il marchese poteva continuamente fare <strong>del</strong>le incursioni nel<br />

Logudoro 34 .<br />

<strong>Il</strong> giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Torres Costantino, evidentemente incapace <strong>di</strong> reagire con le sue sole forze,<br />

si rivolse a Pisa per ottenere un aiuto. Forse sperando anche che, essendo Guglielmo un<br />

citta<strong>di</strong>no pisano, fosse più facile ottenere <strong>la</strong> pace at<strong>tra</strong>verso <strong>la</strong> me<strong>di</strong>azione <strong>del</strong><strong>la</strong> sua città; <strong>di</strong><br />

certo il Logudorese aveva da sempre buoni rapporti con molti importanti esponenti <strong>di</strong> Pisa<br />

dato che <strong>la</strong> sua famiglia era imparentata sin dai tempi <strong>di</strong> Gonnario con quel<strong>la</strong> degli Ebriaci.<br />

<strong>Il</strong> 29 marzo <strong>del</strong> 1195 i consoli <strong>del</strong><strong>la</strong> città promisero ufficialmente a Costantino <strong>di</strong> agire<br />

da me<strong>di</strong>atori imponendo però al Logudorese <strong>del</strong>le c<strong>la</strong>usole molto gravose, quali erano il<br />

pagamento <strong>di</strong> 25000 bisanti massamutini d’oro e <strong>la</strong> cessione a Pisa stessa <strong>di</strong> un castello <strong>del</strong><br />

<strong>giu<strong>di</strong>cato</strong>, a scelta <strong>tra</strong> quello <strong>del</strong> Goceano e quello <strong>del</strong> Montiverru. I Pisani tentavano,<br />

verosimilmente, <strong>di</strong> <strong>tra</strong>rre un forte tornaconto per <strong>la</strong> città. I consoli s'impegnavano anche a<br />

procurare una non meglio specificata pace <strong>tra</strong> lo stesso Costantino e Pietro d’<strong>Arborea</strong> 35 .<br />

Per quanto 10 mesi dopo, l’8 febbraio <strong>del</strong> 1196, sembrasse che <strong>la</strong> spe<strong>di</strong>zione stesse per<br />

partire 36 , è probabile, invece, che questa non si sia verificata, per motivi che saranno esposti<br />

in seguito.<br />

42.<br />

32 ASV, Reg. Vat. 5, ff. 15v-16, ; PL, vol. 214, doc. XXXV, coll. 917-918; cfr.: CDRS, I, doc.<br />

33 ASV, Reg. Vat. 5, f. 76v, ; Die Register Innocenz III. (da ora= Die<br />

Register), a cura <strong>di</strong> O. Hageneder et al., Graz-Köln 1964, Wien 1995, Wien 1997, vol. 6, episto<strong>la</strong> 27 (da ora si<br />

in<strong>di</strong>cherà il numerale <strong>del</strong> volume seguito da quello <strong>del</strong>l’episto<strong>la</strong> separati da un punto); cfr.: CDRS, I, doc. 13.<br />

34 Ibidem.<br />

35 ASPi, Roncioni, 1195 marzo 29 e 30, e 1196 febbraio 8, Pisa, in F. ARTIZZU, Documenti ine<strong>di</strong>ti re<strong>la</strong>tivi<br />

ai rapporti economici <strong>tra</strong> <strong>la</strong> <strong>Sardegna</strong> e Pisa nel Me<strong>di</strong>oevo, I-II, Padova 1961-1962, I, doc. 3, pp. 5-8. Artizzu sembra<br />

non essersi accorto che il documento da lui pubblicato è il risultato finale <strong>di</strong> un’operazione notarile <strong>di</strong>visa in<br />

tre fasi. Perciò <strong>la</strong> data da lui fornita (29 marzo 1196 st. pis., che è poi quel<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> collocazione archivistica<br />

presso l’ASPi) è valida solo per <strong>la</strong> prima redazione <strong>del</strong> documento. Alcuni consoli pisani, infatti, si<br />

accordarono con il rappresentante <strong>di</strong> Costantino <strong>di</strong> Torres, Sardo <strong>del</strong> fu Barile, nel<strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong> S. Pietro in<br />

Palude <strong>di</strong> Pisa, nel<strong>la</strong> notte «iam pulsante ad mactutinum» <strong>del</strong> 29 marzo 1195, al<strong>la</strong> presenza <strong>del</strong> notaio, Ban<strong>di</strong>no<br />

Marcii. Nell’atto, i consoli stessi si impegnavano a mandare in <strong>Sardegna</strong> uno solo <strong>di</strong> loro (scelto da Sardo <strong>del</strong><br />

fu Barile) a far da me<strong>di</strong>atore. L’atto fu poi sottoscritto da altri consoli il giorno dopo 30 aprile, nello stesso<br />

luogo, nelle mani <strong>del</strong>lo stesso notaio, al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> altri testimoni. <strong>Il</strong> documento tuttavia prosegue,<br />

informando che «eodem anno et in<strong>di</strong>ctione eadem», l’8 febbraio, cioè <strong>di</strong>eci mesi dopo, nel 1196 (non si<br />

<strong>di</strong>mentichi che secondo <strong>la</strong> datazione pisana l’anno iniziava il 25 marzo), al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> altri testimoni,<br />

sempre con <strong>la</strong> redazione notarile <strong>di</strong> Ban<strong>di</strong>no Marcii, gli accor<strong>di</strong> venivano sottoscritti dal solo console Conetto<br />

<strong>del</strong> fu Raimondo. È necessario qui aggiungere che il passaggio <strong>del</strong> documento nel quale i consoli si<br />

impegnavano a procurare <strong>la</strong> non meglio specificata pace «in<strong>tra</strong> Petrum iu<strong>di</strong>cem Arvorensem et […]<br />

Constantinum iu<strong>di</strong>cem Turritanum», non solo non chiarisce quali fossero i motivi che portavano al<strong>la</strong> necessità<br />

<strong>di</strong> stipu<strong>la</strong>re una pace <strong>tra</strong> i due e quali ne fossero i termini, ma fanno sorgere dubbi circa il ruolo che in quel<br />

periodo svolgeva Ugo-Ponç de Bas all’interno <strong>del</strong> <strong>giu<strong>di</strong>cato</strong> d’<strong>Arborea</strong>. Questi infatti non veniva mai<br />

nominato nel documento, e ci si domanda perché <strong>la</strong> pace dovesse vedere coinvolto solo Pietro, dato che il<br />

potere sull’<strong>Arborea</strong> doveva essere amminis<strong>tra</strong>to in condominio dai due giu<strong>di</strong>ci.<br />

36 Tenendo conto <strong>di</strong> quanto detto nel<strong>la</strong> nota precedente, circa il fatto che gli accor<strong>di</strong> prevedevano<br />

l’invio <strong>di</strong> un solo console pisano che avrebbe funto da me<strong>di</strong>atore nel<strong>la</strong> guerra, e che l’ultima sottoscrizione al<br />

documento avveniva 10 mesi dopo <strong>la</strong> prima redazione <strong>del</strong>lo stesso da parte <strong>di</strong> un solo console, Conetto <strong>del</strong> fu<br />

Raimondo, ritengo che sia probabile che fosse quest’ultimo il prescelto per lo svolgimento <strong>del</strong> <strong>del</strong>icato<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!