Seminario Arcivescovile di Siracusa - Webdiocesi
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...eccomi<br />
giugno 2009<br />
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong>
2<br />
www.siracusa.chiesacattolica.it - seminario@arci<strong>di</strong>ocesi.siracusa.it - C/C n. 10674968<br />
SOMMARIO<br />
SOMMARIO<br />
Dal Pane Eucaristico il dono <strong>di</strong> nuove vocazioni<br />
Lettera <strong>di</strong> Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo.............................................. p. 3<br />
Ritrovare l’essenziale<br />
p. Luca Saraceno...................................................................................................................... p. 4<br />
Siano una cosa sola<br />
Salvatore Savaglia................................................................................................................... p. 6<br />
Il primo incontro non si scorda mai<br />
Camillo Messina....................................................................................................................... p. 7<br />
Ridere fa bene<br />
Lorenzo Russo - Marco Ramondetta.............................................................................. p. 8<br />
L’aforisma economico<br />
p. Nuccio Amenta .................................................................................................................. p. 9<br />
Da verso la vetta... a Eccomi!<br />
Flavio Cappuccio..................................................................................................................... p. 10<br />
Il mio calice traboCCa<br />
Intervista a Mons. Giuseppe Greco a cura <strong>di</strong> Andrea Gallitto ............................ p. 12<br />
In aiuto dei fratelli<br />
Maurizio Pizzo .......................................................................................................................... p. 15<br />
Quanto è buono che i fratelli vivano insieme!<br />
Andrea Zappulla ..................................................................................................................... p. 16<br />
Parola a un testimone <strong>di</strong> vita fraterna<br />
p. Angelo Caligiore ................................................................................................................ p. 17<br />
L’accompagnamento spirituale<br />
Guido Scollo ............................................................................................................................. p. 18<br />
Porte aperte in <strong>Seminario</strong><br />
Melania Birritta ........................................................................................................................ p. 20<br />
Da un contratto al patto d’amore<br />
Sebastien Harerimana ......................................................................................................... p. 21<br />
Un anno <strong>di</strong> camminO fatto insieme<br />
Marco Serra - Stefano Cappello ....................................................................................... p. 22<br />
Seminaristi:<br />
Marco Ramondetta (I Anno)<br />
Andrea Gallitto (II Anno)<br />
Camillo Messina (II Anno)<br />
Lorenzo Russo (II Anno)<br />
Stefano Cappello (Iv Anno)<br />
Maurizio Pizzo (Iv Anno)<br />
Flavio Cappuccio (V Anno)<br />
Salvatore Savaglia (V Anno)<br />
Guido Scollo (V Anno)<br />
Andrea Zappulla (V Anno)<br />
Marco Serra (VI Anno)<br />
Diaconi:<br />
Alfredo Andronico<br />
Maurizio Casella<br />
Luca Gallina<br />
Alessandro Genovese<br />
Sebastien Harerimana<br />
Michele Mangiafico<br />
Sylvere Nkunzimana<br />
Francesco Antonio Trapani<br />
Propedeutico:<br />
Daniele Baggieri<br />
Helenio Schettini<br />
Rosolino Vicino<br />
Educatori:<br />
P. Nuccio Amenta<br />
P. Roberto Campisi<br />
P. Salvatore Garro<br />
P. Luca Saraceno
Pane Eucaristico<br />
nuove vocazioni<br />
dal Pane Eucaristico<br />
il dono <strong>di</strong> nuove vocazioni<br />
Fratelli,<br />
l’annuale Giornata per il <strong>Seminario</strong><br />
mi offre l’occasione per richiamare alla vostra<br />
attenzione l’importanza <strong>di</strong> questa Istituzione<br />
nella vita della <strong>di</strong>ocesi: il <strong>Seminario</strong>,<br />
infatti, manifesta la vitalità e la ricchezza <strong>di</strong><br />
una comunità ecclesiale<br />
che vive in maniera<br />
autentica la propria<br />
vocazione e missione.<br />
Desidero sollecitare la<br />
corresponsabilità <strong>di</strong><br />
tutti per un costante<br />
impegno <strong>di</strong> preghiera<br />
al Signore per il dono<br />
<strong>di</strong> numerose e sante<br />
vocazioni. Benemerita<br />
nella nostra <strong>di</strong>ocesi in<br />
tal senso è l’associazione<br />
“Con Gesù nella<br />
notte”, voluta dal mio<br />
predecessore mons.<br />
Giuseppe Costanzo.<br />
La preghiera<br />
per le vocazioni deve<br />
essere sempre una<br />
componente delle nostre<br />
orazioni personali<br />
e comunitarie.<br />
La Giornata per<br />
il <strong>Seminario</strong> offre pure<br />
l’occasione per sensibilizzare<br />
i fedeli al sostegno economico a<br />
favore dei giovani che si preparano al ministero<br />
sacro. Quest’anno la celebreremo nel<br />
giorno della solennità del Corpus Domini, il<br />
14 giugno: la necessità <strong>di</strong> dover spostare la<br />
data dalla solennità <strong>di</strong> Pentecoste a quella<br />
del Corpus Domini è motivata dalla raccolta<br />
per il Fondo <strong>di</strong> garanzia per le famiglie che la<br />
Conferenza Episcopale Italiana sta promuovendo<br />
presso tutte le <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Italia proprio<br />
nella domenica <strong>di</strong> Pentecoste, il 31 maggio.<br />
Carissimi, ciò che vi chiedo è <strong>di</strong> aprire<br />
ancor <strong>di</strong> più il vostro cuore alla comunità<br />
del <strong>Seminario</strong> con i segni dell’attenzione,<br />
della preghiera e <strong>di</strong> un<br />
aiuto economico concreto<br />
secondo le possibilità<br />
<strong>di</strong> ciascuno.<br />
La coincidenza<br />
della Giornata con la celebrazione<br />
liturgica della<br />
solennità del Corpo e<br />
Sangue <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong>venta<br />
assai significativa: è<br />
dal Pane Eucaristico che<br />
prende vita il nostro ministero<br />
presbiterale, è<br />
dal Pane Eucaristico che<br />
nasce il dono <strong>di</strong> nuove<br />
vocazioni, è dal Pane<br />
Eucaristico che sgorga la<br />
nostra preghiera <strong>di</strong> lode,<br />
è nel Pane Eucaristico<br />
che il nostro amore <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scepoli del Signore<br />
trova il suo naturale alimento.<br />
Certo della vostra<br />
generosità che ho<br />
imparato a conoscere in<br />
questi primi mesi del mio servizio episcopale<br />
in mezzo a voi, vi affido questa intenzione<br />
che mi sta particolarmente a cuore.<br />
Vi bene<strong>di</strong>co tutti <strong>di</strong> cuore.<br />
b Salvatore Pappalardo<br />
Arcivescovo<br />
3
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
Ritrovare<br />
l’essenziale<br />
p. Luca Saraceno<br />
La storia che ho narrato benché finta,<br />
può ben raffigurare il maleficio<br />
<strong>di</strong> noi che esercitiamo il mestiere<br />
<strong>di</strong> trasformare in parole la nostra vita.<br />
Si perde sempre l’essenziale.<br />
È una legge <strong>di</strong> ogni parola sopra al nume.<br />
(Jeorge Louis Borges, La luna).<br />
4<br />
Qualche tempo fa mi ritrovai a leggere<br />
questi versi del grande scrittore<br />
e poeta argentino J. L. Borges: furono<br />
per me illuminanti! Per il loro lucido e<br />
<strong>di</strong>sarmante significato. Trasformare in<br />
parole la nostra vita: rischio reale a cui è<br />
sottoposto chi esercita il “mestiere” <strong>di</strong><br />
giocare d’azzardo con le parole <strong>di</strong> carta<br />
sul campo tremendo e fascinoso del Divino,<br />
con l’amaro epilogo <strong>di</strong> perdere – e<br />
non solo <strong>di</strong> vista – l’essenziale.<br />
Già, l’essenziale. Parlo <strong>di</strong> ciò <strong>di</strong> cui<br />
non possiamo privarci senza per questo<br />
non dover smarrire anche la nostra<br />
identità. Parlo <strong>di</strong> ciò che non può essere<br />
trascurato senza conseguentemente<br />
<strong>di</strong>menticare chi realmente siamo. Parlo<br />
<strong>di</strong> ciò che non possiamo abbandonare<br />
senza non essere per questo depauperati<br />
della nostra linfa vitale.<br />
Allora per la vita <strong>di</strong> un giovane che si<br />
prepara ad essere un prete nella Chiesa<br />
<strong>di</strong> Gesù, cosa può essere essenziale<br />
Senza incertezza alcuna credo<br />
sia vivere la propria vocazione come<br />
esperienza autentica <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepolato<br />
<strong>di</strong> Gesù! Non riesco ad immaginare altra<br />
vocazione per un prete che quella<br />
d’essere <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù.<br />
E il <strong>di</strong>scepolo è <strong>di</strong> Gesù quando vive in un cammino<br />
<strong>di</strong> comunione ecclesiale: quando cioè vive il<br />
suo essere <strong>di</strong> Gesù nella cura della fede dell’altro e<br />
nel lasciarsi prendere cura dalla fede altrui, nella corresponsabilità<br />
<strong>di</strong> progetti con<strong>di</strong>visi, nella missione<br />
dell’amore che chiede urgentemente d’essere rivelato<br />
da pie<strong>di</strong> buoni in grado <strong>di</strong> fare strada insieme. Lungi<br />
da noi il pensare all’essenziale come all’armamentario<br />
più povero, sentiamolo piuttosto come il nucleo<br />
più ricco senza il quale tutto il resto perde <strong>di</strong> senso,<br />
<strong>di</strong>menticato il quale tutto il resto si <strong>di</strong>sfa. Per tal motivo<br />
occorre ri<strong>di</strong>re, ritrovare l’essenziale, ritrovarsi e<br />
ricentrarsi in esso. In <strong>Seminario</strong>, così come in ogni<br />
altra comunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli, l’essenziale è ascoltato<br />
nella preghiera della Parola, l’essenziale è mangiato<br />
e contemplato nel Pane eucaristico, l’essenziale<br />
è vissuto nella compagnia dell’Altro e nel servizio<br />
accogliente della sua <strong>di</strong>versità. È allora, e solo allora,<br />
che l’essenziale potrà anche essere raccontato con<br />
coraggio e franchezza, nell’umile consapevolezza<br />
che mai si potrà esaurirne la ricchezza. L’uomo <strong>di</strong> fede<br />
che pertanto non considera tutto il resto relativo ai<br />
tratti <strong>di</strong> questo fondamento corre il serio pericolo <strong>di</strong><br />
intendere importante ciò che importante non è.<br />
Così, ripercorrendo i versi <strong>di</strong> Borges alla luce<br />
dell’esperienza <strong>di</strong> fede delineata, penso che ogni<br />
<strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù perda l’essenziale ogni qual volta<br />
vive in parole e non parla in sillabe <strong>di</strong> vita; perda l’es-
senziale il <strong>di</strong>scepolo che esercita un mestiere,<br />
riveste un ruolo, recita una parte<br />
da copione. L’essenziale viene invece da<br />
lui ritrovato quando vive con autenticità,<br />
passione e coraggio il Vangelo come<br />
notizia Bella, Buona e Vera; quando non<br />
fa il prete, il marito, la mamma, la suora,<br />
il missionario, il catechista, ma quando<br />
è dentro la sua storia <strong>di</strong> chiamato con il<br />
peso del limite <strong>di</strong> un povero uomo e il<br />
respiro degli ampi orizzonti <strong>di</strong> un figlio<br />
amato e amante.<br />
Ogni <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù <strong>di</strong>venta mestierante<br />
del Mistero quando pretende<br />
<strong>di</strong> illuminare, appesantendo con le sue<br />
fragili parole, la ricchezza della Parola la<br />
cui sola forza liberante rischiara. Ritrova<br />
invece l’essenziale il <strong>di</strong>scepolo che <strong>di</strong>venta<br />
responsabilmente il dono che ha<br />
ricevuto per gratuita libertà <strong>di</strong> Dio, che<br />
si relaziona al Mistero, non nonostante<br />
la sua opera <strong>di</strong> servizio ma proprio in<br />
questa, esercitata con gratuità, costanza<br />
e passione. Il Mistero ama nascondersi<br />
nelle pieghe del ministero!<br />
Ogni <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù, e in particolare<br />
coloro che vivono tale perseveranza<br />
nel servizio del pastore, perde la propria<br />
identità quando si ritrova ad essere funzionario del<br />
sacro, quando cioè non si apre alla riconoscenza della<br />
Parola chiudendosi nella più gratificante e indolore<br />
riflessione <strong>di</strong> proprie parole; un funzionario quando<br />
non si abbandona al suono <strong>di</strong> carne della Parola non<br />
consentendole <strong>di</strong> <strong>di</strong>schiudere i suoi frutti gustosi; un<br />
funzionario quando parla senza vivere la Parola entro<br />
un processo <strong>di</strong> coinvolgimento e imitazione. Si ritrova,<br />
invece, quando si lascia raggiungere dal peso leggero<br />
<strong>di</strong> una “sottile voce <strong>di</strong> silenzio” (1Re 19,12) che lo chiama<br />
per nome ad uscir fuori dai recinti <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne in<br />
cui volentieri ama rifugiarsi per paura <strong>di</strong> non sapere<br />
dove e verso cosa il cammino condurrà.<br />
Abbiamo bisogno <strong>di</strong> parole vere, <strong>di</strong> parole piene,<br />
<strong>di</strong> parole buone come il pane… <strong>di</strong> parole che parlino<br />
il linguaggio della Parola! E abbiamo bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli<br />
veri, pieni e buoni come il pane: <strong>di</strong>scepoli che<br />
siano parole che hanno in sé Qualcuno da comunicare.<br />
Abbiamo bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli che facciano sentire<br />
il suono <strong>di</strong> una pagina <strong>di</strong> Parola sfogliata, il suono <strong>di</strong><br />
un pezzo <strong>di</strong> Pane frammentato per la con<strong>di</strong>visione, il<br />
suono <strong>di</strong> gesti <strong>di</strong> una Carità silente.<br />
L’evangelista Luca <strong>di</strong>segna l’atteggiamento <strong>di</strong> essenzialità<br />
<strong>di</strong> Maria con le parole: «Maria da parte sua<br />
serbava tutte le parole mettendole insieme nel suo<br />
cuore» (Lc 2,19). Credo sia questa l’autentica immagine<br />
reale e non solo ideale <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>scepolo nel suo<br />
rapporto sincero con Gesù: ogni credente custo<strong>di</strong>sce<br />
unificando, conserva confrontando, raccoglie eventi<br />
<strong>di</strong> gesti e <strong>di</strong> parole tessendole a partire da un punto<br />
fisso senza il quale la trama rischia <strong>di</strong> sfilacciarsi in<br />
fili senza or<strong>di</strong>to. Maria custo<strong>di</strong>sce e unifica nel suo<br />
cuore <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepola ogni parola a partire da Gesù suo<br />
Figlio, il filo rosso <strong>di</strong> ogni evento suo e della comunità<br />
dei credenti.<br />
La comunità del <strong>Seminario</strong> cerca ogni giorno <strong>di</strong><br />
vivere l’essenziale <strong>di</strong>ventando essa stessa essenzialità:<br />
Parola parlata, Pane consegnato, Amore accolto e donato.<br />
Il tutto con i limiti che la caratterizzano perché<br />
composta da <strong>di</strong>scepoli “della via” (At 9,2) sempre in<br />
un cammino incerto e fascinoso verso la meta <strong>di</strong> un<br />
<strong>di</strong>scepolato veritiero… ed essenziale!<br />
Post scriptum: chiedo scusa per la contrad<strong>di</strong>ttoria<br />
lungaggine <strong>di</strong> parole che avevano la pretesa <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>re<br />
solamente l’essenziale.<br />
5
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
Siano una cosa sola<br />
Salvatore Savaglia<br />
Tra i “desideri” che Gesù esprime nella<br />
preghiera rivolta al Padre prima <strong>di</strong> lasciare<br />
questo mondo, ve n’è uno <strong>di</strong> fondante valore<br />
per i <strong>di</strong>scepoli: «siano una cosa sola»<br />
(Gv 17,21). L’essere uno è la <strong>di</strong>retta conseguenza<br />
del «comandamento nuovo» <strong>di</strong><br />
amarsi gli uni gli altri (cfr. Gv 13,34); icona<br />
e sorgente<br />
<strong>di</strong> questo<br />
amore “unificante”<br />
è il<br />
rapporto <strong>di</strong><br />
unione <strong>di</strong><br />
Gesù col Padre.<br />
L’e s e rcizio<br />
d e l l ’ a m o -<br />
re fraterno,<br />
peculiarità<br />
imprescin -<br />
<strong>di</strong>bile dei<br />
credenti nel<br />
Cristo, delinea<br />
anche<br />
i contorni<br />
della loro<br />
stessa identità,<br />
la possibilità del loro riconoscimento<br />
(cfr. Gv 13,35).<br />
I <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù sono chiamati a rimanere<br />
nel suo amore (cfr. Gv 15,9) dal<br />
quale, «pur essendo molti», sono riuniti<br />
in «un cuore solo e un’anima sola» (1Cor<br />
10,17; At 4,32).<br />
Essere uno non coincide semplicemente<br />
nell’appiattimento <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>versità, ma<br />
può <strong>di</strong>ventare esaltazione dell’alterità<br />
nell’adesione all’unico progetto del Padre,<br />
portato a pienezza in Cristo.<br />
L’agire della comunità cristiana riesce a rimanere<br />
fedele a questo mandato nutrendosi<br />
dell’ampio respiro della sinodalità,<br />
che è lo stile <strong>di</strong> vita a lei più proprio.<br />
Se insieme si crede e insieme si prega,<br />
allora non<br />
si può che<br />
sperare insieme<br />
e lavorare<br />
insieme,<br />
sentendosi<br />
unico<br />
popolo che,<br />
guidato dal<br />
Pastore buono,<br />
percorrere<br />
la stessa<br />
strada.<br />
Nel cammino<br />
sinodale,<br />
la mia o la<br />
tua volontà<br />
non sono<br />
chiamate ad<br />
a n n u l l a r s i<br />
o a trovare un compromesso, ma a superarsi<br />
a tal punto che la nostra volontà,<br />
pur trovando origine nelle opinioni dei<br />
singoli, è superiore a ciascuna <strong>di</strong> esse. E<br />
ciò che insieme desideriamo e sogniamo<br />
può <strong>di</strong>ventare un’occasione opportuna<br />
per fare la volontà del nostro Padre che<br />
è nei cieli e il canto che, ad un’unica voce<br />
e ad un solo animo, rende a lui gloria (cfr.<br />
Rm 15,6).<br />
6<br />
“<br />
Amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amato”
incontro<br />
Quale sia l’attenzione che il nuovo arcivescovo mons. Salvatore<br />
Pappalardo ha inteso riservare al nostro <strong>Seminario</strong><br />
<strong>di</strong>ocesano si comprende bene dai tempi brevi in cui ha ritenuto<br />
<strong>di</strong> incontrarsi con i seminaristi. Infatti, al termine della “prima”<br />
solenne concelebrazione domenicale tenutasi in Cattedrale<br />
l’indomani del suo “inse<strong>di</strong>amento ufficiale”, avvenuto – come<br />
è noto - nel pomeriggio dell’8 novembre scorso, egli ha subito<br />
manifestato al Rettore, don Luca Saraceno, l’inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
avere, il giorno dopo, un “incontro” con tutti noi.<br />
A <strong>di</strong>re il vero, mons. Pappalardo ci aveva già fatto una<br />
“prima” inaspettata e gra<strong>di</strong>ta visita ancora da Arcivescovo<br />
“eletto”, mentre eravamo a fine settembre 2008<br />
in ritiro nella Villa del <strong>Seminario</strong> “San Meto<strong>di</strong>o” a<br />
Canicattini Bagni. Una tempestività che non scaturisce<br />
– lo abbiamo potuto apprezzare nei mesi seguenti<br />
– da un <strong>di</strong>namismo efficientistico, ma da un<br />
autentico amore, modellato ed ispirato da quello <strong>di</strong><br />
Cristo Buon Pastore.<br />
Se quella iniziale “presa <strong>di</strong> contatto” settembrina<br />
era informale, mentre il predetto desiderato<br />
incontro aveva il crisma della ufficialità, identica risultava<br />
però la sollecitu<strong>di</strong>ne pastorale che entrambi<br />
ispirava.<br />
Come ha poi sottolineato l’Arcivescovo incontrandoci,<br />
il numero significativo <strong>di</strong> seminaristi che<br />
ha trovato a <strong>Siracusa</strong> - 19 in sede (<strong>di</strong> cui due, or<strong>di</strong>nati<br />
<strong>di</strong>aconi, provenienti dal Burun<strong>di</strong>) e tre, anch’essi <strong>di</strong>aconi,<br />
fuori sede in quanto inviati tra Roma e Messina a completare<br />
gli stu<strong>di</strong> - costituisce ovviamente per lui da un lato motivo <strong>di</strong> gioia<br />
e dall’altro ragione <strong>di</strong> maggiore responsabilità.<br />
Da “Padre Vescovo”, come ama essere chiamato, perché questo<br />
incontro “ufficiale” risultasse nello stesso tempo “familiare”,<br />
sapientemente ha voluto inserirlo nel contesto <strong>di</strong> una specifica<br />
Santa Messa presieduta, nella Cappellina del <strong>Seminario</strong>.<br />
Più che su notazioni <strong>di</strong> cronaca in merito a tale incontro, vorrei<br />
soffermarmi sull’impatto che esso ha avuto su noi seminaristi.<br />
Ogni novità - e quella <strong>di</strong> un vescovo che si inse<strong>di</strong>a ed<br />
inizia la sua “storia” con i seminaristi non è novità da poco<br />
- porta con sé un certo <strong>di</strong>sagio, che è stato nell’occasione agevolmente<br />
superato grazie proprio al clima <strong>di</strong> naturale affabilità<br />
creato da mons. Pappalardo: tutto, dal tono della voce al<br />
modo pacato, e non <strong>di</strong> meno fermo, <strong>di</strong> atteggiarsi, suscitava<br />
rispettosa confidenza.<br />
Per chi come me ha qualche decennio in più <strong>di</strong> esperienza<br />
e <strong>di</strong> vita ecclesiale è stato agevole e spontaneo associare, per la<br />
bonomia che ne connota i tratti, la figura dell’Arcivescovo mons.<br />
Pappalardo all’amato Papa Giovanni XXIII o a quella più recente del<br />
Camillo<br />
Messina<br />
pontefice Giovanni Paolo I a motivo<br />
della pacatezza e del sorriso.<br />
L’interesse mostrato nel visitare<br />
i <strong>di</strong>versi ambienti del <strong>Seminario</strong>,<br />
nell’informarsi sugli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> ciascuno<br />
nonché lo stesso invito ad aver<br />
pazienza con lui se avesse confuso<br />
i nostri nomi nei primi tempi, favorivano<br />
la cor<strong>di</strong>alità, agevolata,<br />
peraltro, dalla circostanza che<br />
tanto alla celebrazione eucaristica<br />
quanto alla cena<br />
che l’ha imme<strong>di</strong>atamente<br />
seguita, erano<br />
presenti la sorella ed<br />
il cognato.<br />
Era come se il<br />
nostro Arcivescovo<br />
avesse voluto creare<br />
con noi da subito una<br />
“famiglia”, ampliando<br />
quella sua naturale, e<br />
l’avesse voluta riunire<br />
primariamente da cristiani<br />
attorno all’Eucaristia<br />
e umanamente<br />
attorno alla mensa,<br />
alla cui gioia risulta più facile aprirsi<br />
a ricor<strong>di</strong> e confidenze - che infatti<br />
non sono mancati - me<strong>di</strong>ante i<br />
quali, tra l’altro, si costruisce, esprime<br />
e consolida una comunità.<br />
E l’essere, anzi il dover e voler<br />
essere sempre più una comunità,<br />
viva e leale, <strong>di</strong> seminaristi attorno<br />
al “proprio” Padre Vescovo e ai “Superiori”<br />
suoi collaboratori, mi pare<br />
possa <strong>di</strong>rsi la consegna del nostro<br />
primo incontro “ufficiale” con l’87°<br />
successore <strong>di</strong> San Marciano, primo<br />
vescovo, secondo la tra<strong>di</strong>zione, della<br />
Chiesa <strong>di</strong> Cristo che è in <strong>Siracusa</strong>.<br />
Tutto ciò in sintonia, che non<br />
mi sembra casuale, con il tema<br />
della “sinodalità” che costituisce il<br />
tema <strong>di</strong> fondo del programma formativo<br />
<strong>di</strong> quest’anno <strong>di</strong> <strong>Seminario</strong>.<br />
7
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
Ridere fa bene<br />
<strong>Seminario</strong>... luogo <strong>di</strong> preghiera,<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> …<br />
DIVERTIMENTO!!!<br />
Sì… avete letto proprio bene!<br />
Il <strong>Seminario</strong> è anche luogo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>vertimento!!!<br />
Tra le tante e svariate occasioni<br />
in cui la nostra comunità ha vissuto<br />
momenti <strong>di</strong> spensierata serenità, vogliamo<br />
raccontarvi sommariamente<br />
la giornata trascorsa a Nicolosi assieme<br />
al nostro Padre Vescovo.<br />
Una giornata voluta e organizzata<br />
dal nostro Pastore e ben accolta<br />
da tutta la comunità. Così il giorno<br />
27 <strong>di</strong>cembre 2008, seminaristi, <strong>di</strong>aconi<br />
ed educatori, ci siamo ritrovati<br />
insieme con il Vescovo per partire alla volta <strong>di</strong> Nicolosi, suo paese natale. All’arrivo siamo<br />
stati accolti dal Sindaco e dopo una breve visita al Municipio, con annessa colazione, ci<br />
siamo spostati al museo vulcanologico, dove ci sono state illustrate le più importanti eruzioni<br />
dell’Etna, che hanno coinvolto lo stesso paese <strong>di</strong> Nicolosi.<br />
Successivamente ci siamo recati al rifugio Sapienza, dal quale abbiamo potuto ammirare<br />
un incantevole spettacolo naturale: il luogo era, infatti, completamente ricoperto<br />
<strong>di</strong> neve. La tentazione è stata forte e non abbiamo saputo resistere: imme<strong>di</strong>atamente ci<br />
siamo ritrovati tutti, Vescovo compreso, bersagli a tiro <strong>di</strong> palle <strong>di</strong> neve, come fossimo tor-<br />
“Nessuno ricorderebbe il Buon Samaritano<br />
se avesse avuto solo buone intenzioni.<br />
Aveva anche sol<strong>di</strong>.”<br />
(Margaret Thatcher)<br />
È una <strong>di</strong> quelle frasi che talvolta passano<br />
dalla cronaca spicciola alla storia. Un po’ come<br />
il celeberrimo Non olet! che Vespasiano esclamò<br />
allo scandalizzato figlio Tito, al quale pareva inverecondo<br />
che nelle casse dello Stato andasse<br />
il ricavato della tassa imposta sull’uso <strong>di</strong> quegli<br />
arnesi eponimi del padre (o viceversa, visto che<br />
oggi non si capisce più se la fama storica del primo<br />
è data dai secon<strong>di</strong> o no).<br />
8
Lorenzo Russo<br />
Marco Ramondetta<br />
nati bambini. Dopo aver lautamente pranzato lì, ci siamo<br />
<strong>di</strong>retti verso una piccola chiesetta de<strong>di</strong>cata alla Madonna<br />
della Neve, custo<strong>di</strong>ta dai francescani minori <strong>di</strong> Catania. Qui<br />
abbiamo incontrato i due parroci, due fratelli, che hanno<br />
concelebrato con il Vescovo ed i nostri Superiori. Terminata<br />
la celebrazione eucaristica abbiamo intrapreso la via del<br />
ritorno a <strong>Siracusa</strong>.<br />
Altro momento <strong>di</strong> convivialità è stato quello che abbiamo<br />
vissuto il 7 aprile scorso, Martedì Santo, quando come<br />
abili esploratori, attrezzati <strong>di</strong> zaini, panini, bastone e scarpe<br />
comode, ci siamo immersi a pieno nella natura con una<br />
tranquilla passeggiata lungo il percorso della ex-ferrovia<br />
che attraversa uno dei paesaggi più belli della nostra Diocesi:<br />
la riserva naturale <strong>di</strong> Pantalica.<br />
Il canto delicato della natura, l’esplosione suggestiva<br />
dei colori, «un vero e proprio tempio <strong>di</strong> Dio non fatto da<br />
mani d’uomo, con le sue navate naturali, i suoi finestroni <strong>di</strong><br />
rami intrecciati da cui si vedono i cieli», ci hanno permesso<br />
<strong>di</strong> entrare in contatto con l’Onnipotente (Baden Powell).<br />
Nel pomeriggio siamo saliti a Ferla per far visita al parroco padre Roberto Garro, il<br />
quale ci ha accolto con grande gioia. E tra una chiacchierata ed un’altra abbiamo potuto<br />
visitare la Chiesa Madre, la cappella dell’Adorazione perpetua per poi concludere con un<br />
buon gelato. I momenti <strong>di</strong> goliar<strong>di</strong>a vissuti dalla nostra comunità, però, non finiscono qua.<br />
Tante le serate in cui i seminaristi passano dei bei momenti insieme ed in fraternità<br />
perché ridere fa bene al corpo ed allo spirito.<br />
L’aforisma economico<br />
È stata detta dalla Lady <strong>di</strong> ferro che ha<br />
governato la Gran Bretagna negli anni<br />
‘80. In fondo, non le si può dare torto: la<br />
locanda sulla strada per Gerico accolse il<br />
malcapitato soccorso dal samaritano <strong>di</strong>etro<br />
congruo anticipo e, si suppone, lauto<br />
saldo… ma visto il cuore del buon samaritano,<br />
possiamo anche supporre che se<br />
non avesse avuto denaro avrebbe ospitato<br />
p. Nuccio Amenta<br />
a casa propria e curato quell’uomo con le<br />
sue mani.<br />
L’episo<strong>di</strong>o del buon samaritano resta<br />
emblematico: ciascuno <strong>di</strong> voi, nella profon<strong>di</strong>tà<br />
del vostro cuore colmo <strong>di</strong> buone<br />
intenzioni, può essere ricordato costantemente,<br />
oltre che nella preghiera, nella<br />
profonda gratitu<strong>di</strong>ne dei seminaristi ospiti<br />
nella nostra locanda <strong>di</strong> Piazza Duomo…<br />
9
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
da Verso la vetta...<br />
Il giornalino del <strong>Seminario</strong><br />
10<br />
Nell’ambito dei servizi interni del <strong>Seminario</strong><br />
per la terza volta in cinque anni mi è<br />
stata assegnata la cura del relativo Archivio<br />
e questo mi ha dato l’occasione <strong>di</strong> ritrovare<br />
i “giornalini” che il nostro <strong>Seminario</strong> ha<br />
pubblicato fin dagli anni ‘40.<br />
Leggendoli ho notato l’evoluzione subita<br />
nel tempo da questo piccolo strumento<br />
<strong>di</strong> informazione, il più antico numero del<br />
quale era ricompresso nella «Vita nostra»,<br />
organo mensile delle attività cattoliche<br />
della nostra Arci<strong>di</strong>ocesi, in stampa dal<br />
1936 al 1942.<br />
Nell’imme<strong>di</strong>ato secondo dopo guerra<br />
alla rivista «Vita nostra» subentrò la pubblicazione<br />
«Verso la vetta» come mensile della<br />
Pontificia Opera Vocazioni Ecclesiastiche<br />
(POVE) del <strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
e<strong>di</strong>to fino al 1954.<br />
Ci si trovava allora in un’Italia <strong>di</strong>versa,<br />
che tentava <strong>di</strong> ricostruire sé stessa, <strong>di</strong> rialzare<br />
la testa dopo la catastrofe della Guerra, e,<br />
fra mille <strong>di</strong>fficoltà, cercava <strong>di</strong> superare una<br />
profonda crisi economica.<br />
Il nostro giornalino non rimase<br />
in<strong>di</strong>fferente a tale contesto sociale e<br />
mostrò chiaramente la vita quoti<strong>di</strong>ana,<br />
aspra e senza troppi lussi, che il<br />
<strong>Seminario</strong> viveva in quegli anni; presentò<br />
articoli colmi dei sogni e delle<br />
ansie pastorali dei “chierici” del tempo<br />
e rappresentò, forse romanzandola<br />
un po’, la figura dell’allora presbitero<br />
italiano come totalmente povero per<br />
seguire in maniera ancora più perfetta<br />
il Signore Gesù e al completo servizio<br />
del prossimo fino all’estremo sacrificio<br />
della vita. «Insomma – si legge in un<br />
articolo <strong>di</strong> «Verso la vetta », datato<br />
febbraio 1948 - chi vuol essere prete<br />
oggi deve essere un po’ poeta, un po’<br />
eroe, un po’ mistico, un po’ umanamente<br />
folle, cioè un po’ santo e un<br />
grande amante».<br />
«Verso la vetta» cedette il posto a «La<br />
voce del <strong>Seminario</strong>» nel 1955, il quale venne<br />
stampato fino agli anni ’70.<br />
Si trattò <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> profondo e<br />
ra<strong>di</strong>cale cambiamento per la Chiesa, che viveva<br />
la provvidenziale stagione del Concilio<br />
Vaticano II, che, pur ponendosi in continuità<br />
e non in rottura con quanto c’era prima,<br />
avrebbe profondamente rinnovato la Chiesa<br />
medesima.<br />
«Gau<strong>di</strong>um et Spes», «Sacrosanctum<br />
Concilium», «Lumen Gentium», «Apostolicam<br />
Actuositatem», «Optatam Totius»<br />
sono tutti documenti conciliari non solo<br />
letti avidamente dai nostri “confratelli”<br />
dell’epoca, ma anche commentati e soprattutto<br />
vissuti!<br />
Così un vento <strong>di</strong> rinnovamento, <strong>di</strong> freschezza<br />
e <strong>di</strong> nuova giovinezza entrò nelle<br />
vetuste mura del nostro Venerabile <strong>Seminario</strong>!<br />
Non in maniera indolore e non senza<br />
portare con sé anche una certa crisi.<br />
Molti furono, infatti, in quegli anni, i
...a eccomi<br />
in sessant’anni <strong>di</strong> storia<br />
seminaristi che lasciarono il <strong>Seminario</strong>. Un<br />
certo senso <strong>di</strong> ricerca della propria identità,<br />
che sembrava perduta, avvolse clero e <strong>Seminario</strong>.<br />
Un articolo che rappresenta in maniera<br />
ideale questo periodo della nostra storia è<br />
“Il seminarista, questo sconosciuto” apparso<br />
ne «La voce del <strong>Seminario</strong>» <strong>di</strong> agostosettembre<br />
1967 a firma <strong>di</strong> “i.s.”, del quale<br />
per ragioni <strong>di</strong> spazio mi limito ad estrarre<br />
solo alcuni perio<strong>di</strong> che reputo interessanti,<br />
rimanendo a completo servizio <strong>di</strong> coloro<br />
che desidereranno leggerlo per intero:<br />
«Eravamo troppo abituati a vederli passare<br />
silenziosi per le vie della città, in fila nelle<br />
loro vesti nere, i nostri Seminaristi, ogni<br />
pomeriggio alla stessa ora […] Li si credeva<br />
<strong>di</strong>versi dagli altri giovani, <strong>di</strong>versi dal resto<br />
della umanità! Di colpo non li hanno più<br />
visti: anzi, sì; li hanno riconosciuti ancora<br />
perché andavano a passeggio in gruppo …,<br />
ma non erano quelli <strong>di</strong> prima: sembravano<br />
dei giovani comuni, nei loro abiti borghesi<br />
… “Ma come!”, si sono chiesti i soliti benpensanti,<br />
“Dove andremo a finire” Quando<br />
si scambia l’abito per il monaco, questa<br />
domanda è più che logica. Ma a chi vede<br />
meglio la cosa che balza subito agli occhi<br />
è che l’ansia <strong>di</strong> rinnovamento che pervade<br />
Flavio Cappuccio<br />
tutta la Chiesa è particolarmente sentita nel<br />
<strong>Seminario</strong>. […] Nei seminaristi è viva l’esigenza<br />
<strong>di</strong> una migliore preparazione al<br />
ministero. Molte cose sono cambiate<br />
nel <strong>Seminario</strong> e non certo in peggio!<br />
Solo si sappia meglio chi sono i seminaristi!<br />
Venivano essi concepiti come<br />
destinati a vivere nella serra (Oh, la<br />
teologia e la mistica dell’Hortus conclusus!!!)<br />
ed essere come la cera informe<br />
e duttile del plasmatore, come<br />
dei ragazzi-adulti, impassibili come<br />
monaci, dopo lunghi anni <strong>di</strong> deserto<br />
nella Tebaide […]. Se vogliamo che<br />
i nostri seminaristi siano Sacerdoti<br />
adatti alle esigenze del mondo d’oggi,<br />
soprattutto dei giovani d’oggi, così stanchi,<br />
così ribelli, così ansiosi <strong>di</strong> autenticità e non<br />
<strong>di</strong> vuota retorica, questi Seminaristi è bene<br />
che vivano un <strong>Seminario</strong> “aperto”. Cresca<br />
pure il lavoro degli educatori, cresca pure<br />
il peso della loro missione, ma che questi<br />
Seminaristi siano ben formati! […]».<br />
Questo articolo suscitò allora una certa<br />
reazione dei lettori fra i quali ci fu chi non<br />
tardò ad affermare che tutto era perduto:<br />
pietà, devozione, religiosità, quin<strong>di</strong> “dove<br />
andremo a finire”.<br />
La storia ha smentito queste così catastrofiche<br />
e lapidarie affermazioni!<br />
De «La voce del <strong>Seminario</strong>» si è persa<br />
traccia nel 1977. Torniamo ad avere in<br />
Archivio un giornalino del <strong>Seminario</strong> nel<br />
1995. Da questo anno in poi, troviamo<br />
numeri pubblicati in proprio o allegati a<br />
«Cammino», organo <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> informazione.<br />
Nel 2007 passiamo all’attuale «Eccomi»,<br />
pubblicazione che, con molta semplicità,<br />
non ha altro desiderio che raccontare<br />
e far conoscere i seminaristi e le loro attività<br />
al Popolo Santo <strong>di</strong> Dio presente nella<br />
nostra Arci<strong>di</strong>ocesi.<br />
11
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
a cura <strong>di</strong> Andrea Gallitto<br />
12<br />
I<strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> Amore … è l’Amore che ha suscitato il mio amore. Ho amato Gesù<br />
Cristo. Ho amato la Chiesa. Ho amato il mio Sacerdozio. Ho amato tutti coloro che ho incontrato lungo<br />
la mia strada” (dal <strong>di</strong>scorso del 50° anniversario <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione Presbiterale <strong>di</strong> Mons. Giuseppe Greco)<br />
Nell’anno in cui ricorre il 50° anniversario dell’Or<strong>di</strong>nazione Presbiterale <strong>di</strong> Mons. Giuseppe<br />
Greco, già Vicario della nostra Chiesa <strong>Siracusa</strong>na, che al <strong>Seminario</strong> ha sempre guardato con particolare<br />
attenzione <strong>di</strong> padre e per il quale ha istituito una cospicua borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, mi sono fermato a<br />
riflettere con lui sulla sua vita da “chiamato”.<br />
Ho amato Gesù Cristo<br />
D.<br />
R.<br />
Carissimo Mons. Greco, è l’incontro col<br />
Cristo, quando era ancora preadolescente,<br />
che le ha fatto pronunciare quel<br />
“Sì” che lei <strong>di</strong>ce essere inizialmente un<br />
“Sì” <strong>di</strong> slancio. Com’era il <strong>Seminario</strong> al<br />
suo tempo, e quali emozioni suscitava<br />
ad un ragazzo che doveva confermare<br />
la sua adesione al Signore<br />
Il mio “Sì” lo definisco <strong>di</strong> slancio perché<br />
all’inizio della I° me<strong>di</strong>a risposi un “No” secco<br />
ad un seminarista che mi invitava ad<br />
entrare in <strong>Seminario</strong>. Ma dopo un anno,<br />
alla stessa domanda da parte <strong>di</strong> un altro<br />
seminarista, in una stradetta secondaria<br />
<strong>di</strong> Palazzolo, mio paese d’origine, risposi<br />
inspiegabilmente un “Sì”, spontaneo,<br />
<strong>di</strong> slancio. La vocazione è un mistero. Mi<br />
sono sentito scelto in maniera tangibile,<br />
non sono stato io a sceglierlo. Poi questo<br />
“Sì” è maturato nel corso del <strong>Seminario</strong>,<br />
che allora era molto <strong>di</strong>verso dall’attuale<br />
perché i tempi erano <strong>di</strong>versi. C’era<br />
un rigore forse un po’ eccessivo, ma io<br />
lo accettavo perché capivo serviva alla<br />
crescita spirituale e morale in or<strong>di</strong>ne al<br />
Sacerdozio. C’era rara possibilità <strong>di</strong> contatto<br />
con l’esterno, ma non per questo<br />
eravamo fuori dal mondo; la formazione<br />
culturale ed intellettuale era molto<br />
solida e si svolgeva per intero in <strong>Seminario</strong><br />
con professori esclusivamente<br />
sacerdoti. Ricordo con gioia tutti i miei<br />
professori, e con nostalgia tutti questi<br />
anni, perché c’era un’armonia bella,<br />
fatta <strong>di</strong> entusiasmo nel rapporto con<br />
docenti e con i compagni, con cui ho<br />
con<strong>di</strong>viso ideali, aspirazioni, sogni, <strong>di</strong>fficoltà,<br />
stanchezze poi superate; insomma,<br />
un po’ tutta la vita.<br />
Ho amato il mio Sacerdozio<br />
D.<br />
R.<br />
Poi, il 25 Ottobre 1958, quel suo sogno<br />
sconfinato è <strong>di</strong>venuto realtà. In<br />
quale modo la voce <strong>di</strong> Dio ha continuato<br />
a parlare anche dopo l’Or<strong>di</strong>nazione,<br />
quando, giovane sacerdote,<br />
svolgeva il suo ministero pastorale in<br />
Cattedrale, a Canicattini, a Melilli, o<br />
come docente in <strong>Seminario</strong>, e quando<br />
poi, in età adulta, era Parroco alla Sacra<br />
Famiglia<br />
Sono stato bene in ogni luogo in cui sono<br />
stato mandato da giovane sacerdote.<br />
Quando ho ricevuto un nuovo incarico,<br />
che mi sollevava dall’antico, ho un po’<br />
sofferto, ma ho sempre in<strong>di</strong>viduato la volontà<br />
del Signore in questi cambiamenti,<br />
talvolta rapi<strong>di</strong> come all’inizio Ho sempre
abbracciato con gioia e con piena convinzione<br />
la nuova destinazione.<br />
Alla Sacra Famiglia, poi, sono stato per<br />
14 anni. Ho capito che il Signore mi dava<br />
appuntamento proprio lì a Santa Panagìa<br />
e non altrove. E’ così che mi sono<br />
de<strong>di</strong>cato all’attività pastorale che mi assorbiva<br />
totalmente ed ho abbandonato<br />
<strong>di</strong> fatto i miei stu<strong>di</strong>. Ho avuto tante <strong>di</strong>fficoltà,<br />
ma molte più gioie. Ho capito che<br />
il Signore mi parlava attraverso la gente<br />
<strong>di</strong> quella Parrocchia, così <strong>di</strong>versa perché<br />
<strong>di</strong> ogni estrazione. Dovevo fare una ginnastica<br />
mentale straor<strong>di</strong>naria per poter<br />
<strong>di</strong>alogare con tutti: è stata un’esperienza<br />
completa e posso <strong>di</strong>re che sono stato<br />
ben voluto da tutti senza <strong>di</strong>stinzioni. Il<br />
rapporto con i bisognosi poi mi ha rafforzato<br />
nell’apertura a chi vive nel <strong>di</strong>sagio e<br />
mi ha dato sensibilità per chi è sofferente,<br />
per chi è sconfitto e deluso dalla vita. Era<br />
<strong>di</strong>fficile ovviare al degrado morale, culturale<br />
e spirituale, che non è solo il risultato<br />
<strong>di</strong> una carenza economica, ma anche formativa,<br />
educativa, tuttavia insieme con i<br />
parrocchiani abbiamo tentato ad alleviare<br />
qualcuna <strong>di</strong> quelle carenze.<br />
Ho amato la Chiesa<br />
D.<br />
R.<br />
È al servizio <strong>di</strong> tutta la Chiesa <strong>Siracusa</strong>na, come Vicario Generale, che lei ha de<strong>di</strong>cato la<br />
maggior parte del suo ministero sacerdotale. Dio ha voluto che l’ultima celebrazione<br />
eucaristica presieduta da Mons. Costanzo quale Arcivescovo residenziale in Cattedrale<br />
fosse quella in cui ricordavamo i suoi 50 anni <strong>di</strong> Sacerdozio. Quale Amore alla Chiesa<br />
nasce da un mandato così delicato, e quali gli aspetti che ha messo a <strong>di</strong>sposizione del<br />
Vescovo per collaborarle in un incarico così gravoso<br />
L’Amore alla Chiesa è la sorgente e la foce <strong>di</strong> questo lungo impegno nella nostra <strong>di</strong>ocesi.<br />
Non mi aspettavo minimamente la nomina a Vicario Generale, ma l’ho accettata con senso<br />
<strong>di</strong> responsabilità, consapevole che mi aspettava un impegno totale a favore della Chiesa. È<br />
l’Amore alla Chiesa che mi ha sostenuto nelle <strong>di</strong>fficoltà, mi ha corroborato, perché le <strong>di</strong>fficoltà<br />
sono commisurate all’importanza dell’impegno. Anche qui ho capito che il Signore mi<br />
aspettava proprio lì e non altrove. L’Amore alla Chiesa è maturato in questi anni. Posso <strong>di</strong>re<br />
che oggi che ho lasciato l’incarico <strong>di</strong> Vicario la amo ancora più profondamente, e penso <strong>di</strong><br />
servire adesso la Chiesa con uno slancio sempre più forte. L’Amore al mio Sacerdozio è inserito<br />
in maniera vitale nell’Amore alla Chiesa; è l’Amore alla Chiesa <strong>di</strong> Cristo che si concretizza<br />
nell’Amore alla Chiesa <strong>Siracusa</strong>na.<br />
Il Vicario Generale, poi, mette a servizio del Vescovo tutte le risorse spirituali, intellettuali,<br />
volitive e culturali che possiede. Io credo <strong>di</strong> aver sostenuto Mons. Costanzo in una triplice<br />
<strong>di</strong>mensione : la Collaborazione <strong>di</strong> Pensiero, cioè avere un pensiero sintonizzato con quello<br />
del Vescovo, anche nelle <strong>di</strong>versità dei due, seguendo però sempre le linee che il Vescovo<br />
consegnava per l’impostazione pastorale; la Collaborazione <strong>di</strong> Cuore, perché una <strong>di</strong>ocesi va<br />
governata anche con il cuore, ed il Vicario deve svolgere il suo lavoro con la stessa passione<br />
del Vescovo; la Collaborazione <strong>di</strong> Azione, cioè l’insieme degli spazi in cui l’Arcivescovo non<br />
può arrivare vengono resi vivi attraverso la presenza del Vicario, che lo rappresenta, che celebra<br />
in sua vece, per lui si relaziona con quelle persone che non ha il tempo <strong>di</strong> seguire in<br />
maniera continuativa, e tutto ciò si verifica quoti<strong>di</strong>anamente.<br />
Infine, tutte queste tre <strong>di</strong>mensioni si possono riassumere in quella che chiamerei una Collaborazione<br />
“in sacris”, la <strong>di</strong>mensione sacra, l’aspetto più alto e più nobile che si possa immaginare.<br />
Inoltre, in questi anni, uno degli impegni che mi hanno visto orgogliosamente<br />
a fianco dell’Arcivescovo è stato il tempo impiegato per la concessione del corpo <strong>di</strong> Santa<br />
Lucia, prima temporanea e dopo anche definitiva, anche se poi quest’ultimo obiettivo non è<br />
stato possibile realizzarlo.<br />
13
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
14<br />
Ho amato tutti coloro che ho incontrato lungo la mia strada<br />
Mi permetto adesso <strong>di</strong> citare, tra tutti quelli<br />
D. che il Signore ha messo lunga la sua strada,<br />
il suo carissimo confratello presbitero, Padre<br />
Salvatore Mineo. Cosa le è rimasto della<br />
sua figura sacerdotale<br />
E poi, nella sua strada ha trovato anche<br />
noi, l’attuale <strong>Seminario</strong>. Come vede oggi<br />
l’impostazione dei seminari, non il nostro,<br />
ma in generale E <strong>di</strong> conseguenza le<br />
chiederei <strong>di</strong> darci qualche consiglio per<br />
la vita <strong>di</strong> un seminarista che si prepara<br />
ad essere sacerdote.<br />
Padre Mineo, morto a 29 anni, dopo soli<br />
R. sette anni <strong>di</strong> Sacerdozio, è stato un punto<br />
<strong>di</strong> riferimento essenziale nel mio cammino<br />
spirituale e culturale. Egli nel suo <strong>di</strong>ario<br />
scrisse: «Cosa sarò io domani Voglio essere<br />
un poeta, però voglio essere anche un<br />
mistico… Allora sarò un poeta-mistico».<br />
Poesia e mistica sono inseparabili, l’una si<br />
compenetra con l’altra.<br />
Io per esempio svolgo la mia vita sacerdotale<br />
pregando, celebrando, evangelizzando<br />
ed incarnando il Vangelo, che va inculturato<br />
con le categorie e il linguaggio dell’uomo <strong>di</strong><br />
oggi. Si pensi all’incontro su Salvatore Quasimodo<br />
che, promosso recentemente dalla<br />
Biblioteca Alagoniana, mostra la fede tormentata<br />
e travagliata dello scrittore: è così<br />
che abbiamo parlato con coloro che sono<br />
alla ricerca, ma “a tentoni”, come <strong>di</strong>ce S. Paolo<br />
nel suo <strong>di</strong>scorso all’Areopago. Cultura e<br />
pastorale non sono congiunte né contigue,<br />
ma una dentro l’altra.<br />
Nell’impostazione dei seminari <strong>di</strong> oggi noto<br />
una lacuna che non <strong>di</strong>pende dai seminari<br />
stessi né dai seminaristi: oggi viviamo con<br />
una impostazione <strong>di</strong> vita molto <strong>di</strong>spersiva,<br />
che non ci consente la riflessione e l’unità interiore<br />
Io ho l’impressione che la formazione<br />
culturale negli anni <strong>di</strong> seminario <strong>di</strong>a un sapere<br />
troppo frazionato in cui l’insieme della<br />
teologia dogmatica e morale sfuggono.<br />
Posso provare a dare dei consigli, ma <strong>di</strong>fficili<br />
da attuare. Due per la formazione culturale:<br />
1) Impara a Pensare, perché per pensare c’è<br />
bisogno <strong>di</strong> imparare. Abbi il gusto e la gioia<br />
della ricerca, il gusto <strong>di</strong> imparare sempre<br />
nuove cose. 2) Impara a Pensare con la tua<br />
testa, non seguendo in maniera acritica<br />
quello che <strong>di</strong>ce la maggioranza. La Verità<br />
non è necessariamente nella maggioranza.<br />
“Con la propria testa” significa “confrontati<br />
con tutti”, anche con chi pensavi non<br />
potesse darti nulla. Matura la tua capacità<br />
critica, perché tu possa vagliare tutte le idee<br />
intorno a te. Criticare vuol <strong>di</strong>re “Secernere<br />
l’Assoluto dal Relativo”. L’ultimo consiglio<br />
riguarda la formazione spirituale: Impara<br />
ad Amare, perché non è facile Amare. Non<br />
puoi fare a meno <strong>di</strong> Amare Cristo se tu scopri<br />
che Lui ti Ama. Anche la tua Vocazione è<br />
segno <strong>di</strong> questo Amore. E poi l’Amore che<br />
necessariamente tu porti a Cristo è Amore<br />
anche talvolta <strong>di</strong>fficile. Se vuoi seguire<br />
il Figlio dell’Uomo tu non avrai dove<br />
posare il capo, non avrai una vita comoda,<br />
tranquilla. Abbi l’ideale <strong>di</strong> non adagiarti in<br />
una vita borghesemente comoda. Impara<br />
ad affrontare anche le <strong>di</strong>fficoltà, il sacrificio,<br />
perché la società <strong>di</strong> oggi ha la grave lacuna<br />
della scarsa educazione al sacrificio. Se il<br />
seminario educasse al sacrificio già questo<br />
sarebbe tanto per recuperare il tempo<br />
perduto. L’Amore è ciò che affronta i sacrifici.<br />
Basta <strong>di</strong>re soltanto che l’Amore <strong>di</strong> Cristo non<br />
si è fermato neanche <strong>di</strong>nanzi al Sacrificio<br />
supremo della Croce.<br />
Mons. Giuseppe Greco, in occasione del suo 50° anniversario <strong>di</strong> sacerdozio ha voluto<br />
destinare la somma dei regali in denaro, pari a 11.500 euro, come borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per un<br />
seminarista meritevole. La Comunità del <strong>Seminario</strong> ringrazia <strong>di</strong> vero cuore Monsignore<br />
per questo gesto <strong>di</strong> assoluto affetto che rivela la sua profon<strong>di</strong>tà e nobiltà d’animo.
Maurizio Pizzo<br />
In aiuto dei fratelli<br />
Il terremoto in Abruzzo, le cui drammatiche<br />
immagini hanno occupato i nostri<br />
schermi televisivi in questi ultimi giorni, è<br />
stato per me motivo <strong>di</strong> riflessione su come<br />
una grande <strong>di</strong>sgrazia possa sollecitare una<br />
straor<strong>di</strong>naria partecipazione nel tentativo <strong>di</strong><br />
soccorrere chi è stato duramente colpito negli<br />
affetti e nei beni materiali.<br />
E’ grazie alla solidarietà che<br />
spesso si trovano forze ed energie<br />
nuove per una rinnovata coesione sociale<br />
ed insieme con essa si mettono in moto le<br />
ragioni della umana convivenza che possono<br />
costituire al contempo la speranza per il futuro,<br />
attraverso la riscoperta <strong>di</strong> gran parte <strong>di</strong><br />
quei valori che sono alla base <strong>di</strong> uno stile e<br />
genere <strong>di</strong> vita alternativo: tolleranza, giustizia<br />
sociale, corresponsabilità. Ma al <strong>di</strong> là della eccezionalità<br />
della situazione creatasi in Abruzzo,<br />
le esperienze che io ed altri due seminaristi<br />
abbiamo avuto modo <strong>di</strong> maturare alla<br />
mensa Caritas della Parrocchia del Pantheon,<br />
con gli emigranti assistiti presso la Parrocchia<br />
<strong>di</strong> Bosco Minniti e i <strong>di</strong>versabili ospiti del locale<br />
Istituto “S. Angela Merici” ci hanno consentito<br />
<strong>di</strong> scoprire un altro volto della solidarietà,<br />
quella offerta quoti<strong>di</strong>anamente nel silenzio.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una solidarietà praticata - verso<br />
persone anch’esse toccate nel loro intimo da<br />
<strong>di</strong>sagi o problematiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura - da<br />
parte <strong>di</strong> tanti operatori, che agiscono in un<br />
anonimato <strong>di</strong>screto, spendendo ogni giorno<br />
gran parte del loro tempo.<br />
Le storie dei volontari da un lato e delle<br />
tante famiglie <strong>di</strong>sagiate o <strong>di</strong> altri bisognosi,<br />
dall’altro, espressione spesso <strong>di</strong> ingiustizie<br />
sociali e sofferenze subite con grande <strong>di</strong>gnità<br />
– nel momento in cui noi stessi ci siamo lasciati<br />
coinvolgere portando il nostro modesto<br />
contributo – ci sono risultate alla fine ricche <strong>di</strong><br />
piccoli e gran<strong>di</strong> miracoli da scoprire, <strong>di</strong> lezioni<br />
pratiche da imparare, <strong>di</strong> amore da ricevere<br />
oltre che da donare, <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zi da “<strong>di</strong>simparare”.<br />
Partendo da questa grande cattedra e<br />
da questo magistero, ovvero ripartendo dalla<br />
semplicità e dalla lezione dei poveri, dei sofferenti,<br />
dei <strong>di</strong>sagiati, considerati nell’o<strong>di</strong>erna<br />
società gli “ultimi”, ho imparato<br />
che è possibile recuperare<br />
da parte nostra<br />
il senso più evangelico<br />
<strong>di</strong> una Chiesa che sia<br />
veramente universale,<br />
dove si vivono rapporti <strong>di</strong> reciproca<br />
appartenenza più ampi<br />
<strong>di</strong> quelli a cui siamo abituati, <strong>di</strong><br />
una Chiesa cioè capace <strong>di</strong> allargare<br />
le sue strutture mettendo<br />
a nudo le contrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una<br />
società in cui vige spesso la legge<br />
del più forte. Nel con<strong>di</strong>videre<br />
con essi, non solo le nostre cose,<br />
<strong>di</strong> tanto in tanto “superflue”, ma<br />
anche il nostro tempo, talvolta<br />
“necessario”, io e i miei compagni<br />
<strong>di</strong> seminario coinvolti in tali<br />
esperienze abbiamo paradossalmente<br />
trovato l’occasione<br />
per «ri-educare» e «ri-evangelizzare»<br />
la nostra fede, che rischia<br />
<strong>di</strong> essere teorica per eccesso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>squisizioni teologiche.<br />
è stata una lezione e una<br />
provocazione scaturite da<br />
volti, vissuti e situazioni drammatiche<br />
e sovente <strong>di</strong>menticate<br />
che, seppur apprese nella<br />
or<strong>di</strong>narietà del quoti<strong>di</strong>ano,<br />
hanno lasciato comunque,<br />
nel cuore e nella memoria <strong>di</strong><br />
ognuno <strong>di</strong> noi, una traccia<br />
permanente <strong>di</strong> una trasformazione<br />
straor<strong>di</strong>naria.<br />
15
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
Quanto è buono<br />
che i fratelli vivano insieme!<br />
Andrea Zappulla<br />
16<br />
Dal 1° al 7 marzo scorso, la nostra Comunità del<br />
<strong>Seminario</strong> ha vissuto un’esperienza <strong>di</strong> vita fraterna<br />
con i sacerdoti del Vicariato <strong>di</strong> Palazzolo presso l’Oasi<br />
Don Bosco; un’esperienza che è stata anche una<br />
settimana vocazionale nelle Parrocchie del territorio.<br />
Abbiamo iniziato la settimana incontrando i ragazzi<br />
e i giovani delle scuole elementari, me<strong>di</strong>e inferiori<br />
e superiori, con<strong>di</strong>videndo con loro un momento <strong>di</strong><br />
riflessione e <strong>di</strong> confronto sul tema della 46 a Giornata<br />
Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Preghiera per le Vocazioni dal tema<br />
«So a chi ho dato la mia fiducia».<br />
Le giornate iniziavano con la preghiera delle<br />
Lo<strong>di</strong> Mattutine insieme ai sacerdoti presenti, seguiva<br />
un’abbondante colazione e poi noi seminaristi<br />
partivamo per andare a frequentare le lezioni allo<br />
Stu<strong>di</strong>o Teologico “San Paolo” <strong>di</strong> Catania.<br />
Nei pomeriggi ci spostavamo nelle singole comunità<br />
parrocchiali, pregando con i fedeli, incontrando<br />
tutte le realtà della parrocchia (i ragazzi del<br />
catechismo, i giovani, gli adulti) e i <strong>di</strong>versi movimenti<br />
(Azione Cattolica, Scout, Rinnovamento nello<br />
Spirito, Cammino Neo-Catecumenale).<br />
La sera, non appena terminate le rispettive attività<br />
in parrocchia, tornavamo all’Oasi Don Bosco<br />
per la cena, dopo la quale abbiamo sperimentato<br />
intensi momenti <strong>di</strong> fraternità.<br />
Molto interessante è stato, per noi seminaristi,<br />
il momento in cui i sacerdoti ci hanno presentato<br />
i pro e i contro delle loro parrocchie e della<br />
realtà del Vicariato, aiutandoci con le loro<br />
testimonianze ed esperienze a maturare<br />
più profondamente alcuni aspetti concreti<br />
delle parrocchie.<br />
La lectio <strong>di</strong>vina, guidata e preparata dai<br />
nostri lettori istituiti, ci ha aiutato a mettere<br />
insieme le nostre riflessioni sul Vangelo<br />
della Trasfigurazione, proposto per la II Domenica<br />
<strong>di</strong> Quaresima, da cui è scaturita la<br />
preghiera comune.<br />
Un altro momento <strong>di</strong> grande spessore<br />
è stato quello che abbiamo vissuto dalle<br />
Suore del Cenacolo Domenicano a Solarino;<br />
questo incontro ci ha permesso <strong>di</strong> co-<br />
esperienze<br />
<strong>di</strong>retta del<br />
grande valore<br />
della fraternità<br />
noscere più da vicino le attività <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong><br />
accoglienza e <strong>di</strong> solidarietà nei confronti<br />
degli immigrati che si rivolgono a quella<br />
struttura.<br />
Giorno 5 marzo, primo giovedì del<br />
mese, alcuni hanno celebrato l’adorazione<br />
vocazionale nelle parrocchie, altri invece<br />
si sono ritrovati nella parrocchia San<br />
Michele Arcangelo <strong>di</strong> Palazzolo per l’adorazione<br />
comunitaria preparata ed animata<br />
dal parroco <strong>di</strong> quella chiesa, padre Salvatore<br />
Randazzo.<br />
Il venerdì, giorno in cui si ricorda la<br />
passione e la morte <strong>di</strong> Gesù, abbiamo partecipato<br />
alla Via crucis citta<strong>di</strong>na nei vari<br />
paesi insieme con i giovani delle <strong>di</strong>verse<br />
realtà parrocchiali.
Un elemento essenziale <strong>di</strong> questa settimana<br />
è stata certamente la “fraternità”,<br />
tra seminaristi e sacerdoti, che si è potuta<br />
“gustare” in particolar modo durante<br />
i pranzi e le cene vissute nell’ascolto <strong>di</strong><br />
“storielle realmente accadute”, raccontate<br />
da un prete particolarmente spiritoso.<br />
Inoltre non <strong>di</strong>mentichiamo la gioia<br />
vissuta nell’aver con<strong>di</strong>viso il pranzo con<br />
il nostro Arcivescovo, attorniato da tutti i<br />
sacerdoti del Vicariato, nel giorno del suo<br />
anniversario <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione Episcopale.<br />
Al termine <strong>di</strong> questa esperienza, intensamente<br />
vissuta, voglio esporre tre delle<br />
tante cose che essa ha suscitato in me. La<br />
prima è la gioia che nasce dall’aver avuto<br />
l’opportunità <strong>di</strong> incontrare e conoscere maggiormente i sacerdoti del Vicariato <strong>di</strong> Palazzolo, vivendo<br />
con loro la quoti<strong>di</strong>anità della vita <strong>di</strong> un parroco. La seconda è l’aver fatto esperienza <strong>di</strong>retta del grande<br />
valore della fraternità costituita ed intessuta da legami e relazioni semplici e profonde. La terza è<br />
l’accoglienza che ci hanno riservato le Parrocchie, l’attenzione che hanno avuto nei nostri riguar<strong>di</strong>,<br />
la stima e l’affetto che ci hanno mostrato.<br />
Questa settimana vissuta insieme è stato per noi seminaristi un’opportunità per crescere e maturare<br />
nella fede, ringraziando il Signore per avercene fatto dono, per averci mostrato il suo volto ed<br />
averci fatto sentire la sua presenza attraverso la fraternità concreta che abbiamo vissuto.<br />
A commento <strong>di</strong> questa settimana <strong>di</strong> vita fraterna anche noi insieme al salmista osiamo esclamare<br />
«ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!» (Sal 13,1).<br />
Parola a un testimone <strong>di</strong> vita fraterna<br />
p. Angelo Caligiore<br />
Dal primo al sette marzo scorso si è tenuta,<br />
presso l’Oasi “Don Bosco” <strong>di</strong> Palazzolo Acreide,<br />
una “convivenza” tra i sacerdoti del Vicariato <strong>di</strong><br />
Palazzolo – Flori<strong>di</strong>a e i seminaristi (in tutto 14),<br />
accompagnati dal Rettore, don Luca Saraceno, e<br />
dal padre spirituale, don Salvatore Garro.<br />
Purtroppo non tutti i presbiteri “in forza” al<br />
Vicariato hanno potuto essere presenti, alcuni<br />
per gravi motivi <strong>di</strong> salute, mentre altri lo sono<br />
stati in modo assai limitato per le <strong>di</strong>fficoltà legate<br />
al loro ministero.<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> due mesi, ripensando a quella<br />
esperienza, che mirava ad una reciproca (per<br />
taluni, “prima”) conoscenza, mi sorge spontanea<br />
una domanda: che cosa dei sacerdoti frequentati<br />
i seminaristi hanno potuto conoscere<br />
Certamente i brevi momenti dei pasti in comune<br />
hanno dato loro la possibilità <strong>di</strong> vedere i<br />
presbiteri nell’insieme, seppur parziale<br />
per le ragioni anzidette, avendo avuto<br />
modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re i rapporti solo con<br />
i parroci con cui hanno con<strong>di</strong>viso nel pomeriggio<br />
<strong>di</strong> ciascun giorno della convivenza<br />
le fatiche pastorali.<br />
Pur con tutti i limiti legati alla brevità<br />
dell’esperienza, a me sembra che i<br />
seminaristi abbiano potuto sperimentare<br />
– dopo averlo stu<strong>di</strong>ato sui libri –, al<br />
<strong>di</strong> là delle varietà caratteriali, che cosa<br />
significhi e, soprattutto come sia <strong>di</strong>fficile,<br />
essendo sempre latente il rischio <strong>di</strong> far<br />
parte a sé anche per una maggiore gratificazione,<br />
essere uniti nell’esercizio del<br />
ministero sacerdotale attorno al Vescovo,<br />
formando un unico Presbiterio.<br />
Essere consapevoli <strong>di</strong> ciò, è il primo<br />
passo perché possano rendere al meglio<br />
il servizio presbiterale a cui un giorno, a<br />
Dio piacendo, saranno chiamati.<br />
17
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
L’accompagnamento<br />
spirituale<br />
Guido Scollo<br />
18<br />
A chi da piccoli non sono passate nella<br />
mente domande del tipo: «Compro la caramella<br />
alla frutta oppure quella al latte» o «prendo il<br />
cono al cioccolato o alla fragola E se mettessi<br />
tutti e due i gusti…no, non ci stanno!».<br />
Crescendo le domande <strong>di</strong>vengono sempre<br />
più impegnative e <strong>di</strong> certo sono “infinite” come le<br />
possibilità offerte dalla vita: ma una scelta, anzichè<br />
un’altra è la stessa cosa That’s the problem.<br />
Infatti, se la decisione <strong>di</strong> comprare una tazza<br />
da latte con topolino o con il colore della mia<br />
squadra <strong>di</strong> calcio preferita non cambia l’esistenza,<br />
il determinarsi per stu<strong>di</strong>are me<strong>di</strong>cina o aprire un<br />
ristorante o ancora entrare in seminario o sposarsi<br />
è un’opzione dagli effetti non in<strong>di</strong>fferenti.<br />
Su questo vorrei allora riflettere e soprattutto<br />
sul faticoso <strong>di</strong>scermento che compie un<br />
giovane seminarista nel cammino verso la vita<br />
presbiterale.<br />
Se intervistassimo ogni singolo seminarista,<br />
sapremmo che la sua decisione <strong>di</strong> entrare in seminario<br />
non è maturata dall’oggi al domani, ma<br />
a seguito <strong>di</strong> un (più o meno) lungo periodo <strong>di</strong><br />
riflessione.<br />
Elementi essenziali per la sua scelta sono stati:<br />
preghiera, lettura della Bibbia ed il confronto<br />
con un padre spirituale.<br />
L’aiuto <strong>di</strong> quest’ultimo è fondamentale perché<br />
da solo l’uomo non riesce a guardarsi in toto, ma<br />
ha bisogno <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> vista esterno che lo aiuti<br />
a comprendere sempre più e meglio se stesso.<br />
Ed è importante che tale punto <strong>di</strong> vista non<br />
provenga tanto da un amico quanto da una<br />
“persona <strong>di</strong> spirito”, ossia da qualcuno che, ra<strong>di</strong>cato<br />
in Dio, possa aiutare la persona a far luce su<br />
se stessa nell’inserimento alla vita <strong>di</strong> Cristo.<br />
La scelta <strong>di</strong> entrare in seminario però è solo<br />
l’inizio <strong>di</strong> un ulteriore prolungato<br />
<strong>di</strong>scernimento compiuto alla<br />
luce della <strong>di</strong>rezione spirituale e<br />
sulla base delle esperienze maturate<br />
nei sette anni che portano<br />
al sacerdozio.<br />
Ecco allora che la figura del<br />
padre spirituale, presente in ogni<br />
seminario, è assai importante,<br />
costituendo una guida per comprendere<br />
meglio il percorso <strong>di</strong><br />
vita che si è intrapreso (se la scelta<br />
è stata quella giusta, o come<br />
ridefinirla, avuto riguardo ai<br />
cambiamenti inevitabili in ogni<br />
persona che matura).<br />
Nel contempo il supporto del<br />
padre spirituale torna <strong>di</strong> grande<br />
utilità pure per le scelte quoti<strong>di</strong>ane,<br />
le quali non sono meno<br />
<strong>di</strong>fficili perché, come osserva un<br />
gesuita, A. Barruffo, «non è facile<br />
<strong>di</strong>stinguere tra l’azione dello Spirito<br />
<strong>di</strong> Dio, quella dello spirito umano<br />
e quella dello spirito cattivo […] la<br />
<strong>di</strong>fficoltà deriva dal fatto che essendo<br />
lo Spirito <strong>di</strong> Dio presente nel<br />
nostro spirito umano, lo spirito cattivo<br />
cerca <strong>di</strong> imitare lo spirito <strong>di</strong> Dio<br />
per ingannare l’uomo e <strong>di</strong>stoglierlo<br />
così dal piano <strong>di</strong> salvezza».<br />
Sotto quest’ultimo aspetto il<br />
padre spirituale aiuta i seminaristi<br />
a <strong>di</strong>scernere i <strong>di</strong>versi spiriti che<br />
agiscono in noi e che ci mettono<br />
spesso in confusione sulle decisioni<br />
da assumere.
«non è facile <strong>di</strong>stinguere<br />
tra l’azione dello Spirito <strong>di</strong> Dio,<br />
quella dello spirito umano e<br />
quella dello spirito cattivo<br />
Naturalmente, ed è<br />
bene precisarlo, l’ultima parola<br />
spetta sempre all’interessato<br />
e non è mai dettata<br />
dal padre spirituale, che si<br />
limita ad illuminare e a rileggere<br />
le nostre esperienze.<br />
Detto così, questo <strong>di</strong>rettore<br />
dello spirito sembra<br />
quasi un superuomo, ma<br />
state tranquilli non stiamo<br />
parlando né <strong>di</strong> Superman<br />
e neanche <strong>di</strong> Batman, bensì<br />
semplicemente <strong>di</strong> un uomo<br />
dallo spirito ben formato,<br />
e nel nostro seminario è<br />
padre Salvatore (per noi p.<br />
Salvo) Garro, che da <strong>di</strong>eci<br />
anni si prende cura dell’accompagnamento<br />
spirituale<br />
dei seminaristi della nostra<br />
<strong>di</strong>ocesi.<br />
In realtà, però, noi consideriamo<br />
padre Salvo più<br />
<strong>di</strong> un “superuomo” per la<br />
sua allegria e il suo humor,<br />
ma anche per la serietà e<br />
competenza con cui sa <strong>di</strong>re<br />
le cose importanti al momento<br />
giusto nonché per la<br />
<strong>di</strong>sponibilità con cui è sempre<br />
pronto ad accogliere ciò<br />
che gli viene comunicato.<br />
Insomma, il nostro padre<br />
spirituale è per noi una colonna<br />
portante e una bussola<br />
in<strong>di</strong>spensabile.<br />
Ma non voglio star qui a parlar troppo <strong>di</strong> padre<br />
Salvo – che, peraltro, sono certo non gra<strong>di</strong>rebbe – sia<br />
perché farei solo un lungo elogio e sia poi perché finirei<br />
(forse) su un piano personale, e questo non mi<br />
sembra opportuno.<br />
Ad ogni modo però voglio sintetizzare l’operato<br />
<strong>di</strong> don Salvo nei nostri confronti con un’immagine,<br />
precisamente quella riprodotta in un poster appeso<br />
nella sua camera: è il “ Ritorno del figlio pro<strong>di</strong>go” <strong>di</strong><br />
Rembrandt, un tenerissimo abbraccio tra un padre<br />
ed un figlio.<br />
19
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
20<br />
Porte aperte<br />
Porte aperte<br />
in <strong>Seminario</strong><br />
in <strong>Seminario</strong><br />
Melania Birritta<br />
Le comunità parrocchiali della Chiesa<br />
Madre e <strong>di</strong> Santa Sofia <strong>di</strong> Sortino, dallo<br />
scorso mese <strong>di</strong> ottobre, hanno accolto due<br />
seminaristi, Luca Gallina e Maurizio Casella,<br />
e con loro hanno con<strong>di</strong>viso gli ultimi mesi<br />
<strong>di</strong> preparazione al sacramento dell’Or<strong>di</strong>ne<br />
nel primo grado del <strong>di</strong>aconato.<br />
Sono stati <strong>di</strong>versi i momenti <strong>di</strong> preghiera,<br />
e non solo, che hanno reso i giorni<br />
imme<strong>di</strong>atamente precedenti l’or<strong>di</strong>nazione<br />
del 18 marzo, particolarmente intensi. Uno<br />
<strong>di</strong> questi è stato l’incontro che, venerdì 13<br />
marzo, si è tenuto in <strong>Seminario</strong>.<br />
Abbiamo accolto prontamente l’invito<br />
che ci veniva dal Rettore, padre Luca Saraceno,<br />
a trascorrere una serata laddove<br />
“vivono” coloro che, avendo scelto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />
il loro “Sì” a Dio, si preparano a <strong>di</strong>venire sacerdoti.<br />
Insieme con noi, giovani <strong>di</strong> Sortino,<br />
c’era un numeroso gruppo della parrocchia<br />
San Giuseppe Innografo <strong>di</strong> Augusta,<br />
dove Alessandro, già dall’anno scorso, è<br />
inserito e svolge il suo ministero in vista<br />
anch’egli dell’or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong>aconale.<br />
Nel pomeriggio, dopo aver visitato il<br />
<strong>Seminario</strong>, guidati dal Rettore, abbiamo<br />
riflettuto sul dono della vocazione e con<strong>di</strong>viso<br />
le nostre esperienze,<br />
(caratterizzate dalla paura ma<br />
anche dalla certezza che Dio ci<br />
ama). Padre Luca ci ha presentato<br />
il brano evangelico <strong>di</strong> Matteo<br />
19,16-22, che narra <strong>di</strong> quel<br />
giovane che da Gesù voleva sapere<br />
cosa fosse necessario fare<br />
per essere sicuri <strong>di</strong> avere la vita<br />
eterna.<br />
Davanti alla risposta <strong>di</strong><br />
Gesù che lo invitava a lasciare<br />
tutto e a seguirlo, se ne andò<br />
triste perché troppo legato<br />
alle sue cose.<br />
Per rispondere alla libera<br />
iniziativa <strong>di</strong> Dio ci vuole un<br />
cuore <strong>di</strong>sponibile all’ascolto e capace <strong>di</strong><br />
affezionarsi totalmente al Signore. La libera<br />
iniziativa <strong>di</strong> Dio richiede la libera risposta<br />
dell’uomo; una risposta positiva<br />
che presuppone sempre l’accettazione e<br />
la con<strong>di</strong>visione del progetto che Dio ha su<br />
ciascuno <strong>di</strong> noi; una risposta che accolga<br />
l’iniziativa d’amore del Signore!<br />
Questa è stata la testimonianza che i<br />
tre or<strong>di</strong>nan<strong>di</strong> ci hanno lasciato: nel <strong>di</strong>re il<br />
proprio “Sì” al Signore non si possono fare<br />
troppi calcoli. Al contrario, si parte per<br />
una terra che non si conosce, si è animati<br />
da una “bella” incoscienza che permette<br />
<strong>di</strong> abbandonarsi, <strong>di</strong> fidarsi completamente<br />
<strong>di</strong> Dio che chiama.<br />
È stata forte la provocazione che, alla<br />
fine dell’incontro, padre Luca ha voluto<br />
consegnare a tutti, giovani e guide: “chi <strong>di</strong><br />
voi non ha mai pensato, almeno una volta,<br />
nella vita, <strong>di</strong> potersi consegnare a Dio nella<br />
forma <strong>di</strong> prete, frate o suora!” .<br />
Dopo aver pregato i Vespri, il nostro<br />
stare insieme è continuato in refettorio<br />
dove abbiamo cenato in un clima <strong>di</strong> festa<br />
per la presenza del nostro padre Vescovo<br />
Salvatore Pappalardo e, terminata la cena,
Per rispondere alla libera iniziativa <strong>di</strong> Dio<br />
ci vuole un cuore <strong>di</strong>sponibile all , ascolto<br />
e capace <strong>di</strong> affezionarsi totalmente al Signore<br />
ci siamo spostati nella chiesetta<br />
<strong>di</strong> Santa Maria in Ortigia per<br />
un’ora <strong>di</strong> adorazione eucaristica<br />
vocazionale.<br />
Tutta la comunità <strong>di</strong>ocesana si<br />
è stretta attorno a Luca, Maurizio<br />
e Alessandro e per loro e insieme<br />
con loro ha pregato il Signore.<br />
Questo momento <strong>di</strong> adorazione,<br />
al quale i giovani hanno partecipato<br />
con entusiasmo e raccoglimento,<br />
è stato presieduto dall’Arcivescovo<br />
emerito, Mons. Costanzo, il<br />
quale, commentando un brano <strong>di</strong><br />
san Paolo, ha augurato ai tre or<strong>di</strong>nan<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>aconi <strong>di</strong> avere il coraggio<br />
<strong>di</strong> annunciare la Parola, <strong>di</strong> insistere in ogni momento<br />
opportuno e non opportuno. Questo significa non<br />
lasciarsi mai zittire da chi non vuole dare ascolto alla<br />
Parola <strong>di</strong> Dio, ma preferisce circondarsi <strong>di</strong> maestri secondo<br />
i propri capricci, rifiutando <strong>di</strong> dare ascolto alla<br />
verità per perdersi <strong>di</strong>etro alle favole.<br />
È stato bello vivere questo momento in <strong>Seminario</strong><br />
dopo le varie attività vocazionali che, a livello<br />
parrocchiale, sono state realizzate.<br />
Una esperienza forte per noi giovani, che abbiamo<br />
scoperto la bellezza e l’accoglienza <strong>di</strong> un luogo<br />
poco conosciuto. Momenti che rimarranno impressi<br />
nei nostri cuori, e chissà che da questa esperienza<br />
non nasca in qualcuno il desiderio <strong>di</strong> offrirsi totalmente<br />
al Signore nella via che lui vorrà in<strong>di</strong>care…<br />
Da un contratto al patto d’amore Sebastien Harerimana<br />
Era il1989 quando, in ginocchio<br />
sull’ultimo banco della mia parrocchia<br />
(ve<strong>di</strong> foto), ho pregato<br />
<strong>di</strong>cendo: “Mukama, mfasha ntore<br />
concours nzoca ndakwihebera”<br />
che significa: “Signore aiutami a<br />
superare l’esame <strong>di</strong> stato ed io<br />
ti consacrerò la mia vita”. Detto<br />
fatto. Con questo contratto ho<br />
iniziato la mia avventura con Colui<br />
che mi ha amato e chiamato.<br />
Lui l’ha preso sul serio subito, ma<br />
io no. Me lo sono scordato subito<br />
ma me lo farà ricordare al momento<br />
opportuno. Intanto Lui mi<br />
seguiva da lontano come il Padre<br />
del figlio pro<strong>di</strong>go. Mentre stavo<br />
pensando all’orientamento della<br />
mia vita, Lui ha suscitato dentro<br />
me quella<br />
santa inquietu<strong>di</strong>ne,<br />
che mi<br />
ha portato a<br />
riflettere prima<br />
<strong>di</strong> decidere. In<br />
questa rifles-<br />
sione Lui mi è venuto incontro. Anche qua aspettava<br />
soltanto la mia richiesta: “Mukama mfasha guhitamwo<br />
hagati y’ukwubaka rukristu n’ubwihevyi”, cioè: “Signore<br />
aiutami a scegliere tra il matrimonio cristiana e la vita<br />
consacrata”. Subito mi ha illuminato e, come un flash,<br />
mi sono ricordato <strong>di</strong> quelle parole della mia preghiera<br />
<strong>di</strong> 7 anni prima, in parrocchia. Da quel momento ho<br />
preso consapevolezza <strong>di</strong> ciò che poteva essere la mia<br />
scelta <strong>di</strong> vita. Ho iniziato così un lungo <strong>di</strong>scernimento<br />
per adottare uno stile <strong>di</strong> vita che risponda alla mia vocazione;<br />
ed ecco dopo 9 anni <strong>di</strong> cammino formativo, il<br />
contratto sta per trasformarsi in patto d’amore grazie<br />
a colui che, dall’alto della croce mi ha guardato e mi ha<br />
detto: «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno<br />
<strong>di</strong> stima e io ti amo» (Is 43,4).<br />
L’or<strong>di</strong>nazione sacerdotale avverrà il 1 agosto 2009<br />
nella stessa Chiesa – che celebra il giubileo <strong>di</strong> 50<br />
anni dalla sua esistenza – dove ha preso inizio questo<br />
amore sponsale. È un caso oppure un “segno dei<br />
tempi” Ringrazio tutti quanti che, da<br />
vicino o da lontano, avete sostenuto in<br />
questo cammino me e Sylvere, il quale<br />
con me verrà or<strong>di</strong>nato presbitero nella<br />
medesima data.<br />
Dio bene<strong>di</strong>ca l’opera delle vostre mani<br />
e vi colmi <strong>di</strong> ogni bene.<br />
21
<strong>Seminario</strong> <strong>Arcivescovile</strong> <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong><br />
Un anno <strong>di</strong> cammino fatto insieme<br />
Marco Serra - Stefano Cappello<br />
22<br />
Le attività del nuovo anno <strong>di</strong> <strong>Seminario</strong> hanno<br />
avuto inizio con la gita-pellegrinaggio ad Assisi e <strong>di</strong>ntorni,<br />
svoltasi dal 17 al 23 agosto scorsi, durante la<br />
quale la nostra comunità ha visitato i principali luoghi<br />
legati alla vita <strong>di</strong> San Francesco, come la chiesa <strong>di</strong> San<br />
Damiano e la Verna, dove egli ricevette le stimmate.<br />
E poi l’Eremo delle Carceri, la Basilica <strong>di</strong> Santa Maria<br />
degli Angeli nonché le chiese <strong>di</strong> Santa Chiara e <strong>di</strong> San<br />
Rufino. Nella Cattedrale <strong>di</strong> Assisi abbiamo avuto la<br />
gioia <strong>di</strong> incontrare S. E. Mons. Domenico Sorrentino,<br />
Vescovo <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>ocesi.<br />
Dal 22 al 26 settembre, don Corrado Lorefice, docente<br />
<strong>di</strong> Teologia morale presso lo Stu<strong>di</strong>o Teologico<br />
“S. Paolo” in Catania, ha tenuto presso la villa San Meto<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> Canicattini Bagni gli esercizi spirituali, aventi<br />
come tema la Prima lettera <strong>di</strong> Pietro.<br />
Volendo passare in rassegna gli avvenimenti più<br />
rilevanti che la nostra comunità ha vissuto, cominceremo<br />
con il richiamare l’inaugurazione dell’Anno Accademico<br />
2008-9 presso il già citato Stu<strong>di</strong>o Teologico<br />
“S. Paolo”, avvenuta il decorso 17 ottobre.<br />
Il 30 ottobre, nell’ambito <strong>di</strong> una solenne Concelebrazione<br />
Eucaristica, stringendoci a tutta la nostra<br />
Diocesi, abbiamo salutato con gratitu<strong>di</strong>ne S.E. Mons.<br />
Giuseppe Costanzo, che per <strong>di</strong>ciannove anni l’ha guidato con zelo <strong>di</strong> autentico pastore.<br />
L’8 novembre, dopo una lungo periodo <strong>di</strong> preparazione e <strong>di</strong> intensa preghiera in<br />
comunione con tutte le Comunità Parrocchiali <strong>di</strong>ocesane, abbiamo accolto con gioia il<br />
nuovo Arcivescovo, S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, che faceva il suo ingresso ufficiale.<br />
Da rammentare pure ulteriori momenti <strong>di</strong> rilievo: la settimana <strong>di</strong> fraternità vissuta<br />
con i sacerdoti del Vicariato <strong>di</strong> Palazzolo-Flori<strong>di</strong>a dal 1° al 7 marzo; le Or<strong>di</strong>nazioni a<br />
<strong>di</strong>aconi da parte del neo-arcivescovo degli accoliti Maurizio Casella, Luca Gallina e Alessandro<br />
Genovese, avvenute il 18 marzo, primi vespri della solennità <strong>di</strong> San Giuseppe,<br />
nella Chiesa Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong>.<br />
Pochi giorni dopo, precisamente il 24 marzo, nei primi vespri della solennità dell’Annunciazione<br />
del Signore, sono stati, sempre dal nostro Arcivescovo Mons. Pappalardo,<br />
istituiti lettori i seminaristi Stefano Cappello e Camillo Messina nonché accoliti i seminaristi<br />
Salvatore Savaglia, Guido Scollo e Andrea Zappulla.<br />
Ogni primo martedì del mese si sono tenuti gli incontri <strong>di</strong> formazione, quelli per<br />
i seminaristi del biennio - sull’educazione all’Ascolto - sono stati guidati dal nostro<br />
padre spirituale don Salvatore Garro, mentre quelli per il triennio, condotti dal nostro<br />
rettore don Luca Saraceno, hanno consentito <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re sul tema “la <strong>di</strong>mensione<br />
profetica del servizio presbiterale: il ministero della Parola”.<br />
Per sviluppare il tema conduttore dell’anno, la sinodalità ed i relativi organismi, sono
stati invitati <strong>di</strong>versi docenti ed operatori<br />
che avevano maturato in merito una specifica<br />
esperienza.<br />
Il 28 ottobre, il prof. don Pino Ruggeri,<br />
che insegna Teologia fondamentale e dogmatica<br />
presso lo Stu<strong>di</strong>o Teologico<br />
“S. Paolo” <strong>di</strong> Catania, ha<br />
relazionato su «lo sfondo teologico<br />
della sinodalità»; il 25<br />
novembre il prof. don Adolfo<br />
Longhitano, professore <strong>di</strong><br />
Diritto Canonico, ha parlato<br />
su «il presbiterio e il Consiglio<br />
presbiterale»; il 16 <strong>di</strong>cembre<br />
la prof. Anna Abita Fiaccavento<br />
ha raccontato la sua esperienza<br />
<strong>di</strong> segretaria del Consiglio<br />
Pastorale Diocesano.<br />
Il 13 gennaio 2009 il<br />
nostro economo, don Nuccio<br />
Amenta, ci ha eru<strong>di</strong>ti sul<br />
«Consiglio per gli affari economici»,<br />
mentre il successivo<br />
21 aprile alcuni membri<br />
dell’équipe dell’ufficio catechistico<br />
<strong>di</strong>ocesano hanno illustrato<br />
le attività e i problemi<br />
che tale ufficio si trova ad<br />
affrontare in Diocesi.<br />
Sul loro vissuto nell’ambito<br />
dei suddetti organismi collegiali<br />
<strong>di</strong>ocesani ci hanno intrattenuto<br />
i monsignori Giuseppe Greco, Salvatore<br />
Marino, Giuseppe Sudano, Giovanni<br />
Accolla e Maurizio Aliotta.<br />
Il secondo martedì <strong>di</strong> ciascun mese<br />
è stato de<strong>di</strong>cato alla visione <strong>di</strong> alcuni film<br />
(Quando sei nato non puoi più nasconderti<br />
<strong>di</strong> Marco Tullio Giordana, Le fate ignoranti<br />
<strong>di</strong> Ferzan Ozpetek, Cool runnings – Quattro<br />
sotto zero <strong>di</strong> Jon Turteltaub, East is east<br />
<strong>di</strong> Damien O’Donnel, Viaggio a Kandahar<br />
<strong>di</strong> Mohsen Makhmalbaf, L’ottavo giorno <strong>di</strong><br />
Jaco van Dormael e infine Indovina chi viene<br />
a cena <strong>di</strong> Stanley Kramer) accomunati dalla<br />
tematica sull’apertura alla <strong>di</strong>versità.<br />
Per esprimere l’interesse verso tutte<br />
le realtà ecclesiali presenti nella <strong>di</strong>ocesi,<br />
quest’anno abbiamo incontrato (il 16 <strong>di</strong>cembre<br />
2008 e 13 marzo 2009) - e questo<br />
ha costituito una novità - in <strong>Seminario</strong>, per<br />
con<strong>di</strong>videre un momento <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong><br />
fraternità e <strong>di</strong> confronto sulla “vocazione”, i<br />
gruppi giovanili operanti nelle Parrocchie<br />
Santa Lucia e San Giuseppe Innografo <strong>di</strong><br />
Augusta nonché nella Chiesa Madre e nella<br />
Parrocchia Santa Sofia <strong>di</strong> Sortino.<br />
Un’altra importante esperienza, che ha<br />
impreziosito le riflessioni sul tema dell’anno,<br />
è stata quella del «Sinodo del <strong>Seminario</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Siracusa</strong>», che è stato celebrato le<br />
sere del 14, del 19 e del 21 maggio, su cui<br />
relazioneremo nel prossimo numero.<br />
Una bell’appuntamento, atteso con<br />
trepidazione e simpatia, sarà l’or<strong>di</strong>nazione<br />
presbiterale dei <strong>di</strong>aconi don Sebastién<br />
e don Sylvère, che avverrà il prossimo 1°<br />
agosto in Burun<strong>di</strong>, Paese <strong>di</strong> cui sono originari,<br />
per le mani del loro Vescovo. Anche in<br />
merito a questo evento sarà data ampia informazione<br />
nel successivo numero da parte<br />
dei compagni seminaristi che si recheranno<br />
sul posto insieme con il Rettore per significare<br />
la vicinanza e l’affetto <strong>di</strong> tutta intera la<br />
comunità del <strong>Seminario</strong>, <strong>di</strong> cui hanno fatto<br />
parte per oltre cinque anni, durante i quali<br />
hanno compiuto gli stu<strong>di</strong> teologici presso<br />
l’Istituto San Paolo <strong>di</strong> Catania.<br />
“<br />
Soltanto chi cammina insieme<br />
sa che si tratta <strong>di</strong> un sentiero<br />
(Gadamer)<br />
”<br />
23
Vieni Spirito <strong>di</strong> Dio,<br />
scen<strong>di</strong> su <strong>di</strong> noi,<br />
scen<strong>di</strong> come fuoco che arde,<br />
scen<strong>di</strong> come vento che soffia,<br />
scen<strong>di</strong> come acqua che lava,<br />
scen<strong>di</strong> come luce che splende.<br />
Donaci il Santo Discernimento,<br />
perché possiamo trovarti nel nostro cammino.<br />
Donaci il Santo Timore <strong>di</strong> Dio,<br />
perché non si sostituisca mai<br />
la nostra alla tua volontà.<br />
Donaci la Sapienza del nostro Dio,<br />
perché possiamo comprendere<br />
che ci formi al servizio tuo e dei fratelli.<br />
Donaci la Perseveranza <strong>di</strong> Gesù,<br />
perché giungiamo al nostro obiettivo d’Amore.<br />
Vieni, o Spirito <strong>di</strong> Comunione,<br />
insegnaci a pregare,<br />
insegnaci a sperare,<br />
insegnaci a scegliere,<br />
perché possiamo pensare per noi<br />
un Cammino <strong>di</strong> Libertà<br />
nella piena consacrazione al Signore<br />
e un Vincolo <strong>di</strong> Fraternità<br />
nella vita del domani. Amen.