Approvvigionare - n. 50/51 - Settembre/Novembre 2010 - Adaci

Associazione
Italiana
di Management degli Approvvigionamenti anno 9 n. 50/51
Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 294 del 20/5/2002
Spedizione in A.P. - Art.2 comma 20/C legge 662/96 - Milano
Distribuzione gratuita
Settembre/Novembre 2010
Periodico d’informazione professionale e associativa
Approvvigionare
Votate per il rinnovo
degli Organi Direttivi ADACI

Sommario
LME Ring - 6
Workshop - 12 Sostenibilità - 14
Nessun obiettivo raggiunto è importante
se non è punto di partenza
per nuovi e più impegnativi traguardi.
in questo numero
Direttore responsabile:
Michele Anzivino
Hanno collaborato
a questo numero:
Michele Anzivino
Romeo Ferrini
Giuliano Marcenaro
Patrizio Paoletti
Gianclaudio Torlizzi
Enrico Zingales
Editore e Sede Redazione:
ADACI
Via Spezia, 11
20142 Milano
tel. 02 40072474
fax 02 40090246
e-mail: approvvigionare@adaci.it
Progetto grafico:
Michele Anzivino
Stampa:
Polibor sas
Via di Vittorio, 70
20026 - Novate Milanese (MI)
EDITORIALE
3 Elezioni per il rinnovo degli Organi Direttivi ADACI
INFORMAZIONI
4 Formazione ADACI 2011
5 21min, i saperi dell’eccellenza
COMUNICAZIONI E CRONACHE
6 Hedging, come proteggersi dalla volatilità dei prezzi
7 Bilanci sociali 2009: ADACI e ADACI Formanagement Srl
RIFLESSIONI
8 Il futuro non è più quello di una volta
TEMI PROFESSIONALI
10 Gary Hamel: Il futuro del Management
10 GAM (Gruppi Analisi Mercato): calendario 2°semestre 2010
11 Sonic Boom – Globalisation at mach speed
11 Servizi ai Soci: Dow Jones AcciaioReport
12 2° Workshop 2010 ADACI Lombardia/Liguria
OSSERVATORIO
14 Sostenibilità, ovvero la “genialità dell’acquisto
per il bene comune”
DIGRESSIONI
19 Letture e curiosità
20 Associazione: “Honoris Causa”
c È vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti di questa pubblicazione senza l'autorizzazione scritta dell'Editore.
Approvvigionare
2 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010

EDITORIALE
Elezione degli Organi Direttivi ADACI per il triennio 2011-2013
In questi giorni sono in corso le elezioni, mediante Referendum, per il rinnovo dei componenti degli organi sociali di ADACI con
mandato per il triennio 2011-2013: n. 15 Consiglieri Nazionali, n. 3 Revisori dei Conti e n. 3 Probiviri.
Nelle tabelle sottostanti riportiamo, con la descrizione di alcuni dati anagrafici ed associativi, l’elenco dei candidati che si sono
resi disponibili a dedicare le proprie competenze personali e professionali (per una parte significativa del proprio tempo)
all’organizzazione, gestione e sviluppo dell’Associazione. Di essi, la maggior parte sono da tempo impegnati attivamente nel
dirigere le attività associative, a livello nazionale e/o locale (come si desume dalle cariche attualmente ricoperte), alcuni altri si
offrono per tale compito per la prima volta. La vitalità di un’associazione e la qualità delle relazioni che si instaurano tra i soci
dipendono soprattutto dalla capacità e dalla dedizione di chi è delegato a governarla, definendone gli obiettivi e promuovendone
una fattiva attenzione e partecipazione alle attività sociali. Le periodiche elezioni rappresentano il momento “democratico” in cui
manifestare (esprimendo o negando le proprie preferenze) il giudizio sull’operato di chi ha governato e/o la fiducia verso chi
esprime nuove e più convincenti proposte: più numerosi saranno i votanti, più significativa sarà la delega ad operare degli eletti.
Un sincero augurio a coloro che, in questo periodo difficile, saranno chiamati a governare il futuro della nostra Associazione.
Lista dei Candidati alla carica di Consigliere Nazionale (n. max preferenze esprimibili: 15)
( Note: Certificato ADACI: SC=Socio - DC=Docente // ON=Socio Onorario)
Socio Nato Titolo di studio
Cognome e Nome Sezione Note
dal nel (D.=Diploma L.=Laurea)
Carica associativa attuale
Abbate Marcello Lom/Lig 1989 1964 SC D. Perito Elettronico Consigliere Nazionale
Antonini Sergio Tos/Umb 2003 1958 L. Ingegneria Elettronica Cons. Naz. e VicePres. Sez. Tos/Umb
Anzivino Michele Lom/Lig 1975 1940 ON L. Economia e Commercio Presidente Sez. Lom/Lig
Benvegnù Antonio Lom/Lig 1998 1968 D. Perito Meccanico -
Berionni Paolo Pie 2004 1959 L. Ingegneria Nucleare Vice Presidente Sez. Pie
Berta Mauri Marcella Lom/Lig 2003 1969 SC L. Ingegneria Gestionale Cons. Naz. e Sez. Lom/Lig
Brulli Bruno Lom/Lig 2004 1964 SC D. Maturità scientifica -
Caccialupi Simona Laz 1995 1962 SC D. Tecnico Commerciale Cons. Sez. Lazio
Danese Maria Lorella Tre Ven 1994 1960 SC D. Istituto Tecnico professionale Vice Presidente Naz.
de Cal Antonio Lom/Lig 1990 1962 DC L. Giurisprudenza Consigliere Nazionale
Delpiano Roberto Pie 2000 1948 D. Perito Elettronico industriale -
Diana Luigi Lom/Lig 1997 1967 L. Economia e Commercio Vice Presidente Sez. Sud/Isole
Festa Francesco Lom/Lig 1991 1953 DC L. Ingegneria Elettronica e Matematica Presidente Nazionale
Gaudiello Maurizio Pie 2003 1965 SC D. Ragioneria Cons. Sez. Pie
Lucarelli Andrea Tos/Umb 2003 1974 SC L. Ingegneria Telecomunicazioni Cons. Sez. Tos/Umb
Mori Giuseppe Lom/Lig 2004 1961 L. Ingegneria Elettronica -
Robinelli Gianni Tre Ven 1992 1965 D. Ragioneria Vice Presidente Sez. Tre Ven
Rodolfi Andrea Emi/Mar 1990 1958 SC D. Perito Industriale / Elettronica Cons. Naz. e Sez. Emi/Mar
Sartor Maurilio Lom/Lig 1991 1955 DC L. Economia e Commercio Vice Presidente Sez. Lom/Lig
Scarpellino Gerardo Emi/Mar 1996 1962 D. Perito Meccanico Cons. Naz. e Sez. Emi/Mar
Tosi Marco Lom/Lig 2007 1965 L. -
Tremolada C. Alberto Lom/Lig 2007 1964 L. Economia Aziendale Cons. Sez. Lom/Lig
Zarantonello Renzo Emi/Mar 1987 1959 D. Tecnico (disegnatore meccanico) Vice Presidente Sez. Emi/Mar
Zinali Adriano Pie 2001 1963 SC D. Univers. Business Administration Vice Pres. Naz. e Cons. Sez. Pie
Zinanni Cesare Tos/Umb 1995 1955 D. Perito Chimico Cons. Naz. e Vice Pres. Sez.Tos/Umb
Lista dei Candidati alla carica di Revisore dei Conti (n. max preferenze esprimibili: 3)
Borra Giorgio Pie 1978 1941 D. Ragioniere (Non iscritto Albo) Revisore - Vice Pres. Sez. Pie
Gallo Giancarlo Pie 2002 1954 L. Giurisprudenza (Iscritto Albo) Cons. Sez. Pie
Mafezzoni Renato Lom/Lig 1998 1942 L. Economia e Commercio (Non iscritto Albo) Cons. Sez. Lom/Lig
Sartor Maurilio Lom/Lig 1991 1955 DC L. Economia e Commercio (Non iscritto Albo) Cons. Sez. Lom/Lig
Spadaro Francesco - - 1943 L. Economia e Commercio (Iscritto Albo) -
Lista dei Candidati alla carica di Proboviro (n. max preferenze esprimibili: 3)
Bianchi Federico Lom/Lig 1974 1942 ON D. Proboviro
Nardulli Giovanni Lom/Lig 1971 1944 ON D. turistico -
Rovetto Gian Paolo Pie 1978 1937 DC ON L. Matematica Proboviro - Cons. Sez. Piemonte
Approvvigionare
www.approvvigionare.it 3

INFORMAZIONI
Certificazione
Professionale ADACI
Disporre di un’idonea
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professionale
è un fondamentale “plus”
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ADACI Formanagement
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cammino formativo.
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della Formazione ADACI
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ampia ed articolata, al cui
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profilo professionale
di interesse e sulla base
di linee guida tracciate dal
percorso formativo
di riferimento,
ciascuno può costruire un
proprio piano di studi,
a misura dei propri
obiettivi professionali e/o
delle esigenze
dell’azienda che lo
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Per qualsiasi informazione
consultare il sito Internet
www.adaci.it
o rivolgersi alla
Segreteria dei Corsi:
tel. 02 40090362
fax 02 40090246
e.mail:
formanagement@adaci.it
Profili Professionali
ADACI
Approvvigionamenti AP
Senior
Responsabile RA
Approvvigionamenti
Gestore Materiali GM
Facility Manager FM
Supply SC
Chain Manager
Formazione ADACI
I Corsi sono svolti da docenti certificati ADACI ed organizzati a cura di ADACI Formanagement S.r.l. SU (di
cui ADACI é Socio Unico) nel rispetto della certificazione DIN EN ISO 9001:2008 dell’Ente TÜV Thüringen.
Aree tematiche
SOURCING E
POSIZIONAMENTO
PIANIFICAZIONE,
REPORTING E
CONTROLLING
COST
REDUCTION
E BUDGETING
SCOUTING E
MARKETING
D’ACQUISTO
VALUTAZIONE
DEI FORNITORI
TRATTATIVA E
NEGOZIAZIONE
CONTRATTUA-
LISTICA
SUPPLY CHAIN
GESTIONE
MATERIALI
COMPETENZE
MANAGERIALI
AREE DI
APPROFONDIMENTO
CALENDARIO CORSI A CATALOGO (1° semestre 2011)
3 febbraio MI / 5 luglio RM AP FM
Il processo d’acquisto nel ruolo proattivo della funzione approvvigionamenti.
10 febbraio MI / 7 giugno TO / 12 luglio RM AP RA SC
Definizione strategica politiche d’acquisto: organizzazione, risorse e organigramma.
24 febbraio MI / 31 maggio TO / 7 giugno RM AP RA SC
Pianificazione approvvigionamenti: da definizione fabbisogni a dimensionamento parco fornitori.
18 febbraio PD / 8 marzo MI / 14 giugno RM AP RA SC
Misurazione performance della funzione approvvigionamenti in aziende di produzione e servizi.
24 febbraio FI / 25 marzo PD / 29 marzo MI / 3 maggio RM AP
Tecniche di riduzione dei costi in aziende di produzione e servizi.
2 febbraio TO / 22 marzo MI / 10 maggio RM AP GM RA SC
Strumenti e tecniche per la costruzione del budget degli acquisti nelle aziende di produzione e servizi.
10 marzo MI / 24 maggio RM AP FM
Tecniche base di marketing d’acquisto.
16 febbraio TO / 20 maggio PD / 26 maggio RM / 9 giugno MI RA SC
Tecniche avanzate di marketing d’acquisto.
8-9 febbraio MI / 6-7 aprile TO / 12-13 aprile RM / 9-10 giugno FI AP RA SC
L’albo fornitori e la gestione degli audit.
5 aprile RM / 24 maggio MI AP FM
I sistemi SRM (Supplier Relationship Management).
21-22-23 febbraio MI / 23-24-25 marzo RM / 29-30-31 marzo TO / 6-7-8 giugno MI AP RA FM
La trattativa d’acquisto.
24-25 marzo BO / 6-7 aprile MI / 15-16 giugno RM / 17-24 giugno PD RA SC FM
La negoziazione: tecniche e psicologia di gestione.
3 marzo MI / 9 marzo BO / 15 aprile PD / 19 aprile RM AP
Aspetti legali e contrattuali degli approvvigionamenti.
21 aprile FI / 26 maggio MI / 9 giugno RM RA SC FM
Tecniche contrattuali per l’acquisto di beni e servizi.
24 febbraio RM / 1 marzo TO / 17 maggio MI AP GM SC
L’organizzazione dei magazzini e la gestione delle scorte.
8 marzo RM / 14 giugno MI AP GM SC
Gli strumenti per il management della logistica.
1 febbraio MI / 10 marzo RM RA SC
La leadership del responsabile acquisti.
8 giugno RM / 7 luglio MI AP GM RA SC FM
Time management per la gestione dell’ufficio acquisti.
25-26-27 gennaio MI / 4-5-6 maggio RM AP RA
Acquistare lavorazioni meccaniche. Corso tecnico di preventivazione rapida.
17 febbraio MI / 31 maggio RM AP RA SC
Acquisti in “sicurezza”. Adempimenti per entrata in vigore T.U. su salute e sicurezza.
Sedi Giornate di Studio: Milano (MI) - Bologna (BO) - Padova (PD) - Roma (RM) – Torino (TO)
Tariffe Giornate di Studio (€/SIVA 1-2-3 giorni): Soci ADACI (700-1.200-1.600) - Non Soci (900–1.400- 1.800)
N.B.: Per casi speciali (iscrizioni multiple, piani di studio, ecc.) sono previsti sconti ed agevolazioni.
(Quote €/SIVA: Soci ADACI 1.600 - Non Soci 1.800)
2-3 e 16-17 marzo RM // 10-11 e 18-19 marzo PD // 23-24 e 30-31 marzo MI
3-5, 7-9 e 11-13 maggio BO // 3-5, 10-12, 17-19, 24-26 maggio TO
4-5 e 11-12 maggio NA // 11-12 e 18-19 maggio MI
Il Corso offre un’ampia panoramica di conoscenze e strumenti di base necessari per espletare con efficienza
ed efficacia le principali attività afferenti i processi di approvvigionamento e gestione materiali, in aziende di
produzione e di servizi. Il Corso, punto di partenza per coloro che intendono ottenere la Certificazione
Professionale ADACI, è strutturato in 4 moduli, per un totale di 32 ore, con le tematiche seguenti.
Mod. 1 Processo e politiche d’acquisto – Gestione economica acquisti – Qualità negli Approvvigionamenti
Mod. 2 Marketing d’acquisto –– Valutazione fornitori – Tecniche di negoziazione
Mod. 3 Contratti, fondamenti giuridici e prassi aziendale
Mod. 4 Logistica, Supply Chain e Gestione Materiali – Sistemi Informativi negli Approvvigionamenti
4 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare
Date e Luogo - Titolo del Corso - Certificazione
Sono inoltre previsti Corsi attivabili a richiesta. L’elenco completo delle attività di formazione e consulenza negli
approvvigionamenti è riportato nel Catalogo 2011, scaricabile dal sito www.adaci.it/AFM
CORSO BASE APPROVVIGIONAMENTI (CBA) - 1° semestre anno 2011

INFORMAZIONI
21min, i saperi dell’eccellenza
Milano, 18 – 19 – 20 Novembre 2010
con il Patrocinio dei Ministeri degli Affari Esteri, della Gioventú e del Turismo
Tre giorni, un grande evento internazionale, un nuovo modo di condividere il sapere.
21 grandi dell’economia, del pensiero, della politica, del business e dello sport sul palco.
21 minuti per raccontare l’essenza di una vita attraverso i percorsi e le strategie, ispirando
l’eccellenza, costruendo visioni più ampie, innalzando la creatività.
1000 persone in platea per trovare risposte profonde, che possono influenzare la visione, i
comportamenti, le scelte di vita e di lavoro.
Intervista a Patrizio Paoletti
Quali sono le parole chiave di 21minuti
Le parole chiave per interpretare 21minuti sono
eccellenza e sostenibilità, due idee oggi
sovrapponibili: senza l’una non ci può essere
l’altra, in ogni campo.
Dove nasce l’idea dell’evento e della
piattaforma web
21minuti nasce per dare spazio alla condivisione
delle capacità, delle risorse ed essere il luogo dove
i diversi saperi prodotti dalla nostra società fino a
oggi e le più recenti scoperte che l'umanità ha
fatto su se stessa, possano essere condivise,
affermando che l’uomo è in grado di accogliere
dall’altro il suo successo e non di rifiutarlo. Quando
il successo dell’altro risuona in me, accade che
divengo parte di esso perché naturalmente in me
si inserisce un ‘frame’ della sua ricchezza: sono
rimasto contaminato dalla capacità dell’altro, sono
cresciuto e la mia crescita personale è,
inevitabilmente, crescita sociale ed è questa
crescita il centro della sostenibilità, perché mi
permette di sviluppare sensibilità a ciò che mi
circonda, interloquendo con queste sollecitazioni
in maniera nuova ed originale.
Qual è l’obiettivo di 21minuti
Creare un network di uomini e donne, che hanno
compreso che il potere delle idee e della
condivisione è in grado di promuovere un nuovo
modo di pensare, capace di aiutare il mondo a
vincere le vere sfide con le quali si confronta oggi.
Cosa rende diverso 21minuti dalle altre
conference
Una specifica innovativa finalizzata non al
semplice dialogo ma alla domanda che presiede
a questo: cosa c’è nella tua mente che ti ha
permesso di reinterpretare costantemente le
diverse sollecitazioni che ti hanno raggiunto al
fine di compiere azioni vincenti
Tratto distintivo è anche F.A.S.E., ossia
l’interdisciplinarietà per codificare i saperi in un
sapere unico. 21minuti infatti, dalla selezione
degli speakers alla scelta location, si basa sui
quattro pilastri del sapere: Filosofia, Arte,
Scienza, Economia.
Ai Soci ADACI è riservato uno sconto
del 15 % sulle quote di partecipazione.
Per informazioni ed iscrizioni
consultare il sito:
http://www.21min.org/
Le persone di 21min
21min si rivolge a
persone, professionisti,
dirigenti e organizzazioni
che hanno il desiderio di:
• Reinventarsi nel
mondo che cambia
• Confrontarsi con menti
eccellenti.
• Ricercare idee
innovative.
• Ritrovare la
motivazione profonda.
• Sviluppare una
mentalità dinamica,
flessibile, orientata
all’obiettivo.
• Contattare un network
selezionato.
Cosa l’ha spinta a creare un evento come
21minuti
Cosa mi spinge a realizzare 21minuti
Venticinque anni di ricerca volta al miglioramento
nel campo dell’educazione, della cultura,
dell’economia e del sociale. Da questa analisi è
emerso che nel momento iniziale della nostra
vita accade “tutto”, noi veniamo educati, cioè
stimolati e la capacità di imparare a sottolineare
a noi stessi ciò che di meglio c’è, farà poi la vera
differenza per noi. È necessario continuare in
questo processo di continuo apprendimento
affinché nella seconda parte della vita si possa
eccellere. La vita stessa ci richiede di eccellere,
cioè di condividere con coloro che incontriamo
quotidianamente il punto da cui siamo partiti, ma
ancor di più il punto che vogliamo raggiungere,
per il quale ogni giorno ci impegniamo a investire
tutte le nostre capacità e le nostre risorse.
Approvvigionare
www.approvvigionare.it 5

COMUNICAZIONI E CRONACHE
Gianclaudio Torlizzi
Dow Jones
Energy & Commodities
gianclaudio.torlizzi@
dowjones.com
Nell’incontro
pomeridiano
di discussione ed
approfondimento
(svolto nell’ambito
del laboratorio tematico
“ADACI_Lab”)
venti “Buyer”
hanno seguito con
grande interesse
l’esposizione delle
“Tecniche
operative di hedging
(copertura finanziaria)
nel mercato dell’acciaio
e dei metalli non ferrosi”.
Hedging,
una risposta per proteggersi
dalla volatilità dei prezzi
Nell´arco degli ultimi 10 anni la finanza ha
assunto un ruolo sempre più importante nel
determinare l´andamento dei prezzi dei metalli,
rendendo molto difficili le politiche industriali di
approvvigionamento. Capire il modo in cui il
settore finanziario incide sul settore dei metalli e
apprendere le adeguate tecniche per
proteggersi dalla volatilità dei prezzi sono state le
tematiche affrontate nel corso dell’incontro
“ADACI_Lab”, curato dalla Sezione ADACI -
Lombardia-Liguria in collaborazione con la Dow
Jones e dedicato all´hedging, tenutosi lo scorso
8 ottobre presso la sede ADACI di Milano
“La fiammata dei prezzi dei metalli di base a cui
si sta assistendo dal mese di settembre a questa
parte è frutto più delle manovre speculative da
parte dei fondi finanziari internazionali che non di
una reale e solida ripresa della domanda
mondiale, che rimane fragile fatta eccezione per
alcune realtà asiatiche e dell´America Latina -
dice Gianclaudio Torlizzi, responsabile per l´Italia
della Dow Jones Energy & Commodities -
Questo fenomeno rischia di incidere in maniera
molto pesante sui conti delle imprese italiane, la
maggior parte delle quali si ritrova disorientata
nel gestire la forte volatilità dei prezzi”.
Nella prima parte del seminario si è voluto
fotografare la crescente presenza da parte dei
fondi speculativi nel settore dei metalli di base ed
illustrare quale ruolo essa gioca nella formazione
dei prezzi e dei trend di mercato. “Tutto ha avuto
inizio con l´avvio della politica monetaria super
espansiva portata avanti dalla banca centrale
Usa a cavallo del biennio 2000-2001, che si era
fatta necessaria per far uscire l´economia Usa
dalla recessione successiva allo scoppio della
bolla tecnologica – spiega Torlizzi – Tuttavia
l´aver mantenuto i tassi di interesse a un livello
molto basso per anni ha spinto gli operatori
finanziari a riversare miliardi su miliardi di dollari
negli asset ad alta ciclicità come i metalli,
provocandone l´impennata dei prezzi”.
Il successivo avvento della crisi finanziaria
tuttavia ha avuto un effetto solo temporaneo
nel riportare i prezzi su livelli più accettabili.
“Oggi siamo tornati ai livelli pre-crisi – continua
Torlizzi – Certo, se è vero che la domanda da
parte dei paesi emergenti ha ripreso vigore, è
anche vero che il balzo di oltre il 20% cui
assistiamo dall´inizio dell´estate del complesso
dei metalli è molto influenzato anche dalle
attese di svalutazione del dollaro Usa. Proprio
insomma come l´oro, oggi i metalli di base sono
divenuti un bene rifugio, una sorta di
assicurazione nei confronti di una possibile
impennata dell´inflazione nell´arco dei prossimi
anni. La conseguenza è che i prezzi della
materia prima non rispondono più solo a
logiche di domanda e offerta ma a quelle
proprie di un bene finanziario”.
In un contesto del genere per i buyer non vi è
molto da fare, se non adattarsi alle nuove
dinamiche. “Inutile prendersi in giro – afferma
Torlizzi – la finanza avrà un ruolo sempre
maggiore nel settore dei metalli. La soluzione
più intelligente è dotarsi di un adeguato know
how che metta in condizione il buyer di nuotare
in queste acque difficili. La finanza può essere
considerata un´opportunità e non una
maledizione. Penso per esempio a quale
irripetibile occasione di acquisto ha
rappresentato la passata crisi finanziaria. Ci
sono tutt´oggi buyer illuminati che grazie
all´utilizzo di strumenti finanziari pagano il rame
ancora 3.000 dollari la tonnellata”.
Per far questo però è opportuno conoscere le
regole base dell´hedging ossia della copertura
finanziaria. Il primo punto importante è che
l´hedging non deve assolutamente diventare
speculazione, altrimenti si finisce per fare un
lavoro che non è quello del buyer, oltre che
mettere a rischio l´azienda – ammonisce
Torlizzi – Diversamente dalla speculazione
l´hedging è infatti un gioco a somma zero, dove
la perdita che avviene sul fisico viene bilanciata
dal guadagno che si ottiene operando sul
London Metals Exchange e viceversa.
Insomma, una strategia di hedging puro non ha
come finalità il guadagno in borsa, ma
l´annullamento del rischio derivante dal rialzo
dei prezzi della materia prima. Con un obiettivo
molto chiaro: dare la possibilià ai buyer di
focalizzarsi nuovamente sulla marginalità
dell´azienda”.
6 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare
LME Ring

COMUNICAZIONI E CRONACHE
Bilanci sociali 2009
Il 26 giugno 2010 si è tenuta a Milano, presso la sede nazionale di Via Spezia 11, l’Assemblea Nazionale ADACI.
Proponiamo in sintesi i bilanci dell’Associazione e della Società Adaci Formanagement S.r.l., di cui ADACI è Socio Unico,
approvati dai rispettivi Consigli ed Assemblee.
Associazione
Italiana
di Management degli Approvvigionamenti
Bilancio al 31 dicembre 2009
Stato Patrimoniale
(euro)
Attivo
Immobilizzazioni (spese pluriennali) 12.385
Immobilizzazioni finanziarie (AFM) 30.988
Totale Immobilizzazioni 43.372
Finanziamento infruttifero a AFM 50.000
Disponibilità liquide (Cassa - C/C) 44.985
Crediti verso Clienti e Vari 40.307
Crediti verso Erario e Ist. Previdenziali -
Depositi cauzionali 103
Ratei e risconti attivi 9.217
Costi sospesi per progetti finanziati 15.085
Totale Attività 203.070
Passivo
Avanzo degli esercizi precedenti 132.378
Avanzo dell’esercizio 5.206
Totale Avanzo Esercizi 137.584
Fondo ammortamento e imposte 4.182
Debiti verso Fornitori 23.185
Debiti vari (Clienti, Erario, Ist. Prev.) 6.739
Ratei e risconti passivi (anticipi iscr.) 16.295
Ricavi sospesi per progetti finanziati 15.085
Totale Passivo 65.486
Totale Passivo e Avanzo esercizi 203.070
Conto Economico
Ricavi
Ricavi Istituzionali (Quote, sopr. attive) 248.016
Ricavi commerciali
(formazione, pubblicità, sponsor)
Ricavi finanziari
54.043
832
Dividendi da AFM -
Totale Ricavi 302.891
Costi
Costi istituzionali 98.207
Costi commerciali
(seminari, notiziari, manifestazioni)
Spese generali istituzionali
51.311
121.471
Spese generali commerciali 26.469
Spese finanziarie 227
Totale Costi e Spese 297.685
Avanzo al lordo delle imposte 5.206
Imposte a carico dell’esercizio 0
Avanzo al netto delle imposte 5.206
Bilancio al 31 dicembre 2009
Stato Patrimoniale
(euro)
Attivo
Crediti verso soci
(versamenti ancora dovuti)
Immobilizzazioni
-
187.736
Ammortamenti (98.944)
Totale Immobilizzazioni 88.792
Crediti 234.436
Disponibilità liquide (Cassa - C/C) 200.346
Totale Attivo Circolante 431.782
Ratei e risconti attivi 19.629
Totale Attivo 540.203
Passivo
Capitale 31.200
Riserve (legale, straordinaria, altre) 38.263
Utile d’esercizio (36.855)
+ perdite portati a nuovo (9.172)
Patrimonio netto
27.693
97.156
TFR (Trattamento di fine rapporto
di lavoro subordinato)
Debiti
62.171
338.374
Ratei e risconti passivi 42.502
Totale Fondi, Debiti e Ratei 443.047
Totale Passivo 540.203
Conto Economico
Ricavi vendite e prestazioni
(attività di formazione)
Altri ricavi e proventi
743.022
22.321
Valore della Produzione 765.343
Costi per materiali, servizi,
godimento beni di terzi
Costi per il personale
529.975
201.247
Ammortamenti e svalutazioni 20.621
Oneri diversi di gestione 14.817
Costi della Produzione 766.660
Differenza tra Valore
e Costi Produzione
Proventi diversi e oneri finanziari
(1.317)
1.001
Proventi e oneri straordinari 2
Risultato prima delle imposte (314)
Imposte sul reddito dell’esercizio (8.858)
Perdita d’esercizio (9.172)
Approvvigionare
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RIFLESSIONI
Giuliano Marcenaro
(1)
Giocatore di baseball
statunitense,
più noto per i suoi
aforismi che per
le sue imprese
sportive
(citato da
Leonard Susskind in
“La guerra
dei buchi neri”
– Ed. Adelphi 2009.)
Il futuro non è più quello di
una volta
Riflettendo su questo aforisma di Yogi
Berra (1) , l’uomo della strada si domanda se
l’autore voglia semplicemente sintetizzare in
un’espressione concisa e ad effetto il
risultato di personali esperienze e
meditazioni, oppure allargare lo sguardo ai
fatti concreti che caratterizzano (o sembra
caratterizzino) le più recenti vicende umane
(diciamo: “la storia”), o, ancora, sottolineare
lo scostamento – quasi sempre violento e
profondo – tra il futuro che ognuno di noi
immagina lo aspetti e l’impatto con la realtà
in cui quest’immaginare fatalmente si muta.
O, forse, intende dire che una volta l’andazzo
della vita – del singolo e collettiva – era più
piatto e monotono, e quindi più prevedibile il
futuro Riflettendo più attentamente, l’uomo
della strada conclude che l’aforisma possa
essere riferito – sia o no d’accordo Yogi Berra
– al futuro che l’uomo un tempo si
immaginava alla luce delle conoscenze
possedute e che, con non violente né
sostanziali mutazioni, davano poi forma
anche al futuro reale. Un tempo, perché da
almeno un secolo a questa parte il rapido
susseguirsi di nuove esperienze, più vaste
conoscenze, inattese scoperte porta – o
costringe – l’umanità ad aggiornare quasi
quotidianamente la visione del futuro.
Dell’umanità, certamente, ma anche quello
del singolo individuo, dell’uomo della strada.
Una conferma di questa interpretazione
dell’aforisma di Yogi Berra l’uomo della
strada coglie tornando col pensiero a
quando ancora stava imparando a leggere e
scrivere. Correva l’anno di grazia 1945 e
finalmente, prima in Europa e poi nel
Pacifico, terminava la seconda guerra
mondiale. Giubilo planetario, maniche
rimboccate per ricostruire quanto distrutto
nelle cose, nello spirito e nelle menti,
impegno di tutti a non riprovarci più. Si
spalancava, quindi, un futuro radioso di pace
e di concordia, cui grandi e piccoli giuravano
d’impegnarsi. Nei fatti – anche senza
ricorrere ai libri di storia – sappiamo tutti
com’è andata: guerre (anche fredde!),
rivoluzioni, genocidi, distruzioni,
ammazzamenti, sapientemente distribuiti nel
tempo, non numerosi e pesanti come
provocati dalla guerra mondiale, ma per
alcuni popoli addirittura peggiori.
Ma che il futuro non fosse più come una volta
pure nel passato lo conferma anche un libro
recentemente letto dall’uomo della strada. Si
tratta di “La guerra per il petrolio”, scritto
dall’economista tedesco Anton Zischka nel
1939 e tradotto in italiano per i tipi di
Valentino Bompiani & C. due anni dopo (le
ragioni di questo ritardo non abbisognano di
8 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare
spiegazioni: è sufficiente leggere la storia di
quei giorni). Sfrondato dei contenuti
ideologici e a beneficio di una certa parte in
causa, cui obbligavano i tempi, gli
accadimenti mondiali, il regime in cui Zischka
scriveva, il libro offre un’ampia ed istruttiva
panoramica dei trucchi, i colpi bassi, le
manovre sott’acqua, le vittime più o meno
innocenti e più o meno illustri, i ricatti, i
giochetti sul prezzo per gabbare i
concorrenti, le spietate fregature sparate da
“imprenditori” del settore privi di scrupoli e di
umanità ad alcuni possessori dei giacimenti,
privati o popoli che fossero gli uni e gli altri.
Ma anche l’evolversi dei mezzi e delle
tecnologie di prospezione, perforazione,
trasporto, eccetera. E il tutto, o almeno in
buona parte, sin da prima che venisse
perforato il primo pozzo, pur se attuato in un
clima quasi dilettantesco. Poco meno di un
secolo di storia del petrolio, insomma, visto
però senza rete e attraverso i meno nobili e i
più belluini comportamenti umani.
Cosa ha da vedere tutto ciò con il futuro
Semplice: Zischka scrive testualmente:
”mentre vi sono ancora giacimenti carboniferi
per millenni, c’è del petrolio solo per qualche
ventennio. Le diverse valutazioni che si
possono fare delle riserve esistenti sono
molto approssimative, ma è certo che tra
vent’anni gli Stati Uniti non ne avranno più
una sola goccia”. E, guardando al futuro
prossimo, l’autore si chiede preoccupato
cosa fare delle centinaia di petroliere in
circolazione, ma si consola pensando che
tutti produrranno petrolio sintetico dal
carbone fossile. Petrolio dal carbone a parte
- considerato che i consumi del 1938 (anno
cui si riferiscono i dati in possesso
dell’autore), pur con una guerra alle porte,
erano enormemente inferiori agli attuali – se
l’avesse imbroccata saremmo finiti in riserva,
e poi a secco, già da un bel pezzo. E allora,
quale futuro vede il Signor Zischka Eccoci
serviti: “non solo il traffico, non solo tutte le
macchine rimarrebbero immobilizzati
dall’improvvisa mancanza di petrolio, ma ne
seguirebbe anche una spaventosa catastrofe
finanziaria a cominciare dal fallimento delle
nazioni per le quali il petrolio rappresenta il
massimo cespite fiscale”. Poi le cose sono
andate come sappiamo, nessuno si è più
stracciato le vesti e, anzi, l’oro nero è
diventato l’insostituibile motore della civiltà,
del progresso in senso lato e, in breve, del
futuro dell’intera umanità.
Di nuovo, il futuro tornò a non essere più
quello di una volta. Sino agli anni ’70 del
secolo scorso, però, quando ricercatori del
MIT, per incarico del Club di Roma,

RIFLESSIONI
Il futuro non è più quello di una volta
terrorizzarono l’umanità, dimostrando – valori
di consumi e riserve alla mano – che le
risorse non rinnovabili, petrolio in testa,
erano prossime al lumicino. Ingiustamente
sbeffeggiati (alla fin fine, si erano limitati a
confrontare consumi del momento e riserve
allora note) quando ci si accorse che, grazie
alla scoperta di nuovi giacimenti, il petrolio
sarebbe durato più a lungo, ma non molto. E
così il futuro, per ben due volte nel giro di una
quarantina d’anni, tornò a non essere più
quello di una volta. Ed oggi la visione del
futuro potrebbe cambiare ancora, se si
mostreranno degne di fede e di seri risvolti
pratici due notizie recentemente circolate. La
prima riguarda la possibilità di estrarre quel
70% di greggio rimasto nei giacimenti definiti
esauriti (pare che un magnate indiano ci stia
già provando). L’altra è il ritorno alla ribalta
della vecchia teoria di Dimitrij Ivanovic
Mendeleev (1877), recentemente ripresa dal
professor Vladimir Kutcherov, secondo cui il
petrolio e il gas naturale non sono prodotti
soltanto da materiale organico fossile, ma
anche da reazioni chimico/fisiche in atto nelle
profondità del pianeta. Ne avremmo, allora,
per secoli (o per sempre) e, a lungo termine,
il futuro potrebbe tornare ad essere quello di
una volta.
Ma non di solo petrolio vive l’uomo! Al
contrario, dal petrolio l’uomo potrebbe
addirittura essere ammazzato. Ci sono,
infatti, in circolazione autorevoli personaggi
che garantiscono il soffocamento a breve
dell’intero consorzio umano, se si continuerà
a bruciare petrolio. E allora, sotto con le
energie alternative! Ma quali Alcune
sarebbero insufficienti, altre prossime ad
esaurirsi e non rinnovabili; altre troppo
costose; altre ancora più inquinanti del
petrolio medesimo (ad esempio, la Cina
brucia enormi quantità di carbone per
produrre oltre il 50% dei pannelli solari
richiesti nel mondo, dando una grossa mano
all’inquinamento atmosferico globale). Da
tutto ciò l’uomo della strada deduce che,
nuovamente, il futuro non sarà – o non è già
– più quello di una volta. Non è, però,
soddisfatto dalle conclusioni sin qui tratte.
Non che gli importi molto sapere come
cambierà – se cambierà – il futuro rispetto a
quello che l’umanità oggi s’immagina. Infatti,
un po’ da vigliaccone, pensa che questo sarà
un problema dei posteri e non suo. Tuttavia –
profondamente deluso dalle autorevoli
assicurazioni che danno scongiurata la fine
del mondo prossima ventura, almeno nel
breve termine – si tuffa nella ricerca di
qualcosa che sgretoli, anche soltanto in
parte, l’interpretazione sin qui data
all’aforisma di Yogi Berra. Gli va storta,
però, perché legge che non pochi autorevoli
scienziati ed esperti di fama mondiale, sino a
poco tempo fa fiancheggiatori degli autori di
campagne catastrofiste, si battono oggi
contro ogni forma di allarmismo ecologico,
sia sul versante del global warming (Allarme
Mar Artico: tra dieci anni si scioglierà) che su
quello del global cooling (Sole troppo pallido:
rischiamo il gelo). Ma c’è di peggio, per
l’uomo della strada. Uno scienziato, in
laboratorio, ha sbudellato un batterio, ne ha
prelevato il DNA, ha modificato il genoma e
lo ha infilato in un altro batterio
precedentemente sbudellato. “Creata la vita
artificiale”, hanno annunciato i giornali. A
parte il fatto che l’uomo della strada trova in
questa affermazione una contraddizione tra i
termini “vita” e “artificiale” (ma potrebbe
sbagliarsi, non essendo né scienziato né
giornalista), trema al pensiero che, di bel
nuovo, il futuro potrebbe non essere più
quello di una volta. Addio all’inquinamento e
alla fame nel mondo, per essere precisi.
Infatti, nel giro di alcune migliaia di
generazioni “batteriche” potrebbero essere
prodotti miliardi di miliardi di microscopici
esseri, addestrati a mangiare petrolio ed
“espellere” aria di montagna (Ah, se li
avessimo avuti in tempo per scongiurare il
disastro nel Golfo del Messico!), trasformare
in acqua minerale di prima scelta il luridume
di una palude, far crescere spighe con
chicchi grossi come cocomeri se seminati
insieme al grano, soltanto per citarne alcune
possibili virtù.
E qui l’uomo della strada, visto e considerato
che di essere ancora quello di una volta il
futuro proprio non ne vuol sapere e contro di
esso nulla potendo, vedrebbe di buon occhio
una sorta di riscossa degli animali. Non è un
animalista nel senso corrente della parola,
però non tollera che nei rapporti con essi si
vada oltre un certo segno. Ci ha riflettuto
quando ha visto in TV un toro, incavolato
nero, partire all’assalto della tribuna, con
intenzioni evidentemente tutt’altro che
amichevoli nei confronti degli esseri umani
che la occupavano. Spettacolo nello
spettacolo, un “fegataccio” ha persino
tentato di agguantarlo per la coda, ma,
accortosi di aver dimenticato a casa la
saliera, ha ben presto mollato la presa.
Analoghe riflessioni lo hanno colto anche
quando ha visto, sempre in TV, un leone –
evidentemente incavolato nero come il toro
di cui sopra – decidere di sbranare il
domatore. Scandalizzatevi pure, se volete,
ma l’uomo della strada ha fatto un tifo da
stadio per il toro e per il leone.
Approvvigionare
Dimitrij Ivanovic
Mendeleev
“Creata la vita
artificiale”:
l’uomo della strada
trema al pensiero
che il futuro
potrebbe non essere
più quello
di una volta.
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TEMI PROFESSIONALI
A cura di
Enrico Zingales
La concezione
dell’innovazione come leva
strategica dell’Azienda
nella sua totalità è stata
dibattuta dai Soci ADACI
durante uno degli ultimi
incontri del 2009 dei GAM
(Gruppi Analisi Mercato).
Si veda al proposito
il resoconto del GAM
della Componentistica del
1° dicembre 2009,
disponibile su
www.approvvigionare.com
“I pilastri dell’innovazione
possono essere
il prodotto, i processi,
la formazione
professionale, la logistica.
Tuttavia per spiegare
la massima efficacia
l’innovazione deve
investire l’attività
aziendale nel suo
complesso,
e non appartenere
ad un settore
né enfatizzarne
solo una parte.
È l’Azienda che innova,
in tutte le sue funzioni.”
Gary Hamel: Il futuro del
Management
“Produrre competenze difficili da copiare”
Il Wall Street Journal nel 2008 lo ha definito uno
dei più influenti pensatori manageriali e la
rivista Fortune lo ha definito il massimo esperto
mondiale in business strategy.
Se leggiamo oggi, con il senno di poi, le
proposte del Prof. Hamel, assume grande
evidenza il fatto di aver lanciato nel 2007, un
anno prima che la crisi USA iniziasse, l’idea del
rimedio che ora, nel 2010, l’intero mondo
accademico ed imprenditoriale indica come
unica via d’uscita alla crisi stessa:
l’innovazione nell’azienda globalmente intesa.
Il libro, infatti, è stato tradotto e pubblicato in
Italia nel gennaio 2008 (Edizioni ETAS -
€ 23,00), ma la prima pubblicazione in lingua
originale risale – e quindi le affermazioni in
esso contenute ne sono antecedenti – al 10
settembre 2007 presso la Harvard Business
School Press.
Il Prof. Hamel critica duramente la cultura
manageriale stagnante che egli riscontra già
allora nelle imprese. «Se un dirigente degli anni
sessanta fosse catapultato dalla macchina del
tempo in un’azienda dei nostri giorni si
troverebbe a vagare spaesato tra nuove
tecnologie, prodotti, sistemi, modelli di
comunicazione, fino a quando… qualcuno gli
illustrasse gli stili di management in uso. Gli
stessi che conosceva e applicava ai suoi tempi.
Uguali. Immutati.»
Muovendo da queste basi l’Autore analizza
nella storia di alcune Aziende Leader gli
elementi discriminanti tra i casi di successo e
le situazioni in regressione.
Segue una ricerca di case history, rintracciabili
sul sito Internet all’indirizzo:
http://www.businessonline.it/6/StategieeMan
agement/1927/ripensare-lavoromanager.html
che evidenziano come le qualità primarie del
manager del futuro siano la flessibilità e la
creatività, ed i suoi ruoli non si limitino più
all’organizzazione, comando e controllo, ma
consistano essenzialmente nel produrre
competenze e valori nuovi, difficili da copiare,
migliorando i processi, sviluppando la
conoscenza ed allocando le risorse. La nuova
conformazione del mercato esige soluzioni e
piattaforme di business dinamiche basate sul
social network; queste hanno inoltre la forza di
generare per l’azienda capacità competitiva
durevole nel tempo.
Gary Hamel si è laureato alla Andrew University
nel 1975 ed alla Ross School of Business
presso l’Università del Michigan nel 1990. È
stato Visiting Professor alla Harvard Business
School ed ha ha fondato ‘Strategos’, Società
di consulenza di management internazionale
con base a Chicago. È alla London Business
School dove insegna management strategico
e internazionale.
(si veda su:
http://www.scuoladisistema-confindustria.it
portale della Scuola di Sistema Confindustria,
e http://economiaemanagement.corriere.it
portale della rivista dello SDA Bocconi).
GAM - GRUPPI ANALISI MERCATO – Calendario 2° semestre 2010
GAM
Meccanica
GAM
Chimica
GAM
Componentistica
GAM
Reti e Servizi
Lunedì 18 ottobre
Lunedì 25 ottobre
Lunedì 19 novembre
Venerdì 29 novembre
Approvvigionare
Cost cutting is not enough
Moderatore: Massimo Giacometti
L’evoluzione accelera: il buyer sta al passo o la subisce
Moderatore: Daniele Prudenzano
Materie prime e semilavorati, come superare i trade-off del mercato
Moderatore Alberto Claudio Tremolada
------------------------------------------------------------------
Crescono gli ordini, mancano i componenti, aumentano i prezzi.
Quale impatto sul conto economico e sul cash-flow
L’esperienza di Gitronica SpA – Gruppo Guzzini.
Moderatore Paolo Mastrostefano
Energia e fonti alternative:
lavoriamo per finanziamenti e sovvenzioni oppure è vero business
Moderatore: Romeo Ferrini
Chi abbia interesse a partecipare ai GAM lo comunichi alla Segreteria ADACI. Le iscrizioni devono essere indirizzate a:
segreteriasede@adaci.it oppure a sez.lombardia@adaci.it specificando il tipo di GAM cui si intende partecipare.
Le riunioni saranno assistite da Soci esperti nel ruolo di Moderatori dello scambio di esperienze tra i partecipanti e si svolgeranno, salvo
contrario avviso, presso la sede ADACI in Milano, Via Spezia 11, nei giorni stabiliti, dalle 14,30 alle 17,30.
10 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010

TEMI PROFESSIONALI
Sonic Boom
Globalisation at mach speed
di Gregg Edmund Easterbrook
Potremmo tradurre: “Big Bang: la
Globalizzazione alla velocità del suono”.
L’Autore ammette che, probabilmente, la
recessione internazionale stia perdendo
vigore, ma afferma che ad essa seguirà un
incremento del fenomeno della
globalizzazione a velocità sempre
maggiore. Ed i punti focali di questa
crescita saranno i Paesi nei quali lo
sviluppo è necessario. I beni ed i servizi
miglioreranno e diminuiranno di prezzo, ma
aumenterà nel medesimo tempo l’ansia per
l’occupazione e l’incertezza economica.
La parte positiva del boom sarà
rappresentata dalle comunicazioni più
veloci e meno costose, dall’accesso
generalizzato alle informazioni ed alla
conoscenza; dall’innovazione sempre più
rapida, dall’integrazione delle culture, dalla
maggiore libertà e dai migliori scambi
intellettuali. Ma la parte negativa sarà
l’insicurezza nel lavoro e nelle fonti di
reddito, nonostante lo sviluppo generale.
Il Sonic Boom, secondo G. Easterbrook,
aumenterà enormemente l’efficienza del
network, tanto che l’attuale internet potrà
essere considerato poco più che un
giochino: saremo molto più ‘interconnessi’
di oggi. Aumenterà per le Nazioni il valore
dello studio, e l’obbligo scolastico sarà
fissato ai 23 anni, grazie anche all’aumento
dell’aspettativa di vita.
La telematica ci guiderà rimediando ai
nostri errori. Ma per converso ci sarà una
bella dose di stress: la stabilità sarà sempre
più in calo.
«È in arrivo un futuro caotico, aspro,
imprevedibile, stressante, libero, prospero,
molto ben informato e veloce. Sonic Boom
è la guida per affrontarlo e fronteggiarlo».
Editrice
Random House,
29 dicembre 2009,
in stampa già la
seconda edizione
e la traduzione
in cinese.
http://www.randomhouse.com/rhpg/catalog/re
sults.pperltitle_auth_isbn=gregg+easterbrook
Frasi celebri del passato
Now this is not the end.
It is not even the beginning of the end.
But it is, perhaps, the end of the beginning.
Churchill, 1942
“Questo libro spiega
perché il futuro
del nostro mondo
sia ancora un futuro di
globalizzazione,
nel quale la velocità
crescente del
cambiamento ci
condizionerà tutti
profondamente.”
(Tyler Cowen,
Holbert C. Harris
Professor of Economics
alla George Mason
University, Virginia).
"Raccomando
caldamente la lettura di
questo libro a chiunque
voglia veder chiaro nel
futuro senza ottimismi
nè pessimismi
esagerati.“
(Gary Becker,
economista
dell’Università
di Chicago,
Premio Nobel per
l’Economia 1992)
DOW JONES ACCIAIOREPORT
Dow Jones News Gmbh è Socio Sostenitore di ADACI, cui ha offerto uno speciale accordo per raccogliere le sottoscrizioni
per la newsletter quindicinale “Dow Jones AcciaioReport” (prima pubblicazione in italiano di informazioni economiche sul
mercato dei metalli, inviata ai sottoscrittori via e.mail) a condizioni particolarmente favorevoli rispetto alle tariffe ufficiali di
diffusione; infatti, è possibile sottoscrivere tramite ADACI un abbonamento annuale al prezzo speciale di:
- Soci ADACI: 206,00 euro (non sono soggette ad IVA ai sensi dell'art. 5 del DLGS 460/1997).
- Non Soci ADACI: 312,00 euro (+IVA).
Si tratta di un’opportunità e di un servizio davvero speciali, ove si tenga conto che il prezzo ufficiale di vendita di tale servizio
informativo è di 59,00 euro/mese (si veda sul sito http://www.fis.dowjones.com/it/products/acciaio5.html).
Il versamento dell’importo dell’abbonamento deve essere effettuato intestandolo all’ADACI con le modalità seguenti:
a/m bonifico bancario intestato ad ADACI c/o: INTESA SAN PAOLO SPA - FILIALE 1814 - Milano
Coordinate Bancarie Europee: IT53S0306909519100000000086
specificando come causale del versamento: «Abbonamento annuale a ‘Dow Jones AcciaioReport’»
Ciascun abbonamento sarà attivato a decorrere dal mese successivo a quello in cui il versamento sarà pervenuto all’ADACI
(l’invio immediato via fax della copia della ricevuta di versamento renderà più tempestiva l’attivazione).
La Segreteria nazionale è a disposizione per ogni ulteriore chiarimento: Laura De Faveri – informazione@adaci.it
4www.approvvigionare.it www.adaci.it n. 33 Novembre 2007 115
Approvvigionare

TEMI PROFESSIONALI
2° Workshop 2010
ADACI Lombardia/Liguria
A cura di
Giuliano Marcenaro
Relatore su
Quadro congiunturale
Domenico Delli Gatti
Ordinario Economia Politica
Università Cattolica Milano
Relatore su
Metalli
Gianclaudio Torlizzi
Dow Jones
Energy & Commodities
Andamento dell’economia mondiale
Questo incontro tra approvvigionatori si
proponeva innanzitutto di fare il punto sullo
stato di integrazione dei mercati, da più parti
auspicato come unica via per raggiungere i
necessari livelli di produttività e di
competitività. La strada da percorrere verso
questo traguardo appare ancora irta di
incertezze e non è, pertanto, possibile
affermare che la giusta via sia stata imboccata.
Negli USA si nota, infatti, un calo degli
indici di fiducia delle imprese, in presenza di:
un modesto calo di crescita che appare in
ulteriore rallentamento; una fiacca dinamica
del PIL; una sensibile contrazione delle
esportazioni. Ci si chiede, quindi, se siamo
in presenza di un rallentamento
congiunturale o di una vera e propria
recessione, considerando anche un
peggioramento dei conti con l’estero, pur
ritenendo gli analisti che su questo versante
si potranno osservare segnali di ripresa,
specialmente grazie agli scambi commerciali
con la Cina.
Nell’Area Euro la congiuntura appare in
controtendenza rispetto a quella
statunitense, osservandosi in ripresa la
produzione industriale in Germania, Francia,
e UK, mentre il PIL è in crescita ovunque, pur
se a velocità diverse (nel Q2 su base
annualizzata: Germania +9%, Francia
+2,5%, Italia +1,5%). Positivo anche
l’andamento degli investimenti e dei
consumi interni, mentre è ancora modesto il
contributo della domanda estera.
Sembra risolta la crisi greca, anche se il PIL
appare in costante diminuzione (-4% nel
2101, con un’ulteriore flessione nel 2011,
prevista intorno al 2,5%) ed è in crescita il
debito, previsto pari al 150% nel 2013.
Uno sguardo ai mercati
Petrolio
I consumi dell’anno in corso si collocano
mediamente sugli 86,6 mbg, previsti in crescita
di circa l’1,5% nel 2011. Le scorte OCSE
permangono elevate, con una copertura di
oltre 60 giorni, ed eventuali crescite della
domanda saranno coperte dall’eccedenza di
capacità produttiva dell’OPEC. Questa
eccedenza (intorno ai 5 mbg) permette di
guardare con tranquillità alla disponibilità nel
medio termine. Di conseguenza, le energie
alternative, pur in forte crescita, destano
attenzione soltanto in quei Paesi che hanno
una visione a lungo termine.
Acciai
Il mercato è attualmente caratterizzato da
bassi livelli di scorte e da prezzi in fase
rialzista. Alla carenza di materiali in USA fa
riscontro la forte domanda cinese, che
assorbe circa il 40% della produzione,
specialmente verso il settore edile. La
domanda cinese è prevista in crescita anche
nel 2011. I prezzi sono pertanto volti ad
ulteriori rincari anche in prospettiva, e la
contrazione produttiva potrà concorrere a
sostenere tale crescita, favorita anche dal
rinforzo dei prezzi del minerale di ferro. Un
ulteriore indebolimento del dollaro potrebbe
favorire il previsto rincaro delle quotazioni.
Metalli non ferrosi
Il prezzo del rame – cresciuto nel 2009 di
oltre il 90% - a fine agosto 2010 si collocava,
alla borsa di Milano, intorno ai 6.600 € la
tonnellata, con un rincaro prossimo al 126%
rispetto alla fine del 2008. Per i prossimi
mesi si prevedono ulteriori rinforzi della
quotazione. Sulla scia del rame si sono
mossi i laminati di ottone (+108% nello
stesso periodo), previsti anch’essi tendenti
al rincaro nei prossimi mesi. Continua
l’andamento altalenante – costantemente
volto al rincaro – dei prezzi di zinco,
alluminio, stagno e nickel, per i quali non
12 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare

TEMI PROFESSIONALI
2° Workshop 2010 ADACI Lombardia/Liguria
si esclude una maggiore stabilità nel breve
periodo, soprattutto se il dollaro USA
interromperà l’andamento ribassista.
Componentistica elettronica
Ancora difficoltà di approvvigionamento e
prezzi in leggera tensione nel settore delle
memorie DRAM, dovuti principalmente a
riorganizzazione nell’ambito produttivo.
I Flash evidenziano prezzi in tensione in
presenza di una forte domanda ora in via di
stabilizzazione.
Prezzi stabili e lead time in miglioramento nei
micro chip, e prezzi in leggera tensione nei
led ad alta luminosità.
Prezzi in leggera tensione anche per diodi,
transistor, connettori e relay; stabili quelli dei
circuiti stampati. e dei condensatori in genere.
Prodotti chimici
Pur presentando un recupero di circa il 6%
sullo scorso anno, la produzione mondiale è
ancora lontana dai valori registrati nel 2008,
avendone la crisi di quell’anno ridisegnato la
distribuzione e spostato il baricentro
produttivo. Ciò anche perché gli investimenti
effettuati nello scorso biennio hanno creato
una capacità produttiva in parte ora
inutilizzata. Si nota infatti un notevole
incremento di produzione nei Paesi
emergenti (Asia, Africa e Medio Oriente)
rispetto a quelli avanzati. Il livello raggiunto
dai prezzi consente buoni margini alle
multinazionali (vedi tabella “Prezzi
Commodities”), ma per l’ultimo tratto
dell’anno si prevedono stabilità con modeste
flessioni in alcune commodities.
Proiezioni a breve fanno ritenere possibili nel
2011 assestamenti dei prezzi (in linea con il
petrolio) e dei valori produttivi. L’elevata
capacità produttiva inutilizzata, infatti,
manterrà basso il fattore inflativo e
permetterà di raggiungere entro il 2011 i
valori del 2008. Le scorte presso gli
utilizzatori sono ora praticamente nulle e i
produttori stanno riducendo la capacità degli
impianti per contenere i livelli delle giacenze.
Materie plastiche
I produttori di polimeri di base, da tempo
concentrati sull’abbattimento dei costi
tramite ristrutturazioni, riorganizzazioni e
razionalizzazioni produttive, sono intervenuti
pesantemente sui listini. La domanda
piuttosto fiacca, però, e i rincari non
giustificati delle materie prime di base e le
modeste prospettive di crescita potrebbero
favorire un’inversione della tendenza al
rincaro. Nell’ultimo trimestre si è notata una
sostanziale stabilità nei prezzi di quei
prodotti rincarati precedentemente, con rare
tendenze al rincaro rispetto ad inizio anno
(PC, PBT, PMMA, PVC).
In merito alla trasformazione dei
termoplastici, si notano ancora difficoltà
legate alle troppe aziende ancora di ridotte
dimensioni e poco propense ad innovare;
alle cadute di fatturato (tra il 25 e il 40%) per
le imprese legate all’edilizia, all’automotive e
all’elettromeccanica; la possibilità di
trasferire soltanto in minima parte i rincari
della materia prima. Un segnale positivo
giunge dai produttori di macchine per la
trasformazione che segnalano una crescita
del portafoglio ordini prossima al 25%.
Imballi
Il cartone, sia 3 onde che 2 onde, stabile
nei mesi passati, è ora in fase di rincaro, fase
che dovrebbe esaurirsi entro l’anno per
imboccare poi un periodo di buona stabilità.
Stabili sono ora le quotazioni dei segati di
conifera e delle casse di abete, e
dovrebbero mantenere tale stabilità anche
per l’anno prossimo. Stanno rincarando i
compensati di betulla e fenolici, mentre
sembra abbiano raggiunto una buona
stabilità gli OSB.
A margine dell’incontro si sono svolte due
ampie relazioni, molto interessanti per gli
approvvigionatori, sul mercato dell’energia
e sull’archiviazione e la gestione
elettronica dei documenti. La prima, tenuta
da ingegneri della Servitec S.r.l. - Area
Energia, ha illustrato opportunità e benefici
nell’approvvigionamento delle fonti
energetiche presentando casi concreti di
scelte che hanno permesso di conseguire
economie molto interessanti. L’altra, svolta
da Alvino Lancini della Archivist S.r.l., ha
mostrato come ottimizzare i flussi
documentali dell’Ufficio Acquisti a costo
zero, proponendo e illustrando ampiamente
la possibilità di superare convenientemente
le problematiche della gestione cartacea
delle informazioni attraverso la gestione e la
conservazione informatica dei documenti.
Approvvigionare
Relatori su
Andamento Mercati
Giovanni Arletti
(Imballi)
Alberto Borsani
(Metalli Non Ferrosi)
Maurizio Del Pozzo
(Componentistica
elettronica)
Daniele Prudenzano
(Chimica e Petrolio)
Vittorio Stefanini
(Materie Plastiche)
www.approvvigionare.it 13

OSSERVATORIO
Romeo Ferrini
Imp/Exp Hi-Tech
Trading Consultant
(r-ferrini@libero.it)
Vedi articoli
dello stesso autore
pubblicati su
Approvvigionare
(n. 22-23-24
del 2006
e n. 34-35
del 2008)
su Cina e Vietnam.
Acquistare
nei paesi
Low Cost
per Vendere
in quegli
stessi paesi,
avendo come
obiettivo
un proficuo
sviluppo
di tutte le parti
coinvolte.
Sostenibilità, ovvero la “genialità
dell’acquisto per il bene comune”
L’Arte non si Acquista, si acquista semmai l’Opera d’Arte. Il Genio non si Delocalizza, si fa
in modo che l’Opera Geniale serva a tutti. Questo è il mio concetto di Globalizzazione, che
dovrebbe accompagnare tutti coloro a cui preme contribuire a sostenere e far evolvere il
mondo povero (Africa in primis), che costituisce il 65% dell’umanità.
Questo concetto mi ha accompagnato in
questi ultimi anni della mia vita lavorativa,
passati all’estero, in cui ho contribuito e
contribuisco tuttora a spingere le aziende
italiane a Delocalizzare ed Acquistare nei
paesi cosiddetti “Emergenti” e “Low Cost”.
Sono, infatti, uno di quelli che propone ed ha
proposto soluzioni per l’innovazione alle
Aziende italiane con cui oggi collaboro, con
l’obiettivo d’incrementarne lo sviluppo
economico e cioè: portare LAVORO. Secondo
il motto, che ho contribuito a diffondere in
ADACI, di “Acquistare nei paesi Low Cost
per Vendere in quegli stessi paesi”, dove
l’opportunità di business è almeno 26 volte
quella dell’Europa.
Talvolta, però, ero indotto a credere di essere
in errore! Perché il pensiero di molte aziende
italiane è quello di Delocalizzare in questi
paesi in modo ben diverso dal ben più ampio
concetto di “Consortiated Global Business”,
consistente nel rendere interagibili gli scambi
tra i Paesi con l’obiettivo di un proficuo
sviluppo di tutte le parti coinvolte. Parecchie
aziende desiderano Delocalizzare
semplicemente una linea di prodotti, in cui la
mano d’opera incide notevolmente, per
avere margini e combattere così la
concorrenza sui prezzi. Questo
comportamento ha, però, poca vita nel
mercato Globale, è solo sfruttamento e di
breve durata, come ho avuto modo di
constatare con alcune società che hanno
usato questo metodo con la Cina.
Possibile che fossi io a sbagliare tutto
quando raccomandavo alle ditte con cui
collaboravo di delocalizzare portandosi
dietro anche il loro indotto (Terzisti compresi),
per far sì che tutto il comparto potesse
usufruire di questo grande mercato che era
ed è la Cina Ma ora, mi ha confortato un
articolo sulla "New Global Opportunity",
apparso su FORTUNE di Luglio 2010, che
parlava del FORUM del 26-28 Giugno 2010,
tenuto a Cape Town, South Africa, con la
partecipazione di 500 CEO di tutto il mondo
industriale (oltretutto durante l’Ultimo World
Cup). Mi ha reso chiaro che non solo non ero
per niente in errore, ma che le cose che
ripeto in ADACI e nelle Università dal 2004
sono la migliore strada per fare business,
anche nei luoghi dove alberga l’estrema
povertà.
Nel 1986 iniziammo, con l’azienda di
Telecomunicazioni in cui lavoravo, a vendere
in Cina e a costituire Joint Venture per il
Transfer Know How. Poi, visto che il sistema
ce lo permetteva, abbiamo Delocalizzato
negli anni ’90 le linee di produzione di alcuni
prodotti “maturi”, added Transfer Technology
(SKD+CKD), in cui c’era una notevole
incidenza di mano d’opera; e così ci siamo
beati nel trovare una forma di
Delocalizzazione vicina allo sfruttamento.
Purtroppo, abbiamo insegnato ai cinesi a
fare altrettanto, tanto che oggi loro lo fanno
con il Vietnam, dove il costo della mano
d’opera è metà di quello cinese! Ma non lo
hanno adottato nei paesi da cui vogliono
acquistare materie prime, anche se
sottosviluppati e poveri. Loro hanno circa
800 milioni di persone da dover far
beneficiare dello sviluppo di cui beneficiano
oggi i restanti 500 milioni. Loro sanno quanto
e come questo sia difficile.
Pensavamo allora che con tale tipo di
delocalizzazione si potesse fare un’opera di
Cost Reduction e battere la concorrenza sui
prezzi, avendo alzato i margini senza
preoccuparci dell’obsolescenza dei nostri
impianti e dimenticandoci dell’Innovazione
(fantasia creativa e genialità buttati in soffitta
per non dire di peggio!). Poi però, nel 2001, mi
trovai in certe gare in Africa dei concorrenti
agguerriti: i CINESI della Huawei! Quelli che
oggi sono il primo fornitore di apparati di
telecomunicazioni di Telecom Italia e di altri
importanti Operatori TLC Europei.
In 40 anni le nostre aziende di
Telecomunicazioni, tipo Telettra (oggi Alcatel),
GTE (oggi Siemens Nokia) e Italtel, si sono
ridotte ai minimi termini o sparite.
I cinesi hanno invece capito, fin dal 2000, di
cosa ha bisogno il 65% del mondo povero,
Africa in primis; hanno capito che, se vogliono
le materie prime, dovranno far sì che ci sia
immancabilmente una ricaduta consistente in
economia e infrastrutture nei paesi poveri dove
loro si approvvigionano, non ultimo l'aiuto in
alfabetizzazione delle giovani, come successe
da loro durante il maoismo più ferreo.
Alcune riflessioni poste dai CEO al Forum
sono veramente significative e stimolanti per
capire meglio la Globalizzazione.
14 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare

OSSERVATORIO
Sostenibilità, ovvero la “genialità dell’acquisto per il bene comune”
Non può continuare ad esistere che un TOP
Manager percepisca un salario 400 volte
superiore a quello di un operaio occidentale,
6.000 volte superiore di un operaio in Asia
(escluso Giappone e Corea del sud) e 8.000
volte di uno in Africa. È uno squilibrio che a
breve saremo tutti chiamati a pagare, specie
le prossime generazioni!
E noi cosa facciamo in EU, ci proteggiamo
solamente con dazi antidumping La
globalizzazione ormai coinvolge anche chi fa le
pulizie nelle aziende (vedi il caso di Pomigliano
d’Arco - FIAT), tanto che basta uno starnuto di
un settore del mercato greco o cinese perché
ne risenta tutto il settore mondiale! Cosa
accadrebbe con una polmonite
Se un Imprenditore oggi fermamente pensa:
“Vado a investire, per produrre il mio
prodotto che ho progettato, dove più hanno
capito che la concorrenza si batte non solo
sui prezzi, ma sulla produttività efficiente, in
un contesto socio economico non
conflittuale e capace di recepire queste sfide
senza ideologie di classe o ‘ingessamento’
retributivo”, e questo è il pensiero dominante
di molti, dobbiamo correre ai ripari, altrimenti
la grande industria e anche la media,
spariranno dall'Italia e rimarranno solo le
BOTTEGHE come nel Medioevo!
Voi mi direte: ma che c’entrano gli Acquisti
Ricordate quando parlavo di portarsi dietro
anche l’Indotto, come i Terzisti
Ebbene sì, abbiamo fatto un’esperienza
veramente positiva, perché invece di portare
via lavoro alle aziende dell’indotto italiano li
abbiamo portati con noi in Cina e in Vietnam,
dove intendevamo far produrre a nostro
disegno i prodotti in cui intendevamo
compiere un’azione di cost-reduction, e far
comprendere ai cinesi e ai vietnamiti cosa
facevamo costruire fuori, presso i nostri
Terzisti, come semilavorati. In modo che
anche loro individuassero dei costruttori che
potessero fare altrettanto, sotto la guida di
un Primer Supplier, che era l’unica interfaccia
verso la nostra azienda, ma che faceva
lavorare questi sub-fornitori sotto la guida
dei nostri Terzisti.
Nel Nord Est d’Italia ci sono due aziende, una
di carpenteria e una costruttrice di valvole
speciali per gas e fluidi, che fornivano come
Terzisti a medie aziende del settore
meccanico, che in tre anni hanno duplicato il
fatturato e si sono diversificati su nuovi
prodotti e oggi possono dire di aver trovato
una formula per competere con la crisi e la
globalizzazione, e non solo sopravvivere.
In questa maniera abbiamo reso partecipi
anche i nostri Terzisti italiani nell’azione di
cost reduction per combattere la concorrenza.
I Terzisti dal canto loro hanno trovato chi
possa fare per loro dei prodotti oramai maturi
e che in Italia non hanno altre soluzioni di
riduzione costi, a meno di un cambio di
tecnologia difficile da fare a breve e senza
finanziamenti aggiuntivi. In questa maniera si
muove non solo l’azienda che Delocalizza, ma
anche il suo indotto che ne usufruisce insieme
ai fornitori cinesi e vietnamiti, che capiscono
come un prodotto possa muovere un contesto
di aziende. Il Prodotto realizzato con questa
Delocalizzazione diviene un’opportunità per il
mercato cinese o vietnamita, mentre a noi
fornisce l’opportunità di sviluppare nuovi
prodotti, investendo in Ricerca una parte dei
guadagni realizzati con la delocalizzazione.
Pertanto abbiamo fatto opera di Joint
Company con i Cinesi per vendere nel loro
mercato prodotti simili ai nostri, ma adattati
alle esigenze dei loro clienti, con un Transfer
Know How and Technology, che permette a
loro di vendere prodotti innovativi e
all’avanguardia in vari settori del loro mercato
e a noi il modo di creare dei buffer di profitti
dal ricavato delle Royalties, che i contratti di
J/V Co. ci permettono.
Sì, va bene, direte voi, ma se poi vi copiano
tutti i prodotti e li immettono nel nostro
mercato a prezzi stracciati, che cosa
succede È successo, ma hanno invaso un
mercato in learning di chiusura, obsoleto e
senza profitto, perché i nostri clienti usano i
nostri nuovi prodotti con innovazione sia di
Design che di prestazioni tecnologiche.
Non è facile combattere la contraffazione
fraudolenta, ma oggi ci sono più controlli e
mezzi per combatterla. Un cinese non compra
in Cina un prodotto Made in Italy taroccato,
sono oggi più esigenti e sofisticati di noi!
Hanno da urbanizzare zone depresse con
milioni di persone che vivono oggi con 10-15 €
al mese, e dove il nostro Artigianato potrebbe
giocare la carta migliore. Loro ce lo invidiano e
farebbero carte false per avere i maestri d’arte
che hanno le piccole aziende italiane. Non per
copiare, ma per far imparare ai cinesi a usare i
5.000 anni di storia che hanno, per forgiare un
prodotto artigianale capace di soddisfare il loro
mercato locale delle 28 Province con i 56
gruppi etnici o Mínzú e il 18% della
popolazione mondiale.
La Cina decide che le idee sono più importanti
del denaro e che la virtù è propedeutica a
qualsiasi attività (Confucio insegna!).
Agisce senza indugi e in fretta: lo scorso
Marzo il governo cinese fa nascere il CCIEE
“China Center for International Economic
Exchange” presieduto da Zeng Peiyen ex Vice
Primo Ministro.
Il CCIEE ha lo scopo di studiare e produrre
analisi sulla governance nella globalizzazione,
per soluzioni nei diversi ambiti economici, per
Approvvigionare
Rendere partecipi
anche i Terzisti
italiani nell’azione
di cost reduction
per combattere
la concorrenza.
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OSSERVATORIO
Sostenibilità, ovvero la “genialità dell’acquisto per il bene comune”
16 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare
la trasmissione della conoscenza, per la
cooperazione e la consulenza ai governi locali
ed esteri. Fanno parte del CCIEE le migliori
menti cinesi, in pari dignità con i
rappresentanti delle istituzioni, delle banche e
delle imprese.
Continuano a Pechino gli incontri, iniziati nel
Luglio del 2009, con premi Nobel
dell’Economia, Presidenti delle più grandi
multinazionali, Esperti di strategia, Professori
universitari e Rappresentanti di Istituzioni
sovranazionali; consapevoli che il confronto è
meglio dell’isolamento.
È la più spettacolare concentrazione di
“fosforo” che si sia mai vista in Cina!!
E NOI, CON IL SOLO G8, E L’EUROPA CON
LA SOLA EUROLANDIA, COSA FACCIAMO
Il Governo cinese, attraverso una politica
improntata ad una sorta di "capitalismo
dirigista", ha dimostrato di saper gestire la
robusta crescita economica nonostante
l'emersione di alcune problematiche,
considerate inconvenienti “necessari” allo
sviluppo del Paese, e adesso è chiamato a
gestire un rallentamento dalla durata incerta.
Le sfide che impegnano le Autorità comuniste
riguardano l’attenzione ai temi sociali, tra cui
la creazione di nuovi posti di lavoro, con
mirate politiche occupazionali e di sostegno
nelle campagne.
Nel 2009, a supporto dell’economia sono
state varate misure straordinarie per
complessivi miliardi USD 786. Il pacchetto è
articolato in molteplici progetti, tra cui per
importanza: il miglioramento dell’edilizia
pubblica, la realizzazione di infrastrutture e
l’ammodernamento della rete dei trasporti.
Nello stesso periodo il Presidente cinese Hu
Jintao ha aiutato gli USA finanziando i loro
bond spazzatura con circa 800 miliardi di
USD.
Cosa è successo da allora ad oggi Il
finanziamento per le misure straordinarie che il
governo cinese ha stanziato per la sua
crescita interna è finito. Il Credito Aiuto dato
agli USA si assottiglia del -10 % da parte di
Pechino e il Presidente Obama preme sui
cinesi perché rivalutino lo Yuan RMB del 20%.
Intanto, se prendiamo in esame i PMI
Purchase Management Index, che indicano
quali economie del mondo sono in
espansione o in recessione, possiamo vedere
l’effetto che ha avuto la fine dei finanziamenti
governativi in Cina e la diminuzione dei
consumi dell’Occidente.
La Cina da una delle più forti economie in
Espansione all’inizio del 2010 con un PMI del
58% insieme all’India (vedi grafici PMI Global
World 1Q2010 e 2Q2010) è passata in 6 mesi
al 54,2%, più indietro dell’Italia.
L’ultimo dato rilevato dalla JP Morgan a

OSSERVATORIO
Sostenibilità, ovvero la “genialità dell’acquisto per il bene comune”
Settembre 2010, per la Cina è di 52,5 % (vedi
diagramma), che evidenzia un bel
capitombolo sul processo di Espansione della
Cina. Gli indici PMI si basano sui questionari
mensili di 5.000 imprese worldwide
selezionate, che forniscono un'indicazione in
anticipo di ciò che sta realmente accadendo
nell'economia di una nazione o fornitore,
come monitoraggio delle variabili di:
produzione, nuovi ordini, i livelli delle scorte,
dell'occupazione e delle consegne, riferiti alle
aree seguenti: manufatturiero, costruzioni,
vendita al dettaglio e servizi.
Pertanto, risulta confermato il dato che, se
l’Occidente va in recessione e non consuma,
la Cina regredisce di brutto, perché consuma
solo il 10% di quello che produce. Dunque, i
Cinesi dovranno rivedere la politica monetaria
dello Yuan (RMB) e controllare l’esportazione
fraudolenta dei prodotti contraffatti nello stile e
con la tecnologia occidentale, perché ancora
di più abbassano la redditività commerciale
del loro paese.
Leggendo i giornali specializzati ed i Report
sui vari Convegni, che parlano di come venire
fuori da questa crisi mondiale, ho preso come
tema la "nuova opportunità globale", una
frase deliberatamente ambigua, citata anche
nel Forum di Cape Town.
Come emerge il mondo dalla grande
recessione Vi è un'altra opportunità per
costruire un'economia globale più inclusiva di
quanto non lo sia stata prima, che porta i
benefici della crescita economica a coloro che
sono stati emarginati in passato, sia a causa
della posizione che dello Status sociale Che
cosa ci vuole per rendere questa nuova
opportunità a livello mondiale
Tutti a Cape Town hanno dato la loro ricetta
personale, ma qui esprimo la mia: la Cina
deve, insieme all’Occidente, aiutare l'Africa
per farle raggiungere un grado decente di
crescita economica, ed agendo in modo che
l’istruzione alle donne sia promossa e
riconosciuta come la chiave del successo
economico. Saranno poi quelle stesse donne
che, divenendo madri, trasferiranno
velocemente il primo imprinting di
scolarizzazione ai propri figli, come avvenuto
in Cina negli anni in cui era in auge il
comunismo reale che portò ad una
scolarizzazione del 90% .
Sul versante del consumo il quadro è chiaro,
la Cina è un mercato enorme e in crescita. È
riuscita a crescere anche nel 2009,
nonostante un calo nel valore delle sue
esportazioni del 16 %, e parte di questo
successo si spiega con investimenti enormi
del Governo Cinese in infrastrutture di gran
lunga più robusti di come gli economisti
occidentali avevano previsto, quando il
commercio mondiale era crollato dopo il
settembre 2008.
La Cina ha decine di milioni di persone con
grande disponibilità di risparmio. In Cina un
terzo degli acquirenti di appartamenti di fascia
alta ha pagato in contanti una proprietà,
secondo le leggi vigenti sulla stessa in Cina.
Ma se la consideriamo solo in termini di PIL
pro capite, che è di circa 6.000 dollari, la Cina
è un paese povero, ma che dal 2007 era già il
secondo mercato al mondo per goods luxury
dopo il Giappone.
Cosa dire della Cina come fonte di prodotti e
servizi innovativi Qui il quadro è più vario. È
stato detto che la stragrande maggioranza di
innovazione di prodotto nel settore
tecnologico in Cina continua ad essere
rappresentato da soggetti che dipendono da
investimenti stranieri. Finora solo una
manciata di aziende, come Huawei e ZTE, o
Haier, produttori di apparati per consumer e
telecomunicazioni, possono competere nei
mercati avanzati con marchi affermati, come
fecero in tutto il mondo le aziende del
Giappone nel 1960 e 1970.
La vera innovazione sta iniziando a essere
vista in settori come la chimica, l’estrazione
del carbone e l'energia solare, il che ha senso,
perché la Cina è al tempo stesso ricca di
carbone e disperatamente preoccupata per la
sicurezza energetica.
Con l'aiuto da parte del governo, le imprese
cinesi come Suntech Power stanno
diventando leader mondiale nel settore
dell'energia solare. Imprese occidentali,
intanto, hanno investito molto in R&D in Cina,
anzi devo dire che oggi si assiste non alla sola
delocalizzazione in Cina di linee di produzione,
Approvvigionare
In termini di
PIL pro capite
la Cina è
un paese povero
(solo 6.000 $),
ma è già
il secondo
mercato mondiale
per goods luxury
(dopo il Giappone).
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OSSERVATORIO
Sostenibilità, ovvero la “genialità dell’acquisto per il bene comune”
GE Healthcare’s Mac 400
electrocardiogram
machine, seen here
being used in rural India,
was developed for markets
in that country and China.
GE Healthcare made
further improvements to the
breakthrough
technology and this year
brought the new model,
the Mac 800,
pictured inset,
into the U.S,
where it is finding
new applications,
such as at accident sites.
http://www.gereports.com/r
everse-innovation-how-geis-disrupting-itself/
The African Challengers
Global Competitors Emerge from the
Overlooked Continent
THE BOSTON CONSULTING
GROUP
http://www.bcg.com/expertise
_impact/PublicationDetails.asp
xid=tcm:12-44612
ma di Lab R&D, vedi Siemens Nokia che ha
iniziato il trasferimento in quel paese di un
Laboratorio come quello italiano di Cassina
de’ Pecchi (dove io ho lavorato come GTE dal
1969 al 1973). La GE USA sta investendo
6.000 milioni di dollari per sviluppare nuovi
prodotti e tecnologie mediche, e sta facendo
grandi scommesse sulle tecnologie verdi,
dalle turbine a basso consumo di carburante
ai pannelli solari in "film sottile".
In particolare, le esperienze GE con il concetto
di "innovazione inversa", con la quale i
prodotti sviluppati per il mondo povero
possono essere una risorsa anche per quello
ricco. Un esempio chiave è stato una
macchina portatile a ultrasuoni per
elettromedicale basata su tecnologia PC,
costruita originariamente per il mercato cinese,
che per la fine del 2007 era stato offerto a un
prezzo di 15.000 USD nei mercati del mondo
povero - una frazione di quanto costa questo
dispositivo di fascia alta in occidente, ove
rasenta i 500.000 €. È logico pensare che nei
prossimi 10 anni vedremo molti altri esempi di
beni relativamente a buon mercato prodotti
come conseguenza di innovazione inversa; e
ne abbiamo bisogno, perché la maggior parte
del mondo è povero, quindi prodotti e processi
che sono progettati per i poveri sono di vitale
importanza per tutti. Ecco perché
nell’economia conviene privilegiare l'impatto
del basso costo, ma affidabile, come è
successo per i telefoni cellulari diffusi a costi
straordinariamente bassi non solo in India, da
società come il colosso di telefonia mobile
Bharti Airtel, pioniere nella produzione di questi
modelli, ma esportati anche come innovazione
inversa in gran parte dell'Africa. L’Africa conta!
Se la crescita della Cina è l’esempio per il
modo in cui l'economia globale sta cambiando
a velocità enorme per migliorare la vita di
centinaia di milioni di persone. Abbiamo da
tempo considerato l'Africa come un continente
segnato da guerre senza fine, dalle malattie e
dalla corruzione. Tale impressione non è del
tutto falsa. L'Africa è il continente più povero
del mondo, in cui vive circa il 70% delle
persone più povere del mondo. Ma la povertà
e la disperazione sono lontani da tutto il resto
del mondo.
Alimentato dalla volatilità dei prezzi delle
materie prime, il periodo che precede l'inizio
della grande recessione, è stato il migliore per
l’Africa come crescita economica e la
produzione è cresciuta di oltre il 6 % nel 2007
e nel 2008, e anche nel 2009. Il continente nel
suo insieme è riuscito a crescere del 2%. Il
passo successivo è quello di fare qualcosa di
prezioso con le risorse che ha questo
continente.
Anche se il successo del business in Africa è
18 n. 50-51 Settembre/Novembre 2010
Approvvigionare
difficile. I mercati sono piccoli e frammentati.
L’Africa non fornisce un mercato domestico a
cui le imprese cinesi possono attingere. Il
trasporto è spesso difficile. Il primo passo per
le società ambiziose, dicono gli esperti, è
quello di "andare fuori del loro paese
d'origine". Ma non è facile: delle 40 aziende
che Boston Consulting Group (BCG) ha
identificato come "challenger africano", 17
sono del Nord Africa (paesi come Marocco e
Algeria), di fronte al Mar Mediterraneo e
all'Europa, 18 del Sudafrica, più le 5 società
(anglo-americane, tipo SAB Miller, e Old
Mutual) che la società di consulenza ha
considerate le uniche società africane che
possano essere considerate dei global player.
Ma la BCG non ha assolutamente alcun
dubbio che una tendenza verso una maggiore
competitività delle imprese è in corso in tutta
l'Africa. La povertà nella creatività, l’esigenze
degli imprenditori delle compagnie africane,
sono terreno vergine e "non gravato da
precedenti attività e modelli di business". Gli
Imprenditori africani intendono fare come
quegli uomini d'affari cinesi, che hanno creato
abiti su misura in stile di fascia medio/alta
occidentale ed a basso prezzo per il loro
mercato cinese; e le banche stanno
convertendosi in banche elettroniche on line,
senza aver mai costruito reti di sportelli, e
anche questo i cinesi l’hanno individuato come
opportunità di business.
Il successo economico non sempre si traduce
nell’avere anche un Paese più sano, troppo
spesso si fa poco per sollevare il contesto
sociale, perché la corruzione è ancora alta,
come le oligarchie politiche nel commercio di
diamanti, di petrolio, di legname, che
condizionano non poco lo sviluppo
dell’economia globale per questo continente.
Perché alcuni Paesi sono meglio di altri, anche
tenendo conto di differenze di doti naturali
Che cosa rappresenta davvero per loro il
successo della Cina, per esempio Perché gli
esperti "osservatori" di Singapore, credono
che l'India, l’altro gigante dei Paesi in via di
sviluppo, sappia progredire ad un tasso di
crescita soltanto di circa il 60% di quello della
Cina
Non è perché la Cina ha maggiori risorse
naturali o burocrati qualificati o imprenditori di
grande levatura. Non è perché il governo
indiano è caotico e frammentato, mentre
invece quello della Cina è disciplinato e molto
di più centralizzato. Tutto questo è vero
perché, anche nei giorni più bui del
comunismo, la Cina istruì le sue donne, con la
conseguenza che ora ha un tasso di
alfabetizzazione degli adulti del 90%, e l’ India
è solo al 54,5%.
Ma l’Africa

DIGRESSIONI
Letture
Philippe Rosinski
IL COACHING INTERCULTURALE
FrancoAngeli - pp. 312 (euro 38,00)
Questa recente disciplina – il coaching – può
essere definita un umanesimo pragmatico, in
quanto valorizza il benessere e lo sviluppo
personale, enfatizzando l’importanza del
prendersi cura di sé e della propria qualità di
vita (l’essere), che non significa comportarsi da
egoista. È, quindi, anche un metodo per
migliorare le prestazioni e uno stile di leadership
che dà risultati (il fare). Il lavoro di Rosinski,
attraverso casi esemplificativi e strumenti
pratici, propone un approccio innovativo
all’utilizzo delle differenze culturali come leva
strategica allo sviluppo delle persone, dei team
e delle organizzazioni. Offre, inoltre, una valida
guida per raggiungere performance di
successo, traendo profitto da tali differenze e
dall’efficace collaborazione di persone di
provenienze diverse, non soltanto culturali e
professionali, ma anche aziendali e nazionali.
Le organizzazioni sono oggi naturalmente
portate a forme di interconnessione e di
comunicazione globali. Pertanto, ponendo in
pratica al loro interno i suggerimenti di questo
libro, si può migliorare il raggiungimento di
importanti obiettivi, quali, ad esempio:
sviluppare nei collaboratori un elevato
potenziale che contribuisca al raggiungimento
di un successo più ampio; stimolare confronti
Curiosità
tra clienti, fornitori e colleghi per acquisire le
necessarie competenze per superare norme,
credenze e differenze culturali; cogliere
soluzioni per sfruttare nel modo più efficace le
diversità culturali e affrontare, così, situazioni
complesse e variegate; trarre dalle differenze
culturali il massimo vantaggio e consentire
all’organizzazione di cogliere migliori risultati.
Il coaching interculturale viene descritto e
sviluppato in questo lavoro di Rosinski come un
approccio creativo, offrendo la possibilità di
accrescere la familiarità con i relativi concetti
attraverso un modello sistematico che permette
di integrare nella pratica le prospettive culturali
di ognuno. Consente, quindi, di scoprire
differenti orientamenti culturali e di apprendere
alcuni metodi per metterli a frutto in modo da
far fronte efficacemente alle sfide che
quotidianamente si pongono al nostro operare.
Articolata in tre parti, di cui la prima getta le basi
dell’opera descrivendo le pratiche e i concetti
del coaching, con particolare attenzione alle
relazioni tra i campi di riflessione; la seconda
affronta le sfide universali e il modo di
rispondere ad esse con gli orientamenti
culturali; la terza suggerisce come mettere
sistematicamente in pratica le idee sviluppate
nelle precedenti.
Nihil sub sole novum
A cura di
Giuliano Marcenaro
Paga sempre Pantalone
Deposto Tarquinio il Superbo (508 a.C.), i
romani elessero due consoli, che diedero a
Roma nuove leggi. “Tale rivolgimento politico
ebbe due risultati principali: liberò Roma dalla
subordinazione agli Etruschi e sostituì alla
monarchia una forma oligarchica che dominò
Roma fino a Cesare. La posizione politica dei
cittadini più poveri tuttavia non migliorò; anzi,
essi furono costretti a restituire le terre che
Servio aveva concesso e perdettero quel po’
di protezione che la monarchia aveva dato
loro contro la prepotenza degli aristocratici. I
vincitori chiamarono la rivoluzione un trionfo
della libertà: ma in tutti i tempi la libertà, nel
linguaggio dei forti, significa assenza di ogni
limite nello sfruttamento dei deboli.”
Will Durant: Storia della civiltà classica – L’età
della Repubblica – Ed. Araba Fenice
Lucius Iunius Brutus
(guida della sommossa
che scacciò Tarquinio)
Occhio clinico
Racconta il Vasari (1511-1574): ”Il padre di
Leonardo (da Vinci), essendo in villa, fu
pregato da un suo contadino di fargli dipingere
da suo figlio una rotella di fico (tavoletta di
forma ovale o tonda ricavata da un tronco di
fico). Leonardo pensò di rappresentarci su
qualche cosa di spaventoso; e a tal fine riempì
il suo studio di lucertole, ramarri, grilli, serpi, ed
altri molti animali, dalla moltitudine dei quali
adattata insieme cavò un animalaccio orribile
che spaventava più della stessa testa di
Medusa. Accomodò poi la rotella in modo cha
alla luce sembrasse così viva, e chiamò il
padre nel suo studio.
Il padre, non ricordandosi più della
commissione data al figlio, nell’entrare nello
studio a vedere quella bestiaccia rimescolò
tutto e tanto si spaventò da tirarsi indietro.
Allora, sorridendo, Leonardo gli disse:
‘Prendete questa rotella e portatela pure a
chi ve l’ha data, perché essa ha fatto il suo
effetto, come dalle opere d’arte si aspetta’.
Ma il padre che doveva essere speculatore
comprò per il contadino un’altra rotella
dipinta da un pittorello qualunque e vendette
quella di Leonardo per cento ducati.”
(da Francesco Ogliari: L’altra faccia di
Leonardo – Edizioni Selecta).
Approvvigionare
www.approvvigionare.it 19

ASSOCIAZIONE
Honoris causa
Soci Onorari
Soci Maggiorenni
Vivissime
congratulazioni
per l’importante
traguardo
di fedeltà
associativa
raggiunto
dai nostri amici.
Il 26 giugno 2010 l’Assemblea nazionale
ADACI ha approvato all’unanimità la proposta
del Consiglio Nazionale di attribuire il
riconoscimento di Onorari ai seguenti Soci,
che da 30 anni partecipano alla vita
dell’Associazione, contribuendo fattivamente
alla sua gestione ed al suo sviluppo:
Soci Onorari ADACI
Ovidio Bonfietti
Raffaele Mastroleo
Franco Bresso
Guido Mauri
Roberto De Luca
Sezione
Emilia Romagna-Marche
Lombardia-Liguria
Piemonte
Tre Venezie
Nel corso delle Assemblee annuali di Sezione
sono stati premiati i Soci che hanno raggiunto i
18 anni ininterrotti di iscrizione all’Associazione.
Undici soci sono entrati a far parte del Club dei
Soci Maggiorenni ADACI e d’ora in poi potranno
fregiarsi del distintivo d’oro che ne contraddistingue
la fedeltà associativa:
Sezione
Emilia Romagna-
Marche
Lazio
Lombardia
Liguria
Soci Maggiorenni ADACI
Edoardo Passarella
Mauro Mario Ricci
Giuseppe D'uva
Giancarlo Greco
Pietro Balboni
Alessandro Martelli
Riccardo Pavelli
Domenico Rutigliano
Piemonte
Maria Taddei
Raffaele Mastroleo
Roberto De Luca
Tre Venezie
Giuliano Guzzo
Gianni Robinelli
Nicola Turetta
Associazione
Italiana
di Management degli Approvvigionamenti
(Fondata nel 1968)
ADACI è Socio Fondatore di:
Federmanagement
IFPSM (International Federation of
Purchasing andSupply Management)
ECPS
(European Council of
Purchasing and Supply)
ADACI ha circa 1.500 soci, provenienti da
oltre 1.300 aziende, ripartiti in 7 sezioni:
- Piemonte
- Lombardia/Liguria
- Tre Venezie
- Emilia Romagna/Marche
- Toscana/Umbria
- Lazio
- Sud
ADACI fa parte della Consulta CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) per il riconoscimento delle
Associazioni delle Professioni non regolamentate e certifica le seguenti figure professionali: Approvvigionatore Senior,
Responsabile Approvvigionamenti, Gestore Materiali, Supply Chain Manager, Facility Manager.
Altri profili professionali riconosciuti da ADACI: Approvvigionatore junior, eBuyer.
Finalità associative e Servizi offerti
• Valorizza, sviluppa e sostiene il ruolo delle funzioni di acquisto, di approvvigionamento, di gestione materiali e logistica nell’ambito delle attività d’impresa, sia nell’area
privata che in quella pubblica, promuovendone contenuti, esercizio e responsabilità di natura e livello sempre più imprenditoriali.
• Favorisce e rafforza la formazione e la crescita professionale e culturale degli operatori del settore, fornendo, approfondendo e diffondendo tra loro conoscenze ed
informazioni, organizzando incontri, convegni e manifestazioni culturali.
• Promuove i principi di Etica Professionale del Codice Deontologico adottato dall'Associazione, il cui rispetto e la cui diffusione sono dovere del Socio. Sollecita la
trasparenza delle condizioni negoziali, come premessa di ogni approccio del Buyer verso l’ambiente esterno.
• Stimola, attraverso le attività tipiche della propria missione, la rivalutazione della professionalità dei propri Soci, favorendo la crescita delle loro capacità decisionali.
• Facilita ed organizza scambi informativi e confronti di esperienze tra i Soci (operanti nei più svariati settori economici).
• Mette a disposizione di istituzioni locali, governative e statali le conoscenze proprie e dei propri associati, allo scopo di contribuire allo sviluppo armonico del tessuto
socio-economico del Paese.
• Collabora con Università ed Istituti di formazione, nazionali ed esteri, allo scopo di aumentare le proprie basi di conoscenza e di favorire l’armonizzazione e la diffusione
delle tecniche di supply management.
• Svolge e promuove studi e ricerche, con opera di informazione e divulgazione tecnico-scientifica, attraverso l’istituzione di Osservatori e la pubblicazione di studi,
monografie, guide e riviste.
• Provvede, tramite la propria Società di Servizi, a progettare ed indirizzare l’attività di formazione.
• Verifica la positiva conclusione dei percorsi formativi, svolgendo con le Commissioni previste le procedure finali (tesi, colloquio e rilascio attestazioni) per il rilascio
della Certificazione Professionale ADACI.
Approvvigionare è disponibile in formato .pdf
20 sul sito Internet: www.Approvvigionare.it n. 50-51 Settembre/Novembre 2010