Download dell'intero lavoro - Provincia di Torino
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4. Analisi del processo<br />
L’intervento <strong>di</strong>dattico si è svolto in quin<strong>di</strong>ci ore <strong>di</strong> lezione, <strong>di</strong> cui un quarto in laboratorio, più la<br />
prova <strong>di</strong> verifica sommativa. I cambiamenti apportati al progetto iniziale sono stati <strong>di</strong> piccola entità,<br />
<strong>di</strong> seguito si riportano schematicamente i tratti salienti che sono emersi nelle <strong>di</strong>verse lezioni, per i<br />
contenuti delle trasparenze utilizzate nell’intervento <strong>di</strong>dattico e per il materiale <strong>di</strong>dattico fornito agli<br />
allievi come compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong>dattico integrativo si rimanda rispettivamente agli allegati B e C<br />
4.1. Lo svolgimento dell’intervento <strong>di</strong>dattico<br />
Il giorno iniziale dell’intervento <strong>di</strong>dattico, ho de<strong>di</strong>cato un’ora ad una lezione introduttiva durante la<br />
quale sono stati presentati oralmente agli allievi gli argomenti che avremmo trattato e gli obiettivi<br />
da raggiungere nel percorso; mi sono ritagliato altresì pochi minuti per contestualizzare la<br />
programmazione orientata agli oggetti e la genesi del linguaggio Java recuperandone<br />
l’epistemologia.<br />
Nel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> accertamento dei prerequisiti mi sono sincerato che gli allievi possedessero:<br />
• la conoscenza delle nozioni elementari dell’architettura del calcolatore (architettura del<br />
computer, tipologie <strong>di</strong> memorie, registri)<br />
• la familiarità dei tipi nativi e fondamentali messi a <strong>di</strong>sposizione dal linguaggio<br />
• la conoscenza <strong>di</strong> base della struttura minima <strong>di</strong> un programma scritto in Java, e saperlo scrivere<br />
su un foglio <strong>di</strong> testo o nell’ambiente <strong>di</strong> programmazione<br />
• il concetto <strong>di</strong> variabile e costante, come <strong>di</strong>chiararle e definirle<br />
• la <strong>di</strong>mestichezza nell’utilizzo dei semplici operatori (aritmetici, logici, relazionali),<br />
comprendendone la priorità nel loro utilizzo associativo<br />
• conoscenza dell’ambiente <strong>di</strong> sviluppo integrato (IDE) 9<br />
Tutte le lezioni sono state condotte in modo partecipato, sono stati invitati gli allievo sin dall’inizio<br />
ad esprimersi liberamente interrompendo (chiedendo la parola per alzata <strong>di</strong> mano) ogni qual volta<br />
avessero avuto dubbi o <strong>di</strong>fficoltà. Questo aspetto è stato particolarmente interessante per<br />
l’instaurazione <strong>di</strong> un buon clima <strong>di</strong> cooperazione tra insegnante e allievi basata sulla franchezza e<br />
sulla reciproca stima e considerazione.<br />
Dopo questa introduzione, sono state poste loro alcune domande in modo da suscitare una<br />
<strong>di</strong>scussione che permettesse <strong>di</strong> valutare i prerequisiti. Il tutto è stato svolto in modo assolutamente<br />
informale, per evitare che i ragazzi pensassero <strong>di</strong> essere sottoposti a valutazione; lo scopo era quello<br />
<strong>di</strong> capire come portare avanti il <strong>lavoro</strong> in modo da creare un collegamento con le loro conoscenze<br />
pregresse, facilitandone l’appren<strong>di</strong>mento.<br />
Con l’ausilio delle trasparenze, ho ripercorso le strutture <strong>di</strong> controllo e i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> flusso che le<br />
governano, tale operazione <strong>di</strong> recupero dei prerequisiti è stata condotta in maniera agevole e senza<br />
sostanziali intoppi, grazie anche al fatto che gli allievi avevano stu<strong>di</strong>ato l’anno precedente come<br />
linguaggio <strong>di</strong> programmazione imperativo il linguaggio C la cui sintassi e semantica è analoga al<br />
linguaggio Java.<br />
Nella seconda lezione, tramite l’ausilio <strong>di</strong> trasparenze videoproiettate, si sono introdotte le<br />
caratteristiche del linguaggio orientato agli oggetti, dopo aver illustrato la necessità dell’industria<br />
del software <strong>di</strong> avere componenti riusabili (“senza dover ogni volta reinventare la ruota”), si è giunti<br />
ad affrontare il concetto <strong>di</strong> classe e oggetto la cui assimilazione rappresentava l’obiettivo finale.<br />
Grazie ad esempi tratti dalla vita reale, vedendo la classe come l’idea o la forma e presentando<br />
l’oggetto come la realizzazione dell’idea e il prendere forma si è potuto arrivare alla conclusione<br />
che un oggetto è una istanza (“esemplare”) <strong>di</strong> una classe, che viene creato (“instanziato”)<br />
<strong>di</strong>namicamente.<br />
9 In laboratorio per l’implementazione dei programmi sull’elaboratore si è utilizzato l’ambiente <strong>di</strong> sviluppo JBuilder X<br />
della Borland.<br />
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