Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica
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me<strong>di</strong>o dei paesi EU25 dovrebbe scendere dal 8,7% del 2005 al 6,1% del 1925, quello dei paesi EU<br />
15 dal 7,7% al 6% e quello dei PNA dal 13,8% al 6,4%. I valori del 2025 sono poi mantenuti<br />
costanti fino al 2050. L’analisi dei dati per paese evidenzia il forte impatto del desiderio politico<br />
espresso dall’ipotesi <strong>di</strong> convergenza. Nel 2005 i valori dei tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione erano compresi<br />
tra un massimo del 18,7% della Polonia ed un minimo del 3,5% dell’Olanda, con altri tre paesi<br />
(Slovacchia, Lituania e Spagna) che registravano valori superiori al 10% e altri sette (Svezia,<br />
Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Cipro, Austria) con tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione uguali<br />
o inferiori al 5%. Nel 2025 il campo <strong>di</strong> variazione è compreso tra un massimo del 7%, che<br />
interesserebbe 10 paesi, ed un minimo del 3,2% dell’Olanda.<br />
Tav. 1.22 - Paesi EU25; Tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione;<br />
2005-2050<br />
2005 2025 - 50 Diff.<br />
Belgio 7,7 6,5 -1,2<br />
Danimarca 4,9 4,3 -0,6<br />
Germania 9,4 7,0 -2,4<br />
Grecia 9,3 7,0 -2,3<br />
Spagna 10,4 7,0 -3,4<br />
Francia 9,1 7,0 -2,1<br />
Irlanda 4,0 3,4 -0,6<br />
Italia 8,2 6,5 -1,7<br />
Lussemburgo 4,0 4,2 0,2<br />
Olanda 3,5 3,2 -0,3<br />
Austria 3,9 3,4 -0,5<br />
Portogallo 6,0 5,6 -0,4<br />
Finlan<strong>di</strong>a 8,0 6,5 -1,5<br />
Svezia 5,0 4,3 -0,7<br />
Regno U. 4,8 4,6 -0,2<br />
Cipro 4,0 4,2 0,2<br />
Rep. Ceca 7,8 6,5 -1,3<br />
Estonia 9,1 7,0 -2,1<br />
Ungheria 5,3 4,8 -0,5<br />
Lituania 11,2 7,0 -4,2<br />
Lettonia 9,1 7,0 -2,1<br />
Malta 8,5 7,0 -1,5<br />
Polonia 18,7 7,0 -11,7<br />
Slovacchia 16,7 7,0 -9,7<br />
Slovenia 6,0 5,5 -0,5<br />
EU 25 8,7 6,1 -2,6<br />
EU 15 7,7 6,0 -1,7<br />
PNA 13,8 6,6 -7,2<br />
A questo punto i dati relativi alle forze lavoro e alla <strong>di</strong>soccupazione consentono <strong>di</strong> calcolare i<br />
livelli e la struttura dell’occupazione e poi i tassi <strong>di</strong> occupazione. I risultati non <strong>di</strong>vergono molto da<br />
quelli delle forze <strong>di</strong> lavoro dato che la struttura “logica” utilizzata fa sì che la tendenza dominante<br />
non possa che essere quella demografica. Tra il 2003 ed il 2050 l’occupazione complessiva registra<br />
una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> circa 10,1 milioni <strong>di</strong> unità, 6,8 nei Paesi EU 15 e 3,9 nei PNA. Anche in questo<br />
caso, i 23 paesi in<strong>di</strong>cati in precedenza presentano un fase espansiva ed una fase <strong>di</strong> contrazione. La<br />
somma dei sal<strong>di</strong> positivi della prima fase è <strong>di</strong> 21,5 milioni, la somma dei sal<strong>di</strong> negativi <strong>di</strong> 31,6, con<br />
una variazione percentuale me<strong>di</strong>a più elevata nei PNA (-22,5%) che nei paesi EU15 (-13,4%). I<br />
paesi maggiormente interessati dal fenomeno sono gli stessi che hanno presentato una maggiore<br />
contrazione della popolazione in età lavorativa e delle forze <strong>di</strong> lavoro; tra i Paesi EU 15, Spagna (-<br />
22,5%), Grecia (-21,6%), Portogallo (-21,4%), Italia (-19%) e Germania (-18%) che perderebbero<br />
complessivamente 18,7 milioni <strong>di</strong> occupato rispetto ai 95,3 ai valori <strong>di</strong> picco; tra i PNA, la<br />
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