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ORIZZONTE n°2-2015

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 2 N. 2<br />

Febbraio <strong>2015</strong><br />

c’era una volta in adelfia<br />

una villa romana...<br />

il filosofo e il fantasma<br />

Metafisica e paranormale nella storia.<br />

aspiranti modelle<br />

Come accostarsi a intimo,<br />

trasparenze e nudo.<br />

stradella<br />

La città della fisarmonica.<br />

internet ha cambiato<br />

il nostro modo di viaggiare<br />

orizzonte food<br />

La focaccia di Recco con formaggio<br />

Tradizioni di Carnevale: il Migliaccio<br />

I grandi della fotografia: Irving Penn


2 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 C’era una volta in Adelfia<br />

una villa romana...<br />

40 Aspiranti modelle<br />

Come accostarsi a intimo,<br />

trasparenze e nudo.<br />

48 Nuovi Volti all’Orizzonte<br />

Sono partite le selezioni <strong>2015</strong>.<br />

cultura<br />

14 Il filosofo e il fantasma.<br />

20 Stradella:<br />

la città della fisarmonica.<br />

50 Da Ouroboros<br />

Il seme.<br />

56 I grandi della fotografia:<br />

Irving Penn.<br />

notizie e curiosità<br />

32 Internet ha cambiato<br />

il nostro modo di viaggiare<br />

36 BIT: a Rho FieraMilano<br />

tre giorni dedicati al turismo.<br />

54 Forza dei Consumatori verso<br />

il riconoscimento nazionale.<br />

rubriche<br />

59 Fotografando<br />

63 Orizzonte Food<br />

Tradizioni di Carnevale:<br />

il Migliaccio.<br />

68 Risotto con pasta di salame<br />

e Bonarda dell’Oltrepò pavese.<br />

72 Lo sapevate che<br />

Silene vulgaris<br />

75 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

4 • Orizzonte Magazine


EDITORIALE<br />

La vicenda in primo piano di questo mese riguarda<br />

un bene culturale importante, di quelli che potrebbero<br />

rappresentare una miniera d’oro per il nostro<br />

paese e invece giacciono dimenticati, nascosti, prede<br />

del degrado del tempo e dell’incuria degli uomini.<br />

La villa romana di Adelfia è un reperto archeologico<br />

di circa 2000 anni fa: una costruzione sfarzosa, con<br />

terme private, mosaici, rivestimenti in marmo, probabilmente<br />

appartenuta ad un ricco proprietario terriero,<br />

probabilmente a suo tempo punto di riferimento<br />

eonomico di una importante comunità.<br />

Venuta alla luce casualmente, se ne sono iniziati gli<br />

scavi che, interrotti poco tempo dopo per mancanza<br />

di fondi, sono stati rapidamente ricoperti. Sul posto<br />

non un cartello nè alcuna indicazione; a testimoniarne<br />

la presenza resta solo un vincolo della Soprintendenza,<br />

la memoria dei cittadini di Adelfia, destinata ad affievolirsi<br />

col tempo, e l’attività dei tombaroli che, loro<br />

sì, non dimenticano mai un buon sito archeologico e<br />

ben conoscono i vantaggi che, dal loro punto di vista,<br />

se ne possono ricavare.<br />

Accade così che il mancato stanziamento di qualche<br />

decina di migliaia di euro ha sepolto sine die una potenziale<br />

occasione di sviluppo culturale ed economico<br />

di un territorio, che avrebbe potuto portare ricchezza<br />

e notorietà, sollecitare l’attenzione della comunità<br />

scientifica, attivare flussi turistici.<br />

Un’ulteriore occasione perduta, nell’indifferenza di<br />

tutti, o quasi.<br />

Franco Ardito<br />

Orizzonte Magazine<br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 2 n. 2 - Febbraio <strong>2015</strong><br />

Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />

tel.: 080 4591214<br />

e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />

mail a: orizzonte-magazine@libero.it<br />

Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

Orizzonte Magazine • 5


Zona archeologica di contrada<br />

“Tesoro”; la zona vincolata dalla<br />

Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />

della Puglia è indicata in rosso,<br />

in nero è invece l’area annessa al<br />

vincolo.<br />

di Maurizio Chionno<br />

c’era una volta in adelfia<br />

una villa romana...<br />

di Franco Ardito<br />

R<br />

accontiamo oggi una vicenda<br />

che, se non fosse<br />

assurdamente vera,<br />

sembrerebbe solo una<br />

storia, di quelle che si raccontano<br />

fra amici per sorprendere e meravigliare,<br />

o che nelle lunghe sere<br />

d’inverno i nostri vecchi raccontavano<br />

intorno al fuoco, riferite<br />

ad un imprecisato ed improbabile<br />

6 • Orizzonte Magazine


periodo senza tempo di cui si è<br />

persa memoria.<br />

In un certo senso questa vicenda<br />

riguarda proprio la memoria, il<br />

ricordo che qualunque comunità<br />

dovrebbe avere di se stessa, per<br />

mantenere viva la propria storia<br />

e le proprie radici, per analizzare<br />

il passato, imparare dai propri<br />

errori, per restare vivi attraverso<br />

il tempo.<br />

Purtroppo oggi questi concetti<br />

valgono sempre meno: ci si lascia<br />

il passato alle spalle come se non<br />

fosse mai esistito, per guardare<br />

Orizzonte Magazine • 7


Una villa sontuosa,<br />

con terme private,<br />

pavimenti<br />

a mosaico e<br />

decorazioni in<br />

marmo policromo,<br />

probabilmente<br />

appartenuta ad<br />

un personaggio di<br />

elevata condizione<br />

sociale ed<br />

economica.”<br />

avanti, in nome di un malinteso<br />

progresso che non tiene conto<br />

di quello che eravamo, e di come<br />

abbiamo fatto a diventare quello<br />

che siamo. Questi interessi si<br />

lasciano a pochi isolati appassionati,<br />

spesso inascoltati, talvolta<br />

considerati fuori dal mondo solo<br />

perché non credono che il benessere<br />

di una comunità passi esclusivamente<br />

attraverso l’impresa, a<br />

scapito della cultura e dei beni ad<br />

essa connessi, a detrimento del<br />

territorio e della sua storia.<br />

Questa è la vicenda.<br />

La contrada “Tesoro” di Adelfia<br />

è da sempre conosciuta per i reperti<br />

archeologici venuti alla luce<br />

nel corso degli anni, fin dalla metà<br />

dell’ottocento, quanto un certo<br />

avv. Giuseppe Rubini aveva rinvenuto<br />

in un suo terreno diverse<br />

tombe peucete riferibili al V-IV<br />

sec. a.C., che contenevano vasi,<br />

oggetti di bronzo e suppellettili.<br />

Naturalmente si tratta di un’oasi<br />

felice per i tombaroli, che spesso<br />

e volentieri vi recuperano interessanti<br />

reperti avviandoli verso<br />

le più diverse destinazioni.<br />

I saccheggi in quell’area hanno<br />

anche precedenti illustri: tra<br />

il 1821 e il 1826 il barone Franz<br />

von Koller, Intendente generale<br />

dell’esercito austriaco di presidio<br />

a Napoli, svolse una campagna<br />

di scavi nell’area dell’antica Caelia,<br />

al cui territorio apparteneva<br />

la contrada “Tesoro”. Ne trasse<br />

una serie di magnifici vasi risalenti<br />

ad un’epoca compresa fra il 375<br />

e il 310 a.C., che fece restaurare<br />

presso il Reale Museo Borbonico<br />

8 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 9


I vasi recuperati dal barone von<br />

Koller nel territorio dell’antica Caelia,<br />

attualmente di proprietà dello<br />

Staatliche Museen di Berlino.<br />

di Napoli.<br />

Alla morte del barone i vasi furono<br />

venduti al museo di Berlino,<br />

l’attuale Staatliche Museen, che ne<br />

è tuttora in possesso. Per la cronaca,<br />

dallo scorso novembre sono<br />

in mostra presso la Villa Getty a<br />

Pacific Palisades, in California, dove<br />

rimarranno fino a maggio <strong>2015</strong>.<br />

Quando, durante lavori agricoli<br />

in un terreno della contrada “Tesoro”,<br />

emergono i resti di una<br />

costruzione romana, nessuno si<br />

sorprende più di tanto. E’ il 1996;<br />

della scoperta viene informata la<br />

Sovrintendenza per i Beni Archeologici<br />

della Puglia e si iniziano i<br />

lavori di scavo.<br />

La sorpresa nasce quando gli scavi<br />

portano alla luce i resti di una<br />

serie di costruzioni, fra le quali<br />

un vero e proprio edificio termale,<br />

composto da una piscina, con<br />

relative canalizzazioni di deflusso,<br />

accanto alla quale sono disposti<br />

tre ambienti affiancati; due di<br />

questi probabilmente corrispondono<br />

al calidarium e al tepidarium,<br />

caratterizzati dalle suspensure, caratteristici<br />

pilastrini che ne rialzavano<br />

il pavimento. Il ritrovamento<br />

di alcune tessere di mosaico dimostra<br />

inequivocabilmente che la<br />

pavimentazione di questi ambienti<br />

era musiva, mentre le strutture<br />

murarie erano rivestite di marmo<br />

policromo, frammenti del quale si<br />

rinvengono negli strati superficiali<br />

dello scavo.<br />

Attigui alla piscina (la natatio), tre<br />

ambienti di piccole dimensioni<br />

appartengono alla pars rustica del<br />

10 • Orizzonte Magazine


complesso; vi si<br />

rinvengono, infatti,<br />

un piccolo<br />

focolare e alcune<br />

strutture annerite<br />

dal fuoco, che<br />

fanno pensare a<br />

vani adibiti ad attività<br />

produttive.<br />

Non ci sono<br />

dubbi: la presenza<br />

di un edificio<br />

termale, per di<br />

più decorato con<br />

mosaici e ricco di<br />

marmi policromi,<br />

fa pensare<br />

ad una sontuosa<br />

villa romana il<br />

cui proprietario<br />

apparteneva sicuramente<br />

ad<br />

una elevata condizione economica<br />

e sociale. Il rinvenimento negli<br />

scavi di un denario d’argento<br />

con l’effige di Vibia Sabina, moglie<br />

dell’imperatore Traiano, coniato<br />

fra il 128 e il 136 d.C., fa risalire<br />

la villa a un periodo compreso fra<br />

l’epoca tardo-repubblicana e il II<br />

secolo d.C..<br />

La scoperta è clamorosa: non<br />

solo una costruzione del genere<br />

non ha uguali in tutta la Puglia, ma<br />

contribuisce a delineare un pezzo<br />

di storia del territorio di cui si<br />

conosce molto poco e che investe<br />

il periodo della colonizzazione<br />

romana, quando una potente<br />

colonia appartenente alla gens<br />

Claudia si insediò nel territorio di<br />

Caelia, a cui apparteneva la contrada<br />

“Tesoro”.<br />

La villa verosimilmente costituiva<br />

l’epicentro economico di un<br />

grande insediamento abitativo; lo<br />

dimostrerebbe la presenza di una<br />

necropoli rurale, testimoniata dal<br />

rinvenimento di un’iscrizione funeraria<br />

della seconda metà del II<br />

secolo d.C., e un colombario di età<br />

romana rinvenuto nel 1966 nell’abitato<br />

di Adelfia, in via Conella,<br />

a circa 1300 metri in linea d’aria<br />

La copertura degli scavi e (sotto)<br />

un punto di collasso,<br />

non sappiamo se spontaneo o<br />

provocato dai cercatori abusivi.<br />

Orizzonte Magazine • 11


dalla villa.<br />

I lavori di scavo proseguono per<br />

un po’ di tempo, poi all’improvviso<br />

accade l’inverosimile: finiscono<br />

i soldi e le indagini s’interrompono,<br />

nonostante il corpo vero e<br />

proprio della villa sia ancora tutto<br />

da scoprire e nonostante il terreno<br />

di contrada “Tesoro” riservi<br />

ancora chissà quali e quante sorprese.<br />

Per non lasciarli in preda<br />

dell’attività dei tombaroli, dato<br />

che la mancanza di fondi non permette<br />

neanche la spesa per la vigilanza,<br />

gli scavi vengono occultati<br />

con una copertura di mattoni e<br />

cemento, piuttosto approssimativa,<br />

visto che col tempo addirittura<br />

collassa in alcuni punti.<br />

Sostanzialmente ci si mette una<br />

pietra sopra e della villa romana,<br />

pur definita “di eccezionale interesse”<br />

dalla Soprintendenza per i Beni<br />

Archeologici della Puglia, si perde<br />

memoria. Ci si dimentica perfino<br />

del colombario di via Conella: attualmente<br />

non è più visibile, se ne<br />

sono perse le tracce, forse inghiottite<br />

dalla foga edilizia o dall’incuria<br />

e dalla memoria labile dei cittadini.<br />

Se non ne esistessero le foto<br />

potrebbe anch’esso entrare a far<br />

parte delle storie raccontate dai<br />

nostri vecchi intorno al fuoco nelle<br />

lunghe sere d’inverno.<br />

Nel frattempo, nel 1998, il Comune<br />

di Adelfia adotta il suo Piano<br />

Regolatore, che prevede nella zona<br />

un’area di espansione edilizia.<br />

Certo la villa di contrada “Tesoro”<br />

è sotto vincolo della Soprintendenza,<br />

ma ora come ora la<br />

villa è interrata, non la si vede più,<br />

e siccome lontano dagli occhi lontano<br />

dal cuore, la memoria labile<br />

può sempre agevolare appetiti e<br />

suggerire scorciatoie.<br />

Ma a pensar male si fa peccato e<br />

noi all’anima nostra ci teniamo; ci<br />

piace perciò sottolineare che non<br />

sempre la memoria degli uomini<br />

si affievolisce. E così, per la pervicace<br />

volontà dell’avvocato adelfiese<br />

Vito Nicassio, appassionato<br />

studioso della sua città e delle sue<br />

radici storiche, nasce il Comitato<br />

Villa Romana di contrada “Tesoro”,<br />

con lo scopo di riportare alla luce<br />

la villa “affinché venga fruita come<br />

patrimonio della nostra storia e della<br />

nostra memoria”.<br />

L’iniziativa è stata salutata con<br />

molto entusiasmo da parte dei<br />

cittadini di Adelfia e non solo. Il<br />

Comitato ha anche costituito un<br />

12 • Orizzonte Magazine


proprio gruppo su FaceBook, al<br />

quale aderiscono numerosi personaggi<br />

della politica e della cultura,<br />

compreso l’avv. Vito Antonacci,<br />

Sindaco di Adelfia.<br />

Una volta esumata la villa, magari<br />

utilizzando fondi comunitari, potrebbe<br />

realizzarsi nella zona un<br />

itinerario archeologico in grado<br />

di sollecitare l’attenzione sul territorio,<br />

di attirare interessi imprenditoriali<br />

turistico-culturali e<br />

di costituire un centro di sviluppo<br />

economico per la comunità adelfiese.<br />

“Purtroppo - dice l’avv. Nicassio<br />

- la logica soccombe quando<br />

la storia e l’archeologia ostacolano<br />

l’espansione edilizia e gli interessi<br />

che gravitano intorno ad essa”; si<br />

tratta ora di dimostrare che questo<br />

teorema non è necessariamente<br />

vero.<br />

Corrispondenza intercorsa fra<br />

il Circolo Legambiente “Adelfia<br />

2012” e la Sporintendenza per<br />

i Beni Archeologici della Puglia a<br />

proposito della villa romana di<br />

contrada “Tesoro”.<br />

Orizzonte Magazine • 13


Il filosofo<br />

e il fantasma<br />

di Giuseppe Giandomenico Liuzzi<br />

N<br />

ell’ultimo articolo,<br />

scritto con Donato<br />

Raspatelli, concludevamo<br />

con<br />

una citazione di Aristotele, che<br />

a proposito della conoscenzasapienza<br />

affermava che all’origine<br />

di essa vi è la curiosità destata<br />

dalla meraviglia. “Gli uomini hanno<br />

cominciato a filosofare, ora come in<br />

14 • Orizzonte Magazine


origine, a causa della meraviglia[…]<br />

Ora, chi prova un senso di dubbio<br />

e di meraviglia riconosce di non<br />

sapere […] Cosicché, se gli uomini<br />

hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza,<br />

è evidente che ricercano<br />

il conoscere solo al fine di sapere e<br />

non per conseguire qualche utilità<br />

pratica […] e, anzi, è evidente che,<br />

come diciamo uomo libero colui che<br />

è fine a se stesso e non è asservito<br />

ad altri, così questa sola, tra tutte le<br />

altre scienze, la diciamo libera: essa<br />

sola, infatti, è fine a se stessa.”<br />

(Aristotele, Metafisica I,2,982b).<br />

Potrebbe, infatti, a prima vista risultare<br />

singolare e alquanto bizzarro<br />

che chi, come lo scrivente,<br />

provenga da esperienze di studi<br />

filosofici possa interessarsi al<br />

mondo del paranormale; ma a<br />

ben guardare il filosofo non tradisce<br />

il suo ruolo, perché è proprio<br />

del “fare filosofico” indagare quei<br />

fenomeni che destano “senso di<br />

dubbio o meraviglia”. Il proposito<br />

di questo contributo - diviso<br />

per motivi spazio in più parti - è<br />

quello di fare un breve excursus<br />

di natura storica che giustifichi, al<br />

di là dei luoghi comuni, l’interesse<br />

per questo specifico ambito di<br />

ricerca. Tralascerò volutamente<br />

l’approccio psicologico ed antropologico,<br />

dei quali tratterò nei<br />

prossimi articoli.<br />

È Plinio il Giovane a fornirci alcune<br />

testimonianze che sembrerebbero<br />

provare l’esistenza dei<br />

fantasmi. La lettera qui riportata,<br />

che ha come protagonista del<br />

racconto un filosofo, è scritta<br />

all’amico Lucio Sura, un influente<br />

personaggio che sostenne la candidatura<br />

di Traiano all’Impero e<br />

che svolse accanto all’Imperatore<br />

un’attività politica simile a quella<br />

che Mecenate svolse presso Augusto.<br />

Scopo di Plinio con questa<br />

lettera è proprio quello di appurare,<br />

facendo appello alle conoscenze<br />

scientifiche dell’amico, se<br />

i fantasmi esistano davvero o se<br />

invece siano frutto della nostra<br />

fantasia dominata dalla paura.<br />

Ecco quello che Plinio racconta:<br />

“Il tempo libero offre a me la possibilità<br />

di imparare e a te (quella)<br />

di insegnare. Pertanto vorrei proprio<br />

sapere se tu pensi che i fantasmi<br />

esistano e abbiano una forma propria<br />

e un qualche potere divino o<br />

Orizzonte Magazine • 15


ene la visione se ne fosse andata,<br />

il ricordo di quell’immagine vagava<br />

negli occhi e la paura durava più<br />

a lungo della cause della paura. La<br />

se, inconsistenti<br />

e vani, prendano<br />

forma dalla<br />

nostra paura.<br />

Io sono indotto<br />

a credere che<br />

esistano […]<br />

C’era ad Atene<br />

una casa ampia<br />

e spaziosa,<br />

ma maledetta<br />

e mortifera. Nel<br />

silenzio della<br />

notte si sentiva<br />

un suono<br />

di ferraglia e,<br />

se si ascoltava<br />

con maggior<br />

attenzione, uno<br />

strepito di catene<br />

dapprima<br />

più lontano,<br />

poi vicinissimo:<br />

quindi appariva<br />

un fantasma,<br />

un vecchio<br />

malconcio per<br />

la magrezza<br />

e per l’aspetto<br />

trasandato, con<br />

la barba lunga<br />

e i capelli ispidi;<br />

portava ceppi<br />

ai piedi e catene<br />

alle mani<br />

e le scuoteva.<br />

Perciò gli abitanti<br />

trascorrevano<br />

nella veglia,<br />

per la paura, notti spaventose<br />

e terribili; all’insonnia seguiva la malattia<br />

e, col crescere della paura, la<br />

morte. Infatti anche di giorno, sebcasa<br />

rimase dunque<br />

abbandonata e condannata<br />

alla solitudine<br />

e lasciata tutta a quella<br />

creatura mostruosa;<br />

tuttavia veniva offerta<br />

al pubblico, sia che<br />

qualcuno, ignaro di un<br />

problema così grave,<br />

volesse comprarla, sia<br />

che volesse affittarla.<br />

Arriva ad Atene il filosofo<br />

Atenodoro, legge<br />

l’annuncio e, sentito il<br />

prezzo, poiché lo insospettiva<br />

il fatto che<br />

fosse così basso, chieste<br />

informazioni, viene<br />

informato di tutto,<br />

e nonostante questo,<br />

anzi proprio per questo,<br />

la prende in affitto.<br />

Quando cominciò a<br />

far sera, ordinò che gli<br />

fosse preparato il letto<br />

nella parte della casa<br />

più vicina all’ingresso,<br />

chiese le tavolette, lo<br />

stilo, un lume, fece ritirare<br />

tutti i suoi nelle<br />

parti più interne della<br />

casa; egli stesso concentrò<br />

nello scrivere il<br />

pensiero, gli occhi, la<br />

mano, per evitare che<br />

la mente libera si immaginasse<br />

i fantasmi<br />

di cui aveva sentito<br />

parlare e vane paure.<br />

All’inizio, come dappertutto, il silenzio<br />

della notte; poi ecco uno scuotere<br />

di ferro, un muovere di catene.<br />

Egli non sollevava gli occhi, non<br />

16 • Orizzonte Magazine


posava la penna, ma rafforzava il<br />

suo animo e non dava peso a ciò<br />

che sentiva. Allora il fragore incominciò<br />

a crescere, ad avvicinarsi e<br />

a sentirsi ormai come sulla soglia,<br />

ormai come dentro la soglia. Egli si<br />

volta, vede e riconosce la figura di<br />

cui gli avevano parlato.<br />

Era in piedi e faceva segno<br />

con il dito come se<br />

lo chiamasse. Costui (=<br />

Atenodoro) di rimando<br />

le fa cenno con la mano<br />

di aspettare un po’ e di<br />

nuovo si mette a scrivere<br />

sulle tavolette cerate.<br />

Quella intanto, mentre<br />

egli scriveva, gli faceva<br />

risuonare le catene sulla<br />

testa. Atenodoro si volta<br />

di nuovo e vede che gli<br />

faceva lo stesso cenno di<br />

prima, e senza perdere<br />

tempo prende il lume<br />

e la segue. Quella procedeva<br />

a passo lento,<br />

come se fosse appesantita<br />

dalle catene. Dopo<br />

che ebbe deviato verso il<br />

cortile della casa, svanita<br />

all’improvviso, abbandonò<br />

il compagno. Rimasto solo,<br />

raccolte delle erbe e delle foglie, le<br />

pone su quel luogo come segno. Il<br />

giorno seguente si reca dai magistrati<br />

e li invita ad ordinare di scavare<br />

in quel luogo. Si trovano delle<br />

ossa strettamente intrecciate alle<br />

catene, che il corpo consumato dal<br />

tempo e dalla terra aveva lasciato<br />

nude e corrose dai vincoli; raccolte,<br />

vengono seppellite a spese pubbliche.<br />

La casa da quel momento, sepolti<br />

secondo il rito quei resti mortali,<br />

fu liberata dal fantasma.<br />

Certo, io credo a queste vicende<br />

sulla base di coloro che le dichiarano;<br />

questo fatto invece posso dichiararlo<br />

io agli altri. […] Perciò ti<br />

prego che tu metta in campo tutte<br />

le tue conoscenze. La questione<br />

merita che tu la consideri a lungo e<br />

in modo approfondito e neppure io<br />

sono immeritevole di avere la possibilità<br />

di giovarmi della tua scienza.<br />

Anche se, come sei solito fare,<br />

discuterai avanzando gli argomenti<br />

che ognuna delle due tesi possiede,<br />

tuttavia trai da una delle due<br />

una conclusione più valida, per non<br />

lasciarmi titubante e incerto, dal<br />

momento che il motivo che mi ha<br />

spinto a consultarti è stato quello di<br />

poter smettere di dubitare. Stammi<br />

bene.” (Plinio il Giovane, Epistulae<br />

VII, 27, 5-11)<br />

La storia appena raccontata mette<br />

in evidenza dei particolari importanti<br />

e cioè l’atteggiamento<br />

di Atenodoro, che non<br />

lasciandosi coinvolgere<br />

dalle emozioni e dalle suggestioni<br />

affronta il “mistero”<br />

e con altrettanta razionalità<br />

prende nota degli<br />

indizi, che gli serviranno a<br />

“risolvere” il caso.<br />

Ciò significa che scienza<br />

e metafisica (intendendo<br />

in questo contesto la metafisica<br />

come lo studio di<br />

ciò che è va oltre l’esperienza<br />

scientificamente<br />

dimostrata) non sono<br />

completamente estranee<br />

l’una all’altra. Osteggiata<br />

per decenni dalle concezioni<br />

positiviste e neopositiviste,<br />

la metafisica<br />

è stata in parte rivalutata<br />

dalla filosofia della scienza<br />

più recente. Già Karl<br />

Popper (K.R. Popper, Logica della<br />

scoperta scientifica, Einaudi, Torino<br />

1970 e Congetture e confutazioni,<br />

Il Mulino, Bologna 1972)<br />

individua nelle concezioni metafisiche<br />

un utile serbatoio d’idee,<br />

da sottoporre successivamente<br />

al controllo empirico. Inoltre altri<br />

epistemologi - si veda, ad esempio,<br />

E. Agazzi, “Considerazioni<br />

epistemologiche su scienza e metafisica”<br />

in Teorie e metodo del-<br />

Orizzonte Magazine • 17


Siamo tutti<br />

portati a dirigere<br />

la nostra ricerca<br />

non in relazione<br />

all’argomento in<br />

sè, ma piuttosto<br />

in relazione alle<br />

opinioni dei nostri<br />

antagonisti; e<br />

anche quando<br />

interroghiamo noi<br />

stessi portiamo<br />

l’indagine solo fino<br />

al punto in cui non<br />

intravediamo più<br />

obiezioni. ”<br />

le Scienze (a cura di C. Huber),<br />

Università Gregoriana, Roma<br />

1981, pp. 311-340 - hanno fatto<br />

osservare una cosa interessante:<br />

negare la metafisica equivale a<br />

sostenere che non esiste nulla al<br />

di fuori di ciò che è empiricamente<br />

accertabile (posizione tipica di<br />

quella concezione filosofica nota<br />

con il nome di “scientismo”).<br />

Tuttavia una tale affermazione<br />

è essa stessa metafisica. Infatti,<br />

fornisce un giudizio (sia pure di<br />

non esistenza) su ciò che non è<br />

empiricamente rilevabile.<br />

Tralasciando sillogismi stucchevoli,<br />

mi piace affermare che l’approccio<br />

filosofico, che nasce dalla<br />

necessità continua di interrogarsi<br />

su ciò che non si conosce e dall’uso<br />

della ragione per cercare di<br />

“illuminare” il mistero, sia il giusto<br />

atteggiamento del ricercatore del<br />

paranormale.<br />

18 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 19


STRADELLA: LA CITTA’<br />

DELLA FISARMONICA<br />

di Fabrizio Capra<br />

“C<br />

os’è la pianura<br />

padana dalle sei<br />

in avanti, una<br />

nebbia che sembra<br />

di essere dentro a un bicchiere<br />

di acqua e anice eh già…” così<br />

canta Paolo Conte in una sua celebre<br />

canzone in cui si cita la città<br />

di Stradella, in provincia di Pavia,<br />

che abbiamo visitato per i lettori<br />

di Orizzonte Magazine accompagnati<br />

dalla collega giornalista<br />

Cinzia Montagna, referente per<br />

l’animazione dell’Infopoint e del<br />

Magazine “Oltrepò Mondo”.<br />

Stradella è adagiata, in quella parte<br />

della pianura Padana cantata<br />

da Paolo Conte, esattamente<br />

20 • Orizzonte Magazine


nell’Oltrepò Pavese, alla fine della<br />

Val Versa, parte sulle ultime<br />

propaggini collinari e parte in pianura,<br />

dove gli appennini toccano<br />

l’estremo limite settentrionale<br />

avvicinandosi al grande fiume, e<br />

dove la pianura Padana si restringe<br />

in un corridoio detto “stretta<br />

di Stradella”.<br />

Il Comune di Stradella fa parte<br />

dell’Associazione Nazionale Città<br />

del Vino e dell’Associazione Città<br />

del Pane mentre la sua Festa Patronale<br />

cade il 12 luglio.<br />

Storia<br />

Il nome di Stradella pare abbia<br />

origine dall’antico “strictavia”<br />

(stretta via) che evidenzia la presenza<br />

romana nella zona, data anche<br />

la sua collocazione sul tracciato<br />

della via Postumia. La zona, sia<br />

per posizione strategica che per<br />

fertilità dei terreni, fu sicuramente<br />

abitata precedentemente ai<br />

romani da tribù Liguri e Celtiche.<br />

Nel medioevo la storia di Stradella<br />

si confonde con quella dell’antica<br />

località di Montalino, situata<br />

sull’altura alla periferia meridionale<br />

della città attuale, la cui Rocca<br />

è citata in un documento del Barbarossa<br />

nell’XI secolo.<br />

Entrambe le località appartenevano<br />

alla signoria temporale del<br />

Vescovo di Pavia. Nel 943 i Re<br />

d’Italia Ugo e Lotario avevano<br />

donato al vescovo Litifredo II diverse<br />

località nell’Oltrepò, fra cui<br />

anche Montalino; successivamente<br />

il marchese obertengo Ugo legò<br />

in eredità Montalino al vescovo<br />

di Pavia. Sta di fatto che dalla<br />

metà dell’XI secolo Montalino e<br />

Stradella (citata come Stratella nel<br />

1029) risultano appartenere alla<br />

mensa vescovile pavese..<br />

Nel 1164 passano sotto la giurisdizione<br />

di Pavia, anche se il diploma<br />

imperiale nomina solo Montalino<br />

ma non Stradella.<br />

Nei secoli successivi il rapporto<br />

di importanza tra i due centri<br />

s’inverte: intorno al 1300 il vescovo<br />

Guido di Langosco fa cingere<br />

Stradella da grandi mura di<br />

mattoni lunghe un miglio entro<br />

le quali, nel 1390, il vescovo Centuario<br />

e Gian Galeazzo Visconti<br />

fanno erigere la Rocca inferiore.<br />

In quel periodo Montalino come<br />

località abitata decade, mantenendo<br />

però grande importanza<br />

strategica grazie alla Rocca che<br />

sorge sull’alto colle, e che costituisce<br />

un importante baluardo contro<br />

gli attacchi portati dai comuni,<br />

in particolare da Piacenza in lotta<br />

con Pavia. Furono particolarmente<br />

gravi le distruzioni del 1214,<br />

1216 e 1373, quest’ultima a opera<br />

di Giovanni Acuto (condottiero e<br />

cavaliere inglese il cui vero nome<br />

era John Hawkwood, italianizzato<br />

in Acuto da Niccolò Machiavelli).<br />

La signoria vescovile fu benefica<br />

nei confronti di Stradella: fin dal<br />

1220 fu concesso il mercato settimanale<br />

del martedì e nel 1419 il<br />

vescovo Pietro Grassi diede alla<br />

città gli statuti comunali.<br />

Dopo i Visconti e gli Sforza, Stradella<br />

subì la dominazione francese,<br />

spagnola e austriaca. Nel 1797,<br />

con l’abolizione del feudalesimo,<br />

la signoria del vescovo cessò definitivamente.<br />

Attorno all’800 fu possedimento<br />

della casa di Savoia che, dopo la<br />

definitiva sconfitta di Napoleone,<br />

nel 1815 riprese ad amministrare<br />

il borgo.<br />

A Stradella la proprietà terriera<br />

era frazionata fra numerosi<br />

proprietari, in particolar modo<br />

Orizzonte Magazine • 21


Interno museo della fisarmonica<br />

borghesi, e questo indica la prosperità<br />

del borgo, che andò in<br />

crescendo anche nei secoli successivi<br />

la fine del medioevo. Nel<br />

XIX secolo Stradella era divenuto<br />

il secondo comune dell’Oltrepò<br />

per popolazione, ottenendo nel<br />

1865 il titolo di città.<br />

Alla fine del XIX secolo fu avviata<br />

una profonda revisione urbanistica,<br />

con la demolizione delle due<br />

porte, con il tracciato della Strada<br />

Nuova parallelo alla vecchia Romera,<br />

con la costruzione del Teatro<br />

e, poco dopo, dell’ospedale<br />

Gazzaniga. La costruzione della<br />

prima linea ferroviaria Tortona-<br />

Stradella nel 1854 fu un fattore<br />

decisivo per il progresso. Stradella<br />

fu anche capolinea di due linee<br />

tranviarie: quella per Voghera in<br />

funzione dal 1883 al 1931 e quella<br />

per Santa Maria della Versa in<br />

funzione dal 1929 al 1956.<br />

Visitiamo Stradella<br />

Il ritrovo è presso l’Infopoint, situato<br />

nei locali della Stazione Ferroviaria<br />

(ma parleremo di questa<br />

esperienza stradellina al termine<br />

del racconto della nostra visita).<br />

Percorriamo via Martiri Partigiani,<br />

la strada che dalla Stazione porta<br />

al centro storico, dove al numero<br />

civico 5 c’è Palazzo Dalloglio: uno<br />

splendido edificio della seconda<br />

metà dell’ottocento progettato<br />

dall’architetto Casanova in stile<br />

lombardo, modificato quindi<br />

nel 1930 con notevoli interventi<br />

in stile liberty, stucchi, affreschi,<br />

graffiti e un bellissimo giardino.<br />

Ci spostiamo quindi in piazza Vittorio<br />

Veneto: qui sorgeva l’antica<br />

Rocca inferiore che venne abbattuta<br />

a fine ‘800 per aprire la<br />

piazza del mercato. Sulla piazza<br />

svetta ancora l’antico simbolo di<br />

Stradella: la Torre Civica, di origine<br />

tardo medievale, unica testimonianza<br />

rimasta della città fortezza.<br />

La pianta è quadrata e nella<br />

parte superiore vi è collocato un<br />

ornamento con caditoie e merli<br />

ghibellini, aggiunto probabilmente<br />

nel XV secolo, mentre la cella<br />

campanaria fu innalzata nel 1835.<br />

Sempre nella piazza possiamo vedere<br />

il monumento ad Agostino<br />

Depretis, il più illustre personaggio<br />

stradellino, politico e uomo di<br />

governo: si tratta di un’opera in<br />

bronzo risalente al 1894, realizzata<br />

dallo scultore fiorentino Antonio<br />

Bortone; interessanti i bassorilievi<br />

che rappresentano alcuni<br />

episodi della vita dello statista.<br />

Nella stessa piazza, sul lato sud,<br />

si affaccia Palazzo Guarini, realizzato<br />

nel 1650, poi rinominato<br />

Palazzo Dozza: bello il portale e<br />

la facciata con balconcini in ferro<br />

battuto; all’interno si trovano un<br />

ampio scalone, pregevoli soffitti<br />

e affreschi a carattere mitologico,<br />

purtroppo non visitabili.<br />

Nella vicina via Marconi si può<br />

ammirare Palazzo Isimbardi, sede<br />

del Comune, fatto costruire nel<br />

1656 dal marchese Pietro Isimbardi<br />

Mendoza. Si tratta di un<br />

fabbricato di notevole ampiezza il<br />

cui nucleo principale, a forma di<br />

U, presenta una facciata semplice,<br />

22 • Orizzonte Magazine


un piccolo giardino con vasca e<br />

un cortile interno con porticolo<br />

e colonne. Vi si conservano affreschi<br />

barocchi, scene di caccia e<br />

paesaggi cinesi; di grande fascino<br />

lo scalone, la sala Depretis e la<br />

cappella, oggi Sala della Cultura;<br />

nel palazzo soggiornò per un breve<br />

periodo il Parini.<br />

Nella piazzetta antistante c’è<br />

la cinquecentesca Fontana dei<br />

Quattro Cannoni da dove, già<br />

in epoca medioevale, sgorgava<br />

l’acqua proveniente dal colle di<br />

Montalino. Il nome deriva dalla<br />

dizione dialettale delle quattro<br />

cannule dalle quali sgorga l’acqua<br />

che, convogliata dalla collina attraverso<br />

appositi canali sotterranei,<br />

si immette nelle due sottostanti<br />

vasche di granito.Quest’acqua,<br />

freschissima fu bevuta nel 1706<br />

alla mensa del principe Eugenio<br />

di Savoia, di passaggio a Stradella.<br />

Proseguendo incontriamo la<br />

Chiesa della Misericordia (Oratorio)<br />

che risale alla fine del Seicento,<br />

al cui interno si conservano le<br />

spoglie di San Deodato. Vi troviamo<br />

mobili originali dell’epoca,<br />

il coro, l’altare di San Giuseppe,<br />

con la tela del santo ad opera<br />

del pittore Araldi che la dipinse<br />

nel 1721, e una statua in legno<br />

dell’Addolorata. Ai lati due affreschi<br />

che rappresentano i cicli della<br />

vita di Gesù Cristo.<br />

Subito dopo, al numero civico<br />

68, Palazzo Longhi, edificato nel<br />

XVIII secolo.<br />

Ritorniamo sui nostri passi percorrendo<br />

la parallela via Cavour,<br />

dove si possono ancora osserva-<br />

Orizzonte Magazine • 23


Laboratori fisarmornica<br />

re gli antichi palazzi edificati sulle<br />

mura del 1300 in quella che si<br />

può definire una “passeggiata architettonica”.<br />

Al numero civico<br />

33 (nei pressi di vicolo Pozzobonello)<br />

troviamo una testimonianza<br />

del passaggio di Napoleone<br />

Bonaparte a Stradella: lo storico<br />

Palazzo Locatelli, dove l’Imperatore<br />

firmò vari editti, organizzò<br />

l’occupazione delle zone circostanti,<br />

ricevette le autorità locali<br />

e pianificò la famosa battaglia di<br />

Marengo.<br />

Torniamo in piazza Vittorio Veneto<br />

per visitare la Chiesa Parrochiale<br />

dedicata a Maria Assunta e<br />

ai Santi Nabore e Felice. Aperta<br />

al culto il 21 aprile 1491, della<br />

struttura originaria rimangono<br />

solo il presbiterio e il transetto. Il<br />

resto dell’edificio fu realizzato e<br />

decorato in stile neoclassico nel<br />

1837. Nell’interno a tre navate, si<br />

conserva un bell’altare in marmo<br />

e pietre preziose, opera della famiglia<br />

Sacchi di Pavia (1696). Tra<br />

le opere d’arte ricordiamo una<br />

pala d’altare di Pacifico Sidoli, il<br />

settecentesco coro in legno di<br />

noce e lo stupendo organo Serassi<br />

di Bergamo (1797) che vanta<br />

ben 24 canne. Gli affreschi dei<br />

pennacchi della cupola risalgono<br />

al 1845.<br />

A metà della navata destra una<br />

porta conduce nella chiesa inferiore,<br />

la cripta detta “Scurolo”,<br />

in stile barocco, risalente al 1671:<br />

sulla parete del pianerottolo una<br />

lapide ormai erosa reca la data<br />

del 1471. I tre altari in marmo policromo<br />

risalgono al XVIII secolo<br />

e sono decorati con tele di pregio<br />

del pittore vogherese tardo settecentesco<br />

Paolo Borroni; si può<br />

ammirare anche un crocefisso ligneo<br />

del 1750.<br />

Sempre sulla piazza Vittorio Veneto<br />

si affaccia Palazzo Boschetti,<br />

tipico esempio di barocco piemontese,<br />

con le sue colonne che<br />

creano un suggestivo porticato e<br />

i suoi balconcini .<br />

24 • Orizzonte Magazine


Poco distante dalla piazza, in via<br />

Ammiraglio Faravelli, si può ammirare<br />

il Teatro Sociale, di particolare<br />

interesse storico. Costruito<br />

tra il 1846 e il 1849 dall’architetto<br />

Giovanbattista Chiappa, fu inaugurato<br />

nel 1850 e dal 1949 è monumento<br />

nazionale. La facciata è<br />

neoclassica e presenta sul portale<br />

d’ingresso un bassorilievo con<br />

un’allegoria del Teatro.<br />

La struttura è stata concepita con<br />

tre ordini di palchi e una platea<br />

a forma di ferro di cavallo. Il palcoscenico<br />

presenta uno splendido<br />

sipario fatto a mano nel 1844,<br />

attualmente in restauro, che<br />

raffigura una scena dei Promessi<br />

Sposi di Alessandro Manzoni.<br />

Nei progetti originali la platea<br />

era chiusa da una cupola, che nel<br />

1910 venne demolita per costruire<br />

il terzo ordine dei palchi e il<br />

loggione. Recuperato e riaperto<br />

nel 2006, ospita una ricca stagione<br />

teatrale.<br />

In via Cesare Battisti, di fronte ai<br />

giardini pubblici, sorge la Chiesa<br />

della Versa, un antico oratorio<br />

dedicato a San Fermo e ora alla<br />

Madonna di Lourdes: a tre navate,<br />

nell’abside centrale possiamo<br />

vedere un affresco del pittore<br />

Pietro Delfitto raffigurante “L’ultima<br />

cena”. Sul retro (giardino<br />

Volontari del Sangue) si può ammirare<br />

la struttura originaria della<br />

Chiesa con il campanile.<br />

Ritorniamo nuovamente in piazza<br />

Vittorio Veneto e imbocchiamo<br />

via Montebello. “Nel cuor, nel cuor<br />

di Stradella che è quella città dove<br />

tutte le armoniche di questa pianura<br />

sono nate e qualcuno le suona<br />

così… al dolce suono della fisarmonica<br />

di Stradella…” cantava Paolo<br />

Conte. Al civico 2, presso l’ex<br />

Asilo Infantile Garibaldi troviamo<br />

il Museo della Fisarmonica “Mariano<br />

Dallapè”. Non si tratta di un<br />

semplice luogo di esposizione ma<br />

una vera e propria testimonianza<br />

d’arte legata a una produzione<br />

che ha portato in tutto il mondo<br />

il nome di Stradella.<br />

Il Museo è articolato in tre sezioni:<br />

la prima documentaristica e<br />

fotografica, che conserva il pezzo<br />

più antico e pregiato: il prototipo<br />

di fisarmonica moderna realizzato<br />

da Mariano Dallapè nel 1871;<br />

la seconda dove sono esposti<br />

attrezzi da lavoro dell’incisore e<br />

dell’accordatore e preziosi fregi<br />

che adornavano gli strumenti,<br />

oltre alla suggestiva ricostruzione<br />

di un vecchio laboratorio artigiano;<br />

la terza espositiva, dove sono<br />

esposti i primi esemplari prodotti<br />

da varie fabbriche stradelline, tra<br />

cui la fisarmonica “liturgica”, adatta<br />

all’esecuzione di musica classica<br />

e dal suono simile a quello di un<br />

organo.<br />

Sempre all’interno di Palazzo<br />

Garibaldi possiamo visitare anche<br />

il Civico Museo Naturalistico<br />

“Ferruccio Lombardi”: nato come<br />

Orizzonte Magazine • 25


“Museo del Po” si è ampliato fino<br />

a rappresentare e testimoniare<br />

l’intero Oltrepò Pavese. È composto<br />

da vari settori: geologico,<br />

antropologico, paleontologico; c’è<br />

una sezione dedicata ad animali e<br />

piante dell’Oltrepò, un’altra dedicata<br />

agli insetti e alla loro interazione<br />

con l’uomo (bachi da seta e<br />

api) e un’altra ancora relativa ad<br />

Ecologia e Ambiente.<br />

(Visita di un museo euro 3,50; entrambi<br />

5,50; agevolazioni per gruppi<br />

e scolaresche - Orari: lunedì,<br />

venerdì, domenica e festivi 15-18;<br />

martedì, giovedì e sabato 9-12; sabato,<br />

mercoledì 9-12/15-17,30. L’inizio<br />

della visita è consentito sino a<br />

mezz’ora prima dell’orario di chiusura.<br />

Per informazioni e prenotazioni:<br />

Centro Culturale - Tel. 038542069<br />

- Biblioteca Civica 038544870).<br />

Il quartiere dove sono i musei<br />

conserva alcune belle costruzioni<br />

del settecento, come l’austero<br />

Palazzo Gavina o l’armonioso Palazzo<br />

Olevano; al termine di via<br />

Montebello troviamo poi l’Ospedale<br />

Civile Sola-Forni-Gazzaniga,<br />

datato 1852, ora destinato ad altri<br />

usi dopo l’entrata in funzione<br />

di quello nuovo.<br />

Imboccando Via De Petris, al numero<br />

25 troviamo la casa dove<br />

nacque, lavorò e visse lo statista<br />

Agostino De Petris, che fu anche<br />

Presidente del Consiglio dei Ministri.<br />

Partendo dall’antico Ospedale<br />

si sale per la visita alla Basilica di<br />

Montalino, le cui origini sono incerte<br />

e comunque remote (per<br />

alcuni intorno al 773, per altri al<br />

934 e per altri ancora all’XII secolo).<br />

L’edificio, sicuramente realizzato<br />

nel luogo di una chiesa<br />

preesistente, è una costruzione<br />

in mattoni e blocchi di arenaria di<br />

stile romanico lombardo. La facciata<br />

a capanna presenta due monofore<br />

laterali, mentre l’interno,<br />

in parte restaurato, è strutturato<br />

in tre navate con pilastri in cotto,<br />

soffitto semplice e armonico<br />

a travi e abside ad archi. Si possono<br />

ammirare resti di affreschi<br />

del 1300, parzialmente rovinati:<br />

presso l’abside di sinistra vi è una<br />

Madonna benedicente, nell’abside<br />

maggiore una Madonna policroma<br />

è circondata da figure di santi,<br />

mentre nella navata sono ancora<br />

visibili i resti di una<br />

Madonna col bambino<br />

(per la visita ci si<br />

può rivolgere presso gli<br />

uffici del Comune).<br />

La Rocca Superiore,<br />

domina la città ed è<br />

posta sull’ultimo colle<br />

dell’Appennino proteso<br />

verso il Po. Oggi<br />

è proprietà privata<br />

e presenta finestre<br />

differenti per foggia e struttura<br />

nonchè un loggiato cinquecentesco,<br />

chiuso in seguito a veranda.<br />

Interessante la strada panoramica<br />

che passa sotto la Basilica di Montalino<br />

e che permette di avere<br />

una completa visione su Stradella<br />

e la sua pianura.<br />

26 • Orizzonte Magazine


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Orizzonte Magazine • 27


STRADELLA<br />

LOMBARDI: UN’OFFERTA CULTURALE<br />

ARTICOLATA E ATTENTA ALLE RISORSE<br />

P<br />

ierangelo Lombardi,<br />

sino a maggio 2014<br />

era il Sindaco di Stradella,<br />

ora è consigliere<br />

comunale e si occupa di Teatro,<br />

Circuiti Culturali, Infopoint:<br />

con il suo intervento tracciamo<br />

quella che è la “visione culturale<br />

stradellina”.<br />

“Il Comune di Stradella da tempo<br />

persegue una visione strategica<br />

e ad ampio respiro della cultura,<br />

capace di coniugare tradizioni e<br />

specificità locali e territoriali con i<br />

più vasti orizzonti dell’intelligenza<br />

universale.<br />

In tal modo si è posto, in questi<br />

anni, l’ambizioso obiettivo di progettare<br />

e realizzare un sistema<br />

culturale stabile, partecipato e<br />

condiviso, con un raggio d’azione<br />

aperto a un bacino territoriale<br />

ricco di associazioni e istituzioni<br />

culturali e capace di intercettare<br />

precise valenze di un territorio,<br />

attivando risorse disponibili, idee<br />

e competenze, ridefinendo spazi<br />

e strutture dedicate e sapendosi<br />

tradurre in un fattore economico<br />

importante che, mentre accresce<br />

la qualità della vita, può anche migliorare<br />

le condizioni materiali del<br />

vivere civile.<br />

La presenza di un’offerta culturale<br />

articolata e l’attenta valorizzazione<br />

delle risorse culturali, materiali<br />

e immateriali, non possono non<br />

assurgere tra gli obiettivi espliciti,<br />

laddove la valorizzazione di un<br />

territorio passa attraverso la elaborazione<br />

e la diffusione del racconto<br />

che lo avvolge nel tempo<br />

e che consente a chi lo abita o a<br />

chi vi giunge di percepire il tutto<br />

- memorie e luoghi, sapori e culture<br />

- come frutto di una visione<br />

più ricca e matura.<br />

Una visione strategica per il futuro<br />

richiama, in primo luogo, l’intensa<br />

esperienza delle politiche di<br />

sviluppo culturale attivate negli ultimi<br />

anni dal Comune di Stradella.<br />

Si è voluto proiettare, in questa<br />

visione, l’immagine di un territorio<br />

ben più ampia di quella limitata<br />

alla tranquillizzante ombra<br />

del proprio campanile. Un’idea<br />

di sviluppo legata alla capacità di<br />

attrazione che questo territorio<br />

può sicuramente esercitare.<br />

In un’epoca in cui spazi culturali<br />

venivano chiusi e dismessi, il<br />

Comune di Stradella, in palese<br />

controtendenza, non ha cessato<br />

di considerare la spesa per la cultura<br />

come investimento, proponendosi<br />

quale polo di attrazione<br />

culturale per l’Oltrepò orientale.<br />

In poco più di un decennio è andato<br />

consolidandosi un patrimonio<br />

culturale di primo piano, prima con<br />

la trasformazione dell’ottocentesco<br />

Asilo Infantile “G.Garibaldi”<br />

in Centro Culturale Polifunziona-<br />

Pierangelo<br />

le, destinato ad ospitare la Civica<br />

Biblioteca, il Museo naturalistico<br />

dell’Oltrepò pavese e il Museo<br />

della Fisarmonica “M.Dallapé”;<br />

poi, ridando vita al Teatro Sociale<br />

e proponendone la centralità nella<br />

vita culturale del territorio; infine<br />

con la realizzazione dell’Infopoint<br />

multimediale, nell’ambito del pro-<br />

28 • Orizzonte Magazine


getto Stazioni in comune.<br />

L’inaugurazione del Civico Museo<br />

della Fisarmonica all’interno del<br />

Centro Culturale Polivalente di<br />

Via Montebello ha rappresentato<br />

un’occasione significativa per<br />

Lombardi<br />

riflettere sulle grandi scelte di<br />

politica culturale del Comune di<br />

Stradella.<br />

Se è vero che il Museo Naturalistico<br />

dell’Oltrepò e il Museo della<br />

Fisarmonica, riconosciuti dalla<br />

Regione Lombardia e inseriti a<br />

pieno titolo nel Sistema Museale<br />

e Bibliotecario dell’Oltrepò pavese,<br />

sottolineano la forte identificazione<br />

della città e del territorio<br />

con lo strumento, invitando<br />

a cogliere ogni occasione per<br />

recuperare la memoria ed il valore<br />

culturale di una tradizione e<br />

di un segmento produttivo che,<br />

nato nelle botteghe artigiane di<br />

Stradella, é divenuto, nel tempo,<br />

una realtà tale da far conoscere<br />

il nome della città nel mondo, il<br />

restauro e la riapertura del Teatro<br />

Sociale (avvenuto nel 2006)<br />

hanno rappresentato un autentico<br />

laboratorio-cantiere di idee,<br />

stimolo e fermento di molteplici<br />

attività culturali, strumento produttore<br />

e propositore di cultura<br />

per il territorio di riferimento.<br />

Va da sé che il restauro del teatro<br />

storico, legato al cuore, al volto,<br />

alla storia della città ha restituito<br />

alla collettività non solo un ‘bene<br />

culturale’ di prestigio, ma insieme,<br />

uno spazio naturalmente deputato<br />

alla promozione delle attività<br />

dello spettacolo.<br />

Un’occasione, dunque, di grande<br />

portata per riconoscere nel Teatro<br />

Sociale un grande e nuovo<br />

baricentro per tutto il territorio,<br />

per le sue strutture di cultura (a<br />

partire dalla rete museale e bibliotecaria),<br />

per le sue molteplici<br />

manifestazioni culturali, per un<br />

patrimonio etnografico e di tradizioni<br />

che abbraccia un’intera<br />

area che dal Po sale alle cime del<br />

nostro Appennino (e basti dire,<br />

ancora una volta, del patrimonio<br />

culturale legato alla fisarmonica,<br />

di cui non può sfuggire anche il<br />

forte richiamo a valenza turistica).<br />

Non solo, quindi, teatro come<br />

spazio di consumo, più o meno<br />

tradizionale, ma come luogo dinamico,<br />

aperto alle diversità delle<br />

arti e alle culture del mondo.<br />

Da ultimo, il sistema culturale locale<br />

può contare sull’innovativo<br />

Infopoint multimediale. Uno strumento<br />

assolutamente originale -<br />

anche per la location (i locali della<br />

Stazione ferroviaria), capace di<br />

raccontare un territorio non solo<br />

attraverso i suoi beni tangibili, ma<br />

anche quelli immateriali. Un luogo<br />

e un dinamico motore di coordinamento<br />

dell’offerta turistica locale,<br />

dunque. Uno strumento capace<br />

di stimolare la consapevolezza sui<br />

valori della cultura, dell’ambiente,<br />

dell’accoglienza, dei saperi e dei<br />

sapori, come risorse fondamentali<br />

per un territorio e la qualità della<br />

vita delle persone che lo abitano,<br />

lo percorrono o sono intenzionati<br />

a percorrerlo, fino a farne emergere<br />

e a sottolinearne lo specifico<br />

profilo identitario.<br />

La promozione della cultura e<br />

dell’arte; la valorizzazione dei beni<br />

di interesse artistico, storico e<br />

paesaggistico; l’organizzazione e<br />

il sostegno a progetti culturali nel<br />

campo dello spettacolo dal vivo,<br />

dell’arte, della letteratura, della<br />

scienza; l’impegno, infine, nel valorizzare<br />

il patrimonio culturale attraverso<br />

una gestione integrata dei<br />

beni, materiali e immateriali, sono<br />

soltanto alcune delle forme attraverso<br />

le quali sarà possibile continuare<br />

a declinare questa visione<br />

della cultura come valore e forza<br />

rigeneratrice di un territorio”.<br />

Orizzonte Magazine • 29


STRADELLA<br />

INFOPOINT MULTIMEDIALE:<br />

UN FIORE ALL’OCCHIELLO DI STRADELLA<br />

C<br />

inzia Montagna, giornalista<br />

professionista,<br />

referente dell’animazione<br />

dell’Infopoint e<br />

del Magazine “Oltrepò Mondo” ci<br />

racconta che cos’è l’Infopoint<br />

Multimediale di Stradella,<br />

un’importante realtà<br />

del territorio.<br />

“L’Infopoint Multimediale di<br />

Stradella è un luogo di comunicazione.<br />

E non soltanto<br />

perché da qui si comunicano<br />

i patrimoni culturali<br />

del territorio Oltrepò e i<br />

suoi eventi attraverso il sito<br />

www.infopointstradella.it e<br />

il magazine virtuale “Oltrepò<br />

Mondo” ad esso collegato.<br />

L’Infopoint è, strutturalmente,<br />

l’esempio tangibile<br />

di come un luogo dismesso<br />

possa essere riqualificato<br />

in senso culturale e aggregativo.<br />

La stazione di Stradella è funzionante<br />

ed è snodo importante da<br />

e verso Milano, Voghera, Torino,<br />

Piacenza. L’edificio della stazione,<br />

però, non era fruito da anni nella<br />

sua completezza, sino al 2013.<br />

Nel settembre 2013 fu inaugurato<br />

l’Infopoint, che ha sede in alcuni<br />

locali da tempo non utilizzati.<br />

L’operazione ha più valenze. La<br />

prima è quella di riconoscere nella<br />

stazione di Stradella un edifi-<br />

cio inserito nel tessuto urbano e<br />

sociale, vissuto quotidianamente,<br />

carico di un valore storico: la linea<br />

ferroviaria e la sua stazione furono<br />

voluti da Agostino Depretis,<br />

lo stradellino più illustre, statista<br />

in una fase del Risorgimento, che<br />

destinò risorse ed energie all’unità<br />

d’Italia. Tale unità fu messa in<br />

pratica a partire dal suo elemento<br />

di base: strade e ferrovie. In<br />

altre parole: collegamenti. E’ l’obiettivo<br />

dell’Infopoint oggi: collegare<br />

l’Oltrepò al mondo - da qui<br />

il nome del Magazine - utilizzando<br />

le strade di oggi, che sono quelle<br />

della comunicazione attraverso i<br />

media, Internet, i Social Network.<br />

Niente di nuovo, quindi, sotto il<br />

sole di Stradella a livello concettuale.<br />

Nuovo, invece, il concetto di<br />

Infopoint rispetto all’esperenziale:<br />

questo non è soltanto un luogo<br />

dove è possibile trovare<br />

dépliants, brochures e<br />

cartine, che pur ci sono.<br />

Qui si trovano progetti.<br />

Un progetto s’intitola, ad<br />

esempio, “DoveVivo” ed è<br />

un workshop già attuato<br />

con le scuole e che racconta<br />

il territorio anche a<br />

chi vive sul territorio. Lo<br />

scopo: fornire strumenti<br />

di trasmissione, rendere il<br />

territorio ambasciatore di<br />

se stesso verso i visitatori,<br />

i turisti, chi arriva. Prima<br />

del workshop sta la ricerca<br />

sul territorio, il suo<br />

studio, la sua traduzione<br />

in testi, immagini, filmati.<br />

Lo scorso dicembre, in collaborazione<br />

con l’Assessorato alla Cultura<br />

del Comune di Stradella, è<br />

stato realizzato l’evento ‘Signori,<br />

in lettura!’ dedicato agli editori<br />

dell’Oltrepò. Per due giorni, gli<br />

editori hanno animato la stazione<br />

di Stradella con i loro libri e<br />

i loro autori, che parlano di Oltrepò.<br />

Tema: Il viaggio, con i libri,<br />

partendo da una stazione. Nella<br />

sede dell’Infopoint si va via via ar-<br />

30 • Orizzonte Magazine


icchendo una biblioteca su argomenti<br />

territoriali: guide, ma anche<br />

saggi e testi di approfondimento<br />

tematico. L’Infopoint non è fermo:<br />

è, a sua volta, un progetto<br />

dinamico che modula le proprie<br />

azioni in base alla domanda, anzi<br />

ponendo la domanda come prioritaria<br />

rispetto all’offerta. Captando,<br />

cioè, non soltanto le esigenze<br />

del territorio ma anche le aspettative<br />

di chi può essere stimolato<br />

a conoscere l’Oltrepò e i suoi<br />

valori di cultura, enogastronomia,<br />

monumenti, paesaggi, tradizioni”.<br />

Le risorse che hanno consentito<br />

la realizzazione dell’Infopoint<br />

Multimediale di Stradella sono il<br />

“Fondo Europeo Agricolo per lo<br />

Sviluppo Rurale: l’Europa investe<br />

nelle zone rurali. PSR 2007 - 2013<br />

Direzione Generale Agricoltura”<br />

Asse 4 Leader - PSL Gal Alto<br />

Oltrepò Misura 313 “Incentivazione<br />

delle attività turistiche” con<br />

il cofinanziamento del Comune<br />

di Stradella. L’azione è inserita<br />

nel progetto “Stazioni in comune”<br />

con Rete Ferroviaria Italiana,<br />

Regione Lombardia (D.d.s.<br />

n° 1784/11) e ANCI Lombardia,<br />

mirato alla riqualificazione delle<br />

stazioni ferroviarie.<br />

Infopoint Multimediale di Stradella<br />

(PV) - Piazzale Matteotti c/o Stazione<br />

Ferroviaria - Tel. 3458886033<br />

- www.infopointstradella.it - info@<br />

infopointstradella.it<br />

Facebook - Skype - Twitter - Flickr -<br />

Youtube - Vimeo: Infopoint Stradella<br />

Tempo e preziosi a portata di un click.<br />

Orizzonte Magazine • 31


Internet ha cambiato il<br />

nostro modo di viaggiare...<br />

di Elisa Stanchi<br />

C<br />

he il web abbia<br />

profondamente<br />

cambiato negli ultimi<br />

anni il nostro<br />

modo di viaggiare e di fare vacanze<br />

è evidente: ora il mondo intero<br />

è alla portata di un nostro click.<br />

Analizziamo questo fenomeno da<br />

più punti di vista.<br />

Qualche dato<br />

Secondo Unioncamere, nel 2013<br />

il 32,6% delle vacanze è stato<br />

prenotato via Internet, dati Doxa<br />

stimano che il 62% dei turisti usa<br />

internet per informarsi e scegliere<br />

32 • Orizzonte Magazine


la propria vacanza, e sempre nel<br />

2013 Ryan Air ha praticamente<br />

raggiunto Alitalia come numero<br />

di passeggeri trasportati (23 milioni<br />

contro 23 e 990 mila).<br />

Qualche nome<br />

Tutti conosciamo e abbiamo probabilmente<br />

volato con Ryan Air e<br />

Easy Jet, che hanno rivoluzionato<br />

il mondo dei viaggi aprendo a milioni<br />

di persone l’opportunità di<br />

spostarsi a basso costo, facendo<br />

inoltre scoprire molte destinazioni<br />

un tempo marginali e orientando<br />

i flussi turistici. Con un po’ di<br />

attenzione ai dettagli e alle specifiche<br />

(peso, orari, bagagli) in fase<br />

di prenotazione, il risparmio è assicurato.<br />

Expedia.com e Booking.com sono<br />

agenzie viaggi web-based, in<br />

pratica dei portali online dove<br />

prenotare hotel, soggiorni, voli,<br />

crociere, auto a noleggio, ecc, con<br />

un vastissimo numero di strutture<br />

e servizi disponibili in numerosi<br />

paesi del mondo, dove è possibile<br />

confrontare opzioni e spuntare<br />

prezzi interessanti.<br />

Per informarsi e scegliere prima<br />

di partire, si va su Trip Advisor,<br />

portale che pubblica recensioni<br />

degli utenti registrati su hotel,<br />

ristoranti e attrazioni tutistiche:<br />

comprende oltre 200 mila strutture<br />

e 30 mila destinazioni, ha 35<br />

milioni di recensioni e 29 milioni<br />

di visitatori al mese, è stato definito<br />

“il più grande sito di viaggi<br />

sul web”.<br />

Trivago è un portale europeo di<br />

ricerca hotel gratuito, dove trovare<br />

disponibilità, recensioni, confronti<br />

di tariffe per oltre 700 mila<br />

hotel in tutto il mondo, affiliato a<br />

siti di prenotazione esterni.<br />

E che dire delle formule del CouchSurfing<br />

(letteralmente ‘navigazione<br />

sui divani’), servizio di scambio<br />

ospitalità tra privati, gratuito,<br />

una sorta di rete sociale, disponibile<br />

in tutto il mondo, che mette in<br />

comunicazione persone disponibili<br />

a scambiarsi ospitalità, molto diffuso<br />

tra i giovani<br />

L’ultimo in ordine di apparizione<br />

è il fenomeno Airbnb, un portale<br />

online che mette in contatto persone<br />

alla ricerca di un alloggio o di<br />

Orizzonte Magazine • 33


una camera per brevi periodi con<br />

persone che dispongono di uno<br />

spazio extra da affittare, generalmente<br />

privati; non solo stanze ma<br />

interi appartamenti, ville, castelli,<br />

barche, ecc. Aperto nel 2007, il<br />

sito oggi mette in contatto persone<br />

in oltre 34000 città e 190<br />

paesi. “Destinazioni locali per una<br />

community globale”, recita il loro<br />

sito. Il successo è stato tale che si<br />

pensa ora di esportare il modello<br />

anche per le esigenze dei viaggi<br />

d’affari.<br />

Proprio in questo<br />

segmento il<br />

settore segnala<br />

una tenuta e anzi<br />

spesso anche una<br />

ripresa, come nel<br />

caso degli USA,<br />

dove l’impatto di<br />

Internet è arrivato<br />

molto prima<br />

che da noi ed è<br />

stato quindi già<br />

affrontato e “metabolizzato”.<br />

Chi ha pagato le conseguenze<br />

del cambiamento<br />

Fin qui tutto bene: il web ci offre<br />

molte opportunità che, se scelte<br />

e valutate con attenzione, ci consentono<br />

di continuare ad andare<br />

in vacanza anche in tempi di<br />

crisi, semplificando le procedure<br />

d’acquisto e risparmiando su voli,<br />

soggiorni, servizi. Ma come la<br />

vedono gli operatori turistici tradizionali,<br />

gli hotel, le agenzie di<br />

viaggio La rivoluzione del web li<br />

ha colpiti, eccome, e ci sono state<br />

proteste e anche guerre a volte<br />

finite in tribunale.<br />

Ma la rivoluzione non si può fermare<br />

e gli stessi operatori turistici<br />

riconoscono che il fenomeno del<br />

low cost ha avvicinato al mercato<br />

turistico persone un tempo<br />

escluse.<br />

Inoltre, le stesse agenzie di viaggio<br />

hanno ridefinito il loro ruolo,<br />

riqualificandosi nella fornitura di<br />

servizi ad hoc che il web non può<br />

offrire, come ad esempio i pacchetti<br />

di viaggio personalizzati.<br />

Ieri e oggi cosa<br />

e’ cambiato<br />

Uno dei più grandi<br />

cambiamenti<br />

riguardo ai viaggi<br />

è stata la perdita<br />

dell’innocenza.<br />

Molti di noi ricorderanno<br />

ancora l’epoca in cui se<br />

eri un bambino simpatico potevi<br />

affacciarti nella cabina di pilotaggio<br />

di un jet senza essere scambiato<br />

per un terrorista in erba.<br />

Ciò che abbiamo perso in termini<br />

di innocenza, però, l’abbiamo guadagnato<br />

in comodità e informazione:<br />

prenotazioni online facilissime<br />

e recensioni dettagliate fino alle<br />

molle del letto o al tipo di cuscino.<br />

La prossima volta che ci metterermo<br />

a cercare su Google consigli<br />

sui migliore hotel, divertiamoci a<br />

fare un salto indietro con i ricordi.<br />

Gli spunti che seguono potrebbero<br />

esserci d’aiuto.<br />

Decidere dove andare<br />

Ieri avremmo sfogliato brochure<br />

e cataloghi in un’agenzia di<br />

viaggi o spulciato tra le pagine<br />

di una guida in libreria. Oppure,<br />

ci saremmo lasciati ispirare dalle<br />

fotografie di un amico e dai suoi<br />

affascinanti racconti.<br />

Oggi l’accesso immediato a blog,<br />

video e social network ha ampliato<br />

gli orizzonti. Possiamo leggere<br />

qualcosa sul cibo preferito dai<br />

camionisti di Portland e, quasi<br />

senza accorgertene, trovarci al<br />

volante sulle strade della Pacific<br />

Northwest.<br />

Come arrivare a destinazione<br />

Ieri c’erano voli meno frequenti,<br />

meno compagnie aeree e, soprattutto,<br />

meno low cost. Viaggiare<br />

era una questione niente affatto<br />

34 • Orizzonte Magazine


istintiva, richiedeva maggiore programmazione,<br />

più pazienza e più<br />

tempo. E l’unica soluzione possibile<br />

per organizzare una vacanza<br />

era andare in un’agenzia di viaggi.<br />

Oggi navighiamo in cerca dell’offerta<br />

migliore, inseriamo i dati<br />

della carta di credito e... siamo<br />

già partiti. Possiamo fare il check<br />

in online, stampare il biglietto: l’agenzia<br />

di viaggi siamo noi!<br />

Scegliere e prenotare un hotel<br />

Ieri: cataloghi, guide, passaparola<br />

e poi l’immancabile telefonata di<br />

prenotazione. Oggi: scateniamo<br />

gli strumenti di informazione<br />

online, dai motori di ricerca alle<br />

recensioni sul web di altri viaggiatori.<br />

E poi prenotiamo ovviamente<br />

sempre<br />

online.<br />

Quanto<br />

costi<br />

mi<br />

Spesso i giovani<br />

hanno<br />

la percezione<br />

che ai tempi<br />

dei loro genitori<br />

per viaggiare<br />

si spendesse<br />

meno.<br />

In realtà è l’esatto<br />

contrario.<br />

Se un volo<br />

solo andata<br />

Roma-Londra<br />

negli anni 70<br />

costava anche<br />

350 mila lire<br />

oggi si spende<br />

appena<br />

40-50 euro massimo! Insomma<br />

grazie alla tecnologia e alla tanta<br />

concorrenza viaggiare oggi è diventato<br />

assai conveniente! Oggi il<br />

pensiero un tempo inconcepibile<br />

di muoversi tra Londra e il Belgio<br />

spendendo poco più del prezzo<br />

di un biglietto del cinema, è realtà.<br />

Come restare in contatto<br />

Ieri scrivevamo lettere, spedivamo<br />

le belle cartoline e a volte<br />

ci si lanciava in una telefonata intercontinentale.<br />

Se i propri amici<br />

erano in viaggio, era normale<br />

non sentirli per lungo tempo, per<br />

il semplice fatto che erano via! E<br />

certamente li avremmo rivisti prima<br />

di persona che su You Tube.<br />

Oggi e-mail, Skype, Twitter, Facebook.<br />

Il volume di fuoco dell’informazione<br />

è impressionante.<br />

Trovare una bella cartolina, invece,<br />

è diventata la vera impresa.<br />

Che cosa succede sul posto<br />

Ieri: gli Uffici Turistici erano il<br />

riferimento principale. Oggi,<br />

purtroppo, alcuni hanno chiuso<br />

perché le persone cercano<br />

informazioni sul web. Con Googlemaps<br />

e il GPS, poi, è diventato<br />

(quasi) superfluo anche chiedere<br />

indicazioni stradali.<br />

Oggi vuoi sapere dove mangiare<br />

vegano a Ulaanbaatar Tranquillo,<br />

qualcuno avrà un blog su questo!<br />

E allora si prepariamoci a partire<br />

senza dimenticarci lo smartphone,<br />

per condividere con tutti via<br />

social network le nostre foto di<br />

viaggio... ma soprattutto ricordiamo<br />

che la tecnologia serve a<br />

migliorarci la vita e non a renderci<br />

schiavi di essa! Usiamola per<br />

poterci permettere la più bella<br />

vacanza possibile ma una volta a<br />

destinazione godiamoci il luogo<br />

che abbiamo scelto e prendiamoci<br />

una bella pausa da tutto: stress,<br />

problemi, lavoro e perchè no<br />

smartphone, Ipad e pc!<br />

Orizzonte Magazine • 35


BIT: A RHO FIERAMILANO<br />

tre GIORNI DEDICATI AL TU<br />

di Fabrizio Capra<br />

G<br />

iovedì 12, venerdì<br />

13 e sabato 14<br />

febbraio si terrà<br />

presso i padiglioni<br />

di Rho Fiera Milano l’edizione<br />

<strong>2015</strong> della Bit, la Borsa Internazionale<br />

del Turismo, giunta alla<br />

sua trentacinquesima edizione.<br />

La Bit, promossa da Fiera Milano,<br />

è una manifestazione di respiro<br />

internazionale che raccoglie intorno<br />

a se gli operatori turistici<br />

di tutto il mondo, un numeroso<br />

pubblico di visitatori, appassionati<br />

di viaggi, televisioni e stampa<br />

e favorisce l’incontro tra decision<br />

maker, esperti del settore e<br />

buyer accuratamente selezionati<br />

e profilati, provenienti da varie<br />

aree geografiche e settori merceologici.<br />

La Bit rappresenta l’unico appuntamento<br />

italiano in grado di far<br />

incontrare in un unico luogo la<br />

domanda e l’offerta di tutti settori<br />

di business del turismo.<br />

Con oltre millecinquecento<br />

Hosted Buyer internazionali e<br />

36 • Orizzonte Magazine


RISMO<br />

italiani, più di duemila aziende<br />

partecipanti e 70mila visitatori<br />

professionali attesi, l’edizione<br />

<strong>2015</strong> segna un taglio netto rispetto<br />

agli anni precedenti introducendo<br />

importanti novità.<br />

Prima di tutto la suddivisione in<br />

tre segmenti: MICE, LEISURE e<br />

LUXURY.<br />

L’area Leisure è un’arena di business<br />

internazionale dove si incontreranno<br />

domanda e offerta turistica<br />

dell’Italia e dell’Estero.<br />

Il Padiglione Italia rappresenterà il<br />

meglio dell’offerta turistica rivolta<br />

all’incoming con un focus nuovissimo:<br />

il segmento “enogastronomia,<br />

arte e cultura”, con l’obiettivo<br />

di valorizzare le eccellenze<br />

italiane nel mondo.<br />

La Borsa supporta il business<br />

puntando a creare un sistema<br />

di offerta per la promozione del<br />

Brand Italia Turismo che possa<br />

essere esportato all’estero con<br />

diversi format.<br />

L’area MICE è uno spazio internazionale<br />

che verrà dedicato al business<br />

puro e ritagliato su misura<br />

per gli organizzatori di convegni,<br />

meeting, incentive, congressi ed<br />

exhibition. Un momento di confronto<br />

commerciale che si svolge<br />

in un ambito altamente professionale,<br />

garantendo la qualità dei<br />

contatti e riservando la possibilità<br />

di avviare trattative concrete.<br />

Invece LUXURY sarà una nuova<br />

area espositiva esclusiva, raffinata<br />

e riservata, che accoglierà gli operatori<br />

italiani e stranieri del segmento<br />

del turismo di lusso.<br />

Orizzonte Magazine • 37


Infine grande spazio<br />

alle OLTA (On Line<br />

Travel Agency) attraverso<br />

Digital World<br />

con una parte espositiva<br />

che affiancherà player<br />

primari e start -up.<br />

Attraverso questo<br />

nuovo concept,<br />

Bit<strong>2015</strong> supera per<br />

prima la vecchia logica<br />

geografica che caratterizza<br />

le manifestazioni<br />

del turismo, per definire<br />

un nuovo standard<br />

basato sulla trasversalità<br />

tra categorie merceologiche.<br />

A Bit<strong>2015</strong>,<br />

sotto un unico tetto, si<br />

ritroveranno fianco a<br />

fianco momenti espositivi<br />

verticali in grado<br />

di offrire la profondità<br />

degli eventi più di nicchia,<br />

con in più il valore aggiunto<br />

unico in Italia di una produttiva<br />

contaminazione tra filiere diverse<br />

ma affini, immerse in una panoramica<br />

completa sul settore come<br />

solo una grande fiera come Bit<br />

può presentare.<br />

Proponendo il progetto Bit in the<br />

World, si darà l’avvio alla strategia<br />

di internazionalizzazione approdando<br />

per questo <strong>2015</strong> in una<br />

delle aree di maggiore sviluppo<br />

dell’ultimo decennio: la Cina.<br />

Aperto solo il sabato il nuovo<br />

spazio denominato Destination<br />

Sport e realizzato in collaborazione<br />

con Decathlon: quest’area<br />

ospiterà i piccoli operatori che<br />

offrono pacchetti sportivi relativi<br />

alle diverse discipline e rivolti al<br />

target, sempre più in crescita, del<br />

viaggiatore sportivo.<br />

Altra importante novità di<br />

Bit<strong>2015</strong> il Congresso Annuale del<br />

Turismo che si terrà il 13 febbraio<br />

e dove ricercatori, professionisti<br />

internazionali del settore,<br />

responsabili delle più importanti<br />

aziende, buyers provenienti da<br />

tutto il mondo e influencers si incontreranno<br />

per definire insieme<br />

il futuro del turismo. Tra i punti<br />

del denso programma del Congresso,<br />

vi saranno testimonianze<br />

chiave dei key players del settore,<br />

case study e il confronto su<br />

modelli di business vincenti. Moderatore<br />

del Congresso Gianni<br />

Riotta, editorialista<br />

de La Stampa, mentre<br />

il panel internazionale<br />

da William<br />

Ridgers, editorialista<br />

e responsabile delle<br />

pagine sul turismo<br />

di The Economist.<br />

Ecco le principali informazioni<br />

per accedere<br />

alla Bit<strong>2015</strong>.<br />

Espositori: tutti i giorni<br />

dal 12 al 14 febbraio<br />

dalle 8.30 alle 18.30<br />

Visitatori operatori<br />

professionale e press:<br />

tutti i giorni dal 12<br />

al 14 febbraio dalle<br />

9.30 alle 18.00<br />

Ingresso gratuito per<br />

chi si pre-registra entro<br />

l’11 febbraio, ore<br />

12.00 - il sabato l’accesso<br />

sarà a pagamento.<br />

Pubblico: il pubblico dei viaggiatori<br />

può accedere solo sabato 14 febbraio<br />

dalle 9.30 alle 18.00.<br />

Acquisto tessera d’ingresso online 5<br />

Euro - Acquisto tessera d’ingresso in<br />

Fiera 6 Euro.<br />

L’accesso all’area Luxury è su invito.<br />

Non sarà possibile pre-registrarsi.<br />

Per maggiori informazioni: www.bit.<br />

fieramilano.it<br />

38 • Orizzonte Magazine


“Oltre l’orizzonte”, di Vito Favia, è un romanzo autobiografico che racconta di un giovane del sud che,<br />

superando la timidezza e le incertezze proprie di tutti gli adolescenti, riesce con coraggio e tenacia a<br />

realizzare il sogno della sua vita: diventare Carabiniere. Quel primo periodo vissuto nell’Arma accanto a<br />

persone speciali, segnerà tutto il resto della sua vita.<br />

Il libro nasce con finalità benefiche, dato che il ricavato delle vendite sarà devoluto a tre Associazioni onlus:<br />

“A casa di Giacinto”, che ha lo scopo di promuovere sul territorio l’essere umano e il valore della cultura<br />

in tutte le sue forme.<br />

La “Lega del filo d’oro”, che si occupa di soggetti con gravi disabilità uditive e visive, fornendo loro assistenza<br />

e aiutandoli ad affrontare la vita nel modo più confortevole e soddisfacente.<br />

La “Fondazione onlus Gino Bartali” che, in nome della solidarietà promossa da Bartali, mira a sanare le ferite<br />

delle comunità colpite dal terremoto.<br />

Orizzonte Magazine • 39


modella: Elly Model<br />

fotografo: Max Nardi<br />

ASPIRANTI MODELLE<br />

COME accostarsi A INTIMO,<br />

TRASPARENZE E NUDO<br />

di Fabrizio Capra<br />

T<br />

ema delicato quello<br />

che trattiamo in questo<br />

numero: come<br />

avvicinarsi ai generi<br />

“intimo”, “trasparenze” e “nudo”.<br />

Introduciamo l’argomento identificando<br />

quanto possiamo far<br />

rientrare in questi generi.<br />

L’intimo va considerato in tutte<br />

le sue variabili, in base alla trasparenza<br />

del capo indossato e<br />

al tipo di “mutandina” utilizzata:<br />

slip, culotte, brasiliana, tanga,<br />

perizoma, ecc.<br />

Le trasparenze vanno intese<br />

con o senza intimo sotto.<br />

Per il nudo, invece, ci sono<br />

varie interpretazioni.<br />

Una di queste, molto<br />

semplicistica e in parte<br />

condivisibile, suddivide<br />

il nudo in cinque<br />

generi: beauty,<br />

nudo d’arte, glamour,<br />

erotismo e pornografia.<br />

Personalmente preferisco<br />

invece distinguere<br />

due grandi categorie:<br />

il nudo soft e il<br />

nudo hard.<br />

Nel “nudo soft” rientra tutto ciò<br />

che è riconducibile al nudo artistico,<br />

dove il corpo non è fine<br />

a se stesso e la nudità non è<br />

esplicita.<br />

Nel “nudo hard” il nudo è esplicito<br />

in tutti i suoi stili.<br />

Facciamo ulteriore chiarezza<br />

anche su un termine diffuso e<br />

abusato, spesso utilizzato in<br />

40 • Orizzonte Magazine


model: Valentina Mecca<br />

modella: Grace<br />

fotografo: Guido Pettinati<br />

modo improprio: la Met Art.<br />

Con questo termine si tende<br />

a individuare un genere<br />

decisamente esplicito e hard;<br />

è un significato errato: “met-art”<br />

significa “most erotic teens” ed è<br />

la sigla di un sito web softcore<br />

di successo, che ha avuto anni fa<br />

l’idea di fotografare le ragazze<br />

disinibite “della porta accanto”,<br />

dando inizio ad un filone fotografico<br />

di nudo esplicito con<br />

foto piuttosto curate. Si tratta<br />

perciò di un genere che<br />

rientra a pieno titolo nel nudo<br />

hard.<br />

A parte l’hardcore, sul quale<br />

non è il caso di soffermarci,<br />

ci restano da considerare il<br />

fashion, in cui lo stile è particolarmente<br />

legato alla foto<br />

di moda, e il glamour, in cui<br />

si tende particolarmente ad<br />

evidenziare il fascino e la sensualità<br />

della modella.<br />

L’aspirante fotomodella che<br />

intende dedicarsi a questi generi<br />

fotografici deve innanzi<br />

tutto essere pienamente<br />

convinta di quello che va a<br />

fare. Al nudo non ci si accosta<br />

per “provare”, ma<br />

sapendo di mettere in mostra<br />

il proprio corpo e con<br />

la consapevolezza di tutto<br />

quello che gira intorno a<br />

questi generi.<br />

Come già si diceva in un<br />

numero precedente, infatti,<br />

le foto pubblicate sul<br />

web possono diffondersi<br />

in modo indiscriminato e<br />

restare visibili per molto<br />

Orizzonte Magazine • 41


modella: Erika Da Silva<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

tempo per cui, se si sottoscrive<br />

una liberatoria per l’utilizzo delle<br />

immagini, non se ne potrà più<br />

chiedere la rimozione.<br />

Posare in intimo o<br />

con trasparenze<br />

o nuda non è<br />

una “moda” né<br />

un “gioco”. Se si<br />

intende davvero<br />

provare è necessario<br />

rivolgersi<br />

a un fotografo<br />

di fiducia, serio<br />

e professionale,<br />

che mantenga<br />

la parola<br />

se promette di<br />

non pubblicare<br />

le foto, ricordandosi<br />

comunque di<br />

escludere questo<br />

genere di foto dalla<br />

liberatoria.<br />

Con lui è opportuno<br />

dedicare un po’ di ore sul set, in<br />

modo da abituarsi gradualmente<br />

a stare svestita sotto le luci<br />

e i flash. Fare pratica in questo<br />

modo aiuterà a vivere serenamente<br />

e con disinvoltura questa<br />

nuova situazione.<br />

Bisogna poi valutare se le proprie<br />

caratteristiche siano veramente<br />

adatte a questo genere;<br />

bisogna essere disinvolte,<br />

espressive e avere un corpo<br />

armonico ma, soprattutto, bisogna<br />

sentirsi a proprio agio con<br />

la proprio corporeità e, anche,<br />

con la propria sessualità.<br />

Per fare la fotomodella di intimo,<br />

trasparenze e, soprattutto,<br />

42 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 43


di nudo, bisogna essere in grado<br />

di posare senza arrossire, senza<br />

la necessità di coprirsi, di conoscere<br />

e saper mostrare sempre<br />

il lato migliore del proprio corpo<br />

e di essere sempre espressive.<br />

Di fronte a insistenti richieste<br />

di foto di nudo, l’aspirante fotomodella<br />

si può porre la domanda:<br />

“è proprio necessario essere<br />

disposta a posare in intimo<br />

o nuda”<br />

La risposta chiaramente è no,<br />

si tratta di una libera scelta<br />

della ragazza; bisogna tuttavia<br />

considerare che, se il lavoro di<br />

fotomodella viene scelto come<br />

propria attività, scegliere di non<br />

posare nuda porta a escludere<br />

tutta una serie di lavori, riducendo<br />

di molto le possibilità<br />

professionali.<br />

Per esempio non si prenderanno<br />

in considerazione le campagne<br />

pubblicitarie per bagnoschiuma,<br />

creme abbronzanti,<br />

docce e vasche da bagno oppure,<br />

ancora, i cataloghi di<br />

intimo e lingerie.<br />

Se poi vogliamo<br />

analizzare<br />

più<br />

a fondo il discorso, spostiamo<br />

l’attenzione non tanto sul risultato<br />

finale, dove grazie a effetti<br />

di luce o ritocchi al computer<br />

nulla delle parti intime è<br />

mostrato al pubblico, ma sulla<br />

realizzazione stessa del lavoro.<br />

Sovente una fotomodella deve<br />

restare a lungo completamente<br />

nuda sul set per realizzare<br />

le immagini necessarie. Quindi<br />

il problema si sposta, per la<br />

ragazza, al fatto di stare sul set<br />

senza imbarazzi e pudori, attorniata<br />

da persone che lavorano:<br />

una situazione non proprio<br />

semplice, specialmente le prime<br />

volte, che va comunque messa<br />

in conto se s’intende affrontare<br />

questo genere di foto. Infatti<br />

accettare certi generi di lavoro<br />

e poi non essere disposta a<br />

condurli a termine può causare<br />

molte complicazioni.<br />

La fotomodella professionista<br />

si distingue da una qualunque<br />

ragazza che posa proprio<br />

per il fatto che per lei queste situazioni<br />

sono naturali, in quanto<br />

fanno parte del suo lavoro.<br />

Infine dissipiamo un ultimo dubbio:<br />

la fotomodella che decide<br />

di fare nudo non deve necessariamente<br />

fare tutti i generi; fare<br />

nudo, così come fare intimo o<br />

trasparenze, è una scelta che<br />

deve essere ponderata: si farà<br />

solo il genere che si ritiene più<br />

adatto e per il quale si ha maggiore<br />

propensione. La scelta del<br />

genere è importante perché<br />

poi può condizionare le proprie<br />

scelte future. Ad esempio se si<br />

decide di lavorare nel settore<br />

della fotografia hard difficilmente<br />

si riuscirà poi a passare a generi<br />

più soft.<br />

Chiudiamo<br />

questo articolo<br />

con<br />

alcune te-<br />

44 • Orizzonte Magazine


stimonianze di fotomodelle che<br />

già posano per questi generi.<br />

Iniziamo con Grace, fotomodella<br />

emergente: “Mi sono avvicinata<br />

da poco tempo all’intimo<br />

perché la ritenevo un’evoluzione<br />

naturale verso la mia espressività<br />

in fotografia. Ho cercato di farlo<br />

senza esagerare, perché ritengo<br />

che in tutte le cose ci vuole buon<br />

gusto. Devo dire che, superato il<br />

naturale imbarazzo iniziale, mi sono<br />

trovata sempre<br />

a mio agio<br />

perché,<br />

forse, ho incontrato persone che<br />

si sono dimostrate sempre corrette<br />

e professionali. Mi ha aiutato<br />

anche la sicurezza che mi ha trasmesso<br />

la persona con cui collaboro<br />

e che mi fa da consulente e<br />

assistente”.<br />

Elly Model, fotomodella professionista<br />

con sei anni di esperienza<br />

alle spalle: “Ho sempre vissuto<br />

il mio corpo con naturalezza,<br />

quindi mi sono subito sentita a<br />

mio agio a posare per scatti di nudo<br />

artistico. Con l’esperienza ho<br />

imparato a valorizzare ogni<br />

aspetto del mio corpo con<br />

l’eleganza e la sensualità<br />

necessarie affinchè<br />

uno scatto<br />

di nude art<br />

possa trasmett<br />

e r e<br />

emozioni ma non volgarità”.<br />

Lily, fotomodella torinese: “La<br />

fotografia è arte in tutte le sue<br />

espressioni e, pertanto, lo è anche<br />

la foto di nudo artistico. Ho sempre<br />

pensato che il nudo fatto con<br />

garbo e senza volgarità è arte al<br />

pari di un’opera pittorica. Mi trovo<br />

bene con me stessa quando poso<br />

senza abiti e penso solo a dare<br />

il massimo affinché l’espressività<br />

del mio corpo e quella del mio viso<br />

rendano al massimo nello scatto<br />

finale. Chiaramente quello che<br />

conta molto è la professionalità<br />

delle persone che stanno dietro<br />

la macchina fotografica, quindi<br />

valuto sempre molto bene per chi<br />

posare”.<br />

Concludiamo gli interventi con<br />

quello di una presenza fissa di<br />

questa rubrica, Stefania Merello,<br />

fotomodella genovese<br />

e curatrice del blog “Diventare<br />

Fotomodelle” (http://<br />

smerello72.123homepage.it/):<br />

“La mia personale esperienza<br />

in campo fotografico<br />

nasce per gestire e<br />

vincere le mie varie<br />

insicurezmodella:<br />

Erika Da Silva<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

Orizzonte Magazine • 45


ze. Personalmente ho maturato la<br />

convinzione che nudo artistico e<br />

trasparenze non facciano per me:<br />

caratterialmente non mi sentirei<br />

a mio agio. Per questo ho scelto<br />

di fare scatti Fashion, Intimo e<br />

Glamour. Ho avuto la fortuna di<br />

trovare fotografi seri, che hanno<br />

sempre creato un set sereno e<br />

professionale, l’atmosfera giusta<br />

per interpretare liberamente tali<br />

generi. Credo sia fondamentale<br />

la giusta sinergia emotiva e<br />

mentale per esprimere al meglio<br />

un capo di lingerie: basta un<br />

eccesso per risultate innaturali o,<br />

peggio, volgari. Ritengo che saper<br />

dosare la sensualità e la<br />

posa sia decisivo per dare un<br />

risultato equilibrato e di stile”.<br />

modella: Persefora Mas<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Franco Ardito<br />

46 • Orizzonte Magazine


Orizzonte Magazine • 47


nuovi volti a<br />

sono PARTite LE<br />

Orizzonte Fashion, struttura professionale<br />

rivolta al mondo della<br />

moda, riparte con le selezioni<br />

per arricchire il proprio catalogo<br />

professionale e coprire le diverse<br />

esigenze del settore.<br />

Dopo l’ottimo risultato riscontrato<br />

lo scorso anno, promuove<br />

nuovamente il suo progetto<br />

NUOVI VOLTI ALL’O-<br />

RIZZONTE, nato<br />

nei primi mesi<br />

del 2014 e rivolto<br />

a ragazze e ragazzi<br />

che vogliono affacciarsi<br />

al mondo della<br />

moda come indossatrici,<br />

fotomodelle/i,<br />

ragazze/i immagine per<br />

pubblicità, cataloghi e<br />

progetti fotografici.<br />

Nella prima edizione<br />

del 2014 sono stati<br />

selezionati otto<br />

nuovi volti, (Erika<br />

da Silva, Miriana<br />

Giustolisi,<br />

Hugo Ferreira,<br />

Valentina Mecca,<br />

Eleonora<br />

Marziello, Lorenzo<br />

Laraspata,<br />

Maria Colucci e<br />

Gema Bercelò)<br />

che, prima<br />

di essere proposti ad aziende e<br />

case di moda, parteciperanno<br />

gratuitamente a un Corso di Portamento<br />

da noi organizzato presso<br />

la nostra sede.<br />

Il Corso, che per i non selezionati<br />

48 • Orizzonte Magazine


ll’orizzonte<br />

SELEZIONI <strong>2015</strong><br />

o per altri partecipanti è a pagamento,<br />

ha lo scopo di completare<br />

la formazione dei partecipanti<br />

per metterli in grado di presentarsi<br />

alle aziende col massimo<br />

della qualità e professionalità.<br />

La seconda edizione di NUOVI<br />

VOLTI ALL’<strong>ORIZZONTE</strong> seguirà<br />

le stesse procedure del precedente:<br />

tutti coloro che vorranno<br />

partecipare alle selezioni dovranno<br />

registrarsi sul sito www.orizzontemagazine.it/partecipa,<br />

compilando tutti i campi<br />

obbligatori. Verranno<br />

quindi contattati per<br />

un incontro conoscitivo<br />

e per gli<br />

scatti di prova<br />

in sede o in<br />

esterna.<br />

Orizzonte Magazine • 49


articolo tratto<br />

dalla rivista “ouroboros”<br />

Nella foto:<br />

"Alchimistica Foresta",<br />

illustrazione digitale di<br />

Elena Frasca Odorizzi.<br />

il seme<br />

di Aldo Tavolaro<br />

I<br />

l seme originario<br />

Il seme originario è la<br />

parola. Il Vangelo di Giovanni<br />

recita: “Nel principio<br />

era la parola, ogni cosa è stata<br />

fatta per mezzo di essa e senza di<br />

lei neppure una delle cose fatte è<br />

stata fatta.”<br />

Questo ribadisce semplicemente<br />

ciò che leggiamo nella Genesi.<br />

Nei giorni della creazione Dio<br />

creò le cose chiamandole per<br />

nome; si sgrana così un rosario<br />

di “Dio disse…” e ancora “Dio<br />

disse…” e poi “Dio disse…”, e a<br />

mano a mano che l’Eterno chiamava<br />

le cose esse apparivano.<br />

Soltanto per l’uomo, e poi per<br />

la donna, al proposito espresso<br />

con la parola seguì l’opera della<br />

mano, che impastò la polvere e<br />

staccò la costola. Tuttavia<br />

anche in questo caso<br />

l’Eterno soffiò, senza<br />

emettere suono, il suo alito<br />

vitale nelle narici dell’uomo.<br />

Qui s’innesta a proposito<br />

quanto riporta il Vangelo gnostico<br />

di Filippo: “Il Signore amava<br />

Maria Maddalena più di tutti i discepoli,<br />

e spesso la baciava sulla<br />

bocca”. Lo stesso Vangelo di Filippo<br />

ha già parlato in precedenza<br />

del bacio e del suo significato (59,<br />

5): “Colui che si nutre dalla bocca,<br />

se di lì proviene il Logos verbo di<br />

verità, dovrà essere nutrito dalla<br />

bocca, e diventare Perfetto. Perché<br />

il Perfetto diventa fecondo per<br />

mezzo di un bacio, e genera. Per<br />

questo motivo anche noi ci baciamo<br />

l’un l’altro, e concepiamo l’uno<br />

dall’altro,<br />

per<br />

opera della<br />

grazia che è in<br />

noi.”<br />

Che la parola sia seme lo riconferma<br />

S. Tommaso, e con lui<br />

alcuni vangeli apocrifi, quando vi<br />

si legge che la Vergine Maria fu fecondata<br />

dallo Spirito Santo, o dal<br />

Verbo, attraverso l’orecchio: Con-<br />

50 • Orizzonte Magazine


c e p t i o<br />

per aurem.<br />

Si conferma quindi<br />

che la parola è seme, ma questo<br />

non significa che debba essere<br />

necessariamente un “buon<br />

seme”, poiché nelle cose create<br />

il bene e il male sono due facce<br />

della medesima medaglia.<br />

D’altronde l’Eterno stesso,<br />

alla fine di ogni giorno<br />

della Creazione,<br />

considerava la sua<br />

opera; il Libro<br />

della Genesi riporta<br />

infatti,<br />

giorno dopo<br />

giorno, “E<br />

Dio vide<br />

che questo<br />

era buono”.<br />

Ma<br />

c’è un<br />

g i o r n o ,<br />

il secondo,<br />

il cui<br />

questo<br />

consenso<br />

manca: è<br />

il giorno<br />

in cui Dio<br />

separò le acque<br />

superiori<br />

da quelle inferiori,<br />

e chiamò<br />

“Cielo” la distesa<br />

intermedia. In quel<br />

giorno l’Eterno aveva<br />

operato una separazione,<br />

una disunione, una<br />

dualità antagonista che, sia pur<br />

feconda, non ritenne di riconoscere<br />

come “buona”.<br />

Il seme cosmico<br />

C’è poi un seme cosmico, inteso<br />

come energia vitale e vitalizzante,<br />

che gli antichi individuavano nel<br />

Sole, dando origine alle tante religioni<br />

solari presenti in numerosi<br />

luoghi e in ogni epoca.<br />

C’è stata una costante identificazione<br />

tra il Sole, inteso come il<br />

Seminatore (il grande “Sator”) e<br />

il seme, rappresentato dall’energia<br />

da esso emanata, fatta di luce<br />

e calore, che tutto vivifica. Gli<br />

antichi, in ogni tempo e in ogni<br />

luogo, di questo erano convinti<br />

e spesso rappresentavano materialmente<br />

il connubio Sole - Terra<br />

(la Grande Madre) alla stregua<br />

di un coito.<br />

In Gran Bretagna il complesso<br />

megalitico di Stonehenge racchiude<br />

nel ventre del suo cromlech<br />

(cerchio di pietre) due serie<br />

di pietre concentriche a forma<br />

di U, con l’apertura rivolta verso<br />

il punto dell’orizzonte in cui<br />

sorge il Sole al Solstizio d’Estate.<br />

Tra questo simbolico utero<br />

di pietre (che simboleggia l’utero<br />

della Terra) e il lontano punto<br />

dell’orizzonte c’è un menhir alto<br />

sei metri, la Heel-stone. Quando<br />

sorge il Sole del 21 giugno, il più<br />

alto dell’anno, nel pieno della<br />

sua potenza quindi, la sua sfera<br />

di fuoco appare sulla punta del<br />

menhir e l’ombra di quest’ultimo<br />

penetra nelle pietre azzurre e di<br />

sarsen disposte in forma di utero:<br />

la Terra Madre è fecondata<br />

dal suo Sposo celeste.<br />

In Irlanda, a Newgrange, c’è la<br />

cosiddetta Tomba megalitica<br />

(che tomba non è): un lungo<br />

corridoio coperto lungo circa 12<br />

metri, con l’ingresso rivolto verso<br />

il sorgere del Sole al Solstizio<br />

d’Inverno e, dal lato opposto, un<br />

vano absidato con due camere<br />

laterali.<br />

Orizzonte Magazine • 51


Nella foto:<br />

Newgrange, interno<br />

della Tomba<br />

megalitica Nella al Solstizio<br />

d'Estate. interno della<br />

foto:<br />

Newgrange,<br />

Tomba megalitica<br />

al Solstizio d’Estate.<br />

Il primo raggio di Sole del Solstizio<br />

penetra nel corridoio<br />

raggiungendo il vano absidato<br />

(l’utero) e il chiarore si diffonde<br />

nei due vani laterali (le ovaie):<br />

ancora un’allegoria della fecondazione,<br />

dell’energia vitale proveniente<br />

dal sole che penetra<br />

nella Terra.<br />

Più a sud, in Egitto, lungo le sponde<br />

del Nilo s’incontra una gran<br />

quantità di obelischi; raggi di<br />

Sole pietrificati, secondo Plinio,<br />

ma anche simboli fallici. Il Sole<br />

ne proietta l’ombra sul terreno<br />

al Solstizio d’Estate, quando è<br />

più alto e gagliardo; allora il Nilo<br />

straripa e come il seme si spande<br />

sulla terra, fecondandola e rendendola<br />

fertile. E’ sempre il Sole<br />

il grande seminatore, e la Terra la<br />

sua sposa.<br />

Questa teatralizzazione del coito<br />

cosmico si riscontra anche nel<br />

Medio Evo, e perfino nelle chiese<br />

cristiane.<br />

A San Leonardo di Siponto, vicino<br />

a Manfredonia, in Puglia, nella volta<br />

della chiesa è realizzato un foro<br />

attraverso il quale, a mezzogiorno<br />

52 • Orizzonte Magazine


del Solstizio d’Estate, e solo allora,<br />

passa un raggio di sole. Sempre il<br />

Sole più gagliardo e questa volta al<br />

massimo della culminazione, sempre<br />

un’apertura, analoga al grembo<br />

femminile, sempre un ventre<br />

accogliente<br />

(la navata<br />

della chiesa)<br />

e infine<br />

l’utero, simboleggiato<br />

dall’arco<br />

sorretto da<br />

due pilastri<br />

al centro del<br />

quale termina<br />

il raggio<br />

di sole.<br />

Ma innum<br />

e r e v o l i<br />

sono le allegorie<br />

del<br />

Sole fecondatore, presenti oltre<br />

che nell’architettura - da quella<br />

megalitica alla medievale - anche<br />

nei riti e nei misteri di numerose<br />

religioni per celebrare il ruolo di<br />

questo seme cosmico che accende<br />

la scintilla della vita nel grembo<br />

della Terra Madre.<br />

Il seme dell’uomo<br />

E’ questa la grande delega conferita<br />

da Dio, creatore dell’uomo,<br />

alla sua creatura perché continui<br />

a creare altri uomini. In questo<br />

supremo privilegio di ripetere<br />

l’opera di un Dio è il senso stesso<br />

della sua sacralità e drammaticità.<br />

L’uomo, che nel seno della sua<br />

compagna ritrova il seno materno,<br />

che nel suo grembo ritrova il<br />

grembo da cui proviene, scopre<br />

nella sposa il simulacro della madre,<br />

che a sua volta lo riconduce<br />

alla Grande Madre, quella Terra<br />

dal cui fango, manipolato da Dio,<br />

egli fu tratto. Nell’istante in cui<br />

l’uomo penetra nel ventre della<br />

sua sposa, torna nel ventre della<br />

Terra.<br />

Quel grembo schiuso innanzi a<br />

sé, per poter essere per nove<br />

mesi culla dovrà prima essere<br />

tomba, in quanto nel momento<br />

magico in cui deporrà il suo<br />

seme verranno assorbite le sue<br />

forze vitali; non a caso i francesi<br />

chiamano quel momento “La<br />

pétite mort” mentre poeti e trovatori<br />

medievali lo definivano<br />

“Morte d’amore”.<br />

Non può esserci una nascita senza<br />

una preventiva morte, come<br />

per il chicco di grano, che prima<br />

di germogliare deve marcire nel<br />

buio della terra. Non c’è prima<br />

una nascita e poi la morte, ma<br />

esattamente il contrario: dalla<br />

morte si origina una nascita, da<br />

cui discende la necessità di morire<br />

per poter rinascere più luminosi<br />

di prima. Se un chicco di grano<br />

dà una spiga, se da una ghianda<br />

nasce<br />

una<br />

quercia,<br />

ogni<br />

m o r t e<br />

presuppone<br />

una<br />

rinascita<br />

più splend<br />

e n t e .<br />

G e s ù<br />

muore<br />

martoriato,<br />

ma<br />

quando il<br />

sepolcro<br />

si schiude<br />

il Cristo risorge nella luce gloriosa<br />

del Padre celeste. E’ così che<br />

la vita dello spirito rinasce incessantemente.<br />

Orizzonte Magazine • 53


verso il<br />

riconoscimento<br />

nazionale<br />

di Leopoldo Di Nanna<br />

A<br />

quasi un anno dalla<br />

fondazione, e dopo<br />

essersi strutturata<br />

sull’intero territorio<br />

nazionale, Forza dei Consumatori<br />

ha nel mirino la vera sfida:<br />

raggiungere i requisiti richiesti<br />

per ottenere il Riconoscimento<br />

Nazionale e la conseguente iscrizione<br />

al Consiglio Nazionale dei<br />

Consumatori e Utenti.<br />

Dalla normativa di riferimento (Articolo<br />

137 Codice del Consumo, Decreto<br />

Ministero Sviluppo Economico<br />

n. 260 del 2012 e Circolare prot.<br />

n. 0038226 del 5 Marzo 2013) si<br />

evince che, oltre all’attuale tessera<br />

ordinaria da 35 euro (estendibile<br />

sino a 4 persone sottoscriventi,<br />

come da modulo presente nell’area<br />

download del sito ufficiale<br />

www.forzadeiconsumatori.it), saranno<br />

valide per il raggiungimento<br />

dello storico traguardo anche le<br />

tessere promozionali da 2 euro,<br />

personali, della durata di un anno<br />

dalla sottoscrizione (sarà utilizzabile<br />

lo stesso modulo con indicazione<br />

del differente importo).<br />

Riguardo a queste ultime, la circolare<br />

sopra richiamata, al paragrafo<br />

“Quota associativa di importo non<br />

meramente simbolico”, prevede che<br />

le Sedi Delegate dovranno versare<br />

alla Sede Nazionale l’importo di 1<br />

euro. Per la quota ordinaria da 35<br />

euro rimane fermo il versamento<br />

in favore della Sede Nazionale del<br />

25%, pari ad € 8,75.<br />

A tutti i Referenti delle Sedi Delegate<br />

di Forza dei Consumatori<br />

facciamo presente quindi che a<br />

partire dal giorno 5 Marzo <strong>2015</strong>,<br />

e per il primo biennio utile 5 Marzo<br />

<strong>2015</strong> - 5 Marzo 2017, tanto la<br />

Sede Nazionale quanto le Sedi<br />

Delegate sono chiamate a fornire<br />

il massimo apporto possibile<br />

in termini di Tesseramento, al fine<br />

del raggiungimento delle circa<br />

30.000 iscrizioni su tutto il Territorio<br />

Nazionale. Questo trauardo,<br />

insieme agli altri requisiti richiesti<br />

dalla richiamata normativa,<br />

consentirà all’Associazione di ottenere<br />

l’importantissima iscrizione<br />

nell’elenco delle Associazioni<br />

54 • Orizzonte Magazine


dei Consumatori e degli Utenti<br />

Rappresentative a livello Nazionale,<br />

con tutti i benefici e poteri<br />

che ne conseguono, a vantaggio<br />

di tutte le sedi.<br />

L’elenco delle Sedi Ufficiali Delegate<br />

e delle strutture convenzionate<br />

sarà sistematicamente<br />

aggiornato sulla apposita area del<br />

nostro sito internet, e invitiamo<br />

chiunque voglia diventare nostro<br />

referente a contattarci.<br />

Il nostro obiettivo consiste nell’aumentare<br />

sempre di più le Sedi, per<br />

fornire ai nostri associati una presenza<br />

capillare su tutto il territorio,<br />

e di offrire la più ampia gamma<br />

di servizi in grado di soddisfare la<br />

domanda da parte dei Consumatori<br />

e Utenti, anche in sinergia con<br />

altre realtà associative.<br />

Forza dei Consumatori si distingue,<br />

e ancor più si distinguerà una<br />

volta ottenuto il riconoscimento<br />

nazionale, per il grande attivismo<br />

sul territorio e per la partecipazione<br />

in ogni vicenda che lede i<br />

diritti dei consumatori fra cui, per<br />

esempio, la corretta gestione dei<br />

beni confiscati alla criminalità organizzata<br />

e la tutela dell’ambiente.<br />

L’Associazione ha lo scopo precipuo<br />

di assistere gli ap-<br />

partenenti alle fasce deboli della<br />

popolazione dai soprusi e da lesioni<br />

dei principi sanciti dalla Carta<br />

Costituzionale, posti in essere<br />

dalle grandi società, da enti pubblici<br />

e privati.<br />

Saremo in prima linea in ogni vicenda<br />

nazionale, parteciperemo<br />

ai tavoli di concertazione governativi,<br />

dimostreremo cosa può<br />

essere una vera Associazione dei<br />

Consumatori, a tutela dei diritti<br />

di tutti i cittadini.<br />

Una Delegazione Nazionale sarà<br />

anche disponibile, come già è avvenuto<br />

in questo primo anno, ad<br />

incontri con le Sedi Delegate, finalizzati<br />

alla coesione interna e alla<br />

apertura di nuove sedi, nonché<br />

ad affrontare Convegni ed eventi<br />

divulgativi della nostra attività associativa.<br />

Chiunque vorrà associarsi potrà<br />

farlo raggiungendo una delle<br />

nostre sedi oppure direttamente<br />

online, compilando il form<br />

sul nostro sito internet ed effettuando<br />

il bonifico di 2 euro<br />

per la tessera promozionale, o<br />

di 35 euro per la tessera ordinaria,<br />

sul C/C postale intestato<br />

a Forza dei Consumatori, IBAN::<br />

T59C0760104000001018787059,<br />

indicando nella causale “tesseramento<br />

annuale Forza dei Consumatori”.<br />

Per qualsiasi delucidazione e per<br />

conoscere tutti i servizi e le agevolazioni<br />

riservate agli associati<br />

non esitate a contattarci.<br />

Orizzonte Magazine • 55


i grandi<br />

della fotografia<br />

Irving Penn<br />

di Angelo Ferri<br />

56 • Orizzonte Magazine


I<br />

rving Penn nasce il 16<br />

giugno 1917 a Plainfield.<br />

Dopo la scuola pubblica,<br />

all’età di diciotto anni,<br />

si iscrive al corso quadriennale<br />

di disegno pubblicitario tenuto da<br />

Alexey Brodovitch presso la School<br />

of Industrial Art di Philadelphia.<br />

Per perfezionale la sua formazione<br />

di art director, nell’estate degli ultimi<br />

due anni lavora come fattorino<br />

e come apprendista art per la<br />

rivista Harper Bazaar, realizzando<br />

bozzetti per scarpe. Fino a questo<br />

momento non ha ancora pensato<br />

di diventare fotografo.<br />

Nel 1938, subito dopo la laurea,<br />

ottiene il suo primo lavoro da art<br />

director della rivista Junior League;<br />

in seguito passa all’Avenue<br />

Magazine con lo stesso incarico.<br />

All’età di 25 anni lascia il suo lavoro<br />

e utilizza i suoi risparmi per<br />

andare in Messico, dove comincia<br />

a dipingere; ben presto però<br />

si convince di essere un pittore<br />

appena mediocre e torna a New<br />

York. Qui, nel 1943, incontra Alexander<br />

Liberman, art director<br />

della rivista Vogue, che lo assume<br />

come suo assistente, I fotografi<br />

dello staff non credono molto<br />

nelle sue idee ma Penn, utilizzando<br />

una macchina fotografica presa<br />

in prestito, crea una “natura<br />

morta” realizzata con una serie di<br />

accessori di moda, utilizzata come<br />

copertina di Vogue.<br />

Nel 1948, sempre per Vogue,<br />

realizza alcuni servizi in Perù e<br />

diverse campagne fotografiche<br />

legate al mondo della moda, che<br />

lo fanno conoscere a livello internazionale.<br />

Penn dimostrò la sua straordinaria<br />

capacità di lavoro, la versatilità,<br />

l’inventiva e la fantasia in una<br />

serie di settori tra cui l’illustrazione<br />

editoriale, la pubblicità, il<br />

fotogiornalismo, e inoltre ritratti,<br />

nature morte, viaggi e televisione.<br />

Due serie di ritratti sono particolarmente<br />

memorabili: la prima è<br />

stata realizzata nel 1948 in studio,<br />

fra Londra, Parigi e New York,<br />

l’altra durante il periodo natalizio<br />

a Cuzco, in Perù, dove era andato<br />

per svolgere un servizio di moda.<br />

In questa occasione Penn convinse<br />

il fotografo locale ad affittargli<br />

il suo studio, che aveva un<br />

pavimento di pietra, un dipinto<br />

di sfondo, un piccolo tappeto, e<br />

una sedia imbottita simile a uno<br />

sgabello da pianoforte. In questo<br />

ambiente Penn realizzò circa 200<br />

ritratti a colori e in bianco e nero.<br />

Famosa è la serie di immagini del<br />

progetto “Piccoli Mestieri,” sui<br />

mestieri destinati a scomparire, in<br />

cui Penn riprende un gran numero<br />

di lavoratori nei loro abiti da<br />

lavoro, caratterizzati dagli attrezzi<br />

del mestiere. Ciascuno è stato<br />

posto su uno sfondo chiaro e illuminato<br />

dal lato, la caratteristica illuminazione<br />

che identifica la gran<br />

parte della ritrattistica di Penn.<br />

Nel 1950, Penn apre il proprio<br />

studio a New York continuando<br />

per il resto della sua vita a lavorare<br />

nel settore della moda, ma anche<br />

a condurre la propria ricerca<br />

personale.<br />

Penn muore nel 2009 nella sua<br />

casa di Manhattan. I suoi lavori<br />

Orizzonte Magazine • 57


sono esposti in importanti gallerie di tutto il mondo,<br />

tra cui l’Art Institute di Chicago, il J. Paul Getty Museum<br />

di Los Angeles, il National Portrait Gallery, di<br />

Londra, il National Gallery of Art di Washington e il<br />

Metropolitan Museum of Art di New York. Nel 2013<br />

la Fondazione Irving Penn ha donato 100 immagini<br />

allo Smithsonian American Art Museum di Washington,<br />

portando a 161 il numero di opere presenti in<br />

quella collezione.<br />

58 • Orizzonte Magazine


Foto di Antonello Diana<br />

1 a Classificata Gennaio <strong>2015</strong><br />

Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />

Orizzonte Magazine, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />

Le foto dovranno essere in formato jpeg e senza watermark o scritte;<br />

vanno inviate alla casella e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />

corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />

Orizzonte Magazine • 59


Davide Bellaggi<br />

1°<br />

60 • Orizzonte Magazine<br />

Marco lau<br />

giacomo jack osso<br />

2° 6°


Yvonne vionnet<br />

3°<br />

patrick o’neill<br />

5°<br />

antonello diana<br />

4°<br />

filippo latella<br />

7°<br />

rita bastoni<br />

8°<br />

antonella scalisi<br />

10°<br />

gabriele astuto<br />

9°<br />

Orizzonte Magazine • 61


62 • Orizzonte Magazine<br />

OUROBOROS<br />

Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />

E’ possibile abbonarsi gratuitamente all’indirizzo:<br />

www.orizzontemagazine.it/ouroboros1


tradizioni di carnevale:<br />

il migliaccio<br />

Orizzonte Magazine • 63


tradizioni di carnevale:<br />

il migliaccio<br />

di Ornella Mirelli<br />

N<br />

elle antiche civiltà<br />

l’anno iniziava a marzo<br />

(fu Giulio Cesare<br />

nel 46 a.C. ad anticiparlo<br />

a gennaio per legarlo al ciclo<br />

delle stagioni) e il periodo di<br />

Carnevale corrispondeva alla fine<br />

del ciclo annuale; un momento in<br />

cui il caos prendeva il sopravvento<br />

sull’ordine costituito, che poi tornava<br />

a ristabilirsi con l’inizio del<br />

nuovo anno, segnando il rinnovamento<br />

che apriva il nuovo ciclo.<br />

Il concetto di caos veniva sottolineato<br />

dal sovvertimento delle<br />

classi sociali e delle regole: lo<br />

schiavo era promosso padrone, il<br />

padrone serviva gli schiavi, tutti i<br />

divieti venivano violati ed ogni licenza<br />

era concessa, in un parossismo<br />

di libertà sfrenata in cui il<br />

tempo si annullava, i defunti tornavano<br />

ad essere contemporanei<br />

dei vivi, mescolandosi con essi, e si<br />

restaurava il disordine primordiale,<br />

necessario presupposto della<br />

rigenerazione del Cosmo.<br />

Questa concezione si è tramandata<br />

nei secoli, trasformandosi e<br />

adattandosi a situazioni e circostanze.<br />

Nel Medio Evo al potere<br />

costituito e alle classi nobili faceva<br />

comodo che il popolo, almeno<br />

una volta all’anno, disponesse<br />

di un momento liberatorio in cui,<br />

sbeffeggiando i potenti, potesse<br />

dimenticare la grama vita quotidiana<br />

e il peso delle gabelle. E se il<br />

contadino si mascherava da signore,<br />

il signore si fingeva contadino,<br />

assecondando la finzione e stemperandola<br />

a livello di gioco.<br />

Per sottolineare il magro della<br />

Quaresima che stava per giungere<br />

nacque il termine “Carnevale”<br />

(Carnem levare) che definiva il periodo<br />

della tavola grassa, in cui il<br />

maiale la faceva da principe, consumato<br />

in tutte le sue parti da<br />

un’economia contadina che non<br />

buttava via nulla.<br />

Non si buttavano neanche le budella,<br />

in cui s’insaccavano, tritate, le<br />

parti meno pregiate dell’animale, e<br />

il sangue, col quale si preparava il<br />

Sanguinaccio e il suo parente stretto,<br />

il Migliaccio, in cui il sangue si<br />

mescolava alla farina di miglio per<br />

farne una focaccia che avesse più<br />

sapore e sostanza.<br />

Ma poiché chi mangia budella e<br />

sangue è capace di mangiare di<br />

tutto e di compiere qualunque<br />

azione, la Chiesa osteggiò questi<br />

cibi che, insieme agli eccessi carnascialeschi,<br />

bollò come manifestazioni<br />

di empietà. Nelle cucine<br />

dei monasteri, ma anche in quelle<br />

della nobiltà e della borghesia, si<br />

stemperarono quindi questi cibi,<br />

mescolando al sangue prima lo<br />

zucchero, quindi la più aristocra-<br />

64 • Orizzonte Magazine


tica cioccolata. Nel Migliaccio la<br />

farina di miglio fu sostituita dalla<br />

semola, la bianca ricotta prese il<br />

posto del più truculento sangue<br />

di maiale e l’acqua di fiori d’arancio<br />

inzuppò l’insieme, diffondendo<br />

profumi angelici.<br />

L’uva passa, la vaniglia e i canditi<br />

hanno infine cancellato anche<br />

l’ultima connotazione “cafona” di<br />

questo dolce, presente con sostanziali<br />

differenze in diverse re-<br />

gioni italiane. Nell’Italia meridionale<br />

il più conosciuto è quello della<br />

tradizione napoletana, preparato<br />

in maniera molto simile alla farcia<br />

delle sfogliatelle.<br />

Come spesso avviene per i piatti<br />

della tradizione, ogni famiglia ha<br />

la sua ricetta; quella che vi proponiamo<br />

è la ricetta di famiglia<br />

di “Rimmel” ed è stata ripresa<br />

da www.appuntidicucinadirimmel.<br />

com/2013/01/il-migliaccio.html<br />

Continua la collaborazione<br />

di Orizzonte Magazine con<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

Orizzonte Magazine • 65


Il Migliaccio<br />

Ingredienti<br />

dosi per una teglia da 26 cm di diametro<br />

125 g di semola di grano duro non<br />

rimacinata<br />

500 g di ricotta di fuscella o la più<br />

morbida che trovate<br />

½ lt di latte intero<br />

350 g di zucchero<br />

4 uova<br />

30 g di burro<br />

la buccia di un limone e di un’arancia<br />

non trattati<br />

1/2 tazzina di limoncello,<br />

1 fialetta di aroma di fior d’arancia,<br />

cedro candito a cubetti q.b.<br />

un pizzico di sale<br />

Mettete sul fuoco il latte col il burro,<br />

la buccia di limone e un pizzico<br />

di sale; quando bolle togliete<br />

la buccia di limone, aggiungete<br />

a pioggia la semola e mescolate<br />

fino ad ottenere un composto<br />

uniforme. Togliete<br />

dal fuoco e unite<br />

lo zucchero, mescolando<br />

continuamente<br />

finché<br />

non si scioglie. Lasciate<br />

raffreddare,<br />

quindi aggiungete<br />

la ricotta, mischiate<br />

e passate<br />

tutto al passaverdure.<br />

Aggiungete<br />

le uova, uno alla<br />

volta, e tutti gli<br />

aromi, compresa<br />

la buccia d’arancia<br />

grattugiata. Imburrate<br />

e infarinate<br />

la teglia (o gli<br />

stampini se volete<br />

ottenere i piccoli<br />

Migliacci proposti<br />

in fotografia), riempite<br />

e cuocete<br />

in forno a 180°<br />

per 40-50 minuti,<br />

fino a doratura.<br />

Alla fine dovrà<br />

risultare umido e<br />

granuloso. Lasciate<br />

raffreddare nel forno aperto<br />

e cospargete di zucchero a velo.<br />

Lasciate riposare per circa 12 ore,<br />

quindi servite insieme a bicchierini<br />

di budino al cioccolato.<br />

66 • Orizzonte Magazine


Nata nel 2013 da un gruppo di cinque amici amanti di questo piatto importante della tradizione culinaria<br />

barese, oggi conta più di 300 associati. il Presidente Massimo Dell’Erba è affiancato dai suoi più stretti<br />

amici con i quali condivide questa esperienza tra i quali si annoverano i nomi di Nicola Pintucci, Gianvito<br />

Spizzico, Mimmo Magistro, Mimmo Trizio, Ettore Bucciero, Vincenzo Izzo, Bartolo Centrone, Nicola Di<br />

Candia, Angelo Michele Nardelli, Carlo Sinisi, Mimmo Mallardi, Vito Insalata, Rino Desiante, Oscar Clemente,<br />

Vito Maffei, Eligio Mayer, Leonardo Cisaria, Nino Frezza, Roberto Cantarone, ai quali ultimamente<br />

si sono aggiunti anche Nicola Lerario, Alberto Melica e altri.<br />

L’Accademia dell’Assassina non ha una sede propria; è itinerante attraverso i ristoranti di bari e provincia<br />

ed ha come scopo unico la degustazione degli spaghetti all’assassina che nella tradizione della cucina barese<br />

era solita prepararsi il lunedì usando il ragù avanzato la domenica precedente, sempre accompagnato da vino<br />

prodotto da cantine pugliesi quali Polvanera, Agricole Vallone, Cantine Due Palme, Taurino e altre.<br />

Le vicende dell’Accademia dell’Assassina possono essere seguite entrando a far parte dell’omonimo<br />

gruppo facebook e....buoni spaghetti a tutti!!!!!<br />

Orizzonte Magazine • 67


SULLE STRADE DELLE<br />

DE.CO. MANTOVANE<br />

RISOTTO<br />

CON PASTA DI SALAME<br />

E BONARDA<br />

DELL’OLTREPO’ PAVESE<br />

di Fabrizio Capra<br />

L<br />

a ricetta che vi proponiamo<br />

in questo<br />

numero per lo spazio<br />

Orizzonte Food è<br />

una specialità dell’Oltrepò Pavese,<br />

in particolare di Stradella, che<br />

unisce prevalentemente sapori<br />

e profumi del territorio: il Risotto<br />

con Pasta di Salame e Bonarda<br />

dell’Oltrepò Pavese.<br />

Le principali componenti di questa<br />

ricetta trovano riscontro nella<br />

tradizione agricola e culturale del<br />

territorio: il riso proveniente dalla<br />

vicina Lomellina, luogo di storica<br />

coltivazione di questo cereale, il<br />

Bonarda, testimonial principe della<br />

vitivinicoltura locale, e il maiale<br />

allevato in zona per una impor-<br />

tante e radicata tradizione norcina<br />

che fa del salume un prodotto<br />

di eccellenza; tutti prodotti che<br />

rendono questo risotto particolarmente<br />

gustoso.<br />

Il Carnaroli è un riso a chicco<br />

medio coltivato nelle provincie<br />

di Pavia, Novara e Vercelli; tradizionalmente<br />

viene usato per<br />

preparare il risotto e si differenzia<br />

dagli altri tipi di riso per un<br />

maggiore contenuto di amido,<br />

una consistenza più soda e un<br />

chicco più lungo. Tiene maggiormente<br />

la cottura lenta richiesta<br />

per il risotto, perché presenta<br />

maggiori quantità di amilosio<br />

(zucchero polisaccaride componente<br />

dell’amido). Appartiene<br />

68 • Orizzonte Magazine


alla classe dei “superfino” e viene<br />

chiamato il “re dei risi”.<br />

La Pasta di Salame è quella utilizzata<br />

per preparare gli omonimi<br />

insaccati a base di carne di maiale<br />

con l’aggiunta di spezie che variano<br />

in base ai singoli segreti di produzione<br />

dei produttori o dei cuochi.<br />

Il Bonarda dell’Oltrepò Pavese,<br />

da non confondere con il vitigno<br />

Bonarda che entra a far parte di<br />

diverse DOC piemontesi, è prodotto<br />

dal vitigno Croatina.<br />

Circa l’origine del nome “croatina”<br />

ci sono due ipotesi: una decisamente<br />

popolare, per la quale<br />

il nome deriverebbe dal termine<br />

dialettale “croatta” (cravatta), ad<br />

indicare il fatto che si tratta di un<br />

vino bevuto nei giorni di festa,<br />

quando si indossava la cravatta.<br />

Secondo l’altra versione, più tecnica,<br />

il vitigno avrebbe origine nei<br />

paesi dell’Europa dell’Est (Croazia-croatina).<br />

Il termine “Bonarda”, invece, secondo<br />

alcuni autori, deriverebbe<br />

dal patronimico longobardo “Bono”<br />

con l’aggiunta di “hard”, che<br />

in longobardo significava “coraggioso<br />

e forte”. La ricostruzione<br />

si basa sul fatto che i Longobardi<br />

ebbero come capitale Pavia, con<br />

estensione del loro dominio anche<br />

in Oltrepò. I “tecnici” invece<br />

fanno derivare il nome Bonarda<br />

dalla “Val d’Arda”, dove questo<br />

vino avrebbe avuto origine..<br />

Per raccontarvi questo piatto siamo<br />

andati all’Osteria del Giuse,<br />

presso l’Hotel Italia, dove abbiamo<br />

assaggiato e “scoperto” la ricetta<br />

di Giuseppe Achilli.<br />

Orizzonte Magazine • 69


Risotto con Pasta di Salame e<br />

Bonarda dell’Oltrepò Pavese.<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

320 gr. di riso Carnaroli;<br />

1 bicchiere di Bonarda dell’Oltrepò<br />

vivace,<br />

300 gr. di pasta di salame fresca;<br />

70 gr. di Grana Padano;<br />

70 gr. di burro;<br />

scalogno;<br />

brodo di carne q.b.<br />

Si inizia con il preparare il brodo<br />

di carne che richiede almeno due<br />

ore di cottura.<br />

Sciogliere il burro con l’aggiunta<br />

dello scalogno e portare a una<br />

leggera doratura; aggiungere la<br />

pasta di salame e rosolare per<br />

pochi minuti; aggiungere il riso<br />

e tostarlo; versare il Bonarda e<br />

farlo assorbire; versare il brodo<br />

durante la cottura sino al punto<br />

desiderato di preparazione del riso;<br />

mantecare con burro e Grana<br />

Padano.<br />

Servire impiattando con foglia di<br />

alloro e abbinando il piatto con<br />

Bonarda dell’Oltrepò Pavese.<br />

Tempo di preparazione (esclusa<br />

la preparazione del brodo di carne)<br />

circa 20 minuti.<br />

Sul sito dell’Infopoint Stradella è<br />

disponibile la videoricetta: http://<br />

infopointstradella.it/videoricette/<br />

risotto-con-pasta-di-salame.<br />

Alcune ricette prevedono l’utilizzo<br />

della cipolla rossa (80 gr.) in<br />

alternativa allo scalogno, oppure<br />

un utilizzo quantitativo inferiore<br />

di burro e Grana Padano; altre<br />

indicano la possibilità di utilizzare<br />

prezzemolo tritato e due cucchiai<br />

di Olio di Oliva extravergine.<br />

La pasta di salame, non sempre<br />

reperibile, può essere sostituita<br />

con salsiccia fresca tipica della<br />

propria regione.<br />

Il piatto presenta un sapore intenso,<br />

che soddisfa il palato, e un<br />

gusto armonico, in cui le varie<br />

componenti vanno bene ad amalgamarsi<br />

tra loro.<br />

Questo risotto può essere conservato<br />

per un paio di giorni in<br />

frigorifero, utilizzando un contenitore<br />

ermeticamente chiuso. E’<br />

sconsigliata la congelazione.<br />

70 • Orizzonte Magazine


Vico Santa Margherita<br />

C.A.P. : 09124<br />

Cagliari (Cagliari)<br />

telefono: 070666714<br />

cellulare: 3384044382<br />

sito internet: http://www.sapiolaristorante.it<br />

Ambiente informale, tavola raffinata, nella cucina di “Sa Piola” si utilizzano esclusivamente materie prime di<br />

altissimo livello e prodotti legati alla tradizione sarda.<br />

Orizzonte Magazine • 71


lo<br />

sapevate<br />

che<br />

Silene vulgaris<br />

(Moench) Garcke<br />

pianta spontanea<br />

Nome SCENTIFICO:<br />

Silene vulgaris<br />

pianta comune in tutta<br />

l’europa centro meridionale<br />

di Angelo Ferri<br />

È conosciuta in ogni territorio con<br />

1.<br />

un nome diverso proprio per la<br />

sua grande diffusione e per l’ampio<br />

utilizzo che se ne fa. Spesso i<br />

nomi dialettali fanno riferimento al<br />

gioco infantile di un tempo consistente nel provocare<br />

un piccolo scoppiettio con i fiori, o sul dorso della<br />

mano o comprimendoli tra pollice e indice, dallo<br />

stridore delle foglie sfregate, ecc. La pianta cresce<br />

ovunque, per lo più a colonie, ma soprattutto nei<br />

luoghi erbosi e nei campi, non disdegnando di farsi<br />

trovare a ridosso dei muri, lungo le strade e anche in<br />

ambienti un po’ aridi e prediligendo terreni calcarei<br />

e azotati. Originaria delle regioni mediterranee. La<br />

silene è pianta erbacea perenne, a base lignificata e<br />

robusto apparato radicale. È di altezza variabile fino<br />

ai 50 cm, ha colore glauco e fusti glabri. Le foglie sono<br />

lanceolate, opposte ai nodi, quasi sessili e, come<br />

molte caryophyllaceae, carno sette. I fiori sono quelli<br />

caratteristici che tutti abbiamo presenti, dal bianco al<br />

bianco-rosato riuniti in infiorescenze pendule.<br />

72 • Orizzonte Magazine


La specie ha caratteri a volte<br />

molto variabili, così che esistono<br />

parecchie sottospecie, alcune<br />

molto simili fra loro. Le differenze<br />

possono riguardare il portamento<br />

e le foglie, che possono anche essere dentellate<br />

o cigliate, glabre o pelose. Specie molto simile è la<br />

S. angustifolia, con foglie evidentemente più strette.<br />

La pianta fiorisce in genere da maggio a luglio, ma a<br />

seconda delle zone e dell’altitudine essa è anticipata<br />

o prolungata, a volte anche fino all’autunno.<br />

La piante contiene saponine, soprattutto nella radice,<br />

e comunque in quantità tali da essere pressoché<br />

innocue.<br />

2. 5.<br />

La pianta è citata da tempo in letteratura<br />

per i suoi usi. Essa veniva<br />

3.<br />

utilizzata in passato<br />

anche in funzione terapeutica<br />

(come diuretico, rimedio contro<br />

la gotta e il fuoco di S.Antonio o l’anemia o altro ancora),<br />

ma questo uso non è tradizionale, tant’è che<br />

essa non è inserita nell’elenco ufficiale delle piante<br />

officinali italiane.<br />

È segnalato l’utilizzo come emolliente e nei trattamenti<br />

oftalmici. L’utilizzo migliore è però anche<br />

quello più noto: si può dire che essa appartiene alla<br />

tradizione alimentare di tutte le regioni italiane, ma<br />

esso si ritrova anche in molti altri paesi dell’area mediterranea<br />

e non solo.<br />

La pianta è ritenuta buona mellifera. Alcune industrie<br />

ne ricavano saponi e da qualche tempo, oltre<br />

al commercio dei semi, sono allo studio progetti<br />

per favorire la sua coltivazione e commercializzazione<br />

La silene è fra le erbe più ricercate<br />

ed usate in cucina, ed è senz’altro<br />

fra quelle più apprezzate dagli<br />

amanti della buona tavola. In<br />

tutta Italia si utilizzano i giovani<br />

germogli e i nuovi getti oltre alle le foglie più tenere,<br />

raccolti prima dell’antesi. Si tratta di una verdura<br />

tenera e dal sapore delicato e particolare, utilizzata<br />

sia fresca che, più frequentemente, previa cottura,<br />

anche se alcune zone mostrano un utilizzo più vario<br />

e altre limitato solo ad alcune preparazioni. Fresca<br />

si consuma in insalata, aggiungendola ad altre erbe. I<br />

germogli si possono lessare, sempre con altre erbe,<br />

per preparare torte salate o minestre o per essere<br />

ripassate in padella.<br />

Pasta con le Silene<br />

Ingredienti<br />

1000 gr. di Pasta Tipo Sedanini All uovo Freschi<br />

1000 gr. di Cime Di Silene (silene Inflata)<br />

6 Spicchi di Aglio<br />

Abbondante di Olio Extra-vergine D’oliva<br />

Sale<br />

Preparazione<br />

Le quantità sono da intendersi per 4 persone.<br />

Lessare per circa 3 minuti la silene in acqua bollente<br />

salata. Scolarla. Far rosolare gli spicchi d’aglio in<br />

abbondante olio, toglierli e fare saltare per pochi<br />

minuti la silene. Cuocere la pasta, scolarla e condire<br />

con la silene.<br />

Sinonimi: la pianta e anche il genere<br />

è stata variamente classifi-<br />

4.<br />

cata nel tempo; anche da qui i<br />

numerosi sinonimi: Silene campanulata<br />

Saut, Silene venosa<br />

Asch., Silene cucubalus Wibel subsp. Cucubalus,<br />

Silene venosa Asch. subsp. Venosa, Silene cucubalus<br />

Wibel, Silene inflata Sm., Silene latifolia (Mill.)<br />

Britten & Rendle, non Poir.<br />

Etimologia: il nome del genere si fa discendere variamente<br />

o dal greco sialon, saliva, con riferimento<br />

alla sostanza vischiosa di alcune specie o da Sileno,<br />

mitologico compagno di Dioniso, caratterizzato nella<br />

tradizionale iconografia dal ventre rigonfio come il<br />

calice della pianta.<br />

Orizzonte Magazine • 73


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74 • Orizzonte Magazine


OROSCOPO<br />

febbraio <strong>2015</strong><br />

Orizzonte Magazine • 75


ARIETE TORO GEMELLI<br />

Venere entra nel vostro segno<br />

nei primi giorni di questo mese,<br />

per cui avete di che stare allegri,<br />

in quanto tutto può accadere. Se<br />

siete pronti alle sorprese, questo<br />

è il momento buono per sfruttare<br />

tutte le conoscenze che avete<br />

e mettervi su piazza se siete single,<br />

mentre se siete in coppia, un<br />

pizzico di pepe alla relazione non<br />

potrebbe che fare del bene!<br />

I reduci da relazioni concluse<br />

drasticamente o con rimpianti o<br />

con rimorsi, finalmente avranno<br />

uno spiraglio, una speranza sulla<br />

quale potersi affacciare ed alla<br />

quale potersi aggrappare.<br />

In quanto il cielo non ha nulla<br />

da dirvi di particolare, se non<br />

che la passione forse non è più<br />

quella di un tempo per le coppie<br />

consolidate e per quelle appena<br />

formate non è quella che ci<br />

si aspetterebbe! Ma per un mese<br />

come questo non è che potete<br />

aspettarvi di più anzi, per voi che<br />

considerate la serenità come il<br />

raggiungimento di un traguardo<br />

importante, dovreste essere<br />

felici e godervi il momento che<br />

tanto avevate atteso. Forse è un<br />

po’ meno eccitante di ciò che<br />

credevate, ma abbiate pazienza!<br />

Questo mese sarà splendente<br />

in tutti i sensi e per tutti i gemellini<br />

nell’ambito sentimentale.<br />

Soprattutto i single verranno<br />

avvantaggiati dalla favorevole posizione<br />

dei pianeti, in quanto ci<br />

saranno molte più opportunità<br />

per loro, per conoscere persone<br />

interessanti e, perché no, tra<br />

queste potrebbe anche esserci<br />

il vero amore. Non vi manca la<br />

razionalità e la lucidità per saper<br />

affrontare e valutare con cura<br />

tutte le situazioni che si verranno<br />

a creare con queste nuove<br />

persone, quindi non sarete colti<br />

da paranoie o paure inutili.<br />

CANCRO LEONE VERGINE<br />

Le vostre esigenze e le vostre sensazioni,<br />

mettendo in secondo piano<br />

la sensibilità altrui. Soprattutto<br />

se siete in coppia, questo sarà un<br />

errore che vi penalizzerà molto,<br />

perché l’altra parte avvertirà questa<br />

sorta di egoismo come una<br />

noncuranza da parte vostra nei<br />

loro confronti e il passo è breve<br />

verso le discussioni! Anche i single<br />

non troveranno grandi opportunità<br />

di confronto , forse a causa<br />

del loro modo di comportarsi, un<br />

tantino poco socievole, oppure<br />

perché non frequenteranno i locali<br />

giusti, dove non riuscirete a<br />

trovare gente con le stesse idee.<br />

I vostri rapporti sentimentali in<br />

questo mese vi saranno molto<br />

utili, soprattutto per superare i<br />

vostri problemi nel campo professionale.<br />

Vi potrebbero insomma<br />

distrarre in modo positivo.<br />

Il transito di Venere infatti, porterà<br />

delle buone novità fino alla<br />

stagione calda, per cui approfittatene<br />

e cercate di presenziare a<br />

quanti più eventi mondani possibili,<br />

gli incontri speciali sono dietro<br />

l’angolo!<br />

Il sorriso sarà una delle vostre<br />

armi migliori, soprattutto nella<br />

coppia, in quanto riuscirete a distendere<br />

i nervi del partner.<br />

Venere finalmente non sarà più<br />

in opposizione in questo mese,<br />

per cui sarà possibile una lenta<br />

ripresa, anche se i vostri problemi,<br />

soprattutto quelli di coppia,<br />

risalgono già all’anno scorso.<br />

Molte coppie da allora si saranno<br />

divise, mentre per quelle che<br />

hanno resistito si prospetta un<br />

nuovo periodo di tranquillità, in<br />

cui riscoprirsi e riscoprire il piacere<br />

di stare insieme!<br />

Cercate di privilegiare quindi il<br />

partner, di passare con questo il<br />

maggior tempo possibile, per ricostruire<br />

ciò che avevate disfatto<br />

in poco tempo.<br />

76 • Orizzonte Magazine


BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Venere non sarà certo vostra<br />

complice in questi primi mesi<br />

dell’anno, per cui dovrete rassegnarvi<br />

a farcela con le vostre<br />

forze! Sta a voi scegliere per l’ottimismo<br />

o il pessimismo.<br />

Se siete in coppia, ci potrebbero<br />

essere delle tensioni che non<br />

vi renderanno il recupero degli<br />

affetti molto facile, tuttavia avete<br />

Marte con voi, quindi potreste<br />

sfruttare le vostre abilità nella<br />

seduzione e ovviare alle discussioni<br />

più frivole con momenti di<br />

passione che non verranno mai<br />

disdegnate dal partner.<br />

Periodo ancora molto altalenante<br />

per l’amore, in quanto vi trovate<br />

ancora nel centro di un subbuglio<br />

sentimentale che riguarda più il vostro<br />

inconscio che il vostro cuore.<br />

Letteralmente, non sapete cosa volete,<br />

per cui sono gli altri a rimetterci!<br />

Se vi siete separati da poco,<br />

sicuramente non avete ancora superato<br />

questa specie di fallimento,<br />

per cui rifiutate anche solo il pensiero<br />

di poter conoscere qualcun<br />

altro. Insomma siete nel pieno di<br />

una fase di transizione, solo che<br />

sarà più lunga del previsto se non<br />

vi sforzerete almeno ad uscire dal<br />

guscio in cui vi siete rinchiusi!<br />

Febbraio, dal punto di vista sentimentale,<br />

avrete il vostro bel da fare,<br />

poiché potreste essere combattuti<br />

tra più di una persona che ruberà<br />

la vostra attenzione! Sarà molto divertente<br />

per i single, anche se la coscienza<br />

avrà comunque dei rimorsi,<br />

mentre più complicato potrebbe<br />

essere per le coppie, che ovviamente<br />

avranno qualche problema<br />

in più a gestire una doppia vita!<br />

I single oltretutto sono molto irrequieti<br />

in questo periodo e difficilmente<br />

si accontenteranno,<br />

cercano la perfezione, per questo<br />

motivo cercano di trovarlo in più<br />

di una persona!<br />

CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

Il passato, il dolore e la delusione<br />

hanno molta presa su di voi, ed è<br />

per questo che se avete sofferto<br />

recentemente per amore, non<br />

sarà semplice mettere una pietra<br />

sopra a tutto ed andare avanti<br />

come se nulla fosse. Sicuramente<br />

sarete più timorosi in qualsiasi<br />

tipo di relazione che intraprenderete<br />

e questo potrebbe essere<br />

una nota negativa in questo Febbraio!<br />

Cercate di prendervi cura di voi<br />

stessi a trecentosessanta gradi,<br />

poiché siete esposti ai malanni<br />

stagionali, anche se non è detto<br />

che vi colpiranno.<br />

Uno dei mesi più positivi per voi<br />

dell’Acquario e che andrà vissuto<br />

in pieno, cogliendo ogni più piccola<br />

sfumatura e soprattutto da ricordare!<br />

Marte sarà un ottimo alleato<br />

per le coppie più resistenti e longeve,<br />

poiché riporterà all’interno del<br />

rapporto quel brio e quella passione<br />

che forse era stata un pochino<br />

messa alla prova dalle difficoltà che<br />

la vita comporta: figli, famiglia, bollette,<br />

lavoro. La tensione potrebbe<br />

magicamente sparire o comunque<br />

affievolirsi, in quanto capaci di superare<br />

tutto con una bella risata o<br />

semplicemente con un po’ più di<br />

comprensione!<br />

In amore la situazione durante<br />

questo periodo, dovrebbe essere<br />

piuttosto stabile, per cui non<br />

ci saranno grandi scossoni né<br />

per quello che riguarda le coppie,<br />

ne per quanto riguarda le<br />

persone sole, che continueranno<br />

a restare tali!<br />

Lasciare le cose così come stanno,<br />

senza pretendere eccessivi<br />

cambiamenti, rifugiandosi chi<br />

può, nel proprio amore, tra le<br />

braccia sicure del partner, sarà<br />

il modo migliore per affrontare<br />

questo Febbraio senza infamia e<br />

senza lode!<br />

Orizzonte Magazine • 77


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