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Carte Bollate - Ristretti.it

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Cultura<br />

TEATRO – Un mese con le compagnie teatrali carcerarie<br />

Un’occasione per raccontarsi<br />

Il Festival Teatrale che si è tenuto<br />

presso il carcere di <strong>Bollate</strong> nel mese<br />

d’aprile, si è concluso con un risultato<br />

che è andato oltre ogni aspettativa.<br />

Considerando le difficoltà organizzative<br />

e gestionali di un tal evento,<br />

l’es<strong>it</strong>o pos<strong>it</strong>ivo della rassegna (unica nel<br />

suo genere) era tutt’altro che scontato.<br />

Oltre ai due spettacoli portati in scena<br />

dagli attori, detenuti e non, del Teatro<br />

In-Stabile del carcere di <strong>Bollate</strong>, sul<br />

palco si sono avvicendate le compagnie<br />

teatrali degli ist<strong>it</strong>uti pen<strong>it</strong>enziari di<br />

Rebibbia, Volterra, Padova e Saluzzo,<br />

che per l’occasione sono state osp<strong>it</strong>ate<br />

presso il 5° reparto. Diversi per forma,<br />

contenuto, scelte drammaturgiche e<br />

scenografiche, gli spettacoli hanno incontrato<br />

il consenso del pubblico e degli<br />

addetti ai lavori (cr<strong>it</strong>ici teatrali e giornalisti)<br />

intervenuti alle rappresentazioni.<br />

Per la riusc<strong>it</strong>a della manifestazione<br />

è stato necessario lo sforzo congiunto<br />

di organizzatori, tecnici, attori, coordinatori<br />

e agenti di sorveglianza che<br />

hanno garant<strong>it</strong>o il regolare svolgimento<br />

delle prove e dei lavori, gestendo, come<br />

nel caso dello spettacolo di Rebibbia,<br />

l’accompagnamento e il movimento di<br />

oltre 20 detenuti. Un fondamentale contributo<br />

per la riusc<strong>it</strong>a degli spettacoli è<br />

stato dato dai tecnici del nostro teatro<br />

che hanno coadiuvato le compagnie degli<br />

altri ist<strong>it</strong>uti nella realizzazione degli<br />

impianti audio, luci e per tutto ciò che<br />

si è reso necessario per l’allestimento<br />

delle scenografie. Il Festival è stato l’occasione<br />

per un confronto tra le diverse<br />

esperienze teatrali e realtà detentive.<br />

Dietro le quinte, si è svolta una sorta di<br />

rassegna parallela, dove più che gli spettacoli,<br />

sono andate in scena le emozioni<br />

e i vissuti di persone accomunate non<br />

soltanto dalla condizione restr<strong>it</strong>tiva,<br />

ma soprattutto da un interesse comune<br />

verso tutte quelle forme di comunicazione,<br />

verbale e fisica, di cui è composta<br />

l’attiv<strong>it</strong>à teatrale. Per tutta la durata<br />

della rassegna, il teatro è diventato un<br />

punto di incontro in cui è conflu<strong>it</strong>a una<br />

mescolanza di caratteri e dialetti, che<br />

hanno reso possibile l’avvicinamento<br />

laddove sol<strong>it</strong>amente è separazione e<br />

dialogo dove troppo spesso è diffidenza<br />

verso l’altro. In alcuni casi, alla fine<br />

degli spettacoli, abbiamo condiviso anche<br />

il mangiare, sbocconcellato in piedi<br />

come ad un rinfresco o consumato,<br />

senza pretese di galateo, seduti dove<br />

cap<strong>it</strong>ava. Per tutti noi, in fondo, è stata<br />

“solo” un’occasione. L’occasione, forse<br />

il pretesto, per raccontarsi e ascoltare…<br />

un modo “altro” di stare insieme,<br />

lontano, anche se solo per poche ore,<br />

dalle consuete dinamiche carcerarie<br />

che spesso determinano le relazioni tra<br />

persone e scandiscono le giornate.<br />

Fl av i o Gr u g n e t t i<br />

REBIBBIA – Viaggio all’isola di Sachalin, della “Compagnia evadere”<br />

Ciechi per non vedere<br />

la propria sol<strong>it</strong>udine affettiva<br />

Viaggio all’isola di Sachalin, della<br />

“Compagnia evadere” del<br />

carcere di Rebibbia. Questo<br />

lavoro teatrale è liberamente<br />

ispirato all’esperienza che Anton Cechov<br />

– nell’esercizio della sua seconda<br />

professione, quella di medico – fece alla<br />

fine dell’800, vis<strong>it</strong>ando la colonia penale<br />

posta all’estremo oriente della Russia.<br />

Ne nacque un libro-inchiesta sulle condizioni<br />

dei forzati, pubblicato nel 1895,<br />

che si intreccia con il racconto di una<br />

delle più sorprendenti esperienze dello<br />

scienziato cogn<strong>it</strong>ivo Oliver Sachs, per<br />

approdare senza pietismo sulla scena,<br />

grazie a questa riduzione teatrale. Ad<br />

assistere alla prima dello spettacolo, che<br />

ha debuttato a <strong>Bollate</strong> nell’amb<strong>it</strong>o del festival<br />

teatrale “Liberi di vivere”, eravamo<br />

22 carte<strong>Bollate</strong><br />

più di cento detenuti. La rappresentazione<br />

teatrale ci ha parlato delle condizioni<br />

disumane di uomini condannati all’ergastolo,<br />

ma soprattutto del fenomeno che<br />

in quell’isola li colpì: buona parte di essi,<br />

<br />

segue a pagina 23

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