20 FORMULA 1 ROMAIN GROSJEAN
ALL’INFERNO E RITORNO Massimo Costa Era l’antipatico per eccellenza. Arrogante come pochi, supponente. Insomma, aveva proprio tutte le caratteristiche del galletto. Romain Grosjean, svizzero adottato dai francesi, non aveva saputo gestire in maniera intelligente il talento e il successo che lo avevano portato in rapida successione a scalare le vette del motorsport. Nato il 17 aprile 1986 a Ginevra, è risultato campione della F.Renault 2.0 francese nel 2005, campione della F.3 Euro Series nel 2007, campione GP2 Asia ad inizio 2008 e quarto nella Main Series quell’anno vinta da Giorgio Pantano. Protetto dalla Renault e dal gruppo Bruno Michel-Flavio Briatore, Grosjean nel 2009 era spaventosamente dimagrito per rientrare nei canoni richiesti ai piloti F.1 di non incidere troppo sul peso delle monoposto. Ed era contornato da capelli lunghi e ricci che ne facevano una sorta di Gesù Cristo in croce. Un giorno Franck Perera, dopo un incidente, causato da Grosjean, nella qualifica GP2 di Budapest 2009, aveva raccontato di come venne pesantemente attaccato dallo svizzero con parole tipo “Io sarò un pilota di F.1 tu non sei nessuno”, “Tu non dovresti essere in GP2”, “Io diventerò qualcuno tu no” e via di questo passo. Non era poi passato inosservato che i commissari FIA in quell’occasione diedero la colpa a Perera, squalificato, mentre Grosjean, del Renault Drivers Development, non venne minimamente sanzionato. Tutto girava attorno a lui insomma, il segnale era abbastanza chiaro. Dopo poche settimane, la Renault lo ha chiamato in F.1 per sostituire Nelson Piquet, licenziato in tronco. In breve tempo, Grosjean è riuscito a risultare antipatico anche ai vertici della stessa Renault mentre sul piano sportivo i risultati sono stati deludenti. Il mondo è crollato addosso allo svizzero in un nano secondo al termine del campionato. Allontanato dalla F.1, nessuno lo voleva più. Grosjean ha capito che qualcosa aveva sbagliato. Ed ha iniziato un percorso di redenzione. Ritrovato qualche chilo, adottato un taglio da marine, ha ricominciato dal Trofeo Andros, passando dal GT1 con la Ford e rimettendosi al volante di una monoposto nell’Auto GP grazie al team Dams. Campionato che ha vinto, perché alla guida quando ci si mette di impegno, ha pochi rivali. Dams lo ha anche riportato in GP2 per una breve apparizione, per mettere un po’ di pepe al titolare Jerome D’Ambrosio. Poi, tutto si è rimesso in moto. Grosjean ha trovato l’appoggio del Gravity management e la Dams gli ha offerto il posto in GP2, che lui ha vinto alla grande tornando in corsa per un posto in F.1. L’unica chance era rappresentata dal team di Eric Boullier, che ha sempre creduto in lui, ma molto dipendeva dai destini di Robert Kubica. Ingaggiato Kimi Raikkonen, chiuso in malo modo il rapporto con il polacco, Grosjean ha ricevuto una spinta determinante dalla Total per riprendersi quella F.1 che soltanto 12 mesi fa gli era sembrata svanita per sempre. Quel ragazzo antipatico e arrogante ora non c’è più. Non tutti riescono a comprendere i propri errori, i limiti superati, Grosjean ci è riuscito ed anche questa è stata una vittoria. Molto importante. 21