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RUNNING - DF Sport Specialist

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1 o rosse, aumentando cosi i depositi dei grassi. Attenzione però, a non esagerare<br />

con i ritmi veloci, cosi facendo si stimola il meccanismo della gligolisi, ossia quello<br />

anaerobico che porta all’aumento dei livelli di lattecidemia, con il rischio di finire la<br />

sessione in un stato di disagio che esula dal concetto della rigenerazione. Utilizzo<br />

questo metodo per creare un’alternativa alla classica corsa lenta, in maniera che<br />

l’atleta abbia modo di utilizzare diversi assetti di corsa. Adattissimi a favorire i processi<br />

di rigenerazione sono i cosiddetti mezzi complementari, esercitazioni diverse<br />

dalla corsa quali l’utilizzo della bike, e della piscina. Mi piace collegare questa<br />

attività di recupero, alla possibilità di migliorare la fase di rigenerazione attraverso<br />

quelle pratiche che aiutano il ripristino psicofisico dell’atleta.<br />

LA RESISTENZA AEROBICA INTENSIVA<br />

Obiettivi primari :<br />

- Incremento dei processi metabolici specifici di “endurance”<br />

- Mantenimento elevato dei valori energetici di erogazione lipidica<br />

A mio avviso questa tipologia di allenamento è tra le più importante da sviluppare<br />

e curare come forma di successo per l’ultramaratoneta. Come abbiamo già<br />

detto in precedenza la fonte di energia usata dai muscoli per correre una 100 km e<br />

data dai carboidrati in parte, ma soprattutto in maniera più massiccia dall’utilizzo<br />

dei grassi. Ebbene, la capacità di utilizzare questa energia e dovuta dallo sviluppo<br />

della cosiddetta potenza aerobica lipidica. L’allenamento per migliorare e incrementare<br />

la pot / aer / lip è costituito da corsa, non solo prolungata ma condotta<br />

anche ad una velocità, alla quale il consumo dei grassi è elevato. Mi riferisco alla<br />

velocità di soglia aerobica.<br />

Parliamo quindi di tutte quelle andature di corsa media, frazionata o progressiva<br />

tipica dei maratoneti. Incrementare la potenza lipidica, attraverso lo sviluppo di<br />

questi mezzi di lavoro con<br />

l’obiettivo finale di enfatizzare sempre di più il volume di corsa, e non l’intensità che<br />

invece favorisce il consumo dei zuccheri. Gli allenamenti quindi saranno costituiti<br />

da unità di corsa decisamente più elevate rispetto a quelli di un maratoneta. Chiaramente<br />

in maniera graduale in quantità ed intensità , monitorando costantemente<br />

lo stato di forma dell’atleta.<br />

E preferibile la partecipazione alle gare di maratona. L’importante è saper interpretare<br />

bene, quello che è la percentuale di impegno di queste prove, la quale ci<br />

dovranno consentire un dispendio energetico al massimo dell’80 - 85 % per poi proiettarci<br />

ai successivi allenamenti, senza la necessità di dover recuperare troppo. Si<br />

consiglia di eseguire ogni fine mese un test di verifica condizionale per determinare<br />

meglio i livelli di soglia aerobica, in modo da modificare e da apportare le relative<br />

modifiche riferite all’intensità di corsa.<br />

LA RESISTENZA AEROBICA SPECIFICA<br />

Obiettivi primari:<br />

- Stimolo biologico specifico<br />

- Aumento della disponibilità energetica lipidica<br />

- Enfatizzare la capacità di utilizzo dell’energia lipidica<br />

- Ricerca di un efficace rendimento meccanico di corsa<br />

È lo stimolo più specifico, è la sintesi dei vari adattamenti . L’atleta deve essere<br />

allenato a conoscere quelle che sono le sue andature di massima velocità che<br />

dovrà sostenere in gara per il tempo totale di percorrenza. Deve essere sviluppata<br />

in maniera graduale, attraverso proposte di lavoro che mirano ad elevare sia il numero<br />

di km percorsi , che la loro giusta intensità. Sono questi i mezzi di allenamento<br />

da proporre all’atleta soprattutto nei ultimi 3 mesi a scadenza mensile. Verranno<br />

eseguite dapprima in doppia seduta, poi una volta superata la fase di adattamento,<br />

100km<br />

ultramaratona

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