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GARE & PROBLEMI - ITIS E. Divini

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2. Matematica ricreativa nei tempi che furono<br />

I problemi presenti nelle rubriche per gli appassionati di matematica sono formulati generalmente in modo<br />

originale ed accattivante e non in modo accademico come nei trattati di matematica e nei manuali scolastici.<br />

Essi fanno parte di un’antica tradizione che annovera opere come l’ Aritmetica di Diofanto ( vedi Appendice<br />

n°1) , il Papiro di Rhind nel quale si ipotizza la presenza dell’ “Indovinello più antico del mondo” (vedi<br />

Appendice n° 2 ) ed i manuali didattici come i trattati d’abaco del Medioevo ( vedi Appendice n°3) e del<br />

Rinascimento. In Occidente , anche nei secoli bui dell’Alto Medioevo, come nel mondo indo-arabico ,<br />

vennero realizzate opere di matematica ricreativa , quali la cosiddetta Antologia Greca , nell’area di lingua<br />

greca e precisamente a Bisanzio, capitale dell’Impero d’Oriente e le Propositiones ad acuendos juvenes,<br />

nell’area di quello che era stato l’Impero d’Occidente. Delle Propositiones ci sono pervenuti tredici<br />

manoscritti, una raccolta di questi è attribuita al Venerabile Beda e l’altra ad Alcuino di York . Oltre ai<br />

problemi aritmetici vi sono dei veri e propri rompicapo tra cui il famoso enigma de “ Il lupo, la capra ed il<br />

cavolo” (vedi Appendice n°4) che costituisce un ottimo esempio per illustrare la versatilità e l’utilità della<br />

teoria dei grafi. Durante il Rinascimento continuò l’uso di proporre questioni di matematica ricreativa<br />

nell’insegnamento dell’aritmetica. Nel Quattrocento divenne addirittura consuetudine proporre giochi<br />

matematici per rallegrare riunioni conviviali; è del periodo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del<br />

Cinquecento un ampio trattato in lingua volgare, interamente dedicato ai giochi, indirizzato ad una corte<br />

signorile: il De viribus quantitatis di Luca Pacioli. Dopo la scoperta della stampa il primo trattato di giochi fu<br />

pubblicato nel 1612 da Gaspar Bachet de Méziriach. A questa opera ne seguirono tante altre.<br />

3. Matematica ricreativa e scienza<br />

Nel Cinquecento, la matematica ricreativa, che nel tempo era entrata sempre più nella vita sociale e<br />

culturale, cominciò ad influire sullo stesso sviluppo della matematica e delle sue applicazioni. In effetti nella<br />

storia della scienza non sono rari gli esempi di giochi, anche non matematici, che , pur essendo nati al solo<br />

scopo ricreativo, hanno dato impulso alla ricerca e promosso nuove teorie. Forse qualcuno trova esagerata<br />

questa affermazione, perché , pur essendo convinto che per vincere in certi giochi si devono utilizzare<br />

raffinate conoscenze matematiche, non immagina che esse siano nate proprio “ per gioco” , ossia a partire<br />

da problemi legati ai giochi d’azzardo ed ai rompicapo. Ciò che segue ne è una dimostrazione.<br />

3.1. Matematica nata da giochi d’azzardo<br />

Per quanto riguarda l’influenza dei giochi sulla scienza , il gioco dei dadi ha focalizzato l’ attenzione sul<br />

calcolo combinatorio elementare ed è all’origine di una fondamentale teoria matematica: il calcolo delle<br />

probabilità che oggi trova applicazione in importanti settori quali le assicurazioni e le indagini statistiche.<br />

Infatti, le regole dei giochi d’azzardo si prestano , grazie alla loro schematicità , ad essere facilmente<br />

interpretate, mediante un modello matematico pratico e funzionale. I primi studi documentati condotti<br />

nell’ambito della probabilità sono riportati nel De ludo aleae ( Sul gioco dei dadi) di Girolamo Cardano<br />

pubblicato postumo . Costui fu filosofo e matematico nonché illustre medico e cultore di astrologia e , per<br />

l’appunto accanito giocatore d’azzardo. Lo stesso Blaise Pascal nel 1654 , poco prima della sua crisi<br />

mistica, quando conduceva ancora vita da gaudente, diede una soluzione ad un problema molto sentito tra i<br />

giocatori d’azzardo ( Il problema delle parti) utilizzando il “ triangolo aritmetico” noto in Italia come “<br />

triangolo di Tartaglia”.<br />

3.2. Matematica nata da passatempi e rompicapo<br />

Anche i passatempi ed i rompicapo hanno avuto la loro parte nello sviluppo della matematica. Due fra questi<br />

furono studiati da Eulero.<br />

− Il primo rompicapo, noto come problema dei ponti di Konigsberg , prende il nome dalla città della prussica<br />

che ha dato i natali al grande filosofo Immanuel Kant , autore de “ La critica della ragion pura” opera in cui la<br />

matematica svolge un ruolo importante. Nei primi del Settecento , al tempo in cui Kant era giovinetto i suoi<br />

concittadini, durante la passeggiata domenicale, si dilettavano a cercare un cammino che consentisse di<br />

attraversare tutti e sette i ponti, che allora collegavano i quartieri della città, senza passare due volte per uno<br />

stesso ponte. La soluzione di questo problema, che aveva acquistato una certa fama ed aveva cominciato a<br />

circolare fuori da Konigsberg e dai confini della Prussia, si trova in una nota del 1736, in cui Eulero, che<br />

allora viveva a San Pietroburgo ed aveva 29 anni, dimostrò in maniera brillante che “ il problema è<br />

impossibile” ossia non ammette soluzioni (vedi Appendice n°5) . La questione può apparire scarsamente<br />

interessante ma non è così perché l’analisi del problema e la relativa soluzione di Eulero è generale:<br />

consente di risolvere tutti i problemi di tracciamento di linee continue. Questo studio ha aperto la strada alla<br />

teoria dei grafi e più in generale alla topologia combinatoria.

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