GIUGNO 2012 N.14 - Case Piacentine
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approfondimenti<br />
<strong>GIUGNO</strong><br />
<strong>2012</strong><br />
Obiettivo:<br />
rivalutare i vecchi edifici<br />
Gli edifici abbandonati? Una<br />
risorsa. In un tempo in cui<br />
“costruire” sembra essere<br />
una priorità per lo sviluppo<br />
dell’economia di un Paese, e lo<br />
specchio del benessere delle<br />
società moderne, c’è chi esce da<br />
questi schemi e sceglie una via<br />
diversa, quella del “rivalutare”.<br />
Stiamo parlando di [im]possible<br />
living, un progetto nato proprio con<br />
lo scopo di ridare vita e splendore a<br />
quegli edifici presenti nelle nostre città<br />
che sono stati abbandonati e lasciati<br />
per il nuovo. Per capire meglio di che si<br />
tratta e il perché di questa scelta<br />
“controtendenza” abbiamo parlato con<br />
Daniela Galvani, uno dei fondatori di<br />
[im]possible living.<br />
Che cos’è [im]possible living?<br />
“[im]possible living è un sito web dedicato<br />
agli edifici abbandonati di tutto il mondo.<br />
Lo scopo è quello di fornisce servizi alle<br />
persone che su scala locale cercano di<br />
sollevare, discutere e, potenzialmente,<br />
risolvere in maniera creativa i problemi<br />
legati a queste strutture.<br />
Con [im]possible living vogliamo<br />
contrapporci, infatti, al continuo e<br />
costante consumo di territorio cui<br />
assistiamo in buona parte dei paesi del<br />
mondo, dove vengono costruiti in<br />
continuazione nuovi edifici che in gran<br />
parte rimangono vuoti.<br />
La chiave di volta per la soluzione del<br />
problema sta proprio nel vedere gli<br />
edifici abbandonati come una risorsa da<br />
valorizzare e non come un problema da<br />
dimenticare, o peggio ancora, da<br />
nascondere”.<br />
Chi c’è dietro il progetto e cosa vi ha<br />
spinto a scegliere di intraprendere<br />
questa particolare avventura?<br />
“Dietro al progetto ci siamo io e Andrea<br />
Sesta. La spinta a scegliere di creare<br />
[im]possible living? La voglia di “aria<br />
nuova”, la voglia di creare un ecosistema<br />
che faccia convergere in maniera nuova,<br />
fresca, interessante le energie su un<br />
tema del genere: voglia di far vedere che<br />
qualcosa, forse si può fare, con le<br />
proprie energie”.<br />
Quali sono i problemi principali legati<br />
agli edifici abbandonati e/o le<br />
conseguenze dell’abbandono degli<br />
edifici?<br />
“La mancanza: se c’è stato abbandono è<br />
perché in qualche momento della sua<br />
vita, quell’edificio a subìto una mancanza<br />
di contesto, di persone, di volontà.<br />
Le conseguenze: lo spreco, l’idea di<br />
impotenza di rigenerare un edificio”.<br />
In che modo questi edifici potrebbero<br />
essere rivalorizzati?<br />
“Noi stiamo lavorando perché vengano<br />
rivalorizzati creando un’ecosistema che<br />
possa generare benessere, alla persona,<br />
alla città, all’economia. Speriamo di<br />
generare nuovi posti di lavoro, restituendo<br />
un capitale morto alla società”.<br />
Qual è quindi il vostro obiettivo?<br />
“Ripensare il mondo dell’abbandono, in<br />
un modo nuovo, sano, stimolante che<br />
possa trasversalmente coinvolgere tutti”.<br />
A che punto siete del progetto e quali<br />
saranno i prossimi passi?<br />
“Siamo alle prime fasi del processo di<br />
riqualificazione degli edifici: la mappatura<br />
che precede le fasi più complesse, che<br />
stiamo snellendo tramite il mezzo web e<br />
che unisce le persone di tutto il mondo<br />
per uno scopo comune.<br />
Le prossime fasi toccano lo sviluppo del<br />
sito dove le persone potranno diventare<br />
responsabili del processo di<br />
riqualificazione di un edificio mappato.<br />
Siamo stati sollecitati da alcuni cittadini<br />
ad aiutarli nel processo off line di<br />
riqualificazione di edifici abbandonati,<br />
rispondendo come facilitatori, in modo da<br />
guidarli nelle prime fasi di innesco del<br />
progetto”.<br />
di Matteo Arnaboldi<br />
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