alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ... - Concreta S.r.l.
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6<br />
pater, se no el Signor al manda el Castigamat!”<br />
(Smettetela, recitate le preghiere<br />
altrimenti il Signore manda i<br />
castighi”)<br />
E zia Celesta la vecchia saggia della<br />
famiglia aggiungeva con voce dolente:<br />
“Pregate il Signore che ci dia un buon<br />
sentimento, non fate gli sciocchi!”<br />
A questo segnale sapevamo che dovevamo<br />
smettere, anche se era molto<br />
difficile contenere tutte quelle energie.<br />
Poi zia Celesta per tranquillizzarci ci<br />
raccontava una storia, ogni sera una<br />
storia diversa.<br />
La Storia Della Strega Giustiziera<br />
C’era una volta, incominciava zia Celesta,<br />
una donna che passava le giornate<br />
lavorando fino a tardi.<br />
Una sera mentre stava ancora filando<br />
al lume di candela, una vecchietta<br />
bussò alla sua porta offrendole il suo<br />
aiuto per completare il lavoro. La donna<br />
accettò con soddisfazione quell’aiuto<br />
insperato, non aveva lontanamente<br />
pensato alla Magada, la terribile<br />
strega che si aggirava di notte in<br />
paese combinando terribili misfatti.<br />
Era la sera del sabato e la donna sapeva<br />
che era proibito filare nei giorni<br />
di festa, la Magada era venuta apposta<br />
per controllarla!<br />
Lavora e lavora il tempo passava,<br />
quando la donna si accorse era ormai<br />
troppo tardi, era già passata la mezzanotte<br />
ed era già iniziato il giorno di<br />
festa, la poveretta si spaventò e non<br />
sapeva più cosa fare per rimediare.<br />
La strega rise con cattiveria e mentre<br />
pronunciava alcune parole strampalate:<br />
“Fila filota, fila giò per quella piota”<br />
scagliò la povera donna colpevole di<br />
aver lavorato nel giorno di festa, nel<br />
burrone sottostante”.<br />
Tutti pensierosi ce ne stavamo rannicchiati<br />
nel pagliericcio odoroso di sole<br />
e di grano fin quando stanchi morti ci<br />
abbandonavamo tra le braccia del<br />
sonno.<br />
Da Albosaggia a Sazzo<br />
La mattina del 21 giugno festa di S.<br />
Luigi Gonzaga patrono di Sazzo ci trovavamo<br />
di buon ora davanti alla bottega<br />
di zia Maria, belli puliti, tirati a lucido<br />
come le stoviglie prima delle festività<br />
natalizie. Eravamo una decina di<br />
cugini pronti ad affrontare l’avventura<br />
di un tragitto di circa dieci chilometri.<br />
Non era cosa da tutti, la maggior parte<br />
infatti andava a piedi, questa era<br />
per noi un’occasione unica per conoscere<br />
altri paesi oltre Sondrio. La strada<br />
sterrata era quasi tutta pianeggiante,<br />
il nostro mulo magro e spelacchiato<br />
trotterellava che era una meraviglia<br />
e zia Maria seduta a cassetta rivelava<br />
una insospettabile abilità di vetturale.<br />
Dopo Sondrio la strada era percorsa<br />
da numerosi carri provenienti dai paesi<br />
vicini.<br />
I maschietti incitavano la zia a non lasciarsi<br />
superare e a mantenere un’andatura<br />
più veloce, a ingaggiare insomma<br />
una specie di gara di velocità.<br />
Noi bambine preferivamo guardarci<br />
attorno, ammirare il paesaggio, le bellezze<br />
dei palazzi e delle dimore signorili<br />
che incontravamo lungo il percorso.<br />
Ci sembrava di attraversare un mondo<br />
completamente diverso e qualcuno ricordando<br />
i racconti degli emigranti<br />
che erano tornati dalla “Merica” come<br />
dicevano loro, speravano che il viaggio<br />
non avesse mai fine, ma continuasse<br />
fino a giungere in quei territori<br />
tanto lontani e così diversi da quelli<br />
soliti.<br />
Non c’era comunque posto per la noia,<br />
ognuno poteva trovare molteplici interessi;<br />
zia Maria procedeva con andatura<br />
sostenuta, di carattere bonario<br />
accettava con umorismo qualche