Colla di fibrina autologa ad uso perioperatorio ... - Blood Transfusion
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<strong>Colla</strong> <strong>di</strong> <strong>fibrina</strong> <strong>autologa</strong> in chirurgia<br />
componenti tissutali, quali <strong>ad</strong> esempio i condrociti 15 .<br />
L'imme<strong>di</strong>ato utilizzo e la completa preparazione a circuito<br />
chi<strong>uso</strong> e sterile rendono del tutto assimilabile la procedura<br />
a trattamenti più standar<strong>di</strong>zzati ed abituali, quali<br />
l'emo<strong>di</strong>luizione intenzionale perioperatoria o l'emorecupero<br />
<strong>perioperatorio</strong>, del tutto leciti, vali<strong>di</strong> e ben richiamati dal<br />
Decreto Ministeriale 1/9/95.<br />
Trattasi, inoltre, <strong>di</strong> procedura che non determina<br />
stimolazione della proliferazione cellulare, in quanto le<br />
piastrine sono elementi cellulari privi <strong>di</strong> nucleo, ma solo<br />
mo<strong>di</strong>ficazione della forma con liberazione <strong>di</strong> citochine.<br />
E in tal senso, si è espresso l'Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />
in una nota del 27/12/01, precisando anche che si può<br />
ritenere tale procedura una manipolazione minima, così da<br />
non far rientrare tale preparazione tra i prodotti per terapia<br />
cellulare somatica.<br />
L'ISS, sempre nella citata nota, riteneva inoltre che:<br />
1) il prelievo e tutta la procedura <strong>di</strong> preparazione<br />
dell'emocomponente dovevano essere effettuate presso<br />
una struttura trasfusionale;<br />
2) tutto il proce<strong>di</strong>mento doveva avvenire secondo Good<br />
Manufacturing Practices (GMP), garantendo, in modo<br />
particolare, la sterilità del prodotto ed utilizzando<br />
procedure standar<strong>di</strong>zzate e validate;<br />
3) dovesse essere eseguito un controllo <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong><br />
processo e <strong>di</strong> prodotto, quest'ultimo da attuarsi <strong>ad</strong><br />
intervalli regolari;<br />
4) dovessero essere assicurate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
trasferimento dalla struttura trasfusionale all'utilizzatore,<br />
secondo procedure idonee e che garantissero la sterilità<br />
del prodotto e la conservazione dell'attività.<br />
Tale parere è stato, inoltre, fatto proprio dal Consiglio<br />
Superiore <strong>di</strong> Sanità, che ha istituito all'uopo uno specifico<br />
Gruppo <strong>di</strong> lavoro su "Produzione ed utilizzo <strong>di</strong><br />
emocomponenti in terapia topica".<br />
Il Consiglio ha poi, nella seduta plenaria del 22.03.02,<br />
approvato il parere formulato dal Gruppo <strong>di</strong> lavoro e che si<br />
riassume nei seguenti tre punti, ritenendo necessario che:<br />
1) la materia venga regolamentata, a livello regionale, con<br />
apposite convenzioni (che prevedano le modalità <strong>di</strong><br />
preparazione e <strong>di</strong> forniture delle varie tipologie <strong>di</strong><br />
prodotti emocomponenti) fra le aziende sanitarie sede<br />
<strong>di</strong> struttura trasfusionale e le altre strutture sanitarie,<br />
secondo i principi in<strong>di</strong>cati nel DM 1.09.1995 "Disciplina<br />
dei rapporti fra le strutture pubbliche provviste <strong>di</strong><br />
strutture trasfusionali e quelle pubbliche e private<br />
accre<strong>di</strong>tate e non accre<strong>di</strong>tate, dotate <strong>di</strong> frigoemoteche";<br />
tale decreto prescrive che la convenzione regolante i<br />
rapporti tra le strutture pubbliche dotate <strong>di</strong> Servizio<br />
Trasfusionale e le altre debba <strong>di</strong>sciplinare "…tutte le<br />
attività connesse all'assegnazione, conservazione e<br />
<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> sangue umano e dei suoi componenti,<br />
al sistema urgenza emergenza e all'attività <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
trasfusionale";<br />
2) i Centri Regionali <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento e Compensazione<br />
raccolgano i dati relativi ai risultati ottenuti con l'utilizzo<br />
<strong>di</strong> questa nuova modalità <strong>di</strong> <strong>uso</strong> dell'emocomponente<br />
(via topica) al fine <strong>di</strong> consentire il necessario<br />
monitoraggio in merito all'efficacia del trattamento;<br />
3) i <strong>di</strong>spositivi me<strong>di</strong>ci utilizzati per produrre il concentrato<br />
piastrinico siano soggetti a quanto previsto dal DL del<br />
24/2/1997 n° 46, "Attuazione della Direttiva 93/42 CEE,<br />
concernente i <strong>di</strong>spositivi me<strong>di</strong>ci", e, quin<strong>di</strong>, abbiano la<br />
marcatura CEE relativa alla specifica destinazione d'<strong>uso</strong>.<br />
Si viene quin<strong>di</strong> delineando, sulla base <strong>di</strong> tutto quanto<br />
sopra riportato e sulla scorta <strong>di</strong> una confermata e riba<strong>di</strong>ta<br />
riserva <strong>di</strong> legge, la esclusiva ed univoca competenza della<br />
struttura trasfusionale ospedaliera pubblica nella<br />
preparazione e fornitura della colla <strong>di</strong> <strong>fibrina</strong> e del gel<br />
piastrinico, anche <strong>di</strong> natura <strong>autologa</strong>, in quanto e comunque<br />
emocomponente ed emoderivato, anche se utilizzato con<br />
modalità nuova ed atipica con <strong>uso</strong> topico <strong>perioperatorio</strong>.<br />
Appare comunque evidente, e in tal senso necessario e<br />
doveroso, che la struttura trasfusionale <strong>di</strong> riferimento si<br />
debba far carico, nella pratica applicazione delle procedure,<br />
<strong>di</strong> acquisire <strong>di</strong>spositivi e presi<strong>di</strong> che permettano la<br />
preparazione, anche <strong>di</strong> ridotti volumi <strong>di</strong> colla <strong>di</strong> <strong>fibrina</strong><br />
<strong>autologa</strong>, così da evitare al paziente inutili e defatiganti<br />
procedure <strong>di</strong> predeposito non rapportate (se non <strong>ad</strong><strong>di</strong>rittura<br />
esuberanti ed eccedenti) alle reali necessità cliniche e<br />
tecniche del caso concreto.<br />
In conclusione, alla luce <strong>di</strong> tutto quanto sopra analizzato,<br />
riportato e <strong>di</strong>scusso, si deve confermare che la procedura<br />
descritta nel caso proposto e la sua esecuzione pratica,<br />
come originariamente descritta da Tarantino et al. 24 , possa<br />
trovare piena e congrua applicazione clinica, con l'evidente<br />
vantaggio <strong>di</strong> una procedura semplice, a bassi costi ed a<br />
livello applicativo <strong>di</strong> ogni struttura trasfusionale. Sarà, così,<br />
possibile offrire al curante e al paziente una risposta coerente<br />
e congrua alle attese ed alle aggiornate necessità cliniche e<br />
operatorie.<br />
La preparazione con metodo fisico semplice, in circuito<br />
chi<strong>uso</strong> e sterile, con possibilità <strong>di</strong> preparare anche volumi<br />
ridotti <strong>di</strong> fibrinogeno, da poter conservare ed inviare al<br />
chirurgo unitamente alla siringa a due vie, da attivarsi<br />
nell'imme<strong>di</strong>atezza dell'<strong>uso</strong> <strong>perioperatorio</strong>, rende<br />
estremamente maneggevole e <strong>ad</strong>attabile la procedura più<br />
sopra descritta e utilizzata nel caso proposto.<br />
E ciò senza gravare il paziente <strong>di</strong> ulteriori defatiganti<br />
per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo e senza ulteriori costi sociali aggiunti.<br />
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