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Questa pubblicazione è realizzata con il contributo di QC&I e SoCert<br />

<strong>Speciale</strong> <strong>confetture</strong><br />

Marzo 2009<br />

Storia, consumi,<br />

normativa pag. 2<br />

Gli ingredienti<br />

principali pag. 3<br />

La tecnologia<br />

6<br />

di produzione pag.<br />

Gli aspetti<br />

9<br />

nutrizionali pag.<br />

Le analisi pag. 11<br />

Le norme<br />

di riferimento pag. 12


CENNI STORICI E CONSUMI<br />

Storia, consumi, normativa<br />

Storicamente, l’origine di <strong>confetture</strong> e marmellate è da<br />

attribuirsi alla necess<strong>it</strong>à di conservare i frutti fuori stagione,<br />

i Greci e i Romani, ad esempio, lo facevano utilizzando<br />

il miele.<br />

Questi prodotti sono da annoverare tra le più antiche e<br />

tradizionali conserve di frutta, che cominciarono a diffondersi<br />

a livello domestico già agli inizi del ‘700, insieme<br />

allo zucchero di cui fu scoperto il potere stabilizzante.<br />

La produzione su scala industriale ebbe inizio in<br />

Inghilterra solo alla fine dell’Ottocento.<br />

Il valore del mercato del comparto <strong>confetture</strong> è di<br />

28.620 tonnellate per un valore pari a 92.400.000 ?. I<br />

consumi sono maggiori al Nord (56%) e minori al centro<br />

(19%). La distribuzione avviene per il 59% nei<br />

supermercati (fonte IHA-Food, anno terminate a settembre<br />

2000). Le tipologie di confettura che il consumatore<br />

<strong>it</strong>aliano predilige sono albicocca, ciliegia, pesca<br />

e fragola che insieme rappresentano il 70% del consumo<br />

totale. Sono in cresc<strong>it</strong>a anche alcune special<strong>it</strong>à<br />

come i mirtilli, le more e i frutti di bosco.<br />

Lo “<strong>Speciale</strong> <strong>confetture</strong>” de La Scienza della Qual<strong>it</strong>à<br />

è stato realizzato da<br />

Maddalena Meneghetti<br />

Borsista all’Univers<strong>it</strong>à di Padova<br />

Esperta in certificazione di prodotto, packaging, metodologie anal<strong>it</strong>iche,<br />

microorganismi di interesse alimentare,<br />

qual<strong>it</strong>à dei prodotti di origine animale e vegetale,<br />

difesa delle derrate alimentari<br />

NORMATIVA VIGENTE<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Il Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n. 50 stabilisce<br />

la denominazione di vend<strong>it</strong>a e la definizione dei<br />

prodotti quali confettura, confettura extra, marmellata<br />

e crema di marroni in base alla loro composizione.<br />

Si possono considerare <strong>confetture</strong> i prodotti preparati<br />

con la polpa e/o purea di uno o più frutti.<br />

Più precisamente le <strong>confetture</strong> devono avere non<br />

meno del 35% di polpa e frutta; per le <strong>confetture</strong><br />

extra il minimo legale di polpa di frutta aumenta al<br />

45%. Per <strong>confetture</strong> contenenti frutti particolari come<br />

sorbe, olivello spinoso, pomo di acagiù, ecc. sono indicate<br />

altre percentuali.<br />

La definizione di marmellate spetta invece ai prodotti<br />

preparati mediante polpa, purea, succo, estratti<br />

acquosi e scorza di agrumi con un minimo di frutta del<br />

20%, di cui almeno il 7,5% deve provenire dall’endocarpo.<br />

Le creme di marroni sono una mescolanza di zuccheri<br />

e purea di marroni in quant<strong>it</strong>à non inferiore al 38%.<br />

Il Decreto stabilisce eccezioni per alcune tipologie di<br />

<strong>confetture</strong> e marmellate, sia per quanto riguarda la<br />

percentuale minima di frutta, sia per le modal<strong>it</strong>à<br />

(polpa, purea, ecc.) in cui vengono utilizzate, e indica<br />

anche i frutti che non possono essere utilizzati per queste<br />

preparazioni.<br />

per informazioni e approfondimenti<br />

maddalena.meneghetti@libero.<strong>it</strong><br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - supplemento del periodico La Scienza della qual<strong>it</strong>à - Anno II, 2009 - numero 3<br />

Bimestrale informativo della società QC&I International Services<br />

Direttore ed<strong>it</strong>oriale Alberto Bergamaschi Direttore responsabile Guglielmo Frezza Coordinamento Com<strong>it</strong>ato scientifico Carmelo<br />

Bonarrigo<br />

2


3 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Gli ingredienti principali<br />

FRUTTA<br />

La frutta fresca ha un contenuto d’acqua molto elevato,<br />

con valori che si attestano intorno al 90%. Le proteine<br />

invece rimangono su valori piuttosto lim<strong>it</strong>ati 0,2-<br />

1% e anche la quant<strong>it</strong>à di lipidi è molto bassa 0,6%. I<br />

glucidi, principalmente zuccheri semplici, sono i composti<br />

maggiormente presenti; le quant<strong>it</strong>à variano da<br />

1,4 - 17 %. Gli zuccheri presenti in maggior quant<strong>it</strong>à<br />

sono il glucosio, fruttosio e saccarosio , ma si trovano<br />

anche altri polisaccaridi come la cellulosa, emicellulosa<br />

e le pectine.<br />

Tra gli elementi minerali troviamo in piccole quant<strong>it</strong>à<br />

ferro, calcio, sodio, potassio e fosforo; contenuto di<br />

fibra alimentare varia da 0 a 8-10g per 100g di prodotto.<br />

Tra le v<strong>it</strong>amine e prov<strong>it</strong>amine troviamo la v<strong>it</strong>amina<br />

C, ß-carotene, v<strong>it</strong>amina B6 e retinolo, ma anche<br />

piccole quant<strong>it</strong>à di tiamina, riboflavina, niacina e v<strong>it</strong>amina<br />

E.<br />

Le caratteristiche chimiche e fisiche dei frutti (solidi<br />

solubili, acid<strong>it</strong>à) determinano quelle delle <strong>confetture</strong><br />

(potere gelatinizzante, conservabil<strong>it</strong>à) e quindi le percentuali<br />

d’ingredienti da aggiungere e i processi di<br />

lavorazione.<br />

ZUCCHERO<br />

Confetture e marmellate contengono un’elevata percentuale<br />

di zuccheri (circa 55%) rappresentati per 2/3<br />

da saccarosio e per 1/3 da zucchero invert<strong>it</strong>o.<br />

Lo zucchero invert<strong>it</strong>o, così defin<strong>it</strong>o per la capac<strong>it</strong>à di<br />

deviare il piano di rotazione della luce polarizzata, si<br />

ottiene per idrolisi del saccarosio in glucosio e fruttosio<br />

sfruttando in questo caso le alte temperature e il pH<br />

acido. L’equilibrio tra il saccarosio e lo zucchero invert<strong>it</strong>o<br />

determina le caratteristiche del prodotto fin<strong>it</strong>o<br />

quali ad esempio: aumento del potere dolcificante,<br />

gelificante, umettante, controllo della cristallizzazione,<br />

riduzione della viscos<strong>it</strong>à, ecc.<br />

PECTINE<br />

Le pectine (dal greco “pektos” che significa denso, consistente)<br />

sono polimeri derivati da carboidrati che contengono<br />

un grande numero di un<strong>it</strong>à di acido galatturonico<br />

(COH(CHOH) 4COOH) che formano catene lineari<br />

tenute insieme da legami glisodici.<br />

I carbossili (COOH) degli acidi poligatturonici possono<br />

essere parzialmente esterificati con alcool metilico<br />

(COOCH3 ) di origine naturale. Il grado di esterificazione<br />

della pectina (DE) indica la percentuale delle un<strong>it</strong>à<br />

di acido galatturonico esterificate. Tra i frutti più ricchi<br />

di pectina troviamo le mele cotogne, mele e agrumi.<br />

La naturale presenza di pectina nei tessuti vegetali rappresentava<br />

in passato l’unico mezzo per ottenere la<br />

gelificazione di <strong>confetture</strong> e marmellate; era, infatti,<br />

molto diffuso, e in alcuni casi lo è ancora a livello<br />

domestico, l’utilizzo di pezzi di mela, mela cotogna o<br />

scorze di agrumi un<strong>it</strong>amente a frutti con scarso potere<br />

gelificante.<br />

Si r<strong>it</strong>iene che la trasformazione in gelatina di una soluzione<br />

acquosa contenente pectina sia dovuta a un<br />

fenomeno di precip<strong>it</strong>azione: ad alte temperature la<br />

pectina, separandosi dall’acqua per l’intervento di una<br />

terza sostanza (zucchero o sali metallici), forma con le<br />

sue catene macromolecolari intrecciate e legate tra di<br />

loro una struttura reticolare tridimensionale di fibrille,<br />

che trattiene i solidi e i liquidi della soluzione. Si forma<br />

così, a segu<strong>it</strong>o del raffreddamento, il gel, la cui consistenza<br />

dipende da: peso molecolare, quant<strong>it</strong>à e tipo di<br />

pectina; pH; concentrazione zuccherina.<br />

La variabil<strong>it</strong>à del contenuto di pectina nella frutta<br />

insieme alla necess<strong>it</strong>à di standardizzare la produzione,<br />

hanno portato ad un massiccio utilizzo di pectine di<br />

produzione industriale, di cui ne esiste una grande<br />

varietà.<br />

Le pectine HM, ad alto numero di metossile, presentano<br />

un numero di gruppi carbossilici esterificati superiore<br />

al 50%. Il processo di gelificazione con le pectine


Gli ingredienti principali<br />

HM è determinato da un meccanismo che coinvolge<br />

zuccheri e acidi. Una pectina HM richiede per la gelificazione<br />

una concentrazione di solidi solubili superiore<br />

al 55% e un pH intorno al 3,2.<br />

Queste pectine formano gel solidi con struttura elastica<br />

e fragile. Se non subiscono stress meccanici in cui la<br />

struttura del gel viene distrutta irreversibilmente, resistono<br />

bene alle alte temperature. Sono quindi ottime<br />

per le pasticcerie artigianali, dove il massimo intervento<br />

meccanico si lim<strong>it</strong>a all’azione di un cucchiaio.<br />

Il grado di esterificazione di una pectina HM determina<br />

la temperatura e la veloc<strong>it</strong>à di formazione del gel,<br />

tanto che le HM sono a loro volta suddivise in HM<br />

Rapid Set e HM Slow Set. Le HM Rapid Set sono quelle<br />

a più rapido DE (contengono dal 70 al 76% di gruppi<br />

carbossilici esterificati) e, oltre che gelificare a temperature<br />

superiori, formano un gel in un intervallo di<br />

temperatura più ristretto. Queste pectine si utilizzano<br />

per <strong>confetture</strong> in vasetto con frutta in pezzi, dove è<br />

necessario che i pezzi siano distribu<strong>it</strong>i omogeneamente.<br />

Tale risultato si ottiene con questo tipo di pectina<br />

perché gelifica prima che i pezzi inizino a separarsi<br />

dalla massa (generalmente per galleggiamento).<br />

Le HM Slow Set hanno un numero di gruppi carbossilici<br />

esterificati che varia dal 60 al 65%.<br />

Le pectine LM sono a basso numero di metossile ed<br />

hanno un numero di gruppi carbossilici esterificati inferiore<br />

al 50%. Differiscono dalle pectine normali in<br />

quanto il meccanismo zucchero-acido interviene<br />

comunque, ma ha minore influenza nel caso in cui<br />

siano disponibili ioni calcio (Ca ++ ) o altri cationi monovalenti.<br />

La quant<strong>it</strong>à di calcio necessaria per ottenere<br />

un gel dipende dall’acid<strong>it</strong>à, dal pH e dalla concentrazione<br />

di solidi solubili. Una pectina LM rispetto a una<br />

HM gelifica ad un contenuto di solidi inferiori ed è<br />

meno sensibile alle variazioni di pH.<br />

L’estensione del campo di impiego da 2,5 a 6,5 per il pH<br />

e da 0 a 80% per la concentrazione zuccherina , permette<br />

di ottenere una amplissima gamma di tipologie<br />

di <strong>confetture</strong>. Un eccesso di calcio porta alla precip<strong>it</strong>azione<br />

del pectato di calcio e tale fenomeno è detto pregelificazione.<br />

La consistenza di questo gel risulta poco<br />

elastica, più pastosa e con bassa resistenza alla rottura.<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Questo fenomeno è ricercato per le <strong>confetture</strong> da<br />

forno perché si è visto che una leggera pregelificazione<br />

offre la massima stabil<strong>it</strong>à al forno, impedendo il<br />

fenomeno del “boiling out” (usc<strong>it</strong>a della confettura<br />

dalle tortiere durante il processo di cottura).<br />

Le pectine LM sono adatte per le <strong>confetture</strong> destinate<br />

all’industria perché possono essere lavorate meccanicamente<br />

a bassa temperatura. Inoltre queste pectine non<br />

richiedendo un quant<strong>it</strong>ativo elevato di zuccheri per<br />

gelificare e risultano quindi adatte alla produzione di<br />

<strong>confetture</strong> ipocaloriche.<br />

Le pectine amidate sono pectine LM in cui alcuni gruppi<br />

metossilici sono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da gruppi amidici (NH2 ).<br />

Formano gel con concentrazioni zuccherine più basse<br />

rispetto alle LM tradizionali. Il gel risulta inoltre più<br />

delicato rispetto a quello di una pectina non amidata<br />

con lo stesso grado di metilazione.<br />

ACIDI<br />

Per ogni tipo di pectina e per ogni valore di concentrazione<br />

zuccherina esiste un valore di pH al quale corrisponde<br />

l’optimum di gelificazione. Questo valore è<br />

compreso tra 3-3,5. Per valori di pH superiori a 3,6 la<br />

gelificazione non ha più luogo perché il gel risulta<br />

troppo debole. Per valori inferiori a 2,9 si ha formazione<br />

di un gel molto forte, ma con un’eccessiva perd<strong>it</strong>a di<br />

acqua, che provoca il fenomeno di sineresi.<br />

Gli acidi più utilizzati sono c<strong>it</strong>rico, tartarico e, più raramente,<br />

lattico e fosforico. L’acido c<strong>it</strong>rico è considerato<br />

generalmente più soddisfacente per il suo gradevole<br />

sapore aspro. In conclusione l’equilibrio dei tre fattori<br />

zucchero-acido-pectina per ottenere gelatine di uguale<br />

consistenza, richiede che a ogni variazione della con-<br />

4


5 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Gli ingredienti principali<br />

centrazione zuccherina corrisponda una variazione in<br />

senso uguale del valore del pH e una variazione in<br />

senso contrario del dosaggio della pectina.<br />

ALTRI ADDENSANTI<br />

Con l’applicazione del D.M.27 febbraio 1996 n.209, la<br />

pectina non è più l’unico addensante utilizzabile nelle<br />

<strong>confetture</strong>. Si possono, infatti, impiegare alginati, carragenine,<br />

agar-agar, farina di semi di carrube, gomma<br />

xanthano e altri ancora. Tuttavia si preferisce ancora<br />

utilizzare la pectina perché questa è riconosciuta dal<br />

consumatore come cost<strong>it</strong>uente naturale della frutta.<br />

Eventualmente la pectina può essere coadiuvata da<br />

altri addensanti, al fine di migliorarne le prestazioni e<br />

influenzarne il comportamento, in funzione delle aspettative<br />

desiderate. Il successo della pectina è dato, oltre<br />

che dalla sua origine naturale, dalla sua versatil<strong>it</strong>à.<br />

La capac<strong>it</strong>à della pectina di soddisfare la maggior parte<br />

delle necess<strong>it</strong>à dei produttori è dovuta sia all’ampiezza<br />

della gamma commerciale disponibile, sia al fatto che<br />

offre la possibil<strong>it</strong>à di intervenire durante la fase di produzione<br />

della confettura controllandone il comportamento<br />

e gli effetti. Questa caratteristica è tipica delle<br />

pectine ed è difficile da trovare negli altri addensanti.<br />

GLI ALTRI INGREDIENTI<br />

Add<strong>it</strong>ivi<br />

Gli add<strong>it</strong>ivi alimentari sono impiegati per diversi scopi,<br />

come ad esempio migliorare la qual<strong>it</strong>à di conservazione<br />

e mantenere il valore nutrizionale dei cibi, conferire<br />

struttura, consistenza e stabil<strong>it</strong>à degli alimenti, mantenere<br />

o migliorare le proprietà sensoriali come l’aroma,<br />

il sapore e il colore. Gli add<strong>it</strong>ivi che possono essere<br />

addizionati alle <strong>confetture</strong> rientrano nella categoria<br />

dei conservanti, antiossidanti, correttori di acid<strong>it</strong>à, stabilizzanti,<br />

addensanti, gelificanti, coloranti.<br />

Ingredienti facoltativi<br />

L’allegato IV del Decreto Legislativo 20 febbraio 2004,<br />

n. 50 elenca inoltre quali sono gli ingredienti facoltativi<br />

(es. miele, succhi di frutta, oli essenziali, sostanze<br />

alcoliche...) e in quali tipologie di <strong>confetture</strong> e marmellate<br />

possono essere aggiunti.<br />

I trattamenti consent<strong>it</strong>i<br />

L’allegato III del Decreto Legislativo 20 febbraio 2004,<br />

n. 50 definisce anche quali soni i trattamenti che le<br />

materie prime (frutto, polpa di frutta, purea di frutta,<br />

estratti acquosi) possono subire per la realizzazione di<br />

<strong>confetture</strong> e marmellate.<br />

Uno dei trattamenti con il calore che viene applicato<br />

alla frutta è il processo di scottatura che ha la funzione<br />

di inattivare gli enzimi, per ev<strong>it</strong>are alterazioni indesiderate<br />

nel prodotto. Ma è con la pastorizzazione<br />

che si raggiunge lo scopo di aumentare la conservabil<strong>it</strong>à<br />

e sicurezza (distruzione di microrganismi) del prodotto.<br />

La massima produzione di frutta avviene nella stagione<br />

estiva; non è possibile lavorarla in un unico momento,<br />

per questo viene stoccata in condizioni refrigerate. La<br />

refrigerazione permette una preservazione della qual<strong>it</strong>à<br />

dei cost<strong>it</strong>uenti della frutta e della qual<strong>it</strong>à organolettica<br />

molto buona.<br />

Altra tecnica è la liofilizzazione, detta anche crioessicamento<br />

o freeze dryng, che consiste nella disidratazione<br />

per sublimazione di prodotti previamente congelati,<br />

in particolari condizioni di temperatura (inferiori<br />

a 0°C) e pressione (sotto vuoto).<br />

I liofilizzati sono sostanze di un certo pregio poiché<br />

conservano le stesse qual<strong>it</strong>à nutrizionali del prodotto<br />

di partenza, con notevole riduzione di peso (fino al<br />

92%) e i vantaggi che questo comporta; il prodotto si<br />

conserva a lungo, la reidratazione è rapida e l’alimento<br />

ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o è del tutto simile a quello fresco.<br />

Trattamenti diversi dalla liofilizzazione possono essere<br />

ad esempio l’essicazione applicabile anche ad albicocche<br />

e prugne.<br />

La concentrazione è l’eliminazione di parte dell’acqua<br />

favorisce la conservazione dell’alimento. Si può<br />

ottenere impiegando tecnologie diverse, basate su differenti<br />

principi fisici. Le principali tecniche applicabili<br />

alla frutta sono: concentrazione per evaporazione e<br />

crioconcentrazione.<br />

Uso di anidride solforosa e suoi sali (non ammesso<br />

per <strong>confetture</strong> extra). L’anidride solforosa ha la capac<strong>it</strong>à<br />

di legarsi reversibilmente ad aldeidi, zuccheri e<br />

composti fenolici eserc<strong>it</strong>ando la sua azione antiossidante<br />

e antimicrobica.


Da un punto di vista tecnologico, la caratterizzazione<br />

dei frutti, oltre che sulla specie e sulle varietà, è basata<br />

sulle proprietà chimiche e fisiche, quali forma, dimensioni,<br />

consistenza, aroma, colore, contenuto di sostanza<br />

secca, sostanze pectiche, acid<strong>it</strong>à, v<strong>it</strong>amine, ecc.<br />

Queste proprietà sono direttamente correlate all’utilizzazione<br />

del frutto nel processo industriale.<br />

RACCOLTA DEL FRUTTO<br />

Il momento idoneo per la raccolta del frutto dipende<br />

da diversi fattori come varietà, localizzazione, clima,<br />

facil<strong>it</strong>à di rimozione dall’albero (che cambia nel tempo)<br />

e lo scopo per il quale il frutto è destinato, cioè il suo<br />

utilizzo.<br />

La valutazione della qual<strong>it</strong>à del frutto inizia quando<br />

ancora questo è attaccato all’albero, perché prima di<br />

essere colto è necessario valutare che il grado di matur<strong>it</strong>à<br />

raggiunto sia quello voluto. Vanno inoltre considerati<br />

altri parametri quali il colore, la consistenza, la concentrazione<br />

di sostanze solide solubili nel succo del<br />

frutto non ancora colto, soprattutto zuccheri. La percentuale<br />

di solidi solubili è generalmente espressa in<br />

gradi Brix (g di zucchero su 100g di prodotto a 20°C).<br />

RICEZIONE DEL FRUTTO<br />

All’arrivo della frutta nei centri di raccolta si procede al<br />

controllo della salubr<strong>it</strong>à e della freschezza, delle varietà,<br />

del grado di maturazione, dei dati riguardanti le<br />

quant<strong>it</strong>à ricevute in relazione al luogo di provenienza<br />

della merce.<br />

Particolare attenzione viene data alla pezzatura, all’aspetto<br />

e all’uniform<strong>it</strong>à del frutto da trattare. Sono esegu<strong>it</strong>i<br />

anche alcuni controlli di laboratorio, anche se non<br />

è facile stabilire le qual<strong>it</strong>à tecnologiche del frutto per<br />

l’assenza di metodi di analisi rapidi e attendibili che<br />

mostrino eventuali deterioramenti.<br />

STOCCAGGIO TEMPORANEO<br />

PRIMA DEL PROCESSO DI LAVORAZIONE<br />

Questa fase deve essere il più breve possibile per ev<strong>it</strong>are<br />

perd<strong>it</strong>e di aroma, sapore, consistenza, peso ecc.<br />

Risulta quindi importante tenere i prodotti lontani<br />

dalla luce solare, dalla polvere, da eccessi di calore, da<br />

possibili contaminazioni e protetti da insetti e rod<strong>it</strong>o-<br />

ri. Un eccellente indicatore di un buon stoccaggio temporaneo<br />

è la perd<strong>it</strong>a di peso, che deve essere inferiore<br />

all’1,0-1,2%.<br />

LAVAGGIO<br />

Generalmente è consigliabile che il lavaggio sia preceduto<br />

da una precern<strong>it</strong>a che consenta l’allontanamento<br />

dei prodotti estremamente avariati o troppo acerbi, sia<br />

perché non utilizzabili, sia per ev<strong>it</strong>are che contamino<br />

l’acqua di lavaggio e quindi attrezzi ed altri frutti.<br />

I frutti devono essere lavati per rimuovere la terra, la<br />

polvere, residui di pesticidi e per abbassare il più possibile<br />

la carica microbica. Il lavaggio deve essere fatto<br />

prima che il frutto venga tagliato per non perdere<br />

valore nutr<strong>it</strong>ivo visto che molte sostanze sono solubili<br />

(v<strong>it</strong>amine, zuccheri…).<br />

CERNITA<br />

La cern<strong>it</strong>a è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da due fasi: la prima prevede l’eliminazione<br />

della frutta danneggiata e dei corpi estranei<br />

che potrebbero essere rimasti dopo il lavaggio; la<br />

seconda è una cern<strong>it</strong>a di tipo qual<strong>it</strong>ativo tecnologico,<br />

basata sulla valutazione dei cr<strong>it</strong>eri organolettici e sul<br />

grado di matur<strong>it</strong>à. Solo per i frutti che lo richiedono si<br />

esegue la fase di denocciolatura e di pelatura.<br />

SCOTTATURA<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

La tecnologia di produzione<br />

Può essere fatta con trattamenti chimici o con il calore.<br />

Lo scopo è quello di inattivare gli enzimi ossidativi<br />

endogeni e di rendere la frutta più facilmente permeabile<br />

all’assorbimento degli zuccheri.<br />

RIDUZIONE DEL VOLUME<br />

(TAGLIO, TRITURAZIONE O PASSATURA)<br />

Le attrezzature utilizzate hanno dispos<strong>it</strong>ivi diversi per<br />

effettuare tagli specifici alla frutta in lavorazione, che<br />

dovrà risultare in pezzi di dimensione uniforme, riducendo<br />

il più possibile l’ent<strong>it</strong>à degli scarti.<br />

Dopo questa operazione, il prodotto può essere direttamente<br />

avviato alla produzione o conservato come<br />

semilavorato mediante congelamento, pastorizzazione<br />

o solf<strong>it</strong>azione.<br />

A queste operazioni preliminare segue il vero e proprio<br />

processo produttivo<br />

6


7 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

La tecnologia di produzione<br />

MISCELAZIONE<br />

Secondo la ricetta e i quant<strong>it</strong>ativi previsti, la frutta (in<br />

pezzi, polpa o purea) è posta all’interno di vagoncini.<br />

Questi sono pesati, trasportati verso la bacinella di cottura<br />

e qui la frutta viene scaricata e si aggiungono i<br />

quant<strong>it</strong>ativi richiesti di zuccheri. Si aziona l’ag<strong>it</strong>atore<br />

per miscelare gli ingredienti e per impedire che i prodotti<br />

aderiscano alla bacinella.<br />

COTTURA<br />

La cottura consente di allontanare parte dell’acqua di<br />

cost<strong>it</strong>uzione e allo stesso tempo di ammorbidire i tessuti,<br />

solubilizzare lo zucchero, migliorare la miscelazione degli<br />

ingredienti consentendo una parziale trasformazione del<br />

saccarosio in glucosio e fruttosio. La temperatura si aggira<br />

intorno ai 50°C e il tempo varia mediamente dai 5 ai<br />

60 minuti in base a diversi fattori che dipendono principalmente<br />

dal tipo di frutta e dalla tipologia di prodotto<br />

che si vuole ottenere. Si richiede una cottura prolungata<br />

per ottenere purea, minima o assente invece se si vuole<br />

ottenere polpa o frutta in pezzi.<br />

CONCENTRAZIONE<br />

In questa fase viene aggiunta la pectina, l’acido c<strong>it</strong>rico<br />

(o altri acidi organici) e tutti gli eventuali add<strong>it</strong>ivi che<br />

la ricetta prevede.<br />

Questa operazione consente di ottenere la dissoluzione<br />

e la miscelazione degli ingredienti, l’inversione parziale<br />

del saccarosio, le caratteristiche sensoriali desiderate,<br />

l’aumento della consistenza e altri cambiamenti<br />

strutturali, la distruzione di liev<strong>it</strong>i e muffe, la rimozione<br />

dell’SO2 eventualmente presente.<br />

Tradizionalmente tutti gli ingredienti sono miscelati<br />

all’inizio del processo, ma la richiesta di prodotti di elevata<br />

consistenza e con buone caratteristiche sensoriali<br />

ha portato a differire l’aggiunta dei diversi componenti<br />

dipendentemente dalle modal<strong>it</strong>à di riscaldamento e<br />

dalle temperature raggiunte. Nella concentrazione a<br />

pressione atmosferica, condotta in bacinelle o capsule<br />

con capac<strong>it</strong>à di 75-100 Kg, l’ebollizione avviene ad una<br />

temperatura di 105°C circa e si protrae per 15-20 minuti.<br />

In queste condizioni, per ev<strong>it</strong>are l’eccessiva inversione,<br />

solo la metà dello zucchero viene aggiunto nelle<br />

prime fasi di riscaldamento, la restante parte, un<strong>it</strong>a-<br />

mente alle pectine e all’acido c<strong>it</strong>rico o tartarico, viene<br />

addizionato nelle fasi finali del processo. L’aggiunta di<br />

pectina a fine concentrazione ne impedisce la degradazione<br />

termica ev<strong>it</strong>ando di compromettere la gelificazione<br />

della confettura. Anche l’acidificazione nelle fasi<br />

finali della concentrazione consente di regolare il pH<br />

con maggiore precisione ev<strong>it</strong>ando di accelerare l’inversione<br />

del saccarosio.<br />

La moderna lavorazione industriale di <strong>confetture</strong> e<br />

marmellate prevede l’utilizzo di evaporatori sotto<br />

vuoto che consentono di operare a temperature di<br />

ebollizione di 60-65°C. L’utilizzo di basse temperature<br />

di concentrazione consente una più rapida e uniforme<br />

penetrazione dello zucchero nei pezzi di frutta che a<br />

loro volta mantengono meglio la forma originaria.<br />

La riduzione dei tempi e delle temperature di trattamento<br />

termico lim<strong>it</strong>ano sensibilmente la comparsa di<br />

reazioni indesiderate di natura ossidativa e imbrunimenti<br />

non enzimatici riconducibili essenzialmente alla<br />

caramellizzazione degli zuccheri. Dopo la fase di concentrazione,<br />

la miscela viene scaricata e raccolta in un<br />

sostatore all’interno del quale la temperatura non<br />

scende mai al di sotto degli 80°C; qui si procede all’eliminazione<br />

della schiuma<br />

RIEMPIMENTO A CALDO<br />

La confettura ancora calda (la temperatura deve essere<br />

superiore agli 80°C) viene pompata all’interno di vasi di<br />

vetro, latta o monodosi in plastica .<br />

CHIUSURA<br />

Per la chiusura dei vasi esiste un capsulatore, per le latte<br />

avviene l’aggraffatura mentre le monoporzioni vengono<br />

saldate. Le <strong>confetture</strong> contenute nei vasi vengono chiuse<br />

con un getto di vapore che crea una piccola depressione;<br />

successivamente passano attraverso un vacuum-detector<br />

dotato di un sensore che misura l’altezza del vaso ed elimina<br />

i vasi che hanno un’altezza eccessiva perché non si<br />

è creato il vuoto. La temperatura deve rimanere superiore<br />

agli 80°C anche in questa fase.<br />

PASTORIZZAZIONE<br />

La confettura viene pastorizzata ad una temperatura di<br />

circa 90°C per un minuto. Passa attraverso un tunnel in


La tecnologia di produzione<br />

Difetti e alterazioni<br />

Sineresi<br />

Consiste nella separazione di liquido zuccherino dalla massa del<br />

prodotto. Le <strong>confetture</strong> che presentano questo fenomeno sono<br />

untuose al tatto e con il tempo trasudano superficialmente un<br />

liquido sciropposo brunastro che dà un aspetto poco gradevole<br />

al prodotto e che può diventare sede di alterazioni biologiche.<br />

Le cause di questo fenomeno sono da attribuire ad un pH < 2,9<br />

o ad una concentrazione di pectine troppo bassa.<br />

Ammuffimento<br />

E’ generalmente dovuto a inquinamenti successivi alla lavorazione<br />

in quanto le temperature di cottura e concentrazione sono<br />

sufficienti a distruggere le spore eventualmente presenti nella<br />

frutta. Si presenta comunemente nelle <strong>confetture</strong> poste in commercio<br />

in recipienti non ermetici e solo raramente ermetici. Si<br />

manifesta sulla superficie libera del prodotto o in quella a contatto<br />

diretto con il recipiente e non perfettamente aderente ad<br />

esso.<br />

Cristallizzazione<br />

Quando in una confettura si ha questo fenomeno essa presenta<br />

un colore più chiaro del comune e una consistenza che non è<br />

quella caratteristica dei prodotti gelificati: è quasi friabile e assaggiandola<br />

si ha una sensazione di sabbioso. Le cause della cristallizzazione<br />

dello zucchero possono essere: percentuale dello zucchero<br />

oltre il 70%, presenza di un eccesso o di un difetto di zucchero<br />

invert<strong>it</strong>o, bassa concentrazione di pectine, lungo magazzinaggio<br />

del prodotto in luoghi freddi. Quando l’inversione del saccarosio<br />

è al di sotto di un certo lim<strong>it</strong>e, il saccarosio può separarsi<br />

sotto forma di cristalli nella massa colloidale; quando invece si ha<br />

un eccesso di invert<strong>it</strong>o è il glucosio che può cristallizzare. Un giusto<br />

rapporto tra saccarosio e invert<strong>it</strong>o ev<strong>it</strong>a l’insorgere del fenomeno.<br />

Caramellizzazione, annerimenti e striature<br />

Durante la lavorazione, cottura, conservazione le <strong>confetture</strong><br />

possono andare incontro a imbrunimento. Le principali reazioni<br />

che stanno alla base di questo fenomeno sono la caramellizzazione<br />

degli zuccheri, la Reazione di Maillard e l’imbrunimento<br />

causato da acido ascorbico.<br />

La caramellizazione può essere causata da una cottura lenta e<br />

prolungata, da un’eccessiva acid<strong>it</strong>à, o da un raffreddamento<br />

lento.<br />

Le reazioni di caramellizzazione avvengono a temperature elevate<br />

e sarebbero dovute alla disidratazione degli zuccheri con<br />

formazione di idrossimetilfurfurolo (HMF) e successiva sua polimerizzazione.<br />

L’HMF è un’aldeide molto attiva che può combinarsi con gruppi<br />

amminici e dare avvio alla Reazione di Maillard. L’imbrunimento<br />

da acido ascorbico è da ricondurre alla trasformazione di questo<br />

acido in furfurolo che poi da origine a polimeri scuri.<br />

cui la temperatura via via diminuisce (fino a raggiungere<br />

meno di 30°C). La pastorizzazione ha lo scopo di<br />

distruggere la carica microbica del prodotto che può<br />

così conservarsi per lungo tempo, senza subire alcuna<br />

alterazione.<br />

RAFFREDDAMENTO<br />

Un getto di acqua fredda consente di lavare il vetro e<br />

di raffreddarlo per consentire all’etichetta di aderire<br />

nel miglior modo possibile.<br />

ETICHETTATURA<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Questa fase è completamente automatizzata; l’etichetta<br />

viene posta secondo quanto richiesto dal cliente:<br />

può essere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da un’unica fascia o da più pezzi,<br />

può essere presente il sigillo, il cliente può chiedere<br />

particolari codici aggiuntivi.<br />

La frutta e lo zucchero che vengono indicati per ottenere<br />

100 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o sono espressi come<br />

quant<strong>it</strong>à impiegata all’origine. Una ricetta al 60% di<br />

frutta, utilizza 60 grammi di frutta per 100 grammi di<br />

prodotto fin<strong>it</strong>o. La frutta apporta poi il suo zucchero, il<br />

fruttosio.<br />

E’ per questo che nella confettura si parla di zuccheri<br />

totali: quelli della frutta e quelli aggiunti. Se una confettura<br />

viene prodotta partendo da una ricetta al 50%<br />

di frutta ed al 50% di zuccheri, sull’etichetta apparirà<br />

50% di frutta e circa 60% di zuccheri totali, a causa dell’apporto<br />

di fruttosio della frutta stessa.<br />

Lo zucchero (al singolare) per definizione è il saccarosio.<br />

Ci sono poi altri zuccheri, ad esempio il fruttosio, il<br />

maltosio, il destrosio. Allo scopo di fornire una chiara e<br />

precisa informazione al consumatore, se la confettura<br />

non contiene altro zucchero che quello stesso della<br />

frutta, la miglior indicazione da riportare in etichetta è<br />

chiaramente “senza zuccheri aggiunti”.<br />

L’indicazione “senza zucchero”, pur corretta se fa riferimento<br />

al saccarosio, può generare confusione: il consumatore<br />

può non distinguere ed attribuire al prodotto<br />

l’assenza completa di zuccheri.<br />

CONFEZIONAMENTO E STOCCAGGIO<br />

Le <strong>confetture</strong> vengono confezionate e stoccate nei<br />

magazzini fino al momento del trasporto al cliente.<br />

8


9 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Aspetti nutrizionali<br />

COMPOSIZIONE CHIMICO-FISICA<br />

DI CONFETTURE E MARMELLATE<br />

La lavorazione e gli zuccheri aggiunti modificano<br />

sostanzialmente la frutta che, come confettura, marmellata<br />

o gelatina, mostra un valore nutrizionale e<br />

degli impieghi notevolmente diversi rispetto al prodotto<br />

fresco.<br />

Si può infatti osservare che: l’elevato apporto glucidico<br />

aumenta il valore energetico, il tenore degli altri<br />

nutrienti è minimo, le v<strong>it</strong>amine risultano inattivate<br />

quasi totalmente dal trattamento termico, mentre<br />

sono rintracciabili acidi e sali minerali, soprattutto<br />

potassio.<br />

Le caratteristiche chimico-fisiche di una confettura<br />

sono mediamente le seguenti: contenuto in solidi solubili<br />

50-82 (°Brix), pH 2,8-3,6, attiv<strong>it</strong>à dell’acqua (aw)<br />

>0,55. La composizione chimica è riassunta nella tabella<br />

pubblicata alla pagina seguente.<br />

CONFETTURE IPOCALORICHE<br />

Le <strong>confetture</strong> ipocaloriche o “light” possono essere<br />

ottenute mantenendo il contenuto zuccherino inferiore<br />

al 55%, sost<strong>it</strong>uendo il saccarosio con polialcoli oppure<br />

utilizzando pectine a basso metossile e ad elevato<br />

peso molecolare un<strong>it</strong>amente a ioni calcio.<br />

La riduzione del contenuto di saccarosio si può ottenere<br />

attraverso l’aggiunta di un maggiore quant<strong>it</strong>ativo di<br />

pectina ed un ulteriore abbassamento del pH rispetto<br />

alle ricette standard anche se possono manifestarsi<br />

rischi di sineresi e di alterazioni delle proprietà sensoriali.<br />

L’utilizzo di polialcoli, che oltre a presentare un<br />

minor potere edulcorante hanno anche una ridotta<br />

capac<strong>it</strong>à umettante, può avere ripercussioni sia sulle<br />

proprietà reologiche che sulla stabil<strong>it</strong>à.<br />

L’uso di pectine a basso metossile rende superflua la<br />

fase di concentrazione, consentendo un maggior controllo<br />

dell’imbrunimento non enzimatico e una maggiore<br />

r<strong>it</strong>enzione di aromi, anche se il gel formato appare<br />

molto debole. {1 }<br />

CONFETTURE INTEGRATE<br />

CON INGREDIENTI FUNZIONALI<br />

L’industria delle <strong>confetture</strong> ha bisogno di aumentare la<br />

sua compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à e l’utilizzo di fibra alimentare sembra<br />

poter soddisfare tali obiettivi.<br />

Studi medici elencano i benefici dell’apporto di fibra<br />

alla nostra dieta, come ad esempio: abbassamento del<br />

colesterolo, del rischio di infarto, della pressione,<br />

miglior controllo del peso e dello stato glicemico, riduzione<br />

di alcune tipologie di cancro e aumento delle<br />

funzioni gastrointestinali. Per questo sono stati fatti<br />

studi (N.Grigelmo-Miguel, et al., 1999) in modo da<br />

valutare l’effetto che l’aggiunta di fibra alimentare<br />

comporta alle proprietà fisiche e sensoriali delle <strong>confetture</strong>.<br />

L’uso della fibra ricopre un’ interessante area di approfondimento<br />

per gli studi se si considerano ad esempio<br />

gli effetti che si possono ottenere combinando le proprietà<br />

fisiologiche della fibra con altre, come ad esempio<br />

quella di trattenere l’acqua.<br />

La fibra alimentare della pesca, utilizzata in questo<br />

caso studio, è stata utilizzata con lo scopo L’obiettivo di<br />

valutare le qual<strong>it</strong>à fisico-chimiche (pH, solidi solubili,<br />

colore e caratteristiche reologiche) e le qual<strong>it</strong>à sensoriali<br />

di <strong>confetture</strong> di fragole dove era stata utilizzata la<br />

fibra alimentare di pesche come stabilizzante in sost<strong>it</strong>uzione,<br />

parziale o totale, della pectina.<br />

I risultati ottenuti mostrano che il pH della confettura<br />

di fragole non ha sub<strong>it</strong>o variazioni (pH compreso tra<br />

3,08 e 3,29) perché il pH della fibra della pesca è simile<br />

a quello della confettura. Il coefficiente di consistenza<br />

e la pseudoplastic<strong>it</strong>à invece aumentano; anche il colore<br />

risulta più scuro e con striature giallo verdastre. Da<br />

un punto di vista sensoriale le marmellate ottenute<br />

sono considerate accettabili, anche se con l’aumentare<br />

progressivo del contenuto di fibra, diminuisce l’apprezzamento<br />

per tali prodotti.


Aspetti nutrizionali<br />

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<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

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11<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Le analisi<br />

Nei laboratori di industrie di <strong>confetture</strong> vengono esegu<strong>it</strong>i<br />

numerosi controlli e analisi.<br />

CONTROLLI SULLE MATERIE PRIME<br />

Frutta fresca: valutazione dell’aspetto, stato di conservazione,<br />

sapore, colore, grado rifrattometrico, pH;<br />

semilavorati: secondo le caratteristiche specificate nel<br />

cap<strong>it</strong>olato; altri(zucchero, add<strong>it</strong>ivi): secondo le specifiche<br />

del forn<strong>it</strong>ore approvate dal responsabile del reparto<br />

qual<strong>it</strong>à.<br />

CONTROLLI DI LINEA<br />

Dopo la cottura le <strong>confetture</strong> vengono valutate in base<br />

ai seguenti parametri: pH, gradi Brix, potere gelificante.<br />

Se i risultati sono idonei il laboratorio autorizza il proseguimento<br />

delle operazioni.<br />

ANALISI DELL’ACQUA:<br />

TEMPERATURA, PH, DUREZZA, CLORURI<br />

E’ importante che l’acqua non sia “aggressiva” nei confronti<br />

dei coperchi e che non si depos<strong>it</strong>ino carbonati.<br />

CONTROLLI SUL PRODOTTO FINITO<br />

Difetti, caratteristiche organolettiche, peso netto, residuo<br />

rifrattometrico, pH, gelificazione, corpi eestranei<br />

E in più per i vasi: spazio di testa, vuoto, sicurezza, sforzo<br />

di apertura, avv<strong>it</strong>amento.<br />

Per le monoporzioni: saldatura, stabil<strong>it</strong>à in termostato.<br />

Altre analisi che possono essere fatte sono: determinazione<br />

del residuo secco, determinazione del saccarosio<br />

e degli zuccheri riducenti, determinazione del potere<br />

gelatinizzante della pectina.<br />

Per leggere e scaricare<br />

i numeri precedenti<br />

de “La Scienza della Qual<strong>it</strong>à”,<br />

vis<strong>it</strong>a il s<strong>it</strong>o<br />

http://qciblog.blogspot.com<br />

Bibliografia<br />

M. Dalla Rosa, D. Mastrocola. 2004. Frutta e vegetali. In:<br />

Chimica degli alimenti, ed P. Cabras, A. Martelli, 257-<br />

289. Piccin Nuova Libraria s.p.a., Padova;<br />

Porretta A., Porretta S. 1999. Le conserve di frutta. In:<br />

L’industria delle conserve alimentari: scienza, tecnologia,<br />

evoluzione, 218-230. Pinerolo: Chirotti ed.;<br />

P. Cappelli, V. Vannucchi. 2000. Conservazione con il calore.<br />

Conservazione con il freddo. In: Chimica degli alimenti.<br />

Bologna: Zanichelli Ed<strong>it</strong>ore s.p.a.;<br />

Postharvest maintenance of qual<strong>it</strong>y in fru<strong>it</strong>s. 1996. In:<br />

Biology, principles and application, 7. Ed<strong>it</strong>ed by:<br />

L.P.Sonogy,D.M.Barrett,Y.H.Hui. Copiright by<br />

Technomic Publishing Company;<br />

Guida per l’impiego pratico delle unipectine;<br />

N.Grigelmo-Miguel, O. Martin-Belloso, 1999. Influence of<br />

fru<strong>it</strong> dietary fibre add<strong>it</strong>ion on physical and sensorial<br />

properties of strawberry jams. Department of<br />

Food Technology, UTPV-CeRTA, Univers<strong>it</strong>y of Lleida,<br />

Rovira Roure 177, 25198 Lleida, Spain. Journal of<br />

Food Engineering 41 (1999) 13-21. Elsevier;<br />

Otto Unterholzner. 1996. Prodotti derivati dalla lavorazione<br />

della frutta. In: Microbiologia dei prodotti di origine<br />

vegetale, F. Ottaviani, 603-610. Chiriotti ed<strong>it</strong>ore,<br />

Pinerolo (TO);<br />

2004. Allegato III e IV del Decreto Legislativo 20 febbraio<br />

2004, n. 50. Attuazione della direttiva 2001/113/CE<br />

concernente le <strong>confetture</strong>, le gelatine e le marmellate<br />

di frutta, nonche’ la crema di marroni, destinate<br />

all’alimentazione umana. Gazzetta Ufficiale n. 49<br />

del 28 febbraio 2004 - Supplemento Ordinario n. 30<br />

http://www.br<strong>it</strong>ishsugar.co.uk<br />

http://www.tpa.<strong>it</strong>/sanimav/confett.htm<br />

Fru<strong>it</strong> and vegetable processing. www.fao.org<br />

www.nal.usda.gov/fnic/foodcomp/cgi-bin/list_nut_ed<strong>it</strong>.pl.<br />

USDA National Nutrient Database for Standard<br />

Reference, Release 17 2004<br />

www.massmarket.<strong>it</strong>/<strong>confetture</strong>.htm


Decreto legislativo<br />

20 febbraio 2004, n. 50<br />

ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2001/113/CE CONCERNENTE LE CONFETTURE, LE GELATINE<br />

E LE MARMELLATE DI FRUTTA, NONCHÉ LA CREMA DI MARRONI, DESTINATE ALL’ALIMENTAZIONE UMANA<br />

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2004 - Supplemento Ordinario n. 30<br />

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA<br />

Visti gli articoli 76 e 87 della Cost<strong>it</strong>uzione;<br />

Vista la legge 3 febbraio 2003, n. 14, ed in particolare gli articoli 1 e 2 e l’allegato A;<br />

Vista la direttiva 2001/113/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, concernente le <strong>confetture</strong>, le gelatine e le marmellate<br />

di frutta nonche’ la crema di marroni destinate all’alimentazione umana;<br />

Visto il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni;<br />

Visto il decreto legislativo 16 febbraio 1993, n. 77;<br />

Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9 gennaio 2004;<br />

Considerato che la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di<br />

Bolzano, non ha espresso il prescr<strong>it</strong>to parere nel termine di cui all’articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto<br />

1997, n. 281;<br />

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 20 febbraio 2004;<br />

Sulla proposta del Ministro per le pol<strong>it</strong>iche comun<strong>it</strong>arie e del Ministro delle attiv<strong>it</strong>à produttive, di concerto con i Ministri<br />

degli affari esteri, della giustizia, dell’economia e delle finanze, della salute, delle pol<strong>it</strong>iche agricole e forestali e per gli<br />

affari regionali;<br />

Emana<br />

il seguente decreto legislativo:<br />

Art. 1.<br />

Campo di applicazione<br />

1. Il presente decreto si applica ai prodotti defin<strong>it</strong>i all’allegato I, destinati all’alimentazione umana.<br />

2. Il presente decreto non si applica ai prodotti destinati alla fabbricazione di prodotti da forno, da pasticceria e biscotteria,<br />

i quali, tuttavia, possono riportare le denominazioni di cui all’allegato I, nel rispetto dei requis<strong>it</strong>i ivi previsti.<br />

Art. 2.<br />

Composizione e lavorazione<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

1. Fatte salve le disposizioni di cui al decreto legislativo 16 febbraio 1993, n. 77, e al decreto ministeriale 27 febbraio 1996,<br />

n. 209, e successivi aggiornamenti, per la fabbricazione dei prodotti di cui all’articolo 1, comma 1, possono essere utilizzati<br />

solo gli ingredienti elencati all’allegato IV e le materie prime di cui all’allegato II.<br />

2. Le materie prime elencate all’allegato II, numeri 1, 2, 3, 4 e 5, possono essere sottoposte ai soli trattamenti indicati all’allegato<br />

III.<br />

3. In caso di mescolanza, i tenori minimi fissati nell’allegato I per le diverse specie di frutta sono ridotti in proporzione alle<br />

percentuali impiegate.<br />

4. I prodotti di cui all’articolo 1, comma 1, devono presentare un tenore di sostanza secca solubile, pari o superiore al 60<br />

per cento, eccettuati i prodotti nei quali gli zuccheri sono totalmente o parzialmente sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da edulcoranti. Tuttavia,<br />

tale tenore di sostanza secca solubile, determinata al rifrattometro, può essere inferiore al 60 per cento, ma non inferiore<br />

al 45 per cento, se il prodotto riporta la dic<strong>it</strong>ura «da conservare in frigorifero dopo l’apertura»; tale dic<strong>it</strong>ura non e’<br />

richiesta per i prodotti presentati in piccole confezioni monouso.<br />

12


13 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

La normativa di riferimento<br />

Art. 3.<br />

Denominazioni di vend<strong>it</strong>a e altre indicazioni<br />

1. Ai prodotti di cui all’articolo 1, comma 1, si applica il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni,<br />

e le disposizioni di cui ai commi 2, 3, 4, 5, 6 e 7.<br />

2. Si applicano le seguenti particolari disposizioni:<br />

a) la dic<strong>it</strong>ura concernente il contenuto di frutta: «frutta utilizzata: ... grammi (g) per 100 grammi (g)» di prodotto fin<strong>it</strong>o,<br />

se del caso previa detrazione del peso dell’acqua utilizzata per la preparazione degli estratti acquosi;<br />

b) la dic<strong>it</strong>ura concernente il tenore di zuccheri: «zuccheri totali: ... grammi (g) per 100 grammi (g)»; la cifra indicata rappresenta<br />

il valore rifrattometrico del prodotto fin<strong>it</strong>o, determinato a 20 gradi centigradi con una tolleranza di più o<br />

meno 3 gradi rifrattometrici. Tale menzione può non essere riportata, nel caso in cui figura in etichettatura la tabella<br />

nutrizionale ai sensi del decreto legislativo 16 febbraio 1993, n. 77.<br />

3. Le indicazioni di cui al comma 2, figurano, a caratteri chiaramente leggibili, nello stesso campo visivo della denominazione<br />

di vend<strong>it</strong>a.<br />

4. Se il tenore residuo di anidride solforosa è superiore a 10 milligrammi per chilogrammo, la sua presenza deve essere<br />

menzionata nell’elenco degli ingredienti.<br />

5. Le denominazioni di vend<strong>it</strong>a elencate all’allegato I sono riservate ai prodotti in esso defin<strong>it</strong>i e sono utilizzate per designarli<br />

nel commercio; tuttavia tali denominazioni di vend<strong>it</strong>a possono essere utilizzate, a t<strong>it</strong>olo complementare e conformemente<br />

agli usi, per designare altri prodotti che non possono essere confusi con i prodotti disciplinati dal presente<br />

decreto.<br />

6. La denominazione di vend<strong>it</strong>a è completata dal nome del frutto o dei frutti utilizzati in ordine decrescente rispetto al<br />

loro peso. Tuttavia nel caso di prodotti ottenuti da tre o più frutti, l’indicazione dei frutti può essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla dic<strong>it</strong>ura<br />

«frutti misti», da un’indicazione simile oppure da quella del numero dei frutti utilizzati.<br />

7. La denominazione dei prodotti di cui all’allegato I, punto 1, preparati con le mele cotogne può essere accompagnata<br />

dal termine «cotognata».<br />

Art. 4.<br />

Abrogazione<br />

1. E’ abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 1982, n. 401, e successive modificazioni.<br />

Art. 5.<br />

Sanzioni<br />

1. Salvo che il fatto cost<strong>it</strong>uisca reato, chiunque utilizza le denominazioni di vend<strong>it</strong>a dei prodotti defin<strong>it</strong>i all’allegato I per<br />

prodotti non conformi alle caratteristiche per essi stabil<strong>it</strong>e dal presente decreto, e’ pun<strong>it</strong>o con la sanzione amministrativa<br />

pecuniaria del pagamento di una somma da euro 3.000 a euro 9.000.<br />

2. Salvo che il fatto cost<strong>it</strong>uisca reato, chiunque impiega nei prodotti di cui all’articolo 1, comma 1, ingredienti o materie<br />

prime diverse da quelle consent<strong>it</strong>e dall’articolo 2, comma 1, o sottopone le materie prime a trattamenti diversi da quelli<br />

consent<strong>it</strong>i ai sensi dell’articolo 2, comma 2, o comunque viola le altre disposizioni dell’articolo 2, e’ pun<strong>it</strong>o con la sanzione<br />

amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 3.000 a euro 9.000.<br />

3. Salvo che il fatto cost<strong>it</strong>uisca reato, chiunque viola le disposizioni di cui all’articolo 3, commi 2, 3 e 4, e’ pun<strong>it</strong>o con una<br />

sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 6.000.


Art. 6.<br />

Norme trans<strong>it</strong>orie<br />

1. I prodotti disciplinati dal presente decreto, conformi alle disposizioni vigenti prima della sua entrata in vigore, possono<br />

continuare ad essere commercializzati fino all’11 luglio 2004.<br />

2. I prodotti disciplinati dal presente decreto, etichettati anteriormente al 12 luglio 2004 in conform<strong>it</strong>à alle disposizioni<br />

vigenti prima della sua entrata in vigore, possono continuare ad essere commercializzati fino ad esaurimento.<br />

Art. 7.<br />

Entrata in vigore<br />

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della<br />

Repubblica <strong>it</strong>aliana.<br />

1. Confettura<br />

ALLEGATO I<br />

(Articoli 1, 2, 3 e 5 e Allegato IV)<br />

Denominazione di vend<strong>it</strong>a e definizione dei prodotti<br />

E’ la mescolanza, portata a consistenza gelificata appropriata, dì zuccheri, polpa c/o purea di una o più specie di frutta e<br />

acqua. Per gli agrumi, tuttavia, la confettura può essere ottenuta dal frutto intero o tagliato c/o affettato.<br />

La quant<strong>it</strong>à di polpa e/o purea utilizzata per la fabbricazione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o non deve essere inferiore<br />

a:<br />

a) 350 grammi in generale;<br />

b) 230 grammi per ribes rosso, sorbe, olivello spinoso, ribes nero, cinorrodi e mele cotogne;<br />

c) 150 grammi per lo zenzero;<br />

d) 160 grammi per il pomo di acagiù;<br />

e) 60 grammi per il frutto di granadiglia.<br />

2. Confettura extra<br />

Decreto legislativo<br />

20 febbraio 2004, n. 50<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

E’ la mescolanza, portata a consistenza gelificata appropriata, dì zuccheri, polpa non concentrata di una o più specie di<br />

frutta e acqua. Tuttavia, la confettura extra di cinorrodi e la confettura extra senza semi di lamponi, more, ribes neri, mirtilli<br />

e ribes rossi può essere ottenuta parzialmente o totalmente dalla purea non concentrata di questa specie di frutta.<br />

Per gli agrumi, la confettura extra può essere ottenuta dal frutto intero o tagliato e/o affettato. I seguenti frutti mescolati<br />

ad altri non possono essere utilizzati per la produzione di <strong>confetture</strong> extra: mele, pere, prugne a nocciolo aderente,<br />

meloni, angurie, uva, zucche, cetrioli e pomodori.<br />

La quant<strong>it</strong>à di polpa utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o non deve essere inferiore a:<br />

a) 450 grammi in generale;<br />

b) 350 grammi per ribes rosso, sorbe, olivello spinoso, ribes nero, cinorrodi e mele cotogne;<br />

c) 250 grammi per lo zenzero;<br />

d) 230 grammi per il pomo di acagiù;<br />

e) 80 granoni per la granadiglia.<br />

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15 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

3. Gelatina<br />

La normativa di riferimento<br />

E’ la mescolanza, sufficientemente gelificata, di zuccheri, di succo di frutta e/o estratto acquoso di una o più specie di frutta.<br />

La quant<strong>it</strong>à di succo di frutta e/o di estratto acquoso utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o non<br />

deve essere inferiore a quella fissata per la produzione della confettura.<br />

Dette quant<strong>it</strong>à sono calcolate previa detrazione del peso dell’acqua impiegata per la preparazione degli estratti acquosi.<br />

4. Gelatina extra<br />

E’ la mescolanza, sufficientemente gelificata, di zuccheri, di succo di frutta e/o estratto acquoso di una o più specie di frutta.<br />

I seguenti frutti mescolati ad altri non possono essere utilizzati per la produzione di gelatine extra: mele, pere, prugne a<br />

nocciolo aderente, meloni, angurie, uva, zucche, cetrioli e pomodori.<br />

La quant<strong>it</strong>à di succo di frutta e/o di estratto acquoso utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o non<br />

deve essere inferiore a quella fissata per la produzione della confettura extra.<br />

Dette quant<strong>it</strong>à sono calcolate previa detrazione del peso dell’acqua impiegata per la preparazione degli estratti acquosi.<br />

5. Marmellata<br />

E’ la mescolanza, portata a consistenza gelificata appropriata, di acqua, zuccheri e di uno o più dei seguenti prodotti ottenuti<br />

da agrumi: polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorze.<br />

La quant<strong>it</strong>à di agrumi utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o non deve essere inferiore a 200 grammi,<br />

di cui almeno 75 grammi provenienti dall’endocarpo.<br />

6. Marmellata gelatina<br />

E’ il prodotto esente totalmente da sostanze insolubili, salvo eventualmente esigue quant<strong>it</strong>à di scorza di agrumi finemente<br />

tagliata.<br />

7. Crema di marroni<br />

E’ la mescolanza, portata a consistenza appropriata, di acqua, zuccheri e purea dì marroni. La quant<strong>it</strong>à di purea di marroni<br />

(di Castanea Sativa) utilizzata per la produzione di 1000 grammi di prodotto fin<strong>it</strong>o deve essere non inferiore a 380<br />

grammi.<br />

Ai fini dell’applicazione del presente decreto si intende per:<br />

1. Frutto<br />

ALLEGATO II<br />

(Art. 2 e Allegato III)<br />

Definizione delle materie prime<br />

a) il frutto fresco, sano, esente da qualsiasi alterazione, non privato di alcuno dei loro componenti essenziali, giunto al<br />

grado di maturazione adeguato, dopo pul<strong>it</strong>ura, mondatura e spuntatura;<br />

b) le radici commestibili dello zenzero, conservate o fresche. Lo zenzero può essere essiccato o conservato nello sciroppo;<br />

Sono equiparati alla frutta i pomodori, le parti commestibili dei fusti del rabarbaro, le carote, le patate dolci, i cetrioli, le<br />

zucche, i meloni e le angurie.


2. Polpa di frutta<br />

La parte commestibile del frutto intero, eventualmente sbucciato o privato dei semi; tale parte può essere tagliata a pezzi<br />

o schiacciata, ed eventualmente setacciata per i soli frutti di bosco, ma non può essere ridotta in purea.<br />

3. Purea di frutta<br />

La parte commestibile del frutto, eventualmente sbucciato o privato dei semi, ridotta in purea mediante setacciatura o<br />

altro procedimento simile.<br />

4. Estratti acquosi<br />

Gli estratti acquosi della frutta che, fatte salve le inev<strong>it</strong>abili perd<strong>it</strong>e dovute alle buone norme di fabbricazione, contengono<br />

tutti i cost<strong>it</strong>uenti solubili in acqua della frutta utilizzata.<br />

5. Scorza di agrumi<br />

Le scorze di agrumi, pul<strong>it</strong>e, con o senza l’endocarpo.<br />

6. Zuccheri<br />

Decreto legislativo<br />

20 febbraio 2004, n. 50<br />

Gli zuccheri defin<strong>it</strong>i dalle disposizioni legislative di recepimento della direttiva 2001111 I/CE, lo sciroppo dì fruttosio, lo<br />

zucchero grezzo e lo zucchero di canna, gli zuccheri estratti dalla frutta, lo zucchero bruno.<br />

Ai fini dell’indicazione nell’elenco degli ingredienti lo zucchero estratto dall’uva può essere designato “zucchero d’uva”.<br />

ALLEGATO III<br />

(Art. 2)<br />

Trattamenti delle materie prime<br />

1. I prodotti defin<strong>it</strong>i nell’allegato II, numeri 1, 2, 3 e 4 possono essere sottoposti ai seguenti trattamenti:<br />

a) trattamenti mediante il calore o il freddo;<br />

b) liofilizzazione;<br />

c) concentrazione, se il prodotto si presta tecnicamente;<br />

d) uso di anidride solforosa (E 220) e suoi sali (E 221, 222, 223, 224, 226 e 227) come coadiuvante per la produzione, purché<br />

il tenore massimo di anidride solforosa fissato dal decreto del Ministro della san<strong>it</strong>à 27 febbraio 1996, n. 209, non<br />

sia superato nei prodotti defin<strong>it</strong>i nell’allegato I. L’uso di tali sostanze è vietato nella preparazione di materie prime<br />

destinate alla fabbricazione di <strong>confetture</strong> extra e di gelatine extra; e) le albicocche e le prugne destinate alla produzione<br />

di <strong>confetture</strong> possono anche subire trattamenti di disidratazione, diversi dalla liofilizzazione;<br />

2. La scorza di agrumi può essere conservata in salamoia.<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

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17 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

Miele<br />

Succhi di frutta Solo nella confettura<br />

Succo di agrumi<br />

Succo di piccoli frutti rossi<br />

Succo di barbabietole rosse<br />

La normativa di riferimento<br />

In tutti i prodotti in sost<strong>it</strong>uzione totale o parziale degli zuccheri<br />

Nei prodotti ottenuti da altri frutti: solo nella confettura, confettura extra,<br />

gelatina e gelatina extra<br />

Solo nelle confettura e nelle confettura extra prodotte con cinorrodi, fragole,<br />

lamponi, uva spina, ribes rossi, prugne e rabarbaro<br />

Solo nelle confettura e nella gelatina prodotte con fragole, lamponi, uva<br />

spina, ribes rossi e prugne<br />

Oli essenziali di agrumi Solo nella marmellata e nella marmellata gelatina<br />

Oli e grassi commestibili quali agenti antischiumogeni<br />

In tutti i prodotti<br />

Pectina liquida In tutti i prodotti<br />

Scorze di agrumi<br />

Foglie di malvarosa<br />

(Pelargoniurn odoratissimum)<br />

ALLEGATO IV<br />

(Art. 2)<br />

Ingredienti facoltativi ai prodotti defin<strong>it</strong>i nell’allegato I<br />

Sostanze alcoliche, vino e vino liquoroso In tutti i prodotti<br />

Noci, nocciole e mandorle In tutti i prodotti<br />

Vaniglia ed estratti di vaniglia, vanillina In tutti i prodotti<br />

Erbe aromatiche, spezie In tutti i prodotti<br />

Solo nella confettura, nella confettura extra, nella gelatina e nella gelatina<br />

extra<br />

Solo nella confettura, nella confettura extra, nella gelatina e nella gelatina<br />

extra, quando sono ottenute da cotogne


ALLEGATO VIII<br />

Taluni prodotti e sostanze impiegati nella produzione di alimenti biologici trasformati di cui<br />

all'articolo 27, paragrafo 1, lettera a)<br />

Nota:<br />

A: autorizzati a norma del regolamento (CEE) n. 2092/91 e prorogati dall’articolo 21, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 834/2007<br />

B: autorizzati a norma del regolamento (CE) n. 834/2007<br />

SEZIONE A — ADDITIVI ALIMENTARI, COMPRESI GLI ECCIPIENTI<br />

Ai fini del calcolo della percentuale di cui all'articolo 23, paragrafo 4, lettera a), punto ii), del regolamento (CE) n. 834/2007, gli<br />

add<strong>it</strong>ivi alimentari contrassegnati da un asterisco nella colonna del codice sono considerati ingredienti di origine agricola.<br />

Preparazione di prodotti<br />

Autorizzazione Codice Denominazione<br />

alimentari<br />

di origine di origine<br />

Condizioni specifiche<br />

vegetale animale<br />

A E 153 Carbone vegetale X Formaggio caprino alla cenere<br />

Formaggio Morbier<br />

A E 160b* Annatto, Bissina,<br />

Norbissina<br />

A E 170 Carbonato di<br />

calcio<br />

A E 220<br />

o<br />

E 224<br />

A E 250<br />

o<br />

E 252<br />

Allegati VIII e IX<br />

RegCE_889_2008<br />

Anidride solforosa<br />

Metabisolf<strong>it</strong>o di<br />

potassio<br />

N<strong>it</strong>r<strong>it</strong>o di sodio<br />

N<strong>it</strong>rato di potassio<br />

X Formaggi Red Leicester,<br />

Double Gloucester,<br />

Cheddar<br />

Mimolette<br />

X X Escluso l'impiego come colorante o<br />

per l'arricchimento in calcio di<br />

prodotti<br />

X<br />

X<br />

In vini di frutta (*) senza aggiunta di<br />

zucchero (compresi il sidro di mele<br />

e il sidro di pere) o nell'idromele: 50<br />

mg (**)<br />

X<br />

X<br />

Per il sidro di mele e il sidro di pere<br />

preparati con aggiunta di zuccheri<br />

o di succo concentrato dopo la<br />

fermentazione: 100 mg (**)<br />

(*) In questo contesto, per «vino di<br />

frutta» si intende vino ottenuto da<br />

frutta diversa dall'uva<br />

(**) Tenore massimo disponibile, di<br />

qualsiasi origine, espresso in mg/l<br />

di SO2<br />

X<br />

Per prodotti a base di carne (1):<br />

X<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

E 250: tenore indicativo aggiunto<br />

espresso in NaNO2: 80 mg/kg<br />

E 252: tenore indicativo aggiunto<br />

espresso in NaNO3: 80 mg/kg<br />

E 250: tenore residuo massimo<br />

espresso in NaNO2: 50 mg/kg<br />

E 252: tenore residuo massimo<br />

espresso in NaNO3: 50 mg/kg<br />

A E 270 Acido lattico X X<br />

A E 290 Biossido di<br />

carbonio<br />

X X<br />

A E 296 Acido malico X<br />

A E 300 Acido ascorbico X X Prodotti a base di carne (2)<br />

A E 301 Ascorbato di sodio X Prodotti a base di carne (2) in<br />

associazione con n<strong>it</strong>rati e n<strong>it</strong>r<strong>it</strong>i<br />

A E 306* Estratto ricco in<br />

tocoferolo<br />

X X Antiossidante per grassi e oli<br />

A E 322* Lec<strong>it</strong>ine X X Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 325 Lattato di sodio X Prodotti lattiero-caseari e prodotti a<br />

base di carne<br />

A E 330 Acido c<strong>it</strong>rico X<br />

A E 331 C<strong>it</strong>rati di sodio X<br />

A E 333 C<strong>it</strong>rati di calcio X<br />

A E 334 Acido tartarico<br />

[L(+)–]<br />

X<br />

A E 335 Tartrati di sodio X<br />

A E 336 Tartrati di potassio X<br />

A E 341 (i) Fosfato<br />

X Agente liev<strong>it</strong>ante per farina<br />

monocalcico<br />

fermentante<br />

A E 400 Acido alginico X X Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 401 Alginato di sodio X X Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 402 Alginato di<br />

potassio<br />

X X Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 406 Agar-agar X X Prodotti lattiero-caseari e prodotti a<br />

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19 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

La normativa di riferimento<br />

A E 407 Carragenina X X<br />

base di carne (2)<br />

Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 410* Farina di semi di<br />

carrube<br />

X X<br />

A E 412* Gomma di guar X X<br />

A E 414* Gomma arabica X X<br />

A E 415 Gomma di<br />

xantano<br />

X X<br />

A E 422 Glicerolo X Per estratti vegetali<br />

A E 440* (i) Pectina X X Prodotti lattiero-caseari (2)<br />

A E 464 Idrossipropilmetil- X X Materiale da incapsulamento per<br />

cellulosa<br />

capsule<br />

A E 500 Carbonati di sodio X X «Dulce de leche» (3) nonché burro<br />

e formaggi di panna acida (2)<br />

A E 501 Carbonati di<br />

potassio<br />

X<br />

A E 503 Carbonati di<br />

ammonio<br />

X<br />

A E 504 Carbonati di<br />

magnesio<br />

X<br />

A E 509 Cloruro di calcio X Coagulante del latte<br />

A E 516 Solfato di calcio X Eccipiente<br />

A E 524 Idrossido di sodio X Trattamento superficiale del<br />

«Laugengebäck»<br />

A E 551 Biossido di silicio X Antiagglomerante per spezie ed<br />

erbe aromatiche<br />

A E 553b Talco X X Agente di rivestimento per prodotti<br />

a base di carne<br />

A E 938 Argon X X<br />

A E 939 Elio X X<br />

A E 941 Azoto X X<br />

A E 948 Ossigeno X X<br />

(1) Add<strong>it</strong>ivo il cui uso è autorizzato soltanto qualora sia stato dimostrato, in modo soddisfacente per l’autor<strong>it</strong>à competente, che non esiste alcun<br />

metodo tecnologico alternativo in grado di offrire le stesse garanzie e/o di preservare le peculiari caratteristiche del prodotto.<br />

(2) La lim<strong>it</strong>azione riguarda unicamente i prodotti animali.<br />

(3) Per «Dulce de leche» o «Conf<strong>it</strong>ure de la<strong>it</strong>» si intende una crema di colore bruno, soffice e molto dolce, ottenuta da latte zuccherato e<br />

addensato.<br />

SEZIONE B — AUSILIARI DI FABBRICAZIONE ED ALTRI PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE IMPIEGATI NELLA<br />

TRASFORMAZIONE DI INGREDIENTI DI ORIGINE AGRICOLA OTTENUTI CON METODI BIOLOGICI<br />

Nota:<br />

A: autorizzati a norma del regolamento (CEE) n. 2092/91 e prorogati dall’articolo 21, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 834/2007<br />

B: autorizzati a norma del regolamento (CE) n. 834/2007<br />

Autorizzazione Denominazione Preparazione di<br />

prodotti alimentari<br />

di origine<br />

vegetale<br />

Preparazione di<br />

prodotti<br />

alimentari di<br />

origine animale<br />

Condizioni specifiche<br />

A Acqua X X Acqua potabile ai sensi della<br />

direttiva 98/83/CE del Consiglio<br />

A Cloruro di calcio X Coagulante<br />

A Carbonato di calcio X<br />

Idrossido di calcio X<br />

A Solfato di calcio X Coagulante<br />

A Cloruro di magnesio (o nigari) X Coagulante<br />

A Carbonato di potassio X Essiccazione dell’uva<br />

A Carbonato di sodio X Produzione di zucchero(i)<br />

A Acido lattico X Regolatore di acid<strong>it</strong>à del bagno di<br />

salamoia nella produzione<br />

casearia (1)<br />

A Acido c<strong>it</strong>rico X X Regolatore di acid<strong>it</strong>à del bagno di<br />

salamoia nella produzione<br />

casearia (1)<br />

Produzione di olio e idrolisi<br />

dell’amido (2)<br />

A Idrossido di sodio X Produzione di zucchero(i),<br />

produzione di olio di semi di colza<br />

(Brassica spp.)<br />

A Acido solforico X X Produzione di gelatina (1)<br />

Produzione di zucchero(i) (2)<br />

A Acido cloridrico X Produzione di gelatina<br />

Regolatore di acid<strong>it</strong>à del bagno di


Allegati VIII e IX<br />

RegCE_889_2008<br />

<strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

A Idrossido di ammonio X<br />

salamoia nella produzione dei<br />

formaggi Gouda, Edam,<br />

Maasdammer, Boerenkaas,<br />

Friese e Leidse Nagelkaas<br />

Produzione di gelatina<br />

A Acqua ossigenata X Produzione di gelatina<br />

A Biossido di carbonio X X<br />

A Azoto X X<br />

A Etanolo X X Solvente<br />

A Acido tannico X Ausiliare di filtrazione<br />

A Albumina d'uovo X<br />

A Caseina X<br />

A Gelatina X<br />

A Colla di pesce X<br />

A Oli vegetali X X Lubrificante, distaccante o<br />

antischiumogeno<br />

A Biossido di silicio in gel o in soluzione<br />

colloidale<br />

X<br />

A Carbone attivato X<br />

A Talco X Nel rispetto dei cr<strong>it</strong>eri di purezza<br />

specifica stabil<strong>it</strong>i per l'add<strong>it</strong>ivo<br />

alimentare E 553b<br />

A Benton<strong>it</strong>e X X Collante per idromele (1)<br />

Nel rispetto dei cr<strong>it</strong>eri di purezza<br />

specifica stabil<strong>it</strong>i per l'add<strong>it</strong>ivo<br />

alimentare E 558<br />

A Caolino X X Propoli (1)<br />

Nel rispetto dei cr<strong>it</strong>eri di purezza<br />

specifica stabil<strong>it</strong>i per l'add<strong>it</strong>ivo<br />

alimentare E 559<br />

A Cellulosa X X Produzione di gelatina (1)<br />

A Terra di diatomee X X Produzione di gelatina (1)<br />

A Perl<strong>it</strong>e X X Produzione di gelatina (1)<br />

A Gusci di nocciole X<br />

A Farina di riso X<br />

A Cera d'api X Distaccante<br />

A Cera Carnauba X Distaccante<br />

(1) La lim<strong>it</strong>azione riguarda unicamente i prodotti animali.<br />

(2) La lim<strong>it</strong>azione riguarda unicamente i prodotti vegetali.<br />

20


21 <strong>Speciale</strong> Confetture - marzo 2009<br />

La normativa di riferimento<br />

ALLEGATO IX<br />

Ingredienti non biologici di origine agricola di cui all'articolo 28<br />

1. PRODOTTI VEGETALI NON TRASFORMATI E PRODOTTI DA QUESTI OTTENUTI MEDIANTE PROCESSI<br />

1.1. Frutti e semi commestibili:<br />

— Ghiande Quercus spp.<br />

— Noci di cola Cola acuminata<br />

— Uva spina Ribes uva-crispa<br />

— Frutti della passione Passiflora edulis<br />

— Lamponi (essiccati) Rubus idaeus<br />

— Ribes rosso (essiccato) Ribes rubrum<br />

1.2. Spezie ed erbe aromatiche commestibili:<br />

— Pepe (del Perù) Schinus molle L.<br />

— Semi di rafano Armoracia rusticana<br />

— Alpinia o galanga minore Alpinia officinarum<br />

— Fiori di cartamo Carthamus tinctorius<br />

— Crescione acquatico Nasturtium officinale<br />

1.3. Prodotti vari:<br />

Alghe, comprese quelle marine, autorizzate nella preparazione di prodotti alimentari non biologici<br />

2. PRODOTTI VEGETALI<br />

2.1. Grassi ed oli, anche raffinati, ma non modificati chimicamente, ottenuti da piante diverse da:<br />

— Cacao Theobroma cacao<br />

— Cocco Cocos nucifera<br />

— Olivo Olea europaea<br />

— Girasole Helianthus annuus<br />

— Palma Elaeis guineensis<br />

— Colza Brassica napus, rapa<br />

— Cartamo Carthamus tinctorius<br />

— Sesamo Sesamum indicum<br />

— Soia Glycine max<br />

2.2. I seguenti zuccheri, amidi e altri prodotti ottenuti da cereali e tuberi:<br />

— Fruttosio<br />

— Cialde di riso<br />

— Sfoglie di pane azzimo<br />

— Amido di riso e granturco ceroso, chimicamente non modificato<br />

2.3. Prodotti vari:<br />

— Proteina di piselli, Pisum spp.<br />

— Rum, ottenuto esclusivamente da succo di canna da zucchero<br />

— Kirsch preparato a base di frutti e aromi di cui all'articolo 27, paragrafo 1, lettera c)<br />

3. PRODOTTI ANIMALI:<br />

Organismi acquatici, diversi dai prodotti dell'acquacoltura, autorizzati nella preparazione di prodotti alimentari non biologici:<br />

— Gelatina<br />

— Siero di latte disidratato «herasuola»<br />

— Budella

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