Protocollo <strong>di</strong> <strong>in</strong>fusione <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a a gestione <strong>in</strong>fermieristica per il controllo <strong>in</strong>tensivo della glicemia209Pazienti con iperglicemia ricoverati <strong>in</strong> UTIC-car<strong>di</strong>ologia perS<strong>in</strong>drome coronarica acuta) per via della molteplicità degliaspetti terapeutici previsti (terapia <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>ica <strong>in</strong>izialmente pervia endovena e successivamente per via sottocutanea,apporto gluci<strong>di</strong>co controllato endovena nella fase acuta eper os <strong>in</strong> quella successiva ecc.) e del tipo <strong>di</strong> personale co<strong>in</strong>volto(me<strong>di</strong>ci, <strong>in</strong>fermieri e personale ausiliario dell’UTIC edella Car<strong>di</strong>ologia, me<strong>di</strong>ci e <strong>in</strong>fermieri del Servizio <strong>di</strong><strong>Diabetologia</strong> e Malattie Metaboliche, <strong>di</strong>etiste, cuochi ecc.).Dopo aver organizzato riunioni <strong>di</strong> presentazione sia al personaleme<strong>di</strong>co sia a quello <strong>in</strong>fermieristico del reparto <strong>di</strong> UTIC e<strong>di</strong> car<strong>di</strong>ologia, il primo marzo 2006 si è <strong>in</strong>iziato ad applicareil protocollo nel nostro reparto. Nei primi 6 mesi il protocolloè stato testato su 35 pazienti consecutivamente ricoverat<strong>in</strong>ella nostra UTIC per una sospetta SCA con <strong>di</strong>abete noto ocon glicemia all’arrivo <strong>in</strong> PS superiore a 200 mg/dl.Il controllo dei valori glicemici osservato nella nostra popolazionerisulta superiore a quanto generalmente ottenuto conaltri protocolli: 61% <strong>di</strong> glicemie a target rispetto a percentualicomprese tra il 41 e il 52% <strong>in</strong> altri stu<strong>di</strong> 18,19,22-25,27 . Con unsolo altro protocollo si sono osservate percentuali <strong>di</strong> controlloanaloghe alle nostre utilizzando però un algoritmo checomb<strong>in</strong>a boli orari <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a con variazioni della velocità <strong>di</strong>somm<strong>in</strong>istrazione della nutrizione parenterale 26 .Risulta comunque <strong>di</strong>fficile confrontare i <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> a causadelle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> pazienti <strong>in</strong>clusi e dei <strong>di</strong>fferenti obiettiviglicemici adottati. Nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Goldberg et al. del 2004,l’unico con obiettivo glicemico sovrapponibile al nostro, condottosu pazienti critici ricoverati <strong>in</strong> unità <strong>di</strong> terapia me<strong>di</strong>ca<strong>in</strong>tensiva prevalentemente per problemi <strong>di</strong> <strong>in</strong>sufficienza respiratoria,il 52% delle glicemie orarie dopo il raggiungimentodel target cadeva entro il range compreso tra 100 e 139mg/dl 18 .La popolazione <strong>in</strong>clusa nel nostro stu<strong>di</strong>o risulta costituita perla maggior parte da pazienti con <strong>in</strong>farto miocar<strong>di</strong>co acuto(78% dei casi), mentre <strong>in</strong> tutti gli altri stu<strong>di</strong> i pazienti eranocostituiti da una popolazione eterogenea ricoverata <strong>in</strong> unità<strong>di</strong> cure <strong>in</strong>tensive non car<strong>di</strong>ologiche 18-27 . Nella quasi totalitàdei nostri pazienti era presente una storia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete, contrariamentea quanto accade nelle popolazioni <strong>in</strong>cluse negli altristu<strong>di</strong> <strong>in</strong> cui la percentuale oscilla dallo 0 al 79% 18,19,21,23-27 .Nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Goldberg et al., i <strong>di</strong>abetici noti costituisconosolo il 56% della casistica 18 . Nella maggior parte dei nostripazienti era <strong>in</strong> corso prima del ricovero un trattamento ipoglicemizzanteorale con un controllo <strong>di</strong>screto dei valori glicemici:oltre la metà dei pazienti presentava <strong>in</strong>fatti valori <strong>di</strong> Hbglicata all’<strong>in</strong>gresso <strong>in</strong>feriori al 7,5%. I valori <strong>di</strong> glicemia all’<strong>in</strong>iziodell’<strong>in</strong>fusione <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a risultano nella nostra popolazione<strong>in</strong>feriori rispetto a quanto generalmente osservato neglialtri stu<strong>di</strong> 18,19,22-24,27 , come pure la dose me<strong>di</strong>a oraria <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>ada <strong>in</strong>fondere per mantenere la normoglicemia 18,24-27 . Nellavoro orig<strong>in</strong>ale <strong>di</strong> presentazione del protocollo <strong>di</strong> Yale, peresempio, la glicemia basale era pari a 272 mg/dl, quasi 100mg/dl più alta rispetto a quella della nostra popolazione, e ladose me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a necessaria a mantenere la glicemianello stesso range utilizzato nel nostro stu<strong>di</strong>o era più chedoppia: 4 U/h vs 1,7 U/h 18 . Queste osservazioni suggerisconoche il paziente con SCA si trovi generalmente <strong>in</strong> una con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> stress m<strong>in</strong>ore rispetto ai pazienti critici ricoverati <strong>in</strong>rianimazione e <strong>di</strong> conseguenza sviluppi una m<strong>in</strong>ore iperglicemiae richieda dosi più basse <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a per controllarla.Questo fatto da un lato rende <strong>di</strong>fficile confrontare l’efficacia ela sicurezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi protocolli <strong>in</strong> contesti cl<strong>in</strong>ici <strong>di</strong>fferenti 18-27 ,dall’altro sottol<strong>in</strong>ea il rischio <strong>di</strong> estrapolare i risultati positividegli stu<strong>di</strong> che hanno valutato l’utilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terventi aggressivisul controllo glicemico <strong>in</strong> situazioni critiche 8,9 a popolazioni <strong>di</strong>pazienti <strong>di</strong>verse da quelle <strong>in</strong>cluse nei trial.In tutta la nostra popolazione abbiamo osservato la comparsa<strong>di</strong> episo<strong>di</strong> ipoglicemici (glicemia < 70 mg/dl) nel 43% deisoggetti, con una frequenza <strong>di</strong> 1 caso ogni 63 ore <strong>di</strong> <strong>in</strong>fusione.Valori <strong>di</strong> glicemia <strong>in</strong>feriori a 40 mg/dl si sono verificati ogni500 ore <strong>di</strong> <strong>in</strong>fusione (0,2% delle glicemie orarie). Tutti gli episo<strong>di</strong>ipoglicemici sono prontamente regre<strong>di</strong>ti dopo correzionee non hanno dato luogo ad alcuna conseguenza cl<strong>in</strong>icasignificativa. Per quanto sia <strong>di</strong>fficile confrontare l’<strong>in</strong>cidenza <strong>di</strong>ipoglicemie nella nostra popolazione rispetto a quella osservatanegli altri stu<strong>di</strong> 18-27 , sia per i <strong>di</strong>versi criteri usati per def<strong>in</strong>iregli episo<strong>di</strong> ipoglicemici sia per le <strong>di</strong>fferenze dei target glicemiciadottati, rispetto al protocollo orig<strong>in</strong>ale <strong>di</strong> Yale nellanostra popolazione sono state osservate più ipoglicemie.Infatti nella nostra casistica valori glicemici <strong>in</strong>feriori a 60 e 40mg/dl hanno rappresentato lo 0,6 e 0,1% <strong>di</strong> tutte le glicemiemisurate dopo il primo valore sotto i 140 mg/dl contro lo 0,3e 0,05% rispettivamente della popolazione reclutata a Yale 18 .L’adozione del nuovo protocollo DDD ha permesso <strong>di</strong> otteneremiglioramenti sia rispetto all’efficacia del controllo deivalori glicemici sia rispetto alla sua sicurezza. Infatti è stataosservata una significativa riduzione dell’oscillazione deivalori glicemici una volta raggiunta la glicemia target e, conseguentemente,una riduzione degli episo<strong>di</strong> ipoglicemici.Sebbene le glicemie me<strong>di</strong>e siano risultate sovrapponibili coni due protocolli i pazienti trattati con il protocollo DDD presentano,una volta che la glicemia scende sotto i 140 mg/dl,ben il 68% <strong>di</strong> valori a target rispetto al 56% con il protocollo<strong>di</strong> Yale, percentuale superiore a quelle osservate <strong>in</strong> tutti glialtri stu<strong>di</strong> 18,19,22-27 . Con il protocollo DDD, dopo il raggiungimentodel target, valori superiori a 200 mg/dl si sono registrati<strong>in</strong> meno dell’uno percento <strong>di</strong> tutte le misurazioni comepure valori <strong>in</strong>feriori a 70 mg/dl.L’applicazione del protocollo per il controllo <strong>in</strong>tensivo dellaglicemia nella pratica quoti<strong>di</strong>ana del lavoro <strong>in</strong> UTIC non hacomportato rilevanti <strong>di</strong>fficoltà nel personale sia me<strong>di</strong>co sia<strong>in</strong>fermieristico e da allora viene applicato sistematicamente<strong>in</strong> tutti i pazienti <strong>di</strong>abetici o con iperglicemia ricoverati <strong>in</strong> UTICper una SCA. In particolare, nonostante abbia comportatoun <strong>in</strong>dubbio sovraccarico <strong>di</strong> lavoro, questo protocollo è statoaccolto favorevolmente da tutto il personale <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong>virtù della imme<strong>di</strong>ata constatazione della sua facilità <strong>di</strong> applicazioneassociata a grande efficacia e sicurezza.Il trattamento <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>ico per via endovenosa è stato generalmente<strong>in</strong>iziato non appena effettuate tutte le terapie car<strong>di</strong>ologicheraccomandate della fase acuta, <strong>in</strong>clusa l’eventualeangioplastica primaria <strong>in</strong> casi <strong>di</strong> <strong>in</strong>farto miocar<strong>di</strong>co consopraslivellamento <strong>di</strong> ST, così da non creare <strong>di</strong>fficoltà <strong>in</strong> unafase particolarmente critica della gestione del paziente. Neipochi casi <strong>di</strong> temporanea uscita del paziente dall’UTIC (per
210F. Avanz<strong>in</strong>i et al.esempio, per una procedura <strong>di</strong> coronarografia con eventualeangioplastica) le <strong>in</strong>fusioni <strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a e <strong>di</strong> glucosata sonostate <strong>in</strong>terrotte e imme<strong>di</strong>atamente riprese al rientro <strong>in</strong> UTICsenza il riscontro <strong>di</strong> particolari problemi.La novità del lavoro risiede nell’aver valutato la fattibilità <strong>di</strong>uno stretto controllo glicemico <strong>in</strong> un tipo <strong>di</strong> pazienti (sospetto<strong>di</strong> SCA) e <strong>in</strong> un sett<strong>in</strong>g (UTIC) per i quali non esistevano almomento dello stu<strong>di</strong>o e non esistono a tutt’oggi analogheesperienze. Negli stu<strong>di</strong> DIGAMI 5,6 condotti su pazienti <strong>di</strong>abeticicon <strong>in</strong>farto miocar<strong>di</strong>co acuto, <strong>in</strong>fatti, il protocollo <strong>in</strong>fusivo<strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a e glucosio si poneva un target glicemico più elevatoe non era a totale gestione <strong>in</strong>fermieristica. Anche nelrecente stu<strong>di</strong>o HI-5 10 , su pazienti con <strong>in</strong>farto miocar<strong>di</strong>coacuto e storia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete o con glicemia all’<strong>in</strong>gresso superiorea 140 mg/dl, veniva utilizzato un protocollo con target glicemicopiù elevato, tra 72 e 180 mg/dl.La collaborazione e la con<strong>di</strong>visione fattiva tra car<strong>di</strong>ologo e <strong>di</strong>abetologoè stata fondamentale non solo nella fase <strong>in</strong>iziale <strong>di</strong>ideazione e def<strong>in</strong>izione del protocollo e delle sue procedurema anche nella successiva fase della loro applicazione e perio<strong>di</strong>carivalutazione. Pur essendo il protocollo <strong>di</strong> <strong>in</strong>fusione endovenosa<strong>di</strong> <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a <strong>di</strong>venuto una procedura <strong>di</strong> rout<strong>in</strong>e nell’ambitodelle attività della nostra UTIC a quasi totale gestione<strong>in</strong>fermieristica, il <strong>di</strong>abetologo rimane comunque una figura <strong>di</strong>riferimento fondamentale e <strong>in</strong>sostituibile sia per garantire unacont<strong>in</strong>ua ottimizzazione delle procedure sia per affrontareeventuali evenienze cl<strong>in</strong>iche non previste dal protocollo.I risultati presentati <strong>in</strong> questo lavoro rappresentano una valutazioneprelim<strong>in</strong>are relativa ai primi mesi <strong>di</strong> applicazione nellanostra UTIC <strong>di</strong> due protocolli per uno stretto controllo glicemico.Le caratteristiche <strong>di</strong> efficacia e <strong>di</strong> sicurezza del protocollo<strong>di</strong> Yale e DDD dovranno essere rivalutate su casistichemaggiori e <strong>in</strong> contesti <strong>di</strong>versi da quelli del centro <strong>in</strong> cui sonostati sviluppati.In s<strong>in</strong>tesi, questo stu<strong>di</strong>o descrive i primi mesi <strong>di</strong> applicazione<strong>di</strong> protocolli tesi a ottenere uno stretto controllo glicemico <strong>in</strong>pazienti ricoverati <strong>in</strong> UTIC per una SCA con una storia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abetemellito o con iperglicemia da stress. I risultati osservati<strong>di</strong>mostrano la fattibilità e la sicurezza dell’utilizzo nella normaleattività <strong>di</strong> una UTIC <strong>di</strong> protocolli a totale gestione <strong>in</strong>fermieristicaper il controllo <strong>in</strong>tensivo della glicemia con <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a<strong>in</strong> <strong>in</strong>fusione endovenosa. Il protocollo DDD, ideato dal nostrogruppo <strong>di</strong> lavoro, sembra fornire <strong>in</strong> questo contesto risultatimigliori rispetto al protocollo <strong>di</strong> Yale.R<strong>in</strong>graziamentiSi r<strong>in</strong>grazia il dott. Stefano Signor<strong>in</strong>i della UOC <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>a <strong>di</strong>Laboratorio dell’Ospedale <strong>di</strong> Desio per il prezioso contributonella validazione della meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> misurazione della glicemia,il personale della cuc<strong>in</strong>a dell’Ospedale <strong>di</strong> Desio gestitadalla <strong>di</strong>tta SeRist per la paziente collaborazione nella preparazionedei pasti a contenuto glicemico predef<strong>in</strong>ito, ledott.sse Simona Barlera e Carla Roncaglioni dell’Istituto <strong>di</strong>Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” <strong>di</strong> Milano per l’opera<strong>di</strong> consulenza su come condurre le analisi statistiche.Il Gruppo <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o DDD (Desio Diabetes Diagram) è composta da:– personale me<strong>di</strong>co della UOC <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia/UTIC: M. De Mart<strong>in</strong>i,A. Alberzoni, F. Avanz<strong>in</strong>i, P. Bertocchi, P. Camisasca, W.Donzelli, G. Iacuitti, G. Mantovani, M. Mistò, E. Planca, G.Pozzoli, D. Saltafossi, S. Tresol<strong>di</strong>, P. Vandoni;– personale <strong>in</strong>fermieristico della UOC <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia/UTIC: S.Tomasello, R. Amodeo, M. Berizzi, J. Bertazzolo, S. Bottan, G.Busi, S. Carbone, M. Caspani, L. Ciotta, A. Colaianni, R. Cotza,A. De Ponti, E. Di rocco, V. Donè, G. Feroleto, A.M. Gagliar<strong>di</strong>, M.Klajn, M. Ilar<strong>di</strong>, A. Ledda, R. Mamo, M. Mulieri, F. Orsenigo, E.Palazzo, C. Radaelli, I. Saltarel, L. Sorbara, G. Stelluti, S. Sutera,L. Tonelli;– personale <strong>di</strong> supporto della UOC <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia/UTIC: L.Battaglia, M. Calati, P. Sala;– personale me<strong>di</strong>co della UOS <strong>di</strong> <strong>Diabetologia</strong> e MalattieMetaboliche: G. Marelli, E. Fochesato;– personale <strong>in</strong>fermieristico della UOS <strong>di</strong> <strong>Diabetologia</strong> e MalattieMetaboliche: L. Bellato, M. Fedeli, A. Merl<strong>in</strong>i, G. P<strong>in</strong>elli;– <strong>di</strong>etiste del Servizio <strong>di</strong> Dietologia: E. Colombo, E. De Luca,C. Galimberti.Bibliografia1. Malmberg K, Norhammar A, Wedel H, Rydén L. Glycometabolicstate at admission: important risk marker of mortality <strong>in</strong> conventionallytreated patients with <strong>di</strong>abetes mellitus and acute myocar<strong>di</strong>al<strong>in</strong>farction: long-term results from the Diabetes andInsul<strong>in</strong>-Glucose Infusion <strong>in</strong> Acute Myocar<strong>di</strong>al Infarction (DIGAMI)Study. Circulation 1999;99:2626-32.2. Capes SE, Hunt D, Malmberg K, Gersta<strong>in</strong> HC. 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