L'inanellamento per la scienza e la conservazione - The European ...
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L’inanel<strong>la</strong>mento <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>scienza</strong> e <strong>la</strong> <strong>conservazione</strong>Ma<strong>la</strong>ttie trasmesse dagli uccelliQuando nel 2005 il virus dell’influenzaaviaria H5N1 iniziò a spostarsi dall’Asiasud-orientale ad ovest verso l’Europa, l’interessedel pubblico nei confronti dei movimentidegli uccelli selvatici raggiunse livellimai visti prima. Giornali e stazionitelevisive richiedevano mappe di migrazioneche mostrassero possibili connessionitra le aree con foco<strong>la</strong>i di influenza ed iPaesi europei. Sebbene <strong>la</strong> complessità deimovimenti di migrazione rendesse difficile<strong>per</strong> gli ornitologi fornire risposte semplicifu possibile trasmettere al pubblico molteinformazioni sul<strong>la</strong> fenologia del<strong>la</strong> migrazione.Le evidenze così prodotte erano ampiamentebasate su dati derivanti dall’inanel<strong>la</strong>mento.Non soltanto i media hanno mostrato unaccresciuto interesse nei risultati dell’inanel<strong>la</strong>mentoma anche l’Unione Europeae molte Amministrazioni nazionali hannopreso co<strong>scienza</strong> del valore dei progetti diinanel<strong>la</strong>mento e dell’analisi dei dati esistenti.Questo generalizzato interesse neiconfronti dei movimenti degli uccelli èstato stimo<strong>la</strong>to dall’assunzione che gli uccelliselvatici – e soprattutto gli acquatici– siano i principali vettori dell’influenzaaviaria e rappresentino quindi il rischio primario<strong>per</strong> l’introduzione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia inPaesi ed allevamenti prima immuni. Anchein questo caso e soprattutto in base a risultatidelle attività di inanel<strong>la</strong>mento gli ornitologisono stati in grado di dimostrarel’esistenza di discrepanze tra i movimentidegli uccelli e quelli del virus dell’influenzaaviaria H5N1. Questo dimostra in manieraimportante che i movimenti degli uccelliselvatici non sono <strong>la</strong> so<strong>la</strong> – e probabilmenteneppure <strong>la</strong> più importante – fontedi rischio di foco<strong>la</strong>i di influenza aviaria.Successivamente i virologi hanno ricostruito<strong>la</strong> genealogia dei foco<strong>la</strong>i attraversol’analisi di parti dei genomi dei virus edhanno confermato questa interpretazione.Un esempio famoso è quello di un Cignoreale che è stato una delle prime vittimedel foco<strong>la</strong>io di influenza aviaria sull’iso<strong>la</strong>tedesca di Rugen. L’uccello era stato marcatocon un col<strong>la</strong>re individualmente nu-Beat WalserOltre <strong>la</strong> metà degliuccelli risultati positivial test <strong>per</strong> ilvirus dell’influenzaaviaria H5N1 nelfoco<strong>la</strong>io europeodel 2006 eranoCigni reali. Grazieai programmi diinanel<strong>la</strong>mento abbiamouna buonaconoscenza deimovimenti di questaspecie parzialmentemigratricein Europa.26