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Relazione di Analisi

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L’idrovora Saiarino: la storia della bonificaPer bonifica, si intende il prosciugamento ed il successivo mantenimento <strong>di</strong> un’area allagata,allo scopo <strong>di</strong> recuperare terreno da a<strong>di</strong>bire all’agricoltura, ad inse<strong>di</strong>amenti domestici o per motiviigienico – sanitari, in particolare la lotta alla malaria. Inizialmente, il metodo utilizzato perbonificare quest’area fu la bonifica per colmata, che si ottiene quando una zona depressa e paludosaviene colmata dai se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> uno o più fiumi in essa incanalati. I se<strong>di</strong>menti che si depositano neidecenni, determinano l’innalzamento del fondo dell’area, detta cassa <strong>di</strong> colmata, fino ad un livellouguale o superiore a quello dei terreni circostanti, permettendo il deflusso delle acque. Gran partedel territorio compreso tra Argenta e Molinella, sede un tempo delle valli <strong>di</strong> Argenta e Marmorta, èappunto la cassa <strong>di</strong> colmata dei fiumi I<strong>di</strong>ce e Quaderna.Il 30 agosto 1813, con decreto napoleonico, fu istituita la “Cassa <strong>di</strong> colmata dell’I<strong>di</strong>ce e delQuaderna” con lo scopo <strong>di</strong> innalzare il piano me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> campagna nelle zone paludose <strong>di</strong> Argenta eMarmorta e permettere, a bonifica ultimata, una pendenza <strong>di</strong> scolo sufficiente al drenaggio delleacque su un territorio <strong>di</strong> 5400 ettari. Ai primi del ‘900, dopo quasi un secolo, i se<strong>di</strong>menti dei fiumiI<strong>di</strong>ce e Quaderna erano serviti ad ottenere l’effetto voluto solo ad una superficie <strong>di</strong> 900 ettari. Ilraggiungimento del totale colmamento dei restanti 4500 ettari avrebbe, ovviamente, richiesto untempo eccessivamente lungo, mentre il mondo agricolo premeva per avere maggiori prospettive inquesto territorio. Alla fine del XIX secolo, per raggiungere tale scopo, si decise <strong>di</strong> continuare ilprosciugamento utilizzando le moderne tecnologie della bonifica meccanica. L’idrovora a vapore,invenzione della metà dell’800, permetteva risultati più rapi<strong>di</strong> ed efficaci rispetto alla bonifica percolmata.Nel 1909, fu istituito il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana e il 13 giugno del 1925, presso l’idrovora<strong>di</strong> Salarino, il re Vittorio Emanuele III inaugurò il completamento degli impianti idrovori.Presso l’idrovora <strong>di</strong> Salarino, è stato allestito il museo della bonifica che comprende una mostradelle varie fasi storiche dell’evoluzione del territorio, un’esposizione delle macchine e degli utensiliimpiegati nelle opere <strong>di</strong> bonifica e, la presentazione dell’impianto idrovoro tuttora funzionante.27

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