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Relazione di Analisi

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Regione Emilia-RomagnaProvincia <strong>di</strong> FerraraComune <strong>di</strong> ArgentaPiano TerritorialedelParco Regionale del Delta del Po(Legge Regionale 2 luglio 1988, n° 27)Stazione <strong>di</strong>Campotto <strong>di</strong> Argenta<strong>Relazione</strong> <strong>di</strong> <strong>Analisi</strong>TESTO COORDINATOstesura conforme alla DGR n 515del 20.04.2009 <strong>di</strong> approvazione del PianoAprile 2009


Gestione degli habitat per la conservazione della fauna vertebrata......................................... p. 170Insetti................................................................................................................... p. 172Specie <strong>di</strong> interesse comunitario................................................................................................p. 172Altre specie <strong>di</strong> interesse nazionale e regionale.........................................................................p. 175In<strong>di</strong>cazioni gestionali............................................................................................................... p. 177Progetti <strong>di</strong> rinaturalizzazione...............................................................................p. 1814


Argenta è collegata per ferrovia <strong>di</strong>rettamente con Ferrara, Ravenna e Rimini, sulla cui linea si trovae, tramite Lavezzola, con Faenza e la linea Bologna-Ancona e, tramite Portomaggiore, ancora conBologna.La frazione <strong>di</strong> Campotto, il centro abitato più vicino e, in parte, interno alla stazione, ha unapopolazione <strong>di</strong> 1.000 abitanti.L’attività <strong>di</strong> gran lunga prevalente è l’agricoltura.Non vi è alcuna struttura ricettiva alberghiera, ma nella vecchie scuole elementari è stato realizzatoun ostello.Vi sono due ristoranti, per un totale <strong>di</strong> circa 300 coperti, ai quali si aggiunge un bar-pizzeria.All’interno della stazione è stata istituita nel 1977 un’oasi per la protezione della fauna, denominata“Oasi delle residue Valli <strong>di</strong> Argenta e Marmorta” avente una superficie <strong>di</strong> circa 1.600 ettari, 1.000dei quali costituiti dalle casse <strong>di</strong> espansione <strong>di</strong> Campotto e del Bassarone, <strong>di</strong> Vallesanta e del boscoidrofilo del Traversante, tutti siti <strong>di</strong> enorme valore naturalistico.Il Consorzio della Bonifica RenanaIl Consorzio della Bonifica Renana opera su un territorio <strong>di</strong>180.000 ettari, 100.000 dei quali inpianura, tra la Via Emilia, il fiume Reno e il torrente Sillaro.I confini del territorio <strong>di</strong> pianura in<strong>di</strong>viduano bacini idrografici caratterizzati da reti <strong>di</strong> canali <strong>di</strong>bonifica che intercettano e convogliano le acque meteoriche.Nelle zona <strong>di</strong> Argenta le acque vengono drenate dal torrente I<strong>di</strong>ce e dai canali Garda e Menata.Campotto è la parte terminale del comprensorio, in cui convergono pressoché tutti i canali perimmettere in Reno le acque <strong>di</strong> scolo. In questo sito sono stati pre<strong>di</strong>sposti gli invasi da utilizzarequando situazioni <strong>di</strong> piena rendono impossibile l’imme<strong>di</strong>ato deflusso.In Reno si immettono le acque dei torrenti Sillaro e I<strong>di</strong>ce e dei canali Garda e Menata, in destra <strong>di</strong>I<strong>di</strong>ce e dei canali della Botte, Morgana e Salarino in sinistra <strong>di</strong> I<strong>di</strong>ce.Le casse <strong>di</strong> espansione <strong>di</strong> Vallesanta, <strong>di</strong> Campotto, del Traversante e <strong>di</strong> Prato Levante, delBassarone e della Cassa <strong>di</strong> Lugo sono gli invasi nei quali è immagazzinata l'acqua in attesa che illivello del Reno ne permetta lo scarico.La capacità complessiva è <strong>di</strong> circa 20.000.000 <strong>di</strong> metri cubi.Qualora il riempimento delle casse <strong>di</strong> espansione non fosse sufficiente, l'acqua <strong>di</strong> scolo vieneimmessa nella cassa <strong>di</strong> espansione <strong>di</strong> I<strong>di</strong>ce e Quaderna (3.000 ettari <strong>di</strong> ottimo terreno agricolo)attraverso le savenelle Accursi e Brocchetti.La raccolta delle acque <strong>di</strong> scolo e il loro deflusso in Reno o nelle casse <strong>di</strong> espansione sono resipossibili da un imponente sistema <strong>di</strong> impianti idrovori, <strong>di</strong> chiaviche e <strong>di</strong> paratie.Nel comprensorio <strong>di</strong> pianura il Consorzio della Bonifica Renana sovrintende a 13 impianti idrovori,12impianti <strong>di</strong> irrigazione, 8 chiaviche, 11 botti a sifone, 90 paratie, 1.120 chilometri <strong>di</strong> canali.6


Storia ed evoluzione del territorio <strong>di</strong> stazioneNel Delta del Po, che si estende nell’area litoranea compresa tra la foce dell’A<strong>di</strong>ge e quella delReno, sono presenti ambienti molto <strong>di</strong>versi tra loro per morfologia ed ecologia. Nell’antichità, lamaggior parte del territorio deltizio era dominata da acquitrini <strong>di</strong> acqua dolce e solo dal Me<strong>di</strong>oevo siassistette ad un cambiamento <strong>di</strong> tendenza: la subsidenza, cioè il naturale e costante abbassamentodel suolo per “schiacciamento” degli strati se<strong>di</strong>mentari che, determinò nei secoli il progressivoingresso delle acque marine e l’aumento delle valli <strong>di</strong> acqua salmastra. Le valli <strong>di</strong> acqua dolce, già<strong>di</strong>minuite moltissimo da questo processo, furono ulteriormente ridotte dalle attività <strong>di</strong> bonifica,attività che ebbero un aumento esponenziale dal Cinquecento in poi. Le gran<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bonificainiziate con gli Estensi nel Quattrocento e, terminate con l’utilizzo dell’idrovora meccanica dallaseconda metà dell’Ottocento, ridusse enormemente l’estensione originaria delle palu<strong>di</strong>, sia <strong>di</strong> acquadolce che <strong>di</strong> salmastra .Tra le poche zone umide <strong>di</strong> acqua dolce delle gran<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bonifica, vi sono Vallesanta eCassa Campotto – Bassarone, all’interno dell’Oasi <strong>di</strong> Campotto nel territorio <strong>di</strong> Argenta (FE).Queste, si trovano a 6 – 9 metri sul livello del mare ed hanno una superficie complessiva <strong>di</strong> 850ettari.La zona dell’Oasi (44° 34’ – 44° 35’ N, 11° 50’ – 11° 51’ E) si estende su una superficiecomplessiva <strong>di</strong> 1624 ettari e comprende, oltre alle zone agricole, quegli ambienti umi<strong>di</strong> residui dellabonifica quali Cassa Campotto – Bassarone (600 ettari circa), Vallesanta (250 ettari circa) e ilTraversante, un lembo <strong>di</strong> bosco igrofilo <strong>di</strong> 150 ettari. Durante il periodo estivo, all’occorrenza,possono venire utilizzate come serbatoi d’acqua per usi agricoli e domestici ma, l’uso principale,avviene in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena, quando funzionano da casse <strong>di</strong> espansione finalizzate al temporaneoricevimento delle acque dei fiumi che qui confluiscono. La servitù idraulica, a cui sono sottoposte lecasse, è preminente su ogni altro tipo <strong>di</strong> destinazione.Quest’area, fino agli anni ’60, era a<strong>di</strong>bita a riserva <strong>di</strong> caccia ma, la costante e <strong>di</strong>ffusa riduzionedelle zone umide fece insorgere la necessità, sul piano protezionistico e venatorio, <strong>di</strong> salvaguardarequesti ambienti. Per cui, nell’agosto del 1977, per iniziativa del Comune <strong>di</strong> Argenta, della Provincia<strong>di</strong> Ferrara e del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana, venne istituita l’Oasi per la salvaguar<strong>di</strong>a e laprotezione della fauna e della flora, denominata Valli <strong>di</strong> Argenta e <strong>di</strong> Marmorta che, trovandosiinteramente all’interno del territorio <strong>di</strong> Campotto, è meglio conosciuta come Oasi <strong>di</strong> Campotto.Nel1976, Vallesanta e cassa Campotto – Bassarone vennero inserite nell’elenco delle aree soggette allaConvenzione <strong>di</strong> Ramsar. Nel 1988, con la legge regionale 2 luglio 1988, n° 27, venne istituito ilParco regionale del Delta del Po, e l’area fu inserita nel Parco come Stazione n° 6, Campotto <strong>di</strong>Argenta.L’ambiente e la sua storiaLa storia morfologica <strong>di</strong> quest’area, è legata alla evoluzione dei torrenti appenninici I<strong>di</strong>ce,Quaderna e Sillaro e, in misura minore, a quella del Po <strong>di</strong> Primaro. L’origine <strong>di</strong> questo fiume èancora incerta: secondo una versione umanistico – rinascimentale ferrarese, il ramo chiamatoPrimaro sarebbe nato nel 708 – 709, a seguito <strong>di</strong> un taglio effettuato dall’arcivescovo ravennateFelice sull’argine destro del Po presso Ferrara, per impe<strong>di</strong>re il passaggio delle truppe bizantine conl’allagamento dei territori tra Ferrara e Ravenna. Date le tecnologie del tempo, molti storiciritengono questa versione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile accettazione e, se si dovesse accettare l’ipotesi del taglio,questo fu probabilmente effettuato utilizzando un alveo preesistente.Comunque, è storicamente accertato che dal VII secolo i due rami principali del Po, detto Po <strong>di</strong>Ferrara, erano: Il Po <strong>di</strong> Volano (Padus Maior), il maggiore per quanto riguarda il trasporto idrico, e7


il Po <strong>di</strong> Primaro (Padus Primarius) che in quel periodo era il più utilizzato per il commercio conRavenna e la zona appenninica.Nel XII secolo, una serie <strong>di</strong> rotte presso Ficarolo (località in Provincia <strong>di</strong> Rovigo) portarono ilfiume Po a percorrere l’attuale alveo del Po <strong>di</strong> Venezia. Tale nuovo corso, determinò nei secoli unasempre minor efficienza dei rami Volano e Primaro e, le conseguenze furono l’aumento dei processi<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione all’interno degli alvei e, una maggior pensilizzazione e <strong>di</strong>fficoltà a ricevere leacque dei torrenti appenninici. Il numero e l’entità delle rotte prodottesi in seguito (tra gli anni ’20 e’40 del secolo XVI se ne verificarono nel solo Primaro ben 45), determinarono un ulterioreampliamento delle palu<strong>di</strong> nelle zone tra Ferrara, Bologna e Ravenna, tra cui proprio le valli <strong>di</strong>Argenta e Marmorta, in<strong>di</strong>cate nelle carte dell’epoca come valle <strong>di</strong> Marmorta e Larghe <strong>di</strong> Argenta.L’uomo tentò <strong>di</strong> limitare l’espansione delle valli con l’inalveazione dei torrenti appenninici: questeebbero l’effetto <strong>di</strong> aumentare ulteriormente le rotte e l’estensione degli acquitrini. Le vicende delReno e del Po <strong>di</strong> Primaro, inizialmente separate, col tempo si intrecciarono sempre <strong>di</strong> più, sia percause naturali che artificiali, fino alla completa estinzione del Primaro, il quale per tutto il ‘700 saràinfatti denominato Primaro morto, ed il cui alveo terminale verrà in seguito utilizzato per il deflussodelle acque del Reno. Le inalveazioni del Reno – Primaro e dei suoi affluenti appenninici tra ‘700 e‘800 determineranno la forma definitiva, anche se instabile, dell’assetto idraulico del Reno –Primaro, il quale verrà poi chiamato semplicemente Reno.Per comprendere l'origine <strong>di</strong> tali confini è infatti necessario –come <strong>di</strong> sovente nella pianura piùorientale- ricorrere alla lettura delle trasformazioni storiche del territorio, ovvero ripercorreresostanzialmente la sua vicenda idraulica.Il Po <strong>di</strong> Primaro ed il Reno, con i loro bacini idraulici, sono i protagonisti principali dellavicenda che porta ad avere oggi in Campotto e Vallesanta una morfologia ed un habitat tantointeressanti da essere inseriti nel novero dei siti <strong>di</strong> importanza comunitaria e da meritare laapposizione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> tutela <strong>di</strong> alto livello come quelli <strong>di</strong> un Parco regionale.Poichè la comprensione della vicenda idraulica del paraggio ha una importanza determinantenella definizione delle criticità dell'area protetta e quin<strong>di</strong> nella definizione delle misure <strong>di</strong>regolazione da adottare con il Piano <strong>di</strong> Stazione, questo capitolo si propone <strong>di</strong> farne una <strong>di</strong>saminaattenta pur se volutamente essenziale.Il Po <strong>di</strong> PrimaroCome si può dedurre dal nome, il Po <strong>di</strong> Primaro costituisce il corso principale del grande fiumeper un lunghissimo periodo storico, cominciando a perdere <strong>di</strong> importanza solo dopo la rotta <strong>di</strong>Ficarolo (XII sec.) a favore dei rami più settentrionali del Po <strong>di</strong> Olàna (o <strong>di</strong> Volano) e dell'attuale Pogrande.La potenza <strong>di</strong> questo antico ramo è ben testimoniata dalla grande quantità <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti lasciatinel paleoalveo tra Ficarolo e Ferrara, oggi sede <strong>di</strong> attività estrattive importanti e <strong>di</strong> ritrovamentifossili <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> mammiferi preistorici.La sua importanza sull'assetto inse<strong>di</strong>ativo della pianura orientale è invece deducibile dallalettura del microrilievo: il Po <strong>di</strong> Primaro organizza <strong>di</strong> fatto l'unico corridoio <strong>di</strong> terre emerse erelativamente salde in tutta l'area padana che si estende a sud-est della linea A<strong>di</strong>ge-Secchia sino aicordoni dunosi della linea <strong>di</strong> costa etrusca (Adria-Comacchio-Ravenna). Unica città me<strong>di</strong>evale inquest'area, sul suo corso è nata Ferrara così come si sono organizzate le comunità che –prima <strong>di</strong>essa- presi<strong>di</strong>avano le terre tra Ravenna ed Ostiglia.Su questa stretta lingua <strong>di</strong> terra vivibile, Argenta –così come dall'altro capo Bondeno conStellata- costituiva un fondamentale punto <strong>di</strong> passo del fiume e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> rilevanza strategicadeterminante per le sorti della città, come descrive un adagio noto già in epoca rinascimentale, nelrapporto con la Romagna e con le altre terre dell'Adriatico.In epoca Estense, Argenta <strong>di</strong>viene centro or<strong>di</strong>natore (e roccaforte) <strong>di</strong> un comprensorio tantovasto quanto probabilmente instabile che comprendeva anche la cosiddetta Leonina o Romagnola8


estense corrispondente all'o<strong>di</strong>erno Lughese, confinante ad ovest con le palu<strong>di</strong> bolognesi del Renoproprio nell'area <strong>di</strong> Campotto.Il 19 marzo del 1624 un violento terremoto <strong>di</strong>strusse quasi completamente la Argentame<strong>di</strong>evale e rinascimentale, comprese buona parte delle sue poderose fortificazioni. Ciò provocòl'accentuazione del processo <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento per per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ruolo, già avviato dalle primesistemazioni idrauliche dei bacini scolanti pedecollinari bolognesi (1606) e definitivamente sancitodalla risoluzione della secolare "questione Renana" tra Ferraresi e Bolognesi, attuata nel 1767 conla immissione nell'alveo del Po <strong>di</strong> Primaro del fiume Reno, che impaludava fin sotto le mura <strong>di</strong>Ferrara.Con quella operazione idraulica si tagliò definitivamente la possibilità <strong>di</strong> accesso al mare ad"onda aperta", così come cessò la produzione <strong>di</strong> sale e Argenta perse il suo ruolo <strong>di</strong> porta a sud delDucato.Allo stesso modo il Primaro cessò la sua funzione <strong>di</strong> ramo attivo del Po, dando avvio ad una<strong>di</strong>versa strutturazione del territorio attraversato.Il corso del Primaro fu nuovamente rettificato nel 1780 tra Madonna del Bosco e Sant'Alberto,nel 1782 tra S.Biagio e Madonna del Bosco e successivamente tra Traghetto e Boccaleone. Talitronchi rivestono un interesse marginale per la Stazione, segnandone in parte solo il confine nord.Tra il 1814 ed il 1816 l'I<strong>di</strong>ce fu convogliato nuovamente nelle Valli <strong>di</strong> Argenta e <strong>di</strong> Marmorta,affinchè decantasse i detriti prima <strong>di</strong> immettersi nel Reno a S.Biagio, con una operazione chetendeva ad avviare una sorta <strong>di</strong> bonifica per colmata <strong>di</strong> quelle Valli.La nuova regimazione idraulica proseguirà nei secoli successivi, trasformandoprogressivamente l'area <strong>di</strong> Campotto e creando le situazioni <strong>di</strong> zona umida a regime variabile checostituisce l'ossatura della Stazione <strong>di</strong> Parco attuale.La BonificaAll'inizio dell'Ottocento il territorio della Bassa Bolognese continuava ad essere in precariasituazione idraulica.Gli organismi locali preposti alla manutenzione degli scoli e delle arginature fluviali operavanoin ambiti limitati dell'intero comprensorio ed esclusivamente con fon<strong>di</strong> forniti da privati<strong>di</strong>rettamente interessati alla <strong>di</strong>fesa delle proprietà.Essi venivano costituiti nel momento in cui si ravvisava l'inderogabile esigenza <strong>di</strong> intervenirenell'allontanamento delle, per essere sciolti non appena eseguite le opere provvisionali.Solo con Napoleone quegli organismi <strong>di</strong>vennero permanenti e cominciarono ad operare perCircondari (sei, nella pianura bolognese). Con l'Unità d'Italia, la bonifica dei terreni paludosiassunse la caratteristica <strong>di</strong> opera pubblica e cominciò ad operare con finanziamenti dello Stato purse in concorso con investitori privati.Con questo nuovo status, si evidenziò ancora <strong>di</strong> più la necessità <strong>di</strong> razionalizzazione degliinterventi e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento tra soggetti fino a quando, nel 1909, iniziarono le procedure per lacostituzione del Consorzio della Bonifica Renana.Le <strong>di</strong>verse linee progettuali sino ad allora seguite nei vari Circondari, trovarono verifica e<strong>di</strong>ntegrazione in un unico progetto <strong>di</strong> intervento (Progetto Pasini, dal nome dell'ingegnere che loideò) che abbandonava la logica del deflusso per gravità con un canale sottopassante il Reno ecosteggiante le Valli <strong>di</strong> Comacchio, per assumere quella della separazione delle reti scolanti inacque alte ed acque basse destinando le prime allo scolo naturale nel Reno ed avviando le secondead impianti <strong>di</strong> sollevamento.Si progettarono quin<strong>di</strong> gli impianti idrovori del Saiarino (in sinistra I<strong>di</strong>ce) e <strong>di</strong> Vallesanta (indestra) che furono avviati –con le altre opere collaterali- nel 1914 e messi in esercizio nel 1925.Per agevolare lo scolo naturale delle acque alte anche nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> massima piena delReno, furono invece apprestate casse <strong>di</strong> contenimento temporaneo a Vallesanta e nel compartoI<strong>di</strong>ce-Quaderna.9


Questi ultimi interventi si <strong>di</strong>mostrarono tuttavia non in grado <strong>di</strong> reggere al crescere delle portateeccezionali del Reno e si provvide quin<strong>di</strong> a completare l'inalveamento dell'I<strong>di</strong>ce sino al Reno ed allarealizzazione della grande chiavica <strong>di</strong> sbocco (1938).Ovviamente i lavori <strong>di</strong> regolazione idraulica comportarono una forte infrastrutturazione delparaggio, con la creazione <strong>di</strong> strade, manufatti tecnologici, abitazioni e persino fornaci per lafornitura del materiale. Tali opere vengono assunte oggi come elementi storico-documentali dellaStazione e sono oggetto <strong>di</strong> appropriati interventi <strong>di</strong> tutela e sviluppo della percezione <strong>di</strong>ffusa dellaidentità locale.Dopo il 1945, l'attività del Consorzio fu de<strong>di</strong>cata alla ricostruzione delle opere <strong>di</strong>strutte duranteil conflitto ed alla sostanziale ribonifica delle aree (dalle acque ma anche dalle mine, entrambe usatecome <strong>di</strong>fesa durante i combattimenti) con l'incremento <strong>di</strong> capienza delle Casse <strong>di</strong> espansione e larealizzazione delle chiaviche <strong>di</strong> testa dei savanelli Accursi e Brocchetti, completando <strong>di</strong> fatto labonifica della vecchia cassa <strong>di</strong> colmata I<strong>di</strong>ce-Quaderna ormai usata come accumulo delle piene soloin occasioni molto rare.L’evoluzione del territorio ArgentanoCome nella restante parte del territorio ferrarese, anche l’Argentano è sempre statocon<strong>di</strong>zionato dalla situazione ambientale e idrogeologica.L’antico tracciato del Po <strong>di</strong> Primaro e la confluenza <strong>di</strong> molti torrenti appenninici, rendevanopaludoso il terreno con pochissime terre emerse. Le Valli, d’acqua dolce in destra del fiume esalmastre in sinistra a causa dell’ingressione marina, hanno con<strong>di</strong>zionato i primi inse<strong>di</strong>amenti.Primi abitanti erano forse i Trigaboli, presenti nella Pianura Padana prima dei Romani e deiGalli e, dopo l’abbandono <strong>di</strong> Spina, i Greco – Etruschi.E’ probabile che questa zona fosse attraversata da vie <strong>di</strong> comunicazione tra Spina e Felsina e,successivamente, da Ravenna e Ostiglia lungo il Po <strong>di</strong> Primaro, come si deduce dalla TavolaPeutingeriana.Comunque, Argenta comincia ad affermarsi quando Ravenna <strong>di</strong>venta capitale dei Bizantini nel532 d.c. Infatti, viene potenziato il porto e l’abitato è cinto <strong>di</strong> mura per fronteggiare le invasioni deipopoli barbari. Inoltre, la Chiesa Ravennate costruisce ad Argenta la Pieve <strong>di</strong> San Giorgio.L’economia locale, oltre che dal ruolo fondamentale del porto, è caratterizzata da un’economiarurale dovuta alle bonifiche dei terreni.Con la caduta della dominazione bizantina (VIII sec.), il Po <strong>di</strong> Primaro comincia a perdere lasua importanza commerciale e, <strong>di</strong> conseguenza, i territori rurali intorno alla prima cintura ravennatevengono ulteriormente valorizzati e potenziati.Le terre che vanno dal Primaro al mare, vengono confermate ai Vescovi <strong>di</strong> Ravenna nel Xsecolo; nel frattempo, il centro abitato si sviluppa ulteriormente in sinistra del Primaro e sorgonoaltre chiese quali S. Nicolò in Borgo e S. Maria in Castro.Nel 1152, dopo la rotta <strong>di</strong> Ficarolo, il Po <strong>di</strong> Primaro perde ulteriormente la sua importanzacommerciale, mentre Ferrara tende ad espandersi togliendo a Ravenna la sua importanzacommerciale.In questo periodo, Argenta è il car<strong>di</strong>ne strategico per l’espansione dei Ferraresi nella Romagnaquin<strong>di</strong>, consapevole della propria importanza, si organizza Comune e afferma ancor <strong>di</strong> più ilcarattere rurale della sua economia, vista la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> importanza del suo porto.Dal XII secolo, in funzione dell’importanza strategica sul territorio del Comune <strong>di</strong> Argenta,ebbero inizio con alterne vicende le pressioni degli Estensi su Argenta per acquisirne il controllo.Essi, la ottennero prima in “locazione” da papa Clemente VI (1344) poi, nel 1501 “in vicariatoperpetuo” da papa Alessandro VI fino alla morte <strong>di</strong> Alfonso II (1597), quando l’intero Ducato <strong>di</strong>Ferrara fu devoluto allo Stato Pontificio.Per ritrovare aspetti significativi nella storia argentana, che in seguito ad un grave <strong>di</strong>ssestoidrografico e al terribile terremoto del 19 marzo 1624 visse poi in un periodo <strong>di</strong> decadenza, ènecessario arrivare al periodo tra l’unità d’Italia e i primi del Novecento. Gli argentani,10


<strong>di</strong> costa <strong>di</strong> oltre venti chilometri rispetto alla posizione attuale. Infine, durante l’ultima regressionemarina postflandriana, sviluppatasi in più fasi, si ebbe un progressivo spostamento verso orientedella linea <strong>di</strong> costa, sino a raggiungere l’attuale assetto geomorfologico.A causa della pluralità degli ambienti deposizionali in successione spazio – temporale, ilcomplresso plioquaternario nel territorio del Basso Ferrarese è costituito da un’alternanza <strong>di</strong> livellisabbiosi, limosi ed argillosi o da miscele binarie o ternarie <strong>di</strong> tali litotipi.L’assetto strutturale dei se<strong>di</strong>menti plioquaternari, è caratterizzato da blande anticlinali esinclinali, più accentuate nella parte basale della serie, ove sono presenti anche strutture a trappolase<strong>di</strong>mentaria o tettonica e, sempre più deboli man mano che si avvicina la superficie attuale.L’andamento anticlinalico e sinclinalico, fa variare lo spessore dei se<strong>di</strong>menti plioquaternari; peresempio tra il Mezzano e Casal Borsetti il tetto del prepliocene è a 2800 metri, tra Longastrino ed ilMezzano meri<strong>di</strong>onale c’è un alto strutturale ed il tetto è a 800 metri circa, tra Comacchio e PortoGaribal<strong>di</strong> una forte subsidenza <strong>di</strong> origine tettonica, ha permesso la deposizione <strong>di</strong> uno spessorevariabile tra i 3200 ed i 4800 metri circa <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti (D. Vincenti, E. Valpreda, G. Lenzi et Alii,1989).Da <strong>di</strong>versi anni, si calcola che il valore <strong>di</strong> subsidenza naturale attribuibile a cause geologiche(compattazione dei se<strong>di</strong>menti quaternari, eustatismo ed il basculamento della parte nord –orientaledella pianura padana) raggiunge gli 0,2 – 0,3 cm/anno. Il movimento <strong>di</strong> basculamento della PianuraPadana, vede la parte occidentale alzarsi lentamente, mentre quella orientale si sta abbassando;questo movimento avviene secondo l’asse Brescia –Genova, orientato NE – SW.Geologia <strong>di</strong> dettaglioIl territorio della Provincia <strong>di</strong> Ferrara non presenta gran<strong>di</strong> peculiarità dal punto <strong>di</strong> vistageologico.In superficie, la zona è stata in gran parte interessata dall’attività deposizionale del Po, che hacolmato con i suoi materiali prevalentemente fini, anche le possibili <strong>di</strong>suguaglianze stratigrafiche estrutturali.Il problema specifico riguardante la classificazione dei biotopi affioranti nella pianura ferrarese,deve essere necessariamente ricondotto ad una classificazione granulometrica dei terreni, i terreniaffioranti sono infatti depositi clastici <strong>di</strong> origine allevio – fluviale, cronologicamente databili alQuaternario continentale, mancando elementi paleontologici <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione.Ora, si procede alla descrizione dei depositi che caratterizzanol’area allo stu<strong>di</strong>o, desunti dallaCarta Geologica <strong>di</strong> Pianura della Regione Emilia-Romagna, scala 1:250000.In generale, si può affermare che la <strong>di</strong>stribuzione dei vari tipi litologici non è omogenea ma, èlegata al reticolo idrografico dei rami del Po che, anticamente, <strong>di</strong>vagavano nella zona in esame.Così. I terreni sabbiosi sono localizzati principalmente in corrispondenza <strong>di</strong> antichi alvei fluviali o<strong>di</strong> loro coni <strong>di</strong> esondazione, i materiali più fini si sono, invece, depositati principalmente nelle pianealluvionali in seguito a straripamento dei fiumi o rotta degli argini naturali.Partendo da ovest, si può notare come l’area sia interamente caratterizzata da depositi <strong>di</strong> pianadeltizia, sono depositi <strong>di</strong> canale <strong>di</strong>stributore o <strong>di</strong> argine e, si tratta in prevalenza <strong>di</strong> sabbie da me<strong>di</strong>e afini, in strati <strong>di</strong> spessore decimetrico passanti lateralmente, ed intercalate a sabbie fini e finissimelimose, localemente si tratta <strong>di</strong> sabbie grossolane in corpi lenticolari e nastriformi. Questi depositi,mettono in evidenza i tracciati dei paleoavei quali: il Po <strong>di</strong> Volano, il Po <strong>di</strong> Primaro e il Padoa –Padovetere.Tali depositi, sono occasionalmente interrotti da lenti <strong>di</strong> varia estensione areale, si tratta sempre<strong>di</strong> depositi <strong>di</strong> piana deltizia, ma sono tipici <strong>di</strong> ambiente <strong>di</strong> palude, sono costituiti da limi e limiargillosi intercalati in strati decimetrici , localmente caratterizzati da livelli organici parzialmentedecomposti.Procedendo da ovest verso est, si può notare come i depositi sopraccitati si riducanoconsiderevolmente, limitandosi alle aree coincidenti con le tracce dei paleoalvei, mentre si<strong>di</strong>ffondono i depositi <strong>di</strong> baia inter<strong>di</strong>stributrice, caratterizzati da argille limose, limi e sabbie14


finissime in strati decimetrici intercalati a livelli torbosi e/o sostanza organica parzialmentedecomposta; localmente presentano gusci <strong>di</strong> molluschi, sabbie fini e finissime limose in sottili corpinastriformi.I depositi <strong>di</strong> piana deltizia descritti fin ora, si estendono fino al limite orientale dell’areaindagata, dove vengono interrotti dai depositi <strong>di</strong> piana sabbia e fronte deltizia; si tratta <strong>di</strong> depositi <strong>di</strong>piana <strong>di</strong> sabbia e fronte deltizia e, <strong>di</strong> depositi <strong>di</strong> cordone litorale e dune eoliche, testimonianza <strong>di</strong>antiche linee <strong>di</strong> costa caratterizzati da sabbie me<strong>di</strong>e e fini intercalati livelli decimetri <strong>di</strong> gusci <strong>di</strong>molluschi, subor<strong>di</strong>natamente livelli <strong>di</strong> limi sabbiosi e <strong>di</strong> sostanza organica parzialmentedecomposta. Nella figura seguente, si riporta uno stralcio della Carta geologica <strong>di</strong> Pianura dellaRegione Emilia-Romagna, dove si possono osservare le <strong>di</strong>stribuzioni areali sopradescritte.15


La classificazione sismica nazionaleL’Italia appartiene ad una zona sismicamente attiva e, un terremoto rappresenta un rischioqualora nelle aree colpite dall’evento vi sia la presenza <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici, costruzioni e impianti. In un’areaintensamente popolata come l’Italia, la strategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dai terremoti è pertanto prevalentementeimpostata sull’elaborazione <strong>di</strong> un’adeguata normativa sismica che pre<strong>di</strong>sponga i requisiti antisismicidelle nuove costruzioni e gli eventuali interventi sul patrimoni e<strong>di</strong>lizio già esistente, in funzionedella pericolosità sismica delle aree in cui essi sorgono.La prima classificazione sismica italiana, costituita da una lista <strong>di</strong> comuni in cui dovevanoessere applicate precise norme costruttive, fu promulgata solamente dopo il terremoto del 28<strong>di</strong>cembre 1908 che <strong>di</strong>strusse le città <strong>di</strong> Reggio Calabria e Messina causando, più <strong>di</strong> 80000 vittime(Slejco – il sole 24 ore, 2003). Il Regio Decreto 18 aprile 1909, n° 193, conseguente all’evento(“Norme tecniche ed igieniche obbligatorie per le riparazioni, ricostruzioni e nuove costruzionidegli e<strong>di</strong>fici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 <strong>di</strong>cembre 1908 e da altriprecedenti elencati nel R.D. 15 aprile 1909. Designazione dei comuni”) riportava l’elenco deicomuni interessati da eventi sismicie soggetti al rispetto <strong>di</strong> specifiche norme tecniche perl’e<strong>di</strong>ficazione delle nuove costruzioni e per la ripazione <strong>di</strong> quelle danneggiate. Nell’arco <strong>di</strong> tempocompreso fra il 1908 ed il 1974, si procedette con il solo aggiornamento del primo elencoaggiungendo i nomi dei nuovi comuni danneggiati dai successivi terremoti.La decisione <strong>di</strong> dar vita ad una nuova e più evoluta normativa sismica nazionale avvenne solonel 1974 con la promulgazione della Legge del 02 febbraio 1974, n° 64, “Provve<strong>di</strong>menti per lecostruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche” che stabiliva alcuni principi generalie, presentava una rinnovata classificazione sismica aggiornabile qualora comprovate motivazionitecnico scientifiche lo richiedessero. La classificazione sismica del territorio nazionale, escludetutto il territorio compreso dall’associazione dei comuni dal rischio sismico, non inserendolo innessuna delle tre categorie, come illustrato dalla seguente figura.Stu<strong>di</strong> sismologi e geologici, successivi ai terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Irpinia,svolti nell’ambito del Progetto Finalizzato Geo<strong>di</strong>namica del Consiglio Nazionale delle Ricerche,incrementarono e svilupparono nuove conoscenze sulla sismicità del territorio nazionale,consentendo la formulazione <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong> classificazione sismica, basata su indagini <strong>di</strong> tipoprobabilistico della sismicità, con una parziale stima del rischio sismico sul territorio nazionale.17


Nella figura soprastante, viene riportata la nuova proposta <strong>di</strong> zonizzazione sismica del GruppoNazionale per la Difesa dai Terremoti, dell’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e dal Servizio SismicoNazionale.La presente proposta <strong>di</strong> riclassificazione sismica del territorio nazionale, è il risultato <strong>di</strong>un’elaborazione che ha utilizzato tutti gli elementi <strong>di</strong> conoscenza in materia ottenuti in quasi ventianni dal Gruppo per la Difesa dai Terremoti, dall’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e dal ServizioSismico Nazionale. Si tratta <strong>di</strong> un prodotto scientifico, basato sullo stato dell’arte e della praticainternazionale, caratterizzato da scelte delle soglie in linea con gli orientamenti comunitari e<strong>di</strong>nternazionali. E’ bene sottolineare che, nella proposta <strong>di</strong> riclassificazione, vengono attribuite lecategorie ai singoli comuni basandosi sulla localizzazione del centro capoluogo e, senza tenereconto delle configurazioni territoriali determinate dai limiti amministrativi. Le elaborazionieffettuate, non consentono analisi a livello sub – comunale e, pertanto, si ritiene che eventuali stu<strong>di</strong><strong>di</strong> dettaglio debbano essere rimandate a fasi successive <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>emento.L’or<strong>di</strong>nanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20/03/2003 “Primi elementiin materia <strong>di</strong> criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normativetecniche per le costruzioni in zona sismica”, pubblicata sulla G.U. del 08/05/2003, attua lariclassificazione sismica dell’intero territorio nazionale secondo nuovi criteri che definiscono gliin<strong>di</strong>catori da considerare e le procedure da adottare (“Criteri per l’in<strong>di</strong>viduazione delle zonesismiche – in<strong>di</strong>viduazione, formazione ed aggiornamento degli elenche nelle medesime zone”).La normativa sismica, <strong>di</strong>sciplina la progettazione e la costruzione <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici soggetti adazioni sismiche, nonché la valutazione della sicurezza e gli interventi <strong>di</strong> adeguamento su e<strong>di</strong>ficiesistenti soggetti al medesimo tipo <strong>di</strong> azioni, il suo scopo è <strong>di</strong> assicurare che in caso <strong>di</strong> eventosismico sia protetta la vita umana, siano limitati i danni e rimangano funzionanti le struttureessenziali e agli interventi <strong>di</strong> protezione civile.Tali norme, si applicano agli e<strong>di</strong>fici, per i quali si fa riferimento alle “Norme tecniche per ilprogetto, la valutazione e l’adeguamento sismico degli e<strong>di</strong>fici”, ai ponti, per i quali si fa riferimentoalle “Norme tecniche per il progetto sismico <strong>di</strong> ponti, nonché ad altri tipi <strong>di</strong> strutture per le qualinon sia <strong>di</strong>sponibile una norma specifica”.18


La nuova classificazione è articolata in 4 zone. Le zone 1, 2 e 3, corrispondenti alle zone <strong>di</strong> altasismicità (S= 12), me<strong>di</strong>a (S= 9) e bassa (S= 6) della legge 674/1974, prevedono l’applicazione <strong>di</strong>criteri antisismici con <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> severità. Nella zona 4, <strong>di</strong> nuova introduzione ecorrispondente a zona con bassissima sismicità, invece, è data facoltà alle regione <strong>di</strong> imporrel’obbligo della progettazione antisismica.Nella classificazione definita dai Decreti emessi fino al 1984, la sismicità è definita attraverso il“grado <strong>di</strong> sismicità” S, nella proposta <strong>di</strong> riclassificazione del Gdl del 1988 si utilizzano 3 categoriesismiche più una categoria <strong>di</strong> Comuni non classificati (N.C.), nella classificazione del 2003 lasismicità è definita me<strong>di</strong>ante quattro zone, già esposte in precedenza, La corrispondenza tra queste<strong>di</strong>verse definizioni è riportata nella tabella seguente.La Regione Emilia-Romagna, non è esente da attività sismico – tettonica. La sua sismicitàpuò però essere definita me<strong>di</strong>a relativamente alla sismicità nazionale, poiché i terremoti storicihanno avuto una magnitudo massima compresa tra 5,5 e 6 della scala Richter e intensità del IX – Xgrado della scala MCS. I maggiori terremoti (Magnitudo > 5,5) si sono verificati nel settore sud –orientale, in particolare nell’Appennino romagnolo e lungo la costa riminese. Altri settori,interessati da una sismicità frequente ma generalemente <strong>di</strong> minore energia (Magnitudo < 5,5), sonoil margine appenninico – padano tra la Val d’Arda e Bologna, lì’arco della dorsale ferrarese e ilcrinale appenninico. Di seguito, si riporta lo “Schema Tettonico” della Regione Emilia-Romagna,tratto dalle Note Illustrative della “Carta Sismotettonica della Regione Emilia-Romagna”, a cura <strong>di</strong>Mario Boccaletti e Luca Martelli (2004), per ottenere le informazioni necessaria in merito alla zonapresa in esame dal presente piano.19


La struttura delle acqueLo stato delle conoscenze scientifiche <strong>di</strong> baseLe conoscenze scientifiche <strong>di</strong> base, sono da considerarsi buone per ciò che riguarda gli aspettiideologici generali. Le Valli <strong>di</strong> Argenta sono, infatti sito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per le Università <strong>di</strong> Ferrara eBologna e, inoltre, la qualità delle acque dei fiumi è monitorata costantemente dall’ARPA.I dati, non facendo capo ad un unico Ente, sono <strong>di</strong>spersi e <strong>di</strong>somogenei e non possono essereutilizzati per in<strong>di</strong>rizzare la gestione complessiva del sito, pur essendo in parte stati riorganizzatinell’ambito <strong>di</strong> un recente intervento finanziato dallo strumento LIFE dell’UE.La morfologia areale, la sua origine e le mo<strong>di</strong>ficazioni stagionaliUno dei pochi esempi in Europa continentale <strong>di</strong> zone umide d’acqua dolce è costituito dall’Oasi<strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta. Infatti, questo comprensorio è stato risparmiato dalle bonifiche grazie allefunzioni idrauliche che esso svolge: le valli argentane fungono da casse <strong>di</strong> espansione trattenendo leacque <strong>di</strong> piena <strong>di</strong> due affluenti quando il fiume Reno è in piena.Il territorio, <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> una fitta rete <strong>di</strong> canali tali da permettere la regolamentazione del flussodei corsi d’acqua. Questo ambiente, <strong>di</strong> importanza internazionale ai sensi della ConvenzioneRamsar – nel Parco del Delta del Po dell’Emilia – Romagna sono ben 11 le zone Ramsar -,rispecchia nella vegetazione e nella fauna quelle che, presumibilmente, erano le caratteristiche dellearee paludose che ricoprivano vaste aree della pianura Padana.Questo territorio, si è originato all’interno delle gran<strong>di</strong> casse <strong>di</strong> espansione per le piene deitorrenti I<strong>di</strong>ce e Sillaro, del fiume Reno e <strong>di</strong> alcuni canali della bonifica che raccolgono le acque <strong>di</strong>tutta la pianura bolognese. Al suo interno, sono presenti tre principali bacini, il Bassarone (circa 150ettari, con acque aperte ed alberi morti che spuntano dalla superficie, Val Campotto ( circa 350ettari), con lamineti <strong>di</strong> Nymphaea alba e canneti, Vallesanta (circa 250 ettari), con canneti e tifati.Tra Val Campotto e Vallesanta, si trova il bosco idrofilo planiziale del Traversante (circa 150ettari), con Quercus robur, Populus alba, Fraxinus oxycarpa, Alnus glutinosa, Salix alba.All’interno del bosco, si trova il piccolo stagno del Cavedone. Una stretta fascia <strong>di</strong> boscagliaripariale igrofila, cinge anche le zone palustri ed alcuni corsi d’acqua, in particolare il fiume Reno.L’acqua, è regolata esclusivamente per esigenze <strong>di</strong> sicurezza idraulica e riserva idrica a scopoagricolo in modo inverso rispetto all’andamento naturale, con livelli alti in estate e bassi in invernoe le acque hanno una profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a intorno ad un metro.Il controllo e la gestione delle acque delle valli: il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica RenanaIl Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana, provvede alla manutenzione dei canali <strong>di</strong> bonifica, riducendola scabrezza delle sponde e, proteggendo gli argini da fontanazzi, provocati dall’azione dei ro<strong>di</strong>tori,e garantendo il contenimento delle piene degli alvei, delle idrovore e dei manufatti <strong>di</strong> regolazione,oltre che alle reti irrigue e delle stazioni <strong>di</strong> pompaggio. Tutti gli interventi <strong>di</strong> esercizio,manutenzione, <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> nuove opere <strong>di</strong> bonifica ed irrigazione, prevedono il rispetto e la<strong>di</strong>fesa dell’ambiente. Alcuni interventi, come nel caso dell’Oasi <strong>di</strong> Campotto e Vallesanta, hannocarattere <strong>di</strong> vera e propria salvaguar<strong>di</strong>a ambientale.21


I canali <strong>di</strong> bonifica, che permettono lo scolo delle acque <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> pianura <strong>di</strong> 119129ettari, si sviluppano per 1163 Km, sono sud<strong>di</strong>visi in 404 a scolo meccanico, 128 a scolo naturale e631 a scolo intermittente, cioè con scarico con<strong>di</strong>zionato dal livello idrometrico del fiume Reno; 358Km <strong>di</strong> canali sono arginati e sovrastano la parte più depressa del comprensorio.La parte più depressa del comprensorio <strong>di</strong> bonifica, giace a m 4,00 s.l.m., mentre gli argini delfiume Reno raggiungono quota 18,00 s.l.m. Quando il fiume Reno è in piena, solo le idrovorepossono garantire lo sgrondo delle acque della “bassa bolognese”, un territorio <strong>di</strong> circa 45000 ettaricompreso nei comuni <strong>di</strong> Molinella, Varicella, Malalbergo, Minerbio, Budrio, Me<strong>di</strong>cina e Argenta.Si calcola che, in mancanza delle idrovore, nel caso <strong>di</strong> una piena monosecolare con piggia <strong>di</strong>ffusasull’intero bacino del Reno, si possano allagare circa 15000 ettari <strong>di</strong> terreno agricolo e urbano.Il territorio <strong>di</strong> pianura del consorzio, è servito da 17 impianti idrovori tutti situati nelle zonealtimetricamente più depresse e, all’interno dell’Oasi <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta troviamo l’impianto<strong>di</strong> Saiarino, Bassarone, Due Luci e Vallesanta, maggiori informazioni riguardo queste idrovore sonoriportate nella tabella sottostante.Un così cospicuo numero <strong>di</strong> idrovore, è dovuto all’esigenza <strong>di</strong> adeguare progressivamenteimpianti e rete idraulica al maggior flusso <strong>di</strong> acqua proveniente da un territorio sempre piùurbanizzato e drenato, per assicurare in tutto il comprensorio il medesimo livello <strong>di</strong> sicurezzaidraulica.22


E’ in fase <strong>di</strong> realizzazione l’impianto idrovoro <strong>di</strong> Campotto – Morgana, scolmatore <strong>di</strong> piena delsistema scolante <strong>di</strong> bonifica in sinistra del torrente I<strong>di</strong>ce.Per il comprensorio in sinistra dell’I<strong>di</strong>ce, è stato costruito nella località Salarino, ad ovest <strong>di</strong>Argenta, uno stabilimento idrovoro che alla massima prevalenza prevista <strong>di</strong> m. 4,35 ha la portata <strong>di</strong>mc 36,60 a minuto secondo; in destra dell’I<strong>di</strong>ce è stato costruito lo stabilimento Vallesanta che hauna portata <strong>di</strong> mc 18,30 alla prevalenza massima <strong>di</strong> m. 3,30.Le valli <strong>di</strong> Campotto e Vallesanta, fanno parte delle opere <strong>di</strong> bonifica idraulica realizzate dalConsorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana e, il sistema idraulico ha previsto due casse <strong>di</strong> espansione qualiCampotto – Bassarone e Vallesanta nelle quali, le acque dei canali <strong>di</strong> bonifica vengonoimmagazzinate quando le quote del fiume Reno non ne consentono il deflusso. Quin<strong>di</strong>, si tratta <strong>di</strong>invasi artificiali gravati da servitù idraulica preminente su ogni altra utilizzazione ma, proprioperché in<strong>di</strong>ssolubilmente legati al funzionamento del sistema idraulico, ne è garantita e fatta salva laconservazione.“Destinate al servizio dei due stabilimenti idrovori due Casse <strong>di</strong> espansione, che hannofunzione <strong>di</strong> moderare le prevalenze col tener immagazzinate le acque sollevate durante le piene delReno, sempre <strong>di</strong> breve durata (uno o due giorni). Dette Casse, collocate in aderenza alle chiaviche<strong>di</strong> scarico, rendono più facile ed economico il funzionamento delle macchine le quali, male siadatterebbero a versare <strong>di</strong>rettamente in un fiume come il Reno a rapissimi incrementi a gran<strong>di</strong><strong>di</strong>slivelli. Le Casse, hanno ampiezza esuberante alle Acque basse del proprio comprensorio e,possono eccezionalmente servire <strong>di</strong> ristoro anche alle Acque alte. A tal uopo, appositi manufattiscaricatori mettono in comunicazione le Acque alte con le Casse. Nella stagione estiva, le acqueimmesse nelle Casse <strong>di</strong> espansione, o trattenute nei canali <strong>di</strong> acque alte, o in esse sollevate,possono essere utilizzate per irrigazione e, specialmente, per la coltura del riso” (ing. P. Pasini).Tale situazione, ha permesso la ricostruzione <strong>di</strong> un habitat costituito da zone perennemente inacqua, alternate a zone in cui crescono boschi rigogliosi, saltuariamente allagati, radure e campicoltivati. La conservazione e l’interesse per tale area, hanno promosso interventi per la promozione,la salvaguar<strong>di</strong>a e la valorizzazione della Stazione <strong>di</strong> Capotto <strong>di</strong> Argenta.I fattori negativi che minacciano le caratteristiche della Zona UmidaI fattori negativi che minacciano le caratteristiche della zona umida, in relazione alla strutturamorfologica e biologica delle acque, possono essere riassunti nei seguenti punti:• La raccolta delle acque <strong>di</strong> scolo della pianura, intensamente coltivata, provoca forteinquinamento idrico da pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti e, conseguentemente, l’aumento dei nutrienticon eutrofia delle acque e anossia dei fondali;• L’utilizzo del comprensorio dell’Oasi <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta, come riserva e come cassa <strong>di</strong>espansione, evidenzia le seguenti criticità. In primo luogo, l’uso del bacino come riservaidrica, causa spesso eccessivo prosciugamento della palude, con deterioramento della qualitàdelle acque e con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat e specie acquatiche. In secondo luogo, l’uso come cassa<strong>di</strong> espansione, ha provocato piene improvvise che hanno causato la sommersione e la<strong>di</strong>struzione dei ni<strong>di</strong> delle specie presenti in loco. Infine, questi due utilizzi determinanol’inversione dei naturali andamenti dei livelli idrici, con elevati livelli estivi (riserva idrica)e, bassi livelli invernali (cassa <strong>di</strong> espansione).• La gestione delle golene fluviali golene fluviali, volta esclusivamente alla sicurezzaidraulica, è una modalità <strong>di</strong> gestione poco equilibrata del comprensorio.23


Progetti ed interventiL’azione del Parco dovrà concorrere, nel prossimo futuro, alla realizzazione degli interventinecessari <strong>di</strong> ripristino dei meccanismi <strong>di</strong> autoregolazione dell’habitat vallivo e, delle tecniche <strong>di</strong>corretta utilizazione antropica delle risorse da esso prodotte collaborando a mettere in atto leseguenti azioni strategiche:• L’attivazione <strong>di</strong> interventi volti al miglioramento della circolazione delle acque;• Il ripristino <strong>di</strong> prati umi<strong>di</strong> e allagati ed arbusteti in aree agricole a<strong>di</strong>acenti alle palu<strong>di</strong>;• Il controllo della fruizione turistica, ricreativa e sportiva su percorsi fissi e con rispetto dellesoglie massime <strong>di</strong> presenza per ogni singola realtà valliva;• Il potenziamento dell’attività <strong>di</strong> ricerca, volta alla valutazione degli effetti <strong>di</strong> recuperoambientale e per il monitoraggio costante delle qualità chimico – fisiche e biologiche dellevalli;• L’integrazione del recupero ambientale con azioni mirate alla valorizzazione dell’esperienzaaccumulata dalle comunità locali che, in parte, hanno basato la loro sopravvivenzaeconomicasulle risorse biologiche delle Valli.24


<strong>Analisi</strong> delle componenti culturali, storico e testimonialiArgenta e la Pieve <strong>di</strong> San GiorgioNonostante la scarsa documentazione storica, si può supporre che del territorio argentanoesistesse già un primo nucleo inse<strong>di</strong>ativi in scarsa età romana. Durante il VII secolo, l’incalzaredell’invasione longobarda indusse l’Esarcato ravennate ad intervenire sugli inse<strong>di</strong>amenti nel deltapadano, mo<strong>di</strong>ficandone gli assetti e proteggendo i luoghi che, dal punto <strong>di</strong> vista militare ecommerciale, risultavano strategici. Uno stesso filone <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione accomuna l’origine <strong>di</strong> Ferrara e<strong>di</strong> Argenta, sorte come avamposti della ingressione politica e religiosa ravennate verso l’entroterranell’area deltizia, in maniera particolarmente decisa dal VI secolo, per contrastare l’avanzatalongobarda. Come Ferrara, così anche Argenta nasce a ridosso <strong>di</strong> un corso fluviale; Ferrara sorgesul Po <strong>di</strong> Ferrara, Argenta sul Po <strong>di</strong> Primaro. In entrambe le località, il centro religioso denominatoSan Giorgio, sorge sulla sponda destra, mentre quello politico – militare, il castrum, si trova sullasponda sinistra, se il castrum Ferrariae è stato in<strong>di</strong>viduato, l’esistenza del castrum Argentae, nonha ancora avuto riscontro archeologico né storico documentale.La Pieve <strong>di</strong> San Giorgio si trova all'interno del perimetro <strong>di</strong> stazione, sulla via Car<strong>di</strong>nala,accanto alla Cassa Bassarone.La Pieve sorge sulla riva destra del fiume Reno e venne fondata nel 569 d.C. per voleredell’Arcivescovo <strong>di</strong> Ravenna, Agnello. È la chiesa più antica della provincia <strong>di</strong> Ferrara e una dellepiù antiche dell'Emilia-Romagna.Essa è l’elemento <strong>di</strong> maggiore valore storico ed architettonico della Stazione “Campotto <strong>di</strong>Argenta”; i ritrovamenti archeologici nel sito in cui sorge la Pieve testimoniano un’occupazione piùantica, risalente al periodo Romano.La pianta originaria della chiesa era a tre navate, con un abside pentagonale mentre oggi si presentacon la sola navata centrale. Buona parte della chiesa originaria si trova circa 3 metri sotto l’attualepiano <strong>di</strong> campagna.All'interno vi sono un altare bizantino e tracce <strong>di</strong> pittura risalenti al XII secolo.Di particolare pregio il portale marmoreo, risalente al 1122 ed attribuito alla scuola <strong>di</strong> Giovanni daMo<strong>di</strong>gliana.; reca nella lunetta il bassorilievo del martirio <strong>di</strong> San Giorgio.La pieve conteneva una fonte battesimale.Essa è testimonianza evidente della più antica forma <strong>di</strong> popolamento strutturato nell'area e,richiamo ai legami con la sfera culturale bizantina della vicinissima Ravenna.25


L’idrovora Saiarino: la storia della bonificaPer bonifica, si intende il prosciugamento ed il successivo mantenimento <strong>di</strong> un’area allagata,allo scopo <strong>di</strong> recuperare terreno da a<strong>di</strong>bire all’agricoltura, ad inse<strong>di</strong>amenti domestici o per motiviigienico – sanitari, in particolare la lotta alla malaria. Inizialmente, il metodo utilizzato perbonificare quest’area fu la bonifica per colmata, che si ottiene quando una zona depressa e paludosaviene colmata dai se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> uno o più fiumi in essa incanalati. I se<strong>di</strong>menti che si depositano neidecenni, determinano l’innalzamento del fondo dell’area, detta cassa <strong>di</strong> colmata, fino ad un livellouguale o superiore a quello dei terreni circostanti, permettendo il deflusso delle acque. Gran partedel territorio compreso tra Argenta e Molinella, sede un tempo delle valli <strong>di</strong> Argenta e Marmorta, èappunto la cassa <strong>di</strong> colmata dei fiumi I<strong>di</strong>ce e Quaderna.Il 30 agosto 1813, con decreto napoleonico, fu istituita la “Cassa <strong>di</strong> colmata dell’I<strong>di</strong>ce e delQuaderna” con lo scopo <strong>di</strong> innalzare il piano me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> campagna nelle zone paludose <strong>di</strong> Argenta eMarmorta e permettere, a bonifica ultimata, una pendenza <strong>di</strong> scolo sufficiente al drenaggio delleacque su un territorio <strong>di</strong> 5400 ettari. Ai primi del ‘900, dopo quasi un secolo, i se<strong>di</strong>menti dei fiumiI<strong>di</strong>ce e Quaderna erano serviti ad ottenere l’effetto voluto solo ad una superficie <strong>di</strong> 900 ettari. Ilraggiungimento del totale colmamento dei restanti 4500 ettari avrebbe, ovviamente, richiesto untempo eccessivamente lungo, mentre il mondo agricolo premeva per avere maggiori prospettive inquesto territorio. Alla fine del XIX secolo, per raggiungere tale scopo, si decise <strong>di</strong> continuare ilprosciugamento utilizzando le moderne tecnologie della bonifica meccanica. L’idrovora a vapore,invenzione della metà dell’800, permetteva risultati più rapi<strong>di</strong> ed efficaci rispetto alla bonifica percolmata.Nel 1909, fu istituito il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana e il 13 giugno del 1925, presso l’idrovora<strong>di</strong> Salarino, il re Vittorio Emanuele III inaugurò il completamento degli impianti idrovori.Presso l’idrovora <strong>di</strong> Salarino, è stato allestito il museo della bonifica che comprende una mostradelle varie fasi storiche dell’evoluzione del territorio, un’esposizione delle macchine e degli utensiliimpiegati nelle opere <strong>di</strong> bonifica e, la presentazione dell’impianto idrovoro tuttora funzionante.27


Gli altri manufatti della bonificaL’area della stazione Campotto <strong>di</strong> Argenta, essendo, come già più volte affermato, strategicaper il mantenimento del drenaggio dei terreni <strong>di</strong> parte della bassa pianura Bolognese e Ferrarese,presenta alcune importanti opere finalizzate alla regimazione delle acque ed al controllo dei livelliidrici, nei fiumi, nei canali e nelle casse.Tra i manufatti <strong>di</strong> maggiore pregio e rilevanza, risalenti all’inzio del ‘900, sono da citare:- Chiavica Beccara Nuova;- Chiavicone dell’I<strong>di</strong>ce;- Idrovora <strong>di</strong> Vallesanta;- Ex-chiavica dell’I<strong>di</strong>ce;- Chiavica Emissario Vallesanta.Gli altri manufatti della stazioneAll’interno del territorio della stazione vi sono, infine, alcuni manufatti che documentano glialtri utilizzi cui nel recente passato era destinata l’area delle casse <strong>di</strong> espansione.Troviamo, così, piccoli e<strong>di</strong>fici utilizzati come case <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, oppure come casini <strong>di</strong> caccia,oppure ancora strutture <strong>di</strong> supporto per la pesca professionale e l’itticoltura o per la raccolta <strong>di</strong> altriprodotti delle valli (es. canne).Nelle zone emerse, utilizzate a scopo agricolo, troviamo, inoltre, alcune antiche casecoloniche, ormai <strong>di</strong>sabitate.Tutti questi e<strong>di</strong>fici possono trovare nuove destinazioni, connesse alla fruizione e allagestione della stazione.Gli e<strong>di</strong>fici utilizzati per attività connesse all’uso delle risorse naturali:- Casa <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a “Bassarone”;- Casa dei Guar<strong>di</strong>ani Val Campotto “Car<strong>di</strong>nala”;- Ca’ Romanette;- Casetto dei Pescatori al Bassarone;- Casetto dei Guar<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> Val Campotto;Gli e<strong>di</strong>fici ad uso agricolo:- Casetto Rosso <strong>di</strong> Vallesanta;- La Tabaccaia.28


Il Santuario della CellettaSulla Statale n° 16, in <strong>di</strong>rezione Ravenna, a 2 Km dal centro <strong>di</strong> Argenta si erge il Santuariodella Celletta. Un tempo cella rinascimentale, poi tempio barocco, il Santuario che oggi possiamoammirare venne innalzato a partire dai primi del ‘600 per far fronte al crescente numero <strong>di</strong> fedeliche, in seguito ad una miracolosa apparizione. La progettazione della nuova chiesa venne affidata alpittore ed architetto argentano Marco Niccolò Balestri e, in seguito alla sua morte, fu portata atermine dall’Aleotti. La costruzione presenta semplici e nitide strutture su pianta ellittica, cosìcom’era in uso nel ‘600 ma, con linee e modanature architettoniche classicheggianti. Gravementedanneggiata nel 1945, è stata restaurata nel 1954. Di proprietà dell’Amministazione Comunale, è <strong>di</strong>consuetu<strong>di</strong>ne l’accordo con la Diocesi <strong>di</strong> Ravenna e con la parrocchia <strong>di</strong> San Nicolò, per il cultoreligioso e per l’officio delle messe.29


Il Casino <strong>di</strong> CampottoFu e<strong>di</strong>ficato alla fine del XVIII secolo come casa colonica, nelle vicinanze sorgeva un secondoe<strong>di</strong>ficio a<strong>di</strong>bito a stalla per cavalli e abitazioni, interamente <strong>di</strong>strutto dopo la seconda guerramon<strong>di</strong>ale. L’e<strong>di</strong>ficio è <strong>di</strong> proprietà del Consorzio della Bonifica Renana, in <strong>di</strong>sponibilità al comitato<strong>di</strong> Gestione dell’Oasi, è stato restaurato recentemente dal Consorzio della Bonifica Renana e dalComune <strong>di</strong> Argenta. La sua destinazione d’uso è quella <strong>di</strong> centro <strong>di</strong> documentazione della bonifica,dei prodotti vallivi e della fauna e flora <strong>di</strong> valle. Costituisce il punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> un percorsoregolamentato per la visita.30


Le rovine della Bastia del ZanioloLa Bastia del Zaniolo fu e<strong>di</strong>ficata nel 1395 da Nicolò d’Este, con funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, osteria edogana ove esigere i dazi del passo del Po <strong>di</strong> Primaro.Il luogo in cui fu eretto il castello aveva avuto da secoli grande importanza strategica ed è lecitosupporre che fosse già dotato <strong>di</strong> alcuni presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo militare. Nel 963 Ottone I vi trovò rifugiodopo essere stato scacciato da Roma da papa Giovanni XII.Il nome si deve alla posizione in cui fu eretta la fortezza, presso la foce del canale Zaniolo nel Po <strong>di</strong>Primaro.Nel 1482, durante la guerra con Venezia, gli Estensi dotarono la fortezza <strong>di</strong> un nuovo bastione alletre torri già esistenti (torre Vecchia, torre Grande, torre del Cantone verso Filo), temendo attacchidalla città <strong>di</strong> Ravenna dominata dai Veneziani.La Bastia del Zaniolo, perduta nel 1511 da Alfonso d’Este durante le guerre con il Papato, furiconquistata repentinamente, dopo due sole settimane, dal valoroso duca ferrarese, che nellabattaglia fu colpito alla fronte da una pietra scagliata dagli spalti, durante un assalto alle mura;Alfonso d’Este se la cavò in pochi giorni.In quello stesso XVI secolo la Bastia del Zaniolo fu <strong>di</strong>strutta.31


L’Ecomuseo <strong>di</strong> ArgentaIl concetto <strong>di</strong> ecomuseo è <strong>di</strong> origine francese e si è affermato a partire dagli anni Settanta delsecolo scorso: museé éclateé (museo esploso) prima, poi ecomuseo. L’evoluzione semantica econcettuale del termine rende bene l’idea: museo che supera i confini dei propri muri, i limitidell’e<strong>di</strong>ficio, per allargarsi al territorio, all’organizzazione umana che vi risiede, al paesaggio, alpatrimonio culturale e all’insieme dei valori espressi dalla comunità. Da questo background,muove il suo processo costitutivo l’Ecomuseo <strong>di</strong> Argenta, che fra il 1999 ed il 2002 si è dotato <strong>di</strong>tre stazioni museali, antenne e strumenti <strong>di</strong> documentazione “del” e “sul” territorio,dell’interazione millenaria dell’uomo con esso. Infatti, il sistema ecomuseale <strong>di</strong> Argenta siconfigura come una struttura articolata, che abbraccia la complessità <strong>di</strong> beni culturali ed ambientalima, anche i valori e le identità delle comunità locali.L’Ecomuseo <strong>di</strong> Argenta, è frutto <strong>di</strong> intese definite tra il Comune <strong>di</strong> Argenta, titolare delle funzionimuseali e degli in<strong>di</strong>rizzi programmatori, il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana, autore del sistema <strong>di</strong>regimazione idraulica e proprietaria <strong>di</strong> larga parte dei terreni e degli impianti su cui insistel’Ecomuseo; il Parco del Delta del Po della Regione Emilia-Romagna, titolare delle funzioni <strong>di</strong>orientamento e ricerca scientifica, <strong>di</strong> gestione e qualificazione ambientale del territorio. Lagestione dei servizi al pubblico è stata affidata alla cooperativa Atlantide <strong>di</strong> Cervia – Ravenna,esperta in stu<strong>di</strong> ambientali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica mussale.Ogni anno il sistema museale, si dota <strong>di</strong> un piano per le attività con i visitatori e con le scuole. Ilprogramma <strong>di</strong> educazione ambientale, si incar<strong>di</strong>na su tutti i contenuti culturali proposti dai tremusei: attività naturalistiche sull’elemento acqua e le componenti faunistiche e vegetazionalidell’Oasi, sugli interventi umani e l’evoluzione geomorfologia del territorio, sulla bonifica, lascienza e le innovazioni tecnologiche, l’archeologia industriale, le attività inerenti gli aspetti civicidella comunità, le espressioni artistiche, l’evoluzione dei popolamenti, la <strong>di</strong>sciplina delritrovamento archeologico.Le attività rivolte alle scuole ed al pubblico – visite guidate, esperienze con approfon<strong>di</strong>mentitematici, escursionismo ambientale a pie<strong>di</strong> ed in bicicletta, attività naturalistiche – vengonocondotte sia nelle se<strong>di</strong> scolastiche che in quelle museali e nel territorio.Nella tabella sottostante, sono in<strong>di</strong>cate le presenze annuali del sistema Ecomuseale all’interno dellaStazione <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta.2005 2004 2003 2002 2001 2000genn 165 158 62 58 71 0febb 503 105 292 99 177 0marzo 2406 1932 1312 790 752 0apr 4303 3927 2645 3280 2436 0magg 5207 6288 5308 5172 3373 0giug 1318 840 527 272 530 0lugl 126 490 271 181 165 0ago 491 111 170 271 152 0sett 371 844 559 368 188 162ott 417 1609 773 652 565 477nov 0 802 347 309 165 112<strong>di</strong>c 0 14 84 16 66 126TOTALE 15307 17120 12350 11468 8640 877


Il turismoL’inserimento del turismo, e attività connesse, nel novero delle opportunità strategiche <strong>di</strong> sviluppoper questo territorio va riferito alla valorizzazione in corso delle attrattive locali e soprattutto allemodalità specifiche <strong>di</strong> proposta e <strong>di</strong> scoperta del territorio avviate negli anni più recenti, fattori chefinalmente consentono <strong>di</strong> attivare in modo biunivoco le sinergie territoriali con i territori confinantidel ferrarese, del ravennate e del bolognese, ivi comprese le realtà turistiche ingenti della costa edelle città d’arte e cultura. La possibilità <strong>di</strong> stabilire un proficuo rapporto con le realtà limitrofe deveinfatti fondarsi su un proprio “modello locale” <strong>di</strong> proporre turismo, un modello che nei 5 comuni nonpuò che essere attento all’ambiente, alla natura, ai beni storico-culturali cosiddetti “minori”, aiprodotti locali, puntando alla valorizzazione <strong>di</strong> risorse straor<strong>di</strong>narie come quelle delle valli, delle vied’acqua storiche, delle bonifiche, con specifici percorsi fungibili (ovvero attrezzati con punti <strong>di</strong>accoglienza, strutture ricettive, <strong>di</strong> ristoro, servizi <strong>di</strong> guida e accompagnamento, ecc.) alla scoperta deivalori del territorio (come gli itinerari ciclabili, la strada dei vini e dei sapori o il potenzialeinteressante percorso alla scoperta delle “delizie estensi”).Il mercato turistico, pur in presenza <strong>di</strong> sconvolgimenti indotti dalla globalizzazione dell’economia edalle crisi internazionali, manifesta in prospettiva una vitalità straor<strong>di</strong>naria. La capacità <strong>di</strong> riassorbirein tempi rapi<strong>di</strong> anche le congiunture più drammatiche, come quelle create recentemente da eventiluttuosi <strong>di</strong> enorme portata (attentati, guerre, cataclismi naturali), è <strong>di</strong>mostrazione dell’energia e dellepotenzialità insite in questo mercato. Un mercato destinato a crescere notevolmente sul me<strong>di</strong>o lungoperiodo, basti pensare alle ingenti riserve <strong>di</strong> domanda potenziale che si potranno sprigionare neiprossimi decenni dai nuovi paesi emergenti, quali la Cina e l’In<strong>di</strong>a. L’Europa può essere il principalerecapito <strong>di</strong> questi nuovi ingenti flussi <strong>di</strong> turismo, e non solo l’Europa maggiore delle capitali e dellegran<strong>di</strong> città, ma anche l’Europa minore, così vivibile, <strong>di</strong> facile approccio, densa <strong>di</strong> storia e cultura.Le prospettive <strong>di</strong> crescita del mercato dei viaggi indotte dall’emergere <strong>di</strong> una fascia consistente <strong>di</strong>popolazione con adeguata capacità <strong>di</strong> spesa in alcuni “giganti demografici” del mondo sonoimponenti sul lungo termine, ma restano oggi in secondo piano rispetto alle imme<strong>di</strong>ate opportunitàofferte dal vasto mercato “interno” dell’Euro e dell’ancor più ampio bacino continentale del turismopotenziale proveniente dall’Europa allargata. Un mercato, quello europeo, connotato da unadomanda <strong>di</strong> viaggi esperta, evoluta, espressa da persone che si informano e prenotano “on line”, chesono alla ricerca <strong>di</strong> novità perché stanche <strong>di</strong> mete consuete e soprattutto <strong>di</strong> modalità tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong>consumo del tempo <strong>di</strong> vacanza. In Europa si affermano infatti forme <strong>di</strong> vacanza innovative (come illast minute) e viaggi dalle più variegate motivazioni.In sostanza si allarga il ventaglio dei turismi: le motivazioni principali sono sempre più articolate,ma tutti i tipi <strong>di</strong> vacanza sono accomunati da aspettative <strong>di</strong> unicità e irripetibilità delle esperienze <strong>di</strong>viaggio. La partecipazione ad eventi, a occasioni <strong>di</strong> scoperta del territorio, a momenti <strong>di</strong> vita comunecon le popolazioni locali sono fattori essenziali <strong>di</strong> successo per il turismo <strong>di</strong> oggi e <strong>di</strong> domani. Inquesta accezione <strong>di</strong>venta concreta la possibilità <strong>di</strong> acquisire nuovi flussi turistici da parte dellelocalità minori. Fra l’altro da molti anni queste aree risultano statisticamente in crescita <strong>di</strong> visitatoriin quasi tutta Europa grazie anche all’affermarsi <strong>di</strong> una certa erraticità nei comportamenti turistici(soggiorni molto brevi e frequenti spostamenti) e al consolidarsi delle forme <strong>di</strong> turismo enogastronomico, rurale e ambientale e della ricettività sparsa nel territorio in bed and breakfast eaziende <strong>di</strong> agriturismo.Anche se non ci si può attendere che le attività turistiche assumano in questo territorio il ruolo <strong>di</strong>traino primario dell’economia, tuttavia questo scenario globale sembra delineare <strong>di</strong> maggioriopportunità <strong>di</strong> sviluppo per il territorio all’interno della Stazione <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta. Il territoriolocale, deve però sapersi trasformare a misura <strong>di</strong> visitatore prevedendo, a tal fine, adeguamentistrutturali e infrastrutturali e una progettualità attenta alla qualità del paesaggio sia sul versante delrecupero naturalistico sia dal punto <strong>di</strong> vista del pregio estetico dei manufatti, ma soprattuttopromuovendo una cultura <strong>di</strong>ffusa dell’accoglienza. Occorre dunque sia un ampliamento siasoprattutto un rinnovamento/<strong>di</strong>versificazione dell’offerta <strong>di</strong> ospitalità (B.&B., agriturismi....)attraverso norme che facilitino e in<strong>di</strong>rizzino verso la qualità gli investimenti nel turismo e per il33


turismo (in particolare attraverso il recupero <strong>di</strong> patrimonio agricolo <strong>di</strong>messo, e<strong>di</strong>lizia storica, e<strong>di</strong>liziaminore), seguendo le linee <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno strategico <strong>di</strong> valorizzazione territoriale. Si delineano infattinel seguito ipotesi <strong>di</strong> sviluppo delle opportunità turistiche <strong>di</strong>versificate, in particolare lungo alcunematrici ambientali portanti, che possono costituire linee privilegiate per gli investimenti pubblici eprivati nel settore.D’altra parte occorre il concorso <strong>di</strong> tutte le espressioni della collettività, in particolare dell’articolatomondo delle associazioni, per far lievitare la cultura dell’accoglienza nelle categorie economiche enella popolazione tutta che deve aprirsi all’incontro, al <strong>di</strong>alogo, all’intreccio con le culture e letra<strong>di</strong>zioni dei visitatori.Questo territorio deve certo perseguire l’integrazione della propria offerta in un ambito allargato, checomprende un sistema <strong>di</strong> risorse culturali <strong>di</strong> indubbio rilievo europeo che ha in Ferrara e Ravenna lepunte <strong>di</strong> eccellenza, e in un sistema <strong>di</strong> risorse ambientali che ha nel Delta la propria label <strong>di</strong> qualità.Ma deve riuscire a farlo attraverso le proprie risorse e promuovendo la propria specificità, evitando<strong>di</strong> accontentarsi <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> riflesso.Dal punto <strong>di</strong> vista delle risorse che possono sostenere lo sviluppo turistico, appare chiaro che glielementi car<strong>di</strong>ne sono costituiti dal patrimonio storico-culturale ed ambientale. Ciò significa che lepolitiche <strong>di</strong> promozione turistica si possono basare su operazioni <strong>di</strong> valorizzazione territoriale, cherafforzino e integrino i sistemi ambientali <strong>di</strong> maggior pregio, a partire dai corsi d’acqua, ancheartificiali. Inoltre <strong>di</strong>viene decisivo il fatto che la pianificazione comunale si impegni in operazioniurbanistiche che alzino il profilo turistico del territorio, con una progettazione integrata tra settori econcertata con i territori limitrofi -superando logiche <strong>di</strong> campanile- per ricucire ambiti turisticiframmentati ed assestarne le saldature funzionali, infrastrutturali e <strong>di</strong> immagine.Le strutture ricettive e <strong>di</strong> ristorazioneAll’interno del territorio <strong>di</strong> stazione sono presenti due strutture turistiche: un agriturismo ed un barristorante.L’agriturismo Val Campotto è collocato lungo la strada provinciale n. 47, traversa della stradaprovinciale n. 38 via Car<strong>di</strong>nala, presso la tenuta Tarlazza; offre sia servizio <strong>di</strong> ristorazione, sia <strong>di</strong>pernottamento.Il bar ristorante L’Oasi è situtato nei pressi dell’ingresso <strong>di</strong> Vallesanta e offre, oltre al servizio <strong>di</strong>ristorazione, la possibilità <strong>di</strong> noleggiare biciclette per effettuare il percorso perimetrale <strong>di</strong> Vallesanta.Nella frazione <strong>di</strong> Campotto, appena fuori dal territorio <strong>di</strong> stazione, sono presenti alcuni ristoranti el’ostello <strong>di</strong> Campotto, struttura <strong>di</strong> proprietà del Comune <strong>di</strong> Argenta, che fa parte integrante delsistema <strong>di</strong> fruizione del Parco del Delta del Po.Le attività sportive e culturaliAll’interno del territorio <strong>di</strong> stazione viene praticato il tiro con l’arco, sull’argine del fiume Reno, inuna ristretta porzione arginale limitrofa al ponte della strada provinciale Car<strong>di</strong>nale.L’attività non presenta problematiche rispetto alle finalità <strong>di</strong> conservazione del Parco.Nell’area della Pieve <strong>di</strong> San Giorgio si svolge, annualmente, la manifestazione <strong>di</strong> rievocazionestorica denominata “Trigallia”. L’evento, <strong>di</strong> rilievo nazionale ed internazionale, consiste nellarievocazione dell’epoca in cui la pianura Padana era abitata dai Celti, riproponendo le usanze ed icostumi del popolo celtico.34


Durante la settimana della manifestazione convengono ad Argenta migliaia <strong>di</strong> visitatori e nella zonadella Pieve si ha certamente un certo impatto, derivante dalla presenza <strong>di</strong> tale folla.Tuttavia, la durata della manifestazione è piuttosto breve e la localizzazione sufficientementedecentrata rispetto alle aree <strong>di</strong> pregio naturalistico della stazione.Si ritiene, quin<strong>di</strong>, che l’evento contribuisca a caratterizzare le peculiarità culturali del territorio <strong>di</strong>stazione e del territorio argentano in generale, senza arrecare danno alla conservazione delpatrimonio naturale o senza interferire con le altre attività in essere.Pertanto, si propone <strong>di</strong> destinare l’area della Pieve <strong>di</strong> San Giorgio allo svolgimento <strong>di</strong> talemanifestazione o <strong>di</strong> altri eventi legati al Parco del Delta del Po, allestendo i servizi necessari a taliattività.Premessa<strong>Analisi</strong> delle attività agricole e zootecnicheI Parchi sono luoghi d’eccellenza dove, oltre che porre particolare attenzione alla salvaguar<strong>di</strong>adel patrimonio naturale, è necessario sostenere interventi gestionali che consentano la tutela dellearee rurali, ponendo attenzione contemporaneamente alla qualità dei prodotti e alla loro tipicità.Le aree protette inoltre sono tenute a favorire un’integrazione fra tutela dell’ambiente esviluppo economico-sociale del territorio, per non creare un “parco museo” bensì “un parcolaboratorio” dove le attività produttive, quin<strong>di</strong> l’uomo, sono parte integrante dell’ambiente in cuivive, senza per questo danneggiarlo. In alcuni casi, lo stesso Ente <strong>di</strong> Gestione del Parco governa<strong>di</strong>rettamente interventi sul territorio, volti alla corretta gestione dello stesso, stipulando convenzionie accor<strong>di</strong> pluriannuali con il mondo impren<strong>di</strong>toriale.L’attenzione al mondo rurale è sottolineata anche dal Protocollo d’Intesa sottoscritto dalMinistero delle Politiche Agricole e Forestali e la Federazione Italiana dei Parchi e delle RiserveNaturali per “la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo delle attività agricole sostenibili nelle areeprotette” firmato a Bologna il 15 settembre 2000 e dal Documento congiunto delle OrganizzazioniAgricole e dalla stessa Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali per il sostegno e lavalorizzazione dell’agricoltura nelle aree protette italiane.Il Piano Regionale <strong>di</strong> Sviluppo Rurale 2000-2006A partire dal 1992 la Politica Agricola Comunitaria è stata oggetto <strong>di</strong> una svolta indubbiamentesignificativa grazie all’approvazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> regolamenti che prevedono una maggioreattenzione, rispetto al passato, verso la compatibilità ambientale delle <strong>di</strong>verse pratiche agricole.Oggi a sostegno dello sviluppo rurale vi è Agenda 2000, che si attua attraverso il regolamentoCEE del Consiglio del 17 maggio 1999 n. 1257, che assicura per il periodo 2000-2006 una migliorecoerenza fra sviluppo rurale e tutela dell’ambiente.Tutte le misure previste dal Piano Regionale <strong>di</strong> Sviluppo Rurale 2000-2006 sono inserite in unprogetto complessivo che prevede una stretta integrazione delle strategie rispetto alle <strong>di</strong>verse areed’intervento: agricoltura, ambiente, produzioni e loro valore commerciale.I piani <strong>di</strong> sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna, in particolare per le Misure 2.f e 2h“Misure agro-ambientali per la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> produzione a basso impatto ambientale econservazione degli spazi naturali, tutela della bio<strong>di</strong>versità, cura del paesaggio” ex 2078/92,prevedono la possibilità <strong>di</strong> definire Accor<strong>di</strong> Agro-ambientali che coinvolgono gli operatori delsettore .L’Accordo Agro-Ambientale Locale35


L’Ente <strong>di</strong> Gestione del Parco del Delta del Po, in<strong>di</strong>viduate alcune aree-problema sul territorio,per questi ambiti intende promuovere un accordo agro-ambientale, al fine <strong>di</strong> cogliere le opportunitàpreviste dal Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale a favore degli agricoltori e <strong>di</strong> concretizzare interventi voltiad una gestione compatibile con la salvaguar<strong>di</strong>a della bio<strong>di</strong>versità in zone sensibili e fragili.L’area “problema”La superficie agricola dell’area problema si è in<strong>di</strong>viduata in relazione:• alla pianificazione locale (P.T.P.R. art. 19 Zone <strong>di</strong> particolare interesse paesaggistico -ambientale e art. 25 Zone <strong>di</strong> tutela naturalistica, confermate dal P.T.C.P. della Provincia <strong>di</strong>Ferrara);• Alla perimetrazione della Stazione del Parco del Delta del Po “Campotto <strong>di</strong> Argenta”, cosìcome definita all’art.2 comma f della Legge Istitutiva n.27 del 1988;• Ai Decreti Ministeriali per Vallesanta (D.M. 09/05/1977 – Ha 261) e per Valle Campotto –Bassarone (D.M. 21/10/1978 – Ha 1363), con cui si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> valore internazionale la zonaumida per effetto della Convenzione <strong>di</strong> Ramsar firmata in Iran il 2 febbraio 1971;• Alla Delibera Regionale n. 2035 del 21 nov. 2000, con la quale si conferma l’inclusione <strong>di</strong>tali siti in Rete Natura 2000 come SIC (siti <strong>di</strong> importanza comunitaria) e ZPS (zoneprotezione speciale) <strong>di</strong> cui alla Direttiva “Habitat” 92/43/CEE – DPR N. 375 del 08/09/1997e Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE;• Alla presenza <strong>di</strong> peculiarità ambientali e <strong>di</strong> particolari problemi <strong>di</strong> tutela della fauna e dellaflora selvatica.Riconoscendo l’inter<strong>di</strong>pendenza tra uomo e suo ambiente, considerando le funzioni ecologichefondamentali delle zone umide come regolatori del regime delle acque e come habitat <strong>di</strong> una flora e<strong>di</strong> una fauna caratteristiche ed insostituibili, <strong>di</strong>venta necessario porre particolare attenzione ancheagli ecosistemi circostanti ed a<strong>di</strong>acenti. In questo caso, le zone rurali, agro-ecosistemi, attigue al sitoRamsar, che include il bosco igrofilo del Traversante, relitto del grande bosco planiziale, possonoessere oggetto dell’accordo agro-ambientale, in quanto strategiche per la conservazione e ilmiglioramento dei livelli <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità dell’area.Gli obiettivi dell’AccordoArricchimento del paesaggio agrario:• Formazione <strong>di</strong> un’area contigua, “buffer-zone”, <strong>di</strong> connessione biotica con gli ecotipiì“bosco” e “valle” attraverso la realizzazione <strong>di</strong> zone umide d’acqua dolce, complessimacchiaradura, boschetti, ecc. ecc.;• Integrazione della gestione <strong>di</strong> sistemi acquatici e terrestri con la realizzazione <strong>di</strong> areeumide, zone <strong>di</strong> transizione , prati e praterie;• Conservazione del sito attraverso una pianificazione strategica dell’uso del suolo e delìpaesaggio attuando tecniche agricole a basso impatto ambientaleTutela fauna selvatica:• Tutela delle cenosi faunistiche attraverso la realizzazione e la conservazione <strong>di</strong> areenaturali e ambienti adatti ad ospitare la fauna selvatica;• Produzione <strong>di</strong> risorse trofiche per gli animali seminando cereali <strong>di</strong> poco pregio;• Conservazione <strong>di</strong> elementi naturali e semi naturali residui tipici dell’ambiente agrariocome aree “rifugio” per la fauna;36


• Riduzione delle pratiche agricole impattanti sulla fauna e sull’ecosistema grazieall’adozione <strong>di</strong> particolari accorgimenti per <strong>di</strong>minuire la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> animali feriti educcisi durante le trebbiature, le ripuliture dei fossi e gli sfalci, dotando le macchineagricole <strong>di</strong> strumenti ad ultrasuoni o barre <strong>di</strong> involo, idonei a indurre gli animali rifugiatinell’area alla fuga;• Rivitalizzazione dell’area rurale – <strong>di</strong>dattica ambientale: incentivare la fruizione sull’area,già particolarmente vocata all’educazione ambientale, ponendo attenzione agli aspettirurali e <strong>di</strong> bonifica del territorio.La proposta <strong>di</strong> Azioni Asse 2 misura 2f :• 1 Produzione integrata;• 2 Produzione biologica;• 7 Pianificazione ambientale aziendale (ISO 14001);• 8 Regime so<strong>di</strong>vo e praticoltura estensiva;• 9 Ripristino e/o conservazione <strong>di</strong> spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario;• 10 Ritiro dei seminativi dalla produzione per scopi ambientali.Le aziende agricole e le cooperative agricole presenti all’interno della Stazione <strong>di</strong>Campotto <strong>di</strong> Argenta37


Superfici coinvolte nell’accordo:Impegni del ParcoNel me<strong>di</strong>o – lungo periodo, il Parco si pone <strong>di</strong> conseguire i seguenti obiettivi:• La valorizzazione produzioni locali con la concessione in uso del Marchio del Parco delDelta secondo quanto stabilito dalla Legge Quadro nazionale L.394/91 per l’istituzione e lagestione delle aree protette;• La promozione sul sito web del Parco – http://www.parcodeltapo.it;• L’attivazione <strong>di</strong> iniziative ed eventi per la valorizzazione della storia e della cultura locale,in un’ottica <strong>di</strong> sistema che permetta l’inserimento delle aziende agricole e delle struttureecomuseali nella rete regionale, nazionale ed europea dei parchi e delle aree protette;• Il sostegno all’attività agricola con fornitura <strong>di</strong> attrezzature tecnologiche (barre <strong>di</strong> involo,<strong>di</strong>ssuasori elettronici ad ultrasuoni, ecc,…) finalizzate alla riqualificazione delle risorseambientali e per il “conseguimento della densità ottimale delle <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> faunaselvatica” (Del. G.R. Emilia-Romagna n°4277 del 14/12/1995);• Il Parco, inoltre, intende collaborare con gli operatori agricoli e agrituristici e con gli entilocali per la redazione <strong>di</strong> “linee guida” mirate alla futura gestione delle aree impegnatenell’accordo;Questi obiettivi sono perseguibili accompagnando il loro operato con consigli e suggerimenti circale pratiche agricole che il Parco stesso rivolge agli operatori come i tempi <strong>di</strong> esecuzione, l’altezzaminima per gli sfalci, potature delle siepi, ecc..39


<strong>Analisi</strong> delle attività venatoriaLe aree omogenee <strong>di</strong> gestione venatoria che comprendono i territori agricoli e le zone umide,all’interno della Stazione <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> Argenta, vengono identificate dai siti <strong>di</strong> Rotta Martinella eCampotto.L’esercizio dell’attività venatoria nelle zone <strong>di</strong> pre – parco, in<strong>di</strong>viduate nell’ambito del ParcoRegionale del Delta del Po ricadente entro i confini amministrativi della Provincia <strong>di</strong> Ferrara, èregolata dalla delibera del Consiglio Provinciale n° 81/53950 del 24/07/2002.Secondo tale delibera, l’attività venatoria viene regolata secondo le seguenti norme:• L’attività venatoria nel pre – parco dovrebbe essere riservata, in primo luogo ai soli residentinel territorio stesso e, in seguito con quote via via inferiori a seconda della superficie e dellivello <strong>di</strong> tutela, ai residenti dell’intero Comune che abbia parte del territorio incluso nelParco e/o nel pre – parco. Tali garanzie, maggiori per i cacciatori strettamente residenti circala possibilità <strong>di</strong> praticare quasi in via esclusiva la caccia nel pre – parco, aumenterebbe daparte delle popolazioni locali il grado <strong>di</strong> accessibilità del Parco;• La densità venatoria dovrà continuare ad essere, come già accade, quella più bassa previstadal Ministero delle Risorse Agricole e Forestali, attualmente <strong>di</strong> ! cacciatore ogni 18 ettari;• Per ciò che riguarda gli appostamenti fissi da caccia, in particolare nelle aree <strong>di</strong> proprietàpubblica andrebbe vietata la possibilità prevista, dalla legge 157/1992, per i titolaridell’autorizzazione <strong>di</strong> invitare altri cacciatori, allargando òa titolarità dell’appostamento adun gruppo <strong>di</strong> residenti con turni <strong>di</strong> utilizzo, naturalmente ad esclusione degli appostamenti inA.F.V. (Aziende Faunistico Venatorie). La densità <strong>di</strong> appostamenti fissi in zona umida,dovrebbe essere <strong>di</strong> 1 cacciatore ogni 200 ettari, sia nelle A.F.V. che negli A.T.C.;• L’omologazione della caccia da appostamento fisso agli acquatici con o senza uso <strong>di</strong>richiami vivi alle altre forme <strong>di</strong> caccia da appostamento fisso nel territorio <strong>di</strong> pre – parco,come conseguente scelta univoca della forma <strong>di</strong> caccia vagante o da appostamento fisso siaagli acquatici con o senza richiami vivi che alle altre specie migratrici con uso <strong>di</strong> richiamivivi;• Per semplificare la gestione dell’attività venatoria nel pre – parco, è stata propostal’istituzione <strong>di</strong> un A.T.C. per il solo territorio <strong>di</strong> pre – parco della Stazione e, <strong>di</strong> inserire fra irappresentanti degli eEnti pubblici un rappresentante del Consorzio del Parco;• Nelle zone umide, ove è consentita l’attività venatoria, devono essere create delle zone <strong>di</strong>rifugio a scadenza annuale per consentire lo svernamento degli Uccelli acquatici;• E’ presente il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> alterare la morfologia e l’assetto vegetazionale dei dossi e delle riveove sono collocati gli appostamenti fissi da caccia e graduale allontanamento degliappostamenti dai dossi naturali;• Vi è l’obbligo <strong>di</strong> uso <strong>di</strong> pallini in acciaio e <strong>di</strong> cartucce in cartone all’interno del territorio <strong>di</strong>pre – parco;• Vi è il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> effettuare in futuro pre – aperture della stagione venatoria per speciemigratrici (es. tortora selvatica);• E’ prevista l’intensificazione dei controlli per contrastare i fenomeni <strong>di</strong> bracconaggio, maanche il prelievo <strong>di</strong> pulli e uova;• E’ prevista l’intensificazione dei controlli e della vigilanza venatoria su tutto il territoriodella Stazione;• Sono previste azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione ed educazione per prevenire fenomeni <strong>di</strong>bracconaggio e <strong>di</strong> prelievo <strong>di</strong> pulli e uova.40


Sintesi degli ambiti produttiviIl quadro attuale degli ambiti produttivi specializzati all’interno del territorio del Comune <strong>di</strong>Argenta, configura una situazione <strong>di</strong> interesse nella quale, è possibile trarre alcune considerazioni infunzione delle prospettive <strong>di</strong> sviluppo del settore produttivo, industriale e artigianale, in un’ottica <strong>di</strong>me<strong>di</strong>o – lungo periodo. Però prima, per avere una rappresentazione esaustiva della realtà, èopportuno fare alcune considerazioni:• In primo luogo, deve essere evidenziato che, in valori assoluti, l’offerta totale delle aree adestinazione produttive, è 180 ha sud<strong>di</strong>visi in 16 ambiti <strong>di</strong> cui, il 25% è costituito da “nuovezone”, ancora da attuare, introdotte da nuovi strumenti urbanistici e da quelli ere<strong>di</strong>tati dalpassato;• In secondo luogo, si può affermare che quasi la totalità delle zone classificate come “D” edestinate ad attività industriali o artigianali, ricadono entro uno dei 16 ambiti specializzatiper attività produttive riconosciuti dagli strumenti urbanistici vigenti;• Infine, la situazione è all’interno <strong>di</strong> un quadro d’insieme nel quale vi sono alcune rigi<strong>di</strong>tàstrutturali che <strong>di</strong>fficilmente consentono uno sviluppo qualitativo, così come richiesto dalquadro economico generale e dalle linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo della Regione anche se, per ciò cheriguarda il territorio argentano, si riconoscono caratteristiche <strong>di</strong> efficace congruitàall’armatura infrastrutturale territoriale che non mostrano evidenti punti <strong>di</strong> contrasto con lealtre politiche <strong>di</strong> valorizzazione, a partire dal sistema ambientale..Le considerazioni descritte in precedenza, si inseriscono in un quadro economico nel quale leesigenze delle imprese rendono inattuabile una politica localizzativa <strong>di</strong> piccola scala, che trova ipropri riferimenti negli assetti <strong>di</strong> livello comunale e nell’articolazione in frazioni; al contrario, èrichiesta una qualità dell’offerta che non si basa più tanto sul prezzo contenuto dell’area ma, cherichiede elevata accessibilità alla rete infrastrutturale primaria, buona dotazione <strong>di</strong> infrastruttureambientali, buona dotazione <strong>di</strong> servizi all’impresa. Quin<strong>di</strong>, ciò che appare come uno dei limiti piùevidenti dell’offerta attuale degli strumenti urbanistici vigenti, non riguarda più <strong>di</strong> tanto l’estensionedelle previsioni, quanto la mancanza <strong>di</strong> una selezione delle localizzazioni che privilegi le situazionirealmente in grado <strong>di</strong> prospettare uno sviluppo industriale – artigianale competitivo.Di seguito, si riepilogano gli ambiti specializzati e la loro <strong>di</strong>stribuzione sul territorio delComune <strong>di</strong> Argenta e i relativi in<strong>di</strong>rizzi urbanistici:• Ambiti specializzati per attività produttive esistenti <strong>di</strong> rilievo sovracomunale <strong>di</strong> cuipromuovere lo sviluppo e in cui concentrare gli investimenti per la loro qualificazione:n. 3 Via Copernico;• Ambiti specializzati per attività produttive <strong>di</strong> rilievo comunale da confermare econsolidare: n.1. Consandolo; n.6. San Biagio; n.12. Longastrino; n.14. Molino <strong>di</strong> Filo;n.15. Correggiolo (Argenta); n.16. Bando• Aree produttive <strong>di</strong> rilievo locale in cui prospettare la non riconferma delle porzioni nonattuate: n.7. Santa Maria Co<strong>di</strong>fume; n.9. San Nicolò; n.11. Filo;• Aree produttive <strong>di</strong> rilievo locale in cui, in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione o mo<strong>di</strong>fica delle attività inessere, prospettare trasformazioni nella <strong>di</strong>rezione della valorizzazione ambientale: n.5.ex zuccherificio <strong>di</strong> Bando;; n.13. Casino Campotto; (a queste si aggiunge l’area dellevasche dello zuccherificio <strong>di</strong> Molinella, già <strong>di</strong>smesso n. 8)• Aree produttive esistenti in cui prospettare la progressiva evoluzione verso attivitàmaggiormente compatibili con il contesto urbano circostante o riconversione in aree adestinazione mista urbana: n.2. Via del Fitto; n.4. Argenta sud; n.10. Argenta nord.41


La vegetazione della StazioneSpecie vegetazionali <strong>di</strong> interesse conservazionisticoEND = specie endemicaHAB = specie compresa negli elenchi della <strong>di</strong>rettiva “Habitat” (H) o del manuale CORINE(C)LIB = specie compresa nel Libro Rosso della Flora d’Italia a cura del WWF (Pedrotti et al.92)PRO = specie protetta da Legge Regionale o ProvincialeR.N. = specie rara su scala nazionale (Pignatti 82)R.R. = specie rara localmente (Pignatti 82)Ns = specie rara secondo osservazioni personaliN° SPECIE END HAB LIB PRO R.N R.R Ns. .3 Riccia fluitans x4 Salvinia natans (V) x5 Thelypteris palustris x x7 Salix cinerea x8 Populus canescens x20 Nymphaea alba L.R.21 Clematis viticella x22 Ranunculus sceleratus x23 Ranunculus trichophyllus x41 Myriophyllumx xverticillatum42 Hippuris vulgaris (V) x x43 Cornus mas x x49 Oenanthe aquatica x52 Hottonia palustris (V) x x54 Samolus valeran<strong>di</strong> x62 Nymphoides peltata x68 Lycopus exaltatus x72 Utricularia australis (E) x76 Viburnum opulus x x81 Inula britannica x84 Senecio paludosus (E) x x89 Alisma lanceolatum x91 Sagittaria sagittifolia (E) x92 Butomus umbellatus x93 Hydrocharis morsusranaex x97 Najas marina x98 Najas minor x10 Leucojum aestivum L.R. x x312 Eleocharis palustrisx312 Cla<strong>di</strong>um mariscus x


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Schede delle specie <strong>di</strong> interesse conservazionisticoN° 1 (3)Specie RICCIA FLUITANS L.FamigliaMarchantiaceaeNome comuneForma biologicaI natTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiaacque dolci stagnanti, suoli molto umi<strong>di</strong>Distribuzione in Italia Italia settentrionale, Campania, CalabriaStatus in Italiamoderatamente raraDistribuzione in Emilia- pianura e bassa collinaRomagnaStatus in Emilia-Romagna moderatamente raraDistribuzione e status nel Parco Stazione <strong>di</strong> Campotto, raraDistribuzione e status nella margini delle case, luoghi inondati, rara e localizzataStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteSi tratta <strong>di</strong> una specie effimera e a crescita variabile, così cherisulta estremamente <strong>di</strong>fficile fornire dati esaurienti sulletendenze <strong>di</strong>stributive della popolazioneN° 2 (4)SpecieSALVINIA NATANS (L.) All.FamigliaSalviniaceaeNome comuneErba pesceForma biologicaI nat/TTipo corologicoeuroasiatico temperatoHabitat ed ecologiaacque stagnanti e risaieDistribuzione in Italia tutta la penisolaStatus in Italiacomune in Padania, rara nel resto d’ItaliaDistribuzione in Emilia- pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna comuneDistribuzione e status nel Parco tutte le stazioni, comune ma localizzataDistribuzione e status nella canali e bacini con acque basse stagnanti o lente, <strong>di</strong>ffusaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 3 (5)SpecieTHELYPTERIS PALUSTRIS SchottFamigliaThelypteridaceaeNome comuneFelce palustreForma biologicaG RhizTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiaPalu<strong>di</strong> e boschi umi<strong>di</strong>Distribuzione in Italia Italia settentrionale e centraleStatus in Italiacomune sui rilievi e rara in pianuraDistribuzione in Emilia- Appennino e boschi igrofili <strong>di</strong> pianura51


RomagnaStatus in Emilia-Romagna non comuneDistribuzione e status nel Parco stazioni Volano-Mesola-Goro e Punte Alberete, raraDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 4 (7)Specie SALIX CINEREA L.FamigliaSalicaceaeNome comuneSaliconeForma biologicaP caespTipo corologicopaleotemperatoHabitat ed ecologiaboschi e boscaglie umi<strong>di</strong>Distribuzione in Italia tutta ItaliaStatus in Italiacomune, rara in Padania e SardegnaDistribuzione in Emilia- tutta la regioneRomagnaStatus in Emilia-Romagna non comune, localmente comune nella fascia costieraDistribuzione e status nel Parco presente in tutte le stazioni, ma localizzataDistribuzione e status nella margini delle casse e del bosco, raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 5 (8)SpeciePOPULUS CANESCENS (Aiton) Sm.FamigliaSalicaceaeNome comunePioppo gatterinoForma biologicaP scapTipo corologicosudeuropeoHabitat ed ecologiaboschi igrofili e luoghi umi<strong>di</strong> in genereDistribuzione in Italia Italia settentrionale e centraleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- tutta la regioneRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco rara e localizzata in tutte le stazioniDistribuzione e status nella Bosco del Traversante e argini, spora<strong>di</strong>caStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 6 (20)Specie NYMPHAEA ALBA L.FamigliaNymphaeaceaeNome comuneninfeaForma biologicaI rad45


Tipo corologicoeuroasiaticoHabitat ed ecologiaacque dolci stagnantiDistribuzione in Italia tutta Italia, più rara al sudStatus in Italiacomune al nord, ma in <strong>di</strong>minuzioneDistribuzione in Emilia- pianura e alcune vallate dell’Appennino RomagnoloRomagnaStatus in Emilia-Romagna rara e vulnerabile per contrazione dell’habitatDistribuzione e status nel Parco solo nella stazione Campotto; raraDistribuzione e status nella nelle casse <strong>di</strong> espansione; rara e in <strong>di</strong>minuzioneStazioneFattori <strong>di</strong> minacciapascolo <strong>di</strong> erbivori (nutrie)Notespecie <strong>di</strong>venuta molto vulnerabile a seguito dell’esplosionedemografica della nutriaN° 7 (21)Specie CLEMATIS VITICELLA L.FamigliaRanunculaceaeNome comuneClematide paonazzaForma biologicaP lianTipo corologicosudeuropeo-centroasiaticoHabitat ed ecologiasiepi e boschi per lo più umi<strong>di</strong>Distribuzione in Italia Italia settentrionale e centrale, coste ionicheStatus in Italiacomune nel Triveneto, rara nel resto d’ItaliaDistribuzione in Emilia- pianura e litoraleRomagnaStatus in Emilia-Romagna moderatamente raraDistribuzione e status nel Parco Campotto e boschi delle stazioni costiere, non comuneDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, siepi; raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciagoverno dei margini boschiviNoteN° 8 (22)Specie RANUNCULUS SCELERATUS L.FamigliaRanunculaceaeNome comuneRanuncolo tossico, Ranuncolo <strong>di</strong> paludeForma biologicaT scapTipo corologicopaleotemperatoHabitat ed ecologiafossi, rive, fanghi, luoghi umi<strong>di</strong>Distribuzione in Italia tutta ItaliaStatus in Italiarara e incostanteDistribuzione in Emilia- pianura e margine appenninicoRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco Campotto e zone umide d’acqua dolce costiere, raraDistribuzione e status nella zone delle casse stagionalmente inondate, raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNotequesta specie è favorita dal variare del livello idrico e si prestaalla colonizzazione dei fanghi dei bacini stagionalmente46


asciuttiN° 9 (23)SpecieRANUNCULUS TRICHOPHYLLUS ChaixFamigliaRanunculaceaeNome comuneRanuncolo acquaticoForma biologicaI radTipo corologicoeuropeoHabitat ed ecologiaacque dolci, lente o stagnantiDistribuzione in Italia tutta ItaliaStatus in ItaliacomuneDistribuzione in Emilia- pianura e margine appenninicoRomagnaStatus in Emilia-Romagna comune, ma localizzataDistribuzione e status nel Parco in tutte le stazioni, ma molto localizzataDistribuzione e status nellaStazionebacini con livello dell’acqua basso, rara ma in popolamentiestesiFattori <strong>di</strong> minaccianon minacciata, ma <strong>di</strong> anno in anno molto incostanteNotelocalmente (Bellocchio) sopporta un lieve grado <strong>di</strong> salinitàdelle acqueN° 10 (41)Specie MYRIOPHYLLUM VERTICILLATUM L.FamigliaHaloragaceaeNome comuneMillefoglio d’acquaForma biologicaI radTipo corologicocircumborealeHabitat ed ecologiaacque stagnanti eutroficheDistribuzione in Italia tutta ItaliaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna spora<strong>di</strong>caDistribuzione e status nel Parco stazione <strong>di</strong> Campotto, rara; spora<strong>di</strong>ca altroveDistribuzione e status nella casse <strong>di</strong> espansione e canali, raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 11 (42)Specie HIPPURIS VULGARIS L.FamigliaHippuridaceaeNome comuneCoda <strong>di</strong> cavallo acquaticaForma biologicaI radTipo corologicocosmopolitaHabitat ed ecologiaacque limpide, stagnanti o lentamente fluentiDistribuzione in Italia valli alpine, Padania e Italia centrale47


Status in Italiarara al nord, rarissima al centroDistribuzione in Emilia- pianura e margine appenninicoRomagnaStatus in Emilia-Romagna molto raraDistribuzione e status nel Parco nella sola stazione <strong>di</strong> Campotto, molto raraDistribuzione e status nella solo nel Chiaro del Cavone all’interno del Traversante, moltoStazioneraraFattori <strong>di</strong> minacciasi ignorano le cause della sua rarefazione; presumibilmentel’eccessiva presenza <strong>di</strong> nutrie contribuisce al declino nel sitoNotela popolazione del Traversante, unica rimasta in Emilia-Romagna, si ritiene ormai prossima alla scomparsaN° 12 (43)Specie CORNUS MAS L.FamigliaCornaceaeNome comuneCornioloForma biologicaP caesp/P scapTipo corologicoSE europeo-ponticoHabitat ed ecologiaboschi <strong>di</strong> latifoglie subme<strong>di</strong>terraneiDistribuzione in Italia tutta Italia escluse isoleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- tutta la regioneRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco in tutte le stazioni, rara e localizzataDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, rara e localizzataStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 13 (49)SpecieOENANTHE AQUATICA (L.) PoiretFamigliaUmbelliferaeNome comuneFinocchio acquaticoForma biologicaH scapTipo corologicoeuroasiaticoHabitat ed ecologiafossi e sorgentiDistribuzione in Italia tutta ItaliaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianura e margine appenninicoRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni <strong>di</strong> Campotto, San Vitale e Piallasse, Volano-Mesola-Goro (?), raraDistribuzione e status nellaStazionemargini delle casse, ambienti inondati poco profon<strong>di</strong>, canneti;non raraFattori <strong>di</strong> minacciaNote48


N° 14 (52)Specie HOTTONIA PALUSTRIS L.FamigliaPrimulaceaeNome comuneErba scopinaForma biologicaP radTipo corologicoeurosiberianoHabitat ed ecologiaacque stagnanti, povere <strong>di</strong> nutrienti, stazioni ombrose, fanghitorbosiDistribuzione in Italia Pianura Padana e vallate alpine, Valdarno, costa tirrenicaStatus in Italiarara o molto raraDistribuzione in Emilia- corpi d’acqua <strong>di</strong> pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni <strong>di</strong> Campotto e San Vitale, molto raraDistribuzione e status nellaStazionecanneti, rara e quasi introvabile fino a qualche anno fa;attualmente estintaFattori <strong>di</strong> minacciaanalogamente alle altre idrofite, l’eccessivo pascolo (nutrie)Notecome per Hippuris e Nymphaea la popolazione è in declino eprossima alla scomparsaN° 15 (54)Specie SAMOLUS VALERANDI L.FamigliaPrimulaceaeNome comuneLino d’acquaForma biologicaH scapTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiafanghi, palu<strong>di</strong> anche subsalseDistribuzione in Italia tutto il territorioStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianura e costeRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco tutte le stazioni, localmente <strong>di</strong>ffusaDistribuzione e status nella margini del Traversante, fossi e canaletti, moderatamente raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciarisistemazioni idrauliche che rendono omogenea la strutturadelle casseNoteN° 16 (62)SpecieNYMPHOIDES PELTATA (Gmelin) KuntzeFamigliaMenyanthaceaeNome comuneGenziana d’acqua, LimnantemioForma biologicaI radTipo corologicoeuroasiatico temperatoHabitat ed ecologiaacque stagnanti, canaliDistribuzione in Italia Pianura Padana, pianure costiere tirrenicheStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- tutta la pianuraRomagna49


Status in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazione Campotto, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione e status nella canali e fossi principali, <strong>di</strong>ffusaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNotela pre<strong>di</strong>lezione <strong>di</strong> Nymphoides per i canali eutrofici mostra ilnotevole adattamento <strong>di</strong> questa specie all’ambiente agricolo;minore <strong>di</strong>ffusione si presenta negli ambienti naturali menoantropizzatiN° 17 (68)Specie LYCOPUS EXALTATUS L.FamigliaLabiateaeNome comuneErba sega maggioreForma biologicaH scapTipo corologicoeurosiberiano (pontico-pannonico)Habitat ed ecologiaprati umi<strong>di</strong>, argini, riveDistribuzione in Italia Italia settentrionale e centraleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianura orientaleRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazione <strong>di</strong> Campotto, raraDistribuzione e status nella argini delle casse e dei canali, moderatamente raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 18 (72)SpecieUTRICULARIA AUSTRALIS R. Br.FamigliaLentibulariaceaeNome comuneErba vescicaForma biologicaI natTipo corologicoeuropeaHabitat ed ecologiaacque stagnanti ricche <strong>di</strong> sostanze nutritive, risaieDistribuzione in Italia Pianura PadanaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni <strong>di</strong> Campotto, Volano-Mesola-Goro, San Vitale ePiallasse, raraDistribuzione e status nella casse <strong>di</strong> espansione, rara e in <strong>di</strong>minuzioneStazioneFattori <strong>di</strong> minaccia<strong>di</strong>sturbo zooantropicoNotespecie confusa spesso con la congenere U. vulgaris;probabilmente è più <strong>di</strong>ffusa rispetto alle segnalazioni esistentiN° 19 (76)50


Specie VIBURNUM OPULUS L.FamigliaCaprifoliaceaeNome comunePalla <strong>di</strong> neve, OppioForma biologicaP caespTipo corologicoeuroasiatico temperatoHabitat ed ecologiaboschi umi<strong>di</strong>, pioppeti, siepiDistribuzione in Italia Italia settentrionale e centraleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- margine appenninico, boschi umi<strong>di</strong> planizialiRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco tutte le stazioni, raraDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, spora<strong>di</strong>caStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 20 (81)Specie INULA BRITANNICA L.FamigliaCompositaeNome comuneEnula laurentianaForma biologicaH scapTipo corologicome<strong>di</strong>oeuropeo-asiaticoHabitat ed ecologiaprati umi<strong>di</strong>, fossiDistribuzione in Italia Italia settentrionale, Toscana, Appennino centraleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- Pianura orientaleRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazione <strong>di</strong> Campotto, raraDistribuzione e status nella argini delle casse e dei fossi, rara e localizzataStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNotein <strong>di</strong>minuzione un po’ ovunque per il calo delle zone umide, hatrovato un habitat adeguato sugli argini degli appostamentifissi <strong>di</strong> caccia in acqua della pianura circostanteN° 21 (84)Specie SENECIO PALUDOSUS L.FamigliaCompositaeNome comuneSenecione palustreForma biologicaHeTipo corologicoeurosiberianoHabitat ed ecologiapalu<strong>di</strong> oligo-mesotrofeDistribuzione in Italia Italia settentrionaleStatus in Italiarara e in <strong>di</strong>minuzioneDistribuzione in Emilia- pianura centro orientaleRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, Volano-Mesola-Goro, raraDistribuzione e status nella margini delle casse, Bosco del Traversante, rara51


StazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 22 (89)SpecieALISMA LANCEOLATUM With.FamigliaAlismataceaeNome comuneMestolaccia lanceolataForma biologicaI radTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiarisaie, fossi, prati inondatiDistribuzione in Italia Pianura Padana, pianure costiere tirreniche, SiciliaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianura costieraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, San Vitale e Piallasse, raraDistribuzione e status nella fossi, canalini, zone temporaneamente inondate, non comuneStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 23 (91)Specie SAGITTARIA SAGITTIFOLIA L.FamigliaAlismataceaeNome comuneSagittaria, Erba saettaForma biologicaI radTipo corologicoeuroasiaticoHabitat ed ecologiafossi, palu<strong>di</strong>, risaieDistribuzione in Italia Italia settentrionale e centrale, SardegnaStatus in Italiarara e in forte <strong>di</strong>minuzioneDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, Volano-Mesola-Goro, San Vitale ePiallasse, raraDistribuzione e status nella fossi, canalini, moderatamente raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 24 (92)Specie BUTOMUS UMBELLATUS L.FamigliaButomaceaeNome comuneGiunco fioritoForma biologicaI radTipo corologicoeuroasiaticoHabitat ed ecologiafossi, canali, palu<strong>di</strong>, risaieDistribuzione in Italia Pianura Padana e pianure costiere tirreniche, Sardegna52


Status in ItaliararaDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, Volano-Mesola-Goro, San Vitale ePiallasse, raraDistribuzione e status nella margini delle casse, fossi e canali, non comuneStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 25 (93)Specie HYDROCHARIS MORSUS-RANAE L.FamigliaHydrocharitaceaeNome comuneMorso <strong>di</strong> ranaForma biologicaI rad/I natTipo corologicoeuroasiatico temperatoHabitat ed ecologiaacque calme ricche <strong>di</strong> nutrienti, fossi, palu<strong>di</strong>Distribuzione in Italia Italia settentrionale e centrale fino alla CampaniaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, San Vitale e Piallasse, raraDistribuzione e status nella qua e là nelle casse <strong>di</strong> espansione, non molto <strong>di</strong>ffusaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaeccessivo pascolo da parte degli erbivoriNoteN° 26 (97)Specie NAJAS MARINA L.FamigliaNajadaceaeNome comuneranocchina maggioreForma biologicaI radTipo corologicocosmopolitaHabitat ed ecologiaacque dolci stagnantiDistribuzione in Italia Pianura Padana, vallate alpine, Appennino settentrionale,Sicilia, SardegnaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazione Campotto, moderatamente raraDistribuzione e status nella casse <strong>di</strong> espansione, bacini recentemente inondati, <strong>di</strong>ffusaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNoteN° 27 (98)53


SpecieNAJAS MINOR All.FamigliaNajadaceaeNome comuneRanocchina minoreForma biologicaI radTipo corologicopaleotemperato, subtropicaleHabitat ed ecologiaacque lente o stagnantiDistribuzione in Italia Italia settentrionale e centraleStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- bassa pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazione <strong>di</strong> Campotto, moderatamente raraDistribuzione e status nella casse <strong>di</strong> espansione, bacini recentemente inondati, <strong>di</strong>ffusaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNotein grado <strong>di</strong> tollerare con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> elevata trofia delle acqueN° 28 (103)Specie LEUCOJUM AESTIVUM L.FamigliaAmaryllidaceaeNome comuneCampanellinoForma biologicaG bulbTipo corologicocentroeuropeo caucasicoHabitat ed ecologiaprati umi<strong>di</strong> torbosi, palu<strong>di</strong>, boschi igrofiliDistribuzione in Italia Pianura Padana, Liguria, ToscanaStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianuraRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, San Vitale e Piallasse, Volano-Mesola-Goro, raraDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, raraStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaprogressivo interrimento del bosco che favorisce specie piùmesofileNoteN° 29 (123)Specie ELEOCHARIS PALUSTRIS (L.) R.et S.FamigliaCyperaceaeNome comuneGiunchina comuneForma biologicaG rhizTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiapalu<strong>di</strong> e margini <strong>di</strong> zone umideDistribuzione in Italia tutta Italia, ma spesso confusa con specie similiStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- pianura e vallate appenninicheRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco stazioni Campotto, San Vitale e Piallasse, localmente <strong>di</strong>ffusa54


Distribuzione e status nellaStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNotemargini dei bacini e dei fossi, non comunevariazioni del regime idraulico che riducano la presenza <strong>di</strong>superfici con modesta copertura idricaN° 30 (125)SpecieCLADIUM MARISCUS (L.) PohlFamigliaCyperaceaeNome comuneFalascoForma biologicaG rhizTipo corologicosubcosmopolitaHabitat ed ecologiaprati umi<strong>di</strong> e torbiere neutro basicheDistribuzione in Italia tutto il territorioStatus in ItaliararaDistribuzione in Emilia- soprattutto lungo il litoraleRomagnaStatus in Emilia-Romagna raraDistribuzione e status nel Parco tutte le stazioni, localmente <strong>di</strong>ffusaDistribuzione e status nella Bosco del Traversante, rara e localizzataStazioneFattori <strong>di</strong> minacciaNote55


Elenco floristico delle specie rare, tipiche o emergentiSIMBOLI:R specie rara, minacciata, meritevole <strong>di</strong> conservazione (ve<strong>di</strong> elenco)I specie avventizia con tendenza a <strong>di</strong>ventare infestante oppure coltivata e naturalizzataA specie autoctona tipica degli ambienti alofiliS specie autoctona tipica delle sabbie litoraneeD specie autoctona tipica degli ambienti dulciacquicoliP specie autoctona tipica dei prati naturali o seminaturaliB specie autoctona tipica dei boschi e dei cespuglieti(N.B.: I numeri e le denominazioni si riferiscono alla “Flora d’Italia” <strong>di</strong> S. Pignatti (1982); inneretto la famiglia, in corsivo il genere, in tondo la specie.)Fam. 21 SALVINIACEAE35 SalviniaD 104. natans (L.) All.Fam. 27 SALICACEAE47 SalixB 139. alba L.B 169. purpurea L.48 PopulusB 173. alba L.Sm.Fam. 32 ULMACEAE59 UlmusB 209. minor MillerFam. 33 MORACEAE62 MorusB 216. alba L.Fam. 34 CANNABACEAE65 HumulusB 219. lupulus L.Fam. 41 POLYGONACEAE78 PolygonumD 276. amphibium L.Fam. 51 NYMPHAEACEAE150 NymphaeaR 667. alba L.151 NupharD 668. luteum (L.) S. et S.Fam. 52 CERATOPHYLLACEAE152 Ceratophyllum56


D 669. demersum L.D 670. submersum L.Fam. 53 RANUNCULACEAE167 ClematisB 725. vitalba L.B 728. viticella L.169 RanunculusP 758. bulbosus L.D 787. sceleratus L.D 815. trichophyllus ChaixFam. 67 ROSACEAE281 RubusB 1357 etc. gr. ulmifoliusB 1385. caesius L.302 CrataegusB 1554. monogyna Jacq.303 PrunusB 1563. spinosa L.Fam. 68 LEGUMINOSAE322 RobiniaI 1623. pseudacacia L.329 AmorphaI 1670. fruticosa L.Fam. 73 EUPHORBIACEAE370 EuphorbiaD 2064. palustrisL.Fam. 76 SIMAROUBACEAE376 AilanthusI 2124. altissima (Miller) SwingleFam. 80 ACERACEAE383 AcerB 2156. campestre L.Fam. 87 RHAMNACEAE390 PaliurusB 2176. spina-christi Miller392 RhamnusB 2182. catharticus L.393 FrangulaB 2187. alnus MillerFam. 98 CUCURBITACEAE421 BryoniaB 2338. <strong>di</strong>oica Jacq.Fam. 99 LYTHRACEAE57


426 LythrumD 2347. salicariaL.Fam. 103 ONAGRACEAE436 EpilobiumD 2379. hirsutum L.D 2385. tetragonum L.Fam. 104 HALORAGACEAE437 MyriophyllumD 2392. verticillatum L.D 2393. spicatum L.Fam. 106 HIPPURIDACEAE439 HippurisR 2396. vulgaris L.Fam. 108 CORNACEAE441 CornusB 2398. sanguinea L.Fam. 109 ARALIACEAE442 HederaB 2400. helix L.Fam. 110 UMBELLIFERAE465 SiumR 2465. latifolium L.469 OenantheR 2488. aquatica(L.) Poiret481 ConiumP/D 2506. maculatum L.Fam. 117 OLEACEAE559 FraxinusB 2777. oxycarpa Bieb.Fam. 119 MENYANTHACEAE573 NymphoidesR 2840. peltata (Gmelin) KuntzeFam. 125 BORAGINACEAE610 SymphytumP/D/B 3020. officinale L.Fam. 128 LABIATAE627 ScutellariaD 3110. galericulata L.639 StachysD 3163. palustrisL.654 LycopusR 3245. exaltatus L.58


655 MenthaD 3249. aquaticaL.Fam. 131 SCROPHULARIACEAE676 GratiolaD 3312. officinalis L.Fam. 136 LENTIBULARIACEAE713 UtriculariaR 3582. vulgaris L.Fam. 138 CAPRIFOLIACEAE716 SambucusD 3610. ebulus L.B/D 3611. nigra L.Fam. 143 COMPOSITAE750 EupatoriumD 3800. cannabinum L.768 InulaR 3883. britannica L.776 BidensD 3906. tripartita L.805 SenecioR 4069. paludosus L.Fam. 144 ALISMATACEAE871 AlismaD 4489. lanceolatum With.D 4490. plantago-aquatica L.875 SagittariaR 4495. sagittifolia L.Fam. 145 BUTOMACEAE876 ButomusD 4498. umbellatus L.Fam. 146 HYDROCHARITACEAE879 HydrocharisR 4501. morsus-ranae L.Fam. 151 NAJADACEAE894 NajasD 4539. marina L.D 4540. minor All.Fam. 154 AMARYLLIDACEAE935 LeucojumR 4722. aestivum L.Fam. 157 IRIDACEAE943 Iris59


D 4747. pseudacorus L.Fam. 161 GRAMINACEAE1020 PhragmitesD 5165. australis(Cav.) Trin.1054 PaspalumI 5268. paspaloides (Michx.) ScribnerFam. 164 LEMNACEAE1079 LemnaD 5308. trisulca L.D 5309. gibba L.D 5310. minor L.1080 SpirodelaD 5312. polyrrhiza (L.) Schleid.Fam. 165 SPARGANIACEAE1082 SparganiumD 5315. erectum L.Fam. 166 TYPHACEAE1083 TyphaD 5320. latifolia L.D 5322. angustifolia L.Fam. 167 CYPERACEAE1084 CarexD 5368. elata All.D 5437. acutiformis Ehrh.D 5438. riparia Curtis1091 SchoenoplectusD 5454. lacustris(L.) PallaSpecie estinte in tempi recentiQuattro specie risultano estinte dal territorio della stazione, dove erano segnalate fino al periodocompreso tra l’inizio degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90 del secolo scorso.La prima è il Quadrifoglio acquatico (Marsilea quadrifolia), felce acquatica della famiglia delleMarsilaceae che vegeta negli acquitrini, con acque basse e stagnanti. Era segnalata per ValCampotto e Vallesanta, dove risulta scomparsa, probabilmente a causa della sparizione degli habitatidonei e dell’uso, in passato, <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbanti.La specie è protetta ai sensi dell’allegato II della <strong>di</strong>rettiva 92/43/CEE “Habitat”.La seconda è la Scargia (Stratiotes aloides), monocotiledone della famiglia delle Hydrocharitaceaeche vive sommersa ed emerge per fiorire e fruttificare; vegeta negli acquitrini, con acque basse estagnanti. Era segnalata per Vallesanta, dove risulta scomparsa, probabilmente a causa dellasparizione degli habitat idonei e dell’uso, in passato, <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbanti.La terza è la Castagna d’acqua (Trapa natans), idrofita natante caratteristica <strong>di</strong> acque eutrofiche estagnanti. Era, fino a qualche decennio fa, abbondante nei canali <strong>di</strong> bonifica e nelle casse.60


Attualmente risulta essere scomparsa, probabilmente a causa della sparizione degli habitat idonei edell’uso, in passato, <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbanti.L’ultima è l’Erba scopina (Hottonia palustris), idrofita tipica <strong>di</strong> acque stagnanti e povere <strong>di</strong>nutrienti, in stazioni ombrose su fanghi torbosi. Era presente fino a pochissimi anni fa nei cannetidelle casse principali ed è attualmente scomparsa, probabilmente a causa del pascolo delle nutrie.L’attuale status <strong>di</strong> Hippuris vulgaris e Nymphoides peltata necessita <strong>di</strong> controllo, poiché anchequeste due specie potrebbero risultare estinte.61


Descrizione della vegetazione e comunità vegetazionali presentiLa vegetazione è uno degli elementi più rappresentativi <strong>di</strong> un ambiente naturale. Le singolespecie che compongono la flora <strong>di</strong> un sito crescono insieme in un determinato habitat a secondadelle esigenze idriche, edafiche, termiche e <strong>di</strong> esposizione, e anche <strong>di</strong> altri fattori limitanti biotici eabiotici. Determinate tipologie <strong>di</strong> vegetazione sono <strong>di</strong> facile intuizione, ad esempio il canneto, lapineta, il cespuglieto; tali termini sono però solo in parte corrispondenti all’effettiva situazionevegetazionale. La fitosociologia co<strong>di</strong>fica le varie comunità vegetali, che si ripetono con regolarità almanifestarsi <strong>di</strong> simili con<strong>di</strong>zioni ambientali, sulla base delle specie caratteristiche, cioè legateesclusivamente o elettivamente a tali con<strong>di</strong>zioni ambientali. Una comunità così in<strong>di</strong>viduata prendeil nome <strong>di</strong> associazione vegetale, identificata dalla desinenza -etum (es. Phragmitetum vulgaris, ilcanneto più comune); più associazioni simili vengono raggruppate in alleanze (desinenza -ion), piùalleanze in or<strong>di</strong>ni (-etalia) e più or<strong>di</strong>ni in classi <strong>di</strong> vegetazione (-etea). La sintassonomiafitosociologica or<strong>di</strong>na tali livelli in una classificazione simile a quella abitualmente in uso per lespecie animali e vegetali. Quando la vegetazione non è sufficientemente consolidata o delineata perarrivare al livello <strong>di</strong> definizione dell’associazione, si possono in<strong>di</strong>viduare altre entitàfitosociologiche denominate aggruppamenti, popolamenti, etc.La cartografia della vegetazione nasce dall’esame del territorio me<strong>di</strong>ante fotointerpretazione, acui seguono rilevamenti e controlli approfon<strong>di</strong>ti sul campo per giungere alla definizionefitosociologica dei singoli habitat cartografati. Tali habitat vengono riportati su carta ogeoreferenziati su supporto magnetico con sigle <strong>di</strong> identificazione. Una cartografia vegetazionale sideve considerare come una realizzazione <strong>di</strong>namica, che necessita <strong>di</strong> continui aggiornamentisoprattutto in territori antropizzati che si mo<strong>di</strong>ficano anche in tempi brevi; la precisione deve quin<strong>di</strong>essere riferita al momento dell’e<strong>di</strong>zione della carta, e può variare rispetto al momento dell’uso sulterritorio.La Stazione Campotto <strong>di</strong> Argenta occupa un’estensione limitata rispetto alle altre Stazioni delParco del Delta; inoltre è svincolata dalla zona propriamente costiera ed ha caratteristicheomogenee rispetto all’idrologia e alla gestione, sicché è possibile identificare solo due serie <strong>di</strong>habitat naturali o seminaturali: A) le zone umide d’acqua dolce; B) i boschi e i cespuglieti igrofili;ad essi si affianca una terza serie <strong>di</strong> habitat, rappresentata dagli ambienti agricoli e marginali.La copertura vegetale è molto variabile come aspetto e complessità, sia all’interno dei singoliambiti sia tra un ambito e l’altro; la stessa tipologia può presentarsi con aspetti e composizionefloristica molto <strong>di</strong>fferenti a seconda delle con<strong>di</strong>zioni complessive dell’ecosistema. La trattazioneseguente presenta alcune linee generali sulle tipologie vegetazionali, integrate con informazionisulla situazione in alcuni siti.62


Vegetazione delle zone umide <strong>di</strong> acqua dolceLe zone umide svincolate dall’influenza delle acque salate o salmastre sono poco frequentinell’ambito del Parco del Delta del Po. Le Valli <strong>di</strong> Campotto appartengono integralmente a questatipologia ricevendo soltanto apporti dal sistema <strong>di</strong> canali <strong>di</strong> pianura del bacino Reno-I<strong>di</strong>ce-Sillaro.Tali ambienti risultano molto isolati dal sistema della pianura costiera e collegati invece alle zoneumide della pianura emiliano-romagnola, e le tipologie vegetazionali collegate devono considerarsirare, minacciate o in <strong>di</strong>minuzione, ad eccezione dei tifeti e dei canneti a Phragmites australis chehanno ancora una notevole <strong>di</strong>ffusione in tutta la pianura.Le idrofite in senso stretto possono essere sud<strong>di</strong>vise in sommerse o natanti: le prime occupanocon il corpo vegetativo tutta la colonna d’acqua collocandosi in più strati, mentre le seconde hannogli organi vegetativi e riproduttivi (foglie, fiori) galleggianti sulla superficie. Entrambi i tipi, aseconda dei casi, possono ra<strong>di</strong>care sul fondo o risultare svincolati; esiste una classificazione delleidrofite che <strong>di</strong>stingue ben <strong>di</strong>ciotto categorie tipologiche <strong>di</strong>verse (Den Hartog et Segal, 1964; DenHartog et Van der Velde, 1988). Tra le idrofite sommerse <strong>di</strong> acque tranquille si annoverano varipopolamenti dell’or<strong>di</strong>ne Potametalia, con le singole specie <strong>di</strong> volta in volta dominanti, mentre intalune con<strong>di</strong>zioni si forma una vegetazione a foglie galleggianti detta lamineto, i cui tipi principalisono il Nymphaeetum albo-luteae e il Limnanthemetum nymphaeoi<strong>di</strong>s. Queste comunità sono ormaimolto rarefatte e necessitano <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a specifiche. Altre comunità galleggianti,svincolate dal fondo, sono i tappeti <strong>di</strong> lenticchie d’acqua della classe Lemnetea, facilmentetipizzabili ma non cartografabili perché a sviluppo annuale estremamente variabile: a seconda dellecon<strong>di</strong>zioni meteorologiche questi tappeti ver<strong>di</strong> si possono formare copiosamente oppure risultareassenti.Le elofite, specie con la gran parte del corpo vegetativo sommerso ma con gli apici e leinfiorescenze emersi, sono largamente rappresentate da tipologie ben note: canneti, tifeti, scirpeti,cariceti, tutti ascrivibili all’or<strong>di</strong>ne Phragmitetalia. Si tratta <strong>di</strong> cinture <strong>di</strong> vegetazione dei marginidelle zone umide, talvolta molto estese; spesso queste comunità vengono sottoposte a sfalcio percontenerne l’espansione o anche a scopi produttivi. Accanto a queste comunità relativamentecomuni si annoverano anche alcuni tipi rari, tra cui ricor<strong>di</strong>amo: Leucojo - Caricetum elatae, pratiumi<strong>di</strong> <strong>di</strong> carici ormai quasi scomparsi, con la vistosa presenza del campanellino, Leucojumaestivum; aggruppamenti a Hippuris vulgaris (unico sito dell’Emilia-Romagna al Traversante, forsescomparso).63


Vegetazione arbustiva e arboreaNon molto rappresentata nel Parco, la vegetazione arbustiva sta ulteriormente declinando per laprogressiva scomparsa delle siepi <strong>di</strong> separazione del paesaggio agricolo e per i massiccirimboschimenti retrodunali. Tuttavia si possono incontrare arbusteti, siepi e macchie con prugnolo(Prunus spinosa), biancospino (Crataegus monogyna), ligustro (Ligustrum vulgare), sanguinello(Cornus sanguinea), spincervino (Rhamnus catharticus), Rubus sp. pl., Rosa sp. pl. Si tratta <strong>di</strong>fitocenosi abbastanza evolute ma con <strong>di</strong>namica molto rapida, che rappresentano sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> evoluzionedegli incolti o <strong>di</strong> degradazione dei boschi. La tipizzazione è problematica per motivi <strong>di</strong>namici maanche per la presenza <strong>di</strong> numerose specie alloctone che tendono a <strong>di</strong>ventare dominanti.Il bosco del Traversante ad Argenta è <strong>di</strong>fficilmente riconducibile alle selve primigenie che siformarono prima della colonizzazione della pianura orientale; l’intervento umano e il riassetto delterritorio hanno portato ad una drastica riduzione delle aree boschive a maggioranza <strong>di</strong> latifoglieigrofile. I boschi igrofili e ripariali, legati alla presenza <strong>di</strong> acque stagnanti o correnti, con faldaprossima alla superficie e talora affiorante (Punte Alberete, Traversante), sono caratterizzati daalcune latifoglie esigenti in fatto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà: il salice bianco, con esemplari alti anche parecchimetri, caratterizza le cinture boscate lungo i fiumi e i canali, e presso le valli d’acqua dolce(Salicetum albae); il frassino meri<strong>di</strong>onale (Fraxinus oxycarpa), tipico dell’associazione Cariciremotae - Fraxinetum oxycarpae, dominante al Bosco del Traversante, è spesso affiancato da pioppibianchi e gatteri64


Vegetazione degli ambienti antropizzati e delle zone marginaliIn quest’ultima categoria si raggruppano una quantità <strong>di</strong> tipi vegetazionali frammentari e <strong>di</strong>sturbati,che non hanno caratteristiche in comune se non quella <strong>di</strong> essere drasticamente influenzatidall’intervento umano, <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto come mo<strong>di</strong>ficazione del territorio.Notevole è l’influsso antropico sulla vegetazione nitrofila e ruderale, che forma comunità <strong>di</strong>rapida espansione nei luoghi dove siano presenti ruderi, depositi <strong>di</strong> materiali inerti, o semplicementescarichi; le specie più frequenti sono quelle che ritroviamo abitualmente anche nelle nostre città:ortiche, artemisie, composite spinose, romici, esponenti dei generi Ranunculus, Malva, Geranium,leguminose foraggere quali Me<strong>di</strong>cago, Trifolium, Vicia, graminacee dei generi Avena, Hordeum,Bromus, Poa.Ai margini dei campi coltivati la vegetazione risente del <strong>di</strong>sturbo dovuto all’attività agricola, e<strong>di</strong> regola non riesce a strutturarsi oltre tipi <strong>di</strong> comunità erbacee a rapido sviluppo, ricche <strong>di</strong> specieinfestanti autoctone o naturalizzate. Localmente si presentano cespuglieti o ad<strong>di</strong>rittura macchie eboschetti <strong>di</strong> specie importate in tempi recenti e che successivamente hanno colonizzato consuccesso le aree marginali; tra queste la più importante è senz’altro la robinia, ma altre dueleguminose arbustive nordamericane sono in forte espansione anche in ambiti seminaturali,l’amorfa (Amorpha fruticosa) e lo spino <strong>di</strong> Giuda (Gle<strong>di</strong>tsia triacanthos).Per quanto riguarda il paesaggio più propriamente coltivato, le superfici più estese sonooccupate dai seminativi, soprattutto frumento, mais, barbabietola, leguminose da foraggio, riso;molto praticata è la pioppicoltura da cellulosa o da legno, in calo la presenza <strong>di</strong> frutteti e vigneti.65


Elenco sintassonomico delle unità vegetazionali rilevate nei siti <strong>di</strong> interessenaturalistico della stazione <strong>di</strong> Campotto <strong>di</strong> ArgentaFonte: “Vegetation map of the Regional Park of the Po Delta”, Allionia.Nota: solo le unità cartografate riportano la sigla o il numero sulla destra della riga.Le comunità contrassegnate da un asterisco sono particolarmente rare o <strong>di</strong> notevole interessegeobotanico.LEMNETEA de Bolos et Masclans 1955Lemnetalia minoris de Bolos et Masclans 1955Lemnion minoris de Bolos et Masclans 1955Lemnetum gibbae Miyawaki et J.Tx. 1960Lemno-Spirodeletum polyrhizae Koch 1954Hydrocharitetalia Rübel 1933Hydrocharition Rübel 1933Lemno minoris-Salvinietum natantis Slavnic 1956* Hydrocharitetum morsus-ranae van Langendonck 1935Ceratophylletum demersi Hild 1956POTAMETEA R.Tx. et Preising 1942Potametalia Koch 1926PoPotamion pectinati (Koch 1926) Görs 1977- aggruppamento a Potamogeton pectinatusNymphaeion albae Oberd. 1957* Nymphaeetum albo-luteae Nowinski 1928 Mn* Limnanthemetum nymphaeoi<strong>di</strong>s Bellot 1951 NpPHRAGMITI-MAGNOCARICETEA Klika in Klika et Novák 1941Phragmitetalia Koch 1926Phragmition communis Koch 1926Scirpetum lacustris Chouard 1924Typhetum angustifoliae Pign. 1953Typhetum latifoliae Lang. 1973Phragmitetum vulgaris von Soó 1927Pr* - aggruppamento a Hippuris vulgaris HvMagnocaricion elatae Koch 1926* Leucojo-Caricetum elatae Br.-Bl. 1936 LeCaricetum acutiformis Eggler 1933PePhTySTELLARIETEA MEDIAE R.Tx., Lohm., Prsg. in R.Tx. 1950Brometalia rubenti-tectori Riv.-Mart. et Izco 1977RtBIDENTETEA TRIPARTITI R.Tx. et al. in R.Tx. 1950Bidentetalia tripartiti Br.-Bl. et R.Tx. ex Klika et Hadac 1944Bidention tripartiti Nordh. 1940 em. R.Tx. in Poli et J.Tx. 1960Bidenti-Polygonetum hydropiperis Lohm.in R.Tx.1950 nom.inv.FESTUCO-BROMETEA Br.-Bl. et R.Tx. ex Klika et Hadac 1944Brometalia erecti Br.-Bl. 1936Br66


SALICETEA PURPUREAE Moor 1958Salicetalia purpureae Moor 1958Salicion albae von Soó 1930Salicetum albae Issl. 1926SpRHAMNO-PRUNETEA Riv.-God. et Borja Carbonell 1961Prunetalia spinosae R.Tx. 1952PsQUERCO-FAGETEA Br.-Bl. et Vlieg. in Vlieg. 1937Populetalia albae Br.-Bl. 1931PaPopulion albae Br.-Bl. 1931* Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae Pedrotti 1970 corr. Pedrotti 199267


Siti <strong>di</strong> rilevanza floristico-vegetazionaleAllegato alla carta <strong>di</strong> definizione dei confini dei siti <strong>di</strong> rilevanza naturalistica della StazioneCampottoSITO A1 - CAMPOTTO, SITO A3 - VALLESANTALe valli <strong>di</strong> acqua dolce <strong>di</strong> Campotto sono il residuo <strong>di</strong> una più ampia area paludosa che siestendeva lungo tutta l’area a sud del Po <strong>di</strong> Primaro (Reno) fino all’inizio dell’Ottocento.Attualmente rimangono cira 850 ha vallivi utilizzati come casse <strong>di</strong> espansione nei casi <strong>di</strong> piena deifiumi e dei canali che qui confluiscono. Nel 1983 a nord della Cassa Campotto è stata riallagataun’area <strong>di</strong> circa 300 ha sempre con finalità <strong>di</strong> cassa <strong>di</strong> espansione: la Cassa Bassarone.Specie tipiche del Sito A1 Campotto Specie tipiche del Sito A3 Vallesanta3 Riccia fluitans 3 Riccia fluitans4 Salvinia natans 4 Salvinia natans20 Nymphaea alba 20 Nymphaea alba22 Ranunculus sceleratus 22 Ranunculus sceleratus23 Ranunculus trichophyllus 23 Ranunculus trichophyllus54 Samolus valeran<strong>di</strong> 41 Myriophyllum verticillatum62 Nymphoides peltata 52 Hottonia palustris72 Utricularia australis 54 Samolus valeran<strong>di</strong>84 Senecio paludosus 68 Lycopus exaltatus89 Alisma lanceolatum 72 Utricularia australis91 Sagittaria sagittifolia 81 Inula britannica92 Butomus umbellatus 84 Senecio paludosus93 Hydrocharis morsus-ranae 89 Alisma lanceolatum97 Najas marina 93 Hydrocharis morsus-ranae98 Najas minor 97 Najas marina12 Eleocharis palustris98 Najas minor312 Eleocharis palustris368


SITO A2 – TRAVERSANTETra le Casse Campotto e Vallesanta si trova un ridotto lembo <strong>di</strong> bosco igrofilo <strong>di</strong> 150 ha,residuo <strong>di</strong> un area boschiva molto estesa prima degli interventi <strong>di</strong> bonifica. Il bosco è dominatodall’olmo (Ulmus minor), dal pioppo bianco (Populus alba) e dal frassino (Fraxinus oxycarpa). Ilbosco come si presenta nella attuale composizione vegetazionale è relativamente giovane e soggettoa rinnovamento naturale, è inoltre in espansione grazie ai rimboschimenti effettuati in anni recenti.Specie tipiche del Sito A2 Traversante5 Thelypteris palustris7 Salix cinerea8 Populus canescens21 Clematis viticella22 Ranunculus sceleratus42 Hippuris vulgaris43 Cornus mas49 Oenanthe aquatica54 Samolus valeran<strong>di</strong>68 Lycopus exaltatus76 Viburnum opulus81 Inula britannica84 Senecio paludosus10 Leucojum aestivum312 Cla<strong>di</strong>um mariscus569


SITO A4 - FIUMI E CANALISono stati inclusi in un sito <strong>di</strong> importanza conservazionistica per la flora e la fauna i tratti deifiumi (Reno, I<strong>di</strong>ce, Sillaro) e dei canali (Della Botte, Lorgana, Garda e Menata) compresi nelterritorio della Stazione e confluenti nel Reno; nonostante la gestione del Consorzio <strong>di</strong> Bonificapreveda perio<strong>di</strong>ci sfalci della vegetazione ripariale, sono ugualmente presenti specie interessanti afini conservazionistici.Specie tipiche del Sito A4 Fiumi e Canali4 Salvinia natans20 Nymphaea alba81 Inula britannica89 Alisma lanceolatum91 Sagittaria sagittifolia70


In<strong>di</strong>rizzi gestionali e <strong>di</strong> conservazione dei sitiNonostante sia decentrato rispetto al Delta geografico del Po, il comprensorio delle Valli <strong>di</strong>Argenta e Marmorta (Valle Campotto e Bassarone, Bosco del Traversante, Vallesanta) è legato adesso per motivi storici e tecnici: pur come stazione <strong>di</strong>sgiunta, è infatti parte del Parco RegionaleEmiliano-Romagnolo costituito nel 1988. Lo scopo era quello <strong>di</strong> comprendere in una grandestruttura <strong>di</strong> protezione, oltre agli habitat costieri <strong>di</strong> rilevanza internazionale, tipici del Delta, anchela più importante zona umida d'acqua dolce della Pianura Padana orientale.Nonostante l’area sia sottoposta a servitù idraulica <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del territorio e tale funzione siapreminente su ogni altra attività, la gestione viene attuata in rispetto delle esigenze naturalistiche edecologiche tanto che lo stato generale è prossimo alla naturalità; la protezione e il controllo sonoassidui e rigorosi, inoltre l'aspetto <strong>di</strong>dattico-naturalistico è ben curato con le strutture museali delCasino <strong>di</strong> Campotto, premiato per il suo valore nel 1992 dalla Comunità Europea, e quella piùrecente della Bonifica, in funzione presso l’idrovora Saiarino.Le Valli ricevono le acque <strong>di</strong> una fitta rete <strong>di</strong> canali <strong>di</strong> pianura, e sono in comunicazione con ilReno e i suoi affluenti: ciò consente lo sviluppo <strong>di</strong> una ricca varietà <strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> acqua dolce, cheoffrono ospitalità a cospicue popolazioni ornitiche.La tipica vegetazione acquatica e palustre si sviluppa copiosa con lamineti, canneti, tifeti ecariceti; il Traversante ospita una comunità <strong>di</strong> bosco igrofilo caratterizzata da frassino meri<strong>di</strong>onale,pioppo bianco e olmo campestre, rara nella pianura emiliana perché drasticamente ridottanell’estensione dalle intense opere <strong>di</strong> bonifica. La flora è riccamente rappresentata, anche da specierare e protette quali la ninfea bianca, il campanellino, l'erba vescica, la coda <strong>di</strong> cavallo acquatica.Nonostante l'ottima gestione, il comprensorio <strong>di</strong> Campotto risente in maniera piuttostoproblematica dell’aumento esponenziale della nutria verificatosi nell’ultimo decennio. Questi grossiro<strong>di</strong>tori alloctoni (originari del Sudamerica), sfuggiti da allevamenti da pelliccia e anchedeliberatamente immessi nel territorio alla fine degli anni ‘70 hanno trovato, grazie anche ad unelevato tasso <strong>di</strong> natalità, con<strong>di</strong>zioni ideali per il loro sviluppo. La nutria è un erbivoro generalistache pascola su una grossa gamma <strong>di</strong> piante acquatiche e a Campotto ha determinato una forte<strong>di</strong>minuzione della superficie dei lamineti a ninfea e dei tifeti, con rischi <strong>di</strong> scomparsa per le specierare, e riflessi negativi anche sull'avifauna. L'unico rime<strong>di</strong>o efficace contro la nutria, priva deicompetitori e dei predatori naturali delle aree <strong>di</strong> origine, sembra essere quello della cattura oabbattimento su larga scala, sull'esempio <strong>di</strong> quanto è stato svolto in Gran Bretagna, e che ha portatoalla sua totale era<strong>di</strong>cazione.71


Oltre all'eliminazione delle nutrie, una ulteriore azione consigliata è l'aumento della superficieboscata ad ovest del Traversante, con la rinaturazione dei terreni attualmente occupati da pioppeticolturali; la previsione è che, dopo un primo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> transizione, dominato da specie arbustivecome amorfa e salicone, possa avvenire un ingresso naturale delle specie arboree precedentementecitate, e quin<strong>di</strong> la formazione <strong>di</strong> un vero bosco igrofilo, in stretta continuità con quello già esistente.72


<strong>Analisi</strong> faunisticaVertebratiLa conoscenza del patrimonio naturale <strong>di</strong> un'Area Protetta è un punto <strong>di</strong> partenza fondamentaleper determinarne la pianificazione, le successive scelte gestionali, le normative e gli in<strong>di</strong>rizzi volti agarantire il buon funzionamento, la cre<strong>di</strong>bilità, la sopravvivenza dell'Area stessa.E' infatti compito primario <strong>di</strong> un'Area Protetta proteggere ed incrementare la <strong>di</strong>versità biologicadei luoghi, con particolare riferimento alle specie più rappresentative, più rare e più minacciate delterritorio, stu<strong>di</strong>arne e conoscerne i siti <strong>di</strong> presenza, le aree importanti per le <strong>di</strong>verse fasi del ciclobiologico, gli andamenti delle popolazioni, le minacce che ne determinano o potrebberodeterminarne la <strong>di</strong>minuzione ed i possibili interventi gestionali <strong>di</strong> cui il Parco deve farsi carico.Al Piano Territoriale del Parco spetta il compito <strong>di</strong> fornire tutti i dati <strong>di</strong> base e gli strumenti perin<strong>di</strong>rizzare al meglio le azioni e le energie dell'Ente <strong>di</strong> Gestione.Il presente lavoro è strutturato come segue:1) check-list delle specie presenti nella stazione: Agnatha (Ciclostomi), Osteichthyes (Pesci),Amphibia (Anfibi), Reptilia (Rettili), Aves (Uccelli), Mammalia (Mammiferi);2) elenco delle specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico ai sensi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettive internazionali (DirettivaCEE 79/409 e integrazioni, Direttiva CEE 92/43, Convenzione <strong>di</strong> Berna), normative nazionali (L.N.157/92) e regionali (R.R. 29/93), liste rosse nazionali e regionali, valutazioni pubblicate da enti <strong>di</strong>ricerca o da esperti del settore, specie rare e localizzate a livello regionale o nazionale;3) valutazione del contributo della stazione per la tutela delle specie <strong>di</strong> interesse conservazionisticoe per le altre specie presenti (popolamenti <strong>di</strong> importanza nazionale ai sensi dei criteri in<strong>di</strong>cati dalle<strong>di</strong>rettive comunitarie);4) schedatura delle singole specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico (parte generale: inquadramentotassonomico, corologia, habitat, ecologia, <strong>di</strong>stribuzione e status in Italia e in regione; parte specificarelativa alla stazione: <strong>di</strong>stribuzione e status nel Parco e nella stazione, entità del popolamento,importanza del popolamento presente, siti principali <strong>di</strong> presenza e siti riproduttivi, fattori <strong>di</strong>minaccia, azioni per la conservazione)Allegato 1: specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico priopritarioAllegato 2: specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico;5) specie alloctone e squilibri ecosistemici ed ambientali da esse causati;6) specie presumibilmente estinte in tempi storici (specie <strong>di</strong> cui non si hanno in<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> presenza,raccolti da fonti atten<strong>di</strong>bili, da almeno 10 anni) ed eventuali reintroduzioni;7) specie "<strong>di</strong> interesse turistico" e specie "simbolo".Siti o sistemi ambientali <strong>di</strong> importanza faunistica1) in<strong>di</strong>viduazione dei siti <strong>di</strong> rilevanza naturalistica, <strong>di</strong> habitat e sistemi territoriali omogeneistrategici per la conservazione della fauna;2) schedatura dei singoli siti o habitat o sistemi territoriali omogenei, in collaborazione con iredattori delle altre sezioni (vegetazione e habitat, flora, usi antropici). I dati <strong>di</strong> presenza faunisticaandranno infatti a confluire in tutte le schede relative ai siti <strong>di</strong> rilevanza naturalistica, agli habitat ed73


ai sistemi territoriali omogenei, assieme agli altri importanti elementi <strong>di</strong> analisi qualidenominazione, superficie, vegetazione e habitat, flora, proprietà, gestione, usi antropici, fattori <strong>di</strong>degrado. Tali dati faunistici comprenderanno un elenco delle specie <strong>di</strong> interesse per ogni sito, conparticolare riferimento alle specie per la cui conservazione il sito risulta maggiormente strategico,ed una analisi dei fattori <strong>di</strong> minaccia per le specie e degli impatti derivati dalle utilizzazioniantropiche o da eventuali squilibri faunistici (specie alloctone) operanti sul sito.In<strong>di</strong>rizzi per la regolamentazione delle attività antropicheGli elaborati <strong>di</strong> analisi così ottenuti potranno fornire importanti in<strong>di</strong>cazioni per la redazionedella parte progettuale del piano <strong>di</strong> stazione. Vengono perciò fornite tutte le in<strong>di</strong>cazioni necessarieper orientare alcune scelte <strong>di</strong> pianificazione, suggerire criteri, norme ed azioni necessarie per laconservazione e la corretta gestione delle specie faunistiche presenti nel territorio della stazione:criteri e norme generali per la tutela e la conservazione delle specie faunistiche in oggetto; azionivolte a favorire la presenza o l’incremento <strong>di</strong> singole specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico, norme<strong>di</strong> tutela, ripristino <strong>di</strong> habitat; azioni volte ad eliminare, ridurre o mitigare gli impatti ed i fattori <strong>di</strong>minaccia operanti sulle specie; azioni volte a favorire la ricomparsa <strong>di</strong> specie estinte ed eventualireintroduzioni; azioni per il contenimento delle specie alloctone invasive; criteri e norme per latutela e il mantenimento dei siti e degli habitat delle specie, con particolare riferimento ad habitatminacciati e/o <strong>di</strong> specie minacciate; criteri per il ripristino <strong>di</strong> habitat prioritari per specie <strong>di</strong>interesse, scomparsi, ridotti, degradati, il cui status attuale <strong>di</strong> conservazione e la cui estensione nonsembrano sufficienti a garantire la conservazione delle specie in oggetto; norme generali perregolamentare gli usi antropici al fine <strong>di</strong> garantire la sosta, la riproduzione ed il sostentamento dellespecie faunistiche nel territorio della stazione, nonché per ridurre e mitigare gli impatti derivanti dacause antropiche.1) Attività antropiche2) Gestione degli habitat3) Progetti <strong>di</strong> rinaturalizzazione74


CHECK-LIST DELLA FAUNA VERTEBRATAPer compilare le liste delle specie presenti nella stazione sono stati utilizzati i dati reperibili dafonti bibliografiche, integrati da dati ine<strong>di</strong>ti dell'autore e da dati ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> altri ricercatori enaturalisti.Sono stati presi in considerazione soltanto i dati recenti, compresi tra il 1970 ed il 2006.Per la classificazione e la nomenclatura si è fatto riferimento ad Amori G., Angelici F.M.,Frugis S., Gandolfi G., Groppali R., Lanza B., Relini G. & Vicini G., 1993. Vertebrata. In MinelliA., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) "Checklist delle specie della fauna italiana", 110. Calderini,Bologna.CiclostomiAgnathaSpecie: 1Lampreda <strong>di</strong> marePetromyzon marinusPesciOsteichthyesSpecie: 25Specie alloctone: 12AnguillaAlborellaBarboPesce rossoCarassioLascaSavettaCarpa erbivoraCarpaCavedanoPseudorasboraTriottoRovellaScardolaTincaCobite comunePesce gattoPesce gatto americanoSiluroLuccioPersico solePersico trotaPersico realeLuciopercaGhiozzo padanoAnguilla anguillaAlburnus alburnusBarbus plebejusCarassius auratusCarassius carassiusChondrostoma geneiChondrostoma soettaCtenopharyngodon idellusCyprinus carpioLeuciscus cephalusPseudorasbora parvaRutilus erythrophthalmusRutilus rubilioScar<strong>di</strong>nius erythrophthalmusTinca tincaCobitis taeniaIctalurus melasIctalurus punctatusSilurus glanisEsox luciusLepomis gibbosusMicropterus salmoidesPerca fluviatilisStizosteidon luciopercaPadogobius martensii75


AnfibiAmphibiaSpecie: 8Specie alloctone: 1Tritone crestatoTritone punteggiatoRospo comuneRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRana toroRana agileRana verde minoreTriturus carnifexTriturus vulgarisBufo bufoBufo viri<strong>di</strong>sHyla interme<strong>di</strong>aRana catesbeianaRana dalmatinaRana "esculenta"RettiliReptiliaSpecie: 9Specie alloctone: 1Testuggine palustreTestuggine della FloridaOrbettinoRamarroLucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoNatrice dal collareNatrice tessellataEmys orbicularisTrachemys scriptaAnguis fragilisLacerta viri<strong>di</strong>sPodarcis muralisPodarcis siculaColuber viri<strong>di</strong>flavusNatrix natrixNatrix tessellataUccelliAvesSpecie: 210Specie ni<strong>di</strong>ficanti: 102Specie svernanti: 78N ni<strong>di</strong>ficantiW svernantiTuffetto Tachybaptus ruficollis N WSvasso maggiore Po<strong>di</strong>ceps cristatus N WSvasso collorossoPo<strong>di</strong>ceps grisegenaSvasso piccoloPo<strong>di</strong>ceps nigricollisPellicano comunePelecanus onocrotalusCormorano Phalacrocorax carbo N WMarangone minorePhalacrocorax pygmaeusTarabuso Botaurus stellaris N WTarabusino Ixobrychus minutus NNitticora Nycticorax nycticorax N WSgarza ciuffetto Ardeola ralloides NAirone guardabuoiBubulcus ibis76


Airone bianco maggiore Egretta alba N WGarzetta Egretta garzetta N WAirone cenerino Ardea cinerea N WAirone rosso Ardea purpurea NCicogna biancaCiconia ciconiaCicogna neraCiconia nigraIbis sacro Threskiornis aethiopicus WMignattaioPlega<strong>di</strong>s falcinellusSpatola Platalea leucoro<strong>di</strong>a WCigno minoreCygnus columbianusCigno selvaticoCygnus cygnusCigno reale Cygnus olor WOca lombardellaAnser albifronsOca selvatica Anser anser N WOca granaiolaAnser fabalisOca collorosso Branta ruficollis WOca egiziana Alopochen aegyptiacus NVolpocaTadorna tadornaCodoneAnas acutaMestolone Anas clypeata N WAlzavola Anas crecca N WFischioneAnas penelopeGermano reale Anas platyrhynchos N WMarzaiola Anas querquedula NCanapiglia Anas strepera N WMoriglione Aythya ferina N WMoretta Aythya fuligula N WMoretta tabaccata Aythya nyroca N WQuattrocchi Bucephala clangula WPesciaiola Mergus albellus WFalco pecchiaioloPernis apivorusNibbio brunoMilvus migransFalco <strong>di</strong> palude Circus aeruginosus N WAlbanella reale Circus cyaneus WAlbanella pallidaCircus macrourusAlbanella minore Circus pygargus NPoiana Buteo buteo N WSparviere Accipiter nisus N WFalco pescatorePan<strong>di</strong>on haliaetusSmeriglio Falco columbarius NPellegrinoFalco peregrinusLanarioFalco biarmicusLodolaio Falco subbuteo NGheppio Falco tinnunculus N WFalco cuculo Falco vespertinus NStarna Per<strong>di</strong>x per<strong>di</strong>x N WQuaglia Coturnix coturnix NFagiano Phasianus colchicus N WPorciglione Rallus aquaticus N WSchiribilla Porzana parva NVoltolino Porzana porzana NSchiribilla grigiataPorzana pusilla77


Gallinella d'acqua Gallinula chloropus N WFolaga Fulica atra N WGruGrus grusCavaliere d'Italia Himantopus himantopus NAvocettaRecurvirostra avosettaPernice <strong>di</strong> mareGlareola pratincolaFratinoCharadrius alexandrinusCorriere piccolo Charadrius dubius NCorriere grossoCharadrius hiaticulaPiviere dorato Pluvialis apricaria WPavoncella Vanellus vanellus N WPiovanello pancianeraCalidris alpinaPiovanelloCalidris ferrugineaGambecchioCalidris minutaGambecchio nanoCalidris temminckiiCombattentePhilomachus pugnaxFrullinoLymnocryptes minimusBeccaccino Gallinago gallinago WCroccoloneGallinago me<strong>di</strong>aBeccacciaScolopax rusticolaPittima realeLimosa limosaPittima minoreLimosa lapponicaChiurlo Numenius arquata WChiurlo piccoloNumenius phaeopusTotano moro Tringa erythropus WPiro-piro boschereccioTringa glareolaPantanaTringa nebulariaPiro-piro culbiancoTringa ochropusAlbastrelloTringa stagnatilisPettegolaTringa totanusPiro-piro piccoloActitis hypoleucosGabbiano reale me<strong>di</strong>terraneo Larus cachinnans WGabbianelloLarus minutusGabbiano comune Larus ri<strong>di</strong>bundus WSterna zampenereGelochelidon niloticaFraticelloSterna albifronsSterna maggioreSterna caspiaSterna comune Sterna hirundo NMignattino piombato Chlidonias hybridus NMignattino alibiancheChlidonias leucopterusMignattinoChlidonias nigerColombellaColumba oenasColombaccio Columba palumbus N WTortora dal collare Streptopelia decaocto N WTortora selvatica Streptopelia turtur NCuculo Cuculus canorus NBarbagianni Tyto alba N WAssiolo Otus scops NCivetta Athene noctua N WAllocco Strix aluco N WGufo <strong>di</strong> palude Asio flammeus WGufo comune Asio otus N W78


SucciacapreCaprimulgus europaeusRondone Apus apus NMartin pescatore Alcedo atthis N WGruccione Merops apiaster NGhiandaia marinaCoracias garrulusUpupa Upupa epops NTorcicollo Jynx torquilla NPicchio verde Picus viri<strong>di</strong>s N WPicchio rosso maggiore Picoides major N WCalandrellaCalandrella brachydactylaCappellacciaGalerida cristataAllodola Alauda arvensis N WTopinoRiparia ripariaRon<strong>di</strong>ne Hirundo rustica NBalestruccio Delichon urbica NPispola Anthus pratensis WSpioncelloAnthus spinolettaPrispoloneAnthus trivialisBallerina bianca Motacilla alba N WBallerina giallaMotacilla cinereaCutrettola Motacilla flava NScricciolo Troglodytes troglodytes N WPassera scopaiolaPrunella modularisPettirosso Erithacus rubecula N WUsignolo Luscinia megarhynchos NPettazzurroLuscinia svecicaCo<strong>di</strong>rosso spazzacamino Phoenichurus ochrurosCo<strong>di</strong>rosso Phoenicurus phoenicurus NStiaccinoSaxicola rubetraSaltimpalo Saxicola torquata N WCulbiancoOenanthe oenantheTordo sasselloTurdus iliacusMerlo Turdus merula N WTordo bottaccio Turdus philomelos WCesenaTurdus pilarisTordelaTurdus viscivorusUsignolo <strong>di</strong> fiume Cettia cetti N WBeccamoschino Cisticola junci<strong>di</strong>s N WSalciaiola Locustella luscinioides NForapaglie macchiettato Locustella naeviaCannareccione Acrocephalus arun<strong>di</strong>naceus NForapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon WPagliaroloAcrocephalus palu<strong>di</strong>colaCannaiola verdognola Acrocephalus palustris NForapaglie Acrocephalus schoenobaenus NCannaiola Acrocephalus scirpaceus NCanapino maggioreHippolais icterinaCanapino Hippolais polyglotta NCapinera Sylvia atricapilla NBeccaficoSylvia borinSterpazzola Sylvia communis NBigia padovanaSylvia curruca79


Bigia grossaSylvia hortensisLuì biancoPhylloscopus bonelliLuì piccolo Phylloscopus collybita N WLuì verdePhylloscopus sibilatrixLuì grossoPhylloscopus trochilusFiorrancinoRegulus ignicapillusRegoloRegulus regulusPigliamosche Muscicapa striata NBalia dal collareFicedula albicollisBalia neraFicedula hypoleucaBasettino Panurus biarmicus N WCo<strong>di</strong>bugnolo Aegithalos caudatus N WCincia moraParus aterCinciarella Parus caeruleus N WCinciallegra Parus major N WCincia bigiaParus palustrisPicchio muratore Sitta europaea WRampichinoCerthia brachydactylaPendolino Remiz pendulinus N WRigogolo Oriolus oriolus NAverla piccola Lanius collurio NAverla cinerina Lanius minor NAverla maggiore Lanius excubitor WAverla capirossaLanius senatorGhiandaia Garrulus glandarius N WGazza Pica pica N WCornacchia grigia Corvus corone N WStorno Sturnus vulgaris N WPassera domestica Passer domesticus N WPassera mattugia Passer montanus N WFringuello Fringilla coelebs N WVerzellino Serinus serinus NCardellino Carduelis carduelis N WVerdone Carduelis chloris NLucherinoCarduelis spinusFrosoneCoccothraustes coccothraustesZigolo muciattoEmberiza ciaZigolo neroEmberiza cirlusZigolo gialloEmberiza citrinellaOrtolano Emberiza hortulana NMigliarino <strong>di</strong> palude Emberiza schoeniclus N WStrillozzo Miliaria calandra N WMammiferiMammaliaSpecie: 40Riccio europeo occidentaleToporagno comuneToporagno acquatico <strong>di</strong> MillerMustioloErinaceus europaeusSorex araneusNeomys anomalusSuncus etruscus80


Crocidura ventre biancoCrocidura minoreTalpa europeaFerro <strong>di</strong> cavallo maggioreSerotinoVespertilio <strong>di</strong> DaubentonVespertilio smarginatoVespertilio <strong>di</strong> NattererNottola <strong>di</strong> LeislerNottola comunePipistrello albolimbatoPipistrello <strong>di</strong> NathusiusPipistrello nanoPipistrello pigmeoPipistrello <strong>di</strong> SaviMolosso <strong>di</strong> CestoniLepreMoscar<strong>di</strong>noScoiattoloArvicola terrestreArvicola campestreArvicola <strong>di</strong> SaviTopo selvatico collogialloTopo selvaticoTopolino delle risaieRatto delle chiavicheTopolino delle caseNutriaIstriceTassoDonnolaPuzzolaFainaCaprioloDainoCrocidura leucodonCrocidura suaveolensTalpa europaeaRhinolophus ferrumequinumEptesicus serotinusMyotis daubentoniiMyotis emarginatusMyotis nattereriNyctalus leisleriNyctalus noctulaPipistrellus kuhliPipistrellus nathusiiPipistrellus pipistrellusPipistrellus pygmaeusHypsugo saviiTadarida teniotisLepus europaeusMuscar<strong>di</strong>nus avellanariusSciurus vulgarisArvicola terrestrisMicrotus arvalisMicrotus saviiApodemus flavicollisApodemus sylvaticusMicromys minutusRattus norvegicusMus domesticusMyocastor coypusHystrix cristataMeles melesMustela nivalisMustela putoriusMartes foinaCapreolus capreolusDama dama81


SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICOPer re<strong>di</strong>gere le liste delle specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico sono stati utilizzati le seguenti fonti:1) allegato II della Convenzione <strong>di</strong> Berna (Berna, 19/9/1979), il quale riporta le specie "strettamenteprotette" (tale allegato non è stato utilizzato per gli Uccelli, poiché superato da ulteriori elenchi <strong>di</strong>specie minacciate);2) allegati II e IV della Direttiva CEE 92/43 "Habitat", i quali riportano, rispettivamente, le specie"<strong>di</strong> interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione <strong>di</strong> zone speciali <strong>di</strong>conservazione" e le specie "<strong>di</strong> interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa";3) allegato I della Direttiva CEE 79/409 "Uccelli" (mo<strong>di</strong>ficati dalle Dir. 85/411 e 91/244), il qualeriporta le specie per le quali "sono previste misure speciali <strong>di</strong> conservazione";4) articolo 9 del Regolamento Regionale 29/93, limitatamente ai Pesci e alle specie protette per lequali è previsto il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> pesca dal 1/1 al 31/12;5) articolo 2 della Legge Nazionale 157/92, limitatamente ai Mammiferi e agli Uccelli, il qualeriporta le specie particolarmente protette;6) Species of European Conservation Concern: SPEC (Tucker & Heath, 1994);6) Lista Rossa regionale dei ni<strong>di</strong>ficanti, in fase <strong>di</strong> stampa da parte della Regione Emilia-Romagna,la quale riporta le specie <strong>di</strong> Uccelli ni<strong>di</strong>ficanti a priorità <strong>di</strong> conservazione regionale;7) specie proposte come specie <strong>di</strong> interesse regionale al comitato scientifico nazionale dal comitatoscientifico regionale del Progetto Bioitaly per l'inserimento negli allegati delle <strong>di</strong>rettivecomunitarie;8) specie proposte come specie <strong>di</strong> interesse nazionale al comitato scientifico europeo dal comitatoscientifico nazionale del Progetto Bioitaly per l'inserimento negli allegati delle <strong>di</strong>rettivecomunitarie.Sono state inoltre considerate le specie endemiche, cioè quelle specie aventi un areale limitato apiccole parti della regione biogeografica (es. specie padane, specie italiche, specie adriatiche, ecc.).Sono state ricavate, dall'analisi delle presenze nelle altre stazioni del Parco, le specie"uniloche", cioè quelle specie presenti in una sola Stazione rispetto all'intero Parco regionale. Pertali specie pertanto la conservazione all'interno della stazione del popolamento in essa concentrato èparticolarmente importante e strategico, a maggior ragione qualora si tratti <strong>di</strong> specie uniloche anchea livello regionale o ad<strong>di</strong>rittura nazionale.Per gli Uccelli sono state considerate soltanto le specie uniloche come ni<strong>di</strong>ficanti.CiclostomiDir. 92/43(all. 2)Dir. 92/43(all. 4)Lampreda <strong>di</strong> mare 1Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del ProgettoBioitaly per l'allegato II della Direttiva 92/43: /Specie proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato IIdella Direttiva 92/43: /SPECIE ENDEMICHE/SPECIE UNILOCHE82


PesciDir. 92/43(all. 2)Dir. 92/43(all. 4)R.R. 29/93art. 9Barbo comune 1Lasca 1Savetta 1Rovella 1Cobite comune 1Ghiozzo padano 15 0 1Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del ProgettoBioitaly per l'allegato II della Direttiva 92/43: Triotto, Ghiozzo padanoSpecie proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato IIdella Direttiva 92/43: Triotto, Ghiozzo padanoSPECIE ENDEMICHEBarbo comune (Italica)Lasca (Italica)Savetta (Pianura Padana)Triotto (Pianura Padana)Ghiozzo padano (Pianura Padana)SPECIE UNILOCHELascaGhiozzo padanoAnfibiConv. Berna Dir. 92/43 Dir. 92/43(all. 2) (all. 2) (all. 4)Tritone crestato 1 1Rospo smeral<strong>di</strong>no 1 1Raganella 1 1Rana agile 1 14 0 4Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del ProgettoBioitaly per l'allegato II della Direttiva 92/43: /Specie proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato IIdella Direttiva 92/43: Tritone crestato, RaganellaSPECIE ENDEMICHERaganella (Italica)83


SPECIE UNILOCHE/RettiliConv. Berna Dir. 92/43 Dir. 92/43(all. 2) (all. 2) (all. 4)Testuggine palustre 1 1 1Ramarro 1 1Lucertola muraiola 1 1Lucertola campestre 1 1Biacco 1Natrice tessellata 14 1 6Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del ProgettoBioitaly per l'allegato II della Direttiva 92/43: /Specie proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato IIdella Direttiva 92/43: /SPECIE ENDEMICHE/SPECIE UNILOCHE/Uccelli(in corsivo le specie NON NIDIFICANTI nella Stazione)Dir. 79/409(all. 1)L.N. 157/92art. 2SPECLista Rossaregionale deini<strong>di</strong>ficantiCormorano 1Marangone minore 1 1 1 1Tarabuso 1 1 1 1Tarabusino 1 1 1Nitticora 1 1 1Sgarza ciuffetto 1 1 1Airone bianco maggiore 1 1Garzetta 1 1Airone rosso 1 1Cicogna bianca 1 1 1Cicogna nera 1 1 1 1Mignattaio 1 1 1 1Spatola 1 1 1 1Cigno minore 1Oca collorosso 1 1Cigno selvatico 1 184


Cigno reale 1Volpoca 1 1Alzavola 1Marzaiola 1 1Canapiglia 1 1Moretta 1Moretta tabaccata 1 1 1Falco pecchiaiolo 1 1Nibbio bruno 1 1 1 1Falco <strong>di</strong> palude 1 1 1Albanella reale 1 1Albanella pallida 1 1Albanella minore 1 1 1Sparviere 1Poiana 1Falco pescatore 1 1Smeriglio 1 1Pellegrino 1 1 1 1Lodolaio 1Gheppio 1Falco cuculo 1 1Starna 1Quaglia 1Schiribilla 1Voltolino 1Schiribilla grigiata 1Gru 1 1Cavaliere d'Italia 1 1Avocetta 1 1 1 1Pernice <strong>di</strong> mare 1 1 1 1Fratino 1 1Piviere dorato 1Combattente 1Piovanello pancianera 1Frullino 1Croccolone 1Beccaccia 1Pittima reale 1Chiurlo 1Piro-piro boschereccio 1Pettegola 1 1Gabbiano comune 1Sterna zampenere 1 1 1 1Fraticello 1 1 1Sterna comune 1 1Mignattino piombato 1 1 1Mignattino 1 1Tortora selvatica 1Barbagianni 1 1Assiolo 1 185


Civetta 1 1Allocco 1Gufo <strong>di</strong> palude 1 1Gufo comune 1Succiacapre 1 1Martin pescatore 1 1Gruccione 1Ghiandaia marina 1 1 1Torcicollo 1 1Picchio verde 1 1Picchio rosso maggiore 1Calandrella 1 1Cappellaccia 1Allodola 1Topino 1 1Ron<strong>di</strong>ne 1Pettazzurro 1Co<strong>di</strong>rosso 1Saltimpalo 1Forapaglie castagnolo 1Pagliarolo 1Bigia grossa 1Pigliamosche 1Balia dal collare 1Basettino 1Averla piccola 1 1Averla cenerina 1 1 1Averla capirossa 1 1 1Zigolo muciatto 1Ortolano 1 155 38 54 35Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del Progetto Bioitalyper l'allegato I della Direttiva 79/409: TopinoSpecie proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato Idella Direttiva 79/409: /SPECIE ENDEMICHE/SPECIE NIDIFICANTI UNILOCHE/86


2.6 MammiferiConv. Berna Dir. 92/43 Dir. 92/43 L.N. 157/92(all. 2) (all. 2) (all. 4) art. 2Ferro <strong>di</strong> cavallo maggiore 1 1 1Serotino 1 1Vespertilio <strong>di</strong> Daubenton 1 1Vespertilio smarginato 1 1 1Vespertilio <strong>di</strong> Natterer 1 1Nottola comune 1 1Nottola <strong>di</strong> Leisler 1 1Pipistrello albolimbato 1 1Pipistrello <strong>di</strong> Nathusius 1 1Pipistrello nano 1 1Pipistrello pigmeo 1 1Pipistrello <strong>di</strong> Savi 1 1Molosso <strong>di</strong> Cestoni 1 1Moscar<strong>di</strong>no 1Istrice 1Puzzola 113 2 15 1Specie proposte al Ministero dell'Ambiente dai referenti scientifici regionali del Progetto Bioitalyper l'allegato II della Direttiva 92/43: /Specie <strong>di</strong> interesse nazionale proposte alla CEE dai referenti scientifici nazionali del ProgettoBioitaly per l'allegato II della Direttiva 92/43: PuzzolaSPECIE ENDEMICHEArvicola <strong>di</strong> Savi (Italica)SPECIE UNILOCHEVespertilio <strong>di</strong> NattererPipistrello pigmeo87


SPECIE CON POPOLAMENTI DI IMPORTANZA NAZIONALESono elencate in questa sede le specie che hanno nella Stazione popolamenti <strong>di</strong> importanzanazionale.Per i soli Uccelli è stato utilizzato un criterio numerico, secondo le in<strong>di</strong>cazioni riportate nelmanuale <strong>di</strong> compilazione del Progetto Natura 2000, <strong>di</strong>videndo le specie in due categorie a secondache il popolamento fosse <strong>di</strong> prioritario interesse nazionale, cioè specie il cui numero <strong>di</strong> coppieni<strong>di</strong>ficanti nella Stazione fosse compreso tra il 100% e il 15% del numero <strong>di</strong> coppie stimate a livellonazionale (categoria "A" del manuale <strong>di</strong> compilazione del Progetto Natura 2000), oppure fosse <strong>di</strong>importanza nazionale, cioè specie il cui numero <strong>di</strong> coppie ni<strong>di</strong>ficanti nella Stazione fosse compresotra il 15% e il 2% del numero <strong>di</strong> coppie stimate a livello nazionale (categoria "B" del manuale <strong>di</strong>compilazione del Progetto Natura 2000).Per gli altri or<strong>di</strong>ni si sono comunque utilizzate le categorie "A" e "B" attribuite dai referentiscientifici regionali del Progetto Natura 2000 per la valutazione globale del contributo dei sitiricadenti nella Stazione alla conservazione delle <strong>di</strong>verse specie.In grassetto sono state riportate le specie a categoria "A".PESCITriottoSavettaANFIBI/RETTILITestuggine palustreUCCELLICormoranoTarabusoAirone bianco maggioreNitticoraSgarza ciuffettoAirone rossoMarzaiolaCanapigliaMoretta tabaccataFalco <strong>di</strong> paludeFalco cuculoSchiribillaMignattino piombatoBasettinoAverla cinerinaMAMMIFERIFerro <strong>di</strong> cavallo maggioreVespertilio <strong>di</strong> Natterer88


SCHEDE DELLE SPECIE DI IMPORTANZA CONSERVAZIONISTICASPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PRIORITARIOSono da considerarsi specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico prioritario tutte le specie riportatenel capitolo 3, cioè quelle specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico i cui popolamenti presenti nellaStazione hanno importanza nazionale.Per ognuna <strong>di</strong> queste specie è stata redatta una apposita scheda conoscitiva con tutte leinformazioni necessarie per la valutazione dell'importanza del locale popolamento, la gestione e laconservazione.89


TRIOTTORutilus erythrophthalmus (Zerunian, 1982)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CyprinidaeDistribuzione: endemica del bacino padano-venetoTutela: -Distribuzione in Italia: bacino padano-venetoStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque a corso lento e ricche <strong>di</strong> vegetazioneRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: invertebrati, alghe e piante acquaticheSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: fiume Reno, torrente I<strong>di</strong>ce, torrente Sillaro, Vallesanta, Val Campotto, Bassarone,canali <strong>di</strong> bonificaStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaImportanza: internazionale, le zone umide e i tratti planiziali del fiume Reno e dei torrenti I<strong>di</strong>ce eSillaro, nonchè i canali <strong>di</strong> bonifica costituiscono parte dell'habitat tipico; specie endemica dellapianura PadanaMinacce: sfalcio dei canneti e <strong>di</strong>serbo della vegetazione acquatica sommersa; <strong>di</strong>struzione esemplificazione delle zone umide e dei corsi d'acqua; competizione trofica con specie alloctone(Pseudorasbora, Carassio); predazione da specie alloctone (Siluro, Persico trota).Azioni: riduzione e regolamentazione dei tagli e del <strong>di</strong>serbo in fiumi, canali <strong>di</strong> bonifica e zoneumide d'acqua dolce; tutela e ripristino degli ambienti golenali inondati, perifluviali e palustrid'acqua dolce; severi controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriore immissione <strong>di</strong> Pseudorasbora eCarassio e progressiva eliminazione delle specie, tramite programmi <strong>di</strong> prelievo che interessino ipescatori professionisti, sportivi e i vigili ittico-venatori provinciali, ad es. d'intesa con i consorzi <strong>di</strong>bonifica, durante le operazioni che richiedono la messa in secca <strong>di</strong> canali e bacini; progressivaeliminazione <strong>di</strong> Siluro e Persico trota, tramite programmi <strong>di</strong> prelievo che interessino i pescatoriprofessionisti, sportivi e i vigili ittico-venatori provinciali, ad es. d'intesa con i consorzi <strong>di</strong> bonifica,durante le operazioni che richiedono la messa in secca <strong>di</strong> canali e bacini; vigilanza sul rispetto del<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> reimmissione del Siluro.90


SAVETTAChondrostoma soetta (Bonaparte, 1840)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CyprinidaeDistribuzione: endemica del bacino padano-venetoTutela: Dir. 92/43 (all. 2)Distribuzione in Italia: bacino padano-venetoStatus in Italia: vulnerabile, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, RE, MO, BO, FE, RA, FOStatus in Emilia-Romagna: vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", “Campotto <strong>di</strong> Argenta”Status: vulnerabile, localizzataEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: habitat trofico: gran<strong>di</strong> fiumi con acque profonde e ossigenate a me<strong>di</strong>o-lento corso; habitatiproduttivo: torrenti a corrente rapida e fondo ghiaiosoRiproduzione: risalita 15 aprile-15 maggioAlimentazione: alghe epilitiche, detriti organiciSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ceStatus: vulnerabile, localizzataImportanza: nazionale, il fiume Reno, antico ramo del Po <strong>di</strong> Primaro oggi in collegamento con ilPo grazie al Cavo Napoleonico, costituisce parte dell'habitat trofico, anche se la specie vi èscarsamente rappresentata; specie endemica della pianura PadanaMinacce: sbarramenti che impe<strong>di</strong>scono la risalita verso le aree riproduttive; captazioni e prelieviidrici a scopo irriguo che causano il prosciugamento dei tratti collinari-montani; pesca sportivaAzioni: creazione <strong>di</strong> idonee rampe <strong>di</strong> risalita negli sbarramenti; <strong>di</strong>minuzione delle captazioni idricheestive, me<strong>di</strong>ante regolamentazione e limitazione dei prelievi a scopo irriguo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> pescadurante tutto il periodo della risalita, dal 15 aprile al 15 maggio, in particolare nei pressi deglisbarramenti dove la specie si ammassa.N.B. la maggior parte delle azioni per la tutela <strong>di</strong> questa specie interessano tutto il bacino del Reno,ed andrebbero progettate a livello nazionale. Tuttavia eventuali sollecitazioni e sostegni da parte delParco del Delta del Po potrebbero accelerare l'avvio dei progetti <strong>di</strong> conservazione.91


TESTUGGINE PALUSTREEmys orbicularis (Linnaeus, 1758)Classe: ReptiliaOr<strong>di</strong>ne: Testu<strong>di</strong>nesFamiglia: Emy<strong>di</strong>daeCorologia: me<strong>di</strong>osudeuropeo-maghrebino-anatolico-caucasicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 92/43 (all. 2 e 4)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: minacciata, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaHabitat: stagni, palu<strong>di</strong>, fiumi e canali con acqua dolce o debolmente salmastra e vegetazioneacquatica abbondanteRiproduzione: accoppiamento marzo-aprile; ovideposizione giugnoAlimentazione: invertebrati e piccoli vertebrati acquatici e terrestriSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val Campotto, Bassarone, canali <strong>di</strong> bonifica, fiume RenoStatus: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaImportanza: internazionale, le zone umide del Delta del Po ospitano popolamenti della specie <strong>di</strong>notevole entità rispetto alle restanti parti d'Italia e della pianura Padana; specie fortemente <strong>di</strong>minuitaa livello europeoMinacce: <strong>di</strong>struzione dell'habitat; piro<strong>di</strong>serbo; sfangamento dei canali e sfalcio degli argini e deiprati umi<strong>di</strong> in periodo <strong>di</strong> attività della specie; immissione <strong>di</strong> testuggini esoticheAzioni: ripristino <strong>di</strong> zone umide; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> effettuare il piro<strong>di</strong>serbo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sfangamento deicanali e sfalcio degli argini e delle zone umide (in particolare nelle zone umide gestite a scoponaturalistico, ad es. prato <strong>di</strong> Vallesanta) nel periodo marzo-ottobre, oppure sfalcio con barrefalcianti ad altezza da terra superiore ai 10 centimetri; sensibilizzazione e controlli per il rispetto del<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong> testuggini esotiche.92


CORMORANOPhalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PelecaniformesFamiglia: PhalacrocoracidaeCorologia: subcosmopolitaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Emilia-Romagna, Sicilia, SardegnaStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: buono, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita oltre il 90% della popolazione italianaHabitat riproduttivo: boschi planiziali igrofili, cannetiRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: pesci, invertebrati acquaticiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Bassarone, Val Campotto, VallesantaStatus: buono, localizzataCoppie: 303-324Importanza: la stazione ospita più del il 30% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: morte e caduta delle essenze arboree causate dalle deiezioni <strong>di</strong> Cormorano; carenza <strong>di</strong>zone umide d'acqua dolce; carenza all'interno della stazione <strong>di</strong> altri siti idonei alla ni<strong>di</strong>ficazione;bracconaggio e "lotta ai nocivi", esterni alla stazioneAzioni: impianto <strong>di</strong> boschi planiziali, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (


TARABUSOBotaurus stellaris (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: euroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emila-Romagna, Toscana,Puglia, SardegnaStatus in Italia: minacciata, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: MO, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita circa il 32% della popolazione italiana stimata, laspecie è in forte declino in tutto l'areale europeoHabitat riproduttivo: cannetiRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: anfibi, pesci, invertebrati acquaticiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataCoppie: 0-2Importanza: la stazione ospita circa il 40% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei canneti estesi (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazionedel canneto) con taglio annuale o incen<strong>di</strong>o; escavazioni e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico dellezone umide d'acqua dolce, con conseguente limitazione del cannetoAzioni: ampliamento delle zone umide con canneto, me<strong>di</strong>ante ripristino <strong>di</strong> aree agricole; oculatagestione del canneto nei siti occupati; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> escavare i fondali e <strong>di</strong> innalzre i livelli idrici, ameno <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> carattere idraulico legate a ragioni <strong>di</strong> pubblica sicurezza.94


AIRONE BIANCO MAGGIOREEgretta alba (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: cosmopolitaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Emilia-RomagnaStatus in Italia: colonizzazione recente, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna",“Campotto <strong>di</strong> Argenta”Status: rara, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa il 90% della popolazione italianaHabitat riproduttivo: canneti, arbusteti idrofili (salicone)Riproduzione: metà aprile-giugnoAlimentazione: pesci, anfibi, invertebrati acquatici e terrestriFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE “CAMPOTTO DI ARGENTA”Distribuzione: Val CampottoStatus: colonizzazione recente, localizzataCoppie: 2-4Importanza: la stazione ospita oltre il 3% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: carenza <strong>di</strong> canneti estesiAzioni: creazione <strong>di</strong> zone umide con estesi canneti, a<strong>di</strong>acenti alle zone umide occupate; oculatagestione dei canneti.95


NITTICORANycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: subcosmopolitaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna,Marche (irr.), Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Sicilia, SaradegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PA, RE, MO, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: buono, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita oltre l'1% della popolazione europea e circa il 5,6%della popolazione italiana. Tuttavia alcune delle colonie più importanti nell'area geografica inoggetto, sono appena fuori dai confini del Parco, come le garzaie dello zuccherificio <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>goro(350-750 coppie), delle anse <strong>di</strong> Valle Lepri (245 coppie) e del bacino <strong>di</strong> Bando (150 coppie), in siticomunque adeguatamente tutelati.Habitat riproduttivo: boschi planiziali igrofili, boschi ripariali, pioppeti artificialiRiproduzione: fine aprile-giugnoAlimentazione: pesci, anfibiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratrice, svernanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Bassarone, Val Campotto, VallesantaStatus: in <strong>di</strong>minuzione, localizzataCoppie: 104-136Importanza: la stazione ospitato circa il 25% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel Parco; inoltre, èl’unico sito <strong>di</strong> svernamento regolare per questa specieMinacce: riduzione dei boschi planiziali e ripariali (golena del fiume Reno) per la gestione idraulicadei corsi d'acqua; carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce; <strong>di</strong>minuzione della risicoltura nella bassapianura; carenza <strong>di</strong> canneti estesiAzioni: impianto <strong>di</strong> boschi planiziali, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (


SGARZA CIUFFETTOArdeola ralloides (Scopoli, 1769)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: paleartico-afrotropicaleTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Sicilia,SaradegnaStatus in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: buono, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita oltre l'1% della popolazione europea e circa il 25%della popolazione italiana. Tuttavia una delle più importanti colonie nell'area geografica in oggettoè appena fuori dai confini del Parco, cioè la garzaia dello zuccherificio <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>goro (24-75 coppie),in un sito comunque adeguatamente tutelato.Habitat riproduttivo: boschi planiziali igrofili, boschi ripariali, pioppeti artificialiRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: pesci, anfibiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: in <strong>di</strong>minuzione, localizzataCoppie: 91-108 (colonia più importante del Parco)Importanza: la stazione ospita circa il 50% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei boschi planiziali e ripariali (golena del fiume Reno) per la gestione idraulicadei corsi d'acqua; carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce; <strong>di</strong>minuzione della risicoltura nella bassapianura; carenza <strong>di</strong> canneti estesi.Azioni: impianto <strong>di</strong> boschi planiziali, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (


AIRONE ROSSOArdea purpurea (Linnaeus, 1766)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: paleartico-paleotropicaleTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna,Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, SardegnaStatus in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: buono, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita quasi l'1% della popolazione europea e circa il 50%della popolazione italianaHabitat riproduttivo: cannetiRiproduzione: fine aprile-giugnoAlimentazione: pesci, anfibi, invertebrati acquaticiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaCoppie: 9-70Importanza: la stazione ospita tra il 5 e il 30% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei canneti estesi (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazionedel canneto) con taglio annuale o incen<strong>di</strong>o; escavazioni e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico dellezone umide d'acqua dolce, con conseguente limitazione del cannetoAzioni: oculata gestione del canneto nei siti occupati; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> escavare i fondali e <strong>di</strong> innalzare ilivelli idrici, a meno <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> carattere idraulico legate a ragioni <strong>di</strong> pubblica sicurezza;creazione <strong>di</strong> zone umide con canneto me<strong>di</strong>ante ripristini naturalistici in aree agricole.99


MARZAIOLAAnas querquedula (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AnseriformesFamiglia: AnatidaeCorologia: euroasiaticaTutela: -Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna,Toscana, Marche, Puglia, Sicilia, SardegnaStatus in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PR, MO, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: altamente vulnerabile, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa il 18% della popolazione nazionale, inoltre la specie èin <strong>di</strong>minuzione a livello europeoHabitat riproduttivo: prati e argini erbosi nei pressi <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolceRiproduzione: metà aprile-metà giugnoAlimentazione: vegetali, invertebrati, pesci e anfibiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, VallesantaStatus: vulnerabile, localizzataCoppie: 5-10Importanza: la stazione ospita circa il 20% della popolazione stimata ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: carenza <strong>di</strong> prati stabili a<strong>di</strong>acenti a zone umide d'acqua dolce; sfalcio della vegetazionesugli argini e e sfalcio <strong>di</strong> prati e me<strong>di</strong>cai in periodo riproduttivo; schiacciamento dei ni<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong>turisti ed escursionisti; abbattimento dei giovani dell’anno durante l’apertura della caccia nel mese<strong>di</strong> settembreAzioni: creazione <strong>di</strong> prati stabili non sfalciati in aree a<strong>di</strong>acenti alle zone umide d'acqua dolce;avviamento <strong>di</strong> politiche volte ad incentivare la presenza <strong>di</strong> set-aside o rinaturalizzazioni con pratistabili a<strong>di</strong>acenti alle zone umide; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sfalciare gli argini <strong>di</strong> palu<strong>di</strong> e corsi d'acqua e i set-asidedurante il periodo riproduttivo (aprile-giugno); utilizzo <strong>di</strong> barre <strong>di</strong> involo sulle macchine per losfalcio e la mietitura; sensibilizzazione degli agricoltori sulla conservazione della specie;in<strong>di</strong>viduazione precoce dei siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione e risarcimento agli agricoltori per il mancatoraccolto; regolamentazione degli accessi dei visitatori alle zone umide; apertura della caccia agliAnati<strong>di</strong> a partire dalla prima domenica <strong>di</strong> ottobre.100


CANAPIGLIAAnas strepera (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AnseriformesFamiglia: AnatidaeCorologia: oloarticaTutela: -Distribuzione in Italia: Veneto, Emilia-RomagnaStatus in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa l'80% della popolazione italiana, soprattuttoconcentrata nelle Valli <strong>di</strong> ComacchioHabitat riproduttivo: dossi con salicornia alta in zone umide salmastre, zone umide d'acqua dolcericche <strong>di</strong> vegetazioneRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: vegetali, anche invertebrati, pesci e anfibiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, VallesantaStatus: vulnerabile, localizzataCoppie: 9-15Importanza: la stazione ospita circa il 20% della popolazione stimata ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: semplificazione delle rive in zone umide d'acqua dolce, per cause antropiche(manutenzione idraulica); carenza <strong>di</strong> vegetazione elofitica ai bor<strong>di</strong> delle palu<strong>di</strong> (gestione a scopovenatorio, naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazione delle elofite) con taglio annualeAzioni: tutela rigorosa della morfologia della zona umida occupata e delle rive; oculata gestionedella vegetazione elofitica nei siti occupati ed in altri siti potenzialmente idonei; creazione <strong>di</strong> pratiumi<strong>di</strong> in aree a<strong>di</strong>acenti le palu<strong>di</strong> esistenti.101


MORETTA TABACCATAAythya nyroca (Güldenstädt, 1770)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AnseriformesFamiglia: AnatidaeCorologia: euroturanicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia,Calabria, Sicilia, SaradegnaStatus in Italia: minacciata, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: FE, RAStatus in Emilia-Romagna: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro" (irr.), "Valli <strong>di</strong> Comacchio" (irr.), "Campotto <strong>di</strong>Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita circa il 60% della popolazione italiana, la specie è inforte declino in tutto l'areale europeoHabitat riproduttivo: palu<strong>di</strong> d'acqua dolce con canneti e abbondante vegetazione <strong>di</strong> cinta arbustivaed arboreaRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: vegetali acquaticiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataCoppie: 2-5Importanza: la stazione ospita circa il 20% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: frequenti uccisioni involontarie durante la caccia a specie simili (Moriglione, Moretta) inchiari da caccia vicini alla stazione; frequenti uccisioni involontarie durante la caccia a specie simili(Anati<strong>di</strong> in genere, ad eccezione del Germano reale) durante la caccia vagante alle anatre nelle areecontigue e in aree vicine alla stazione; bracconaggio; schiacciamento dei ni<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> turisti edescursionistiAzioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia nei territori <strong>di</strong> pre-parco <strong>di</strong> tutte le stazioni <strong>di</strong> Moriglione e Moretta;<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia vagante alle anatre; intensificazione dei controlli e della vigilanza venatoria,sensibilizzazione sull'importanza conservazionistica e sul pericolo <strong>di</strong> estinzione della specie;regolamentazione degli accessi dei visitatori alle zone umide.N.B. la specie ha l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> spostarsi per il foraggiamento durante le ore notturne e viene spessoerroneamente abbattuta nei chiari da caccia delle zone a<strong>di</strong>acenti al Parco; trattandosi <strong>di</strong> una specieminacciata <strong>di</strong> estinzione sarebbe opportuno che le Amminstrazioni Provinciali dei territori vicini aValle Campotto (Ferrara, Ravenna, Bologna), sito stabile <strong>di</strong> alcune coppie, vietassero la caccia aMoriglione e Moretta e la caccia vagante alle anatre su tutto il territorio provinciale.102


FALCO DI PALUDECircus aeruginosus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AccipitriformesFamiglia: AccipitridaeCorologia: paleartico-paleotropicale-australasianaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna,Toscana, Abruzzo, Puglia, SardegnaStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita oltre il 15% della popolazione italiana della specieHabitat riproduttivo: cannetiRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: piccoli mammiferi, uccelli acquatici, anfibi e rettili, insettiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: vulnerabile, localizzataCoppie: 5-8Importanza: la stazione ospita oltre il 40% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei canneti estesi (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazionedel canneto) con taglio annuale o incen<strong>di</strong>o; escavazioni e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico dellezone umide d'acqua dolce, con conseguente limitazione del cannetoAzioni: oculata gestione del canneto nei siti occupati; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> escavare i fondali e <strong>di</strong> innalzre ilivelli idrici, a meno <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> carattere idraulico legate a ragioni <strong>di</strong> pubblica sicurezza.103


FALCO CUCULO Falco vespertinus (Linnaeus, 1766)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: FalconiformesFamiglia: FalconidaeCorologia: eurosibiricaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2), Dir. 79/409/CEE (all. I)Distribuzione in Italia: Emilia-Romagna, VenetoStatus in Italia: rara, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: rara, localizzataImportanza: internazionale, la specie in <strong>di</strong>minuzione a livello europeo, ha recentementecolonizzato la pianura PadanaHabitat riproduttivo: aree agricole o incolte aperte, con alberi sparsi e siepi, in ni<strong>di</strong> abbandonati <strong>di</strong>Corvi<strong>di</strong>Riproduzione: maggio-agostoAlimentazione: grossi insetti, rettili, piccoli mammiferiFenologia: migratrice, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricoleStatus: rarissima, localizzataImportanza: internazionale, la specie in <strong>di</strong>minuzione a livello europeo, ha recentementecolonizzato la pianura PadanaMinacce: carenza <strong>di</strong> prati incolti; carenza <strong>di</strong> siepi e alberi sparsi nelle aree agricole;intensivizzazione dell’agricoltura; taglio dei pioppi coltivati in periodo riproduttivo; eventuali futuremisure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagioneriproduttiva, che potrebbero causare la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> Falco cuculo; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e<strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: tutela e ripristino <strong>di</strong> prati incolti; tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi e piantumazione <strong>di</strong> alberi sparsiin aree agricole; estensivizzazione dell’agricoltura; pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> tutela per ipioppi artificiali eventualmente scelti per la ni<strong>di</strong>ficazione e graduale sostituzione del pioppo conessenze autoctone idonee; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodo riproduttivo;<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong>durante la stagione riproduttiva; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.104


SCHIRIBILLAPorzana parva (Scopoli, 1769)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: GruiformesFamiglia: RallidaeCorologia: euroturanicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, SiciliaStatus in Italia: indeterminato, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: FE, RAStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: indeterminato, localizzataImportanza: nazionale, la specie è molto localizzata a livello nazionaleHabitat riproduttivo: palu<strong>di</strong> e acquitrini con vegetazione elofitica (canneti, cariceti, giuncheti),galleggiante e <strong>di</strong> cinta (cespugli igrofili)Riproduzione: metà maggio-luglioAlimentazione: invertebrati acquatici, vegetaliFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: indeterminato, localizzata e probabilmente irregolareCoppie: 0-1Importanza: nazionale, la specie è molto localizzata a livello nazionaleMinacce: carenza <strong>di</strong> canneti, cariceti e giuncheti con acque basse, per gestione naturalistica nonin<strong>di</strong>rizzata verso la conservazione del canneto e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico nelle zone umided'acqua dolce, con conseguente limitazione degli habitat acquitrinosi; drastica riduzione dei cariceti.Azioni: ripristino <strong>di</strong> habitat acquitrinosi con acque basse e con <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> carici, giunchi e canne.105


MIGNATTINO PIOMBATOChlidonias hybridus (Pallas, 1811)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CharadriiformesFamiglia: SternidaeCorologia: euroturanica e cinomanceseTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Emilia-RomagnaStatus in Italia: minacciata, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: MO (irr.), BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: altamente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa l’80% della popolazione nazionale, anche se inmaniera irregolareLa specie è soggetta a marcate fluttuazioni <strong>di</strong> popolazione e le colonie hanno l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cambiarespesso i siti rirpoduttivi.Habitat riproduttivo: lamineti <strong>di</strong> Ninfea bianca in zone umide d'acqua dolceRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insetti, anche piccoli pesci e anfibiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataCoppie: 250-300Importanza: la stazione ospitato il 100% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel Parco, anche se inmaniera irregolareMinacce: eccessiva presenza <strong>di</strong> Nutria; carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce con laminetoAzioni: progressiva eliminazione della Nutria; aumento della superficie <strong>di</strong> zone umide d'acquadolce con acque basse, in zone bonificate a<strong>di</strong>acenti a siti occupati (come già realizzato nel pratoallagato a<strong>di</strong>acente a Vallesanta) e con estesi lamineti.106


BASETTINOPanurus biarmicus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PasseriformesFamiglia: TimaliidaeCorologia: eurocentroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2)Distribuzione in Italia: Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana,Umbria, PugliaStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: rara, localizzataImportanza: nazionale, il Parco presenta uno dei popolamenti italiani più importantiHabitat riproduttivo: cannetiRiproduzione: fine marzo-maggio, seconda covata maggio-giugnoAlimentazione: semi e insettiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, VallesantaStatus: rara, localizzataImportanza: nazionale, la stazione presenta uno dei popolamenti nazionali più importantiMinacce: riduzione dei canneti estesi (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazionedel canneto); escavazioni e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico delle zone umide d'acqua dolce, conconseguente limitazione del cannetoAzioni: oculata gestione del canneto in tutti i siti occupati; creazione <strong>di</strong> nuove zone umide concanneto me<strong>di</strong>ante ripristino <strong>di</strong> aree agricole.107


AVERLA CENERINALanius minor (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PasseriformesFamiglia: LaniidaeCorologia: euroturanicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: tutte le regioni ad esclusione <strong>di</strong> Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia,Marche e SardegnaStatus in Italia: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: altamente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong>Cervia"Status: rarissima e irregolare, localizzataImportanza: nazionale, la specie è in declino in tutta ItaliaHabitat riproduttivo: aree coltivate e incolti con siepi sparse, margini <strong>di</strong> boschi e boscaglie radeRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insetti, rettili, uccelli, piccoli mammiferiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricole limitrofe a Val Campotto (Punta Agucchi Bassa)Status: rarissima e irregolare, localizzataCoppie: 0-1Importanza: nazionale, la specie è in declino in tutta Italia e ni<strong>di</strong>ficante irregolare nel Parco, acoppie singoleMinacce: <strong>di</strong>struzione e carenza <strong>di</strong> siepi alternate a seminativi ed incolti in ambiente agricolo; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi in ambiente agricolo; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e<strong>di</strong>serbanti nei terreni agricoli del Parco.108


FERRO DI CAVALLO MAGGIORERhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774)Classe: MammaliaOe<strong>di</strong>ne: ChiropteraFamiglia: RhinolophidaeCorologia: me<strong>di</strong>oeuroeo-me<strong>di</strong>terraneo-centroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir. 92/43 (all. 2 e 4)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: vulnerabile, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: vulnerabilea, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. “Volano-Mesola-Goro”; Staz. “Campotto <strong>di</strong> Argenta”Status: vulnerabile, localizzataHabitat: e<strong>di</strong>fici nei pressi <strong>di</strong> aree boscate per la riproduzione; grotte per lo svernamentoRiproduzione: estateAlimentazione: insettiFenologia: sedentaria, se si eccettuano i brevi spostamenti dai siti riproduttivi a quelli invernaliSTAZIONE "PINETA DI CLASSE E SALINA DI CERVIA"Distribuzione: Val Campotto, Bassarone, Casetto dei PescatoriStatus: rara, localizzataImportanza: internazionale; specie legata a e<strong>di</strong>fici vicini a boschi o campagne con siepi alberate,rara e minacciata <strong>di</strong> estinzione su tutto l'areale europeoMinacce: taglio e rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentaliper l'inse<strong>di</strong>amento delle colonie riproduttive e lo svernamento; restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione delle fonti trofiche; scarse conoscenzeAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizziche regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali, con tempisticheidonee e realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai e sottotetti; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare sistemi non selettivi <strong>di</strong> lotta alle zanzare;limitazione della lotta alle zanzare; avvio <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca e monitoraggio.109


VESPERTILIO DI NATTERERMyotis nattererii (Kuhl, 1817)Classe: MammaliaOe<strong>di</strong>ne: ChiropteraFamiglia: VespertilionidaeCorologia: euroasiatico-maghrebinaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir. 92/43 (all. 4)Distribuzione in Italia: tutte le regioni ad eccezione della sardegnaStatus in Italia: in pericolo, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le ProvinceStatus in Emilia-Romagna: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. “Campotto <strong>di</strong> Argenta”Status: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataHabitat: e<strong>di</strong>fici o altri manufatti nei pressi <strong>di</strong> aree naturaliRiproduzione: estateAlimentazione: insettiFenologia: sedentariaSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: canale LorganaStatus: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataImportanza: specie legata ad e<strong>di</strong>fici o altri manufatti nei pressi <strong>di</strong> aree naturali, rara e vulnerabileMinacce: taglio e rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentaliper l'inse<strong>di</strong>amento delle colonie riproduttive e lo svernamento; restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici o altrimanufatti; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione delle fonti troficheAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizziche regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali o <strong>di</strong> altri manufatti(ponti, chiaviche), con tempistiche idonee e realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai esottotetti; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare sisteminon selettivi <strong>di</strong> lotta alle zanzare; limitazione della lotta alle zanzare.110


SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICOTuttavia, quasi tutte le specie presenti nella Stazione elencate secondo i criteri esposti nelcapitolo 2 sono da considerarsi <strong>di</strong> interesse conservazionistico (allegato II della Direttiva 92/43,allegato I della Direttiva 79/409 e successive mo<strong>di</strong>fiche per gli Uccelli ni<strong>di</strong>ficanti, articolo 2 dellaLegge Nazionale 157/92, articolo 9 del Regolamento Regionale 29/93, Lista Rossa degli Uccellini<strong>di</strong>ficanti in Emilia-Romagna, elenco delle specie <strong>di</strong> interesse regionale e nazionale proposte allaCEE dai referenti scientifici regionali e nazionali del Progetto Bioitaly per l'allegato II dellaDirettiva 92/43).Per ognuna <strong>di</strong> queste specie è stata redatta una apposita scheda conoscitiva con tutte leinformazioni necessarie per la valutazione dell'importanza del locale popolamento, la gestione e laconservazione.111


ROVELLARutilus rubilio (Bonaparte, 1837)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CyprinidaeDistribuzione: endemica della penisola italicaTutela: -Distribuzione in Italia: torrenti appenniniciStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: stazione “Campotto <strong>di</strong> Argenta”, “Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia”Status: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque a corso lento e ricche <strong>di</strong> vegetazioneRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: invertebrati, alghe e piante acquaticheSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: torrente SillaroStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaImportanza: internazionale, i tratti terminali dei torrenti appenninici più orientali ospitano le ultimepropaggini delle popolazioni della specie, forse <strong>di</strong> origine artificiale; specie endemicadell’AppenninoMinacce: sbarramenti che impe<strong>di</strong>scono la risalita verso monte; captazioni e prelievi idrici a scopoirriguo che causano il prosciugamento estivo.Azioni: creazione <strong>di</strong> idonee rampe <strong>di</strong> risalita negli sbarramenti; <strong>di</strong>minuzione delle captazioni idricheestive, me<strong>di</strong>ante regolamentazione e limitazione dei prelievi a scopo irriguo.112


BARBO COMUNEBarbus plebejus (Bonaparte, 1839)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CyprinidaeDistribuzione: circum me<strong>di</strong>terranea settentrionale ed orientaleTutela: Dir. 92/43 (all. 2)Distribuzione in Italia: Italia settentrionale e peninsulareStatus in Italia: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque correnti e limpide con fondo ghiaioso e sabbioso, anche acque lente ma benossigenateRiproduzione: 15 maggio-15 luglioAlimentazione: invertebrati bentoniciSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ceStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, si tratta <strong>di</strong> una presenza abbastanza marginale, la specie frequentascarsamente i corsi d'acqua dell'area in esameMinacce: escavazioni e rimaneggiamenti dei fondali per prelievo <strong>di</strong> sabbia e ghiaia; introduzione <strong>di</strong>barbi esotici.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> cavare sabbie e ghiaie nell'alveo dei fiumi e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne i fondali; controllosulle immissioni a scopo alieutica e immissione <strong>di</strong> soli esemplari <strong>di</strong> provenienza locale eappartenenti alla specie autoctona.113


LASCAChondrostoma genei (Bonaparte, 1839)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CyprinidaeDistribuzione: endemica dell'Italia centro-settentrionaleTutela: Dir. 92/43 (all. 2)Distribuzione in Italia: Italia centrosettentrionaleStatus in Italia: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: in <strong>di</strong>minuzione, localizzataEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque correnti e limpide con fondo ghiaiosoRproduzione: risalita aprile-giugnoAlimentazione: invertebrati bentonici ed alghe epiliticheSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ceStatus: in <strong>di</strong>minuzione e rara, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, si tratta <strong>di</strong> una presenza assolutamente marginale, la specie frequentaoccasionalmente i corsi d'acqua dell'area in esame; specie endemica italicaMinacce: sbarramenti che impe<strong>di</strong>scono la risalita verso le aree riproduttive; captazioni e prelieviidrici a scopo irriguo che causano il prosciugamento dei tratti collinari-montani; pesca sportiva;predazione da SiluroAzioni: creazione <strong>di</strong> idonee rampe <strong>di</strong> risalita negli sbarramenti; <strong>di</strong>minuzione delle captazioni idricheestive, me<strong>di</strong>ante regolamentazione e limitazione dei prelievi a scopo irriguo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> pescadurante tutto il periodo della risalita, da aprile a giugno, in particolare nei pressi degli sbarramentidove la specie si ammassa.N.B. la maggior parte delle azioni per la tutela <strong>di</strong> questa specie interessano tutto il bacino del Po, edandrebbero progettate a livello nazionale. Tuttavia eventuali sollecitazioni e sostegni da parte delParco del Delta del Po potrebbero accelerare l'avvio dei progetti <strong>di</strong> conservazione; avvio <strong>di</strong> piani <strong>di</strong>era<strong>di</strong>cazione del Siluro; vigilanza sul rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> reimmissione del Siluro.114


COBITECobitis taenia (Linnaeus, 1758)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: CypriniformesFamiglia: CobitidaeDistribuzione: euroasiaticaTutela: Dir. 92/43 (all. 2)Distribuzione in Italia: Italia settentrionale e peninsulare tirrenicaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque da correnti a lente con fondali sabbiosi o fangosiRiproduzione: 15 maggio-15 luglioAlimentazione: microorganismi bentonici e detriti vegetaliSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: torrente SillaroStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, l'areale della specie in acque planiziali è in forte contrazioneMinacce: <strong>di</strong>struzione dell'habitat planiziale costituito dai canaletti irrigui e <strong>di</strong> bonifica e da piccolistagni; semplificazione degli alvei fluviali, con <strong>di</strong>struzione degli ambienti marginali inondati; ;agricoltura intensiva e <strong>di</strong>struzione dei canaletti <strong>di</strong> irrigazione; presenza <strong>di</strong> specie alloctone predatrici(Siluro, Persico trota).Azioni: mantenimento dei canali irrigui ai bor<strong>di</strong> delle coltivazioni e ricreazione <strong>di</strong> canaletti e piccolistagni dal fondale melmoso; mantenimento e ricreazione <strong>di</strong> ambienti golenali inondati, perifluviali epalustri d'acqua dolce; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> manomissione dei fondali fangosi <strong>di</strong> fiumi, canali <strong>di</strong> bonifica ezone umide d'acqua dolce; reimpianto <strong>di</strong> siepi ai bor<strong>di</strong> dei terreni coltivati e <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> realizzare ildrenaggio sotterraneo nei trreni agricoli del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriore immissione e progressivaeliminazione del Siluro e del Persico trota, tramite programmi <strong>di</strong> prelievo che interessino i pescatoriprofessionisti, sportivi e i vigili ittico-venatori provinciali, ad es. d'intesa con i consorzi <strong>di</strong> bonifica,durante le operazioni che richiedono la messa in secca <strong>di</strong> canali e bacini; vigilanza sul rispetto del<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> reimmissione del Siluro.115


GHIOZZO PADANOPadogobius martensii (Günther, 1861)Classe: OsteichthyesOr<strong>di</strong>ne: PerciformesFamiglia: GobiidaeDistribuzione: endemica del bacino padano-venetoTutela: R.R. 29/93 (art. 9)Distribuzione in Italia: bacino padano-venetoStatus in Italia: minacciata, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataEcologia: specie stenoalina dulcicolaHabitat: acque correnti con fondo ciottolosoRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: artropo<strong>di</strong> e anelli<strong>di</strong>STAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: torrente I<strong>di</strong>ceStatus: minacciata <strong>di</strong> estinzione, localizzataImportanza: regionale, si tratta <strong>di</strong> una presenza marginale, tuttavia l'esistenza <strong>di</strong> un popolamento aquote basse riveste una <strong>di</strong>screta importanza ecologica; specie endemica della pianura PadanaMinacce: mo<strong>di</strong>fiche morfologiche e semplificazione dell'alveo, delle rive e dei fondali; captazioni eprelievi idrici a scopo irriguo che possono causare il prosciugamento estivo; predazione da parte delSiluro.Azioni: tutela della morfologia dell'alveo, delle rive e dei fondali; <strong>di</strong>minuzione delle captazioniidriche estive, me<strong>di</strong>ante regolamentazione e limitazione dei prelievi a scopo irriguo; avvio <strong>di</strong> piani<strong>di</strong> era<strong>di</strong>cazione del Siluro; vigilanza sul rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> reimmissione del Siluro.116


TRITONE CRESTATOTriturus carnifex (Laurenti, 1768)Classe: AmphibiaOr<strong>di</strong>ne: CaudataFamiglia: SalamandridaeCorologia: centrosud europeaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir, 92/43 (all. 4)Distribuzione in Italia: Alpi, pianura padana, penisola italicaStatus in Italia: parzialmente minacciata, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Stazioni "Volano Mesola Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: rara, localizzataHabitat: stagni, maceri, pozze, fossati, palu<strong>di</strong> <strong>di</strong> acqua dolceRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: invertebrati acquatici, uova e girini <strong>di</strong> AnfibiSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: rara, localizzataImportanza: regionaleMinacce: pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti; piro<strong>di</strong>serbo; sfangamento dei canali e sfalcio degli argini in periodoprimaverile; agricoltura intensiva e <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> stagni e maceri e dei canaletti <strong>di</strong> scolo eirrigazione; introduzione <strong>di</strong> specie ittiche alloctone predatrici; predazione <strong>di</strong> uova e larve da partedel Gambero rosso della LouisianaAzioni: riduzione dell'utilizzo <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> effettuare ilpiro<strong>di</strong>serbo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sfangamento dei canali e sfalcio degli argini in periodo primaverile; tutela ericostituzione <strong>di</strong> stagni e maceri in ambiente agricolo e <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> realizzare il drenaggio sotterraneonei terreni agricoli del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> introduzione <strong>di</strong> specie ittiche alloctone predatrici (Pescegatto, Persico trota) anche in stagni e maceri <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni isolati dalla rete idrica esistenti o<strong>di</strong> nuova realizzazione; avvio <strong>di</strong> piani <strong>di</strong> era<strong>di</strong>cazione del Gambero rosso della Lousiana.117


RAGANELLAHyla interme<strong>di</strong>a (Boulenger, 1882)Classe: AmphibiaOr<strong>di</strong>ne: AnuraFamiglia: HylidaeCorologia: endemica italicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir. 92/43 (all. 4)Distribuzione in Italia: pianura padana e penisola italicaStatus in Italia: parzialmente minacciata, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaHabitat: palu<strong>di</strong> <strong>di</strong> acqua dolce o debolmente salmastra con abbondante vegetazione elofitica eripariale arborea ed arbustivaRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: insettiSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val Campotto, Bassarone, canali <strong>di</strong> bonificaStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaImportanza: nazionale, le zone umide del Delta del Po ospitano considerevoli popolamenti dellaspecie; specie endemica della pianura PadanaMinacce: pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti; piro<strong>di</strong>serbo; sfangamento dei canali e sfalcio degli argini in periodoprimaverile; agricoltura intensiva e <strong>di</strong>struzione delle siepi e dei canaletti <strong>di</strong> irrigazione; predazione<strong>di</strong> uova e larve da parte del Gambero rosso della LouisianaAzioni: riduzione dell'utilizzo <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> effettuare ilpiro<strong>di</strong>serbo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sfangamento dei canali e sfalcio degli argini in periodo primaverile;reimpianto <strong>di</strong> siepi ai bor<strong>di</strong> dei terreni coltivati e <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> realizzare il drenaggio sotterraneo neiterreni agricoli del Parco; avvio <strong>di</strong> piani <strong>di</strong> era<strong>di</strong>cazione del Gambero rosso della Lousiana.118


TARABUSINOIxobrychus minutus (Linnaeus, 1766)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: euroturanicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: tutte le regioni esclusa la LiguriaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaImportanza: nazionale, il Parco ospita circa il 5% della popolazione italiana e il 18% dellapopolazione regionaleHabitat riproduttivo: cannetiRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: invertebrati acquatici, anfibi, piccoli pesciFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaCoppie: 7-10Importanza: la stazione ospita oltre il 20% della popolazione stimata ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei canneti estesi (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazionedel canneto) con taglio annuale o incen<strong>di</strong>o; escavazioni e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico dellezone umide d'acqua dolce, con conseguente limitazione del cannetoAzioni: oculata gestione del canneto nei siti occupati; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> escavare i fondali e <strong>di</strong> innalzre ilivelli idrici, a meno <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> carattere idraulico legate a ragioni <strong>di</strong> pubblica sicurezza;ripristino <strong>di</strong> aree umide con canneti in zone agricole.119


GARZETTAEgretta garzetta (Linnaeus, 1766)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CiconiiformesFamiglia: ArdeidaeCorologia: paleartico-paleotropicale-australasianaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna,Toscana, Umbria, Puglia, SaradegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, RE, MO, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita circa il 2,5% della popolazione europea e quasi il 10%della popolazione italiana. Tuttavia una delle più importanti colonie <strong>di</strong> questa specie nell'areageografica in oggetto è appena fuori dai confini del Parco, cioè le garzaie dello zuccherificio <strong>di</strong>Co<strong>di</strong>goro (450 coppie), in un sito comunque adeguatamente tutelato.La specie è assente come ni<strong>di</strong>ficante dalla sola stazione "Valli <strong>di</strong> Comacchio", probabilmente percarenza <strong>di</strong> siti idonei. La realizzazione <strong>di</strong> un boschetto ripariale lungo l'ansa morta del fiume Reno,fra Volta Scirocco e le Valli <strong>di</strong> Comacchio, tratto fluviale che non pone problemi <strong>di</strong> rischi idraulici,potrebbe favorire l'inse<strong>di</strong>amento della specie.Habitat riproduttivo: boschi planiziali igrofili, boschi ripariali, pioppeti artificialiRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: pesci, anfibi, invertebrati acquaticiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, BassaroneStatus: in <strong>di</strong>minuzione, localizzataCoppie: 86-100Importanza: la stazione ospita meno del 10% della popolazione ni<strong>di</strong>ficante nel ParcoMinacce: riduzione dei boschi planiziali e ripariali (golena del fiume Reno) per la gestione idraulicadei corsi d'acqua; carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce; <strong>di</strong>minuzione della risicoltura nella bassapianura; carenza <strong>di</strong> canneti estesiAzioni: impianto <strong>di</strong> boschi planiziali, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (


ALZAVOLAAnas crecca (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AnseriformesFamiglia: AnatidaeCorologia: oloarticaTutela: -Distribuzione in Italia: Piemonte (irr.), Lombar<strong>di</strong>a (irr.), Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana (irr.), Umbria (irr.), Lazio (irr.), Puglia (irr.)Status in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PC (irr.), PR (irr.), RE (irr.), MO (irr.), BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioni (irr.)Status: rara e irregolare, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa il 30% della popolazione italianaHabitat riproduttivo: zone umide d'acqua dolce o debolmente salmastra ricche <strong>di</strong> vegetazioneRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: vegetali, semi, piccoli invertebratiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: rara e irregolare, localizzataCoppie: 1-2 irr.Importanza: la stazione rappresenta una delle aree <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione irregolare della specie nel ParcoMinacce: carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce; carenza <strong>di</strong> vegetazione elofitica ai bor<strong>di</strong> dellepalu<strong>di</strong> (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazione delle elofite) con taglioannuale; schiacciamento dei ni<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> turisti ed escursionistiAzioni: oculata gestione della vegetazione elofitica nei siti occupati; regolamentazione degli accessidei visitatori alle zone umide.121


MORETTAAythya fuligula (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AnseriformesFamiglia: AnatidaeCorologia: eurosibirica.Tutela: -Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a (irr.), Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia(irr.)Status in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Saline <strong>di</strong> Cervia"Status: rara, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita circa il 65% della popolazione italianaHabitat riproduttivo: zone umide d'acqua dolce o debolmente salmastra ricche <strong>di</strong> vegetazioneRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: invertebrati acquatici e vegetaliFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, VallesantaStatus: rara, localizzataCoppie: 1-2 irr.Importanza: la stazione rappresenta una delle aree <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione irregolare della specie nel ParcoMinacce: carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce; carenza <strong>di</strong> vegetazione elofitica ai bor<strong>di</strong> dellepalu<strong>di</strong> (gestione naturalistica non in<strong>di</strong>rizzata verso la conservazione delle elofite) con taglioannuale; schiacciamento dei ni<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> turisti ed escursionistiAzioni: oculata gestione della vegetazione elofitica nei siti occupati; regolamentazione degli accessidei visitatori alle zone umide.122


ALBANELLA MINORECircus pygargus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AccipitriformesFamiglia: AccipitridaeCorologia: euroturanicaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana,Marche, Abruzzo, Lazio, Puglia, SardegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: altamente vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", “Campotto <strong>di</strong> Argenta”,"Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, localizzataImportanza: nazionale, il Parco ospita un importante popolamento ni<strong>di</strong>ficante in ambienteplanizialeHabitat riproduttivo: campi <strong>di</strong> cereali, incolti erbacei, prati e canneti asciuttiRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: piccoli mammiferi, uccelli, anfibi e rettili, insettiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricole aperte con seminativi; argini fluvialiStatus: vulnerabile, localizzataCoppie: 0-1Importanza: la stazione ospita una piccola parte del popolamento ni<strong>di</strong>ficante nel Parco, importanteperché localizzata in ambiente planizialeMinacce: sfalcio e mietitura dei prati e dei cereali coltivati durante il periodo riproduttivo; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; carenza <strong>di</strong> prati stabili e canneti asciuttiAzioni: sensibilizzazione degli agricoltori sulla conservazione della specie; in<strong>di</strong>viduazione precocedei siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione e risarcimento agli agricoltori per il mancato raccolto; utilizzo <strong>di</strong> barre <strong>di</strong>involo sulle macchine per lo sfalcio e la mietitura; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti neiterreni agricoli del Parco; avviamento <strong>di</strong> politiche volte ad incentivare la presenza <strong>di</strong> set-aside orinaturalizzazioni con prati stabili asciutti.123


SPARVIEREAccipiter nisus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AccipitriformesFamiglia: AccipitridaeCorologia: palearticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. “Volano-Mesola-Goro”; staz. “Campotto <strong>di</strong> Argenta”; staz. “Valli <strong>di</strong>Comacchio”; staz. “Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Pialasse <strong>di</strong> Ravenna”Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, il Parco ospita un importante popolamento ni<strong>di</strong>ficante in ambienteplanizialeHabitat riproduttivo: boschiRiproduzione: aprile-luglioAlimentazione: piccoli uccelliFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, migratrice, svernanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: bosco del TraversanteStatus: rara, localizzataCoppie: 1Importanza: regionale, sono infatti poche a livello regionale le coppie ni<strong>di</strong>ficanti in ambienteplanizialeMinacce: eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong>durante la stagione riproduttiva, che potrebbero causare la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> Sparviere; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodo riproduttivo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventualifuture misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagioneriproduttiva; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.124


POIANAButeo buteo (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: AccipitriformesFamiglia: AccipitridaeCorologia: euroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, il Parco ospita un importante popolamento ni<strong>di</strong>ficante in ambienteplanizialeHabitat riproduttivo: aree agricole con alti alberi sparsi, boschi ra<strong>di</strong> e pineteRiproduzione: aprile-luglioAlimentazione: piccoli mammiferi, rettili e anfibi, piccoli uccelli, insetti ed altri invertebrati,carogne e rifiutiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, migratrice, svernanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricoleStatus: rara, localizzataCoppie: 1Importanza: regionale, sono infatti poche a livello regionale le coppie ni<strong>di</strong>ficanti in ambienteplanizialeMinacce: eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong>durante la stagione riproduttiva, che potrebbero causare la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> Poiana; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> prede a causa delle <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ambientimarginali agricoli; bracconaggio e uso <strong>di</strong> bocconi avvelenati.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodo riproduttivo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventualifuture misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagioneriproduttiva; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; ripristino e tutela <strong>di</strong>siepi, boschetti, prati naturali; prevenzione e repressione del bracconaggio e dell’uso <strong>di</strong> bocconiavvelenati.125


LODOLAIOFalco subbuteo (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: FalconiformesFamiglia: FalconidaeCorologia: olopalearticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale ePiallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: rara, localizzataImportanza: regionale, il Parco ospita un importante popolamento ni<strong>di</strong>ficante in ambienteplanizialeHabitat riproduttivo: boschi aperti, pinete, pioppeti coltivati; in ni<strong>di</strong> abbandonati <strong>di</strong> Corvi<strong>di</strong>Riproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insetti, piccoli uccelli, rettili, piccoli mammiferiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Bosco del Traversante ed a<strong>di</strong>acenti pioppeti coltivatiStatus: rara, localizzataCoppie: 1Importanza: regionale, sono infatti poche a livello regionale le coppie ni<strong>di</strong>ficanti in ambienteplanizialeMinacce: taglio dei pioppi coltivati in periodo riproduttivo; eventuali future misure <strong>di</strong> contenimentodei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagione riproduttiva, che potrebbero causarela <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> Lodolaio; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> tutela per i pioppi artificiali eventualmente scelti per lani<strong>di</strong>ficazione e graduale sostituzione del pioppo con essenze autoctone idonee; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong>abbattimento dei pioppeti coltivati in periodo riproduttivo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventuali future misure <strong>di</strong>contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagione riproduttiva;<strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.126


GHEPPIOFalco tinnunculus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: FalconiformesFamiglia: FalconidaeCorologia: paleartico-paleotropicaleTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, il Parco ospita un importante popolamento ni<strong>di</strong>ficante in ambienteplanizialeHabitat riproduttivo: aree agricole aperte, margini <strong>di</strong> zone umide, in e<strong>di</strong>fici e ni<strong>di</strong> abbandonati <strong>di</strong>Corvi<strong>di</strong>Riproduzione: aprile-luglioAlimentazione: insetti, piccoli uccelli, rettili, piccoli mammiferiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, migratrice, svernanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricoleStatus: rara, localizzataCoppie: 1-2Importanza: regionale, sono infatti poche a livello regionale le coppie ni<strong>di</strong>ficanti in ambienteplanizialeMinacce: eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong>durante la stagione riproduttiva, che potrebbero causare la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> Lodolaio; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> prede a causa delle <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ambientimarginali agricoli; ristrutturazione degli e<strong>di</strong>fici abbandonatiAzioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodo riproduttivo; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventualifuture misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagioneriproduttiva; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; ripristino e tutela <strong>di</strong>siepi, boschetti, prati naturali; redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi che regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong>restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali.127


VOLTOLINOPorzana porzana (Linnaeus, 1766)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: GruiformesFamiglia: RallidaeCorologia: euroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana,LazioStatus in Italia: indeterminato, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: FE, RAStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna"Status: indeterminato, localizzataImportanza: nazionale, la specie è molto localizzata a livello nazionaleHabitat riproduttivo: palu<strong>di</strong> e acquitrini con vegetazione elofitica (canneti, cariceti) e <strong>di</strong> cinta(cespugli igrofili)Riproduzione: fine maggio-luglioAlimentazione: invertebrati acquatici, vegetaliFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Vallesanta, Val CampottoStatus: indeterminato, localizzata e forse irregolareCoppie: 0-1Importanza: nazionale, la specie è molto localizzata a livello nazionaleMinacce: carenza <strong>di</strong> canneti, cariceti e giuncheti con acque basse, per gestione naturalistica nonin<strong>di</strong>rizzata verso la conservazione del canneto e approfon<strong>di</strong>menti del livello idrico nelle zone umided'acqua dolce, con conseguente limitazione degli habitat acquitrinosi; drastica riduzione dei cariceti.Azioni: ripristino <strong>di</strong> habitat acquitrinosi con acque basse e con <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> carici, giunchi e canne.128


CAVALIERE D'ITALIAHimantopus himantopus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CharadriiformesFamiglia: RecurvirostridaeCorologia: cosmopolitaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: Piemonte, Liguria, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia, SardegnaStatus in Italia: a basso rischio, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, RE, MO, BO, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: internazionale, il Parco ospita circa il 2,6% della popolazione europea e il 25% dellapopolazione nazionaleHabitat riproduttivo: zone umide con acque salmastre o dolci e basse e con <strong>di</strong>stese fangoseRiproduzione: aprile-luglioAlimentazione: invertebrati acquaticiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratrice, svernante irregolareSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: prato <strong>di</strong> VallesantaStatus: rara, localizzataCoppie: 1-5Importanza: -Minacce: mo<strong>di</strong>fiche vegetazionali nel prato umido; carenza <strong>di</strong> prati umi<strong>di</strong> e acquitriniAzioni: mantenimento della vegetazione prativa me<strong>di</strong>ante sfalcio in periodo autunnale; ripristino <strong>di</strong>prati umi<strong>di</strong> ed acquitrini in aree agricole.129


STERNA COMUNESterna hirundo (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CharadriiformesFamiglia: SternidaeCorologia: oloarticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna,SardegnaStatus in Italia: a basso rischio, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: PC, PR, RE, FE, RAStatus in Emilia-Romagna: me<strong>di</strong>amente vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", “Campotto <strong>di</strong> Argenta”,"Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Saline <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, localizzataImportanza: internazionale, il Parco ospita quasi l'1,5% della popolazione europea e il 57% dellapopolazione nazionaleHabitat riproduttivo: dossi in lagune salmastre, <strong>di</strong>stese fangose, salineRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: pesci e crostaceiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val CampottoStatus: vulnerabile, localizzataCoppie: 0-1Importanza: la coppia isolata potrebbe rappresentare la prima <strong>di</strong> una potenziale colonizzazione delsito da parte <strong>di</strong> questa specieMinacce: carenza <strong>di</strong> dossi per cause naturali (erosione e subsidenza); variazioni del livello idrico,per cause antropiche o naturali; colonizzazione dei dossi da parte della vegetazione palustreAzioni: creazione <strong>di</strong> nuovi dossi affioranti; rigoroso controllo dei livelli idrici in periodoriproduttivo; mantenimento <strong>di</strong> dossi privi <strong>di</strong> vegetazione; posizionamento <strong>di</strong> piattaformegalleggianti.130


Tyto alba (Scopoli, 1769)BARBAGIANNIClasse: AvesOr<strong>di</strong>ne: StrigiformesFamiglia: TytonidaeCorologia: cosmopolitaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, localizzataImportanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciutoHabitat riproduttivo: aree agricole o incolti aperti, in case coloniche o altri e<strong>di</strong>fici abbandonatiRiproduzione: marzo-giugnoAlimentazione: piccoli mammiferi, anfibi e insettiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricoleStatus: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciutoMinacce: restauro degli e<strong>di</strong>fici rurali; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>struzione dellesiepi e, conseguente <strong>di</strong>minuzione dei popolamenti <strong>di</strong> micromammiferi; investimenti stradaliAzioni: redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi che regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchie<strong>di</strong>fici rurali, con realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai e sottotetti; posizionamento <strong>di</strong>cassette nido alle parte degli e<strong>di</strong>fici rurali; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole delParco; tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi in ambiente agricolo.131


ASSIOLOOtus scops (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: StrigiformesFamiglia: StrigidaeCorologia: eurocentroasiatico-me<strong>di</strong>terraneaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", “Campotto <strong>di</strong> Argenta”,"Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciutoHabitat riproduttivo: boschi e pineteRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insettiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratoreSTAZIONE "VALLI DI COMACCHIO"Distribuzione: Bosco del Traversante, boschi ripariali del Fiume RenoStatus: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciutoMinacce: taglio degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentali per lani<strong>di</strong>ficazione; carenza <strong>di</strong> alberi vecchi, con cavità; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; posizionamento <strong>di</strong>apposite cassette nido; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.132


GUFO COMUNEAsio otus (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: StrigiformesFamiglia: StrigidaeCorologia: oloarticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioni, esclusa la SardegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: regionale, il Parco ospita una parte importante del popolamento regionaleHabitat riproduttivo: boschi, pinete, siepi e filari alberati, in ni<strong>di</strong> abbandonati <strong>di</strong> Corvi<strong>di</strong>Riproduzione: marzo-maggioAlimentazione: piccoli mammiferi, insetti e uccelliFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratoreSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Bosco del Traversante, Val Campotto, Canale LorganaStatus: buono, localizzataImportanza: regionale, la stazione ospita una parte importante del popolamento regionaleMinacce: riduzione dei boschi ripariali (gestione idraulica dei corsi d'acqua); taglio dei pioppicoltivati in periodo riproduttivo; eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi<strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagione riproduttiva, che potrebbero causare la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ate <strong>di</strong>Gufo comue; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: tutela dei boschi ripariali che non creino rischi idraulici (golena del Reno); ripristino <strong>di</strong>boschi planiziali e ripariali in ambiti idonei; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodoriproduttivo; graduale sostituzione dei pioppeti coltivati con boschi naturali; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eventualifuture misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong> durante la stagioneriproduttiva; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.133


ALLOCCOStrix aluco (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: StrigiformesFamiglia: StrigidaeCorologia: eurocentroasiatico-me<strong>di</strong>terraneaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioni, esclusa la SardegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, localizzataImportanza: regionale, specie localizzata e scarsa in pianuraHabitat riproduttivo: boschi e pineteRiproduzione: marzo-maggioAlimentazione: piccoli mammiferi, insetti e uccelliFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Bosco del TraversanteStatus: buono, localizzataImportanza: regionale, specie localizzata e scarsa, soprattutto nella pianura internaMinacce: taglio degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentali per lani<strong>di</strong>ficazione; carenza <strong>di</strong> alberi vecchi, con cavità; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; posizionamento <strong>di</strong>apposite cassette nido; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.134


CIVETTAAthene noctua (Scopoli, 1769)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: StrigiformesFamiglia: StrigidaeCorologia: eurocentroasiatico-me<strong>di</strong>terraneaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: vulnerabile, localizzataImportanza: -Habitat riproduttivo: aree agricole o incolti aperti, in case coloniche o altri e<strong>di</strong>fici abbandonati,alberi capitozzatiRiproduzione: marzo-giugnoAlimentazione: insetti, piccoli mammiferiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricole e incolti apertiStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Minacce: restauro degli e<strong>di</strong>fici rurali; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricoltura; <strong>di</strong>struzione dellesiepi e, conseguente <strong>di</strong>minuzione dei popolamenti <strong>di</strong> micromammiferi; investimenti stradaliAzioni: redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi che regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchie<strong>di</strong>fici rurali, con realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai e sottotetti; posizionamento <strong>di</strong>cassette nido alle pareti degli e<strong>di</strong>fici rurali; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole delParco; tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi in ambiente agricolo.135


MARTIN PESCATOREAlcedo atthis (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: CoraciiformesFamiglia: Alce<strong>di</strong>nidaeCorologia: paleartico-orientaleTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Habitat riproduttivo: zone umide e corsi d'acqua, in scarpate e rive franateRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: pesciFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficante, svernante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Fiume Reno, Torrente I<strong>di</strong>ce, Torrente Sillaro, Vallesanta, Val Campotto, canali <strong>di</strong>bonificaStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Minacce: carenza <strong>di</strong> siti riproduttivi lungo i corsi d'acqua (golene <strong>di</strong> Reno, I<strong>di</strong>ce e Sillaro), persistemazione idraulica degli argini e delle rive; semplificazione e antropizzazione delle rive in zoneumide; carenza <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolceAzioni: mantenimento delle rive franate e delle piccole scarpate, che non creino rischi idraulici,lungo i corsi d'acqua (Reno, I<strong>di</strong>ce, Sillaro, canali <strong>di</strong> bonifica); tutela della morfologia naturale, conrive franate e piccole scarpate, nelle zone umide; aumento della superficie <strong>di</strong> zone umide d'acquadolce con acque basse, in zone bonificate.136


TORCICOLLOJynx torquilla (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PiciformesFamiglia: PicidaeCorologia: eurosibiricaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Habitat riproduttivo: boschi, pinete, vigne con piantata, frutteti, siepi alberate e filariRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insettiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratoreSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: siti boscati, aree agricole con vigne a piantata e fruttetiStatus: buono, localizzataImportanza: -Minacce: taglio degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentali per lani<strong>di</strong>ficazione; carenza <strong>di</strong> alberi vecchi, con cavità; <strong>di</strong>struzione delle siepi e delle piantate inambiente agricolo; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; posizionamento <strong>di</strong>apposite cassette nido; tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi e piantate; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nellearee agricole del Parco.137


PICCHIO ROSSO MAGGIOREPioides major (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PiciformesFamiglia: PicidaeCorologia: paleartico-orientaleTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Habitat riproduttivo: boschi e pinete, boschi ripariali, pioppeti coltivatiRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: insettiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: siti boscati, boschi ripariali del Reno, pioppeti coltivatiStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Minacce: taglio degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentali perl'alimentazione; riduzione dei boschi planiziali e ripariali (golene del Reno) per gestione idraulicadei corsi d'acqua; taglio dei pioppi coltivati in periodo riproduttivo; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti inagricolturaAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; tutela dei boschiripariali che non creino rischi idraulici; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodoriproduttivo; sostituzione dei pioppeti coltivati con boaschi naturali; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.138


PICCHIO VERDEPicus viri<strong>di</strong>s (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PiciformesFamiglia: PicidaeCorologia: europeaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: tutte le regioni ad esclusione <strong>di</strong> Sicilia e SardegnaStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Habitat riproduttivo: boschi, boschi ripariali, pioppeti coltivatiRiproduzione: aprile-giugnoAlimentazione: insettiFenologia: stanziale, ni<strong>di</strong>ficanteSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: siti boscati, boschi ripariali del Reno, pioppeti coltivatiStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Minacce: taglio degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentali perl'alimentazione; riduzione dei boschi planiziali e ripariali (golene del Reno) per gestione idraulicadei corsi d'acqua; taglio dei pioppi coltivati in periodo riproduttivo; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti inagricolturaAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; tutela dei boschiripariali che non creino rischi idraulici; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati in periodoriproduttivo; sostituzione dei pioppeti coltivati con boaschi naturali; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco.139


AVERLA PICCOLALanius collurio (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PasseriformesFamiglia: LaniidaeCorologia: euroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: buono, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", Staz. "Valli <strong>di</strong> Comacchio", "Campotto <strong>di</strong> Argenta","Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong> Cervia"Status: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Habitat riproduttivo: aree coltivate e incolti con siepi sparse, margini <strong>di</strong> boschi e boscaglie radeRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: insetti, rettili, uccelli, piccoli mammiferiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricole, margini <strong>di</strong> boschiStatus: buono, <strong>di</strong>ffusaImportanza: -Minacce: <strong>di</strong>struzione e carenza <strong>di</strong> siepi alternate a seminativi ed incolti in ambiente agricolo; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi in ambiente agricolo; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e<strong>di</strong>serbanti nei terreni agricoli del Parco.140


ORTOLANOEmberiza hortulana (Linnaeus, 1758)Classe: AvesOr<strong>di</strong>ne: PasseriformesFamiglia: EmberizidaeCorologia: euroasiaticaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2); Dir. 79/409 (all. 1)Distribuzione in Italia: tutte le regioni ad esclusione <strong>di</strong> Puglia, Sicilia e SardegnaStatus in Italia: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: indeterminato, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Volano-Mesola-Goro", ai confini della Staz. "Valli <strong>di</strong> Comacchio","Campotto <strong>di</strong> Argenta", "Pineta <strong>di</strong> San Vitale e Piallasse <strong>di</strong> Ravenna", "Pineta <strong>di</strong> Classe e Salina <strong>di</strong>Cervia"Status: rara, localizzataImportanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciuto e la cui presenza in pianura è localizzata e scarsaHabitat riproduttivo: coltivi a seminativo e prati con siepi sparseRiproduzione: maggio-luglioAlimentazione: semi, insettiFenologia: ni<strong>di</strong>ficante, migratriceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: aree agricoleStatus: rara, localizzataCoppie: 1-2 irr.Importanza: regionale, specie in <strong>di</strong>minuzione a livello regionale, il cui status attuale è scarsamenteconosciuto e la cui presenza in pianura è localizzata e scarsaMinacce: <strong>di</strong>struzione e carenza <strong>di</strong> siepi alternate a seminativi ed incolti in ambiente agricolo; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti in agricolturaAzioni: tutela e ripristino <strong>di</strong> siepi in ambiente agricolo; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e<strong>di</strong>serbanti nei terreni agricoli del Parco.141


VESPERTILIO DI DAUBENTONMyotis daubentonii (Leisler in Kuhl, 1819)Classe: MammaliaOe<strong>di</strong>ne: ChiropteraFamiglia: VespertilionidaeCorologia: eurosibiricaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir. 92/43 (all. 4)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le ProvinceStatus in Emilia-Romagna: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: vulnerabile, <strong>di</strong>ffusaHabitat: boschi nei pressi <strong>di</strong> zone umideRiproduzione: estateAlimentazione: insettiFenologia: sedentariaSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Val Campotto, Vallesanta, fiume RenoStatus: rara, <strong>di</strong>ffusaImportanza: specie legata alle zone umide, rara e vulnerabileMinacce: taglio e rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentaliper l'inse<strong>di</strong>amento delle colonie riproduttive e lo svernamento; restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione delle fonti troficheAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizziche regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali, con tempisticheidonee e realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai e sottotetti; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare sistemi non selettivi <strong>di</strong> lotta alle zanzare;limitazione della lotta alle zanzare.142


VESPERTILIO SMARGINATOMyotis emarginatus (Geoffroy, 1806)Classe: MammaliaOe<strong>di</strong>ne: ChiropteraFamiglia: VespertilionidaeCorologia: turanico-europeo-me<strong>di</strong>terraneaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2), Dir. 92/43 (all. 2 e 4)Distribuzione in Italia: tutte le regioniStatus in Italia: rara, localizzataDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: vulnerabile, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. "Campotto <strong>di</strong> Argenta"Status: rara, localizzataHabitat: e<strong>di</strong>fici abbandonati, ma anche alberiRiproduzione: estateAlimentazione: insettiFenologia: sedentariaSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: ArgentaStatus: rara, localizzataImportanza: specie legata agli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>sabitati, rara e minacciataMinacce: restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici; uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione delle fonti troficheAzioni: redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi che regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchie<strong>di</strong>fici rurali, con tempistiche idonee e realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai esottotetti; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare sisteminon selettivi <strong>di</strong> lotta alle zanzare; limitazione della lotta alle zanzare.143


PIPISTRELLO PIGMEOPipistrellus pygmaeus (Leach, 1825)Classe: MammaliaOr<strong>di</strong>ne: ChiropteraFamiglia: VespertilionidaeCorologia: europeaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 4), Dir. 92/43 (all. 4)Distribuzione in Italia: certo <strong>di</strong> Campania, Lazio, Sardegna, Emilia-RomagnaStatus in Italia: non notoDistribuzione in Emilia-Romagna: non notaStatus in Emilia-Romagna: non notoPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: Staz. “Campotto <strong>di</strong> Argenta”Status: non notoHabitat: zone umide con boschi riparali, anche in e<strong>di</strong>ficiRiproduzione: estateAlimentazione: insettiFenologia: sedentariaSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: ArgentaStatus: non notoImportanza: nel Parco è stata segnalata in questa sola StazioneMinacce: taglio e rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità, fondamentaliper l'inse<strong>di</strong>amento delle colonie riproduttive e lo svernamento; restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici; uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> in agricoltura; <strong>di</strong>minuzione delle fonti troficheAzioni: mantenimento <strong>di</strong> tutte le essenze arboree morte, morenti o senescenti; redazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizziche regolamentino le metodologie e i tempi <strong>di</strong> restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali, con tempisticheidonee e realizzazione <strong>di</strong> apposite aperture e anfratti in solai e sottotetti; <strong>di</strong>minuzione dell'uso <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole del Parco; <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzare sistemi non selettivi <strong>di</strong> lotta alle zanzare;limitazione della lotta alle zanzare.144


ISTRICEHystrix cristata (Linnaeus, 1758)Classe: MammaliaOr<strong>di</strong>ne: RodentiaFamiglia: HystricidaeCorologia: sudeuropeo-nordafricanaTutela: Conv. <strong>di</strong> Berna (all. 2)Distribuzione in Italia: Italia peninsulare e SiciliaStatus in Italia: parzialmente minacciata, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: rara, localizzataPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le StazioniStatus: colonizzazione recente, in espansioneHabitat: ambienti me<strong>di</strong>terranei, boscaglie e macchie, boschi ra<strong>di</strong> e duneRiproduzione: accoppiamento aprile-maggio, gestazione giugno-luglio, allattamento agosto-settembreAlimentazione: ra<strong>di</strong>ci, frutti selvatici e bacche, cereali, cortecceSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Torrente SillaroStatus: colonizzazione recente, localizzataImportanza: nazionale, le zone del Parco rappresentano i siti più settentrionali della specie; speciepresente in Europa soltanto in Italia e in alcune zone dei BalcaniMinacce: investimenti stradali; agricoltura intensiva e <strong>di</strong>struzione delle siepi; carenze sullaconoscenza circa la consistenza del popolamento; <strong>di</strong>struzione delle tane per garantire la sicurezzaidraulicaAzioni: reimpianto <strong>di</strong> siepi ai bor<strong>di</strong> dei terreni coltivati; avvio <strong>di</strong> ricerche mirate alla valutazionedella consistenza del popolamento; la eliminazione delle tane negli argini dei fiumi per garantire lasicurezza idraulica è irrinunciabile, ma è obbligatorio non uccidere gli animali e ricollocarli in areenon a rischio, eventualmente realizzando all’interno del territorio del parco siti idonei allacostruzione delle gallerie che costituiscono le tane.145


PUZZOLAMustela putorius (Linnaeus, 1758)Classe: MammaliaOr<strong>di</strong>ne: CarnivoraFamiglia: MustelidaeCorologia: centroeuro-asiaticaTutela: L.N. 157/92 (art. 2)Distribuzione in Italia: Italia continentale e peninsulareStatus in Italia: buono, <strong>di</strong>ffusaDistribuzione in Emilia-Romagna: tutte le provinceStatus in Emilia-Romagna: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaPARCO DEL DELTA DEL PODistribuzione: tutte le stazioniStatus: in <strong>di</strong>minuzione, <strong>di</strong>ffusaHabitat: ambienti boscosi, rive <strong>di</strong> fiumi e palu<strong>di</strong>, coltiviRiproduzione: accoppiamento febbraio-marzo, gestazione marzo-maggio, allattamento aprileluglioAlimentazione: piccoli mammiferi, uccelli e uova, rettili e anfibi, pesci, invertebrati, frutti selvaticie baccheSTAZIONE "CAMPOTTO DI ARGENTA"Distribuzione: Valle Campotto, Bosco del TraversanteStatus: in <strong>di</strong>minuzione, localizzataImportanza: nazionale; specie in forte <strong>di</strong>minuzione a livello nazionale, per cause poco noteMinacce: carenze nella conoscenza circa la consistenza del popolamento; semplificazione dellamorfologia e dell'assetto vegetazionale degli argini e delle rive dei corsi d'acqua e delle palu<strong>di</strong>,sfalcio della vegetazione erbacea, abbattimento della vegetazione ripariale; agricoltura intensiva e<strong>di</strong>struzione delle siepi e dei canaletti <strong>di</strong> irrigazione; bracconaggio e "lotta ai nocivi"Azioni: avvio <strong>di</strong> ricerche mirate alla valutazione della consistenza del popolamento; tutela dellamorfologia naturale dei corsi d'acqua e delle aree vallive, ripristino <strong>di</strong> zone boscate e zone umide edell'assetto morfologico naturale e vegetazionale <strong>di</strong> corsi d'acqua e aree vallive; reimpianto <strong>di</strong> siepiai bor<strong>di</strong> dei terreni coltivati e <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> realizzare il drenaggio sotterraneo nei terreni agricoli delParco; intensificazione dei controlli e sensibilizzazione contro il bracconaggio.146


FONTI PER LA COMPILAZIONE DELLE SCHEDELe informazioni e i dati per la compilazione della parte generale delle schede sono state raccoltedalle seguenti fonti.Pesci- Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. "I Pesci delle acque interne italiane".Ministero dell'Ambiente, Unione Zoologica Italiana. Ist. Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.(<strong>di</strong>stribuzione, <strong>di</strong>stribuzione in Italia, status in Italia, ecologia, habitat, riproduzione, alimentazione)- Regione Emilia-Romagna, Ass. Agricoltura e Alimentazione, 1992. "Elementi <strong>di</strong> Base per laPre<strong>di</strong>sposizione della Carta Ittica". Bologna. (<strong>di</strong>stribuzione in Emilia-Romagna)Anfibi e Rettili- Lanza B., 1983. "Anfibi, Rettili (Amphibia, Reptilia)". C.N.R. AQ/1/205, 27: 196 pp. (habitat,riproduzione, alimentazione)- Mazzotti S. & Stagni G., 1993. "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna (Amphibia, Reptilia).Regione Emilia-Romagna, I.B.A.C.N., Museo Civico <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> Ferrara. (corologia,<strong>di</strong>stribuzione in Emilia-Romagna, habitat, riproduzione, alimentazione)- Pavan M. (a cura <strong>di</strong>), 1992. "Contributo per un Libro Rosso della fauna e della flora minacciate inItalia". Istituto <strong>di</strong> Entomologia dell'Università <strong>di</strong> Pavia, con il contributo del Ministerodell'Agricoltura e Foreste. (status in Italia)- Societas Herpetologica Italiana, 1996. "Atlante provvisorio degli Anfibi e dei Rettili italiani".Annali del Museo Civico <strong>di</strong> Storia Naturale "G. Doria", vol. XCI. Genova. (<strong>di</strong>stribuzione in Italia)Uccelli- Boano G. & Brichetti P., con la collaborazione <strong>di</strong> Micheli A., 1989. "Proposta <strong>di</strong> unaclassificazione corologica degli Uccelli italiani. I- non Passeriformi". Riv. ital. Orn., Milano, 59 (3-4): 141-158. (corologia)- Boano G., Brichetti P. & Micheli A., 1990. "Proposta <strong>di</strong> una classificazione corologica degliUccelli italiani. II- Passeriformi e specie accidentali". Riv. ital. Orn., Milano, 60 (3-4): 105-118.(corologia)- Gustin M. & Petretti F., con la collaborazione <strong>di</strong> P. Brichetti, in stampa. "Una proposta <strong>di</strong> Red-Listdegli Uccelli italiani sulla base dei criteri UICN". (status in Italia)- Gustin M., Zanichelli F. & Costa M., in stampa. "Lista Rossa degli Uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in Emilia-Romagna: un approccio metodologico alle specie con priorità <strong>di</strong> conservazione regionale". (status inEmilia-Romagna, <strong>di</strong>stribuzione in Emilia-Romagna)- Meschini E. & Frugis S. (eds.), 1993. "Atlante degli Uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in Italia". Suppl. Ric. Biol.Selvaggina, XX: 1-344. (<strong>di</strong>stribuzione in Italia)Mammiferi- Bertusi M.G., T. Tosetti (a cura <strong>di</strong>), 1986. "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna". IBC, Bologna.(<strong>di</strong>stribuzione in Emilia-Romagna)- Fornasari L., 1996. In Toso S. & Vigorita V. red. "Manuale per i censimenti della fauna selvatica".Regione Lombar<strong>di</strong>a e I.N.F.S. (status in Italia)- Fornasari L., Violani C. & Zava B., 1996 "Indagine sulla Chirotterofauna silvicola <strong>di</strong> alcuni Parchiregionali dell'Emilia-Romagna". Ricerche per il Progetto Natura 2000. (corologia, <strong>di</strong>stribuzione inItalia, fenologia, habitat)- Gellini S., Casini L. & Matteucci C., 1992. "Atlante dei Mammiferi della provincia <strong>di</strong> Forlì (1989-1991)". Provincia <strong>di</strong> Forlì, Coop. St.E.R.N.A., Museo Ornitologico "F. Foschi". Ed. Maggioli.,Rimini. (corologia, <strong>di</strong>stribuzione in Italia, <strong>di</strong>stribuzione in Emilia-Romagna, fenologia, habitat,alimentazione)154


- Pavan M. (a cura <strong>di</strong>), 1992. "Contributo per un Libro Rosso della fauna e della flora minacciate inItalia". Istituto <strong>di</strong> Entomologia dell'Università <strong>di</strong> Pavia, con il contributo del Ministerodell'Agricoltura e Foreste. (status in Italia)Per i dati e le informazioni relative al Parco del Delta del Po ed alle singole Stazioni ve<strong>di</strong> il capitolo"bibliografia generale".SPECIE ALLOCTONEPesciCarpa (Cyprinus carpio)Origine: Russia meri<strong>di</strong>onale, Danubio, Mar Nero, Mar Caspio, Lago d'Aral, Asia.Generalità: specie stenoalina dulcicola, tollera, tuttavia, piccole variazioni <strong>di</strong> salinità. Diantichissima introduzione, è attualmente presente in tutti i corsi d'acqua e in palu<strong>di</strong> e stagni d'acquadolce o debolmente salmastra. Si ciba <strong>di</strong> vegetali, invertebrati bentonici (larve <strong>di</strong> insetti, crostacei,molluschi, anelli<strong>di</strong>) e planctonici (crostacei), detriti.Danni: la specie è oramai inserita nell'equilibrio ecologico delle nostre acque.Azioni: si consiglia, tuttavia, <strong>di</strong> cessare le massicce immissioni a scopo alieutico, favorendo invece iripopolamenti effettuati con la Tinca.Pesce rosso (Carassius auratus)Origine: Asia orientale.Generalità: specie stenoalina dulcicola. Presente in molti corsi d'acqua e in palu<strong>di</strong> e stagni d'acquadolce. Si ciba <strong>di</strong> vegetali, invertebrati, detriti.Danni: competizione alimentare con molte specie <strong>di</strong> Ciprini<strong>di</strong> autoctoni.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriori immissioni anche nei campi <strong>di</strong> gara permanenti interni al Parco; gradualeeliminazione della specie, a partire dai campi <strong>di</strong> gara permanenti, dove sarebbe possibile rilasciaresoltanto gli in<strong>di</strong>vidui appartenenti alla specie simile Carassius carassius; pubblicizzazione deldanno causato dalla immissione in<strong>di</strong>scriminata degli in<strong>di</strong>vidui detenuti a scopo ornamentale; inoltre,la graduale eliminazione della specie potrà attuarsi in collaborazione con le associazioni <strong>di</strong> pescasportiva, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong> messa in secca deicanali e dei bacini.Carpa erbivora (Ctenopharyngodon idellus)Origine: Russia e Cina.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stata introdotta in molti bacini e canali <strong>di</strong> bonifica come<strong>di</strong>serbante, poiché si ciba fondamentalmente <strong>di</strong> materiale vegetale.Danni: l'introduzione <strong>di</strong> una specie alloctona, anche se apparentemente inserita in una nicchiatrofica vacante, è una operazione deprecabile. Fortunatamente la Carpa erbivora sembra nonriprodursi nelle nostre acque. Tuttavia, le massicce immissioni in alcuni ambiti causano notevoliscompensi negli ecosistemi acquatici e nei popolamenti ittici. Inoltre, assieme alla Carpa erbivora èstata accidentalmente introdotta la Pseudorasbora.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriori immissioni nelle acque del Parco; conseguente eliminazione naturaledella specie.Carpa argentata (Hypophthalmichthys molitrix)Origine: Russia e Cina.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stata introdotta in alcuni bacini per contenere lo sviluppodel fitoplancton, <strong>di</strong> cui si ciba essenzialmente, oltre che <strong>di</strong> vegetali e zooplancton.148


Danni: l'introduzione <strong>di</strong> una specie alloctona è una operazione deprecabile. Fortunatamente la Carpaargentata sembra non riprodursi nelle nostre acque.Azioni: dato il vigente <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriori immissioni la specie è destinata a scomparire dalle acqueinterne del Parco.Carpa testa grossa (Hypophthalmichthys nobilis)Origine: Cina.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stata introdotta in alcuni bacini per contenere lo sviluppodel fitoplancton, <strong>di</strong> cui si ciba essenzialmente, oltre che <strong>di</strong> zooplancton.Danni: l'introduzione <strong>di</strong> una specie alloctona è una operazione deprecabile. Fortunatamente la Carpatesta grossa sembra non riprodursi nelle nostre acque.Azioni: dato il vigente <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriori immissioni la specie è destinata a scomparire dalle acqueinterne del Parco.Pseudorasbora (Pseudorasbora parva)Origine: Cina.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stata introdotta accidentalmente assieme a lotti <strong>di</strong> Carpaerbivora, si è rapidamente acclimatata ed ha colonizzato tutte le acque dolci a corso lento ostagnanti, in particolare i canali <strong>di</strong> bonifica.Danni: questa specie, prolifica e molto adattabile, sta rapidamente soppiantando molte specie <strong>di</strong>piccoli Ciprini<strong>di</strong> autoctoni.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo come esca viva, poiché causa <strong>di</strong> ulteriore <strong>di</strong>ffusione della specie; azioniimme<strong>di</strong>ate per la eliminazione della specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", leassociazioni <strong>di</strong> pesca sportiva, i pescatori professionisti, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonificadurante le operazioni <strong>di</strong> messa in secca dei canali e dei bacini.Pesce gatto (Ictalurus melas)Origine: Nord America.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stato introdotto a scopo alieutico ed itticolturale agli inizidel secolo, in un periodo in cui si prestava poca attenzione alle problematiche <strong>di</strong> conservazionedelle specie. Presente in tutti i corsi d'acqua e in palu<strong>di</strong> e stagni d'acqua dolce.Danni: le immissioni a scopo alieutico sono continuate fino ad oggi, nonostante il vigente <strong>di</strong>vieto,con un grave danno all'ittiofauna autoctona, per competizione alimentare con alcune specie(Anguilla, Tinca) e per predazione <strong>di</strong>retta delle uova e degli avannotti <strong>di</strong> tutte le specie. Si ciba <strong>di</strong>materiale vegetale, invertebrati bentonici (larve <strong>di</strong> insetti, crostacei, molluschi, anelli<strong>di</strong>), Anfibi eloro larve, uova <strong>di</strong> Pesci, avannotti e Pesci adulti. La specie, attualmente in <strong>di</strong>minuzione, parecomunque essersi ormai inserita nell'equilibrio ecologico delle nostre acque.Azioni: intensificazione dei controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> immissione; graduale eliminazionedella specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", le associazioni <strong>di</strong> pesca sportiva,i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong> messa in secca dei canali e deibacini.Pesce gatto americano (Ictalurus punctatus)Origine: Nord America.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stato introdotto a scopo alieutico in alcuni bacini per lapesca sportiva. Presente in Vallesanta e Val Campotto.Danni: l'espansione della specie ai canali <strong>di</strong> binifica ed ai fiumi potrebbe provocare gravi danniall'ittiofauna autoctona, per competizione alimentare con alcune specie già in <strong>di</strong>minuzione(Anguilla, Tinca) e per predazione <strong>di</strong>retta delle uova e degli avannotti <strong>di</strong> tutte le specie. Si ciba <strong>di</strong>materiale vegetale, invertebrati bentonici (larve <strong>di</strong> insetti, crostacei, molluschi, anelli<strong>di</strong>), Anfibi eloro larve, uova <strong>di</strong> Pesci, avannotti e Pesci adulti.149


Azioni: intensificazione dei controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> immissione; graduale eliminazionedella specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", le associazioni <strong>di</strong> pesca sportiva,i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong> messa in secca dei canali e deibacini.Siluro (Silurus glanis)Origine: Europa centro-orientale e settentrionale e Asia centro-occidentale.Generalità: specie stenoalina dulcicola, tollera tuttavia, piccole variazioni <strong>di</strong> salinità. E' statointrodotto a scopo alieutico in alcuni bacini per la pesca sportiva.Danni: sfuggito agli allevamenti, o deliberatamente rilasciato, ha rapidamente colonizzato la reteidrica esterna, in particolare il fiume Reno e i canali <strong>di</strong> bonifica, aumentando numericamente ecausando un danno gravissimo alla ittiofauna autoctona, per competizione alimentare con alcuneimportantissime specie e per predazione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> uova, avannotti e adulti <strong>di</strong> tutte le specie. Si cibainfatti fondamentalmente <strong>di</strong> Pesci, ma anche <strong>di</strong> Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi acquatici.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> allevamento e detenzione anche in bacini isolati; azioni imme<strong>di</strong>ate per laeliminazione della specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", le associazioni <strong>di</strong>pesca sportiva, i pescatori professionisti, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante leoperazioni <strong>di</strong> messa in secca dei canali e dei bacini.Gambusia (Gambusia holbrooki)Origine: Nord America.Generalità: specie eurialina. E' stata introdotta per la lotta alla zanzara veicolo della malaria in unprimo momento, in seguito per la lotta alle zanzare in generale.Danni: l'introduzione <strong>di</strong> una specie alloctona, anche se apparentemente inserita in una nicchiatrofica vacante, è una operazione deprecabile. La Gambusia, che si ciba <strong>di</strong> piccoli invertebratiacquatici (soprattutto larve <strong>di</strong> insetti e crostacei planctonici) e alghe, è entrata in competizionealimentare con alcune specie autoctone <strong>di</strong> piccoli Ciprini<strong>di</strong> e nelle acque a minore salinità con ilNono. Inoltre, ha causato alterazioni chimico-fisiche delle acque in bacini <strong>di</strong> limitata estensione.Azioni: l'eliminazione della specie pare oramai impossibile.Persico sole (Lepomis gibbosus)Origine: Nord America.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stato introdotto a scopo alieutico agli inizi del secolo, inun periodo in cui si prestava poca attenzione alle problematiche <strong>di</strong> conservazione delle specie.Danni: la specie arreca danno alla ittiofauna autoctona, per competizione alimentare con alcunespecie in particolare <strong>di</strong> piccoli Ciprini<strong>di</strong> e per predazione <strong>di</strong>retta delle uova e degli avannotti <strong>di</strong> altrespecie ittiche. Si ciba tuttavia, in maggior misura <strong>di</strong> invertebrati (crostacei, insetti, molluschi,vermi). La specie, fortunatamente poco abbondante, pare comunque essersi oramai inseritanell'equilibrio ecologico delle nostre acque.Azioni: graduale eliminazione della specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", leassociazioni <strong>di</strong> pesca sportiva, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong>messa in secca dei canali e dei bacini.Persico trota (Micropterus salmoides)Origine: Nord America.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stato introdotto a scopo alieutico. L'introduzione <strong>di</strong> unaspecie alloctona è comunque un'operazione deprecabile, anche se la competizione con il Lucciopare essere modesta.Danni: le immissioni a scopo alieutico degli anni passati hanno arrecato danno alla ittiofaunaautoctona, a causa della predazione <strong>di</strong>retta esercitata ai danni <strong>di</strong> molte specie e della competizionetrofica <strong>di</strong> questa specie con il Luccio, soprattutto negli sta<strong>di</strong> giovanili. Si ciba infatti soprattutto <strong>di</strong>150


Pesci e avannotti, ma anche <strong>di</strong> invertebrati e Anfibi. La specie è fortunatamente poco abbondante epare ambientarsi <strong>di</strong>fficilmente nelle nostre acque.Azioni: graduale eliminazione della specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", leassociazioni <strong>di</strong> pesca sportiva, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong>messa in secca dei canali e dei bacini.Lucioperca (Stizosteidon lucioperca)Origine: Europa centrale e settentrionale, Asia centro-occidentale.Generalità: specie stenoalina dulcicola. E' stato introdotto a scopo alieutico. L'introduzione <strong>di</strong> unaspecie alloctona è comunque un'operazione deprecabile, per <strong>di</strong> più la specie è un vorace predatore<strong>di</strong> altri pesci.Danni: le immissioni a scopo alieutico degli anni passati hanno arrecato danno alla ittiofaunaautoctona, a causa della predazione <strong>di</strong>retta esercitata ai danni <strong>di</strong> molte specie e della competizionetrofica <strong>di</strong> questa specie con il Luccio, soprattutto negli sta<strong>di</strong> giovanili. Si ciba infatti soprattutto <strong>di</strong>Pesci e avannotti, ma anche <strong>di</strong> invertebrati e Anfibi. La specie è fortunatamente poco abbondante epare ambientarsi <strong>di</strong>fficilmente nelle nostre acque.Azioni: graduale eliminazione della specie, da attuarsi in collaborazione con i pescatori "garisti", leassociazioni <strong>di</strong> pesca sportiva, i vigili provinciali ed i consorzi <strong>di</strong> bonifica durante le operazioni <strong>di</strong>messa in secca dei canali e dei bacini.AnfibiRana toro (Rana catesbeiana)Origine: Nord America.Generalità: introdotta in seguito a tentativi <strong>di</strong> allevamento a scopo alimentare.Danni: sembra essersi fortunatamente poco <strong>di</strong>ffusa, tuttavia, è una vorace predatrice <strong>di</strong> Anfibi e altripiccoli vertebrati terrestri ed Artropo<strong>di</strong>.Azioni: <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> allevamento e detenzione anche in bacini isolati; azioni <strong>di</strong> contenimento <strong>di</strong>rettosembrano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile realizzazione.UccelliFagiano (Phasianus colchicus)Origine: Asia, Europa sud orientale.Generalità: introdotta a scopo venatorio e continuamente ripopolata.Danni: la specie è oramai inserita nell'equilibrio ecologico dei nostri territori, in particolare, essendomolto adattabile, colonizza anche ambienti agricoli intensivi.Azioni: si consiglia tuttavia, <strong>di</strong> cessare le massicce immissioni a scopo venatorio, favorendo invecei ripopolamenti effettuati con altre specie un tempo presenti, ma oggi quasi scomparse, come laStarna.Pollo sultano in<strong>di</strong>ano (Porphyrio porphyrio ssp. poliocephalus)Origine: In<strong>di</strong>a e Indocina.Generalità: introdotta accidentalmente in seguito alla fuga o volontariamente in seguito allaliberazione <strong>di</strong> esemplari detenuti in cattività.Danni: nessuno, la specie non è riuscita ad acclimatarsi e, con ogni probabilità, è attualmentescomparsa dall'area in oggetto.Azioni: nessuna.151


MammiferiNutria (Myocastor coypus)Origine: America centro-meri<strong>di</strong>onale.Generalità: introdotta in seguito al rilascio da allevamenti in cui era detenuta per la pelliccia untempo piuttosto in voga. Specie vegetariana, molto prolifica. Si è in breve tempo largamente<strong>di</strong>ffusa, <strong>di</strong>venendo molto comune soprattutto in Vallesanta e Val Campotto.Danni: causa seri danni agli Uccelli ni<strong>di</strong>ficanti, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>strugge i ni<strong>di</strong> utilizzandoli comepiattaforma o rovesciandone il contenuto al proprio passaggio; altera inoltre gli equilibrivegetazionali, in particolare in habitat fragili (es. lamineti <strong>di</strong> Ninfea bianca o <strong>di</strong> Castagna d'acqua),causando gravi danni agli ecosistemi legati a tali ambienti; scava tane negli argini causandofontanazzi e instabilità delle arginature stesse.Azioni: cattura me<strong>di</strong>ante trappole ed eliminazione (già avviata); abbattimenti <strong>di</strong>retti esclusivamentenelle aree e nei perio<strong>di</strong> in cui è normalmente concessa l'attività venatoria.N.B. tutte le misure <strong>di</strong> contenimento, data la grande <strong>di</strong>namicità degli ecosistemi acquatici e lamobilità <strong>di</strong> gran parte delle specie in oggetto, devono essere attuate a livello regionale osovraregionale, in collaborazione inoltre con gli Enti amministratori degli a<strong>di</strong>acenti territori venetie, possibilmente, anche sull'intero bacino del Po. Soltanto in questo modo si potrà procedere ad unacompleta soluzione dei <strong>di</strong>versi problemi legati soprattutto alla presenza delle specie maggiormenteproblematiche ed invadenti (Siluro, Nutria).152


SPECIE ESTINTE E REINTRODUZIONILa Lontra (Lutra lutra), presente fino ad alcuni decenni orsono, si è estinta sia a causa dellapersecuzione da parte dell'uomo, che ne vedeva una minaccia per la pesca, sia a causa del pesanteinquinamento idrico. La reintroduzione <strong>di</strong> questo Mustelide, sarebbe sicuramente auspicabile dalpunto <strong>di</strong> vista conservazionistico, data la grande rarità della specie minacciata <strong>di</strong> estinzione e dalpunto <strong>di</strong> vista turistico, dato l'interesse nato in questi ultimi anni proprio a causa della estremararefazione sul territorio europeo.L'area in oggetto si presta particolarmente ad un eventuale tentativo <strong>di</strong> reintroduzione dellaLontra, data la destinazione oramai <strong>di</strong> carattere strettamente idraulico (che non contrastaassolutamente con la presenza della specie) e naturalistico. In questo sito non si incontrerebberopertanto le <strong>di</strong>fficoltàcausate dall'impatto <strong>di</strong> questa specie con le attività itticolturali, inevitabili inaltre stazioni del Parco.Molte altre specie <strong>di</strong> Mammiferi sono estinte localmente e nella Pianura Padana in generale, inepoche più antiche rispetto alla Lontra (es. Castor fiber, Cervus elaphus); l’Ente <strong>di</strong> Gestione delParco potrà eventualmente prevederne in futuro la reintroduzione, anche in aree controllate, al fine<strong>di</strong> riequilibrare le cenosi faunistiche oppure a fini <strong>di</strong>dattici e conservazionistici.Per quanto riguarda le specie ornitiche estinte, data la grande mobilità e capacità <strong>di</strong>colonizzazione <strong>di</strong>mostrata in questi ultimi anni da parte degli Uccelli, qualora i miglioramentiambientali e la <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> persecuzione da parte dell'uomo lo consentano, non si ritiene utileconsigliare alcun intervento <strong>di</strong> reintroduzione, suggerendo invece <strong>di</strong> concentrare tutte le energie<strong>di</strong>sponibili nel miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni ambientali.In particolare si evidenziano l'estinzione come ni<strong>di</strong>ficante del Mignattino (Chlidonias niger),segnalato fino al 1982.L'innalzamento del livello idrico nel Bassarone, ad esempio, ha causato la temporaneascomparsa come ni<strong>di</strong>ficanti del Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus) e della Pavoncella(Vanellus vanellus), oggi in parziale ripresa grazie ai lodevoli interventi <strong>di</strong> ripristino <strong>di</strong> prati allagatial margine sud-ovest <strong>di</strong> Vallesanta e nella zona del Traversante.153


SPECIE DI "INTERESSE TURISTICO" E SPECIE "SIMBOLO"Vengono in<strong>di</strong>cate in questo paragrafo le specie maggiormente qualificanti, più caratteristiche epiù facilmente osservabili nel territorio della Stazione.Sono da considerare specie <strong>di</strong> interesse turistico imme<strong>di</strong>ato, data la facilità <strong>di</strong> osservazione el'abbondanza dei popolamenti presenti nell'area in oggetto tutti i gran<strong>di</strong> Uccelli acquatici,appartenenti agli Or<strong>di</strong>ni dei Po<strong>di</strong>cipe<strong>di</strong>formi (Svasso maggiore), dei Pelecaniformi (Cormorano),dei Ciconiformi (aironi), degli Anati<strong>di</strong> (anatre) e dei Caradriformi (Mignattino piombato), inoltre,gli Uccelli rapaci: Accipitriformi (Falco <strong>di</strong> palude, Falco pescatore) e i Passeriformi <strong>di</strong> canneto, conalcune specie particolarmente abbondanti, come ad esempio il grazioso Basettino. Molti <strong>di</strong> questiUccelli sono facilmente osservabili lungo il percorso perimetrale aperto al pubblico in Vallesanta enell'a<strong>di</strong>acente prato allagato.Specie simbolo, dato l'aspetto gradevole o l'importanza nazionale del locale popolamento,potrebbero essere il Mignattino piombato.154


CartografiaSITI DI IMPORTANZA PER L'AVIFAUNAIn questa mappa sono riportate le colonie riproduttive delle specie <strong>di</strong> Ciconiformi eCaradriformi coloniali, nonché i siti idonei alla presenza <strong>di</strong> specie non coloniali <strong>di</strong> interesseconservazionistico localizzate (Tarabuso, Falconiformi, alcuni Anati<strong>di</strong>), inoltre, i siti importanti perlo svernamento e la migrazione degli Uccelli acquatici, in<strong>di</strong>viduati me<strong>di</strong>ante la valutazione deicontingenti svernanti e del numero <strong>di</strong> specie segnalate in migrazione.I siti principali <strong>di</strong> svernamento sono: Vallesanta, Val Campotto, Bassarone.I siti più importanti per la sosta durante le migrazioni sono: Vallesanta, Prato <strong>di</strong> Vallesanta, ValCampotto, Bassarone.SITI E PARTI DI RETE IDROGRAFICA DI IMPORTANZA PER LA RIPRODUZIONE DEGLI ANFIBI EPER IL MANTENIMENTO DELLE SPECIE ITTICHE E DEI RETTILI ACQUATICIIn questa mappa sono riportati i corsi d'acqua e le zone umide idonee alla riproduzione degliAnfibi, i siti <strong>di</strong> presenza della Testuggine palustre e delle natrici e i tratti <strong>di</strong> rete idrica fondamentaliper il collegamento delle <strong>di</strong>verse zone umide e per il mantenimento dell'ittiofauna <strong>di</strong> interesseconservazionistico e dell'ittiofauna in generale.SITI DI PRESENZA E RIPRODUZIONE DI ALTRE SPECIE, O GRUPPI DI SPECIE, DI INTERESSENon vi sono altre specie <strong>di</strong> particolare interesse nella Stazione in oggetto.155


SITI E SISTEMI AMBIENTALI DI RILEVANZA FAUNISTICASITI DI RILEVANZA NATURALISTICA1) Val Campotto e Bassarone2) Bosco del Traversante3) Vallesanta4) Fiume Reno, Torrente Sillaro, Torrente I<strong>di</strong>ce, Canale Lòrgana, Canale della Botte, Canale Garda,Canale MenataSISTEMI AMBIENTALI DI RILEVANZA NATURALISTICA1) Corsi d'acqua minori e corpi arginali2) Aree agricole156


SCHEDE DI SITI E SISTEMI AMBIENTALI RILEVANTI PER LA FAUNA VERTEBRATAIn grassetto sono <strong>di</strong> volta in volta riportate le specie per cui il sito risulta particolarmente strategico(specie con popolamenti <strong>di</strong> interesse nazionale, specie uniloche <strong>di</strong> interesse conservazionistico)VAL CAMPOTTO E BASSARONEVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)PESCITriottoANFIBITritone crestatoRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRana agileRETTILITestuggine palustreRamarroLucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoNatrice tessellataUCCELLI NIDIFICANTICormorano (Bassarone)Tarabuso (canneti <strong>di</strong> Val Campotto)TarabusinoAirone rossoAlzavolaMarzaiolaCanapigliaMorettaMoretta tabaccataFalco <strong>di</strong> paludeSchiribillaVoltolinoMignattino piombatoTortora selvaticaMartin pescatoreTorcicolloPicchio verdePicchio rosso maggioreAllodolaSaltimpaloBasettinoMAMMIFERIMoscar<strong>di</strong>noArvicola <strong>di</strong> Savi157


PuzzolaPrioritàDi particolare importanza la presenza della principale colonia italiana ni<strong>di</strong>ficante <strong>di</strong> Cormorano,inse<strong>di</strong>ata sui salici morti del Bassarone. Occorre rilevare in questa sede come il Cormorano,particolarmente abbondante ed in aumento come svernante, sia ancora a livello nazionale una specierara come ni<strong>di</strong>ficante e, pertanto, meritevole <strong>di</strong> tutela e conservazione.Nei vasti lamineti <strong>di</strong> Val Campotto era inse<strong>di</strong>ata la consistente colonia <strong>di</strong> Mignattino piombato,oggi drasticamente ridotta a pochi in<strong>di</strong>vidui.Nei canneti <strong>di</strong> Val Campotto ni<strong>di</strong>fica inoltre storicamente, anche se in scarsissimo numero acausa della gestione effettuata in contrasto con lo sviluppo <strong>di</strong> questo importante habitat, il Tarabuso.Legate ai canneti anche altre specie presenti <strong>di</strong> interesse: Tarabusino, Airone rosso, Falco <strong>di</strong> palude,Schiribilla, Voltolino, Salciaiola, Basettino.Da segnalare infine la ni<strong>di</strong>ficazione della Moretta tabaccata, anatra globalmente minacciata <strong>di</strong>estinzione.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)I salici bianchi morti su cui è inse<strong>di</strong>ata la colonia <strong>di</strong> Cormorano stanno progressivamentecadendo per schianto naturale.I lamineti sono in riduzione a causa dell'eccessiva presenza della Nutria, che causa inoltre<strong>di</strong>sturbo agli uccelli ni<strong>di</strong>ficanti in tale delicato habitat, e che ha probabilmente causatol'allontanamento del Mignattino piombato.I canneti vengono fortemente contrastati nel loro sviluppo naturale dal Consorzio che ha ingestione il sito. Tale politica gestionale è in parte con<strong>di</strong>visibile, poichè garantisce la presenza <strong>di</strong>specchi d'acqua liberi in cui si possano sviluppare altri habitat come ad esempio il lamineto.Tuttavia, sarebbe auspicabile un giusto equilibrio tra i <strong>di</strong>versi ambienti e, pertanto un maggiorsviluppo ed una maggiore maturazione del canneto. Una possibile soluzione potrebbe essere quella<strong>di</strong> continuare a contrastare l'avanzata del canneto in Val Campotto, a favore quin<strong>di</strong> del lamineto, e<strong>di</strong> lasciare invece libero sviluppo alla Canna <strong>di</strong> palude in Vallesanta.La scadente qualità delle acque e la presenza <strong>di</strong> specie ittiche alloctone causano la <strong>di</strong>minuzionee lo squilibrio dell'ittiofauna presente nella valle, con conseguenti danni a tutto l'ecosistemapalustre.BOSCO DEL TRAVERSANTEVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)PESCITriottoANFIBITritone crestatoRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRana agileRETTILITestuggine palustreRamarroLucertola muraiolaLucertola campestre158


BiaccoNatrice tessellataUCCELLI NIDIFICANTINitticoraSgarza ciuffettoGarzettaLodolaioTortora selvaticaAssioloCivettaAlloccoGufo comuneTorcicolloPicchio verdePicchio rosso maggioreCo<strong>di</strong>rossoSaltimpaloPigliamoscheBasettinoAverla piccolaMAMMIFERIMoscar<strong>di</strong>noArvicola <strong>di</strong> SaviPuzzolaPrioritàLa garzaia presente all'interno del bosco riveste grande importanza in particolare per la Sgarzaciuffetto.Da rilevare inoltre la ni<strong>di</strong>ficazione del Lodolaio e la comunità dei Passeriformi <strong>di</strong> ambienteboschivo, particolarmente ricca per la pianura interna.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)Alcuni tagli effettuati per motivi idraulici hanno localmente ridotto l'estensione del bosco. Inoltre lasuperficie boscata potrebbe essere ampliata se i vasti pioppeti industriali ad esso limitrofi, ed inclusinel perimetro <strong>di</strong> Parco, venissero destinati a rimboschimento naturale.VALLESANTAVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)PESCITriottoANFIBITritone crestatoRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRana agile159


RETTILITestuggine palustreRamarroLucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoNatrice tessellataUCCELLI NIDIFICANTITarabusoTarabusinoAirone rossoAlzavolaMarzaiolaCanapigliaMorettaFalco <strong>di</strong> paludeSchiribillaVoltolinoCavaliere d'ItaliaTortora selvaticaMartin pescatoreTorcicolloPicchio verdePicchio rosso maggioreAllodolaSaltimpaloBasettinoMAMMIFERIPipistrello albolimbatoPipistrello <strong>di</strong> SaviArvicola <strong>di</strong> SaviPuzzolaPrioritàImportante la presenza, nei vasti canneti <strong>di</strong> Vallesanta, in particolare del Tarabuso, ma anche <strong>di</strong>Tarabusino, Airone rosso, Falco <strong>di</strong> palude, Schiribilla, Voltolino, Salciaiola, Forapaglie, Cannaiolaverdognola, Basettino.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)Il canneto viene fortemente contrastato sia nello sviluppo che nella maturazione dalle politichegestionali del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Renana, sarebbe invece auspicabile lasciare maggiore sviluppoe tranquillità a questo importante e minacciato habitat. Una possibile soluzione potrebbe esserequella <strong>di</strong> continuare a contrastare l'avanzata del canneto in Val Campotto, a favore quin<strong>di</strong> dellamineto, e <strong>di</strong> lasciare invece libero sviluppo alla Canna <strong>di</strong> palude in Vallesanta.La scadente qualità delle acque e la presenza <strong>di</strong> specie ittiche alloctone causano la <strong>di</strong>minuzione e losquilibrio dell'ittiofauna presente nella valle, con conseguenti danni a tutto l'ecosistema palustre.Eccessiva presenza <strong>di</strong> Nutria.160


FIUME RENO, TORRENTE SILLARO, TORRENTE IDICE, CANALE LÒRGANA, CANALE DELLA BOTTE, CANALEGARDA, CANALE MENATAVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)CICLOSTOMILampreda <strong>di</strong> mare (Fiume Reno)PESCIBarbo comune (fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ce)Lasca (fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ce)Savetta (fiume Reno, torrente Sillaro, torrente I<strong>di</strong>ce)Triotto (fiumi e canali)Rovella (torrente Sillaro)Cobite comune (torrente Sillaro)Ghiozzo padano (torrente I<strong>di</strong>ce)ANFIBITritone crestatoRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRana agileRETTILITestuggine palustreRamarroLucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoMatrice tessellataUCCELLI NIDIFICANTITarabusino (canneti lungo le rive dei canali)Tortora selvatica (boschi ripariali)Assiolo (boschi ripariali)Gufo comune (boschi ripariali)Martin pescatore (scarpate)Torcicollo (boschi ripariali)Picchio verde (boschi ripariali)Picchio rosso maggiore (boschi ripariali)Allodola (argini)Saltimpalo (argini)Basettino (canneti lungo le rive dei canali)Averla piccola (boschi ripariali)MAMMIFERIMoscar<strong>di</strong>noArvicola <strong>di</strong> SaviPuzzola161


PrioritàI corsi d'acqua presenti nella stazione sono importanti per la presenza del Triotto, piccolo Ciprinideendemico in rarefazione. Importante inoltre per il Parco la presenza, anche se marginale, <strong>di</strong> specielegate ai torrenti <strong>di</strong> alta pianura, assenti dalle altre stazioni: Lasca, Ghiozzo padano.Nei corsi d'acqua è inoltre presente la Testuggine palustre, mentre i canneti a volte piuttosto estesidei canali bonifica ospitano Tarabusino e Basettino.Infine i boschi ripariali del fiume Reno e i residui boscati del torrente Sillaro e del canale Lòrganasono importanti per la presenza <strong>di</strong> comunità ornitiche tipiche altrove assenti nella pianura interna.Da rilevare il fatto che il taglio dei boschi ripariali (assolutamente da evitare nei tratti dove non visiano rischi idraulici e, possibilmente nei boschi ripariali più maturi) porta alla creazione <strong>di</strong> habitat<strong>di</strong> macchia igrofila che creano con<strong>di</strong>zioni favorevoli ad alcune specie non comuni, come Cannaiolaverdognola, Sterpazzola, Averla piccola.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)La gestione idrica dei fiumi ha provocato e provoca un impoverimento degli habitat presentiall'interno della golena: rami morti, lanche, stagni <strong>di</strong> esondazione, boschi ripariali, rive franate.Importante pertanto mantenere i collegamenti tra i corsi d'acqua e le gran<strong>di</strong> palu<strong>di</strong> (Val Campotto,Vallesanta), idonee alla riproduzione della fauna ittica.Le golene sono in gran parte utilizzate per l'agricoltura, mentre gli argini e i pochi boschi riparialiresidui vengono frequentemente sfalciati ed abbattuti per motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne idraulico.I corsi d'acqua risentono, inoltre, <strong>di</strong> tutti i problemi che accomunano i fiumi e i canali del Parco,dall'inquinamento idrico, sia chimico che organico, alla abbondanza <strong>di</strong> specie alloctone che hannocausato e stanno causando pesanti squilibri nelle cenosi ittiche originarie (Siluro, Persico trota,Carassio, Pseudorasbora).Tutto il sistema <strong>di</strong> corsi d'acqua è inoltre molto carente <strong>di</strong> tutela normativa.CORSI D'ACQUA MINORI, STAGNI E MACERIVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)PESCITriottoCobite comuneANFIBITritone crestatoRospo smeral<strong>di</strong>noRaganellaRETTILITestuggine palustreRamarroLucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoNatrice tessellataUCCELLI NIDIFICANTI/MAMMIFERI162


Arvicola <strong>di</strong> SaviPrioritàTutto il sistema dei piccoli canali è importante per la conservazione del Triotto.I piccoli stagni e i canaletti sono molto importanti per la riproduzione degli Anfibi, che trovanohabitat idonei allo sviluppo delle larve data in particolare l'assenza <strong>di</strong> Pesci predatori e l'abbondanza<strong>di</strong> cibo.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)Sfangamento e <strong>di</strong>serbo meccanico dei canali e sfalcio degli argini nel periodo da marzo a ottobre,<strong>di</strong>serbo chimico, risezionamento dei canali, inquinamento idrico in particolare da <strong>di</strong>lavamento deiterreni agricoli, tombatura, messa in secca senza recupero del materiale ittico, bonifica delle piccolezone umide (stagni, maceri, residui vallivi), presenza <strong>di</strong> numerose specie alloctone sono i problemi<strong>di</strong> maggiore impatto che minacciano le specie legate al sistema idrico minore.AREE AGRICOLEVertebrati <strong>di</strong> interesse conservazionistico (con localizzazione)PESCI/ANFIBIRospo smeral<strong>di</strong>no (canaletti interpoderali)RETTILIRamarro (siepi)Lucertola muraiolaLucertola campestreBiaccoNatrice tessellata (canaletti interpoderali)UCCELLI NIDIFICANTIStarna (seminativi)Quaglia (seminativi)Tortora selvatica (siepi)Barbagianni (e<strong>di</strong>fici rurali abbandonati)Civetta (e<strong>di</strong>fici rurali)Torcicollo (pioppeti)Picchio verde (pioppeti)Picchio rosso maggiore (pioppeti)Allodola (seminativi <strong>di</strong> cereali ed erba me<strong>di</strong>ca)Ron<strong>di</strong>ne (e<strong>di</strong>fici rurali, ponti)Saltimpalo (seminativi, incolti)Averla piccola (siepi)Averla cenerina (siepi)Ortolano (siepi)UCCELLI SVERNANTIPoianaAlbanella reale (aree agricole aperte)163


GheppioMAMMIFERIArvicola <strong>di</strong> SaviPrioritàGran parte delle specie animali legate alle aree agricole sono in generale declino.Nel territorio in questione non vi sono particolari presenze che ne determinino un maggior valoreconservazionistico rispetto ad altri ambiti.Tuttavia, le politiche legate alla presenza del Parco potranno invertire la tendenza versol'impoverimento biologico delle campagne, favorendo le presenze faunistiche sia qualitativamenteche quantitativamente.La presenza della Starna è dovuta a ripopolamenti a scopo venatorio.Fattori <strong>di</strong> minaccia, impatti antropici e squilibri faunistici (specie alloctone)Mo<strong>di</strong>fiche dell'assetto e delle pratiche agricole verso sistemi <strong>di</strong> coltivazione sempre più intensivi,<strong>di</strong>struzione delle siepi, delle alberature e dei canaletti <strong>di</strong> scolo e irrigazione, messa a coltura dellearee marginali (macchie arbustive, dune fossili, prati, canneti asciutti), aumento in<strong>di</strong>scriminatodell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> e <strong>di</strong>serbanti hanno causato un generale impoverimento biologico dellecampagne.I restauri delle abitazioni e degli e<strong>di</strong>fici rurali causano la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> siti riproduttivi per molte specie(Strigiformi, Irun<strong>di</strong>ni<strong>di</strong>).164


INDIRIZZI PER LA REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ ANTROPICHE PER LACONSERVAZIONE DELLA FAUNA VERTEBRATATutti gli interventi sul territorio andrebbero evitati nel periodo compreso tra il 15 marzo ed il 15luglio. Nei siti <strong>di</strong> particolare importanza naturalistica tale periodo andrebbe <strong>di</strong>latato a tutto marzo eottobre. Per gli Enti pubblici, compreso il Parco, tale tempistica dovrebbe essere obbligatoria,mentre per i privati potrebbe essere favorita me<strong>di</strong>ante incentivi.Le normative suggerite possono valere per i siti <strong>di</strong> interesse naturalistico in<strong>di</strong>pendentemente dallazona in cui essi sono inseriti.AgricolturaMietitura <strong>di</strong> cereali e me<strong>di</strong>cai con utilizzo <strong>di</strong> barre <strong>di</strong> involo e con andamento centrifugo;• Sfalcio delle aree prative utilizzate a scopo agricolo e delle aree marginali con barrefalcianti ad altezza da terra superiore ai 10 centimetri, con utilizzo <strong>di</strong> barre <strong>di</strong> involo econ andamento centrifugo;• Divieto <strong>di</strong> sfalcio in aree marginali, compresi arginelli e canneti asciutti, nel periodo damarzo a luglio;• Controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sfalcio e lavorazione delle aree soggette a premio(2078 CEE, incentivi provinciali) in periodo riproduttivo (marzo-luglio);• Diminuzione dell'uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nelle aree agricole, me<strong>di</strong>ante l'incentivazione dellalotta integrata e dell'agricoltura biologica;• Diminuzione dell'uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbanti chimici;• Divieto <strong>di</strong> effettuare il piro<strong>di</strong>serbo;• Esecuzione dei lavori <strong>di</strong> sfangamento e <strong>di</strong>serbo meccanico dei canali <strong>di</strong> scolo, irrigui einterpoderali esclusivamente durante il periodo autunnale e limitazione al minimoin<strong>di</strong>spensabile, per quanto possibile, <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> interventi;• Divieto <strong>di</strong> abbattimento dei pioppeti coltivati nel periodo da marzo a luglio;• Tutela <strong>di</strong> siepi, filari e piantate in ambiente agricolo e in ambiente marginale (bor<strong>di</strong> <strong>di</strong>strade, carraie, fossi, canali);• Istituzione <strong>di</strong> premi per il ripristino <strong>di</strong> siepi, filari e piantate in ambiente agricolo (inparticolare <strong>di</strong> collegamento fra i residui biotopi boscati) e pubblicizzazione dellenumerose opportunità già esistenti; azione <strong>di</strong> cui il Parco deve farsi promotore<strong>di</strong>rettamente;• Mantenimento dei canali irrigui ai bor<strong>di</strong> delle coltivazioni e istituzione <strong>di</strong> premi per laricreazione <strong>di</strong> canaletti e piccoli stagni dal fondale melmoso, azione <strong>di</strong> cui il Parco devefarsi promotore <strong>di</strong>rettamente;• Divieto <strong>di</strong> realizzare il drenaggio sotterraneo, oppure compensazione della superficiesottratta attraverso la creazione <strong>di</strong> stagni o prati allagati <strong>di</strong> pari estensione;• Avviamento <strong>di</strong> promozione e sostegno agli agricoltori per l'utilizzo dei premi comunitaried incentivare così la presenza <strong>di</strong> set-aside o rinaturalizzazioni, in particolare favorendoprati stabili umi<strong>di</strong> o asciutti, canneti allagati o asciutti, zone cespugliate e alberate;• Sensibilizzazione degli agricoltori sulla conservazione delle specie;• Pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> strumenti imme<strong>di</strong>ati <strong>di</strong> tutela per i pioppeti artificiali eventualmentescelti per la ni<strong>di</strong>ficazione da Ciconiformi coloniali, indennizzo per i proprietari egraduale sostituzione del pioppo coltivato con essenze autoctone idonee;• In<strong>di</strong>viduazione precoce dei ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Anati<strong>di</strong> in aree agricole e tutela dei ni<strong>di</strong> me<strong>di</strong>antel'istituzione <strong>di</strong> un risarcimento per il mancato raccolto;• Sostituzione dei pioppeti artificiali e delle aree a seminativo incluse nel Parco con areenaturali.165


ItticolturaDivieto <strong>di</strong> impiantare attività itticolturali nelle casse <strong>di</strong> espansione;Divieto <strong>di</strong> allevare specie alloctone in eventuali bacini <strong>di</strong> itticoltura <strong>di</strong> qualunque tipo realizzatiall'interno del perimetro <strong>di</strong> stazione.TurismoI percorsi turistici dovrebbero evitare le vicinanze dei siti riproduttivi delle specie <strong>di</strong> maggioreimportanza conservazionistica e delle specie coloniali e mantenersi da essi ad una <strong>di</strong>stanza noninferiore ai 500 metri.In generale sarebbe comunque opportuno limitare e regolamentare gli afflussi <strong>di</strong> visitatori e ipercorsi fruibili all'interno dei siti <strong>di</strong> particolare importanza naturalistica nel periodo compreso tra il15 marzo e il 15 luglio.• Aumento dei percorsi guidati e controllati, a scapito dei percorsi con libero accesso eprivi <strong>di</strong> sorveglianza;• Regolamentazione degli accessi dei visitatori alle zone umide (carico giornaliero,sentieri percorribili ed aree visitabili autonomamente o solo con la guida, aree interdette,rispetto delle norme);• Divieto <strong>di</strong> sorvolare con aerei da turismo, ultraleggeri e deltaplani i siti <strong>di</strong> interessenaturalistico ed in particolare le aree <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> specie coloniali nel periodocompreso tra marzo e luglio.Attività venatoriaL'attività venatoria nel pre-Parco dovrebbe essere riservata in primo luogo ai soli residenti nelterritorio stesso, ed in seguito, con quote via via inferiori a seconda della superficie e del livello <strong>di</strong>tutela, ai residenti nell'intero Comune che abbia parte del territorio incluso nel Parco e/o nel pre-Parco. Tali garanzie maggiori per i cacciatori strettamente residenti circa la possibilità <strong>di</strong> praticarequasi in via esclusiva la caccia nel pre-Parco aumenterebbe da parte delle popolazioni locali il grado<strong>di</strong> accettabilità del Parco;• La densità venatoria dovrà continuare ad essere, come già accade, quella più bassaprevista dal Ministero delle Risorse Agricole e Forestali, attualmente <strong>di</strong> 1 cacciatoreogni 18 ettari.• Per quanto riguarda gli appostamenti fissi da caccia, in particolare nelle aree <strong>di</strong> proprietàpubblica, andrebbe vietata la possibilità prevista per i titolari dalla legge 157/92 <strong>di</strong>invitare altri cacciatori, ad esclusione naturalmente degli appostamenti in A.F.V.(Aziende Faunistico Venatorie). La densità <strong>di</strong> appostamenti fissi in zona umidadovrebbe essere <strong>di</strong> 1 appostamento ogni 200 ettari, sia nelle A.F.V. che negli A.T.C..• Omologazione della caccia da appostamento fisso agli acquatici con o senza uso <strong>di</strong>richiami vivi alle altre forme <strong>di</strong> caccia da appostamento fisso nel territorio <strong>di</strong> pre-Parco,conseguente scelta univoca della forma <strong>di</strong> caccia vagante o da appostamento fisso siaagli acquatici con o senza richiami vivi che alle altre specie migratrici con uso <strong>di</strong>richiami vivi.• Divieto <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> nuove tese per acquatici in territorio <strong>di</strong> pre-Parco.• Per semplificare la gestione dell'attività venatoria nel pre-Parco si propone l'istituzione<strong>di</strong> un A.T.C. per il solo territorio <strong>di</strong> pre-Parco della Stazione e <strong>di</strong> inserire fra irappresentanti degli Enti pubblici un rappresentante del Consorzio del Parco.• Obbligo <strong>di</strong> uso <strong>di</strong> pallini <strong>di</strong> acciaio e cartucce in cartone nel pre-Parco;166


• Divieto <strong>di</strong> effettuare pre-aperture della stagione venatoria per specie migratrici (es.Tortora selvatica);• Chiusura anticipata al 15 gennaio nel pre-Parco dell'attività venatoria all'Alzavola;• Divieto <strong>di</strong> caccia nei territori <strong>di</strong> pre-Parco alle femmine <strong>di</strong> Moriglione e Moretta, per latutela delle assai simili femmine <strong>di</strong> Moretta tabaccata;• In<strong>di</strong>rizzare anche l'attività venatoria alle specie migratrici acquatiche secondo i criteridella gestione venatoria attiva, evitando il semplice prelievo della risorsa e regolando ilcalendario venatorio secondo l'andamento delle popolazioni me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>vieti temporaneio limitazioni del carniere (es. per specie in declino come Alzavola, Canapiglia eMarzaiola);• Intensificazione dei controlli per contrastare i fenomeni <strong>di</strong> bracconaggio;• Intensificazione dei controlli e della vigilanza venatoria su tutto il territorio;• Sensibilizzazione ed educazione per prevenire fenomeni <strong>di</strong> bracconaggio.Pesca sportivaDivieto <strong>di</strong> utilizzare la Pseudorasbora come esca viva, per evitare il rischio <strong>di</strong> ampliareulteriormente l'areale <strong>di</strong> questa specie alloctona;• Divieto <strong>di</strong> utilizzare il Cobite comune, specie <strong>di</strong> interesse conservazionistico, come esca;• Intensificazione dei controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ulteriore immissione in acquelibere <strong>di</strong> specie ittiche alloctone (compreso il Pesce-gatto);• Intensificazione dei controlli per il rispetto del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> reimmissione in acque libere <strong>di</strong>specie ittiche alloctone catturate (compreso il Pesce-gatto);• Incentivazione delle catture <strong>di</strong> Siluro me<strong>di</strong>ante l'istituzione <strong>di</strong> un premio in denaro perogni capo catturato;• Coinvolgimento dei pescatori sportivi che frequentano Vallesanta per la eliminazionedelle specie ittiche alloctone, a favore <strong>di</strong> specie autoctone <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionale interessealieutico (Anguilla, Tinca, Luccio).Gestione faunisticaDivieto <strong>di</strong> eventuali future misure <strong>di</strong> contenimento dei Corvi<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante colpi <strong>di</strong> fucile nei ni<strong>di</strong>durante la stagione riproduttiva (Lodolaio, Gufo comune);• Diminuzione dei ripopolamenti a scopo venatorio con Fagiano e Lepre, me<strong>di</strong>antemiglioramento delle con<strong>di</strong>zioni atte ad incentivarne la produttività ambientale in loco;• Eventuali ripopolamenti a scopo venatorio con Fagiano e Lepre dovranno essereeffettuati con in<strong>di</strong>vidui provenienti da allevamenti italiani e, nel caso della Lepre,<strong>di</strong>scendenti da ceppi locali.• Divieto <strong>di</strong> immissione anche in laghetti da pesca sportiva e allevamento <strong>di</strong> speciealloctone (in particolare dello Storione bianco e del Siluro);• Progressiva riduzione numerica delle specie alloctone (Carassio dorato, Pseudorasbora,Pesce gatto, Siluro, Persico sole, Persico trota), tramite programmi <strong>di</strong> prelievo cheinteressino i pescatori sportivi, i vigili ittico-venatori provinciali ed in particolared'intesa con i consorzi <strong>di</strong> bonifica, durante le operazioni che richiedono la messa in secca<strong>di</strong> canali e bacini;• I ripopolamenti a scopo alieutico dovranno essere effettuati esclusivamente conmateriale ittico <strong>di</strong> provenienza garantita da ceppi locali e in particolare con specie <strong>di</strong>grande interesse alieutico, ma in generale declino, quali Tinca e Luccio, in particolareall'interno dei bacini <strong>di</strong> Val Campotto e Vallesanta.167


Fiumi e golene, casse <strong>di</strong> espansione, gestione idrica e sistema scolante e irriguo• Diminuzione delle captazioni idriche estive, me<strong>di</strong>ante regolamentazione e limitazionedei prelievi a scopo irriguo nelle aree a monte del Parco (azione <strong>di</strong> cui il Parco puòsemplicemente farsi promotore), per garantire il flusso minimo vitale che permetta larisalita a scopo riproduttivo e la sopravvivenza delle comunità ittiche dei corsi d'acqua;• Divieto <strong>di</strong> cavare sabbie e ghiaie nell'alveo dei fiumi e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne i fondali (azione<strong>di</strong> cui il Parco può in massima parte semplicemente farsi promotore);• Diminuzione del carico inquinante riversato nel fiume Reno e affluenti (azione <strong>di</strong> cui ilParco può in massima parte semplicemente farsi promotore);• Mantenimento delle rive franate e delle piccole scarpate, che non creino rischi idraulici,lungo i corsi d'acqua (Reno, Sillaro, I<strong>di</strong>ce, canali <strong>di</strong> bonifica), per favorire lani<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Martin pescatore, Gruccione e Topino;• Tutela e ripristino dei boschi ripariali, che non creino rischi idraulici;• Divieto <strong>di</strong> taglio dei boschi ripariali che creino rischi idraulici nel periodo da marzo aottobre;• Mantenimento e ricreazione <strong>di</strong> ambienti golenali inondati, perifluviali e palustri d'acquadolce, in<strong>di</strong>spensabili per la riproduzione <strong>di</strong> molte specie ittiche e <strong>di</strong> Anfibi;• Esecuzione dei lavori <strong>di</strong> sfangamento e <strong>di</strong>serbo meccanico <strong>di</strong> fiumi, canali <strong>di</strong> bonifica ezone umide d'acqua dolce esclusivamente durante il periodo autunnale e limitazione alminimo in<strong>di</strong>spensabile, per quanto possibile, <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> interventi;• Esecuzione dei lavori <strong>di</strong> sfalcio degli argini e delle zone umide, compresi i canneti, (inparticolare nelle zone umide gestite a scopo naturalistico) nel periodo novembrefebbraio;• Progressiva cessazione dell'utilizzo delle golene a scopo agricolo e sostituzione conboschi ripariali in aree che non creino rischi idraulici;• Divieto <strong>di</strong> effettuare <strong>di</strong>serbo chimico e fertilizzazione nelle golene coltivate;• In<strong>di</strong>viduazione precoce dei ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Anati<strong>di</strong> in aree golenali agricole e tutela dei ni<strong>di</strong>;• Divieto <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbo chimico delle acque;• Diminuzione del carico <strong>di</strong> inquinanti nelle acque <strong>di</strong> bonifica costiere, me<strong>di</strong>ante larealizzazione <strong>di</strong> bacini per la fitodepurazione realizzati ex-novo e non ricavati da zoneumide preesistenti;• Mantenimento <strong>di</strong> abbondante vegetazione elofitica in aree marginali a fiumi e canali <strong>di</strong>bonifica, idonee alla riproduzione <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> notevole interesse alieutico e in declinoquali Tinca e Luccio.Restauro e manutenzione e<strong>di</strong>ficiRedazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi (obbligatori per gli interventi effettuati da Enti Pubblici compreso il Parco, efavoriti me<strong>di</strong>ante incentivi per gli interventi realizzati da privati), che regolamentino le metodologiee i tempi (ottobre-febbraio) <strong>di</strong> restauro dei vecchi e<strong>di</strong>fici rurali, con realizzazione <strong>di</strong> appositeaperture e anfratti in solai e sottotetti;• Sensibilizzazione ed educazione per prevenire episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> <strong>di</strong>Strigiformi, Irun<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> e colonie <strong>di</strong> Chirotteri;• Posizionamento <strong>di</strong> cassette nido per Uccelli e Chirotteri alle pareti degli e<strong>di</strong>fici rurali.Gran<strong>di</strong> infrastrutture• Divieto <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> nuove linee elettriche aeree e progressivo interramento <strong>di</strong>quelle esistenti;168


Ricerca• Divieto <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> metanodotti, oleodotti, idrovie, strade carrabili ed altre strutturelineari all'interno o nelle vicinanze (500 metri) dei siti <strong>di</strong> interesse naturalistico;• Divieto <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> pozzi metaniferi all'interno dei siti <strong>di</strong> interesse naturalistico;• Costruzione <strong>di</strong> sottopassaggi per Erpetofauna e piccoli Mammiferi prioritariamentelungo le strade che attraversano o costeggiano aree naturali, ed in seguito lungo tutte lestrade della Stazione.Conoscenza dei popolamenti <strong>di</strong> Chirotteri;• Valutazione dell'impatto sulle specie insettivore (Insettivori, Chirotteri, Succiacapre,Passeriformi) degli interventi <strong>di</strong> controllo delle zanzare;• Ricerche mirate alla valutazione della consistenza del popolamento <strong>di</strong> Puzzola;• In<strong>di</strong>viduazione precoce dei siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Anati<strong>di</strong> e risarcimento agli agricoltoriper il mancato raccolto;• Censimento annuale degli Uccelli acquatici svernanti;• Censimento annuale delle specie ornitiche coloniali e delle specie <strong>di</strong> interesseconservazionistico;• Coor<strong>di</strong>namento da parte del Parco delle attività <strong>di</strong> censimento dei ni<strong>di</strong>ficanti (inparticolare delle colonie <strong>di</strong> Ciconiformi e Caradriformi), ed attribuzione a ciascunIstituto o ricercatore interessato <strong>di</strong> un proprio ambito territoriale <strong>di</strong> azione, onde evitareeccessivo <strong>di</strong>sturbo alle coppie in riproduzione.• Stu<strong>di</strong>o e monitoraggio costante delle specie <strong>di</strong> prioritario interesse conservazionistico, inparticolare con popolamenti <strong>di</strong> importanza nazionale;• Ricerche mirate ad accertare la presenza/assenza della Lontra nella Stazione Valli <strong>di</strong>Comacchio;• In caso fosse accertata l'assenza della Lontra dalla Stazione Valli <strong>di</strong> Comacchio avvio <strong>di</strong>ricerche per progettare un intervento <strong>di</strong> reintroduzione nella Stazione Campotto <strong>di</strong>Argenta.169


GESTIONE DEGLI HABITAT PER LA CONSERVAZIONE DELLA FAUNA VERTEBRATABoschi e gestione forestaleTutela dei residui boschetti planiziali e ripariali (golena del canale Lòrgana, golena del torrenteSillaro), delle macchie, delle siepi e controlli per evitare episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> taglio illegale delle essenzearboree;• Divieto <strong>di</strong> taglio e rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con carie e cavità,fondamentali per l'inse<strong>di</strong>amento delle colonie riproduttive e lo svernamento deiChirotteri, per la ni<strong>di</strong>ficazione delle specie ornitiche "hole-depen<strong>di</strong>ng" (Strigiformi,Pari<strong>di</strong>) e per l'alimentazione dei Picchi;• Divieto <strong>di</strong> effettuare operazioni <strong>di</strong> gestione forestale nel periodo da marzo a ottobre;• Aumento della tutela (inserimento in Parco), reimpianto <strong>di</strong> essenze arboree eintensificazione dei controlli per evitare il taglio delle alberature nei boschetti dellagolena del canale Lòrgana e della golena del torrente Sillaro a monte <strong>di</strong> via Car<strong>di</strong>nala;• Posizionamento <strong>di</strong> apposite cassette nido in boschi giovani (Torcicollo, Strigiformi,Passeriformi "hole-depen<strong>di</strong>ng", Chirotteri);• Ampliamento del bosco planiziale del Traversante me<strong>di</strong>ante la conversione dei limitrofipioppeti coltivati.CannetiOculata gestione del canneto in tutti i siti occupati da specie particolarmente esigenti e strettamentelegate a questo ambiente (Tarabuso, Airone rosso, Falco <strong>di</strong> palude, Schiribilla) ed in sitipotenzialmente idonei, me<strong>di</strong>ante sfalcio, ove in<strong>di</strong>spensabile per evitare il progressivo interrimentodel canneto stesso, a rotazione <strong>di</strong> parcelle con cicli della durata <strong>di</strong> tre anni (Vallesanta);• Mantenimento <strong>di</strong> canneti con <strong>di</strong>verso livello idrico;• Divieto <strong>di</strong> sfalciare le elofite in periodo da marzo a luglio;• Divieto <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>are i canneti;• Sfalcio con barra falciante ad altezza dal terreno superiore ai 10 centimetri.LaminatiTutela dell'habitat me<strong>di</strong>ante mantenimento <strong>di</strong> superfici libere dal canneto (Val Campotto);• Mantenimento <strong>di</strong> livelli idrici adeguati alla presenza <strong>di</strong> Ninfea alba;• Eliminazione della Nutria.Zone umide d'acqua dolceTutela delle aree marginali alle zone umide e delle piccole zone umide (stagni, maceri, lanche, tratti<strong>di</strong> canali abbandonati) dalla bonifica;• Tutela della morfologia naturale delle aree palustri, ripristino dell'assetto morfologiconaturale e vegetazionale sia acquatico che <strong>di</strong> cinta;• Divieto <strong>di</strong> escavare i fondali e <strong>di</strong> innalzare i livelli idrici;• Tutela della morfologia naturale, con vegetazione elofitica, rive franate e degradanti epiccole scarpate;• Divieto <strong>di</strong> sfalcio degli argini nel periodo da marzo a luglio;• Rigoroso controllo dei livelli idrici in periodo riproduttivo;• Mantenimento <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce con <strong>di</strong>versi livelli idrici.Prati allagati e cariceti170


Rigoroso controllo dei livelli idrici in periodo riproduttivo;• Divieto <strong>di</strong> sfalcio delle zone umide prative (in particolare nelle zone umide gestite ascopo naturalistico) nel periodo da marzo a ottobre, oppure sfalcio anticipato ad agosto,ma con barre falcianti ad altezza da terra superiore ai 10 centimetri;• Ampliamento <strong>di</strong> tale habitat me<strong>di</strong>ante la conversione dei seminativi interni alla cassa <strong>di</strong>espansione.171


InsettiSPECIE DI INTERESSE COMUNITARIOTre specie accertate nelle Valli <strong>di</strong> Argenta risultano <strong>di</strong> interesse comunitario e sono inseritenella Convenzione <strong>di</strong> Berna del 1979 (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, 1998) e negli allegati II(“Specie <strong>di</strong> interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione <strong>di</strong> zone speciali <strong>di</strong>conservazione”) e IV (“Specie <strong>di</strong> interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”)della Direttiva Habitat 92/43/CEE e suoi aggiornamneti (All. II Direttiva 97/62/CE, DECRETO DELPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, 1997; All. II e IV ultimo aggiornamento del 1.05.2004): Osmodermaeremita, Zerynthia polyxena e Lycaena <strong>di</strong>spar. Questi tre taxa sono trattati <strong>di</strong> seguito.Cerambyx cerdo è entità <strong>di</strong> interesse comunitario citata durante l’esecuzione del ProgettoRete Natura 2000 per l’Oasi <strong>di</strong> Campotto (banca dati ine<strong>di</strong>ta del Museo St. Nat. Ferrara eAssessorato Ambiente della Regione Emilia-Romagna, 1995) ma durante le ricerche in campo nel2003 non è stato possibile confermarne la presenza; tutte le querce (farnie) esaminate, anche <strong>di</strong><strong>di</strong>mensioni importanti, sia nel Bosco del Traversante sia nella Cassa Bassarone (attorno alla Casadei Pescatori) non presentavano sul tronco e sui rami principali i segni della presenza del cerambicedella quercia. Nel proseguo delle indagini si farà molta attenzione a verificare la presenza dellaspecie, in particolare nel Bosco del Traversante. Questo longicorne è noto della pianura emilianoromagnola<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse località (alcune delle quali non <strong>di</strong>stanti da Campotto): nel 2000 è statorinvenuto in vari parchi privati <strong>di</strong> ville storiche del comune <strong>di</strong> Ferrara e altri comuni limitrofi (coll.Museo St. Nat. Ferrara, R. Fabbri, R. Spettoli), è segnalato del Boscone della Mesola (Mesola,Ferrara) (Contarini i.l.); nel 1991 e 1994 in parchi privati a Russi e San Pietro in Vincoli (Ravenna)(coll. L. Senni), per dati recenti nella Pineta <strong>di</strong> San Vitale e <strong>di</strong> Classe (Ravenna) (coll. R. Bocchini,F. Callegari, E. Contarini, R. Fabbri), per gli anni ’70 <strong>di</strong> Faenza e Bagnacavallo loc. Traversara(Ravenna) (coll. E. Contarini), nel 1970-72 a Bagnara <strong>di</strong> Romagna (Ravenna) (coll. L. Melloni), nel1978 a Coccolia (Ravenna) (coll. L. Melloni). E’ inclusa negli Allegati II e IV della DirettivaHabitat 92/43/CEE, nell’All. II della Convenzione <strong>di</strong> Berna, nel libro rosso nazionale (GROPPALI &PRIANO, 1992), ecc. (ve<strong>di</strong> tab. 5), ed è considerato specie vulnerabile dalla IUCN.La ricerca anche <strong>di</strong> altre specie <strong>di</strong> interesse, come Eriogaster catax (LepidopteraLasiocampidae) inclusa negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43 CEE e nella lista delCITES, non ha fruttato nessun risultato. E. catax è specie localizzata, presente in regione anche inpianura, nella Pineta <strong>di</strong> San Vitale (Ravenna) e con varie stazioni nell’Appennino romagnolo ebolognese (FIUMI & CAMPORESI, 1988; Fiumi, Bertaccini, Flamigni e Contarini i.l.), la cui larva sinutre <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> vari arbusti e alberi (preferendo il prugnolo e il biancospino); potrebbe esserepresente ai margini e in piccole radure del bosco del Traversante o lungo le sponde delle zoneumide.Osmoderma eremita (fig. 42) – Entità inclusa nell’Allegato II (come specie prioritaria per laconservazione) e nell’Allegato IV della Direttiva Habitat 92/43 CEE (ultimo aggiornamento del1/05/2004), inserita nell’Appen<strong>di</strong>ce II (specie a protezione rigorosa) della convenzione <strong>di</strong> Berna(MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, 1998), considerata specie vulnerabile dalla IUCN (THE IUCNSPECIES SURVIVAL COMMISSION, 1996; BAILLIE & GROOMBRIDGE, 1996), presente nel libro rossonazionale come rara e in pericolo (GROPPALI & PRIANO, 1992) ed inclusa anche nell’allegato Adella Legge Regionale toscana n. 56/2000, nel Libro Rosso degli insetti della Toscana (SFORZI &BARTOLOZZI, 2001) e nell’allegato IV del DGR Lombar<strong>di</strong>a 7/4345/2001. E’ specie simbolo eottimo in<strong>di</strong>catore della ricchezza biologica delle cavità degli alberi (RANIUS, 2002). O. eremita haun ciclo biologico normalmente <strong>di</strong> 3 anni; la larva è saproxilofaga e vive all’interno delle gran<strong>di</strong>cavità <strong>di</strong> vecchi alberi vivi (in boschi maturi, filari alberati in campagna ed anche in parchi ealberature citta<strong>di</strong>ne) come: Salix, Populus, Quercus, Platanus, Aesculus, Tilia, Castanea;l’adulto ha attività estiva (giugno-luglio) e non si allontana mai troppo dall’albero da cui è172


sfarfallato (RANIUS & NILSSON, 1997; RANIUS & HEDIN, 2001; HEDIN & RANIUS, 2002; GICQUEL &MUSCAT, 2003). Vive nei boschi maturi <strong>di</strong> pianura e pedecollina all’interno dei vecchi albericariati e nell’Italia centro-settentrionale è tipicamente inse<strong>di</strong>ato lungo i filari <strong>di</strong> vite e lungo icanali nei vecchi salici e pioppi cariati a seguito della ripetuta capitozzatura. Fino agli settantadel secolo scorso era comune, ma ora è praticamente estinta ovunque a seguito dell’eliminazionedelle vecchie piantate (antico sistema <strong>di</strong> coltivazione della vite). Nella regione Emilia-Romagnaera nota per dati da collezioni <strong>di</strong>: provincia <strong>di</strong> Bologna, Sala Bolognese (anni ‘70); per modenese(anni ’60, coll. Malferrari); per Parma e Reggio Emilia (1978-ad oggi, coll. Busetto e Sola); perpiacentino (1968-1995, in salici e pioppi, coll. Facchini e Tagliaferri); provincia <strong>di</strong> Ravenna,Massalombarda e Sant’Agata sul Santerno (Ravenna, 1973-1977, coll. Lan<strong>di</strong>, coll. Lucchini),Bagnacavallo e Lugo (1975-1992, coll. Contarini, Lucchini, Mingazzini e Bendazzi), Barbiano(in pioppo, 1977 e 1992, coll. Mingazzini e Melloni), Granarolo Faentino (1956, coll. Lucchini),Russi (1970-73, coll. Melloni), Faenza (1984-1993, in Tilia e Platanus, coll. A. Parma). In tuttaItalia ed in Europa la specie è in forte regressione. Questa specie <strong>di</strong> scarabeo cetonide è statatrovata localmente in passato a Vallesanta in salici capitozzati nel 1986 e 1989 (coll. L. Lan<strong>di</strong>,coll. L. Melloni) e riportata sulla base <strong>di</strong> questi dati nel Progetto Natura 2000 per l’Oasi <strong>di</strong>Campotto (banca dati ine<strong>di</strong>ta del Museo St. Nat. Ferrara e Assessorato Ambiente della RegioneEmilia-Romagna, 1995). Durante la presente indagine, pur avendo controllato una <strong>di</strong>scretaquantità <strong>di</strong> alberi cavi (oltre 30), la specie è stata rinvenuta in singoli resti o riscontrata sulla basedella presenza <strong>di</strong> escrementi all’interno delle cavità <strong>di</strong> alberi capitozzati in due salici lungo lasponda meri<strong>di</strong>onale <strong>di</strong> Cassa Campotto e in un salice lungo lo Scolo Durazzo ai margini dell’oasi<strong>di</strong> Campotto (tab. 3, figg. 7 e 16). La popolazione locale sembra quin<strong>di</strong> attualmente molto ridottacome numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui, inoltre limitata a pochi alberi occupati e <strong>di</strong>stribuita su <strong>di</strong> un’arealimitata. Considerando la bassa propensione a lasciare il luogo <strong>di</strong> nascita, il ridotto raggio <strong>di</strong><strong>di</strong>spersione che hanno le femmine (massimo 60-150 m) e l’asincronia immaginale all’internodella stessa popolazione (RANIUS & NILSSON, 1997; RANIUS, 2001; RANIUS & HEDIN, 2001; HEDIN &RANIUS, 2002; GICQUEL & MUSCAT, 2003), appare evidente che O. eremita nel complesso vallivoargentano è fortemente vulnerabile e in serio pericolo <strong>di</strong> estinzione (RANIUS, 2000). In regionerestano approssimativamente soltanto 4-5 stazioni in cui la specie sopravvive e nessuna <strong>di</strong> questaa breve <strong>di</strong>stanza (minimo 30-50 km), quin<strong>di</strong> non può accadere che vi siano immigrazionidall’esterno. Essendo O. eremita specie prioritaria per la conservazione (All. II della DirettivaHabitat 92/43 CEE), è necessario adottare tecniche e scegliere spazi idonei per conservare ivecchi salici capitozzati presenti lungo i bacini idrici, incentivando anche l’impianto <strong>di</strong> nuovisalici e curandoli alla stregua <strong>di</strong> quelli più vecchi (capitozzandoli), lasciando in pie<strong>di</strong> i tronchidei salici morti o vivi malandati (per permettere l’allontanamento spontaneo della specie sepresente) e tutelando anche singoli vecchi alberi presenti in alberature (come pioppi) e nel Boscodel Traversante. Sarebbe auspicabile prevedere a breve un allevamento ex situ <strong>di</strong> Osmodermapartendo da in<strong>di</strong>vidui adulti catturati localmente (o traslocati se non trovati sul posto in numerosufficiente), le cui larve verrebbero inserite nell’area per rafforzare la popolazione e perprevenire l’estinzione locale.Zerynthia polyxena (figg. 57-58) – Specie inserita nell’elenco degli invertebrati dell’Allegato IVdella Direttiva Habitat 92/43 CEE, nell’Appen<strong>di</strong>ce II (specie a protezione rigorosa) dellaconvenzione <strong>di</strong> Berna (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, 1998), considerata specie a basso rischiodalla IUCN (THE IUCN SPECIES SURVIVAL COMMISSION, 1996; BAILLIE & GROOMBRIDGE, 1996),presente nel libro rosso nazionale come vulnerabile (GROPPALI & PRIANO, 1992), nell’allegato Adella Legge Regionale toscana n. 56/2000, nel Libro Rosso degli insetti della Toscana (SFORZI &BARTOLOZZI, 2001) e nell’allegato IV del DGR Lombar<strong>di</strong>a 7/4345/2001; per essa è stato propostol’inserimento nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43 CEE durante il Progetto Bioitaly(1996). Questo Papilionide è stato trovato in passato a Vallesanta e Cassa Campotto (coll.Contarini, Melloni, Fabbri) e localmente riportata nel Progetto Rete Natura 2000 per l’Oasi <strong>di</strong>Campotto (banca dati ine<strong>di</strong>ta del Museo St. Nat. Ferrara e Assessorato Ambiente della Regione173


Emilia-Romagna, 1995). Durante la presente indagine è stato riscontrato in aprile-maggio in unbuon numero <strong>di</strong> esemplari (oltre 15 ex.) a Vallesanta e in singoli in<strong>di</strong>vidui nel prato umido enell’area sfalciata del Bosco del Traversante (tab. 4). Le località più vicine alle valli argentanecon popolazioni residue <strong>di</strong> Z. polyxena sono ad Alfonsine (RA) (coll. L. Cavassa, FABBRI &CAVASSA, in stampa), a Massalombarda (RA) (coll. A. Mazzotti), a Portonovo <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina (BO)(coll. L. Melloni) e a San Martino <strong>di</strong> Molinella (BO) (coll. F. Merighi). E’ necessariosalvaguardare la popolazione <strong>di</strong> questo Papilionide non comune, vulnerabile, non solo in ambitoregionale. E’ in contrazione in tutta Europa a causa della <strong>di</strong>struzione dell’habitat e delle raccolteeccessive a scopo collezionistico (è una delle poche specie sensibile ai prelievi); a questo sisomma l’oligofagia larvale, una sola generazione annuale, un periodo <strong>di</strong> volo precoce (da metàmarzo ai primi <strong>di</strong> maggio) e breve (non più <strong>di</strong> tre settimane), la localizzazione delle popolazionied un bassissimo potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione (TOLMAN & LEWINGTON, 1997; TAGLIAPIETRA & ZANOCCO,1998). Per l’esigua capacità <strong>di</strong>spersiva è importante salvaguardare i siti <strong>di</strong> riproduzione dovecresce l’Aristolochia, la sua pianta ospite. Siccome il bruco è presente precocemente suAristolochia e la crisalide sverna legata a fusti e ad altri sostegni, Z. polyxena è minacciata daglisfalci precoci (ed in particolare dalla trinciatura delle erbe), troppo frequenti e dal piro<strong>di</strong>serbodelle bordure erbose e delle aree marginali erbacee <strong>di</strong> strade, canali, fiumi, ecc., nonché dailavori <strong>di</strong> pulizia e sistemazione degli argini e sponde dei bacini idrici (BALLETTO & KUDRNA, 1985;BOATMAN et al., 1989; KIRBY, 1992). A Vallesanta a metà dell’argine che separa la cassa dalcanale Emissario sono stati trovati vari bruchi (fig. 58) su Aristolochia clematitis. Comunementein pianura la pianta ospite è Aristolochia rotunda. Nelle altre stazioni delle valli argentane, dovela popolazione adulta in volo è sempre molto scarsa nel periodo <strong>di</strong> attività immaginale, il suosviluppo non è stato accertato <strong>di</strong>rettamente ma probabilmente si svolge sempre su A. clematitis,la specie <strong>di</strong> Aristolochia più <strong>di</strong>ffusa.Lycaena <strong>di</strong>spar (fig. 56) – Entità inclusa nell’elenco degli invertebrati degli Allegati II e IV dellaDirettiva Habitat 92/43 CEE come specie prioritaria e nella Direttiva 97/62/CE (e ultimoaggiornamento del 1/05/2004) come specie non prioritaria; è stata inserita nella lista CITES 2001(invece è esclusa nel CITES 2003), nella lista IUCN (THE IUCN SPECIES SURVIVAL COMMISSION,1996; BAILLIE & GROOMBRIDGE, 1996) come specie a “Lower Risk” (basso rischio) per gran partedell’Europa e nell’Appen<strong>di</strong>ce II della Convenzione <strong>di</strong> Berna (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI,1998). In Italia è compresa tra le specie <strong>di</strong> invertebrati della fauna italiana considerati minacciati(GROPPALI & PRIANO, 1992), nell’allegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000 (SFORZI &BARTOLOZZI, 2001) e nell’allegato IV del DGR Lombar<strong>di</strong>a 7/4345/2001. È specie igrofila, con 2 opiù generazioni annuali, la larva legata a Rumex spp. ma generalmente a poche specie come R.crispus, R. obtusifolius, R. hydrolapathum; in regione è inse<strong>di</strong>ata nei prati umi<strong>di</strong> del piano basalefino a circa 500 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne (TOLMAN & LEWINGTON, 1997; TAGLIAPIETRA & ZANOCCO, 1998;VILLA & PELLECCHIA, 1999; MARTIN & PULLIN, 2004a e 2004b). L’area minima vitale è pari a 30 haed ha popolazioni con densità basse da 4-10 a 50 in<strong>di</strong>vidui/ha. E’ una specie molto interessantecome bioin<strong>di</strong>catore della qualità delle zone umide. Per tutelare questo Licenide è necessariosalvaguardare le aree umide <strong>di</strong> riproduzione (in particolare le sponde e prati umi<strong>di</strong>) dovecrescono le sue piante ospiti preferite, le Poligonacee del genere Rumex, sfalciando il menopossibile (non trinciando) ed escludendo il piro<strong>di</strong>serbo (BALLETTO & KUDRNA, 1985; BOATMAN etal., 1989; KIRBY, 1992). Specie non comune, ma in regione con popolazioni abbastanza stabilianche se molto localizzate, al contrario <strong>di</strong> quanto accade in altre regioni e soprattutto fuoridell’Italia dove la specie è sempre più rara. A causa della situazione critica in cui versa un po’ intutta l’Europa, è stata necessariamente inserita nella Direttiva 92/43/CEE. Nella penisola è<strong>di</strong>stribuita nell’Italia settentrionale e Toscana; in Emilia-Romagna è presente in tutte le province(VILLA & PELLECCHIA, 1999); in Romagna è presente con <strong>di</strong>screta abbondanza nelle areeacquitrinose litoranee ma negli ultimi 20 anni le popolazioni risultano meno copiose; piùspora<strong>di</strong>ca, ma in espansione, nell’entroterra romagnolo dove colonizza soprattutto sponde <strong>di</strong>canali e fiumi e riscontrata anche in località prossime alle valli argentane (CONTARINI & FIUMI,174


1983; CONTARINI, 1985; FIUMI & CAMPORESI, 1988). Segnalata localmente (Valli <strong>di</strong> Argenta eCampotto) nel Progetto Rete Natura 2000 (1995) e nel Progetto Bioitaly (1996). Durante il 2003e 2004 è stata rilevata tra aprile e luglio abbastanza comune e in un numero <strong>di</strong>screto <strong>di</strong> esemplari(tra i 6-15 ex. per ogni uscita in campo, ve<strong>di</strong> tab. 4) in volo solamente nel prato umido e nell’areasfalciata del Bosco del Traversante. In queste due stazioni L. <strong>di</strong>spar si sviluppa quasiesclusivamente lungo i margini erbose non soggetti a sfalcio. Durante il prosieguo delle ricerchesi presterà particolare attenzione nel verificare la sua presenza, consistenza numerica e luoghi <strong>di</strong>sviluppo attorno a Cassa Campotto, Bassarone e Vallesanta.ALTRE SPECIE DI INTERESSE NAZIONALE E REGIONALEVarie specie <strong>di</strong> Carabi<strong>di</strong> sono inserite anche nella “Lista delle specie <strong>di</strong> Coleotteri Carabi<strong>di</strong><strong>di</strong> particolare interesse per la Regione Emilia-Romagna” (FABBRI, 2004): Cylindera germanica,Calosoma sycophanta, Atranus collaris, Platysma oenotrium, Anthracus consputus, Anthracusquarnerensis, Chlaeniellus tristis, Demetrias imperialis, Paradromius longiceps, Polystichusconnexus, Zuphium olens; Calosoma sycophanta e Paradromius longiceps sono <strong>di</strong> nuovo riproposteperché accluse anche nella tabella 5.Negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000 e nel Libro Rosso degliinsetti della Toscana (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001) sono incluse le seguenti specie presenti nelle valliargentane: Chalcolestes parvidens, Ischnura pumilio, Sympetrum depressiusculum, Calosomasycophanta, Carabus granulatus interstitialis, Hoplia minuta, Osmoderma eremita, Zerynthiapolyxena, Lycaena <strong>di</strong>spar e Apatura ilia.Di seguito sono trattate le specie inserite nella tabella 5:Chalcolestes parvidens (fig. 19) - Distinta da poco dall'affine C. viri<strong>di</strong>s (Vander Linden, 1825)(LOHMANN, 1993; UTZERI et al., 1994; COBOLLI et al., 1994; DELL’ANNA et al., 1994; DELL'ANNA etal., 1996), è l’unica libellula riscontrata a deporre le uova all’interno dei rami <strong>di</strong> essenze arboreoarbustive(salici, pioppi, prugnolo, ecc.) lungo le rive dei bacini idrici lentici; è stata riscontrataed in numero solo nel Traversante attorno allo stagno Cavone (tab. 1A); in Italia ed Emilia-Romagna è presente anche C. viri<strong>di</strong>s che utilizza i medesimi substrati per l’ovideposizione; C.parvidens è specie europea, nota in regione <strong>di</strong> solo altre 2 località: le pinete litoranee ravennati el’oasi Podere Pantaleone <strong>di</strong> Bagnacavallo; in Italia è <strong>di</strong>ffusa soprattutto a sud del Po ed è inseritanell’allegato A della L.R. toscana 56/2000 (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001). Per la conservazione <strong>di</strong>questo interessante Zigottero è necessario fare attenzione alla regolazione dei livelli idrici esoprattutto mantenere una buona quantità d’acqua nei bacini in primavera.Ischnura pumilio (fig. 20) - Entità palu<strong>di</strong>cola tipica <strong>di</strong> acque acide (D'AGUILAR et al., 1985; ASKEW,1988), non comune in Emilia-Romagna (segnalata soprattutto delle zone umide dulcacquicolecostiere), riscontrata a Vallesanta e nel prato umido del Bosco del Traversante (tab. 1A); èconsiderata rara nel libro rosso nazionale (GROPPALI & PRIANO, 1992) ed è inserita nell’allegato Adella L.R. toscana 56/2000 (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001). Per preservare la presenza <strong>di</strong> I. pumiliooccorre rendere il più naturale possibile la variazione del livello idrico nei bacini, oltre amantenere una buona qualità dell’acqua.Sympetrum depressiusculum (fig. 24) - Rinvenuta a Vallesanta nel 1997 e 2001 ma non nel 2003(tab. 1A), è in forte contrazione perché legata a bacini lentici <strong>di</strong> pianura poco eutrofizzati; untempo era inse<strong>di</strong>ata anche nelle risaie ma a causa dei pestici<strong>di</strong> e dei mutamenti nella coltivazionerisicola è scomparsa da queste colture in tutta la pianura padana (D'AGUILAR et al., 1985); èconsiderata vulnerabile dalla IUCN e nel libro rosso nazionale (VAN TOL & VERDONK, 1988;GROPPALI & PRIANO, 1992) ed è inserita nell’allegato A della L.R. toscana 56/2000 (SFORZI &BARTOLOZZI, 2001). Nel proseguo della ricerca verrà monitorata la presenza e consistenzanumerica della popolazione <strong>di</strong> questo Anisottero e comunque una gestione del livello dell’acqua175


senza drastici abbassamenti primaverili è quanto mai auspicabile per la conservazione dellaspecie.Calosoma sycophanta (fig. 27) – Specie paleartica (importata in Nord America) arboricola,predatrice <strong>di</strong> bruchi <strong>di</strong> Lepidotteri defogliatori come Lymantria monacha, L. <strong>di</strong>spar,Thaumetopoea processionaria (una singola larva <strong>di</strong> C. sycophanta può predare durante il suosviluppo fino a 300 bruchi) e talvolta anche <strong>di</strong> Scarabei<strong>di</strong> del genere Melolontha (quin<strong>di</strong> moltoutile per la conservazione e l’equilibrio degli ambiti forestali) (CASALE et al., 1982; TAGLIAPIETRA& ZANOCCO, 1998). L’adulto può vivere 2-3 anni; la specie è soggetta a forti fluttuazioni legatealla consistenza delle popolazioni <strong>di</strong> Lepidotteri predati; rara in pianura e più frequente incollina; buona in<strong>di</strong>catrice della qualità ambientale. Trovata nel 1999 a Vallesanta (tab. 2),potrebbe essere comunque presente anche nel Bosco del Traversante; non è stata trovatalocalmente durante il Progetto Bioitaly (1995); è stata però riscontrata alla fine anni ’80 delsecolo scorso nel comune <strong>di</strong> Argenta, a San Biagio, a breve <strong>di</strong>stanza dall’oasi (R. Fabbri, datiine<strong>di</strong>ti). E’ entità appariscente e rappresentativa all’interno della famiglia dei Carabi<strong>di</strong> ed inclusanella “Lista delle specie <strong>di</strong> Coleotteri Carabi<strong>di</strong> <strong>di</strong> particolare interesse per la Regione Emilia-Romagna” (FABBRI, 2004), come rara nel libro rosso della fauna italiana (GROPPALI & PRIANO,1992) e nell’allegato A della L.R. toscana 56/2000 (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001); C. sycophanta èprotetta in Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia.Carabus granulatus interstitialis (figg. 28-29, tab. 5) – Entità ad ampia <strong>di</strong>stribuzione paleartica,presente in Italia su tutta la penisola con tre sottospecie (VIGNA TAGLIANTI et al., 2001). In Emilia-Romagna è presente nella zona <strong>di</strong> pianura nelle aree umide relitte, lungo i fiumi e nella Forestadella Lama e <strong>di</strong> Campigna (FABBRI, 2003). Ovunque le popolazioni sono in contrazione. E’ speciesaproxilica temporanea in quanto sverna spesso nei tronchi morti. La specie è inseritanell’allegato A della Legge regionale toscana n. 56/2000 e nel Libro Rosso degli insetti dellaToscana (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001).Paradromius longiceps (tab. 5) – Entità europea, presente in Italia solo nella Pianura Padana;igrofila, legata ai canneti degli ambienti palustri relitti planiziali e quin<strong>di</strong> molto localizzato,vulnerabile e ottimo in<strong>di</strong>catore della qualità delle zone umide; presenta popolazioni moltolocalizzate, minacciate e in declino per l’impatto antropico sulle zone umide e per la gestione deicanneti; inserita nella lista nazionale degli invertebrati proposti per l’inserimento nell’Allegato IIdella Direttiva Habitat 92/43 CEE durante il Progetto Bioitaly (1995) e nel Libro Rosso <strong>di</strong>).Distribuzione regionale ristretta alle aree umide dulcacquicole più importanti (palude LaComune a Malalbergo, foce fiume Po <strong>di</strong> Volano, Fossa <strong>di</strong> Porto nelle Valli <strong>di</strong> Comacchio, CassaVallesanta, Punte Alberete, Pineta <strong>di</strong> San Vitale, Foce Torrente Bevano). Il rinvenimento sia aVallesanta sia a Cassa Campotto è importante e si presterà attenzione nel verificare la sua<strong>di</strong>ffusione nei fragmiteti ed a quantificarne la popolazione nelle valli argentane.Hoplia minuta – Taxon che vive nei prati e nelle formazioni erbose abbastanza soleggiate, èfitofago e gli adulti sono floricoli (su infiorescenze <strong>di</strong> Ombrellifere e Rosacee); è un endemismoitaliano e può risultare sensibile alle minime mo<strong>di</strong>ficazioni delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> naturalità deiluoghi <strong>di</strong> vita. Inserito negli allegati A e B della L.R. toscana 56/2000 (SFORZI & BARTOLOZZI,2001) e considerata in pericolo nel libro rosso nazionale (GROPPALI & PRIANO, 1992). Durante lapresente indagine è stato rinvenuto in singoli esemplari a Vallesanta e nella zona più matura delBosco del Traversante (tab. 3). In regione è abbastanza comune e non appare in contrazione.Apatura ilia (fig. 60) – E’ specie inclusa nell’elenco degli invertebrati proposti per l’inserimentonell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43 CEE durante il Progetto Bioitaly (1995) enell’allegato A della L.R. toscana 56/2000 (SFORZI & BARTOLOZZI, 2001). La specie è presentenell’Italia settentrionale e centrale. In Emilia-Romagna è attualmente in progressiva espansionegrazie alla rinaturalizzazione degli alvei fluviali, dopo un periodo in cui era ritenuta molto rara.E’ nota nella pianura emiliana <strong>di</strong> varie località lungo i principali fiumi; in Romagna è stata dapoco segnalata in provincia <strong>di</strong> Ravenna, lungo il fiume Reno in località Madonna del Bosco,176


nell’Oasi <strong>di</strong> Punte Alberete e a Villanova <strong>di</strong> Bagnacavallo (CHIAVETTA, 1996; FABBRI et al., 1998;FIUMI et al., 2003) e in provincia <strong>di</strong> Forlì-Cesena a Santa Sofia (FIUMI et al., 2003). E’ statariscontrata dagli anni ’90 del secolo scorso a Cassa Campotto; durante la presente indagine èstata censita nelle valli argentane un po’ ovunque con popolazioni apparentemente pocoabbondanti. Alcuni bruchi sono stati osservati su salice in cassa Vallesanta lungo l’argine delcanale Emissario (fig. 7). L’esiguo numero <strong>di</strong> esemplari riscontrati è probabilmente daricondurre soltanto alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> avvistamento a causa dei costumi <strong>di</strong> vita dell’insetto adulto.Il bruco si sviluppa a spese delle foglie <strong>di</strong> salici e pioppi posti accanto a zone umide d’acquadolce e gli adulti vengono a terra solo in determinate ore della giornata. E’ minacciata dallasistemazione degli argini e dall’abbattimento dei vecchi alberi perialveali (eventi per ora esclusinelle valli argentane).INDICAZIONI GESTIONALINell’ambito della conservazione <strong>di</strong> un ecosistema e della sua bio<strong>di</strong>versità, l’osservazionedella presenza o assenza <strong>di</strong> certe specie guida e dello stato <strong>di</strong> intere microfaune, deve essere tenutoparticolarmente in considerazione. Gli insetti, soprattutto certe comunità, sono molto sensibili allealterazioni ambientali e quin<strong>di</strong> si possono considerare come in<strong>di</strong>catori biologici <strong>di</strong> primariaimportanza. Qualunque azione mirata alla conservazione deve cercare preliminarmente <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare le faunule (a volte anche singole specie) il cui stato sia in via <strong>di</strong> evidente mo<strong>di</strong>ficazionerispetto al passato, o nell’attualità storica, con riferimento alla con<strong>di</strong>zione ritenuta <strong>di</strong> volta in voltaottimale (GOBBI, 2000; BRANDMAYR et al., 2002; TAGLIAPIETRA, 2003).Tenuto conto <strong>di</strong> quanto esposto sopra, durante questa prima fase del progetto LIFE si è procedutonel complesso delle Valli <strong>di</strong> Argenta a stimare la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> alcuni gruppi <strong>di</strong> insetti ritenutiin<strong>di</strong>catori ambientali e a valutare la presenza e lo stato delle popolazioni <strong>di</strong> singole specie <strong>di</strong>interesse conservazionistico. I dati ricavati durante l’indagine recano un quadro abbastanzasod<strong>di</strong>sfacente dell’entomofauna inse<strong>di</strong>ata e più precisamente forniscono in<strong>di</strong>cazioni sulla strutturadelle comunità dei vari ambienti, inoltre emergono interessanti reperti a livello <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong>singole specie. L’abbondante mole dei dati radunati durante le indagini sui Coleotteri, Odonati eLepidotteri nel complesso vallivo è utile oltre che per una stima del grado <strong>di</strong> ricchezza specificacomplessiva, anche per la valutazione delle variazioni della composizione faunistica e dellepopolazioni che potrebbero prodursi in seguito ai vari interventi previsti durante il progetto LIFE.Dall’analisi della letteratura e attraverso la visione <strong>di</strong> varie collezioni entomatiche, emergeche l’area in oggetto nel passato è stata poco indagata entomologicamente. Complessivamente sonostate rilevate 268 specie <strong>di</strong> insetti sud<strong>di</strong>vise tra Odonati, Coleotteri Ditisci<strong>di</strong>, Coleotteri Carabi<strong>di</strong>,Coleotteri Polifagi e Lepidotteri <strong>di</strong>urni (tabb. 1-4) (figg. 18-54). Nel Parco Regionale del Delta delPo nessuna altra stazione <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> censimenti ampi e recenti per questi gruppi entomatici.Attraverso i risultati ottenuti si delinea chiaramente che le entomocenosi acquatiche sono inuno stato <strong>di</strong> particolare sofferenza. Infatti gli Odonati e Coleotteri Ditisci<strong>di</strong> (questi ultimi comunquenon indagati con meto<strong>di</strong> specifici), tenendo conto che l’oasi ha una superficie idrica totale moltovasta, sono presenti con poche specie (18 e 5 entità rispettivamente) ed in numero ridotto <strong>di</strong>esemplari (tabb. 1A-1B).Analizzando i singoli taxa, per le libellule si evince che se da una parte i ninfeeti presentinelle valli argentane potrebbero incentivare la presenza <strong>di</strong> specie anche stenotope, dall’altra i fitticanneti in<strong>di</strong>cano ambienti molto eutrofici, poco importanti per la maggioranza delle libellule (VANTOL & VERDONK, 1988; VAN TOL, 1992; MOORE, 1997; CORBET, 1999). Inoltre l’irregolare regimeidrico delle casse <strong>di</strong> colmata ed anche della parte meri<strong>di</strong>onale del Bosco del Traversante, conperio<strong>di</strong> <strong>di</strong> massimo e minimo livello delle acque non sempre coincidenti con i naturali livellistagionali, è un fattore che influenza negativamente la presenza <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> Odonati e <strong>di</strong> altriinvertebrati come i Ditisci<strong>di</strong> (CORBET, 1999). Le priorità <strong>di</strong> gestione delle zone umide per la177


conservazione degli uccelli sono frequentemente incompatibili con quelle per le libellule egeneralmente si giunge ad avere in tali aree Odonati euritopi e <strong>di</strong> scarso interesse (KIRBY, 1992; VANTOL, 1992). Un altro grave fattore che influenza non solo la comunità <strong>di</strong> libellule delle valliargentane ma anche tutto l’ecosistema acquatico, è la presenza massiccia del gambero dellaLouisiana Procambarus clarkii che preda massicciamente gli sta<strong>di</strong> preimmaginali degli Odonati(GHERARDI & HOLDICH, 1999).Solo tre specie <strong>di</strong> Odonati hanno un certo interesse: Chalcolestes parvidens (fig. 19),Ischnura pumilio (fig. 20) e Sympetrum depressiusculum (fig. 24). Per la loro conservazione ènecessario prestare attenzione alla regolazione dei livelli idrici nei bacini, rendendoli il più naturalipossibili, e soprattutto mantenere una buona qualità e quantità d’acqua in primavera.La comunità a Ditisci<strong>di</strong> degli ambienti umi<strong>di</strong> del complesso vallivo <strong>di</strong> Argenta ènotevolmente povera e può definirsi preoccupante se sommata al fatto <strong>di</strong> non aver catturato nessunesemplare a Vallesanta con le trappole luminose (tab. 1B, fig. 15). Questi Coleotteri acquaticirichiedono <strong>di</strong> essere meglio indagati nel proseguimento dei campionamenti.I risultati riguardanti gli insetti terrestri, tenendo presente che le casse <strong>di</strong> colmata hanno unuso attivo e che il Bosco del Traversante ha un’origine recente, sono più confortanti.I Coleotteri Carabi<strong>di</strong> riscontrati sono 123 specie (tab. 2). Tra il 2003 e i dati pregressi c’èuna similitu<strong>di</strong>ne alquanto elevata e conferma che la carabidofauna si è mantenuta piuttosto stabilenegli ultimi 28 anni. L’elevato numero <strong>di</strong> specie macrottere in<strong>di</strong>ca che molti Carabi<strong>di</strong> hanno unpotere <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione elevato, tipico delle comunità inse<strong>di</strong>ate nelle zone umide seminaturali intrasformazione ed anche nei boschi giovani (THIELE, 1977; DRIOLI, 1987; LÖVEI & SUNDERLAND, 1996;RAINIO & NIEMELÄ, 2003). La carabidofauna delle Valli <strong>di</strong> Argenta è più povera rispetto quella dellearee umide dulcacquicole costiere ravennati (oltre 190 specie) (CONTARINI, 1980, 1995; Fabbri, datiine<strong>di</strong>ti) dove sono presenti tutte le specie rinvenute ad Argenta; la minor presenza locale ègiustificata dall’origine più recente, dall’uso attivo delle casse <strong>di</strong> colmata, dalla minore estensione e<strong>di</strong>versità ambientale.Vallesanta (fig. 15) racchiude una carabidofauna ben <strong>di</strong>versificata, la più rilevante delcomplesso vallivo argentano. La maggior parte delle specie <strong>di</strong> Vallesanta, Cassa Campotto e delprato umido del Bosco del Traversante sono palu<strong>di</strong>cole e tipiche <strong>di</strong> ambienti palustri dulcacquicoli;le comunità inse<strong>di</strong>ate nelle rive umide occupate dal canneto e sulla stessa cannuccia <strong>di</strong> palude sonoben <strong>di</strong>fferenziate e con entità anche <strong>di</strong> pregio perché stenotope e molto specializzate.Il settore del Bosco del Traversante con la maggiore ricchezza specifica nei Carabi<strong>di</strong> è l’areacon sottobosco sfalciato e spazi prativi (figg. 10-11) e quella con il valore minore l’estesa areaorientale afforestata nel passato e non sfalciata (fig. 12). Questi risultati sono preve<strong>di</strong>bili siccomedove sussistono aree inerbite con associate macchie arbustivo-arboree, vi sono con<strong>di</strong>zioni troficheper ospitare molte specie <strong>di</strong> Carabi<strong>di</strong> fitofagi, zoofagi generalisti e soprattutto fitozoofagi; nelle areeboscate al contrario i taxa in assoluto più abbondanti sono i predatori generalisti ed anche quellispecializzati. Nell’area sfalciata ci si aspetterebbe comunque un numero <strong>di</strong> entità molto superiorema ciò non accade a causa degli sfalci frequenti e in perio<strong>di</strong> non ottimali.Alcune entità ritrovate nel Traversante, principalmente nelle stazioni con olmo morto (figg.8-9) e nel bosco maturo (fig. 13), sono molto specializzate e frequentano i boschi essendoarboricole e corticicole come: Lebia scapularis (fig. 37), Dromius meri<strong>di</strong>onalis e D.quadrimaculatus (fig. 38). Le entità peculiari e simbolo <strong>di</strong> questo bosco umido sono: Carabusgranulatus interstitialis (figg. 28-29), Leistus ferrugineus (fig. 30), Europhilus micans (fig. 32),Stomis pumicatus (fig. 33), Dromius meri<strong>di</strong>onalis.Altre specie bioin<strong>di</strong>catrici interessanti rilevate nelle altre stazioni sono: Cylinderagermanica (fig. 26) stenoecia e stenotopa, legata ad ambienti minacciati come i prati umi<strong>di</strong> (fig. 14)e le golene erbose dei fiumi (fig. 17) (CASSOLA, 1998); Chlaeniellus tristis (fig. 36) presente inambienti umi<strong>di</strong> integri ed in regressione nel suo areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione per il peggioramento dellaqualità delle acque; Demetrias imperialis e Paradromius longiceps infeudati ai canneti degli178


ambienti palustri relitti planiziali e in declino per l’impatto antropico sulle zone umide e per lagestione dei canneti; inoltre Calosoma sycophanta, Atranus collaris, Agonum marginatum,Omaseus aterrimus interme<strong>di</strong>us (fig. 34), Anthracus spp. e Ba<strong>di</strong>ster spp..I Coleotteri Polifagi censiti nel comprensorio vallivo <strong>di</strong> Argenta appartengono a 72 specie;tra il 2003 e i dati pregressi c’è una similitu<strong>di</strong>ne elevata e ciò confermerebbe che non vi è statonessun importante mutamento negli ultimi anni nella coleotterofauna, relativamente alle famiglie <strong>di</strong>Polifagi prese in esame. Il numero delle specie <strong>di</strong> Coleotteri realmente presenti nelle valli argentaneè certamente più elevato <strong>di</strong> quello mostrato in tabella 3, ma l’obiettivo <strong>di</strong> avere una rappresentanzarealistica è stato ottenuto, come anche l’in<strong>di</strong>viduazione delle specie <strong>di</strong> maggiore interesse.La ricerca nel legno morto nel Bosco del Traversante, ha permesso <strong>di</strong> accertare la presenza<strong>di</strong> numerose specie <strong>di</strong> Coleotteri Polifagi, specialmente <strong>di</strong> Cerambici<strong>di</strong>, esclusivi su questosubstrato; le due stazioni del Traversante con la ricchezza specifica più elevata associata al legnomorto sono state quella ad ovest con molto olmo morto in pie<strong>di</strong> e a terra e quella a nord-est piùmatura (tab. 3, figg. 7-9, 13); la stazione con olmo morto ha fornito anche il maggior numero <strong>di</strong>esemplari. Le specie più interessanti e bioin<strong>di</strong>catrici rilevate tra i Coleotteri saproxilici, sono:Osmoderma eremita (fig. 42), Cetonischema aeruginosa (fig. 43), Potosia cuprea, Potosia fieberi,Elater ferrugineus (fig. 45), Aegosoma scabricorne (fig. 49), Rhamnusium bicolor (fig. 50),Pedostrangalia revestita. E. ferrugineus e A. scabricorne, sono specie in<strong>di</strong>catrici e relitte <strong>di</strong> boscoplaniziale; si sviluppano nel legno cariato e sono in costante declino per la progressiva scomparsadegli ambienti adatti al loro sviluppo; occorre evitare <strong>di</strong> asportare gli alberi cavi o <strong>di</strong> risanarli contecniche <strong>di</strong> dendrochirurgia (TAGLIAPIETRA & ZANOCCO, 1998).La presenza <strong>di</strong> quantità considerevoli <strong>di</strong> necromassa non è un fattore negativo nel boscoperché la sua decomposizione è realizzata in buona parte dall’attacco dell’entomofauna saproxilica,come vari Coleotteri Polifagi rilevati durante l’indagine; tra l’altro gli insetti saproxilici nonarrecano danni alle piante sane, il legno caduto a terra e i ceppi contribuiscono a <strong>di</strong>versificarel’ampio spettro <strong>di</strong> microambienti <strong>di</strong> un bosco e gli alberi senescenti e il legno morto rappresentanoun’importante riserva <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità (SPEIGHT, 1989; KIRBY, 1992; SCHLAGHAMERSKY, 2000; CAVALLI& MASON, 2003; TAGLIAPIETRA, 2003). Varie specie <strong>di</strong> Coleotteri saproxilici si trovano soloall’interno del legno a terra in decomposizione e marcescente o morto in pie<strong>di</strong>, ma la gran parte viveal suolo e trae beneficio in<strong>di</strong>retto dalla presenza <strong>di</strong> questo materiale organico attraverso un aumento,ben documentato, della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> prede ed in particolare degli invertebrati saproxilofagiprimari (SPEIGHT, 1989; KIRBY, 1992; SCHLAGHAMERSKY, 2000).Allo scopo <strong>di</strong> preservare una buona faunula saproxilica nonché fron<strong>di</strong>cola-corticicola (ad es. iCarabi<strong>di</strong> Lebia scapularis, Dromius quadrimaculatus, D. meri<strong>di</strong>onalis), in<strong>di</strong>spensabile per ilcontenimento dei parassiti delle chiome degli alberi (CASALE et al., 1996), quin<strong>di</strong> per mantenereelevata la bio<strong>di</strong>versità e l’equilibrio negli ecosistemi forestali, si raccomanda <strong>di</strong> tutelare al massimoil legno morto. Questo si ottiene favorendo il rilascio in bosco <strong>di</strong> alberi morti a terra e in pie<strong>di</strong> o“volanti” (ben<strong>di</strong>ng tree) (anche se in quantità notevole e se per l’opinione comune non è“esteticamente” bello), cariati, deperenti e vecchi; evitando il più possibile il prelievo <strong>di</strong> rami a terrae tronchi morti (la <strong>di</strong>scutibile “pulizia dei boschi”); promovendo l’educazione ambientale esensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza del legno morto. In Italia sono state recepiterecentemente le <strong>di</strong>rettive europee (art. 6 del Decreto Legislativo n. 227 del 18 maggio 2001)riguardo la conservazione della fauna legata alle necromasse legnose, ma molto resta da fare persensibilizzare la gente e soprattutto i tecnici impegnati in campo verso l’utilità <strong>di</strong> tale azione. Ilpregiu<strong>di</strong>zio che i vecchi alberi e il legname morto rappresentino delle sorgenti <strong>di</strong> infezioni per leforeste, sfruttate commercialmente o meno, è molto ra<strong>di</strong>cato ma è falso (SPEIGHT, 1989; KIRBY, 1992;SCHLAGHAMERSKY, 2000), come è anche errata la convinzione che le necromasse legnosecostituiscano un impe<strong>di</strong>mento per una buona regimazione delle acque <strong>di</strong> origine meteorica.Relativamente ai lepidotteri <strong>di</strong>urni, sono state accertate 50 entità; 11 specie avvistate nelpassato non sono state ritrovate nel 2003 (tab. 4, figg. 55-62). Il prato umido del Bosco del179


Traversante, Vallesanta e l’area sfalciata del Traversante sono state le stazioni con lalepidotterofauna più ricca e le popolazioni più abbondanti, essendo le aree tra le più vaste ecomplesse floristicamente; è da tener comunque presente che l’area sfalciata del Traversante ricevecostantemente l’afflusso <strong>di</strong> esemplari provenienti dall’attiguo argine del torrente I<strong>di</strong>ce.La maggior parte delle specie (39 entità) è inse<strong>di</strong>ata allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> bruco su piante erbacee, 7specie su essenze arbustivo-arboree e lianose e le rimanenti scelgono come piante alimentari siapiante arbustivo-arboree sia erbacee. Le piante erbacee scelte dagli sta<strong>di</strong> preimmaginaliappartengono a 23 famiglie e quelle arbustivo-arboree e lianose a 12 famiglie. Le famiglie <strong>di</strong> pianteerbacee maggiormente preferite sono le Leguminose, Graminacee, Crucifere, Poligonacee eUrticacee, mentre le famiglie <strong>di</strong> piante arbustive, arboree e lianose sono scelte in modo quasiomogeneo e solo le Leguminose la spuntano come preferenze. Alcune specie <strong>di</strong> farfalle, tra l’altrotra le specie più interessanti, sono tuttavia monofaghe su un solo genere <strong>di</strong> piante appartenente afamiglie poco, o per nulla, considerate dalle altre specie <strong>di</strong> Ropaloceri, come la Zerynthia polyxenasu Aristolochia, Lycaena <strong>di</strong>spar su Rumex, Thecla quercus e Satyrium ilicis su Quercus, Issorialathonia su Viola e Argynnis paphia su Viola e Rubus. Varie specie poi scelgono solo una famiglia<strong>di</strong> piante come pabulum.I dati ottenuti <strong>di</strong>rettamente attraverso le indagini in campo nelle <strong>di</strong>verse stazioni oltre afornire materiale per un’analisi della bio<strong>di</strong>versità, si rivelano opportuni per in<strong>di</strong>care i probabilifattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo che hanno inciso sulla lepidotterofauna, ed in genere su tutta l’entomofauna, nelperiodo della ricerca. L’attuale gestione delle trinciature nell’area rimboschita all’interno del Boscodel Traversante, nel prato umido del Traversante ma anche attorno Vallesanta e Cassa Campotto,provoca certamente una drastica riduzione nella fioritura e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> molte specie dello stratoerbaceo, quali ad esempio Aristolochia clematitis e A. rotunda (piante nutrici <strong>di</strong> Zerynthia polixena)e Rumex spp. (su cui si sviluppa Lycaena <strong>di</strong>spar). E’ opportuno utilizzare solo lo sfalcio per ilcontrollo delle erbe spontanee e in perio<strong>di</strong> appropriati perché la trinciatura (come anche ilpiro<strong>di</strong>serbo e il <strong>di</strong>serbo chimico) dei prati, delle bordure, delle rive e arginature ha un impattoaltamente <strong>di</strong>struttivo. Lo sfalcio, quando necessario, dovrebbe essere effettuato alternativamenteogni anno a partire dalla seconda metà <strong>di</strong> settembre, solo su alcune porzioni dei prati e degli arginiperimetrali, al fine <strong>di</strong> preservare delle fasce <strong>di</strong> rigogliosa vegetazione spontanea in continuafioritura. Altra appropriata misura da adottare sarebbe ridurre al minino l’uso dei fitofarmaci sullecolture attigue e se possibile attuare una conduzione <strong>di</strong> tipo biologico perché le stazioni dell’oasipiù esterne sono soggette all’azione della deriva degli insettici<strong>di</strong>.Le specie <strong>di</strong> insetti <strong>di</strong> interesse comunitario (in particolare inserite negli allegati II e IV dellaDirettiva Habitat 92/43/CEE) accertate nel complesso vallivo <strong>di</strong> Argenta sono 3: Osmodermaeremita, Zerynthia polyxena e Lycaena <strong>di</strong>spar. Altra specie <strong>di</strong> interesse comunitario segnalata inpassato nell’area è Cerambyx cerdo, non rilevata e quin<strong>di</strong> confermata durante la presente indagine.Osmoderma eremita (fig. 42) è specie saproxilica simbolo e ottimo in<strong>di</strong>catore dellaricchezza biologica delle cavità degli alberi (RANIUS, 2002). La popolazione locale risulta moltoridotta e inse<strong>di</strong>ata in pochi alberi. Considerando le caratteristiche biologiche della specie (RANIUS &NILSSON, 1997; RANIUS, 2001; RANIUS & HEDIN, 2001; HEDIN & RANIUS, 2002; GICQUEL & MUSCAT,2003), O. eremita nel complesso vallivo argentano è seriamente in pericolo <strong>di</strong> estinzione (RANIUS,2000). Essendo specie prioritaria per la conservazione (All. II Direttiva Habitat 92/43 CEE), ènecessario adottare tecniche e scegliere spazi idonei per conservare i vecchi salici capitozzatipresenti lungo i bacini idrici (fig. 16), incentivando anche l’impianto <strong>di</strong> nuovi salici e curandoli allastregua <strong>di</strong> quelli più vecchi (capitozzandoli), lasciando in pie<strong>di</strong> i tronchi dei salici morti o vivimalridotti. E’ auspicabile prevedere anche a breve un allevamento ex situ <strong>di</strong> Osmoderma partendoda in<strong>di</strong>vidui adulti catturati localmente o traslocati, le cui larve verrebbero inserite nell’area perrafforzare la popolazione e per prevenire l’estinzione locale.Zerynthia polyxena (figg. 57-58) è stata riscontrata ben <strong>di</strong>ffusa a Vallesanta (accertato il suosviluppo su Aristolochia clematitis) ma in pochi esemplari nel prato umido e nell’area sfalciata delBosco del Traversante (tab. 4). E’ necessario salvaguardare la popolazione <strong>di</strong> questo Papilionide180


non comune, vulnerabile e in contrazione in tutta Europa a causa <strong>di</strong> vari fattori (TOLMAN &LEWINGTON, 1997; TAGLIAPIETRA & ZANOCCO, 1998). Per l’esigua capacità <strong>di</strong>spersiva è importantepreservare i siti <strong>di</strong> riproduzione dove cresce la sua pianta ospite, l’Aristolochia. Z. polyxena èminacciata dagli sfalci precoci (ed in particolare dalla trinciatura delle erbe), troppo frequenti e dalpiro<strong>di</strong>serbo delle bordure erbose e delle aree marginali erbacee <strong>di</strong> strade, canali, fiumi, nonché dailavori estesi <strong>di</strong> pulizia e sistemazione degli argini e sponde dei bacini idrici (BALLETTO & KUDRNA,1985; BOATMAN et al., 1989; KIRBY, 1992).Lycaena <strong>di</strong>spar (fig. 56) è una specie bioin<strong>di</strong>catrice della qualità delle zone umide. Pertutelare questo Licenide è necessario salvaguardare le aree umide <strong>di</strong> riproduzione (in particolare lesponde e prati umi<strong>di</strong>) dove crescono le sue piante ospiti preferite, le Poligonacee del genere Rumex,sfalciando il meno possibile, non trinciando ed escludendo il piro<strong>di</strong>serbo (BALLETTO & KUDRNA,1985; BOATMAN et al., 1989; KIRBY, 1992). Durante il campionamento è stata rilevata abbastanzacomune (tab. 4) in volo soltanto nel prato umido e nell’area sfalciata del Bosco del Traversante; inqueste due stazioni L. <strong>di</strong>spar si sviluppa quasi esclusivamente lungo i margini erbose non soggetti asfalcio. Durante il prosieguo delle ricerche si verificherà la sua presenza nelle altre stazioni.PROGETTI DI RINATURALIZZAZIONEOccorre da parte del Parco una consapevole pianificazione degli interventi <strong>di</strong> rinaturalizzazione, siaquando gli interventi sono realizzati da parte <strong>di</strong> Enti Pubblici o dal Parco stesso, sia qualora questiinterventi siano realizzati da parte <strong>di</strong> privati.Il Piano del Parco deve perciò prevedere una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi che gui<strong>di</strong>no in maniera elastica esecondo le necessità i futuri interventi, volti a favorire l'aumento <strong>di</strong> superficie degli habitatriproduttivi e trofici <strong>di</strong> specie minacciate, quali:• Aumento della superficie a canneto (Praghmitetum vulgaris), con parti miste adarbusteti igrofili, con livelli idrici <strong>di</strong>versificati e gestione senza sfalcio o, dovenecessario, con sfalcio a rotazione con ciclo triennale (Vallesanta);• Aumento della superficie <strong>di</strong> zone umide d'acqua dolce con acque basse, con cariceti eprati umi<strong>di</strong> temporaneamente inondati, in zone bonificate a<strong>di</strong>acenti a siti naturali (PratoLevante, Prato Ponente, Punta Signana);• Aumento della superficie a bosco planiziale del Traversante (Traversante Alto);• Creazione <strong>di</strong> prati stabili non sfalciati in aree a<strong>di</strong>acenti alle zone umide d'acqua dolce;• Impianto <strong>di</strong> boschi planiziali con essenze autoctone adatte, anche <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni(1 ettaro) protetti da zone umide o canali, vicino a siti occupati e a siti idoneiall'alimentazione (zone umide d'acqua dolce) delle specie <strong>di</strong> Ciconiformi coloniali;• Ripristino <strong>di</strong> boschi ripariali in ambiti golenali non soggetti a rischio idraulico (partecoltivata della golena del torrente Sillaro a monte <strong>di</strong> via Car<strong>di</strong>nala);• Ripristino <strong>di</strong> ambienti golenali inondati perifluviali (lanche, morte, stagni <strong>di</strong>esondazione) con abbondante vegetazione naturale elofitica e sommersa;• Creazione <strong>di</strong> scarpate sabbiose artificiali orientate verso sud-est nei pressi <strong>di</strong> zone umidee corsi d'acqua.Fonti Bibliografiche181


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