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Claudio Napoleoni e la tendenza fondamentale del nostro tempo

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partico<strong>la</strong>rmente critiche nei confronti dei risultati distributivi di tali mo<strong>del</strong>li comeattesta <strong>la</strong> lettera <strong>del</strong> 6 luglio 1967 35 che <strong>Napoleoni</strong>, solo a questo punto <strong>del</strong><strong>la</strong> suariflessione, decise di scrivere a Piero Sraffa:Quindi, almeno per <strong>la</strong> parte che eccede <strong>la</strong> sussistenza, l’affermazione che il sa<strong>la</strong>rioè un “minus-profitto” è almeno altrettanto significativa <strong>del</strong>l’affermazione che ilprofitto è un “minus-sa<strong>la</strong>rio”. Ma mi pare che si possa dire di più. […] <strong>la</strong> situazionein cui il profitto sia nullo mi parrebbe più eccezionale di quel<strong>la</strong> in cui sia nul<strong>la</strong>l’incidenza <strong>del</strong> sa<strong>la</strong>rio sul prodotto netto. Infatti, mentre non vi sono difficoltà aconcepire un processo produttivo con sa<strong>la</strong>rio ridotto al<strong>la</strong> semplice sussistenza […],dovrebbero sorgere <strong>del</strong>le serie difficoltà a concepire un processo produttivo in cuitutto il prodotto netto sia assorbito dal sa<strong>la</strong>rio. 36Con profitti pari a zero tutto il prodotto netto sarebbe consumato e ilprocesso produttivo ricostituirebbe semplicemente i mezzi di produzione, e non visarebbe quindi accumu<strong>la</strong>zione. La lettera <strong>del</strong> 1967 è un punto d’arrivo decisivonell’interpretazione di Sraffa, e come tale rimarrà un riferimento continuo nel<strong>la</strong>voro successivo di <strong>Napoleoni</strong>, come elemento che pur non mettendo indiscussione <strong>la</strong> validità formale dei mo<strong>del</strong>li di accumu<strong>la</strong>zione ne svelerebbe unpresupposto essenziale, con gravissime implicazioni politiche.Il terzo fronte di indagine funzionale all’uscita dall’astrattezza <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lodi Sraffa rimaneva implicito nell’idea che fosse possibile conciliare <strong>la</strong> correttezzaformale dei mo<strong>del</strong>li circo<strong>la</strong>ri con l’analisi marxiana avanzata dal<strong>la</strong> “Trimestrale”.Ma questa possibilità verrà meno nel momento in cui <strong>Napoleoni</strong> metterà indiscussione tale analisi, chiudendo l’esperienza <strong>del</strong><strong>la</strong> rivista. La necessità difondare il discorso economico sarà allora subordinata al tentativo di rilettura<strong>del</strong>l’opera di Marx che <strong>Napoleoni</strong> compirà nei primi anni Settanta. Il 1970 èinfatti l’anno d’avvio di una nuova fase di ricerca, che per <strong>Napoleoni</strong> rappresentaun vero e proprio nuovo inizio, dove le questioni di analisi economica sipresentano strettamente intrecciate agli aspetti filosofici. Ci vorranno alcuni anniperché possa definirsi con chiarezza una nuova posizione, su tutti i fronti <strong>del</strong><strong>la</strong> suadal<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> sa<strong>la</strong>rio al livello di sussistenza.” C. <strong>Napoleoni</strong>, Equilibrio economico generale,op. cit., p. 230.35 C. <strong>Napoleoni</strong>, L’origine <strong>del</strong> profitto. Lettera a Piero Sraffa, in “Politica ed Economia”, n. 11,novembre 1990. Poi in Dal<strong>la</strong> scienza all’utopia, op. cit. pp. 23-26.36 Ibid., p. 24.11

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